Le civiltà dei mammuth

Transcript

Le civiltà dei mammuth
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
Le civiltà dei mammuth
Preistoria
Uno dice “la storia dell’arte”.
Bene, ma poi
manco si sa cosa sia quest’arte qua. Prendi i sassi
pitturati del
Neanderthal, le armi intagliate dell’homo Sapiens
Sapiens, le Veneri
cellulitiche paleolitiche.
ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA
Erano arte? Se lo erano non
“Che cosa rappresenta quest’opera?”questa è la
lo sapevano.
domanda che ci dobbiamo porre davanti a qualsiasi
O quanto meno non si
opera d’arte perché ci porta ad iniziare una ricerca che
ponevano il problema.
noi dobbiamo fare per conoscere a fondo l’opera e quello
Erano frutto dell’uomo in
che ci vuole comunicare.
evoluzione, non certo
Per capire il contenuto di un’opera non ci si può
dell’artista da esposizione.
accontentare solo di conoscere l’analisi iconografica
Esploravano nuove
(cioè la descrizione delle forme di un opera e identificarne
i contenuti) ma bisogna indagare anche sul contesto
possibilità, cercavano di
culturale dell’artista attraverso dei documenti storici.
invocare la fecondità, si
In tal modo noi dobbiamo considerare l’oggetto artistico
adattavano alla necessità.
come “documento umano” di un determinato periodo.
La creatività era l’unica
Possiamo dividere in tre livelli la lettura di un opera:
forma di sopravvivenza: o ti
1. Preiconografico. La descrizione preiconografica
mostravi creativo o venivi
interpreta il soggetto dell’opera sulla base
cancellato dalla faccia della
dell’esperienza pratica dello spettatore; in questo
livello, che è quello più elementare, si identificano; i
terra in un amen. Così
soggetti coinvolti, quali i personaggi, la loro posizione. È
scheggiare la selce era
cioè il primo, immediato grado di lettura di una
creativo, far cozzare due
qualsiasi immagine o manufatto.
pietre per ricavarne una
2. Iconografico. L’indagine iconografica è interessata ai
scintilla era creativo.
significati convenzionali che possono essere scoperti o
E inventare l’ago, cucirsi un
comunque indagati dallo spettatore: si identificano i
materiali, le dimensioni dell’oggetto (sia esso un
pellicciotto, riscaldare
dipinto, una scultura o un edificio), la probabile
l’acqua per intenerire le
datazione, l’autore; ricerca della fonte a cui l’artista ha
radici, inventare le pentole
fatto riferimento (scritta o anche figurativa).
e decorarle, tutto diventa
3. Iconologico. Il terzo livello di analisi è costituito
creativo. Ed utile.
dall’indagine iconologia, essa si basa su una lettura dei
significati simbolici dell’opera rispetto a delle
costruzioni e convenzioni culturali che appartengono
al momento in cui l’opera stessa è stata prodotta.
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 1
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
Ma a quando risale tutto questo? Tanto tempo fa, sempre più indietro nel
tempo, tanto indietro che sembra un pozzo senza fondo!
Se ci guardiamo dentro cercando di vederne la fine, ci verranno le vertigini.
Proviamo allora a gettare un foglio di carta incendiato in questo profondissimo
buco. Ci cadrà dentro lentamente, planando sempre più in basso. E per un
momento, un velocissimo istante, vediamo il passato, mentre la nostra luce
cade sempre più in basso. 1000 anni, 2000 anni, 5000 anni, 20 000 anni..La
luce del ricordo diventa sempre più piccola..ecco, è scomparsa. Ma noi
sappiamo che non si è spenta.
Esiste un’epoca preistorica in cui non c’erano ancora gli esseri umani, in cui le
montagne non erano fatte come le vediamo oggi. Alcune erano più alte, poi
sono state consumate dalle piogge fino a
diventare colline. Altre non esistevano, e
sono cresciute lentamente da sotto il
mare, con il passare di milioni di anni.
E prima che esistessero queste
montagne, c’erano già degli animali, ma
molto diversi da quelli di oggi. Strani
animali, dai nomi ancor più strani, come
triceratopo, per esempio..talmente
grande che non sarebbe entrato in Ricostruzione virtuale di un triceratopo
una stanza, e forse neanche in due.
Eppure, neanche quello è stato l’inizio. Si può andare ancora più giù, più sotto
nel pozzo, fino ad arrivare a miliardi di anni, dove non c’erano grossi animali,
ma solo lumache e molluschi. E ancora più indietro, dove non c’erano
nemmeno le piante, ma solo deserto, rocce, e mare senza pesci, persino senza
alghe. E forse una volta la Terra stessa era una nuvola di gas addensata che
girava intorno al Sole, al nostro Sole.
Ma se non vogliamo andare sempre più in basso
occorrerà che d’ora in poi noi ci chiediamo sempre: «Alt!
Quando è successo?»
Se poi ci chiediamo anche «ma come sono andate di
preciso le cose?», ecco che cominciamo a conoscere la
storia, la nostra storia, la storia del mondo.
Ricostruzione del cranio
dell’uomo di neanderthal
Un giorno, in una zona della Germania chiamata
valle di Neanderthal, hanno trovato le ossa della scatola
cranica di un uomo, molto antica: l’essere umano a cui
apparteneva non aveva una fronte come la nostra, ma
una specie di protuberanza al di sopra delle sopracciglia.
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 2
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
Però non possiamo sapere quando c’erano esattamente questi esseri umani,
perché essi non erano ancora in grado di scrivere. E senza documenti scritti la
memoria da sola non può andare troppo indietro. Ma, grazie alle tecnologie
attuali, possiamo dire che gli uomini di Neanderthal sono comparsi circa 100
mila anni fa e hanno popolato la Terra per quasi 70 000 anni. I nostri antenati
più prossimi compaiono non prima di 30 000 anni fa.
E sono stati i più grandi inventori di tutti i tempi! Hanno scoperto che la carne
degli animali era più facile
da mangiare se prima
arrostita su una fiamma, e
hanno inventato gli
utensili, cioè gli strumenti
da lavoro. Nessun animale
conosce gli utensili, solo
l’uomo. E siccome
all’epoca tutti gli utensili
erano fatti di pietra,
quell’epoca è stata
chiamata Età della
pietra.
Grotta di lascaux, francia
E gli uomini che vivevano
nelle caverne per ripararsi
dal freddo, dal caldo e dai
pericoli hanno anche inventato il linguaggio. Furono i primi a inventare delle
parole con cui chiamare le
cose.
E hanno inventato
anche un’altra cosa molto
bella: furono i primi a
disegnare e incidere. Sulle
pareti delle loro grotte
possiamo vedere ancora oggi
le figure che hanno prima
inciso nella roccia e poi
colorato. E nessun pittore
Grotta di chauvet, francia
potrebbe farne oggi tanto
I mammut
belle. Troviamo disegni di
animali che non esistono
nemmeno più, come ad esempio elefanti con un pelo lunghissimo e folto, e
grandissime zanne ricurve: i mammut.
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 3
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
Perché gli uomini preistorici hanno disegnato questi animali nelle pareti
delle grotte? Per abbellirle, forse? Ma se nelle caverne era tutto buio! Non ne
Grotta di chauvet, francia
siamo proprio sicuri, ma forse quello che cercavano di fare era una magia.
Credevano che disegnando su una parete gli animali, quelli poi sarebbero
arrivati davvero. Il loro bottino di caccia, senza di essi gli uomini sarebbero
morti di fame. E catturare l’immagine della preda equivaleva al suo effettivo
abbattimento,
a p p r o p r i a r s i
dell’immagine era
una sfida per
assicurarsi la
vittoria,
era
preghiera
e
desiderio.
Sulle pareti e sulle
volte dei soffitti di
alcune caverne della
Spagna, della
Francia meridionale
e dell’Italia sono
state scoperte
pitture di renne,
bisonti, cavalli
selvaggi, strani riti di iniziazione e di magia.
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 4
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
I luoghi più famosi, più conosciuti, li ricordiamo come un elenco di località:
Lascaux, in Francia, dove c’è la “Cappella Sistina dell’antichità”, un luogo
talmente pieno
di testimonianze
preistoriche da
essere quasi un
s a c r a r i o
dell’archeologia
e dell’arte
rupestre. Se
volete effettuare
una
visita
virtuale nella
celebre grotta
cliccate qui.
Grotta di lascaux, francia
E ancora Altamira, in Spagna, luogo di fascino millenario.
In Italia, in Sicilia, presso Palermo troviamo la Grotta dell’Addaura,
ormai inaccessibile ai visitatori, ma ricchissima di testimonianze legate proprio
alla presenza di animali selvaggi, comunità umane che praticavano riti
scaramantici e misteriosi.
Nell’isola di Levanzo, presso le Egadi, in Sicilia, è ricca di fascino arcaico
anche la Grotta del Genovese (così chiamata perchè orientata verso
Genova), con alcune significative testimonianze di vita preistorica. Anche
Lipari, tra le isole Eolie, contiene importanti e ricchi siti archeologici, carichi di
testimonianze artistiche legate alla produzioni di armi, utensili e ceramiche.
Noi chiamiamo “primitivi” questi popoli non perchè siano più semplici di
noi o meno evoluti -i loro processi mentali probabilmente erano più complicati
dei nostri- ma perchè essi sono più vicini allo stato dal quale l’umanità tutta è
emersa. Per questi primitivi non c’era probabilmente differenza tra la
costruzione di una capanna e la produzione di un’immagine. Le capanne
servono a proteggerli dal sole, dal vento, dalla pioggia e dagli altri spiriti che li
generano; le immagini a difenderli contro altri poteri non meno reali, per loro,
delle forze della natura. Pitture e sculture, quindi, sono usate in funzione
magica.
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 5
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
E la magia veniva effettuata con una scheggia di metallo, con una pietra
appuntita, o con le mani sporche di terra, di erba miscelata con residui
organici, con uova, acqua, fango. Tutto era adatto per “impasticciare” e
imbrattare quelle superfici enormi, invitanti, accessibili. Niente bacchette
magiche, niente tavolozze né pennelli. Solo le dita, le mani, solo il contatto con
la materia pittorica e con le sue superfici.
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 6
Arte e territorio
Anno scolastico 2012.2013
Dario D’Antoni
LA VENERE DI WILLENDORF
Venere di Willendorf (ca 23.000-19.000 a.C.), roccia calcarea, alt. cm 11
È la più famosa delle veneri paleolitiche (e cellulitiche),
si può considerare il più antico capolavoro della storia della
scultura. È stata trovata in Austria ed è conservata al Museo di
Storia naturale di Vienna. È databile tra 40.000 e 15.000 a. C.
Ciò che colpisce di più è la deformazione-esagerazione
dell'anatomia. Le forme del corpo sono molto esagerate, e
nell'insieme ha un aspetto molto solido, pieno, massiccio.
La lavorazione denota una grande attenzione e
accentuazione soprattutto di alcune parti, come il sesso, il
seno, i glutei, il ventre. Altre parti sono trascurate o mancano
del tutto: non ci sono i piedi, le braccia sono appena
accennate e raccolte sopra al seno, le mani sono appena
scalfite, manca la faccia.
La parte più rifinita e curata è la capigliatura, che sorprende
per la sua perfezione: i riccioli sono resi da questi nodi,
regolari, distanziati da piccoli fori tra l'uno e l'altro e creano un
effetto decorativo.
La cura e l'attenzione esecutiva oltre a determinare la
preziosità, l'alta qualità dell'opera per noi, sottolineano
l'importanza di questo oggetto per la cultura che l'ha
prodotto, è chiaro che doveva avere un particolare valore.
Ma è anche evidente che quello che viene
rappresentato non è una donna, ma un'immagine simbolica
della maternità in senso astratto. Per questo manca la faccia,
VENERE di willendorf, austria
perché non si riferisce a una donna, anche generica, ma
vuole essere un'immagine concettualizzata della fecondità,
intesa come capacità procreativa, e vigoria fisica.
Queste qualità rappresentano i valori principali della civiltà preistoriche, che vivevano in
condizioni di sopravvivenza molto difficili. La possibilità di procreare, era probabilmente un valore
sacro, visto come una possibilità di vivere attraverso i figli, oltre la morte.
Tutte le considerazioni sono rielaborate e sintetizzate da Dario D’Antoni.
Le citazioni sono liberamente tratte dai testi
Ernst H. Gombrich
Breve storia del mondo (Firenze 1997)
Ernst H. Gombrich
Pablo Echaurren
Il mondo dell’arte (Verona 1952)
Controstoria dell’arte (Roma 2011)
LE CIVILTà DEI MAMMUTH
Pagina 7