Relazioni sui laboratori attivati nell`ambito del Progetto Equal Perla
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Relazioni sui laboratori attivati nell`ambito del Progetto Equal Perla
Relazioni sui laboratori attivati nell’ambito del Progetto Equal Perla it g2 pie 008 maggio 2006 progetto perla introduzione Indice Introduzione 1 Rocco Ballacchino introduzione 01 report attività zona ovest 04 report sangone 82 report pinerolo 118 report stura 142 appendice 162 Il documento presenta in modo integrale i report del lavoro svolto nei diversi territori fino al 31 marzo. Sui documenti non è stato eseguito nessun lavoro editoriale e di filtro pertanto si presentano - così come i partner li hanno redatti - come primi materiali su cui avviare nelle prossime settimane un confronto con gli operatori che sono intervenuti in questa fase. Nella progettazione del percorso proposto in questi mesi alle 80 donne, si è cercato di rispettare in pieno il carattere sperimentale della iniziativa Equal, cercando di accogliere e sviluppare soluzioni ambiziose che osano, rispetto agli interventi della programmazione ordinaria, con l’obiettivo di contaminare il sistema e le politiche ai vari livelli. Il carattere flessibile del programma comunitario Equal, la sua struttura a progettualità aperta, rappresentano i tratti che permettono di realizzare un intervento per lo più estraneo alla tradizionale progettualità FSE. L’articolazione del progetto in laboratori, la presenza di alcune attività e l’uso di strumenti e tecniche apparentemente estranee al panorama delle politiche attive del lavoro, la logica dell’incubatore di attività proposta da Perla, rappresentano le vie inedite attraverso cui si sta cercando di avvicinare le destinatarie del progetto al mondo de lavoro e dunque risolvere il problema che ha dato origine al progetto. Come è noto, il percorso di intervento diretto sulle beneficiarie si articola in tre fasi: 01. Bilancio di risorse (dicembre 2005 - gennaio 2006) 02. Laboratori (gennaio - marzo 2006) 03. Percorsi individuali (aprile - dicembre 2006) In particolare la fase 2 si è articolata in 5 laboratori di attività: Genitorialità, Cambiamento, Automonitoraggio, Il diritto di avere Diritti, Mercato del lavoro. Con la partenza dei laboratori a livello territoriale sono stati attivati, con modalità differenti, gli incubatori di attività. 2 progetto perla L’incubatore di attività è stato offerto alle 80 donne del progetto come uno spazio reale e riconoscibile del progetto, un luogo di riferimento chiaro per le beneficiarie dove: Si integrano le esperienze e competenze per rispondere alla multiproblematicità; luogo di incontro, scambio e coprogettazione degli operatori e delle beneficiarie. Si possono attivare una pluralità di percorsi individuali o di gruppo (si concordano con le donne una pluralità di percorsi da sviluppare in specifiche risorse della rete) per il superamento dei vincoli soggettivi e sociali. Si costruiscono per le donne le condizioni di sostenibilità del processo (Casa, Cura) e si attiva il mutuo aiuto. Le attività previste in questa seconda fase si sono concluse a fine marzo. Sulla base dell’attività svolta si sta avviando la definizione dei progetti individuali di inserimento lavorativo la cui realizzazione è prevista a partire dal mese di aprile per concludersi, con i tirocini in azienda, entro fine anno. Nel corso di questo periodo continuerà l’attività di alcuni laboratori: Genitorialità, Automonitoraggio, Cambiamento. Nello stesso tempo bisognerà volgere uno sguardo critico al lavoro svolto e in fieri e cominciare a sviluppare quella dimensione elaborativa che è uno degli obiettivi strategici di quel laboratorio per lo sviluppo economico e sociale che è l’iniziativa comunitaria Equal. Si tratterà infatti di cominciare a rielaborare l’esperienza fatta sino ad ora per ragionare di alcuni temi su cui la Regione Piemonte sta coinvolgendo i partenariati ai fini del mainstreaming e precisamente. 01. Quali servizi innovativi il progetto Perla sta attivando? 02. Quali attività sono previste da questi servizi? 03. Quali strumenti vengono utilizzati? 04. Quali competenze sono necessarie per gestire le attività sperimentate? 05. Quali metodologie/processi sono stati attivati? 06. Quali sono le idee e le soluzioni innovative che il progetto ha evidenziato? Gli esiti di questo lavoro verranno confrontati in sede regionale con il quadro regionale delle competenze degli operatori dei servizi per l’impiego e degli operatori pubblici e privati accreditati all’erogazione dei servizi al lavoro di cui agli artt. 2 e 7 del D.Lgs 276/2003. Sarà necessario dunque, nel giro di breve tempo, a partire dai primi materiali prodotti, organizzare una giornata di confronto e costituire successivamente un gruppo di lavoro che avrà il mandato di supportare i processi di elaborazione dell’esperienza Perla e di produrre i relativi documenti. Pertanto si raccomanda un’attenta lettura dei documenti presentati. 4 progetto perla Report attività Zona Ovest relazione incubatore villa5 A cura di Susi Monzali (regista incubatore) Gennaio-Marzo 2006 All’interno dell’incubatore villa5 operano: o.n.d.a (operatrici: Rosanna Rabezzana onda; Marina Lallo, Mirella Violato, Paola Alphandery coop. atypica; Sara Filippi, Stella de Benedetto, Sonia Rossato Centro Donna), coop. o.r.s.o. (Miriam La Cava), casa di carità (Federica Santinato), enaip (Raffaella Cozzani), salotto&fiorito (Christelle). L’incubatore è attivo dal 9 gennaio e le operatrici hanno lavorato con le donne tutti i giorni lavorativi tranne uno. Non sono previste pause prima del 4 aprile. Vorrei provare a raccontarvi quanto è successo a villa5 da gennaio a marzo, non tanto spiegando cosa si è fatto (le operatrici hanno redatto in proposito schede dettagliatissime che costituiranno memoria del progetto e documentazione tecnica sugli strumenti utilizzati, oltre alle loro valutazioni sui processi), ma cercando di mantenere il focus su alcuni elementi della progettazione perché si possa verificarne la coerenza con lo sviluppo reale del progetto. Mi auguro che questo consenta, innanzitutto a noi di villa5, ma poi tutte insieme, di iniziare a fare delle valutazioni su quanto emerso in fase di progettazione (ed eventuali di scostamenti) rispetto a l’idea che avevamo delle donne, agli indirizzi progettuali, all’efficacia delle strategie e delle metodologie individuate, per capire dove sono stati modificati elementi e perché e cosa si sia rivelato effettivamente utile. Ci provo… la comunità professionale: metodologie e prassi Lo scambio, il confronto approfondito della maggioranza delle operatrici dell’incubatore, avvenuto in fase di progettazione nei gruppi di lavoro del progetto nel suo insieme, ha creato rapporti fiduciari. La convinzione che solo se l’incubatore è un luogo dinamico e spazio sistemico e l’equipe capace di stare dentro la continua evoluzione, adottando approcci innovativi, flessibili, non settoriali, l’azione diventa efficace, mi ha spinta a sottolineare ancor di più (ma tutte le operatrici ne erano già convinte)la necessità e l’utilità di costituire un’equipe mista tra le diverse agenzie. report attività zona ovest 5 Nonostante il senso di appartenenza di ognuna alla propria struttura (casa madre), come è bene che sia, fosse forte, la consapevolezza che il proprio operare non è determinante esclusivamente per la competenza o per la specificità professionale espressa, quanto per il grado di coinvolgimento e motivazione a svolgere la propria attività in un contesto in cui si condividono finalità e metodi e che l’integrazione tra competenze diverse, oltre ad alimentare il know-how del progetto, rappresenta la garanzia di attenzione alla complessità, ci ha sostenute nell’avviare questa sperimentazione dell’equipe mista. Così ne abbiamo formalizzato la costituzione e dato avvio ad una modalità di lavoro che, in una prima fase, ci ha viste spesso in compresenza portando nel lavoro intrecci di competenze, sensibilità, punti di osservazione diversi. In questo modo tutta l’equipe ha sempre avuto una visione d’insieme e non ha mai interrotto il flusso di aggiornamento sui cambiamenti che stavano avvenendo nelle donne e nel gruppo, ma soprattutto ci ha dato la possibilità, nelle nostre riunioni quasi settimanali, di raddrizzare la rotta, di adeguare le azioni alle necessità che emergevano, di non restare ancorate alle nostre personali convinzioni ma di modificarle nell’ascolto delle altre e nell’osservazione dei mutamenti in atto. Credo così si stia costruendo quel capitale sociale che è la comunità professionale; uno degli elementi indicati in progetto che concorrono a definire il possibile passaggio da una sperimentazione ad una buona prassi esportabile. In questa equipe composta da donne con professionalità, età, esperienze molto diverse fra loro, entra a far parte da subito anche Milena Gallo Balma (Zona Ovest). Non era affatto scontato che lei ne fosse parte integrante e mi spiego: le funzioni assegnate a Milena potevano risultare burocratiche, di applicazione di normative facilitanti per le partecipanti, ma la personalità di Milena, le sue abilità relazionali e di osservazione, di concretezza nella soluzione dei problemi, la sua capacità cooperative e il suo atteggiamento nei confronti delle donne sono risultati così coerenti e utili al processo di empowerment delle donne da far risultare il suo apporto parimenti indispensabile a quello di ogni altra. Lo scambio e il confronto di saperi, di tecniche e di esperienze, nonché lo scambio generazionale ha prodotto a mio avviso un arricchimento dell’esperienza professionale di ognuna e un arricchimento del lavoro con le donne, ma soprattutto ha creato una metodologia condivisa che chiamerei di senso della realtà fuori di noi, che consiste nell’andare a verificare costantemente se le nostre azioni stanno producendo concretamente dei cambiamenti utili al superamento dei vincoli, degli ostacoli e delle limitazioni che hanno portato queste donne ad essere beneficiarie di PERLA, e quindi dell’efficacia o meno del nostro operare e delle ipotesi progettuali. Insomma un bel bagno di realtà, al di fuori delle teorie, anche per la comunità professionale. il ruolo attivo delle beneficiarie Ci siamo trovate di fronte ad un gruppo numeroso di donne (29), assai diverse tra loro ma con molti elementi in comune tra cui: un forte impoverimento personale spesso dovuto a storie di forte disagio, di umiliazione, di costrizione; una scarsissima stima delle proprie capacità e possibilità di cambiamento; un atteggiamento di adeguamento 6 progetto perla (a volte servile) nei confronti di chi ritengono più forte, siano essi mariti, figli, istituzioni, ecc..; un atteggiamento di pretesa assistenzialistica nei confronti del mondo intero; una sfiducia che spesso si mostra come diffidenza nei confronti di chiunque, quindi anche nei nostri; una totale assenza del senso del gruppo, della forza e delle risorse che esso può generare. Abbiamo ritenuto che l’atteggiamento che doveva qualificare ogni nostro intervento, attività, laboratorio, per tentare di modificare questi elementi invalidanti per loro e per la buona riuscita del percorso intrapreso, fosse una reale pratica di bottom up che desse spazio alla loro soggettività che le accompagnasse in un processo di consapevolezza dell’importanza della loro partecipazione attiva per determinare ciò che stava accadendo o poteva accadere, per essere protagoniste consapevoli di questa esperienza scegliendo e determinando cambiamenti. In questo senso, con tecniche e approcci anche assai diversi, si è sistematicamente fatta con loro l’analisi di quel che si stava facendo, la decodifica dei comportamenti individuali e di gruppo, l’aggiornamento sui cambiamenti in atto. Ma si è anche negoziato e questo ha dato loro la possibilità di comprendere la possibilità anche per loro della negoziazione con i loro figli, con gli ex mariti, con i servizi, con il progetto. Vi inserisco qui, esclusivamente a titolo esemplificativo di quel che dico, alcuni elementi tratti dalle relazioni delle operatrici sui vari laboratori. Laboratori riuniti e laboratorio cambiamento La discussione relativa al patto tra loro e il progetto P.E.R.LA. è stata molto difficoltosa ma lo stimolo delle operatrici nei confronti delle donne a partecipare attivamente cercando di valutare le strategie di risoluzione e di gestione delle difficoltà ha iniziato ad intaccare la mentalità assistenzialista radicata in loro e, alla fine del lavoro nei gruppetti e della riflessione in plenaria, dopo un altro incontro nel laboratorio del cambiamento, le donne si sono sentite stimolate ad una presa di coscienza rispetto alla differenza di risultati possibili tra l’agire un atteggiamento passivo o attivo di fronte a quel che accade loro. Laboratorio genitorialità (…) Proprio per la loro difficoltà a trovare il senso di questo percorso, è importante proporre esercizi molto concreti, facilmente traducibili in azioni e comportamenti attuabili nella loro quotidianità. Una ricerca collettiva di strategie facilitatrici nella gestione dei tempi e dei ritmi dei loro figli/e e nella soluzione di problemi/difficoltà. Le signore hanno lavorato bene nel gruppo ristretto anche se si perdono nella discussione, fanno fatica ad approfondire i temi e si fermano sempre in superficie. L’atteggiamento che le accomuna un po’ tutte è il lasciar andare, le cose succedono e loro non riescono o possono intervenire in alcun modo La possibilità di agire un cambiamento su una cattiva abitudine non è presente nelle loro ipotesi di intervento educativo. Pongono molte domande che richiedono rassicurazioni «È giusto se racconto questa cosa?» oppure «Facci un esempio». report attività zona ovest 7 Emerge una grande difficoltà a concentrarsi sui propri successi come se gli insuccessi li avessero sommersi. Il lavoro in piccolo gruppo rafforza. Le donne si ascoltano con grande attenzione; si nota un grande cambiamento all’interno del gruppo. La discussione ed il confronto, nel piccolo e nel grande gruppo, è più fluida. C’è più attenzione, più rispetto, meno egocentrismo. Il gruppo è più accogliente e quindi le persone si aprono con maggiore fiducia. C’è una maggiore concentrazione; le donne si concentrano attorno al tema e non divagano. Laboratorio automonitoraggio Inizio difficoltà a concentrarsi e a rispettare il silenzio, come se ne avessero paura, cercano di riempire i silenzi con qualsiasi cosa da dire o da fare, le manifestazioni eccessive e superflue che spesso esprimono sembrano nascere dal timore di non riuscire a segnalare in altro modo la loro esistenza. Sebbene ancora giovani molte si trovano in condizioni fisiche critiche, lamentano dolori alla schiena, difficoltà di coordinazione e a compiere semplici movimenti; fanno fatica a restare in contatto con il loro corpo, come se fosse qualcosa di estraneo. Quasi tutte le donne si riconoscono nei racconti, chi non si riconosce chiede chiarimenti, se il fatto accaduto ha valenze negative viene accettato con difficoltà; spesso dobbiamo intervenire per ristabilire la calma necessaria per svolgere l’esercizio. Alcune donne manifestano presunzione e perlopiù è assente l’umiltà, altre temono di sbagliare e per non incorrere in errore preferirebbero sottrarsi all’esercizio, una parte si lancia nel lavoro senza problemi. Successivamente le donne dimostrano di aver più voglia di stare al gioco, sono disponibili a seguire le indicazioni di lavoro sia nel laboratorio tecnico, sia nella parte drammaturgica. Riescono a concentrarsi maggiormente e i momenti di disturbo sono meno frequenti. Iniziano a sentire i benefici del lavoro fisico, insegniamo loro alcuni esercizi da fare a casa, sul pullman o mentre aspettano i bambini all’uscita da scuola. In alcuni momenti il lavoro raggiunge livelli particolarmente emozionanti capaci di contagiare la totalità delle donne. Per la prima volta chiediamo alle donne di massaggiarsi a vicenda, come prevedibile provano vergogna e imbarazzo, ridacchiano e fanno commenti fuori luogo. Molte faticano a mettere energia e forza nei movimenti, dicono di essere stanche, di avere mal di schiena, sono molli, sottolineiamo l’importanza di recuperare l’energia anche per sostenere piccoli e grandi problemi che si presentano ogni giorno; la sensazione e che si sentano stanche e senza forza per abitudine e senza un preciso motivo, come se fosse la colonna sonora delle loro giornate. Un tentativo di avere un alibi per non cambiare o per trovare una giustificazione per la condizione in cui sui trovano? Il significato di ogni esercizio proposto viene ricondotto in comportamenti che possono verificarsi nella quotidianità o in un’ipotetica situazione lavorativa: se ti senti stanca e senza energia alle 10 del mattino ora che sei disoccupata, come pensi di poter affrontare una lunga giornata di lavoro? Se non riesci a guardare negli occhi una tua compagna come puoi affrontare un colloquio di lavoro? 8 progetto perla L’intensità nei gesti e nella voce viene recuperata nel laboratorio di drammaturgia probabilmente perchè i destinatari delle lettere sono quasi sempre gli ex mariti, il rancore è sempre presente e spesso ne sono completamente assorbite. Nonostante sembrino tutte grandi amiche, accade di assistere a situazioni cariche di individualismo e opportunismo, è generalizzata la non abitudine a confrontarsi in maniera corretta e chiara. Molte pensano di essere nate sotto una cattiva stella e che la vita non può destinare loro altre opportunità. Il laboratorio di drammaturgia ha stimolato alcune riflessioni sulla percezione del cambiamento, confondono una percezione momentanea con la reale modificazione del comportamento. La criticità che evidenziamo è un atteggiamento diffuso del tutto e subito, senza lasciarsi il tempo necessario per metabolizzare. Altri strumenti di verifica che ci siamo date a partire dalla centralità delle donne nel progetto come soggetti attivi: L’albero delle fogliette e la scrittura delle donne nei laboratori L’albero è una scultura prodotta da atypica a forma di albero con tantissimi rami su cui ogni donna che lo voglia fare (lo fanno quasi tutte sempre) alla fine di ogni mattinata scrive liberamente qualsiasi cosa voglia. Il mandato sarebbe commentare quel che si è fatto in modo anonimo, ma non sempre il commento è pertinente. Nei laboratori spesso si usa la scrittura per fermare alcuni passaggi e nel laboratorio del cambiamento si è utilizzato un vero e proprio diario di bordo relativo a tutto il percorso compilato da ognuna. Qui di seguito, per brevità ed efficacia, alcune parole delle donne dal laboratorio di automonitoraggio: A: quando vado a prendere mio figlio a scuola sono più sorridente meno presa dalle ansie e sono anche più puntuale G: … mentre dentro ho un maremoto probabilmente fuori ho una corazza protettiva, non sono più disponibile a farmi far male. Almeno spero R: ho scoperto di essere più tranquilla, di avere più fiducia nelle persone, mi sono fidata di M che mi ha tagliato i capelli a me e a mio figlio L: perché non mi vuoi più bene e mi hai abbandonata mamma S: se solo sapeste quante cose brutte ha fatto vostro figlio, se solo sapeste quanto male mi ha fatto con la sua falsità non parlereste più H: perché non avete apprezzato il mio impegno ad imparare il lavoro, la mia disponibilità. Perché non osate dirmi il vero motivo. Mi avete sfruttata finchè avete avuto bisogno C: quella volta che tu mi hai detto «che te ne frega che tuo figlio sta male tanto prendi la pensione» io ti avrei voluto dire: «sei una persona senza cuore, avrei preferito che il bambino stava bene e guadagnarmi io i soldi, sei una persona schifosa…. Ti devi solo vergognare visto che è tuo nipote, sei una donna senza scrupoli vergognati! » ... Ero a casa con mio marito quando ho preso la decisione di andare a lavorare, lui non report attività zona ovest 9 voleva perché era la prima volta che uscivo da casa per lavorare. Il mio più bel risultato e che ci sono riuscita, sono andata a lavorare anche se sono stata ostacolata più volte da tutti C: quando ho deciso di tornare qui a Torino dalla Calabria, la decisione è stata presa davanti a mio marito, mia suocera e mia cognata. Stavo male e vivevo una vita in gabbia, le decisioni venivano prese da tutti meno che da me. Ci sono riuscita, sono riuscita ad inserirmi (a Torino) e a vivere finalmente alla faccia di chi non credeva in me. Le azioni, i laboratori hanno dovuto necessariamente rapportarsi sia con le emozioni che con il sistema di relazioni affettive e sociali delle beneficiarie-partecipanti per aiutarle ad acquisire competenza nella gestione dei rapporti (sempre in una logica di empowerment) e cercando di comunicare loro, attraverso la concretezza del lavoro e la verifica dei risultati, come il solo inserimento lavorativo non sia elemento sufficiente ad avviare un reale processo di inclusione sociale. Per riuscire, in mezzo a questa complessità, a trovare alcuni elementi di sintesi (oltre alle riunioni d’equipe della prossima settimana per riadeguare gli ultimi incontri rispetto alle criticità ancora forti) Milena ed io stiamo svolgendo colloqui con tutte (per ora ne sono stati fatti 19 su 29) da cui emerge in maggioranza: Un giudizio quasi sempre positivo su tutti i laboratori in particolare quelli che sembrano dar loro strumenti concreti di cambiamento che dicono (esemplificando con racconti precisi) di attuare già nel loro quotidiano; soddisfazione per aver acquisito elementi di conoscenza circa servizi, mercato del lavoro, diritti legali dagli incontri con i rappresentanti di questi servizi e con la legale del Centro Donna Un ancora scarso senso di realtà rispetto alle loro reali possibilità di lavoro: molte sembrano non avere la più pallida idea non solo di cosa sia un posto di lavoro, ma neppure di che mansioni sarebbe in grado di svolgere; gli atteggiamenti esplicitati nei colloqui rispetto alle aspettative e a quel che si sentirebbero di fare vanno da una sovra valutazione delle proprie possibilità ad un atteggiamento consolatorio del tipo tanto voi me lo date il lavoro, vero? Ancora una confusione tra quelli che sono vincoli reali e quelli immaginari, frutto di un atteggiamento cronico ad essere assistita, a non attivare tutte le proprie possibilità. In alcune è molto chiaro invece l’impegno necessario per avere e mantenere un lavoro, ma anche in questi casi i meccanismi non sono ancora equilibrati; in alcune vi è la consapevolezza delle proprie capacità lavorative, ma la tendenza a compiacere l’autorità per poter ottenere quel che si vuole, quasi in un gioco di chi è più furbo. Altre donne sono pronte per essere inserite in un posto di lavoro e, secondo quale, forse con alcune necessità di rinforzo formativo, ma sono una ristretta minoranza. 10 progetto perla report attività zona ovest criticità rilevate nel progetto In generale il rapporto con alcuni partners di rete di II° livello risulta essere scarso; sembra quasi che alcuni Comuni e Consorzi abbiano inteso PERLA più come strumento per risolvere problemi con i propri cittadini o assistiti che non un’occasione per sperimentare forme diverse di superamento dei problemi stessi, cogliendo l’occasione dell’ampia partnership che porta con sé suggerimenti, idee, proposte che potrebbero risultare una ricchezza. In altri casi si è potuto invece constatare che gli impegni presi da parte dei Servizi e anche dai Centri per l’Impiego in fase progettuale, hanno generato risposte nuove da parte dei servizi, attraverso scelte non sempre facili ma utili agli obiettivi progettuali. Le aziende: dal punto di vista di chi ha progettato, di chi ha partecipato ai gruppi di lavoro (anche al gruppo aziende) e di chi si rapporta ogni giorno con le donne, il rapporto con le associazioni di categoria è risultato essere poco cooperativo e fattivo; pur consapevoli delle difficoltà in cui versano diverse aziende ci pare che le rappresentanze del mondo imprenditoriale non abbiano dato sufficiente importanza al progetto e soprattutto si siano poco assunti la responsabilità nei confronti delle beneficiarie e dei partners. La comunicazione e lo scambio tra gli incubatori, è stata finora scarsa. Era una delle criticità possibili di cui abbiamo parlato molto in fase di progettazione e allo stato attuale del progetto verifichiamo che quella preoccupazione era fondata. Da parte nostra possiamo dire che probabilmente l’intenso lavoro quotidiano con le beneficiarie, il lavoro di equipe per mantenere l’impegno a non far transitare le donne da una operatrice all’altra come pacchi, il cercare di mantenere aggiornata la documentazione del lavoro e la schedatura degli strumenti utilizzati, hanno sicuramente occupato molto più del tempo previsto. Inoltre forse il ritmo di lavoro con le partecipanti, soprattutto visto il livello di coinvolgimento delle loro personali esistenze quando si lavora su cambiamenti per superare vincoli, è risultato un po’ troppo serrato; ha richiesto alle donne come alle operatrici, un’attenzione e una concentrazione continua che ha lasciato poco tempo a loro per metabolizzare e costretto noi a dei tempi forzati di adeguamento del progetto. A questo proposito si segnala un’altra possibile criticità data dal fatto che se nel frattempo il ritmo serrato ha imposto alle donne di adeguarsi ad un ritmo lavorativo, dall’altra (e lo consideriamo un risultato) le ha abituate a questo ritmo e il fatto, al momento, di non sapere cosa faranno dopo il primo aprile crea loro uno stato d’ansia. È necessario stringere i tempi della programmazione dei percorsi formativi e definire quali siano le reali possibilità che offrono le aziende per poter calendarizzare i prossimi mesi. BILANCIO DI RISORSE 11 I giornata (09 gennaio 2006) Attività Accoglienza delle beneficiarie Presentazione del progetto Domande Suddivisione in piccoli gruppi Gioco di presentazione: intervista incrociata II giornata (10 gennaio 2006) Attività Cosa ci è rimasto, quanto attentamente ci siamo ascoltate? (gioco con i bigliettini e i nomi) Le regole del nostro gruppo (condividiamo un sistema di regole da rispettare) Le regole del lavoro (a volte non sono condivise, quali sono quelle non dette che comunque esigono il rispetto? Ci sono regole ufficiali e non) Le difficoltà incontrate sul lavoro (analisi del problema e strategie di fronteggiamento: cominciamo a ragionare in termini di risoluzione di problemi e strategie, sottolineando come non ci siamo buone o cattive soluzioni bensì soluzioni adatte o non adatte a me) Spiegazione e condivisione del percorso PERLA (domande) attraverso la spiegazione della chiocciola Condivisione del Patto che saranno invitate a firmare al termine del bilancio. Sollecitazione di eventuali aggiunte o cose non condivise III giornata (11 gennaio 2006) Attività Supportare il gruppo di beneficiarie nella riflessione, individuazione, analisi, autovalutazione delle proprie caratteristiche per favorire l’approfondimento di sé attraverso la compilazione di alcune schede e stimolare la valorizzazione - rafforzamento di sé e della fiducia in se stesse Io sono Mappa di autodescrizione I miei cambiamenti Acrostico Le mie realizzazioni Successi e insuccessi Le mie capacità Punti di forza / debolezza La giornata si conclude con l’esplorazione dei vincoli oggettivi che ciascuna donna dovrà affrontare: Progetto Perla, quali vincoli potrebbero presentarsi che mi possono impedire di seguire il percorso? Esplicitazione e condivisione. Individuazione di eventuali strategie di fronteggiamento. 12 progetto perla IV giornata (12 gennaio 2006) Attività In quali ambiti ho potuto sperimentare le mie qualità (lavoro in piccoli gruppi) Le mie attitudini Condivisione Le attività in piccoli gruppi hanno visto come prodotto la compilazione di alcune schede, oggetto di discussione in plenaria gestita dell’operatrice Come mi vedo? Le mie qualita V giornata (13 gennaio 2006) Attività Brainstorming: cosa sono le competenze (trasferibilità delle competenze, sapere, saper fare, saper essere) Le mie esperienze lavorative: analisi di 3 esperienze ritenute particolarmente significative in termini di competenze agite e acquisite. VI giornata (16 gennaio 2006) Attività Le esperienze lavorative: cosa ho imparato cosa ho messo in gioco Le mie capacità: cosa so, cosa so fare, come sono I miei punti di forza (anche spiegazione di che cosa sono e come sono intesi) I miei aspetti da migliorare Condivisione in plenaria VII giornata (17 gennaio 2006) Attività Gli interessi professionali I miei criteri di scelta Dagli interessi alle professioni (individuazione di aree di interesse professionale) VIII giornata (18 gennaio 2006) Attività L’obiettivo della giornata è supportare il gruppo di donne nell’analisi e nell’esplorazione dei propri valori e rappresentazioni riferite al lavoro e del significato / valore attribuito al lavoro, delle motivazioni del lavoro Le mie priorità sul lavoro Io e il lavoro. Ciò che non voglio ciò che non posso report attività zona ovest 13 IX giornata (19 gennaio 2006) Attività Condivisione della scheda Io e il lavoro Lavoro sui desiderata e analisi della realtà: analizzo le mie scelte professionali sulla base della desiderabilità e della realizzabilità. Attribuisco un punteggio e ottengo un elenco: individuazione di una o due professioni desiderabili ma anche realizzabili Il progetto professionale: cos’è? Provo ad abbozzarlo X giornata (20 gennaio 2006) Attività Colloqui individuali (circa 1 ora per ciascuna donna per la condivisione e compilazione del portfolio) Feedback Le donne, dopo un iniziale perplessità rispetto al lavoro che veniva loro proposto hanno accolto ogni attività come uno stimolo, come l’occasione per pensare a sé, per prendersi del tempo. Da segnalare un grosso sforzo da parte di molte signore a riflettere su di sé. Importante è stata da parte di alcune il raggiungimento di una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e caratteristiche, delle proprie competenze sia professionali che trasversali, delle proprie potenzialità. Interessante da rilevare come inizialmente le signore fossero molto caute e timorose nel mettere in comune le attività e le schede che venivano proposte. Fondamentale è stata quindi la condivisione delle regole del piccolo gruppo: una volta rassicurate sulla riservatezza di ciò che veniva detto, sull’atteggiamento non giudicante, ecc. il gruppo è diventato una risorsa, una fonte di forza e di sostegno reciproco. Dal punto di vista metodologico/operativo, un grosso contributo alla ricchezza dell’attività è venuto dalla condivisione di strumenti, metodologie e piani di azione tra le operatrici del bilancio di risorse. 14 progetto perla report attività zona ovest IL PROGRAMMA DEI LABORATORI In base alla discussione di questi 4 elementi è stato creato un cartellone di comune accordo e sottoscritto da tutte le partecipanti. È stato di particolare importanza il confronto con le eventuali resistenze di fronte all’impegno che il progetto richiede. Laboratorio sul cambiamento a cura di Federica Santinato e Christelle Arena Laboratori riuniti (01 febbraio 2006) Attività previste Chiusura del bilancio di risorse attraverso la lettura individuale del proprio portfolio Creazione patto d’aula e lettura del patto di collaborazione Doveva essere prevista anche la presentazione dei diversi laboratori Attività realizzate 01. Consegna del portfolio, lettura ed eventuali revisioni insieme 02. Creazione del patto d’aula (informale): atteggiamenti, comportamenti e regole che le donne si danno per lavorare insieme in vista dell’obiettivo. Il patto d’aula chiedeva alle donne di evidenziare: Cosa chiedo alle operatrici Cosa chiedo alle compagne Cosa offro al gruppo Cosa chiede il progetto È emerso quanto segue: Cosa chiedo alle operatrici Disponibilità Pazienza Permetterci di conoscerci ed amalgamarci Accompagnamento / affiancamento Essere complici del percorso Cosa chiedo alle compagne Disponibilità (fare insieme) Collaborazione (raggiungere gli obiettivi comuni insieme) Crederci con passione e dare tutto quello che uno può Forza del gruppo Comprensione Aiuto reciproco Franchezza Rispetto 15 3. Lettura in plenaria del patto di collaborazione previsto dal progetto (patto formale individuale): in questa fase sono sorte molte difficoltà. La portavoce del dissenso è stata Angioletta Ragusa, la quale mostrava sconforto, sfiducia e risentimento a causa della sospensione del rimborso delle spese di viaggio a partire dal 28 di febbraio. Questa discussione, sostenuta anche dal gruppo, ha focalizzato l’attenzione della seconda parte della mattinata ed ha rimandato la presentazione dei laboratori al giorno successivo. Il problema portato da Angioletta sembra derivare da una modalità di comportamento di queste donne, le quali ricercano la soluzione dei loro problemi all’esterno piuttosto che indagare sulle loro risorse. Dopo questa prima giornata è sembrato chiaro che il lavoro sul cambiamento deve partire dalla considerazione delle resistenze allo stesso Feedback Non sarà facile lavorare sul cambiamento con queste donne a causa della forte mentalità assistenzialista di alcune e della visione magica che attribuisce ad eventi esterni la propria evoluzione di altre. Cosa offro alle operatrici La mia forza Comprensione Aiuto reciproco Disponibilità Ciò che chiedo agli altri lo offro ugualmente al gruppo Cosa chiede il progetto Partecipazione attiva e disponibilità a diverse attività: 01. Laboratori 02. Formazione 03. Tirocini 04. Colloqui 05. Stesura del progetto individuale Puntualità e rispetto degli orari Assenze giustificate presso la sede di svolgimento attività: telefono di Atypica presso Villa5 011 - 411 00 53 Laboratori riuniti e introduzione al laboratorio al cambiamento (02 febbraio 2006) Attività previste Ripresa della discussione relativa al patto individuale Presentazione dei diversi laboratori Avvio del laboratorio al cambiamento. Attività realizzate La discussione relativa al patto è stata conclusa dando un rimando rispetto al progetto P.E.R.LA. il quale oltre a dare delle opportunità di crescita personale, professionale e formative richiede alle donne di partecipare attivamente cercando di valutare le strategie di risoluzione e di gestione delle difficoltà. P.E.R.LA. non può sostituirsi in alcun modo alle iniziative personali che le donne devono mantenere ed incentivare per riuscire a reinserirsi nel mondo del lavoro. Tale discussione è stata nuovamente molto difficoltosa. La mentalità assistenzialista è molto radicata in queste donne. Nella seconda parte della giornata ogni laboratorio ha presentato le finalità del suo lavoro. L’avvio del laboratorio al cambiamento si è svolto nell’ultima parte della mattinata. Già nella prima parte della mattinata si era realizzato un esercizio per la memorizzazione dei nomi che aveva sortito, tra risolini e ghigni, commenti del tipo «Non mi ricorderò mai tutti i nomi» «Oddio quante siamo, non ce la farò», «Figurati se ci riesco…»; è 16 progetto perla report attività zona ovest stato riproposto in chiusura con gli obiettivi di portare in evidenza che mettendo un impegno personale è possibile modificare anche piccole cose e di cogliere il cambiamento dalla situazione iniziale a quella finale della stessa mattinata. Nel brainstorming le donne hanno sottolineato tanti aspetti della vita. In qualche modo il cambiamento coinvolge tutto l’arco della vita. Allo stesso tempo ci è sembrato un modo per rimanere distanti dai propri cambiamenti. Feedback Le donne hanno compreso che i piccoli cambiamenti sono quotidiani e possibili. Nei prossimi incontri vogliamo mantenere questa linea di intervento relativa ai cambiamenti reali, concreti e possibili. A tale scopo abbiamo dato una scheda per analizzare l’idea individuale del cambiamento di ciascuna e ciò che questo ha creato nelle loro vite. Anche qui abbiamo riscontrato nuovamente la loro tendenza a idealizzare il cambiamento. Quasi tutte le donne lo hanno descritto come positivo, come una evoluzione, come stimolante… Leggendo poi i bigliettini sulla giornata di lavoro, invece, molte hanno sottolineato la fatica di partecipare a questo laboratorio. Le donne sembrano distanti dai propri cambiamenti e per lo più li vivono in maniera passiva ed ineluttabile. Laboratorio al cambiamento (06 febbraio 2006) Attività previste Utilizzo della metafora della macchina Brainstorming sul cambiamento Analisi di un proprio cambiamento Attività svolte Allora partiamo? Ascolto della canzone Fabio Concato In macchina Analogia fra il cambiamento e la macchina: Crea uno spostamento Percorrere uno spazio nel tempo Permette di ottimizzare i tempi Dà la possibilità di seguire un percorso in base alle esigenze, posso scegliere le tappe Con il carburante posso scegliere la strada e dove dirigermi Rimando: Partire cosa significa? Lasciare un posto per raggiungerne un altro… Parliamo del cambiamento. Brainstorming: Che cos’è il cambiamento Qualunque cosa venga in mente nel momento in cui dico la parola cambiamento (immagini, vissuti, emozioni, definizione…) Obiettivo: Pervenire ad una definizione condivisa e il più possibile completa del cambiamento Brainstorming delle donne Guidare la macchina tempo look voglia di crescere salute dieta malinconia prontezza riflessi pensiero sogni adeguamento evoluzione ansia vitalità paura raggiungere movimento obiettivo avere sangue freddo rinnovamento stagioni carattere fisico figlio maternità conoscere percorsi nuovi voglia abitudini salire in moto e via casa colori gusti decisione curiosità tagliare rinuncia scegliere religione attraversare la strada decisione affrontare la realtà progetto perla contatti possibilità luminosità cambiamento positivo e cambiamento negativo prontezza lucidità 17 Per cercare di rendere concreto i l lavoro e sganciarci da un piano di visione del cambiamento molto idealizzato abbiamo proposto un caso. Racconto di Gina: le donne, divise in piccoli gruppi, ricevono mandato di leggere la storia ed evidenziare le resistenze reali al cambiamento… Storia di Gina Gina lavora in una ditta di Grugliasco. Il datore di lavoro rinnova il suo contratto ogni due mesi. Si occupa di rispondere al telefono e di fissare gli appuntamenti Un giorno il datore di lavoro la informa che la ditta ha deciso di trasferirsi a Moncalieri. La ditta è in una fase di evoluzione e questo comporta una riorganizzazione dei compiti di lavoro Hanno chiesto a Gina di occuparsi dei piccoli lavori di archiviazione dati sul computer Gina dopo aver appreso la notizia è preoccupata. Teme il nuovo incarico. Conosce poco il linguaggio del computer. Inoltre è preoccupata per lo spostamento in quanto ha la patente, ma abita lontano da Moncalieri 18 progetto perla Ciò che emerso dal dibattito è stato raccolto su cartellone: Problematiche di Gina e le sue resistenze al cambiamento Insicurezza relativa al contratto di lavoro Dovrà far fronte al cambio di mansione Aumento di responsabilità (aumento di stipendio? cambio di contratto?) Spostamento luogo di lavoro (costi/benzina, orari/riorganizzazione personale-familiare) Poca conoscenza supporti informatici (teme di perdere il posto di lavoro se non dimostra di essere capace) Cambiamento: nuovo ritmo di vita (nuovo ambiente di lavoro, nuovi colleghi…) Alla fine della mattinata Maura ha monopolizzato l’attenzione del gruppo dando sfogo al suo punto di vista: questo laboratorio non ha senso poiché non si può parlare di cambiamento quando in realtà il problema è relativo ad arrivare alla fine del mese! Maura (dopo essere arrivata a metà mattinata) appare già visibilmente contrariata; questo argomento ha scatenato in lei una reazione emotiva sproporzionata rispetto agli eventi. report attività zona ovest 19 Le storie Prima situazione Paola ha 32 anni e ha sempre lavorato come commessa in un negozio di abbigliamento. Non è mai stata tanto soddisfatta di questo lavoro: orari troppo pesanti, lavoro di sabato, aumento del carico di lavoro in prossimità delle feste. Circa un anno fa ha avuto l’opportunità di cambiare negozio. Questo ha comportato un aumento delle responsabilità ma anche del guadagno. Da allora svolge questo lavoro: ogni tanto si lamenta ancora ma è soddisfatta del suo stipendio. Spera in un rinnovo del contratto a fine mese. La scorsa settimana ha scoperto di aspettare un bambino… Seconda situazione Luisa è sposata da 12 anni e ha tre figli maschi: 3, 6, 11 anni. Suo marito per esigenze di lavoro si trova a fare i turni e per questo non sempre può aiutarla nella gestione dei bambini. Luisa lavora come segretaria in uno studio di amministratori condominiali. È da diverse mattine che si presenta in ritardo di circa 30 minuti per motivi organizzativi legati ai bambini. Uno dei due soci dello studio, all’arrivo stamattina, le ha fatto presente che il suo orario di lavoro è dalle 9.00 alle 17.00 e non dalle 9.30, come ultimamente lei è solita arrivare… Feedback Molta difficoltà a scindere i grandi cambiamenti (che raramente sono possibili) ed i piccoli cambiamenti che sono in loro potere. Le donne non amano particolarmente questo laboratorio perché non riescono ad intravedere i cambiamenti nella loro vita. La reazione emotiva di Maura sottolineava proprio questo aspetto. In realtà, il nostro sentore è che le donne abbiano difficoltà reali a rapportarsi con questi argomenti ma anche non desiderino affrontare il cambiamento perché coinvolge molte energie e di conseguenza crea fatica. Terza situazione Gianna ha 40 anni e da 8 anni non lavora più. Ha deciso di dedicare la sua vita alla famiglia e alla cura della casa e dei due figli che ha. Adesso che i figli sono più grandi ed autonomi desidera rientrare nel mondo del lavoro. Si rende conto di non possedere titoli di studio (né diploma, né qualifiche professionali) e di possedere un bagaglio di esperienze professionali frammentarie e in vari settori. Si chiede cosa fare… Laboratorio al cambiamento (10 febbraio 2006) Attività previste Analisi di casi a partire dai quali le donne, divise in 4 gruppi da circa 6/7 persone, hanno avviato la riflessione sul cambiamento Alla fine del lavoro nei gruppetti e della riflessione in plenaria le donne sono state stimolate ad una presa di coscienza rispetto alla differenza tra atteggiamento passivo ed attivo di fronte al cambiamento. Obiettivi Identificare i vari fattori che pesano nella situazione Pervenire a soluzioni possibili della situazione problematica Individuare il locus of control agito nelle varie alternative di soluzione individuate Favorire la consapevolezza delle possibili azioni attive da intraprendere Feedback Attraverso la storia di queste tre situazioni le donne sono riuscite ad identificare la differenza fra un cambiamento subito ed agito. L’obiettivo dei prossimi incontri è di riferire a se stessi questa possibilità. 20 progetto perla Laboratorio al cambiamento (22 febbraio 2006) L’attività proposta vuole mantenersi in linea con gli incontri sul laboratorio già svolti. Ci ricolleghiamo al discorso della volta precedente: il cambiamento subito e il cambiamento agito. Modalità Presentare alle donne l’attività come uno spazio dove occorre mantenere il silenzio (si cercherà di suddividere lo spazio della sala polivalente in due aree: una dedicato alla parola e alla condivisione ed uno dedicato al momento creativo) Il momento della presentazione è fondamentale. Le donne devono comprendere che questa attività è una possibilità per sé e per conoscersi meglio ma ha delle regole precise: il silenzio, l’ascolto delle nostre parole, l’assenza di giudizio… Spiegazione della attività per sommi capi e sottolineare l’importanza del momento creativo in sé: non è richiesto saper disegnare, non è richiesto che sia bello, non è richiesto di farlo vedere, l’importante è stare al gioco e il più possibile permettersi di vivere l’esperienza L’attività è impegnativa, ma ogni donna ha la possibilità di svolgerla tranquillamente Obiettivi Permettere alle donne di visualizzare e percepire le proprie modalità di cambiamento senza l’utilizzo della parola Scoprire canali meno usuali per immaginare se stessi e i propri cambiamenti Attività Entriamo nello spazio dell’esperienza, da questo momento non si parla Ci si siede sulla sedia, si chiudono gli occhi e si visualizza un momento della propria vita in cui il cambiamento è stato subito… occorre vedere dove ci si trovava, con chi si era, quali erano le persone, come si era vestiti, cosa si faceva, cosa si pensava, cosa si provava… cercare di immaginare propria la scena come se adesso fosse di fronte ai vostri occhi… Quindi rimanendo in contatto con i vissuti e i pensieri e mantenendo questa immagine nella vostra mente, scegliete un particolare che vi ha colpito e… aprite gli occhi e provate a disegnarlo, prendete tutto il tempo che vi occorre per scegliere i colori… Ci si siede sulla sedia, si chiudono gli occhi e si visualizza un momento della propria vita in cui il cambiamento è stato agito… occorre vedere dove ci si trovava, con chi si era, quali erano le persone, come si era vestiti, cosa si faceva, cosa si pensava, cosa si provava… cercare di immaginare propria la scena come se adesso fosse di fronte ai vostri occhi… Quindi rimanendo in contatto con i vissuti e i pensieri e mantenendo questa immagine nella vostra mente, scegliete un particolare che vi ha colpito e… aprite gli occhi e provate a disegnarlo, prendete tutto il tempo che vi occorre per scegliere i colori…. report attività zona ovest 21 Alla fine si chiede alle donne di osservare il primo disegno: i colori, il tratto se delicato o molto forte, ciò che è stato raffigurato… assomiglia a qualcosa? Come pensiamo sia legato al cambiamento subito? Perché tra le tante cose che potevamo rappresentare abbiamo scelto proprio quella? Alla fine si chiede alle donne di osservare il primo disegno: i colori, il tratto se delicato o molto forte, ciò che è stato raffigurato…assomiglia a qualcosa? Come pensiamo sia legato al cambiamento agito? Perché tra le tante cose che potevamo rappresentare abbiamo scelto proprio quella? Chiusura del lavoro l’esperienza vissuta ad una compagna Chiusura mattinata con chiacchiera di gruppo per chiedere loro come è andata e sottolineare il valore dell’esperienza. Feedback Le donne sono rimaste soddisfatte dell’attività anche se confermano che fanno fatica. Nel complesso sono riuscite ad evidenziare una cambiamento subito ed agito nella loro vita. Laboratorio al cambiamento (09 marzo 2006) Attività Compilazione del diario di bordo Ripresa dei lavori sul cambiamento agito partendo dalla scheda che hanno compilato a casa e dal disegno creato la volta precedente Scheda sul cambiamento agito in passato Descrizione del cambiamento agito Quali caratteristiche ti riconosci e pensi di aver agito in quella situazione Punti di forza Ogni donna deve identificare le caratteristiche ed i punti di forza relativi a quel cambiamento agito in passato Identificare i piccoli cambiamenti concreti che ad oggi sentono di poter attuare, analizzare le caratteristiche ed i comportamenti che devono mettere in atto Scheda sul cambiamento agito oggi Descrizione di un cambiamento agito che ad oggi è possibile realizzare Caratteristiche personali che facilitano quel cambiamento Comportamenti da metter in atto per realizzare quel cambiamento 22 progetto perla report attività zona ovest Attività a casa alle donne è stato chiesto di prendersi un impegno, un piccolo cambiamento possibile e realizzabile da concretizzare da oggi a lunedì (giorno del prossimo incontro). Il progettino individuale è stato redatto individualmente durante il laboratorio e prevede l’identificazione del piccolo cambiamento, dei tempi e delle azioni per realizzarlo. Tale attività sarà verificata il prossimo incontro: lunedì. Laboratorio di automonitoraggio a cura di Rosanna Rabezzana Feedback le donne sono state contente di questa attività ed hanno vissuto con piacere la richiesta di attualizzare un piccolo cambiamento. Si sono rese conto che è possibile e si sono sentite padrone di loro stesse in quella piccola azione scelta e programmata per sé. Laboratorio al cambiamento (13 marzo 2006) Attività Compilazione del diario di bordo Ripresa del diario di bordo e compilazione in tutte le sue parti inclusa anche quella relativa al cosa mi serve Confronto del diario di bordo con il piccolo cambiamento che desidero agire e ampliamento delle possibilità di azione attraverso le consapevolezze acquisite nei diversi laboratori Integrazione ed ampliamento della scheda cambiamento agito oggi in base alle nuove consapevolezze: verifica dell’impegno preso lo scorso incontro e la sua realizzazione Identificazione delle eventuali modifiche del progetto e/o della comparsa di difficoltà Chiusura del laboratorio Obiettivo fare una sintesi delle informazioni raccolte nei diversi laboratori e trattener quegli elementi utili al loro cambiamento personale e lavorativo. Feedback la sintesi non è stata facile soprattutto quando è stato chiesto alle donne di capire a cosa è servito questo periodo per ripromuovere la loro persona. Mantengono le loro difficoltà a vedersi come attrici della loro vita. 23 Il laboratorio è uno spazio attivo e protetto che attraversa tutte le fasi del progetto, con l’intento di rafforzare il gruppo e costruire la storia collettiva del percorso sperimentando differenti linguaggi espressivi. Il laboratorio fornisce un terreno di espressione e comunicazione e promuove un processo di indipendenza del gruppo attraverso la costruzione di un luogo dove potersi esprimere di fronte e con le altre, comprendendo che la propria storia, pur se diversa, fa parte di una storia collettiva più ampia. Il laboratorio vuole essere un incontro di persone per riunire i tre mondi, corpo, emozione e pensiero, in una drammaturgia dell’esperienza. Ogni incontro è caratterizzato da un tema di lavoro analizzato e sviluppato nella prima parte attraverso esercizi fisici, esperienze creative individuali e collettive, nella seconda parte lo strumento privilegiato sarà l’improvvisazione teatrale supportata da un breve testo scritto da ogni donna che svilupperà in modo narrativo il tema della giornata. il programma di lavoro Ogni appuntamento è diviso in due parti Laboratorio tecnico che comprende a sua volta due momenti dedicati al rilassamento e al lavoro fisico. Rilassamento - la pulizia interna: offrire alle partecipanti la possibilità di lavorare con minore tensione fisica, riuscire a lasciare fuori dalla porta problemi pressanti, ritrovare il proprio respiro e la disponibilità di vivere a fondo l’esperienza ognuna con le proprie capacità e peculiarità. Lavoro fisico: risvegliare parti del corpo sopite, ritrovare, almeno in parte, la capacità di muovere parti del corpo dimenticate e quasi anchilosate. Correggere portamenti sbagliati segnalando la rilevanza comunicativa di una postura scorretta, di uno sguardo opaco e sfuggente, di un gesto compiuto senza energia, dell’emissione vocale squilibrata. Laboratorio di drammaturgia del quotidiano Scrittura della propria storia - il passato: come eravamo, cosa è accaduto, i ricordi da conservare, i ricordi da buttare. Questa esperienza drammaturgica trae ispirazione dalla citazione letteraria «La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla»; non ci interessa cioè ricostruire i reali accadimenti e le vicende vissute dalle protagoniste, non vogliamo ottenere l’oggettività di una cartella clinica, sono più i non detti che ci incuriosiscono, le interpretazioni di fatti accaduti, le invenzioni della memoria. Scrittura collettiva - il presente: cosa sta accadendo qui e ora; valutare collettivamente il percorso del progetto nel suo insieme attraverso l’analisi delle difficoltà incontrate dalle persone coinvolte e dei cambiamenti attivati individualmente e dal gruppo per il superamento delle stesse 24 progetto perla La condivisione e l’analisi di un’esperienza vissuta insieme giorno dopo giorno viene realizzata attraverso la stesura in forma scritta delle impressioni ricavate dalle diverse esperienze di laboratorio e con la successiva comunicazione al gruppo; con questo lavoro si vuole stimolare la discussione, il confronto, sottolineare le sensazioni individuali al fine di arricchirne il narrare collettivo Comunicazione pubblica - il futuro: tutto ciò che verrà prodotto nel laboratorio di drammaturgia comporrà il report finale dell’ esperienza e offrirà il materiale narrativo per la comunicazione pubblica che avrà luogo a conclusione del progetto. Le due fasi del laboratorio sono legate, il laboratorio tecnico è propedeutico alla realizzazione della drammaturgia del quotidiano. indicazioni di lavoro e regole Ricordiamo spesso quanto è stato sottoscritto da tutte le donne all’inizio di questa fase del lavoro (firma del patto); vengono comunque ribadite alcune regole a cui attenersi per assicurare un buon svolgimento del laboratorio. Spegnere i cellulari e dimenticarsene Non perdersi in inutili chiacchiere (non dire ma fare!), cercare sempre di essere sintetiche, a meno che non ci sia un’indicazione diversa, evitare di fare commenti fuori luogo Ogni esercizio realizzato deve avere un inizio, uno svolgimento e una fine; La chiarezza d’intenti: porre sempre l’attenzione su cosa e in che modo si sta facendo Arrivare agli incontri con vestiti comodi si lavora scalze Ogni appuntamento deve essere realizzato nella sua interezza, non è possibile partecipare alla prima fase se non si è partecipato alla prima Tutte sono tenute a compiere gli esercizi proposti I incontro (7 febbraio 2006) Intenzioni Illustrazione dei contenuti del laboratorio: obiettivi, metodologia, organizzazione Il laboratorio come strumento di valutazione dell’intero progetto Strumenti usati nel laboratorio: corpo e parola, emozioni Lavoro sulla comunicazione verbale e non verbale Il progetto PERLA - la metafora del viaggio Laboratorio tecnico Rilassamento, pulizia interna Riscaldamento Esercizi sulle posizioni nello spazio e sulle posture Laboratorio drammaturgia del quotidiano Quando questo viaggio ebbe inizio Proposta: cosa stavo facendo e come ho reagito quando ho ricevuto la telefonata che mi annunciava di essere stata inserita nel progetto PERLA. report attività zona ovest 25 Raccontalo alle altre in poche parole, puoi usare anche solo gesti o suoni, finire il breve racconto con una mimica facciale o postura e stop. Il viaggio è iniziato da 20 giorni raccontiamolo Una storia appena iniziata ma che porta con se ricordi recenti, relazioni, piccoli conflitti e incomprensioni, amicizie, collaborazioni, solitudini, invidie. È questo che ci interessa e che vogliamo conoscere. Un modo di presentarsi. Anzi, di presentare gli altri. E di farsi presentare dagli altri. E’ importante per il gruppo conoscere anche frammenti di storie legate al contesto Il modo è teatrale, perché attraverso un gioco corale è possibile sperimentare la disponibilità a parlare a tutti, a dare un senso compiuto a ciò che si vuole esprimere, a mettere in gioco il proprio corpo e il modo di muoversi e di comunicare. Proposta Il gioco è di presentare una compagna, raccontando un fatto accaduto nei 20 giorni trascorsi insieme durante il bilancio di risorse. Ci interessa un fatto concreto e raccontato in modo sintetico. Valgono tutti i registri, l’ironia, il sarcasmo, il discorso diretto, ecc.. Alla fine del gioco tutti hanno parlato e tutti sono stati presentati È compito del gruppo non lasciare fuori nessuno ed è compito di ognuno partecipare al gioco. In cerchio a turno chi se la sente racconta qualcosa che riguarda una compagna presente. Chi si riconosce dal racconto a sua volta incomincia a raccontare e così via. si possono creare situazioni anomale (più persone si riconoscono nel racconto o nessuno si sente coinvolto); se la persona non si riconosce in quello che viene detto ci si avvicina alla compagna e stabilisce un contatto fisico (un abbraccio, una carezza, una spinta, uno sguardo...) da sottolineare che i ricordi, e le emozioni che traiamo da essi, non hanno solo valenza positiva. Commenti alla prima giornata Le donne arrivano puntuali, alcune non rispettano l’indicazione data in precedenza di arrivare all’appuntamento vestite con abbigliamento comodo, faticano ad abbandonare abiti fascianti, scarpe con tacchi, trucchi pesanti e a presentarsi invece così come sono. Quasi tutte dimostrano grande curiosità e disponibilità ad entrare nel lavoro. Tre donne chiedono di essere esonerate dal lavoro (come a scuola durante le lezioni di educazione fisica!), desiderano assistere senza partecipare attivamente, dopo qualche minuto entrano autonomamente nello spazio del lavoro svolgendo normalmente tutto ciò che viene proposto. Laboratorio tecnico: difficoltà a concentrarsi e a rispettare il silenzio, come se ne avessero paura, cercano di riempire i silenzi con qualsiasi cosa da dire o da fare, le manife- 26 progetto perla stazioni eccessive e superflue che spesso esprimono sembrano nascere dal timore di non riuscire a segnalare in altro modo la loro esistenza. Sebbene ancora giovani molte si trovano in condizioni fisiche critiche, lamentano dolori alla schiena, difficoltà di coordinazione e a compiere semplici movimenti; fanno fatica a restare in contatto con il loro corpo, come se fosse qualcosa di estraneo. Laboratorio di drammaturgia: quasi tutte le donne si riconoscono nei racconti, chi non si riconosce chiede chiarimenti, se il fatto accaduto ha valenze negative viene accettato con difficoltà; spesso dobbiamo intervenire per ristabilire la calma necessaria per svolgere l’esercizio. Alcune donne manifestano presunzione e perlopiù è assente l’umiltà, altre temono di sbagliare e per non incorrere in errore preferirebbero sottrarsi all’esercizio, una parte si lancia nel lavoro senza problemi. II incontro (9 febbraio 2006) Intenzioni Lo sguardo: acuto e aperto Lo sguardo rivolto al passato La definizione degli spazi: lo spazio dell’ascolto (platea), lo spazio del fare (spazio scenico) L’intensità della comunicazione verbale e non verbale Laboratorio tecnico Rilassamento Massaggio mani reciproco Dare significato al gesto: cammino, stop, guardo chi incontro negli occhi e saluto con stretta di mano sguardo : camminate guardando a terra o facendo altro es. sono distratta, cammino con sguardo acuto per raggiungere un obiettivo, cammino con sguardo aperto e percepisco tutto ciò che esiste attorno a me Gioco del raccogliere il gesto, divise in due gruppi (concentrazione e sguardo) Guidarsi con gli occhi a coppie : relazione con lo spazio e con la compagna, responsabilità Su due schiere: a coppie si vanno incontro senza perdere gli occhi dell’altra, si scambiano di posto camminando all’indietro Laboratorio di drammaturgia Ricordo d’infanzia - lo sguardo rivolto al passato Le donne hanno a disposizione 15 minuti per scrivere il ricordo d’infanzia seguendo la seguente traccia: Dove ero Con chi ero report attività zona ovest 27 Cosa facevo Se c’erano, cosa facevano gli altri Emozioni, cosa provavo Al termine della scrittura individuale si procede all’improvvisazione che utilizzerà i testi elaborati Indicazioni: ogni donna racconta il proprio ricordo leggendolo alle compagne, una lettera dimenticata e trovata in un cassetto, un ricordo che torna alla mente durante la lettura. Una donna per volta, di schiena sul fondo dello spazio scenico, le altre donne sono sedute in platea; l’azione ha inizio quando viene raggiunto il silenzio al suono di una campanella (richiamo lontano), la donna si volta, raccoglie la lettera (che è stata posizionata in proscenio), si dirige verso lo scritto (decisa, con paura, titubante …) e lo raccoglie, scorre lo scritto (pausa), e legge la lettera come se la leggesse a se stesa Al termine della lettura ogni donna può decidere che fare del ricordo: lo porto via, lo butto, lo regalo alle altre donne Commenti alla seconda giornata Le donne dimostrano di aver più voglia di stare al gioco, sono disponibili a seguire le indicazioni di lavoro sia nel laboratorio tecnico, sia nella parte drammaturgica. Riescono a concentrarsi maggiormente e i momenti di disturbo sono meno frequenti. Iniziano a sentire i benefici del lavoro fisico, insegniamo loro alcuni esercizi da fare a casa, sul pullman o mentre aspettano i bambini all’uscita da scuola. In alcuni momenti il lavoro raggiunge livelli particolarmente emozionanti capaci di contagiare la totalità delle donne. Le donne hanno scritto Stefania: 1982 concerto dei Rolling Stones ero al comunale di Torino era la prima volta che entravo in uno stadio, era il giorno dei mondiali di calcio quando l’Italia ha vinto. Ero con mio papà e 50.000 persone. Mi guardavo intorno c’era tantissima gente ed ero molto curiosa, felice e dopo un po’di anni ho capito perché c’erano dei ragazzi che si giravano le sigarette, mi diceva mio padre, invece poi erano canne. Ho provato emozioni forti, ero felice di trovarmi in mezzo a un mare di gente e con mio padre e di vedere Mick Jagger, vorrei in parte dimenticare questo ricordo perché ho visto mio padre fumare. Doriana: tutte le domeniche dai 3 ai 9 anni Ero a Gassino dalla mia nonna ed ero in sua compagnia, guardavo fuori dalla finestra e aspettavo il mio papà…, mia nonna cucinava ricordo l’odore di funghi, provavo rabbia e dolore perché quella carezza e quel calore che aspettavo non arrivava mai. Lucia: Ero al circo con mamma e papà dovevo fare la foto sull’elefante, aspettavo il mio turno in coda, ho provato inizialmente agitazione avevo foglia di fare la foto ma poi ho provato fastidio perché la cute dell’elefante è molto pungente e io avevo la gonna. 28 progetto perla III incontro (13 febbraio 2006) Intenzioni La forza L’energia La tensione e il rilassamento La forza della voce Laboratorio tecnico Rilassamento Forza: distese sul pavimento, apertura e chiusura con ritmi diversi, tensione e rilassamento diverse parti del corpo. A quatto zampe: uso della schiena; alzarsi con fatica : una schiaccia l’altra Camminare, stop, tenere l’immobilità Camminare, stop, una parte del corpo in tensione, come se fosse illuminato Camminare per due, tre, stop e contatto A coppie in piedi: una spinge l’altra, subisco la spinta Lotta con la voce a coppie, una coppia per volta Laboratorio di drammaturgia Quella volta quando ho dimostrato di avere la forza di… Le donne hanno a disposizione 10 minuti per ricordare e scrivere un fatto, in cui hanno dimostrato a se se stesse di avere avuto la forza di sostenere le proprie ragioni. Cinque sedie in scena le donne sono sedute, il corpo è rilassato, parte una musica e le donne fanno crescere piano piano la tensione: il corpo si allunga piano, la testa si alza, lo sguardo è lontano. Si fa quasi fatica a stare sedute, da questa tensione nasce un gesto espressivo che segna il volto e il corpo, un gesto che sarà ripetuto fino alla comunicazione della frase scritta. Le sedie sono numerate e l’enunciazione delle frasi segue l’ordine dato. Dove, quando Nei confronti di chi Il motivo Che cosa ho ottenuto Le donne hanno scritto [...]: Ero a casa con mio marito quando ho preso la decisione di andare a lavorare, lui non voleva perché era la prima volta che uscivo da casa per lavorare. Il mio più bel risultato e che ci sono riuscita, sono andata a lavorare anche se sono stata ostacolata più volte da tutti. Concetta: quando ho deciso di tornare qui a Torino dalla Calabria, la decisione è stata presa davanti a mio marito, mia suocera e mia cognata. Stavo male e vivevo una vita in gabbia, le decisioni venivano prese da tutti meno che da me. Ci sono riuscita, sono riuscita ad inserirmi (a Torino) e a vivere finalmente alla faccia di chi non credeva in me. report attività zona ovest 29 Commenti alla terza giornata Per la prima volta chiediamo alle donne di massaggiarsi a vicenda, come prevedibile provano vergogna e imbarazzo, ridacchiano e fanno commenti fuori luogo. Ristabiliamo l’ordine e si continua l’esercizio che viene svolto correttamente. Molte faticano a mettere energia e forza nei movimenti, dicono di essere stanche, di avere mal di schiena, sono molli, sottolineiamo l’importanza di recuperare l’energia anche per sostenere piccoli e grandi problemi che si presentano ogni giorno; la sensazione e che si sentano stanche e senza forza per abitudine e senza un preciso motivo, come se fosse la colonna sonora delle loro giornate. Un tentativo di avere un alibi per non cambiare o per trovare una giustificazione per la condizione in cui sui trovano? Il significato di ogni esercizio proposto viene ricondotto in comportamenti che possono verificarsi nella quotidianità o in un’ipotetica situazione lavorativa: se ti senti stanca e senza energia alle 10 del mattino ora che sei disoccupata, come pensi di poter affrontare una lunga giornata di lavoro? Se non riesci a guardare negli occhi una tua compagna come puoi affrontare un colloquio di lavoro? L’intensità nei gesti e nella voce viene recuperata nel laboratorio di drammaturgia probabilmente perchè i destinatari delle lettere sono quasi sempre gli ex mariti, il rancore è sempre presente e spesso ne sono completamente assorbite. IV incontro (16 febbraio 2006) Intenzioni L’invisibilità Occupare un piccolo spazio La comunicazione silenziosa Sussurri e bisbigli Svelare i segreti Laboratorio tecnico Rilassamento, stirarsi, trovare posizioni chiuse, piccole Schiena contro schiena sedute, occhi chiusi, dire il proprio nome in tanti modi, tutte ascoltano In piedi, a coppie si cammina, una ad occhi chiusi, l’altra accompagna : silenzio, attenzione all’altra, incontro con altre coppie, chi ha gli occhi chiusi, sente l’altra solo con il tatto Camminare nello spazio con invisibilità, senza far rumore, stop, forma - posizione chiusa (come se volessi diventare più piccola) Camminare a coppie e allo stop, trovare un appoggio nell’altra, un sostegno, abbandono un po’ del mio peso all’altra con punti di contatto Piazzamenti nello spazio scenico: Trovare un posto, decidere la postura (a terra, in piedi), decidere il fronte, la direzione, cercare l’invisibilità e bisbigliare il proprio nome Mettere energia e rendere lo stesso piazzamento visibile. Urlare il proprio nome 30 progetto perla Laboratorio di drammaturgia Quelle parole che non sono mai riuscita a dirti Lo spazio drammaturgico viene allestito per accogliere adeguatamente i racconti. Le tende della sala vengono chiuse e la stanza è illuminata con luci basse e soffuse, il pavimento è ricoperto da stoffa bianca sulla quale è possibile sdraiarsi o con la quale ci si può coprire. L’intenzione è di creare uno spazio intimo che invogli a raccontare segreti, le voci devono essere basse, quasi sussurrate, come se non si volesse svegliare chi dorme nella stanza accanto. Sei donne alla volta partecipano all’improvvisazione e utilizzando le indicazioni date raccontano la propria storia. Le donne hanno scritto Lucia: perché non mi vuoi più bene e mi hai abbandonata mamma Simona: se solo sapeste quante cose brutte ha fatto vostro figlio, se solo sapeste quanto male mi ha fatto con la sua falsità non parlereste più Hafiza: perché non avete apprezzato il mio impegno ad imparare il lavoro, la mia disponibilità. Perché non osate dirmi il vero motivo. Mi avete sfruttata finchè avete avuto bisogno Concetta: quella volta che tu mi hai detto «che te ne frega che tuo figlio sta male tanto prendi la pensione» io ti avrei voluto dire: «sei una persona senza cuore, avrei preferito che il bambino stava bene e guadagnarmi io i soldi, sei una persona schifosa… Ti devi solo vergognare visto che è tuo nipote, sei una donna senza scrupoli vergognati!» Commenti Nel laboratorio di drammaturgia del quotidiano lavorano più in profondità, finalmente non si accontentano della prima idea, iniziano a scavare un po’ più a fondo ottenendo risultati meno superficiali. L’indicazione di lavorare in gruppo aggiunge alcune difficoltà: ascoltare le altre, trovare un ritmo comune e nel contempo rispettare i ritmi delle compagne, sostenersi nelle difficoltà Nonostante sembrino tutte grandi amiche, accade di assistere a situazioni cariche di individualismo e opportunismo, è generalizzata la non abitudine a confrontarsi in maniera corretta e chiara. V incontro (20 febbraio 2006) Intenzioni L’esuberanza L’energia che contagia le altre Le esagerazioni L’allegria e le risate L’essere e sentirsi positive Laboratorio tecnico Rilassamento Posture larghe/aperte Corse e rincorse report attività zona ovest 31 Riscaldamento con emissione di voce (voci strane, rotte, gorgoglii… voci buffe che fanno ridere - preparazione alle risate) In cerchio, chi se la sente va in centro e racconta qualcosa che faccia ridere le altre Laboratorio di drammaturgia Premessa Riprendiamo la metafora del viaggio, chiediamo alle donne di portare una borsa nella quale di volta in volta aggiungere pensieri, scritti, fotografie e materiali prodotti nel corso dei laboratori. Il bagaglio rimane qui potrà essere utilizzato per gli altri laboratori. Ogni donna viaggiatrice produrrà un documento di viaggio che si completerà nel corso del progetto e su cui verranno annotati: le percezioni di ognuna, i cambiamenti avvenuti, i disagi provati, commenti sulle attività svolte… Oggi prendiamo in esame la partenza (l’inizio del viaggio), chiediamo alle donne di ripescare il primo ricordo: ricorda e scrivi con quale emozione/sentimento/atteggiamento hai iniziato il viaggio. Il primo ricordo e la foto saranno inseriti nel documento di viaggio Indicazioni Scrivere l’emozione/sentimento/atteggiamento Scegliere il fondale, il piazzamento Scattare la foto Automonitoraggio del bilancio risorse Che cosa ho scoperto di me che non sapevo - che cosa è cambiato Indicazioni Dillo a te stessa: ogni donna scrive su un foglio la risposta, può aggiungere altre cose che ha scoperto nel corso dei laboratori. Comunicalo alle altre: è un annuncio, un ritrovamento, siamo sorprese e contagiamo le altre con il nostro entusiasmo. Tutte sedute in platea una a turno entra in scena e annuncia la scoperta alle altre che al termine applaudono Le parole delle donne Ada: quando vado a prendere mio figlio a scuola sono più sorridente meno presa dalle ansie e sono anche più puntuale Giovanna: … mentre dentro ho un maremoto probabilmente fuori ho una corazza protettiva, non sono più disponibile a farmi far male. Almeno spero Rosalba: ho scoperto di essere più tranquilla, di avere più fiducia nelle persone, mi sono fidata di Maura che mi ha tagliato i capelli a me e a mio figlio Barbara: ho scoperto di riuscir a suscitare emozioni tristi e allegre negli altri Anna: ho scoperto di essere più forte di quello che pensavo… credevo di essere da sola a ballare 32 progetto perla report attività zona ovest Commenti Il tema della giornata che ha caratterizzato la prima parte le ha messe molto in difficoltà: fanno fatica a ridere di se stesse, ad utilizzare l’auto ironia per superare momenti difficili e per combattere l’autocommiserazione, elemento comune a molte donne. Molte pensano di essere nate sotto una cattiva stella e che la vita non può destinare loro altre opportunità. Il laboratorio di drammaturgia ha stimolato alcune riflessioni sulla percezione del cambiamento, confondono una percezione momentanea con la reale modificazione del comportamento. La criticità che evidenziamo è un atteggiamento diffuso del tutto e subito, senza lasciarsi il tempo necessario per metabolizzare. Laboratorio genitorialità a cura di Paola Alphandery, Sara Filippi, Marina Lallo e Sonia Rossato Traccia del documento di viaggio Foto Nome Data 9 gennaio 2006 Partenza da (con quali emozioni, stato d’animo, risorse, capacità, energie etc…) Che cosa ho trovato nella valigia che non sapevo di avere con me (restituzione bilancio risorse) Da grande volevo fare, da grande faccio (capire se il lavoro che volevo fare è sempre quello o mi sono resa conto della cruda realtà) Son tutte belle le mamme del mondo ma... (capire il loro essere madre oggi, dopo il laboratorio di genitorialità) Ma la legge è uguale per tutti/e? Tenuto conto di quanto è stato detto nel laboratorio sui diritti e ripensando ad una esperienza del lavoro vissuta nel passato: ma se l’avessi saputo come sarebbe andata a finire? Ma lancia sto’ oggetto dal finestrino Ma chi l’ha detto che non si deve buttare nulla? (modi di essere, comportamenti, etc… ricondotti a oggetti, gesti concreti; es. il ciuccio di mio figlio, la gonna che mi sta male, i capelli lunghi, i sonniferi, la tv, etc…) Il nuovo bagaglio qual è 33 il cestino dei ricordi Oggi mamme. Ieri figlie. Quanta strada. Quante salite. Quante discese. Quanti bivi. Una strada che abbiamo percorso a volte col fiatone, a volte con un bel sorriso, a volte piangendo, a volte ridendo. A volte ci siamo fermate, per un attimo, per voltarci indietro. Per rivedere i momenti felici o difficili della nostra infanzia. Per riascoltare i consigli ricevuti dalle nostre madri, dai nostri padri, dai nonni, dalla maestra o da una vecchia e saggia zia, dal fratello o dalla sorella preferiti. Per ricordarci quella ricetta un po’ speciale,quella fiaba che ci faceva addormentare tranquille, quel rimedio naturale che ci faceva passare la tosse. Se noi, oggi, siamo queste mamme è anche perché, ieri, siamo state queste figlie. Figlie coccolate, sgridate, rimproverate, accolte, accompagnate per mano, abbandonate sul più bello… Tutto è servito per darci forma. Tutto. Il bene. Il male. La nostra storia di figlie, oggi, è fatta di ricordi, sentimenti,emozioni ma anche di alcuni oggetti, a noi cari, che abbiamo conservato negli anni e che ci hanno seguito in ogni trasloco. Tutte noi abbiamo in un cassetto alcuni ricordi della nostra infanzia che custodiamo gelosamente. Una fotografia un po’ sgualcita, il nostro diario, la prima pagella, la bambola preferita, un libro di fiabe, una cartolina, un carillon, un portafortuna. Il nostro viaggio partirà proprio da lì. Da quei ricordi, da quegli oggetti. Aprite i vostri cassetti. Mettete fuori sul tavolo quegli oggetti che avete conservato con tanta cura in questi anni. Sceglietene alcuni, i più significativi, e metteteli in un contenitore capace di accogliere questo tesoro. Un contenitore bello come i vostri ricordi più belli. Portatelo con voi a Villa5 venerdì 3 febbraio. Il nostro viaggio partirà da lì. Da quel contenitore. Da quel tesoro. Per ripercorrere insieme quella strada. Ieri figlie. Oggi mamme. I incontro (venerdì 03 febbraio 2006) presentazione il cestino dei ricordi L’esercizio è libero: si può scegliere se e quando presentare il proprio cestino dei ricordi; si può scegliere lo spazio ed il modo. Le prime donne si avvicinano timidamente al tavolino allestito al centro del cerchio e presentano i loro piccoli grandi tesori: foto, peluches, letterine… 34 progetto perla report attività zona ovest Durante le singole presentazioni alcune donne si emozionano e scendono le prime lacrime. Un intervento interrompe il lavoro. A. non comprende il senso di questa modalità di lavoro, non capisce il legame tra il recupero della nostra infanzia e la ricerca di un lavoro. È infastidita dal nostro prendere appunti «cosa, perché, per chi scriviamo?» Non sopporta di vedere piangere le donne del cerchio. A. sottolinea più volte che lei non ha nessun problema a raccontare la sua infanzia. Ma non ne capisce il senso. Sembra arrabbiata. È molto aggressiva. Noi ascoltiamo. La lasciamo sfogare. Ci sembra importante fermarci per presentare e condividere, ancora una volta, la nostra proposta di lavoro e per cercare insieme di capire il senso di questo lavoro. Il legame che si crea tra mamme e figli è un legame molto forte che spesso condiziona tutte le nostre scelte. Tale legame è amplificato, generalmente, dalla condizione di madri separate che hanno i figli in affidamento e che quindi devono occuparsi del quotidiano, dell’ordinario e dello straordinario da sole, senza poter contare sull’aiuto di un altro. Questa situazione, inevitabilmente, influisce anche sulle nostre scelte lavorative,sulla nostra disponibilità di tempo, sui nostri sensi di colpa rispetto al tempo sottratto ai nostri figli. Il nostro percorso ha il senso della palestra. Un tenersi in allenamento per migliorarci, per stare bene con i nostri figli, migliorare la relazione con loro, imparare ad organizzare tempi e modi delle nostre giornate, riconoscere i bisogni dei piccoli e dei grandi; far emergere ansie e dubbi; elaborare strategie per risolvere gli intoppi, per sbloccare i blocchi, per slegare quei nodi che danno origine ai grovigli sempre più intricati. Stare meglio con i nostri figli. Stare meglio con noi. Alzarci ogni giorno con una spinta in più. Con una fatica in meno. E siccome non siamo fatte di tanti pezzetti ma siamo intere recuperare un po’ di bene stare nei panni di mamme non può che esserci di aiuto per lavorare meglio, con più serenità, con qualche senso di colpa in meno. Confusioni Comprensibile la loro difficoltà, comprensibile la confusione iniziale per chi si affaccia ad un progetto di questo tipo. È importante darsi un po’ di tempo per stare dentro la confusione senza avere l’ansia di fare subito ordine. PERLA è un progetto molto complesso che intreccia modalità di partecipazione differenti, che vuole far emergere abilità e competenze nei differenti ambiti personali e del quotidiano. Difficile capire tutto e subito. Il senso di questo lavoro in relazione alla ricerca di una occupazione Noi siamo donne, siamo persone. Intere. Non siamo mamme dalle ore/alle ore; impiegate,operaie,commesse dalle ore/alle ore; figlie dalle ore/alle ore; ex mogli dalle ore/alle ore; amiche dalle ore/alle ore... Siamo persone, intere, che qui, oggi, iniziano un percorso di formazione, informazione, scambio, confronto. Che hanno una situazione di partenza simile e che hanno un obiettivo comune: trovare un lavoro. Il collegamento tra la genitorialità e la ricerca di un lavoro non ha contorni così chiari e definibili come il laboratorio sul mercato del lavoro o sui diritti. Poteva anche non esistere in questo percorso un monte ore rivolto alla genitorialità e probabilmente nessuno ne avrebbe sentito la necessità. Proprio perché siamo abituate a muoverci in modo spezzettato: un pezzo fa questo, un pezzo fa quello… Ma se noi osserviamo questo gruppo con più attenzione non ci basta dire che ha una situazione di partenza simile. Allarghiamo la lente e mettiamo a fuoco gli elementi che accomunano le partecipanti: mamme, capofamiglia. Ovvero donne separate/sole con figli a carico. Difficile pensare che un elemento così possa essere trascurato rispetto alla ricerca del lavoro. I nostri figli, le nostre figlie sono la cosa più preziosa che abbiamo; spesso la cosa più bella che ci sia successa; sicuramente la nostra più grande esperienza di amore. Per sempre. Per tutta la vita. 35 Scrivere cosa, perché e per chi Cosa: Una breve sintesi - per lo più anonima - dei commenti più significativi che emergono dal gruppo durante le giornate di lavoro. Perché: Per recuperare - quando lo riterremo utile - i passaggi più significativi; per verificare insieme - tra un po’ di tempo - cambiamenti personali «prima la pensavo così, adesso invece…»; per tenere in memoria le vostre parole e non la mia interpretazione. Per chi: per il gruppo di lavoro che include tutte le persone che si alterneranno tutti i giorni nei differenti laboratori. Non perché queste parole vengano fatte leggere ad altri ma perché divengono lo spunto per la progettazione e la riprogettazione in itinere dell’intero percorso. La libertà Ognuna delle partecipanti può, laddove non se la senta, scegliere di non partecipare attivamente ad un esercizio o ad un confronto o ad una porzione di lavoro. Nella consapevolezza che si potranno andare a toccare temi anche faticosi vorremmo che tutte vi sentiste libere di esserci e libere di sottrarvi. Il gruppo di fronte alle sollecitazioni di A. e ad una confusione collettiva dichiara la sua disponibilità a mettersi in gioco e ad affidarsi a questo percorso senza porre troppi interrogativi. Chiede di continuare l’esercizio dei cestini e dichiara di non essere disturbato dal nostro scrivere e annotare. Tutte sembrano però turbate dal pianto. Piangere fa male e un po’ questo lasciar affiorare le emozioni fa paura. Chissà di questo passo dove si arriva… Però. 36 progetto perla Nessuna appoggia le osservazioni di A. Una sola la segue (un’amica?) non tanto sul contenuto della comunicazione ma sulla modalità (A. è fatta così, deve dire sempre cosa pensa…..). Intervallo Durante l’intervallo A. (e l’amica) mi cercano. A. mi chiede scusa. Ha colto che mi sono arrabbiata. Le spiace ma «quando devo dire una cosa io la dico. Ma se qui non devo posso anche stare zitta». Mi colpisce questa frase: cosa vorrà dire con «Ma se qui non devo»? La tranquillizzo: 01. Non mi sono arrabbiata. 02. Qui può dire quello che pensa. 03. È importante comunicare dubbi, perplessità e riflessioni per ricercare insieme quei chiarimenti indispensabili per continuare bene, insieme. II parte Riprende il lavoro in plenaria e passiamo alla raccolta dei bisogni, ovvero i temi che in questo periodo ci stanno a cuore rispetto alla relazione con i nostri figli, i temi sui quali sentiamo di avere bisogno di un confronto, un consiglio, un suggerimento, un’idea… Temi proposti dal gruppo 01. Le regole. Quali e in che modo. Perché non mi ascolta? 02. Conflitti educativi con i nonni / con i padri: la difficoltà di mettere regole condivise da tutti gli adulti che si prendono cura dei nostri figli. 03. Coalizione e conflitti tra fratelli/sorelle. 04. Le nuove famiglie. Cosa dire, cosa non dire, in che modo. Come preparare i nostri figli alle evoluzioni familiari. Perché i figli accettano che il padre si rifaccia una famiglia e le madri no? Gelosie tra figli/e e madri. 05. Bambini/e con difficoltà. Paura del futuro, il carico della responsabilità materna di fronte a figli/e diversamente abili. 06. L’aggressività nei bambini e nelle bambine. Come comportarsi di fronte ai comportamenti aggressivi. 07. I sentimenti conflittuali durante le separazioni. Gli adolescenti di fronte a padri e madri separati. Odio e amore Emergono molte difficoltà legate alla separazione. Qualsiasi cosa venga rilevata quale difficoltà/problema con i propri figli viene giustificata dalla situazione che i bimbi stanno vivendo. Tutto viene ricondotto alla sofferenza dei figli a seguito della separazione dei genitori. Alla fine della mattinata facciamo un giro per elencare le abilità - capacità - hobby che ogni donna ha nella gestione della casa. report attività zona ovest 37 Emergono: Sono brava a... fare gli orli, fare le pulizie, usare il computer, fare le torte, lavorare a maglia, lavorare all’uncinetto, cucinare, dipingere, ricamare, fare la pizza, arredare, ballare, fare i dolci pugliesi, fare il decoupage, lavorare la carta pesta, cucire, occuparmi di cani, fare il pane, fare la pasta in casa, suonare, fare i puzzle, prendermi cura delle piante, mi piace leggere, fare bricolage, aggiustare parti meccaniche Commenti Il gruppo faticoso. Difficile gestire la discussione quando sono tutte insieme. Difficoltà di concentrazione, scarsa capacità di ascolto reciproco. Sono fiumi in piena vogliono parlare tutte, subito, non sempre quello che dicono è attinente al tema che stiamo affrontando. Alcune sono molto esibizioniste, altre molto taciturne - assenti, qualcuna disturba chiacchierando a vanvera con la vicina. Il passaggio sulla spiegazione del senso di questo lavoro è stato piuttosto faticoso. Non credo abbiano capito, anche perché, effettivamente, non è facile capire da subito la complessità di questo progetto e loro, sicuramente, non sono molto abituate a confrontarsi con codici comunicativi così differenziati. Al di là di un tentativo di spiegazione probabilmente solo l’esperienza ed il lavoro collettivo tra tutti i laboratori potrà diradare la nebbia che oggi le offusca . Mi sembra che, proprio per questa loro difficoltà a trovare il senso di questo percorso, sia importante, soprattutto in una prima fase del nostro lavoro, proporre esercizi molto concreti, facilmente traducibili in azioni e comportamenti attuabili nella loro quotidianità. Una ricerca collettiva di strategie facilitatici nella gestione dei tempi e dei ritmi dei loro figli/e e nella soluzione di problemi/difficoltà. II incontro (mercoledì 08 febbraio 2006) Foglio di lavoro 01. Presentazione Cestini dei ricordi 02. Presentazione del tema del giorno: le regole - successi e insuccessi legati alle regole 03. Lavoro individuale: scrivere su un foglio elenco regole che riesco a far rispettare e regole che non riesco a far rispettare 04. Lavoro suddivise in due gruppi: mamme di bimbi di 0-10 anni; mamme di ragazzi con più di 10 anni. Lettura degli elenchi individuali stilati sulle regole. Confronto sulle difficoltà incontrate nel definire limiti e confini 05. Intervallo 06. Rientro in plenaria: trascrizione degli elenchi stilati nei due gruppi 38 progetto perla report attività zona ovest Restituzione in plenaria Regole che riesco a far rispettare Nanna Cibo Igiene personale Parolacce Controllare aggressività Fargli fare i compiti Prendere le medicine Autonomia nel lavarsi/vestirsi Condividere cose/giochi Tempo gioco/tempo studio Riconosce autorità Aiutare gli altri Comunicare spostamenti e ritardi* Limiti nel trucco e look* Non portare amici senza avvisare* Utilizzo elettrodomestici* Non dare confidenza agli estranei* *le voci con asterisco si riferiscono ai figli adolescenti Regole che non riesco a far rispettare Nanna Cibo: cosa, come Igiene personale* Non mi ascolta Gestire le intromissioni dei nonni Mangiare le verdure* Nanna da soli Ordine giochi / camera* Contenere esibizionismo Camminare per mano Litigi tra fratelli Salutare Orari: riferito alle mamme che non riescono a organizzare le loro giornate Orari: figli sempre in ritardo* Fare i compiti* Riservatezza: i figli controllano le mamme* Tecnologie: tempo passato davanti al computer, televisore, giochi, internet…* La paghetta* Fumo, alcool* Essere informati: tg e giornali* Commenti L’atmosfera è migliorata. Le donne si ascoltano di più, sono più concentrate, i loro interventi sono maggiormente coerenti con le indicazioni di lavoro. Le signore hanno lavorato bene nel gruppo ristretto anche se si perdono nella discussione, fanno fatica ad approfondire i temi e si fermano sempre in superficie. L’atteggiamento che le accomuna un po’ tutte è il lasciar andare, le cose succedono e loro non riescono o possono intervenire in alcun modo. La motivazione per cui i figli non ascoltano è una conseguenza strutturale sono fatti così. Va a dormire tardi. È fatto così Non fa i compiti. È fatto così. Mangia schifezze. È fatto così Non si lava. È fatto così... 39 La possibilità di agire un cambiamento su una cattiva abitudine non è presente nelle loro ipotesi di intervento educativo. Emerge di nuovo il forte senso di colpa di fronte alla sofferenza dei loro figli, figli di separati. La conseguenza è: È fatto così perché vive questa situazione difficile, perché non c’è il padre in casa. Sicuramente la fragilità di queste mamme che stanno vivendo una situazione di fatica e difficoltà (per l’assenza dei mariti/padri) limita le loro energie e le forze che il ruolo educativo richiederebbe. Queste mamme non sopportano il pianto dei loro figli/e. I figli/e lo sanno, percepiscono questa debolezza e la sfruttano al massimo. Il nostro lavoro deve girare intorno a questa chiave: rafforzarle, restituire loro una fiducia persa per strada, aiutarle a riconoscere le loro potenzialità, le competenze e abilità materne che sicuramente le abitano ma che sono sommerse dalla fatica. Ribaltare la situazione: sono le mamme che sanno cosa e quando bisogna: mangiare, dormire, uscire, studiare, lavarsi, guardare la TV... e loro decidono quando e in che modo. Non sono i figli a decidere. Questi figli che vengono presentati come le vittime della situazione - e certamente lo sono - appaiono come dei piccoli tiranni che curano la regia del tempo passato in casa con le mamme. Mi sfugge un particolare. Molte nel raccontare le loro difficoltà con i figli parlano di giornate impegnatissime, che terminano a tarda sera e dove stanche e affaticate si fanno sopraffare dai figlioli scatenati. Ma questo gruppo di donne non è composto da donne prevalentemente disoccupate? Come mai arrivano a casa tardi e stravolte? Che ne sarà di loro quando lavoreranno davvero? Sarebbe interessante scandagliare le loro giornate. Forse emergerebbe una scarsa capacità di organizzarsi tempi e ritmi giornalieri. Forse ci aiuterebbe a capire dove sta tutta la loro fatica. Con questo non voglio dare giudizi sulla stancabilità delle persone, ma spesso ci si stanca perché si va in corto - circuito di energie perché si distribuiscono male le attività nell’arco della giornata. III incontro (mercoledì 15 febbraio 2006) Foglio di lavoro 01. Presentazione Cestini dei ricordi 02. Ripresa del tema dello scorso incontro: le regole, successi e insuccessi. 03. Lavoro a piccoli gruppi: si formano piccoli gruppi di 4/5 donne attorno ad una regola rispetto alla quale incontriamo difficoltà e che per noi è prioritaria nell’elenco degli insuccessi. 04. I gruppi singoli rispondono alle seguenti domande: Quali strategie ho speri- 40 progetto perla mentato fino ad oggi per far passare questa regola? Cosa, secondo me, non ha funzionato di queste strategie? 05. Intervallo 06. Ritorno in plenaria: restituzione del lavoro svolto in piccoli gruppi e confronto sulle possibili strategie efficaci Dopo un riassunto della giornata precedente, per consentire anche alle donne che erano assenti di comprendere il senso del lavoro, abbiamo chiesto alle signore di scegliere, nella colonna che raggruppava gli insuccessi, il tema che per loro era più urgente, rispetto al quale avevano voglia di confrontarsi. Si sono formati i seguenti gruppi: 2 gruppi sul cibo 1 gruppo sul perché non mi ascolta 1 gruppo sull’ordine e compiti 1 gruppo sulla nanna gruppo del “perché non mi ascolta” Quando non mi ascolta? Ogni volta che gli chiedo di fare o non fare qualcosa, di comportarsi in un determinato modo, non mi ubbidisce. Quali modi abbiamo adottato per farci ascoltare? Ricatti, castighi,buone maniere,persuasione. Cosa non ha funzionato? Non sono sufficientemente autoritaria (al contrario del padre o di altri che non fanno parte della cerchia parentale); non sono costante; abbiamo sopravvalutato il problema. gruppo della nanna Strategie Adottate Vai a dormire con tua sorella; io arrivo più tardi Mamma non ce la fa più, è stanca, ha la schiena a pezzi. Prendo dei giochi e gioco con lei. Mia figlia vuole continuare a ricevere attenzioni e non vuole dormire. A volte, quando vuole lei, vuole andare nel suo lettino e vuole che le do dei colpetti sul sedere Prima si addormentava nel suo lettino con me che gli tenevo la manina. Poi è stato male, l’ho tenuto nel lettone e da quel giorno vuole addormentarsi nel lettone. Dopo che si è spogliato si prende il pannolino e i suoi giochi e si mette nel lettone Lo spavento dicendogli che viene il gatto e bisogna dormire; spengo la luce, tutti zitti e si addormenta gruppo del cibo Strategie che non funzionano La sgrido, vieto i cartoni animati, la accontento nei gusti per invogliarlo a mangiare Frullo, metto nel biberon, creo piatti fantasiosi Le dico che la metto a letto, niente dolci e niente cartoni report attività zona ovest 41 Strategie che hanno funzionato Frullo il cibo, lo mischio con altri sapori e mi invento un nome di fantasia per rendere il piatto più interessante Le prometto che se mangia tutto la porto al ristorante gruppo dell’ordine Strategie che non funzionano Lasciare tutta la roba stropicciata dappertutto Privarla del cellulare, della play station, delle uscite con le amiche Urlo Non lo porto più a ballare Riprenderla davanti alle amiche Tenere il muso Raccogliere tutti gli indumenti e metterli a lavare Privarlo di vedere suo padre perché lo vizia gruppo dei compiti Strategie che non funzionano Stare col fiato sul collo, non mollarlo mai La mia presenza: quando è con altri (doposcuola) li fa Fa i compiti con la TV accesa o MP3 nelle orecchie perché non ha funzionato La sera sono stanca, poco paziente e meno convincente In fondo mi fa comodo così: nel lettone si addormenta in 10 min, nel suo lettino ci mette più di mezz’ora Cerco di accontentarlo: se sta bene lui, sto bene anch’io Penso che sia piccolo, non riesco ad essere severa con lui Non sopporto il suo pianto e così lo assecondo Non mi so imporre, mi arrabbio ma senza fermezza Si intromettono i nonni - che non sopportano che pianga - e gliele danno tutte vinte Non c’è complicità: io faccio in un modo e poi i nonni o il padre disfano quello che io ho fatto Lo assillo Le punizioni non servono Sbaglio i tempi: Mi fa arrabbiare e taccio, poi , per una stupidaggine, la sgrido in modo sproporzionato Il ricatto non funziona: se mangi ti compro, se ti lavi i denti ti regalo... Non è educativo. È sbagliato premiarli per cose che loro devono fare Nella discussione di gruppo abbiamo analizzato il lavoro di 2 gruppi: il cibo e non mi ascolta. Sul tema del cibo è emersa subito una forte ansia che coinvolge un po’ tutte: deve mangiare sempre, tutto, tanto, perché ha bisogno di energie... 42 progetto perla report attività zona ovest Una mamma ha fatto una domanda molto interessante: «Ma i bambini devono mangiare sempre tutto e tanto? Non può essere che loro si regolano rispetto al loro bisogno?» Abbiamo cercato di capire anche se questa ansia non fosse uno dei motivi dei nostri insuccessi. Tanto più i bambini si siedono a tavola e sentono l’ansia nell’aria tanto meno gli viene voglia di mangiare. Inoltre ritorna l’ansia da separazione: Non mangia perché soffre Non mangia perché mi punisce, per farmi un dispetto perché il suo papà non abita più qui… È fatto/a così Spesso concludiamo così le osservazioni sui nostri figli quasi non fosse prevista la possibilità di un cambiamento Il senso di colpa Quando i figli vivono dentro situazioni complesse e faticose che sono state determinate dai nostri pasticci di genitori pasticcioni è inevitabile vivere con senso di colpa le loro difficoltà. Ma se ormai il pasticcio è stato fatto dobbiamo imparare a navigarci dentro. Abbiamo il dovere di proteggere i nostri figli ma non dobbiamo farci invischiare dai sensi di colpa Non è mai troppo tardi Qualsiasi cattiva abitudine è modificabile. Possiamo aver sbagliato (perché stanche, depresse, affaticate, piene di sensi di colpa…) ma non appena riconosciamo un nostro punto debole possiamo, se lo vogliamo, agire un cambiamento. Per tentare di concludere questa frazione di lavoro abbiamo tentato alcune indicazioni: Evitare di trasformare in un problema un comportamento che problema non è Se i bimbi sono in forma, non sono sottopeso e hanno energie sufficienti non è un problema È importante cercare di costruire menù equilibrati ed evitare le schifezze e i pasti fuori orario. Per il resto rilassiamoci Per i bimbi mangioni - sovrappeso: equilibrare dieta, eliminare dolci, fare muovere i figlioli Commenti Provo ad elencare alcune parole/idee chiave che nell’arco della giornata sono emerse e che, messe in fila, ci suggeriscono una lettura di questa prima fase del lavoro e dalle quali può emergere il passaggio successivo: Imitazione I bambini apprendono per imitazione. Tanto più noi ci comportiamo in modo coerente con i messaggi educativi che inviamo ai nostri figli tanto più loro apprenderanno con facilità questi comportamenti. Di fronte ad un figlio dobbiamo essere capaci di mettere ordine nelle nostre vite in modo da essere il miglior esempio da imitare Ritmo Orari, sequenze, rituali... C’è un tempo per ogni cosa. Le giornate si assomigliano,il ritmo dà sicurezza ai bimbi: a una cosa ne segue sempre un’altra (igiene, cena, denti, nanna…) Rituali La sacralità dei momenti della giornata è scandita dai rituali che li accompagnano. La quotidianità è composta da una sequenza di momenti che si ripetono, ogni giorno: nanna, alimentazione, igiene, vestirsi / svestirsi, gioco, studio, entrare / uscire di casa… È importante immergerci con loro in questi momenti, esserci veramente, con dedizione riconoscendo l’importanza di questi momenti Sperimentare Oltre all’imitazione esiste la sperimentazione. Ogni bambini/ragazzo sperimenta un suo modo di comportarsi Es: posso fare i compiti oppure non farli. Cosa ne segue? Lentamente i bambini / ragazzi apprendono che al loro comportamento segue una conseguenza positiva o negativa 43 IV incontro (martedì 21 febbraio 2006) Foglio di lavoro 01. Presentazione Cestini dei ricordi 02. Ripresa del tema dello scorso incontro: le regole, successi e insuccessi. 03. Commento in gruppo. Le parole chiave emerse: imitazione, ritmo, rituali, sperimentare, è fatto/a così, il senso di colpa, non è mai troppo tardi. 04. Lavoro individuale: quali cambiamenti - piccoli e grandi - ho agito nella mia storia di mamma (5 brevi storie); quali risorse personali ho attivato per realizzare questi cambiamenti. 05. Piccoli gruppi (4/5 donne) Scambio e confronto sulle storie individuali 06. Intervallo 07. Restituzione in plenaria. 1 donna per ogni gruppo racconta a tutte una storia emersa nel gruppo cosa hanno scritto e raccontato 01. Il mio compagno discuteva col padre. La discussione stava degenerando con toni alti. Non si accorgevano che c’era presente una bimba… e si soffermava ad ascoltare. Cosa ho fatto: Ho aperto le finestre di casa affinché attirassi la loro attenzione su di me per ciò che stavo per fare. Quando si sono fermati nel parlare e mi hanno detto «Che cosa stai facendo? Ma così si muore di freddo». «Lo so, ma c’è presente una bimba quindi STOP». Casa e compagno (non era sicura - tranquilla, molto noiosa, sempre in braccio anche nel suo spazio di gioco io dovevo sempre essere presente sempre come nel sonno notturno) Cosa ho fatto: Una nuova casa (ambiente = sereno) un senso di pace, un nuovo compagno (tranquillo= trasmesso sicurezza). Allegra, libertà, nel sonno ottimo. Il risveglio del mattino è il suo latte, la sua musica e il chiedere sempre «e zio Turi?» per me il suo punto di forza perché è presente sempre per lei. 44 progetto perla 02. Devo ancora imparare molto su mestiere di mamma, ma quello che più di tutto penso di avere attuato è l’avere scoperto tanta pazienza e, a volte, molta perseveranza nel prefiggermi obiettivi che prima di separarmi mi sembravano ardui e difficoltosi. Penso che quello di cui sono più orgogliosa nel rapporto con mia figlia è il dialogo. 03. Per me il cambiamento positivo è stato quando mi sono separata (Autonomia). Mi sono sentita molto più responsabile verso le mie figlie. Il fatto di essere riuscita solo con le mie forze e quelle di mia figlia a farla uscire dall’anoressia (Coraggio). Le risorse che ho attivato sono: la pazienza e la serenità che ho trasmesso alle mie figlie. 04. Mi sono tirata su le maniche per gestire da sola la famiglia. Prima facevo solo la mamma. Dico al mio ex marito quello che penso. Prima ho sempre subito. Adesso chiedo Le risorse che ho attivato sono: Energia, forza, grinta e coraggio 05. Con la prima bimba ero molto apprensiva forse perché ho dovuto imparare a fare la mamma da sola. Lei era bravissima. Mangiava e dormiva. Anche con lo svezzamento mangiava sempre. A due anni le ho tolto il pannolino, a tre il ciuccio. Ero molto organizzata e ho pianto quando l’ho portata la prima volta all’asilo. Con il secondo bambino è stato più semplice. L’unica cosa è che non riesco a togliergli il ciuccio e a settembre andrà a scuola. Le mie qualità: sono molto tranquilla e ai miei bambini parlo molto. Cerco di non fargli avere paure e soprattutto so che gli do sicurezza soprattutto al bimbo che sta con me. 06. I cambiamenti piccoli che ho fatto nella mia storia di mamma è stata un po’ la severità nelle case che mi sono imposta. Come ad esempio le regole nel cibo e quello per la scuola. Ultimamente sono stata più decisa nel farglielo capire. I risultati che io ho ottenuto sono stati buoni e da parte di mio figlio tanta collaborazione. Sono rimasta sbalordita. 07. Essendo una ragazza madre ho portato avanti la mia gravidanza consapevole di tutti i sacrifici che ho dovuto affrontare. Oggi Daniele ha 4 anni e sono orgogliosa del lavoro che ho svolto fino adesso. Sono consapevole che dovrò fare tantissime altre cose per lui. Mi ha cambiato la vita radicalmente. Le mie risorse: forza di volontà fisica e mentale e carattere. 08. Responsabile: ho seguito i suoi cambiamenti dal 1° giorno della sua nascita. Separazione: ho imparato a non provare rancore e odio verso i confronti del padre e non farle notare la differenza. Dal momento della separazione le ho fatto capire le difficoltà economiche e che non poteva avere qualsiasi cosa come prima. Gli ho insegnato a non essere razzista. report attività zona ovest 45 09. Meno apprensiva confronto al primo verso la seconda. Ho tolto il ciuccio a tutti e due. Sono più autonoma. Sono riuscita a uscire senza sentirmi in colpa di lasciare loro a casa. Ho deciso di cambiare posto di abitazione e stile di vita prima per me e poi per i miei figli. Le mie risorse: autocontrollo, maturità, organizzazione, presa di posizione. 10. Con il primo figlio ho sempre cercato di assecondarlo pur di non farlo piangere pur di non dare fastidio a mia madre. Con il secondo invece me ne sono fregata e se era un no doveva essere no anche s piangeva. Le mie risorse: forse sono cresciuta e sono diventata più determinata. 11. Sono più permissiva, separazione, ruolo del padre, più responsabile. Le mie risorse: volontà, responsabilità,voglia di cambiare. 12. Col mio primo figlio ero sempre preoccupata ad ogni cosa andavo dal dottore. Con la seconda sono molto più tranquilla e prima di andarci provo il fai da te. Morte del fratello: cambiamento non parlando del fratello. 13. Ho capito che la ossessività che avevo nei confronti della mia prima figlia non era giusta da avere perché sacrificava me senza giusta motivazione. Separazione di conseguenza io faccio da mamma e da papà. Attualmente riesco a sopportare il peso. Il positivo sta nel fatto che i bambini crescono con serenità. Le mie risorse: nel primo cambiamento ho messo in gioco la mia umiltà. Nel secondo ho messo in gioco il mio amore per i miei figli. Ho quindi cercato di compensare il vuoto con il mio amore e la dedizione mia per loro. 14. L’anno scorso finalmente sono riuscita a farlo dormire nell’altra stanza (16 anni!). Le ho detto che tengo la porta aperta della sua e della mia camera. Adesso lui 17 anni dorme anche con la porta chiusa. Persuasione . A volte non vuole essere disturbato. 15. Quando mi sono separata Diego aveva 8 anni è stata durissima. Ho dovuto fare la parte anche di suo padre che inizialmente non si occupava di lui, ma sono riuscita senza alcuna costrizione di farle capire che anche a lui faceva bene stare con il bambino. Ho usato la dolcezza nel tono di voce; la persuasione alterando il tono di voce. 16. Dedico meno tempo a me stessa confronto a quando era neonato e molto più a lui; gioco di più con lui,gli dedico più attenzioni; mi faccio obbedire; sono determinata nel farmi ascoltare; non lo assecondo. Le mie risorse: determinazione, persuasione, forza di volontà. 46 progetto perla 17. Tutti i cambiamenti di mio figlio li ho fatti da sola. Dal fatto di svezzarlo, togliere il ciuccio, il pannolino, dormire da solo nel lettino, dormire al buio. Con determinazione, serietà e rigidità ma nello stesso tempo con amore e rispetto di lui. Non ho mai avuto difficoltà perché è un bambino buono e capisce tutto. 18. La ascolto di più e cerco di darle dei consigli (comprensione) La separazione. Questo evento ha fortificato il nostro rapporto Mia figlia è diventata più autonoma (l’ho responsabilizzata) Cambiamento di casa (ero tornata a vivere con i miei) l’ha tranquillizzata e si è sentita al sicuro. Non mette più il dito in bocca (persuasione). 19. Quando dovevo punire Daniel in un momento di quasi esaurimento lo sculacciavo. Dopo averlo visto molto impaurito ogni volta che mi avvicinavo ho deciso di cambiare metodo e quindi lo chiudo in un’altra stanza per qualche minuto. Lui si dispera ma quando riapro la porta sembra telecomandato, fa tutto quello che gli dico. Le mie risorse: determinazione, pazienza, convinzione. 20. Seduto a tavola per mangiare. Determinazione La nonna può occuparsi di te quando non c’è la mamma. Calma , dolcezza Impegni di scuola. Persuaso che la scuola è importante e ci si deve impegnare. Paura di stare solo. Lo accompagno di stanza in stanza. Comprensione, pazienza. 21. Riesco a gestire le situazioni più difficili. Sono in grado di impormi e di tranquillizzarla. Sono riuscita a toglierle il ciuccio e pannolino Non le faccio attorcigliare i capelli Sta seduta a tavola Riesco a farla addormentare anche da sola Risorse: una grande forza di volontà, l’arte di arrangiarsi, l’orgoglio personale, la responsabilità, La voglia di saperla finalmente tranquilla. 22.Le domeniche siamo da sole, i miei genitori vanno a ballare e quindi questo è un giorno tutto per noi. Ho imparato ad andare al cinema a vedere cartoni animati, ad andare in montagna e giocare con la neve, mentre in un altro momento sarei stata capace di starmene seduta a prendere il sole sulla sdraio. Ho imparato ad andare in birreria, con mia figlia, giocare a domino, anziché andarci con un amico. La stessa cosa vale per la pizzeria nella quale andavo con il padre di mia figlia. A me piace moltissimo uscire con lei. Le risorse: la mia parte infantile che comunque viene fuori quando sono con lei e soprattutto, a parte la mia statura, mi metto alla sua altezza, nei suoi panni per sentire se lei può star bene in quel dato posto o si sente a disagio. Mi sento molto responsabilizzata quando esco con lei, perché ci devo essere tutta, in relazione con lei e con gli altri. report attività zona ovest 47 Adesso che sto andando a scuola, per fortuna temporaneamente (e che è ricomparso suo padre) mi sta mancando la domenica, la nostra giornata. Noi e il mondo. Ma tutto si risistemerà. 23. Ho imparato a stare con gli altri. Sono cresciuta come persona; ho accettato il fatto che bisogna vivere in mezzo a tutti e non solo con chi mi piaceva e ad adattarmi alle situazioni. 24. Ciuccio. Risorsa: Fantasia. Eravamo in campagna e il ciuccio è caduto vicino alla cuccia del cane. Io l’ho raccolto senza farmi cedere da lei e le ho detto che Pluto l’aveva mangiato. 25. Il cambiamento più grande è stato quello di far capire a mio figlio che l’more di una mamma non può essere mai uguale a quello di nessuno. Ora l’ho capito che ha l’età di 20 anni pagando a sue spese. Le mie risorse: la pazienza, la costanza, la dolcezza e l’amore. Le donne hanno scelto di raccontare le parole di D., di MG, di E. e di T. Nel cartellone finale abbiamo riassunto i cambiamenti positivi emersi dai loro racconti. Cambiamenti Togliere ciuccio Dedicare più tempo ai figli Avvicinare il padre al figlio La separazione L’amore di mamma compreso dal figlio La nuova tranquillità Risorse Persuasione, convincimento Le bugie creative dette per un buon fine Forza di volontà Determinazione Dolcezza tono di voce Voglia di cambiamento Coraggio Lasciare che sia. Aspettare il momento giusto per raccogliere l’amore seminato Fiducia, sicurezza Da questo esercizio è emerso come la possibilità del cambiamento, che sembra sempre difficile immaginare e a volte addirittura nominare, sia una possibilità che ognuna di noi ha già sperimentato nella sua storia di mamma. Le risorse necessarie per attivare piccoli e grandi cambiamenti sono dentro di noi, a portata di mano, se lo vogliamo. È fondamentale essere determinate per raggiungere un cambiamento: più siamo convinte che sia una cosa giusta e il momento giusto e più saremo convincenti e riusciremo a trovare le strategie utili al nostro obiettivo. 48 progetto perla Commenti Di fronte al foglio bianco e al compito di elencare successi e qualità che hanno contribuito a determinarli la prima reazione è il panico e il foglio rimane a lungo bianco Si susseguono molte domande che richiedono rassicurazioni «È giusto se racconto questa cosa?» oppure «Facci un esempio» Emerge una grande difficoltà a concentrarsi sui nostri successi come se gli insuccessi li avessero sommersi Superate le prime insicurezze tutto si semplifica e le penne iniziano a scrivere. Il lavoro in piccolo gruppo rafforza. Le donne si ascoltano con grande attenzione e scelgono con facilità la storia che maggiormente le colpisce Si nota un grande cambiamento all’interno del gruppo. La discussione ed il confronto, nel piccolo e nel grande gruppo, è più fluida. C’è più attenzione, più rispetto, meno egocentrismo. Il gruppo è più accogliente e quindi le persone si aprono con maggiore fiducia C’è una maggiore concentrazione; le donne si concentrano attorno al tema e non divagano Solo qualcuna continua a fare una grande fatica e rimane un po’ sempre in disparte, silenziosa. Non credo sia il caso di fare forzature perché questi silenzi li sento intrisi di timidezza e sofferenza. Arriverà il momento giusto, l’argomento giusto, la tecnica giusta per tirare fuori dai buchi le donne ragnetto Sento che c’è un gran bisogno di lavorare sul positivo. Per trovare i bandoli delle matasse di ognuna. Poi arriveremo ai nodi e… proveremo a scioglierli I percorsi autobiografici delle donne coinvolte sono spesso molto difficili. Hanno subito e subiscono tuttora tali e tante ingiustizie che un rinforzo sul positivo non può che fare bene e aprire nuove finestre verso il futuro report attività zona ovest 49 Laboratorio “il diritto di avere diritti” a cura di Milena Gallo Balma, Federica Santinato, Christelle Arene I incontro (14 febbraio 2006) Attività Analisi di un diritto negato a piccoli gruppi dove lo sforzo di ogni donna e dell’operatrice è di raccontare una situazione concreta e reale dove loro possono riconoscersi un diritto negato. L’obiettivo è identificare i diritti negati di queste donne e le loro modalità di rapportarsi con questi eventi. Inoltre, questa introduzione vuole metter in luce nuclei problematici per organizzare incontri mirati con i professionisti del diritto. Lavoro di gruppo Scheda di analisi di un diritto negato Il diritto che ho sentito come violato Come sono andati i fatti? Cosa ho fatto io? Cosa hanno fatto gli altri? Quali sono le difficoltà incontrate? Cosa mi sarebbe servito? I diritti negati che molte donne hanno identificato sono relativi a: Diritto alla maternità Diritto al mantenimento dei figli Diritto alla casa Diritto ad un contratto di lavoro che tuteli il lavoratore II incontro (28 febbraio 2006) I diritti delle donne Attività Braistorming su la parola pari opportunità: l’obiettivo è capire che conoscenza hanno delle pari opportunità, se come donne si riconoscono dei diritti e sanno che possono essere tutelate dalla legge Scheda di analisi individuale dove ogni donna deve evidenziare le caratteristiche ed i ruoli/mansioni femminili e maschili che riconosce nella donna e nell’uomo Confronto a piccoli gruppi e scelta di tre mansioni/ruoli maschili e tre femminili: inoltre si scelgono tre caratteristiche femminili e tre maschili (vedi grafico) Analisi dei risultati in plenaria e rimando alle donne sugli stereotipi e pregiudizi che ancora oggi condizionano l’immagine che abbiamo dell’uomo e della donna e che condizionano il nostro agire Racconto della storia di due donne: Rosanna Rabezzana e Christelle Arena. L’obiettivo è quello di raccontare la storia dell’evoluzione della donna dalle prime contestazioni studentesche fino al riconoscimento dei suoi diritti. Il confronto fra la storia di Rosanna e quella di Christelle ha l’obiettivo di raccontare alle donne ciò che rimane oggi delle grandi lotte delle donne e ciò che è patrimonio acquisito dalle giovani generazioni 50 progetto perla I ruoli e le caratteristiche maschili e femminili Ruoli e mansioni femminili riconosciuti dalle donne Cura della casa Accudimento dei figli Poter partecipare al sostentamento della famiglia Ruoli e mansioni maschili riconosciuti dalle donne Mantenimento della famiglia Costruire strade e case Riparare le cose in casa Caratteristiche femminili riconosciuti dalle donne Emotività Sensibilità Forza interiore Caratteristche maschili riconosciuti dalle donne Coraggio Essere avventuroso Forza fisica report attività zona ovest 51 Gran parte delle domande sono state relative al contributo, cha alcune donne ricevono dai consorzi, in diversa misura. È uno degli argomenti che ha creato maggior ansia nelle beneficiarie, anche perché è accaduto che alcune abbiano dovuto lasciare lavori presso privati per pulizie o assistenza, perché svolte precedentemente al mattino, momento della giornata che impegna quotidianamente le donne. A questo proposito, i consorzi hanno adottato un criterio generale, in base al quale la quota che normalmente viene destinata alle singole donne viene ridotta della cifra che spetta loro dal progetto, che è di 450 euro al mese. Per ora, si è evitato di dire alle donne di un possibile accordo tra i tre consorzi per attribuire ad ognuna di loro un bonus, proprio per premiare la partecipazione al progetto Alcune beneficiarie hanno inoltre espresso un sentimento di disagio nei confronti delle assistenti sociali, a cui sono affidate ed è stata chiesta la possibilità di cambiare persona di riferimento, ma la normativa non permette questa operazione, se non per casi del tutto eccezionali Il riscontro che le donne hanno dato, sia dal punto di vista osservativo, sia espresso dalle beneficiarie stesse, è stato di favore nei confronti di incontri di questo tipo, che danno delucidazioni molto importanti per donne che appartengono al target in questione, ma anche e soprattutto perché così è possibile avere informazioni esatte e non derivanti da passaparola. Molte delle donne non si sono ribellate all’indicazione relativa al contributo, mentre alcune, le più battagliere e spesso con spirito assistenziale, hanno ribadito la necessità di ricevere l’intera somma. III incontro (01 marzo 2006) Incontro con i consorzi socio - assistenziali Attività Nella prima parte della mattinata le donne, divise in gruppi di 4-5 persone, hanno preparato le domande da rivolgere ai rappresentanti dei consorzi, ma anche ai funzionari degli uffici comunali, in previsione di un incontro con loro il giorno successivo Le domande poste avevano come fine quello di soddisfare le esigenze di conoscenza sia delle donne che non conoscono i servizi offerti dai consorzi, e che sono dunque limitate nell’esercizio dei loro diritti, sia le donne che già si rivolgono ai consorzi, ma che spesso ottengono informazioni confuse o non esatte dalle assistenti sociali o dagli sportelli Sono intervenute all’incontro: Augusta Bertello (CISAP); Margherita Meotti (CISA); Anna Manfrino (CISSA) Le responsabili hanno dato informazioni sulle disponibilità dei diversi sportelli, per giornate ed orari, ed anche sui servizi offerti in genere dai consorzi. Alcune richieste sono state più specifiche, soprattutto sui servizi per le mamme ed eventuali aiuti previsti a favore dei minori, nonché particolari interventi anche per problemi di ordine economico, relativi alle abitazioni, ai pagamenti delle bollette o a problemi più gravi per il mantenimento IV incontro (02 marzo 2006) Incontro con gli uffici dei comuni e con l’avvocata del Centro Donna Attività La prima parte della mattinata ha visto l’intervento di Patrizia Fossa (ufficio casa del comune di Venaria), Roberta Candela (ufficio sicurezza sociale del comune di Grugliasco) e Alberto Anselmo (ufficio lavoro del comune di Collegno). Le donne hanno posto loro le domande preparate il giorno precedente. Per quanto riguarda le risposte date dalla sig.a Fossa, si è trattato di indicazioni relative alle liste per la richiesta di case popolari, poiché molte donne sono in attesa di segnalazione di alloggi di edilizia popolare. Le domande riguardavano la possibilità di essere inserite nelle graduatorie, ma anche le disponibilità e i tempi di attesa, nonché i documenti da redigere. Le risposte sono state molto simili a quelle normalmente avute dagli sportelli, spesso utilizzando termini tecnici poco comprensibili o facendo esclusivamente riferimento alla situazione di Venaria, senza nessuna indicazione circa gli altri comuni del territorio. Per alcune situazioni particolari è opportuno fare delle verifiche a supporto delle beneficiarie interessate, presso i comuni di residenza. 52 progetto perla La rappresentante dell’ufficio sicurezza sociale ha risposto a domande relative agli asili. Le info erano poche e non precise. Il suggerimento è stato di rivolgersi allo sportello, di cui sono stati dati i riferimenti e gli orari L’incontro che ha riscosso nelle donne, e nelle operatrici, più interesse è stato quello di Alberto Anselmo, che oltre a dare informazioni sull’attività svolta dagli uffici lavoro, ha messo in evidenza quali possono essere le possibili attività lavorative, in cui si può ancora avere delle opportunità di inserimento, tenuto conto della bassa scolarizzazione delle beneficiarie. Questo intervento ha permesso loro di escludere alcuni ambiti, precedentemente pensati, che sono ormai saturi ed ha aperto gli occhi su opportunità mai immaginate, ma che potrebbero essere adatte per il target II parte Attività Incontro con avvocato civilista Pellizzaro Eloà in merito al Diritto di Famiglia. Alle donne viene data la possibilità di scegliere i temi da affrontare e di chiedere chiarimenti anche rispetto alla loro situazione personale. Temi affrontati Diritto da parte del coniuge in situazione deficitaria di ricevere gli alimenti anche per sé e non solo per i figli: risulta spesso non agito per mancanza di informazioni e per questioni definite di orgoglio Mancato adempimento da parte del coniuge degli accordi presi in sede separatoria, in particolare rispetto al pagamento degli alimenti Stratagemmi messi in atto dal coniuge per modificare la propria situazione finanziaria al fine di non dover adempiere agli obblighi di mantenimento Possibilità di modificare gli accordi presi in sede di separazione Differenze legali tra separazione e divorzio Modalità di passaggio da separazione a divorzio Tutela del minore e affidamento di quest’ultimo in caso di decesso prematuro del genitore affidatario Possibilità di richiedere il risarcimento per i danni morali subiti a seguito di una violenza Possibilità di usufruire del gratuito patrocinio e modalità per ottenerlo Informazioni relative alla nuova legge sull’affido congiunto report attività zona ovest 53 Laboratorio mercato del lavoro a cura di Milena Gallo Balma, Federica Santinato, Christelle Arene Primo intervento Azienda Rototech. Banchio Luigi L’incontro inizia con la presentazione dell’azienda: L’azienda ha sede alla Cassa, è da 20 anni sul territorio. Vi lavorano 100 persone di cui 13 donne L’azienda è in espansione. Lavorano nel settore industriale e i loro clienti sono per il 98% all’estero (Francia e Spagna) Il contratto di lavoro applicato è quello della gomma plastica. È differente dal contratto metalmeccanico in quanto prevede una paga mensile fissa. Lo stipendio base è di 1000 euro. Prevedono la tredicesima L’azienda ha due settori lavorativi: settore amministrativo e settore produttivo Il settore produttivo Lavorano su tre turni: Primo turno 6-14 Secondo turno 14-22 Terzo turno 22-6 Attività Stampaggi e rifiniture, dunque lavorano operai e carrellistia Lavoro dal lunedì al venerdì, no festivi e sabato/domenica Non è possibile fare solo il mattino o il pomeriggio e non la notte. Tutti i turni devono essere svolti: una settimana al mattino, una al pomeriggio e una la notte... e via di seguito Non è previsto il part-time nella produzione, mentre nel settore amministrativo viene dato con facilità Il settore amministrativo Orario flessibile e possibilità di part-time Entrata dalle 8 alle 9; Pausa 13/14 Domanda delle donne Annamaria: Che specifiche volete nel settore? Ricercate nel settore amministrazione o nel settore produttivo? Ricerchiamo in entrambi i settori anche se la richiesta di donne è maggiore nel settore amministrativo. Per svolgere il lavoro impiegatizio richiediamo la conoscenza dell’inglese e del francese in quanto lavorano molto con l’estero. Maura: Passate dal contratto interinale al tempo indeterminato? Generalmente si… 54 progetto perla Qual è la paga oraria? I turni di notte vengono pagano di più… In generale è previsto una paga fissa al mese per 40 ore lavorative, ma qualora si superino è prevista una maggiorazione quale: 48 ore in più 18 % in più dalle 48 in poi il 25% Secondo intervento Cooperativa Frassati - Servizi alla persona Luigi Ferri L’incontro inizia con la presentazione della cooperativa: Siamo una cooperativa sociale, è un’impresa con fini privatistica ed è senza scopo di lucro. Lavoriamo su Torino e sulla provincia della zona est, anche se abbiamo due raf per anziani una a Pianezza e una a Venaria. Nella nostra cooperativa lavorano 400 soci di cui 300 donne (alcune hanno il part-time). Forniamo servizi alla persona quali: Assistenziali Sanitari Animativi Educativi Lavoriamo in strutture residenziali, servizi diurni e servizi domiciliari. Fruitori dei nostri servizi sono: Minori Disabili Anziani Persone Profili professionali e competenze per operare: 2 settori 01. Assistenziale. Operano: Operatore sociosanitario (curano la persona) e sono responsabili del PAI (progetto assistenziale individualizzato): corso di formazione di 1000 ore realizzati dalla formazione professionale e dai consorzi Educatore professionale: cura e redige PEI (progetto educativo individualizzato) della persona presa in carico, ora corso triennale presso università. Lavora a livello sanitario, assistenziale e riabilitativo Animatore professionale: attestato regionale Assistente sociale: opera nel servizio e si interfaccia con l’oss per il pai e con l’educatore con il pei (diploma di laurea) Badante. Figura ancora non regolamentata dalla legge report attività zona ovest 55 02. Sanitario. Fa capo all’asl ed operano: Assistenza domiciliare integrata: oss in collaborazione con l’infermiere Tossicodipendenze: educatore con infermiere Terapista della riabilitazione: logopedista e fisioterapista Assistente sociale Ci sono dei vincoli per accedere per lavorare in servizi di cura, riabilitativi, sanitari ed assistenziali quali: Titoli di studi Predisposizione alla cura della persona, alla relazione e allo gestione dello stress e della sofferenza (accompagnamento alla morte, disabili gravi che non possono migliorare…) Come fare per gestire certe problematiche: Formazione costante Condivisione con i colleghi ed i servizi Ricerca di strategie comuni per affrontare il problema Modalità d’accesso alla formazione: bando di concorso, terza media, esame scritto e colloquio orale, 25 anni di età minimo Orari di lavoro Domiciliare: 8-20 Resistenza: turni Centro diurno: 9-17 oppure 8-16 Contratti Possibilità di part-time e full time Lavoratori soci e non, ma i soci a fine anno possono avere il premio produzione (premio per ogni ora lavorata) 13 mensilità Quota associativa: 500 euro data in 1 soluzione, 5 soluzioni o 10 soluzioni e alla cessazione del contratto di lavoro viene restituita. Conclusioni Incontro con dei momenti di tensione. Nervosismo fra le donne soprattutto verso Maura ed in generale, grandi aspettative, paure e competizione fra di loro. Durante l’incontro diverse donne hanno assunto atteggiamenti di menefreghismo, altre invece si sono poste con supponenza. A mio avviso occorre parlare alle donne su cosa sta accadendo e cosa accadrà nel prossimo futuro nel progetto. Inoltre proporrei una chiacchierata in particolare con Maura, Angioletta e Annamaria. Occorre dissuadere certi atteggiamenti. 56 progetto perla ALCUNI STRUMENTI UTILIZZATI NEI LABORATORI Laboratorio automonitoraggio Le indicazioni di scrittura sono state estrapolate dal Laboratorio drammaturgia 01. Quando questo viaggio ebbe inizio Proposta: cosa stavo facendo e come ho reagito quando ho ricevuto la telefonata che mi annunciava di essere stata presa nel progetto Come potrebbe essere - definizione spazio scenico, una sedia Raccontalo alle altre in poche parole, puoi usare anche solo dei gesti o suoni, finire il breve racconto con una mimica facciale- forma e stop foto con macchina digitale 02. Il viaggio è iniziato da 20 giorni raccontiamolo Una storia appena iniziata ma che porta con se ricordi seppur recenti, relazioni, piccoli conflitti e incomprensioni, amicizie, collaborazioni, solitudini, conoscenze, invidie. È questo che ci interessa e che vogliamo conoscere. Un modo di presentarsi. Anzi, di presentare gli altri. E di farsi presentare dagli altri. È importante conoscere anche frammenti di storie legate al contesto Il modo è teatrale, perché attraverso un gioco corale è possibile sperimentare la disponibilità a parlare a tutti, a dare un senso compiuto a ciò che si vuole esprimere, a mettere in gioco il proprio corpo e il modo di muoversi e di comunicare. Proposta Il gioco è di presentare una compagna, raccontando un fatto accaduto nei 20 giorni trascorsi insieme durante il bilancio di competenze. un fatto concreto e sintetico 03. Ricordo infanzia Dove ero Con chi ero Cosa facevo Se c’erano, cosa facevano gli altri Emozioni, cosa provavo 04. Ricordo situazione dove ho usato la forza Dove, quando Nei confronti di chi Il motivo Che cosa ho ottenuto 05. Scrivere una frase Quelle parole che non sono mai riuscita a dirti report attività zona ovest 57 06. Valutazione bilancio risorse Che cosa ho scoperto di me che non sapevo Intenzioni/modalità Dillo a te stessa: ogni donna scrive su un foglio la risposta, può aggiungere altre cose che ha scoperto nel corso dei laboratori (ricordo il fatto che ci ha raccontato Maria Grazia) Comunicalo alle altre: è un annuncio, un ritrovamento, come se fossimo al mercato, come se volessimo vendere la nostra merce, siamo felici e contagiamo le altre Documento di viaggio Foto Nome Data: 9 gennaio 2006 Partenza da (con quali emozioni, stato d’animo, risorse, capacità, energie etc…) Che cosa ho trovato nella valigia che non sapevo di avere con me (restituzione bilancio risorse) Da grande volevo fare, da grande faccio (capire se il lavoro che volevo fare è sempre quello o mi sono resa conto della cruda realtà) Son tutte belle le mamme del mondo ma... (capire il loro essere madre oggi, dopo il lavoro con Marina) Ma la legge è uguale per tutti/e? Ma lancia sto’ oggetto dal finestrino (modi di essere, comportamenti, etc… ricondotti a oggetti, gesti concreti; es. il ciuccio di mio figlio, la gonna che mi sta male, i capelli lunghi, i sonniferi, la tv, etc…) Il nuovo bagaglio qual è Autovalutazione: bilancio risorse Che cosa ho scoperto di me che non sapevo, non pensavo, non ne ero Consapevole Qualità Attitudini Punti di forza Ogni donna pensa e scrive su un foglio una parola in relazione alle emozioni su cui devono lavorare nel prossimo esercizio Ho paura di… Mi nascondo da… Mi incuriosisce… Scappo da… Voglio farmi notare da… Vado incontro a… Sono stanca a causa di… Sono tesa per… 58 progetto perla A questo punto del viaggio... (14 marzo 2006) Sono partita da alcuni mesi. Ho voglia di un contatto. Voglio raccontare ad una persona cara un po’ di me. Oggi scriverò una lettera a................................................... perché voglio fargli/farle sapere: Dove sono Come sto Cosa ho visto Chi mi fa compagnia in questo viaggio Quali cose nuove ho conosciuto Quali sensazioni ed emozioni ho provato Cosa mi piace e cosa non mi piace di questo viaggio Come è stata questa strada (discese, salite, lavori in corso, buchi, ingorghi…) Qual è il mio stato d’animo (sono serena, arrabbiata, ansiosa….) Scrivo una lettera a mio figlio, a mia figlia, ai miei figli che ti consegnerò quando sarai grande Come eri da piccolo Quali fatiche… Quali soddisfazioni… Ma ti ricordi quando litigavamo... Che fatica ho fatto ad insegnarti a… Ti auguro di… Il ritorno dalla formazione: 11 maggio 2006 Aspettative prima di entrare in aula (paura, entusiasmo, curiosità, etc…) L’impatto con i nuovi spazi, docenti, come va con il mio gruppo Come mi sono organizzata Come sta andando dopo i primi incontri di formazione Schema per monitoraggio formazione 01. Cosa sto imparando 02. Come mi trovo con gli insegnanti (spazio alla discussione, posso fare domande, è chiaro come insegnano etc...) 03. Come mi trovo con le compagne 04 Problemi... 05. Suggerimenti Scene da un matrimonio: un racconto L’innamoramento: le aspettative, i sogni, i progetti in comune Il matrimonio o la convivenza: la festa, i preparativi, gli invitati, i vestiti, i regali , i mobili etc... Dopo la festa: delusioni, difficoltà, incomprensioni, solitudini, decisioni , etc… report attività zona ovest 59 Le storie Storia di Gina Gina lavora in una ditta di Grugliasco. Il datore di lavoro rinnova il suo contratto ogni due mesi. Si occupa di rispondere al telefono e di fissare gli appuntamenti. Un giorno il datore di lavoro la informa che la ditta ha deciso di trasferirsi a Moncalieri. La ditta è in una fase di evoluzione e questo comporta una riorganizzazione dei compiti di lavoro. Hanno chiesto a Gina di occuparsi dei piccoli lavori di archiviazione dati sul computer. Gina dopo aver appreso la notizia è preoccupata. Teme il nuovo incarico. Conosce poco il linguaggio del computer. Inoltre è preoccupata per lo spostamento in quanto ha la patente ma abita lontano da Moncalieri. Storia di Paola Paola ha 32 anni e ha sempre lavorato come commessa in un negozio di abbigliamento. Non è mai stata tanto soddisfatta di questo lavoro: orari troppo pesanti, lavoro di sabato, aumento del carico di lavoro in prossimità delle feste. Circa un anno fa ha avuto l’opportunità di cambiare negozio. Questo ha comportato un aumento delle responsabilità ma anche del guadagno. Da allora svolge questo lavoro: ogni tanto si lamenta ancora ma è soddisfatta del suo stipendio. Spera in un rinnovo del contratto a fine mese. La scorsa settimana ha scoperto di aspettare un bambino… Storia di Luisa Luisa è sposata da 12 anni e ha tre figli maschi: 3, 6, 11 anni. Suo marito per esigenze di lavoro si trova a fare i turni e per questo non sempre può aiutarla nella gestione dei bambini. Luisa lavora come segretaria in uno studio di amministratori condominiali. È da diverse mattine che si presenta in ritardo di circa 30 minuti per motivi organizzativi legati ai bambini. Uno dei due soci dello studio, all’arrivo stamattina, le ha fatto presente che il suo orario di lavoro è dalle 9.00 alle 17.00 e non dalle 9.30, come ultimamente lei è solita arrivare… Storia di Gianna Gianna ha 40 anni e da 8 anni non lavora più. Ha deciso di dedicare la sua vita alla famiglia e alla cura della casa e dei due figli che ha. Adesso che i figli sono più grandi ed autonomi desidera rientrare nel mondo del lavoro. Si rende conto di non possedere titoli di studio (né diploma, né qualifiche professionali) e di possedere un bagaglio di esperienze professionali frammentarie e in vari settori. Si chiede cosa fare… 60 progetto perla Laboratorio genitorialità Strada facendo Fogli di lavoro per laboratorio di genitorialità Oggi mamme. Ieri figlie. Quanta strada. Quante salite. Quante discese. Quanti bivi. Una strada che abbiamo percorso a volte col fiatone, a volte con un bel sorriso, a volte piangendo, a volte ridendo. A volte ci siamo fermate, per un attimo, per voltarci indietro. Per rivedere i momenti felici o difficili della nostra infanzia. Per riascoltare i consigli ricevuti dalle nostre madri, dai nostri padri, dai nonni, dalla maestra o da una vecchia e saggia zia, dal fratello o dalla sorella preferiti. Per ricordarci quella ricetta un po’ speciale,quella fiaba che ci faceva addormentare tranquille, quel rimedio naturale che ci faceva passare la tosse. Se noi, oggi, siamo queste mamme è anche perché, ieri, siamo state queste figlie. Figlie coccolate, sgridate, rimproverate, accolte, accompagnate per mano, abbandonate sul più bello… Tutto è servito per darci forma. Tutto. Il bene. Il male. La nostra storia di figlie, oggi, è fatta di ricordi, sentimenti,emozioni ma anche di alcuni oggetti, a noi cari, che abbiamo conservato negli anni e che ci hanno seguito in ogni trasloco. Tutte noi abbiamo in un cassetto alcuni ricordi della nostra infanzia che custodiamo gelosamente. Una fotografia un po’ sgualcita, il nostro diario, la prima pagella, la bambola preferita, un libro di fiabe, una cartolina, un carillon, un portafortuna. Il nostro viaggio partirà proprio da lì. Da quei ricordi, da quegli oggetti. Aprite i vostri cassetti. Mettete fuori sul tavolo quegli oggetti che avete conservato con tanta cura in questi anni. Sceglietene alcuni, i più significativi, e metteteli in un contenitore capace di accogliere questo tesoro. Un contenitore bello come i vostri ricordi più belli. Portatelo con voi a Villa5 venerdì 3 febbraio. Il nostro viaggio partirà da lì. Da quel contenitore. Da quel tesoro. Per ripercorrere insieme quella strada. Ieri figlie. Oggi mamme. report attività zona ovest 61 I incontro (venerdì 03 febbraio 2006) Obiettivo Utilizzando la ricerca autobiografica analizzare i modelli educativi della nostra storia che ci hanno influenzato, nel bene e nel male, rispetto alle scelte educative nei confronti dei nostri figli Raccogliere suggestioni per costruire il percorso pedagogico coerentemente con i bisogni riconosciuti dal gruppo Raccogliere le abilità pratiche delle partecipanti per costruire il percorso del fare incluso nel progetto 01. Presentazione Cestini dei ricordi L’esercizio è libero: si può scegliere se e quando presentarlo; si può scegliere lo spazio ed il modo 02. Raccolta dei temi ritenuti importanti per il confronto tra mamme Quali sono, in questo periodo, le vostre fatiche rispetto alla relazione con i vostri figli Temi proposti dal gruppo 01. Le regole. Quali e in che modo. Perché non mi ascolta? 02. Conflitti educativi con i nonni / con i padri: la difficoltà di mettere regole condivise da tutti gli adulti che si prendono cura dei nostri figli. 03. Coalizione e conflitti tra fratelli/sorelle. 04. Le nuove famiglie. Cosa dire, cosa non dire, in che modo. Come preparare i nostri figli alle evoluzioni familiari. Perché i figli accettano che il padre si rifaccia una famiglia e le madri no? Gelosie tra figli/e e madri. 05. Bambini/e con difficoltà. Paura del futuro, il carico della responsabilità materna di fronte a figli/e diversamente abili. 06. L’aggressività nei bambini e nelle bambine. Come comportarsi di fronte ai comportamenti aggressivi. 07. I sentimenti conflittuali durante le separazioni. Gli adolescenti di fronte a padri e madri separati. Odio e amore. 03. Raccolta delle abilità personali Quali sono le vostre abilità - capacità - hobby che vi riconoscete nella gestione della casa e della quotidianità Emergono: Sono brava a... Fare gli orli Fare le pulizie Usare il computer Fare le torte Lavorare a maglia Lavorare all’uncinetto 62 progetto perla Cucinare Dipingere Ricamare Fare la pizza Arredare Ballare Fare i dolci pugliesi Fare il decoupage Lavorare la carta pesta Cucire Occuparmi di cani Fare il pane Fare la pasta in casa Suonare Fare i puzzle Prendermi cura delle piante Mi piace leggere Fare bricolage Aggiustare parti meccaniche II incontro (mercoledì 8 febbraio 2006) Obiettivi Confrontarsi con altre mamme sui temi dell’educazione e della cura dei figli per poter condividere un’esperienza che ci accomuna Valorizzare le abilità e le competenze genitoriali che ognuna di noi possiede e che molto spesso vengono soffocate dalle difficoltà e dai problemi del quotidiano o, semplicemente, non vengono riconosciute Foglio di lavoro 01. Presentazione Cestini dei ricordi 02. Presentazione del tema del giorno: le regole - successi e insuccessi legati alle regole 03. Lavoro individuale: scrivere su un foglio elenco regole che riesco a far rispettare e regole che non riesco a far rispettare 04. Lavoro suddivise in due gruppi: mamme di bimbi 0-10 anni; mamme di ragazzi più di 10 anni. Lettura degli elenchi individuali stilati sulle regole. Confronto sulle difficoltà incontrate nel definire limiti e confini 05. Intervallo 06. Rientro in plenaria: trascrizione degli elenchi stilati nei due gruppi report attività zona ovest 63 Restituzione in plenaria Regole che riesco a far rispettare Nanna Cibo Igiene personale Parolacce Controllare aggressività Fargli fare i compiti Prendere le medicine Autonomia nel lavarsi/vestirsi Condividere cose/giochi Tempo gioco/tempo studio Riconosce autorità Aiutare gli altri Comunicare spostamenti e ritardi* Limiti nel trucco e look* Non portare amici senza avvisare* Utilizzo elettrodomestici* Non dare confidenza agli estranei* *le voci con asterisco si riferiscono ai figli adolescenti Regole che non riesco a far rispettare Nanna Cibo: cosa, come Igiene personale* Non mi ascolta Gestire le intromissioni dei nonni Mangiare le verdure* Nanna da soli Ordine giochi / camera* Contenere esibizionismo Camminare per mano Litigi tra fratelli Salutare Orari: riferito alle mamme che non riescono a organizzare le loro giornate Orari: figli sempre in ritardo* Fare i compiti* Riservatezza: i figli controllano le mamme* Tecnologie: tempo passato davanti al computer, televisore, giochi, internet…* La paghetta* Fumo, alcool* Essere informati: tg e giornali* 64 progetto perla III incontro (mercoledì 15 febbraio 2006) Obiettivi Confrontarsi con altre mamme sui temi dell’educazione e della cura dei figli per poter condividere un’esperienza che ci accomuna Valorizzare le abilità e le competenze genitoriali che ognuna di noi possiede e che molto spesso vengono soffocate dalle difficoltà e dai problemi del quotidiano o, semplicemente, non vengono riconosciute Foglio di lavoro 01. Presentazione Cestini dei ricordi 02. Ripresa del tema dello scorso incontro: le regole, successi e insuccessi. 03. Lavoro a piccoli gruppi: si formano piccoli gruppi di 4/5 donne attorno ad una regola rispetto alla quale incontriamo difficoltà e che per noi è prioritaria nell’elenco degli insuccessi. 04. I gruppi singoli rispondono alle seguenti domande: Quali strategie ho sperimentato fino ad oggi per far passare questa regola? Cosa, secondo me, non ha funzionato di queste strategie? 05. Intervallo 06. Ritorno in plenaria: restituzione del lavoro svolto in piccoli gruppi e confronto sulle possibili strategie efficaci Dopo un riassunto della giornata precedente, per consentire anche alle donne che erano assenti di comprendere il senso del lavoro, abbiamo chiesto alle signore di scegliere, nella colonna che raggruppava gli insuccessi, il tema che per loro era più urgente, rispetto al quale avevano voglia di confrontarsi. Si sono formati i seguenti gruppi: 2 gruppi sul cibo 1 gruppo sul perché non mi ascolta 1 gruppo sull’ordine e compiti 1 gruppo sulla nanna Provo ad elencare alcune parole/idee chiave che nell’arco della giornata sono emerse e che, messe in fila, ci suggeriscono una lettura di questa prima fase del lavoro e dalle quali può emergere il passaggio successivo: Imitazione I bambini apprendono per imitazione. Tanto più noi ci comportiamo in modo coerente con i messaggi educativi che inviamo ai nostri figli tanto più loro apprenderanno con facilità questi comportamenti. Di fronte ad un figlio dobbiamo essere capaci di mettere ordine nelle nostre vite in modo da essere il miglior esempio da imitare Ritmo Orari, sequenze, rituali... C’è un tempo per ogni cosa. Le giornate si assomigliano,il ritmo dà sicurezza ai bimbi: a una cosa ne segue sempre un’altra (igiene, cena, denti, nanna…) report attività zona ovest 65 Rituali La sacralità dei momenti della giornata è scandita dai rituali che li accompagnano. La quotidianità è composta da una sequenza di momenti che si ripetono, ogni giorno: nanna, alimentazione, igiene, vestirsi / svestirsi, gioco, studio, entrare / uscire di casa… È importante immergerci con loro in questi momenti, esserci veramente, con dedizione riconoscendo l’importanza di questi momenti Sperimentare Oltre all’imitazione esiste la sperimentazione. Ogni bambini/ragazzo sperimenta un suo modo di comportarsi Es: posso fare i compiti oppure non farli. Cosa ne segue? Lentamente i bambini / ragazzi apprendono che al loro comportamento segue una conseguenza positiva o negativa È fatto/a così Spesso concludiamo così le osservazioni sui nostri figli quasi non fosse prevista la possibilità di un cambiamento Il senso di colpa Quando i figli vivono dentro situazioni complesse e faticose che sono state determinate dai nostri pasticci di genitori pasticcioni è inevitabile vivere con senso di colpa le loro difficoltà. Ma se ormai il pasticcio è stato fatto dobbiamo imparare a navigarci dentro. Abbiamo il dovere di proteggere i nostri figli ma non dobbiamo farci invischiare dai sensi di colpa Non è mai troppo tardi Qualsiasi cattiva abitudine è modificabile. Possiamo aver sbagliato (perché stanche, depresse, affaticate, piene di sensi di colpa…) ma non appena riconosciamo un nostro punto debole possiamo, se lo vogliamo, agire un cambiamento. IV incontro (martedì 21 febbraio 2006) Obiettivi Confrontarsi con altre mamme sui temi dell’educazione e della cura dei figli per poter condividere un’esperienza che ci accomuna Valorizzare le abilità e le competenze genitoriali che ognuna di noi possiede e che molto spesso vengono soffocate dalle difficoltà e dai problemi del quotidiano o,semplicemente, non vengono riconosciute Foglio di lavoro 08. Presentazione Cestini dei ricordi 09. Ripresa del tema dello scorso incontro: le regole, successi e insuccessi. 10. Commento in gruppo. Le parole chiave emerse: imitazione, ritmo, rituali, sperimentare, è fatto/a così, il senso di colpa, non è mai troppo tardi. 11. Lavoro individuale: quali cambiamenti - piccoli e grandi - ho agito nella mia storia di mamma (5 brevi storie); quali risorse personali ho attivato per realizzare questi cambiamenti. 12. Piccoli gruppi (4/5 donne) Scambio e confronto sulle storie individuali 13. Intervallo 66 progetto perla 14. Restituzione in plenaria. 1 donna per ogni gruppo racconta a tutte una storia emersa nel gruppo V incontro (lunedì 6 marzo 2006) Obiettivi Superare i vincoli che possono presentarsi nella quotidianità delle donne che, di fronte ad una possibilità di prossimo impiego, devono imparare a conciliare i tempi del lavoro con i tempi della cura Foglio di lavoro 01. Lavoro individuale scritto: descrizione di una giornata tipo 02. Piccoli gruppi: confrontando le giornate sottolineate i momenti faticosi della giornata e descrivete le motivazioni che rendono queste porzioni di giornate particolarmente faticose distinguendo le fatiche fisiche e le fatiche psicologiche / interne 03. Grande gruppo: restituzione dei lavori svolti in piccolo gruppo VI incontro (mercoledì 8 marzo 2006) Obiettivi Sperimentarsi in un ambito creativo ed artistico Sperimentare attraverso il baratto, una pratica di riutilizzo, di risparmio e di comunicazione tra le persone Foglio di lavoro In occasione della festa della donna scegliamo di sviluppare una giornata ludica e divertente. La mattina si suddivide in due momenti: 01. Laboratorio di Pittura su seta con Susanna Alphandery 02. Il Barattapulci: mercatino dello scambio e del baratto. Tutte le donne devono portare oggetti, abbigliamento per grandi e per bimbi, libri, giochi… tutto quello che, ancora in buono stato non viene più usato perché non piace più, non va più bene, ci ricorda una persona da dimenticare… per rimettere tutto in circolo report attività zona ovest 67 VIII incontro (lunedì 20 marzo 2006) Obiettivi Valorizzare le abilità e le competenze genitoriali che ognuna di noi possiede e che molto spesso vengono soffocate dalle difficoltà e dai problemi del quotidiano o, semplicemente, non vengono riconosciute Foglio di lavoro 01. Lavoro individuale: le mie qualità di mamma 02. Lavoro in piccolo gruppo: confronto dei lavori individuali e commento. Le qualità che ho, le qualità che vorrei avere. 03. Intervallo 04. Restituzione in plenaria dei lavori di gruppo. Le mie qualità sono funzionali a: capire, far fare, accogliere, consolare... IX incontro (mercoledì 29 marzo 2006) Obiettivi Proporre un percorso di ascolto e scoperta di desideri e potenzialità focalizzandosi sulle proprie risorse interiori di responsabilità, autonomia e capacità di gestire il rapporto con i propri figli Foglio di lavoro 01. Lavoro individuale: ripensando alla mia relazione con i miei figli Mi sento in colpa quando ............................... Mi sento in pace quando............................... 02. Lavoro in piccolo gruppo: commento e confronto lavoro individuale 03. Intervallo 04. Restituzione in plenaria. Quando i sensi di colpa ci abbattono: come elaborare e sopravvivere ai sensi di colpa. VII incontro (mercoledì 15 marzo 2006) Obiettivi Riflessioni sull’amore materno, sulle relazioni d’amore, sulle relazioni amicali / di sorellanza tra donne. X incontro (mercoledì 5 aprile 2006) Obiettivi Proporre un percorso di ascolto e scoperta di desideri e potenzialità focalizzandosi sulle proprie risorse interiori di responsabilità, autonomia e capacità di gestire il rapporto con i propri figli Proiezione del film Tutto su mia madre di P. Almodovar Foglio di lavoro 01. Lavoro in piccolo gruppo (prosecuzione all’incontro precedente): Mi sento in pace quando............................... 68 progetto perla 02. Restituzione in plenaria. Confronto e scambio dei lavori svolti in piccolo gruppo. 03. Intervallo 04. Quali strategie per arrivare a fine mese: dove e in che modo risparmio; dove faccio la spesa; dove compro i vestiti; la mappa dei miei acquisti; cosa riesco a fare da sola; come divertirsi senza spendere... XI incontro (venerdì 7 aprile 2006) Obiettivi Superare i vincoli che possono presentarsi nella quotidianità delle donne che, di fronte ad una possibilità di prossimo impiego, devono imparare a conciliare i tempi del lavoro con i tempi della cura Foglio di lavoro Tema: l’organizzazione delle mie giornate in previsione di una occupazione part time o tempo pieno. Come organizzare i tempi dei miei figli. La conciliazione tra il tempo della cura e il tempo lavoro. Chi mi può aiutare, in che modo. Come superare i vincoli che oggi mi sembrano insormontabili. 01. Lavoro individuale 02. Lavoro a piccoli gruppi 03. Intervallo 04. Restituzione in plenaria XII incontro (giovedì 4 maggio 2006) Obiettivo Valorizzare le abilità e le competenze genitoriali che ognuna di noi possiede e che molto spesso vengono soffocate dalle difficoltà e dai problemi del quotidiano o, semplicemente, non vengono riconosciute Foglio di lavoro 01. Simulazione: un coppia di donne. Una donna racconta una sua difficoltà con i figli in questo momento. L’altra donna la aiuta a risolverla. Il cerchio può intervenire 02. La relazione di aiuto: ascolto, empatia, solidarietà, lucidità, distanza, concretezza, mettersi nei panni di un’altra, leggere tra le parole, decodifica del detto e del non detto... 03. Intervallo 04. Seconda simulazione 05. Commento finale sulla relazione d’aiuto report attività zona ovest 69 XIII incontro (martedì 9 maggio 2006) Obiettivo Recuperare o impossessarsi di abilità manuali che possono facilitare la gestione del quotidiano e incidere positivamente sul bilancio familiare Foglio di lavoro 01. Ferri, uncinetti, un sacco di gomitoli colorati. Chi ha abilità insegna, chi non le ha impara. Esercizio di scambio di abilità manuali XIV incontro (martedì 16 maggio 2006) Obiettivo Proporre un percorso di ascolto e scoperta di desideri e potenzialità focalizzandosi sulle proprie risorse interiori di responsabilità, autonomia e capacità di gestire il rapporto con i propri figli Foglio di lavoro 01. Lavoro individuale: cosa dico e cosa non dico ai miei figli di me 02. Restituzione in plenaria: cosa dico, cosa non dico, come lo dico, perché lo dico 03. Intervallo 04. Conclusione e organizzazione dei prossimi incontri sulle abilità 70 progetto perla report attività zona ovest Laboratori Cambiamento - Diritto di Avere Diritti – Mercato del lavoro Il mio progetto professionale le priorità nel lavoro Nome Per cosa sono disposto a mettermi in gioco? Per ogni riga metti una croce nella colonna corrispondente all’importanza del criterio Per me è importante... molto abbastanza poco Cognome per nulla La stabilità del posto di lavoro La relazione con i colleghi e con il datore di lavoro Si autorizza, esclusivamente ai fini del progetto, Zona Ovest di Torino s.r.l. al trattamento dei dati personali ai sensi del D. Lgs. n.196/2003 e s.m.i. La possibilità di sviluppare i miei interessi Data Che mi lasci molto tempo libero Firma Uno stipendio alto Non svolgere sempre le stesse attività La responsabilità affidatami La possibilità di far carriera Che mi dia autonomia nella gestione del mio tempo e delle attività Il prestigio sociale Che corrisponda al mio titolo di studio Che si svolga all’aperto o comunque che non sia sempre al chiuso 71 72 progetto perla report attività zona ovest Criteri per la scelta del lavoro I valori e il lavoro per nulla poco abbastanza molto Io cerco un lavoro che permetta di... (segnate tutti i valori che ritenete importanti) Lavorare in fabbrica Poter decidere i propri orari Essere esposta alle intemperie Avere tempo libero Lavorare in piedi Avere una leadership Lavorare vicino a casa Trovarsi di fronte a delle sfide Lavorare seduta Lavorare in autonomia Fare un lavoro che sporca Avere responsabilità di persone e risultati Lavorare il fine settimana Essere utili alla società e al mondo Lavorare sotto un responsabile Imparare sempre cose nuove Avere orari regolari Godere di prestigio sociale Avere delle responsabilità Avanzare di grado, fare carriera Lavorare nel rumore Guadagnare molti soldi più lavoro, più guadagno Lavorare da sola Non spostarsi per lavoro Entrare a contatto con il pubblico Avere un posto fisso-sicuro Avere autonomia Lavorare in ufficio I tre criteri che, per la scelta di un lavoro, tengo assolutamente in considerazione sono Per me i tre valori più importanti, tra quelli segnati, sono: 01. 02. 03. 01. 02. 03. 73 74 progetto perla report attività zona ovest I miei Interessi professionali Io e il lavoro Per interesse si intende sia una disposizione d’animo (curiosità, affetto, desiderio di conoscere, ecc...) per cui si rivolge particolare attenzione a qualcuno o a qualcosa oppure disposizione della mente, attitudine per un dato aspetto o campo della cultura e professionale: avere interessi artistici, scientifici, musicali. Leggete con attenzione l’elenco degli interessi contenuto nella tabella ed esprimete per ciascuno il grado. Non è previsto un numero minimo o massimo di scelte per nulla 01. Usare attrezzi 02. Guidare veicoli-macchine 03. Riparare oggetti o apparecchi 04.Fabbricare 05. Lavorare con le mani 06.Coltivare piante un giardino 07. Occuparsi di animali 08.Camminare, fare attività all’aperto 09.Calcolare prezzi 10. Fare ricerche 11. Studiare 12. Scoprire nuovi fatti 13. Risolvere i problemi 14. Scrivere 15. Leggere 16. Suonare 17. Viaggiare 18. Realizzare qualcosa di nuovo 19. Dipingere, disegnare 20. Usare il computer 21. Dare consigli 22. Insegnare 23. Ascoltare e dare informazioni 24. Parlare in pubblico 25. Organizzare attività 26. Classificare e archiviare 27. Seguire istruzioni 28. Progettare poco abbastanza Cio che non voglio molto Cio che non posso Cio che ricerco 75 76 progetto perla Portfolio Nome report attività zona ovest Esperienze lavorative / extralavorative Impiego Figura professionale Cognome Periodo (da - a) Città Domicilio Società / Azienda Telefono Settore e-mail Ruolo / Mansioni Attività svolte Data di nascita Competenze richieste Nazionalità Capacità acquisite Data Firma Esperienze lavorative e formative 77 78 progetto perla Esperienze di istruzione / formazione report attività zona ovest Biografia Esperienze lavorative Tipologia Periodo (da - a) Profilo personale Ente / Istituto Qualità Città Attitudini Titolo / Qualifica Materie di studio Punti di forza Competenze apprese Capacità Capacità acquisite Aspirazioni professionali Opinioni riferite al lavoro 79 80 progetto perla Principali qualità e caratteristiche personali Principali attitutdini personali Principali vincoli personali e/o familiari Principali aree di interesse professionale Principali capacità personali e professionali 82 progetto perla Report Sangone relazione incubatore perla sangone A cura di Marco Canta. Con il contributo e l’approvazione dell’equipe all’interno della riunione del 3 maggio 2006. Febbraio-aprile 2006 avvio dell’attività dell’incubatore L’attività ha preso avvio il 6 febbraio 2006 presso la sede del Plastlab nella zona industriale di via Malosnà ad Orbassano. Le sede dell’incubatore è stata individuata dal gruppo istituzionale (assot, cpi, cidis, comunità montana) dopo la verifica su altre sedi del territorio e dopo aver constatato che essendo la maggioranza delle signore automunite possono facilmente raggiungere il luogo. Presso la sede sono state adibite due stanze per il progetto e all’ultimo piano la sala formazione è condivisa con Assot e Plastlab. La scelta del luogo risulta coerente anche perché presso il Plastlab - che è un incubatore delle imprese del settore plastica - è prevista in prospettiva l’attivazione di uno spazio sulle politiche attive del lavoro anche in considerazione del fatto che nell’area si insedieranno diverse aziende produttive. La comunità professionale dell’incubatore Perla Sangone è composta da Marco Canta (Assot) coordinatore del progetto Perla, Ljiljana Janjic (Assot) coordinatrice dell’incubatore; Isabella Galizia, Barbara Faussone e Miriam La Cava cooperativa Orso; Flavia Alemanno, Laura Viadana e Antonio Bruno Csea; Elena Lepore e Carla Carnisio Casa di Carità - Comunità Montana Val Sangone; Mariella Di Pilato (spazio aperto) e Sergio Fergnachino (automonitoraggio). Alle riunioni dell’incubatore partecipano anche stabilmente i partner della rete che sono il Centro per l’impiego di Orbassano (Chiara Zavattaro; Maria Braia; Bruna Costa) e il Cidis (Maria Luisa Occhetti). Le donne selezionate per il progetto Perla sono 21; tutte hanno partecipato alla prima fase del progetto (Bilancio di risorse) e hanno dimostrato sufficienti motivazioni per l’inserimento nel progetto. Le risorse assegnate al nostro territorio prevedevano la possibilità di inserimento per 15 donne ma attraverso la partecipazione finanziaria dei comuni di Orbassano e Piossasco è stato possibile prevedere l’inserimento aggiuntivo di 5 beneficiarie; si è poi scelto di non escludere la ventunesima a fronte di possibili avviamenti ed assunzioni nei prossimi mesi prima della fine del progetto e quindi della possibilità di impiegare le risorse risparmiate per pagare il sostegno al reddito. report sangone 83 La scelta dell’incubatore è stata quella di lavorare in due gruppi - come era già avvenuto nella fase del bilancio di risorse - e costruire i due gruppi sulla base della disponibilità del mattino o del pomeriggio per consentire anche alle donne di mantenere i lavori già ottenuti in precedenza (prevalentemente come collaboratrici familiari o baby sitter). Tale scelta è stata fatta da un lato per la necessità di dare seguito all’impostazione iniziale che prevedeva la gestione di un gruppo da parte degli operatori di Csea e dell’altro di cooperativa Orso; non c’era stato infatti un tempo sufficiente per prevedere una formazione iniziale unitaria e una conoscenza reciproca delle metodologie di intervento. La scelta è stata quella quindi di avviare le attività prevedendo scambi frequenti tra gli operatori e integrando le conoscenze e le competenze. Dall’altra parte la scelta del piccolo gruppo si fonda anche su presupposti metodologici fondamentali nella letteratura sulle attività di orientamento. Ricordiamo qui almeno questi tre aspetti che possono essere particolarmente curati dal nostro punto di vista nel piccolo gruppo. 01. Il gruppo favorisce la scoperta negli altri di atteggiamenti e comportamenti riferiti ad uno stesso oggetto/compito diversi da quelli soggettivi ed agevola una scoperta di sé e del problema da un altro punto di vista. Nell’esperienza di gruppo i partecipanti possono sperimentare - in un contesto rassicurante e non valutativo - nuovi atteggiamenti e ruoli, l’emergere di diverse modalità di espressione, la condivisione di un universo di fantasie negative rispetto al cambiamento. (Mucchielli) 02. Il gruppo come luogo di superamento delle percezioni stereotipate nei confronti di se stessi e degli altri. (Moreno) 03. L’azione orientativa di gruppo come processo di aiuto alla persona, affinché confrontandosi con altri, impari a prendere decisioni e ad assumersene le relative responsabilità. (Jones) L’attività in piccolo gruppo dal nostro punto di vista ha maggiormente facilitato la realizzazione degli obiettivi che ci proponevamo in questa fase. Ulteriori elementi di integrazione tra i due gruppi sono stati la presenza degli stessi operatori nella conduzione dei laboratori di genitorialità (Elena Lepore e Carla Carnisio) e Spazio aperto (Mariella Di Pilato) in entrambe i gruppi. Fin dall’inizio si è stabilito che almeno ogni due settimane la comunità professionale si sarebbe incontrata per scambiare l’esperienza fatta e per organizzare le attività. Nel periodo 1° febbraio - 30 aprile sono state così realizzate 6 riunioni tra tutti gli operatori con funzioni diverse: progettare i laboratori, le attività in plenaria, progettare la formazione, aggiornare l’attività di ricerca aziende, ragionare con i servizi sociali del territorio, affrontare le criticità in merito ai singoli casi. Di tutte le riunioni è stato redatto un verbale dal coordinatore. l’esperienza dei laboratori L’esperienza dei laboratori sul territorio del Sangone si è caratterizzata in questo modo. È stata prevista la partecipazione agli incontri di diversi testimoni privilegiati (ad esempio sul laboratorio sui diritti Amalia Neirotti sindaca di Rivalta e Laura 84 progetto perla report sangone Oliviero sindaca di Piossasco, Silvia Corsini, civilista esperta in diritto di famiglia), esperti di vari enti (Umberto Radin della Cgil, Chiara Zavattaro del Centro per l’impiego, Bruna Moribondo del Cidis, Lanzarotto del gruppo PAM, Marina Loi della cooperativa Frassati). Numerose sono state le visite esterne: ad esempio alla mostra allestita alla stazione di Porta Nuova sugli stereotipi di genere a cura dell’Istituto Wesen; ma anche a numerose aziende del territorio (Battaglio, caseificio di Sala di Giaveno, Siorplast) e servizi (il Centro per l’impiego in particolare). L’intenzione è stata quella di rendere attiva la partecipazione delle beneficiarie agli incontri anche attraverso visite guidate e testimonianze dirette allo scopo di aiutare il percorso di cambiamento in atto con attività di presa diretta con la realtà e con la possibilità di riflettere poi nei gruppi su quanto ascoltato e osservato nelle visite. Da questo punto di vista i laboratori hanno rappresentato un’innovazione rispetto ai tradizionali moduli previsti nei classici percorsi di orientamento. Tre laboratori poi si sono contraddistinti per essere nuovi nei progetti di politica attiva del lavoro: cambiamento, genitorialità e spazio aperto. In più occasioni è stato evidenziato come il cambiamento riguardi in realtà tutto il percorso del progetto Perla; è in ogni caso interessante evidenziare l’interesse ad esplorare la dimensione soggettiva del cambiamento anche attraverso l’esplorazione dello spazio dentro e fuori di sé. All’interno del laboratorio sono state realizzate molte attività di carattere espressivo: dal racconto, al disegno, all’espressione corporea (si rimanda qui alla descrizione nelle rispettive relazioni di dettaglio). L’attività di genitorialità è partita da un percorso che aveva l’obiettivo di acquisire consapevolezza rispetto al ruolo di genitori e che nell’ultima parte di è soffermato molto sulle problematiche rispetto alla gestione dei figli. Lo Spazio aperto per il nostro territorio ha voluto dire in prevalenza sostegno psicologico in parte in gruppo e in parte individuale alla fase di vita che le signore si trovavano a vivere e la necessità di individuare i sostegni necessari per fronteggiare i problemi e mettersi nella condizione di cambiare. rare i ricordi e riaffrontare questioni critiche che si volevano già seppellite. Altre hanno sottolineato l’importanza di lavorare sul passato prima di affrontare le prospettive e il futuro e quindi hanno valorizzato l’attenzione a questa dimensione che ha permesso di fare in questi mesi un certo percorso. Sicuramente il progetto e i gruppi in questi mesi hanno rappresentato per tutte un punto di riferimento. Tutte hanno sottolineato l’importanza del gruppo che a qualcuna «ha tirato fuori un bel carattere» ed ha aiutato a prendere consapevolezza rispetto ad una situazione che è allargata a tutte le donne partecipanti al progetto. In ogni caso positiva l’attenzione al mondo del lavoro attraverso le visite e le testimonianze dirette così come nell’ultima fase aver dato spazio anche ad una formazione all’utilizzo del personal computer. Interessanti anche le valutazioni delle operatrici emerse nel corso della stessa riunione. «All’interno del progetto Perla ho respirato molta femminilità e maternità; in genere queste dimensioni non vengono trattate all’interno dei progetti di inserimento lavorativo». Oppure: «Si è sentita la fatica di questi mesi ma ho anche sentito molta soddisfazione, fiducia e voglia di cambiamento». Un aspetto interessante sottolineato da tutte le operatrici è stata la flessibilità e la capacità di accogliere i fabbisogni manifestati all’interno del gruppo. Infine tutte hanno sottolineato il fatto per cui anche le operatrici in questi mesi sono state coinvolte dal cambiamento e che questo progetto sta modificando sensibilmente le modalità di operare sul tema dell’inserimento lavorativo. la verifica dei laboratori Il percorso realizzato fino ai laboratori è stato oggetto di una riunione plenaria a cui hanno partecipato tutte le operatrici e le beneficiarie in data 19 aprile 2006. Attraverso un braim-storming sono state messe in evidenza alcune considerazioni rispetto a «cosa ha rappresentato Perla per me nei primi tre mesi». Interessante cosa è emerso dalla viva voce delle partecipanti nel corso dell’incontro: «Perla è stato un modo per affrontare i problemi non più da sola» «Ho visto finalmente una lucina in fondo al tunnel; cosa che non mi capitava da tempo» «Siamo fortunate rispetto ad altre; poche donne si possono permettere 10 mesi così». Accanto a valutazioni molto positive rispetto al percorso condotto («è stato molto informativo, mi sono piaciuti molto i laboratori»; «positivo il fatto di fare delle cose pratiche perché ti fa pensare di meno», «ho respirato molta umanità e solidarietà», «è stato molto importante Perla per iniziare a cambiare») sono emerse anche molte fatiche soprattutto relativamente alla dimensione emotiva. Per qualcuna è stato molto difficile far riaffio- 85 le prospettive dei “percorsi” In conclusione dei laboratori e parallelamente all’attività di ricerca aziende è stata proposta alle signore un attività di formazione di base all’utilizzo del pc, della posta elettronica e di internet finalizzata soprattutto alla ricerca del lavoro. Questa attività è consistita in 4 mezze giornate di aula sul Pc, 1 giornata di impostazione della ricerca attiva, consulenze individuali alle signore rispetto alla ricerca del lavoro e infine una giornata di verifica rispetto al percorso realizzato. Tutte queste attività sono risultate complementari all’attivazione dei percorsi successivi. L’esperienza di questi mesi ha messo in evidenza inoltre l’importanza di avere una maggiore integrazione tra gli operatori e si è scelto in prospettiva di condurre il laboratorio di automonitoraggio in seduta plenaria con il lavoro congiunto delle operatrici che hanno condotto i laboratori di cambiamento e spazio aperto. Positiva potrà essere in questa direzione anche l’integrazione tra i gruppi e tra le stesse beneficiarie già evidenziata nel corso della plenaria e dei pochi momenti di incontro collettivo finora realizzati. Infine al di là delle difficoltà riscontrate si è scelto di proseguire nel sostegno individuale di tipo psicologico. È stato ritenuto rilevante infatti poter accompagnare le persone nel percorso di cambiamento anche attraverso supporti di tipo individuale a domanda qualora si rendano necessari da parte delle interessate. A partire dal 2 maggio si prevede di attivare un primo numero significativo di tirocini e prevedere di realizzare un breve percorso formativo di rinforzo e preparazione al tirocinio in particolare sull’area informatica, comunicazione e vendita (60 ore in tutto). 86 progetto perla report sangone indicazioni di verifica ed elementi di discussione Sicuramente l’equipe di operatori ha dato un riscontro positivo dell’esperienza condotta. Come emerso anche all’interno dell’assemblea plenaria il cambiamento ha coinvolto sia le beneficiarie che le operatrici che hanno dovuto rivedere anche alcuni luoghi comuni rispetto alla progettazione di iniziative come Perla che rispetto al gruppo obiettivo individuato. Positivo è stato il lavoro condotto sul territorio tra gli operatori e lo scambio realizzato all’interno delle riunioni (troppo poche secondo alcuni), i cui ordini del giorno a volte impedivano di affrontare tutte le questioni utili. Positiva anche la sperimentazione della forma plenaria e la conduzione di attività tra più operatori; la scelta in prospettiva è stata quella di prevedere ancora i gruppi per mantenere vivo lo scambio tra le persone nella dimensione ristretta e affiancare i momenti di rientro anche con momenti in plenaria in particolare per quanto riguarda l’automonitoraggio. In questa direzione sentiamo la necessità anche di scambiare maggiormente tra operatori, di lavorare più insieme così come di andare a conoscere anche cosa succede negli altri territori. Da parte delle beneficiarie e delle operatrici è poi emersa anche l’idea di realizzare un incontro tra tutte le 80 donne con i rispettivi figli magari di festa nel periodo estivo. IL PROGRAMMA DEI LABORATORI Nelle ultime settimane in vista dell’approssimarsi della chiusura dei laboratori abbiamo registrato una certa ansia da parte delle donne anche per via dell’incertezza rispetto alla prospettiva dei tirocini. Il lavoro condotto sulle aziende ci sembra proficuo anche se dobbiamo registrare una scarsa collaborazione da parte delle associazioni di categoria in merito all’individuazione di aziende e di contro una buona attivazione da parte dell’organizzazione sindacale partner. Le disponibilità raccolte non sempre hanno potuto essere soddisfatte ma hanno potuto far misurare le beneficiarie con delle concrete proposte di lavoro. Riteniamo che il cambiamento si dovrà misurare nelle prossime settimane con lo sviluppo del progetto e in particolare con l’attività di inserimento in azienda. In questa direzione abbiamo previsto di proseguire nell’attività di sostegno psicologico a livello individuale per poter supportare insieme all’attività di tutoraggio tali avviamenti. 87 Laboratorio Cambiamento a cura di Viadana Laura gruppo C Numero utenti: 11 donne del Progetto Perla, del bacino territoriale del Patto del Sangone (Piossasco, Beinasco, Orbassano, Rivalta, Trana) e di età compresa tra i 28 e i 49 anni. Setting: il laboratorio ha avuto luogo c/o la struttura del Plastlab ad Orbassano, nella sala conferenze al 2° piano, con cadenza settimanale, per un totale di 10 incontri della durata di 3 ore e mezza ciascuno, dalle 13.45 alle 17.15. Obiettivi del laboratorio: vedere microprogettazione del laboratorio Conduttrici: Viadana Laura per 7 incontri; Katia Bolognesi per 3 incontri. Metodologia di lavoro utilizzata (Colognesi) Tecniche di meditazione Lavoro con le diadi Espressione corporea Giochi di fiducia Discussione con focalizzazione su alcuni temi Tematiche affrontate (Colognesi) La capacità di meditazione: concentrazione, autocontrollo, estraniamento, pace La capacità di visualizzare i problemi La capacità di ascoltare, la capacità di parlare I 4 corpi dell’uomo La paura rispetto ai propri obiettivi, perché? La stima di sé I propri talenti Contenuti emersi (Colognesi) Importanza dell’espressione delle proprie emozioni Necessità di lavorare sui sentimenti di odio e rancore Emersione della figura della mamma chioccia: madre infelice, che non ha una vita propria, che è incapace di pensare a sé stessa, che colloca tutto l’investimento affettivo e progettuale sui figli i quali, a loro volta, si sentono soffocati da tutte queste attenzioni Protrarsi dell’ancoraggio agli avvenimenti critici del passato, con relativa immobilizzazione del presente e del futuro Atteggiamento di rassegnazione: difficile un’attivazione in proprio per un investimento nel futuro o una progettazione 88 progetto perla Metodologia di lavoro utilizzata (Viadana) Tecniche di riscaldamento Tecniche di role-playing Drammatizzazioni Espressione pittorica con ausilio della musica (uso di matite, pennarelli, acquarelli): produzione di disegni o racconti Discussione focalizzata su alcuni temi, lavorando in gruppo grande, in sottogruppi, a coppie Utilizzo di schede stimolo (ad es. interviste agli atleti disabili che partecipano alle Paraolimpiadi) Utilizzo di volantini informativi sul tempo libero (ad es. strutture di bagni turchi, mostre in corso, locali di Kebab) Tematiche affrontate (Viadana): Il cambiamento: cosa vi evoca il termine cambiamento Il cambiamento: come possiamo rappresentarlo attraverso delle rappresentazioni psicodrammatiche inventate I cambiamenti che auspico nella mia vita: partiamo dalle cose quotidiane che ci riguardano... Movimenti, piccole trasformazioni, piccole comprensioni attivatisi con il lavoro espressivo-corporeo: cosa ho osservato di me, cosa ho sentito, cosa ho capito I cambiamenti che auspico nella mia vita: quali sono gli aspetti di me o le situazioni che desidero siano oggetti di trasformazione Grosse trasformazioni nella vita: il caso degli atleti disabili che partecipano alle Paraolimpiadi come metafora dei propri processi di trasformazione Il cambiamento come separazione e come trasformazione sostanziale di una situazione di vita sperimentata fino a quel momento: i cambiamenti formativi all’interno del progetto come metafora di... Il proprio tempo libero: pensarlo, progettarlo, attuarlo Lo strumento la banca del tempo: costruzione di una propria rete sociale di sostegno, che coinvolga figure altre oltre ai familiari (se ci sono e se collaborano) Il cambiamento come fattore legato anche alla capacità di sapersi osservare e interrogare: quali i feedback tra le appartenenti del gruppo, nel gruppo, quali le proiezioni. Cosa mi rappresenta l’altro, cosa gli attribuisco, cosa non riesco a riconoscere come caratteristica propria. Visualizzazione delle reti dinamiche per poter cogliere la complessità delle relazioni e le conseguenti semplificazioni che mettiamo in atto Il cambiamento come fattore legato alla capacità di fermarsi a riflettere e alla capacità di trarre dei bilanci conclusivi sulle proprie esperienze: cosa mi porto a casa da questa esperienza di laboratorio Contenuti emersi (Viadana) Cambiamento come... emozioni, elementi propulsori e di sostegno a, ambiti del... Due scene sul cambiamento: 01. la presa di coscienza da parte di una donna di una situazione coniugale che non report sangone 89 funziona più, la presa di decisione di affrontare con una separazione questo problema, discussione in famiglia della questione (con elementi di drammaticità, dolore, conflitto, immobilizzazione tra padre, madre, suocera e figlia), propositi per il futuro 02. una ragazza difende davanti alle amiche la scelta affettiva che ha fatto ma, al ritorno a casa, litiga con il compagno che le chiede di non uscire... Dopo un po’ di tempo e reiterati conflitti, decide di sciogliere questa relazione, ma è triste, non vuole uscire... le amiche vanno a trovarla e la spingono invece ad uscire con loro e durante una di queste occasioni incontra un altro uomo con il quale si sposa e ha un figlio Atteggiamenti attivi e passivi verso le situazioni della vita: prendere la parola per qualcun altro che non lo fa Difficoltà a credere all’aiuto da parte dei genitori nei momenti di grosse crisi (come nella separazione): problemi di giudizi, contrasti, non sostegno La responsabilità: obbligatorietà, in alcune circostanze, di doversi prendere responsabilità, di dover crescere prima del tempo; ma riflessione sul fatto che la responsabilità implica anche la capacità di saper riconoscere di non farcela da soli, richiede capacità di misurare le proprie forze, di effettuare delle scelte, di chiedere aiuto, nel caso L’amore e l’innamoramento: implicano entrambi una dimensione temporale, hanno una forza, una vitalità, una costanza o vacuità e possono essere filiali o riguardare partner o qualsiasi cosa della vita (per es. gli hobby) L’espressione emotiva in un gruppo e la condivisione di contenuti: implica un esercizio continuo tra la capacità di lasciarsi andare e la capacità di sapersi contenere (come gestire la propria emotività in spazi altri); fa sentire meno soli e meno diversi, allena agli scambi interpersonali, permette uno sfogo momentaneo e la possibilità di confrontarsi con altre esperienze Il trauma causato da perdite, da lutti: significa anche rottura delle reti sociali. Necessità di ricostruire le stesse, con relativo tentativo di attivazione di risorse sia interne che esterne. Usiamo la presentificazione del trauma (attraverso una scena) per fornirgli una collocazione precisa in modo che non invada tutto lo spazio possibile e per poter creare una rappresentazione di sé che non sia solo di perdita Diventare disabili: vivere momenti in cui si ha la sensazione che non ci sia più niente da fare, che non ci possa essere un futuro; dolore e senso di impotenza dentro di sé e nelle persone che ci circondano; conferma da parte degli altri delle proprie rappresentazioni iniziali come persone solo mutilate o incomplete; difficoltà ad immaginarsi soluzioni altre; come gli altri possono aiutare, sostenere, incoraggiare, portare immagini di possibilità, come possano anche confermare i propri dubbi negativi; come il genitore può essere iperprotettivo e non permettere una crescita; ruolo rilevante dei terzi, delle persone esterne alla famiglia nel portare speranza La prospettiva di cambiamento può generare: confusione, non comprensione, sentimenti di tristezza, scoraggiamento, senso di fatica, ansia, paura... paura, anche, di non essere in grado di affrontare il nuovo, timore di perdere le persone fino a quel momento punti di riferimento, perdita di alcune speranze, passività difensiva ... Cosa significa appartenere ad uno stesso gruppo di lavoro, cosa significa essere compagni in un viaggio o essere amici: essere tutti uguali, essere diversi, accettare di es- 90 progetto perla sere diversi, di doverci mettere del proprio per coltivare le relazioni, fare la propria parte, di investire tempo ed energie (importanza della continuità, di uno spazio idoneo per...), riconoscere i propri modi di avvicinarsi agli altri, riconoscere anche le necessità degli altri, adeguarsi, parlarsi (importanza della condivisione) Cosa mi porto a casa: voglia di andare avanti, positività di vivere momenti solo miei qui nel progetto (rispetto ad altri momenti di coppia o familiari), maggiore tranquillità-serenità, delle regole che guidano le mie giornate, nuove informazioni, capacità di curare di più il mio aspetto esteriore, maggiore creatività (ad es. nel sistemare la casa), aver trovato un obiettivo, possibilità di accettare i miei lati più neri, sensazione di potermi esprimere più liberamente in questo contesto, sono diventate un po’ di più le cose che vedo positivamente e si sono ridotte le cose che fanno male. alcune osservazioni Sul gruppo di lavoro e sulle dinamiche del gruppo I membri del gruppo arrivano al laboratorio con sentimenti ambivalenti: per alcune c’è un po’ di timore ad andare a prendere contatto con le proprie emozioni, ma la maggior parte richiede che ci si occupi proprio di quello. La dialettica è vivace, c’è disponibilità a mettersi in ballo, a condividere con le altre anche particolari intimi o delicati. Continua ad esserci felicità ad incontrarsi, c’è senso del gruppo, ma le persone ora si conoscono meglio ed iniziano ad emergere anche le differenze e a diventare esprimibili con delle battute reciproche. Continua a rimanere alta la richiesta psicologica. Risulta critica la fase di chiusura, coincidente con la chiusura di una fase intensa di formazione con incontri quotidiani: per la maggior parte delle donne emerge il dolore o la negazione del dolore, l’ansia e la paura per ciò che verrà, il timore di perdersi, l’interrogativo su che cosa si sia come gruppo, su chi si possa contare, sulle persone con le quali non si è fatta amicizia... emerge conflittualità tra due membri del gruppo. Sulle attivazioni di gruppo extra progetto Costituzione di una rete di passaggi auto Organizzazione di un party con la presenza dei propri figli in occasione della festa della donna: cena con pizza e serata danzante in spazio fornito da Assot (dopo primo tentativo di organizzarlo in una casa propria) Servizio di baby-sitting reciproco Uscita danzante, senza figli, la sera della festa della donna Partecipazione alla mostra Dialogo nel buio a Moncalieri Attivazione gruppale per affrontare le difficoltà economiche di una compagna: dopo una prima valutazione (raccolta di soldi e prestito, con notevole disagio e complessità per tutte), ricerca di soluzioni alternative (indicazioni su come altre, al suo posto, hanno già affrontato lo stesso problema e offerta di accompagnarla c/o l’ufficio interessato) Progettazione di andare al bagno turco Riflessioni sull’ipotesi di costituire una propria associazione report sangone 91 Sul lavoro con gli altri operatori Ritengo sia stato importante e fondamentale il lavoro fitto di scambio e confronto reciproco tra operatori tutti, pur nel rispetto di alcune variabili doverose di tutela della privacy dell’utenza: i momenti delle riunioni di tutto lo staff, occasioni anche di scambi informali tra operatori più psi, i momenti specifici di confronto in un sottogruppo più tematico (genitorialità, spazio aperto, cambiamento), lo scambio di informazioni con i servizi socio assistenziali e con gli operatori del CPI hanno permesso di elaborare più agevolmente i momenti critici del gruppo e/o delle persone, arricchire la propria conoscenza, favorire la riflessione, ridurre le possibilità di manipolazione, affrontare con maggiore energia e positività i contenuti di vita spesso pesanti di cui le utenti sono portatrici. Infine Desidero condividere la mia immagine del gruppo che è emersa dal lavoro pittorico esperito assieme: un gruppo dalle tinte forti, vivaci, portatore di emozioni forti nel bene e nel male, rappresentative dell’alternanza di forze distruttrici e forze vitali, in un processo pittorico che è passato dall’indifferenziazione delle immagini, alla rappresentazione di pensieri, emozioni, conoscenza. 92 progetto perla report sangone Laboratorio Cambiamento a cura di Barbara Faussone (gruppo B) Il cambiamento immaginato: scrivo una lettera dal futuro ad un’amica che non vedo da anni per raccontare i cambiamenti occorsi nella mia vita Prime tracce per costruire il cambiamento: dai macro cambiamenti descritti nella lettera ai micro cambiamenti su cui lavorare nella quotidianità: -gruppo di discussione Temi emersi Cambiamento rimanda a poter cambiare ma anche dover cambiare, s(cambiare) con le altre, dare disponibilità, superare rigidità, prendersi i propri spazi, pensare a come integrare i figli con il lavoro Il cambiamento futuro è un cambiamento di speranza e di accettazione di sé, un cambiamento disegnato con case che sorridono, denari abbondanti, strade che si allargano Cambiamenti nel quotidiano: riflessione sulle relazioni, sul senso di isolamento, cambiare può voler dire -come in Perla -trovare nuovi compagni di strada. Premessa metodologica e tematica Il laboratorio del cambiamento è stato inizialmente progettato come un laboratorio autonomo, dai confini definiti, pur se operante in stretta sinergia con gli altri laboratori. La particolarità data dalla presenza del medesimo conduttore in questo laboratorio e in quello del mercato del lavoro ha comportato una reciproca commistione di contenuti, la presenza di costanti rimandi ed echi da un laboratorio all’altro che hanno portato a modificare il piano di lavoro originario. A questo si deve aggiungere una progressiva sofferenza manifestata dal gruppo verso sollecitazioni dirette a riflettere sulla propria esperienza personale, ritenendo queste sollecitazioni già attivate da altri laboratori. Il laboratorio del cambiamento si è perciò progressivamente connotato come uno spazio di rielaborazione cognitiva ed emotiva dei temi affrontati nel laboratorio sul mercato del lavoro, mettendoli in relazione con le esperienze, le aspettative e i vissuti delle partecipanti rispetto alle richieste del contesto esterno. In questo senso parlare di cambiamento ha significato riflettere sull’efficacia delle proprie/altrui strategie in relazione ad obiettivi lavorativi, sulle alternative possibili di fronte ad una situazione passata vissuta con criticità, o ancora a rivedere il rapporto tra ruoli familiari e professionali alla luce di nuovi possibili equilibri. Contemporaneamente il laboratorio ha lasciato aperti spazi per accogliere altri spunti, talvolta per gestire urgenze emotive: di volta in volta, il conduttore ha cercato di rivedere metodologie e contenuti in modo da rispondere alle esigenze e al contempo di preservare il tema di lavoro, portando le partecipanti a riflettere su quali risorse alternative per affrontare le situazioni portate e dunque, cambiare. Tempi 12 incontri della durata di 3,5 ore Metodologie e strumenti Narrazione autobiografica Role playing Schede -stimolo, letture, scrittura e disegno Visione e analisi di filmati Gruppo di discussione Casi e autocasi Contenuti, attività e temi emersi I incontro Il cambiamento tra passato, presente e futuro: significati, rappresentazioni, e aspettative Le parole e le immagini del cambiamento: brainstorming, rappresentazione individuale del cambiamento, condivisione 93 II incontro Narrazione di sé - i propri cambiamenti I cambiamenti, le svolte, le scoperte, piccoli, grandi, positivi e negativi: nel lavoro, nelle amicizie, etc - riflessione individuale, a gruppi in plenaria La prima volta che... - gioco di ricordi sulla base di stimoli (es. ho fatto qualcosa di importante per me/per qualcuno, ho scoperto qualcosa di meraviglioso, ho avuto paura…) Temi emersi Difficoltà di ricordare eventi positivi, la propria storia è segnata profondamente dall’abbandono, dal tradimento, le prime volte rimandano soprattutto a situazioni di perdita: del proprio compagno, della fiducia, della propria condizione economica. III incontro Narrazione di sé -i cambiamenti positivi, le risorse per gestire i cambiamenti negativi riflessione e recupero dei cambiamenti positivi nella propria storia Quella volta che… scelgo un particolare cambiamento positivo, immagino un titolo, una scena, un oggetto che lo rappresentino Racconto/rappresentazione: l’uscita dal pozzo… - strategie / risorse utilizzate per uscire dai momenti bui: disegno, narrazione, scrittura Temi emersi I cambiamenti positivi nella propria vita sono legati soprattutto al rapporto con i figli, l’uscita dal pozzo è avvenuta grazie alla forza della disperazione, all’amore per i propri figli, al supporto dei propri genitori, alla testardaggine, alla decisione di non voltarsi indietro, talvolta si è usciti ma c’è una catena che tira indietro Pesantezza e sofferenza nell’affrontare il proprio passato, doloroso, desiderio di lavorare sul presente e sul futuro, di alleggerire e dedicare le riflessioni al cambiare da ora in poi ma soprattutto al cambiare rispetto al mondo del lavoro. 94 progetto perla report sangone IV incontro Il cambiamento in atto - il progetto Perla dal passato al futuro Quali cambiamenti da quando è iniziato il progetto: riflessione individuale, condivisione, feedback Propositi di cambiamenti futuri, individuali e per il gruppo Individuazione dei temi su cui lavorare negli incontri successivi Temi emersi Uscita dalla solitudine, scoperta di situazioni analoghe che rafforzano nell’affrontare la propria, possibilità di ottenere sostegno affettivo, cercare di vincere la timidezza, vestirsi bene per il piacere di uscire con altri, sforzarsi di ascoltare le opinioni degli altri, cercare di tenere il cellulare spento in aula -cioè non essere sempre reperibile per i figli, positività e fiducia verso il futuro, desiderio di rafforzare i legami con le compagne, saper affrontare le situazioni critiche, confrontarsi sui temi del lavoro, poter raccontare le proprie esperienze di lavoro. VII incontro Il cambiamento come riflessione sui vissuti di vicinanza - distanza da sé dei ruoli lavorativi e dalle richieste del mercato del lavoro Biografie lavorative: rielaborare la propria esperienza Diario di una segretaria di Lucia Zanotti, Il ricordo di una vita di lavoro, attraverso i piccoli e grandi gesti quotidiani - spunto biografico, lettura, commento Narrazioni di esperienze Temi emersi Il riconoscimento e l’identificazione con una biografia altra come legittimazione delle proprie difficoltà, il senso di potercela fare, l’umorismo che aiuta a rileggere le esperienze critiche. V incontro Fronteggiamento di situazioni critiche - risorse per gestire le criticità e affrontare i cambiamenti Proposizioni di situazioni-stimolo e narrazione di autocasi per scoprire, di fronte alle situazioni stesse, cosa si prova, che spiegazioni sono date e come vengono affrontate: Stili di attribuzione, emozioni, strategie di coping Focus sulla consapevolezza delle risorse individuali di fronte alle criticità, riflessione sulle strategie meno efficaci Temi emersi Ricorsività delle modalità di fronteggiamento di una persona, conferme / disconferme delle risorse e delle criticità individuate dai feedback reciproci, definizione di piccoli spazi/azioni di cambiamento. VI incontro Il cambiamento come riflessione sui vissuti di vicinanza - distanza da sé dei ruoli lavorativi e dalle richieste del mercato del lavoro Rielaborazione dell’intervento di un testimone - responsabile del personale -avvenuto all’interno del modulo mercato del lavoro Gruppo di discussione e role playing sui temi portati all’evidenza dall’incontro con il RP: la ricerca del dipendente perfetto, l’adeguamento ad una realtà che sfrutta, l’osservanza delle regole, il ruolo lavorativo Le regole che sono alla base di un rapporto di lavoro, secondo le partecipanti, secondo il datore di lavoro: identificazione, confronto, accettazione/ rifiuto, vicinanza / lontananza Temi emersi Inadeguatezza e timore -dell’autorità, di non essere accettate per quello che si è, di non capire le regole del contesto, adeguatezza richiesta vissuta come sottomissione, comprensione / incomprensione della differenza persona - ruolo. 95 VIII incontro Il cambiamento come riflessione sui vissuti di vicinanza - distanza da sé dei ruoli lavorativi e dalle richieste del mercato del lavoro Rielaborazione dell’intervento di un testimone -sindacalista- avvenuto all’interno del modulo mercato del lavoro Ripresa del caso raccontato dal sindacalista, analisi, discussione, role playing caso: una dipendente appena assunta viene invitata più mattine di seguito alla macchinetta del caffè dal capo reparto contravvenendo alle regole che prevedono, al suono della campana, di prendere posto in produzione. Tutto va bene sino a quando, a seguito di un contrasto tra i due, la dipendente subisce un richiamo dalla direzione perché entra in servizio sempre con 10 minuti di ritardo. Lei straccia il richiamo e non si presenta in direzione entro il tempo utile previsto dalla legge e viene licenziata. Temi emersi Regole formali / informali dei luoghi di lavoro, luoghi fatti anche e soprattutto di relazioni ed emozioni da gestire. IX incontro Il cambiamento come riflessione sui vissuti di vicinanza - distanza di sé dai ruoli lavorativi e dalle richieste del mercato del lavoro Racconto, analisi e drammatizzazioni di autocasi relativi a criticità relazionali occorse nell’esperienza lavorativa Il colloquio di selezione andato male, non ho capito perché Temi emersi Ansia e preoccupazione, inadeguatezza, linguaggi diversi, difficoltà a chiedere spiegazioni. X incontro Il cambiamento come riflessione sui vissuti di vicinanza - distanza di sé dai ruoli lavorativi e dalle richieste del mercato del lavoro Racconto, analisi e drammatizzazioni di autocasi relativi a criticità relazionali occorse nell’esperienza lavorativa Sono stata chiamata a colloquio per essere licenziata perché aspettavo un bambino 96 progetto perla report sangone Temi emersi La rabbia incontenibile, lo smarrimento, il senso di impotenza, la sofferenza di subire ma anche la presa di consapevolezza dei propri diritti, uscire a testa alta per le proprie scelte, imparare ad ascoltarsi. Spazio Aperto a cura di Mariella Di Pilato XI incontro Il cambiamento come ascolto di sé e dell’altro Riflessione sollecitata da un forte conflitto emerso tra partecipanti all’interno del gruppo Visione del film Patch Adams, confronto Temi emersi L’ascolto come strategia di aiuto in luogo del consiglio non sempre bene accetto, l’accettazione di punti di vista differenti, l’attenzione alla complessità delle relazioni, la facilità dello stereotipo e della banalizzazione nei rapporti. XII incontro Il cambiamento nel progetto Perla: riflessioni conclusive Scambio e condivisione di emozioni, vissuti, esperienze Temi emersi Cambiare in questi mesi ha significato: entrare in un gruppo, starci dentro, starci bene e starci male ma starci, incontrare persone con cui condividere esperienze, uscire dall’isolamento, scoprire nuove possibilità, riflettere su come si intende il lavoro, sapere che ci sono dei punti di riferimento, rendersi conto di quanto talvolta sia grande la fatica di accettare le esigenze degli altri, sia le compagne del gruppo per alcuni aspetti, sia i datori di lavoro per altri aspetti, scoprire di poter ridere anche con i problemi, vincere la timidezza, avere la forza di dire no. Osservazioni - cambiamenti dentro e fuori… Durante i mesi del progetto le partecipanti hanno concretizzato azioni di sostegno e cambiamenti non solo nei luoghi e nei tempi del laboratorio: Organizzazione reciproca per i trasporti Uscita per la festa della donna, per la quale si sono organizzate lasciando i figli a parenti e/o amici Organizzazione di una festa con paella per pasquetta con i figli a casa di una di loro Scambio di informazioni sull’utilizzo dei servizi-lavoro, socio-assistenziale, legale Accompagnamento per spese, visite mediche e altro Incontri conviviali - thè 97 L’attività di Spazio Aperto sul territorio si è svolta nella formula dei colloqui individuali anche a seguito della rilevazione dei fabbisogni realizzata nella prima parte del bilancio di risorse. Questa la situazione al 05-04-2006. Colloqui individuali Persone viste (ad oggi) 14 (tra cui alcune hanno già fatto 3 colloqui altre 2 altre 1) N° colloqui 22 Persone che non usufruiscono dei colloqui individuali 4 (2 perché conoscono la terapeuta -di cui 1 inviata a Servizi Territoriali -1 è seguita già da psicoterapeuta privato, 1 che non se la sente ancora) Persone ancora non viste 3 I colloqui hanno la durata di circa 1 ora (tranne casi imprevisti ). L’idea di partenza era di usare come modello e strumento la narrazione (secondo il modello di Bruner e di Schaffer) della loro storia personale, focalizzandosi sugli eventi critici per: Elaborare tali eventi Riconoscere e gestire le proprie emozioni partendo dalla legittimazione delle stesse Acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie modalità di funzionamento Acquisire consapevolezza rispetto a come e quanto certi aspetti del passato sono pervasivi o influenzano la storia e le scelte attuali Dopo i primi colloqui individuali, vista la notevole differenza tra le donne, mi è sembrato opportuno utilizzare come strategie la flessibilità, quindi la conduzione dei colloqui, pur tenendo fermi gli obiettivi, è variata a seconda delle capacità cognitive e verbali della persona, a seconda delle capacità di introspezione e di elaborazione e a seconda delle modalità difensive utilizzate. Nel rispetto della privacy delle donne venute ai colloqui ho sinteticamente elencato i fatti, i temi e le emozioni portate negli incontri. Fatti Separazione Perdita del lavoro Perdita di una situazione economica agiata Fatti legati al passato (relazione con i propri genitori…) Essere stati abbandonati Temi affrontati Dipendenza emotiva e affettiva dai compagni Sofferenza fisica e psichica Il peso della responsabilità Insicurezza non solo economica e materiale Emozioni portate Stanchezza /fatica Rabbia Tristezza/disperazione Senso di colpa Invidia Delusione Senso di responsabilità Ingenuità Passività/rassegnazione 98 progetto perla Fatti Gestione dei figli Maltrattamenti/Umiliazioni/ Svalutazioni Conflitti di coppia/litigi Trascuratezza e abbandono (da parte dei compagni o dei genitori) Emigrazione Timore di una manipolazione dei figli da parte dei compagni o dei nonni Violenze fisiche e psichiche subite (da compagni o genitori/parenti) Problemi di salute Lutto per morte di genitori o figli Malattia figli Problemi economici vivere di assistenza report sangone Temi affrontati Emozioni portate Bisogno di controllare/essere controllate La situazione di stallo Autopunizione/espiazione di colpe non commesse Immaturità/egoismo del partner Non essere stati accuditi da bambini Essere tradite Essere ingannate Tenerezza Bisogno di essere protette /di proteggere i propri figli Ambivalenza Remissività Sottomissione Chiusura Solitudine Ingenuità Laboratorio Mercato del lavoro a cura di Flavia Alemanno (Gruppo C) Le finalità di questo laboratorio sono state quelle di rafforzare nelle partecipanti il senso di poter essere soggetti attivi e consapevoli del proprio percorso professionale, attraverso una maggior conoscenza del mercato del lavoro e dei meccanismi che lo regolano, attraverso maggiore autonomia e capacità nella ricerca del lavoro. La modalità è stata quindi di forte interattività, partendo dagli interessi professionali individuali e dal confronto diretto con il mondo del lavoro, alternando momenti di riflessione e attività di gruppo a momenti di incontro con testimoni privilegiati e di visite dirette in azienda. Modalità Sono state dedicate al laboratorio 30 ore, alcune in situazione di aula, altre per visite sul territorio. 99 Attività e risultati Il primo momento di attività è stato un brain storming sulla percezione che le utenti hanno del mercato del lavoro attuale, le difficoltà incontrate, l’attivazione nella ricerca di lavoro, nonché sulle aspettative rispetto al laboratorio ha permesso di definire come poteva essere sfruttato al meglio il tempo a disposizione per questo laboratorio, le tematiche a cui erano maggiormente interessate e gli interrogativi a cui era importante rispondere per meglio comprendere la realtà lavorativa. L’incontro con Umbero Radin, rappresentante sindacale della CGIL, ha permesso di affrontare, da un lato la conoscenza del territorio e delle sue vocazioni imprenditoriali, dall’altro le tematiche legate alla legislazione del lavoro e alle tipologie di assunzione. Dott. Lanzarotto, Responsabile del personale del gruppo PAM, ha permesso di affrontare e chiarire quali sono le modalità di lavoro in un supermercato, gli orari, le mansioni richieste. Abbiamo poi dedicato parte della giornata su alcuni aspetti relativi alle modalità di selezione del personale. Un successivo incontro è stato realizzato presso il CPI di Orbassano, poiché tutte conoscevano tale struttura, ma avevano le idee un po’ confuse sui servizi offerti e su come utilizzare in modo efficace tali servizi. La presenza della Responsabile del centro e di altri operatori, ha permesso di affrontare vari temi, dalle pari opportunità nel lavoro, alle modalità di fruizione del servizio. Con la operatrice che si occupa in specifico dei contatti con le aziende e della preselezione si è potuto analizzare concretamente alcune richieste recenti da parte delle aziende, le competenze necessarie ed i vincoli posti. Molto interessanti sono state le visite dirette in azienda, in una struttura produttiva, Siorplast, e in una azienda alimentare di confezionamento, Battaglio, che hanno permesso ad alcune di entrare per la prima volta in contatto con una struttura aziendale, di vedere operatori attivi alle loro postazioni, forse anche di rendere un po’ più concreta la propria rappresentazione del lavoro: bisogna tener conto che alcune donne hanno sempre svolto lavori saltuari, in strutture pressoché familiari (pulizie presso famiglie, baby-sitter,lavoro in negozi a conduzione familiare). I momenti di aula con l’operatore sono stati momenti di riflessione e dibattito sulle esperienze appena descritte. Un incontro è stato dedicato al colloquio di lavoro, attraverso simulazioni, confronti, analisi di domande frequenti che possono mettere in crisi. Riflessioni Ritengo che questo percorso sia stato molto importante perché, dopo una fase di sogno/immaginario, dedicata ad analizzare le proprie aspettative rispetto al lavoro, abbiamo potuto confrontarci con quello che il mercato del lavoro offre, e per alcune persone è stato uno scoprire dimensioni nuove, mai considerate perché sconosciute. Sono crollati i miti come il supermercato che è il luogo di lavoro più conosciuto, quindi sembrava il più appetibile ,ed invece è problematico per gli orari. È cambiato l’atteggiamento di alcune sulla fabbrica, la cui immagine era solo di un luogo sporco e rumoroso, ed invece è quella che per certi versi garantisce maggior continuità e orari più gestibili, anche se, certo, il lavoro è ripetitivo e un po’ più solitario. 100 progetto perla Laboratorio Mercato del lavoro a cura di Barbara Faussone (Gruppo B) Premessa Il laboratorio sul mercato del lavoro realizzato all’interno del progetto Perla ha individuato come finalità principale quella di sostenere le partecipanti in un percorso di consapevolezza verso l’assunzione di un ruolo attivo nei confronti del mercato del lavoro. Attivare e responsabilizzare le partecipanti ha significato prima di tutto coinvolgerle nell’individuare temi, esplicitare dubbi e richieste su cui focalizzare l’attenzione nel laboratorio. In secondo luogo ha significato renderle consapevoli di risorse, opportunità e vincoli del proprio territorio, attraverso il confronto con esperti ma anche entrando nei luoghi del lavoro, nei servizi, nelle aziende. Con il procedere delle attività e con la maggior consapevolezza delle esigenze espresse dalle partecipanti, temi oggetto del laboratorio inizialmente presi in considerazione sono stati modificati, approfonditi o non trattati. È stato il caso ad esempio della richiesta di sperimentarsi nella simulazione di colloqui di selezione, emersa dal gruppo dopo la testimonianza di un direttore del personale; è stato anche il caso delle visite in aziende scelte da un lato sulla base degli interessi del gruppo -aziende alimentari (commercializzazione e produzione), dall’altro sulla necessità di conoscere realtà più significative nel tessuto produttivo locale -aziende metalmeccaniche. La particolarità data dalla presenza del medesimo conduttore in questo laboratorio e in quello del cambiamento ha comportato una reciproca commistione di contenuti, concretizzata nell’utilizzare il laboratorio del cambiamento come spazio di rielaborazione -emotiva e cognitiva- dei temi trattati nel laboratorio sul mercato del lavoro. Terminato il laboratorio, il processo di attivazione e responsabilizzazione verso il proprio progetto professionale è stato ulteriormente sollecitato in un percorso di ricerca attiva del lavoro (vedi scheda). Tempi 11 incontri da 3,5 ore ciascuno Metodologie e strumenti Attività individuali - di gruppo Testimonianze Visite Simulazioni Schede - griglie Materiale informativo report sangone 101 Contenuti, attività I incontro Brainstorming su mercato del lavoro: significati, aspettative rispetto al laboratorio Questionario Mercato del lavoro: quiz semiserio per valutare la conoscenza del mercato del lavoro, spunto di partenza per indagare bisogni espliciti e non espliciti Proposte tematiche per gli incontri successivi, suggerimenti, richieste Dalla prima analisi dei bisogni sono emerse molte esigenze: una forte richiesta di conoscere il territorio, le tipologie di aziende, i profili ricercati, i contratti proposti ai lavoratori, le strategie utili per gestire un colloquio e per utilizzare al meglio gli strumenti di ricerca. II incontro Brainstorming Cercare un lavoro è un lavoro… quale? - raccolta delle modalità di ricerca messe in atto sino ad oggi, confronto per valutarne l’efficacia La mappa dei servizi per il lavoro sul territorio: mappatura dei servizi - nome del servizio, tipologia di servizi offerti, orari di apertura, recapiti - attivazione diretta, reperimento delle informazioni mancanti attraverso il telefono, la visita diretta o la ricerca in Internet Focus sugli annunci di lavoro - esperienze di risposta ad annunci, di redazione di annunci Sono stati mappati i servizi informalavoro, il CPI, le agenzie interinali, poco conosciuto il sindacato come soggetto informativo. È emersa diffidenza verso gli annunci, in alcuni casi si è manifestata la difficoltà nel gestire una telefonata o nel comprendere il contenuto dell’annuncio III incontro La costruzione del cv - criteri di redazione, modelli di cv Predisporre le informazioni per scrivere - o farsi scrivere - il proprio CV Il lavoro di ricostruzione della propria storia professionale si è rivelato impegnativo, soprattutto nei casi di esperienze frammentarie, difficilmente riconducibili ad una lettura lineare. IV incontro La gestione del colloquio: racconto delle proprie esperienze di colloquio, individuazione delle domande difficili a cui non si è saputo rispondere, possibili risposte Lavoro di gruppo: redazione di domande da sottoporre all’attenzione del responsabile del personale invitato per l’incontro successivo V incontro Testimonianza: dott. Lanzarotto, responsabile risorse umane di pam -l’intervento 102 progetto perla si è focalizzato su di una visita virtuale in un supermercato Pam, attraverso la descrizione dei singoli reparti, delle figure professionali presenti, dei loro compiti e delle criticità da gestire, delle competenze richieste, degli orari di lavoro Rielaborazione temi emersi report sangone 103 Visita accompagnata in produzione, descrizione del processo produttivo, osservazione delle attività svolte XII incontro Chiusura del laboratorio: rielaborazione e sintesi del percorso L’intervento ha attivato reazioni accese sui temi del rispetto delle regole e dell’organizzazione come soggetto che prescrive comportamenti VI incontro Testimonianza: Umberto Radin, rappresentante sindacale della CGIL, che ha affrontato tematiche relative a: normativa del lavoro, diritti e doveri dei lavoratori, tipologie di contratti prevalentemente proposti dalle aziende sul territorio, informazioni su aziende con manodopera femminile, casi di intervento sindacale Rielaborazione temi emersi L’intervento è stato ricco di stimoli, il gruppo ha riflettuto consapevolmente sulla propria mancanza di attivazione nel ricercare informazioni sui propri diritti e doveri VII incontro Visita in azienda: Siorplast Visita accompagnata in produzione, descrizione del processo produttivo, osservazione delle attività svolte VIII incontro Visita in azienda: Battaglio - commercio all’ingrosso di frutta e verdura Visita accompagnata in magazzino, descrizione dei processi logistici, osservazione delle attività svolte IX incontro Il colloquio: simulazioni con l’intervento di un responsabile dl personale - dott. Sismondi, cooperativa Orso L’intervento ha suscitato interesse e riflessioni costruttive sulle proprie modalità di presentazione in sede di colloquio, le persone si sono rese disponibili ad affrontare la simulazione X incontro Visita presso il Centro per l’impiego di Orbassano: descrizione del servizio domanda/offerta, analisi delle offerte di lavoro ricevute dal Cpi, descrizione del tessuto produttivo e dei profili professionali maggiormente richiesti dalle imprese, descrizione del ruolo di mediazione del centro per l’impiego XI incontro Visita in azienda: Versino Zootecnia - Azienda agricola di trasformazione lattiero casearia Laboratorio Diritto di avere diritti a cura di Miriam La Cava (gruppo B) I incontro Visita alla mostra Pret-a-cliché, stereotipi su misura: donne uomini e parità presso l’atrio della stazione Porta Nuova. L’idea di far visitare questa esposizione alle signore aveva la finalità di stimolare la riflessione sul ruolo delle donne nelle varie epoche storiche e di approfondire il tema dei diritti e dei principali cliché legati alla figura femminile nei vari ambiti (sociale, domestico, lavorativo,...) L’uscire dai luoghi usuali della formazione (l’edificio di Plastlab) ha avuto un effetto positivo sul gruppo. Il clima da gita scolastica e le chiacchiere informali sul pullman hanno favorito la conoscenza reciproca e vi è stato un utile scambio con l’operatore (che incontrava il gruppo per la prima volta vi era stata solo l’opportunità di una veloce conoscenza il giorno precedente) che in quell’occasione ha potuto conoscere le storie personali delle partecipanti. La visita ha assunto un valore aggiunto in quanto uscita, le signore si sono prese del tempo per andare in giro senza sensi di colpa. II incontro (17 febbraio) Recuperarele impressioni rispetto alla mostra Pret-à-cliché facendo emergere eventuali e temi da approfondire Riflettere su cosa sono i diritti Ricostruzione della rete dei servizi raccolta delle esigenze di informazione (cosa non conosco?) Durante il secondo incontro sono state recuperate in plenaria le impressioni che aveva suscitato la mostra. Dopo la visita era stato consegnato alle signore un a scheda con la finalità di raccogliere a caldo le idee per poi elaborarle con il gruppo. Inaspettatamente -era intercorso molto tempo tra i due incontri- sono emerse considerazioni interessanti rispetto alle differenze di genere e ai motivi che incoraggiano tali disuguaglianze. Grazie a tali riflessioni è stato spontaneo il passaggio sui diritti e sulla consapevolezza che l’esercizio di questi diviene possibile nel momento in cui vi è la conoscenza. In questa ottica l’obiettivo (difficile, poiché molte signore provano forti sentimenti di rabbia nei confronti delle istituzioni e spesso lamentano un passato caratterizzato da continue violazioni dei loro diritti) è stato quello di evitare di trattare l’argomento in modo rivendicativo quindi la finalità è stata quella di conoscere non per reclamare o recriminare ma per avere strumenti e riferi- 104 progetto perla report sangone menti per potersi muovere. Obiettivo non secondario è stato quello di far comprendere alle beneficiarie che la negazione di alcuni diritti (che a loro dire erano loro stati tolti e negati) non dipende dalle persone (es. assistente sociale, o impiegato dell’ufficio casa, o dall’avvocato): tutto viene regolato da leggi e sono proprio queste ultime -uguali per tutti- che determinano se e come posso esercitare un mio diritto. Attraverso un lavoro per immagini ciascuna donna ha individuato alcuni diritti che risultavano per lei particolarmente interessanti e divise in due gruppi è stata fatta una mappatura della rete dei servizi conosciuti nei quali è possibile esercitare determinati diritti e delle strutture deputate alla tutela di quest’ultimi. Il lavoro ha poi dato la possibilità di raccogliere le principali esigenze di informazione in modo da poter organizzare, negli incontri successivi, attività finalizzate ad approfondire la conoscenza di alcuni diritti. V incontro (17 marzo) visita al consultorio (incontro con l’ostetrica Malaspina) III incontro (10 marzo) Rilettere sulla violazione dei diritti (lavoro sul passato e sul presente) Riflettere sull’esercizio dei diritti Il tema dell’assistenza costituisce una questione molto sentita che è emersa insistentemente in molti confronti nel gruppo. Si è pensato quindi di invitare una rappresentante dei servizi sociali che avesse un ruolo super partes, che potesse dare spiegazioni e motivazioni riguardo ai diritti in questo campo e soprattutto che potesse fugare i luoghi comuni e le credenze derivanti da esperienze personali negative. L’incontro ha avuto sia la finalità di fare chiarezza sulle possibilità che il servizio sociale offre, sia esplicitare le rigide regole che lo governano. Un ulteriore scopo è stato quello di far superare alle donne l’idea che le assistenti sociali agiscano sulla base di simpatie/antipatie dimostrando che situazioni e condizioni apparentemente uguali sono in realtà personali e a sé stanti e richiedono, quindi, interventi differenziati ma comunque regolati da una normativa chiara e precisa (oltrechè uguale per tutti). Una parte della mattinata poi è stata dedicata alla conoscenza di una associazione che sul territorio di Giaveno dà appoggio e aiuto alle donne in difficoltà (Sole donna). Nell’impossibilità di incontrare un’operatrice della struttura è stato distribuito alle signore del materiale e sono stati dati loro alcuni riferimenti per contattare il Centro. Particolarmente utile per le beneficiarie risulta il fatto di poter conoscere e quindi appropriarsi di spazi che siano punti di riferimento sul territorio e che possano svolgere funzione di sostegno in momenti particolari. L’incontro ha avuto lo scopo di lavorare sull’esercizio e sulla violazione dei diritti. È stata proposta un’attività individuale che voleva far riflettere le signore sulle motivazioni, sugli atteggiamenti e sui comportamenti messi in gioco nell’esperienza passata. Su esplicita richiesta delle donne l’esercizio è stato eseguito in gruppo e oralmente. Lo scambio di esperienze ha dato vita anche ad un animato dibattito sulle strategie di fronteggiamento di alcune difficoltà: le signore si sono scambiate utili informazioni rispetto ad alcuni diritti. Il gruppo ha assunto una funzione informativa: l’incontro è stato trasformato in uno spazio e in un tempo utile per scambiarsi indicazioni. Ogni donna, in qualche modo, ha portato il proprio contributo e ha ricevuto notizie utili e non conosciute. IV incontro (14 marzo) Incontro con il sindaco di Piossasco, avv. Laura Oliviero Le signore avevano espresso l’esigenza (soprattutto dopo la visita alla mostra) di avere maggiori informazioni sulle Pari Opportunità. A tal fine è stata invitata il Sindaco di Piossasco Avv. Laura Oliviero che detiene per il suo Comune la delega sulle pari opportunità. L’incontro è stato molto interessante. Il discorso sulle pari opportunità è stato appena accennato. Il Sindaco si è reso particolarmente disponibile ad ascoltare le richieste delle donne, a dare loro risposte e informazioni varie mettendo in gioco le conoscenze da sindaco e le competenze professionali da avvocato. Gli argomenti quindi hanno spaziato dal diritto alla casa al funzionamento degli uffici comunali (molto interessante è stata l’informazione sulle funzioni dei vari uffici), dal diritto di famiglia ai diritti delle donne. Il riscontro da parte delle beneficiarie è stato estremamente positivo. 105 Durante il primo incontro era emerso fortemente l’interesse per il diritto di prendersi cura di sé. In quest’ottica è stato organizzata una visita al consultorio di Orbassano per informare le signore su tutte le iniziative e le attività che questo servizio offre. L’incontro con l’ostetrica che ha accolto il gruppo e ha fornito spiegazioni e materiale è stato molto positivo; per le signore è stata anche l’occasione per rivolgere domande intime e personali. VI incontro (24 marzo) Incontro con la sig.ra dott.ssa Maria Luisa Occhetti del Consorzio Cidis Sole donna Laboratorio di Genitorialità a cura di Elena Lepore e Carla Carnisio Quando il laboratorio di genitorialità è iniziato (nella seconda settimana di febbraio) le signore inserite nel Progetto Perla (divise in due gruppi che si incontravano uno al mattino e l’altro al pomeriggio), avevano già lavorato sul bilancio di risorse, per cui all’interno di ciascuno dei due gruppi si erano instaurate delle dinamiche di conoscenza e di coesione sia tra le signore stesse sia tra le signore e le rispettive formatrici. Il nostro obiettivo primario quindi è stato creare un clima di fiducia nei nostri confronti, in quanto operatrici nuove che dovevano inserirsi in un contesto già strutturato. 106 progetto perla report sangone Consapevoli del fatto che il laboratorio di genitorialità si sarebbe svolto in due fasi (febbraio/marzo - maggio/novembre), abbiamo impostato il lavoro in questo modo: nella prima fase, più concentrata ed intensa, abbiamo lavorato contemporaneamente sul riconoscimento delle proprie emozioni (per gestirle in modo adeguato soprattutto nei rapporti e nei conflitti con i figli) e sulla consapevolezza del proprio modo di essere figlie, per leggere il proprio modo di essere madri oggi. chiarire alcuni dubbi e di avere precise informazioni sull’argomento, e inoltre ci ha permesso di riflettere sui conflitti che nelle separazioni fanno soffrire i figli, quando i genitori si dimenticano di rispettare i diritti e i bisogni dei bambini e dei ragazzi. Nella seconda fase intendiamo concentrarci sulle modalità di ascolto, di accoglimento, di comprensione delle esigenze e dei problemi dei figli, rivolgendo particolare attenzione alle dinamiche emotive sottese a questi rapporti così intimi e coinvolgenti. Prima fase (febbraio-aprile 2006) Abbiamo scelto di iniziare il laboratorio con la visione di un film che secondo noi poteva aiutare a costruire un clima di solidarietà femminile all’interno dei gruppi, da cui partire per conoscerci e lavorare insieme. Il film scelto è stato Gli anni dei ricordi; alle signore è stato chiesto di guardarlo utilizzando una doppia chiave di lettura: importanza dell’essere amiche fra donne e del fare qualcosa insieme (come la coperta del film) e importanza del fare memoria e del raccontarsi, per sanare le ferite e riconciliarsi col proprio passato. Il film è piaciuto e ha fornito vari spunti di riflessione e di discussione, permettendoci così di conoscere meglio le singole signore e le dinamiche dei due gruppi. A questo punto infatti sono emerse alcune differenze che ci hanno portato a impostare il laboratorio in modo diverso: con il gruppo del mattino, che ci pareva più coeso e più aperto, abbiamo lasciato maggiore spazio al fluire di ricordi ed emozioni; con il gruppo del pomeriggio, che inizialmente ci pareva facesse più fatica a condividere, abbiamo proposto dei giochi di gruppo finalizzati a sviluppare la dimensione ludica che ha creato maggior fiducia reciproca. Sulla base di quanto accaduto nei primi incontri, abbiamo deciso di impostare il laboratorio in itinere, in modo da rispondere alle esigenze delle signore ma soprattutto per accogliere gli stati emotivi del gruppo. Negli incontri successivi abbiamo affrontato il tema dell’ascolto, quello della memoria della famiglia d’origine e quello della nascita dei figli, analizzando i condizionamenti infantili e le aspettative sulla propria vita; la discussione collettiva di questi argomenti aveva lo scopo di favorire una miglior presa di coscienza individuale sul proprio ruolo di donna e di madre. I due incontri finali di questa prima fase hanno avuto come argomento l’educazione dei figli nell’infanzia (espressione dei sentimenti e trasmissione delle regole) e nell’adolescenza (caratteristiche dei ragazzi e stili educativi degli adulti). I due gruppi hanno risposto in modo diverso a queste sollecitazioni: le signore del mattino, probabilmente a causa di una maggiore stanchezza e fatica emotiva nei confronti del progetto in generale e dei singoli laboratori, hanno vissuto meno intensamente le attività proposte; le signore del pomeriggio invece, dopo qualche difficoltà iniziale, hanno accolto con molta partecipazione le tematiche presentate, dimostrando di aver compreso l’importanza e la necessità di sentire le proprie emozioni per tentare di gestirle meglio nei rapporti con i figli. All’interno del laboratorio abbiamo organizzato anche un incontro con l’avvocata Silvia Corsini, civilista esperta in diritto di famiglia, allo scopo di approfondire il nuovo testo di legge riguardante l’affido condiviso; questo ha consentito alle signore di Programma degli incontri Gruppo pomeriggio 107 Lunedì 13 febbraio Visione del film Gli anni dei ricordi Presentazione reciproca Aspettative delle signore Martedì 14 febbraio Discussione sul film Gioco di fiducia Martedì 28 febbraio Regole del gruppo Presentazione delle signore assenti in precedenza Occhio di Polifemo Il romanzo della mia vita Distribuzione e spiegazione griglia sulla famiglia Prendo/lascio Martedì 7 marzo Un personaggio di fantasia Episodio di non-ascolto subìto Spiegazione genogramma Martedì 21 marzo Avvocata Prendo/lascio Martedì 28 marzo Lettura brano Piccolo Principe Brainstorming Scheda sui figli Lavoro sull’infanzia Prendo/lascio Mercoledì 29 marzo Lettura brano Crepet sull’infanzia Lavoro sul genogramma (discussione e disegni) Mercoledì 5 aprile Lettura brano Crepet sull’ascolto Lavoro sull’adolescenza Lavoro sull’oggetto Prendo/lascio 108 progetto perla report sangone Gruppo mattino Giovedì 9 febbraio Presentazione reciproca Aspettative delle signore Giovedì 16 febbraio Visione del film Gli anni dei ricordi Presentazione delle signore assenti in precedenza Prendo/lascio Giovedì 23 febbraio Di che colore mi sento oggi Discussione sul film Distribuzione e spiegazione griglia sulla famiglia Prendo/lascio Giovedì 9 marzo Una cosa bella per me oggi Avvocata Prendo/lascio Giovedì 16 marzo Un personaggio di fantasia Episodio di non-ascolto subìto Spiegazione genogramma Giovedì 23 marzo Il romanzo della mia vita Discussione sul Progetto Perla Martedì 28 marzo Lettura brano Piccolo Principe Brainstorming Scheda sui figli Lavoro sull’infanzia Giovedì 30 marzo Lettura brano Crepet sull’ascolto Lavoro sull’adolescenza Lavoro sull’oggetto SCHEDA SULL’ADOLESCENZA F. Dolto dice «l’adolescente è come un gambero che perde il guscio»: è più fragile, ogni cosa gli lascia un segno. Dagli 11 ai 14 anni si parla di preadolescenza, poi di adolescenza; si dice che l’adolescenza comincia nella biologia e finisce nella cultura (società): infatti inizia con la pubertà, mentre il momento in cui si conclude è legato all’autonomia, alla coerenza e alla responsabilità con cui la persona si rapporta al mondo. La preadolescenza è un periodo di transizione, insicurezza e instabilità, di un grande cambiamento che porta il bambino all’età adulta. 109 Cambiamenti fisici: il corpo del preadolescente dà dei segnali, cambia con importanti ripercussioni psicologiche in quanto provoca nel ragazzo insicurezza, implicando un continuo adattamento ad un cambiamento indipendente dalla propria volontà. Il corpo è utilizzato dalle ragazze come modalità per presentarsi al mondo, mentre i maschi tendono ad essere esibizionisti. Gli adolescenti devono essere rassicurati che quello che succede loro è normale. Cambiamenti intellettivi: passaggio da una fase in cui il bambino faceva operazioni mentali concrete a un’intelligenza di tipo astratto: deve cioè passare dal piano del fare al piano del pensare a ciò che si fa . L’adolescente non solo smette di pensare che il mondo esistente sia l’unico possibile, ma non accetta nemmeno più il modo di spiegare la realtà considerato valido fino a quel momento: e le prime a essere messe in discussione sono le situazioni più familiari. Cambiamenti emotivi: dall’attaccamento al distacco, dalla separazione all’individuazione, ciascuno di noi ha formato la propria personalità con un movimento dipendenza/indipendenza, e l’adolescente alterna ribellione e desiderio dell’adulto. La mente di una persona cresce attraverso la mente di un’altra (il bambino ricava l’immagine di sé da come lo guarda la madre), per cui il distacco dai genitori è sempre una rottura, un lutto che va elaborato: è un processo non facile che si concluderà con l’autonomia. Il criterio per essere adulti è l’indipendenza emotiva I ragazzi che fanno fatica in questo percorso si difendono isolandosi («il mondo è cattivo e io me ne sto chiuso in casa per non affrontarlo») o passando all’atto: sul piano educativo è importante comprendere l’agito e portarlo sul pensato ogni volta che si può, è importante far pensare, perché l’agito è una fuga per non sentire, per fronteggiare l’angoscia; cioè tutto ciò che i ragazzi non riescono a tener dentro, lo buttano fuori agendolo. Gruppo dei pari: il rapporto e il confronto con i coetanei permette all’adolescente di esplorare nuovi spazi e di valutare in modo autonomo, al di là del controllo degli adulti, il proprio comportamento e le proprie scelte. Il gruppo dei pari diventa cioè un laboratorio di socializzazione, dove si sperimentano nuovi modi di rapportarsi con gli altri e si imparano strategie per entrare in contatto con l’ambiente sociale circostante. Non bisogna pensare che la partecipazione dell’adolescente a un gruppo di coetanei provochi inevitabilmente un conflitto in famiglia: infatti famiglia e gruppo di amici possono costituire fonti di sostegno complementari per l’inserimento costruttivo dell’adolescente nel mondo adulto. L’adolescenza non è soltanto un evento critico che riguarda i ragazzi che si avviano a diventare adulti, ma è soprattutto una impresa evolutiva congiunta di genitori e figli, volta a rendere possibile il reciproco distacco senza rotture: per l’adolescente si tratta di costruire la propria autonomia sapendo di poter contare comunque sul sostegno della famiglia da cui si allontana, per i genitori si tratta di accettare la separazione dal figlio riconoscendolo come altro da sé. 110 progetto perla report sangone Accettazione: i genitori devono accettare il figlio per quello che è, valorizzando le qualità che ha senza pretendere di modellarlo a loro immagine. Controllo: i genitori devono guidare il figlio, aiutandolo e stimolandolo nelle scelte che fa. L’adulto deve essere contenitore delle ansie e specchio che rimanda un’immagine integrata, che mette insieme i pezzi dell’immagine frantumata che il ragazzo ha di sé. SCHEDA CHI SONO IO Nome Data e luogo di nascita Studi e professioni Per riprendere il discorso sulle regole, esistono tre tipi principali di stili educativi: I genitori democratici e autorevoli sono quelli che esplicitano le regole che devono essere osservate, spiegano la loro finalità e importanza e sono disponibili alla loro contrattazione. Si pongono come un valido modello di identificazione in quanto stimolano un’indipendenza responsabile, basata sull’accettazione, amore e rispetto dell’altro. I genitori autoritari sono quelli che impongono, senza motivarle, le regole, che non possono essere discusse né tantomeno contrattate. L’atteggiamento impositivo e poco rispettoso delle opinioni e del valore dei figli, della loro responsabilità e individualità, stimola facilmente il loro risentimento e la loro capacità di rivalsa (con conseguente voglia di trasgressione), quando non una rassegnata passività. I genitori egualitari e permissivi tendono invece a non dare regole, a lasciar fare, a concedere ai figli un’eccessiva libertà. Non assumendosi le proprie responsabilità educative, tali genitori causano incertezza e confusione nei figli, sia rispetto alle regole importanti da osservare, sia rispetto alla loro responsabilità. Data e luogo del matrimonio Trasferimenti del nucleo familiare (date e luoghi) Eventuali altre convivenze o matrimoni Eventi significativi (separazioni, malattie,…) SCHEDA I FIGLI Nome Data di nascita Gravidanza Essere genitori autorevoli non significa essere genitori autoritari!!! Parto SCHEDA GENOGRAMMA Allattamento È una specie di albero genealogico limitato alle ultime tre generazioni: questo perché sono quasi sempre tre le generazioni contemporaneamente in vita e tre sono i ruoli (nonno, genitore, figlio) che ciascuno di noi ricopre nell’arco della sua esistenza. È importante pensare che nell’ambito delle generazioni si trasmette un modello di funzionamento perché, guardando la storia della nostra famiglia, ci rendiamo conto del perché i nostri figli funzionano in un certo modo. È importante riflettere su come siamo state come figlie e che modello di madre abbiamo avuto, cosa portiamo con noi dei nostri genitori, come stiamo mettendo insieme gli atteggiamenti di figlia con quelli di madre. Recuperare le nostre emozioni può significare recuperare noi stesse e la nostra storia, che a sua volta è il prodotto di tutte le generazioni che ci hanno preceduto. Svezzamento Figure di riferimento vicine durante la gravidanza e i primi mesi Quando ha iniziato a parlare Quando ha iniziato a camminare Controllo sfinterico Scuole frequentate e notizie relative all’inserimento Malattie infantili, operazioni, ricoveri ospedalieri Problemi del sonno Socialità del bambino 111 112 progetto perla report sangone SCHEDA I NONNI Ricerca Attiva del lavoro a cura di Concetta Capello e Barbara Faussone (gruppi B e C) Nonno paterno Nome Data e luogo di nascita (e morte) Studi e professioni Note o ricordi significativi Nonna paterna Nome Data e luogo di nascita (e morte) Studi e professioni Note o ricordi significativi Zii o zie paterni che hanno avuto un ruolo significativo Nonno materno Nome Data e luogo di nascita (e morte) Studi e professioni Note o ricordi significativi Nonna materna Nome Data e luogo di nascita (e morte) Studi e professioni Note o ricordi significativi Zii o zie materni che hanno avuto un ruolo significativo 113 Il processo di attivazione e responsabilizzazione delle partecipanti verso il proprio progetto professionale, iniziato con il laboratorio sul mercato del lavoro, è proseguito con un percorso di ricerca attiva del lavoro. Il percorso è stato pensato per entrambe i gruppi come un intervento mirato all’attivazione individuale su specifiche esigenze, discusse con le singole partecipanti. Il primo incontro, svolto in aula, si è focalizzato sull’utilizzo di Internet per la ricerca di informazioni sul mercato del lavoro locale e, più in generale, sulla ricerca di informazioni relative ai servizi sul territorio. Le partecipanti sono state invitate a navigare sul sito del proprio comune di residenza, sono state guidate alla ricerca di informazioni specifiche (ad esempio offerte di lavoro dal centri per l’impiego), all’utilizzo dei motori di ricerca, alla ricerca di informazioni su aziende. L’attività di ricerca ha prodotto alcuni risultati, sono state intercettate alcune offerte di lavoro, che, a seconda dei casi, sono state gestite dagli operatori di Perla o dalle partecipanti stesse nei momenti successivi della ricerca attiva. Al termine dell’incontro, sono state definite con ciascuna partecipante una o più azioni di ricerca successiva, da svolgersi con il supporto di un operatrice di Assot, che si è resa disponibile per supportare le partecipanti. Le attività richieste all’operatrice dalle partecipanti sono state: Redazione del CV, con le informazioni elaborate durante il laboratorio sul mercato del lavoro Analisi di offerte sui giornali Telefonata a seguito di un’offerta letta sul giornale o trovata su Internet, invio del CV Richiesta di liste di aziende target a cui inviare il proprio CV telefonata presso aziende per proporre la propria candidatura Altre azioni di ricerca attiva delle partecipanti sono state: Visita alla biblioteca comunale per l’utilizzo di Internet Visita presso le agenzie di formazione professionale per raccogliere informazioni sui corsi Il secondo e ultimo incontro è stato un incontro di verifica e confronto delle attività svolte dalle partecipanti. TEST DI VALUTAZIONE DEL PERCORSO Questo test è stato presentato e compilato da tutte le partecipanti nell'assemblea plenaria del 19 aprile. Verrà riproposto in più ocacsioni durante il progetto Perla. Prova a ricordare il periodo in cui hai fatto il colloquio di selezione per poter partecipare a Perla, in quel periodo come ti sentivi e come ti comportavi con te stessa indicalo con il punteggio più adatto. 114 progetto perla 0 1 report sangone 2 3 4 5 Non sono per niente d’accordo che questa frase descriveva il mio modo di comportarmi 6 Sono del tutto d’accordo che questa frase descriveva il mio modo di comportarmi Annerisci l’appropriato numero per ogni risposta 01. Mi lasciavo andare e facevo quello che mi sentivo senza preoccuparmi troppo o senza pensarci 02. Non mi accettavo e mi facevo del male senza occuparmi di ciò che poteva accadere 0 0 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 115 12. Anche quando ero in coppia o in gruppo riuscivo a mantenere la mia individualità 0 1 2 3 4 5 6 13. Per essere tranquilla avevo bisogno di controllare gli altri (partner, figli, ecc) 0 1 2 3 4 5 6 14. Lasciavo liberi gli altri di fare le proprie scelte, anche di sbagliare 0 1 2 3 4 5 6 15. Accettavo che i miei figli avessero una visione del mondo differente dalla mia 0 1 2 3 4 5 6 16. Accettavo che il mio partner avesse interessi e attività che non mi coinvolgevano 0 1 2 3 4 5 6 0 1 2 3 4 5 6 6 6 03. Mi davo da fare per procurarmi ciò che mi serviva, per badare a me stessa e crescere 0 1 2 3 4 5 6 17. Dovevo sempre dire la mia sui comportamenti e le scelte degli altri (figli, partner, amici) 04. Mi accettavo così come ero, consapevole dei miei pregi e dei miei difetti 0 1 2 3 4 5 6 18. Credevo che una buona madre dovesse conoscere i segreti dei propri figli 0 1 2 3 4 5 6 05. Mi trascuravo sconsideratamente e a volte non ci stavo con la testa 0 1 2 3 4 5 6 19. Spesso mi scoprivo aggressiva con gli altri e nelle situazioni di conflitto tendevo ad attaccare 0 1 2 3 4 5 6 20. Mi capitava spesso di provare rabbia verso alcune persone 0 1 2 3 4 5 6 21. Mi offrivo volentieri per dare una mano agli altri 0 1 2 3 4 5 6 06. Mi punivo rimproverandomi e sminuendomi 07. Lasciavo che fossero gli altri a scegliere per me 0 0 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 08. Anche se non ero d’accordo con quello che gli altri dicevano e decidevano per il quieto vivere non esprimevo il mio parere 0 1 2 3 4 5 6 22. Le esperienze negative mi avevano resa dura e ostile 0 1 2 3 4 5 6 09. Preferivo seguire gli altri, anziché essere io a guidare 0 1 2 3 4 5 6 23. Pensavo che la capacità di accogliere e amare gli altri siano qualità preziose 0 1 2 3 4 5 6 24. Mi preoccupavo del benessere fisico e psichico delle persone che mi erano care 0 1 2 3 4 5 6 25. Spesso non mi rendevo conto delle reazionche suscitava negli altri il mio comportamento 0 1 2 3 4 5 6 10. Ero in grado di negoziare (scendere a compromessi) rispetto a un mio pensiero o posizione 11. Generalmente non mi facevo influenzare dalle opinioni e i giudizi degli altri 0 0 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 116 progetto perla 26. Il dolore degli altri mi coinvolgeva emotivamente 0 1 2 3 4 5 6 27. Spesso mi ritrovavo arrabbiata senza sapere esattamente come 0 1 2 3 4 5 6 28. Conoscevo i miei punti deboli e sapevo riconoscere le variazioni di umore in me 0 1 2 3 4 5 6 29. Non riuscivo a gestire le emozioni negative (rabbia, paura, disgusto…) e reagivo di impulso 0 1 2 3 4 5 6 30. Ero in grado di capire che cosa mi provocava malessere e di affrontare la situazione almeno interiormente 0 1 2 3 4 5 6 118 progetto perla Report Pinerolo Nel mese di marzo si sono concluse le prime attività di laboratorio, i laboratori su mercato del lavoro, su il diritto di avere diritti e sul cambiamento si sono conclusi mentre i laboratori su genitorialità, automonitoraggio e spazio aperto prevederanno ancora degli incontri nel corso delle attività dei mesi successivi. Il primo periodo di attività dei laboratori ha dato l’opportunità alle donne di sperimentare, attraverso alcune proposte di lavoro, momenti di riflessione rispetto al loro percorso personale di formazione e lavoro. Si è ritenuto importante partire dall’immagine che la lavoratrice ha di se stessa rispetto al proprio vissuto personale, professionale e formativo. Sono state realizzate delle attività proposte in gruppo (le donne erano suddivise in due gruppi per problemi di orario, un gruppo al mattino ed uno al pomeriggio) ma molta attenzione è stata data alla dimensione individuale di ogni singola donna proprio perché si è partiti dal presupposto che ogni persona ha differenti modi e gradi di elaborazione delle rappresentazioni professionali, della conoscenza di sé, della ricerca d’informazione, dell’elaborazione di una decisione e della pianificazione di un progetto. L’obiettivo del percorso proposto era rendere attiva la donna in modo da trasformarla in protagonista delle sue scelte, motivandola, guidandola e sostenendola in questa attività di costruzione di un progetto professionale. La realizzazione di questo obiettivo è possibile solo coinvolgendo molto la donna rispetto alla sua esperienza personale (sia essa positiva o negativa), aiutandola a capitalizzare le esperienze favorevoli e ad elaborare quelle negative. Far si che le donne divengano loro stesse protagoniste del proprio avvenire. Nel mese di aprile, successivamente ai laboratori, sono stati realizzati degli incontri individuali con tutte le donne finalizzati ad una valutazione dell’esperienza fatta e sono state realizzate delle azioni mirate alla riprogettazione del proprio percorso formativo e dell’inserimento lavorativo. Contestualmente sono state avviate delle attività a piccoli gruppi mirate ad azioni di ricerca lavoro. L’obiettivo era quello di attivare le donne rispetto alla ricerca delle risorse lavorative (ricerca aziende) renderle partecipi delle attività di contatto con le report pinerolo 119 aziende facendo con loro un’azione di mediazione tra i propri obiettivi professionali e i propri tempi lavoro. Queste attività sono state realizzate con la presenza di un operatrice che aveva un ruolo di regia e di monitoraggio, a supporto per le eventuali problematicità che potevano presentarsi. Questa azione è stata particolarmente interessante perché: Ha permesso di chiarire in modo molto esplicito alcuni vincoli (distanze tra casa e luogo di lavoro, orario di lavoro, …) che le donne pongono rispetto all’obiettivo occupazionale che nel corso delle attività di laboratorio non erano emerse nella loro importanza Ha evidenziato quanto sia importante, rispetto alla ricerca del lavoro, assumere un ruolo attivo, attivare concretamente tutte le azioni necessarie per la ricerca di un occupazione È emerso in modo evidente quanto sia importante sentirsi parte di un gruppo che, in questa situazione, ha assunto un ruolo positivo di stimolo e confronto. Attraverso questa attività sono stati presi contatti con alcune imprese che potrebbero divenire importanti risorse per i prossimi inserimenti in tirocinio formativo. Con il mese di maggio sono state avviate le azioni formative. I percorsi formativi sono stati progettati sulla base delle indicazioni date dalle donne nel corso delle attività, sia rispetto ai loro interessi personali in relazione al loro percorso scolastico e formativo, sia rispetto agli ambiti rispetto ai quali si sta lavorando per individuare le risorse occupazionali. Attualmente tutte le donne, suddivise in due gruppi (uno al mattino e uno al pomeriggio) stanno frequentando un modulo formativo finalizzato all’acquisizione di alcune competenze trasversali che si sono ritenute necessarie per l’inserimento lavorativo di tutte le donne partecipanti al progetto. Successivamente, a partire dal mese di giugno sarà attivata una formazione di tipo più specialistico alla quale le donne parteciperanno sulla base dei loro interessi (informatica di base, contabilità e amministrazione, access, lingua inglese base, lingua inglese specialistica, ristorazione, attività commerciale, aree verdi e giardinaggio). Le attività formative si realizzano sul territorio pinerolese, parte a Pinerolo e parte a Villar Perosa. Inizialmente le donne hanno posto alcune resistenze rispetto al fatto di doversi spostare sul territorio per partecipare alle attività formative. Si è lavorato con le donne per spiegare che questo era importante perché permetteva loro (fuori da un rapporto di lavoro) di sperimentarsi da un punto di vista organizzativo in quanto sarà molto probabile che le risorse lavorative che noi troveremo per loro non saranno, molto probabilmente, presso il loro comune di residenza. Quindi, lavorare vorrà dire, quasi sicuramente, spostarsi sul territorio e organizzarsi la gestione della famiglia. Rispetto alla ricerca delle aziende presso cui inserire le donne al lavoro sono stati presi contatti diretti con alcune aziende sulla base di conoscenze da parte degli opera- 120 progetto perla report pinerolo tori. Sono stati realizzati anche alcuni incontri con consulenti del lavoro e studi commercialistici del pinerolese affinchè loro potessere fungere da informatori rispetto all’iniziativa progettuale nei confronti dei loro clienti. Abbiamo dato ai vari studi un prospetto riepilogativo di tutte le donne inserite nel progetto, ovviamente eliminando i dati personali nel rispetto della normativa sulla privacy, ma contenente tutte le indicazioni necessarie rispetto al lavoro (titolo di studio, esperienze lavorative, interessi e disponibilità ed eventuali incentivi all’assunzione). Questi incontri con i consulenti stanno cominciando ad attivare alcuni contatti con alcune imprese interessate a fare dei colloqui con le donne coinvolte nel progetto. Nelle prossime settimane faremo anche comparire un articolo di presentazione del progetto sul giornale locale che dovrebbe fungere da ulteriore strumento informativo nei confronti delle aziende in modo che le imprese leggendo l’articolo possano poi rivolgersi ai propri consulenti per informazioni più dettagliate. deri, i dubbi, le paure. A partire dalla richiesta verbalizzata dalle donne di non mettere in gioco vissuti troppo intimi e personali, si è deciso di impostare un’attività che potesse essere percepita come un terreno neutro e che favorisse l’instaurarsi nel gruppo di un clima disteso e collaborativo. Sono stati introdotti dall’operatrice i concetti di famiglia allargata e famiglia nucleare e sono stati analizzati i cambiamenti che questa trasformazione ha portato in termini modelli educativi di riferimento. Il coinvolgimento delle donne nell’attività e stato graduale: si è passati da una posizione difensiva iniziale nella quale si percepiva una certa difficoltà nel verbalizzare il proprio punto di vista e le proprie opinioni, ad una posizione maggiormente distesa e rilassata che ha visto le donne protagoniste attive nella discussione; in alcuni frangenti sono state anche descritte esperienze relative al proprio vissuto personale. IL PROGRAMMA DEI LABORATORI Laboratorio Genitorialità I incontro Obiettivi Presentazione delle attività proposte nel laboratorio sulla genitorialità Attività realizzate Nella prima parte dell’incontro sono stati discussi i contenuti e le finalità del laboratorio sulla genitorialità, anche in riferimento all’attività che si sta portando avanti negli altri laboratori. Le donne hanno riconosciuto da subito l’utilità del fermarsi a riflettere su tematiche che chiamano in causa il loro essere madri e che condizionano profondamente la loro vita. Il miglioramento del loro rapporto con i figli avrà, delle inevitabili influenze positive sulle loro scelte lavorative e professionali, in termini di organizzazione e disponibilità di spazi e tempi (non solo fisici, ma anche mentali). «Se mi organizzo meglio con mia figlia, se parliamo di più forse riesco a lavorare meglio e a fare di più» L’atteggiamento delle donne è parso a tratti ambivalente: da un alto è emerso il desiderio forte di confrontarsi e approfondire una serie di argomenti inerti la genitorialità-maternità, dall’altro è emersa la paura di mettersi in gioco, di condividere vissuti ed emozioni legate alle loro esperienze di figlie e di madri. II incontro Obiettivi Favorire l’emergere di un clima di ascolto e di collaborazione all’interno del gruppo Attività realizzate Sono state riprese le riflessioni principali emerse nell’incontro precedente: i desi- 121 III incontro Obiettivi Valorizzare le competenze e le abilità genitoriali agite nel rapporto con i figli Attività realizzate Nel corso dell’incontro è stato proposto un lavoro in piccoli gruppi; le donne dovevano riflettere e discutere su una serie di punti proposti dell’operatore: Identificare una serie di situazioni che nel rapporto quotidiano con i loro figli suscitano in loro gioia e soddisfazione e, allo stesso tempo, identificare una serie di situazioni che loro vivono come problematiche Dopo questo primo momento di confronto in piccoli gruppi, le osservazioni emerse sono state discusse in plenaria. Le donne hanno partecipato attivamente all’attività: in alcuni momenti si è rivelato difficile contenere e arginare la loro voglia di dire e raccontare le loro esperienze di madri, le loro gioie e le loro difficoltà. Le donne che al momento non sono ancora madri hanno offerto interessanti spunti di riflessione ponendosi nel discorso dal punto di vista di figlie. Inoltre, è stato possibile osservare e confrontare le problematiche che donne con figli apparenti a diverse età devono affrontare e le strategie che adottano per risolvere e gestire gli ostacoli. In particolare, è emersa la fatica nell’organizzare i tempi e le modalità della relazione con figli («non c’è mai basta tempo»), la difficoltà nel comprendere i loro bisogni e le loro esigenze. La soddisfazione maggiore è l’avere imparato poco per volta il mestiere di madri e l’essere riuscite ad impostare con i loro figli un rapporto sereno, basato sul dialogo e il confronto-rispetto reciproco. IV incontro Obiettivi Approfondimento della tematica relativa alla conciliazione fra tempi di vita familiare e vita lavorativa attraverso la partecipazione ad un incontro con l’assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Torino (prof.ssa Aurora Tesio) 122 progetto perla Attività realizzate L’incontro con l’assessore è stato preceduto da un momento di discussione collettiva all’interno del quale sono stati approfonditi i concetti principali inerenti il tema in oggetto: che cosa si intende per conciliazione, quali sono i principali strumenti di conciliazione, i vantaggi della conciliazione… Le donne hanno partecipato attivamente alla discussione, portando il loro contributo in termini di opinioni ed esperienze personali. In particolare, è emersa la fatica del sostenere da sole il ruolo genitoriale all’interno di una società dove essere madri è percepito molte volte come un impedimento, piuttosto che come un valore aggiunto. Le donne hanno atteso con curiosità l’inizio dell’incontro, preparandosi alcune domande relative alle opportunità offerte dal territorio in tema di conciliazione. Durante l’incontro sono stati toccati vari aspetti: la situazione europea in materia di pari opportunità e conciliazione, con particolare riferimento agli ultimi dati provenienti da diverse zone del territorio italiano, la trasformazione della famiglia e del ruolo genitoriale che si è verificata negli ultimi decenni, la difficoltà che permane ancora oggi rispetto ad una reale condivisione delle responsabilità familiari… Il coinvolgimento delle donne è stato molto elevato: hanno dimostrato un grande interesse, confermato dalla richiesta verbalizzata alle operatrici di approfondire e dettagliare meglio alcuni argomenti trattati. V incontro Obiettivi Confronto con le altre donne su tematiche inerenti la maternità e la funzione genitoriale Attività realizzate Nel corso di questo incontro è stato proposto alle donne un lavoro da svolgere inizialmente in due piccoli gruppi separati per poi tornare a formare un gruppo unico e discutere insieme quanto emerso. I temi su cui riflettere sono stai due: Come si diventa madri Le funzioni di una madre e della coppia genitoriale Per ciascun tema i due gruppi hanno avuto tempo per discutere tra loro e mettere insieme le singole opinioni, anche contrastanti, per giungere ad una definizione comune che però tenesse conto di tutti i pareri espressi. Questa è indubbiamente stata la difficoltà maggiore con cui i due gruppi si sono scontrati, che però non ha impedito di giungere ad una definizione soddisfacente per tutte. La partecipazione delle donne all’attività proposta si è mantenuta alta e costante; le donne hanno partecipato in modo attivo portando spunti di riflessione dal racconto delle loro esperienze personali. Questo laboratorio ha visto un coinvolgimento progressivo delle donne: a partire da un’iniziale diffidenza verso l’espressione delle proprie esperienze e dei propri vissuti personali inerenti il tema in oggetto, le donne hanno acquisito maggiore sicurezza scegliendo di partecipare attivamente e, in alcuni casi, riportando racconti e percorsi individuali molto difficili e intensi. report pinerolo 123 VI incontro Obiettivi Favorire l’ascolto e l’immedesimazione nel punto di vista dell’altro: i figli Attività realizzate Sono stati ripresi e riassunti i contenuti principali emersi dalla riflessione svolta nell’ incontro precedente; si è quindi stabilito di cambiare prospettiva e provare a valutare la funzione genitoriale dal punto di vista dei figli: come ci vedono loro in quanto genitori rispetto alle cose che facciamo e diciamo. Gli strumenti di lavoro utilizzati sono stati giochi di ruolo e simulate che hanno consentito di prendere in considerazione il punto di vista dell’altro (nel nostro caso i figli) all’interno di situazioni psico-sociali stabilite. Un momento di riflessione collettiva ha chiuso ogni simulata: in particolare si è valutato il modo in cui probabilmente l’altra persona si è sentita, le emozioni che ha provato… attraverso la messa in comune delle sensazioni percepite da chi durante il gioco ha interpretato quella specifica parte. Tutte le donne sono state d’accordo nel riconoscere le situazioni di confusione legate alla separazione: la difficoltà dei bambini nell’individuare punti di riferimenti stabili e la difficoltà nel trasmettere regole comuni da far rispettare. Laboratorio sul Cambiamento I incontro Obiettivi Presentazione del laboratorio (contenuti e finalità) Collegamenti fra Laboratorio sul cambiamento e attività proposta negli altri laboratori Brainstorming sul cambiamento; individuazione delle diversi fasi che caratterizzano un processo di cambiamento Attività realizzate Nella prima parte nell’incontro è stato realizzato un momento introduttivo di presentazione generale del Laboratorio sul cambiamento in termini di contenuti, obiettivi e finalità che si intendono perseguire. È stato inoltre effettuato un collegamento con le attività proposte nei diversi laboratori, in modo da ricostruire attivamente con le donne il significato complessivo del percorso che hanno intrapreso (un processo di crescita personale e non solo professionale, che richiede da parte loro impegno e collaborazione attiva). Nella seconda parte dell’incontro è stato dato avvio al Laboratorio vero e proprio, stimolando le partecipanti ad un attività di brainstorming legata alla parola cambiamento (esplicitare qualunque cosa venga in mente pensando a questa parola). Successivamente si è preceduto ad una valutazione condivisa delle diverse fasi che compongono un processo di cambiamento. 124 progetto perla II incontro Obiettivi Individuare le rappresentazioni e le immagini prevalenti legate al cambiamento Attività realizzate Alle donne è stato chiesto di visualizzare alcune immagini legate alla loro idea di cambiamento e di rappresentarle in forma di disegno su un foglio bianco. La possibilità di utilizzare come strumento di lavoro la rappresentazione grafica ha consentito di scavalcare una serie di difese insite nella verbalizzazione e di favorire uno scambio comunicativo più profondo. Ogni donna ha successivamente illustrato, in un momento di confronto collettivo, il contenuto della sua rappresentazione e il collegamento con ciò che percepisce come cambiamento. Nella discussione di gruppo le donne hanno riportato molti collegamenti fra i contenuti e le modalità espressive del disegno ed eventi-episodi della loro vita che hanno contribuito all’identificazione del cambiamento come qualcosa di prevalentemente negativo e rischioso. Le donne sembrano percepire il cambiamento come qualcosa di esterno a sé, fuori dal loro controllo attivo; emerge, dunque, la difficoltà di pensarsi come protagoniste attive di un cambiamento agito piuttosto che subito. III incontro Obiettivi Consentire alle donne di percepire il cambiamento come un elemento dinamico, in continua evoluzione Favorire l’emerge di nuove modalità attraverso le quali guardare a se stesse e immaginare i propri cambiamenti Attività realizzate Inizialmente è stato ripreso il lavoro effettuato nell’incontro precedente riassumendo le immagini e le rappresentazioni prevalenti emerse nel corso del confronto di gruppo. Per cercare allargare il discorso sganciandosi da una visione del cambiamento come qualcosa legato prevalentemente alla loro vita passata è stata proposta una scheda che le donne hanno compilato e che è stata presa come elemento di spunto per la discussione successiva. Cambiamento… e Passato Identificazione dei cambiamenti più rilevanti messi in atto Cambiamento e… Futuro Identificazione dei cambiamenti desiderati e valutazione della loro effettiva possibilità di realizzazione Modalità attraverso le quali è possibile agire questi cambiamenti Rispetto al collegamento fra cambiamento e prospettive legate al futuro sono emersi i seguenti elementi di riflessione: Difficoltà di staccarsi e prendere le distanze dagli influssi negativi del passato report pinerolo 125 Necessità di recuperare il tempo perso in precedenza Difficoltà nell’individuazione di precisi obiettivi, sia personali, sia professionali a cui aspirare Necessità di dare avvio ad una spirale positiva di cambiamenti (un cambiamento è legato all’altro) Motivazione e impegno nel cercare di migliorare la situazione di vita attuale IV incontro Obiettivi Favorire la presa di coscienza dei propri punti di forza e i propri punti di debolezza e di come queste caratteristiche personali possono incidere nella messa in atto di azioni attive di cambiamento Attività realizzate Per cercare di contestualizzare in modo chiaro l’attività è stato proposto il racconto di un caso nel quale veniva presentata la storia di un donna e le sue difficoltà nel fronteggiare alcune situazioni problematiche. A partire dalla lettura di questo caso è stato stimolato da parte dell’operatore un lavoro di riflessione di gruppo che ha preso in considerazione i seguenti punti: Modalità e schemi peculiari di fronteggiamento delle situazioni Caratteristiche personali che possono favorire o inibire la messa in atto di un processo positivo di cambiamento La paura legata al cambiamento Il cambiamento nelle diversi fasi della vita In particolare ci si è focalizzati sulla difficoltà del cambiare in relazione a atteggiamenti e modi di fare personali che possono rendere maggiormente difficoltoso questo processo (resistenze interne al cambiamento). Successivamente sono stati realizzati alcuni giochi di ruolo interattivi dove le donne hanno avuto la possibilità di confontarsi e di scambiarsi reciprocamente opinioni su quelle che esternamente possono essere indentificate come le proprie caratteristiche positive e negative, in un’ottica di miglioramento di alcuni aspetti di sé. Le donne hanno partecipato in modo attivo e collaborativo a questa attività, confrontandosi e scambiandosi reciprocamente consigli e punti di vista. V incontro Obiettivi Individuare le modalità che ciascuna donna mette in atto di fronte ad eventi e situazioni che implicano un processo di cambiamento Identificare possibili strategie di azione alternative, più funzionali al raggiungimento degli obiettivi desiderati 126 progetto perla report pinerolo Attività realizzate È stato chiesto a ciascuna donna di individuare un’esperienza di cambiamento particolarmente significativa (analisi di un proprio cambiamento) e focalizzare la propria attenzione sui seguenti aspetti: Descrizione degli aspetti salienti della situazione Processi decisionali messi in atto Caratteristiche personali e comportamenti agiti Le conseguenze del cambiamento Attività realizzate Le donne sono state invitate a trascrivere tre cambiamenti che, in ordine di importanza, desidererebbero attuare e a condividerli in gruppo . La discussione successiva si è incentrata su alcuni aspetti connessi ai desideri da loro espressi; in particolare: I comportamenti che dovrebbero mettere in atto per attuare questi cambiamenti I tempi entro i quali vorrebbero raggiungere questi obiettivi Le conseguenze del cambiamento: i miglioramenti che questi cambiamenti potrebbero portare nella loro vita. A partire dalla discussione di gruppo sulle diverse situazioni descritte e analizzate dalle donne, si è effettato un lavoro di valutazione e riflessione sugli atteggiamenti e comportamenti messi in campo. Successivamente, a seguito di una breve spiegazione delle principali modalità comportamentali (comportamento passivo, aggressivo e assertivo) si sono rilette le esperienze appena descritte cercando di individuare strategie di analisi e fronteggiamento delle situazioni maggiormente costruttive rispetto a quelle attuate, anche in funzione della valutazione delle conseguenze prodotte dal cambiamento. Le donne hanno partecipato attivamente e questa attività, riportando, però, una certa diffoltà nel condividere con il gruppo esperienze dolorose non ancora del tutto metabolizzate. Quasi tutte le donne hanno individuato senza difficoltà i tre cambiamenti e li hanno ordinarli in ordine di importanza attribuendo una sorta di priorità; maggiori problemi sono invece emersi nella fase di individuazione delle strategie di azione e nella definizione dei tempi utili per il cambiamento. VI incontro Obiettivi La motivazione al cambiamento: identificazione delle diverse variabili che ci spingono a mettere in atto un processo di cambiamento Attività realizzate Sono state nuovamente prese in esame le esperienze di cambiamento identificate nell’incontro precedente ed è stata data, attraverso la discussione in gruppo, una nuova lettura di queste situazioni dal punto di vista delle motivazioni che hanno spinto le donne ad intraprende il processo di cambiamento. Alcune donne si sono riconosciute come protagoniste attive di questo cambiamento, mentre altre hanno identificato un ruolo maggiormente passivo («mi sono sentita più che altro trasportata dagli eventi»): sono state, quindi, discusse e approfondite le differenze presenti fra un cambiamento agito in modo attivo e un cambiamento subito in modo passivo. Un ruolo importante nel condizionare la modalità di azione nelle diverse situazioni è stato attribuito all’influenza esercitata dalle persone esterne. VII incontro Obiettivi Identificare i cambiamenti che le donne desiderano mettere in atto e individuare i comportamenti necessari per poterli realizzare 127 VIII incontro Obiettivi Ampliare e approfondire punti di collegamento fra cambiamento individuale e inserimento nel MdL Attività realizzate Nel corso di questo ultimo incontro sono stati ripresi e riepilogati i principali contenuti emersi nei laboratori di cambiamento e MdL. Le donne hanno descritto il loro modo di immaginare e visualizzare il proprio futuro personale e professionale e, in particolare, si sono soffermate a riflettere sulle risorse e potenzialità individuali necessarie per fronteggiare un inserimento nel MdL. Successivamente il discorso si è concentrato sugli eventuali cambiamenti, in termini di atteggiamenti - modi di fare modi di presentarsi, che possono favorire e agevolare il loro ingresso nel MdL. Inizialmente le donne hanno espresso una posizione di difesa, attribuendo principalmente a fattori esterni le loro difficoltà di inserimento; in particolare, è emersa la fatica nel prendere le distanze da una serie di vissuti negativi (rabbia, frustrazione…) derivati da precedenti esperienze di rifiuto e espulsione dal MdL, vissuti che in alcuni casi sembrano assorbirle completamente. Progressivamente si è cercato di focalizzare l’attenzione sui punti di forza e sulle qualità personali che è possibile potenziare nell’ottica di un processo di cambiamento che implica un costante miglioramento di sé. Laboratorio di Automonitoraggio e Spazio aperto Attività di arte terapia. A cura di Anna Borio Presentazione dell’esperienza Tutti i laboratori hanno lo scopo di mettere le partecipanti nella condizione di soffermarsi, riflettere, porre attenzione, attraverso il fare, la relazione con il conduttore e il gruppo, al proprio sentire, alle proprie emozioni relative al percorso di cambiamento che stanno facendo. 128 progetto perla report pinerolo I incontro Tema Utilizzando la metafora del percorso formativo, visto come un viaggio… per partire da un posto per arrivare ad un posto diverso, propongo l’uso delle scatole che possiamo immaginare come valigie, contenitori che ci portiamo per percorrere al meglio questo viaggio. La scatola è uno strumento che permette anche di avere la percezione di un dentro. Obiettivo Mettere a fuoco l’immagine di sé, dare immagine e poi riflettere a vari aspetti di sé, anche a quelli che ci possono creare più problemi e che, a volte, viviamo come problematici. Obiettivo Fare una prima esperienza per permettere alle partecipanti di provare ad esprimersi attraverso una modalità non verbale, connettersi con vissuti, emozioni, ricordi relativi al percorso che stanno facendo, a se stesse in relazione all’esperienza del lavoro, mettersi in contatto con la propria creatività. Durante questo primo incontro, questa modalità espressiva che parte da un linguaggio non verbale per poi vedere, capire quello che è stato espresso suscita interesse, ma solleva, come ci si doveva aspettare, anche molte difese, alcune persone sollevano riserve e resistenze rispetto al lavoro proposto. Nella misura in cui queste sono state rispettate, nessuno è obbligato a parlare o ad esprimere contenuti che ritiene troppo personali, l’esperienza ha potuto trovare una sua continuità e diventare un utile strumento. In sintesi il primo incontro è stato utile per far sì che ci si rendesse conto che, in qualunque situazione, non possiamo non considerare il nostro vissuto emotivo che determina il nostro comportamento nel bene e nel male. II incontro Tema Mettere nelle valigie le nostre risorse, quello che riteniamo più utile ed importante per questo viaggio di cambiamento. Obiettivo Dare immagine, veder, comprendere le proprie risorse, sia quelle emotive sia quelle pratiche. Tra le principali risorse 01. I figli sono la molla che ci fa avere voglia di migliorare 02. L’energia, la capacità di rimanere vive e non lasciarsi andare: la vita, la bellezza può anche essere trovata in cose semplici, non dobbiamo sentirci nell’impossibilità di trovare la bellezza poiché ci sentiamo umiliate dal fatto di non avere grandi possibilità economiche 03. Vicinanza, somiglianza tra noi, amicizia e solidarietà III incontro Tema Il simbolo di sé 129 Alcune riescono a cogliere diversi aspetti di sé e a parlarne, a riflettere su alcuni diversi aspetti della propria personalità . Quasi tutte riescono a fare delle immagini che si riferiscono a proprie capacità, desideri sogni che rappresentano il tipo di professione che ognuno vorrebbe fare… ritrovano la propria capacità creativa... alcune riescono a riferire ad una buona risorsa per la vita la capacità di superare piccoli ostacoli (così come nel lavoro pratico proposto). IV incontro Tema Fai un’immagine che rappresenti un momento particolarmente difficile in esperienze lavorative precedenti. Obiettivo Cercare di superare un momento doloroso del passato riferito ad una situazione lavorativa e cominciare a rifletter sulla necessità di difendersi e di ritenere di avere dei diritti 01. Difficoltà emerse: persone con problemi di salute che hanno sofferto della poca attenzione rispetto al loro problema , poca riservatezza … certezza di non essere volute. 02. Delusione rispetto alla poca affidabilità incontrata rispetto al lavoro… promesse non mantenute. 03. Disprezzo delle proprie competenze 04. Difficoltà ad orientasi nella giungla del mondo del lavoro per chi si trova alla prima esperienza 05. Grosse difficoltà a mantenere una giusta distanza dalla famiglia di origine quando, come per le signore in questione, si ha bisogno dei genitori data la propria situazione di vita. V incontro Tema Disfare per ricostruire. Strappa della carta in un contenitore e poi, a piccoli gruppi, con quegli stessi pezzi di carta, create un’opera di gruppo. Obiettivo Riflettere sull’esperienza di riprogettarsi utilizzando anche le esperienze del passato, possibilità di utilizzare come supporto il rapporto con altri, creare dei legami. 130 progetto perla report pinerolo Il lavoro è vissuto come divertente, finalmente alla V seduta quasi tutte le donne riescono a vivere gli incontri di arte terapia in modo abbastanza rilassato e a coglierne anche gli aspetti più piacevoli, mettendosi così nelle migliori condizioni di riflettere sulle proprie emozioni e sulla propria vita in modo produttivo. Con alcune persone incontro la difficoltà di trovare un equilibrio tra il dire troppo di sé e poi pentirsi e non dire nulla… vi sono resistenze e difficoltà rese esplicite a parlare di sé di fronte al gruppo. Attività esperienziale di psicomotricità a cura di Annalisa Dal Fitto Il lavoro contribuisce a rafforzare somiglianze e legami e a sciogliere un po’ le difese legate alla sensazione di non potersi fidare. Molte esprimono con chiarezza l’attività lavorativa che vorrebbero fare, pera la quale pensano di avere competenze ed esperienza, ma riescono anche a coglierne gli aspetti di difficoltà e problematici… VI incontro Tema Lavoro di gruppo Progetto per il futuro Obiettivi Creare e mantenere i legami all’interno del gruppo, sostenere e stimolare la creatività e cominciare a ritenerla una risorsa preziosa per la propria vita. L’ultimo incontro, in particolare suscita la richiesta al corso stesso di incontri mirati con persone che possano fornire nozioni e conoscenze tecniche rispetto alle varie possibilità o progetti di lavoro futuro che ciascuno, o a piccoli gruppi, stanno cominciando ad elaborare. Difficoltà incontrate anche se la maggioranza ha risposto bene alla proposta sapendone cogliere la ricchezza, gli aspetti piacevoli, la sensazione di rilassamento che si prova a poter prendere un po’ di distanza dai propri problemi… alcune persone, in modo discontinuo, anno alzato molte resistenze dovute sicuramente alla fatica di riflettere sulle proprie emozioni, alla resistenza rispetto al fatto che, alcune volte vengono espressi, di fronte al gruppo contenuti troppo personali. In alcuni momenti, ritengo che il sentimento più forte che si è incontrato è stata la rabbia, l’ansia di non farcela, la paura… sentimenti pericolosi da guardare ed accettare per arrivare ad un loro cambiamento; di fronte ad alcune di queste immagini vi è stata una comprensibile ritirata. Sicuramente la scarsa abitudine a riflettere su di sé, e a dare importanza al proprio vissuto emotivo ha rappresentato una difficoltà, ma proprio per questo ritengo utile ed importante che venga salvaguardato uno spazio per permettere ciò in questi corsi, anche per far sì che, chi partecipa ad essi, cominci ad avere la percezione di sé come soggetto, pur nelle innegabili difficoltà del momento storico, cominciando a superare un atteggiamento solamente assistenziale e rivendicativo. 131 Sulla base dell’osservazione dei membri e dei gruppi, e su indicazione degli obiettivi formativi del progetto sono stati proposte le seguenti tematiche: 01. Consapevolezza delle proprie potenzialità espressive e comunicative 02. Portare l’attenzione sulle modalità di interagire con le altre persone 03. Conoscere e sperimentare modalità relazionali in gruppi di persone Questi temi sono stati affrontati sia su un piano più cognitivo, attraverso la discussione di gruppo, le riflessioni di esperienze personali, per arrivare alla sintesi e generalizzazione degli aspetti teorici. La sintesi è stata effettuata dal gruppo, utilizzando la lavagna e la sottoscritta ha riportato sul cartaceo tale materiale e distribuito a tutte le discenti. I medesimi aspetti sono stati approfonditi dal gruppo come sperimentazioni giocate con la propria persona, dunque il proprio corpo in interazione con gli altri membri del gruppo, utilizzando l’approccio psicomotorio. Il laboratorio di psicomotricità è stato strutturato in 6 lezione da 5 ore cadauna. I temi affrontati in queste lezioni sono stati i seguenti: 3 marzo 2006 Esplorazione dello spazio portando l’attenzione alle sensazioni raccolte con tutti i nostri organi di senso( vista, udito, tatto, olfatto). Tale sperimentazione è stata effettuata prima a occhi aperti e poi a occhi chiusi, per poter prestare maggiore attenzione e favorire la concentrazione sulle sensazioni vissute. Obiettivo di questo lavoro è stato portare l’attenzione su di sé e i propri vissuti rispetto alle informazioni raccolte dall’esterno. Lo sguardo: utilizzo e funzioni dello sguardo, consapevolezza corporea in situazioni di disagio, quando si è guardati, e in situazioni di forte stress( p.e. durante un colloquio di lavoro,…) 9 marzo 2006 Il tempo: riconoscere il proprio tempo, il proprio ritmo, l’incontro del proprio tempo con il tempo dell’altro, con il tempo dettato dall’esterno( p.e. situazioni lavorative, esigenze famigliari, ecc...) Contatto corporeo: significato e funzioni del contatto corporeo, sperimentazioni di contatoo corporeo strutturato, p.e. la stretta di mano: come influiscono nella relazione le caratteristiche di una stretta di mano Esperienza di rilassamento con musica 10 marzo 2006 La gestione delle emozioni: importanza di essere consapevoli delle emozioni che si provano e decisione sul come gestirle e come utilizzarle per raggiungere i propri obiettivi 132 progetto perla Lavoro in coppia con le corde per sperimentare l’importanza dell’ascolto autentico dell’altro per potermi relazionare in modo adeguato: solo quando porto l’attenzione all’altra persona posso veramente sentire cosa mi sta dicendo e creare uno scambio tra me e l’altro ai due sensi 22 marzo 2006 Esperienza di visualizzazione creativa Lavoro corporeo sulla ricerca della centralità corporea: importanza della consapevolezza della propria espressività corporea, del proprio equilibrio nello spazio nelle varie posture; scoprire la postura centrata per risparmiare energia fisica e mentale, mantenere la concentrazione, e maggiore efficacia nell’attività lavorativa Role playing di situazione di presentazione ai colleghi in nuovo posto di lavoro : come vari atteggiamenti espressi con il linguaggio corporeo influiscono nella relazione con le altre persone report pinerolo 133 ma di ciò più volte sono state avanzate le proposte di ripetere degli esercizi). Dal punto vista della sottoscritta è stata un esperienza positiva in quanto ha permesso al gruppo di potersi ulteriormente aggregare e vivere come tale, poter sperimentare su un piano più pratico molti elementi della relazione. Unico punto critico ( che mi rendo conto imputabile semplicemente da esigenze istituzionali)la strutturazione delle lezioni molto ravvicinate che ha permesso solo parzialmente di favorire la riflessione ed elaborazione individuale , che di solito avviene in tempi più lunghi e spesso quando la persona è più rilassata (p.e. a casa, ecc…). Dal mio punto di vista è stato estremamente interessante applicare e riflettere con gli allievi stessi gli aspetti della comunicazione non verbale, sperimentandoli con lavori psicomotori, in un percorso formativo all’attività lavorativa. Mi chiedo quali riflessioni potrebbero scaturire nel riportare l’attenzione su questi temi , sempre con gli strumenti della psicomotricità, dopo il tirocinio lavorativo. Laboratorio Diritto di avere diritti 23 marzo 2006 Lavoro con le corde: sperimentato lavoro di gruppo in cui viene condiviso un obiettivo, nella prima fase esplicitato verbalmente, nella seconda fase realizzato dal gruppo osservando le proposte di ognuno. Sperimentato per coloro che hanno grande capacità decisiva l’attesa che l’altro decidesse; per coloro che hanno la tendenza a lasciare che decidano gli altri si è proposto di sperimentare la situazione di dover loro avere in mano la situazione per guidare il gruppo. Portata l’attenzione sull’aspetto della cooperazione: solo quando si è in ascolto del gruppo e non solo delle proprie pulsioni è possibile cooperare per raggiungere un obiettivo e vivere la soddisfazione. La distanza interpersonale e lo spazio: come influiscono nella relazione e come definiscono i rapporti con i colleghi di lavoro Role playing: esperienze di invasione e condivisione degli spazi con i colleghi I incontro (7 febbraio 2006) Contenuti Nel corso di questo primo incontro sono stati presentati alle partecipanti il sistema dei voucher adottati per il Progetto Equal Perla e le modalità di utilizzo. La presentazione dei voucher è poi stata ampliata anche alle altre situazioni in cui se ne può usufruire. Inoltre sono state illustrate le regole per la partecipazione ai laboratori e per ricevere i 450 euro mensili previsti. La presenza di due referenti dell’Ufficio Lavoro del Comune di Pinerolo è stata importante per illustrare ancora una volta il funzionamento dell’ufficio e le opportunità che il sistema offre alle donne per la ricerca del lavoro, ma anche per altri servizi e la collaborazione con i servizi sociali. 24 marzo 2006 Ascolto dell’altro prestando attenzione al linguaggio corporeo, soprattutto della postura, il tono muscolare, la mimica facciale, attraverso un lavoro psicomotorio con le canne di bambù Esperienza di rilassamento con visualizzazione Lavoro con le corde sulle capacità organizzative Role playing Attività Inizialmente la partecipazione è stata sotto forma di ascolto delle informazioni fornite, ma gradualmente le beneficiarie hanno preso parte al discorso mediante domande mirate, per l’approfondimento di tematiche di interesse comune a tutte. Il dibattito è stato guidato dalle operatrici, che hanno cercato di mantenere le domande su argomenti che potessero coinvolgere tutte, evitando di entrare nello specifico di situazioni individuali, per le quali si è rimandato a incontri successivi, personalizzati. Si è evidenziato una notevole capacità del gruppo a mettersi in gioco nei lavori psicomotori, pur ognuno con le proprie peculiarità. Alcune persone sono state abili a sperimentare situazioni totalmente nuove, a mettersi in gioco con se stesse e nel gruppo. Per qualcuno è stato più difficile, dunque è riuscito a interagire con le proprie modalità ma aumentando la consapevolezza. Si è rilevato il bisogno di un approccio teorico, di affrontate tutti gli argomenti anche con molte verbalizzazioni e ricerca di informazioni teoriche. Questo ha conseguito che il gruppo ha avuto bisogno di un tempo maggiore per trattare glia argomenti (a confer- Riscontro L’interesse delle donne è stato costante per la concretezza delle informazioni ricevute. Ovviamente c’è stata grande attenzione nei confronti delle regole dei laboratori, soprattutto riguardo a come e quando percepire l’indennità e i rimborsi previsti. II incontro (22 febbraio 2006) Contenuti Presentazione del diritto alla Privacy sul lavoro e nel corso del colloquio di lavoro, in 134 progetto perla report pinerolo collegamento anche con quanto affrontato nel Laboratorio Mercato del Lavoro. Poiché le partecipanti inizialmente erano piuttosto restie a mettere in gioco il proprio vissuto personale e le proprie emozioni, le operatrici hanno orientato l’attività verso un piano più generale, collegandosi all’ambito lavorativo dei diritti piuttosto che alla sfera strettamente privata. Questa è stata la tendenza di tutto il laboratorio, sia per rispettare la Privacy delle donne, sia perché evidentemente la loro attenzione era maggiormente orientata verso aspetti concretamente applicabili nel mondo del lavoro. Nonostante ciò, man mano che l’argomento veniva approfondito, si è sentito il coinvolgimento anche personale, che ha portato a affrontare persino discorsi molto confidenziali. tiva. L’incontro è stato utile anche per soddisfare alcune curiosità e nello specifico il significato delle parole Onlus, Terzo settore, no profit, Ong, socio volontario, ecc. Ci sono alcuni servizi disponibili per illustrare nel dettaglio le informazioni necessarie per entrare in contatto col sistema delle cooperative. Questi stessi servizi possono fornire dati e collaborazione per l’imprenditoria femminile, tema che interessa molto le beneficiarie, in particolar modo il gruppo del pomeriggio. In vista di un incontro con tali servizi, sono state fornite le principali informazioni a riguardo. Infine, prendendo spunto dalle domande delle donne, si è parlato di Pari Opportunità, ma in maniera molto concreta, partendo da esempi di situazioni di parità e di discriminazione portati dalle partecipanti. Utilizzando il laboratorio di informatica, è stata svolta una ricerca in internet di materiale informativo sulle PO, dai servizi che si occupano del tema ai contenuti principali delle normative, con particolare attenzione ai permessi previsti dalla l.53/2000 che molto spesso sono sconosciuti o erroneamente applicati. C’è stato un momento di brainstorming per elencare quali secondo le donne sono i principali diritti e doveri in campo lavorativo e familiare e come articolare tra loro questi diritti/doveri per non venir meno a nessun impegno. Si è poi parlato delle difficoltà di ciascuna a conciliare i tempi famiglia/lavoro; suddivise in gruppi di lavoro, le partecipanti hanno presentato alcune piccole proposte su come risolvere queste problematiche, partendo proprio da come loro stesse hanno imparato a organizzarsi. Attività Alcune donne erano già a conoscenza del fatto che esistono delle limitazioni legali ai quesiti che possono essere posti dall’intervistatore nel corso di un colloquio: partendo dalle loro esperienze dirette, abbiamo ricostruito una griglia di queste limitazioni, collegate al diritto che ogni candidato/a ha a mantenere una sfera privata, tanto nel corso della selezione, quanto dopo l’assunzione e l’inserimento. È emersa anche la problematica mobbing: una delle partecipanti ha raccontato la propria esperienza, condividendo le sensazioni e le conseguenze, mentre si è cercato di risalire a quali comportamenti si potrebbero assumere in questi casi per riscattare la dignità e il posto di lavoro (a chi rivolgersi, come rispondere alle provocazioni). È stata poi utilizzata una schedatipo di iscrizione alle agenzie interinali per verificare insieme la presenza di domande troppo specifiche, che spesso vanno oltre le esigenze informative per la selezione del personale. Riscontro Il coinvolgimento è stato progressivo, si è passati da un’iniziale posizione difensiva della propria sfera privata, al racconto di esperienze piuttosto intense e significative per trarre spunti di riflessione sui diritti violati e su come reagire in questi casi. III incontro (28 febbraio 2006) Contenuti Questa giornata è stata rivolta, su espressa richiesta delle partecipanti, al tema dell’imprenditoria femminile e in particolare delle Cooperative. Attività Partendo da una scheda preparata dall’operatrice, relativa alla situazione odierna delle cooperative, è stato illustrato cosa è una cooperativa sociale, la differenza tra cooperativa sociale di tipo A e di tipo B e le attività collegate alla tipologia, chi è il socio/a lavoratore/lavoratrice in seguito al d.lgs. 142/2001. Sono stati approfonditi alcuni argomenti a seguito di specifica richiesta delle signore. Oltre ad informare sul singolo d.lgs. 142/2001, si è parlato dei regolamenti interni delle cooperative che devono essere rispondenti ai rapporti instaurati con i soci lavoratori e fare riferimento ad una contrattazione collettiva di settore. Particolare interesse è stato rivolto alle tematiche legate alla costituzione di una società cooperativa e agli adempimenti collegati a tale inizia- 135 Riscontro C’è stata partecipazione attiva in tutta la giornata. Le beneficiarie sono davvero interessate a cogliere più informazioni possibili per sapersi muovere autonomamente nella ricerca del lavoro, ma anche per realizzare un’attività indipendente. Già in seguito ai primi incontri del laboratorio, grazie alle sintetiche informazioni fornite dalle operatrici, le donne si sono recate, da sole o in piccoli gruppi, presso i servizi segnalati per conoscerne le realtà e comprendere meglio l’utilizzo che di essi si può fare. IV incontro (7 marzo 2006) Contenuti Incontro con i rappresentanti dei sindacati. Attività In previsione della giornata, le partecipanti hanno preparato una serie di domande riguardo il mondo del lavoro così come vissuto dai lavoratori: quali sono state le evoluzioni negli ultimi tempi, come si stanno affrontando le crisi di settore, cosa i sindacati concretamente propongono per uscirne e soprattutto che indicazioni possono dare a chi si affaccia al MdL. Si è parlato dei settori e delle professioni che sembrano offrire ancora buone possibilità di inserimento e di come muoversi per essere sempre aggiornati sui continui cambiamenti dovuti alla volubilità del lavoro al giorno d’oggi. Riscontro Vista l’attualità e l’utilità delle informazioni, sin da subito c’è stato grande interesse, 136 progetto perla report pinerolo confermato poi nel corso dell’incontro, anche per la disponibilità e competenza dimostrata dai rappresentanti dei sindacati coinvolti nel dibattito. Le donne sarebbero interessate a continuare con altre testimonianze del genere, per reperire tutte le informazioni possibili. Attività Partecipazione attiva ad un gioco sui profili professionali. Ogni scheda illustrava alcune attività e il loro legame a determinate categorie di contratti di lavoro. Il gioco conduceva anche ad una breve analisi delle competenze di ognuna e alla valutazione delle donne sui diversi tipi di contratti. Al termine del gioco le donne hanno elencato le proprie preferenze sul tipo di attività che vorrebbero svolgere e sul contratto che preferirebbero, specificando la motivazione della scelta, soprattutto in relazione alle esigenze familiari. V incontro (9 marzo 2006) Contenuti Incontro con una rappresentante del MIP (Mettersi In Proprio). Attività In collegamento con quanto visto nel corso del 3° incontro di questo laboratorio, abbiamo combinato un incontro con una rappresentante del MIP, per superare i dubbi ancora aperti sulla autoimprenditorialità, in particolare quella femminile. Sono state affrontate tematiche più specifiche rispetto al precedente incontro, relative a possibili attività di interesse delle donne (avvio di attività autonome nel campo della ristorazione e dell’abbigliamento). Le domande riguardavano le procedure da seguire per mettersi in proprio, per ottenere i finanziamenti e le agevolazioni, per ricevere collaborazione nella stesura di un progetto, per portare avanti questo progetto con i vari enti che se ne occupano, per imparare a muoversi nell’ambiente dell’imprenditoria. Riscontro Le operatrici hanno cercato di appoggiare le richieste logiche e ben strutturate delle donne: le testimonianze e gli incontri con specialisti del settore sono visti dalle beneficiarie come strumenti molto utili per ricavare in poco tempo le informazioni necessarie per imparare come agire, invece di dover girare molti uffici senza ottenere troppa attenzione e spesso senza avere alcun riscontro. All’interno degli incubatori/laboratori si è cercato di aggregare professionalità diverse ma orientate verso il medesimo risultato, quello di formare le donne e di aiutarle nelle loro esigenze concrete, affinché abbiano le basi e imparino a cercare autonomamente le informazioni mancanti presso i servizi del settore. Le donne hanno apprezzato molto questo sforzo e hanno approfittato delle occasioni per ricavarne il massimo vantaggio che gli incontri potevano offrire, con domande e riflessioni. Laboratorio Mercato del lavoro I incontro (6 febbraio 2006) Contenuti Preambolo su quello che viene comunemente chiamato Mercato del Lavoro: cosa si intende, perché si chiama mercato, come è cambiato negli ultimi anni. Panoramica generale sui contratti di lavoro più comunemente proposti e, nello specifico, su quelli più conosciuti dalle partecipanti. Esplorazione dei profili professionali in base alle richieste delle donne. 137 Riscontro Essendo il primo incontro sul lavoro, la partecipazione è stata limitata dalla timidezza di alcune e dalla difficoltà di comprendere alcuni concetti del mondo del lavoro. Tuttavia, dopo un primo momento passivo in cui le donne hanno ascoltato le indicazioni dell’operatrice, nel corso del gioco si è attivato lo spirito di coinvolgimento che le ha rese partecipi e interessate, oltre che ben disposte a mettere in campo le proprie conoscenze a riguardo, a favore delle altre. II incontro (8 febbraio 2006) Contenuti Descrizione del processo di cambiamento del Mercato del Lavoro a seguito della Riforma Biagi. Presentazione dei contratti nuovi, in particolare di quelli atipici, che hanno rivoluzionato le proposte di lavoro. Contenuti e caratteristiche di ciascun contratto, in particolare di quelli che le partecipanti hanno indicato come frequentemente loro proposti. Attività Questa giornata è stata impostata stile lezione più che come attività pratica. Le partecipanti avevano interesse a conoscere meglio i contenuti dei contratti che spesso vengono loro proposti, che solitamente sono contratti atipici. Data l’evidente difficoltà a comprendere il linguaggio dei contratti, abbiamo preso alcuni esempi e cercato di tradurre in parole povere i contenuti. Abbiamo poi definito quali aspetti devono necessariamente essere indicati nel contratto perché questo sia valido e offra un’adeguata tutela alla lavoratrice. Infine abbiamo studiato insieme come muoversi nel caso in cui il contratto ometta alcuni aspetti determinanti per i diritti del lavoratore, anche in relazione ai contenuti del Laboratorio Diritto di Avere Diritti. Riscontro Le partecipanti sono state coinvolte in base alle proprie esperienze dirette di contratti più o meno corretti, hanno esposto le situazioni e hanno cercato insieme le soluzioni in caso di inosservanza dei principi di legge, interessandosi su quali soggetti possono essere di aiuto in tali casi. 138 progetto perla report pinerolo III incontro (13 febbraio 2006) Contenuti Presentazione dell’utilizzo/utilità di un corretto Curriculum Vitae, analizzando in ogni sua parte i contenuti che dovrebbero essere inseriti e la forma grafica più adeguata. Di tutte le partecipanti, solo alcune avevano già preparato un CV e spesso era incompleto o scritto in maniera errata. Poiché al giorno d’oggi qualsiasi azienda o impresa richiede la presentazione di un CV prima del colloquio, è utile avere ben chiaro cosa inserire e come meglio descrivere le proprie esperienze. In questo primo incontro sul CV abbiamo dato più rilievo alle esperienze lavorative, quasi mai descritte in modo tale da far trasparire le competenze acquisite, bruciando così il più delle volte la possibilità di essere chiamate per proseguire la selezione con il colloquio. Attività Tutte le partecipanti sono state coinvolte nella simulazione pratica di un colloquio di lavoro. Abbiamo iniziato a definire insieme la realtà lavorativa di esempio e che tipo di assunzione si simulava, partendo da situazioni in cui le donne si erano realmente trovate, per colloqui in ambiti da loro ben conosciuti. A questo punto si sono formati due gruppi che rappresentavano il datore di lavoro/intervistatore e la candidata/intervistata. Ogni gruppo ha presentato delle domande e risposte possibili. Poi abbiamo simulato il colloquio tra un rappresentante di ciascun gruppo, mentre si segnavano alla lavagna gli atteggiamenti e le parole da analizzare meglio al termine. Infine abbiamo riassunto i punti salienti e cercato di rispondere a dubbi relativi a situazioni che le beneficiarie avevano vissuto in sede di colloqui effettuati. Attività Le partecipanti hanno elencato alcune attività lavorative svolte in passato, così come le descriverebbero in un CV e così come invece le descriverebbero ad un conoscente: dal confronto delle descrizioni si è ricavato quello che era il messaggio più chiaro e completo, sebbene sintetico, da inserire nel curriculum. Abbiamo poi visto che ci sono diverse forme di CV e abbiamo scelto di stilare negli incontri successivi il Curriculum Europeo di ciascuna, potendo usufruire dell’aula di informatica. Riscontro Anche in questa attività c’è stata partecipazione e interesse. Le donne con maggiore esperienza di colloqui di lavoro o che sapevano come affrontare certe situazioni hanno messo a disposizione delle altre le proprie esperienze, che sono state analizzate insieme per cercare di estrapolare informazioni utili in generale per affrontare il colloquio. Riscontro Trattandosi di un argomento molto concreto e di comune utilizzo nella ricerca del lavoro, le beneficiarie si sono dimostrate attente e collaborative, particolarmente interessate al corretto utilizzo di uno strumento che prima non conoscevano e di cui vedono l’utilità. IV incontro (16 febbraio 2006) Contenuti Il colloquio di lavoro viene spesso visto come un ostacolo insormontabile, soprattutto a causa dell’insicurezza delle persone e della sfiducia nel sistema. In questo incontro abbiamo cercato di ridimensionare lo spauracchio del colloquio, mostrando a grandi linee quelli che possono essere piccoli trucchi per affrontare serenamente un colloquio, il modo di porsi prima, durante e dopo il colloquio, le domande più ricorrenti e soprattutto le risposte meno sbagliate che si possono fornire per evitare di dare un’immagine di se stessi quali non si è realmente. Abbiamo poi fatto un collegamento con il discorso della Privacy nel mondo del lavoro (argomento affrontato nel Laboratorio Diritto di Avere Diritti), riferendolo in particolare alle domande che in un colloquio si possono ricevere ed a quelle che sarebbero illegali ma che spesso vengono fatte ugualmente: in questo caso abbiamo visto che ci sono alcuni escamotage per raggirare la domanda, rispondendo educatamente, ma senza fornire troppe informazioni strettamente personali. 139 V incontro (20 febbraio 2006) Contenuti Stesura del proprio CV, utilizzando il computer in aula di informatica. Abbiamo adottato la forma del CV Europeo per essere in linea con le ultime tendenze del Mercato del Lavoro, perché, sebbene spesso le partecipanti si candidino per posizioni lavorative medio-basse, la presentazione di un CV ben strutturato dà comunque un’idea di preparazione e precisione, che serve per qualsiasi lavoro si svolga. Durante la stesura abbiamo posto l’attenzione anche sulle capacità che ognuna può avere anche al di là delle esperienze di lavoro e che spesso non sono adeguatamente sottolineate. Nella stessa logica, collegandoci alle attività del Laboratorio sul Cambiamento, abbiamo cercato di stilare una lettera di presentazione o di autocandidatura, da allegare al CV come integrazione. Dato che il CV è troppo sintetico per presentare una persona e le competenze acquisite, è utile affiancarlo con una lettera in cui si descriva meglio che attività sono state svolte e in che modo, oltre ad elencare alcune caratteristiche personali e richieste specifiche che nel CV non possono essere inserite. Attività Ogni donna aveva a disposizione un PC per completare lo schema di CV Europeo da noi fornito e la lettera di presentazione. Alcune donne non sapevano usare il computer e sono state affiancate dalle operatrici o dalle altre partecipanti, ma hanno comunque iniziato a prendere confidenza col PC. Tutte le voci del CV sono state riviste insieme, sia nei contenuti che nella grafica. Anche la lettera è stata prepara- 140 progetto perla ta con l’aiuto delle operatrici, cercando di utilizzare un linguaggio semplice ma adeguato e di tirare fuori al meglio le caratteristiche di ognuna, senza sforare in esagerazioni. Riscontro Sebbene ci siano state delle difficoltà da parte di alcune per l’utilizzo del PC, sono state tutte entusiaste di poter creare con le proprie mani uno strumento che le facesse sentire al passo coi tempi. Poche donne avevano un CV, e di queste solo due lo avevano in formato elettronico, mentre le altre lo avevano sempre scritto a mano perché non possiedono il computer o non lo sanno usare. In questa occasione hanno potuto preparare un CV dignitoso da presentare alle agenzie di lavoro o direttamente alle aziende. C’è stata grande collaborazione tra le donne per la scrittura, ma anche per consigli su cosa fosse meglio inserire e su come formulare la frase. Il CV e la lettera sono stati poi stampati e salvati su un floppy che ognuna potrà riutilizzare per aggiornamenti futuri, presso conoscenti che abbiano il computer o con l’aiuto dei figli che spesso lo sanno usare. VI incontro (14 e 27 marzo 2006) Contenuti Incontro con un referente del Centro per l’Impiego di Pinerolo. Attività Sono state preparate una serie di domande da presentare in occasione dell’incontro con Renato Zambon. Maggiore attenzione è stata rivolta dalle partecipanti a quello che è il funzionamento del sistema dei CPI: procedure di iscrizione, agevolazioni collegate a leggi particolari, enti collegati al CPI per la ricerca di lavoro, contatti tra Centro e aziende. L’interesse delle donne è stato anche nei confronti del rapporto che intercorre tra CPI e agenzie di lavoro, quali sono le differenze e quali le collaborazioni. Infine è stata presentata dal CPI una panoramica delle figure professionali al momento più richieste e dei settori aziendali che sembrano non risentire troppo del momento di crisi economica. Riscontro Questo incontro è servito in primo luogo per un avvicinamento delle beneficiarie alle istituzioni, che solitamente sono viste come lontane e poco attente alle esigenze della gente comune. Inoltre è stata un’opportunità di apprendere importanti informazioni sul funzionamento del Mercato del Lavoro e sulle nuove prospettive che si stanno aprendo in alcuni settori lavorativi. 142 progetto perla report stura Giornata 06. Report Stura bilancio delle risorse Le 20 partecipanti sono state convocate per un primo incontro iniziale di conoscenza e di avvio ufficiale del percorso, nel quale si sono formati due gruppi con i quali si sono poi realizzate le attività e si è definito il calendario del bilancio. Attività realizzate durante il bilancio delle risorse: Giornata 01. Contenuti Patto d’aula. Aspettative e chiarificazioni sul percorso Socializzazione-Presentazione del gruppo: presentazioni in modi diversi e creativi Valorizzazione-Socializzazione delle partecipanti: discussione in piccoli gruppi su esperienze positive 02. Autodescrizione e avvio dell’esplorazione delle capacità espresse nel quotidiano Dinamiche di gruppo: esercizio di creatività Riflessione sull’organizzazione dei tempi: scheda da compilare a casa 03. Introduzione del concetto di competenza Avvio ricostruzione esperienze professionali pregresse 04. Auto-Organizzazione/Priorità personali e lavorative Esercizio di prefigurazione sul futuro formativo e professionali: desideri, progetti, sogni 05. Aspettative lavorative 7 significati attribuiti al lavoro esplorati tramite un esercizio espressivo 143 Contenuti Ricostruzione esperienze e competenze Valori e priorità Dinamiche di gruppo: esercitazioni 07. Presentazione di sé nel lavoro: introduzione scheda curriculum 08. Eterovalutazione/valorizzazione. Lavoro in sottogruppi su esperienze professionali di ciascuna: individuazione di abilità e competenze 09. Valutazione delle esperienze: punti forti e punti deboli le scelte teorico-metodologiche in relazione alle partecipanti Il primo passaggio rappresentato dal bilancio ha evidenziato come il gruppo delle beneficiarie sia molto eterogeneo e caratterizzato, per così dire, da velocità diverse. Infatti sono presenti alcune donne piuttosto attrezzate, dotate di una certa autonomia che ha sempre permesso loro di avere una certa continuità lavorativa e una relativa serenità economica. Questo tipo di partecipanti portano l’esigenza di uscire dalla precarietà e dal lavoro sommerso - che peraltro non hanno mai avuto grosse difficoltà a trovare - ma più ancora esprimono il desiderio di non fare più un lavoro qualsiasi che permetta loro semplicemente di sostenere se stesse e la propria famiglia, ma un’attività che in più sia gratificante in sé, nella quale esprimere le proprie competenze e la propria creatività e nella quale possano crescere e apprendere. D'altronde, accanto a questi casi è poi forte la presenza nel gruppo di numerose persone estremamente svantaggiate che portano esigenze complesse e su più fronti coesistenti, legate cioè non solo al tema della conciliazione, ma a problemi più profondi e brucianti quali ad esempio difficoltà linguistiche, l’emergenza abitativa, l’equilibrio psicofisico, forti disequilibri familiari, questioni legali, economiche e talvolta anche cognitive, emotive, legali. In questi casi la progettualità lavorativa va affrontata nel quadro di un più generale rafforzamento della persona e delle sue competenze sociali. A fronte di una simile complessità, il partenariato si sta adoperando per accogliere la sfida di sperimentare, nella pratica quotidiana, una rete ed un approccio flessibili ed efficaci, che tutelando la natura e gli obiettivi di un Equal come Perla disegnino gradualmente un percorso che sia una via intermedia e variamente oscillante – pur non identificandosi in modo esclusivo con nessuno di tali approcci – tra un intervento di tipo educativo/sostegno, un intervento informativo e un intervento formativo/orientativo. In questo, ciò che ci si propone è di offrire alle beneficiare un accompagnamento e uno stimolo verso una maggiore autonomia, con modalità di volta in volta adattate e ridisegnate in itinere secondo le indicazioni e le riflessioni che vanno sorgendo dalla sperimentazione in atto. Sotto un differente punto di vista, un ulteriore fattore che ha accentuato le diverse velocità nel gruppo è stato l’inserimento in momenti diversi di nuove partecipanti lun- 144 progetto perla report stura go il corso delle attività, che ha richiesto di riprendere alcuni punti già affrontati e di programmare un incontro di recupero in piccolo gruppo per le nuove beneficiarie. Ciò naturalmente ha rallentato i tempi delle attività programmate, comprese la ricostruzione delle competenze e la stesura del curriculum e del portfolio. Alla luce di queste peculiarità, si sono compiute alcune scelte metodologiche: I laboratori sul cambiamento e sul mercato del lavoro sono stati programmati come due aspetti indivisibili di un unico processo, in sé organico; Si è ritardato l’avvio dell’automonitoraggio e dello spazio aperto, non solo per esigenze logistiche ed organizzative ma anche per offrire alle donne un periodo più prolungato per lavorare specificatamente sulle proprie competenze. Ciò è avvenuto entro lo spazio protetto del rapporto ormai di fiducia costruito con le conduttrici della fase di bilancio delle risorse, che si sono occupate anche dei laboratori sul cambiamento e sul mercato del lavoro. In tal modo si è inoltre potuto avere una visione più dettagliata delle esigenze su cui calibrare le ulteriori attività, che sono state inserite gradualmente con l’ingresso in aula di nuovi operatori Per raccogliere in modo unitario le numerose istanze portate dalle signore e per fare da elemento di continuità nell’alternarsi delle diverse attività e operatori, è stata inserita la figura del tutor d’aula Si è programmato di destinare parte delle ore di spazio aperto ad attività di rinforzo delle competenze linguistiche (non solo per le 4 straniere presenti nel gruppo) e delle abilità sociali; prie competenze ed attitudini, della propria capacità di apprendimento, di relazione, dei propri vincoli… Il lavoro sul cambiamento così inteso è stato fatto partendo da qualcosa di concretamente sperimentato in situazione. A partire dalle capacità che ogni persona si riconosceva, dunque, si sono proposte attività che, sondando le competenze, alimentassero l’autostima e ampliassero un senso di possibilità, permettessero alla persona di dirsi: «Forse ce la posso fare». Il primo significativo esito di questo lavoro è stato la comparsa nelle partecipanti di un desiderio di formazione, e più in generale di mettersi in gioco per fare una progettualità nuova su di sé. A questo punto si è dunque passate a sostenere le donne nel focalizzare maggiormente cosa, da parte loro, andasse cambiato per aumentare le proprie possibilità di riuscita e di inserimento lavorativo: ad esempio la disponibilità oraria, o ipotizzare di prendere la patente, o prevedere una baby-sitter per i figli. In questa fase, il cambiamento si è più fortemente venuto configurando come cambiamento finalizzato al rendersi più indipendenti, anche prendendo consapevolezza degli alibi che ognuna può mettere in atto per resistere al cambiamento stesso e alle sfide che esso lancia. Contemporaneamente, si è avviato un lavoro di conoscenza e approfondimento del mercato del lavoro. Laboratori Cambiamento e Mercato del lavoro Anche alla luce delle caratteristiche dei gruppi, una scelta forte sul piano teorico e metodologico è quella di adottare una visione organica del laboratori sul cambiamento e sul mercato del lavoro. Per diverse partecipanti, infatti, le esigenze di tipo lavorativo si collocano entro un quadro più ampio di difficoltà personali, familiari, sociali. Un intervento sul fronte lavorativo che non tenga in debito conto gli altri piani sperimentati dalle donne come critici, è destinato a scontrarsi con ostacoli che prima o dopo nel percorso ne emergeranno. Si è quindi deciso di lavorare in modo organico sul mondo del lavoro e sul cambiamento, intesi come due aspetti di un unico processo che procede ponendo l’accento ora più su un risvolto, ora più sull’altro. È una sorta di andare e venire dall’interno (il cambiamento che sto sperimentando e ciò che comporta nella mia vita) all’esterno (il mondo del lavoro) e viceversa, e in tale movimento i due ambiti si nutrono a vicenda. Il laboratorio sul cambiamento è stato inteso come un’azione continua di monitoraggio e di rimando alle persone su come si stavano muovendo/evolvendo rispetto alla loro attivazione verso il mondo del lavoro, e su quali competenze e strumenti esprimessero/potessero sviluppare in tale attivazione. Come si diceva, non si è posta attenzione ad un’attivazione solo lavorativa bensì più ampia, in primo luogo orientata verso una maggiore consapevolezza di sé: delle pro- 145 Nel processo descritto, strumento di fondamentale valore è stato il gruppo, luogo privilegiato di confronto, stimolo, socialità, conflitto. Indispensabile cartina di tornasole delle competenze di ognuna e delle capacità relazionali, ha avuto un altrettanto fondamentale contraltare nei colloqui individuali che sono stati realizzati all’incirca quando si sono conclusi i ? del laboratorio sul cambiamento, nel mese di marzo. Se il gruppo è il luogo dove le cose emergono, infatti, il colloquio individuale è lo spazio dove ognuna ribadisce la piena titolarità del proprio unico e personalissimo percorso entro Perla e dove vengono tirate le fila di quanto emerso, stimolato, evidenziato, appreso in aula. È principalmente nel colloquio individuale che si esplicita e si organizza con la persona un progetto di inserimento personale, nato direttamente da quanto essa ha portato e prodotto dall’avvio del percorso. Su un piano metodologico più generale, in aula si è ricorso a discussioni ed attività di gruppo, lavoro in sottogruppi e individuale, schede, simulazioni,consultazione di materiali cartacei, incontri con testimoni privilegiati. Nel dettaglio i contenuti trattati sono stati i seguenti: Schede e attività di riattivazione di abilità di base quali logica, attenzione, memoria Comunicazione Problem solving di situazioni quotidiane Schede sugli aspetti che ognuna ricerca come prioritari nel lavoro Stesura del curriculum vitae Stesura del portfolio Mappatura del mercato del lavoro Esercizi di immaginazione, creatività, pensiero creativo nella soluzione di problemi. 146 progetto perla È stato lo spunto da cui partire per l’ampliamento delle professioni conosciute e di potenziale interesse Schede e attività di focalizzazione degli interessi professionali La riforma del CPI e i suoi servizi: lettura di materiali e testimonianza in aula di un’operatrice del CPI Testimonianza in aula di due esponenti dei sindacati, uno dei quali responsabile di una sezione locale Informazioni sulle cooperative sociali Informazioni sull’organizzazione dell’istruzione (i diversi iter scolastici e gradi di istruzione) e testimonianza in aula di un’operatrice della formazione professionale Tecniche di ricerca attiva del lavoro Lettere di autocandidatura; Ricerca del lavoro su internet (fornito un elenco di siti e fatta una prova pratica) Preparazione della traccia per le interviste professionali e avvio della presa di contatti Informazioni sul franchising, il commercio equo, Banca Etica Temi e materiali portati dalle corsiste Laboratorio sui Diritti Sono finora stati realizzati due incontri da 4 ore ciascuno, nei quali a partire dalle esperienze e conoscenze delle partecipanti si è introdotto: Cosa sono i diritti Quale percezione dei diritti abbiano le partecipanti Come esercitarli La relazione tra i diritti e l’appartenenza ad una comunità che stabilisce delle regole Gli organi che tutelano i diritti, anche in un’ottica di genere e di pari opportunità Le istituzioni cui rivolgersi Lettura di alcune parti della Costituzione Le esperienze delle partecipanti in riferimento al tema dei diritti. Automonitoraggio Alla luce delle considerazioni sopra riportate, il laboratorio di automonitoraggio è stato da poco avviato, con la proposta alle donne di costruire un diario di bordo della loro partecipazione al progetto e un video che documenti la loro esperienza quotidiana nei loro luoghi di vita e nel progetto. Spazio aperto Parte delle ore dello spazio aperto sono state destinate alla realizzazione di alcuni colloqui individuali con le partecipanti. Un’altra parte è stata utilizzata per incontri, testimonianze ed interviste professionali. Una terza parte verrà impiegata per attività di rinforzo linguistico e delle abilità sociali. report stura 147 Laboratorio Genitorialità a cura di Daniela Dall’Orto La prima fase del progetto ha evidenziato come i due gruppi delle partecipanti siano costituiti da donne assai diverse tra loro ma con molti elementi in comune tra cui una scarsa stima delle proprie capacità , uno scarso senso di gruppo, della forza e delle risorse che da esso possono scaturire, un forte impoverimento personale spesso dovuto a storie di forte disagio, di umiliazione, di costrizione. Alcune di queste donne hanno già intrapreso grazie alle loro capacità, intraprendenza ed aiuti esterni, un percorso che, anche se a volte molto doloroso, le ha portate ad uscire dall’emergenza e ad apportare miglioramenti significativi nella loro vita. In entrambi i gruppi, inoltre, sono presenti persone estremamente svantaggiate che vivono situazioni complesse su più fronti, legate a problemi quali ad esempio la condizione abitativa, l’equilibrio psicofisico, problematiche legate alla tutela dei figli, questioni legali, economiche e talvolta anche cognitive ed emotive, difficoltà linguistiche. A fronte di una simile complessità, ciò che ci siamo proposti è stato di offrire alle beneficiare un accompagnamento e uno stimolo verso una maggiore autonomia, con modalità di intervento di tipo educativo/sostegno, un intervento informativo e un intervento formativo/orientativo, di volta in volta adattate e ridisegnate in itinere secondo le indicazioni e le riflessioni che vanno sorgendo dalla sperimentazione in atto. Metodo Considerata la composizione dei gruppi e tenendo conto della fatica che molte donne manifestano nel seguire il lavoro teorico in aula, nel mantenere l’attenzione, nel rispettare il gruppo nelle discussioni, si è presa in esame la necessità di proporre anche un laboratorio manuale che permetta alle beneficiarie di esprimersi utilizzando anche altri linguaggi oltre a quello verbale e che contribuisca a creare un’atmosfera informale, distesa, accogliente che faciliti lo scambio di esperienze, idee, emozioni e di conseguenza la conoscenza reciproca. Partendo dall’esame delle capacità/abilità manuali delle partecipanti e dai loro desideri espressi durante l’incontro di presentazione, si è pensato di strutturare il laboratorio in due parti: una verbale di discussione di temi pedagogici alternata ad un laboratorio di manualità creativa in cui essenzialmente non tanto insegnare delle tecniche quanto offrire la possibilità alle partecipanti di esprimere e sviluppare la propria parte creativa realizzando piccoli oggetti di uso comune e decorativi partendo anche dal recupero e trasformazione di oggetti vecchi, quasi da buttare in un qualcosa di bello o di di nuovo utile. Obiettivo principale di questo laboratorio vuole essere quello di aiutare le donne a recuperare il ‘piacere del fare’ , fare qualcosa che piace, che diverte che faccia sentire di essere brave in qualcosa, che aiuti a rilassarsi: quando si fa qualcosa per se stessi e si è soddisfatti si sta meglio anche con i figli, anche con gli altri. Il lavoro manuale, l’utilizzo di materiali diversi, inoltre, facilita l’emersione di ricordi,vissuti e contenuti emotivi che verbalizzati , condivisi e rielaborati aiuta le partecipanti a prendere maggior contatto con il proprio mondo interno, ad essere 148 progetto perla report stura più consapevoli delle proprie risorse e ad aumentare la propria stima in sé come donne, come persone. La parte dedicata alla discussione di tematiche pedagogiche prevede l’utilizzo di una metodologia simile a quella dei gruppi di auto mutuo aiuto: non si intendono elargire consigli teorici né svolgere lezioni di pedagogia o psicologia spicciola quanto offrire un’opportunità alle donne di riflettere sul proprio ruolo di madre , di condividere con le altre paure, difficoltà (ma anche soddisfazioni e successi) e di far emergere dal gruppo le possibili soluzioni a situazioni difficili. Confrontarsi con altre madri aiuta a ridimensionare le ansie che nascono dal vivere in solitudine situazioni problematiche perché parlare delle proprie difficoltà con altre persone che vivono difficoltà simili e quindi sono in grado di comprendere permette di ritrovare una maggiore serenità e lucidità che facilitano la ricerca di soluzioni diverse, strategie e idee per vivere meglio il rapporto con i propri figli Questa modalità consente di restituire alle partecipanti la consapevolezza delle proprie risorse e di conseguenza di aumentare la stima di sé come madre. vo al rapporto con i figli che veniva poi successivamente approfondito. Il momento dedicato alla discussione vera e propria si è rivelato un po’ difficoltoso per la presenza di alcune persone un po’ accentratrici che tendono a monopolizzare lo spazio messo a disposizione e che a volte non permettono di approfondire troppo gli argomenti proposti. In generale, comunque, la partecipazione è stata buona e tutte si sono sentite coinvolte positivamente e libere di raccontare le proprie difficoltà in un contesto non giudicante e si sono sentite anche in grado di portare come esempio le loro esperienze positive circa la risoluzione di piccoli problemi . Durante gli incontri sono state affrontate diverse tematiche relative al ruolo di madre e al rapporto con i figli come il rispetto delle regole, il dormire da soli, il problema dei compiti, la crisi adolescenziale, ma l’argomento che più sta loro a cuore e di cui hanno maggiormente coscienza, essendo tutte donne separate, è il rapporto dei figli con il padre e eventualmente con un nuovo compagno. Dopo un primo incontro di presentazione avvenuto alla fine di gennaio durante un incontro del laboratorio sul bilancio di risorse e in presenza delle conduttrici, il laboratorio sulla genitorialità ha preso il via sia per il gruppo del mattino che per quello del pomeriggio la seconda settimana di febbraio con incontri settimanali di 4 ore ciascuno. Nel periodo febbraio-marzo i gruppi si sono incontrati 7 volte. Già in questo incontro le partecipanti di entrambi i gruppi si sono dimostrate fortemente interessate al laboratorio e molto propositive sia per quanto riguarda gli argomenti che avrebbero desiderato trattare ed approfondire sia per le attività manuali e creative che avrebbero occupato una parte del laboratorio. Ogni incontro,quindi, si è articolato essenzialmente in due parti inframmezzate tra loro da un breve intervallo: discussione su tematiche proposte da qualche partecipante e condivise dalle altre e un laboratorio di manualità creativa in cui si realizzano piccoli oggetti come scatole decorate con varie tecniche di pittura o decoupage, decorazione di piccole cornici porta-ritratti, lanterne etc.. A seconda delle esigenze e dei desideri del gruppo, si iniziava con l’uno o con l’altro momento. Gruppo del mattino Due partecipanti non si sono dimostrate interessate, inizialmente, alla parte dedicata alla manualità creativa ma hanno presenziato comunque al laboratorio chiacchierando con le altre corsiste e aiutandole spesso in alcuni passaggi delle loro realizzazioni (es. ritagliando minuziosamente figure per il decoupage). Per tutto il resto del gruppo il momento dedicato alla manualità creativa è stato molto gradito e soprattutto fonte di numerose gratificazioni sia perché si è rivelato un momento piacevole e rilassante sia perché ha permesso loro di recuperare il piacere del fare e di scoprire di essere brave in qualcosa. I piccoli oggetti realizzati, inoltre, si sono rivelati effettivamente belli anche da un punto di vista estetico e questo ha contribuito a stimolare la loro creatività e il desiderio di abbellire o trasformare oggetti che hanno iniziato a portare da casa. Durante il lavoro con i materiali spesso si iniziava ad affrontare qualche argomento relati- 149 Diario di bordo Incontro di presentazione (30 gennaio) Sono accolta dal gruppo con molto entusiasmo e curiosità. Facciamo un giro di presentazione e su suggerimento della docente le donne si presentano mostrandomi e raccontandomi dei disegni fatti da loro stesse per presentarsi in uno dei primi incontri del loro percorso. Sono molto curiose di sapere come sarà strutturato il laboratorio e quando spiego loro che il significato di questo nostro primo incontro è, oltre a presentarsi, proprio quello di sentire da loro stesse bisogni e desideri per costruire il più possibile un laboratorio che risponda effettivamente alle loro esigenze, sembrano sollevate e iniziano con entusiasmo a raccontare le fantasie che si erano fatte in proposito e a proporre argomenti che vorrebbero trattare. Tutte si trovano d’accordo nel ribadire che sentono il bisogno anche solo di parlare dei figli in generale, di confrontarsi sui metodi educativi e sulle soluzioni trovate per risolvere piccoli e grandi problemi. Gli argomenti che propongono e che sentono come più scottanti sono : Come affrontare con i figli e con il loro papà tutti i conflitti e problemi derivati dalla separazione I rapporti con i Servizi Sociali e la paura, l’umiliazione di essere giudicate cattive madri se e come presentare ai figli un nuovo compagno e che tipo di rapporto incoraggiare tra di loro Come parlare ai bambini, come spiegare loro le situazioni difficili Come aiutare i propri figli (e se stesse) a superare le paure Come aiutarli a crescere sicuri di sé Affrontare le problematiche relative alla L 104 e all’invalidità civile. Questo ultimo punto mi viene richiesto da due madri di bambini disabili e mi viene espressamente chiesto se ci potrà essere la possibilità di affrontarlo non in gruppo ma individualmente. Mentre mi propongono gli argomenti, alcune donne si aprono raccontando la loro 150 progetto perla report stura dolorosa storia ed esprimendo la propria sfiducia nei confronti dei servizi da cui non si sono mai sentite né aiutate né sostenute. Per fortuna questo non è il vissuto di tutte e chi ha avuto invece una esperienza positiva la racconta. Mi sento subito in dovere di chiarire che questo laboratorio non vuole assolutamente essere uno strumento di valutazione delle capacità genitoriali di ciascuna ma vuole essere essenzialmente uno spazio di confronto e di riflessione che possa aiutare ad operare eventualmente dei cambiamenti positivi, che possa aiutare a trovare soluzioni, strategie nuove laddove non si riesce, da sole, a trovarne: un sostegno per affrontare le difficoltà dell’essere madre attraverso la condivisione delle proprie esperienze con altre madri. Uno spazio non giudicante dove eventualmente discutere e analizzare errori e sbagli che si sono commessi ma solo per imparare dall’esperienza e non ripeterli in futuro: spesso si commettono degli errori perché in quel momento,per molteplici motivi, non si era in grado di agire diversamente e forse la soluzione adottata non era altro che il male minore. Spiego al gruppo che avremmo pensato di strutturare il laboratorio in due momenti: uno verbale di discussione e approfondimento sulle tematiche da loro proposte e uno di lavoro manuale creativo che serva anche per rilassarsi e spezzare un po’ la fatica mentale e verbale che il lavoro in aula dei vari laboratori richiede. La proposta è accolta con entusiasmo da alcune con un po’ di perplessità da altre che esprimono la propria difficoltà circa il fare creativo (non ho mai fatto niente del genere, non so se sono capace…). Cerco di rassicurarle dicendo che il laboratorio vuole essere solo un momento per recuperare la parte creativa che c’è in ciascuno di noi e che spesso per i più svariati motivi non trova la possibilità di esprimersi e il ‘piacere del fare’qualsiasi sia il risultato: non dobbiamo fare capolavori, non importa il risultato estetico finale ma ciò che conta è divertirsi facendo. Chiedo loro di dire, se vogliono, quali sono le proprie capacità manuali e che cosa potrebbero insegnare alle altre, che cosa vorrebbero imparare a fare o che cosa piacerebbe loro fare. Che cosa vorrei fare Un corso di spagnolo Un laboratorio di lettura Che cosa so fare e posso insegnare agli altri Lavori all’uncinetto Composizione di fiori secchi Manipolazione di argilla e creta Mezzopunto Trucco e tatuaggi con hennè Canto Balli latinoamericani e flamenco Pasta fatta in casa Pane decorativo (tipico della Sardegna) Che cosa mi piacerebbe imparare Usare bene il computer Fare la maglia Fare il pane in casa Dipingere la ceramica Fare bigiotteria 151 Alla fine del giro le donne sono curiose di sapere che cosa io sono in grado di insegnare loro e se ho altre idee da proporre: rispondo che hanno già fatto loro molte proposte e che potrei aggiungere il decoupage, realizzazione di candele e sapone, realizzazioni con materiali di recupero e lanterne per candele. Altre idee sono sicura che verranno a tutte strada facendo. 14 febbraio È la seconda volta che il gruppo si ritrova presso l’incubatore e si sente un po’ spaesato in quello stanzone vuoto e scarsamente attrezzato. I materiali che avevamo ordinato non sono presenti per cui bisogna inventarsi qualcosa con quello che abbiamo a disposizione e con quello che casualmente ho con me. Accolgo le loro lamentele sullo spazio poco accogliente e propongo di fare qualcosa per appropriarcene per renderlo più nostro visto che ci dovrà accogliere per tutto il resto dell’anno. Qualcuno propone di fare qualcosa da appendere ai muri per renderli meno vuoti, M. si lamenta più volte della mancanza di una finestra (la luce arriva da cupole mobili sul soffitto): suggerisco di disegnare dei cartelli col proprio nome e decorarli, come se fossero delle insegne. La proposta viene accolta bene da tutte e si mettono al lavoro chiacchierando allegramente del più e del meno. M. insiste sulla mancanza di una finestra e sembra cercare il consenso delle altre che le danno però poco retta . Dopo varie insistenze qualcuno le suggeriscono di disegnarne una se proprio ne sente così la necessità : M. mi chiede il permesso ed io rimando la domanda a tutto il gruppo che discute anche sul panorama che ci dovrà essere. Suggerisco di utilizzare un foglio della lavagna mobile per poter realizzare una finestra abbastanza grande: M. si mette al lavoro aiutata da alcune altre sia nella realizzazione che con suggerimenti. Prima della pausa appendiamo la finestra al muro e le donne scelgono la collocazione del proprio cartello. Dopo la pausa riprendo il filo di alcuni argomenti che sono emersi e continuiamo la discussione : Come trasmettere sicurezza ai figli Come mediare con gli insegnanti dei propri figli quando non capiscono o accettano il nostro stile educativo Emerge la difficoltà di rendere indipendenti i figli quando non ci si sente sicure come persone: alcune ammettono di non riuscire a separarsi dai figli anche perché non vorrebbero che crescessero, altre cercano invece di fare il più possibile in modo che i figli cerchino di fare da soli perché hanno sofferto, da piccoli, l’iperprotettività della madre mentre altre confessano di essere iperprotettive con i figli perché si sono sentite poco protette dalle loro madri. È inevitabile la riflessione sul fatto che l’essere madre dipende molto da come si è state figlie e dal modello di madre che si ha avuto. 152 progetto perla report stura Ci salutiamo con la richiesta, da parte mia, di portare per la prossima volta delle scatole di qualsiasi tipo, anche vecchie, da poter trasformare, abbellire attraverso tecniche e materiali diversi per riutilizzarla in qualche altro modo. Una scatola come contenitore di questa nuova esperienza che simboleggi anche però la possibilità di cambiare, in meglio, attraverso una trasformazione e un arricchimento: anche le cose vecchie, quasi da buttare a cui però magari siamo affezionati possono essere recuperate e iniziare una nuova vita. ciò di cui si sta parlando o sviano il discorso su argomenti leggeri come programmi tv , soprattutto reality, e il gruppo ne sembra un po’ infastidito. Riconosco la fatica di trattare certi argomenti , la fatica di ascoltare quando altri parlano magari di cose che non interessano o producono vissuti di sofferenza ma ribadisco il rispetto nei confronti delle altre persone del gruppo e, soprattutto l’importanza di saper sospendere il giudizio affinché ci si possa sentire tutti liberi di raccontare e condividere le proprie esperienze senza essere giudicati ma aiutati a rielaborarle, a comprenderle meglio. 23 febbraio Quasi tutte arrivano con scatole e scatolette come era stato loro chiesto la volta precedente e le mostrano a me e al gruppo con molta soddisfazione. Chi non ha portato nulla sembra un po’ a disagio: una donna dice di non voler fare nulla perché queste attività le ricordano troppo la sua permanenza in una comunità per ragazze madri ma osserverà volentieri e potrà aiutare chi lo desidera; un’altra donna ha portato delle scatole ma dice di non sentirsi in grado di fare niente e le mette a disposizione del gruppo ; una terza dice che questa è una attività che proprio non le dice niente e non le è mai piaciuto fare cose manuali (noto le sue bellissime unghie ricostruite!) ma che rispetta il gruppo e quindi sta volentieri per chiacchierare. Io metto a disposizione del gruppo altre scatole e diversi materiali che suscitano la curiosità di tutte (colla, carta da cucina, colori acrilici, carta e tovaglioli per decoupage) come anche alcuni esempi di realizzazioni. Spiego alcune tecniche di decoupage e di rivestimento con la carta colla e le donne iniziano a lavorare, sembra, con molto entusiasmo. Mentre si lavora si chiacchiera allegramente e il discorso cade inevitabilmente sui figli: ciò che stanno facendo ricorda un po’ le attività proposte da Art AttaK, un programma tv molto amato dai loro figli, molti dei quali si dilettano a pasticciare seguendone i suggerimenti. Alcune donne riferiscono di aver sempre un po’ mal tollerato queste attività perché sporcano e fanno molto disordine ma già dopo questa piccola esperienza le pota a ricredersi e scoprire di provare un piacere inaspettato. Al termine del laboratorio si sentono molto rilassate e soddisfatte delle cose create anche se devono ancora essere colorate e decorate, Il dover aspettare per alcune è un po’ frustrante, vorrebbero poter finire tutto e subito, come se bisognasse fare tutto molto in fretta per timore che non ci sia un’altra volta, fanno fatica ad aspettare. Le donne che non partecipano al lavoro manuale sono comunque presenti nel gruppo, chiacchierano con le altre, elargiscono suggerimenti e consigli. Dopo una pausa e aver riordinato l’aula trasformata in un quasi vero atelier, riprendiamo alcuni discorsi emersi durante il lavoro con i materiali. L’importanza di fare qualcosa per se stesse, che le faccia stare bene. Pensare un po’ anche a se stesse permette di stare meglio con gli altri e quindi anche con i figli, si è più disponibili Provare a fare delle attività che piacciono ai figli ma che non si condividono può aiutare ad accettarle meglio (es pasticciare con carta e colla, giocare alla play., guardare insieme i loro programmi preferiti) e a non avere pregiudizi Alcune donne non riescono a stare nel gruppo , cercano di monopolizzare l’attenzione su di se proponendo episodi intercorsi con i figli che spesso non c’entrano con 10 marzo Le donne arrivano con un grande desiderio di continuare l’esperienza manuale iniziata la volta scorsa ma si innesca subito una discussione su una dinamica successa durante un altro laboratorio per cui lascio che le donne terminino di chiarirsi. Iniziamo con la parete di discussione su richiesta di due delle donne che rifiutano la manualità in quanto dovranno andare via prima. Il gruppo accetta e qualcuna propone di discutere sulla poesia di K. Gibram ‘I Figli’ che hanno trovato appesa in aula dal gruppo del pomeriggio. Solo alcune donne di questo gruppo la conoscevano, le altre la ascoltano con interesse. Mi sembra di percepire, però, da parte di tre o quattro donne una certa difficoltà di comprensione. La prima parte della discussione, quindi, verte sull’analisi del significato simbolico di questo scritto. Anche questa volta il gruppo fa fatica a stare sull’argomento scelto e ogni tanto cerco di riprendere il filo. Si intrecciano racconti di episodi, ricordi di bambine e di figlie, paragoni sullo stile educativo dei propri genitori e quello che loro hanno adottato, sulle differenze e i conflitti con il padre dei propri figli che spesso distrugge ciò che loro hanno costruito creando confusione nei bambini. Emerge la consapevolezza che in questi casi bisogni tener duro se si è convinti della propria posizione che va però spiegata e motivata ai figli per non rischiare di essere vissuta come la mamma cattiva mentre il papà buono concede loro tutto quello che vogliono. Su questo problema molte donne esprimono la loro difficoltà ad essere coerenti e vengono prontamente sostenute da altre che raccontano loro come siano riuscite a superare il momento di empasse solo con la costanza anche quando si sentivano cattive nei confronti dei figli: motivando e spiegando sempre le proprie decisioni, accogliendo la loro sofferenza senza però tornare sui propri passi. Durante il laboratorio di manualità una delle donne che inizialmente lo aveva rifiutato si lascia attrarre da una lanterna portata da me realizzata con un bicchiere e gocce di vetro colorato e mi chiede di aiutarla a realizzarne una simile. Le altre donne terminano le loro scatole colorandole e decorandole con materiali e tecniche diverse e noto come sia il modo di lavorare come i risultati rispecchino la personalità di ciascuno e il loro modo di essere, per quanto abbia potuto osservare e comprendere in questi pochi incontri. Molte delle scatole sono realizzate per i propri figli. La mattinata si conclude un po’ rocambolescamente per un malore che ha colto una delle donne. 153 154 progetto perla report stura 14 marzo Il gruppo inizia con la rielaborazione dei fatti intercorsi durante lo scorso incontro e si discute sulle modalità di alcune donne, peraltro oggi non presenti, che creano parecchio disagio al gruppo. Le donne sembrano desiderose di sfogarsi e di scambiarsi opinioni e pensieri ma ogni tanto le devo richiamare alla regola che più o meno esplicitamente ci siamo date che è quella di non giudicare e di rispettare la sofferenza di ciascuno anche se non ne condividiamo le scelte e le modalità di comportamento. Al termine della discussione mi sembra che questo sia chiaro per tutte anche molte esprimono molto chiaramente di ‘stare male’di fronte a certe modalità di comportamento o a certi racconti di profonde sofferenze esposti senza apparente tonalità affettiva come se non appartenessero a chi li ha vissuti e li sta raccontando. Propongo poi di iniziare a lavorare con i materiali per cercare di alleggerire il clima emotivo che si sta creando offrendo anche un caffè e dei dolcetti per cercare di introdurre anche qualcosa di buono. Le donne hanno portato molti oggetti da casa che vogliono trasformare: oltre alle scatole compaiono sul tavolo di lavoro piatti, vasi, vassoi, carillon. Molte donne sono attratte dalle cornici e incuriosite dalle varie possibilità che illustro loro con cui è possibile decorarle e personalizzarle. Anche oggi noto che utilizzano abbondantemente oro e argento insieme alle perle di vetro colorato. Le signore che non lavorano chiedono di avere qualcosa da leggere: propongo un articolo di una rivista che era stato proposto nel gruppo del pomeriggio durante la scorsa settimana e una di loro si offre di leggerlo al gruppo che sta lavorando e che accetta di buon grado. La lettura dell’articolo ‘Sei in crisi con tuo marito? Non attaccarti ai figli’ emoziona molto tutte quante ma provoca anche delle reazioni e dei pareri molto discordanti soprattutto sull’atteggiamento, consigliato dall’autrice, che le mamme dovrebbero tenere quando i bambini chiedono opinioni sul loro papà: l’idea di dover, comunque sia la realtà, trasmettere loro un’immagine il più positiva possibile de loro papà non le trova tutte d’accordo e il gruppo discute animatamente su questo punto raccontando esperienze ed episodi che sostengano la propria posizione. Per queste donne è ancora, almeno per gran parte di loro, molto difficile riuscire a mettersi dalla parte dei bambini e provare a leggere le situazioni da un altro punto di vista che non sia il loro. Si affronta poi, ma molto brevemente, il problema, condiviso da molte, dell’accettazione da parte dei figli che la mamma possa avere un altro compagno, mentre nei confronti del papà non è così difficile. ma riconoscono che per loro è ancora difficile modificare il proprio atteggiamento: sono ancora troppo arrabbiate e le ferite non sono ancora del tutto rimarginate. Si parla poi dei bimbi che non vogliono dormire da soli, ma vogliono dormire nel lettone con mamma nonostante siano già in età scolare o anche più grandi. Alcune donne riflettono sul fatto che forse non riescono a cambiare questa abitudine perché, in fondo, sono loro le prime a non volerlo. Molte ammettono anche di aver usato questo fatto come strategia per punire o cercare di mettere distanza tra se stesse e il marito prima della separazione e che dopo sia diventata un’abitudine piacevole e non si siano mai poste il problema se fosse giusto o sbagliato. Il racconto di altre donne che hanno invece affrontato e risolto il problema le fa riflettere sull’effettiva necessità di aiutare i figli a dormire nel proprio lettino o nella propria cameretta e a considerare questo come un passo verso quella separazione per loro così dolorosa e difficile ma che ora ritengono necessaria per una sana crescita dei propri figli. 24 marzo Le donne arrivano desiderose di riprendere la discussione sugli argomenti trattati la volta scorsa comunicando quasi tutte di aver riflettuto molto e di essersi riconosciute in molti degli atteggiamenti descritti dalle autrici. Alcune iniziano a raccontare la propria esperienza e come sono state aiutate a modificare il proprio atteggiamento. Molte delle donne che non erano d’accordo sul fatto che i bambini abbiano bisogno di avere una immagine positiva del proprio papà dichiarano che la discussione e le esperienze raccontate da alcune di loro le ha fatte profondamente riflettere e quasi cambiare idea 155 Gruppo del pomeriggio Il laboratorio sulla genitorialità per questo gruppo è un momento molto atteso ed anche molto ben utilizzato in entrambi i suoi momenti. Il momento dedicato alla manualità creativa è, anche da questo gruppo, vissuto come un momento molto gratificante , rilassante e stimolante : molte donne , inoltre, hanno raccontato di aver utilizzato gli oggetti realizzati nel laboratorio per fare piccoli regali che sono stati molto graditi o di aver utilizzato le tecniche apprese per realizzare degli oggetti con i propri figli potendo trascorrere momenti piacevoli e in modo un po’ diverso dal solito. Spesso le donne arrivano con il desiderio di affrontare argomenti precisi suscitati dai fatti intercorsi nella settimana o da loro riflessioni personali anche relativamente alla discussione di temi affrontati nel laboratorio della settimana precedente. Rispetto al gruppo del mattino le partecipanti sembrano essere maggiormente in grado di mettersi in gioco senza troppa ansia e senza prevaricare le une sulle altre. Nonostante sia un po’ difficile trovare un argomento di discussione di interesse comune per l’eterogeneità dell’età dei loro figli (2 anni-17 anni), è un gruppo in cui la partecipazione è molto alta e tutte riescono a portare la propria esperienza o ad esprimere una propria opinione e il gruppo sempre più spesso si sta connotando come un gruppo di Auto Mutuo Aiuto. Il gruppo ha fatto sinora un buon percorso analizzando le difficoltà dell’essere madre sin dal diventare madre fino all’accompagnamento dei figli nell’adolescenza. Il problema che sembra più stare a cuore alle persone di questo gruppo è come separarsi dai figli e lasciarli crescere aiutandoli a diventare autonomi. Diario di bordo Incontro di presentazione (30 gennaio) Anche da questo gruppo sono accolta molto calorosamente e dopo un veloce giro di presentazione la docente dice che le donne hanno accolto con entusiasmo la proposta di questo laboratorio e che si erano già poste molte domande e si erano già fatte molte 156 progetto perla report stura idee in proposito : le invito ad esplicitarle in modo da poter costruire realmente un laboratorio che parta dalle loro esigenze. Le aspettative emerse da questo gruppo sono quelle di un laboratorio che le aiuti a comprendere come possano migliorare le proprie capacità genitoriali ponendo in discussione le proprie modalità educative : a volte si commettono errori senza rendersene conto o si ripetono sempre gli stessi errori anche se ci si rende conto di sbagliare ma non si riescono a trovare alternative. 16 febbraio Incontro le donne contente ed impazienti di iniziare questo percorso e piene di idee. Dopo il nostro primo incontro hanno pensato molto a questo laboratorio e sono tutte impazienti di condividere le proprie riflessioni. L. arriva con un sacchetto pieno di libri e mi chiede se secondo me si possono proporre per un laboratorio di lettura, A. dice che nell’elenco degli argomenti vorrebbe inserire anche le punizioni perché proprio in quei giorni si è trovata in difficoltà, R. vorrebbe parlare del problema delle sue figlie che si trasformano quando sono fuori casa o quando il papà è presente. Di tutte queste cose e di alti episodi della loro vita quotidiana chiacchierano mentre disegnano il cartello col loro nome da appendere al muro per appropriarsi di questo spazio che ci accoglierà mentre facciamo questo percorso. Dopo una breve pausa chiedo alle partecipanti di raccontare alle altre il proprio disegno e le emozioni che hanno accompagnato la loro realizzazione. Poche si ritengono soddisfatte, sono molto svalutative nei confronti di se stesse mentre noto che tendono a valorizzare molto l’operato delle altre. R. chiede espressamente di poter parlare del problema che si trova ad affrontare con le figlie da cui non sente rispettate, mentre sono estremamente ubbidienti col padre; sembra un desiderio impellente che non può aspettare. Il gruppo dà spazio a R. e alcune donne intervengono raccontando la propria esperienza e di come hanno affrontato in passato lo stesso problema. Rapidamente, però il discorso prende un’altra piega e partendo da una riflessione di L. sulla difficoltà di essere madre, si passa a parlare del diventare madre e ognuna racconta la propria esperienza: la gravidanza, il parto, la depressione post partum, le ansie e le paure di non essere capace ad accudire il proprio figli, il rapporto col compagno, i cambiamenti, la differenza tra la prima gravidanza e quelle successive... Mentre parlano il clima è disteso, qualcuna si emoziona, alcune si identificano nelle esperienze raccontate da altre donne. Quasi tutte partecipano spontaneamente alla discussione, alcune hanno bisogno di sentirsi esplicitamente interpellate ma una volta rotto il ghiaccio partecipano attivamente. Il tempo passa velocemente e quando è ora di chiudere questa giornata il gruppo commenta che volentieri avrebbe continuato a parlare e che si dovrebbero avere più momenti come questi. Altri argomenti proposti sono: Imparare a recuperare gli errori commessi Come imparare a delegare e a non voler avere sempre il controllo su tutto Imparare a separarsi dai figli per lasciarli crescere in autonomia Come aiutare i figli ad accettare il proprio compagno Come risolvere i conflitti con i figli adolescenti Come far rispettare le regole Mentre esplicitano gli argomenti che vorrebbero trattare le donne raccontano alcuni episodi che le hanno portate a riflettere sul problema e le donne che hanno avuto esperienze simili offrono la propria esperienza : il gruppo sta già lavorando! La proposta di strutturare il laboratorio alternando il momento di discussione ad un momento in cui fare qualcosa di ‘pratico’ viene accolta con molto entusiasmo. Anche a questo gruppo chiedo di elencare quali sono le proprie capacità manuali e che cosa potrebbero insegnare alle altre, che cosa vorrebbero imparare a fare o che cosa piacerebbe loro fare. Che cosa so fare e posso insegnare agli altri Manipolazione di argilla Realizzazione di fiori con la carta Cucinare (soprattutto dolci) Massaggi Acconciature Che cosa mi piacerebbe imparare Taglio e cucito Tare la maglia Dipingere il vetro Fare candele e sapone Decoupage Una delle partecipanti propone un laboratorio di lettura di libri-articoli di psicologia o relativi all’educazione dei figli ma la proposta non sembra essere molto ben accolta perché ritenuta troppo difficile: una delle partecipanti suggerisce che forse io potrei portare loro qualcosa da leggere riferito agli argomenti che affronteremo o consigliare dei libri a chi è interessato. Vedremo, strada facendo, cosa sarà più adatto a ciascuno. 157 23 febbraio Anche con questo gruppo propongo la realizzazione di una scatola trasformandone e abbellendone una portata da casa. Tutte le donne sono arrivate con almeno una scatola e qualcuna anche con un progetto già in mente. Sono molto chiassose ed eccitate nel mostrare quello che hanno portato ed entusiaste di fronte ai materiali che ho portato io e agli esempi di oggetti che si possono realizzare. Tutte scelgono di rivestire con carta e colla le proprie scatole e verbalizzano di divertirsi molto a pacioccare con i materiali. Chi ha portato diverse scatole inizia a decorarne altre dipingendole per poi decorarle col découpage, alcune chiedono di utilizzare anche quelle portate da me. Il clima è molto gioioso, le donne iniziano a chiacchierare del più e del meno poi a 158 progetto perla report stura qualcuna riemergono ricordi di quando erano piccole e il discorso scivola sul rapporto tra fratelli e tra sorelle, sulle dinamiche che questo crea nella famiglia . Attraverso l’osservazione dei propri figli molte rivivono le loro situazioni di bambine e sorelle cosa che, ammettono, le aiuta molto a comprendere e a rispondere alle provocazioni dei loro figli quando cercano di far fare a loro l’arbitro nel dirimere le questioni e i conflitti che vengono a crearsi. Alcune donne non riescono a seguire il discorso in generale e propongono situazioni concrete che si sono trovate a vivere , ed emerge che spesso sono state solo agite ma non comprese appieno e chiedono espressamente il parere al gruppo e all’esperto. L. verso la fine della parte dedicata alla manualità creativa, mi consegna un foglio con la poesia I Figli di Khalil Gibram e mi chiede cosa ne penso: rimando la questione al gruppo dicendo che potrebbe essere un buono spunto di riflessione per il resto della giornata. Alcune donne dicono di conoscere questo testo, una ce l’ha appeso sul frigorifero e ogni tanto se lo rilegge per non dimenticarsi dei principi che condivide ma che spesso si trova in difficoltà a rispettare. Dopo la pausa, quindi, leggiamo e discutiamo la poesia. Dalla discussione che ne segue emerge che: Non tutte sono d’accordo col fatto che i figli non ci appartengono Come si fa a non trasmettere le proprie idee? Che cosa significa quindi educarli? È difficile essere un arco non troppo rigido nelle mani dell’arciere: si vorrebbe che i propri figli o assomigliassero a se stesse o che, spesso neanche troppo inconsciamente, realizzassero i sogni e i desideri che noi genitori non siamo riusciti a realizzare per noi. Questo però serve a renderli felici e soddisfatti? Molte donne raccontano la loro infanzia come un periodo triste e pieno di privazioni e ciò che stanno facendo ora per i propri figli è cercare accuratamente di evitare questo tipo di situazione senza accorgersi però di eccedere nel contrario. Nonostante i punti di vista molto discordanti, il clima è sereno e non giudicante: ognuna sembra sentirsi libera di contestare i pensieri delle altre e difendere la propria posizione senza però mai irrigidirsi, mettendola in discussione e ammettendo più o meno serenamente le proprie difficoltà . Al termine dell’incontro tutte le partecipanti chiedono di avere una copia della poesia. autrici. I risultati le stimolano molto e lavorano con molto entusiasmo. Noto un uso piuttosto massiccio di colori come l’oro e l’argento e decorazioni a volte ridondanti che fanno pensare ad un bisogno di riempire dei vuoti, di arricchire e compensare situazioni di deprivazione. Molte scatole sono destinate ai propri figli: non c’è ancora la possibilità di permettersi in primis qualcosa per se stesse, le proprie esigenze sono sempre ancora in secondo piano come se si sentissero in colpa se prima non pensassero ai figli. Mentre il gruppo lavora , chiacchiera e si scambia suggerimenti e idee per nuove realizzazioni, la solita L. viene a portarmi una rivista divulgativa di psicologia da poco sul mercato (perMe) e mi chiede un parere e se si può utilizzare: io non conosco la rivista e chiedo a L. se c’è qualcosa che l’abbia interessata particolarmente e mi fa vedere un articolo dal titolo Sei in crisi con tuo marito?Non attaccarti troppo ai figli che riporta situazioni in cui si è identificata molto e vorrebbe parlarne perché secondo lei è un comportamento molto comune e inconsapevole ma fa molto male non solo ai figli ma anche alle madri. Do uno sguardo all’articolo che riporta pareri di S. Vegetti Finzi e A.Oliverio Ferraris e mi sembra chiaro e alla portata di tutte senza essere semplicistico. Rimando la decisione al gruppo che accetta di buon grado la proposta e molte ammettono di aver perlomeno attraversato un periodo in cui si aggrappavano ai figli per sopravvivere all’angoscia e al senso di vuoto che le assillava. La lettura dell’articolo emoziona molte donne che rivedono comportamenti delle loro madri nei loro confronti e che hanno compreso solo molto tardi a volte solo quando si sono ritrovate loro stesse in una identica situazione. Alcune ammettono di essere riuscite col tempo a cambiare e a migliorare il rapporto dopo essere state aiutate a capire che sbagliavano proprio dai loro figli, dal loro comportamento. Altre donne credono di star commettendo proprio questo errore ma di essersene rese conto da poco e di non saper come fare a venirne fuori con la sensazione che nulla si possa cambiare o migliorare. A questo proposito l’esperienza di una mamma in particolare che racconta il suo cammino aiutata da una Assistente Sociale commuove il gruppo ma aiuta anche le donne un po’ più in difficoltà a vedere possibilità di vie d’uscita anche laddove sembrano non esserci spiragli. 2 marzo Il lavoro manuale dello scorso incontro le ha molto rilassate e stimolate, raccontano le donne, tanto che arrivano con molto oggetti portati da casa da decorare, abbellire e trasformare e tante tantissime idee che condivise con le altre partecipanti fa nascere altre idee e la proposta di utilizzare materiali che hanno a disposizione a casa come sabbie colorate, fiori secchi, pot pourry, conchiglie, rametti, spezie. Una delle partecipanti dotata di molta sensibilità e creatività, ci porta a vedere cose che ha realizzato in passato (aveva un attività di confezione di bomboniere) o realizzate da suo figlio in laboratori scolastici di decoupage. Le scatole abbozzate durante lo scorso incontro vengono colorate e decorate con risultati esteticamente molto belli e con molta soddisfazione mista a stupore delle loro 159 9 Marzo Le partecipanti arrivano al gruppo portando l’esigenza di posticipare il laboratorio di manualità creativa alla seconda parte della giornata perché aspettano tutta la settimana questo incontro e arrivano cariche di riflessioni, di domande, di desiderio di confrontarsi e hanno l’impressione di non avere mai tempo abbastanza per approfondire gli argomenti come desidererebbero: d’altro canto anche il lavoro con i materiali li coinvolge molto, si divertono, si rilassano e fanno fatica a smettere… Mi comunicano che effettivamente non avrebbero mai immaginato che un’attività del genere le potesse coinvolgere e appassionare così tanto e che, soprattutto le facesse sentire così bene che poi tornano a casa più soddisfatte, contente, serene e che anche i loro figli se ne stanno accorgendo. Durante la settimana si scoprono più volte a ripensare ai contenuti del gruppo e 160 progetto perla report stura qualcuna ha già provato a mettere in pratica dei piccoli cambiamenti nel proprio stile educativo che si sono subito rivelati positivi, come ad esempio, non intervenire quando i figli litigano e cercare di non schierarsi a favore dell’uno o dell’altro, notando che i questo modo, sarà magari un caso, i litigi terminano prima e non si susseguono senza posa per tutta la giornata. Hanno molto apprezzato la lettura dell’articolo durante lo scorso incontro e molte hanno espressamente richiesto che vengano loro consigliate delle letture e mi hanno invitata a portare loro articoli o libri da leggere insieme inerenti i temi trattati. Riprendiamo il discorso dell’attaccamento nei confronti dei figli e delle difficoltà di separarsi, vissuta spesso come una paura di perdere l’amore dei figli: tanto da grande li perderò, quindi me li godo finché posso. Questi momenti di scambio permettono alle donne di conoscersi meglio e anche a facilitare le frequentazioni al di fuori degli incontri in aula scambiandosi a volte piccoli aiuti nella gestione degli impegni dei figli Nella parte dedicata alla manualità creativa ognuna inizia ad esprimersi utilizzando creativamente diverse tecniche e materiali per decorare scatole e cornici. I risultati sono sempre per tutte molto soddisfacenti e le partecipanti iniziano anche a cooperare tra loro nelle varie realizzazioni. Anche questa volta arrivano da casa con molti oggetti e materiali che condividono con il gruppo. Realizzano diversi oggetti da regalare a parenti ed amici e sono molto orgogliose degli apprezzamenti che ne ricevono. Poche sono quelle, poi, che sono convinte che non bisogni mai mettere in cattiva luce il papà agli occhi dei figli nonostante i fatti lo giustifichino. 16 Marzo Anche oggi il gruppo chiede di parlare nella prima parte del pomeriggio e di lavorare successivamente. L.T. mi chiede subito di poter parlare di un suo problema come le ha consigliato la docente di un altro laboratorio e senza aspettare risposta dice di aver paura a lasciare la figlia di 4 anni alla nuova babysitter perché la sua bambina non sta mai con nessuno, sta solo con sua sorella o la sua amica ma ora entrambe non sono più disponibili e quindi lei deve lasciarla ad una persona totalmente sconosciuta ma secondo lei questo non è possibile perché la bambina non lo accetterà mai. Riaffiorano così in maniera prepotente le sue difficoltà di separazione che proietta inevitabilmente sulla bambina che in realtà viene descritta come una bimba socievole e che non ha manifestato grosse difficoltà nell’inserimento alla scuola materna. Il tema della separazione interessa tutte le donne e ognuno racconta la propria esperienza e come ha superato le difficoltà. Si percepisce un profondo rispetto circa le difficoltà che vengono espresse e nessuno si permette di dare un giudizio negativo o denigrante. Tutte cercano di sostenere L.T. cercando di convincerla che è meglio lasciare da parte l’orgoglio e permettersi di chiedere aiuto, di fidarsi degli altri perché in fondo i nostri figli possono stare bene anche con altre persone e che noi non possiamo pretendere di controllare tutto o ritenerci insostituibili: questo ci carica solo di ansia e di preoccupazioni gratuite. Il discorso scivola poi sulla fiducia nei confronti del padre dei propri figli e della difficoltà che come madri fanno nel lasciare andare volentieri i figli dal papà. Su questo argomento i pareri sono discordanti e le donne si mostrano piuttosto intransigenti ma questo è comprensibile dato le situazioni che raccontano di aver vissuto. 161 23 marzo Approfittando della presenza in aula della tutor che deve dare delle comunicazioni ad alcune partecipanti propongo al gruppo di iniziare con il laboratorio di manualità e di dedicare la seconda metà della giornata alla parola. Oggi i materiali a disposizione si sono arricchiti di nuove perle di vetro che vengono utilizzate a profusione insieme alle sabbie colorate portate da una delle partecipanti per decorare soprattutto cornici. Noto che il gusto estetico delle donne si sta raffinando e che le decorazioni sono più semplici ma eleganti, meno ridondanti e stucchevoli. Oggi il clima è molto disteso e le donne sembrano aver voglia di parlare di se stesse più che dei propri figli o del ruolo di madre. Noto che la confidenza tra di loro aumenta e anche le più taciturne in realtà sembrano più partecipi del solito. R. racconta, drammatizzandolo, un episodio successo nei giorni precedenti con la figlia più grande sottolineando come sia molto diversa in casa rispetto all’esterno. S, che era presente alla scena, ironizza sul comportamento di R. drammatizzandolo a sua volta, suscitando l’ilarità generale: il clima però è sereno, R. non si offende, è chiaro che tra di loro si è creato un buon rapporto di amicizia che permette ad entrambe di dirsi ciò che pensano senza timore di offendersi. R., inoltre, sembra essere consapevole delle sue debolezze e dei suoi errori educativi, è in grado di ironizzarli e di ammettere che sta provando a cambiare, ma non è così semplice ma magari un passetto alla volta ce la potrà fare. Alcune donne rispondono a questo pensiero di R. raccontando a loro volta errori che commettevano senza accorgersene ma che poi, una volta compresi, sono riusciti a correggere molto facilmente. Il passo fondamentale sembra essere, quindi, il riconoscimento degli atteggiamenti sbagliati (tipo togliere le punizioni prima del tempo perché stufe di sentire le lagne o le rimostranze dei figli), il cambiamento avviene di conseguenza. LP comunica con entusiasmo al gruppo di aver trovato lavoro e che quindi lascerà il progetto: questa comunicazione non sembra suscitare invidie ma tutte si complimentano con lei esplicitando però un certo dispiacere perché sono sicure di sentire la sua mancanza. LP promette che verrà a trovarle quando potrà e che comunque si potranno sempre vedere fuori! Con questa promessa e con grande vi voglio bene scritto da LP alla lavagna chiudiamo questa giornata con qualche lacrimuccia furtiva su qualche guancia. 162 progetto perla Appendice 01. IL DOCUMENTO DI PARTENZA. Quaderno di metodo per le attività previste nell’ambito del progetto Perla lo sviluppo del progetto perla Il percorso che ha pensato il Gruppo multidisciplinare è articolato su 1 anno di lavoro a partire dal prossimo novembre 2005 -a conclusione delle attività di segnalazione e quindi dell’individuazione delle 80 beneficiarie -e si svilupperà per tutto il 2006. L’articolazione prevede tre grosse fasi per un coinvolgimento totale di 880 ore per ogni beneficiaria: 01. Bilancio di risorse (40 ore totali novembre-dicembre 2005) 02. Laboratori (180 ore totali gennaio-febbraio 2006) 03. Percorsi (660 ore totali marzo-dicembre 2006) La fase 1 è stata pensata come fase di assestamento del progetto; pertanto è richiesto a tutte le beneficiarie di partecipare al percorso di bilancio non prevedendo per quel periodo rimborso alcuno se non eventuali servizi di sostegno (baby sitting, trasporti,…). In sostanza in questa fase sarà ancora possibile a fronte delle non frequenza o dell’abbandono da parte di qualcuna di prevedere l’ingresso di altre donne già segnalate. Si prevede di attivare su ogni territorio almeno 2 gruppi di bilancio finalizzati a preparare le beneficiarie che accederanno alle fasi successive. A partire da gennaio verranno attivate anche le attività di sostegno e gli spazi che sono stati concepiti come aperti: le attività di sostegno alla genitorialità, l’automonitoraggio, lo spazio aperto che accompagneranno tutto lo sviluppo del progetto fino alla sua conclusione con un monte-ore variabile tra le 4 e le 8 ore a seconda della fase del progetto e delle destinatarie. appendice 163 La fase 2 prevede l’attivazione dei Laboratori: Cambiamento (40 ore), Mercato del Lavoro (30 ore) Diritti (20 ore). I laboratori verranno strutturati a livello territoriale a seconda delle esigenze dei gruppi e potranno avere una strutturazione di moduli in continuità (il tema affrontato tutto in una-due settimane) oppure giornate modulari (ad esempio il lunedì potrà essere dedicato al laboratorio sui diritti , il martedì al cambiamento, il mercoledì al mercato del lavoro, ecc…). Con la partenza dei laboratori a livello territoriale verranno attivati gli incubatori. L’incubatore è uno spazio reale e riconoscibile del progetto; uno spazio flessibile (a geometria variabile) dove: Un luogo di riferimento chiaro per le beneficiarie Si integrano le esperienze e competenze per rispondere alla multiproblemticità; luogo di incontro, scambio e coprogettazione degli operatori e delle beneficiarie Si possono attivare una pluralità di percorsi individuali o di gruppo (si concordano con le donne una pluralità di percorsi da sviluppare in specifiche risorse della rete) per il superamento dei vincoli soggettivi e sociali Si costruiscono per le donne le condizioni di sostenibilità del processo (casa, Cura) e si attiva il mutuo aiuto È importante l’attivazione di un incubatore per territorio (Patto) e l’appoggio dell’incubatore ad un servizio (l’incubatore deve essere collocato presso un servizio, una struttura es. Villa5, Sportello donna, Informalavoro,… per evitare di avere servizi vuoti). L’incubatore deve altresì attivare le risorse del territorio che non stanno fisicamente dentro l’incubatore anche attraverso la rete allargata per rafforzare le donne e ridurre i vincoli (es. servizi sociali e sanitari, servizi per l’infanzia, agenzie formative, centri per l’impiego,…) È fondamentale prevedere una figura di sistema (coordinatore, regista, che si preoccupi del funzionamento dell’incubatore). Prevediamo di arrivare alla progettazione del progetto individuale di inserimento lavorativo entro la prima settimana di marzo. Con questa attività si conclude la fase 2 e inizia la fase 3. Da marzo a novembre 2006 si realizzeranno i percorsi individualizzati di formazione, tirocinio e autoimprenditorialità per le persone che hanno manifestato interesse verso il lavoro autonomo (fase 3). Le attività di formazione prevedono un monte-ore massimo di 220 ore e consistono nella possibilità di accedere direttamente ai corsi di formazione a catalogo (anche attraverso voucher) oppure in attività formative ad hoc anche in raccordo con le imprese che parteciperanno al progetto. L’idea potrebbe essere quella di pensare a dei percorsi formativi concertati con le imprese e finalizzati all’acquisizione di una formazione mirata all’inserimento lavorativo. I tirocini avranno la caratteristica di essere pre-lavorativi e una durata media di 240 ore (3 mesi all’interno del monte ore previsto) anche se potranno avere delle proroghe in caso di sottoscrizione dell’impegno di assunzione (per un massimo di altri 3 mesi). Le aziende che ospiteranno i tirocini potranno essere individuate dal 164 progetto perla appendice Gruppo aziende sulla base dell’impegno delle associazioni di categoria partner oppure individuate a livello territoriale attraverso un’attività di marketing mirata anche sulla base dei profili delle beneficiarie. L’attività di autoimprenditorialità (20 ore) verrà attiviata per le donne che hanno in mente come possibile progetto il lavoro autonomo. Per far fronte agli investimenti e alle spese di avvio, oltre alle risorse previste nell’ambito della normativa regionale e nazionale, il progetto Perla è in grado di attivare delle azioni di microcredito anche in collaborazione con Banca Etica. Nel mese di dicembre si concluderanno i percorsi individuali e circa 40 ore verranno dedicate alla conclusione del percorsd (verifica delle opportunità messe in movimento da Perla, dei cambiamenti effettuati, delle acquisizioni; fissazione della rete; piano di gestione dell’attività lavorativa in autonomia). Nei mesi successivi i tutor di Perla continueranno a sostenere l’attività di accompagnamento al lavoro delle donne che nel frattempo si saranno reimpiegate o saranno inserite stabilmente in percorsi formativi. Competenze degli operatori: strategica in questo caso è la figura del regista/coordinatore dell’incubatore. È una figura di sistema: deve avere sviluppato esperienze di coordinamento e di rete, conoscere la problematica che Perla affronta, avere una certa autorevolezza riconosciuta dalla rete e dal territorio ed essere in grado di far funzionare tutto e raccordare le varie parti. le esperienze, a volte frammentate, non particolarmente strutturate che sono state maturate e che, nuovamente decodificate, aiutano tuttavia la persona a riannodare i fili della propria storia e a riavviare un processo di nuovo investimento. Esso permette inoltre di verificare la motivazione e la disponibilità concreta della persona a inserirsi nel mondo del lavoro, anche a fronte dei vincoli oggettivi e soggettivi che si pongono sulla sua strada. In vista di queste finalità, la metodologia proposta favorisce l'apprendimento attraverso la rielaborazione dell'esperienza diretta, utilizzando il confronto, la discussione con gli altri e l’autovalutazione. In tale processo il gruppo assume un ruolo fondamentale, rivelandosi luogo di stimolazione e di confronto, che favorisce l'allargamento delle rappresentazioni iniziali del singolo, spesso parcellizzate e frutto di stereotipo; il gruppo quindi è inteso come luogo che favorisce la conoscenza di sé e la valorizzazione attraverso l'altro/a, attraverso un rispecchiamento continuo che rimetta a fuoco aspetti sottovalutati o problematici. Con le dinamiche attivate esso diventa luogo di ridimensionamento dei timori, delle tensioni e quindi delle resistenze che si oppongono al cambiamento. Ma centralità della persona significa anche attenzione all’individualità e alle specificità di ognuno. Il percorso deve dunque prevedere il rispetto dei tempi e delle caratteristiche di ognuna, e deve proporre un continuo andare e venire da una dimensione gruppale e di confronto ad un ritorno su di sé, per ripensare in modo individualizzatto quanto via via va emergendo in gruppo. I FASE. BILANCIO DI RISORSE Presupposti epistemologici, finalità e approccio metodologico L’approccio proposto, coerentemente con lo spirito che informa il progetto Perla, parte dal presupposto che ogni percorso orientativo debba fondarsi sulla centralità della persona come soggetto attivo, accogliendola nella sua globalità e complessità. Ciò significa in primo luogo non “spezzettarla”, non scotomizzare l’esperienza e competenze professionali rispetto agli altri ambiti di vita e di impegno sperimentati quotidianamente dall’individuo. Ogni persona adulta, infatti, possiede un proprio bagaglio di esperienze e di capacità non solo professionali ma anche extraprofessionali; per le donne in particolare, tale bagaglio è composto anche da una gamma di risorse e di abilità connesse al loro ruolo familiare e sociale. Si tratta di capacità e risorse che possono rappresentare vere e proprie potenzialità su cui far leva nei momenti di transizione, a patto che trovino un luogo, un contenitore di senso e di rivisitazione della propria esperienza, dove venire inizialmente esplicitate e portate alla consapevolezza, e quindi tradotte nel linguaggio più formalizzato delle competenze, diventando così comunicabili e utilizzabili per l’elaborazione di un progetto professionale individualizzato. Il bilancio di risorse si offre dunque alla persona come un processo di ri-attivazione: la proposta orientativa ha proprio la funzione di bilancio, di occasione strutturata per fare una valutazione del processo di transizione in cui ognuna è stata coinvolta e per verbalizzare in gruppo competenze, risorse, abilità accumulate attraverso 165 Descrizione Per il tipo di donne cui si rivolge Perla, è più pertinente parlare di un Bilancio di risorse ed esperienze, piuttosto che di un bilancio di competenze. Il Bilancio di risorse ed esperienze è rivolto a donne che da lungo tempo mancano dal lavoro (donne rientranti) e propone loro di analizzare in gruppo le loro risorse, di elaborarle nel confronto-rispecchiamento con le altre; da tale riflessione, le accompagna nell’individuare delle piste possibili di sviluppo lavorativo e formativo. A differenza dunque del Bilancio di competenze, che è finalizzato ad un progetto professionale da assumere in modo pianificato e strutturato alla luce di esperienze professionali pregresse di una certa consistenza, questo intervento è molto centrato sull’elaborazione delle esperienze e supporta i processi di autovalutazione, mettendo in primo piano la soggettività individuale, le sue rappresentazioni e percezioni, le sue strategie di fronteggiamento. Le fasi e gli obiettivi che i percorsi di accompagnamento al lavoro dovranno perseguire si possono realizzare attraverso un percorso d’aula di 40 ore complessive, che preveda l’alternanza tra lavoro individuale e di gruppo sui seguenti aspetti: Prima fase (circa 15 ore): In gruppo: accoglienza, condivisione delle aspettative e prima definizione del contratto di percorso 166 progetto perla socializzazione del gruppo, attività di comunicazione conoscenza di sé e valorizzazione-rafforzamento di sé e della fiducia in se stesse analisi delle difficoltà e dei vincoli, con particolare attenzione alla condizione familiare analisi dei valori di ognuno analisi delle rappresentazioni del lavoro e del significato/valore attribuito al lavoro, delle motivazioni al lavoro Colloqui individuali: output della prima fase: contratto di percorso individualizzato, che prenda in considerazione i primi elementi emersi in termini di vincoli da affrontare, risorse da focalizzare, obiettivi da perseguire Seconda fase (circa 25 ore): In gruppo: analisi delle competenze trasversali, extraprofessionali e del quotidiano ricostruzione della propria biografia personale e professionale: ricostruzione dell’esperienza lavorativa evidenziando le competenze di base, tecnico-specifiche e trasversali espresse giochi di gruppo e di comunicazione/lavoro in gruppo e successiva rielaborazione in gruppo esplorazione degli interessi professionali, anche alla luce degli altri elementi (valori, competenze, motivazioni…) emersi nel percorso Colloqui individuali: rivisitazione individualizzata di quanto emerso in gruppo e della ricostruzione delle esperienze; in particolare, focalizzazione e sistematizzazione delle competenze e interessi emersi output: ridefinizione del contratto/progetto di percorso di sviluppo personale e professionale, che parta da una riflettessione sui propri punti di forza e sulle possibili aree di sviluppo per individuare eventuali aree di sviluppo e miglioramento su cui lavorare nelle fasi successive del percorso Competenze degli operatori Operatore dell’accoglienza e della consulenza orientativa; oltre i 30 anni e con esperienze professionali già maturate nella gestione e conduzione di gruppi di donne. Deve avere già operato in servizi e progetti a caratterizzazione di genere. Il suo ruolo è quello di facilitatore e pertanto è bene che lo stesso operatore segua tutto il percorso. appendice 167 II FASE. LABORATORI Obiettivi e finalità Conoscere se stessi, l’ambiente, il contesto territoriale al fine di definire le linee e le strategie necessarie per progettare il cambiamento Confrontarsi con esperti e con esperienze per approfondire e focalizzare gli elementi significativi che consentiranno di realizzare il proprio progetto Confrontarsi fra pari per rielaborare, condividere e valorizzare esperienze proprie e delle compagne di viaggio Descrizione Come si evince dagli obiettivi e finalità sopra definite, il periodo di lavoro preso in considerazione punta soprattutto ad accompagnare il cambiamento personale, confrontandolo e definendolo in modo compatibile rispetto all’ambiente nel quale la persona si trova e/o nel quale si realizzerà il proprio progetto professionale e personale. In altre parole, non si tratta di conoscere l’ambiente per quello che è, ma conoscerlo in modo che il cambiamento sia pensato e realizzato rispetto ad un contesto reale. Il percorso è articolato in diverse unità di lavoro, che in molti casi sono contigue o addirittura sovrapposte. L’impianto qui proposto è pertanto un impianto di riferimento, nel quale alcune parti possono essere realizzate in continuità o in parallelo rispetto ad altre, anche in relazione alle esigenze specifiche delle donne che partecipano al percorso. Anche l’articolazione oraria delle diverse unità di lavoro può essere decisa in funzione delle esigenze delle persone e dei vincoli organizzativi: si potrà organizzare un’intera settimana p.es sul laboratorio sul cambiamento, per poi passare all’unità successiva, oppure articolare uno sviluppo temporalmente successivo dei vari elementi. a. Laboratorio sul cambiamento (durata 40 ore) Si tratta di un laboratorio prevalentemente di gruppo, nel quale vengono affrontati con un approccio generale, ma con una forte attenzione alle situazioni concrete delle partecipanti, i nodi che ostacolano o impediscono la rielaborazione di un progetto individuale di crescita sociale e professionale. L’incontro con professioniste, con esperienze di altre donne, ma anche il confronto fra le esperienze di ciascuna devono servire a rendere molto visibili e chiari i vincoli, le direzioni, gli ostacoli generali e personali che vanno tenuti in considerazione ed affrontati per realizzare l’output previsto per questa unità: il progetto professionale e biografico individuale. b. Conoscenza del mercato del lavoro (30 ore) Le donne che partecipano al progetto devono confrontarsi con un mercato del lavoro che, come minimo, è molto cambiato dal momento in cui l’hanno abbandonato. 168 progetto perla appendice L’obiettivo fondamentale non è la conoscenza, ma, appunto, il confronto fra ciò che il MdL chiede, fra ciò che richiede una specifica professione da un lato e il proprio progetto in costruzione, i propri vincoli e la propria resistenza al cambiamento dall’altra. Per questo motivo l’incontro diretto con persone che in questo MdL operano, con il mondo delle aziende (quelle che hanno dato adesione al progetto ma anche, eventualmente, altre che non hanno ancora aderito formalmente, ma sono di interesse per qualcuna delle partecipanti, con gli operatori dei servizi) sono elemento chiave di questa fase. Output attesi da questa parte di lavoro sono la stesura del proprio CV e del proprio piano di ricerca di lavoro: anche in questo caso non deve trattarsi di documenti acontestuali, ma del vertice di una riflessione personale sulle strategie da mettere in essere per gestire il cambiamento. sere perseguiti per tutte, ma questo può accadere solo nel caso che il raggiungimento di tale obiettivo sia auspicabile per ciascuna delle donne coinvolte. L’organizzazione metodologica vedrà, pertanto, grande spazio per il dibattito nel gruppo, grande capacità da parte della guida del gruppo di monitorare e guidare. Parte integrante di questo laboratorio potrà essere il supporto psicologico individuale, qualora se ne rilevasse l’opportunità. c. Il diritto di avere dei diritti (20 ore) È da prevedere che le persone che verranno inserite escano o siano ancora immerse in una realtà frustrante, che può aver fiaccato la capacità e la volontà di ciascuna di cogliere le opportunità e le risorse che derivano dal diritto di cittadinanza di ciascuna. In questa fase l’obiettivo è appunto quello di far riprendere lo slancio che permetta a ciascuna di volere e chiedere, di rivolgersi a chi può e deve dare risposte, di individuare e intraprendere strade e percorsi che erano ormai ignorati. Come per le unità precedenti la riflessione condivisa delle esperienze e l’incontro/confronto con testimoni e figure chiave del territorio devono essere le strategie principali per giungere all’output previsto in questa fase: la definizione di una strategia personale per riappropriarsi di quei diritti di cittadinanza che al momento alcune delle donne non esercitano. d. Laboratorio sulla genitorialità (30 ore in questa fase, ma il laboratorio proseguirà anche nelle fasi successive) Molte delle persone che parteciperanno all’attività avranno, fra gli impedimenti che ostacolano la definizione di un progetto di inserimento preciso e realistico, una qualche forma di difficoltà legata alla situazione familiare. Con questo si intendono diversi tipi di difficoltà, legate all’essere madre e/o essere figlia, al non avere, almeno in quel preciso periodo della vita, la capacità di farsi carico di sé e, contemporaneamente, del proprio ruolo genitoriale, oppure di considerarlo una barriera, più o meno realisticamente, più o meno coscientemente. Lo spazio qui previsto deve permettere di far emergere situazioni, strategie, nodi che permettano la conciliazione del ruolo di madre/figlia e del ruolo di persona in cerca di uno spazio di realizzazione economica e personale. Questo laboratorio (così come lo spazio descritto successivamente) deve costruirsi gli obiettivi cammin facendo. Gli obiettivi sono prima individuali che di gruppo. Il gruppo è qui considerato più una risorsa per la singola persona che un’entità che deve fare un percorso comune. Ciò non significa che certi obiettivi non possano es- 169 e. Spazio aperto (Circa 30 ore in questa fase, per poi proseguire nelle fasi successive) È da considerarsi un polmone da utilizzare e gestire con diverse modalità: Un momento in cui la vita del gruppo è meno strutturata, anche se continua ad essere progettata e monitorata con discrezione ma anche con precisione. È, in questo caso, un momento in cui il gruppo delle donne può essere lasciato più libero di parlarsi, anche in modo più informale, di confrontarsi, magari in piccoli gruppetti spontanei, di far nascere progetti spontanei di collaborazione non solo lavorativa. Per questo sarà necessario anche approntare uno spazio che possa facilitare lo stare insieme delle donne in questo modo; Un numero di ore che le donne possono utilizzare per approfondire insieme un tema emerso, una questione che desiderano sviscerare. A tal fine può essere utilizzata la metodologia dei circoli di studio, che, oltre a permettere il raggiungimento di conoscenze di interesse da parte del gruppo, fa sperimentare alle donne che si può imparare anche in una modalità totalmente diversa da quella sperimentata in passato. Un numero di ore che può essere utilizzato per integrare la disponibilità oraria delle fasi precedenti, se se ne presentasse la necessità. È bene comunque precisare che anche in questo caso la regia di un operatore è assolutamente necessaria, per evitare che questo venga considerato un tempo perso. esito dei laboratori Al termine del periodo il progetto di ciascuna persona deve risultare chiaro, dettagliato nei passi che si devono succedere, aderente alla realtà lavorativa in cui si dovrà operare, rispettoso, ma attivo, nei confronti della situazione personale e familiare che ha contribuito a creare la situazione di difficoltà iniziale. Il progetto a questo punto è diventato qualcosa di relativamente stabilizzato, perché è stato maturato, modificato in progress, confrontato con le esperienze e con la realtà. Il lavoro su di sé come persona, da qui in poi, si riduce (almeno in termini di ore a disposizione), per avviare con decisione il lavoro su di sé come lavoratrice. Competenze degli operatori Il ruolo degli operatori sarà quello di essere conduttori e facilitatori dei processi; non si tratta di un’attività di docenza bensì di attivazione di risorse proprie e della 170 progetto perla appendice rete. L’operatore coinvolto deve essere esperto delle materie che i laboratori affrontano, attiverà la rete di 2° livello per la sua realizzazione; avrà maturato esperienze nella conduzione di gruppi e nella microprogettazione. Deve avere già operato in servizi e progetti a caratterizzazione di genere. «Storia di un’esperienza che è insieme vita reale e vita emotiva, esperienza individuale e collettiva, sguardo su di sé e sul mondo su come è, su come è stato e su come vorremmo che fosse. Tra identità e differenza» (A. Rossi Ghiglione) Laboratorio di automonitoraggio Il laboratorio è spazio attivo e protetto che attraversa l’intero percorso, dove si mantiene e rafforza il gruppo, dove si costruisce la storia collettiva del progetto sperimentando differenti linguaggi espressivi. (teatro, video, scrittura, espressione corporea e vocale etc...) Partecipare al progetto è come fare un lungo viaggio fatto di partenze, spostamenti, arrivi. Si tratta di monitorare, fare il diario del viaggio, valutare i cambiamenti, gli incontri, le pause, le accelerazioni. Si parte da una fotografia della viaggiatrice al momento della partenza, con tutto il suo bagaglio , si tratta di osservare e comprendere , per ciascuna, cosa succede al bagaglio iniziale durante il tempo del viaggio per arrivare alla fotografia finale, a quando si rientra. Lo strumento, ad esempio, del teatro sociale ci permette di : Promuovere e legittimare le competenze emotive, espressivo-creative e relazionali di ognuna Sviluppare e rinforzare l’identità individuale (passato - presente - futuro) nella scoperta della propria diversità e nella relazione con la diversità dell’altro Creare e promuovere processi di cambiamento a livello individuale e collettivo Far emergere ed esprimere patrimoni culturali e civili attraverso la comunicazione creativa In un laboratorio di teatro sociale gli strumenti teatrali utilizzati dal conduttore dipendono dai/ dalle partecipanti che sono i soggetti del processo. Colui, colei che conduce offre un terreno di espressione e comunicazione e promuove un processo di indipendenza del gruppo. S i tratta di costruire un luogo dove dirsi liberamente di fronte e con le altre, comprendere che la propria storia, pur se diversa, fa parte di una storia collettiva più ampia... Il laboratorio è un incontro di persone per riunire i tre mondi, corpo, emozione e pensiero, in una drammaturgia dell’esperienza. La drammaturgia per il teatro sociale o la sceneggiatura per un video-documentario non partono come atto separato ma come processo di scrittura scenica compiuto con i partecipanti. Spesso si può parlare di autodrammaturgia , dove l’esperienza personale del partecipante al laboratorio diventa elemento fondante della storia. Colui, colei che conduce ha competenze teatrali (espressive e comunicative), competenze psico-sociali (costruzione, conduzione di gruppo, dinamiche...) 171 Competenze degli operatori Esperti in attività espressive e creative in grado di attivare le risorse delle partecipanti al laboratorio e facilitare la loro espressione nella forma che verrà scelta al momento dell’avvio del laboratorio. Equal II Fase - Progetto PERLA Schema di percorso Conclusione percorso: - verifica delle opportunità - fissazione della rete costruita - piano di gestione in autonomia o ert ap iz o Sa Prima fase: - accoglienza e contratto di percorso socializzazione e valorizzazione di sè - analisi di valori, motivazioni, vincoli Ge Tot nitor ale iali : 14 tà 0o re Tirocinio 40 ore Autoimprenditorialità o ors erc p i d to atto izza ntr idual o c v to: indi Esi 20 ore massimo 220 ore Percorsi 660 ore o m o n it o ra Gennaio Febbraio 2006 20 ore Il diritto di avere diritti Conoscenza del mercato del lavoro ore Genitorialità 30 ore 40 ore ne ssio rofe to p oget ale e pr ividu izion ale ind n defin o: ri e perso Esit 30 ore Au tom on itor agg io 3 0 Seconda fase: - ricostruzione biografia personale e professionale - analisi competenze - esplorazione interessi Laboratorio 180 ore 8 ore ale on itti ers ei dir p ia d teg rsi tra opria s : r to p Esi r riap pe 25 ore io A ut uale Esito: progetto individ si successivi cor per nei o ent ed inserim Riprogettazione del proprio percorso formativo e dell’inserimento lavorativo Bilancio di risorse 40 ore Novembre Dicembre 2006 gg Formazione professionale Marzo Novembre 2006 Esit e de o: stesu l pia no dra del C i rice V rca Automonitora ggio 15 ore 240 ore (3 mesi) Obiettivi: - presentare il percorso - socializzare, focalizzare e analizzare i fabbisogni - definire un percorso e un contratto di percorso - imparare a esplorare/esplorarsi - definire il proprio portfolio delle competenze ad oggi - individuare vincoli e opportunità - progettare un possibile percorso individuale e di gruppo - conoscere se stesse, l’ambiente, il contesto territoriale per poter progettare il cambiamento - confrontarsi con esperti e con esperienze di altri per apprendere a focalizzare gli elementi che consentiranno di realizzare il proprio progetto. - permettere/permettersi di volere e di chiedere, di rivolgersi a chi può e deve dare risposte - confrontarsi fra pari per rielaborare, condividere e valorizzare esperienze Es di s ito: p vilu ort ppo folio pro ; pro fes ge sio tto nal di e e per per cor son so ale Laboratorio sul cambiamento ore 30 o t r ape zio a p S Percorso Totale: 840 ore + 40 ore di bilancio di risorse 174 progetto perla appendice 02. LE SCHEDE DI PRESENTAZIONE DEI LABORATORI Laboratorio Genitorialità Racconti di mamme e di figlie. Percorso di sostegno alla genitorialità tra il dire e il fare Obiettivi Attività e breve descrizione Ricercare e sperimentare nuove strade nella relazione con i nostri figli nel tentativo di superare eventuali difficoltà che si incontrano nel rapporto madre/figli Confrontarsi con altre mamme sui temi dell’educazione e della cura dei figli per poter condividere un’esperienza che ci accomuna Valorizzare le abilità e le competenze genitoriali che ognuna di noi possiede e che molto spesso vengono soffocate dalle difficoltà e dai problemi del quotidiano o, semplicemente, non vengono riconosciute Proporre un percorso di ascolto e scoperta di desideri e potenzialità focalizzandosi sulle proprie risorse interiori di responsabilità,autonomia e capacità di gestire il rapporto con i propri figli Recuperare o impossessarsi di abilità manuali che possono facilitare la gestione del quotidiano e incidere positivamente sul bilancio familiare Creare una rete di auto mutuo aiuto fra mamme che abitano lo stesso territorio e che incontrano difficoltà simili nella gestione dei tempi e dei ritmi dei propri figli Costruire una mappa dei luoghi e delle modalità di acquisto che consentono un maggiore risparmio (mercatini, negozi dell’usato, gruppi di acquisto solidale...) Restituire alle case un ruolo di accoglienza dell’andirivieni nostro e delle nostre relazioni: luogo e spazio dell’intimità,della vita di relazione,degli scambi sociali,del gioco e della cura Diffusione di un modello di solidarietà sociale che si sviluppa tra le vicine di casa: nascono nuove alleanze che restituiscono un maggiore benessere tra le persone Fino a qualche tempo fa era implicita la naturalità della funzione di genitore, soprattutto della madre. Secondo questo modo di pensare i bravi genitori dovrebbero essere in grado di trovare dentro di sè le risposte educative più adeguate ai semplici problemi posti dall’accudimento dei figli. Ma tali problemi non sono affatto semplici, non lo erano in passato e ora sono diventati sicuramente più com- 175 plessi a causa delle molteplici trasformazioni che hanno investito la famiglia in questi anni. Lo sforzo che compie un genitore nella cura e nell’educazione del bambino è molto grosso e se questa esperienza non è sostenuta può provocare forti livelli di ansia, disagio, frustrazione, soprattutto per quelle persone che non hanno punti di riferimento nel territorio. Il percorso che proponiamo prevede di proporre ad un gruppo di donne che stanno vivendo vite che presentano molte similitudini (donne capofamiglia con figli,in cerca di lavoro,con separazioni passate o in corso…) terreni di scambio e confronto sul proprio ruolo genitoriale,sulle difficoltà che si incontrano ad educare i bambini, a prendersi cura di loro, a conciliare il lavoro,il lavoro di cura e,quando si riesce, il tempo libero. Offrire un’opportunità di questo tipo consente alle persone di fermarsi a riflettere sul proprio ruolo e a condividere con le altre paure, difficoltà, successi e soddisfazioni. Il confronto nel gruppo ridimensiona le ansie che nascono dalle problematiche vissute in solitudine. Parlare delle proprie difficoltà, parlarne all’interno di un gruppo che capisce perché vive difficoltà simili, decongestiona e lascia spazio alla capacità di ritrovare una maggiore serenità e lucidità che facilita la ricerca di strategie,soluzioni,idee per vivere meglio il rapporto con i nostri figli. Il laboratorio, per raggiungere gli obiettivi indicati, utilizza due forme di sviluppo che possono essere riassunte in DIRE & FARE e che si intrecciano continuamente durante tutta la durata del percorso. Il DIRE raccoglie i temi pedagogici che affronteremo durante il laboratorio e che saranno proposti dalla conduttrice a fronte delle richieste delle donne partecipanti:un’occasione di confronto e scambio su temi educativi e relativi alla cura dei bambini e delle bambine. Non si svolgeranno delle lezioni di pedagogia né si elargiranno consigli preconfezionati; a metodologia utilizzata prevede, dopo un breve periodo di conoscenza reciproca, di far emergere dal gruppo le possibili soluzioni alle difficoltà che lentamente emergeranno dal gruppo stesso. Tale modalità consente di restituire alle partecipanti la consapevolezza delle proprie risorse e di aumentare la stima di sé in qualità di madri. Madri non solo portatrici di problemi ma anche propositive di strategie per risolvere i problemi. Il percorso del DIRE, utilizzerà come griglia di lavoro i seguenti punti: Analisi del proprio percorso autobiografico di figlie per mettere a fuoco i riferimenti educativi significativi che hanno condizionato il nostro modo di essere madri 176 progetto perla Modalità e strumenti di lavoro appendice Proporre terreni di osservazione collettiva sulla relazione mamme/figli Analisi delle fatiche e delle difficoltà che si incontrano nella relazione con i propri figli e ricerca collettiva di strategie capaci di facilitarci nel nostro ruolo genitoriale. Il percorso del FARE prevede di partire dalle abilità che emergeranno dal gruppo per organizzare brevi laboratori pratici che diffondano queste competenze a tutte le partecipanti con la possibilità di contributi di docenti esterni qualora non esistano risorse interne. Dispositivi di integrazione con altri laboratori, attività I laboratori che vorremmo proporre sono: Maglia Cucito Riparazioni Cucina povera Preparazione di saponi e detersivi Risultati attesi Parlare facendo,facendo cose diverse,utili e divertenti,imparando nuove abilità e sperimentando una manualità spesso trascurata eppure così importante e terapeutica nei momenti di difficoltà personale. Il DIRE è accompagnato, principalmente, da gruppi di chiacchiere, discussione, scambio e confronto e si intreccia con le attività del FARE, ovvero il lavoro manuale. Tale modalità consente di ricreare una atmosfera informale,distesa e accogliente che ha il sapore delle vecchie case di una volta dove le donne,mentre svolgevano attività manuali, chiacchieravano tutte insieme. Inoltre imparare a fare qualcosa che ci torni utile per la casa (cucire, lavorare a maglia,cucinare con gli ingredienti della cucina povera, preparare torte Strumenti di lavoro saranno: Le mani Le parole I nostri ricordi Le competenze e le abilità che emergeranno dal gruppo; Le competenze e le abilità di docenti esterni Tempi di realizzazione Da febbraio 2006 a novembre 2006 177 Il percorso di sostegno alla genitorialità opererà in stretto collegamento con gli altri laboratori previsti dal progetto attraverso : scambio di materiali, incontri e riflessioni collettive tra i/le conduttori /trici nella consapevolezza che le partecipanti sono parte di un progetto unico. Si prevede inoltre di lavorare in stretto collegamento con il laboratorio di autovalutazione che, utilizzando come metodologia il lavoro autobiografico, presenta molte possibilità di intreccio. Pubblicazione della mappa di luoghi e modalità di acquisto che consentano un risparmio sulle economie domestiche ad uso non solo del gruppo ma anche del territorio; pubblicazione del materiale raccolto durante il laboratorio: ricette,racconti,fiabe,istruzioni per realizzare piccole riparazioni,saponi,creme,detersivi... La nascita di relazioni tra donne che abitano lo stesso territorio; superamento dell’isolamento domestico La nascita di una rete di auto mutuo aiuto tra le donne per facilitare la conciliazione tra lavoro -lavoro di cura e tra lavoro -lavoro di cura e tempo libero Lo sviluppo di competenze manuali capaci di restituire prodotti finiti da utilizzare nella gestione quotidiana della casa Una maggiore apertura delle proprie case che diventano luogo di scambio sociale, di relazioni positive, amicali e di aiuto reciproco 178 progetto perla appendice Laboratorio Cambiamento Obiettivi Attività e breve descrizione Modalità e strumenti di lavoro Il laboratorio sul cambiamento è pensato come propedeutico al laboratorio di automonitoraggio/spazio aperto. La direzione è unica ed integrata, si toccano diversi aspetti della persona ripetto alla propria situazione: la dimensione emotiva e la ricostruzione creativa della propria storia ci sembra essere il focus dell’automonitoraggio/spazio aperto, mentre la dimensione cognitiva e l’identificazione di rappresentazioni mentali proprie e collettive è il focus del laboratorio su cambiamento In questa direzione il laboratorio si propone di: Offrire stimoli di riflessione per identificare la molteplicità degli aspetti connessi al cambiamento (scoprire il nuovo, accogliere parti di sé inesplorate, aprirsi a persone e situazioni inedite) Individuare le proprie modalità nel fronteggiare il cambiamento ed evidenziare alternative, in una concreta situazione problematica Identificare risorse personali e strumenti adeguati per realizzare le alternative evidenziate Motivarsi al cambiamento Offrire strumenti per vedersi proiettati in situazioni nuove e per coltivare aspirazioni e desideri 01. Le nostre rappresentazioni del cambiamento. A partire da cosa ciascuna ha in mente sul cambiamento si condivideranno attese e timori e si individueranno gli aspetti motore del cambiamento 02. Racconti di situazioni problematiche specifiche rispetto al tema del cambiamento. A partire dai vissuti delle partecipanti al laboratorio si individueranno le situazioni da trattare ed eventualmente drammatizzare 03. Le potenzialità del cambiamento. A partire dal percorso intrapreso verranno individuate le risorse necessarie per sostenere i cambiamenti 04. Il cambiamento dentro e fuori di noi; percepire i cambiamenti attraverso attività di psicomotricità e di espressione corporea 05. Come ci vediamo nel breve/medio periodo. Quali immagini abbiamo di noi tra 3-5 anni? 06. Rappresentazione degli argomenti trattati attraverso diverse forme espressive (video, teatro, scrittura, arti figurative,…) Brainstorming sul cambiamento e riflessione in gruppo (integrazione degli sguardi sul cambiamento) Scheda sugli aspetti positivi e negativi del cambiamento 179 Ascolto e condivisione di gruppo volti all’identificazione degli aspetti motore per il cambiamento Riflessione di gruppo per la condivisione degli aspetti motore Racconto di situazioni problematiche specifiche Schede di sintesi Integrazione delle schede di sintesi Ascolto e confronto Revisione e raccolta del materiale prodotto e traduzione delle risorse in azioni, pensieri, atteggiamenti per l’autoaffermazione. Tecniche video, teatrali, drammatizzazioni Psicodramma Psicomotricità Tempi di realizzazione Il laboratorio avrà una durata di 40 ore totali (10 mezze giornate). Inizierà la prima settimana di febbraio e si concluderà a fine marzo. Nel laboratorio le signore saranno impegnate 4 ore la settimana per 10 settimane. Le attività verranno organizzate in gruppi di 10-12 partecipanti al massimo Dispositivi di integrazione con altri laboratori, attività Risultati attesi Laboratorio di automonitoraggio Laboratorio sulla genitorialità Alla fine del laboratorio si prevede che le beneficiarie abbiano acquisito questi aspetti: Percezione di una nuova immagine di sé Superamento di immagini stereotipo dei ruoli della donna (moglie, mamma, lavoratrice) Aver sviluppato la propria capacità di motivarsi al cambiamento e di cogliere le potenzialità dei cambiamenti Aver elaborato il senso di perdita di una situazione nota Essersi dotati di strumenti che riattivino e stimolino la propria progettualità Aver acquisito al capacità di ricostruire una propria progettualità 180 progetto perla appendice Laboratorio Automonitoraggio Laboratorio di automonitoraggio e spazio aperto Obiettivi Attività e breve descrizione Modalità e strumenti di lavoro Rendere protagoniste le beneficiarie del controllo della validità dell’intero percorso del progetto Sviluppare e rinforzare l’identità individuale (passato -presente futuro) nella scoperta della propria diversità e nella relazione con la diversità dell’altro Creare e promuovere processi di cambiamento a livello individuale e collettivo Promuovere e legittimare le competenze emotive, espressivocreative e relazionali di ognuna Far emergere ed esprimere patrimoni culturali e civili attraverso la comunicazione creativa Valutare collettivamente il percorso del progetto nel suo insieme attraverso l’analisi delle difficoltà incontrate dalle persone coinvolte e dei cambiamenti attivati individualmente e dal gruppo per il superamento delle stesse Il laboratorio vuole essere uno spazio attivo e protetto che attraversa tutte le fasi del progetto, con l’intento di rafforzare il gruppo e costruire la storia collettiva del percorso sperimentando differenti linguaggi espressivi. (teatro, video, scrittura, espressione corporea e vocale, etc...) Il laboratorio fornisce un terreno di espressione e comunicazione e promuove un processo di indipendenza del gruppo attraverso la costruzione di un luogo dove dirsi liberamente di fronte e con le altre, comprendendo che la propria storia, pur se diversa, fa parte di una storia collettiva più ampia. Il laboratorio vuole essere un incontro di persone per riunire i tre mondi, corpo, emozione e pensiero, in una drammaturgia dell’esperienza. Modalità La giornata di lavoro verrà suddivisa in due parti: Laboratorio di espressione corporea e vocale Costruzione della drammaturgia del quotidiano: la storia collettiva del progetto 181 Ogni incontro avverrà in uno spazio/luogo scenico adeguatamente allestito e che si modificherà di volta in volta come conseguenza di ciò che è successo o in base ai bisogni espressi. Strumenti laboratorio di espressione corporea e vocale Nel laboratorio si sperimenta il linguaggio del corpo e l’uso espressivo della voce accogliendo la persona nella sua totalità : corpo, pensiero, emozioni Il laboratorio fornirà alle partecipanti gli strumenti fondamentali per arrivare a comunicare attraverso il linguaggio teatrale Si analizzano le componenti fondamentali del linguaggio corporeo e vocale: spazio, tempo, energia Spazio interno: coscienza del corpo, la forma , tensioni consapevoli e inconsapevoli-rilassamento... postura , il contatto con gli altri, l’equilibrio Spazio esterno: attraversamenti, camminate, percorsi, forma individuale e collettiva nello spazio, analisi dei significati espressivi. Lo sguardo: guardare per vedere Tempo interno: consapevolezza del proprio ritmo personale Tempo esterno: il ritmo come agente psico-motorio, il tempo/ritmo degli ambienti / situazioni esterne. Valore espressivo della relazione tempo interno/esterno Energia/forza interna: l’energia personale , la relazione con le emozioni. Studio dei diversi livelli di energia: massima staticità, massima dinamicità, controforze Energia/forza esterna: la forza che proviene dall’esterno come impulso, come blocco. Valore espressivo della relazione forza interna/esterna Lavoro sull’improvvisazione individuale e collettiva costruzione della drammaturgia del quotidiano: la storia collettiva del progetto Il lavoro di costruzione collettiva della drammaturgia si incrocia con l’apprendimento delle tecniche di comunicazione ed espressione, ciò permetterà di trasformare continuamente parole, riflessioni, emozioni in azione scenica. L’inizio consisterà nella costruzione/realizzazione della fotografia di sé come viaggiatrice in partenza con un bagaglio. Si tratta di riempire realmente la valigia con oggetti, musiche, parole etc… che rappresentano la propria situazione. Il contenuto del bagaglio permetterà di iniziare il racconto della propria storia: racconto libero 182 progetto perla appendice supportato da un indice di temi. Tale traccia ci permetterà di ripercorrere le tappe della vita: l’infanzia, la formazione, l’ambiente sociale e culturale della famiglia di origine e la sua composizione, il mondo del lavoro e le sue motivazioni, le esperienze nel lavoro in rapporto alla professione, alle gerarchie, alla socialità, il matrimonio, i ruoli e gli eventi fissati come cruciali. Il ritmo, la struttura della narrazione può non seguire un filo cronologico ma essere legata a come le sequenze esistenziali si sono fissate nella memoria e alla loro importanza. Il lavoro continuerà nel monitoraggio del viaggio intrapreso, essere parte di un progetto collettivo, nel comprendere ciò che sta succedendo al mio bagaglio, al gruppo a cui si appartiene. Tempi di realizzazione Dispositivi di integrazione con altri laboratori, attività Risultati attesi Laboratorio Diritto di avere diritti Obiettivi L’obiettivo è quello di promuovere un percorso di autocoscienza di ruolo, fissando i confini dell’identità di genere e ripristinando il senso di cittadinanza attiva. È importante costituire intorno ad ogni donna una rete sociale di supporto che permetta loro di orientarsi tra i vari organi a tutela dei loro diritti, in modo da chiarire a chi rivolgersi e dove andare in caso di necessità. A tal fine riteniamo di fondamentale importanza partire dall’elaborazione delle esperienze individuali, indagando le diverse sfere che compongono la vita quotidiana delle donne (lavoro, famiglia, formazione, …). Questo percorso mira ad azioni di tutela e sensibilizzazione riguardo ad ogni forma di discriminazione. Partendo da ciò, si intende incoraggiare: Il confronto sulle diverse esperienze relative ai casi di violazione dei diritti La presa di coscienza sui diritti di cui si è titolari Le modalità di intervento per la risoluzione di casi concreti La promozione di una cultura di parità Da febbraio 2006 a novembre 2006 Il laboratorio di automonitoraggio opererà in stretto collegamento con gli altri laboratori previsti dal progetto attraverso: scambio di materiali, incontri e riflessioni collettive tra i/le conduttori /trici nella consapevolezza che le partecipanti sono parte di un progetto unico. Si prevede la compresenza, in alcune fasi dei laboratori, dei /delle responsabili delle attività. 183 Attività e breve descrizione Gli aspetti che intendiamo approfondire sono: Recupero della cittadinanza attiva: breve accenno ai diritti e doveri legati alla condizione femminile nella società attuale (normativa e contratti di lavoro, sostegno alla maternità, enti di riferimento, strumenti di conciliazione) Riflessione di gruppo sugli eventuali ostacoli che impediscono la completa realizzazione di una condizione di parità Analisi di esperienze individuali e acquisizione di strumenti di problem solving Presentazione degli enti e delle associazioni operanti sul territorio a cui poter fare riferimento in caso di necessità Abusi sul lavoro: casi di mobbing, discriminazioni e molestie sui luoghi di lavoro Modalità e strumenti di lavoro Breve presentazione del laboratorio e delle finalità che intende perseguire Valutazione del livello operante delle partecipanti (conoscenze pregresse sul tema) Raccolta e rielaborazione delle esperienze individuali relative all’argomento in oggetto Ascolto e confronto reciproco Maggiore consapevolezza di sé, dei propri limiti e risorse individuali Coesione del gruppo Una comunicazione teatrale che permetta di individuare e riconoscere i punti di forza e di debolezza dell’intero processo attraverso il racconto di sé nel corso del progetto. Rendere le donne coinvolte nel progetto attrici della comunicazione finale che restituisce i risultati del progetto La capacità di assumersi responsabilità individuali e collettive in un processo continuo di rafforzamento 184 progetto perla appendice Schede di analisi inerenti a situazioni problematiche da analizzare in gruppo Role play (simulazioni e giochi di ruolo) Incontri con esperti Distribuzione e consultazione di materiali informativi disponibili presso le strutture Tempi di realizzazione 20 ore strutturate in incontri di 4 ore ciascuno Dispositivi di integrazione con altri laboratori, attività I laboratori con cui integrare questo percorso sono: Genitorialità (Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: la fatica e le responsabilità del doppio ruolo, azioni a sostegno della maternità) Mercato del Lavoro (Normativa e tipologie contrattuali, accenni alla Riforma del mercato del lavoro) Risultati attesi Il laboratorio intende fornire degli strumenti per promuovere nelle interlocutrici lo sviluppo di un senso di cittadinanza attiva e partecipata attraverso: Incremento della consapevolezza sul proprio ruolo sociale Valorizzazione della propria immagine di cittadino attivo Conoscenza delle modalità di esercizio dei propri diritti Potenziamento dell’autonomia nel reperire di informazioni Sviluppo dell’autogestione in situazioni conflittuali 185 Laboratorio Mercato del lavoro Obiettivi Finalità generale Rafforzare nelle partecipanti il senso di poter essere soggetti attivi e consapevoli del proprio percorso professionale, anche in un mercato del lavoro complesso e in costante mutamento. Obiettivi Arricchire le rappresentazioni del mercato del lavoro e delle opportunità professionali Acquisire una maggiore conoscenza del mercato del lavoro e dei meccanismi che lo regolano Acquisire strumenti per poter autonomamente reperire informazioni sul mercato del lavoro e orientarsi in esso Confrontare gli andamenti e le richieste del mercato del lavoro con il proprio progetto professionale che si sta costruendo Attività e breve descrizione Esplorazione delle professioni e dei profili professionali (con particolare approfondimento dei requisiti e dei canali di accesso) tramite consultazione di materiali cartacei, pubblicazioni, internet, materiali disponibili presso servizi e sportelli locali Incontri con testimoni esterni: imprenditori locali, selezionatori, operatori di servizi del territorio (ad esempio dei CPI, Informagiovani, servizi locali per il lavoro), sindacati… Visite presso servizi e aziende locali Interviste professionali, preparate in gruppo e svolte dalle partecipanti in piccoli gruppi, presso aziende e lavoratori Stesura del curriculum vitae Rivisitazione delle informazioni raccolte alla luce del proprio portfolio di competenze prodotto nel bilancio di risorse, prima focalizzazione degli obiettivi professionali, individuazione di eventuali bisogni formativi e stesura di un piano di ricerca individualizzato Modalità e strumenti di lavoro Se finalità di Perla e del laboratorio sul mercato del lavoro in particolare è accompagnare le partecipanti a diventare sempre più protagoniste attive delle proprie scelte professionali e della propria vita di cittadine, il percorso stesso diventa occasione per far loro sperimentare questo nuovo ruolo. Per gli operatori, la sfida è quella di una grande coerenza degli obiettivi dichiarati con le modalità utilizzate con le beneficiarie. Di fronte a soggetti considerati attivi e protagonisti delle proprie scelte, 186 progetto perla il metodo utilizzato è chiamato ad essere partecipativo e a partire da ciò che portano le partecipanti stesse. Ogni donna, infatti, entra in Perla con un proprio bagaglio di esperienze personali e lavorative, di interrogativi, interessi, aspettative, risorse, dubbi. Il laboratorio sul mercato del lavoro è uno snodo chiave del percorso, in cui ci si confronta direttamente con un mondo complesso che per le partecipanti spesso rappresenta il luogo di un riscatto e in cui dove trovare un proprio ruolo sociale, ma al tempo stesso, anche una realtà difficilmente comprensibile che nega loro l’accesso a posizioni che non siano ai margini. Per essere significativo, dunque, il laboratorio non deve essere una serie di lezioni informative, ma uno strumento al servizio delle partecipanti: a partire proprio da ciò che esse sentono e vivono quotidianamente, e dagli interessi professionali individuali, saranno loro stesse a formulare interrogativi e richieste di chiarimenti che introdurranno agli approfondimenti successivi. Gradualmente, il laboratorio fornirà loro gli strumenti perché nell’esplorazione del mercato del lavoro siano interlocutrici attive e attive ricercatrici di informazioni. 30 ore, articolati in incontri di 3-4 ore e in attività di ricerca attiva Tempi di realizzazione delle informazioni svolta dalle partecipanti sul territorio Dispositivi di integrazione con altri laboratori, attività Se il bilancio delle risorse è una fase incentrata in modo particolare sulle persone, con le loro esperienze, competenze, vincoli, risorse e desideri, il laboratorio sul mercato del lavoro offre un confronto e un’apertura verso l’esterno. È dunque un passaggio nodale che parte da tutto ciò che si è prodotto nelle fasi precedenti, in particolare dal portfolio delle competenze e dalle prime focalizzazioni degli interessi individuali, per arricchirli grazie all’esplorazione del mercato del lavoro e delle professioni. Con la rivisitazione del progetto professionale individuale (anche nella direzione di una valutazione di realizzabilità degli obiettivi a fronte delle nuove informazioni raccolte) e la stesura del curriculum, pone le basi per i passaggi succesivi del percorso. Forti sono anche gli intrecci con gli altri laboratori. Quello sui diritti, in particolare, ha molti punti di raccordo con quello sul mercato del lavoro, ad esempio per quanto riguarda l’approfondimento sui contratti e la normativa del lavoro in generale, e i due laboratori andrebbero programmati in stretta sinergia. appendice 187 Un’attenzione particolare va anche prestata a quanto emerge nel laboratorio sulla genitorialità, nel quale possono evidenziarsi vincoli e ricerche di soluzioni che possono essere confrontate e discusse anche nel laboratorio sul mercato del lavoro, ad esempio ponendo domande specifiche ai testimoni coinvolti. Risultati attesi Accresciuta conoscenza del mercato del lavoro nella propria complessità e sviluppo di rappresentazioni del mercato del lavoro non stereotipate. Accresciuta capacità di reperire autonomamente informazioni. Progetto professionale individuale che tenga conto dei vincoli e delle opportunità presenti nel mercato del lavoro locale. 188 progetto perla appendice 03. IL PATTO DI COLLABORAZIONE PER LA PARTECIPAZIONE AL PROGETTO PERLA Tutto ciò premesso si stipula il seguente patto di collaborazione: Si prega di leggere con attenzione il seguente PATTO, in quanto la partecipazione al progetto ne comporta l’accettazione in ogni suo punto. Il progetto Perla si impegna a: 189 Fornire un metodo per aiutare le partecipanti a migliorare le proprie capacità professionali Premesso che Il progetto denominato PERLA è un’azione finanziata dalla UE ed è diretto a donne capofamiglia con un’età compresa tra i 30 ed i 45 anni. PERLA è un progetto sperimentale che ha l’obiettivo di trovare un metodo efficace per aiutare le donne disoccupate che hanno la responsabilità del mantenimento economico della propria famiglia a migliorare le proprie capacità professionali per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro, affrontando le problematiche di tipo famigliare che hanno ostacolato nella ricerca di un’occupazione. Favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro, affrontando le problematiche di tipo famigliare che hanno ostacolato nella ricerca di un’occupazione Effettuare colloqui per conoscere le esperienze precedenti delle beneficiarie, capacità, situazione familiare, potenzialità /abilità, bisogni, ecc Proporre percorsi per rafforzare competenze e abilità utili per la ricerca del lavoro Organizzare attività di formazione La durata prevista è di massimo 10 mesi, previa una fase propedeutica di 40 ore finalizzata ad impostare percorsi personalizzati di sviluppo professionale e personale per ognuna delle beneficiarie. Proporre azioni di sostegno alla genitorialità , a processi di cambiamento e all’esercizio dei diritti Superata la fase propedeutica di 40 ore, per la quale non viene corrisposta nessuna indennità, le beneficiarie che confermeranno l’adesione al progetto percepiranno una indennità di 450 euro lorde mensili per un massimo di 10 mesi. Concordare un progetto professionale e di orientamento al lavoro L’impegno che si richiede è di circa per 4 ore al giorno per svolgere le attività che saranno proposte (compreso un periodo di tirocinio in azienda). Attivare azioni di supporto alla conciliazione dei tempi del progetto con gli impegni familiari Le persone che inizieranno il percorso dovranno investire su loro stesse, dedicando tempo e soprattutto disponibilità a collaborare con tutti coloro che saranno impegnati nel progetto. Pertanto, per la buona riuscita del progetto, le beneficiarie sono tenute a partecipare a tutte le attività e attenersi al rispetto del presente patto di collaborazione Erogare un’indennità di partecipazione al progetto di 450 euro lordi per 10 mesi La partecipazione al Progetto P.E.R.LA. non costituisce rapporto di lavoro e non dà priorità per partecipare a concorsi o per essere assunti negli Enti o nelle Aziende Pubbliche. Durante il progetto le partecipanti continuano ad essere iscritte nelle liste del Centro per l’Impiego come disoccupate Attivare un inserimento in azienda per un Tirocinio della durata massima di 6 mesi Rimborsare eventuali costi di trasporto 190 progetto perla Le partecipanti al progetto si impegnano a: Orari Le persone saranno coinvolte per un totale di 20 ore nell’arco della settimana, con orari che saranno stabiliti in accordo con i responsabili delle varie azioni. Le persone sono tenute ad adattarsi ad ogni variazione di orario, che verrà, comunque, segnalata loro in anticipo. Firma delle presenze Per dimostrare la partecipazione ogni persona dovrà firmare l’apposito registro di presenza situato presso la sede di svolgimento dell’attività. Assenze e giustificazioni Qualora la beneficiaria non possa partecipare all’attività programmata, deve comunicarlo al coordinatore del progetto il giorno precedente, oppure, per imprevisti successivi, entro le ore 900 del giorno in cui è prevista la sua partecipazione. Le assenze per malattia o visita medica devono essere giustificate con relativo certificato, portato alla sede dell’incubatore entro il terzo giorno dall’assenza. Il verificarsi di ripetute assenze alle attività, non motivate e comunque tali da precludere il buon andamento del progetto, possono determinare l’uscita dal progetto stesso. Eventuali casi non rientranti tra quelli indicati verranno valutati di volta in volta. Partecipazione alle attività del progetto Il progetto prevede diverse attività, 01. Colloqui per conoscere esperienze precedenti, capacità, situazione familiare, potenzialità /abilità, bisogni, ecc 02. Percorsi per rafforzare competenze e abilità 03. Attività di formazione 04. Azioni di sostegno alla genitorialità , a processi di cambiamento e all’esercizio dei diritti 05. Gruppi di discussione 06. Orientamento al lavoro 07. Inserimento in azienda per un Tirocinio della durata massima di 6 mesi; 08. Attività concordate con le beneficiarie sulla base di esigenze non peviste inizialmente Le azioni suddette sono integrate tra loro e hanno l’obiettivo di aiutare le beneficiarie ad inserirsi nel mondo del lavoro, pertanto le partecipanti aderendo al progetto assumono formalmente l’impegno di partecipare a tutte le attività proposte nelle sede che verrà loro indicata. appendice 191 Tirocini lavorativi Il progetto prevede l’ inserimento in azienda per un Tirocinio della durata di 3 mesi, eventualmente prorogabile a 6 mesi. Durante lo svolgimento del tirocinio la tirocinante è tenuta a: Rispettare luoghi e persone dell’azienda ospitante attenendosi alle indicazioni del tutor Svolgere le attività previste dal progetto di tirocinio; Rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro; Mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene ai dati, informazione o conoscenza in merito a processi produttivi e prodotti, acquisti durante lo svolgimento del tirocinio. Indennità Le donne coinvolte nel progetto P.E.R.LA. ricevono un’indennità mensile di 450,00 euro lorde a fronte della partecipazione ad almeno il 75% delle attività realizzate nel mese. Le assenze per malattia devono essere regolarmente documentate da certificato medico così come altre assenze dovranno essere giustificate con autocertificazione ed indicazione della motivazione. L’indennità di cui sopra non è erogata per le 40 ore di attività iniziali, pertanto queste 40 ore propedeutiche alla definizione del progetto professionale individuale non sono coperte da nessuna indennità. L’indennità di 450 ore verrà dunque corrisposta solo successivamente allo svolgimento delle prime 40 ore, alle partecipanti che avranno confermato la loro adesione al progetto. le beneficiarie potranno ottenere il rimborso delle spese di trasporto che sosterranno per recarsi nel luogo dove sono realizzate le attività a fronte di presentazione del biglietto o di altro titolo di viaggio. Rinuncia Chi intenda rinunciare al Progetto deve presentare la lettera di rinuncia presso gli incubatori territoriali, specificando il giorno in cui si abbandona il progetto e, soprattutto, la motivazione della scelta. 192 progetto perla Note note 193 Soggetto referente Zona Ovest di Torino srl piazza Cavalieri dell’Annunziata, 7 10093 Collegno (To)