ci siamo ragazzi - Piero Giacomelli
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ci siamo ragazzi - Piero Giacomelli
diretta da Giors Oneto SPECIALE / 116 [email protected] 8.VIII.2006 Speciale Europei CI SIAMO RAGAZZI Alcuni giorni fa scrivevamo “E se domani…”; e se Dio vuole “domani” è arrivato prima del previsto. E noi siamo soddisfatti come lo era nella serata di oggi il rassicurante Alfio Giomi mentre laureava con l’Oro il nostro Howe. E’ vero che l’italianità del neo campione europeo del lungo è fresca di conio come la sua medaglia ma la cosa non ci sconfinfera più di tanto ricordando che in passato storico abbastanza recente spesso i nostri dubat, ascari o spais hanno saputo onorare il Tricolore meglio di tanti italiani solo di nome. Andrew Howe non ha tradito le attese. E’ sua la trentesima medaglia d’oro italiana agli Europei di atletica. Una finale strana, quella del lungo, resa più difficile dalla pioggia caduta prima della gara che ha reso più dura la pedana. Il portacolori dell’Aeronautica è stato padrone della gara sin dall’inizio, piazzando subito un 8,12 che nel secondo turno ha arrotondato a 8,20. Gli altri si sono affannati ad avvicinarlo, l’ucraino Lukashevych si portava a 8,12 ma mai l’azzurro temeva di perdere il titolo, nuova tappa nella sua carriera. E’ il terzo oro importante per Howe dopo la doppietta ai Mondiali Juniores 2004. Purtroppo le condizioni del tempo non hanno permesso l’attacco al record italiano, ma se la forma resta questa le occasioni per superare l’8,43 di Evangelisti non mancheranno. Argento all’inglese Rutheford che all’ultimo piazzava l’8,13 che gli permetteva di sopravanzare Lukashevich. Insomma, l’avventura italiana in terra svedese, nella bellissima cittadina di Goteborgo fondata nel XVII secolo da ingegneri olandesi e a visitarla sembra che tutto sia stato creato per il benessere, è cominciata nemmeno male, anzi. Ora però viene da domandarci come stanno andando gli altri. Beh, nessuno si attendeva miracoli e non sarà cosa semplice arrivare alle otto medaglie come promesso dalla Fidal, tuttavia sino ad ora i nostri si sono impegnati con vigore e soprattutto in maniera onesta. E non è poco. Le sorprese odierne sono diverse. La più sconvolgente è stata quella dei marciatori. Si sperava, e molto, nella marcia 20 km, ma la speranza si è andata spegnendo come una fiammella, vedendo Brugnetti, partito ponendosi subito alle spalle dello spagnolo Fernandez, che pian piano scivolava indietro fino a sparire letteralmente dal cuore della sfida. L’iberico andava via indisturbato confermandosi il numero uno continentale quattro anni dopo la vittoria di Monaco, precedendo in 1h19:19 il russo Borchin (1h20:20) e il sorprendente portoghese Vieira (1h20:09) al primato nazionale. Il giovane azzurro Rubino era autore di una prova coraggiosa, non lontano dal gruppo inseguitore di Fernandez e chiudeva ottavo in 1h22:34, prologo di un grande futuro (si spera). Brugnetti decideva di bere l’amaro calice fino in fondo arrivando ultimo,. in 1h27:42. Ovviamente pur non potendo sperare piu’ di tanto, per ora non abbiamo sfigurato e forse gli spettri di Helsinki cominciano ad allontanarsi. Vedremo nei prossimi giorni, l’Italia..speriamo che se la cava! Goteborgo, piacevole città in cui non è difficile incontrare fiumani ed istriani, figli o nipoti di tanti profughi arrivati qui dopo il dicktat di Tito, incarna bene lo spirito Mens sana in corpore sano con strutture sportive all’avanguardia in Europa e non solo, la sua Universita’ ha accolto il premio Nobel del 2000 di Medicina. Ancora vi sono Musei famosi, nessuno pensa che al Goteborg Konstmuseum colossale nelle sue dimensioni che ospita quadri come: Gli Ulivi di Van Gogh, I Saltimbanchi di Ricasso, splendidi ritratti di Bacon. (D.Q.)