anni d`argento - Stefano Morini

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BENESSERE/IL CAVALLO NATURALE
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ANNI
D’ARGENTO
in piena forma
COME CONTRIBUIRE A RENDERE LA VECCHIAIA DEI NOSTRI COMPAGNI DI TANTE AVVENTURE LUNGA,
FELICE E CON IL MINOR NUMERO DI ACCIACCHI POSSIBILE
C
TESTO DI STEFANO MORINI, MEDICO VETERINARIO
Chiariamo subito una cosa. I cavalli
anziani non sono animali di serie B,
non possono essere trascurati perché
“ormai”... Non devono venire ignorati
da proprietari, veterinari e chiunque
altro del settore perché “hanno fatto già
la loro vita”. Non devono essere alimentati con robaccia scadente solo perché non possono più produrre performance. Al contrario hanno tutti i diritti
di essere trattati al meglio proprio perché hanno dato tutto e sono deboli,
stanchi, delicati. Se si visita un cavallo
pieno di artrosi, per esempio, bisogna
curarlo con il massimo livello d’attenzione e dedizione perché ha diritto di
finire la sua vita senza dolori e inabilità, godendosi quel che rimane di una
vita ben spesa. Dovremmo considerarli
e trattarli come vorremmo esserlo noi
in tarda età. Vi piacerebbe essere anziani, magari in una corsia d’ospedale, e
sentire giovani medici che commentano
la vostra cartella clinica con saccente
fatalismo: «Ah beh è l’età… non si può
poi pretendere troppo… ». Così non va
bene. Mi rivolgo soprattutto a coloro
che considerano i loro cavalli come
simpatici strumenti del loro divertimento o produttori di reddito. Fermate questa carneficina sommersa che è il declino della salute e della dignità equina.
C’è molto che possiamo fare per rendere felici e sani i nostri vecchietti a
quattro zampe. Innanzi tutto stabiliamo
con equità quando è giunto il momento
di non farli più lavorare e di lasciarli a
pascolare in un sontuoso paddock. Poi
creiamo intorno a loro le situazioni
ambientali più gradevoli: buoni pascoli,
ottima alimentazione adatta al loro
metabolismo rallentato dall’età, acqua
fresca e pulita sempre a disposizione,
ricoveri volti a sud che riparino dal caldo e dal sole d’estate e dal freddo d’inverno, box larghi con lettiere alte e
asciutte, fieno di ottima qualità ben
bagnato e senza muffe, ombra nei paddock in estate, compagnia di simpatici
amici pelosi (che deve essere mantenuta costante e continua fino alla fine della loro vita). Questa miscellanea disordinata di consigli è abbastanza scontata, ma vediamo più nello specifico
alcuni accorgimenti. Intanto caldeggerei calorosamente l’idea di arricchire i
paddock con un numero maggiore di
erbe foraggere associate a qualche
pianta medicamentosa in modo da
mantenere un buono stato di salute e
forse diminuire, o per lo meno rendere
più saggia la somministrazione di mangime, causa frequente di eccessi di
energia in animali che non lavorano
più. Un’eccezione va fatta però per
quei cavalli che avendo un apparato
masticatorio scarso o quasi inesistente
devono necessariamente essere alimentati con mangime, fieno disidratato e
melassato e così via. A proposito di
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LA POLMONARIA
Della famiglia delle Borraginacee, la Polmonaria o Pulmonaria Officinalis è diffusa in Italia
nelle zone centro-setentrionali.
Se ne utilizzano foglie e sommità dei fiori e le sue applicazioni curative, così come è facile
evincere dal nome, riguardano
l’apparato respiratorio. Le
mucillagini e le saponine che la
compongono sono ottimi espetoranti e antinfiammatori.
La Polmonaria, presente nei
boschi, negli arbusteti e nei
prati, spunta tra marzo e aprile.
Si tratta di una pianta erbacea,
alta fino a 30-35 centimetri. Il
calice campanulato passa dal
rosa-rosso all’azzurro.
«Sono diventato veterinario tanti anni fa, seguendo la via della medicina ufficiale, a
Parma. Poi, seguendo la mia passione di sempre, mi sono tuffato nel mondo della
medicina naturale, cercando di ottenere il massimo dagli strumenti che la natura ci
ha messo a disposizione: aria, terra, acqua, sole, erbe medicamentose, uso della chiropratica (uso delle mani per curare) e altre tecniche basate sul concetto della cura causale,
cioé la rimozione della causa della malattia, senza accontentarsi di curare solamente i sintomi».
Così si presenta Stefano Morini, da anni il nostro veterinario consulente in materia di medicina naturale.
Per ulteriori info: www.naturvet.it oppure [email protected]
denti, il consiglio è di verificare feci e
tavole dentarie almeno ogni due anni in
modo da intervenire al bisogno limando le cosiddette “punte”, che causano
ferite e ascessi alle gengive e il passaggio in intestino di alimenti grossolanamente masticati: da qui alla colica da
ostruzione il passo è breve… È consigliato sverminare i cavalli anziani
almeno 3-4 volte all’anno con farmaci
sempre diversi magari somministrando
loro una settimana prima e una dopo la
data della sverminatura qualche erba ad
hoc che mantenga alto il livello delle
difese immunitarie. Lavate e pulite
spesso gli occhi e le parti intime, spesso fonte di infezioni se lasciate sporche.
Spazzolate frequentemente il pelo per
massaggiare la pelle e togliere eventuali
parassiti esterni. Sferrateli, questi giovanotti, e provvedete a un regolare ed
esperto pareggio dei piedi. A parte queste buone regole di allevamento la
Natura ci mette a disposizione molte
erbe per mantenere in salute i nostri
vecchietti. Queste possono essere utilizzate seminandole nei pascoli oppure
fresche o secche mischiate a un po’ di
crusca o mangime nella profenda. L’elenco è lungo ma variopinto e di ogni
erba verranno usate solo alcune parti:
Farfara, Violetta, Polmonaria, Acetosella, Ortica, Alchemilla, Veronica, Fragole, Sambuco, Margheritina, Tiglio,
Camomilla, Spirea Ulmaria, Calendula,
Serpillo, Melissa, Menta, Achillea, Iperico, Origano, Aparine, Rosa... Il veterinario che le prescriverà avrà cura di
specificare per ogni erba se saranno da
usare fiori, fusti, foglie, radici, gemme,
pianta intera e germogli. Sembra un po’
complesso, ma in realtà lo è solo per
lui. Voi dovrete solo bagnare queste
erbe e somministrarne 3-4 pugni al
giorno mescolandole al cibo. Esiste un
estratto alcoolico di diverse erbe chiamato Amaro Svedese (posso citare il
nome perché è un preparato generico
prodotto da molte ditte diverse e che
potrebbe essere assemblato anche nella
cucina di casa… forse\) che si potrebbe
somministrare nella quantità di 2 cucchiai al giorno. Fu ideato da un medico
rettore di una università svedese che
morì a 104 anni cadendo da cavallo
durante un concorso ippico! Sembra
che il suddetto dottore abbia assunto
questo amaro per tutta la sua vita e se
tanto mi dà tanto… Questa bevanda è
eccellente nel modulare le difese
immunitarie e nell’equilibrare e coordinare un po’ tutti i metabolismi dell’organismo. La Mirra e la Canfora cinese,
due dei componenti della mistura,
aggiungono un po’ di pepe alla cosa.
Questo è quanto aggiungendo solo che
la varietà di fitoterapici che possiamo
somministrare ai cavalli anziani è ancora lunga, lunga e variegata. III
IL CAVALLO NATURALE
CHI È IL NOSTRO ESPERTO