Il valore dello sport - Confindustria Genova
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Il valore dello sport - Confindustria Genova
di Piera Ponta “ Oggi lo sport genera un giro d’affari di 25 miliardi all’anno” “ Ogni atleta gareggia sempre per raggiungere l’obiettivo più prestigioso” “ L’uso della tecnologia migliora lo spettacolo ma non deve compromettere le regole della competizione” 10 L’intervista Intervista con il segretario generale del CONI e capo della Missione Italiana ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Raffaele Pagnozzi Il valore dello sport Olimpiadi di Londra: l’Italia è presente con 290 atleti impegnati in 28 discipline sportive. Guida la missione il segretario generale del CONI Raffaele Pagnozzi, che a Genova Impresa ha confermato il valore dello sport, non solo in termini economici (pesa per oltre un punto e mezzo sul PIL nazionale) ma, soprattutto, sotto l’aspetto sociale ed educativo. Senza contare il contributo prezioso di centinaia di migliaia di volontari. ••• Quali sono i dati più significativi raccolti dal CONI nel “libro bianco” pubblicato poche settimane fa sull’impatto economico dello sport nel nostro Paese? Il Libro Bianco è una fotografia fedele dello stato di salute del nostro movimento. Oggi lo sport ha rilevanti dimensioni e attira risorse economiche significative, con un peso dell’1,6% sul PIL nazionale, generando un giro d’affari di 25 miliardi. Nel nostro mondo lavorano 400 mila volontari, che garantiscono 200 milioni di ore di lavoro, rappresentando oltre il 53% della componente agonistica. La spesa sostenuta direttamente dalle famiglie per praticare l’attività sportiva è pari a 100 miliardi annui. Per un calcolo complessivo del costo sostenuto dagli Individui, va aggiunto anche il valore economico del volontariato che si attesta pari a 28 miliardi di euro, con circa 15 milioni di volontari impegnati settimanalmente per 4 ore. Evidente è la correlazione tra prodotto interno lordo pro capite e livello di penetrazione della pratica sportiva. I praticanti continuativi sono 13 milioni, il 32% di questa cifra appartiene alla popolazione sopra i 3 anni: oltre 200 milioni di ore di lavoro volontario, elemento caratteristico dello sport italiano, rappresentano sicuramente un positivo fenomeno di passione civile ma anche un vincolo allo sviluppo di un approccio professionale. Alla luce di questi dati si intuisce la rilevanza sociale dello sport, anche in virtù dei benefici fisici che assicura ai cittadini, come proficuo strumento di prevenzione. la tecnologia non dovrebbe oltrepassare, pena la perdita di “genuinità” della pratica sportiva? Le Federazioni Internazionali sono vigili sull’argomento e non trascurano l’importanza della componente tecnologica nel rispetto della tutela dell’autenticità delle varie discipline e delle regole inviolabili. Diciamo che l’apporto elettronico può essere utilizzato per migliorare lo spettacolo e garantire maggiore attendibilità, nel rispetto anche degli appassionati. Questo non deve ovviamente compromettere o stravolgere né le regole elementari della competizione, né le linee essenziali delle specialità. Come si coniuga la tensione verso risultati sempre più eccellenti, talvolta alimentata anche dalla necessità di soddisfare le esigenze di visibilità degli sponsor, con la nota raccomandazione del barone Pierre De Coubertin, “l’importante non è vincere ma partecipare”? Con la cultura del lavoro coniugata al rispetto dei valori etici e morali che sono alla base della pratica sportiva. Il risultato è il naturale obiettivo di ogni atleta, ma senza una solida formazione non si può aspirare al massimo. Gli interessi crescenti sono una componente aggiuntiva, ma l’atleta gareggia sempre per raggiungere l’obiettivo più prestigioso. Non sono gli sponsor a determinare un cambio di rotta o a incrementare l’impegno. Con la decisione di non candidare Roma come sede dei Giochi Olimpici del 2020 per alcuni l’Italia ha perso un’occasione unica di rilancio economico, per altri una scelta obbligata, considerata la grave situazione congiunturale. Qual è, “a freddo”, la Sua opinione in merito? Abbiamo voltato pagina, pur credendo molto nel progetto, che era interpretato come occasione di rilancio, di prestigio e di crescita per tutto il Paese. Le parole del Presidente del Consiglio, Mario Monti, che ha definito quella di Roma 2020 come la Candidatura che avrebbe sicuramente sbaragliato la concorrenza, credo siano la perfetta sintesi per giustificare un legittimo rammarico. Il momento del Paese ha imposto altre scelte, prioritarie sul resto, e ci siamo adeguati. Adesso è inutile tornare sull’argomento. Pensiamo al futuro dello sport italiano, a nuovi traguardi da raggiungere, con l’entusiasmo e la determinazione che ci accompagnano da sempre.n Lo sport si avvale sempre più della tecnologia per migliorare le condizioni di gara e le prestazioni dei concorrenti: dai materiali innovativi per l’abbigliamento ai sofisticati sistemi elettronici a supporto dell’arbitraggio, fino alle protesi artificiali che addirittura hanno reso possibile la partecipazione ai Giochi di atleti come Pistorius. Esiste una linea di confine che Genova Impresa 12 Luglio /Agosto 2012