Messico dic. 2012

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Messico dic. 2012
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Guerre e conflitti nel mondo
Messi co
Il Messico é un paese latinoamericano che nel corso degli ultimi venti anni ha visto un
progressivo degrado della propria situazione politica ed economica. La diseguaglianza
sociale, l’inefficienza del sistema giudiziario, l´alto livello di corruzione amministrativa ed il
narcotraffico hanno ostacolato l´azione statale in tutto il territorio nazionale.
Gli Estados Unidos Mexicanos (Stati Uniti del Messico) hanno come capitale la Città
del Messico, Distretto Federale (D.F.) e sono una repubblica federale rappresentativa e
democratica composta da 31 stati federali e un Distretto Federale. Ogni stato membro è
considerato costituzionalmente autonomo, ha un governatore eletto per un periodo di sei
anni. Inoltre, gli stati federali sono suddivisi in comuni, per un totale di 2.435 in tutto il
paese.1
Il Messico confina a nord con gli Stati Uniti d'America, a est col Golfo del Messico e il
Mar del Caraibi, al sud con il Belize e il Guatemala ed a ovest con l'Oceano Pacifico. Il
territorio messicano è di circa 2 milioni di kmq. Questa estensione colloca il Messico al
quattordicesimo posto tra i paesi territorialmente più estesi. Il paese comprende anche
diverse isole, tra le quali le isole Marias e Revillagigedo, ubicate nel Pacifico di fronte a
Baja California e Sonora nel bacino Atlantico.
Il Messico ha un’economia di libero mercato export-oriented. É la seconda economia in
America Latina ed è la terza di tutto il continente americano dopo gli StatiUniti e Brasile.
Trattandosi di un´economia export-oriented, oltre il 90% del commercio messicano è
regolato da accordi di libero scambio (ALS) con più di 40 paesi, tra cui l'Unione Europea,
Giappone, Israele e diversi paesi dell'America Centrale e del Sud America. L´ALS più
influente è l'accordo di libero scambio nordamericano (ALSNA o NAFTA sigla spagnola)
firmato nel 1992 dai governi di Stati Uniti, Canada e Messico, e in vigore dal 1994. Nel
2006, il commercio tra il Messico ed i suoi partner americani rappresentava circa il 90%
delle sue esportazioni e il 55% delle sue importazioni.
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Organización de Estados Americanos www.oas.org/electoralmissions/MisionesElectorales
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Mexico D.F.
La sua capitale é comunemente conosciuta come il D.F. ed è composta da 16 quartieri
(Delegaciones) del Distretto Federale che, con i 18 comuni dello Stato del Messico, formano
l'area Metropolitana del Messico: questo include circa 17,6 milioni di persone, pari a circa il
17% della popolazione. Allo stesso modo, la città produce più di un terzo del PIL
nazionale.2
Messico3
Popolazione totale 2010
(milioni di abitanti)
Numero di uomini per ogni 100
donne nel 2010
Superficie continentale (kmq)
Densità di popolazione 2010
(abitanti/kmq)
112 336.538
95
1.959.247.98
57
Decessi per causa violenta in confronto
11.9
con il totale di decessi
Speranza di vita 2011 (anni)
Capitale
Forma di governo
Lingua ufficiale
Moneta:4
76
Ciudad de México ( 15.175.862 abitanti)
Repubblica rappresentativa, democratica e federale.
Spagnolo. Altre lingue: Nahua, Maya (amerindios).
Peso mexicano (1 Euro pari a 18.9459 pesos Mexicanos)
Attualmente, la popolazione messicana ammonta a 97.483.4 milioni di persone,
classificando il Messico all´undicesimo posto tra i paesi più popolosi del mondo. La
percentuale di uomini nella popolazione totale è 48,7% contro il 51,3% delle donne
Per quanto riguarda la composizione per età, la popolazione messicana è giovane: nel
1997, la percentuale di bambini sotto i 15 anni era del 34,9%. La popolazione indigena è
stimata in 10.597.488, la metà delle donne indigene é analfabeta e il 59% dei bambini
indigeni presenta altezza ridotta; inoltre 3,7 milioni di indigeni risiedono in zone rurali. La
stragrande maggioranza (80%) si concentra negli stati del sud-est, come Oaxaca, Veracruz,
Chiapas, Puebla, Guerrero e Yucatan. Questi territori presentano un elevato tasso di poverta
ed emarginazione in cui la discriminazione, l'analfabetismo e la povertà estrema si
manifestano constantemente. In tutto il territorio messicano ci sono attualmente 22,3 milioni
di bambini in età scolare, 27,5 milioni di giovani, 56,6 milioni di adulti e 7 milioni di
anziani. La densità della popolazione a livello nazionale é di 48 persone per kmp. Su circa
21 milioni di alloggi occupati il 97,78% ha la fognatura, l’88, 1% ha l’acqua corrente ed il
94,5% elettricità. 5
2
Pagina ufficiale della Citta di Messico http://www.df.gob.mx/index.php/demografia
Instituto Nacional de Estadística e Geografia, 15 Novembre 2011
www.inegi.org.mx/sistemas/mexicocifras/default.aspx
4
Banco de Mexico, 15 Novembre 2011, in www.banxico.org.mx/tipcamb/otrasDivHistAction.do
5
Informe
Federación
Internacional
de
Derechos
Humanos
informe
www.fidh.org/IMG/pdf/mx_gt446e.pdf
3
446,
in
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Quadro del conflitto
Alcuni autori non definiscono quello del Messico un reale conflitto armato. Tuttavia,
le cifre di morti violente, i casi di sparizione forzata e la grande quantità di scontri armati sono
in crescente aumento negli ultimi cinque anni. Si può affermare, quindi, che esiste un grave
problema di violenza sociale e politica in una parte importante del territorio e pertanto è
necessario studiare la realtà messicana al fine di capire le ragioni dei suoi conflitti e le
conseguenze che essi comportano per la stabilità regionale.
Il Messico presenta due conflitti diversi dentro uno stesso territorio: il primo si puo
denominare come la guerra zapatista (conflitto armato che il Governo Messicano affronta al
sud del paese contro l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, da ora in poi, EZLN) il
secondo ha come causa il controllo e traffico di stupefacenti ed armi nella frontiera messicostatunitense (Guerra contro il Narcotraffico).
Dovuto alla sua privilegiata posizione geografica, il paese si trova come unica via e
porta di ingresso ed uscita di merci provenienti da tutto il Sud e Centro America verso gli
Stati Uniti. Detto vantaggio geopolitico comporta anche un rischio per la stabilità dello Stato
messicano, dato che storicamente il paese ha avuto un commercio intenso col Nordamerica e
si è trasformato nel più grande distributore di beni, servizi e persone verso gli Stati Uniti.
Il contrabbando e il traffico di esseri umani, di droghe e di armi hanno goduto di una
situazione geografica privilegiata usufruendo della posizione strategica del paese.
Conflitto del sud - Guerrilla Zapatista
Il conflitto nel Chiapas ebbe inizio nel 1994 con la nascita dell’EZLN. Ad oggi lo Stato
messicano non riconosce l'esistenza di un conflitto armato in questo stato meridionale e
pertanto qualifica il fenomeno con il termine di “violenza interetnica”.
Fonte: www.sipaz.org/crono/procesp.html Il 15 Novembre 2011. En
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Antecedenti
Il Chiapas è lo stato più al sud del paese. Confina con gli stati di Oaxaca e Veracruz ad
ovest e con Tabasco a nord ovest. A sud ovest ed est si trova la frontiera del Guatemala. Il
Chiapas ha un'estensione di 75,634.4 km2 e rappresenta il 3,8% della superficie del paese. Il
Chiapas è costituzionalmente diviso in 118 municipi. La capitale è Tuxtla Gutiérrez. Dei 118
municipi, 109 soffrono di un’emarginazione alta o molto alta.
Prima dell'attuale rivolta, ci furono due grandi insurrezioni in Chiapas (ribellione tzeltal
e quella chamula). Nel 1712, un incidente di carattere religioso scatenò l´inizio della rivolta.
Una bambina chiamata María Candelaria disse di avere visto la Vergine Maria e migliaia di
contadini accorsero sul luogo dell'apparizione, mentre la Chiesa si rifiutò di legittimare il
miracolo e cercò di distruggere l'altare di María Candelaria. La rivolta conseguente, guidata
da Sebastián Gómez della Gloria, maggiormente costituita da indigeni, fu una guerra di
sterminio contro gli spagnoli.
Nel 1868, un'altra ragazza, Agustina Gómez Chechep, disse che le pietre del Chiapas le
parlavano con la voce di Dio. Intorno a questo culto cominciò ad organizzarsi la protesta
sociale. Agustina fu imprigionata ed Ignacio Fernández Calindo, che non era indigeno, bensì
cittadino di Città del Messico, assunse la direzione del movimento, promettendo il ritorno
all’"età di oro" nella quale la terra sarebbe tornata agli indigeni.
Tanto la rivolta del 1742 quanto quella del 1868 furono poi soffocate dagli eserciti del
vicereame ed i suoi leader giustiziati.
Nel 1994 il Messico fu sorpreso da una forte sollevazione sociale rivoluzionaria nello
Stato meridionale del Chiapas, che vide la costituzione di un esercito di contadini ed
indigeni in opposizione radicale al Trattato di Libero Commercio (TLC) stipulato con USA
e Canada.
Queste sollevazioni impressionarono l’America Latina ed il mondo intero, non solo per
la vistosa divisa ed il portentoso armamento, ma anche per la sua repentina apparizione
come guerriglia disposta a combattere il governo messicano dichiarando l'autonomia di tutto
lo Stato meridionale del Chiapas.
Nonostante la tradizionale lotta dei movimenti rivoluzionari in America Latina, questo
ha un aspetto differente, possiede caratteristiche uniche e trova forme di lotta e
rivendicazioni differenti a quelle tradizionalmente conosciute nel continente.
Secondo il Servicio Internacional para la Paz (SIPAZ), organizzazione non governativa
messicana di monitoraggio del conflitto zapatista, il 1 gennaio 1994, l'EZLN dichiara guerra
al governo federale ed occupa vari paesi dello stato del Chiapas tra cui San Cristóbal de las
Casas, Las Margaritas, Altamirano e Ocosingo. Le sue principali rivendicazioni erano
"lavoro, terra, tetto, alimentazione, salute, educazione, indipendenza, libertà, democrazia,
giustizia e pace", (Prima dichiarazione della Selva Lacandona) spiegando che, di fronte ai
pochi risultati delle proteste pacifiche, il movimento zapatista é stato spinto ad iniziare la
lotta armata.
Dopo 12 giorni di guerra, il governo decreta una sospensione unilaterale dell´intervento
armato sotto la pressione della società civile nazionale ed internazionale, e si avvia un primo
dialogo con l'EZLN nella Cattedrale di San Cristobal de las Casas, sotto la mediazione del
suo vescovo, Samuel Ruiz. Come prova della sua buona volontà, il governo libera i carcerati
zapatisti e l'EZLN consegna il suo unico ostaggio, il Generale Absalón Domínguez, exgovernatore del Chiapas.
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Nel 1995 si realizza un primo incontro tra gli zapatisti e la delegazione governativa nel
comune di San Miguel, municipio di Ocosingo. I negoziati si sono prolungati per mesi, in un
villaggio che gli zapatistas ribattezzarono col nome di Sacamch'en de los pobres. Le
negoziazioni dovevano realizzarsi su sei tavoli di lavoro: Tavolo 1: Diritti e Culture
Indigene, Tavolo 2: Democrazia e Giustizia, Tavolo 3: Benessere e Sviluppo, Tavolo 4:
Conciliazione in Chiapas, Tavolo 5: Diritti della Donna, Tavolo 6: Sospensione delle
ostilità.
Nel marzo dello stesso anno, il Congresso approva la "Legge per il Dialogo, la
Conciliazione e la Pace Degna in Chiapas". Detto testo comporta la ripresa dei dialoghi di
pace, la sospensione delle operazioni militari contro l'EZLN e la sospensione degli oridini
d´arresto contro i suoi supposti leader, la creazione di una Commissione integrata per i
legislatori di tutti i partiti rappresentati nel Congresso, la COCOPA - Commissione di
Concordia e Pacificazione, conformata per facilitare i negoziati.
In agosto e settembre 1995, l'EZLN lancia una consultazione nazionale ed
internazionale per definire il destino della sua lotta. Più di un milione di persone rispondono,
la maggioranza appoggiando la trasformazione dell'EZLN in una forza politica di nuovo
tipo. Dai primi giorni che seguirono la rivolta, gli zapatisti avevano incominciato un dialogo
aperto con la società civile a tutti i livelli.
Agli inizi di gennaio del 1996, l'EZLN annuncia la creazione del Fronte Zapatista di
Liberazione Nazionale (FZLN), nuova forza politica, indipendente e pacifica (Quarta
Dichiarazione della Selva Lacandona). Un'ondata di violenza si scatena, però, in tutto lo
stato. Nella zona settentrionale si effettuano azioni armate da parte di un nuovo gruppo
armato di natura privata chiamato “Pace e Giustizia” ed un attentato contro i vescovi di San
Cristobal, a Chenalhó, culminando in Acteal col massacro di 45 persone.
Aumenta significativamente il numero di sfollati: circa 4.000 persone nella zona nord e
circa 10.000 negli Altos.
Nel 1998, il processo di pace sembra definitivamente chiuso e nel frattempo si
moltiplicano le proposte di riforma costituzionale sui Diritti e Cultura Indigena appoggiate
dal partito di governo Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), e dal Partito di Azione
Nazionale (Pane). Pertanto, le possibilità che il testo della COCOPA (accettato dall’EZLN)
sia considerato per il Congresso dell'Unione come legge della repubblica sparisce. Di fronte
a questa nuova situazione l´iniziativa legislativa e lo sforzo pacifico zapatista si dissolve nel
giugno 1998.
Nel 1999 la militarizzazione continua. Si moltiplicano le operazioni poliziesco-militari
contro i municipi autonomi zapatisti (Flores Magón in aprile, Tierra y Libertad in maggio,
Nicolás Ruiz y San Juan de la Libertad in giugno), portando alla detenzione di decine di
persone. Gli zapatisti rispondono in forma violenta con un totale di 8 morti.
Nel 2000 le elezioni federali del 2 luglio segnano un cambiamento storico per il
Messico. Dopo 71 anni di governo senza interruzione, il PRI perde la presidenza davanti al
leader di centrodestra Vicente Fox che ottiene anche il maggior numero di seggi alla Camera
dei deputati.
A partire dalla presa di potere del Presidente Fox, nel dicembre 2000, si osserva un
cambiamento significativo rispetto l'amministrazione precedente: il tema del Chiapas viene
collocato ai primi posti nell'agenda nazionale e si ordina il ritiro di 53 reparti militari.
Fox presenta l'iniziativa di legge della COCOPA il 5 dicembre e chiude gradualmente
varie posizioni militari. Questo sforzo è ben accolto da Pablo Salazar nel Chiapas, che libera
decine di carcerati zapatisti.
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Nel 2002 la resistenza zapatista e la costruzione dell'autonomia continuano a produrre
tensioni inevitabili iniziando delle dispute per il controllo territoriale e politico. Tra luglio ed
agosto, il Chiapas registra una preoccupante escalation di violenza e vari dirigenti zapatisti
civili sono assassinati nei municipi autonomi ubicati nella zona di Selva.
Nella prima meta del 2002, un altro motivo di tensione nasce quando il governo
minaccia lo sgombero forzato delle comunità collocate nella Biosfera de los Montes Azules.
Parallelamente, nel 2003, l'EZLN annuncia una serie di cambiamenti che si riferiscono
al suo funzionamento interno e al suo rapporto con la società civile, nazionale ed
internazionale, formulando sette documenti che formano la "Treceava Estela". Durante il
2004 comincia l'esecuzione del "Progetto di Sviluppo Sociale Integrato e Sostenibile della
Selva Lacandona" (PRODESIS), cofinanziato dal governo messicano e dall'Unione Europea
con 31 milioni di euro destinati alle microregiones (microregioni) che costeggiano Montes
Azules. Tale finanziamento è presentato come uno strumento per sradicare la povertà
conferendo potere alle regioni e pianificando ed implementando progetti di sviluppo. Il
PRODESIS è stato duramente contestato dalle ONG's rappresentando un modello
conservatore eseguito dall´alto, senza previa consultazione dei suoi destinatari.
A livello statale, si verificano gravi passi indietro rispetto alle garanzie individuali e i
diritti umani. Nel febbraio del 2004 si approva la denominata Legge Bavaglio (ley
Mordaza), che incrementa duramente le sanzioni penali sui delitti contro l'onore,
restringendo la libertà d´espressione ed informazione. A questo si aggiungono altre riforme
legislative che puntano ad ottenere un maggior controllo sociale, causando la chiusura di
spazi di partecipazione e di canali per protestare o per fare denunce, come la legge
antimaras, la legge di bioterrorismo, la legge di fiscalizzazione etc. D'altra parte, viene
licenziato dal suo incarico il Presidente della Commissione Statale dei Diritti umani, Pedro
Raúl López Hernández, mettendo a rischio l'autonomia di questo organismo incaricato di
verificare il rispetto dei diritti umani da parte delle autorità.
Il 20 giugno 2006, l'EZLN decreta un Allarme Rosso, che significò la chiusura delle
strutture autonome civili (Lumache) e l'alloggiamento degli insorti zapatisti. Parallelamente
dichiara la rottura dei contatti esistenti tra la struttura civile zapatista e le istituzioni
governative dello stato del Chiapas.
Nel 2008 la tendenza alla militarizzazione si invertì attraverso accordi internazionali
firmati nel 2007: Messico, Stati Uniti e Canada continuano nel progetto dell'Alleanza per la
Sicurezza e Prosperità dell'America del Nord, un trattato di libero commercio comprendente
anche aspetti di sicurezza su sviluppo e commercio. Parallelamente, i governi degli Stati
Uniti e Messico negoziarono l'implementazione di un altro accordo, riguardante la lotta
contro il narcotraffico ed il crimine organizzato in Messico. Infine l'idea si concretizzò nel
marzo 2007, durante la visita del presidente statunitense George W. Bush alla città
messicana di Merida, (di cui il nome di "Iniziativa Merida")6.
Il conflitto zapatista dimostra una vocazione eminentemente sociale con un forte
bisogno di partecipazione politica e con una base popolare indigena e contadina, legata nelle
sue rivendicazioni agli antichi conflitti indigeni nei quali la lotta per il diritto di autogoverno,
di controllo e d’amministrazione di territori autonomi ed autodeterminazione era il sostrato
basilare che portava ad una situazione di violenza. Con tratti eminentemente politici, base
popolare e necessità basilari insoddisfatte, il conflitto zapatista potrebbe trovare soluzioni
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15 Novembre 2011, in www.sipaz.org/crono/procesp.htm
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effettive sempre che lo Stato Messicano e la sua società civile concedano diritti di
rappresentanza política e programmi di svilupo economico collaborando così ad un
soddisfacimento delle necessità basilari della popolazione. Tuttavia, fino ad oggi, il governo
messicano non sembra dimostrare intenzioni serie di dialogo e di concessione di diritti.
A differenza di altri gruppi guerriglieri della regione (FARC, ELN, Sendero Luminoso)
ed a dispetto degli enormi problemi di narcotraffico che vive il paese, il movimento Zapatista,
fino ad oggi, non sembrerebbe avere relazioni o rapporti con gruppi narcotrafficanti né mafie
di nessun tipo: tutto ciò ha legittimato la sua lotta sociale e ha aumentato l'accettazione
internazionale della sua lotta armata.
La crescita smisurata della violenza in Messico é stata definita come la "guerra del
Messico". Tuttavia, detta denominazione non fa riferimento diretto né indiretto al conflitto
armato non risolto in Chiapas, ma alla violenza connessa ai conflitti tra bande narcotrafficanti
e lo Stato per il controllo delle rotte verso gli Stati Uniti. Nel frattempo, il conflitto zapatista è
passato in “secondo piano” nelle priorità dell'opinione pubblica messicana e pertanto
possiamo affermare che quello del Chiapas è un conflitto sospeso, posticipato o, nella
migliore prospettiva, forse in via di soluzione.
Guerra contro il Narcotraffico
La guerra messicana contro il narcotraffico possiede alcune caratteristiche peculiari che
la distinguono rispetto alle altre guerre contro il narcotraffico vissute nel territorio
sudamericano. Sebbene il Messico sia un paese produttore, soprattutto di marijuana e droghe
sintetiche, il suo ruolo nel traffico della droga è quello di intermediario poiché, sin dall´inizio
della sua storia, possiede linee di contrabbando di beni e di persone lungo tutto il confine con
gli Stati Uniti d'America.
L'enorme domanda di stupefacenti richiesta dal Nordamerica trasforma il narcotraffico
in un commercio altamente redditizio, non solo per lo scambio commerciale e l´arricchimento
monetario, ma anche in termini di traffico illecito di droghe, armi e persone.
Il narcotraffico messicano è composto da quattro pilastri fondamentali che potrebbero
definirsi cosi: a) ruolo di intermediazione, b) conoscenza delle linee di traffico, c) traffico di
armi, d) enorme domanda nordamericana.
Cause
Con l'applicazione delle dottrine neoliberali nordamericane degli anni ‘90 accettate
dalle élite politiche latinoamericane, si permise il consolidamento di Stati con apparati
burocratici limitati, precarietà dei diritti dei lavoratori liberalizzazione di servizi pubblici
essenziali, diminuzione della qualità di vita e consolidamento del potere economico privato.
Questo quadro politico e sociale obbligò la società messicana, come la maggioranza delle
società latinoamericane, ad attivare iniziative private di produzione di industria, servizi e
commercio; tuttavia, i bassi livelli educativi, la semi-industrializzazione, l’accesso ristretto al
credito, la concentrazione della ricchezza e la crecente disuguaglianza contribuirono alla
crescita delle attività illecite preesistenti nel territorio (contrabbando e traffico illecito di
merce).
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Antecedenti
Alcuni studi realizzati dall'Università del Texas presentano un quadro storico degli
avvenimenti che hanno portato il Messico nella situazione di conflitto attuale.
Secondo Oscar Contreras Velasco, in “L'evoluzione del Narcotraffico in Messico”7: La
guerra contro il narcotraffico ha le sue origini in alcune regole morali e politiche degli Stati
Uniti. Alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX, anni segnati dalla crescente immigrazione
di cittadini cinesi, irlandesi ed in generale europei all'interno degli Stati Uniti, si
svilupparono regole di controllo sulle espressioni culturali degli immigrati. Tutto ciò originó
un sistema legale che perseguiva il consumo e la commercializzazione di certe sostanze
stupefacenti (Lindau, 2000: 250).
Gli Stati Uniti avviarono una campagna di vasta portata contro l'uso di droghe: nel
1906 fu firmata la Convenzione dell'Oppio, mentre nel 1909 i delegati di tredici paesi si
riunirono a Shanghai per portare a termine la prima conferenza internazionale contro l'oppio
con la finalità di eliminare il commercio, la manifattura e l’uso di droghe (Celia Toro, Maria,
1995: 5). Nel 1914 il Congresso statunitense poi approvò la legge Harrison ed altre succesive
che proibivano stupefacenti come gli oppiacei, la cocaina e la marijuana. Nel 1930 fu creato il
Federal Bureau of Narcotics (FBN - Ufficio Federale dei Narcotici).
Il Messico s’impegnò a combattere il consumo, la produzione ed il traffico di
stupefacenti in seguito alla Conferenza di Shangai del 1909 e alla Convenzione Internazionale
dell'Oppio dell'Aia del 1911 e del 1912.
Come firmatario, il Messico si impegnò ad imporre controlli sulla coltivazione illecita
di oppio nel suo territorio, col fine di evitarne l’esportazione clandestina. Dal 1931, il Messico
aveva proibito le esportazioni di marijuana ed eroina (Craig, 1989: 261).
Le restrizioni nella produzione e nel commercio di droghe e l'adozione
dell'Emendamento Diciotto alla Costituzione degli Stati Uniti, nel 1919, insieme alla Legge
Volstead, proibirono la vendita di bevande alcoliche. L´impatto fu immediato sui mercati dei
territori contigui. Nel caso del Messico, questo significò un incentivo per gli esportatori di
droghe ed alcool che furono avvantaggiati dagli elevati prezzi derivanti dalla creazione di
mercati clandestini. (Toro, 1995:7). Il governo messicano era particolarmente preoccupato per
la possibilità che i contrabbandieri di droghe potessero contrabbandare anche armi per
qualunque forza di opposizione. Nel 1923 il presidente Alvaro Obregón proibì l'importazione
di qualunque narcotico e creó una base aerea a Ciudad Juarez, per fermare il contrabbando di
alcoolici lungo la frontiera con gli Stati Uniti. Nel 1927 il presidente Calles firmò un decreto
proibendone l'esportazione.
La Seconda Guerra Mondiale e il cambiamento di politica
Durante il secondo conflitto mondiale l'industria statunitense s’impegnò in uno sforzo
enorme per soddisfare le esigenze del proprio esercito. L’economia di guerra si concentrò
nella produzione di prodotti primari per cui aumentó l´importazione di prodotti secondari da
paesi terzi. Fra i prodotti importati vi erano anche la morfina e diversi oppiacei utilizzati a
scopo farmaceutico. Il Messico diventò, quindi, il suo principale fornitore (Inciardi, 1992:
41). Tuttavia, i fattori che realmente contribuirono alla crescita della produzione di eroina e
7
Contreras
Oscar,
La
evolución
del
narcotráfico
en
Mexico.
http://lanic.utexas.edu/project/etext/llilas/ilassa/2010/velasco.pdf. il 12 aprile 2012
(t.d.a.),
in
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marijuana in Messico dopo la guerra furono la disarticolazione delle rotte tradizionali di
eroina, rotte che provenivano dall'Europa e dall’Asia, nonché l'incremento del consumo
negli Stati Uniti. Nonostante questo, le mafie italiane negli Stati Uniti riuscirono a
riorganizzarsi e recuperare il controllo del mercato di eroina utilizzando la droga che
proveniva dalla Turchia.
Per questi motivi il traffico messicano crebbe fino agli anni ´60 e agli inizi degli anni
´70, benché fosse il principale fornitore di marijuana degli Stati Uniti già dalla seconda
guerra mondiale (Toro, 1995: 11).
Dopoguerra: ritorno al proibizionismo
Al termine della guerra, il governo statunitense decretò che la produzione e
l’importazione di stupefacenti verso gli Stati Uniti erano proibite. Nel 1948 il Messico, che
dagli inizi del secolo aveva fatto passi in avanti per combattere la produzione di stupefacenti
(quando gli immigrati cinesi stabilitisi a Sinaloa e a Sonora diventarono i primi produttori di
oppio nel paese), avviò la prima campagna di distruzione di coltivazioni di oppiacei (Craig,
1989: 251). L'esercito percorse circa 11.000 chilometri, distruggendo quasi 700 coltivazioni
a livello nazionale (Toro, 1995: 13). La campagna si estese verso altri Stati oltre a quelli
produttori per tradizione come Sinaloa, Durango e Chihuahua, regione che fu conosciuta
come il triangolo critico o triangolo dorato.
Gli anni ´60
Quando il consumo di droga realmente dilagò negli Stati Uniti, il principale mercato si
trovava tra i giovani universitari del movimento "hippie". Nel 1967 il 13% degli adulti tra i
18 e i 25 anni negli Stati Uniti aveva provato la marijuana ed il consumo di eroina era
aumentato considerevolmente. Tuttavia, ci furono altri fattori chiave che permisero al
Messico di diventare il principale produttore di droghe (marijuana ed eroina) a livello
mondiale. Da una parte, le bande europee furono disarticolate per via dei programmi del
governo di sradicamento di coltivazioni e traffico di oppiacei. Dall’altra, pochi anni dopo, la
famosa "Ruta del Caribe”, che era il tragitto che seguivano i carichi di droga provenienti
dalla Colombia ed altre parti del Sud-America verso gli Stati Uniti, fu fortemente
militarizzata dagli Stati Uniti ed era sempre più difficile trafficare droga a basso rischio.
Questi fattori fecero sì che le uniche rotte disponibili per introdurre la droga verso gli Stati
Uniti fossero le rotte messicane, controllate dai narcotrafficanti di quello stesso paese. Nel
giro di alcuni anni, il Messico rappresentava già una concorrenza importante per le mafie
colombiane (fra il 1975 ed il 1976, il Messico forniva il 75% della marijuana e il 60%
dell'eroina consumate negli Stati Uniti, Francois Boyer Jean, 2001:70)
Il narcotraffico cominciava a presentare una minaccia reale al potere dello stato e alla
sua capacità di mantenere l'ordine ed imporre la legge. Il governo messicano era preoccupato
che il fallimento delle sue politiche antidroga potesse mettere a rischio l'autonomia e le future
politiche con gli Stati Uniti. Si avvió allora l'operazione di sradicamento di coltivazioni di
droga più ambizioso nella storia del paese. Migliaia di ettari di coltivazioni di marijuana e di
papavero furono bruciati. Questo ridusse la partecipazione del Messico nel mercato
statunitense dal 70 al 10% e analogamente avvenne con l'eroina (Craig, 1989, 251). Furono
investiti più di 35 milioni di dollari nella campagna di sradicamento del 1975-1976. Il
governo statunitense spese un milione di dollari per ogni 4 spesi dal il governo messicano. Si
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utilizzarono circa 5.000 soldati e 350 membri della PJF Policía Judicial Federal (Toro
1995:18).
L'unico risultato reale dell'Operazione Condor fu quello di costringere le reti del
narcotraffico a cercare altre terre per le coltivazioni in luoghi più sicuri o più inaccessibili.
Inoltre, secondo Celia Toro, una politica antidroga più rigida genera il fenomeno di
"monopolizzazione" del mercato poiché si espellono i trafficanti meno disposti ad assumere
maggiori rischi e pertanto si avvantaggiano e si fortificano quelli più forti ed organizzati.
Questi ultimi riorganizzarono le proprie imprese, esercitando maggiore corruzione e violenza
(Toro, 1995: 17). In questi anni, le condizioni favorevoli nelle quali si trovavano i cartelli
messicani e la loro capacità di negoziare con i cartelli della Colombia (principalmente il
cartello di Cali e di Medellin) permisero loro una rapida ascesa economica (Francois Boyer,
Jean, 2001: 60).
Il consolidamento degli anni ´80 e ´90
A partire dagli anni ´80, benché si trovassero in pieno sviluppo, i cartelli colombiani
avvertirono la necessità di riorientare le loro rotte verso il Messico. A questo punto i
nascenti cartelli messicani furono beneficiati da vantaggi principalmente geopolitici. In un
certo senso, l'arrivo dei messicani nel gran mercato della cocaina contribuì allo
smantellamento dell'organizzazione di Escobar (Boyer, 2001: 70).
Nel 1987 il traffico di narcotici fu dichiarato per la prima volta un problema di sicurezza
nazionale dal presidente De la Madrid e poi anche dal presidente Salinas (Toro, 1995:32).
Questa situazione si aggravò solo durante gli anni ´90. Organizzazioni come il Cartello di
Tijuana, il Cartello di Juárez, il Cartello di Sinaloa e il Cartello del Golfo, operavano nel
nord del paese utilizzando un'infrastruttura miliardaria.
Il vantaggio commerciale dei cartelli messicani rispetto ai colombiani era dato dalla loro
situazione geografica e storica (più di 3.000 chilometri di deserto praticamente spopolato
nella frontiera fra il Messico e gli Stati Uniti). Questo, insieme al Trattato di Libero
Commercio di Nord l'America (TLCAN 1993), facilitó sempre di più l'entrata della droga
dal Messico agli Stati Uniti.
Il narcotraffico per le organizzazioni colombiane risultava sempre meno redditizio
semplicemente perché i messicani erano più produttivi per ogni chilo di coca. Per fabbricare
la droga, costruire e proteggere i laboratori, trasportare la droga fino al Messico e pagare
tutte le persone necessarie affinché questo potesse succedere in maniera impunita, le mafie
colombiane spesero enormi risorse.
D'altra parte i cartelli messicani vendevano la droga agli Stati Uniti ad un prezzo molto
maggiore ed i colombiani dovevano consegnare la metà della propria merce ai messicani per
trasportarla fino agli Stati Uniti. Per questi motivi i cartelli messicani si arricchirono ad un
ritmo più rapido. "Nel 2000, per avere il diritto ad utilizzare il territorio messicano, le mafie
colombiane devono rinunciare a commercializzare negli Stati Uniti tra 50 per cento e il 75
per cento della droga che esse esportano" (Boyer, 2001:72)
10
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Nuovo Millennio
Il 19 Settembre 2009, il giornale messicano “L'Universale” pubblica un articolo8, in
cui si afferma che i cartelli messicani hanno cambiato le loro strutture e si sono consolidati
piuttosto come imprese transnazionali, assicurando la continuità delle proprie operazioni nel
paese e nel resto del mondo. Sono organizzati gerarchicamente con direttori esecutivi, quadri
operativi, squadre tecnologiche, cicli di finanziamento ed alleanze strategiche con altre
organizzazioni. Si chiarisce anche che i cartelli della droga hanno dei programmi di
espansione, attività di reclutamento, controllo interno, aree di imposte, riciclaggio di denaro
sporco, controllo di qualità, cioé meccanismi propri di una grande societá o impresa
internazionale. Questo é il risultato dell'intensificazione delle azioni del governo messicano
per disarticolare il crimine organizzato. L'articolo, inoltre, rileva che attualmente i cartelli
messicani controllano l’80% della cocaina che esce dalla Colombia e dal Sud-America ed il
90% della cocaina che arriva agli Stati Uniti attraverso il territorio messicano. Si afferma
anche che fra il 2008 e il 2009 i cartelli messicani hanno smesso di lavorare insieme
attraverso l'alleanza conosciuta come La Federazione, fatto che ha incrementato la violenza
nel paese. Il cartello di Sinaloa si é diviso in due fazioni, una al comando di Joaquín "El
Chapo" Guzmán Loera ed un'altra guidata da Ismael Mayo Zambada. Da quando a "El
Chapo" fu trovato un cancro alla prostata, è stato Nacho Coronel, uno dei suoi luogotenenti,
ad incaricarsi di tutte le operazioni della sua fazione. D’altro canto, il cartello dei Beltrán
Leyva si alleò con quello dei Hermanos Flores che operano dagli Stati Uniti. Vicente Carrillo
Fuentes é il capo del Cartello di Juárez ed utilizza, come tutti gli altri cartelli, forza, violenza
ed intimidazione per operare in maniera libera su entrambi i lati della frontiera.
Le autorità rilevano, inoltre, con preoccupazione come durante gli ultimi anni la
domanda di droghe da parte della società messicana (che era stata minima per molti decenni),
abbia cominciato a consolidarsi a partire dal nuovo millennio e come il Messico stesso sia
diventato un mercato di grande importanza per i cartelli della droga. Un esempio di questo
tipo è la città di Tijuana che è stata sempre legata alla domanda di alcool, droghe e servizi
sessuali da parte del mercato al nord della frontiera e che attualmente conta su una crescente
domanda interna di droghe di ogni tipo. Questo non è che un riflesso di quello che succede in
tutto il paese, non solo perché la capacità di produzione interna di droghe è sempre maggiore,
ma anche perché è più difficile introdurre droghe verso gli Stati Uniti, soprattutto dopo la
graduale militarizzazione della frontiera come risposta agli attentati dell’11 Settembre. A
prova di ciò, a partire dal 2007, le spedizioni di cocaina dal Messico sono diminuite
sensibilmente provocando un calo dell’offerta che ha portato il prezzo per grammo di cocaina
pura negli Stati Uniti al doppio (INCO 2009).
I carteles hanno assunto completamente il comando del traffico di droghe verso gli
Stati Uniti e durante gli ultimi anni si sono trasformati anche in produttori di metanfetamine e
questo ha sviluppato la crescita del consumo nel proprio territorio, specialmente nella forma
di “crystal”. Nel 2008, “L'Universale” pubblicò un breve articolo su un narcotrafficante fino
allora poco conosciuto: si trattava di Ignacio Coronel Villareal, noto come "Nacho Coronel",
8
Le fonti usate dal giornale erano: Agenzia Antidroga negli Stati Uniti (DEA), Report Nazionale della Droga
2009 (dello stato messicano), relazioni del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ed indagini in Messico,
Stati Uniti, Canada, Europa, Asia ed Africa.
11
Istituto di ricerche internazionali
Archivio Disarmo
o il "Re delle droghe sintetiche", considerato oggi dal governo statunitense come il boss più
potente del Messico.
Dal 1997 il cosiddetto “percorso del Pacifico” si trova nelle mani dei messicani. Le
rotte di trasporto marittimo di droga non sono più controllate dai colombiani, bensì dalle
mafie messicane.
In questo contesto, si sono formati i cartelli messicani più grandi che si disputavano le
principali rotte della droga verso gli Stati Uniti. Secondo un report della Divisione Federale di
Ricerca del Congresso messicano, tra il 1999 e il 2002, esistevano 13 organizzazioni connesse
al narcotraffico in Messico. Le principali possono essere così schematizzate:
Organizazione
Area d´influenza
l a Col ombi a , i l Perú ed i l
Organizzazione Centroa méri ca . Lega mi con l a
Arellano Félix o Rus i a y l e Fuerza s Arma da s
Cartel de Tijuana Revol uci ona ri a s de Col ombi a
(FARC).
Organizzazione
Carrillo-Fuentes Mes s i co ed a l tri pa es i del l a
(OCF), o Cártel Ameri ca La ti na
de Juárez
Ruolo nela attivita economica
Tra s porto, i mporta zi one, e
di s tri buzi one di coca i na , ma ri jua na ,
meta nfeta mi ne ed eroi na . Control l o
dei prezzi ed ta s e d´i mporta zi one
vers o a l tre orga ni zza zi oni
i nves ti menti nel mondo:
Li echtens tei n, Argenti na , Ci l e e Sta ti
Uni ti . us a a ppros s i ma ti va mente 3300
pers one i n a l cune 400 cel l ul e
Organizzazione
Cárdenas
Guillén, o el
cártel del Golfo
Ra ppres enta a ppros s i ma ti va mente i l
15 percento del l a coca i na tra ffi ca ta
Ta ma ul i pa s e Nuevo León (Mes s i co)
vers o gl i Sta ti Uni ti .
Organizzazione
Guzmán-Palma
(OGP)
Si na l oa , Ja l i s co ed a l tri 12
s ta ti del l a reppubl i ca
mes s i ca na
Organizzazione
Ci tá di Ma za tl á n
Zambada García
Capo o Capi
“El Mon” (Ra món
Arel l a no Fél i x) y “El
Mi n” (Benja mín
Arel l a no Fél i x)
Ama do Ca rri l l oFuentes , “El s eñor de
l os ci el os " (i l s i gnore
dei ci el i ) (morto nel
1997)
Jua n Ga rcía Abrego.
Es tra da to a gl i Sta ti
Uni ti
Joa quín “El Cha po”
dopo l a guerra contro l 'Arel l a no-Fél i x.
Guzmá n Loa era .
È ri us ci ta a pos i zi ona re a l cuni
Ri cerca to da l l a
di s tri butori negl i Sta ti Uni ti .
gi us ti zi a
Non ha a ncora cons ol i da to un´a rea
d´i nfl uenzi a
preci s a .
Comunque,
Za mba da è un conta di no da qua s i 60
Is ma el “El Ma yo”
a nni ha l a vora to i ntens a mente per
Za mba da Ga rcía
i ncrementa re l a s ua produzi one di
eroi na e cons ol i da rs i come tra ffi ca nte
di coca i na col ombi a na .
Situazione dei Diritti umani
Come nella maggior parte dell'America latina, il carente servizio governativo,
l'assenza di controlli statali, l'iniqua distribuzione della ricchezza, l’insufficenza dei servizi di
sicurezza e di giustizia hanno contribuito al deterioramento costante della situazione dei diritti
umani in Messico.
È importante chiarire che il Messico è un Stato che ha firmato e ratificato i trattati
internazionali più importanti in materia di diritti umani insieme a ogni protocollo aggiuntivo,
permettendo l'Esame Periodico Universale in materia di Diritti umani delle ONU. Il Messico
fa parte del Sistema Interamericano di Giustizia ed é sottoposto alla sua giurisdizione e alla
Corte Penale Internazionale (Trattato di Roma).
Lo Stato Messicano ha l´obbligo di presentare l´Esame Periodico Universale in
materia nella 17ª sessione del Consiglio dei Diritti umani dell'ONU nell'anno 2013. Pertanto
12
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Archivio Disarmo
questo report si concentra sulle relazioni precedenti dello Stato messicano, insieme ad alcune
dichiarazioni e relazioni redatte dalle Organizzazioni di prevenzione e promozione di Diritti
umani sia internazionali sia messicane.
Da ogni punto di vista, il Messico mostra oggi un impoverimento delle condizioni di
protezione dei Diritti umani in tutto il suo insieme, dovuto ai conflitti interni che sono nati nel
suo territorio (Guerra Zapatista e la Guerra contro il narcotraffico).
I minori e i Diritti umani in Messico
Il Report curato dall’UNICEF intitolato “Messico 2011” afferma: "I bambini, le
bambine e gli adolescenti in Messico sono colpiti principalmente da problematiche di tipo
economico come stipendi mensili bassi, o di tipo sociale come l´origine etnica, luogo di
residenza e genere”.
Il Messico è considerato un paese di reddito medio alto, secondo le classifiche della
Banca Mondiale. Tuttavia la distribuzione della ricchezza registra forti disparità: il 10% delle
persone con minore reddito riceve solo il 2% delle entrate totali, mentre il 10% delle persone
con maggiori entrate ne riceve il 40%. I dati più recenti sulla povertà in Messico segnalano
che nel 2008 50,6 milioni di messicani (47,4%) non avevano sufficienti entrate per soddisfare
le proprie necessità (salute, educazione, alimentazione, abitazione, vestiario o trasporto
pubblico), nonostante dedicassero la totalità delle proprie risorse economiche a questi scopi.
Di questi, 22,9 milioni sono bambini e bambine dei quali 9,8 vivono in condizioni di povertà
estrema. La povertà colpisce sproporzionatamente i bambini (59%), mentre colpisce il 47,4%
degli adulti. Un'inchiesta nazionale elaborata dall’UNICEF rivela che nel periodo 2008-2009
circa 1,5 milioni di famiglie con bambini soffrivano d’insicurezza alimentare. Le persone che
vivono nelle aree rurali affrontano più svantaggi che i residenti di centri urbani. Nelle località
rurali con meno di 15.000 abitanti, la mancanza di reddito colpisce il 60,8% della
popolazione, mentre nelle zone urbane il 39,8%. Gli indigeni sono tra i gruppi più vulnerabili
del Messico"9.
In materia di salute: "Il tasso di mortalità infantile scende da 15.7 nel 2007 a 14.2 nel
2010, per ogni 1.000 nati vivi, collocando il paese sulla buona strada per raggiungere nel
2015 la meta di riduzione della mortalità infantile. (…) Tuttavia, persistono problemi di
denutrizione cronica nei primi anni di vita e, nelle zone rurali ed indigene del sud, sono 62.8
morti per ogni mille nati vivi (cifre 2009). Nonostante queste tendenze, è poco probabile che
il paese raggiunga la meta stabilita per il 2015”10.
In materia di istruzione: "Nel 2008-2009 la copertura nazionale di educazione
prescolastica é del 77.6%, con una media sotto i livelli raggiunta dall’istruzione primaria
(103.3%), e secondaria (82.4%). Il Censimento della Popolazione ed Abitazione del 2010
segnala che ancora un numero importante (3.390.034, di bambini, bambine ed adolescenti tra
5 e 17 anni) che non frequenta la scuola: di questi 1.762.725 sono bambini e 1.627.309 sono
bambine"11.
Migrazione infantile: "L'Istituto Nazionale di Migrazione (INM) informa che nel 2010
sono stati rimpatriati 13.705 bambini ed adolescenti che migravano soli senza la compagnia
9
Informe
Anual
UNICEF
Mexico
2010.
http://www.infoninez.mx/files/informeUNICEF2010baja.pdf
10
Ibid pag 5
11
ibid
25
dicembre
2011
di
13
Istituto di ricerche internazionali
Archivio Disarmo
di un adulto. Di essi, il 96.8% erano minori tra 12 e 17 anni; l’85% bambini e il 15%
bambine. In media, il Messico rimpatria verso l'America Centrale tra i 4.500 e i 6.000
bambini all'anno (di cui il 60% viaggia solo)”12.
L'impatto diretto dei conflitti descritti in Messico rispetto alla situazione dei bambini,
bambine ed adolescenti é evidente e, durante gli ultimi anni, il Messico ha affrontato un
incremento della violenza in relazione al crimine organizzato. Secondo i dati ufficiali, dal
2006 al 2010 sono morte 30.196 persone in questo conflitto, tra cui 913 bambini minori di 18
anni d´età. Bambini ed adolescenti si vedono coinvolti in diverse maniere, sia perché risultano
feriti o perdono la vita in uno scontro armato, sia perché sono coinvolti in attività dirette dal
crimine organizzato.
Secondo il report del Relatore Speciale ONU, per quanto riguarda la vendita di
bambini, la prostituzione infantile e l'utilizzo di bambini nella pornografía (presentato il 24
gennaio 2008 e pubblicato al Consiglio di Diritti umani delle Nazioni Unite), la situazione in
materia di diritti dei bambini e delle bambine è venuta peggiorando; in termini generali si
presentano differenti problemi a seconda dell'area geografica ed il livello di sviluppo
economico di ogni regione e città messicana; per esempio, in città capitali di Stato come Città
del Messico o Guadalajara, sono evidenti i problemi di prostituzione, pornografia infantile e
abbandono, mentre nelle regioni di maggiore influenza delle bande e delle mafie, sussistono,
oltre ai problemi anteriormente riferiti, anche tratta di persone ed utilizzo di bambini e
bambine come distributori di droghe ed armi, abuso e reti di prostituzione transnazionali.
La Capitale Federale (México D.F.) ha una popolazione di circa 20 milioni di abitanti,
compresa una popolazione periferica di 10 milioni di persone che vengono a lavorare nella
città. Tale situazione incrementa il numero di bambini in condizioni di strada. In una
megalopoli di questo tipo risultano evidenti le violazioni. I bambini e le bambine vivono per
strada senza legami familiari o passano buona parte del giorno per strada. Secondo alcune
stime, nel 2000 vi erano approssimativamente 25.000 bambini nelle strade del Distretto
Federale, ma le ONG calcolano un numero molto più elevato. Si stima ugualmente che la gran
maggioranza dei bambini di strada del Distretto Federale sia stata vittima di abusi sessuali,
mentre si è osservato un aumento della prostituzione infantile a Città del Messico.
Tra le principali cause della migrazione di bambine sole dalle zone rurali alla città vi
sono le condizioni sociali sfavorevoli, la disoccupazione, la mancanza di servizi sociali di
appoggio e socializzazione, la mancanza di opportunità educative nelle loro comunità.
Il Relatore Speciale é stato informato del flusso continuo di persone che arrivano a
Tijuana con l'intenzione di attraversare la frontiera. Il Relatore Speciale ha constatato
personalmente durante la sua visita al posto confinante di Tijuana- San Ysidro - che si tratta di
una delle zone confinanti più importanti del mondo, dove giornalmente attraversano 150.000
persone in maniera legale e costituisce un punto importante per il respingimento di
clandestini. Il Relatore Speciale é stato informato che, durante gli ultimi anni, Tijuana ha
affrontato anche una difficile situazione a causa dei crescenti indici di consumo di droghe e di
violenza provocati dai gruppi locali che si disputano il controllo di frazioni importanti del
mercato nazionale ed internazionale delle droghe. Ciò non ha smesso di creare conseguenze
sulla società locale dove circolano e si consumano sempre più queste sostanze"13.
12
ibid
Report, Relatore Speciale sulla vendita di bambini, prostituzione minorile ed uso di bambini e bambine nella
pornografía, Juan Miguel Petit, 2008.
13
14
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Donne
Rispetto alla partecipazione delle donne nella vita politica della Repubblica, nell'anno
2000 é stata approvata dal Congresso dell'Unione la legge delle quote rosa che fissa una
quota minima di partecipazione femminile del 30 % ed una massima del 70%. Così oggi nel
Congresso dell'Unione ci sono 128 senatori e 28 senatrici, pari a un 23% del totale. Stessa
cifra per la Camera dei Deputati. Tuttavia, a livello di governi locali, le presidentesse non
arrivano al 3 percento. 14
Rapporto uomini - donne Messico 201015
Le donne in Messico sono sottoposte ad elevati livelli di violenza. Benché il tasso di
femminicidi sia diminuito negli ultimi anni, secondo la Commissione Messicana di Diritti
umani possono trovarsi alcuni gruppi vulnerabili: le donne immigrate e le donne indigene, per
esempio, non hanno accesso alla giustizia né ai servizi di assistenza sociale e molto spesso
soffrono discriminazioni per motivi di sesso che si aggiungono alla discriminazione per
l’origine etnica o per la loro condizione di immigrate.
Violenza contro le Donne Migranti
La condizione geopolitica del Messico l'ha trasformato in “paese di passaggio” o, a
volte, d´arrivo di una grande quantità di immigrati. All´interno di questo gruppo di
popolazione le bambine, le giovani e le donne sono un gruppo particolarmente vulnerabile e
la tratta di donne al fine di prostituzione ha “femminilizzato” i movimenti migratori in
Messico.
Donne e bambine provenienti da altre parti del centro e sud America entrano in
Messico alla ricerca di opportunità economiche o come luogo di passaggio verso gli Stati
14
El feminicidio en Mexico y Guatemala, da http://www.fidh.org/IMG/pdf/mx_gt446e.pdf
Fonte: Instituto Nacional de Estadistica y Geografia de Mexico INEGI, 12 gennaio 2012,
www.inegi.org.mx/Sistemas/temasV2
15
15
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Uniti, (soprattutto alla frontiera con il Guatemala che è particolarmente instabile). Il carattere
illegale dei flussi migratori fa si che le migranti siano anche più esposte allo sfruttamento,
abusi e violenza. Le statistiche del governo messicano affermano che uno ogni sei emigranti
sprovvisti di documenti è di sesso feminile.
Come conseguenza, la violenza contro le donne migranti nello stato di Chihuahua e
Chiapas è aumentata, secondo le informazioni della Commissione Nazionale di Diritti umani
del Messico. Dopo aver pagato l´ingresso illegale nelle frontiere a bande organizzate di
traffico di persone (coyotes), le donne e le bambine non accompagnate interrompono il loro
viaggio in città confinanti per settimane o mesi per guadagnare denaro o in attesa che qualche
amico o parente fornisca dei soldi prima di continuare il viaggio verso il nord, verso regioni
più prospere. Senza documenti né mezzi economici, queste donne e bambine sono vulnerabili
di estorsione, sfruttamento, violenza sessuale e perfino omicidio da parte di bande criminali
organizzate e di funzionari corrotti.
Violenza contro le donne indigene
La popolazione indigena in Messico, che abita principalmente nel sud del paese e
conta approssimativamente 13 milioni di persone, vive ancora una situazione di marginalità e
di rifiuto culturale; la maggioranza degli indigeni abita nei luoghi più poveri e con minore
livello di benessere (Oxaca, Guerrero e Chiapas). Le donne indigene si trovano in una
situazione particolarmente sfavorevole, soffrono diversi tipi di discriminazione (motivi di
sesso, origine etnica e povertá).
Il rischio di mortalità al momento del parto è più del doppio ed elevati sono i tassi di
violenza sessuale all’interno delle proprie comunità, specialmente nelle zone di conflitto
armato.
Molto spesso, la violenza contro la donna indigena è radicata nelle tradizionali
gerarchie patriarcali delle comunità indigene, soprattutto quando le donne cercano di
organizzare spazi politici e chiedono pubblicamente un miglioramento delle condizioni
politiche
Omicidi e Sparizioni di donne nello Stato di Chihuahua
Lo stato di Chihuahua é ubicato al nord del paese e la cittá con piú numero di abitanti
è Città Júarez, che si trova nella frontiera col Paso Texas. La maggioranza della popolazione è
povera e le disuguaglianze sociali sono forti. Un ridotto numero di famiglie ricche possiede le
terre e le fabbriche, mentre le famiglie più povere vivono in “baraccopoli” che circondano la
cittá.
La combinazione di povertà estrema, disuguaglianza, libero commercio e vicinanza
geografica ha spinto lo sviluppo di diverse forme di delinquenza organizzata, come il traffico
di droga, la tratta di persone, il traffico clandestino di persone, il riciclaggio di denaro,
eccetera.
Secondo Amnesty International a partire dal 1993 ci sono stati più di 370 donne
assassinate, delle quali almeno 137 presentano violenza sessuale, solo nello Stato di
Chihuahua. A queste cifre bisogna aggiungere ancora circa 70 giovani scomparse secondo le
autorità e più di 400 secondo organizzazioni non governative messicane16
16
Ibid .pag 23
16
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Emigranti
Secondo la Banca Mondiale, i principali paesi di destinazione degli emigranti sono
Stati Uniti, Russia e Germania, mentre i paesi con maggiore percentuale di emigranti sono
Messico, India e Cina. Il principale corridoio migratorio è quello degli Stati del Messico.
Tuttavia, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2012 le cifre dei differenti organismi di
monitoraggio, tanto del Messico quanto internazionali, hanno identificato una riduzione nel
numero di emigranti che passano la frontiera a nord. Secondo alcune istituzioni questo fatto si
deve alla diminuzione della povertà ed al miglioramento della qualità di vita che il Messico ha
avuto negli ultimi anni. Tuttavia, alcuni attribuiscono tale diminuzione a due fenomeni
completamente differenti: il primo si deve al cambiamento delle politiche migratorie da parte
degli Stati Uniti ed alla costruzione di barriere artificiali, il secondo fattore è la crisi
economica statunitense.
Il Messico si caratterizza per essere un paese di origine, transito, destinazione e ritorno
di emigranti. La sua posizione geopolitica rispetto agli Stati Uniti costituisce uno dei fattori
che più hanno influenza sulla sua politica migratoria. Secondo il Sottosegretariato delle
Popolazione, Migrazione e Temi Religiosi della Segreteria di Governo (SEGOB), ogni anno
passano approssimativamente nel Messico 150 milla emigranti sprovvisti di documenti, la
maggioranza provenienti dell'America Centrale. Secondo organismi della società civile questa
cifra sale a 400.00017.
Sequestro di emigranti
La Commissione Nazionale di Diritti umani del Messico, nel suo report del Febbraio
2012, analizza le violazioni dei diritti umani che vivono gli emigranti vittime di sequestro nel
confine nord del Messico. Per sei mesi, da aprile a settembre del 2010, la Commissione ha
documentato un totale di 214 sequestri, dei quali, secondo testimoni, risultarono 11.333
vittime. È importante sottolineare che le cifre prima citate potrebbero risultare superiori,
perché la natura dei reati e la situazione di vulnerabilità nella quale si trova la popolazione
migrante ostacolano la conoscenza di tutti gli eventi che ebbero luogo in quel periodo.
I paesi di provenienza della popolazione migrante sono Honduras, Salvador,
Guatemala, Cuba, Nicaragua, Colombia ed Ecuador.
Lo stato in cui si é presentato il maggiore numero di vittime e testimoni di sequestro, é
Veracruz, seguito degli stati di Tabasco, Tamaulipas, San Luis Potosí e Chiapas.
Sparizioni forzate
A partire dalla seconda decade degli anni ‘90, in Messico le sparizioni forzate sono
aumentate, soprattutto a causa dell'apparizione di movimenti sociali armati come l'Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale. A partire dal 2000, in concomitanza con il cambiamento
di governo, le sparizioni forzate tendono a decrescere fino a che, nel 2006, il governo federale
inizió la cosidetta "guerra contro la delinquenza organizzata" e nuovamente la cifra di
sparizioni forzate si è incrementata in maniera allarmante. Il contesto di violenza e di
17
Commissione Nazionale dei Diritti Umani del Messico, Report Speciale sull sequestro di emigrante in
Méssico. pag. 5, 24 Marzo 2012.
17
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militarizzazione in Messico dal 2006 ad oggi è cresciuto in maniera sensibile. Una delle cause
più note è la militarizzazione della sicurezza pubblica (cifre ufficiali affermano che ci sono
più di 60.000 elementi delle Forze Armate che svolgono compiti che in un stato di normalità
democratica apparterrebbero esclusivamente alle autorità civili). In 17 delle 32 entità federali
della Repubblica, cioé, il 53,12% del totale, gli operatori delle istituzioni di polizia locali sono
militari, senza contare la componente militare che comanda un numero significativo di forze
di polizia locale di alcune agenzie statali di sicurezza in almeno 25 stati. Le richieste
presentate davanti alla Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDU) per violazioni di
diritti umani da parte dei militari si sono incrementate del 1.000% tra il 2006 e il 2009; il 33%
delle denuncie ricevute nel Messico durante il 2010 sono dirette alla Segreteria della Difesa
Nazionale (SEDENA) per sparizione forzata di persone. Dal dicembre 2006 al 2010, il
Governo Federale ha registrato un numero di 34.612 esecuzioni nel contesto della cosidetta
"guerra contro la delinquenza organizzata". Come effetto dell'attuale politica di sicurezza
federale, si sono moltiplicati i casi di tortura, detenzioni illegali, esecuzioni extragiudiziali e
sparizioni forzate di persone da parte dell'Esercito, poliziotti e gruppi paramilitari18.
Il Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle Sparizioni Forzate o Involontarie ha
reso pubblico il resoconto della sua recente visita nel Messico avvenuta nel marzo 2011: ne
emerge che vi è stato un'incremento del numero di nuovi casi durante il 2010, nonché molte
nuove denunce durante la visita stessa, mentre la scoperta di varie fosse comuni negli ultimi
mesi potrebbe indicare un deterioramento della situazione in relazione con le sparizioni
forzate in Messico.
L'organismo dell'ONU ha registrato 412 presunti casi di sparizione forzata tra 1980 e
2010, dei quali 218 non sono stati risolti.
La Procura Generale della Repubblica ha riconosciuto unicamente 63 sparizioni
forzate: 49 durante il periodo di repressione ufficiale conosciuto come Guerra Sporca, negli
anni ´60 e ´70, più altri 14 casi successivi, di cui per solo due ci sono state sentenze di
condanna. Otto stati (Aguascalientes, Chiapas, Chihuahua, Durango, DF, Guerriero, Nayarit
ed Oaxaca) hanno incluso questo reato nei propri codici penali, nei restanti 24 la sparizione
forzata non è codificata come un reato "autonomo" ed è pertanto affrontato come abuso di
autorità, detenzione arbitraria, delitti contro l'amministrazione della giustizia o sequestro,
situazioni in cui la severità della pena non risulta appropriata. Alcune vittime, sottolineano gli
esperti dell’ONU, "sono semplicemente considerate come sparite o perse, particolarmente
gruppi come donne, minorenni ed emigranti."
Inoltre, sottolinea il gruppo di esperti dell'ONU, in quegli stati dove questo delitto è
stato codificato, si utilizzano definizioni incomplete, nelle quali non è contemplata la
possibilità che le sparizioni forzate siano commesse da gruppi criminali, sotto le connivenze
delle autorità.
Dato che nel dicembre del 2006 il presidente Felipe Calderón ha deciso di includere le
Forze armate nella guerra contro il crimine organizzato, non è raro che il numero di richieste
ricevute dal CNDH connesse con la Segreteria della Difesa Nazionale sia aumentato da 182
nel 2006, a 1.230 nel 2008, a 1.791 nel 2009 e a 1.415 in 2010.
Durante la sua vista nel Messico, il Gruppo di Lavoro assicura di non aver ricevuto
"informazioni credibili" su sparizioni forzate commesse da militari in Coahuila, Guerrero,
Chihuahua, Nuevo Leone e Tamaulipas. "Sembra che il Messico non abbia la volontà o sia
18
Report sulla sparizione forzata in Messico. Tratto da. www.comitecerezo.org/spip.php?article879. 29
febbraio 2012
18
Istituto di ricerche internazionali
Archivio Disarmo
incapace di realizzare ricerche effettive in casi di sparizione forzata", per tutto ciò, ha
formulato una serie di raccomandazioni:
• Come primo passo, lo Stato messicano deve riconoscere la dimensione del problema e
generare un database suddiviso per sesso, età, localitá ed autorità coinvolte, "per
sviluppare politiche di prevenzione, investigazione, sanzione e riparazione del
danno”.
• Il governo messicano deve riconoscere la competenza del Comitato sulle Sparizioni
Forzate, creato a partire dalla Convenzione Internazionale in materia, per garantire che
tutti gli strumenti internazionali connessi si realizzino e vengano applicati in forma
effettiva in tutto il paese19.
Cooperazione Internazionale
Nell´ambito della cooperazione, la tendenza dei flussi che il Messico riceve è
decrescente in termini di Assistenza Ufficiale allo Sviluppo, AOD, in virtù del suo status di
economia di reddito medio e del cambiamento di priorità che prevale nei sistemi di
assegnazione di AOD delle nazioni industrializzate e degli organismi internazionali.
Secondo questa tendenza, durante il 2010, la cooperazione tecnica/finanziaria ricevuta
si é canalizzata principalmente in tre aree: 1). Gestione ambientale, cambiamento climatico ed
efficienza energetica 2). Sviluppo scientifico ed innovazione tecnologica, nanotecnologia e
nuovi materiali 3) Governabilità democratica, diritti umani e sviluppo istituzionale. Questa
cooperazione è connessa ad un centinaio di progetti nella cornice di 15 programmi di
cooperazione (due con l'America del Nord, nove con l'Europa e quattro con l'Asia, provenienti
per lo più dalla Germania, Giappone, Stati Uniti, Francia, Spagna e Unione Europea).
Spese per armamenti (mn $ USA)20
2001
2002
2003
[3.887] [3.759] [3.747]
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
3.61
3.88
4. 221
4.766
4.772
5.304
5.414
5.723
Spese militari in percentuale del prodotto interno lordo21
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
0.6
0.5
0.5
0.4
0.4
0.4
0.5
0.5
0.5
0.5
Numero di effettivi messicani addestrati dagli Stati Uniti.
Forze militari e di polizia 2008-201022
Programmi di aiuto
2008 2009 2010 Totale programmi
International Narcotics Control and Law Enforcement
4.933 279
5. 212
Section 1004 Counter-Drug Assistance
425 465 420
1.310
Center for Hemispheric Defense Studies
422 116 160
698
19
Fonte: www.animalpolitico.com/2012/03/seis-rasgos-de-la-desaparicion-forzada-en-mexico-segun-la-onu.
28 febbraio 2012.
20
SIPRI 2013 http://milexdata.sipri.org/.
21
Fonte: www.animalpolitico.com/2012/03/seis-rasgos-de-la-desaparicion-forzada-en-mexico-segun-la-onu.
28 febbraio 2012.
22
Ibid.
19
Istituto di ricerche internazionali
Archivio Disarmo
International Military Education and Training
Counter-Terrorism Fellowship Program
Non-Security Assistance - Unified Command
Department of Homeland Security/U.S. Coast Guard
Activities
Foreign Military Sales
Service Academies
Exchange Training
Aviation Leadership Program
TOTALE
39
43
68
139
53
58
1
10
5
4
17
62
55
40
240
151
108
59
3
1
1.074 5.724 1.020
30
5
4
1
7.818
Aiuti militari e di polizia 2010-2013
23
(in dollari U.S.A.)
2010
2011
2012
2013
15.000.000
65.000.000
55.396.146
917.194.146
265.250.000
7.984.000
7.000.000
7.000.000
442.734.000
89.749.000
71.674.000
75.508.000
75.508.000
358.774.000
3.000.000
4.500.000
4.500.000
4.500.000
20.048.000
Programmi di aiuto
International Narcotics Control and Law Enforcement 146.000.000
Foreign Military Financing
Section 1004 Counter-Drug Assistance
NADR - Anti-Terrorism Assistance
Totale programmi
Section 1206 Train and Equip Authority
12.945.854
International Military Education and Training
989
1.006.000
1.635.000
1.549.000
6.620.000
NADR - Export Control and Border Security
900
1.200.000
1.200.000
1.200.000
5.970.000
Counter-Terrorism Fellowship Program
917.151
917.151
917.151
917.151
5.493.808
Non-Security Assistance - Unified Command
662.529
662.529
662.529
662.529
2.775.745
288.78
288.78
288.78
288.78
1.801.752
Center for Hemispheric Defense Studies
NADR - Counter-Terrorism Financing
175
Aviation Leadership Program
38.234
38.234
38.234
38.234
152.936
Service Academies
TOTALE
5.95
507.794.694 103.270.694 156.749.694 147.059.840
1.774.691.191
Ultimo aggiornamento a cura di:
Ivan Leonardo Martinez Pinilla, dicembre 2012
23
Cifre consolidate dal sito. http://justf.org/Country?country=Mexico&year1=1999&.
Strato il 15 novembra 212.
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