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n. 5 - 15 marzo 2014
n. 5 - 15 marzo 2014
Sommario
La Goccia n. 5 - 15 marzo 2014
La Goccia
REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE N.
430/92 DEL 15 MAGGIO 1992
Registro Nazionale della Stampa n. 10084
PROPRIETÀ PRO.GE.CO.
SOC. COOP. A R.L.
VIALE M. D’UNGHERIA, 52 – GINOSA
DIRETTORE RESPONSABILE:
STEFANO GIOVE
DIREZIONE:
GIULIO PINTO
ADELE CARRERA
COMITATO DI REDAZIONE
ROSAMARIA BUSTO
ERASMO MAZZONE
PALMA MARTINO
DOMENICO RANALDO
HANNO COLLABORATO
A QUESTO NUMERO:
GIUSEPPE CARRERA
MARIO D’ALCONZO
ROBERTO MUSCOLINO
GIANLUCA CATUCCI
DAVIDE GIOVE
ANTONELLA CARRERA
GIORGIO MOREA
GIOVANNI MATERA
BALDASSARRE D’ANGELO
SARAH SCORPATI
VINCENZO D’ANGELO
CANTA STORIE
MASSIMILIANO DORO
CORRADO STRADA
CARMELO MONACO
TOMMASO FRANCAVILLA
GIUSEPPE PIZZULLI
MASSIMO ROTUNNO
NICOLA FRASCATI
DAMIANA DI FONZO
NINO MELE
LINA LUISI
DONATO CARDINALE
VITO DE PALMA
FRANCO MARCHIONNA
fOTO:
ERASMO MAZZONE
MICHELE GRECUCCI
Maria Olivari
Antonio Gatti
AMMINISTRAZIONE
VITO CONTE
IMPAGINAZIONE E GRAFICA:
STEFANO GIOVE
STAMPA
Studio Grafico
DIGITAL PRINT
Questo numero de
La Goccia è stato chiuso
alle ore 12.00
del 12 marzo 2014
Ginosa in attesa…
Carnevale…
Gesù…
L’attesa…
Lettera…
Nonno Donato…
Tari…
Le poesie…
L’amicizia…
Le favole di Grim
Ginosa e Matera…
Trasporto…
Le caricature…
Ricchezza…
Il racconto…
Notizie Flash…
Noi e il Fisco
Le massime del…
Miroglio…
Il Carnevale…
Lospinuso…
Sogno…
Ma cos’è…
Comunicato…
Corteo…
Il libro…
Ci sono…
Bradascio…
Ricerca e …
Grande…
Ricorso
Avis…
Ginosa, vittoria…
Appello…
A proposito…
Ginosa, blitz…
Successo…
Utopia…
Int. Russo…
Sentierosviluppo…
Andiamo al…
Int. Pagone…
di Stefano Giove
pag. 4
di Canta Storie
pag. 5
di Canta Storie
pag. 5
di Grim
pag. 7
di Giorgio Morea
pag. 7
di Giulio Pinto
pag. 8/9
di Massimiliano Doro
pag. 10
di Canta Storie
pag. 11
di Canta Storie
pag. 12
di Stefano Giove
pag. 13
di Giulio Pinto
pag. 13
di Canta Storie
pag. 14
di Nicola Frascati
pag. 17
di Massimo Rotunno
pag. 18
di Redazionale
pag. 19
di Vito De Palma
pagg. 20/21
di Carmelo Monaco
pag. 21
di Canta Storie
pagg. 22/23
di Lina Luisi
pag. 24
di Mario D’Alconzo
pag. 25
di Massimiliano Doro
pag. 25
di Nino Mele
pag. 26
di Canta Storie
pag. 27
di Giovanni Matera
pag. 28
di Baldassarre D’Angelo
pag. 31
di Francesco Marchionna
pag. 31
di Sarah Scorpati
pag. 32
di Massimiliano Doro
pag. 32
di Giuseppe Pizzulli
pag. 33
di Donato Cardinale
pag. 34
di Canta Storie
pag. 35
di Tommaso Francavilla
pag. 35
di Adele Carrera
pagg. 36/37
di Vincenzo D’Angelo
pag. 37
di Tommaso Francavilla
pag. 37
di Uff. Stampa
pag. 37
di Damiana Di Fonzo
pag. 38
di Rosamaria Busto
pag. 39
di Domenico Ranaldo
pag. 40
di Domenico Ranaldo
pag. 41
di Baldassarre D’Angelo
pag. 42
di Baldassarre D’Angelo
pag. 42
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n. 5 - 15 marzo 2014
Ginosa in attesa di giudizio
Si potrebbe dire che, da circa un anno, il barometro ginosino della politica
segna sempre perturbazioni. L’ultima, in ordine di tempo, è l’attesa per la
sentenza che sarà pronunciata il 24 marzo prossimo, quella che vede coinvolta, come imputati, la quasi totalità il Consiglio Comunale della passata
“legislatura” (Giunta Montanaro) e di conseguenza buona parte degli attuali amministratori di maggioranza e di minoranza. Vi è il rischio che dopo
l’alluvione del 7 ottobre 2013, dopo il crollo di via Matrice del 21 gennaio
2014, ci potrebbe essere la “demolizione” anzitempo della maggioranza nata con il voto del 2011.
Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa è accaduto.
Il 28 luglio del 2008, in consiglio comunale si approva una variante al Piano
Regolatore Generale per consentire la realizzazione di alcuni accessi al mare e utilizzare i fondi europei disponibili. Su questo argomento in consiglio
comunale si apre una discussione per iniziativa dei consiglieri comunali di
minoranza Leone e Pizzulli che chiedono il ritiro del punto per il mancato
coinvolgimento del Comitato di Borgata, la seduta viene sospesa su proposta del consigliere Toma per trovare il modo di soddisfare la richiesta
dell’opposizione. Dopo la sospensione viene trovata una intesa e si procede
all’approvazione del punto all’ordine del giorno. Approvazione che avviene
all’unanimità dei presenti.
Certo, sorprende vedere che ad essere seduti sul banco degli imputati ci siano sia rappresentanti di maggioranza sia di opposizione, e parliamo di maggioranza e opposizione del secondo mandato sindacale di Luigi Montanaro.
Sinceramente fin dal primo momento sono rimasto sbalordito di fronte alla
messa sotto inchiesta di un intero Consiglio comunale per l’approvazione
di un atto amministrativo, come se ne possono approvare tanti… In fondo
l’obiettivo era quello di utilizzare fondi europei per migliorare le strutture
turistiche della nostra città. Ma l’azione giudiziaria, doveva avere una qualche ragione di esserci e ho cercato di capire da cosa poteva scaturire il procedimento giudiziario anche nei confronti del Consiglio comunale, oltre che
della Giunta Montanaro. Il tutto nasce, non dimentichiamolo, su denuncia di
un cittadino che si sente leso nei suoi diritti. Ma la semplice denuncia non è
sufficiente a mettere in moto un meccanismo processuale e ho
letto la stenotipia della seduta del Consiglio Comunale del 27 luglio 2008,
per cercare di capire cosa era accaduto quel giorno. Dopo la lettura mi ha
sorpreso quello che diceva, nel corso del suo intervento, il consigliere comunale di minoranza Felice Bitetti che riporto: «…Però io poi l’ultima
cosa la volevo dire sulla necessità che il provvedimento di variante come
esproprio sia generale per tutti gli accessi, fatto ora. Non solo per quelli
finanziabili per il POR, diciamo la verità. L’accesso a “Torre Serena” si
sta tentando da tre anni. La controversia - non commento la validità della
controversia con i proprietari privati - non ha permesso a “Torre Serena” di
fare il secondo accesso al mare che è necessario, è opportuno non solo per
“Torre Serena”, ma non dimentichiamo che dall’altra parte della strada noi
abbiamo tutta una zona alberghiera di cui un provvedimento approvato in
conferenza di servizi e anche in Consiglio Comunale, che se si realizza, non
è che può andare con l’elicottero a mare. Deve comunque arrivare al mare.
E allora io dico: a maggior ragione, siccome il Piano Spiaggia..., io parto
sempre, Assesso’, dal Piano Spiaggia, non ci inventiamo altre cose. Intanto
abbiamo quello. Siccome il Piano Spiaggia dopo il fiume prevede tre lidi da
realizzare... oltre quello in direzione di “Torre Serena”, altri due. Perché non
fare anche la variante urbanistica per l’esproprio senza realizzarlo? Come
strumento urbanistico. Perché questo? Perché nel momento in cui si va ad
approvare un altro Piano di Lottizzazione o un altro villaggio con i soggetti
privati che realizzeranno il Piano di Lottizzazione si fa la conversione e a
scomputo realizzano loro l’accesso al mare, ma c’è già il presupposto normativo, urbanistico e di variante per l’esproprio e non perdiamo tre anni di
tempo, come ha perso “Torre Serena”, per il piccio cretino di un convicino
che non ha capito niente, che poteva realizzare tot lire e mo’ realizzerà manco un centesimo.»
Come si vede, con questo intervento il consigliere comunale esprime dei
giudizi sugli effetti che potrebbe produrre l’atto deliberativo e sulle conseguenze che tale atto avrebbe per un “convicino”.
Non conosco gli atti processuali e non sono nelle condizioni di dire se questo
intervento abbia pesato o meno sul convincimento del Pubblico Ministero…
l’editoriale
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Ma ad ogni modo rimane, mi pare evidente, che si possa
esprimere un giudizio sul tono di questo intervento che, a
mio parere, è un modo sbagliato di dibattere le questioni
amministrative in un consesso istituzionale.
La domanda a questo punto è: possibile che una frase,
una interpretazione personale possa diventare una responsabilità per tanti e possa produrre effetti tanto destabilizzanti per gli assetti amministrativi ginosini?
Io non so dare una risposta precisa a tale quesito. Rimane
il fatto che ancora una volta a “redimere” i nodi politici
ci pensa la Giustizia. In Italia, dal 1992 viviamo una condizione di “tangentopoli permanente” e una contrapposizione permanente tra “politica e giustizia”. Sembra una
storia senza fine che sta condizionando la vita del Paese
e se fino a un anno fa a Ginosa ci sentivamo immuni
da questi problemi oggi, purtroppo, ne siamo investiti in
pieno.
La prima grana che dovette affrontare il sindaco De
Palma qualche giorno dopo essersi insediato fu la rimozione di una assessore che per ragioni professionali era
stato rinviato a giudizio (il processo lo ha poi assolto),
l’altra grana fu l’arresto di un consigliere comunale, oggi
rischia di essere travolto da una vicenda che è stata gestita dal suo predecessore… Il problema è che Ginosa non
può avere, in una fase delicata come questa, una situazione politica tanto instabile… forse, al di là delle questioni
giudiziarie,la Politica e i politicanti dovrebbero rivedere
qualche cosa. Anche perché si fa sempre più forte la voce
dell’antipolitica che si è già fatta sentire lo scorso anno
con il 40% dei voti al M5S. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico… e non possiamo rimanere in attesa di
giudizio. Stefano Giove
cronaca
n. 5 - 15 marzo 2014
L’attesa!
La sentenza per 26
persone verrà enunciata il prossimo 24 marzo.
Sono coinvolti 24 amministratori pubblici, un dirigente tecnico comunale e un legale rappresentante di una
struttura ricettiva privata.
Sulla presunta irregolarità dell’esproprio di
alcune aree al fine di realizzare a Marina
di Ginosa un passaggio pedonale per raggiungere il mare, la richiesta del Pubblico
Ministero, Remo Epifani, è stata di condanna per tutti gli attori in causa. La pena
complessiva chiesta è di 42 anni e quattro
mesi, ripartita in base alle ipotesi di responsabilità individuali e del ruolo istituzionale
svolto. Si tratta di un tecnico comunale e
di un legale rappresentante di una struttura ricettiva privata, di un sindaco, di tutti i
componenti l’esecutivo e del Consiglio comunale in carica al Comune di Ginosa dal
2006 al 2011. In specie: l’ex sindaco Luigi
Montanaro e l’imprenditore Silvio Maresca,
3 anni e 8 mesi; per i componenti la Giunta,
2 anni e 10 mesi ciascuno: Felice Vizzielli,
Stefano Notarangelo, Carmine Malvani,
Giulio Galante, Antonio Bitetti, Vincenzo Di
Canio; 1 anno e 2 mesi ai consiglieri comunali: Vito De Palma, Leonardo Galante,
Sara Di Taranto, Vincenzo Russo, Michele
Divitofrancesco, Gianrosario Limitone, Pietro
Parisi, Vitantonio Bradascio, Mario Toma,
Giuseppe Cazzetta, Vincenzo Prencipe,
Felice Bitetti, Francesco Pizzulli, Roberto
Leone, Emanuele Rosato, Piero Sannelli,
Caterina Giannatelli. Un anno e 8 mesi, è
la pena avanzata per l’allora responsabile
del Settore tecnico del Comune di Ginosa,
architetto Luigi Traetta. Nel dibattimento, per
la parte civile, ha parlato l’avvocato Rinaldo
Alvisi. Per il Collegio di difesa sono intervenuti gli avvocati Nicola Marseglia, Gianluca
Mongelli, Pietro Palmitesta, Franz Pesare,
Raffaele Strada, Gaetano Sorge, Francesco
Tacente. L’intervento pubblico risale al 2008
e, secondo gli inquirenti, avrebbe determinato uno sbilanciamento del diritto a danno
di un privato cittadino, il quale aveva fatto
scattare un esposto-denuncia. Gli elementi
di giudizio vertono su un presunto comportamento sproporzionato esercitato da parte
del Governo locale a guida centrodestra e
dell’intero Consiglio comunale, nonché da
esterni all’Ente Locale. Per tutti, compreso
l’attuale sindaco Vito De Palma, a quel tempo presidente del Consiglio, il PM Epifani
ha sostenuto l’azione penale per abuso
d’ufficio; per falso, invece, il capo d’imputazione per l’ex sindaco Luigi Montanaro e
per i rispettivi componenti l’esecutivo e il
dirigente tecnico comunale. Adesso spetta
al Giudice del Tribunale di Taranto valutare la fondatezza delle accuse e delle pene
sostenute. La sentenza verrà enunciata il
5
prossimo 24 marzo. Nell’attuale consesso comunale, oltre al sindaco De Palma,
sono interessati alla vicenda due assessori, sei consiglieri di maggioranza e due
di minoranza (PD). Inutile nasconderselo:
vi è trepida attesa per le conclusioni del
Giudice. E’ comprensibile che stia emergendo turbamento e preoccupazione per
un’eventuale condanna, soprattutto per il
momento difficile, critico e complesso che
sta vivendo il territorio. Non va sotteso che
la legge che porta il nome dell’ex Ministro
della Giustizia, Paola Severino, è spietata
nei confronti degli amministratori pubblici
incappati nell’abuso di potere o con violazioni dei doveri inerenti ad una pubblica
funzione o pubblico servizio. A prescindere
dall’entità della pena, seppure non definita, scatta l’automatismo della sospensione
per 18 mesi, anche in assenza della pena
accessoria, cioè dell’interdizione dai pubblici uffici. E’ comprensibile, quindi, che
emerga preoccupazione per un’eventuale
condanna che sarebbe di innegabile importanza sia sotto l’aspetto umano per le
persone coinvolte sia per il ruolo istituzionale. Ma bisogna aspettare…
Canta Storie
Benvenuto
Alessandro!
La Redazione de la Goccia, formula il più
affettuoso benvenuto a
Alessandro Rizzi
e rivolge tanti auguri
a mamma Angelica
e papà Giancarlo.
Un abbraccio ai nonni
Sandrino Rizzi e
Mina Pascale.
La gioia di una nuova
vita è la più grande!!!
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cronaca
n. 5 - 15 marzo 2014
Tari, boom tassa rifiuti urbani
Il Governo Locale sta dialogando con le rappresentanze
sociali per una definizione ‘normale’ della fiscalità.
-Tasse: qualcosa inizia a muoversi.
L’incontro tra il Governo Locale e le
parti sociali, sul tema della fiscalità, si
è svolto in un clima di consapevolezza
degli imperativi della dialettica democratica. Nel Palazzo Municipale, nella
mattinata di martedì scorso, si sono
confrontati da una parte il sindaco Vito
De Palma e il consigliere comunale delegato al Bilancio, Giacomo Cassano,
e dall’altra rappresentanti del Comitato
Rinascita Cittadina, delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria
(Spi-Cgil), dell’Unione generale del lavoro (Ugl), della Confagricoltori e della
Confcommercio. Tutti hanno dialogato
costruttivamente al fine di trovare una
sintesi sulle criticità di ogni settore rappresentato e, laddove sarà possibile,
modulare condivisi capitoli nel prossimo
Bilancio comunale. “Le tasse potranno essere rideterminate tenendo conto
delle esigenze concrete. Di certo –ha
spiegato il consigliere Cassano- non accetteremo soluzioni moderate da demagogia o, peggio, da strumentalizzazioni.
Non abbiamo nulla in contrario sull’esercizio della libertà di opinione e sul
diritto di critica, ma tutto dovrà svolgersi
nella funzione essenziale della legalità
e dell’equa ripartizione, nonché del sostegno ai bisogni reali dei cittadini”. Il
primo confronto è stato focalizzato sulla
nuova tariffa sui rifiuti urbani, la Tari. Allo
scopo, non è stato possibile analizzarne
la struttura e definirne coefficienti e voci di costo perché si è in attesa che gli
Uffici economici comunali rendano noto
le entrate effettive della Tarsu/Tares e di
quelle messe a ruolo come evasione. A
quest’ultimo riguardo, la stima sarebbe
di 800 mila euro. Rinviato ad un successivo incontro, quindi, la trattazione delle
agevolazioni/riduzioni, dei criteri premiali
per la raccolta differenziata, del riconoscimento della differenza di qualità del ri-
fiuto prodotto (alleggerendo il carico sulle attività economiche e di elevata produzione di
rifiuti differenziati) e di quantità (considerando
la stagionalità di alcune attività), e dei criteri
oggettivi per la ripartizione sugli alluvionati.
In altra data si parlerà anche dell’addizionale
comunale Irpef. la Tari, cioè la tassa sui rifiuti,
dall’inizio di quest’anno, sostituisce la Tarsu
e la Tares, che insieme alla Tasi e all’Imu costituisce la nuova tassa sulla casa: Iuc. Sarà
dovuta da chiunque possegga o detenga a
qualsiasi titolo o uso adibiti locali o aree scoperte, suscettibili di produrre rifiuti urbani. La
tassa deve assicurare la copertura integrale
dei costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, anche se la stessa legge
di Stabilità lascia ampia libertà ai comuni di
determinare gli importi, che devono tener
conto innanzitutto della superficie imponibile
dell’immobile su cui pagare. Si prefigura un
vero salasso per le imprese dei servizi e del
terziario. Per quest’anno, stando ad uno studio di Confcommercio nazionale, l’aumento
medio dei costi dovrebbe essere pari al 290
per cento, ma per alcune tipologie di impresa sarà ancora più salato: per un bar, sarà
di oltre il 300 per cento, per un ristorante del
480 per cento, per una pizzeria del 482 per
cento, fino ad arrivare ad oltre il 600 per cento per l’ortofrutta e le discoteche. Per un’attività di ristorazione svolta su una superfice
di 200 metri quadrati, per esempio, la spesa
annua calcolata da Confcommercio passerà
da poco più di 800 euro a circa 5 mila euro.
Svenante per esercizi di ortofrutta, pescherie,
fiori, pizza al taglio: con una superfice media
di 100 metri quadrati, il costo passerà da 400
euro a 3 mila euro. A Ginosa, pertanto, è necessario andare al di là delle polemiche (che
non producono nulla) a volte sterili e dannose, e di divergenze specifiche. Per la cronaca
va detto che il Comitato Rinascita, per quanto
attiene la Tares del 2013, sta riflettendo sulla possibilità di inoltrare appello-denuncia
per falso in Bilancio alla magistratura contabile (Corte dei Conti) ed a quella ordinaria
(Procura della Repubblica). Rinascita e
sindacati confederali e Spi-Cgil, sostengono
che il tributo sui rifiuti e sui servizi (Tares) va
sospeso con rivalsa sull’azienda di gestione
per mancata applicazione del contratto appaltato. Ma sulla discrasia tra costi e servizio
vi è anche un ricorso del Partito democratico
agli atti del Tribunale amministrativo regionale. Procedura che dovrà essere analizzata nel merito il prossimo nove luglio e che il
ricorrente (riferiamo in altra parte del giornale) ha pubblicamente dichiarato di essere
pronto a rinunciare al giudizio a condizione
che l’Amministrazione comunale accetti di
confrontarsi ‘de visu’ o tramite un Consiglio
comunale monotematico. In attesa dei tempi della politica, vi da dire che in Municipio
continuano ad arrivare le ‘Notifiche di accettazione condizionata (Nac). Per il momento sono 40 le raccomandate con le
quali i cittadini, individualmente, stanno
chiedendo al dirigente dell’Ufficio Tributi la
prova documentale del titolo di credito. E
se entro quindici giorni non verranno soddisfatte le richieste, i richiedenti riterranno
il credito estinto ed inesigibile per sempre.
Va aggiunto, inoltre, che il ‘vertice’ tenuto
in Municipio martedì scorso, per certi versi,
è da ritenere la conseguenza della manifestazione di protesta cittadina effettuata il 28
febbraio scorso al cui termine fu chiesto a
gran voce il confronto con il primo cittadino.
Contatto che non potette concretizzarsi per
la contemporaneità dello svolgimento di un
Consiglio comunale. L’assise di riferimento
era partecipata dall’assessore regionale al
Lavoro, Leo Caroli, avente oggetto la vicenda dell’acquisizione da parte del Comune
dell’ex stabilimento Miroglio. L’equilibrio del
dialogo sulla pressione fiscale, in quell’incontro, produsse la necessità di dare luogo
ad una calendarizzazione di appuntamenti.
Il primo tema di analisi, come detto, è stato
la Tari.
Canta Storie
scherzi a parte
Le favole di Grim
n. 5 - 15 marzo 2014
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La passione mascherata
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhiocitrullo, che, al tempo della sofferenza, per non languire nella tristezza, ch’era ormai di casa, non aveva rinunciato al consueto divertimento che il tempo portava con sé nel periodo dei mascheramenti, dei
travestimenti, dei frizzi e dei lazzi.
Era, quella, pratica d’innocente piacevolezza, che avrebbe risollevato gli umori senza gettar l’oblio sulle amarezze che tra il popolo
e i regnanti s’andava diffondendo.
A rendere più agevole la via dell’intrattenimento ci aveva pensato il sovrano, che della marina aveva le origini, decretando che tutto
il popolo montano e marinaro si sarebbe dato appuntamento per una festa mascherata nella ridente borgata. E fu proprio il fatto che
la borgata era ridente a indurre sua maestà a sentenziare che lì ci si sarebbe incontrati per il riso e alla montagna per la passione.
Non a tutti tale decisione era apparsa saggia ma, si sa, il re è sempre il re e compiacerlo (anche se costa un po’) si deve.
Sicché gli abitanti di Occhiocitrullo ci provarono.
La passione, la morte e la resurrezione, alla montagna! Risa, lazzi e frizzi alla ridente borgata!
Tuttavia le cose non andarono come s’era sperato.
Difatti accadde che i ridenti borgatari non avevano nessuna voglia di sofferenza e con molta risolutezza fecero capire ai passionari
che loro erano più portati al riso e, ben presto, sbarrando la via ai montanari
passionari, fecero capir loro che mascheramenti, frizzi e lazzi erano di loro
proprietà.
«Poco male!» fu la risposta dei respinti compaesani.
E, esultando per la raggiunta libertà di divertimento, i marinesi incominciarono a darsi da fare. In verità non è che fossero assai numerosi e per fare una
grandiosa mascherata ce ne voleva di popolo festante! Ma, tant’è! Beato chi
si accontenta… si diceva alla montagna.
E, il giorno della grande festa fatta di cortei mascherati, sfilanti per le vie della
borgata, accadde qualcosa di assai inatteso.
Il grande corteo mancava di piccole maschere che indispettite dagli ignoranti
annunci, fatti nei giorni che precedevano la festa, decisero d’ignorare loro
stessi il gran corteo e di farsene uno tutto loro, seppur più piccolo, ma assai
colorato.
Il giorno della grande festa, il gran corteo non era poi tanto grande, come
s’era sperato perché mancante di pesciolini e nanetti che, essendo piccoli, avevano preferito sfilare nel piccolo corteo tutto loro, assai colorato…. Tuttavia,
le disavventure dei ridenti borgatari mascherati non finirono lì. Infatti, nell’ultimo corteo dell’ultima giornata di frizzi e lazzi, accadde che non c’erano pesciolini, non c’erano nanetti, non c’erano tutte le carrozze (mascherate anche
quelle) che s’erano visti (anche se a pizzichi e a mozzichi) nella settimana del
mascheramento!... Ma che fine aveva fatto il tutto? Si chiedevano increduli i
pellegrini c’erano lì convogliati per partecipare al divertimento.
Hembé… qualche carrozza era stata smembrata e disseminata lungo il percorso, per dispetto ai pesci rossi! Qualcun’altra era stata messa di traverso
per bloccare il passaggio del corteo, qualcun’altra aveva zittito, per dispetto,
i musicanti che trasportava, qualcun’altra s’era bloccata davanti alle palme
e… insomma, fino alla fine, la ridente borgata ebbe ben poco da ridere! E
quella festa mascherata, fatta per far divertir Occhiocitrullo, ebbe un gran
successo di risate dacché fece divertire l’intero contado, quando quello ne
venne a conoscenza («Cose di Occhiocitrullo!»Si diceva sogghignando.
caricatura disegnata da
Con amarezza, però, si constatò che la scelta del re non era stata felice, poiché
non una ma due passioni si consumavano nel suo regno.
Morale della favola: sparte recchèzze ca devènte puvertà.
Domenico Modugno
Giorgio Morea
8
cronaca
n. 5 - 15 marzo 2014
Notizie
Flash
Rubrica a cura di Giulio Pinto
Addio Miroglio speriamo di non vederti
mai più!
Finalmente si è completata la farsa Miroglio
con la cessione “gratuita” degli stabilimenti
realizzati solo qualche anno fa nella piana di Girifalco. Gratuita per chi dimentica
che lo stabilimento fu realizzato dall’ amministrazione Costantino, derogando con
una legge regionale alle leggi nazionali
che non consentivano quel tipo di insediamento in zona agricola, allora non c’era il
PPTR e l’assessore Barbanente, e con
un finanziamento statale, cioè pagato con
i soldi dei contribuenti, di circa centosessantaquattromiliardi di lire. Dopo solo dieci
anni dall’inaugurazione, l’imprenditore,
sempre con i soldi di tutti, smontava le attrezzature ed implicitamente si avviava il
calvario di circa duecentocinquanta lavoratori, prima in cassa integrazione, poi in
mobilità e poi… a casa. L’ultimo consiglio
comunale, all’unanimità, sinistra compresa, ha approvato il provvedimento che
consegna di fatto al comune di Ginosa uno
stabilimento con quarantamila metri quadrati di capannoni ed esonera l’azienda
virtuale piemontese al pagamento delle
tasse comunali, incluse le ultime di cui non
sono ancora stabilizzate le sigle. Gli antichi direbbero: “Cornuti, battuti e cacciati di
casa”. Nessun beneficio per Ginosa che
si ritrova con un “cancro edilizio” in piena
zona agricola, duecentocinquanta famiglie
da sistemare ed… una cospicua entrata
fiscale in meno. La storia si ripete: doveva essere d’esempio la Vianini, che pur
essendo stata produttiva per poco più di
quindici anni, dal lontano 1995, di fatto,
ha abbandonato lo stabilimento che si sviluppa su ben 37 ettari, all’incuria, con evidenti danni all’ambiente circostante. Dopo
Miroglio il prossimo sarà Natuzzi: ultimo
rappresentante del virtuale polo tessile
“inventato” da chi avrebbe dovuto rappresentare le classi meno abbienti ed i lavoratori. Torniamo a parlare dello stabilimento
Miroglio. Si è perpetrato l’ennesimo saccheggio di una risorsa di tutti con una ricaduta economica solo a vantaggio di pochi,
forse meno delle dita delle mani. Si è trattato
di una vera simulazione industriale, durata
meno di un corso scolastico; poi il progressivo svuotamento, con i macchinari spostati
altrove e le speranze dei lavoratori attaccate a proposte finite nel nulla, come l’illusione di nuovi presunti imprenditori, sempre
e soltanto con i soldi di tutti. L’ennesima
patata bollente nelle mani del sindaco De
Palma, che dalla data della sua elezione
ne ha viste di tutti i colori: dall’alluvione
del 3 marzo 2011, all’incendio della Pineta
Regina, l’estate successiva, all’alluvione
del 7-8 ottobre 2013, al crollo di via Matrice.
Un karma pesantissimo ma non si tira indietro. In una intervista ha dichiarato: «Il
Comune avrà un ruolo da protagonista per
creare un’occasione propizia per le imprese
che vogliono investire sul nostro territorio.
Siamo pronti a cedere lo stabilimento a titolo
gratuito. Proposte in campo ce ne sono
diverse e io sono un ottimista per natura:
alla fine qualcosa di buono verrà fuori».
AAA cercasi imprenditori!!!!.
Feriti davanti a discoteca, sono gravi
Due giovani di 24 e 25 anni, sono stati feriti con colpi di pistola davanti alla discoteca
‘Cromie’. Il ferimento è avvenuto all’alba.
Soccorsi dal 118 sono stati condotti all’ospedale ‘Santissima Annunziata’ di Taranto:
i medici si sono riservati la prognosi. Uno dei
due è stato raggiunto da cinque proiettili alle gambe, l’altro, un marinaio imbarcato su
una nave di base a Taranto, al dorso , vicino
alla colonna vertebrale. I carabinieri della locale stazione hanno avviato le indagini per
individuare i responsabili.
Furti: tre cittadini rumeni arrestati
Tre cittadini rumeni sono stati arrestati nelle campagne di Ginosa, dai carabinieri, con
l’accusa di tentato furto aggravato. Gli uomini dell’Arma, intervenuti in zona Casale dopo una segnalazione al 112, hanno bloccato
i tre stranieri che stavano portando via un
aratro e vari attrezzi agricoli da un deposito.
La refurtiva è stata restituita al legittimo proprietario, mentre gli arrestati sono stati reclusi nel carcere mandamentale di Taranto.
“Guarire dal diabete è quasi impossibile”
Così inizia un articolo pubblicato nel sito
dell’associazione Diabete Italia. Ad una
lettura superficiale, un profano non troverà nulla di strano, ma se invece si osserva attentamente è molto interessante
notare come si sia evoluto il genio della lingua italiana negli apparati ufficiali.
Perché dico questo? Per il semplice fatto che fino a poco tempo fa la definizione ufficiale di diabete per la medicina era
(uso appositamente il passato): “malattia
cronico-degenerativa incurabile”. Notare
come si è passati da “incurabile” a “quasi impossibile”. Il quasi lascia aperto uno
spiraglio… Quindi veniamo a sapere che
la medicina ha smesso di sancire dogmaticamente che il diabete è inguaribile. Un
banale errore di battitura, o segnale di un
profondo ma inarrestabile cambiamento? Diabete Italia non è un’associazione
qualsiasi, ma un gruppo fondato nientepopodimenochè dalle Società Scientifiche
di Diabetologia, e cioè dall’Associazione
Medici Diabetologi (AMD) e dalla Società
Italiana di Diabetologia (SID). Le due realtà medico-scientifiche in Italia più interessate a tale problema sanitario. L’articolo è
in pratica il commento a uno degli eventi
più importanti del 2013 e cioè il Congresso
internazionale organizzato ad Abano
Terme (PD) dall’associazione Oltre il diabete, dal titolo “Come siamo guariti dal diabete”. Tale articolo però nasconde altre cose molto interessanti… “La maggior parte
delle testimonianze ha confermato quello
che i diabetologi e le Associazioni che fanno riferimento a Diabete Italia dicono da
sempre: perdere peso in maniera significativa, alimentarsi in modo sano e fare esercizio fisico consentono nel diabete di tipo
2 nella maggior parte dei casi di migliorare
in modo anche sorprendente l’equilibrio
glicemico” In pratica stanno dicendo che
oltre 1000 persone, giunte da tutta Italia,
hanno perso il loro tempo (non il denaro
visto che l’incontro era assolutamente gratuito) nel venire ad ascoltare dei relatori
quasi tutti medici, uno dei quali americano guarito dal diabete di Tipo-1, perché le
cose dette a tale Congresso, i diabetologi
le dicono da sempre.Hanno buttato via il
loro tempo venire ad ascoltare numerosissime testimonianze di persone guarite dal
diabete, anche dopo 16-20 anni di utilizzo quotidiano di insulina, perché queste
sono semplicemente la “conferma delle
cose che i diabetologi sanno e dicono da
sempre”.Questo è un po’ strano perché ai
congressi ufficiali, cioè quelli organizzati e
sponsorizzati dalle industrie del farmaco
(le ditte che vendono insulina, aghi
cronaca
per bucarsi le dita, misuratori di glicemia, strisce urinarie, ecc.), non
si vedono mai le testimonianze di ex pazienti che hanno buttato via
farmaci e insuline e stanno benissino. Come mai? Persone che grazie allo “stile di vita sano” insegnato loro dai diabetologi, o proprio
per colpa di questo “stile di vita sano” convivevano con le iniezioni
insuliniche e con tutte le conseguenze che solo un malato di diabete
può comprendere.Quando questi medici parlano di “alimentarsi in
modo sano” a cosa esattamente si riferiscono? Al consiglio di utilizzare i sempre-più-bianchi e benedetti cereali raffinati, chiaramente
migliori di quelli integrali pieni di quella fibra, brutta, scura e irritante
per la mucosa intestinale?Al divieto tombale pena-la-morte, di tutta
la frutta fresca di stagione in quanto pericolosamente ricca di zuccheri, acqua biologica, vitamine, minerali, ormoni, acidi grassi e fibra? All’obbligo quotidiano di ingurgitare proteine, con l’attenzione
però che tali proteine derivino assolutamente dal regno animale?
Perché più animali si mangiano e meglio è per il diabete.Sono questi gli importanti consigli degli esperti? Dar da mangiare a persone
(Tipo-2) con uno squilibrio del metabolismo dei grassi e degli zuccheri, sostanze che acidificano, intossicano, avvelenano il sangue,
la linfa e tutti i liquidi corporei? Sostanze che non contengono i mattoni fondamentali della vita: minerali, vitamine, acidi grassi.I dati epidemiologici del diabete confermano che i consigli salutari forniti dalle Associazioni e dai diabetologi funzionano: passeremo infatti dai
366 milioni di malati nel mondo odierni ad oltre 552 milioni entro il
2030! Un raddoppio delle diagnosi nel giro di pochi anni. Non male
come risultati.Al Congresso di Abano, l’Associazione Diabete Italia
ha mandato un ambasciatore, in questo caso un’ambasciatrice, una
certa Valentina Visconti, per ascoltare e poi riferire a chi di dovere.
Ecco cosa Valentina ha riportato per quanto riguarda: “Kirt Tyson
testimonial chiave dell’incontro ha raccontato di aver potuto interrompere la cura con insulina e metformina attraverso l’alimentazione vegano/crudista e l’esercizio fisico. Tyson sostiene che la convinzione e la motivazione (che erano facili da suscitare nel combattere
il diabete di tipo 2, di cui era convinto di essere affetto) sono determinanti per la guarigione, tanto quanto la dieta vegana”. Tutto
perfetto, anzi va detto che la sua relazione è stata oggettiva, ad
eccezione di una piccola dimenticanza: specificare che il dottor
Tyson era affetto da diabete insulino-dipendente di Tipo-1. Scrivendo
che Tyson “era convinto di essere affetto” dal diabete di tipo 2, tutte
le persone che non hanno visto il documentario “Crudo & Semplice”
potrebbero pensare che non fosse stato neppure malato. Invece
Tyson è guarito dal diabete di Tipo-1 nel 2006, quindi son passati
quasi 8 anni! Poi l’articolo continua spiegando cos’è la guarigione,
differenziandola dalla remissione e addirittura dalla remissione prolungata. Hanno in pratica stabilito, non per decreto, ma per dogma
scientifico (uno dei tantissimi dogmi della nuova religione di Stato)
un vero e proprio protocollo che sancisce quella che è la vera e
unica guarigione. Tu povero incosciente che migliorando il tuo stile
di vita, hai buttato via l’insulina da diversi anni, tu che oggi stai benissimo e che non hai mai avuto una simile energia, tu che non ti
ammali più come prima, che hai ritrovato la gioia di vivere, attento,
perché NON sei guarito, sei in remissione. Parola della medicina.
Amen. Cos’è la remissione? “Per remissione si intende la riduzione
o scomparsa dei segni e dei sintomi di una malattia, in cui però è
implicita la possibilità di una ricaduta. Se per una malattia acuta è
possibile definire lo stato di guarigione, per una malattia cronica come il diabete, appare più corretto parlare di remissione piuttosto che
di cura o guarigione” Siccome l’ipotesi di partenza è che la malattia
cronica è inguaribile, e siccome il diabete è una malattia cronica,
allora guarire è chiaramente “quasi” impossibile. Logica deduzione.
Ma non finisce qua, perché “la remissione può essere parziale o
n. 5 - 15 marzo 2014
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completa”. La remissione è parziale quando la glicemia è mantenuta
a valori sotto la soglia di diabete (HbA1c <6,5%, glicemia a digiuno
100-125 mg/dl) per almeno un anno, in assenza di terapia medica. Si
definisce remissione completa quando i valori glicemici tornano alla
normalità (HbA1c normali o < 5,7%, Glicemia a digiuno < 100mg/dl)
e si mantengono per almeno un anno in assenza di terapie.La remissione prolungata è una remissione completa che si mantiene per più
di 5 anni e può essere considerata una vera e propria guarigione.
L’Associazione Oltre il diabete è entrata nel secondo anno di vita, ma
nonostante questo, vi sono soci che hanno intrapreso un importante
e drastico cambiamento dello stile di vita, da ben prima la sua
costituzione. Uno di questi, per esempio Angelo il presidente
dell’associazione, non usa più l’insulina dal 2009 e quindi sta
entrando nel quinto anno! Quando ci saranno le prime persone in
“remissione prolungata” o in “remissione completa”, cioè dopo i
cinque anni canonici decisi da qualcuno a tavolino, potremo
finalmente dire e affermare che sono guariti o spunteranno fuori degli
altri protocolli che stabiliranno una nuova definizione di guarigione,
magari dopo 20 anni di remissione prolungata? Possono dei banali
esami laboratoristici, di qualunque tipo, stabilire un criterio oggettivo
e soprattutto serio e sensato che stabilisca l’avvenuta guarigione o
meno di un essere umano? Per guarigione s’intende “il ripristino di
un totale stato di salute”. Quale stato di salute? Magari quello precedente la malattia? Si può chiamate salute, lo stato che ha preceduto
la manifestazione del diabete? Assolutamente no, altrimenti il diabete non sarebbe comparso. Ecco una delle innumerevoli assurdità di
una medicina odierna, una medicina disumanizzante che ha smembrato l’essere umano in organi e apparati, dimenticandosi che l’uomo
è una trinità, un essere evoluto e costituito da un corpo fisico, un’anima (con tanto di emozioni) e uno spirito (essenza divina). La salute
da quest’ottica è uno stato di equilibrio e armonia che investe tutti
questi aspetti e non solo il corpo fisico; non solo l’emoglobina glicata
o i livelli di zucchero nel sangue a digiuno! Lo dovrebbero sapere
molto bene i diabetologi attenti e osservatori, che la glicemia in un
bambino ma anche in un adulto, varia a seconda dello stato emozionale. E se per caso non se ne fosse accorto, forse sarebbe il caso di
riflettere se il Giuramento di Ippocrate che ha fatto lo sta rispettando
oppure no. In conclusione, se i diabetologi fossero veramente liberi
di fare il loro lavoro in maniera sana e corretta, probabilmente l’incidenza del diabete avrebbe un altro andamento e le guarigioni sarebbero all’ordine del giorno. Ma sappiamo bene che la libertà non appartiene al mondo della medicina.Andando a spulciare infatti il sito
ufficiale dell’Associazione Medici Diabetologi (uno dei due fondatori
dell’associazione Diabete Italia) www.aemmedi.it si possono trovare
alcune informazioni interessanti sulla oggettiva libertà di questa associazione. I partner sostenitori, cioè le società che sostengono non
solo moralmente, ma ovviamente anche economicamente l’associazione sono: Abbott, AstraZeneca, Bayer Healthcare, Boehringer,
Bristol-Myers Squibb, DOC generici per scelta, Giusto Giuliani,
Johnson & Johnson, Lilly, Mediolanum Farma, Medtronic, Menarini
Diagnostics, Novartis, Novo Nordisk, Roche, Sanofi, Sigma-Tau,
Merck, Takeda. Gli sponsor che sostengono l’Associazione Medici
Diabetologi sono le uniche aziende che a livello globale hanno enormi interessi economici nel diabete. La domanda che sorge spontanea a questo punto è la seguente: le aziende che ricavano profitti
plurimiliardari sulla pelle di centinaia di milioni di persone malate,
veramente vogliono risolvere la piaga del diabete? Possiamo realmente fidarci di un gruppo sostenuto dalle ditte che non vogliono che
si sappia che il diabete, forse, è un male curabile? O è guaribile? O
è remissibile? Boh, decidete voi. ( fonte : Marcello Pamio - www. disinformazione .it )
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
MIROGLIO: SEDUTA STORICA DEL CONSIGLIO COMUNALE,
LO STABILIMENTO DI GINOSA PASSA AL COMUNE
Il Consiglio Comunale di Ginosa, riunitosi
lo scorso venerdì 28 febbraio, presso l’aula
consiliare di Palazzo di Città, ha dato l’ok
all’acquisizione da parte dell’ente civico,
dello stabilimento Miroglio, sito in contrada
Girifalco. L’ex opificio, inattivo dal marzo
2009, come è noto sarà ceduto a titolo gratuito dal gruppo industriale di Alba al Comune
di Ginosa. Il passaggio, che sarà formalizzato con atto notarile nei prossimi giorni,
sull’onda anche della ridondanza mediatica, rappresenta uno step fondamentale per
il rilancio della vertenza occupazionale che
vede coinvolti 180 lavoratori. Alla seduta di
venerdì, a sorpresa, ha preso parte anche
l’Assessore regionale al Lavoro Leo Caroli.
Si è celebrata così una giornata storica,
caratterizzata dalla straordinaria valenza
dell’operazione condotta a termine, forse
senza precedenti, frutto della collaborazione di tutte le parti coinvolte nei tavoli
delle trattative: Istituzioni, lavoratori, organizzazioni sindacali e la stessa Miroglio.
Plauso al comune di Ginosa che ha tenuto
fede agli impegni assunti e che ora dovrà
necessariamente farsi carico degli oneri di
gestione della struttura, preservandone la
funzionalità. Da
sottolineare, al di là dell’avvenuto disimpegno
con il territorio, la mai mancata disponibilità e
collaborazione del gruppo Miroglio nel corso
di questi cinque anni di vertenza. Ma vanno riconosciuti soprattutto ai lavoratori, meriti e capacità per aver tenuto sempre viva l’attenzione sulla vicenda occupazionale, conquistando con i denti quanto ottenuto. Insomma un
momento di positività che comunque non ha
ancora portato al punto di approdo che resta
quello della riconversione dello stabilimento
e del conseguente riassorbimento delle 180
unità lavorative. L’obiettivo del Comune, con
la definitiva uscita di Miroglio, resterà quello
di favorire la reindustrializzazione del sito,
rendendolo disponibile ai potenziali investitori che dovranno garantire la rioccupazione
degli ex Miroglini, per i quali intanto si avvicina la scadenza del primo anno di mobilità.
L’operazione inoltre consentirà la riapertura
del tavolo ministeriale che dovrà approfondire
lo stato delle trattative in essere, di cui non
si hanno più notizie dallo scorso novembre.
Per la cronaca prettamente politica, va detto
che i gruppi di opposizione hanno presentato
due emendamenti successivamente inseriti
nell’atto e nella proposta deliberativa votata all’unanimità dal Consiglio, emendamenti riguardanti l’interesse occupazionale in via prioritaria degli ex lavoratori
Miroglio, in caso di reindustrializzazione.
Su proposta del sindaco De Palma, sono
stati inseriti nella delibera anche i 180 nominativi dei lavoratori interessati. Stesse
modalità riguarderanno lo stabilimento
Miroglio di Castellaneta, dove si attende
che si riunisca l’assise cittadina.
di Massimiliano Doro
Gli amici de La Goccia e
dell’Arci partecipano al
dolore che ha colpito
Pino e Salvatore
Costantino
per la scomparsa di papà
Francesco
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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Miroglio: sogno infranto
La struttura è stata acquistata dal Comune e resta core business per altri investimenti.
L’esponente Pd Felice Bitetti: “Il suo futuro è il Quarto Settore.
E’ stato detto e scritto: l’acquisizione al patrimonio comunale
dell’ex stabilimento Miroglio, è un fatto epocale. Sarà così? Di
certo, il comodato d’uso gratuito potrebbe fungere da attrattore
per gli imprenditori che vorrebbero sviluppare lavoro in quella
struttura. Ma è anche vero che si è infranto il sogno dell’industrializzazione del territorio. E’ finito, come una sorta di maledizione dei faraoni.
Adesso non ci si può che leccarsi le ferite,
farsi domande sui perché ed i percome. La
Filatura e Tessitura Miroglio era un’industria
integrante e per certi versi trainante della
nuova economia nel versante jonico occidentale e per l’intera Puglia. Ora la situazione si trova tra il fuoco di fila di chi dice
“ve l’avevo detto, sarà un fallimento come
la Vianini”. E’ viva ancora l’eco delle parole pronunciate dal compianto e onorevole
Franco Miroglio (sabaudo e leghista senza
tessera, ma non separatista, deceduto il 26
gennaio 2008) nell’incontro in Confindustria
a Taranto. Quella mattina assolata del 2
giugno del 1997 Miroglio era nel capoluogo
jonico per inaugurare i due stabilimenti realizzati a Ginosa ed a Castellaneta. Davanti
al ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, e
Felice
al sottosegretario al Bilancio, Isaia Sales, a
vip e autorità locali, il 73enne industriale non
fece sconti a nessuno accusando la politica del Governo nazionale allora in carica di non ritenere il Sud
come la speranza di rilancio dell’Italia. Fu un fuoco di fila che
spaziava dall’assistenzialismo alle gabbie salariali, dall’orario di
lavoro alla pressione fiscale. Un alzo zero su tutto, lasciando
da parte i contributi pubblici fruiti per costruire i due ultra moderni impianti di Ginosa e Castellaneta: su 155 miliardi di lire di
investimento complessivo, 96 provenivano dalla società dell’Iri
(Spi) per la promozione industriale (50 di finanziamento agevolato, 40 di contributo a fondo perduto e 6 come partecipazione
azionaria al 10 per cento del capitale). “Il nostro gruppo –disse
Miroglio- finora ha creato 950 posti di lavoro al Sud, investendo
complessivamente 233 miliardi di lire. Questi sono veri posti di
lavoro”. Aggiunse: “Le imposte che gravano sui cittadini e sulle
imprese sono troppe e alte, come sono esorbitanti i contributi
previdenziali. Di questo passo non diventeremo mai un Paese
capace di resistere alla competizione globale: per arrivare c’è
bisogno di statisti veri”. Nelle conclusioni bastonò i politici rei
di aver attuato un’azione assistenziale che danneggiava invece
che aiutare il Sud. Se ne ritardava lo sviluppo anche se ritenne
che “proprio il Sud è la speranza di rilancio per l’Italia”. Dalla
storia alla cronaca e c’è chi non si rassegna, chi è convinto che quei
cancelli presto riapriranno e tutti torneranno a lavorare e a produrre. È
giusto che sia così. Non bisogna mollare anche quando la realtà suggerirebbe magari di scappare altrove. Non bisogna arrendersi, anche
se a volte resistere appare un’illusione. “E’ indubbio che ci troviamo
di fronte al fallimento di un sogno”, spiega il dottor
Felice Bitetti, sviluppatore d’impresa ed esponente del Pd locale, nonché artefice del cambiamento
di rotta degli investimenti Miroglio dall’Est Europa
alla Puglia. “Nell’industrializzazione di Ginosa ci
credevo sul serio. Vi era un macro-progetto che
lo vedeva pilota per altri insediamenti. Che ci sono
stati: TBM nella stessa Ginosa, Albini a Mottola e
il Gruppo Canega di Como a Melpignano (Lecce).
Realtà produttive, che, pur in periodo di crisi,
continuano ad avere un concetto calzante con
la natura industriale. Perché a Ginosa è andato
tutto all’aria? Per un problema antropologico di
una classe dirigente che ha guardato e continua
a farlo sulla provvisorietà dei risultati, costruendo
il consenso sulla demagogia. Vi è stata paura del
dissenso, per esempio, quando cinque anni fa la
nuova governance di Miroglio cercò di riconvertire
la produzione di Ginosa, ma si trovò lo sbarramento della politica che propose altre soluzioni, dimoBitetti
stratesi virtuali, e del sindacato che non accettò la
riduzione dell’organico. Intendiamoci, quest’ultime
organizzazioni sociali hanno svolto lodevolmente
ed efficacemente il proprio ruolo al fine di non far licenziare nessun
lavoratore, ma il risultato è stato che non vi è più l’industria tessile. Poi
devo aggiungere che è mancato il coraggio ai dipendenti di farsi autoimprenditori, anche avvalendosi dell’aiuto di Miroglio. Mi chiede quale
futuro adesso? Beh, intanto va detto che il Comune ha perso un sicuro
gettito di incasso fiscale pari a 260 mila euro l’anno, ai quali dovranno
aggiungersi quelli occorrenti per la sorveglianza notturna della struttura e della sua manutenzione. Poi, per accrescere l’interesse all’investimento direi che sia ineludibile procedere ad uno spacchettamento
dei suoi undicimila metri quadrati di superfice, al fine di creare cinque
opifici capaci di occupare equamente gli attuali 180 lavoratori dell’ex
Miroglio. Tutto questo per stabilizzare una nuova configurazione del
sistema produttivo basato sul ‘Quarto Settore’. Come riferimento primario, siccome a Ginosa non dobbiamo inventarci la materia prima,
la generazione di valore economico potrebbe essere la logistica dedicata all’industria del fresco con prodotti agricoli surgelati o, semplicemente, confezionati per la grande distribuzione alimentare”. I sogni
sono il sangue della vita, anche se spesso costano un lungo viaggio…
e qualche delusione.
Canta Storie
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
Tasse: corteo clamoroso!
Circa 1000 cittadini hanno testimoniato che non si può chiudere gli occhi dinanzi alle loro
istanze di sofferenza. L’appello al Governo Locale: “Non si chiuda in se stesso”.
-Dovrà ricredersi chi pensava che sulla insostenibile pressione fiscale
fosse in atto una protesta
di un ceto medio-borghese isterico. Alla manifestazione del 28 febbraio
scorso hanno partecipato circa mille persone:
cittadini, commercianti,
artigiani, piccoli imprenditori alla cui base vi è
un profondo disagio che
sta soffocando le rispettive attività e famiglie.
Ad organizzarla è stato
il Comitato ‘Rinascita Cittadina’, con l’adesione formale dei sindacati confederali e di
categoria, del Comitato ‘Residenti Centro
storico’, del Tavolo Verde, delle organizzazioni professionali Cna e Cia. “Non volevamo scendere in piazza, ma, finora, siamo
stati ignorati. Sindaco, ci ascolti: convochi
un Consiglio comunale monotematico sulle tasse”. Agostino Gigante, componente
del Coordinamento del Comitato Rinascita
Cittadina, dal palco è stato categorico ed
ha aggiunto: “Noi non molleremo perché
siamo uniti. Saremo propositivi, ma
incalzanti. Saremo dialoganti, ma pronti a
tornare in piazza se non avremo concrete
risposte. Basta usarci come una cassa
continua da cui prelevare ogni volta che c’è
bisogno”. A richiedere una svolta urgente
alla politica economica è stato, sempre
del Coordinamento di Rinascita, Gerardo
Sannelli: “Siamo stanchi e delusi. Nessuno
può permettersi di prenderci in giro e consideraci servi. Da una parte ci parlano con
consapevolezza sullo stato di crisi, dall’altra ci aumentano le tasse. Tutto questo non
ha senso. Chi ci salva? Basta: vogliamo
vivere”. La richiesta di essere considerati,
di essere identificati dalla politica e dalle istituzioni locali come fondamento del
sistema sociale sono stati i sindacati per
bocca di Vincenzo Caldarulo, coordinatore
Spi-Cgil: “In dodici anni di governo locale
di centrodestra solo una volta abbiamo potuto incontraci e dialogare. Per il resto, non
c’è mai stata la possibilità di partecipare
propedeuticamente alla stesura dei bilanci
comunali di previsione. Siamo stati convocati sempre a cose fatte. Chi afferma il
contrario non dice la verità. Così come non
lo fa quando sostiene la pregevolezza del
fondo comunale di solidarietà, costituito da
100 mila euro, quando allo stesso possono accedere poche persone se non proprio nessuno”. Intanto, vi sono esercizi che
continuano a chiudere, aziende sull’orlo
del fallimento, con il conseguente calo del
potere d’acquisto delle famiglie e aumento dei disoccupati. Tanti, troppi. Ginosa ne
conta 3308 e in questa triste lista è quinta
nella Provincia Jonica, che vede in testa
Taranto (26723), Martina
Franca (7373), Massafra
(4023), Grottaglie (3763).
E’ a rischio la pace sociale. E’ pericoloso lasciare le
famiglie sull’orlo della disperazione. Di qui l’esortazione di Giuseppe Basta,
Rinascita Cittadina, al
primo cittadino di Ginosa,
Vito De Palma: “Sospenda
la tariffa sui rifiuti e servizi (Tares). Si rivalga sulla
mancata effettuazione ed
inefficienza dei servizi da
cui potrà ridurre i costi a
carico del contribuente. La ditta di gestione
non sta rispettando il capitolato d’appalto:
cosa aspetta a verificarne la regolarità giacchè noi cittadini paghiamo 11 mila euro al
giorno per servizi che esistono solo sulla
carta e notevolmente sottodimensionati rispetto al Piano finanziario. Una presa d’atto
consentirebbe immediata ridefinizione delle
tariffe, attualmente non congrue. Dove vanno a finire i nostri soldi?”. La verità è sempre
la stessa: il Comune deve fare cassa, il cittadino è la solita pecora da tosare, i privati
incassano quello che vogliono e gli amministratori dicono, bipartisan, mezze verità.
“In ogni caso deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e
di esercizio relativi al servizio”. In attesa dei
tempi della politica, “le aziende vanno all’asta e l’usura la fa da padrone. Il guaio è che
non si muove nulla per ritenere l’agricoltura l’unica vera industria del Sud”, è stato il
commento di Giovanna Capriulo, in rappresentanza del Tavolo Verde. A conclusione
del corteo cittadino, i manifestanti si sono
soffermati sotto il Palazzo Municipale per
ribadire a gran voce al sindaco De Palma
la sospensione immediata del pagamento
Tares e la convocazione di un Consiglio monotematico.
Canta storie
foto Erasmo Mazzone
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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Bradascio: «Sul rispetto delle persone e sulla
diminuzione delle tasse non arretriamo»
Nella seduta del consiglio
comunale del 28 febbraio
scorso, il gruppo consiliare Impegno Civico - Nuovo
Centro Destra ha abbondonato l’aula dopo aver contribuito ad approvare l’importante punto all’ordine del
giorno, ovvero acquisizione
da parte del Comune a titolo gratuito degli Stabilimenti
Miroglio, passando di fatto
all’opposizione. A tal proposito abbiamo rivolto alcune
domande al capogruppo Antonio Bradascio.
Consigliere
Bradascio,
ci vuole spiegare perché
avete abbandonato l’aula
passando di fatto all’opposizione?
«Prima di spiegare il perché
di quell’abbandono, è doveroso fare una premessa. Noi di Impegno
Civico -Nuovo Centrodestra abbiamo sempre sostenuto dalla nostra
nascita che la nostra attività politica nei confronti della maggioranza che governa Ginosa, sarebbe stata sempre improntata su alcune linee guida: rispetto delle persone, confronto e condivisione delle
iniziative da mettere in campo, non aumento della pressione fiscale
locale. Queste linee guida sono già state esplicitate nella Goccia di
fine agosto 2013, e più volte abbiamo affermato che avremmo sostenuto, secondo la nostra valutazione, i provvedimenti a favore della
nostra Comunità e manifestato il dissenso su quelli che invece non
condividevamo. Mai abbiamo chiesto poltrone o incarichi, basta
anche rileggere le interviste rilasciate nei mesi scorsi da me e dal
Consigliere Di Franco e nonostante ciò poco più di un mese fa ci
è stato offerto la carica di Vicesindaco che abbiamo rifiutato senza
indugi. Ci fu risposto che non si può essere di lotta e di governo, e
noi comunicammo che avremmo dato una sorta di appoggio esterno.
Noi crediamo che la politica si possa fare senza i privilegi. E proprio
durante il consiglio comunale del 28 febbraio il primo cittadino invece
di rispondere serenamente ad una nostra richiesta di chiarimento, ha
iniziato il giochetto a cui tanto è affezionato, ovvero tentare di mettere
in ridicolo i suoi interlocutori. A questo gioco puerile noi ci sottraiamo
e abbiamo lasciato l’aula. Anche perché non avevamo nessun motivo
per non approvare una somma urgenza di circa 20.000,00 € dopo
che abbiamo approvato senza batter ciglio delle somme urgenze di
circa 900.000,00 €. Mi dicono che successivamente il primo cittadino
si sia lasciato andare ad esternazioni poco rispettose delle persone
e politicamente di bassa lega ufficializzando la nostra collocazione
all’opposizione. Ne abbiamo preso atto, ma aveva dimenticato che
noi gli dicemmo che non siamo organici alla sua maggioranza.
A proposito delle esternazioni del Sindaco, le ha rivolto precise parole ad essere consequenziale, cosa risponde?
«A dire il vero così precise non lo sono le parole del primo cittadino, sicuramente nella foga di dimostrare a se stesso e alla
sua maggioranza di essere politicamente forte (ed evitare che
qualcuno avvezzo ai sussidi gli facesse pesare il suo sostegno)
ha commesso delle ingenuità politiche ed umane che condizioneranno per sempre i rapporti interpersonali. E infatti a seguito
di quello che ha esternato, proprio per capire meglio gli chiedo:
A chi parente stretto si riferisce? A quale Organismo si riferisce?
Perché dovrebbe dimettersi?, Quando avrò le risposte a queste
domande ne riparliamo.
Intanto vorrei invitare tutti a riflettere sulla crisi drammatica che
avvolge il paese di fronte a questa crisi, che ha aggravato le
condizioni di vita dei cittadini, noi abbiamo il dovere di utilizzare,
nella maniera più attenta possibile, le risorse che abbiamo e, al
tempo stesso, mantenere vivo il rapporto con i cittadini evitando
il penoso balletto dello scaricabarile.»
Stefano Giove
Il T.A.R. Lecce boccia il
ricorso del PD
di Giulio Pinto
Il Giudice Amministrativo del TAR Lecce non ha accolto la richiesta di sospensione del PD non riscontrando l’immediata parvenza di fondatezza del ricorso né l’effettiva esistenza di un danno
grave ed irreparabile, rinviando il merito del ricorso all’estate
2014 nel prossimo mese di luglio. Sulla vicenda è prontamente
intervenuto il sindaco De Palma che ad una testata giornalistica
locale ha dichiarato: “Sul piano strettamente politico il locale PD
ha commesso ancora una volta un rilevante errore di valutazione,
nel senso che l’Amministrazione Comunale di Ginosa, prima di
procedere alla discussione in Consiglio Comunale delle misure
tributarie oggetto di ricorso, ha avviato una profonda, articolata e
documentata attività consultiva con tutte le organizzazioni sociali, sindacali e culturali presenti sul territorio. Pertanto, restando
sul piano delle valutazioni strettamente politiche, il ricorso era ed
è semplicemente impresentabile da un partito politico, poiché il
relativo dibattito, per quanto appassionato se non proprio aspro
ed ostile come in questo caso, deve sempre restare nell’ambito
delle scelte politiche compiute dai rappresentanti dei cittadini e
non già dai magistrati amministrativi, ora chiamati quasi a voler
sopperire alle palesi carenze dello stesso PD”
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
Appello del Pd al Governo locale:
pronti al dialogo politico
“Nel contesto delle tasse, siamo disponibili a ritirare il ricorso al Tar”. Felice Bitetti: “Nel 2013 il
Comune ha incassato 4 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente…”.
I cittadini al sindaco De Palma: “Convochi un Consiglio comunale straordinario”.
Enzo Giannico
- “Dato che il tema della Tariffa sui rifiuti solidi urbani e sui servizi (Tares) continua ad
essere molto discusso. Preso atto che vi è
stata una imponente manifestazione di protesta dei cittadini con la quale, sostanzialmente, hanno sollecitato l’intervento della
politica. Noi consiglieri comunali del Partito
democratico, ribadiamo la piena disponibilità a confrontarci con l’Amministrazione
comunale attraverso un incontro specifico
oppure tramite l’indizione di un Consiglio
monotematico. Se la politica sarà capace
di dare una risposta a quanto viene chiesto
a gran voce dai cittadini, allora saremo ben
lieti di rinunciare al ricorso al Tribunale amministrativo (Tar)”. L’accesso al giudizio del
Tar regionale di Lecce, nella seduta del 27
febbraio scorso, ha visto accogliere i rilievi
dell’attore ricorrente, Partito democratico,
e rinviare la discussione di merito al prossimo nove luglio. Stato di fatto che, secondo
il Pd, non inficia certamente l’oggetto tasse
dalla trattazione consiliare. “Ripeto –precisa Enzo Giannico, consigliere comunale
Pd- siamo pronti ad avviare le procedure
di estinzione per rinuncia agli atti di giudizio”. A Ginosa sono giorni di piena protesta, sono proteste conseguenti di una
situazione di tassazione intollerabile, che
appare tanto fragile eppure solida. Fragile
perché può essere spazzata via con un
alzata di spalle, e solido perché è uno dei
più alti e impellenti bisogni di ogni singolo
uomo, e della società, nel loro desiderio di
ordine e stabilità. Il senso della politica nasce nel dialogo ed è questa la moneta di
scambio che propone il Pd per consentire
a tutti di dire ciò che hanno da dire: fuori
dal dialogo la politica perisce. Mantenerlo
attivo significa tenere aperto un campo di
forze dentro le quali la garanzia di base
è la comprensione reciproca. L’apertura
del Pd è molto importante, una posizione storica anche per il Governo locale di
centrodestra per un confronto-dialogo su
un tema che riguarda il bene della comunità. Dal palco della protesta del 28 febbraio scorso è stato categorico il monito
del Comitato di Rinascita Cittadina, dei
sindacati confederali e di categoria e delle
organizzazioni professionali: “Non volevamo scendere in piazza, ma, finora, siamo
stati ignorati”. L’appello al sindaco Vito De
Palma: “Ci ascolti: convochi un Consiglio
comunale monotematico sulle tasse”. E
ancora: “Noi non molleremo perché siamo
uniti. Saremo propositivi, ma incalzanti.
Saremo dialoganti, ma pronti a tornare in
piazza se non avremo concrete risposte.
Basta usarci come una cassa continua da
cui prelevare ogni volta che c’è bisogno”.
Di più: “Siamo stanchi e delusi. Nessuno
può permettersi di prenderci in giro e consideraci servi. Da una parte ci parlano con
consapevolezza sullo stato di crisi, dall’altra ci aumentano le tasse. Tutto questo
non ha senso”. E dalla lezione di Nelson
Mandela, un cittadino di nome Pietro ha
gridato: “Trasformeremo la nostra rabbia in energia positiva”. Per colpa di una
tassazione senza freni le attività produttive e le famiglie sono ormai allo stremo.
Ci vuole una visione d’insieme che possa
apportare un reale contributo alla crescita
economica del territorio, che conta ben 3308
disoccupati. Necessitano misure concrete
che almeno contengano la pressione fiscale. Una pressione di cui il cittadino non viene neanche ripagato con servizi adeguati.
Giusto quello che ricade sulla tariffa Tares
per la quale tutti i cittadini che protestano da
mesi stanno chiedendo al Governo locale la
sospensione per l’inosservanza del capitolato d’appalto da parte della ditta che gestisce
il servizio ed una moratoria su quella generale. La riflessione del capogruppo consiliare
del Pd, Felice Bitetti: “Nel 2013 il Comune ha
incassato ben 4 milioni di euro in più rispetto
all’anno precedente. Vale a dire, un milione
e 100 mila euro per le seconde case (Imu);
un milione e 600 mila euro per la Tares; un
milione e 300 mila euro rivenienti da cartelle
esattoriali di tasse arretrate. Mi chiedo: se è
vero che il Comune ha ricevuto un milione
e 500 mila euro di tagli da trasferimenti dello Stato, così come ha reso noto il sindaco
De Palma, perché si è ulteriormente tassato
i cittadini di 2 milioni e 500 mila euro? Non
sarebbe stato conseguenziale coprire solo il
taglio dei trasferimenti statali? Interrogativi
–spiega il dottor Bitetti- che continuiamo a
porci perché finora non ci sono state date
risposte al pari della richiesta d’impiego del
surplus dei quattrini tassati”. Di qui l’appello
di Bitetti ai vari Comitati, sindacati e organizzazioni professionali: “La protesta che state
effettuando è sacrosanta, ma sostenete il
nostro ricorso al Tar”. Ma non farebbe male
al cuore, anzi, dialogare con i canali ordinari
istituzionali anche per una rivisitazione della
pressione fiscale per rendere meno rigide le
modalità applicative. Per esempio, un cittadino ginosino di nome Antonio, che attualmente vive nella sua città natia, continua a
domandarsi se sia da ritenere razionale che
lui debba pagare per tre volte il valore della
Tariffa sui rifiuti per il sol fatto che ha la residenza in altra città italiana.
Canta Storie
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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Colori della Memoria nella moda
Un cast di primordine avrebbe realizzato nella Gravina di Ginosa
un’interpretazione creativa e innovativa dell’Ultima Cena di Da Vinci.
‘La Cena Eterna’ non verrà più realizzata a
Ginosa. L’Olympus ha messo in ‘stand-by’ il
progetto di investire sul territorio ginosino per
propagandare il proprio marchio in Europa.
Lo avrebbe fatto tramite un documentario
e un servizio fotografico con la riproduzione
dell’ultima cena di Leonardo Da Vinci e del
triduo della passione, morte e resurrezione
di Cristo. La pellicola e il book fotografico sarebbero stati girati e realizzati nello scenario
della Gravina, degli ambienti grottali e abituri
rupestri. Sarebbero stati diffusi esclusivamente via web e negli eventi ufficiali della moda
internazionale che esprimono creatività, stile,
manifattura di alta qualità e sartoria su misura.
La notizia risale a venti giorni fa, ma era stata
tenuta nascosta nella speranza di un ripensamento da parte dei dirigenti del marketing
della multinazionale giapponese, che aveva
trovato riferimento operativo nello stilista e
sarto ginosino Angelo Inglese. Sarebbero stati
coinvolti molteplici personalità del mondo della moda e del giornalismo specializzato, del
settore artistico e delle genialità della comunicazione dei website. L’adesione, oltre a quella
di Inglese e di Mario Pastore, presidente del
Consorzio Civitas Terre delle Gravine, era già
stata formalizzata da Sofia Coppola e Thomas
Mars, Angelo Flaccavento, Karl Edwin Guerre,
Yo Shitara, Tatsuya Nakamura, Gianni Tozzi,
Molly Molloy, Paulo Bernini, Yossi Choen.
L’intuizione di girare la ‘Cena Eterna’ a Ginosa
nacque in una chiara giornata di una mattina
della scorsa estate. Una straniera passeggiava per il Borgo Antico, poco dietro di lei altre
tre splendide donne erano accompagnate da
Inglese e da Pastore. Con passo lento tutti si
gustavano la quiete e l’incanto delle stradine
e viuzze, l’architettura dei palazzi nobiliari, i
luoghi di socialità e di storia. Le quattro
ragazze erano giapponesi e costituivano
il gruppo di studio della pianificazione
strategica dell’Olympus. Erano piacevolmente colpite dalla grazia e bellezza
della Gravina e contesto rupestre, dalla
Chiesa Matrice. “Qui nulla è inventato –
dissero - questa perla va proiettata nel
futuro come visione culturale del tema
umanità-natura, matrice delle identità dei
popoli”. Ed è così che in un crescendo
di ammirazione che non aveva nulla, o
quasi, di toni commerciali, le visitatrici ed i
due imprenditori accentuarono l’apertura al
progresso di un innovativo turismo culturale a Ginosa con l’idea della ‘Cena Eterna’.
Un docufilm che, forse, non sarà mai più
realizzato, ma che lascia una presa in carico di cosa significa “abitare culturale”, che
esiste solo se la comunità stessa si rende
consapevole dei luoghi materiali e immateriali che vive, rendendosi responsabile di
ciò che appartiene alla collettività.
Canta Storie
Grande successo per la scuola “Calò”
con il concorso TRIVIA
Grande successo per la scuola “Calò” con il concorso TRIVIA riguardante l’Unione Eu-
ropea; l’Istituto si è infatti posizionato al 4° posto tra migliaia di scuole italiane di cui solo
33 selezionate. Una vera gioia per questi ragazzi fieri e orgogliosi ma ora più che mai
determinati a superare le altre scuole per raggiungere il primo gradino sul podio.
LE FASI DEL TORNEO
Il torneo TRIVIA prevede una progressiva eliminazione dei contendenti, fino alla proclamazione dei vincitori finali. Queste le fasi di gioco:
PRIMA ELIMINAZIONE – sono state selezionate le migliori 30 tra tutte le classi partecipanti.
SECONDA ELIMINAZIONE - potranno partecipare le 30 classi vincitrici della prima eliminatoria. Verranno selezionate le 15 classi migliori.
SEMIFINALE - potranno partecipare le 15 classi vincitrici della seconda eliminatoria.
Verranno selezionate le 5 classi migliori.
FINALISSIMA - potranno partecipare le 5 classi vincitrici della terza eliminatoria. Verranno selezionate le 3 classi migliori .
Questo torneo, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento
Politiche europee, in collaborazione con Parlamento europeo, Commissione europea e
MIUR è stato ideato per avvicinare i più giovani all’UE e per sviluppare in loro ulteriore
consapevolezza nelle istituzioni europee e li ha avvicinati alla storia dell’ Unione.
L’educazione alla cittadinanza europea continua e gli alunni dell’Istituto Calò si preparano con serietà e impegno al prossimo appuntamento anche in vista delle prossime
elezioni europee per diventare sempre più consapevoli delle istituzioni europee e del
loro ruolo.
Nicola Frascati - Classe 1° A - Scuola secondaria di I grado
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
Si è presentata alla comunità ginosina la
nuova realtà associativa “SENTIERISVILUPPO“
Lo scorso Giovedì 6 marzo 2014 è
stata presentata, presso il teatro
Alcanices, una nuova realtà associativa denominata “Sentierisviluppo”.
Lo scopo è quello di dare supporto e idee innovative, per superare le criticità del momento storico
che viviamo, a nuove imprese,
queste già operanti sul territorio o
in via di costituzione, come anche
enti locali.
GLi strumenti offerti sono molteplici, e riassumibili nei seguenti
punti di esempio: Strumenti di finanza
agevolati (finanziamenti con ampie percentuali degli stessi “a fondo perduto”), realizzazione di piani di marketing, realizzazione
ex novo di business plan e ristrutturazione
di debiti preesistenti.
Il team, formato da giovani consulenti nel
settore giuridico-aziendale, ha descritto i
servizi che tale realtà mira ad offrire al territorio, e creare sinergie per poter cooperare con altre realtà esistenti sul territorio
stesso.
Tra i punti critici che sono evidenti nelle imprese operanti sul nostro territorio, sono
stati messi in evidenza due punti principali,
ossia la dipendenza dal sistema bancario e
creditizio e valide alternative ad esso, e la
mancata organizzazione di reti di impresa e
consorzi, cosa invece alquanto auspicabile.
Tali punti sono da considerare punti a sfavore dell’imprenditoria e quindi da contrastare con le giuste strategie, individuabili
mediante i servizi offerti da SentieriSviluppo.
Infatti, tali punti hanno contribuito, nel tempo, a peggiorare il tessuto imprenditoriale locale, e non solo, ostacolandolo nel suo percorso di sviluppo, limitando così la crescita
del settore aziendale in genere, a partire da
quello agricolo, alquanto radicato sul nostro
territorio, né permettendo lo sviluppo di altre
realtà imprenditoriali in settori diversi da
quello agricolo.
Durante la serata è stato presentato anche un esauriente spaccato dell’economia ginosina e di
come, fino ad oggi, siano state impiegate alcune risorse finanziarie.
L’incontro si è concluso col saluto
dell’Amministrazione Comunale di
Ginosa, rappresentata da Pieno
Lanera e Mario Toma, quest’ultimo
intervenuto al microfono e si è detto “molto soddisfatto del convegno
organizzato e dei suoi contenuti,
auspicando che questa nuova realtà possa dare tanto un territorio come il
nostro, ricco di risorse ancora da sviluppare, ed auspicando anche l’inizio di un
rapporto
di
collaborazione
con
l’Amministrazione locale, nonché manifestando l’augurio di ripetere tale incontro a
Marina di Ginosa, quando e dove possibile, per favorire l’incontro coi commercianti ed imprenditori marinesi.
A tale saluto, è seguita la degustazione di
prodotti tipici locale da parte dell’azienda
vitivinicola “Martemucci-Lozito” e di “Laerte
Antico Forno di Giuseppe Bongermino”.
Massimo Rotunno
foro Erasmo Mazzone
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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Tanti “sfottò” e tanta allegria
per il Carnevale
ginosino e marinese
Nelle immagini di Erasmo Mazzone, alcuni dei momenti che hanno segnato il Carnevale 2014 a Ginosa e Marina di Ginosa. A Ginosa le
manifestazioni si sono svolte al mattino e, organizzate dai Cavalieri della Madonna Dattoli e da Orizzonti 2001, la sfilata “Carnevale a
Cavallo” si è snodata lungo le vie cittadine; sulla piazzetta “Oroscopo” di via Padre Damiano Tuseo, “il laboratorio all’aperto di maschere,
mascherine e vestiti di carnevale” ha intrattenuto grandi e piccini. A Ginosa Marina, nelle giornate di Domenica 2 marzo e martedì 4 marzo s sono svolte le sfilate dei carri allegorici del “Carnevale marinese” giunto alla sua 32ª edizione. Per tutte le manifestazioni vi è stato
un successo di partecipazione popolare e, una volta tanto, il tempo è stato clemente. Per tutti l’invito è alla prossima edizione con la convinzione di migliorare sempre più la qualità di questi eventi. foto Erasmo Mazzone
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
Il sindaco di Ginosa Vito De Palma scrive
“Ai Cittadini di Ginosa e Marina di Ginosa”
Cari concittadini,
ritengo necessario rivolgermi a tutti voi
per chiarire alcuni aspetti della vicenda
che in questi giorni, giustamente, è argomento di discussione all’interno della nostra comunità.
Premetto che sono consapevole del fatto
che i componenti di una Amministrazione
comunale, primo fra tutti il Sindaco, possono, anzi, devono essere destinatari delle
critiche dei cittadini. E premetto ancora
che, oltre che i cittadini, anche i consiglieri comunali ed i partiti di opposizione
all’Amministrazione comunale, sono abilitati a protestare contro i provvedimenti
adottati dalla maggioranza, salvo però
essere capaci di fare proposte alternative, migliorative e, nel caso delle aliquote
IMU seconda casa e tariffa TARES adottate dalla maggioranza, risolutive di quello che è il disagio che i cittadini stanno
manifestando in questi giorni a seguito del
pagamento dei ridetti tributi.
Nella mia vita politica di amministratore,
prima di opposizione e poi di maggioranza, non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità, cosa che non farò nemmeno
in questa circostanza, come credo di avere
dimostrato, ma sento il dovere di chiarire
alcuni punti fondamentali della questione
IMU e TARES.
I provvedimenti legislativi che hanno introdotto IMU e TARES sono stati approvati da diversi Governi nazionali che hanno
praticamente obbligato i Comuni ad aumentare e riscuotere le tasse dei cittadini,
in parte da trasferire al Governo stesso
(euro 0,30 a metro quadrato della TARES).
A ciò si deve aggiungere che il Governo
nazionale, indipendentemente dal colore
politico, negli ultimi anni ha ridotto sempre più i fondi da trasferire ai Comuni.
Solo per l’ anno 2013, infatti, il minore trasferimento di fondi che il Governo nazionale ha operato nei confronti del Comune
di Ginosa è stato pari a circa 1.500.000,00
euro. A fronte di queste drastiche diminuzioni di trasferimenti, vi è quindi la strada
obbligata per gli enti locali, imposta per
legge dal Governo nazionale, di dovere
reperire i fondi per continuare ad offrire
i servizi ai cittadini -servizi sociali, pubblica illuminazione, servizio raccolta e
smaltimento rifiuti, mensa scolastica, manutenzioni ordinarie e straordinarie di immobili, strade urbane ed extraurbane etc.,
attraverso la tassazione locale le cui modalità sono imposte dal Governo nazionale. La scelta di aumentare l’aliquota IMU
sulla seconda casa è stata dettata esclusivamente da questa necessità, nell’ottica
di pareggiare quanto il Governo nazionale
ha sottratto al Comune di Ginosa. Nonostante i tagli, comunque, abbiamo ridotto
l’aliquota delle aree edificabili che da 7,6
per mille al 6,60 per mille, per i locali commerciali dal 7,6 per mille al 6,6 per mille,
per i fabbricati rurali dal 7 per mille al 4,6
per mille.
Tutto ciò con l’assurda previsione, sempre
dei nostro Governi nazionali, che l’IMU
sui capannoni industriali (cat. D) non viene versata ai Comuni ma direttamente allo
Stato centrale.
In altri termini il ragionamento del Governo
nazionale è il seguente:
1. tagliare i trasferimenti ai Comuni;
2. incamerare l’IMU sui capannoni industriali;
3. obbligare i Comuni ad aumentare le tasse
locali per mantenere i servizi ai cittadini.
A voi cittadini sembra normale e giusto
questo ragionamento? A me no! Aggiungo
anche che l’Amministrazione De Palma era
riuscita negli anni scorsi, sia con riferimento all’ ICI, che all’IMU dell’ anno 2012, a
mantenere le aliquote più basse di tutta Italia, il 4 per mille sulla prima casa ed il 7,6
per mille sulle seconde case.
Anche nel caso della TARES sono necessari i chiarimenti. Per legge del Governo nazionale istitutiva della TARES, quest’ultima
deve gravare totalmente, al 100%, sul cittadino, mentre in passato con la vecchia TARSU il costo gravava in parte sul comune,
40%, ed in parte sui cittadini, 60%. Ecco,
quindi, i motivi di una TARES che, rispetto,
alla vecchia TARSU è più onerosa rispetto
al passato. Questi sono i disastrosi risultati
dei diversi Governi nazionali, di tecnici e di
larghe e meno larghe intese, che non hanno
avuto e non hanno il coraggio delle proprie
azioni e che in questi anni di crisi non sono
riusciti a diminuire il numero degli enti inutili, a tagliare le poltrone ed a diminuire di
un solo euro gli stipendi dei parlamentari
e dei loro assistenti. L’unica cosa che sono
riusciti a fare è stata di accanirsi contro i
Comuni ed i suoi cittadini.
attualità
Il momento è certamente difficile per i cittadini che vengono fuorviati nei loro giudizi
dalle opposizioni che dimentiche del loro
ruolo propositivo, non fanno altro che soffiare sul fuoco della disperazione dei cittadini.
A coloro i quali da mesi vanno affermando
che l’IMU e la TARES serviranno per pagare i debiti del Comune di Ginosa, sono
determinato e fermo nel rispondere che non
un solo centesimo di quanto il Comune di
Ginosa incasserà sarà destinato al pagamento di quei debiti. Le somme necessarie
al pagamento di quei debiti sono state reperite nel bilancio, con accantonamenti prudenziali degli anni passati e con risorse dell’
avanzo di amministrazione.
Con altrettanta fermezza rivendico di avere
operato nella vicenda IMU e TARES, con i
consiglieri di maggioranza e con i componenti della Giunta, nell’esclusivo interesse
della collettività ginosina e marinese. Questa Amministrazione comunale, a differenza
di altri comuni, ha scongiurato aumenti del
500 -600% della TARES per le attività produttive, ha creato per la prima volta nella
storia di Ginosa un fondo di solidarietà di
100 mila euro per i cittadini impossibilitati
economicamente al pagamento della TARES, ha abbassato di un punto, dal 7,6, a
6,6 per mille, l’IMU alle attività produttive,
ha creato esenzioni e riduzioni per chi risiede in altro comune -dove è assoggettato
al pagamento della TARES- pur essendo ancora presente nel proprio nucleo familiare
a Ginosa o a Marina di Ginosa (è il caso
dei lavoratori e degli studenti fuori sede), ha
intensificato la lotta all’evasione dei tributi
locali.
Tali determinazioni sono state assunte attraverso un sistema di partecipazione democratica che mai era stato posto in essere
e che si è concretizzato nei seguenti incontri
pubblici:
n. 5 - 15 marzo 2014
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presso la Sala Consiliare comunale:
1.
lunedì 18.11.2013, ore 18.00,
incontro con le associazioni di categoria
del comparto agricolo;
2.
lunedì 18.11.2013, ore 20.00, incontro con le associazioni Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative;
3.
martedì 19.11.2013, ore 18.30,
incontro con il “Forum civico di Ginosa”;
4.
martedì 19.11.2013, ore 20.00,
incontro con le Caritas parrocchiali.
Presso l’Aula Magna dell’I.C. “R. Leone” di Marina di Ginosa:
5.
mercoledì 20.11.2013, ore 18.30
“Forum civico di Marina di Ginosa”;
6.
mercoledì 20.11.2013 ore 20.00
“Commercianti di Marina di Ginosa”.
L’attività partecipativa è stata posta in
essere anche nei confronti delle associazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, che,
convocati nella Sala Consiliare comunale
per l’incontro loro dedicato alle ore 17.30
di martedì 26.11.2013, non partecipavano
senza alcuna comunicazione giustificativa.
Con il comitato Rinascita Cittadina, ci sono
stati diversi incontri il 28 gennaio, il 1 febbraio ed il 5 febbraio.
Questi i fatti.
Sono certo che la crisi che attanaglia i miei
concittadini è forte e devastante, ma sono
altrettanto convinto che la loro ragionevolezza ed intelligenza saprà fare valutare con
obiettività il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale.
Vito De Palma”
Compagna di vita
Illusione
Le poesie di Carmelo Monaco
Donna, complice e compagna mia
Che riordini sempre il mio disordine
Senza mai un lamento porti sereno
Anche quando nel cuore c’è tempesta
Vorrei svanire per volarti accanto
La dove respiri per respirarti
Di sfiorarti Il pensiero è sublime
Non è vita se manca l’essenza
Mamma sei pure in ogni occasione
Non cessi un momento di dare calore
Riscaldi quei giorni che sanno di niente
Tu che gioia sai dare,sei davvero felice ?
Nel cuore di una notte stellata
Confuse le luci nel lago
Indegno il pensiero di un altro
Mentre un uomo ti tiene le mani
Moglie dolce amor mio mai ti stanchi
Indispensabile sei in ogni momento
Sempre calma e con un sorriso
Mi riaccendi quando sono un po’ spento
Fuggitiva è ormai la speranza
Dissolto è il pensiero stupendo
Sento l’ansia impedire il respiro
Era dolce illusione la mia
Amante diventi in un tenero abbraccio
Chiudi gli occhi, ti sfioro il collo col fiato
Sento i battiti tuoi che vanno veloci
Ci cerchiamo e avvolti, ci amiamo
Come un oggetto dimenticato
Ricordo celato oppure assopito
Come nodi allentati e mai sciolti
Questa pena diventa agonia
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argomenti
n. 5 - 15 marzo 2014
Ginosa e Matera ‘abbracciano il mondo’
E’ sempre più vivo il dialogo tra le due città. Luoghi e culture sempre più vicini, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità. Il Lions club ‘Le Gravine’ ha presentato
il progetto di valorizzazione della Gravina per candidarla a Patrimonio dell’Umanità. Al service
del Lions ha relazionato il professor Emanuele Curti argomentando sull’abitare culturale.
-Allontanandosi dalla mentalità campanilistica e dall’identità
ideologica, i sindaci di Ginosa
e di Matera, rispettivamente rappresentati da Vito De
Palma e da Salvatore Adduce,
si sono proiettati verso il futuro con sogni e aspirazioni di
sviluppo del turismo culturale.
L’idea di base è quella di diffondere e trasmettere alle generazioni per sé e per i posteri
simboli, segni, linguaggio, arte
rupestre e paesaggio naturale
delle Gravine. E così, con evidente emozione, nel corso del
service organizzato dal Lions
Club Ginosa ‘Le Gravine’, i
due primi cittadini hanno pubblicamente annunciato che
per quest’anno si scambieranno i preziosi simboli locali: la
Passio Christi verrà rappresentata nello splendido scenario dei Sassi, mentre Ginosa
potrà ammirare l’incomparabile Carro della Madonna della
Bruna. E’ un momento epico
per Ginosa e bisogna avere
la forza di guardare alla società attuale nella realtà del
suo tempo che richiede unità,
forte cooperazione, dialogo
e coinvolgimento delle popolazioni. Necessita costruire
una coscienza di territorio
che, tra l’altro, Matera sta già
lanciando con la candidatura a Patrimonio
dell’Umanità del paesaggio delle Gravine.
A questo scopo, rispetto alle altre città interessate, da Matera a Grottaglie, l’Ente
Locale ginosino si sta impegnando con tutte le proprie forze per recuperare il ritardo
di progettazione causa l’alluvione e il crollo
di un pezzo di Via Matrice. “Non ci faremo
sopraffare dalla disperazione. Stavamo facendo e continueremo a fare le cose con
serietà e con tutti gli attori istituzionali. Però
–ha sostenuto il sindaco De palma- è una
partita che l’Ente Locale non può giocare
da solo. Noi abbiamo già stanziato 300
mila euro per interventi di somma urgenza
nel Centro Storico e per la sicurezza del
Castello, ma è chiaro che ci vogliono tanti
altri quattrini. Che per il momento non ci sono, ma li faremo tirare fuori, per esempio,
dalla Regione Puglia per intervenire sul
rischio idrogeologico e sulla
messa in sicurezza del territorio. E’ una sfida, ma dobbiamo
partecipare tutti”. La condizione di freno costituito dalle criticità nel Borgo antico, comunque, sta facendo registrare
un’allerta collettiva elevando
lo spirito solidaristico e di partecipazione istituzionale. Nel
Centro Storico e in Gravina c’è
fermento scientifico e culturale. Non si sente nell’aria, ma si
vede. Molteplici professionisti,
ricercatori e studiosi stanno
cercando di ‘cucire’ lo scollamento tra gli abitanti di Ginosa
e il patrimonio storico-ambientale che quel luogo testimonia.
Con l’ausilio di attrezzature
tecnologiche all’avanguardia,
stanno ispezionando ogni spazio, ogni centimetro di cavità e
di case palazziate. Un gruppo
istituzionale, con la collaborazione volontaria di professionisti locali, sta cercando di
capire sia le cause che hanno
determinato il noto crollo sia
la stesura di una mappatura
del rischio dell’intero Centro
storico. Un altro gruppo di
studio, invece, costituito da
venti neo laureati, supportati tecnicamente dal Lions Le
Gravine, ma con prestazione
d’opera gratuita, sta operando
nell’area del Casale dove si svolge la rappresentazione della Passio Christi. Si tratta di 20
mila metri quadrati estrapolati da poco più del
doppio di una superfice che racchiude un progetto complessivo di riqualificazione e valorizzazione del Centro storico e della Gravina
al fine di candidare l’unicità paesaggistica di
quest’ultima a Patrimonio dell’Umanità. Il progetto ha come consulenti scientifici i professori Paolo Boscato
attualità
(Dipartimento di Archeologia e Storia della sezione di Preistoria dell’Università di Siena) e
Emanuele Curti (Dipartimento di Archeologia,
della Cultura Europea e del Mediterraneo dell’Università della Basilicata). L’equipe è coordinata dall’archeologo ed esperto in Beni Culturali,
Giambattista Sassi, da Ivan Risimini, da Rosa
Rochira, da Rosa Rucci, da Aldo Strada. Nel sito d’indagine verrà eseguita una mappatura con
rilievi ad alta definizione su più livelli e strati per
consegnare ‘tappe’ per un filo diretto con il concetto di bene culturale in tutte le varietà e manifestazioni rappresentative della cultura umana.
La storia-identità di Ginosa, quindi, è in una fase cruciale del suo recupero e valorizzazione o
comunque del suo futuro. Si stanno costruendo
percorsi del sapere per rendere visibile e partecipata la conoscenza. Una costruzione che apre
a visioni della cultura del bello e al risveglio delle
coscienze per una sensibilizzazione capace di
portare le persone a prendersi cura e di valorizzare il proprio territorio. In che modo? Può apparire un interrogativo fuori posto.
Non lo è. Non lo è se parliamo di
Ginosa, sul significato di cultura e
sulla sua portata. E non per puntiglio definitorio, ma per distillare
la bellezza che permette, grazie
ad una trama creativa, innovativa
e di designer di giovani, di proiettarla sulla scena internazionale. E
il progetto del Lions Le Gravine, titolato ‘Tra Realtà e Futuro’, punta
proprio a rileggere il centro storico
e le sue bellezze, a riattivare un
immaginario legato ai sui stilemi
paesaggistici, enogastronomici,
architettonici, a raccontarlo in un
linguaggio che tocca le corde dei
contemporanei. Tutto questo si
chiama cultura. Intesa non in senso museale, ma più vicino alla vita
quotidiana della città e al marketing territoriale
per la filiera turistica. ”Necessita riorganizzare l’economia guardando al bene Culturale come una
risorsa e ricchezza. E non certo come un peso”,
ha puntualizzato il sindaco Adduce. Una delle definizioni più belle e calzanti di cultura l’hanno data
più di mezzo secolo fa i padri costituenti. E’ quella tratteggiata nell’articolo 9 della Carta Magna,
in cui il paesaggio e il patrimonio storico culturale
vengono sposati alla ricerca scientifica e tecnica.
E’ quella cultura che, nonostante i sacrifici imposti
dall’austerity e dalla miopia di parte della classe
dirigente del Paese, è ancora da ritenere uno dei
motori primari della crescita. Uscendo dalla di-
n. 5 - 15 marzo 2014
cotomia antico-moderno, emerge un’interessante idea di cittadinanza che va
recuperata rispetto al luogo che si vive.
Vale a dire, ascoltare le voci della memoria per divenire “abitanti culturali” che
“raccontino i loro beni e ne diventino corresponsabili”, come ha sostenuto il professor Curti. L’illustre archeologo è uno
dei cervelli italiani rientrati dall’estero ed
è stato uno dei sei esperti candidati alla
guida del più grande sito archeologico
del mondo: Pompei. Dalla sua visione
di ‘abitante culturale’ un messaggio per
Ginosa: “Cosa ci fa in abbandono quella
struttura attigua il parco archeologico di
23
Madonna D’Attoli? Perché non utilizzarla
come centro e laboratorio di documentazione storica e archivio digitale per una
banca dati da mettere in rete?”. Nessuna
espressione polemica, intendiamoci, perché i documenti non solo sono importanti
per il loro tempo, ma sono indispensabili
per gli storici e gli studiosi per scoprire e
analizzare il modo in cui in un certo periodo ne veniva radicalmente pensato un
altro. A questo scopo, destano curiosità i
dati forniti dall’archeologo Sassi inerenti il fatto che fino al 1938 gli abituri del
Casale e della Rivolta erano rispettivamente abitati da 20 e 3 famiglie e che nel
1963 ci fu lo sgombero totale. Conoscere
il passato per riflettere sul futuro e pianificare il territorio. Che per l’architetto
Alessandra Mongelli, funzionario della
Soprintendenza ai Beni Architettonici e
Paesaggistici di Taranto, deve tracciare
anche priorità di intervento di tutela e
valorizzazione individuati
nel Castello Normanno.
La situazione del Centro
storico?
L’architetto
Mongelli ha coniato un
motto: “Dov’era e com’era”. Lo stesso che condusse alla ricostruzione
del campanile di San
Marco (Venezia), crollato
nel 1902 e reso fruibile nei
dieci anni successivi. Di
qui l’esortazione allo spirito di servizio da parte del
Past Governatore Luigi
De Siati: “Solidarietà,
sussidiarietà,
fratellanza”. Diritti universali per
“costruire ponti di amicizia”, come ha precisato
Tina Costantino, coordinatrice dei Lions
gemellati per la Gravina a Patrimonio
dell’Umanità. Al service, condotto dal
cerimoniere Aldo Strada, ha relazionato
anche l’architetto Ivan Risimini e il geologo Sergio Ribecco. Hanno preso parte
i club lionistici di Matera Citta dei Sassi,
Massafra-Mottola ‘Le Cripte’, Grottaglie,
Bari e Monopoli. Ha presenziato Anna
Rita D’Ettorre, assessore comunale alla
Cultura al Comune di Castellaneta.
Canta Storie
foto Erasmo Mazzone
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
“Ricchezza o Felicità?”
8 marzo con le carte de ù Munachicchie
“Ricchezza o felicità? ovvero
Le carte d’ù Munachicchie”,
la commedia messa in scena, l’8 marzo scorso, nella
sala convegni della parrocchia Maria Immacolata di
Marina di Ginosa, dai soci
del circolo Arci “Il ponte” di
Ginosa, con il Patrocinio
dell’Amministrazione comunale, nell’ambito del progetto
di solidarietà “AiutArci in teatro”.
Quest’anno il consueto appuntamento marinese con
l’AiutArci in teatro è stato
realizzato il giorno della celebrazione della Giornata
Internazionale della Donna,
«… per dare un segnale forte – ha detto il presidente del
circolo, Stefano Giove – in
quanto protagonista della
pièce è una donna, madre
di famiglia, che opera, scelte significative e coraggiose
che si rivelano , alla fine, le
più appropriate per la felicità
di tutti i componenti».
La commedia è stata rappresentata, nel corso della
mattinata, per il giovane pubblico dell’I. C. “R. Leone” diretto dal dirigente scolastico
prof. Vincenzo Calabrese,
che nel suo intervento dal
palco ha ringraziato i soci
dell’Arci ginosina per l’impegno nell’ambito della Solidarietà e della conservazione
e divulgazione della memoria storica del
nostro territorio oltre che del suo dialetto.
Alle 21.00, il sipario si è aperto per il pubblico degli adulti marinesi e non, che al
richiamo della Solidarietà e al piacere
di assistere a una buona serata di tea-
tro ha risposto con generosità e nutrita
presenza. I posti a sedere erano già tutti
occupati con largo anticipo rispetto all’appuntamento e la circostanza è stata propizia per la distribuzione di rami di mimose
alla donne presenti, da parte delle socie
dell’arci. E, appena dopo il
saluto dell’assessore marinese alla Cultura, sig. Mario
Toma, lo spettacolo ha preso
il via.
La commedia, interpretata
dal gruppo teatrale dell’Arci “Il
ponte”, con la regia di Franco
Pizzulli, è stata l’occasione di
incontro Solidale, dedicato alla Caritas di Marina di Ginosa,
che rappresentata dal parroco don Renzo, è la destinataria del contributo raccolto nel
corso della serata, annunciato con vivo compiacimento
dal presidente Arci, Stefano
Giove, pari a 326 euro.
«Siamo stanchi ma felici – ha
detto Franco Pizzulli, regista
della commedia – recitare ci
diverte, se il nostro divertimento si sposa con il sorriso
e la solidarietà, siamo ancora
più soddisfatti. Questa sera
il pubblico marinese è stato
con noi, in questo abbraccio
solidale che sicuramente porterà un minimo di sollievo a
qualche famiglia che ha tanto bisogno. A nome dell’Arci
ringrazio tutti gli adulti, insieme ai giovani, che ci hanno
seguito con molta attenzione
in mattinata, ci auguriamo di
aver trasmesso anche a loro
quel messaggio di amore e
fratellanza che deve tenere
unite le persone».
Otto marzo 2014 ,con qualche mimosa e tanto senso di Solidarietà, a
Marina di Ginosa con i soci del circolo Arci
“Il ponte”.
Lina Luisi
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
IL CARNEVALE DELL’ I. C. “LEONE”,
UN SUCCESSO “POPOLARE”
Noi e il Fisco: Piano Casa in arrivo
Il Governo Renzi sta per varare un decreto “Casa” che contiene diversi
interventi per rilanciare i settori collegati.
Bonus Fiscale Mobili
Verrà ripristinato il bonus fiscale sull’acquisto di mobili o elettrodomestici
di classe “A” destinati a immobili interessati da recupero edilizio, eliminando il legame di spesa tra il bonus edilizia e il bonus mobili, come è
stato per il 2013 (la spesa per i mobili non doveva superare quella dei
lavori, fermo restando il tetto di 10 mila euro).
Cedolare secca
Sarà ulteriormente abbassata dal 15% al 10% la cedolare secca per la
tassazione dei canoni di locazione a carico dei proprietari che affittano
a canone concordato.
Alloggi Popolari
Verrà istituito un fondo di 568 milioni per la manutenzione straordinaria
di alloggi popolari ex IACP, in condizioni di inagibilità, che saranno successivamente riassegnati alle famiglie aventi diritto.
Dott. Mario D’Alconzo
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Forbici, colla, pennelli, tempere, carta pesta e costumi sapientemente cuciti dalle
mamme!...E’ stato il carnevale dei piccoli e
grandi alunni dell’istituto comprensivo Raffaele
Leone di Marina di Ginosa, un progetto educativo didattico e culturale a cui la scuola ha
aderito e che ha realizzato anche grazie alla proficua collaborazione con il gruppo “Carnevale Marinese”. Settimane di
preparativi che hanno visto coinvolte scuola, famiglie e territorio in un lavoro estenuante ma al tempo stesso gratificante.
Il valore di questa iniziativa, come sottolineato dal dirigente
scolastico, il prof. Vincenzo Calabrese, va ben oltre il puro
e semplice divertimento e che ha costituito, attraverso le fasi
realizzative, una forma di linguaggio “alternativo” che ha dato
modo a coloro che non riescono a farlo attraverso le normali
attività didattiche, di esprimere a pieno le proprie potenzialità.
Ma il carnevale della scuola, in considerazione della grande
partecipazione popolare che ha fatto registrare, ha rappresentato anche un importante momento di aggregazione per
la comunità. Giovedi 27 febbraio, nel corso della mattinata, si
è svolta l’attesa sfilata. Una coloratissima cornice di maschere con giocoliere, trampoliere e truccatrici al seguito, che ha
rivitalizzato le vie del centro cittadino. Il tema di quest’anno
ha riguardato l’ambiente marino con pesci in carta pesta, cavallucci, stelle marine, il personaggio dei cartoni “SpongiBob”
ed il Dio del mare Nettuno. Costumi questi realizzati con la
gomma piuma. Le Sirenette ed i costumi dell’antico mondo
greco, sono stati invece confezionati con le stoffe. A tutto ciò
si sono affiancate una miriade di maschere e costumi di ogni
genere, dalla classica Biancaneve alla più moderna PeppaPig!
La lunga carovana ha poi raggiunto il cortile della scuola primaria boschetti Alberti, dove gli alunni del corso musicale hanno dato ritmo ed allegria alla manifestazione. Parole di soddisfazione per l’ottimo risultato conseguito, sono state espresse
anche dal presidente del Gruppo Carnevale Marinese, Rino
Punzi per il quale l’impegno con la scuola ha significato fare
“cultura”, quella di una tradizione da tramandare alle nuove
generazioni.
di Massimiliano Doro
foto Maria Olivari
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
MA COS’E’ QUESTA CRISI?
Canzone di Rodolfo De Angelis
Eravamo in ferie a Ginosa ospiti attesi e graditissimi presso i nonni materni. Un giorno
mia figlia (classe 1967) chiese a mia suocera
(classe 1905) “ Nonna, perchè hai raccolto
quel pezzo di pane da terra, hai soffiato e lo
hai baciato?” La classica curiosità dei piccoli
con i ripetuti “perchè?”. La nonna rispose: ”
Perchè il pane non va sprecato”. Nelle poche
parole fra domanda e risposta erano sintetizzati due mondi o, se volete, due culture. L’
anziana nonna, di origine contadina, aveva
vissuto tragedie e ristrettezze economiche di
due guerre mondiali, la bambina, invece, era
figlia di una moderna società opulenta.
Quell’anziana nonna ci ha lasciati, mentre la
bimba, diventata donna con figli, ora assapora la crisi del terzo millennio.
Già, la crisi.
Vien voglia di rispolverare una canzone del
1933 di Rodolfo De Angelis, artista del club
futurista, “Ma cos’ è questa crisi?“. Un brano
ironico, pungente e tragico nello stesso tempo, portato al successo da chi si ispirava alla depressione economica del 1929, evento
simile se non più tragico, che si ripete ai
giorni nostri. Sappiamo tutti di che si tratta
ed è superfluo elencarne tutti gli aspetti.
Ogni giorno veniamo inondati da statistiche,
previsioni, numeri sulle aziende che chiudono, su disoccupati e dramma che ci descrivono numerosi suicidi dal nord al sud.
Ancora non si intravede la luce in fondo al
tunnel e da politici di turno ci vengono propinate bugie sulla ripresa, contraddetta da fabbriche che licenziano e famiglie ridotte al lastrico. Tuttavia se poi giriamo la medaglia vi
Auguri alla Dottoressa
Carmen Guarnieri
Lo scorso 24 febbraio, presso l’Università
degli studi di Bari “Aldo Moro”, si è laureata
in Scienza dell’Educazione Carmen Guarnieri. Alla neo dottoressa gli auguri di tutti gli
amici e parenti e la dedica di questa lettera
di Mamma Mariella.
“Ci vuole coraggio e determinazione per poter inseguire i propri sogni”
È proprio con tenacia e determinazione che
ora ha ottenuto la tanto desiderata laurea.
Tanto impeno e passione per u facoltà scelta davvero col cuore. Perché per essere
educatrice bisogna avere una ottima preparazione ma anche saper amare davvero!!! E
capire chi è più fragile e sensibile come lo
era lei quando ha cominciato a muovere i
primi passi tra i banchi di scuola.
Con la sua tesi dal titolo: “Il bullismo: quando divertirsi significa ledere l’altro” affronta
un tema molto diffuso al giorno d’oggi che
ha purtorppo subito negli anni della scuola
primaria.
Tutti noi che le vogliamo bene abbiamo
condiviso con lei la gioia di questo giorno.
Auguri Dottoressa.
Mariella Di Lena
troviamo un assurdo rovescio con una società
schizzofrenica. Vacanze all’estero (meglio
Sharm el Sheik, anzicchè in Italia), frenesia di
iphone, smartphone, tablet e mille altre diavolerie elettroniche, utilissime per lavoro o studio ma spesso capricci senza necessità. Il tutto accompagnato dalla quotidiana colonna
sonora delle famiglie che “non arrivano a fine
mese”.
E spesso la fa da padrone anche lo spreco.
In Europa 90 milioni di tonnellate di cibi finiscono nelle discariche. L’Italia, che piange miseria ad ogni momento, non è da meno con
108 kg pro capite all’anno di vettovaglie che
dai carrelli dei supermercati finiscono nella
spazzatura. Nella Svizzera, nei pressi della
mia residenza abituale, sono più bravi di noi
con 380 kg. di offese alla fame nel mondo.
E allora parafrasando Rodolfo De Angelis dovremmo chiederci “Ma dov’ è questa crisi?”.
E, invece, la crisi c’è e come. E non si salva
nessuno. Poi la fame aguzza l’ingegno e
guarda al portafoglio. Dalla Coldiretti risulta
che un italiano su tre al ristorante si “spazzola” tutto e se avanza qualcosa lo incarta e se
lo porta a casa. Ottimo! Evviva la crisi se è capace di farci rinsavire.
Poi si ritorna sulle montagne russe fra crisi e
sperpero.
Giorni fa un parroco esprimeva sconcerto assistendo agli sfarzi di matrimoni celebrati nella sua parrocchia. “... non riesco ad abituarmisi lamentava don Pino- a questo apparato eccessivo che costruiamo attorno al matrimonio,
e che fa perdere agli sposi, ma anche a tutti
quelli che partecipano all’evento, il significato
profondo di questa promessa di vita “. Terminata la marcia nuziale di Mendelssohn ed il
lancio del riso si passa alla pazza gioia del ristorante. Migliaia di euro destinati a decine di
portate a base di aragoste, crostini al caviale,
branzini e spumanti. Tutta roba sconosciuta al
quotidiano desco famigliare. Seguono fuochi
d’artificio e costose sedute presso studi fotografici. Perchè, invece, non pensare ad un allegro e beneaugurale rinfresco lasciando ai
giovani sposi la cifra risparmiata?
Non vorrei apparire come l’uomo di Neanderthal, ma, mi si perdoni la “filippica”: crollo economico non può fare rima con sperpero. E
non è finita. La sobrietà viene anche ignorata
nel celebrare altri sacramenti. Battesimo, prima comunione e cresima. Dal fonte battesimale, cancellato il peccato originale, si passa
alla fiera delle vanità. Ma dov’è questa crisi?
Boh!
Nino Mele – Luino -
il racconto
n. 5 - 15 marzo 2014
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Il cibo come cultura, linguaggio e identità
La ‘Banca del Tempo’ ha organizzato un corso di formazione che, attualmente, viene frequentato da 25 persone.
“Il cibo è cultura perché ha inventato e trasformato il mondo. E’ cultura quando si produce, quando
si prepara, quando si consuma.
E’ il frutto della nostra identità e
uno strumento per esprimerla e
comunicarla”. In questa riflessione di Pino Di Lena, responsabile della sezione della ‘Banca del
Tempo’ dell’Associazione culturale Orizzonti 2001, affondano
le basi del corso di cucina e di
pasticceria nel mondo in svolgimento presso la scuola Lombardo
Radice. La formazione è gratuita
ed è giunta alla Terza edizione.
Quella attuale si concluderà il
prossimo 2 aprile ed ha cadenza
di un incontro a settimana. Vi partecipano
25 persone, delle quali 22 sono femmine e
tre maschi, di diversa estrazione sociale e
ruolo professionale. Ad ogni incontro versano cinque euro ciascuno per l’acquisto
del materiale occorrente. Alla fine del corso, la somma non impegnata viene donata
in beneficienza; lo scorso anno, è stato acquistato un defribillatore e consegnato ad
una associazione di volontariato impegnata nel pronto intervento sanitario. Docenti
del corso sono Donato Pacente, Tina
Venezia, Lucia Miceli, Rosa Lurenzano.
Collaboratrice di cucina e sala, Mimma
Papapietro; funzionari amministrativi: Tonia Mele e
Luciana Perrone. Molte
persone rinunciano a vivere
alcuni aspetti dell’esistenza per mancanza di tempo. I più penalizzati sono
sicuramente gli hobby, ma
spesso lo è anche il lavoro
o, peggio, la famiglia, i contatti umani come le amicizie
oppure le relazioni sociali.
La condivisione dello stesso cibo, in famiglia, in occasione di determinati avvenimenti, nella quotidianità,
introduce le persone nella
stessa comunità, le rende
membri della stessa cultura, le mette in comunicazione. “La
cucina di un popolo –spiega Di Lena- è la
sola esatta testimonianza della sua civiltà.
Dietro ai sapori, agli odori, si nascondono
tantissimi significati: Il nostro corpo, la nostra psicologia, l’educazione, la cultura,
l’ambiente, il desiderio, la creatività, la voglia e l’immaginazione che trasformano i
cibi in un vero e proprio linguaggio”. Il cibo,
poi, è un’occasione per incontrarsi e far festa ed ha un ruolo fondamentale. A tavola, i
piaceri e i dispiaceri, gli incontri e gli scontri,
hanno fatto dell’arte culinaria un’immagine
della società e nell’iniziativa della Banca del
Tempo, più delle parole, assumono
posizione centrale le relazioni di reciprocità al fine dell’integrazione sociale. “Se tra i corsisti ho notato amore
per la cucina, passione per il buon
cibo, la voglia di scoprire nuovi sapori? Sì, direi di sì. E vorrei che questa strada venisse percorsa anche
dai bambini attraverso l’educazione
alimentare. Conoscere la storia del
cibo che arriva nel piatto, avere sotto gli occhi la bellezza che esplode
in un campo coltivato, ma anche la
fatica che comporta lavorarlo, ritengo siano indispensabili per godere
e rispettare il cibo. Ed è proprio per
queste ragioni che abbiamo previsto
nel programma un appuntamento
da svolgere in campagna per far ap-
prezzare e conoscere lavorazioni e prodotti
nostrani, nonché un incontro con un nutrizionista (professoressa Astrid Massafra) per
divulgare il giusto rapporto tra alimentazione
e cibo”. A questo riguardo si eleva un dipinto del 16esimo secolo di Annibale Carracci:
seduto ad un tavolo vi è un uomo, un piatto di fagioli, un pezzo di pane, una brocca
di vino e per insaporire il tutto tre cipollotti.
Sembra un pasto povero, quello consumato
una volta dai contadini. Ma siamo sicuri che
sia proprio così?
Canta Storie
28
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
RICERCA & FORMAZIONE
Il Kung Fu nella
Vendita
Rispondere a bisogni precisi e mantenere la parola
data. Queste le “mosse” di chi vuole fare della vendita un’arte (non necessariamente marziale).
Oggi ho imparato che “Kung Fu” significa abilità ottenuta con duro lavoro.
Bella sorpresa. D’altro canto, facile non
deve essere imparare a gestire il corpo e
la mente per resistere alle sollecitazioni
alle quali quest’arte marziale sottopone.
Per carità, lungi da me il voler paragonare
il Kung Fu alla vendita. Troppo scontato e banale; però, un pensiero va fatto. Il
termine cinese Kung Fu ha un significato
molto più vasto che non quello di “arti
marziali”. Può voler significare disciplina
o abilità nel compiere uno sforzo; completare un lavoro o un incarico; esibire
forza e attitudine; riuscire negli studi o
in attività che richiedono capacità di tipo
diverso. Pertanto, tutto discende dalla situazione in cui Kung Fu è inserito.
Proviamo, dunque, a inserire il Kung
Fu nelle vendite. Quello che interessa è
come imparare a vendere e quanto costa
farlo bene.
Ora, teniamo in conto queste tendenze
che caratterizzeranno il prossimo futuro,
secondo The Futurist, rivista di previsioni, trend e idee sul futuro:
• I Paesi sviluppati tendono a ricominciare a crescere.
• L’integrazione fra le economie continuerà.
• Il consumismo continuerà a crescere e i
prezzi tenderanno a calare.
• Il servizio diventerà il vero campo su
cui giocare la partita per generare margini.
• Il brand diventerà un tema fondamentale per il successo di ogni business. Sarà la
chiave di volta che aiuterà a distinguersi
in mercati sovraffollati di proposte.
• L’occupazione nei servizi sta crescendo
più veloce che in ogni altro settore.
• D’altro canto il mondo occidentale conoscerà un calo nel numero di posti di lavoro
che porterà le legislazioni governative a trovare modalità di redistribuzione della ricchezza e, probabilmente, a riduzioni degli
orari di lavoro così che tutti possano averne
una parte.
Se mettiamo assieme tutte queste visioni,
traiamo un quadro complessivo non esattamente tranquillizzante, ma dal quale il ruolo
del venditore ne esce rafforzato per importanza e centralità.
Tutto ciò che non troverà intermediari
che ne accrescano il valore, precipiterà
nella categoria delle “commodities” (prodotti offerti senza differenze qualitative sul
mercato). Non è lì che può stare un venditore.
Identificare il punto di connessione tra bisogni, riconosciuti o meno, e possibili soluzioni, diventerà sempre più importante per i
produttori e i consumatori.
Fungere da selettore di ciò che, tra tante
possibilità, risolve un problema, diventerà sempre più centrale e si potrà aggiungere valore per le aziende per le quali è
sempre più difficile interpretare il mercato.
Avranno sempre più bisogno di potersi fidare di chi per loro esplora, parla e vive lì
fuori.
In poche parole, i clienti vorrebbero passare
il loro tempo nei nostri negozi per fare acquisti, poter scegliere e risparmiare, senza
dover navigare sul web.
Acquistare il credito e diventare in qualche modo il “personal shopper” dei clienti sono la destinazione per il venditore
del futuro. In ambedue i casi, la parola
è fiducia; quindi: Prometto–Mantengo.
Prometto–Mantengo. Prometto-Mantengo.
La formula è semplice: depositate sul conto
della Fiducia. Gli interessi saranno l’assicurazione sulla vita che permetteranno al venditore di rimanere un elemento fondamentale che nessun software potrà mai sostituire.
Certo, mancare la promessa equivale a prelevare molto da quel conto; quindi promettere solo quello che è possibile mantenere
e, nel frattempo, prepararsi per mantenere
sempre di più. Come? Studiando, osservando, provando.
Ecco che arriviamo al punto: quanto stiamo
studiando? Quanto ci stiamo applicando?
Che cosa guardiamo per motivarci al lavoro
più bello e più difficile del mondo? Quanto
stiamo spingendo per allargare i nostri confini?
Nello studio del Kung Fu ogni movimento
nasconde una funzione precisa. Nello studio
della vendita, anche! Lo studio del Kung
Fu richiede tempo e pazienza (con la fretta
si rischia solo di fare confusione e di non
ottenere i risultati che ci si aspetterebbero).
Nella vendita, anche!
Il Kung Fu permette di acquisire delle qualità fisiche indipendenti dal sesso, dalla forza,
dalla taglia e dall’età di chi lo pratica. Nella
vendita, anche!
Prepariamoci bene, allora. Con coscienza e
responsabili del delicato ruolo che ricopriamo.
Buona vendita.
Giovanni Matera
Per consultare altri miei articoli:
www.materarredamenti.it > Blog
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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n. 5 - 15 marzo 2014
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A proposito di
AVIS…
alcune doverose
precisazioni.
Nell’ultimo numero de “La Goccia” è stato
pubblicato un articolo sull’ Assemblea annuale dei Soci della comunale associazione Avis e rispetto al quale
sono necessarie delle puntualizzazioni, nonché alcune integrazioni in ordine agli autorevoli
partecipanti al tavolo della presidenza. Si dimenticava, infatti,
di citare il Sig. Nicola Carenza,
attuale Presidente Provinciale
dell’Avis che, pur febbricitante,
non voleva far mancare la sua
presenza nel momento più importante della vita associativa:
l’incontro con tutti i soci e la conseguente consegna delle benemerenze e degli attestati ai più
assidui e costanti donatori, cui è
rivolta tutta la nostra gratitudine. Tale precisazione è doverosa in un momento in cui le
sinergie fra la proficua attività del Presidente
Mario Grieco della locale sezione e quella
provinciale, vedono proiettata Ginosa verso alti traguardi nel campo della donazione,
AVIS: LE RAGAZZE
DEL SERVIZIO
CIVILE IMPEGNATE
A BARI
Adriana Pignataro e Carmen Carlucci, hanno da poco iniziato la loro avventura all’interno dell’Avis nel progetto
Servizio Civile, e la delegazione regionale di Bari, assieme a tutti gli altri ragazzi impegnati nello stesso progetto, le
ha invitate al corso di formazione generale tenutosi fra il 3 e il 7 marzo. Il corso, oltre che basarsi sulla formazione
generale, si è svolto con l’intento di fare
gruppo (perchè “insieme si può fare”). Il
tutto è stato seguito dalla formatrice Luisa, che con il suo nuovo metodo di fare
formazione, ha riscosso il plauso di tutti
i ragazzi del servizio civile presenti, che
sono tornati a casa con la voglia di fare.
Nel frattempo, a Marina di Ginosa, giornata di donazione superlativa, con 49
sacche raccolte e molti nuovi soci che
hanno regalato il loro sangue per aiutare gli altri.
Baldassarre (Baldo) D’Angelo
n. 5 - 15 marzo 2014
come dimostra il ragguardevole numero di
sacche di sangue raccolte nel corrente anno (872 di cui 16 in aferesi), le numerose
iniziative a scopo benefico in favore di soci
e cittadini bisognosi, gli incontri formativi
come la ‘disostruzione delle vie aeree in
età pediatrica e adulta’ curata dagli specialisti del settore Sigg. Pizzulli e Galante
e i tanti momenti assembleari informativi
presso le scuole di Ginosa. E qui è doveroso citare la Preside del Bellisario, Prof.
ssa Vita Surico (non menzionata nel precedente articolo) che ha sempre risposto
con interesse e partecipazione alle istanze
31
dell’Associazione. Vanno altresì ringraziate la Vice Preside del Bellisario, Prof.ssa
Bitetti e la Prof.ssa Cazzetta R. per l’impegno profuso nella formazione delle nuove
generazioni verso la donazione.
Vogliamo inoltre manifestare la nostra
gratitudine verso Don Giuseppe Bernalda
che, nell’ambito delle iniziative parrocchiali
di Cristo Risorto nel periodo quaresimale,
ha invitato l’Avis, dimostratasi sensibile alla campagna promossa in favore degli alluvionati del 7 Ottobre u.s., ad esporre gli
scopi e le finalità dell’associazione nella comunità ginosina. Il Sig. Raffaele Coppa
infatti, a conclusione della cerimonia liturgica di domenica 9 marzo scorso, ed
in rappresentanza del Direttivo e di tutta
l’Associazione, ha relazionato in merito
evidenziando le finalità dell’associazione
che non si limitano al nobile gesto della
raccolta del sangue ma si esprime anche nella solidarietà e nell’aiuto verso i
più deboli.
Un ringraziamento al Direttore de “La
Goccia” che ancora una volta ci offre
l’occasione per parlare del nostro operato sempre e in favore della comunità
di Ginosa.
Il V. Presidente della Comunale AVIS
di GINOSA
Franco Marchionna
32
argomenti
n. 5 - 15 marzo 2014
La Grande
bellezza di
essere un
popolo.
L’unica che
l’Italia non ha
n. 5 - 15 marzo 2014
Gesù Cristo: solo un Maestro di morale?
Di Sarah Scorpati
La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino
si è aggiudicato l’Oscar per il miglior film
straniero. Dopo un Golden Globe e un
Bafta, il film prende il premio più ambito
e diventa simbolo di un’Italia che ce la
può ancora fare.
Eppure proprio in Italia la pellicola conta
i suoi più accesi detrattori, ma anche
questo è uno specchio che riflette il Paese. Il detto “nemo profeta in patria” sembra essere stato coniato con la stessa
materia di cui sono fatti gli italiani.
Però proprio per questo, perché noi come popolo abbiamo bisogno sempre che
qualcuno dall’esterno riconosca in noi
quel valore che vituperiamo con le nostre mani, mi sento in dovere di spendere poche parole, solo alcune per non annoiare, su questa vittoria.
Potrà essere retorica, anzi, ammetto
che di retorica si tratta ma, questo riconoscimento è il segno tangibile che
argomenti
quando gli italiani si danno da fare alla fine sono in grado di incantare il mondo.
Perché è proprio La
Grande
Bellezza
dell’Italia tutta che
ha incantato e conquistato i giudici che
hanno conferito l’Oscar. Anche quella
bellezza della Roma
in decadenza che il
film racconta, è stata
in grado ancora di
abbagliare.
La grande bellezza di questa vittoria è l’invito a crederci ancora, a farlo sempre. Ma è
anche una prova generale di fiducia alla
quale gli italiani sono stati chiamati e nella
quale hanno fallito, cadendo nell’autolesionismo disttuttivo della critica a priori, della
demolizione, dell’incapacita’ di fermarsi e
capire.
La grande bellezza di questo oscar era l’occasione, come lo sono i mondiali di calcio,
di fingere di essere uniti e patriottici...ma
nemmeno la finzione viene bene se non si
sa cosa sia l’unione nella realtà.
Andiamo al cinema
Il cinema teatro Metropolitan proietterà dal 16 marzo 2014 il seguente spettacolo:
Sotto una buona stella
Cosa succederebbe se un uomo d’affari (Carlo Verdone), divorziato, con una bella casa,
una vita agiata, una ragazza mozzafiato, si trovasse improvvisamente costretto a fare il
Mammo casalingo con due figli ventenni ed una nipotina a carico? SOTTO UNA
BUONA STELLA racconta la storia di un padre (Carlo Verdone, nel ruolo di Federico
Picchioni) che si e’separato dalla moglie quando i figli erano ancora piccoli. Nel corso
degli anni, grazie ad una brillante carriera in una holding finanziaria, non ha fatto mai
mancare nulla alla famiglia ma la sua totale assenza, affettiva e fisica, specialmente
verso i figli, e’ stata imperdonabile. L’improvvisa morte della moglie ed uno scandalo
finanziario che lo riduce quasi in rovina, cambieranno drasticamente la vita di Federico
Picchioni. Non potendo più permettersi di pagare l’affitto ai figli, e’ costretto a farli andare a vivere a casa sua.
Sabato 15 marzo due spettacoli ore 19,30 – 21,30
Domenica 16 marzo due spettacoli ore 19,30 – 21,30
Massimiliano Doro
Cari amici, se facessimo oggi un sondaggio
d’opinione tra la gente, cosa ne pensa di
Gesù, avremmo tante diverse risposte e in
contrasto tra loro. Alcuni direbbero che Gesù era un riformatore religioso; altri direbbero che è stato un uomo buono che ha fatto
del bene e poi è stato ucciso; altri ancora,
che voleva la giustizia e l’uguaglianza, era
un grande maestro e, pochi altri direbbero
che Gesù è il Figlio di Dio. Un giorno Gesù,
venuto nelle parti di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: Chi dice la gente
che io sia? Ed essi risposero: Gli uni dicono
Giovanni Battista; altri, Elia; altri, Geremia
o uno de’ profeti. Ed egli disse loro: E voi,
chi dite ch’io sia? Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente. E Gesù, replicando, gli disse:
Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona,
perché non la carne e il sangue t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è ne’
cieli. (Vangelo di Matteo 16: 13-16).
Nell’epoca del “cosiddetto” Illuminismo ci
furono diversi personaggi del Settecento,
che ritenevano Gesù soltanto un grande
maestro di morale, secondo il metro della
loro ragione autonoma e critica. Personaggi Inglesi come John Loke (1632-1704);
John Toland (1670-1722); che tentarono
di offuscare la Deità di Cristo. In Francia
ci fu Voltaire, (Francois Marie Arouet, che
si oppose al materialismo ateo, in nome
del Dio Creatore del mondo, ma anche in
nome della ragione, ma per lui Cristo non
è mai risorto. A correggere e difendere
quelle teorie ci fu Gottfried Wilhelm Leibniz
(1646-1716), Tedesco, uno dei più grandi pensatori del tempo e ant’illuministico,
ed altri ancora fino a Immanuel Kant che
segnò la crisi del pensiero illuminista. Pietro Giannone (1676-1748), più vicino alla
visione protestante, riconobbe in Cristo il
Dio fatto uomo, che fonda il Regno celeste
sulla base dell’amore di Dio e del prossimo. Molti nel corso dei secoli hanno tentato
di “spogliare” Cristo della Sua Deità, e di
collocarlo nella schiera di uomini illustri della storia. Tutti i maestri di pensiero, quali:
Socrate, Platone, Aristotele, i grandi genii
di lettere, come Virgilio, o di arti e di scienze e riformatori religiosi come Confucio,
Maometto, Gandhi, non possono essere
messi a confronto con la persona di Gesù
Cristo. Una delle più gravi carenze di tanti
cristiani cattolici, e non solo loro, è proprio
la mancanza della piena conoscenza della
persona di Gesù. Tutti devono sapere chi
è Gesù, specialmente coloro che si dicono
credenti e praticanti, per saper dare le risposte e confutarle dalla Sacra Bibbia. Perché
dico questo? Perché ciò costituisce un grave
problema, quando si trovano di fronte a persone che praticano false dottrine, sette pericolose, Culti e filosofie Orientali in cerca di
adepti, che negano la vera identità di Cristo.
Tanti “cristiani” di nome e non di fatto, che non
hanno compreso il piano di Dio per la loro salvezza; non hanno fatto alcuna esperienza di
autentica conversione e trasformazione della
loro vita; che non si curano di approfondire
la conoscenza delle Sacre scritture, poi non
sanno difendersi con la Parola di Dio, dalle
insidiose obiezioni secondo le quali, Gesù
Cristo non è Dio, e si lasciano abbindolare.
E poiché ciò è un argomento basilare, per cui
il credente, o sta ritto sul fondamento delle
Sacre scritture, oppure crolla e cade incautamente in trappola dei “falsi profeti”. Ricordiamo che Gesù dice: “Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in vesti da pecore, ma
dentro sono lupi rapaci”. (Mt7,15). Guardate
che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno
sotto il mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e
ne sedurranno molti. (Mt. 24:5). E necessario
applicarsi allo studio delle dottrine fondamentali, fare “un incontro con Cristo”, il Salvatore
Vivente, conoscere gli scritti dei profeti, metterle in relazione con le parole del Vangelo e
delle lettere Apostoliche. E’ doveroso per ogni
cristiano avere opinioni ferme, concetti stabili,
sulla nascita verginale di Cristo, la Sua Divinità, il suo ministerio terreno, la sua potenza
e autorità, la sua morte espiatoria e, soprattutto, la sua resurrezione ed esaltazione alla
Destra del Padre. (1Cor.15,1-4). Ogni cristiano deve essere “ferrato” nella sana dottrina,
per dialogare e respingere tutto ciò che non
è conforme alla Parola e allo Spirito di Dio. In
questi ultimi tempi della dispensazione della
Grazia salutare di Dio, tante sono le seduzioni e le astuzie del diavolo, per confondere
le anime semplici e farle cadere in inganno.
Gesù Cristo è il Figlio dell’Altissimo, questa
fu la rivelazione dell’Angelo Gabriele a Maria
di Nazareth, (Lu.1,32), e questa fu la dichiarazione di Simon Pietro, al quesito posto da
Gesù ai discepoli: “Tu sei il Cristo , figliuolo
dell’Iddio Vivente”. Ciò vuol dire, che Gesù
è: l’Inviato per eccellenza, l’Unto, il Messia
vaticinato dai profeti, il Cristo Immutabile le
cui “origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni
eterni”. Mich.5,1). Sono tante le applicazioni
e le “Scritture” da citare e maneggiare come
una “Spada”, (Ef.6,17), in difesa della fede e
della Deità di Cristo. “Egli era nel principio”
(Giov. 1,1); Gen.1,1), cioè, prima che l’Uni-
33
verso fosse creato, è chiaro? Gesù Cristo
è il Creatore del mondo, (confutate pure),
(Giov.1,3). “Egli è l’immagine dell’Invisibile
Iddio”. (2Cor.4,4); Col.1,15-17); Gesù Cristo
è “Dio manifestato in carne”. (1Tim.3,16).
Riflettete: perché i Giudei volevano ucciderlo? “Perché chiamava Dio suo Padre
facendosi uguale a Dio”. (Giov.5,18). Tutta
la pienezza della Deità è in Cristo. (Col.2,9).
Questi brani biblici e molti altri, indicano
inequivocabilmente che Gesù Cristo è Dio,
(Giov.20,28), adorato dagli angeli, (si leggano i brani di Ebrei 1,1-13). Alla luce della
Parola di Dio, fonte infallibile d’ispirata rivelazione, come mai alcuni mettono in dubbio
o negano dicendo che Cristo non è Dio? Notiamo cosa dice Gesù di se stesso in queste 7 grandi affermazioni: IO SONO la luce
dl mondo … (Giov.8,12). IO SONO la porta
… (Giov.10,8). IO SONO il buon pastore …
(Giov.10,11). IO SONO la resurrezione e la
Vita … (Giov.11,25). IO SONO la Via…Verità
e Vita… (Giov.14,6). IO SONO la vera vite
…(Giov.15,1). IO SONO il Pane della Vita
… (Giov.6,35). Da considerare che Dio si
rivelò a Mosè con queste parole: IO SONO
Colui che sono. (Es. 3,14). In un alterco coi
Giudei, Gesù disse loro: Prima che Abramo
fosse nato, IO SONO. (Giov.6,35), non come traducono i “testimoni di Geova”: io sono stato. Comprendete ora? Egli è l’Eterno
“presente”, Colui che era, è, e sarà in eterno
(Eb.13,8), uguale al Padre (Giov.5,18), e
consustanziale, cioè della stessa sostanza.
Ora cari amici lettori/ci, dopo che Gesù ebbe fatto codesto sondaggio: cosa dicesse la
gente di Lui, volle dai suoi discepoli una risposta personale: e voi chi dite che io sia? E’
una domanda bruciante che ciascuno di noi
è chiamato a dare un risposta. Che dici tu di
Gesù? Chi è per te Gesù? Possa ciascuno
esclamare in tutta convinzione: Gesù Cristo
è il Figlio di Dio altissimo, il vero Maestro,
Redentore e Salvatore del mondo, ed io lo
accetto quale mio personale Salvatore, nella
mia vita e nel mio cuore, perché solo Lui
ha parole di vita eterna. (Giov.6,68). Oggi
ancora Gesù Cristo è il Salvatore, ma verrà i tempo che Egli sarà il Giudice dei vivi e
dei morti, (2Tim.4,1; Ap.20 11-15), e la sua
sentenza sarà irrevocabile, senza alcuna
possibilità di appello. Volete voi scampare al
Giudizio di Dio? “Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori. Eccolo ora il
tempo accettevole; eccolo ora il giorno della
Grazia”, domani sarà troppo tardi. L’Eterno
vi benedica e vi sia propizio.
Giuseppe Pizzulli
34
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
Nonno Donato racconta
Ciao a tutti voi, sono ancora nonno Donato
che ritorna ad occupare questo spazio su La
Goccia per continuare ancora quel dialogo che
siamo riusciti a stabilire attraverso la rubrica
“Nonno Donato racconta”.
In tanti mi hanno chiesto di continuare a scrivere e raccontare e questo mi
ha fatto tanto piacere e, quindi, continuerò a scrivere e descrivere le mie
esperienze di vita.
Questa volta vi parlerò di un arnese
da lavoro, piuttosto antico,la zappa.
Con l’era del “ferro” l’uomo di avvalse
di due strumenti per alimentarsi e per
difendersi: la zappa e la spada. Con
la zappa fu possibile dissodare i terreni e renderli più fertili dando all’uomo la possibilità di vivere meglio.
A proposito di zappa mi è venuto in
mente un primo maggio di tanti anni fa, quando ero uno scolaretto.
Ricordo che il maestro entrando in
classe ci disse: «domani è il Primo
Maggio, la Festa del lavoro, la zappa
non canta e l’officina non fuma.»
Ricordo che quando ero bambino la
“colonna sonora” della mia vita era il
suono del battere delle zappe che impattavano il terreno. Ricordo che mio
padre assumeva squadre di “zappatori” per zappare il vigneto e quando
da lontano sentiva rallentarsi quel
suono lui si faceva sentire. Insomma
la zappa era uno strumento di lavoro ma anche uno strumento di fatica
pesante per chi faceva quel mestiere.
Indubbiamente la zappa, nel periodo tra la
Prima e la Seconda Guerra Mondiale, ha ottenuto molti successi facendo crescere la nostra
agricoltura in tante attività produttive: vigneti,
frutteti, ortaggi, cereali e leguminose erano le
colture che venivano realizzate con il lavoro
delle zappe. Ogni componente del nucleo familiare aveva la sua zappa sempre pronta all’uso
ben affilata. Molto spesso capitava di vedere
intere famiglie che attraversavano il centro cittadino con la loro zappa a tracolla, quasi fosse
un regimento di fanteria pronto a combattere.
n. 5 - 15 marzo 2014
35
L’amicizia e la grande voglia di vivere
Un forte spirito di solidarietà da parte di ginosini per realizzare il sogno di altri concittadini… di tutti.
Subito dopo la guerra e precisamente negli
anni ’50 del secolo scorso, la zappa ha subito una metamorfosi (se così si può dire), da
essere un attrezzo agricolo amato, di colpo
venne odiato e il mestiere di “zappatore” divenne quasi un’offesa.
Voglio raccontarvi una mia esperienza personale. Noi, in azienda, avevamo un operaio che si era affezionato a noi ed era un
grande lavoratore o se vogliamo un grande zappatore. Era una persona conosciuta
in tutta Ginosa e si chiamava Francesco
Ranaldo, figlio di Giacinto detto “la mammara”. Tutuccio, quel signore sempre circondato dai cani è il figlio di Francesco.
La storia che vi racconto è accaduta 65 an-
attualità
ni fa, una sera di maggio, al largo del bar
Pupino, incontrai Francesco Ranaldo lo
zappatore (campione, a mio modo di vedere), stringendogli la mano gli dissi: «vieni al
lavoro da me domani a zappare?» Lui mi
rispose: «se la zappa avesse il manico di
salsiccia e la lama fosse di pancetta io vengo.» A quel punto gli chiesi: «Perché mi dai
questa risposta?» Lui mi disse: «sono in
pensione e, voglio godermela.» Io gli strinsi
la mano e lo abbracciai.
Oggi ricordando questa storia mi sono rivolto alla migliore “officina” di Ginosa. Mi sono rivolto a Pasquale Giacoia e ai suoi figli
Mariano e Gianluca perché mi costruiscano
una poderosa zappa con manico stagionato e lama temperata a taglio fino.
Ho voluto raccontare questa storia in quanto
ritengo che una zappa fatta come aveva detto Francesco Ranaldo, sia un brevetto per il
futuro dei nostri giovani e che sia, soprattutto, di loro gradimento. Solo impugnando
quel manico stagionato e la lama affilata al
punto giusto possiamo dire che ce l’abbiamo
fatta!
Arrivederci alla prossima!
Donato Cardinale
-Gli sms, il passaparola, le mail, sono
ancora nelle rispettive memorie e nei
gesti. Prima una proposta, poi una richiesta di incontro formale tra amici
comuni. Si scrive e si dice l’indirizzo
dove trovarsi e l’invito a farlo all’ora
di pranzo. Rispondono in sessanta.
Donne, uomini, ragazze e ragazzi,
si presentano in abbigliamento vario
e, senza trucchi né inganni, bussano alla porta del ristorante-pizzeria
‘Le Sete’. Caratteristico locale, che,
con la sua struttura architettonica tra
moderno e antico, guarda in faccia
lo splendido scenario della Gravina.
All’ingresso del primo piano vengono accolti dai fratelli Daniele e
Marco Bello, nonché dalla moglie di
quest’ultimo, Morena. “Che sorpresa!”, è l’esclamazione dei tre
familiari. E come un flashback tra passato e presente, arriva gioiosa la risposta: “Si gira pagina! Non possiamo pretendere che
le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. Il promotore di questa ‘rimpatriata’ è stato Mario Pastore, presidente
del Consorzio Civitas Le Gravine e imprenditore di ricettività nel
Borgo Antico. “Finiamola una volta per tutte di esaltare il conformismo e una vita di routine, in lenta agonia. In questo momento
di crisi –spiega Pastore- molti di noi cittadini e imprenditori siamo
confusi, preoccupati o amareggiati. Cerchiamo chi possa proporre soluzioni ed invece troviamo solo chi vuol dare voce alla nostra
Interrogazione di Lospinuso
sull’utilizzo dei fondi per il
trasporto oncologico della
ASL di Taranto
Il Consigliere Regionale PDL-FORZA ITALIA alla Regione Puglia
Pietro Lospinuso ha rivolto una interrogazione a risposta scritta al
Presidente della Regione ed all’Assessore alle Politiche della Salute nella cui premessa si evidenzia che “i lavoratori del trasporto
oncologico della ASL di Taranto hanno denunciato uno strano ed improvviso esaurimento dei fondi destinati al servizio
stesso all’interno di un apposito progetto triennale finanziato
dall’ARES, giustificato dal Direttore Generale della suddetta
ASL da un fantomatico impiego di n.39 operatori socio-sanitari di cui ai lavoratori in questione ne risultano soltanto 9.
rabbia, che è più facile da strumentalizzare perché acceca e fa audience.
Sentiamo la mancanza di discorsi positivi. Penso che tutto questo debba
partire da noi, gente comune, che
condivide la stessa realtà sociale.
Gente che nel quotidiano ha bisogno
di reagire. E la nostra presenza qui
al ristorante ‘Le Sete’ vuole essere un
messaggio di speranza di rinascita
della città, perché se è vero il detto
che da un problema (l’alluvione ed i
crolli nel Centro Storico, ndc) possa
nascere un’opportunità, allora noi vogliamo sentir parlare di questo, che si
ritorni ad indicare soluzioni, opportunità ed aspetti positivi”. La nobiltà d’animo di Pastore e dei suoi ‘compagni’
si manifesta con elevatezza dei sentimenti: “Penso che l’amicizia
sia uno dei beni più preziosi che la vita ci offre. Un vero amico non
è colui che ti asciuga le lacrime, ma colui che non te le fa versare, che ti regala sempre un sorriso. La vera amicizia non chiede,
ma offre. Credo che l’amicizia, la solidarietà e il coraggio possono
rendere sopportabili e superabili anche i momenti più difficili. E gli
amici Marco, Daniele, Morena, e tutta la splendida famiglia Bello
meritano di essere sostenuti a realizzare il loro sogno di sviluppare
imprenditoria. Oltretutto, non va ignorato che Marco è uno chef molto apprezzato in ambienti autorevoli della cucina nazionale, ma non
ha alcuna intenzione di ‘tradire’ le sue radici”. Canta Storie
Eventuali impieghi di tale personale in altre attività della ASL,
come pare abbia sostenuto il suddetto Direttore, sarebbero –a
parere dei suddetti lavoratori- evidentemente in aperta violazione della destinazione vincolata di tali risorse e comunque
avrebbero arbitrariamente privato l’utenza del servizio del diritto sancito attraverso tale destinazione. Tale grave anomalia
è stata ribadita, denunciata e documentata, con la sua autorevolezza ed assoluta affidabilità, dal Collega Laddomada che
ne ha reso formalmente edotti tutti i soggetti competenti.”
L’interrogante pertanto chiede di conoscere: “1) a quanto ammontano i finanziamenti destinati al servizio di trasporto oncologico della ASL di Taranto; 2) come sono stati concretamente
impiegati; 3) se essi erano vincolati alla finalità per cui sono
stati concessi; 4) quali iniziative intenda assumere il Governo
regionale ove essi siano stati distratti a scopi diversi da quelli originari e comunque per garantire la continuità del servizio.”
Per la Segreteria - Tommaso Francavilla
36
racconto
n. 5 - 15 marzo 2014
Quanne u serpe stè more, spiccle d’accite - ovvero –
Quando vedi un serpente in fin di vita non aver pietà, finiscilo!
Racconto popolare a cura di Adele Carrera
C’era una volta un taglialegna, Domenico
si chiamava ma, fin da piccolo, tutti l’avevano chiamato Mngucc.
Ogni mattina andava nel bosco a tagliar
legna. Il suo lavoro non gli permetteva di
essere ricco ma gli bastava per sfamare
sua moglie e i suoi cinque figli.
Il poveretto, tagliava e segava tutto il giorno, soltanto a mezzogiorno si fermava per
fare una pausa per mangiare il suo misero
pasto: un pezzo di pane, qualche pomodoro, un po’ di formaggio e un bicchiere di
vino.
Mngucc era un tipo preciso, e quando si
fermava per il pasto usava cercare un
bell’albero fronzuto e, all’ombra di quello,
stendere un bel tovagliolo pulito e lì sopra
metterci il pane, i pomodori, il formaggio e
il vino; dopo di che ringraziava il Signore
per quel poco che gli dava per vivere e incominciava a mangiare.
Un giorno, dopo aver preparato la sua “tavola” all’ombra di una enorme quercia, gli
parve di sentire un gridolino d’AIUTO. Tese l’orecchio ma non sentì più nulla e, convinto d’aver avuto un abbaglio, si preparò
a mangiare.
Quando stava per affettare il pane gli parve
di sentire lo stesso gridolino che implorava: «AIUTO!! AIUTO!!». Questa volta non
pensò all’abbaglio e tese bene gli orecchi.
«AIUTO!! AIUTO!!» sentì e, guarda a destra e guarda a manca, i suoi occhi puntarono una pietra che lasciava intravedere
qualcosa di indefinito e, proprio da lì veniva la vocina!
Mngucc si avvicinò e il grido si fece più
forte: «AIUTOOO!! AIUTOOO! Dannazione!»
Dalla pietra grossa e pesante sbucava una
testa di serpente che, con gli occhi sgranati, la bocca spalancata e la lingua ormai
penzoloni stava lì lì per esalare l’ultimo
respiro.
Il taglialegna si avvicinò con cautela (si sa
che i serpenti sono molto pericolosi|) e gli
chiese cosa gli fosse capitato.
La bestia cercando di dare qualche spiegazione tra un soffocamento e l’altro lo
implorò, per l’ennesima volta di spostare
la pietra che lo schiacciava e di metterlo
in libertà.
L’uomo, perplesso, lo guardò e timidamente gli disse: «Compare serpe, mi dispiace
che ti sia capitato questo guaio ma, vedi,
io non è che ti possa liberare tanto facilmente. Intanto il sasso è molto pesante e
poi, voi serpenti siete molto pericolosi, chi
mi assicura che una volta che t’ho liberato,
tu non mi mangi vivo?»
Il serpente, quasi con le lacrime agli occhi,
rispose: «Ma ti pare che io possa farti alcun male, conciato come sono? Eppoi, mio
caro anche noi bestie infide, abbiamo la
nostra onorabilità: mai e poi mai mangerei
colui che mi ha salvato la vita! Abbi pietà
di questa povera bestia caduta in disgrazia, sposta il sasso e liberami»
Il poverino, impietosito si fece forza e, tira
di qua e sposta di là, riuscì a spostare il
grande masso che imprigionava il serpente
e la bestia fu libera.
Quella, non appena fuori pericolo, s’avvicinò di scatto a Mngucc e già stava per
ingoiare il poveretto ma, quello facendo
un balzo indietro e schivandolo, gli disse:
«Brutta bestia che non sei altro! Lo sapevo
che finiva così!…» E quello avvicinandosi strisciando: «E come volevi che finisse? Sono un serpente e devo mangiarti!»
Il poverino non sapeva più come mettersi
in salvo! Correva, cercava di arrampicarsi
sui rami di un albero, si nascondeva ma il
serpente gli stava alle calcagna.
Non vedendo più vie di scampo, il boscaiolo disse: «Dammi una possibilità. Aspettiamo che passino tre animali e chiediamo
il loro giudizio: se è giusto o no che tu mi
mangi. Se daranno ragione a te mi farò in-
goiare senza fuggire più, altrimenti mi devi
lasciare libero!»
Il serpente non vedendo alcun pericolo nella richiesta se non il ritardo del suo pranzo
accettò e diede la sua parola di rispettare
l’accordo.
Non aspettarono molto ché passò un cane.
Il taglialegna, lesto gli si avvicinò, seguito
dal serpente e, raccontata la sua disavventura chiese se fosse giusto che il serpente
lo mangiasse.
Il cane, riflettendo un pochetto, guardò prima l’uno poi l’altro e sentenziò: «Certo
ch’è giusto! Quello è un serpente e ha diritto di mangiare, peggio per te se non ti sei
fatto gli affari tuoi.»
Il poverino, seriamente preoccupato incominciò a mostrare segni di nervosismo….
Poco dopo passò un asino.
Lesto il taglialegna lo fermò e, con l’ansia
negli occhi, dopo aver raccontato anche a
quello la sua disavventura, fece la stessa
domanda posta al cane. L’asino, guardando entrambi i contendenti, rispose: «Certo
ch’è giusto che ti mangi! Quello è un serpente ed ha diritto di mangiare, peggio per
te se non ti sei fatto gli affari tuoi!» e, barcollando andò via.
Piangeva disperato, ormai, Mngucc.
Non rimaneva che attendere l’ultimo verdetto e poi rassegnarsi a farsi mangiare
dal maledetto serpente.
Passò una volpe e il malcapitato boscaiolo
disperato, raccontò a quella la sua disavventura e chiese il suo parere.
La volpe guardò prima l’uno poi l’altro e
rispose che lei non aveva tempo da perdere in chiacchiere pertanto se volevano il
suo parere, che non avrebbe potuto dare
senza aver visto i fatti com’erano andati
veramente, il serpente avrebbe fatto bene
a rimettersi nella posizione in cui era (sotto il masso) quando il boscaiolo lo aveva
liberato ché quello era l’unico modo per
dare un giudizio!
avvenimenti
Mngucc guardò il serpente e il serpente guardò lui, perplesso. La bestia non ci pensava nemmeno a rimettersi
sotto quel pericoloso macigno… «E, allora – ribattè la
volpe – non posso giudicare!»
Il contenzioso, se rimaneva sospeso non avrebbe permesso al serpente di mangiare il taglialegna, perché i
patti erano chiari: l’avrebbe mangiato soltanto se tre
bestie gli avessero dato ragione.
Si sa com’è, a volte la fame non fa ragionare e il serpente pur di consumare quanto prima il suo pasto, accettò
e, borbottando, fece risollevare il sasso a Mngucc e si
ritrovò nella stessa posizione in cui il malcapitato l’aveva trovato.
Non era bello stare in quella posizione e quando il serpente incominciò a chiedere di farlo uscire da lì sotto, la
volpe gli rispose. «Adesso ci sei e restaci, brutto imbecille! E muori per la tua stupidità. E tu – rivolgendosi
al taglialegna – impara che a far bene non fa bene e
ricordati che u serp quann stè c murì la cazzà la capa e
la spccià d’accit, stuodc!»
Fu così che il serpente morì schiacciato dalla pietra
dalla sua stupidità e il taglialegna ebbe salva la vita e
imparò la lezione.
Se vdit nu serp ca ste mor, spcciatl d’accit!
Le massime
del VEGA
Italians: do it better? No.
Siamo sempre stati ammirati all’estero, siamo
stati l’ispirazione per tutto ciò che rappresentava
la bellezza, la grande bellezza. Paolo Sorrentino
ha voluto mostrare una piccolissima parte del nostro immenso patrimonio artistico e culturale, che
oramai è soffocato dalla bramosia di gente senza
scrupoli. Eppure il riconoscimento che il film ha ricevuto ad Hollywood è niente se paragonato a ciò
che ci meriteremmo se custodissimo al meglio ciò
che i nostri padri ci hanno lasciato. L’incuria la fa
da padrone in molti siti archeologici italiani, tesori che all’estero sarebbe luogo di culto mentre in
Italia sono quasi degli ostacoli fastidiosi che intralciano il nostro cammino.
Uno sconfinato forziere contenente arte, natura,
ingegneria, fusa con la più elevata architettura artistica che l’uomo abbia mai prodotto. L’italia sarebbe autosufficiente soltanto gestendo in modo serio
e professionale le sconfinate spiagge, gli straordinari paesaggi collinari e alpini e soprattutto l’entroterra con borghi medioevali, con le città artistiche,
con il turismo enogastronomico. Tutti questi punti
di forza sono pressoché inutilizzati oppure poco
sfruttati. La colpa non è solo della scarsa iniziativa
imprenditoriale, ma soprattutto dell’inesistente rete
coordinatrice di progetti posti in un quadro di programmi più ampio. Un’organizzazione per settori
sarebbe essenziale, ma chi ci governa ha in testa
cose più importanti da pensare… e intanto continuiamo a galleggiar in questo mare di indifferenza
e buoni propositi.
Vincenzo D’Angelo
n. 5 - 15 marzo 2014
37
Lospinuso : “Illegittimità della “Severino”
e livorosi accanimenti: il caso-Franzoso”.
Il Consigliere Regionale PDL-FORZA ITALIA alla Regione Puglia Pietro Lospinuso:
“In occasione della nota vicenda riguardante il Presidente-Berlusconi, molti
costituzionalisti anche di sinistra espressero ampie riserve sulla legittimità
di una legge dall’indubitabile rilievo penale come la “Severino”, che in quanto tale non dovrebbe applicarsi retroattivamente rispetto alla sua entrata in
vigore. Quando poi i suoi effetti (sospensione per 18 mesi) si esplicano in
presenza –come nel caso di amministratori regionali, provinciali e comunalidi una mera sentenza di primo grado, e cioè in vigenza della costituzionale
“presunzione d’innocenza”, la vessatorietà di tale normativa appare ancor
più evidente, tanto più ove si consideri la disparità di trattamento riservata ai
parlamentari, che restano in carica fino a sentenza definitiva.
Di qui la disponibilità ad ogni iniziativa che abbiamo espresso con riferimento
al caso-Amati, dal quale intendiamo partire per liberare la sovranità popolare
da una tagliola che rischia di consegnarla ad un giudizio di fatto inappellabile,
quando il nostro ordinamento ne prescrive tre, peraltro molto spesso in contraddizione tra di loro, prima di rendere definitiva una sentenza.
Dispiace dover constatare invece l’accanimento livoroso con cui l’ex-Sindaco
di Torricella Giuseppe Turco ha inteso sfogare antiche frustrazioni contro l’amico Michele Franzoso, al quale ed alla cui famiglia la comunità torricellese e
non solo pur deve molto, nei cui confronti pare abbia preteso che venissero
addirittura prevaricate le procedure di legge, quasi surrogandosi al Prefetto
competente nel pretendere perfino l’attuazione della norma di cui sopra non
soltanto retroattivamente, ma addirittura da prima che entrasse in vigore.
Tanto più è deplorevole tale accanimento, ove si consideri che l’udienza d’appello del giudizio in questione è fissata al prossimo maggio, quando l’innocenza di Michele Franzoso da un fantomatico “abuso d’ufficio” sarà certamente sancita, e che comunque i termini di prescrizione sono già ampiamente scattati. Anzi, vi mancavano soltanto dieci giorni al momento della prima
sentenza. Ed è tutto dire.”
Per la Segreteria - Tommaso Francavilla
38
eventi
n. 5 - 15 marzo 2014
CI SONO PERSONE CHE NON DIMENTICHEREMO MAI…
.Ci sono persone che non dimenticheremo mai, che dopo
essere entrate in punta di piedi
nella nostra vita, averla arricchita, averci donato amore e positività, essersi messe a nostra
disposizione senza pretendere
nulla in cambio…. con la stessa delicatezza con cui sono
arrivate se ne vanno silenziosamente per farci intendere che
in realtà non ci lasceranno mai.
Questa riflessione non può che
essere la più appropriata per ricordare un caro amico, l’amico
di tutti: il nostro Cosimino.
Vi siete mai chiesti come mai Cosimo, sebbene avesse mille difficoltà, non perdesse
mai l’occasione di regalare un sorriso agli
altri? Noi invece, tutti presi come siamo dai
nostri problemi, pensiamo sempre e soltanto
a noi stessi, senza capire, che se condivise,
le situazioni problematiche possono essere risolte facilmente; forse per il timore che
qualcuno possa giudicarci o addirittura deriderci ci chiudiamo in noi stessi privandoci di
quel senso di leggerezza che solo l’amicizia
vera ci può dare. Basti pensare che circa un
anno fa, quando Cosimo ci ha lasciati, è sta-
to proprio quel sentimento di solidarietà e di coesione che ha animato e
ha riunito diversi componenti dell’associazionismo, delle congreghe, del
mondo del calcio e dell’amministrazione comunale per porgere un ultimo saluto al nostro amico.
Caro Cosimino, grazie per averci
fatto dono della tua amicizia e del
tuo amore, grazie per averci supportato nei momenti difficili, per esserci stato accanto senza pretendere
nulla in cambio, per averci regalato
i tuoi sorrisi… Possa tu essere un esempio per tutti noi.
In ricordo suo e dei momenti
trascorsi insieme, giovedì 27
febbraio è stato organizzato dal
presidente dei LU.MA.GI.GI,
nonché suo GRANDISSIMO
AMICO, Mario Pastore, un
memorial presso il campo
sportivo “Teresa Miani”, dove
Cosimo era di casa. Alla partita di calcetto è succeduta una
messa nella Parrocchia “Cuore
Immacolato di Maria”: significativo è stato il messaggio che i
suoi amici hanno letto alla fine della celebrazione: “OGGI ABBIAMO
RICORDATO L’AMICO COSIMO CHE CI
HA LASCIATO UN GRANDE REGALO,
QUELLO DELL’AMICIZIA. IL DONO
DEL VOLERSI BENE REGNA ANCHE
IN PARADISO DOVE SIAMO SICURI
CHE IL NOSTRO AMICO RIPOSI.
RICORDARE OGGI, NEL MEMORIAL E
IN CHIESA,COSIMO E’ STATO PER NOI
UN ONORE E UN SENTIRLO SEMPRE
TRA NOI.”
PER I LU.MA.GI.GI
DAMIANA DIFONZO
comunicati stampa
Si avvia splendidamente il Campionato di Ginnastica Aerobica e
Fitstep 2014 per la Società Sportiva Signum di Ginosa. Domenica
2 Marzo la Signum partecipa, come oramai da diversi anni, alla
tappa Regionale del Campionato di Ginnastica Aerobica e Fitstep a
Francavilla Fontana. Le allieve e gli allievi sono saliti per tre volte sul
podio per celebrare due magnifici primi posti e un secondo.
Primi in classifica nella disciplina Fitstep e primi nell’Aerobica gli atleti:
Sara Ingellis, Alessandra Mongelli, Serena Panico, Cosimo Ricciardi,
Giorgia Semeraro, Vito Traetta.
Secondo posto nella disciplina Fitstep per le atlete: Giuliana Galante,
Donatella Lombardi, Veronica Palmieri, Laudiana Ramicone,
Marialetizia Traetta.
Le atlete hanno sperimentato quanta dedizione e quanto impegno
sono necessari per ottenere grandi risultati.
Sulla pedana di gara si sono confrontati con atleti della loro età e
atleti di altre categorie e di certo hanno saputo distinguersi per la loro
musicalità, coordinazione, tecnica e precisione.
Hanno saputo evidenziare una caratteristica fondamentale di un
esercizio di aerobica, la “PARTNER SHIP” che è la capacità di
dimostrare nella routine affiatamento, carisma e intesa. Le ore in
palestra insieme e gli anni di condivisione di questa affascinante
disciplina ha saputo creare uno spirito di gruppo forte e competitivo,
ma sano e leale.
n. 5 - 15 marzo 2014
39
…GRANDE SIGNUM!
Tutto ciò è motivo di orgoglio per la loro insegnante Giuliana
Sannelli e deve esserlo per le loro famiglie che stanno vedendo
crescere i loro figli guidati dai valori dello sport che sono i
valori della vita quotidiana: impegno, sacrificio, correttezza,
precisione, rispetto.
Mai come oggi, dopo anni di lavoro insieme si raccolgono i frutti
del loro costante impegno. A fronte di tutto ciò gli atleti ginosini
hanno ammirato il momento dell’esibizione di un atleta della
Società Sportiva Francavilla, Riccardo Pentassuglia di anni 20
categoria Senior che ha vinto lo scorso ottobre 2013 la medaglia
d’oro per la Ginnastica Aerobica ai Campionati Europei in
Francia. La sua routine ha paralizzato l’intero palazzetto dello
sport. Spettatori, atleti, giudici di gara erano incantati da quella
esibizione spettacolare fatta di elementi acrobatici, di forza e di
coordinazione straordinari.
I nostri ginnasti hanno concluso la loro gara con grande
soddisfazione per i risultati e soprattutto con il desiderio di
andare avanti e migliorarsi ancora.
Rosamaria Busto
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attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
PRIMA CATEGORIA / Decimo successo stagionale e zona play-off sempre vicina
Ginosa, vittoria in rimonta sul Latiano
Due volte in svantaggio, i biancazzurri ribaltano il risultato contro un ostico Latiano, grazie
alle reti di Lovecchio, Collocolo e Picci e conquistano tre punti importanti in chiave play-off.
Vittoria in rimonta per il Ginosa che, due
volte in svantaggio, riesce a recuperare e
conquistare tre punti utili in chiave playoff. I biancazzurri hanno dovuto sfoggiare
una prestazione sopra le righe per avere
ragione di un modesto Latiano che, con
soli due tiri in porta, ha chiuso in vantaggio
la prima frazione. Gara dominata dai
padroni di casa che nel primo tempo hanno
accusato qualche sbavatura in difesa.
Partenza convincente dei biancazzurri che
al 3’ vanno vicini al vantaggio con Fusco,
la cui punizione dal limite accarezza il
palo alla destra di La Marina. Al primo
affondo il Latiano passa: corre l’8’ quando
sugli sviluppi di un calcio piazzato dall’out
sinistro, Vendetta svetta in area anticipando
Larocca in uscita e depositando la sfera nel
sacco. La reazione ginosina è immediata
ed al 10’ Lovecchio, con un tocco liftato
sottomisura, chiama La Marina ad un
intervento prodigioso in angolo. Il Ginosa
preme ed al 18’ trova il pari grazie a
Lovecchio che, appena dentro l’area,
fulmina l’estremo difensore brindisino con
un destro secco e preciso. Al 38’ ancora
Lovecchio in evidenza il quale, ben servito
da Picci, scaglia dal limite un gran tiro
Gennaro Pagone
che sorvola di poco la traversa. Altra
nitida palla-gol per il Ginosa al 42’ con
Maggi che, ben servito in profondità,
supera il portiere in uscita con un
tocco a scavalcare ma, nei pressi della
linea di porta, viene contrastato da un
difensore e l’azione sfuma. Nell’occasione il
numero undici biancazzurro si infortuna ed
è costretto ad abbandonare il campo. Nei
minuti di recupero i padroni di casa hanno un
leggero black-out e gli ospiti ne approfittano
per riportarsi in vantaggio: D’Errico raccoglie
un cross invitante dalla destra ed incorna
sottomisura infilando la sfera nell’angolo
opposto alla sinistra di un sorpreso Larocca.
Nella ripresa si assiste ad un monologo
ginosino sin dalle prime battute e la voglia
di riscatto viene premiata. Passano cinque
minuti ed il Ginosa ristabilisce la parità grazie a
Collocolo abile a raccogliere un invitante cross
dalla destra e trafiggere La Marina con un
preciso colpo di testa. I biancazzurri insistono
ed al 15’ completano la rimonta con una bella
azione manovrata che vede Lovecchio servire
in area per l’accorrente Picci il quale, come un
falco, anticipa tutti e deposita in rete: 3-2. Da qui
in avanti il Ginosa controlla con ordine la gara
ed agisce di rimessa cercando di arrotondare
il risultato. Solo nei minuti finali i padroni di
casa soffrono un po’ il ritorno degli ospiti, ma
fanno buona guardia in difesa ed incasellano il
decimo successo stagionale.
Tabellino della gara (Ginosa-Latias 3-2)
GINOSA: Larocca, Bozza, Orfino, De Bellis,
Fusco, Delfino (4’ st Buttiglione), Collocolo,
D’Onofrio, Picci, Lovecchio (19’ st Pagone),
Maggi (1’ st Peluso). A disp.: Guarino, Novario,
Mastrovito, Castellano. All. Pizzulli
LATIAS: La Marina, Di Potenza, Denitto (28’
st D’Aversa), Nuzzo, Morleo, Summa, Solazzo,
Nannavecchia, Vendetta, Errico, D’Errico.
A disp.: Sergi, Cavaliere, Librale, Manzo,
Esposito. All. Trisolino (Dirig. Accomp.)
ARBITRO: Bucci di Molfetta.
RETI: pt 8’ Vendetta (L), 18’ Lovecchio (G), 46’
D’Errico (L); st 5’ Collocolo (G), 15’ Picci (G).
NOTE: Ammoniti Fusco, Lovecchio e Peluso
(G), Summa e Vendetta (L).
Domenico Ranaldo
([email protected] - www.asginosa.it)
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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PRIMA CATEGORIA / Espugnato il “Casalini” con un netto 3-1 ed una prova convincente
Ginosa, blitz a San Marzano:
-1 dalla zona play-off
Prestazione maiuscola dei biancazzurri (privi di Fusco, Lovecchio e Maggi) che sbancano San Marzano
con tre reti di pregevole fattura e balzano al sesto posto in classifica, ad una sola lunghezza dalla zona
play-off. Ancora a segno il “bomber” Picci che sale a quota 9 nella classifica marcatori. Domenica scontro
diretto da brividi a Brindisi contro il Real Paradiso (si gioca alle 11,00), con l’intento di portare a casa un
risultato positivo per restare in scia della zona play-off.
Il Ginosa espugna San
Marzano con una prova
convincente e risale in
classifica al sesto posto,
ad una sola lunghezza
dalla zona play-off. Gara
combattuta e divertente
che ha visto prevalere il
tasso tecnico maggiore
degli ospiti, nonostante
le assenze di Fusco,
Lovecchio e Maggi. Prima
frazione
emozionante
con i biancazzurri più
intraprendenti. Pronti via
ed al 1’ il Ginosa passa
in vantaggio con Presicci
che riprende una corta
respinta della difesa
locale sugli sviluppi di
una punizione calciata
da D’Onofrio e, con un
destro fulmineo, trafigge
D’Amicis. La risposta
dei padroni di casa è
immediata ed al 3’ il San
Marzano perviene al
pareggio con Di Napoli
il quale, dal limite,
scaglia
un
fendente
RISULTATI E CLASSIFICA
Prima Categoria Pugliese - Girone B
Risultati 22° giornata – 09/03/2014
SAN MARZANO
-
GINOSA
1 - 3
FASANO
-
CASTELLANA
4 - 0
REAL SAN GIORGIO
-
PEZZE
2 - 0
POLIMNIA CALCIO
-
UNITED MOTTOLA
3 - 0
SIBILLANO 1950 BARI
-
PALAGIANO
2 - 4
MARUGGIO / PALAGIANELLO
-
DELFINI ROSSO BLU
3 - 0
LATIAS
-
NORBA CONVERSANO
0 - 1
CARBONARA
-
REAL P. BRINDISI
1 - 2
Classifica
SQUADRA
V N P
GF GS DR
60 22 20 0
2
59
11
48
POLIMNIA CALCIO
54 22 17 3
2
43
10
33
REAL SAN GIORGIO
52 22 16 4
2
45
22
23
REAL P. BRINDISI
41 22 13 2
7
36
30
6
NORBA CONVERSANO
40 22 12 4
6
40
23
17
GINOSA
39 22 11 6
5
37
23
14
PEZZE
38 22 10 8
4
37
18
19
CASTELLANA
26 22
7
5 10 33
41
-8
DELFINI ROSSO BLU
24 22
6
6 10 27
39
-12
-15
PALAGIANO
24 22
7
3 12 27
42
SAN MARZANO
21 22
5
6 11 32
36
-4
CARBONARA
20 22
6
2 14 20
50
-30
UNITED MOTTOLA
18 22
5
3 14 28
41
-13
SIBILLANO 1950 BARI
18 22
6
0 16 28
45
-17
LATIAS
13 22
3
4 15 24
43
-19
MARUGGIO / PALAGIANELLO
10 22
2
4 16 19
61
-42
PROSSIMO TURNO (16/03/2014 ore 15,00)
PALAGIANO - REAL SAN GIORGIO
CASTELLANA - SIBILLANO 1950 BARI
DELFINI ROSSO BLU - POLIMNIA CALCIO
CARBONARA - FASANO
NORBA CONVERSANO - SAN MARZANO
PEZZE - MARUGGIO / PALAGIANELLO
REAL P. BRINDISI - GINOSA (ore 11,00)
UNITED MOTTOLA - LATIAS
PT G
FASANO
che sorprende Di Anna.
I biancazzurri ripartono
a testa bassa ed al 13’ si
riportano nuovamente in
vantaggio con un’azione
caparbia di Peluso che,
imbeccato sulla fascia
destra, si libera con
eleganza di due difensori e,
con un diagonale preciso,
infila D’Amicis sul palo
opposto. Al 24’ Abatemattei
ci prova su calcio piazzato
dai venti metri trovando
un attento Di Anna che
respinge con bravura.
Gli
ospiti
controllano
con ordine ed agiscono
di
rimessa
sfruttando
l’esperienza di Picci e la
velocità di Peluso. Proprio
Peluso, al 42’ scatta in
velocità sulla fascia destra
ed entrato in area, sulla
linea di fondo, viene steso
dal proprio marcatore
inducendo il Sig. Carella
(buona la sua direzione) ad
assegnare il penalty: dal
dischetto, D’Onofrio angola
troppo fallendo una grande
opportunità per mettere una
seria ipoteca sul risultato.
La ripresa vede un San
Marzano volenteroso ma
poco incisivo ed un Ginosa
propositivo ad agire di
rimessa. Al 4’ Di Napoli
impegna severamente Di
Anna con una conclusione
velenosa dal limite, mentre
al 7’ risponde Peluso con
una staffilata dal limite che sorvola di poco
la traversa. Biancazzurri ancora pericolosi
al 10’ con una bella azione manovrata che
vede Collocolo servire in area Picci il quale,
da buona posizione, calcia di poco a lato.
Il Ginosa è pungente in avanti ed al 33’
Novario conclude da distanza ravvicinata
chiamando D’Amicis ad un intervento
prodigioso in angolo. Al 43’ gli ospiti calano il
tris e chiudono il match: Picci, ben servito da
Novario, calcia improvvisamente dal limite
infilando la sfera nell’angolo alla sinistra
dell’estremo difensore locale. Domenica il
Ginosa è atteso da una trasferta insidiosa,
in mattinata (ore 11,00), nello scontro diretto
con il Real Paradiso Brindisi, con l’intento di
portare a casa un risultato positivo in chiave
play-off.
Tabellino della gara (San MarzanoGinosa 1-3)
SAN MARZANO: D’Amicis, Teodoro C.,
Cicorella, Caputo, Perelli (23’ st Teodoro
M.), Laterza, Deroma, Abatemattei,
Latagliata, Di Napoli, Vecchio (47’ st De
Padova). A disp.: Russo, Costantino, Mega.
All. Valente
GINOSA: Di Anna, Bozza (1’ st Castellano),
Orfino, Buttiglione, De Bellis, Pagone (18’
st Novario), Presicci, Collocolo, Picci,
D’Onofrio, Peluso (29’ st Mastrovito). A
disp.: Larocca, Delfino, Dragone, Guarino.
All. Pizzulli
ARBITRO: Carella di Bari.
RETI: pt 1’ Presicci (G), 3’ Di Napoli (SM),
13’ Peluso (G); st 43’ Picci (G).
NOTE: Ammoniti Teodoro C., Caputo,
Laterza, Abatemattei, Vecchio e Perelli
(SM), Buttiglione (G). Espulso al 29’ st
Laterza per somma di ammonizioni. Al 42’
pt D’Onofrio (G) fallisce un calcio di rigore.
Domenico Ranaldo
([email protected] - www.asginosa.it)
42
n. 5 - 15 marzo 2014
avvenimenti sportivi
INTERVISTA A MR RUSSO:
“Il progetto Parma Club proseguirà”
La stagione è terminata con un terzo posto in classifica e con la bella
vittoria sul Torricella. Analizziamo il
campionato con Mister Russo che
ci parla del premio disciplina ottenuto dal Parma Club, del futuro del
progetto e della possibile fase primaverile. Mister, un terzo posto finale in
campionato. Come lo reputa?
“Come Società non abbiamo mai
espresso le nostre ambizioni di
classifica perche’ i nostri obiettivi
erano ben altri, e cioè quelli di formare un gruppo di ragazzi prettamente di Ginosa, e dare seguito a
tutti gli allievi che arrivano all’ultimo anno di scuola calcio” All’interno del team,ci sono state alcune sorprese in termini di
prestazioni? “Parlare del singolo non serve a niente, diciamo che
questo e’ stato l’anno per porre le basi per un futuro più roseo. Non
è stato per nulla facile poiché ci sono stati ragazzi che tornavano a
giocare dopo tre anni di “esilio” (tra calcio a 5 e partitelle tra amici).
Non dimentichiamoci che a livello di età media, noi eravamo i più
giovani in assoluto, e per farti un esempio, noi schieravamo sempre
tre over e otto under, le altre squadre schieravano gli under quasi
sempre al limite. E aggiungo che sono stato l’unico a far esordire tre
ragazzi degli allievi.” La partita più bella? Quella più brutta? “La partita più bella come
gioco, è stata la prima del campionato, dove perdemmo immeritatamente con lo Statte per 2-1. Quella più brutta, sempre con lo Statte
in trasferta, dove perdemmo 5-0
senza mai scendere in campo.
Permettimi di dire che le partite
più belle, sono state quelle vinte
con otto under in campo, contro i
tre degli avversari.” Qualche giorno fa, un bel premio per la Società. Di cosa si
tratta? “Abbiamo ricevuto il riconoscimento di squadra disciplina.
Sono contentissimo per questo
riconoscimento, in quanto, grazie
alle mie espulsioni spesso ingenue, ho rischiato di far saltare il
tutto. Questo premio, comunque,
è merito di tutto il gruppo, soprat-
tutto dei più giovani.”
Come proseguirà la stagione? “Siamo in attesa di comunicazioni della Federazione. Dovrebbe esserci una fase primaverile,
e in virtù di questa possibilità, continueremo ad allenarci, seppur
non in maniera continua, per arrivare pronti all’avvenimento.”
Per il prossimo anno cosa bolle in pentola? “L’intenzione
dell’intera Società è di proseguire il progetto. Probabilmente faremo domanda di ripescaggio in seconda categoria, per permettere
al team di misurarsi in un campionato più corposo e degno di
essere chiamato tale. Se dovessimo ripetere la terza categoria,
speriamo che non sia un torneo come quello di quest’anno.”
Vuole ringraziare qualcuno?”Vorrei ringraziare tutto lo staff tecnico e societario per l’impegno profuso durante la stagione.”
Baldassarre (Baldo) D’Angelo
INTERVISTA A GENNARO PAGONE:
100 PRESENZE CON IL GINOSA
Nel calcio moderno, sono pochi i calciatori attaccati alla maglia e
vogliosi di difenderne i colori sociali con orgoglio. Fortunatamente,
Gennaro Pagone, è uno dei ragazzi che è fiero di sudare e correre
per la squadra del proprio paese. Nell’intervista parleremo delle 100
presenze, delle gare che ricorda maggiormente, della stagione in corso, e del futuro.
Gennaro Pagone, domenica 2 febbraio
un traguardo storico, 100 presenze con il
Ginosa. Cosa hai provato? “Raggiungere la centesima presenza è un
traguardo per me molto importante, sono orgoglioso di questo. Sin da piccolo seguivo le partite del Ginosa e
desideravo indossare quella maglia, i colori del mio paese. Una
passione che mi è stata trasmessa da mio padre, grande tifoso, che ringrazio per essermi sempre accanto. Ringrazio anche
il mister Pizzulli, per la fiducia che ha avuto in me in questi anni
e per avermi schierato, appunto, 100 volte. Il giorno della centesima presenza è stato particolare rispetto agli altri sicuramente.
Ripensai alla prima presenza, un derby di coppa Puglia contro il
Laterza di circa 5 anni fa. Desideravo, comunque, solo la vittoria,
e così è stato, 3-2 sul Latiano.”
Di queste gare, quale ricordi con particolare piacere, e quale
vorresti dimenticare?
“La gara che ricordo con piacere è Ginosa-Bitonto di due anni fa,
la prima sul manto erboso del nuovo “Teresa Miani”, il pubblico
delle grandi occasioni, ed io che siglo il gol dell’1-0. La partita
finì 3-0 e centrammo i play-off, tutto perfetto. La gara che invece
vorrei dimenticare, è Ginosa-Paolo VI di 5 anni fa, perchè, a fine
gara, mi resi protagonista di un brutto gesto di reazione ai danni
di un avversario. E’ un’azione di cui mi pento ancora adesso.”
I playoff sono ancora possibili?
“Quest’anno siamo partiti bene, poi un calo verso la metà del
girone di andata ha complicato un pò le cose. Ora siamo lì a -2
punti dai playoff, quindi crederci è obbligatorio.”
Dove giocherai il prossimo anno?
“Per l’anno prossimo spero di riguadagnarmi la conferma in questa squadra e di indossare ancora questa maglia, tutto dipende
da me e dalle mie prestazioni, ho ancora tanto da imparare e
spero di farlo ancora qui Ginosa”
Baldassarre (Baldo) D’Angelo
attualità
n. 5 - 15 marzo 2014
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