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Il progetto pilota “Cani in Gabbia” Si tratta di un progetto sperimentato presso la Casa di Custodia Attenuata di Castelfranco Emilia, sperimentazione che, iniziata nell’ottobre del 2008 si è conclusa nel mese di marzo 2009. Il progetto ha visto la partecipazione di quattro detenuti tossicodipendenti ed è stato realizzato da due operatori pet partner, uno dei quali con competenze nell’ambito dell’addestramento cinofilo. Per tutto il periodo di realizzazione del progetto si sono tenuti due incontri settimanali con gli utenti, per un totale di sei ore la settimana. Una prima fase del progetto è stata realizzata in aula con l’obiettivo di fornire ai detenuti nozioni fondamentali circa gli aspetti gestionali e comportamentali dei cani. Questa parte dell’attività ha consentito di entrare in relazione diretta, senza la mediazione dell’animale, con gli utenti e di fornire loro un substrato teorico indispensabile per l’implementazione delle attività successive. I detenuti hanno dimostrato, in questa prima fase, buoni livelli di attenzione, interesse per quanto proposto ed una disponibilità a mettersi in gioco soprattutto nel corso delle attività di simulazione. La seconda fase del progetto è stata caratterizzata dall’inserimento di quattro cani, uno per detenuto coinvolto, presso la struttura carceraria. La permanenza in forma residenziale degli animali ha richiesto un impegno significativo e lo sviluppo di competenze sul versante gestionale da parte degli utenti stessi. Al fine di responsabilizzare maggiormente i detenuti nel ruolo di “padroni affidatari” è stata data loro la possibilità di scegliere il cane di cui occuparsi e, al fine di rafforzare simbolicamente un legame, è stato chiesto loro di attribuire un nome al “proprio” animale. Grande attenzione è stata posta dagli operatori nel fornire ai destinatari del progetto le nozioni fondamentali sul versante gestionale degli animali soprattutto per quanto relativo all’ alimentazione e alla pulizia. A tale scopo è stata preparata, in condivisone con l’istituzione detentiva, una tabella oraria giornaliera nella quale venivano, al contempo, sintetizzate e scandite le attività da realizzarsi regolarmente. L’obiettivo consisteva, in relazione alla tipologia dell’utenza, nella responsabilizzazione e nell’acquisizione di regole. Tenuto conto che, soprattutto in una prima fase di realizzazione del progetto, non si era in grado di prevedere la tenuta degli utenti sugli aspetti gestionali, è stata chiesta la collaborazione di due volontari di un’associazione animalista del territorio che, recandosi in carcere durante il fine settimana, avevano la possibilità di verificare il benessere degli animali e di sostenere/indirizzare gli utenti nelle loro attività. I quattro utenti coinvolti hanno dimostrato di possedere buone competenze sul versante gestionale e sono, col tempo, divenuti particolarmente attenti e sensibili ai bisogni manifestati dal cane loro affidato. Hanno dimostrato, in questo contesto sperimentale, di essere in grado di rispettare regole di base e buone capacità organizzative che hanno permesso loro di garantire sempre un’adeguata gestione degli animali. Accanto alle attività gestionali, il progetto prevedeva che i detenuti coinvolti impartissero ai cani alcuni elementi di educazione, con l’affiancamento degli operatori pet partner, condizione ritenuta indispensabile al fine di favorire l’eventuale futuro coinvolgimento degli animali in progetti di Educazione Assistita con gli animali (EAA) e Attività Assistite con gli Animali (AAA). Il prerequisito indispensabile per l’addestramento/educazione dei cani consiste nella relazione che si viene ad instaurare tra l’animale ed il conduttore; relazione che deve essere adeguata sia sul versante normativo che affettivo. Nonostante alcune difficoltà iniziali, gli utenti sono stati in grado di stabilire un rapporto adeguato con l’animale e, seguendo le indicazioni degli operatori, sono riusciti ad impartire un’educazione di base ai cani loro affidati, favorendone al contempo la prosocialità e, di conseguenza, il possibile impiego in EAA e AAA. Per alcuni degli utenti il rapporto con l’animale ha assunto un ruolo rilevante sul versante del benessere emotivo in virtù delle conferme di ordine affettivo che provengono dall’animale. Tutti i ragazzi sono riusciti col tempo a dimostrare affettività nei confronti del cane, ad uscire da logiche autoreferenziali e a gestire con maggiore proprietà le proprie emozioni, soprattutto se connotate negativamente. L’attività di addestramento, caratterizzata dall’acquisizione di competenze e dalla sperimentazione delle stesse, ha determinato effetti beneficiali sull’autostima degli utenti che apparivano appagati e positivamente motivati nel momento in cui il cane eseguiva quanto da loro impartito. In generale, il progetto ha permesso ai ragazzi di sperimentare attività nuove e diverse rispetto a quelle abitualmente svolte all’interno della Casa di Custodia; la possibilità di spendersi in tale attività ha consentito loro di ritagliarsi un contesto percepito come “altro” rispetto alla realtà carceraria con manifesti effetti beneficiali sulla riduzione delle frustrazioni. La presenza degli animali, col loro ruolo di medium/facilitatori della relazione interpersonale, ha avuto effetti positivi sulla relazione che progressivamente si è venuta creando tra gli utenti e gli operatori impegnati nel progetto. Il lavorare insieme ha dato la possibilità ai ragazzi di fidarsi ed affidarsi agli operatori identificandoli, spesso, come punti di riferimento educativo al di la del progetto specifico. Per finire, tenuto conto che le attività sono state svolte prevalentemente in gruppo si sono avuti effetti rilevanti in termini di sviluppo di attività sinergiche e di collaborazione. Oltre ai sopraccitati macroscopici effetti beneficiali del progetto, da poco concluso, sarebbe possibile riportare gli esiti positivi ottenuti per ogni singolo utente in base alle peculiari caratteristiche di personalità. Il dato più significativo che si ritiene opportuno riportare, attestante l’adesione al progetto da parte dei detenuti ed il riconoscimento da parte loro degli effetti positivi dello stesso, consiste nel fatto che alle attività nessuno degli utenti è mai stato assente. Si ritiene importante sottolineare come uno dei cani che ha preso parte al progetto sperimentale, Zoe, una Nova Scotia Duck Tolling Retriver di tre anni, è attualmente impiegata in progetti di Educazione Assistita con gli animali presso la Fattoria Didattica delle Rose di Marzaglia, Modena.