Storia della contraccezione. Dalle ricette delle comari alla pillola, i

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Storia della contraccezione. Dalle ricette delle comari alla pillola, i
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Storia della contraccezione.
Dalle ricette delle comari alla pillola, i giovani hanno sempre dato prova di una immaginazione
incredibile nel campo della contraccezione che pone due grandi interrogativi: uno demografico
l’altro di separare il piacere sessuale dalla riproduzione.
Le ricette sono numerose, ma spesso poco efficaci e qualsiasi procedimento è stato in passato
utilizzato fino alla formazione del feto, cioè al terzo mese, era considerato dai medici dell’antichità
come “contraccezione”.
Cosa facevano le donne nell’antichità?
La contraccezione locale femminile comprende un’infinità di soluzioni, alcune decisamente curiose:
le più antiche datano 1.850 a. C., erano scritte su di un papiro egiziano e prevedevano miscugli a
base di escrementi di coccodrillo o di miele da introdurre nella vagina.......
In India ed in Africa si preferivano invece gli escrementi di elefante, animale famoso per la sua
potenza!
Tra le donne greche si usava evitare le gravidanze indesiderate spennellando la parte dell’utero sulla
quale cade il seme con olio di cedro, o con un unguento al piombo o all’incenso mescolato all’olio
di oliva.
Plinio il Vecchio (50 a. C.) consigliava di “frizionare i reni della donna con sangue proveniente
dalle zecche del toro selvaggio nero, in modo che ella provasse una vera avversione per rapporto
sessuale”.
Non ci sono limiti alla fantasia umana.
Fino a che punto si arrivava?
♦ I metodi anticoncezionali dell’antichità mettevano spesso a repentaglio la vita di madre e figlio.
In Cina ed in India, paesi nei quali era fondamentale avere una discendenza maschile, si arrivava
perfino a praticare l’infanticidio.
Anche l’aborto ha remote origini nell’antichità.
Le tecniche utilizzate, spesso pericolose, erano numerose: per assunzione orale di sostanze diverse
per introduzione vaginale di tamponi o anelli, o per manovre varie intra-uterine.
♦ Per Ippocrate (430-377 a. C.), famoso medico greco, i primi giorni che seguono la
contraccezione corrispondono alla ritenzione del liquido seminale dell’uomo nel corpo della
donna.
Fare uscire questo liquido non è ancora abortire..........
♦ Egli racconta così la sua tecnica: “presso una donna di mia conoscenza, una prostituta che non
poteva permettersi di mettere al mondo un figlio, le ordinai di saltare in modo che i talloni
toccassero i glutei. Aveva giusto saltato la settima volta, che il seme dell’uomo cadde a terra....”.
Prevenire era costoso?
♦ Alcuni tra i metodi più originali per evitare il concepimento vanno attribuiti al più famoso
conquistatore della storia: Casanova.
E non è difficile capirlo il perché........
♦ La tecnica più curiosa, e più costosa, consisteva nel fare introdurre alle sue amanti in fondo alla
vagina una biglia d’oro, prima del rapporto.
Questa biglia, fabbricata da un orafo svizzero, pesava 60 grammi, aveva un diametro di 18
millimetri e costava una cifra esorbitante.
Ma è anche vero che Casanova ha potuto ammortizzare la spesa, poiché non ne aveva che una che
gli è servita per 15 anni.
♦ Va sottolineato però che nelle sue memorie non si parla mai dello stato di salute delle sue
amanti........
Come si è arrivati ai metodi moderni?
♦ Dal 1.700 in poi non si parla più di intrugli miracolosi, ma si cominciano a sperimentare metodi
che anticipano quelli moderni.
Il primo, utilizzato in Europa nel XVIII° secolo, si serviva di spugne.
Una spugna veniva imbevuta di acqua, con l’aggiunta di qualche goccia di cognac, quindi la si
inseriva nella vagina, come per otturarla.
Anche se il liquido seminale fosse penetrato attraverso i pori nella spugna, unito al cognac avrebbe
perso il suo potere e la sua natura.
Uno spermicida curioso, ma efficace!
Il primo diaframma compare di nuovo con Casanova, il grande esperto di metodi anticoncezionali.
Mezzo limone, privato il più possibile del succo, veniva inserito come diaframma nella vagina.
Sapete perché funzionava? Perché nella buccia del limone contiene uno spermicida naturale: l’acido
citrico.
Nel 1.800 un medico tedesco cominciò a parlare invece del diaframma vero e proprio, fatto di
gomma e posizionato nel collo dell’utero.
Ma nessuno gli diede retta e bisognò aspettare la fine del secolo per vedere comparire i primi
diaframmi moderni.
♦ L’apparizione dei dispositivi intra-uterini nei metodi contraccettivi data solo l’inizio del 1.900.
Perché?
La risposta è semplice: è decisamente più facile inserire un dispositivo nella vagina, mentre
all’interno dell’utero è necessario l’intervento di un medico specializzato: il ginecologo.
♦ E con l’avvento del ginecologo arriva anche la pillola, oggi a bassissimo contenuto di ormoni,
quindi molto tollerata.
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Quando è nato il preservativo?
♦ Finora abbiamo parlato solo dei metodi anticoncezionali per la donna.
E l’uomo?
Anche il preservativo ha origine nell’antichità, fabbricato a partire dall’intestino degli animali:
montone, capra, agnello........
♦ Per l’invenzione dei preservativi in gomma si deve aspettare invece la metà del 1.800, grazie
all’americano Goodyear: non solo pneumatici, quindi!
Ma il primo vero preservativo deve la sua comparsa al dottor Condom, medico alla corte di Carlo
II° d’Inghilterra.
Il re era stufo di mettere al mondo figli illegittimi e chiese al suo dottore di trovare una soluzione.
♦ Condom la trovò, e fu nominato cavaliere......Ma sapeva che la sua invenzione sarebbe stata
quasi 400 anni dopo, il metodo anticoncezionale più diffuso?
Il metodo più antico.
♦ Il coito interrotto è il metodo anticoncezionale più antico e più diffuso dal mondo.
La Bibbia già ne parlava, mentre questa pratica si ritrova in Africa, Oceania, tra gli Arabi con il
termine di “azi” e nelle memorie di Casanova datate XVIII° secolo.........
Il metodo più naturale.
♦ E’ sempre stato uno dei metodi anticoncezionali più praticato, ed è ancora in voga: il metodo
Ogino-Knaus, basato sul calcolo del periodo di fecondità, comporta rischi molto elevati, dal 14 al
38%, ma non è un metodo sbagliato.
Il periodo di ovulazione della donna, periodo fertile, da dal 12° al 17° giorno dopo l’inizio delle
ultime mestruazioni: ovviamente, in caso di ciclo irregolare (soprattutto durante l’adolescenza, in
pre-menopausa ed in periodi di forte stress e di affaticamento) è rischioso affidarsi a calcoli così
rigidi.......................
Il diaframma.
♦ Se un tempo si utilizzava il mezzo limone, il diaframma moderno è tutta un’altra cosa.
Si tratta di un piccolo disco in lattice che si applica in fondo alla vagina, per impedire agli
spermatozoi di raggiungere l’utero.
♦ Il metodo è piuttosto sicuro, purché sia accompagnato dall’utilizzo di spermicidi, che si
presentano sotto forma di ovuli, creme o spugnette da introdurre nella vagina.
Gli spermicidi presentano un grado di protezione che può arrivare fino al 98%; vanno utilizzati
almeno dieci minuti prima del rapporto e hanno un costo relativamente elevato, ma garantiscono
una sicurezza da 4 a 12 ore e sono antiallergici.
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Il futuro: la pillola per l’uomo!
♦ Se ne parla da anni, ma per ora non c’è ancora nulla di concreto all’orizzonte!
Forse perché, neutralizzando gli spermatozoi, si darebbe un duro colpo alla virilità di alcuni
uomini............
♦ Comunque, la ricerca sta andando avanti, anche se con molte difficoltà.
Il gossypol ad esempio, sperimentato tempo fa presso i cinesi per diminuire il numero di
spermatozoi e presentato come l’ingrediente miracoloso del “pillolo", si è rivelato tossico per il
fegato.
♦ Quanto fermare la secrezione di gonadostimoline, è ancora peggio: si finirebbe per impedire il
desiderio e l’erezione!
♦ Insomma, la pillola per l’uomo si farà ancora aspettare.
In effetti, è molto più facile regolare un ciclo di 28 giorni della donna o intervenire localmente con
il preservativo, la spirale o il diaframma, che decidere quando dare una pillola all’uomo, nel
quale la fabbricazione di spermatozoi si estende per 3 mesi, ma non si sa quando incominci!
Il lavoro di ricerca dell’API è stato estratto da più documenti (AIED, AIDE, SIDA dell’OMS, da
materiale dei consultori, da riviste della salute, ecc.) e che si ringraziano gli stessi autori.
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