La contraccezione

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La contraccezione
LA CONTRACCEZIONE
Cos’è la contraccezione
Contraccezione significa usare dei sistemi che impediscono il concepimento. L’uso delle
contraccezione è molto antico, e già in testi egizi e babilonesi si trovano descrizioni di sistemi per
impedire una gravidanza.
Tuttavia, è solo nel XX secolo, di pari passo ai progressi della medicina, che la contraccezione si
arricchisce veramente di metodi efficaci e non dannosi, influendo grandemente in questo modo
anche sul costume e sull’immagine e il ruolo della donna nella società.
Il contraccettivo ideale dovrebbe essere sicuro, privo di effetti dannosi, di comodo impiego,
psicologicamente e eticamente ben accetto, e con un costo basso, dato che deve essere utilizzato per
molti anni. Questi requisiti non sempre si realizzano tutti insieme, per lo meno non in tutte le donne,
e questo spiega perché non esista un unico contraccettivo ma una gamma di sistemi. La scelta del
metodo deve essere personalizzata, a fronte di una corretta informazione, soppesando ciascuno di
questi aspetti.
Secondo una ricerca del 1990, le donne italiane in età fertile usavano i seguenti sistemi:
Nessuno
15,5%
Coito interrotto
21,5%
Profilattico
23,7%
Pillola
10,7%
Spirale
10,8%
Ogino-Knaus
12,5%
Altri (diaframma, Billings,
5,3%
sterilizzazione, ecc.)
Negli ultimi 10 anni l’uso della pillola è circa raddoppiato, attestandosi attualmente a circa il 20%.
Come si misura l’efficacia di un contraccettivo
L’efficacia di un contraccettivo viene misurata tramite un numero detto “indice di Pearl”, cioè il
numero di gravidanze che si verifica in 100 donne che usano quel metodo per un anno. Più basso è
l’indice di Pearl, e più efficace è il metodo contraccettivo.
L’indice di Pearl dei contraccettivi più sicuri è il seguente:
Pillola combinata
0,1-1,0
Minipillola
1,0-3,0
Iniezioni trimestrali
0,1-1,2
Spirale
1,0-2,0
Diaframma
1,0-5,5
Profilattico
4,0-5,5
Sterilizzazione maschile
0,02
Sterilizzazione femminile
0,13
Metodi naturali
2,8
Allattamento
2,0
(vedi “Contraccezione
durante l’allattamento”)
I vari metodi contraccettivi
Coito interrotto
L’uomo ritrae il pene dalla vagina prima di eiaculare, e l’eiaculazione avviene all’esterno. Come
abbiamo visto, si tratta di uno dei metodi più praticati in Italia. E’ difficile calcolare il suo indice di
Pearl, perché la maggior parte degli insuccessi è causata da scorretta esecuzione: l’uomo non fa a
tempo ad uscire. Perciò ci sono coppie che usano questo metodo per anni senza alcun “incidente”, e
altre in cui si rivela totalmente inaffidabile.
Non è ancora chiaro se il liquido preeiaculatorio, cioè il liquido lubrificante secreto dal pene prima
dell’eiaculazione, abbia capacità fecondante o meno. In esso possono essere contenuti degli
spermatozoi, ma essendo in numero ridotto è improbabile (ma forse non impossibile) che siano in
grado di determinare una gravidanza. E’ ipotizzabile quindi che una parte degli insuccessi del
metodo sia causata da questi spermatozoi “in avanscoperta”.
Questo metodo è indubbiamente comodo e poco costoso, ma la sua sicurezza è bassa. Inoltre,
potrebbe influire negativamente sul piacere sessuale, sia nell’uomo che nella donna, tanto che
Freud, all’inizio del ‘900, lo considerava il maggiore responsabile dei disturbi “nervosi” femminili.
Metodi naturali
Si tratta di metodi che con vari sistemi individuano i giorni corrispondenti alla “finestra fertile” :
evitando i rapporti sessuali in quei giorni dovrebbe essere possibile evitare una gravidanza.
Per “finestra fertile” si intendono i giorni fertili del ciclo femminile, corrispondenti al giorno
dell’ovulazione e ai 5 giorni precedenti ad esso: infatti mentre l’ovulo ha una sopravvivenza di un
solo giorno, gli spermatozoi possono vivere fino a 5 giorni una volta penetrati nei genitali
femminili.
Benché i giorni centrali del ciclo siano, probabilisticamente parlando, i più fertili, un recente studio
ha messo in evidenza che tutti i giorni del ciclo, con maggiore o minore probabilità, potrebbero
ricadere nella finestra fertile.
Metodo Ogino-Knaus, o metodo dei giorni o del ritmo
Nel 1923 il medico giapponese K.Ogino e il medico austriaco H.Knaus arrivarono
indipendentemente alla scoperta che la donna non è feconda lungo tutta la durata del
ciclo, ma solo nei giorni adiacenti all’ovulazione, che teoricamente avviene intorno alla
metà del ciclo, o 14 giorni prima della successiva mestruazione.
Perciò basterebbe evitare di avere rapporti nella fase centrale del ciclo (dal 9° al 16° giorno) per
evitare una gravidanza indesiderata.
Come abbiamo visto però non è affatto detto che l’ovulazione avvenga sempre a metà ciclo, ed
inoltre un calcolo di questo genere sarebbe applicabile solo a cicli molto regolari. Per questo il
metodo dei giorni è molto aleatorio, e improponibile per una contraccezione sicura.
Temperatura basale
Già all’inizio del ‘900 si era osservato che la temperatura corporea della donna in età fertile varia di
3-6 decimi di grado a seconda della fase del ciclo, essendo mediamente più bassa durante la prima
metà del ciclo e mediamente più alta durante la seconda .
Uso
La temperatura si può misurare sia per via rettale che per via orale, usando un apposito termometro
(in vendita in farmacia) con una minore escursione termica, per cui risulta più facilmente leggibile.
La misurazione va efettuata ogni mattina alla stessa ora, prima di alzarsi dal letto e di fare qualsiasi
altra cosa (cioè in condizioni basali, sempre uguali). Segnando la temperatura su un grafico (che si
trova nella confezione dell’apposito termometro), si dovrebbe riscontrare un rialzo della
temperatura media nella seconda fase del ciclo.
Si possono avere rapporti liberi a partire da 3 giorni dopo il rialzo termico, indicativo dell’avvenuta
ovulazione.
Esistono anche dei sistemi in cui il termometro è collegato ad un piccolo computer che memorizza
il grafico della temperatura e dà segnalazioni di colore diverso: in rosso i giorni fertili, in giallo i
giorni non sicuri, in verde i giorni sicuri.
Metodo Billings
Nel 1966 i coniugi J. e J. Billings, del Centro Cattolico di Regolazione delle Nascite di Melbourne,
proposero un metodo di contraccezione naturale basato sull’osservazione del muco cervicale. Nella
fase intorno all’ovulazione il muco cervicale diventa più abbondante e filante, simile alla chiara
d’uovo, e la donna sente una sensazione di bagnato. I giorni “bagnati” sono quelli fecondi, mentre
quelli “asciutti” sono infecondi. L’osservazione accurata del muco cervicale e la costruzione di un
grafico riportante le sue caratteristiche, consentirebbe di individuare dei periodi “sicuri” per avere
rapporti sessuali.
Rilevazione del periodo fecondo attraverso dosaggi ormonali
Esistono dei dispositivi computerizzati che si basano su test urinari per la rilevazione dell’ormone
prodotto dall’ipofisi immediatamente prima del picco ovulatorio (LH). Eseguendo al mattino questo
test rapido, a seconda del suo risultato il computer segnalerà con colori diversi se il giorno è
potenzialmente fecondo o infecondo.
Vantaggi
• Assenza di controindicazioni ed effetti collaterali
• Questi metodi sono gli unici approvati dalla Chiesa Cattolica
Svantaggi
• Non sono semplici né comodi da utilizzare
• E’ necessario un periodo di prova di qualche mese, per prendere dimestichezza con il metodo ed
osservare le caratteristiche del proprio ciclo
• Difficili e poco sicuri da utilizzare quando il ciclo è irregolare
• Vi possono essere fattori confondenti (la temperatura può alzarsi perché si ha la febbre, le
perdite vaginali possono aumentare o cambiare caratteristiche in presenza di un’infezione)
• I sistemi che utilizzano dei computer, per quanto più sicuri, sono piuttosto costosi
• I rapporti liberi si possono praticare solo da dopo l’ovulazione in poi (circa 12-13 giorni al
mese): negli altri giorni bisogna astenersi o usare altri contraccettivi
• La sicurezza non è elevata, nemmeno quando questi metodi vengono usati correttamente.
Metodi barriera
Preservativo
Già in tempi antichissimi sono stati utilizzate guaine fatte di tessuto o di pelle di animali per
raccogliere lo sperma evitando che esso penetrasse in vagina, ma è stato solo grazie a
Goodyear, che nel 1840 scoprì la vulcanizzazione della gomma, che i preservativi di
lattice naturale hanno cominciato ad essere utilizzati.
Il preservativo, o profilattico, o condom (la provenienza di questo termine non è chiara, forse
deriva dal nome di un medico inglese del ‘600 che l’avrebbe consigliato al re), consiste
in una specie di cappuccio in lattice, confezionato singolarmente in un pacchetti sterili,
che deve essere infilato sul pene prima del rapporto sessuale. I profilattici sono in
vendita sia nelle farmacie sia nei supermercati. La misura è unica, e si adatta alle varie
dimensioni di pene per l’elasticità del materiale.
La sicurezza di questa metodo non è molto buona: i fallimenti sono in genere dovuti a rottura,
sfilamento perché il pene non viene ritratto dalla vagina subito dopo l’eiaculazione, o a
uso improprio, perché il profilattico non viene utilizzato sempre oppure perché non
viene indossato dall’inizio del rapporto ma solo verso la fine, prima dell’eiaculazione.
Ha però il grosso vantaggio di evitare il contatto diretto tra lo sperma e la vagina,
preservando quindi dalle malattie a trasmissione sessuale, che possono essere
infezioni banali, ma anche sifilide, gonorrea, epatite o AIDS.
Vantaggi
Assenza di controindicazioni ed effetti collaterali (a parte rari casi di allergia)
• Preserva dalle malattie a trasmissione sessuale
• Ideale per rapporti infrequenti e con partner occasionali o poco conosciuti
Svantaggi
• Sicurezza non elevata
• Costo piuttosto alto se usato spesso
• Riduce la spontaneità del rapporto sessuale e la sensibilità del pene, per cui a molti uomini e
donne non piace.
Diaframma
Anche se tentativi di utilizzare dei dischi da applicare in vagina sono descritti già in antichi testi
cinesi, il capostipite degli attuali diaframmi fu ideato nel 1882 dal medico tedesco
Hasse, e si diffuse rapidamente in Europa sotto la spinta dei movimenti femministi.
Gli attuali diaframmi consistono in una coppa in lattice, con un bordo in metallo flessibile
anch’esso ricoperto di lattice.
Uso
La prescrizione del diaframma deve essere fatta dal ginecologo o dall’ostetrica, perché il suo
diametro varia a secondo dell’anatomia dell’utilizzatrice.
Il diaframma va inserito in vagina prima del rapporto sessuale, in modo che esso copra il collo
dell’utero. Va usato insieme ad uno spermicida (in gel, crema, schiuma, o foglietti),
che viene applicato sulla sua superficie interna prima dell’inserimento, o introdotto
in vagina dopo che il diaframma è stato posizionato.
Deve essere inserito prima del rapporto sessuale (fino a non più di 2 ore prima, affinché lo
spermicida non perda di efficacia), e va tenuto per almeno 6 ore dopo, altrimenti
potrebbero esserci ancora spermatozoi vitali in vagina. Se si hanno rapporti multipli,
bisogna provvedere ad un’ulteriore introduzione di spermicida, mantenendo in sede
il diaframma.
Una volta inserito correttamente, la presenza del diaframma non viene minimamente avvertita dalla
donna. Il metodo di introduzione è semplice, ma richiede spesso un piccolo
addestramento da parte del ginecologo o dell’ostetrica. La durata del diaframma è
lunga, circa un paio d’anni.
Purtroppo in Italia da qualche anno non sono più in vendita gli spermicidi, che devono quindi essere
comprati o fatti arrivare dall’estero. Questo ha limitato fortemente l’uso di questo
metodo, che già non era elevato.
Vantaggi
Assenza di controindicazioni ed effetti collaterali (a parte allergia agli spermicidi o al lattice)
• Ideale per rapporti occasionali, viene gestito completamente dalla donna
Svantaggi
• La sicurezza anticoncezionale è inferiore a quella di altri metodi
• Molte donne trovano scomodo e prosaico dover inserire il diaframma prima del rapporto
• Molti uomini non amano “sentire” il diaframma, con le dita o con il pene (non si tratta
comunque mai di una sensazione dolorosa).
Spirale
L’utilizzo a scopo anticoncezionale di dispositivi da inserire nell’utero è cominciato intorno agli
anni ‘30. Uno dei primi modelli aveva una forma a spirale, per cui in Italia il metodo è conosciuto
sotto questo nome.
Come è fatta e come viene applicata
Le spirali, o dispositivi intrauterini (IUD) attualmente in uso sono di due tipi: al rame o contenenti
levonorgesterl (un progestinico). Le spirali al rame sono di forma variabile (a T, ad ombrello, o a
collanina). La spirale con levonorgestrel è fatta a T, e nel suo stelo contiene l’ormone che viene
gradualmente liberato all’interno della cavità uterina.
Lo IUD viene inserito dal ginecologo all’interno dell’utero con un piccolo intervento ambulatoriale,
e mantiene la sua attività contraccettiva per 5 anni. L’inserimento viene fatto senza anestesia e
solitamente è poco doloroso e ben tollerato.
La maggior parte degli IUD presenta un filo di nylon all’estremità inferiore, che viene tagliato dal
ginecologo in modo da sporgere di qualche centimetro dal canale cervicale. Ciò permette di
rimuovere facilmente il dispositivo (tirando il filo con una pinza) e di controllare durante la visita
che esso sia nella sede corretta.
Come funziona
E’ ormai accertato che l’attività contraccettiva dipende dal rame, che è un potente spermicida.
Le spirali al levonorgestrel agiscono invece tramite gli effetti che questo ormone determina
sull’endometrio (la mucosa all’interno dell’utero), sul muco cervicale e sulla motilità delle tube,
rendendoli inadatti alla fecondazione e all’impianto. Questo tipo di spirale viene usato anche a
scopo terapeutico, oltre che anticoncezionale, perché riduce significativamente la quantità del flusso
mestruale: può quindi venire impiegata nelle donne con mestruazioni troppo abbondanti.
Lo IUD comincia a funzionare come contraccettivo non appena viene inserito, e può essere usato
anche per la contraccezione d’emergenza. La fertilità riprende non appena esso viene rimosso.
Vantaggi
• Elevata efficacia contraccettiva
• Comodità e lunga durata
• Basso costo (il costo del dispositivo e dell’applicazione si “spalma” lungo i 5 anni di utilizzo)
• Indicata nelle donne scarsamente affidabili a livello contraccettivo, perché è fuori dal loro
controllo
Svantaggi
• Presenza di controindicazioni e possibili effetti collaterali
• Richiede l’intervento di uno specialista per inserimento e rimozione
Controindicazioni
• Controindicata nelle donne multipartner, perché aumenta la tendenza a sviluppare infezioni
pelviche (questo effetto non sembra presente con gli IUD al levonorgestrel)
• Gravidanza (è necessario essere certi che la donna non sia incinta prima di inserirla)
Possibili effetti indesiderati
Può aumentare la quantità e la durata del flusso mestruale, e causare perdite di sangue al di fuori del
ciclo (relativamente frequente)
• Lo IUD al levonorgestrel spesso causa amenorrea (assenza di mestruazioni)
• Espulsione spontanea (infrequente)
• Infezioni pelviche (infrequente, limitato alle donne con più partner)
• Perforazione uterina durante l’inserimento (molto raro)
Non è vero che:
• la spirale funziona come abortivo, perché come abbiamo già detto la sua efficacia è determinata
dall’attività spermicida del rame. Può avere invece l’effetto di impedire l’impianto di un uovo
fecondato se utilizzata come contraccettivo d’emergenza;
• deve essere applicata durante la mestruazione: questo serve solo ad escludere una gravidanza,
ma se questa è già esclusa in base a fondati motivi, la spirale può essere inserita in qualsiasi
momento;
• bisogna aspettare 6 mesi dopo il parto per inserirla: può venire inserita anche poco tempo dopo
il parto (30-40 giorni, durante la visita di controllo), anche se questo è stato cesareo;
• se si verifica una gravidanza con IUD possono esservi malformazioni fetali: la gravidanza
prosegue normalmente anche quando lo IUD non può venire rimosso. Per lo IUD al
levonorgestrel invece non si conoscono ancora gli effetti sul feto, ma con esso le gravidanze
sono ancora più rare;
• non può venire utilizzata dalle donne che non hanno avuto figli: possono benissimo usarla, se
hanno una vita di coppia stabile, perché causa aumento delle infezioni (possibile causa di
sterilità) solo nelle donne multipartner.
Contraccezione ormonale
Estroprogestinici
Estroprogestinici orali (pillola combinata)
La pillola estroprogestinica è stata introdotta sul mercato all’inizio degli anni ’60, a seguito degli
studi effettuati dal biologo americano Gregory Pincus.
Nel corso degli anni il dosaggio della pillola si è progressivamente ridotto, fino ad arrivare alle
pillole attuali, che contengono probabilmente il dosaggio minimo possibile.
Composizione
Contiene un estrogeno (di solito etinilestradiolo) combinato con un progestinico, simili per azione
biologica agli estrogeni e al progesterone prodotti dalle ovaie.
Le pillole combinate possono essere monofasiche, bifasiche o trifasiche, a seconda che ciascuna
pillola abbia la stessa composizione, oppure che il dosaggio sia di due o tre tipi diversi, al fine di
avvicinarsi alle variazioni ormonali di un ciclo naturale. Non esistono comunque sostanziali motivi
per preferire una pillola monofasica a una bifasica o trifasica.
Meccanismo d’azione
Gli ormoni contenuti nella pillola bloccano la funzione delle ovaie, impedendo la loro secrezione
ormonale e l’ovulazione. Questo meccanismo, comune a tutti gli ormoni la cui secrezione è regolata
dall’ipofisi, è detto “feedback negativo” o “controregolazione”: la somministrazione di ormoni
dall’esterno determina l’inibizione della secrezione di ormoni ipofisari, cosicché viene a cessare la
secrezione degli ormoni ovarici.
Uso e attività anticoncezionale
La pillola consiste in confezioni di 21, 22 0 28 compresse, che devono essere prese tutti i giorni
cominciando la prima volta dall’inizio della mestruazione. Dopo aver finito la confezione, si fa una
pausa di 7, 6 o 0 giorni, rispettivamente, e se ne comincia un’altra.
L’attività anticoncezionale è elevatissima, con indice di Pearl molto vicino allo 0 se assunta
correttamente, comincia dalla prima pillola che si prende ed è presente anche durante la pausa tra
una confezione e l’altra.
E’ necessaria la prescrizione medica.
Vantaggi
• Efficacia molto elevata
• Presenza di effetti collaterali terapeutici
• Ripresa immediata della fertilità alla sospensione
Svantaggi
• Bisogna ricordarsi di prenderla tutti i giorni
• Presenza di controindicazioni, possibili effetti collaterali e interazioni con altri farmaci
Controindicazioni
• Gravidanza in atto
• Allattamento (non causano effetti negativi sul neonato ma possono inibire la lattazione)
• Tumore dell’endometrio (la mucosa che riveste l’interno dell’utero) e della mammella
• Malattie dell’apparato circolatorio o predisposizione ad esse
• Disordini della coagulazione
• Terapie croniche con farmaci che ne riducono l’effetto (antibiotici, antiepilettici)
• Malattie epatiche in fase attiva
• Malattie del sistema digestivo che possono ridurne l’assorbimento
• Emicrania
• Calcoli alla colecisti
• Età superiore a 45 anni, soprattutto in associazione col fumo
Effetti collaterali
• Aumento di peso
• Tensione e dolore al seno
• Nausea
• Cefalea
• Ritenzione idrica, pesantezza arti inferiori
• Riduzione della libido (desiderio sessuale)
(Questi effetti collaterali sono diventati lievi ed infrequenti da quando si utilizzano pillole a basso
dosaggio)
• Irregolarità del ciclo, con perdite ematiche intermestruali o assenza di ciclo durante la pausa
(soprattutto con le pillole molto leggere)
• Amenorrea (assenza di mestruazioni) dopo la sospensione; comunque, al massimo dopo qualche
mese, il ciclo riprende spontaneamente.
Effetti terapeutici
La pillola, oltre che come contraccettivo, viene spesso utilizzata per migliorare alcuni disturbi:
• Ciclo irregolare
• Dolori mestruali (dismenorrea)
• Mestruazioni troppo abbondanti
• Acne, perdita di capelli ed eccessiva pelosità (usando pillole contenenti progestinici particolari,
come il ciproterone acetato)
Non è vero che:
• bisogna fare degli esami del sangue di controllo prima o durante l’assunzione: questi non sono
necessari, se non emergono malattie o fattori di rischio dalla storia clinica. L’unico controllo
necessario, oltre alla visita ginecologica, è la misurazione della pressione arteriosa, perché la
pillola è controindicata in caso di pressione alta;
• bisogna fare delle pause nell’assunzione: nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato che esse
siano di qualche utilità, del resto la pillola non è dannosa e non è quindi necessario fare dei
periodi di “disintossicazione”;
• aumenta il rischio di cancro: anzi, lo diminuisce per quanto riguarda i tumori dell’endometrio e
dell’ovaio;
• se si verifica una gravidanza il feto ha un’aumenta percentuale di malformazioni: numerosissimi
studi indicano che la percentuale di malformazioni fetali non è aumentata dalla pillola, neanche
se essa viene presa a lungo durante la gravidanza;
• bisogne aspettare qualche mese dopo aver sospeso la pillola per restare incinta: non esiste
alcuna controindicazione ad iniziare una gravidanza immediatamente dopo la sospensione;
• causa aumento dei capillari: i capillari dilatati sulle gambe non sono né una controindicazione
all’uso della pillola, né una conseguenza della sua assunzione;
• la pillola aumenta il volume del seno: questo effetto può essere presente con le pillole a
dosaggio più elevato, ma è del tutto transitorio;
• la pillola riduce la fertilità o l’aumenta: quando la si sospende la fertilità torna esattamente come
prima.
Anello vaginale che rilascia estroprogestinici
Si tratta di un contraccettivo ormonale di recentissima introduzione in Italia. Estrogeno e progestico
vengono rilasciati da un piccolo anello in materiale plastico che deve essere inserito nella vagina
una sola volta al mese.
L’inserimento è semplicissimo, e l’anello resta in posizione da sé. Si tiene per 3 settimane, si
rimuove, si resta senza per una settimana e così via. Le mestruazioni compaiono durante la
settimana senza anello.
Efficacia e controindicazioni sono gli stessi degli estroprogestinici per via orale. Alcune donne
possono trovare più comodo usare un anello vaginale che si cambia solo una volta al mese, mentre
altre potrebbero sentirsi meno sicure, avendo la sensazione di poterlo perdere, cosa che comunque
non accade. L’anello non viene avvertito e non si sposta, nemmeno durante i rapporti sessuali.
Progestinici
Minipillola
Si tratta di una pillola contenente solo un progestinico (in Italia il desorgestrel).
Uso e meccanismo d’azione
Deve essere presa tutti i giorni senza fare pause, e rispettando abbastanza precisamente l’orario di
assunzione.
Il meccanismo d’azione è lo stesso della pillola estroprogestinica: inibizione dell’ovulazione tramite
blocco dell’asse ipofisi-ovaio.
A causa del fatto che con questa pillola il ciclo è spesso irregolare e che la sua efficacia è inferiore a
quella della pillola combinata, viene in pratica utilizzata soprattutto durante l’allattamento, periodo
nel quale la pillola combinata è controindicata. Può venire iniziata in qualsiasi momento (dopo aver
escluso una gravidanza) e l’effetto contraccettivo comincia dopo 7 giorni di assunzione.
Vantaggi
• Può essere utilizzata durante l’allattamento
• Può essere utilizzata anche da donne che non tollerano o non possono prendere gli estrogeni
Svantaggi
• Il ciclo quasi mai è regolare, alternandosi perdite ematiche irregolari a periodi di amenorrea
(assenza di mestruazioni)
• Meno efficace della pillola estroprogestinica.
Iniezione trimestrale
Si tratta di un’iniezione di un progestinico a lunga durata d’azione (medrossiprogesterone acetato),
che deve essere ripetuta ogni tre mesi.
Le controindicazioni sono grosso modo quelle degli estroprogestinici.
A causa degli effetti collaterali di una certa entità e frequenz, questo tipo di contraccettivo è
pochissimo usato in Italia, mentre è abbastanza diffuso in alcuni paesi in via di sviluppo.
Effetti collaterali
• Frequenti irregolarità del ciclo, con perdite ematiche irregolari all’inizio e amenorrea (assenza
di ciclo) dopo qualche mese
• Depressione
• Aumento di peso
• Acne
Vantaggi
• Comodità
• Basso costo
• Elevatissima efficacia
Svantaggi
• Frequenti effetti collaterali
• La ripresa della fertilità e del ciclo regolare richiede qualche mese.
Contraccezione durante l’allattamento
L’allattamento al seno è, di per sé, un discreto contraccettivo (indice di Pearl 2) se si verificano le
seguenti condizioni:
• Sono passati meno di 6 mesi dal parto
• L’allattamento al seno è esclusivo o quasi esclusivo
• Non sono ancora comparse le mestruazioni.
Se però si desidera un’efficacia superiore o se queste condizioni non sono tutte realizzate, durante
l’allattamento i metodi contraccettivi di scelta sono il preservativo, il diaframma, la spirale o la
minipillola.
La pillola combinata passa nel latte in misura trascurabile, per cui non causerebbe effetti collaterali
al neonato, ma può inibire la secrezione lattea.
I metodi naturali non sono invece indicati se il ciclo è assente o irregolare, come spesso avviene
durante l’allattamento.
Contraccezione d’emergenza o post-coitale
Levonorgestrel (pillola del giorno dopo)
Questa forma di contraccezione viene erroneamente chiamata “pillola del giorno dopo” anche se in
realtà si può utilizzare fino a tre giorni dopo il rapporto a rischio.
Meccanismo d’azione
Il levonorgestrel, un potente progestinico, che agisce a vari livelli, ancora non del tutto chiari,
interferendo, anche a seconda della fase del ciclo in cui viene assunto, sui vari meccanismi che
consentono l’ovulazione, la fecondazione, la progressione dell’ovulo fecondato e il suo impianto
nell’utero.
Uso
Consiste in 2 compresse, la prima da prendere il più presto possibile, e la seconda 12 ore dopo la
prima. La prima compressa deve essere presa almeno entro 72 ore (ma alcuni studi indicano che ci
sia una significativa efficacia anche fino a 120 ore) dal rapporto a rischio.
E’ necessaria la prescrizione medica.
Efficacia
L’efficacia è tanto più elevata quanto prima viene assunta la prima pillola, variando dal 95% se
viene presa entro 12 ore, all’80% dopo 48 ore.
Effetti collaterali
Nessuno rilevante, in qualche caso nausea e irregolarità del ciclo successivo.
Controindicazioni
Nessuna. In ogni caso, in presenza di possibili controindicazioni, è preferibile la pillola del giorno
dopo ad una gravidanza.
Spirale (IUD)
L’inserimento di uno IUD è la contraccezione d’emergenza più efficace, con una percentuale di
efficacia vicina al 100%.
Lo IUD può venire inserito entro 5 giorni dal rapporto a rischio, anche se parecchi studi indicano
che può essere efficace anche fino a 7 giorni dopo.
Ha lo svantaggio di richiedere un medico esperto per l’inserimento, ma presenta il vantaggio di
fornire anche una contraccezione di lunga durata per il futuro.
Sterilizzazione
L’intervento chirurgico di sterilizzazione rappresenta una soluzione “definitiva” al problema della
contraccezione.
Può essere preso in considerazione quando non siano attuabili altri sistemi contraccettivi meno
drastici (ad esempio per la presenza di controindicazioni o effetti collaterali), quando l’età sia
superiore ad almeno 35 anni e quando la coppia abbia già almeno 2 figli.
Sterilizzazione femminile
Questo intervento consiste generalmente nella legatura delle tube, cioè quei sottili tubicini nei quali
avviene l’incontro dell’ovulo prodotto dall’ovaio con gli spermatozoi, e attraverso i quali l’ovulo
fecondato arriva all’utero.
Come si esegue
In molti casi questo intervento viene praticato durante un taglio cesareo, su esplicita richiesta della
paziente.
Se viene eseguito al di fuori di un intervento chirurgico praticato ad altro scopo, la chiusura delle
tube in genere si esegue con la laparoscopia, cioè inserendo sonda visiva e strumenti chirurgici
attraverso una piccola incisione a livello dell’ombelico. La tecnica laparoscopica, sebbene
anch’essa richieda l’anestesia generale, rende l’intervento meglio tollerato e la convalescenza è più
breve rispetto all’intervento eseguito in laparotomia (incisione della parete addominale).
Vantaggi
• Efficacia elevatissima
• E’ definitiva
• Assenza di effetti collaterali (a parte quelli strettamente legati all’intervento)
Svantaggi
• Richiede un intervento chirurgico, che anche economicamente ha il suo costo (al di fuori del
taglio cesareo, l’intervento deve di solito essere eseguito privatamente)
• E’ irreversibile: in caso di “pentimento” la fertilità può essere ripristinata solo con interventi
medici impegnativi, la cui riuscita non è comunque garantita.
Sterilizzazione maschile
Esecuzione
La sterilizzazione maschile viene praticata attraverso una piccola incisione cutanea nella parte alta
dello scroto, per legare i dotti deferenti, cioè i tubicini attraverso i quali gli spermatozoi prodotti dai
testicoli raggiungono la prostata, dove si mescolano al liquido seminale prodotto da quest’organo e
dalle vescicole seminali. In seguito all’intervento, il liquido seminale viene eiaculato normalmente,
ma non contiene più spermatozoi.
Si tratta di un intervento molto semplice, praticato in anestesia locale. E’ necessario comunque
attendere circa 3 mesi dopo l’intervento per avere l’eliminazione completa degli spermatozoi
dall’eiaculato.
Vantaggi
• Efficacia elevatissima
• E’ definitivo
• Assenza di effetti collaterali (a parte quelli strettamente legati all’intervento)
Svantaggi
• E’ necessario un intervento chirurgico, che comunque è ben tollerato, di breve durata, e con un
costo abbastanza ridotto (deve comunque essere eseguito privatamente)
• E’ irreversibile (i dotti deferenti possono essere ricanalizzati chirurgicamente solo nei primi 2
anni dopo l’intervento, ma il risultato comunque non è garantito).