la disgrafia - Centro Psicologia

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LA DISGRAFIA
di Maria Matera, grafologa e rieducatrice della scrittura
Imparare a scrivere è un’operazione molto complessa e per nulla spontanea.
Poiché è un’operazione complessa, richiede l’acquisizione di specifici prerequisiti legati in particolare alla motricità
globale e fine, alla coordinazione oculo-manuale, allo sviluppo adeguato del sistema percettivo e propriocettivo.
E poiché è un’operazione non spontanea, è necessario che al bambino vengano fornite indicazioni precise e
strutturate su come devono essere eseguite le lettere, su come devono essere disposte nel foglio, oltre che su come
deve essere impugnata la matita o la penna e su qual è la postura corretta per scrivere bene.
Queste ultime indicazioni sono molto importanti perché l’affaticamento, tanto spesso riscontrabile nei bambini, è
causato proprio da una contrattura di spalla, mano, braccio, dita favorita da una impugnatura e da una postura non
funzionali.
Che cos’è la disgrafia
La disgrafia è un deficit del tracciato grafico, caratterizzato dall’incapacità di riprodurre correttamente, da un punto di
vista grafo-motorio, i segni alfabetici e numerici in assenza di deficit neurologici o intellettivi. Si tratta cioè di un
disturbo delle abilità esecutive che dà origine a prodotti grafici scadenti.
Le scritture disgrafiche si presentano infatti come grafie poco leggibili, dai gesti maldestri, eccessivamente lente o
eccessivamente veloci, irregolari o eccessivamente regolari in tutti i generi, disordinate, con legamenti interletterali
mal compiuti. In generale, cioè, queste grafie presentano una cattiva conduzione del gesto e sono spesso associate a
dolore agli arti (mano, braccio, spalla).
Le cause della disgrafie possono essere fatte risalire, in generale, a due motivi.
Il primo è il mancato raggiungimento di quei pre-requisiti che sono indispensabili per imparare a scrivere. In
particolare il non adeguato sviluppo della motricità fine porta i bambini ad un uso parziale della mano e delle dita. Il
nostro modo di vivere ha per altro ristretto in maniera considerevole l’ambito dei giochi, intesi a sviluppare la
motricità fine.
La seconda causa della disgrafia deve essere fatta risalire ad una carenza del sistema scolastico poco attento
all’aspetto esecutivo della scrittura che viene completamente trascurato. I bambini si trovano così ad automatizzare
strategie errate che rendono la loro grafia faticosa e poco funzionale oltre ad una presa della penna poco funzionale.
Imparare a scrivere bene è infatti come imparare a giocare a tennis. Per fare un buon tennista non è sufficiente fornire
racchetta e pallina: è necessario insegnare come tenere racchetta e pallina e come utilizzarli affinchè il tiro vada a
segno.
Come si cura la disgrafia
Partendo dalla considerazione che la disgrafia ha due principali cause e cioè il mancato raggiungimento di quei prerequisiti che sono indispensabili per imparare a scrivere e l’automatizzazione di strategie errate per l’assenza di una
pedagogia dell’atto grafico, la riabilitazione ha due obiettivi principali e cioè l’acquisizione di una nuova
consapevolezza psicomotoria attraverso esercizi di rilassamento, tonificazione, coordinazione motoria e l’acquisizione
di una scrittura funzionale attraverso esercizi di tipo grafo-motorio.
Per fare questo il rieducatore lavora su tre livelli: motorio con esercizi per tonificare e dissociare braccia, mani, dita;
posturale con l’impostazione di corretta postura e impugnatura; grafo-motorio con esercizi che utilizzno tecniche
pittografiche e scrittografiche secondo i criteri metodologici precisi.
Gli incontri durano 45/50 minuti e si svolgono una volta a settimana. I tempi del recupero dipendono da bambino a
bambino.
Ecco alcuni esempi di rieducazioni effettuate.
Bambino di 7 anni, destrorso, all’inizio della seconda elementare. Il percorso di rieducazione è terminato a gennaio
con ottimi risultati. Richiamato per un monitoraggio a marzo, il bambino mostra di aver consolidato ed interiorizzato
gli apprendimenti.
Bambino di 8 anno, destrorso, terza elementare. Il percorso di rieducazione è iniziato a settembre e si è concluso a
marzo. A gennaio la grafia risulta già sufficientemente fluida con l’acquisizione di collegamenti interletterali curvilinei.
Ragazzo di 13 anni, destrorso, II media. Il percorso di rieducazione ha previsto 10 incontri. La grafia complicata e
faticosa si è alleggerita diventando fluida e leggibile.