Una canzone - IC 16 Valpantena

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Una canzone - IC 16 Valpantena
In questa presentazione
imparerete a conoscere
di quante e quali parti è
costituita una canzone.
riconoscerete le diverse strutture della
canzone
ascolterete le canzoni con maggior attenzione
imparerete ad orientarvi in modo consapevole
nel mondo dei consumi musicali
La canzone è una stella
filante che qualche volta
diventa cometa,
una meteora di fuoco
bruciante però
impalpabile come la seta..
Ecco due versi tratti da “Una canzone” di Francesco
Guccini, autore raffinato di tante memorabili "poesie in
Guccini
musica". Qui Guccini descrive che cos'è per lui una
canzone. Ascoltatela con attenzione: quali versi vi
colpiscono di più, quali altri vorreste aggiungere per
esprimere meglio anche il vostro pensiero? Riuscite a
costruire insieme un'altra strofa da cantare?
La canzone è una penna e un foglio
così fragili fra queste dita,
è quel che non è, è l'erba voglio
ma può essere complessa come la vita.
La canzone è una vaga farfalla
che vola via nell'aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla,
un respiro di vento la sera,
una lucciola accesa in un prato,
un sospiro fatto di niente
ma qualche volta se ti ha afferrato
ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale
ma con l'anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali
e con le parole gioca a rimpiattino.
La canzone è una stella filante
che qualche volta diventa cometa
una meteora di fuoco bruciante
però impalpabile come la seta.
La canzone può aprirti il cuore
con la ragione o col sentimento
fatta di pane, vino, sudore
lunga una vita, lunga un momento.
Si può cantare a voce sguaiata
quando sei in branco, per allegria
o la sussurri appena accennata
se ti circonda la malinconia
e ti ricorda quel canto muto
la donna che ha fatto innamorare
le vite che tu non hai vissuto
e quella che tu vuoi dimenticare.
La canzone è una scatola magica
spesso riempita di cose futili
ma se la intessi d'ironia tragica
ti spazza via i ritornelli inutili;
è un manifesto che puoi riempire
con cose e facce da raccontare
esili vite da rivestire
e storie minime da ripagare
fatta con sette note essenziali
e quattro accordi cuciti in croce
sopra chitarre più che normali
ed una voce che non è voce
ma con carambola lessicale
può essere un prisma di rifrazione
cristallo e pietra filosofale
svettante in aria come un falcone.
Perché può nascere da un male oscuro
che è difficile diagnosticare
fra il passato appesa e il futuro,
lì presente e pronta a scappare
e la canzone diventa un sasso
lama, martello, una polveriera
che a volte morde e colpisce basso
e a volte sventola come bandiera.
La urli allora un giorno di rabbia
la getti in faccia a chi non ti piace
un grimaldello che apre ogni gabbia
pronta ad irridere chi canta e tace.
Però alla fine è fatta di fumo
veste la stoffa delle illusioni,
nebbie, ricordi, pena, profumo:
son tutto questo le mie canzoni.
Come nasce una canzone
Una canzone può nascere dalla necessità di dare una
veste musicale a un testo poetico preesistente, oppure
trarre origine da un motivo “che ci frulla nella testa”, un
giro di accordi, un “riff'” trovato sulla chitarra. Altre volte
parole e musica nascono insieme. Comunque sia, le idee
vanno poi sviluppate per dar "forma" a una vera canzone
e, poiché nella breve durata del brano nulla deve trovarsi
fuori posto, occorre avere chiara la struttura della
composizione che si vuole realizzare, vale a dire le varie
parti che la costituiscono e la loro collocazione. Guccini,
ad esempio, predilige la forma strofica, una successione
di strofe musicalmente identiche che fanno da supporto
alla narrazione, in questo caso il racconto della propria
esperienza di autore di canzoni.
Strofa e Ritornello
Il più delle volte una canzone si organizza in due
parti distinte basate su due motivi di diverso
carattere musicale ed espressivo. Una di queste,
la strofa, serve all'autore per raccontare la vicenda:
la melodia asseconda il testo mantenendo un
andamento abbastanza vicino al parlato. Nell'altra
parte, il ritornello, il testo assume carattere lirico, la
musica si carica di espressività e il canto si fa più
appassionato. Se nella strofa l'autore ricerca la
giusta atmosfera, nel ritornello egli svela le sue
carte: qui ci deve essere tutto quello che si deve
ricordare della canzone, quindi il testo è facilmente
memorizzabile e la melodia orecchiabile.
Un esempio di canzone in forma strofa-ritornello è
Almeno tu nell'universo (1989) di Mia Martini. Individuate
e riportate nello schema seguente la successione delle
strofe (S) e dei ritornelli (R). Fate attenzione alla sezione
nella quale si inserisce l'intervento strumentale: si tratta
di una strofa o di un ritornello?
S
S
R
R
S
R
R
R
sfumando
Introduzione e coda
Nella sua forma più semplice e ricorrente la canzone
alterna strofa e ritornello, ma non faticherete certo a
trovare eccezioni. Spesso, oltre alle due parti
principali, sono presenti brevi passaggi orchestrali o
vocali che assolvono particolari funzioni strutturali:
introdurre, collegare le diverse sezioni, concludere il
brano o semplicemente inserire una nota di colore. A
volte si usa far precedere la canzone vera e propria da
una breve introduzione. Questa può avere un testo, ad
esempio il racconto di un antefatto, o presentare una
parte strumentale originale, magari derivata da una
frase musicale che l'ascoltatore incontrerà nel corso
del brano. In ogni caso l'introduzione ha il compito di
preparare l'atmosfera della canzone stessa.
Per terminare un brano, invece, spesso si ricorre
all'espediente di ripetere molte volte il ritornello
sfumandolo, cioè diminuendo progressivamente
l'intensità al momento della registrazione. Più di rado
viene realizzata appositamente una nuova frase
melodica, detta coda, con funzione conclusiva. Un
celebre esempio di coda musicale si trova in Hey Jude
(1968) dei Beatles
Beatles: qui la coda assume dimensioni fuori
dal comune, occupando addirittura più della metà
della durata del brano.
In questo brano, intitolato “Because you live”
(2004) di Jesse Mc Cartney, si apre con
un'introduzione strumentale che anticipa un
materiale utilizzato più avanti dalla canzone
stessa: cercate di capire quale parte viene
anticipata.
La parte che viene anticipata è……
la strofa
Inciso
A volte la struttura di un brano si complica ulteriormente
con l'aggiunta dell’inciso
inciso: una sezione, generalmente di 8
battute e melodicamente diversa, che ha la funzione di
separare la ripetizione di strofe e ritornelli. Nel brano di
Ligabue “Happy Hour
Hour””, oltre alle parti fin qui esaminate e
due intermezzi strumentali, è presente l'inciso.
Completate lo schema seguente cercando in particolare
di individuare dove esso si colloca: usate S per strofa, R
per ritornello e I per inciso.
intro
S
S
R
strum
S
S
R
R
strum
I
I
S
R
coda
Fotoromanzo
Laura Pausini canta “La solitudine”(1993). Si tratta di un
vero e proprio fotoromanzo in musica, ambientato sui
banchi di scuola. «Marco se ne è andato…››: la
protagonista introduce così la sua infelice situazione.
In realtà nella canzone ci sono tre momenti espressivi
diversi: il racconto della vicenda, la riflessione su come
lui ha reagito alla separazione e un breve passaggio,
l'inciso, dove la protagonista si rivolge idealmente
all'amato. Naturalmente ognuna di queste fasi è
accompagnata da un'adeguata "colonna sonora”.
intro
S
S
R
R
strum
S
S
R
R
I
R
R
R
R
coda
Chorus e bridge
Nel repertorio inglese e americano, la canzone si
presenta generalmente in una forma diversa da quelle
precedentemente illustrate. Spesso infatti la strofa
iniziale (in inglese: verse
verse) non e presente e il brano
propone immediatamente la sua parte piu importante e
memorabile, il ritornello (in inglese: chorus
chorus), seguito
dall'inciso (in inglese: bridge
bridge) il cui compito e quello di
intervallare le diverse ripetizioni del chorus. Si può dire
che, mentre la forma strofa-ritornello fa entrare
l'ascoltatore un po' alla volta nel clima del brano, la
forma chorus-bridge lo "aggredisce" subito con il suo
motivo principale. Verificate il diverso effetto prodotto
dalla canzone in forma chorus-bridge ascoltando “Over
Over
the rainbow
rainbow”.
Over the Rainbow (anche nota con il titolo Somewhere
Over the Rainbow) è una canzone scritta da Harold
Arlen con testi di E.Y. Harburg. La versione originale è
cantata da Judy Garland per il film Il mago di
Oz del 1939. Il titolo significa letteralmente "Oltre
l'arcobaleno“.
Riepilogando