impatto psicologico e sul vissuto di una diagnosi
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impatto psicologico e sul vissuto di una diagnosi
IMPATTO PSICOLOGICO E SUL VISSUTO DI UNA DIAGNOSI DI UNA MALATTIA CRONICA Seguire in una relazione di lunga durata una paziente nel suo tessuto familiare, lavorativo e sociale SEGUENDO LA STORIA DI MONICA DAL 1998 • Le difficoltà iniziano ancor prima della diagnosi in quanto il percorso che porta dal sospetto diagnostico alla effettiva diagnosi può essere non facile da accettare con la doppia paura da una parte di una malattia grave e dall’altra di una “non malattia” perché spesso il colon irritabile è vissuto così • E al MMG viene chiesto spesso un accompagnamento fatto di sostegno e di pareri su quello che man mano è l’iter diagnostico ESIGENZA DELLA COMUNICAZIONE TRA I PROFESSIONISTI possibilmente con mezzi semplici speriamo che lo sviluppo del progetto SOLE porti al una comunicazione informatica COMUNICAZIONE DELLA DIAGNOSI • Altro momento critico è la comunicazione di una diagnosi di una malattia con cui convivere tutta la vita in un paziente che molto spesso è giovane • Sicuramente l’apporto di uno psicologo nella equipe del centro specialistico è utilissimo, così come la figura dell’assistente sociale che informa sulle tutele sociali e lavorative, e dei gruppi di mutuo aiuto realizzati dalle associazioni dei pazienti, Ma non sempre un paziente giovane vuole attivare questi percorsi …. Perché non vuole sentirsi malato Il medico di famiglia è una figura vissuta spesso in modo meno caratterizzante …. È il medico che si occupa di salute e non solo di una malattia specifica, … e poi mi accompagna per un lungo periodo della vita LA RELAZIONE DI LUNGA DURATA • Il Medico di famiglia deve man mano affrontare con il paziente l’impatto con la vita nel suo contesto familiare, di relazioni sociali, e nel contesto lavorativo • e con il suo progetto di vita futura • Ma soprattutto con quel paziente con il suo profilo psicologico e il suo vissuto (coper o non coper) MA COME E’ MONICA ? • Monica accanto a una grande determinazione nell’ambito scolastico e lavorativo: – Ha cambiato scuola e ha voluto fare la stilista contro il parere di tutti i familiari • Ha una grande fragilità psicologica: – Ha vissuto molto male la separazione dei genitori – Continua ad avere un rapporto molto conflittuale con il padre che lei percepisce come molto distante e colpevolizzante – Anche nei rapporti amicali si porta dentro una grande fragilità e insicurezza In altre parole tutto lascia supporre che sia NON COPER … o almeno ci siano difficoltà consistenti nell’accettare la malattia e reagire E infatti inizia un percorso di depressione affrontato con un percorso di psicoterapia e con terapia farmacologica … non sempre facile e soprattutto con tanti dubbi da parte di Monica LA STORIA DI MONICA in questi 12 anni • Il primo scoglio ovviamente è la paura di complicanze e la gestione quotidiana della sintomatologia: – Ad ogni minimo disturbo nasce la domanda: • “è colpa della colite ulcerosa o c’è dell’altro?” • “e se avessi anche delle intolleranze alimentari?, devo fare altri esami?” – La necessità di rassicurazione sulla gestione di una terapia di cui si temono effetti collaterali e interferenze farmacologiche: • “ma posso prendere l’antibiotico che mi sta prescrivendo con i farmaci per la colite ulcerosa?” L’IMPATTO DI UNA MALATTIA CRONICA SUL PROGETTO DI VITA • L’altro impatto importante è con il lavoro: – Monica è una stilista ed è stata assunta dopo pochi mesi dal diploma da una azienda locale, il suo lavoro comporta periodi di superlavoro con parecchie ore di straordinario nel momento in cui si preparano le collezioni e in questi periodi non è facile prendersi permessi e neppure giorni di malattia • E con i rapporti sociali e le amicizie: – La paura di star male che spinge a rinunciare ad uscire – La paura di andare in vacanza e non avere a portata di mano il centro specialistico di riferimento o il MMG IL RUOLO DEL MEDICO DI FAMIGLIA • La prima cosa che Monica chiede è la sicurezza di avere un medico che si prende cura di lei, non solo della sua colite ulcerosa • Questo richiede disponibilità, competenza e messaggi che non siano in contrasto con quello che Monica si sente dire dagli specialisti di riferimento • Torna prepotente la necessità di una comunicazione efficace e costante e di una condivisione del percorso di cura PERICOLI PER IL MEDICO • Da una parte la delega per ogni cosa allo specialista che in genere fa crescere l’insicurezza e la dipendenza del paziente • Dall’altra una eccessiva rassicurazione che porta a una percezione di minimizzazione di problematiche avvertite invece come serie naturalmente nessuno si aspetta che il MMG sia uno specialista “tuttologo” o uno psicoterapeuta … ma che sia uno snodo importante di un percorso di cura QUALI OBIETTIVI CI PONIAMO • Aumentare il grado di autonomia e di sicurezza del paziente nella gestione della sua malattia • Sostenere la sua autostima • Fargli percepire che il suo medico di famiglia è comunque una persona competente su cui comunque contare per ogni suo problema • E soprattutto fargli capire che anche se non ha le competenze specifiche su alcuni campi lo sa indirizzare sui percorsi giusti Come in tutte le patologie croniche l’integrazione Ospedale/territorio passa attraverso la creazione di percorsi di cura che aumentino la qualità delle cure percepita dal paziente ERROR: syntaxerror OFFENDING COMMAND: --nostringval-STACK: /Title () /Subject (D:20100226130405+01’00’) /ModDate () /Keywords (PDFCreator Version 0.9.5) /Creator (D:20100226130405+01’00’) /CreationDate (rossii) /Author -mark-