Giornale studentesco del liceo A. Scacchi
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Giornale studentesco del liceo A. Scacchi
Giornale studentesco del liceo A. Scacchi Febbraio 2010 Cari Skakkisti, Ci ritroviamo ormai a metà anno, con le vacanze natalizie alle spalle, e un nuovo quadrimestre da affrontare. Prima di cominciare vorrei anticiparvi una novità che troverete all’interno di questo numero:sin dalle prime pagine vi imbatterete nello Speciale “Parole di Legalità”, con articoli incentrati sul tema della legalità e della mafia. Infatti “SkakkiNostri” partecipa al concorso “Parole di Legalità – Rassegna Nazionale della Stampa Studentesca” indetto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Liceo Scientifico ‘G.Peano’ di Cuneo. Questo numero verrà anche pubblicato sul sito(www.paroledilegalità.it) e chiunque potrà votare fra il 1 Febbraio e il 1 Marzo 2010 tutti i lavori pubblicati dalle diverse testate giornalistiche. Quindi contiamo anche sul vostro voto! Il tema della lotta alla mafia non è mai stato così attuale come nell’ultimo periodo: numerosi sono i latitanti arrestati dalla Polizia di Stato(circa 161 solamente nel 2008, e 436mila sono le persone che vengono costantemente controllate dalle forze dell’ordine). Visitando un po’ di siti sull’ argomento, mi sono ritrovata nel portale del Ministero degli Interni, dove alla voce ‘latitanti’ compare la lista completa di tutti quelli di “massima pericolosità”. Tanti sono i nomi, tra cui troviamo anche Attilio Cubeddu, ricercato Anno 9 Numero 2 dal 1997 per non essere tornato, dopo un permesso, nel carcere dove stava scontando la pena per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime; Nicola Panaro, ricercato dal 2003 per associazione a delinquere di stampo mafioso e per tanti altri reati come furto e lesioni. O ancora Cesare Pagano, latitante da quest’anno e ricercato per associazioni a delinquere di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti; e la lista potrebbe continuare. Sempre nella rete, dal sito del Sole24Ore, mi è balzata all’occhio una notizia del 1 Dicembre 2009: a Bari sono stati arrestati dalle Fiamme Gialle 83 persone appartenenti a una cosca mafiosa pugliese (tra questi figura il capoclan ‘Savinuccio’ Parisi, assieme ai suoi luogotenenti e gregari, e il boss Antonio Di Cosola, egemone dell’omonimo clan contrapposto agli Strisciuglio). E nell’inchiesta sono coinvolti direttori di banca, avvocati, amministratori pubblici e professionisti, tutti responsabili principalmente di associazione a delinquere, tentato omicidio, riciclaggio, usura, traffico internazionale di stupefacenti e concussione. E a quanto pare, è questo il vero volto della nuova mafia barese: sono personaggi della Bari bene che sempre più spesso vengono coinvolte in indagini sulla criminalità organizzata. A presto, Antonella Pagano IV P Mafia: Dalle Origini Da cosa è nato tutto? Perchè? Breve storia delle organizzazioni mafiose. di Michele Rosamilia III M “La mafia è un fenome- contento per tutti i cit- no storico e come ogni tadini del Sud Italia , sofenomeno ebbe un ini- prattutto per i contadini zio e avrà una fine ! “ che, non ricevendo nesQuesta è la frase con cui G. Falcone identificava la mafia. Affidandosi alle dichiarazioni di un pentito tentò di istituire un maxiprocesso con il quale tentava di smascherare tutto il sistema mafioso, ma le sue indagini intaccavano alcuni pezzi grossi della politica , tanto la mafia era intrinseca allo stato. Venne prima diffamato su tutti i giornali e poi fatto saltare in aria con la famiglia nel 1992. Il tutto ebbe origine dopo la conquista del regno di Napoli (Garibaldi) e la sua annessione al regno di Savoia . Ciò fu una fonte di mal- sun privilegio dal nuovo sovrano(un perfetto sconosciuto),decisero di organizzarsi in bande armate di briganti sotto il comando dei vecchi conti , duchi e marchesi un tempo fedeli al vecchio re Borbone. Si costituì così un sistema Anti-Stato, troppo debole per liberare di nuovo il sud Italia dal comando del re ma abbastanza potenti da recare seri disturbi alle istituzioni rendendo pericoloso anche percorrere le strade del Sud. Sposi “ nel quale è chiaSi ritrova questo elero l’ esempio dei Bravi, mento nello stesso rodisposti a svolgere ogni manzo de “I Promessi genere di lavoro sporco per il loro Signore. Uno dei massimi esponenti del brigantaggio 2-10 17 fu Salvatore Giuliano, latitante dal 1943 , organizzatore di un vero 18 e proprio esercito cri11-12 minale che agiva in Sicilia che partecipò al 13-14 19 progetto indipendentista siciliano e organiz15 zatore della strage di 20-21 Portella della Ginestra . Il termine “mafia” prese 16 Skakki 22-23 però vita solo dopo il peMatti riodo Giolittiano quando l’ abilità di questi aristo- Sommario 2 cratici dell’ ex regno Borbonico permise loro di istaurarsi nella vita politica e all’ interno degli stessi organi burocratici delle città del Sud e allo stesso tempo eliminò i conflitti fra il Meridione e i banditi . Nonostante il rapporto pacifico con il Mezzogiorno il conflitto rimase aperto con il Nord. Si verificò un cambiamento della situazione soltanto durante il ventennio fascista: Mussolini infatti adottò il pugno di ferro nei confronti della situazione creatasi inviando degli impiegati statali in tutte le città Mondi vicini... seppur apparentemente lontani... La ridicola devozione dei Mafiosi. Per del sud che cercarono di eliminare la mafia dalla scena politica e sociale ma scatenarono una guerra senza frontiere. Questa faida, dopo un periodo piuttosto lungo, riuscì a far sparire in gran parte la mafia nel sud Italia, ma in seguito al pesante clima creatosi, molti malavitosi decisero di emigrare negli Stati Uniti, come “Lucky” Luciano, facendo di questo nuovo continente una succursale della Sicilia e del meridione. La mafia scomparve quindi dall’ Italia per tutta la prima e per quasi tutta la seconda guerra mondiale quando gli Americani decisero di accettare la collaborazione di Lucky Luciano , ormai in carcere , per ricevere agevolazioni durante il famoso sbarco in Sicilia. I consigli del mafioso e le sue conoscenze furono molto utili alle truppe statunitensi che riuscirono a sbarcare senza problemi e attraversare tutta l’ Italia raccogliendo un successo dopo l’ altro . Nel dopoguerra l’ azione criminale della mafia si legò sempre di più a certi settori delle forze politiche di maggioranza, rendendosi responsabile del disastro speculativo di Palermo. In tanto i pochi parlamentari rimasti incontaminati dalla corruzione mafiosa tentarono nel 19821988 alcune riforme anti mafia alle quali i mafiosi rispondevano con violenti attentati nei centri abitati fino ad arrivare all’ assassinio di Paolo Borsellino, solo dopo il quale venne ritenuto un eroe. Ora si è parlato delle origini della Mafia, ma si potrà mai parlare della fine ? quanto possa apparir scontato il marcato confine esistente tra l’ambiente mafioso e omicida e quello religioso e pervasoda fede, la sola informazione è capace di farlo scomparire del tutto. La testimonianza di Gaspare Mutolo,uomo d’onore della famiglia Mondello e divenuto collaboratore di giustizia nel 1992, ad esempio, conferma quanto detto in precedenza: egli si ritenne uomo di fede, simpatizzante nonchè ammiratore dei missionari e dichiarò di provar piacere nel fare del bene. Risulta difficile trovare coerenza in un simile ragionamento,considerando i venti,o forse piu’,omicidi confessati; ma questa non è l’unica voce capace di conciliare violenza e fede. Anzelmo,anch’egli collaboratore di giustizia affermo’in un’intervista:”Mi sentivo in colpa per quello che facevo... La religione era un conforto e dopo un omicidio me ne ieva in chiesa e ci ieva a dummannari pirdunu o’Signori. Era una cosa che mi dava la forza di continuare.” Cerco di sfruttare al meglio di Tracy Amoruso IV L la mia capacita’visiva scrutando con attenzione ciò che mi circonda e vedo gente che crede, gente che illusa pensa di credere realemente, gente pervasa da ignoranza che si abbandona a credenze figlie della propria cultura,non soffermandosi neppure per un attimo a cercar conferma tramite pensieri propri. Secondo il mio modesto parere questo avviene perchè la fede è un mezzo attraverso il quale svaniscono innumerevoli interrogativi, oltre ad essere pura e semplice autoconsolazione (basti pensare alla ricorrente frase “adesso è in un posto migliore” cosa potrebbe essere se non uno strumento per sentirsi più sollevati?). Quella dei mafiosi è una visione ancor più deforme e modellata a loro piacimento: non è forse vero che adottano come filosofia il comandamento “onora tuo padre e tua madre” e sorvolano sul “non uccidere”? Fede contraddittoria e basata sul nulla la loro, con la quale vorrebbero equilibrare i piatti della bilancia e attribuire sacralità e legittimità ai loro atti, pensando invano di riuscirci... 3 Quanto ne sappiamo? Un piccolo sondaggio tra le classi del nostro Liceo su ciò che sappiamo riguardo alla Mafia. di Viviana Sebastiano IV P Il grafico riporta le risposte date ad un questionario anonimo sulla Mafia (sulle sue origini, sul tipo di organizzazione, sui danni per la società, ecc...) posto ad alcuni studenti. Per evidenziare la differenza generazionale (se di questo si può parlare con uno scarto di soli cinque anni)ho preso a campione una classe per il primo e l’ultimo anno. Le domande erano molto generiche e lo stesso vale per le risposte. I risultati non sono totalmente negativi: generalmente pochi sanno collocare l’inizio del fenomeno nella storia (e d’altra parte non è chiaro a nessuno in che accezione del termine si riconosce la presenza della Mafia sin dall’Unità d’Italia). Si nota un’importate differenza sulle rispettive idee riguardo al numero delle vittime: i ragazzi *I valori sono in percentuali e si riferiscono alle risposte esatte. più grandi tendono a vedere questo come un fenomeno con molte più morti (10-100 mila) e hanno quindi un margine di errore più alto sulla risposta a questa domanda. Una seconda parte dei quesiti (non inserita nel grafico) è a Il tassello Mancante Ricordate i giorni in cui aprivate la vostra manina e la posavate su quella troppo grande e vissuta del vostro papà?Ricordate i giorni in cui lo abbracciavate e vi rendevate conto di essere solo la metà della sua gamba?Le sere in cui di ritorno da lavoro vi abbracciava e vi trasmetteva quella sensazione di sicurezza che neanche lui sapeva di avere? Io no. Solo l’eco di un rumore,un odore acre e quel senso di soddisfazione nell’aria.I soli ricordi che un bambino ha del padre.Tutto ciò che mi rimane di lui.Anzi no,aspettate,mi è rimasto qualcos’altro : quei sussurri,quelle frasi lasciate in sospeso,gli sguardi indagatori della gente passando per le vie di questo piccolo paese.Dicono di lui che fosse stato un brav’uomo,una persona onesta ma che non sapeva stare al suo posto,che in fondo se l’era cercata.E allora rivivo la sua storia attraverso le foto rinchiuse in scatoloni consumati dal tempo e dalla polvere seduto nell’angolo di quel buio scantinato. Eccolo lì,il volto sorridente di un ventenne con ancora sogni non infranti da un’ingiusta 4 carattere personale su quanto si crede di essere informati sull’argomento e su quanto la scuola sia servita in questo. I “primini” si dividono equamente tra la convinzione di saperne abbastanza e quella di saperne poco, e nessuno, sembra, voglia saperne di più. La metà dei ragazzi di quinto vorrebbe invece approfondire l’argomento. L’opinione sul ruolo della scuola è più omogenea e tutti concordano che si apprende e si discute poco. di Arianna Misceo IIID & Paola Dabbicco IIIC realtà: capeggia un esercito di giovani anime furenti,pronte a infrangere barriere invisibili, che se incontrate lasciano ferite più profonde. Molti avevano rinunciato ai propri ideali,avevano smesso di lottare, ma lui aveva continuato imperterrito a credere in quella che gli altri definivano utopia. Continua a pag.7 I videogiochi sono diven- tati un fenomeno di costume. Sono entrati nelle case di appassionati e non, evolvendosi da semplici pixel combinati fino a diventare opere capaci di lasciare un messaggio, una riflessione a chi vi si dedica con passione. Spesso le tematiche trattate coprono anche problematiche importanti per la nostra società. Proprio la Mafia viene spesso usata come spunto, seppure con l’inevitabile scatenarsi del dissenso comune. Sono pochi, infatti, i giochi che riescono a distinguersi in questo genere, dimostrando una maturità sulla criminalità e un impianto di gioco solido. Scorriamoli brevemente: Grand Theft Auto(GTA) La serie di GTA è la più famosa del genere,colonna portante del gangster game, tanto cara agli appassionati quanto odiata da giornali, genitori, ma anche da politici come Hilary Clinton. Diventato famoso con GTA III, il gioco permette di impersonare un malavitoso che, per un motivo o per l’altro, si ritrova a percorrere una personale epopea, tra vendetta e redenzione, prendendo in mano un arsenale in grado di sbaragliare la concorrenza. Il plot narrativo abbracciava una scanzonata accondiscendenza nei confronti dell’illegalità, ma con l’arrivo del quarto capitolo ufficiale le cose sono leggermente cambiate. Qui impersoneremo un veterano della Guerra in Bosnia, Niko Bellic,attirato in America dalle promesse del sogno americano, raccontategli dal cugino Roman. Niko scoprirà presto che la realtà è ben diversa e sarà costretto a rimet- La Mafia nei videogiochi tere mano alla pistola per poter salvare il cugino Roman dai debiti e le minacce di morte di strozzini, mafia russa e italo-americana compresa. In questo caso si evince la vera natura di Liberty city, rappresentazione di New York:tutti sono schiavi dei soldi, siano essi sotto forma di sesso, droga o diamanti. Mafia Nato nel 2002, pur non avendo la popolarità del rivale GTA, Mafia:The City of Lost Heaven si impose come una pietra miliare del genere. Pur avendo aspetti in comune con il rivale della Rockstar, la serie punta su un maggiore realismo delle vetture, su una storia intensa e appassionante e su una minuziosa ricostruzione storica. Il primo capitolo, ambientato negli anni ’30, narra di Tommy Angelo (guarda caso un italo-americano) tassista che rimane coinvolto in un inseguimento tra bande e finisce per entrare a far parte della banda di Don Salieri. Scalando la gerarchia mafiosa, Tommy scoprirà un legame tra la sua famiglia, uccisa in un agguato quando il protagonista aveva 11 anni, e il suo boss, Salieri, ma evitiamo di spifferarvi altro, per lasciarvi il gusto di scoprirlo da soli. Attualmente previsto per inizio 2010, il seguito vedrà invece protagonista Vito Scaletta, altro giovane italiano che dopo la Seconda Guerra Mondiale, cercherà di scappare dagli orrori del conflitto rifacendosi un nome nella criminalità organizzata. L’idea chiave che accumuna i due giochi è la voglia di ricominciare da zero, per sfuggire ad un passato doloroso, per poi raggiungere ricchezza e benestare sociale e la mafia rappresenta per i protagonisti un mezzo ideale per i loro scopi. Il Padrino Con “Il Padrino” Francis Ford Coppola iniziò una saga che entrò nella storia del cinema moderno,grazie a un cast sfavillante e una regia d’eccezione. Dopo quasi 30 anni dal primo glorio- so episodio, Electronic Arts decise di portare nelle console casalinghe e PC le stesse atmosfere dei film. Così fece capolino “Il Padrino” nei nostri negozi e successivamente sui nostri scaffali. Il gioco sfoggiava un gameplay preso in parte dal già citato GTA, ma con una componente strategica di buon livello, che vedeva il protagonista gestire i possedimenti e le attività della banda, il tutto impreziosito da un’ atmosfera e un doppiaggio italiano che fece la gioia dei fan della trilogia. Nell’ Aprile dell’ormai passato 2009 uscì il seguito, che accompagnava i pregi delle atmosfere e la buona componente strategica ai difetti del primo, ovvero una grafica non al passo coi tempi e una struttura di base del freeroaming poco varia e monotona. Nonostante la sua qualità non al top, la serie gode comunque del fascino dei film e merita quindi una citazione e una possibilità da tutti i fan dell’originale. Max Payne Max Payne è un poliziotto che tornando a casa trova la moglie e la figlia brutalmente massacrate da criminali sotto l’effetto di una droga sconosciuta chiamata Valchiria. Distrutto dalla perdita, Max inizia a indagare sullo spaccio della droga e su chi c’è dietro, ma rimane coinvolto in un complotto mafioso ma non solo. Il gioco è entrato nell’olimpo dei giochi d’azione grazie alle sue atmosfere da “noir” e al carisma del personaggio, ma soprattutto grazie alla tecnica del bullet time, il rallentamento temporale reso famoso dalla trilogia di Matrix. La serie, fortemente consigliata a tutti, ha all’attivo due giochi e un 3° in sviluppo. Dalle prime voci sembra che il gioco sarà ambientato in Brasile, 10 anni dopo gli eventi del 2° capitolo, alla guida di un Max dilaniato dai suoi demoni e senza nulla da perdere. Dopo aver visto personaggi che compivano, volentieri o non, il lavoro sporco, Max Payne rappresenta un’altra faccia della mafia:la vittima. Max Payne è essenzialmente la storia di un martire che dopo la morte della famiglia, inizia a cercare vendetta fino a farsi divorare dai demoni inte- di Enrico Sciacovelli I F riori che prima l’hanno spinto a trovare il responsabile dell’omicidio e poi lo hanno fatto cadere nel baratro da cui, forse, uscirà nel 3° attesissimo capitolo. Alla fine di questo piccolo sguardo viene da chiedersi perché gli sviluppatori hanno scelto di trattare la mafia e perché le loro decisioni hanno avuto successo. In parecchi dei giochi sopra descritti il contesto esplorabile è ampio e variegato, con una grande interattività e una grafica che permette al gioco di scorrere fluido. Indubbiamente aprire un mondo vasto e vivo,con possibilità estreme di interazione,lascia impressionati molti giocatori. Inoltre la mafia rappresenta per il consumatore un qualcosa di sconosciuto e pericoloso,che non vorrebbe mai replicare nella realtà, ma che esercita comunque un fascino su di lui. Anche se ciò potrebbe far pensare a un lavaggio del cervello dei giocatori,il videogioco lascia un messaggio: sebbene il crimine possa sembrare la via d’uscita da una triste situazione,alla fine il protagonista pagherà un caro prezzo per le sue scorribande e si ritroverà contro problemi più grandi dei precedenti, da cui non potrà uscire se non tornando sulla giusta strada. 5 Mai smettere di lottare Attacco alle Mafie contemporanee. A nessuno di certo verrebbe in mente che la Mafia sia un problema risolto: Saviano, i boss ancora in latitanza, questo stesso “Parole di Legalità”. I segnali ci sono. E’ richiesta ancora attenzione: è un delitto dimenticare, ma peggio negare. Non si può non riconoscerne l’esistenza, ma si percepisce un’insana rassegnazione al riguardo. Non esserne coinvolti in prima persona crea quel distacco necessario al disinteresse giustificato. L’evento che ci ha riportato all’attenzione è Gomorra (film e libro). La realtà di paesi come Secondigliano stravolge, ma la vita che noi conduciamo è così diversa... Come porsi nel vivo del problema? Sembra che la separazione dal quel mondo sia insuperabile. Nessuno si immergerebbe in quel luoghi dove vige la regola dei colpi in canna. Eppure si parla di “����������������������� ������������������������ impero economico e sogno di dominio della Camorra”; la quantità di denaro del circuito mafioso raggiunge cifre inimmaginabili e chi ha il denaro, si sa, detiene anche il potere. Migliaia di affiliati in tutto il mondo, contatti internazionali da far invidia alle nostre civilissime organizzazioni mondiali. Troppe sono le multinazionali stramiliardarie che se ne servono insospettabilmente e troppo pochi i controlli ( o forse, troppa la corruzione). La Mafia è nel mercato mondiale. Capiamo di cosa si parla. Che storia c’è dietro? Solo il termine “Mafia” ha tante possibili derivazioni. Quella più ovvia ricalca un termine tipico del dialetto Siciliano “maffius”, ma ci sono studiosi pronti a ritrovare radici arabe( d’altronde la Sicilia ne è stata la culla), altri ci vedono del dialetto toscano. Insomma, questione ancora aperta o, come per altre ricerche etimologiche, senza fine. Quella più curiosa però risalirebbe addirittura alla discesa di Mazzini (e sarebbe un acronimo : Mazzini Autorizza Furti Incendi Avvelenamenti. Sconvolti?) Quante varianti e sottogruppi della Mafia credete ci siano? Si può parlare di Camorra per la Campania, Cosa Nostra, Stidda per la Sicilia, ‘Ndrangheta per la Calabria e di ben tre Organizzazioni per la Puglia (Società Foggiana, Camorra barese, Sacra Corona Unita). Non ci si limita al Sud, persino la Mafia del Veneto ha un nome (Mala del Brenta). Non ci sono 6 neppure confini nazionali e l e storielle o l���������� ’��������� amata serie di film “Il Padrino” raccolgono più informazioni di quante ci lascino credere. Esiste la Mafia romena, nigeriana, giapponese (Yakuza), russa, estone, greca (������������������ Nowohucka)�������� , colombiana, corsa, turca, cinese, messicana, albanese, americana, cecena, francese,ecc… E, se c����������������� ’���������������� è bisogno di numeri, si parla di circa 300 000 persone coinvolte. I morti superano il migliaio e i danni all’economia di alcuni paesi sono incalcolabili. L’illegalità mafiosa si costituisce soprattutto del traffico di droga e di fatto la storia della mafia moderna inizia nel 1957, quando in una riunione segreta a Palermo tra i capiclan internazionali viene concessa alla mafia siciliana la gestione esclusiva del traffico di eroina. Successivamente numerosi arresti e tacite collaborazioni con imminenti politici. Nel 1984, la prima legge sui pentiti che prevedeva protezione e grossi sconti sulla pena in caso di collaborazione con la giustizia. Grazie ad essa si sono avute importanti informazioni e molti boss sono finiti in galera, ma sono anche stati sostituiti con immediatezza e senza la perdita di troppe lacrime. Non è facile definire i ruoli, la fedeltà e i comportamenti della Mafia. Esiste un codice proprio, ma come tutte le leggi non scritte si presenta un po’ incerto e facile da violare al primo pretesto. In passato è stata proposta la formazione di Commissioni antimafia, sorprendentemente mai approvate dalle stesse Camere che ci governano. di Viviana Sebastiano IV P Il binomio Mafia-Politica è inscindibile. Molte delle entrate annuali per diversi paesi provengono da essa. Di che ci si meraviglia se non se ne può fare a meno? Tutti però riconoscono un periodo in cui ciò era arrivato davvero al limite. Siamo nel 1992, Strage di Capaci e Strage di Via D’Amelio, morti Falcone e Borsellino con scorte e parte delle famiglie, Questo fu l’evento che scosse allora e non può passare inosservato ancora oggi. Le cose sembrarono placarsi dopo le numerose proteste, cortei e manifestazioni antimafia, spesso di iniziativa popolare. Anche i politici scesero in piazza contro i continui omicidi. Notizie di questa portata non se ne sentono più, ma ciò non segna la fine della massiccia presenza di questo sistema. I dati non sono confortanti, gli affiliati non diminuiscono e quello che è palese in cittadine in cui la polizia non osa addentrarsi, agisce di nascosto in quelle più grandi, ma in maniera efficace. Abbiamo preso parte in massa, come scuola, alla manifestazione di due anni fa contro le Mafie, spinti dallo sdegno e dalla forza popolare che inconsapevolmente possediamo. Gridavamo: “fuori le mafie dalle nostre vite”,”pace e legalità”. E’ necessario proseguire, con coraggio e con la consapevolezza che il rispetto della legge e la convivenza civile non sono utopie da idealista. Che la fine a tutto questo possiamo porla noi, il giorno in cui ci troveremo a denunciare un sopruso, quando ai vertici del governo vareremo una legge o quando, come oggi, finito un pesante articolo, rifletteremo su come iniziare la nostra personale lotta alla Mafia. Continua da pag. 4 Foto di mia madre, dei miei nonni, cene con i parenti, compleanni, ma eccone un’altra, color seppia, in fondo allo scatolone.Sembra quasi dimenticata,come se volesse essere cancellata dai ricordi: la causa dei sussurri, degli sguardi indagatori. Nessuno mi aveva mai accennato a ciò a cui lui aspirava, il suo fine ultimo.Ricorderò questa foto per sempre, due uomini con gli stessi ideali, con le stesse speranze, due uomini fermati dal meccanismo brutale della mafia,vite spezzate per aver cercato di cambiare quel sistema.Un uomo con i baffoni, con un sorriso formale sul quel volto pieno, l’altro palesemente emozionato da quell’incontro: si davano la mano.Vestiti di giacca e cravatta come in un qualsiasi incontro ma il contesto era chiaro. Adesso ho realmente compreso la sua lotta quotidiana, il suo andar contro l’autorità dettata dalle pistole di cui egli stesso fu vittima. Non capisco come mia madre non abbia mai trovato il coraggio di parlarmene, come gli altri abbiano potuto disprezzare il sacrificio di uomini come lui, non aver sentito dentro quella rabbia che saliva pian piano dal petto. Non mi aspetto che tutti voi mi capiate, ma ho preso la mia decisione disposto a sacrificare anche me stesso per continuare ciò che lui aveva iniziato. Andrò contro il volere di molti, incontro al dispiacere di altri ma lotterò per realizzare il nostro sogno,quello mio e di mio padre. Metto a posto tutte le vecchie fotografie di famiglia,ma ecco che ne cade una. E’ sempre lui, con una nuova scintilla negli occhi, una mano tiene suo figlio,l’altra saluta la macchina fotografica. La sua mano. Il tassello mancante del puzzle dei miei ricordi, il tassello che non è mai esistito. Ancora Mafia... La mafia è “cosa nostra”. Ci interessa per primi lo sviluppo della criminalità organizzata(davvero?!) che ha arruolato adepti consenzienti o meno dalla lontana Little Italy fino ad ora.Little Italy,è da lì che è partito tutto.Negli anni ‘30 molte persone emigrarono dall’Italia verso l’America (esperienza personale, mia zia è in Argentina) in cerca di un futuro migliore,poiché il caro vecchio zio Sammy voleva loro ! Fatto sta che si andò a creare in città come New York la plurinominata “Little Italy” ovvero una periferia che conteneva tutti gli emigrati italiani con i loro negozi e le loro case e i loro dialetti. Ma c’erano parecchie difficoltà nell’ambientarsi,nel farsi rispettare e conoscere..e da qui iniziarono i veri problemi. Alcuni individui cominciarono ad interessarsi dei problemi comuni dietro lauti compensi e finora tutto bene perchè non solo portarono il nome di Little Italy in tutta l’America ma si occuparono della protezione dei negozi a gestione italiana. Ma “tu vuò fa l’americano” non durò molto perché i poliziotti corrotti cominciarono a farsi vedere e questi individui cominciarono a chiedere compensi di Regina Grimaldi II B sempre più alti e i negozianti non riuscivano a rispettare i tempi di consegna “pizzo” cosi venivano picchiati,malmenati e al compenso si aggiungevano gli interessi. Questo clima di terrore quando si camminava per strada portò i nuovi negozi aperti a non voler pagare per impedire la crescita di quella assurda criminalità :ed ecco che i negozi (e non solo) saltavano in aria,che si trovavano minacce nel letto(famosa testa di cavallo) e aumentarono gli omicidi.Con l’aumento del crimine la mafia cominciò a pagare i poliziotti per “chiudere un’occhio”. Nel giro di due anni si crearono varie famiglie mafiose (vedi Corleone e Tattaglia ne “ Il Padrino”) e Little Italy prese il controllo di altre periferie e cominciò la guerra fra bande; per conquistare territori si arrivò addirittura a uccidere,proteggere,picchiare persone dietro pagamento.Non ci fu mai periodo più in tensione di questo: si sparava ad ogni ora del giorno e della notte,e neppure i politici dell’epoca si risparmiarono dall’essere portetti da quella mafia;ogni famiglia aveva il suo protetto e perciò le leggi a riguardo furono 7 messe da parte. La mafia prese potere dappertutto e crebbe fino a diventare ciò che conosciamo tutt’ora:un misto di organizzazione estremamente decadente eingenuità.Ingenuità perché persistono nel credere che nel credere che lo stato,l’UE,il mondo intero non si stia mobilitano per far cessare questo abominio ! I dati ci dicono che 21 dei 30 criminali più pericolosi al mondo sono stati catturati e che la percentuale della criminalitò organizzata ha avuto un ribasso.E’ inutile ricordare quante persone hanno perso la vita nell’intento di fermare le azioni criminali (troppo nominati ma male celebrati Borsellino e Falcone) per non parlare del ragazzo che morì nello stesso giorno di Moro,9 maggio ‘78,Peppino Impastato,figlio della mala,che ha combattuto con una forma di comuncazione comune,”Radio AUT”,e ha canzonato la mafia,il suo paese,suo padre,perchè lui con la mafia non c’entrava,perchè lui ha preferito rimanere e combattere ,non doveva scappare ,erano loro a doversene andare.Ma Peppino fu ucciso,e tutto fu coperto dalla polizia corrotta..un suicidio lo definirono..si perché Peppino ha sbattuto la testa mille volte contro una pietra e dopo essersi legato addosso 5 kg di esplosivo si è fatto saltare in aria sui binari della sua città,di Cinisi. E ora chiedetevi.Chi di voi conosceva questa storia? Chi ha mai cercato di conoscere le vittime della mafia? Ma perché dovremmo farlo ? Tanto non ci succederà mai.. Ed è qui che vi sbagliate ! Ogni giorno le persone che hanno degli ideali lottano contro la mafia,c’è chi gira senza scorta,c’è chi ha dedicato la vita intera alla lotta alla mafia(vedi l’onorevole MariaCeleste Nardini) e chi invece ci gira con la scorta da 5 anni ! (vedi Roberto Saviano) e tutto questo per cosa? Perché il mondo deve sapere ,deve sapere la verità che la mala ci nasconde,non deve voltare le spalle a questi soprusi perchè noi,noi in primis,cittadini baresi,siamo vittime di questa mafia,siamo i burattini di questo assurdo teatrino.Quanti altre bustarella passeranno sotto le mani di dep- utati e quanti ancora coprono le nefandezze di una criminalità a cui si è data fin troppa corda? Quanti altri padri di famiglia dovranno morire per non esser riuscito a pagare la somma? Quanti altre verità ci verranno nascoste ? Quante altre volte girerete le spalle facendo finta che non ci interessi,non ci riguardi?E concludo citando un Dylan del 63 “how many deaths will it take till he knows That too many people have died?” quante morti ci vorranno prima che l’uomo capisca che troppa gente è morta? .. La storia della mafia non si conclude di certo,perchè sta a noi,cittadini del mondo,porre la parola fine a questa storia. La Combriccola Una grande famiglia racchiusa tra due mura porta pace nei paesi aiutando gli indifesi con la sua delicata premura. Giunta dalla terra del sole sino alle ricche e lontane Americhe il cor degli abitanti non duole sì che s’ intende d’ imprese economiche. Ma un uomo grigio e scuro di profonda lealtà non si sente più al sicuro da tutte quelle oscenità. Tra uccisioni e sparatorie vorrebbe liberare tante storie di sangue, pistole e repressioni ma omertà e silenzio son sue imposizioni. Or solo una donna piange il suo amato Che da quel potere non era scappato. Ma neanche sfogarsi poteva Perché in città il segreto vigeva. Ecco la devota famiglia nascosta tra due mura Che porta pace nei paesi Aiutando gli indifesi, con la sua spietata premura. Silvia Mazzotta IV L 8 La mafia nei libri: da Falcone al Padrino La storia è fatta di nomi. Ce- sare, Napoleone, Hitler. Nomi in grado di incutere profondo rispetto o grande timore; nomi come Salvatore Riina o Bernardo Provenzano, protagonisti indiscussi della criminalità organizzata della seconda metà del ‘900. Grandi leader della cosca siciliana, non saranno mai veramente dimenticati dal mondo che continua ancora oggi a denunciare la realtà della mafia. E quale potrebbe essere il modo migliore per mettere il mondo a conoscenza delle atrocità commesse da organizzazioni come Cosa Nostra o Camorra se non la letteratura? Tra i più diffusi scritti sulla mafia, spicca la raccolta di interviste a Giovanni Falcone per merito della giornalista francese Marcelle Padovani intitolata “Cose di Cosa Nostra”; col solo fine di svolgere al meglio il suo ruolo, per anni il magistrato icona dell’ integrità morale ha studiato a lungo la psiche mafiosa, e descrive questi criminali non come gli uomini brutali che occupano l’immaginario comune della gente ma come persone estremamente fedeli alle proprie credenze e capaci di grande umanità, come lui stesso afferma nel libro: “Che calore, che senso di amicizia quando ci siamo salutati con i pentiti Buscetta, Mannoia e Calderone”. Lo stesso Buscetta, uno dei primi grandi pentiti della mafia grazie al quale fu possibile l’istruzione del maxiprocesso ai danni di Cosa Nostra, in collaborazione con Lodato Saverio, è autore di un recente trattato, “La Mafia ha vinto” publicato nel 2007 ad opera della Mondadori, in cui traccia un percorso della propria vita ricostruendo il percorso della lotta alla criminalità organizzata, dai tempi dell’assassinio di Borsellino e Falcone, fino ai giorni nostri. Lodato, nome noto in ambito di trattati mafiosi, si è occupato inoltre della produzione di molti altri scritti, tra cui “Ho ucciso Giovanni Falcone”, in cui troviamo la confessione di Giovanni Brusca, che racconta la sua vita, dal primo omicidio fino alla strage di Capaci; “Il ritorno del Principe”, un paragone tra la politica machiavellica, in cui tutto è lecito, e i retroscena della politica italiana legata alla mafia; ed ancora “Trent’anni di mafia” ricostruisce tre decenni di latitanze, omertà, delitti ma anche di vittorie dello Stato. Ma le vicende malavitose italiane non sono solo soggette a studi storici. Esempio lampante è il romanzo di Mario Puzo che nel 1969 fu autore de “Il Padrino” opera di grande successo non solo negli Stati Uniti, dove fu pubblicato per la prima volta, ma anche in tutto il resto del mondo; Puzo racconta le vicende di un italiano, Vito Andolini, nato a Corleone in provincia di Palermo, immigrato in America presso una famiglia di amici, che compie una rapida ascesa nella piramide mafiosa, diventandone il capo in pochissimo tempo. Il romanzo ispirò tre film, diretti dal grande Francis Ford Coppola, ed è ancora oggi protagonista di un grande fenomeno culturale. Tra i romanzi a sfondo mafioso spicca anche “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, pubblicato nel 1961; il protagonista, il commissario Bellodi, deve indagare sull’omicidio di Salvatore Colasberna, ucciso da una organizzazione mafiosa; dal racconto che trae spunto dall’omicidio del sindacalista comunista Accursio Miraglia, è tratto un omonimo film del 1968. Meno di cinquant’anni fa la mafia era un tabù, qualcosa che c’era ma che non si doveva nominare, che non si combatteva per la paura di perdere la vita o peggio quella dei propri cari; la criminalità organizzata inquina la vita di tutti noi, non importa che ne siamo legati o meno, in qualche modo ci di Valentina Favia IV G tocca sempre e mai positivamente. Ci sono nomi che non possiamo dimenticare, nomi di persone come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rosario Livatino grazie ai quali significative vittorie sono state ottenute dalla giustizia. Ma servono milioni di persone per creare un nome, ed è importante ricordare che nella lotta alla mafia ognuno di noi può fare la differenza. 9 Storia di un uomo che ha lottato per allungare i Cento passi… Non è facile avere il coraggio di denunciare o,nel caso del cinema, raccontare quello che succedeva nelle famiglie Mafiose della Sicilia degli anni 60/70’. Ma Marco Tullio Giordana ha dedicato un film,I Cento Passi,alla vita e all’omicidio di Peppino Impastato,impegnato nella lotta contro la mafia nella sua Sicilia.Ambientato a Cinisi,cento sono i passi che occorre fare per arrivare da casa della famiglia Impastato all’abitazione del boss Gaetano(Tano)Badalamenti. Luigi Impastato,padre di Peppino,è legato per paura alla mafia,facendo così respirare ai suoi figli,fin da piccoli, e soprattutto a Peppino l’aria della malavita e dell’ingiustizia. Ma Peppino fin da subito è animato da uno spirito di giustizia e ribellione,tanto che con l’aiuto, anche se involontario, del fratello Giovanni,riesce ad attaccare e denunciare pubblicamente il tanto temuto “Don Tano”. Infatti Peppino decide di far sentire anche la sua opinione dopo aver sopportato e vissuto in prima persona questa 10 esperienza di vita:la morte dello zio capomafia,il rifiuto del padre biologico ma anche,negli anni successivi, l’incontro con il pittore Stefano Venuti. Divenuto un comunista disse questa frase:”Noi comunisti perdiamo perché ci piace perdere”,quasi ad indicare che la sua fine presto o tardi sarebbe giunta. Peppino morì in un tragico e oscuro incidente quando ormai era diventato troppo scomodo per i mafiosi ma anche perché era stato lui stesso a creare “Radio Aut”. Morì nel 1978 nel giorno del “Delitto Moro”. Infatti,Peppino credeva che la sua radio fosse l’unico modo per farsi sentire e per denunciare quella forma di vita cosi sbagliata,cosi “inutile”,di cui lui non faceva parte ,o meglio non voleva mai averci avuto niente a che fare. Pellicola girata in Sicilia nel 2000,che vede protagonisti volti come: Luigi Lo Cascio,Lucia Sardo,Andrea Tidona,Claudio Gioè,Tony Sperandeo, Luigi Maria Burruano,Paolo Briguglia. Claudio Gioè e Tony Sperandeo combattono,ancora,a fianco agli enti competenti contro la mafia. La critica ha definito questo film…”Questo non è un film sulla mafia,non appartiene al genere. E’ piuttosto un film sull’energia,sulla voglia di costruire, sull’immaginazione e la felicità di un gruppo di ragazzi che hanno osato guardare il cielo e sfidare il mondo nell’illusione di cambiarlo…”. Credo che la parola”illusione”in questa critica,non è giusta;perché per me l’illusione non vuol dire combattere sapendo di dover perdere,illusione per me vuol dire non combattere,non provarci nemmeno a dire la propria,perché cosi si è sicuri di perdere,ma non perdere solo con gli altri ma anche con se stessi. A dimostrazione di quanto ho detto Peppino Impastato nella pellicola,dice:”Mio padre,la mia famiglia,il mio paese!Voglio fottermene!io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda!Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo!Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi!Prima di abituarci alle loro facce!Prima di non accorgerci più di niente!” Questo è lo spirito di uno che vuole vincere,forse non pienamente sicuro di farcela,ma di uno che ha voce,faccia e forza di gridare al mondo,che non possiamo vivere da di Roberta Pagano I D spettatori a tutto quello che ci succede,dobbiamo lamentarci se vediamo che le cose vanno male,dobbiamo complimentarci se vanno bene,non dobbiamo tacere se coloro che governano ci comandano…perché se no,non saremo mai liberi o veri cittadini. Saremo solo degli ometti,burattini pronti a dire ciò che gli altri vogliono sentirsi dire,fare ciò che gli altri fanno..ci assomiglieremo tutti a vicenda. In conclusione,dico questo,proviamo anche noi a fare come Peppino,lasciare alle spalle ciò che dicono gli altri e provare a dire la propria… certamente non da soli,perché se no non ce la faremo mai... Sempre però senza rischiare! Intervistare un attore non ha prezzo... <<Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto…>> E non serve altro per sintetizzare l’Ariosto, eppure, leggendo questo o l’intero capolavoro non si vivrebbe l’opera così come accade alla Vallisa, con la voce, i gesti, l’anello e la spada di Paolo Panaro. Non si coglie ovunque il senso nascosto, quel sorriso e quella riflessione scaturita da opere ormai secolari e ancora così vicine. Abbiamo imparato ad avvicinarci ai personaggi, a dar loro forma fisica e a vederli lì, immersi nei loro strazi e gioie. Li abbiam visti morire, vincere, piangere e dichiararsi amore eterno. Tutto questo è il Teatro di Panaro, unico attore su un palco vuoto. L’ammirazione e la curiosità ci ha spinto a intervistarlo nei retroscena di quell’ex chiesetta nel pieno della Città Vecchia. Nel 1988 si è diplomato in interpretazione ed espressione scenica. Ha sempre voluto fare l’attore? Cosa le piace del suo lavoro? Si, ho sempre avuto questo desiderio. Subito dopo il liceo ho frequentato una scuola teatrale. Da ragazzo ero convinto che questo lavoro mi portasse a viaggiare, poi mi sono accorto che non era così: i motivi di questa scelta sono cambiati e maturati. La cosa migliore del mio mestiere è l’essere sempre a contatto con la Poesia e la Letteratura. Non ho mai avuto il coraggio di scrivere, non potendo esser al pari dei grandi del passato. Mi affascina come lo scrittore riesca ad esprimere con le parole in maniera così precisa l’universo umano. È stata una fortuna poter, grazie al mio lavoro, dar voce a queste parole attraverso l’interpretazione e la resa sonora. Che tipo di pubblico preferisce? E’ più a suo agio nell’intimità della Vallisa o nella gloria dei grandi teatri? Per il tipo di opere che porto in scena questo spazio è più che sufficiente. Mi piace che si crei quella situazione che in termi- ni tecnici si chiama Teatro da Camera che ci riporta alla tradizione dei cantastorie rinascimentali, in quei luoghi molto piccoli, per permettere al narratore scenico di trasmettere nello specifico ogni emozione collegata alle sfumature della lingua. Inoltre nel mio caso non è necessaria la scenografia, la cornice (nella Vallisa manca l’arco di proscenio) come per alcuni quadri di arte contemporanea. Abbiamo seguito anche le sue performances dell’anno scorso su Boccaccio. Cosa l’ha spinta a scegliere come tema di quest’anno il poema epico – cavalleresco? Questi poemi sono la mia grande passione: una delle cose che più m’interessano è il rapporto tra lettura e narrazione, la capacità di seduzione e la ricerca musicale di una lingua bellissima quale era l’italiano del cinquecento. Molti dei testi che propongo sono stati pensati per essere letti ad alta voce, non sarebbero valorizzati altrimenti. Siamo rimasti molto colpiti dalla quantità di testi che è riuscito a memorizzare! È un extraterrestre, ha studiato Giordano di Viviana Sebastiano & Valerio Iacovone IV P Bruno o è parente di Pico Della Mirandola? Non ci crederete ma io parto da una capacità mnemonica non molto forte: per imparare un testo fatico molto Sebbene io conosca le tecniche di Giordano Bruno e le altre sviluppate nel corso del tempo, queste purtroppo non sono applicabili nel mio caso:ho bisogno della memoria musicale, non di quella concettuale di Pico. Quindi sono costretto a lavorare duramente per potermi esibire. Parlando del nostro amato Ariosto, chi è secondo lei il vero eroe/eroina del poema? Qual è l’aspetto che preferisce di quest’opera? Conosco la Gerusalemme Liberata da più tempo mentre ho girato intorno all’Ariosto per quasi vent’anni perché temevo di non essere ancora pronto. Apprezzo dell’Orlando Furioso lo sguardo un po’ sarcastico con cui si guarda alla realtà: l’ironia è strumento dell’intelligenza; non posso però fare a meno di compiacermi della passione e dell’erotismo di Tasso: egli parla di un amore impossibile e malato in modo efficace e soprattutto tragico. comunque soggettiva. Io amo la letteratura così come il cinema e la pittura perché parlano della mia vita.Gli scrittori riescono a rendere quello che hanno in mente e già questo mi affascina tantissimo, essere al loro servizio trasmettendo le loro parole è un onore. Inoltre, leggendo alcuni autori come Proust, Tolstòj, Dostoèvskij , Shakespeare, Cervantes, Baudelaire ho riscoperto nelle loro opere cose che avevo pensato, ma che non ero riuscito a definire con precisione, imparando idee nuove e condivisibili. Dunque la letteratura mi ha aiutato a comprendere meglio anche me stesso. Cosa ha in mente per il futuro? Vorrei lavorare sulle memorie di Goldoni. In seguito probabilmente mi occuperò delle Metamorfosi di Ovidio che ho già letto, anche Shakespeare vi si è ispirato: probabilmente il mondo sarebbe diverso senza la tragedia greca. Molti di noi vedono la letteratura troppo distante dalla nostra realtà e non riescono a provare quella passione che emerge da ogni sua interpretazione. Sperando che possa servire da esempio, può dirci com’è nata questa passione? C’è tutto un percorso da compiere per poter veramente apprezzare la letteratura: la passione per le arti è una questione in qualche modo spirituale e 11 Un rimedio alla piaga della gioventù? Chiedete alla S ono un amante dei manga. L’avrete già capito dal nomignolo con cui firmo, kyubi (o forse avrete pensato che sono un po’ scemo, fate voi). Mi rivolgo ai lettori, i pochi rimasti, che nel 2007 hanno letto il nostro amato giornalino e che magari si ricordano l’articolo di Italo Bellizzi “Manga & co. La piaga della gioventù?”. Ne riporto alcuni passaggi significativi: “Ispirati a storie e leggende giapponesi, questi personaggi immaginari prendono vita sul teleschermo riscuotendo grande successo tra i giovani d’oggi. Ma proprio questi fumetti sono a nostra insaputa spesso frutto della violenza che anima i caratteri e i comportamenti dei più piccoli che, credendo di poter essere come i loro idoli a 2 o 3D, compiono atti sconsiderati e causano erroneamente brutti incidenti […] è opportuno sicuramente trovare un sostituto di questi mostri dai colori sgargianti a basso contenuto istruttivo[…] i ragazzi vedono in essi solo un modo per poter fuggire dai 12 ! di Valerio Iacovone IV P (kyubi) problemi che assillano la loro vita, creandosi così un utopia del loro vivere in comunità e del loro saper affrontare i problemi dell’adolescenza”. Credo sia sufficiente. Eviterò di sottolineare che i suddetti “cartoni animati manga” hanno un nome, ossia “anime”. Ad ogni modo sono convinto che il nostro ex compagno (nel 2007 frequentava la VG) avrebbe per lo meno potuto informarsi un po’ meglio sugli anime prima di criticarli così duramente. È vero, spesso i manga e gli anime contengono scene di violenza, ma non si tratta, come si vorrebbe insinuare, di violenza insensata e gratuita. Conan, Rambo, Rocky, Bastardi senza gloria, ecc.: questi s o n o dei veri esempi di violenza gratuita trasmessa in TV. Si tratta dei soliti americani strafighi, irruenti e senza cervello che possono uccidere con un solo dito e continuare a sparare anche se trafitti da una decina di lance. I manga sono completamente diversi. Li ritengo istruttivi per almeno due loro caratteristiche. Come diceva Italo, si ispirano a storie e leggende giapponesi, e basta leggere un paio di manga per accorgersi di quanto varia e interessante sia la gamma di miti su cui si basano questi fumetti. È grazie ai manga che ho conosciuto un po’ della cultura giapponese ed è ba- neamente dei propri problemi per occuparsi di quelli di personaggi inventati. Forse i cartoni animati Disney sono stato quel poco a farmi innamorare della sua mitologia (a mio parere più vasta e affascinante di quella greca). Inoltre le battaglie combattute nei manga non sono mai finalizzate solo (dico solo perché pur sempre di un businnes si tratta) mero divertimento degli spettatori (almeno in quelli di qualità): Rambo non combatte per dei veri ideali e vince perché “è il più figo” mentre, tanto per citare uno degli anime peggiori e ciò nonostante non privo di morale, Goku lotta per proteggere l’umanità e le persone che ama e vince sempre proprio grazie alla sua purezza. C’è poi da chiedersi quale show, film o libro non costituisca una fuga dalla realtà che aiuta i giovani e non a dimenticarsi tempora- più utili ai giovani ed insegnano loro come affrontare i problemi della realtà: La Bella Addormentata, per esempio, insegna a tutte le ragazzine che semmai dovessero pungersi con un fuso incantato dovranno solo aspettare che il principe azzurro sconfigga il drago malefico (passatemi questa battuta per intenditori) e corra a svegliarle con un bacio… che morale! Che contenuto istruttivo! Lo STRANO CASO delle promesse infrante in MEDIO Oriente Ovvero come Obama è riuscito a deludermi V i sembrerà una domanda stupida. Vi ricordate come iniziò la guerra in Iraq? “Ovviamente” dopo l’attacco alle torri gemelle del 2001. Più di 3000 americani morti. E gli USA “ovviamente” reagirono: non potevano permettere che si ripetessero stragi del genere. I talebani, ufficialmente incolpati dell’attacco, risiedevano e risiedono tuttora in Afghanistan. Ma allora perché Bush attaccò anche l’Iraq? La prima giustificazione che ricordo sosteneva che Saddam supportasse i talebani e il terrorismo internazionale. Un sospetto ragionevole, ma comunque un sospetto, non una certezza. E cosa avrebbe autorizzato gli USA ad “intervenire” così direttamente su un problema di stampo mondiale senza consultare le altre nazioni e ottenere prima il loro consenso? In un secondo momento Saddam fu accusato di aver iniziato a produrre armi chimiche di distruzione di massa: la tensione aumentò e l’attacco nei confronti dell’Iraq fu intensificato. Poi Hans Blix, il capo degli ispettori dell’Onu, rilasciò questa dichiarazione: “Non abbiamo trovato nessuna arma di distru- zione di massa in Iraq. In molte occasioni - prosegue Blix - abbiamo sentito dire dagli Usa che gli iracheni dispongono di unità mobili per la produzione di armi biologiche. noi abbiamo ispezionato alcune di queste unità ma abbiamo accertato che non servono alla produzione di armi biologiche”. Dunque serviva una nuova giustificazione ufficiale, oltre a quella “segreta” del presidente-figlio devoto che cerca di riparare le falle nella difesa degli USA lasciate aperte dal padre dopo la Guerra del Golfo. Ecco un estratto dell’intervista di Condoleezza Rice(segretario di stato dell’amministrazione Bush) condotta da Fabio Fazio: Fazio: “Dopo le chiare dichiarazioni di Hans Blix, lei pensa che la I passi di Obama di Valerio Iacovone IV P guerra in Iraq sia stato un errore?” Rice:”No, io credo che fosse la cosa giusta da fare per riuscire a sconfiggere Saddam Hussein. Adesso gli iracheni hanno la possibilità di vivere una vita più pacifica e non hanno più un capo che ha ucciso 300000 persone. Ma certo: gli USA facevano solo gli interessi del popolo irakeno. Ma ecco un’altra 1967 1971 1979 1982 1983 1985 1988 1989 parte della stessa intervista: Rice: “Bisogna riconoscere questo: che le decisioni che il presidente Bush e la sua amministrazione hanno preso nel 2001 per cercare di difendere il nostro paese siano state prese solamente quando si era certi, sulla base di ciò che diceva il dipartimento di giustizia, che le cose da fare fossero legali. La cosa più importante è che continuiamo a proteggere gli Stati Uniti perché i terroristi cercheranno di attaccarci ancora. Ovviamente gli Stati Uniti d’America hanno sempre difeso i più alti principi e noi abbiamo dovuto difenderci nell’ambito dei nostri valori più profondi” Finalmente un po’ di verità, una delle vere ragioni della guerra “personale” degli USA, oltre alla conquista dei pozzi di petrolio, è il più profondo valore americano: non si parla dei diritti degli irakeni, non della sconfitta del terrorismo, ma di orgoglio nazionale. Come può la nazione più potente del mondo essere colpita nel suo stesso territorio, permettendo che il suo controllo venga sfidato? Non può, ed ecco la guerra. Finalmente la guerra finirà, pensavo dopo le elezioni, ora che Obama ha promesso di far ritirare le truppe. Non potevo aspettarmi di meno dal primo presidente di colore. Me ne convinsi ancora di più ascoltando il suo discorso al Letterman Show. Nonostante il comandante sul di Viviana Sebastiano IV P 1962 : nasce ad Honolulu, nelle Hawaii, mentre i suoi geni- 1990 1991 1992 1993 1995 2000 2004 2007 2009 tori, Ann Dunham (americana di discendenza inglese) e Barack Obama Sr.(kenyano), studiavano all’ East-West Center of the University of Hawaii : in seguito alla separazione dei genitori e al secondo matrimonio della madre, il giovane Obama si trasferisce a Jakarta, dove nasce la sua sorellastra Soetoro Ng. Studia nella città apprendendo la lingua indonesiana : ritorna nelle Hawaii per vivere con i suoi nonni materni e ricevere un’istruzione migliore : si diploma con lode alla Punahou Academy dove c’erano solo altri due neri; cresce in lui la consapevolezza del razzismo nella società e nelle difficoltà che incontra un Africano-americano : muore suo padre naturale in un incidente d’auto : si laurea in scienze politiche con specializzazione in relazioni internazionali alla Columbia University a New York : si sposta a Chicago dopo aver lavorato per la “Business International Corporation” e NYPIRG. E’ qui che Obama inizia a frequentare la Trinity United Church of Christ. : lascia Chicago per studiare giurisprudenza ad Harvard : conosce Michelle Robinson durante uno stage estivo in uno studio legale : diventa il primo presidente afroamericano della celebre “Harvard Law Review” : si laurea magna cum laude :sposa Michelle Robinson nella Trinity United : inizia a lavorare presso uno studio legale e si impegna soprattutto in difesa di quelle organizzazioni che si preoccupavano di diritto di voto e diritto civile. Insegna diritto costituzionale presso la facoltà di legge della University of Chicago : Pubblica il libro “Dreams From My Father” in cui racconta l’esperienza di crescere con i suoi nonni materni e dell’età adolescenziale in cui fa anche uso di Marijuana e Cocaina. Pochi mesi dopo muore la madre per cancro : si propone come candidato del partito democratico per l’Illinois ma viene sconfitto da Bobby Rush : diviene senatore federale per l’Illinois : annuncia la propria candidatura per le elezioni presidenziali : ottiene il quorum necessario per la nomination democratica : supera il candidato repubblicano John McCain e diventa il primo presidente nero nella storia degli Usa. Riceve il premio Nobel <<per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli>> campo, generale Stanley McChrystal, avesse chiesto subito più truppe Obama aveva risposto: “Non manderò altri soldati a morire se non sarò convinto che la nostra strategia in Iraq e Afghanistan funziona”. Finalmente, come scrisse Vittorio Zucconi su la Repubblica, sembrava che l’America si fosse stancata della guerra e avesse detto basta mettendo da parte l’orgoglio. Solo dopo mi accorsi della “sottile” differenza tra la promessa di ritirare le truppe e quella di non mandarne altre, per altro infranta anche questa. In realtà Obama non era preoccupato per il sacrificio dei tanti americani (per non parlare di irakeni e afgani) scioccamente immolati per vendicare quei 3000 morti del 2001, ma piuttosto dell’infruttuosità di questo sacrificio. Infine l’orgoglio americano deve aver sopraffatto anche Obama. Chissà se pensava alla grandezza del suo paese mentre con una mano riceveva il nobel per la pace e con l’altra firmava e approvava l’invio di altre truppe. Non resta che chiedersi se sia veramente cambiato qualcosa Aspetterò ad esultare quando e se avremo un papa omosessuale. 13 Legge Regionale sul diritto allo studio Estratto dal sito dell’ UDS. Nella tarda mattinata del 25 novembre 2009 un grande cambiamento è avvenuto per gli studenti pugliesi. Dopo due mesi di mobilitazioni, infatti, è passata all’approvazione del Consiglio Regionale della Puglia la nuova legge regionale sul diritto allo studio proposta dal presidente della commissione cultura regionale Carlo De Santis. Ciò ci permette finalmente di avere una legge regionale sul diritto allo studio adeguata agli studenti pugliesi del 2009 (la precedente legge risaliva a 30 anni fa) e che garantisce realmente un’inalienabile bisogno sociale: l’accesso ai saperi. Con la nuova legge, si spera al più presto possibile, gli studenti pugliesi potranno usufruire di innovazioni come il comodato d’uso dei libri di testo, agevolazioni sui trasporti e mense, borse di studio straordinarie, servizi di integrazione per studenti rom o immigrati, e una carta studenti realmente utile. Questa è però solo una legge di indirizzo che determina unicamente gli ambiti in cui la legge agirà e dunque il lavoro da fare è ancora lungo. Nel frattempo, ecco una scheda tecnica della legge: La fruizione del diritto allo studio, in Puglia, è attualmente regolata dalla L.R. 12 maggio 1980 n. 42. Il contesto culturale, sociale e normativo era molto diverso da quello odierno, varie normative nazionali sono venute ad intervenire sulla scuola e la sua organizzazione, i flussi migratori erano tendenzialmente in uscita e non in entrata, non si parlava assolutamente di reddito per i soggetti in formazione, etc. La proposta di legge portata avanti dal presidente della commissione cultura regionale, consigliere Carlo De Santis, vuole quindi riformare e declinare al contesto attuale pugliese la materia del diritto allo studio. Vediamo ora di seguito le finalità preposte dalla legge: • Riequilibrare l’offerta formativa rispetto alla discriminante dell’ubicazione delle scuole (trasporti); • Combattere la dispersione scolastica; • Favorire l’esercizio del diritto allo studio per immigrati e rom; • Promuovere l’offerta formativa in materia di cittadinanza attiva (legalità, pace, diritti umani) • Sostenere l’autonomia scolastica attraverso l’estensione e qualificazione dei tempi scuola e l’adozione di modelli didattici innovativi; • Estendere il sistema di formazione permanente per gli adulti; • Realizzare raccordi con le attività culturali e di servizio del territorio (cinema, teatri, istituzioni culturali, musei, sport, volontariato, ..) Ma vediamo soprattutto come queste finalità verranno realizzate: • Finanziamento di fondi da istituire nelle singole scuole che permettano il comodato d’uso per i libri di testo negli istituti. Attraverso questo provvedimento le scuole acquistano i libri per gli studenti, che glieli devono restituire in buono stato alla fine dell’anno, gli stessi libri vengono forniti agli studenti dell’anno successivo scardinando in parte rilevante il problema del caro libri per le famiglie; • Facilitazione nei servizi di mensa e di trasporto. Si ipotizza attraverso sistemi di agevolazioni sugli abbonamenti mensili ai trasporti e buoni pasto per chi è costretto a rimanere a scuola per attività pomeridiane; • Facilitazione agli studenti ospitati nei convitti annessi alle scuole; • Servizi individualizzati per soggetti disabili; • Borse di studio straordinarie finanziate dalla regione; • Carta Studenti per accesso agevolato alle iniziative culturali; • Misure di integrazione per favorire l’inserimento scolastico di immigrati e rom, attraverso anche l’utilizzo di mediatori culturali; • Promozione di progetti didattici di interesse sociale e culturale quali: legalità, ambiente, educazione civica, salute, patrimonio storico, artistico, architettonico regionale, comprensione, tolleranza, solidarietà, multiculturalità; introduzione e utilizzo di nuove tecnologie e metodologie didattiche; 14 L’unione degli Studenti Puglia. LA VALCHIRIA ITALO-AMERICANA IN CIMA ALLA TOP di Francesco Girone V H Joanne Angelina, in arte Lady Gaga, è una cantautrice di origini italiane. Influenzata dalla musica pop degli anni ottanta di artisti come Madonna e Michael Jackson, e dal glam rock di artisti come David Bowie e i Queen, a quest’ultimi si è ispirata per creare il proprio nome d’arte, un chiaro riferimento alla canzone Radio Ga Ga. Inizia a studiare pianoforte all’età di quattro anni e la sua prima composizione per pianoforte risale all’età di tredici anni. A diciassette anni è una delle venti persone al mondo ad aver ottenuto l’ammissione anticipata alla New York University, dove studia musica. Inizia ad esibirsi con gruppi musicali ma per mantenersi lavora come cameriera e spogliarellista. Intenta a trovare un proprio stile musicale, decide di fare qualcosa di nuovo e provocatorio sulla scena underground e rock ‘n roll newyorkese, ovvero la musica pop. Dopo la collaborazione con cantanti del calibro di Akon inizia a mettere mano sul proprio materiale, lavorando assiduamente al suo album di debutto, al fianco di un team di produttori. Dopo aver inizialmente incentrato la sua musica sulla dance elettronica d’avanguardia, trova un suo percorso musicale avvicinandosi al pop melodico. Ha debuttato nel 2008 con l’album The Fame, da cui vengono estratti singoli di grande successo, soprattutto in Australia, America, Canada, Nuova Zelanda e Italia, dove i suoi pezzi più conosciuti sono Just Dance, Poker Face, Bad Romance e Paparazzi. Grazie a questo album ha raggiunto il record negli Stati Uniti con ben 4 singoli dell’album di esordio piazzati alla numero 1 nella Billboard Pop 100. Rolling Stone e Il Nostro Cavaliere Rock&Roll Rolling Stone Italia nomi- na Silvio Berlusconi “Rockstar dell’anno 2009,sbaragliando rockstar del calibro di Beyonce e Madonna. di Francesco Girone V H creati per la candidatura a Presidente degli Stati Uniti. Il direttore di Rolling Sto- meriti dovuti a uno stile di vita per il quale la definizione di rock&roll va persino stretta. I Rod Stewart, i Brian In occasione dell’uscita del numero di dicembre, il mensile incorona il personaggio che si è distinto nel corso dell’anno per il suo carattere e temperamento decisamente “rock&roll”. Secondo classificato, sul podio di Rolling Stone Italia Barack Obama per ovvi meriti, mentre al terzo gradino si posiziona Papa Ratzinger. Per celebrare l’evento Rolling Stone ha dedicato al cavaliere la copertina del prossimo numero, realizzata per l’occasione dal designer americano Shepard Farey, ormai famoso in tutto il mondo per i suoi manifesti di Barack Obama ne, Carlo Antonelli, ha così motivato la scelta nel suo editoriale: “Ciò che conta, per noi, dovendo ogni dicembre eleggere una “rockstar dell’anno”, è che quest’anno la votazione sia avvenuta all’unanimità, per evidenti Jones, i Keith Richards dei tempi d’oro sono pivellini in confronto. La “Neverland” di Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa Certosa, e via così. Siamo ben fuori dal dispensare giudizi da destra o da sinistra. Siamo solo osservatori che constatano ciò che è avvenuto e avviene ogni giorno. I comportamenti quotidiani di Silvio, la sua furia vitale, il suo stile di vita inimitabile, gli hanno regalato, specie quest’anno, un’incredibile popolarita’ internazionale”. Dal canto suo, Shepard Fairey (Designer americano della campagna elettorale di Obama)si è così espresso su Berlusconi: “A volte nel mio lavoro cerco di mettere in dubbio personaggi autorevoli, specialmente quando questi sembrano avere ragioni ambigue alla base delle loro azioni. Tutto quello che ho sentito e letto su Berlusconi mi porta a credere che lui si adatti a questa descrizione”. 15 di Francesco Girone V H giurato al RomaCinemaFestival! Un inviato di Cari lettori, in una calda mattina di lu- glio ho appreso di essere uno tra i giurati del Cinema Festival di Roma(un concorso istituito dalla nostra scuola per promuovere il cinema e su oltre 1000ragazzi dello scacchi eravamo in tre).La notizia non mi ha scosso particolarmente fin quando non mi sono ritrovato davanti all’Auditorium(Roma).Tutta la zona era stata rimessa a nuovo con cartelloni pubblicitari,tappeti rossi,stand di grandi marchi;non mancavano auto lussuose, ragazzi e ragazze acconciati a cerimonia e tanto altro.Ero impressionato nel vedere così tanti giornalisti,cameraman,telec amere,fotografi e quant’altro riguardasse il mondo delle comunicazioni e del cinema tutti concentrati in uno stesso luogo. Le giornate erano sempre molto intense e movimentavate ma mai stressanti e noiose. La mattina solitamente si guardava un film della nostra sezione “Alice nella città” in concorso e alla fine del film si svolgeva un dibattito sotto il profilo tecnico e sociale con la delegazione; prima di uscire dalla sala si consegnavano delle schede di valutazione con un voto compreso tra uno e cinque. Nel primo pomeriggio si facevano varie attività come conferenze stampe su dei film,incontri con attori,registi,sceneggiatori come ad esempio James Ivory, Melissa Rosenberg, Terry Gilliam,Beppe Fiorello,Maria Sole Tognazzi e tanti altri ,oppure si assisteva a mostre molto interessanti tra le quali quella dedicata a Sergio Leone. Nel tardo pomeriggio si assisteva al secondo film non in concorso e si faceva il Red Carpet con attori del calibro di George Clooney, Richard Gere e Helen Mirren. E qui incominciava la vera festa: fans impazziti pur di strappare una foto o un autografo al loro beniamino,giornalisti accalcati pur di fare qualche domanda alle star che solcavano il red carpet,un muro di fotografi pronti a scattare foto non appena avvistata l’ombra della star di turno…insomma tutto questo è Roma Cinema Festival! La serata di gala per la premiazione ha radunato nell’ auditorium star più o meno im- portanti, politici e giornalisti per una serata conclusiva degna del festival. Il Marc’Aurelio D’oro è stato assegnato al film danese di Nicolò Donato “Brotherhood”, storia gay molto tormentata tra due militanti neonazisti. Il festival si è poi concluso con la sempre più verde e affascinante Meryl Streep, che ha ritirato il Marc’Aurelio d’oro alla Carriera e ha presentato una commedia divertente tratta da una storia vera, “Julie & Julia”. Come tutte le esperienze piacevoli anche questa è finita in fretta, però posso dire che questa esperienza mi ha dato molto perché è stata una splendida occasione per relazionarsi con altre persone che la pensano in modo differente dal mio e mettermi in discussione, scoprendo affinità che ognuno di noi non sapeva di avere. Questa esperienza ha aiutato tutti noi a sviluppare il nostro spirito critico poiché le nostre affermazioni sono state sempre basate su tesi logiche e non solo su parvenze come, solitamente si è portati a fare. ALLA CORTE DI QUEEN ANNA(WINTOUR) ‘The September Issue’ il do- cumentario su Anna Wintour (Direttrice Vogue America) e la produzione del numero di Settembre del 2007; una delle più gandi uscite nella storia dei magazine, con 840 pagine. 16 Il regista R.Cutler ci mostra in novanta minuti, avendo avuto un accesso senza precedenti al dietro le quinte del magazine Vogue, il lavoro e i meccanismi dietro uno dei più importanti magazines al mondo, e il mondo di Anna Wintour, la donna che dal 1988 , nascosta dietro i suoi enormi occhiali neri, guida Vogue America e buona parte del mondo della moda. La Wintour è stata definita “una papessa” ,”una regina delle nevi”, una ‘dominatrix”, ” un’aliena caduta dallo spazio” e soprattutto come ‘Il Diavolo” nel film “Il Diavolo Veste Prada”. Anna Wintour ,appare nel documentario fredda e dittatrice,non si trattiene da critiche e commenti e permette ai non esperti di moda di vedere quanta passione venga messa nella creazione di un giornale. Lo stile non arriva dalle passerelle ma dalle strade di Francesco Girone V H Lo “Street Style” è traducibile come lo “stile di strada” e si tratta di uno modo di fare moda, alla base vi è solo della gente comune. Con questa idea è nata su Internet un imponente serie di siti e di blog che raccolgono le immagini di gente fotografata per strada. Infatti,internet dà l’opportunità di conoscere lo “Street Style” di ogni parte del mondo, permettendo a chiunque di trovare idee moda tutte nuove legate al look suggerito da gente normalissima fotografata per le strade del mondo: New York, Parigi, Londra, Le modelle più famose: Agyness Deyn! Tra le modelle più belle e fa- mose è impossibile non annoverare Agyness Deyn,grande protagonista dell’anno 2009. Questa stupenda supermodella britannica nasce nel Lancashire nel 1983 con il nome Laura Hollins. Infatti il nome che l’ha resa una delle più conosciute e pagate modelle è in realtà un nome d’arte. Dopo aver consultato un amico della madre esperto in numerologia,il quale la informò riguardo al fortuito spelling del nome "Agnes",cambiò il suo nome in Agyness. Sembra che per lo stesso motivo decise con la madre e la sorella minore di cambiare cognome,così da risultare oggi Agyness Deyn! La sua vita lavorativa non comincia assolutamente nel campo della moda. Infatti all’età di tredici anni è costretta dalla povera situazione familiare a lavorare come cameriera part-time in un fish & chips a Ramsbotton. Nel 1998 però lavora al Village Chippy dove incontra Henry Holland, proprietario e fondatore della casa di moda House of Holland. È l’inizio della sua carriera nel campo della moda! A sedici anni vince la gara “face of ‘99” indetta da Rossdale Free Press e si trasferisce a Londra dove firma un importante contratto con l’agenzia Models 1. La sua carriera decolla definitivamente nel 2006 quando diviene testimonial della linea Blugirl di Blumarine. Questo Tokio, Singapore, Berlino, Milano, Oslo, Stoccolma e tante altre città. Il più famoso tra tutti è “The Sartorialist”.Da anni Scott Schuman ha smesso di fare il buyer per dare vita a The Sartorialist, il blog che ha documentato tutte le ultime tendenze nel campo della moda scattando fotografie alla gente vestita in modo più originale tra le strade di tutto il mondo. Un’idea semplice che si è subito trasformata in un successo planetario, consacrato dal Times’magazine che ha inserito The Sartorialist tra i primi 100 “design influencers” mondiali. Ah, parlando di “armadillo shoes” di Claudia Grassi IV A lavoro in particolare è un tramna notizia degli ultimi giorni polino di lancio per Agyness,che riguarda un’interessansi ritrova a lavorare per griffe te ribellione da parte di sempre più famose nelle ma- un gruppo di modelle ai gnifiche città della moda : New vertiginosi tacchi creati York,Londra,Milano e Parigi. da Alexander McQueen. È uno dei volti di Vogue Italia Per quanto si possa cone altre importanti riviste come siderare questa scarpa un’opera d’arte,il tacco Grazia e Pop; ben presto è an- da 30,4 centimetri spache su Vogue accanto a Dout- venta non poco anche zen Kroes, Caroline Trentini, loro,le bellissime modelle Raquel Zimmermann, Sasha delle griffe più famose. Pivovarova, Jessica Stam, Coco In particolare,anche se Rocha, Hilary Rhoda, Chanel i nomi non sono noti,la ribellione riguarderebIman e Lily Donaldson. Infatti be tre famose modelle di la Deyn e le altre modelle sono fama internazionale che state scelte per la copertina dal- di fronte all’eccentrica scarpa dello la direttrice della rivista Anna stilista hanno espresso senza indulgi Wintour che le nomina "super- il loro disaccordo. Le tre modelle modelle di nuova generazione”! preoccupate per la loro salute e reputazione si sono rifiutate con forza Poco dopo la Deyn appare an- di partecipare alla sfilata di Aleche in varie campagne pubbli- xander McQueen,già famoso per citarie internazionali per case di altre estremizzazioni in campo della moda come: Anna Sui, Burberry, Cacharel, Gianfranco Ferrè, Giorgio Armani, Paul Smith, Vivienne Westwood e Jean-Paul Gaultier solo per citarne alcune. L’elenco di griffe per le quali ha sfilato fa invidia anche alle più note modelle! Missoni,Max Mara,Etro,Roberto Cavalli,Marc Jacobs,Moschino,Dior [..]. Ma d'altronde parliamo di una moda. Infatti tra le modelle in ribelmodella bellissima,alta 1.77 e lione ci sarebbe anche la Kershaw con misure eccellenti: 78-61- che durante una sfilata nell’anno 89! E poi,non è mica proprio passato era addirittura svenuta sullei la modella che ha reso il la passerella. Ciò era accaduto per taglio alla garconne un cult? colpa di un corsetto davvero trop- U po stretto,opera ancora una volta di McQueen. Il caso ha suscitato molto clamore e interesse nel campo della moda,poiché rappresenta il primo tipo di ribellione da parte delle modelle. La giornalista Patty Huntington scrive: "Finora avevo solo sentito di qualche caso isolato ma è la prima volta che tre top model si mettono d'accordo per protestare contro una cosa del genere. Direi che è molto interessante, perché ci sono già stati tentativi di creare dei sindacati di modelle e questo è il segnale che queste ragazze stanno finalmente prendendo coscienza dei rischi legati alla loro salute e alla loro sicurezza". Dello stesso parere anche Emma Hope,designer inglese di scarpe "è come camminare su un righello e questo è l'opposto di quello che vuole fare la gente comune.” e Ellie Levenson, autrice di "The Noughtie Girl's Guide to Feminism “Penso che il loro rifiuto si ricolleghi al femminismo…nel senso che il femminismo consente finalmente di dire di no. Gli stilisti influenzano le donne su come vestirsi e credo sia davvero irresponsabile incoraggiarle ad indossare abiti eccessivi e pericolosi". Tutti concordano con loro quindi,tranne ovviamente gli stilisti più creativi che ben presto si troveranno a dover rispettare dei criteri 17 No, non sarà un’avVentura! Bari, 23 Giugno 2009. Un giorno apparentemente normale. Un giorno come gli altri. Eppure qualche cosa già mi diceva che non sarebbe stato un classico martedì di inizio estate. Infatti, mi ero svegliato in maniera inusuale, di buonora, come se dovessi attendere una notizia, una risposta importante. Il campionato di serie B era terminato da poco meno di un mese, e si era concluso con una roboante vittoria per 4 a 1 contro il Treviso. Partita emblematica che rispecchia la grande stagione 2008/09 dei Biancorossi. Alla guida di quel Bari c’era un leccese che aveva fatto innamorare tutti noi Tifosi del Galletto e, permettetemi questo appunto, sottolineo Tifosi per indicare coloro che hanno sostenuto la squadra anche e soprattutto nei momenti più difficili, anche a Venezia nel 2004, il punto più basso degli ultimi 20 anni, l’anno della retrocessione in serie C. Sicuramente uno dei momenti meno dolci della mia vita, io che vado allo stadio, anzi no, in Curva Nord, da quando avevo 3 mesi, io che c’ero a quel famoso BariCittadella degli arcinoti 67 paganti. Ritornando a quanto si diceva prima, l’allenatore che aveva fatto battere a ritmi accelerati il nostro cuore faceva Antonio di nome e Conte di cognome.Bè, quel fatidico 23 Giugno, la prima pagina della Gazzetta titolava così: << Conte-Bari: Rottura!>>. 18 di Sabino Memola & Fabio Trigiante V I Sembrava la fine di un sogno, la fine di un progetto già ben avviato, insomma la fine di tutto. Avevamo aspettato otto lunghi anni per tornare nella serie A, la serie che spetta ad una squadra e ad una città come la nostra amata Bari, e addesso… era svanito tutto! E come se non bastasse avevamo dovuto aspettare una settimana intera per sapere il sostituto di mr. Conte, sorbendoci tutti i nomi possibili (e a dir la verità anche quelli impossibili) affibbiatici dalla stampa. Il 30 Giugno, però, arriva la tanto ma lì per lì non erano, diciamo, molto confortanti. Nonostante tutto noi Tifosi eravamo lì, nei giorni caldi d’Agosto, a sostenere la squadra durante la preparazione. Noi, a dispetto dell’ennesima delusione targata Matarrese, pensavamo solo a incitare tutti, perché non potevamo riperderlA. E affidiamo le nostre speranze al più vecchio degli allenatori della serie A. I giorni passavano e saliva l’adrenalina: esordio stagionale contro l’Inter a Milano il 23 Agosto. E finalmente quel giorno arriva; attesa notizia: il grande Giorgio Perinetti assegna a Giampiero Ventura le redini della squadra. Il nuovo allenatore arriva nel capoluogo pugliese con un compito difficilissimo: farsi accettare da un gruppo forgiato dal marchio Conte e da noi Tifosi. Il buon Giampiero da Genova (ma sottolineo di fede Doriana) esordisce durante la prima conferenza da allenatore del Bari con una frase rappresentativa: << Io alleno per libidine!!! >>. Sicuramente a posteriori leggere le sue dichiarazioni ci fa “godere” ancora di più, un viaggio interminabile: ben 13 ore per giungere alla Scala del calcio. La partita si giocava alle ore 18, ma già un’ora prima del fischio d’inizio il settore ospiti era stracolmo. Da brividi. 5000 pazzi (perché solo così ci possiamo definire) a sostenere la squadra. All’urlo di “BARI . . . BARI” ebbe inizio il match contro i campioni d’Italia. La storia della partita penso la conosciate tutti: minuto numero 73, Langella scatta sulla fascia, mette al centro per Kutuzov ed è… GOOOOL!!!! I 50000 del Giuseppe Meazza muti ad osservare il nostro delirio, figlio di tanti bocconi amari digeriti per tanto tempo. La nostra libidine! La partita finirà 1 a 1, ma appena finito l’incontro, il pensiero rifugge, come per volontà del destino, a quello spareggio salvezza del 2004. Quanto era lontana, adesso, Venezia e tutte le lacrime che avevo versato; mi guardavo intorno e vedevo i miei “fratelli” piangere dalla gioia… ci eravamo presi una bella rivincita! La prima vittoria in serie A, si faceva attendere, ma arrivava alla quarta giornata: 4 a 1 all’Atalanta, come l’ultimo successo in serie B. Da quel momento in poi nessuno avrebbe più fermato il “trenino” Biancorosso, tranne qualche fermata occasionale. È inutile starvi a raccontare il resto della stagione fino a questo punto perché credo sia sotto gli occhi di tutti la realtà che siamo diventati. Per concludere, però, ci tengo a dire un’ultima cosa; vorrei fare un applauso a tutti Noi ragazzi della Nord, indomiti seguaci delLa Bari (come si dice da queste parti!) nella buona e nella cattiva sorte, in C come in B come in A. Perché è semplice andare adesso allo stadio, magari solo per vedere le squadre strisciate, con la sciarpa al collo, e dirsi “Tifosi del Bari”. Ovunque andrai, ti seguirò, e mai ti lascerò… FINO A CHE MORTE NON CI SEPARI! AVANTI BARI, AVANTI ULTRAS CURVA NORD!!! Our history Everybody goes on and says: I can change nothing, I can’t do anything. Everybody can put off its mind and think: All go how all must go, Other people can decide for me; But I am tired, I want shout loud what I am, Do something to change the world, Try to share my ideas, Try to make a new way, Came on and change our history! Gaetano “Gaguz” Capriati III C Un pomeriggio d’autunno Certe volte apri la finestra per caso, ti fermi ad osservare, quanto è bello il cielo! E’ un pomeriggio d’autunno, il tramonto, alle 17 e qualche minuto, già il tramonto. E’ un pomeriggio d’autunno, ti fermi ad osservare il cielo, il sole rosso, dietro le nuvole, il tramonto, rosso il cielo in fiamme, fuoco ormai lontano, caldo di una giornata d’estate, il sole calante, mangiato dalle nuvole, crea un gioco di colori, quasi quasi rimarresti lì per sempre, e in un attimo è buio, tutto è finito, chissà quando ritornerà, così in alto, fiero, il sole. Gaetano “Gaguz” Capriati IIIC 19 CruciVerba ORIZZONTALI: 1 severo avvertimento; 6 stipendio; 10 rivolgersi al giudice; 12 enormi camion; 13 la guidò Mao; 14 nacque per creare un’unione doganale; 16 coda di renna; 17 l’acido ribonucleico; 18 vino di mele; 19 due nullità; 20 scherzi, burle; 21 oggi agli estremi; 22 si effettua comprimendo i grappoli di uva; 24 comitato europeo di ricerche nucleari; 26 discordia sull’Olimpo; 27 processo di formazione delle catene montuose; 30 coda di pavone; 31 sfidare il pericolo; 32 fra S e V; 33 ha odore soffocante; 34 eroe spagnolo; 35 iniziali di Bongiorno; 37 la madre di Horo; 38 proibizioni; 39 qui… a Paris; 41 la vittima della Corday; 42 antico cantore; 43 frutto dalla buccia… pericolosa. VERTICALI: 1 si occupa di fenomeni monetari su larga scala; 2 il padre del mitico Thor; 3 una caravella; 4 E’ un vero peccato; 5 una bevanda dissetante; 7 antico testamento; 8 si usa per cocktail; 9 lo stato asiatico con La Mecca(6,7); 11 si frequenta dopo le elementari; ricchi come… il signor Bonaventura!; 15 un’antica civiltà greca; 18 seguente in breve; 20 li hanno certi mezzi militari; 21 quadri napoletani; 22 vantaggio monosillabico; 23 nel paradiso di Maometto; 25 periodi storici; 28 gretti; 29 si cita con Leandro; 32 missile balistico degli USA; 34 un prodotto dell’alveare; 36 banca centrale europea; 38 prima di Dyck e Gogh; 40 in cuore… ride; 41 chi lo dice è perplesso. REBUSMANIA Parole: 7, 10 20 Parole: 7, 7, 7 N.B. Le soluzioni di questi giochi li troverete nel prossimo numero! Facile Sudoku Medio Parole in comune 1) LENTO; PAGLIA; SCHERZARE; VIGILE; BATTESIMO. 2) RAGNO; ACQUA; OSSO; NERO; CIAMBELLE. Soluzioni ai giuoki del numero precedente: PAROLE IN COMUNE 1°- Nido; 2°- Pelle REBUSMANIA Facilitato: IN/creme/NT/are/leve/N/ DI/te = incrementare le vendite Impossibile: solo una enne (solenne) messa nell’angolo (in canto) = solenne messa in canto 21 15 Marzo 2 0 08. XI I I giornata dell’impegno e della memoria delle vittime della Mafia: quasi tutti no i Skakkisti, con pro fessori ed altre centomila persone provenienti da tutta italia, abbiamo sfilato per dire “NO ALLE MAFIE”. Alle 10 il Corteo ha inizio... 22 Tutti in marcia per protestare perchè anche no i siamo contro la Mafia, contro questa realtà che ci sta stretta...Marciamo per le settecentomila persone che hanno perso la vita. Giuseppe D’Angelo, Salvatore Vaccaro Notte, Giuseppe Montalbano, filippo basile, vincenzo vaccaro notte, d omenico geraci, gaspare stellino, antonino politroni, antonio barbera, giuseppe di matteo, giuseppe montalto, carmela minniti, d omenico buscetta, agata zucchero, liliana caruso, cosimo fabio mazzola, pino puglisi, caterina nencioni, angela fiume, fabrizio nencioni, dario capolicchio, beppe alfano, giuseppe borsellino, gaetano giordano, pa olo ficarola,giovanni lizzio, rita atria, pa olo borsellino, emanuela lo i, walter cusina, vincenzo li muli, claudio traina, agostino catalano, giovanni falcone, francesca moruillo, antonio montinaro, ro cco dicillo, vito schifani, giuliano guazzelli,salvo lima, peppino impastato... 23 <<C’è un problema larvato nel Sistema>> Cito l’Agente J per quanti di voi avranno amato i “Men In Black”. “La larva è l’aspetto della prima fase dello sviluppo di molti animali [...]. Alcune larve possono vivere come parassiti nell’uomo, provocando gravi disordini e alterazioni. Si installano nelle vie lacrimali, nelle narici, nelle orecchie,ecc...oltre che nella pelle e nel tessuto cellulare sottocutaneo.” (Enciclopedia del Sapere) Non è l’avvio di un articolo zoologico, ma un’immagine alla quale pensavo durante lo scorso Comitato. Vi guardavo: muti, distratti, presi dalla decima sigaretta della giornata. La metafora è venuta spontanea, perché quello che vedevo non era il risultato di una degenerazione. Ma l’inizio di un sistema larvale all’interno dei nostri cervelli. I nostri insetti sono della specie neglegentia populi e pigritia gentium (mi perdonino i padri della lingua Latina!). Dite che sono tragica? Si, lo penso anche io. Ma con l’inizio del 2010 ho letto diversi articoli di Fantapolitica, di denuncia a situazioni sociali “immaginarie”. Quando invento, mi viene da esser tragica. Allora penso ad una scuola in cui l’ultimo giorno è stata indetta un’Assemblea mai tenuta, un Comitato di studenti con “la testa al cazzeggio” (tanto per citare la situazione). Penso a questa idea del Blog per Skakkinostri, alla quale ero contraria e che preferisco veder realizzata prima di aver il diritto di dire la mia. Spazio illimitato, articoli in tempo reale, maggior informazione e accessibilità per tutti. Addirittura in rete abbiamo la possibilità di inserire demo delle band che parteciperanno alla Giornata dell’Arte. E’ meraviglioso ragazzi, davvero. Ma l’idea di queste larve che ci rallentano, ci impigriscono, va un po’ contro tutto ciò, non credete? Chi se ne occuperà? Chi scriverà? Chi farà crescere la Scuola così come i rappresentanti auspicano? Curiamoci, debelliamo questi fastidiosi insetti allo stadio primordiale, perchè il Sistema può ancora funzionare. Viviana Sebastiano IV P ->Concorso di Scrittura<- SALVE SKAKKISTI! Con questo secondo numero finalmente possiamo dare il via al concorso a premi di Skakki Nostri! Avete capito bene, ci sarà un premio! Si tratta di un concorso di scrittura: voi ci invierete tutti gli articoli che riuscite a scrivere e noi li valuteremo insieme a tre professori (la prof.ssa Sassanelli, la prof.ssa. Frega e il prof. Lopez). Potranno partecipare tutti gli attuali studenti dello Scacchi (ad eccezione, ovviamente, dei facenti parte la giuria). Gli scritti che ci invierete potranno trattare qualsiasi tema senza alcuna limitazione e potrete utilizzare la forma di articolo (testo argomentativo) o di racconto di esperienze reali o fantastiche. Tenete presente che i criteri di valutazione saranno: 1.Rispetto dello stile richiesto a seconda della scelta di una delle due tipologie ammesse (testo argomentativo o racconto); 2.Chiarezza nella narrazione e/o nell’esposizione; La Reda Direttrice Antonella Pagano IV P Caporedattori Angela Casavola III B Paola Dabbicco III C Valerio Iacovone IV P Viviana Sebastiano IV P Redazione Tracy Amoruso IV L Gaetano Capriati III C Alessia Giuliani IV L Claudia Grassi IV A Federica Loiacono V I Silvia Mazzotta IV L Roberta Pagano I D Sonia Ragno III E Michele Rosamilia III M Hanno collaborato per questo numero Valentina Favia IV G Simona Fiore IV H Francesco Girone V H Regina Grimaldi II B Sabino Memola V I Arianna Misceo III D Enrico Sciacovelli I F Fabio Trigiante V I Webmaster Luca Leonardo Scorcia 3.Correttezza grammaticale e lessicale (gli articoli saranno ovviamente corretti prima della pubblicazione); [email protected] 4.Originalità dei contenuti. kki aska nost it ero. b i l ri@ L’articolo vincente sarà pubblicato con priorità assoluta red sul prossimo numero di Skakki Nostri. Anche gli altri Continuate a scrivere, articoli saranno pubblicati fino ad esaurimento dello spazio a pastrocchiare e disposizione del nostro giornalino. Il vincitore avrà diritto disegnare! ad un buono di 75 euro spendibile in una delle librerie della Potete proporre nuove città. rubriche, imparare ad Il concorso si apre il 1° febbraio e voi potrete inviarci gli impaginare ed entrare in articoli fino a maggio… cosa state aspettando?! Redazione! Scrivete, scrivete, scrivete! A presto! La Reda 24