Giornale studentesco del liceo A. Scacchi

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Giornale studentesco del liceo A. Scacchi
Giornale studentesco del liceo A. Scacchi
Febbraio 2010
Cari Skakkisti,
Ci ritroviamo ormai a metà anno, con le vacanze natalizie alle spalle, e un nuovo quadrimestre da affrontare. Prima di cominciare vorrei anticiparvi una novità che
troverete all’interno di questo numero:sin dalle prime pagine vi imbatterete nello Speciale “Parole di Legalità”, con
articoli incentrati sul tema della legalità e della mafia.
Infatti “SkakkiNostri” partecipa al concorso “Parole di Legalità – Rassegna Nazionale della Stampa Studentesca” indetto
dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
in collaborazione con il Liceo Scientifico ‘G.Peano’ di Cuneo.
Questo numero verrà anche pubblicato sul sito(www.paroledilegalità.it) e chiunque potrà votare fra il 1 Febbraio e il
1 Marzo 2010 tutti i lavori pubblicati dalle diverse testate giornalistiche. Quindi contiamo anche sul vostro voto!
Il tema della lotta alla mafia non è mai stato così attuale
come nell’ultimo periodo: numerosi sono i latitanti arrestati dalla Polizia di Stato(circa 161 solamente nel 2008, e
436mila sono le persone che vengono costantemente controllate dalle forze dell’ordine). Visitando un po’ di siti sull’
argomento, mi sono ritrovata nel portale del Ministero degli Interni, dove alla voce ‘latitanti’ compare la lista completa di tutti quelli di “massima pericolosità”. Tanti sono
i nomi, tra cui troviamo anche Attilio Cubeddu, ricercato
Anno 9 Numero 2
dal 1997 per non essere tornato, dopo un permesso, nel carcere dove stava scontando la pena per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime; Nicola Panaro, ricercato
dal 2003 per associazione a delinquere di stampo mafioso
e per tanti altri reati come furto e lesioni. O ancora Cesare Pagano, latitante da quest’anno e ricercato per associazioni a delinquere di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti; e la lista potrebbe continuare.
Sempre nella rete, dal sito del Sole24Ore, mi è balzata
all’occhio una notizia del 1 Dicembre 2009: a Bari sono stati arrestati dalle Fiamme Gialle 83 persone appartenenti a
una cosca mafiosa pugliese (tra questi figura il capoclan
‘Savinuccio’ Parisi, assieme ai suoi luogotenenti e gregari, e il boss Antonio Di Cosola, egemone dell’omonimo clan
contrapposto agli Strisciuglio). E nell’inchiesta sono coinvolti direttori di banca, avvocati, amministratori pubblici
e professionisti, tutti responsabili principalmente di associazione a delinquere, tentato omicidio, riciclaggio, usura, traffico internazionale di stupefacenti e concussione.
E a quanto pare, è questo il vero volto della nuova mafia barese: sono personaggi della Bari bene che sempre più spesso vengono coinvolte in indagini sulla criminalità organizzata.
A presto,
Antonella Pagano IV P
Mafia: Dalle Origini
Da cosa è nato tutto? Perchè?
Breve storia delle organizzazioni mafiose.
di Michele Rosamilia III M
“La mafia è un fenome- contento per tutti i cit-
no storico e come ogni tadini del Sud Italia , sofenomeno ebbe un ini- prattutto per i contadini
zio e avrà una fine ! “
che, non ricevendo nesQuesta è la frase con cui
G. Falcone identificava la
mafia. Affidandosi alle dichiarazioni di un pentito
tentò di istituire un maxiprocesso con il quale
tentava di smascherare
tutto il sistema mafioso,
ma le sue indagini intaccavano alcuni pezzi grossi della politica , tanto la
mafia era intrinseca allo
stato. Venne prima diffamato su tutti i giornali
e poi fatto saltare in aria
con la famiglia nel 1992.
Il tutto ebbe origine
dopo la conquista del
regno di Napoli (Garibaldi) e la sua annessione al regno di Savoia .
Ciò fu una fonte di mal-
sun privilegio dal nuovo sovrano(un perfetto
sconosciuto),decisero
di organizzarsi in bande
armate di briganti sotto il comando dei vecchi conti , duchi e marchesi un tempo fedeli
al vecchio re Borbone.
Si costituì così un sistema
Anti-Stato, troppo debole per liberare di nuovo
il sud Italia dal comando
del re ma abbastanza potenti da recare seri disturbi alle istituzioni rendendo pericoloso anche percorrere le strade del Sud.
Sposi “ nel quale è chiaSi ritrova questo elero l’ esempio dei Bravi,
mento nello stesso rodisposti a svolgere ogni
manzo de “I Promessi
genere di lavoro sporco per il loro Signore.
Uno dei massimi esponenti del brigantaggio
2-10
17 fu Salvatore Giuliano,
latitante dal 1943 , organizzatore di un vero
18
e proprio esercito cri11-12
minale che agiva in Sicilia che partecipò al
13-14
19
progetto indipendentista siciliano e organiz15
zatore della strage di
20-21
Portella della Ginestra .
Il termine “mafia” prese
16
Skakki
22-23
però vita solo dopo il peMatti
riodo Giolittiano quando
l’ abilità di questi aristo-
Sommario
2
cratici dell’ ex regno Borbonico permise loro di
istaurarsi nella vita politica e all’ interno degli stessi organi burocratici delle
città del Sud e allo stesso
tempo eliminò i conflitti
fra il Meridione e i banditi .
Nonostante il rapporto
pacifico con il Mezzogiorno il conflitto rimase aperto con il Nord.
Si verificò un cambiamento della situazione
soltanto durante il ventennio fascista: Mussolini
infatti adottò il pugno
di ferro nei confronti
della situazione creatasi
inviando degli impiegati statali in tutte le città
Mondi vicini...
seppur apparentemente lontani...
La ridicola devozione dei Mafiosi.
Per
del sud che cercarono
di eliminare la mafia dalla scena politica e sociale ma scatenarono una
guerra senza frontiere.
Questa faida, dopo un
periodo piuttosto lungo, riuscì a far sparire in
gran parte la mafia nel
sud Italia, ma in seguito
al pesante clima creatosi, molti malavitosi decisero di emigrare negli
Stati Uniti, come “Lucky”
Luciano, facendo di
questo nuovo continente una succursale della
Sicilia e del meridione.
La mafia scomparve
quindi dall’ Italia per tutta la prima e per quasi
tutta la seconda guerra mondiale quando gli
Americani decisero di accettare la collaborazione
di Lucky Luciano , ormai
in carcere , per ricevere
agevolazioni durante il
famoso sbarco in Sicilia.
I consigli del mafioso e le
sue conoscenze furono
molto utili alle truppe statunitensi che riuscirono
a sbarcare senza problemi e attraversare tutta
l’ Italia raccogliendo un
successo dopo l’ altro .
Nel dopoguerra l’ azione criminale della mafia
si legò sempre di più a
certi settori delle forze
politiche di maggioranza, rendendosi responsabile del disastro
speculativo di Palermo.
In tanto i pochi parlamentari rimasti incontaminati
dalla corruzione mafiosa tentarono nel 19821988 alcune riforme anti
mafia alle quali i mafiosi
rispondevano con violenti attentati nei centri
abitati fino ad arrivare all’
assassinio di Paolo Borsellino, solo dopo il quale
venne ritenuto un eroe.
Ora si è parlato delle origini della Mafia, ma si potrà mai parlare della fine ?
quanto possa apparir
scontato il marcato confine esistente tra l’ambiente
mafioso e omicida e quello
religioso e pervasoda fede, la
sola informazione è capace
di farlo scomparire del tutto.
La testimonianza di Gaspare Mutolo,uomo d’onore della famiglia Mondello
e divenuto collaboratore di
giustizia nel 1992, ad esempio, conferma quanto detto
in precedenza: egli si ritenne
uomo di fede, simpatizzante
nonchè ammiratore dei missionari e dichiarò di provar
piacere nel fare del bene.
Risulta
difficile
trovare coerenza in un simile
ragionamento,considerando
i venti,o forse piu’,omicidi
confessati; ma questa non
è l’unica voce capace di
conciliare violenza e fede.
Anzelmo,anch’egli collaboratore di giustizia affermo’in
un’intervista:”Mi sentivo in
colpa per quello che facevo...
La religione era un conforto e dopo un omicidio me
ne ieva in chiesa e ci ieva a
dummannari pirdunu o’Signori. Era una cosa che mi
dava la forza di continuare.”
Cerco di sfruttare al meglio
di Tracy Amoruso IV L
la mia capacita’visiva scrutando con attenzione ciò che
mi circonda e vedo gente che
crede, gente che illusa pensa
di credere realemente, gente pervasa da ignoranza che
si abbandona a credenze figlie della propria cultura,non
soffermandosi neppure per
un attimo a cercar conferma
tramite pensieri propri. Secondo il mio modesto parere
questo avviene perchè la fede
è un mezzo attraverso il quale
svaniscono innumerevoli interrogativi, oltre ad essere pura
e semplice autoconsolazione
(basti pensare alla ricorrente frase “adesso è in un posto
migliore” cosa potrebbe essere se non uno strumento per
sentirsi più sollevati?). Quella
dei mafiosi è una visione ancor
più deforme e modellata a
loro piacimento: non è forse vero che adottano come
filosofia il comandamento
“onora tuo padre e tua madre” e sorvolano sul “non
uccidere”? Fede contraddittoria e basata sul nulla la
loro, con la quale vorrebbero
equilibrare i piatti della bilancia e attribuire sacralità e
legittimità ai loro atti, pensando invano di riuscirci...
3
Quanto ne sappiamo?
Un piccolo sondaggio tra le classi del nostro Liceo su ciò che sappiamo riguardo
alla Mafia.
di Viviana Sebastiano IV P
Il grafico riporta le risposte
date ad un questionario anonimo sulla Mafia (sulle sue
origini, sul tipo di organizzazione, sui danni per la società, ecc...) posto ad alcuni studenti. Per evidenziare la differenza generazionale (se di
questo si può parlare con uno
scarto di soli cinque anni)ho
preso a campione una classe
per il primo e l’ultimo anno.
Le domande erano molto generiche e lo stesso vale per le
risposte. I risultati non sono
totalmente negativi: generalmente pochi sanno collocare
l’inizio del fenomeno nella
storia (e d’altra parte non è
chiaro a nessuno in che accezione del termine si riconosce
la presenza della Mafia sin
dall’Unità d’Italia). Si nota
un’importate differenza sulle
rispettive idee riguardo al numero delle vittime: i ragazzi
*I valori sono in percentuali e si riferiscono alle
risposte esatte.
più grandi tendono a vedere
questo come un fenomeno
con molte più morti (10-100
mila) e hanno quindi un margine di errore più alto sulla
risposta a questa domanda.
Una seconda parte dei quesiti
(non inserita nel grafico) è a
Il tassello Mancante
Ricordate
i giorni in cui aprivate la vostra manina e
la posavate su quella troppo grande e vissuta del vostro
papà?Ricordate i giorni in cui lo abbracciavate e vi rendevate
conto di essere solo la metà della sua gamba?Le sere in cui di
ritorno da lavoro vi abbracciava e vi trasmetteva quella sensazione di sicurezza che neanche lui sapeva di avere? Io no.
Solo l’eco di un rumore,un odore acre e quel senso di soddisfazione nell’aria.I soli ricordi che un bambino ha del padre.Tutto ciò che mi rimane di lui.Anzi no,aspettate,mi è
rimasto qualcos’altro : quei sussurri,quelle frasi lasciate in
sospeso,gli sguardi indagatori della gente passando per le
vie di questo piccolo paese.Dicono di lui che fosse stato un
brav’uomo,una persona onesta ma che non sapeva stare al suo
posto,che in fondo se l’era cercata.E allora rivivo la sua storia
attraverso le foto rinchiuse in scatoloni consumati dal tempo
e dalla polvere seduto nell’angolo di quel buio scantinato.
Eccolo lì,il volto sorridente di
un ventenne con ancora sogni
non infranti da un’ingiusta
4
carattere personale su quanto
si crede di essere informati
sull’argomento e su quanto la
scuola sia servita in questo. I
“primini” si dividono equamente tra la convinzione di
saperne abbastanza e quella
di saperne poco, e nessuno,
sembra, voglia saperne di più.
La metà dei ragazzi di quinto
vorrebbe invece approfondire
l’argomento. L’opinione sul
ruolo della scuola è più omogenea e tutti concordano che
si apprende e si discute poco.
di Arianna Misceo IIID & Paola Dabbicco IIIC
realtà: capeggia un esercito di giovani anime furenti,pronte
a infrangere barriere invisibili, che se incontrate lasciano ferite più profonde. Molti avevano rinunciato ai propri
ideali,avevano smesso di lottare, ma lui aveva continuato imperterrito a credere in quella che gli altri definivano utopia.
Continua a pag.7
I videogiochi sono diven-
tati un fenomeno di costume. Sono entrati nelle
case di appassionati e
non, evolvendosi da semplici pixel combinati fino
a diventare opere capaci
di lasciare un messaggio, una riflessione a chi
vi si dedica con passione.
Spesso le tematiche trattate coprono anche problematiche
importanti per la nostra società.
Proprio la Mafia viene spesso usata come spunto,
seppure con l’inevitabile
scatenarsi del dissenso comune. Sono pochi, infatti,
i giochi che riescono a distinguersi in questo genere, dimostrando una maturità sulla criminalità e un
impianto di gioco solido.
Scorriamoli brevemente:
Grand
Theft
Auto(GTA)
La serie di GTA è
la più famosa del
genere,colonna portante del gangster
game, tanto cara agli appassionati
quanto odiata da giornali, genitori, ma
anche da politici come Hilary Clinton.
Diventato famoso con GTA III, il gioco
permette di impersonare un malavitoso che, per un motivo o per l’altro,
si ritrova a percorrere una personale
epopea, tra vendetta e redenzione,
prendendo in mano un arsenale in
grado di sbaragliare la concorrenza.
Il plot narrativo abbracciava una
scanzonata accondiscendenza nei
confronti dell’illegalità, ma con l’arrivo del quarto capitolo ufficiale le
cose sono leggermente cambiate.
Qui impersoneremo un veterano della
Guerra in Bosnia, Niko Bellic,attirato in
America dalle promesse del sogno americano, raccontategli dal cugino Roman.
Niko scoprirà presto che la realtà è
ben diversa e sarà costretto a rimet-
La Mafia nei videogiochi
tere mano alla pistola per poter salvare il cugino Roman dai debiti e le
minacce di morte di strozzini, mafia
russa e italo-americana compresa.
In questo caso si evince la vera natura di Liberty city, rappresentazione di
New York:tutti sono schiavi dei soldi,
siano essi sotto forma di sesso, droga
o diamanti.
Mafia
Nato
nel
2002, pur
non avendo la popolarità del
rivale GTA,
Mafia:The City of Lost Heaven si impose come una pietra miliare del genere.
Pur avendo aspetti in comune con il
rivale della Rockstar, la serie punta su
un maggiore realismo delle vetture, su
una storia intensa e appassionante e
su una minuziosa ricostruzione storica.
Il primo capitolo, ambientato negli anni
’30, narra di Tommy Angelo (guarda
caso un italo-americano) tassista che
rimane coinvolto in un inseguimento
tra bande e finisce per entrare a far
parte della banda di Don Salieri. Scalando la gerarchia mafiosa, Tommy
scoprirà un legame tra la sua famiglia,
uccisa in un agguato quando il protagonista aveva 11 anni, e il suo boss,
Salieri, ma evitiamo di spifferarvi altro,
per lasciarvi il gusto di scoprirlo da soli.
Attualmente previsto per inizio 2010,
il seguito vedrà invece protagonista Vito Scaletta, altro giovane italiano che dopo la Seconda Guerra
Mondiale, cercherà di scappare dagli orrori del conflitto rifacendosi un
nome nella criminalità organizzata.
L’idea chiave che accumuna i due
giochi è la voglia di ricominciare
da zero, per sfuggire ad un passato doloroso, per poi raggiungere
ricchezza e benestare sociale e la
mafia rappresenta per i protagonisti un mezzo ideale per i loro scopi.
Il Padrino
Con “Il Padrino” Francis Ford Coppola
iniziò una saga che entrò nella storia
del cinema moderno,grazie a un cast
sfavillante e una regia d’eccezione.
Dopo quasi 30 anni dal primo glorio-
so episodio, Electronic Arts decise di
portare nelle console casalinghe e PC
le stesse atmosfere dei film. Così fece
capolino “Il Padrino” nei nostri negozi
e successivamente sui nostri scaffali.
Il gioco sfoggiava un gameplay preso
in parte dal già citato GTA, ma con
una componente strategica di buon
livello, che vedeva il protagonista gestire i possedimenti e le attività della
banda, il tutto impreziosito da un’ atmosfera e un doppiaggio italiano che
fece la gioia dei fan della trilogia. Nell’
Aprile dell’ormai passato 2009 uscì il
seguito, che accompagnava i pregi
delle atmosfere e la buona componente strategica ai difetti del primo,
ovvero una grafica non al passo coi
tempi e una struttura di base del freeroaming poco varia e monotona.
Nonostante la sua qualità non al top,
la serie gode comunque del fascino dei
film e merita quindi una citazione e una
possibilità da tutti i fan dell’originale.
Max Payne
Max Payne è un poliziotto che tornando a casa trova la moglie e la
figlia brutalmente massacrate da
criminali sotto l’effetto di una droga sconosciuta chiamata Valchiria.
Distrutto dalla perdita, Max inizia a indagare sullo spaccio della droga e su
chi c’è dietro, ma rimane coinvolto in
un complotto mafioso ma non solo.
Il gioco è entrato nell’olimpo dei giochi d’azione grazie alle sue atmosfere
da “noir” e al carisma del personaggio,
ma soprattutto grazie alla tecnica del
bullet time, il rallentamento temporale reso famoso dalla trilogia di Matrix.
La serie, fortemente consigliata a tutti,
ha all’attivo due giochi e un 3° in sviluppo. Dalle prime voci sembra che il
gioco sarà ambientato in Brasile, 10
anni dopo gli eventi del 2° capitolo,
alla guida di un Max dilaniato dai suoi
demoni e senza nulla da perdere.
Dopo aver visto personaggi che
compivano, volentieri o non, il lavoro sporco, Max Payne rappresenta
un’altra faccia della mafia:la vittima.
Max Payne è essenzialmente la storia
di un martire che dopo la morte della famiglia, inizia a cercare vendetta
fino a farsi divorare dai demoni inte-
di Enrico Sciacovelli I F
riori che prima l’hanno spinto a trovare il responsabile dell’omicidio e poi lo
hanno fatto cadere nel baratro da cui,
forse, uscirà nel 3° attesissimo capitolo.
Alla fine di questo piccolo sguardo viene da
chiedersi perché gli sviluppatori hanno scelto di trattare la mafia e
perché le loro decisioni
hanno avuto successo.
In parecchi dei giochi
sopra descritti il contesto esplorabile è ampio
e variegato, con una
grande interattività e una
grafica che permette al
gioco di scorrere fluido.
Indubbiamente aprire un
mondo vasto e vivo,con
possibilità estreme di
interazione,lascia impressionati molti giocatori.
Inoltre la mafia rappresenta per il consumatore
un qualcosa di sconosciuto e pericoloso,che
non vorrebbe mai replicare nella realtà, ma
che esercita comunque un fascino su di lui.
Anche se ciò potrebbe
far pensare a un lavaggio
del cervello dei giocatori,il
videogioco lascia un messaggio: sebbene il crimine possa sembrare la
via d’uscita da una triste
situazione,alla fine il protagonista pagherà un caro
prezzo per le sue scorribande e si ritroverà contro problemi più grandi
dei precedenti, da cui non
potrà uscire se non tornando sulla giusta strada.
5
Mai smettere di lottare
Attacco alle Mafie contemporanee.
A nessuno di certo verrebbe in mente
che la Mafia sia un problema risolto: Saviano, i boss ancora in latitanza, questo
stesso “Parole di Legalità”. I segnali ci sono.
E’ richiesta ancora attenzione: è un delitto dimenticare, ma peggio negare. Non
si può non riconoscerne l’esistenza, ma
si percepisce un’insana rassegnazione al
riguardo. Non esserne coinvolti in prima
persona crea quel distacco necessario al
disinteresse giustificato. L’evento che ci
ha riportato all’attenzione è Gomorra (film
e libro). La realtà di paesi come Secondigliano stravolge, ma la vita che noi conduciamo è così diversa... Come porsi nel
vivo del problema? Sembra che la separazione dal quel mondo sia insuperabile.
Nessuno si immergerebbe in quel luoghi
dove vige la regola dei colpi in canna.
Eppure si parla di “�����������������������
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impero economico e sogno di dominio della Camorra”; la quantità
di denaro del circuito mafioso raggiunge
cifre inimmaginabili e chi ha il denaro, si sa,
detiene anche il potere. Migliaia di affiliati
in tutto il mondo, contatti internazionali da
far invidia alle nostre civilissime organizzazioni mondiali. Troppe sono le multinazionali
stramiliardarie che se ne servono insospettabilmente e troppo pochi i controlli ( o forse, troppa la corruzione).
La Mafia è nel mercato mondiale.
Capiamo di cosa si parla. Che storia
c’è dietro? Solo il termine “Mafia” ha
tante possibili derivazioni. Quella più
ovvia ricalca un termine tipico del dialetto Siciliano “maffius”, ma ci sono
studiosi pronti a ritrovare radici arabe(
d’altronde la Sicilia ne è stata la culla),
altri ci vedono del dialetto toscano.
Insomma, questione ancora aperta o,
come per altre ricerche etimologiche,
senza fine. Quella più curiosa però risalirebbe addirittura alla discesa di Mazzini
(e sarebbe un acronimo : Mazzini Autorizza
Furti Incendi Avvelenamenti. Sconvolti?)
Quante varianti e sottogruppi della Mafia
credete ci siano? Si può parlare di Camorra
per la Campania, Cosa Nostra, Stidda per la
Sicilia, ‘Ndrangheta per la Calabria e di ben
tre Organizzazioni per la Puglia (Società
Foggiana, Camorra barese, Sacra Corona
Unita). Non ci si limita al Sud, persino la Mafia del Veneto ha un nome (Mala del Brenta). Non
ci sono
6
neppure confini nazionali e l
e storielle o l����������
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amata serie di film “Il Padrino”
raccolgono più informazioni di quante ci lascino credere. Esiste la Mafia romena, nigeriana, giapponese
(Yakuza), russa, estone, greca (������������������
Nowohucka)��������
, colombiana, corsa, turca, cinese,
messicana, albanese, americana, cecena, francese,ecc…
E, se c�����������������
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è bisogno di numeri, si parla di circa
300 000 persone coinvolte. I morti superano il migliaio e i danni all’economia
di alcuni paesi sono incalcolabili.
L’illegalità mafiosa si costituisce soprattutto
del traffico di droga e di fatto la storia della
mafia moderna inizia nel 1957, quando in
una riunione segreta a Palermo tra i capiclan internazionali viene concessa alla mafia
siciliana la gestione esclusiva del traffico di
eroina. Successivamente numerosi arresti e
tacite collaborazioni con imminenti politici.
Nel 1984, la prima legge sui pentiti che prevedeva protezione e
grossi sconti sulla pena in caso di
collaborazione con la giustizia. Grazie ad
essa si sono avute importanti informazioni e
molti boss sono finiti in galera, ma sono anche stati sostituiti con immediatezza e senza
la perdita di troppe lacrime. Non è facile definire i ruoli, la fedeltà e i comportamenti della Mafia. Esiste un codice proprio, ma come
tutte le leggi non scritte si presenta un po’
incerto e facile da violare al primo pretesto.
In passato è stata proposta la formazione di Commissioni antimafia, sorprendentemente mai approvate dalle stesse Camere che ci governano.
di Viviana Sebastiano IV P
Il binomio Mafia-Politica è inscindibile. Molte delle entrate annuali per diversi paesi
provengono da essa. Di che ci si meraviglia se non se ne può fare a meno? Tutti
però riconoscono un periodo in cui ciò era
arrivato davvero al limite. Siamo nel 1992,
Strage di Capaci e Strage di Via D’Amelio, morti Falcone e Borsellino con scorte
e parte delle famiglie, Questo fu l’evento
che scosse allora e non può passare inosservato ancora oggi. Le cose sembrarono
placarsi dopo le numerose proteste, cortei
e manifestazioni antimafia, spesso di iniziativa popolare. Anche i politici scesero
in piazza contro i continui omicidi. Notizie di questa portata non se ne sentono
più, ma ciò non segna la fine della massiccia presenza di questo sistema. I dati
non sono confortanti, gli affiliati non
diminuiscono e quello che è palese in
cittadine in cui la polizia non osa addentrarsi, agisce di nascosto in quelle più grandi, ma in maniera efficace.
Abbiamo preso parte in massa, come
scuola, alla manifestazione di due anni
fa contro le Mafie, spinti dallo sdegno
e dalla forza popolare che inconsapevolmente possediamo. Gridavamo: “fuori le
mafie dalle nostre vite”,”pace e legalità”.
E’ necessario proseguire, con coraggio e
con la consapevolezza che il rispetto della legge e la convivenza civile non sono
utopie da idealista. Che la fine a tutto questo possiamo porla noi, il giorno in cui ci
troveremo a denunciare un sopruso,
quando ai vertici del governo vareremo
una legge o quando, come oggi, finito
un pesante articolo, rifletteremo su come
iniziare la nostra personale lotta alla Mafia.
Continua da pag. 4
Foto di mia madre, dei miei nonni, cene con i parenti,
compleanni, ma eccone un’altra, color seppia, in fondo allo
scatolone.Sembra quasi dimenticata,come se volesse essere
cancellata dai ricordi: la causa dei sussurri, degli sguardi indagatori. Nessuno mi aveva mai accennato a ciò a cui lui aspirava, il suo fine ultimo.Ricorderò questa foto per sempre,
due uomini con gli stessi ideali, con le stesse speranze, due
uomini fermati dal meccanismo brutale della mafia,vite spezzate per aver cercato di cambiare quel sistema.Un uomo con
i baffoni, con un sorriso formale sul quel volto pieno, l’altro
palesemente emozionato da quell’incontro: si davano la
mano.Vestiti di giacca e cravatta come in un qualsiasi incontro ma il contesto era chiaro. Adesso ho realmente compreso
la sua lotta quotidiana, il suo andar contro l’autorità dettata
dalle pistole di cui egli stesso fu vittima. Non capisco come
mia madre non abbia mai trovato il coraggio di parlarmene,
come gli altri abbiano potuto disprezzare il sacrificio di uomini come lui, non aver sentito dentro quella rabbia che saliva
pian piano dal petto. Non mi aspetto che tutti voi mi capiate,
ma ho preso la mia decisione disposto a sacrificare anche me
stesso per continuare ciò che lui aveva iniziato. Andrò contro il volere di molti, incontro al dispiacere di altri ma lotterò per realizzare il nostro sogno,quello mio e di mio padre.
Metto a posto tutte le vecchie fotografie di famiglia,ma
ecco che ne cade una. E’ sempre lui, con una nuova scintilla
negli occhi, una mano tiene suo figlio,l’altra saluta la macchina fotografica. La sua mano. Il tassello mancante del
puzzle dei miei ricordi, il tassello che non è mai esistito.
Ancora Mafia...
La
mafia è “cosa nostra”.
Ci interessa per primi lo
sviluppo
della
criminalità
organizzata(davvero?!) che ha
arruolato adepti consenzienti o
meno dalla lontana Little Italy
fino ad ora.Little Italy,è da lì
che è partito tutto.Negli anni
‘30 molte persone emigrarono
dall’Italia verso l’America (esperienza personale, mia zia è in
Argentina) in cerca di un futuro
migliore,poiché il caro vecchio
zio Sammy voleva loro ! Fatto
sta che si andò a creare in città
come New York la plurinominata “Little Italy” ovvero una
periferia che conteneva tutti
gli emigrati italiani con i loro
negozi e le loro case e i loro
dialetti. Ma c’erano parecchie
difficoltà nell’ambientarsi,nel
farsi rispettare e conoscere..e da
qui iniziarono i veri problemi.
Alcuni individui cominciarono
ad interessarsi dei problemi
comuni dietro lauti compensi
e finora tutto bene perchè non
solo portarono il nome di Little
Italy in tutta l’America ma si
occuparono della protezione
dei negozi a gestione italiana.
Ma “tu vuò fa l’americano” non
durò molto perché i poliziotti
corrotti cominciarono a farsi
vedere e questi individui cominciarono a chiedere compensi
di Regina Grimaldi II B
sempre più alti e i negozianti
non riuscivano a rispettare i
tempi di consegna “pizzo” cosi
venivano picchiati,malmenati
e al compenso si aggiungevano
gli interessi. Questo clima di
terrore quando si camminava
per strada portò i nuovi negozi
aperti a non voler pagare per
impedire la crescita di quella
assurda criminalità :ed ecco che
i negozi (e non solo) saltavano
in aria,che si trovavano minacce
nel letto(famosa testa di cavallo)
e aumentarono gli omicidi.Con
l’aumento del crimine la mafia
cominciò a pagare i poliziotti
per “chiudere un’occhio”. Nel
giro di due anni si crearono varie
famiglie mafiose (vedi Corleone
e Tattaglia ne “ Il Padrino”) e
Little Italy prese il controllo
di altre periferie e cominciò la
guerra fra bande; per conquistare
territori si arrivò addirittura a
uccidere,proteggere,picchiare
persone dietro pagamento.Non
ci fu mai periodo più in tensione
di questo: si sparava ad ogni
ora del giorno e della notte,e
neppure i politici dell’epoca si
risparmiarono dall’essere portetti da quella mafia;ogni famiglia aveva il suo protetto e perciò le leggi a riguardo furono
7
messe da parte. La mafia prese
potere dappertutto e crebbe fino
a diventare ciò che conosciamo
tutt’ora:un misto di organizzazione estremamente decadente
eingenuità.Ingenuità
perché
persistono nel credere che nel
credere che lo stato,l’UE,il
mondo intero non si stia mobilitano per far cessare questo
abominio ! I dati ci dicono che
21 dei 30 criminali più pericolosi al mondo sono stati catturati e che la percentuale della
criminalitò organizzata ha avuto
un ribasso.E’ inutile ricordare
quante persone hanno perso la
vita nell’intento di fermare le
azioni criminali (troppo nominati ma male celebrati Borsellino e Falcone) per non parlare
del ragazzo che morì nello
stesso giorno di Moro,9 maggio ‘78,Peppino Impastato,figlio
della mala,che ha combattuto
con una forma di comuncazione
comune,”Radio AUT”,e ha canzonato la mafia,il suo paese,suo
padre,perchè lui con la mafia non
c’entrava,perchè lui ha preferito
rimanere e combattere ,non
doveva scappare ,erano loro a
doversene andare.Ma Peppino
fu ucciso,e tutto fu coperto dalla
polizia corrotta..un suicidio lo
definirono..si perché Peppino
ha sbattuto la testa mille volte
contro una pietra e dopo essersi
legato addosso 5 kg di esplosivo
si è fatto saltare in aria sui binari
della sua città,di Cinisi. E ora
chiedetevi.Chi di voi conosceva
questa storia? Chi ha mai cercato di conoscere le vittime della
mafia? Ma perché dovremmo
farlo ? Tanto non ci succederà
mai.. Ed è qui che vi sbagliate
! Ogni giorno le persone che
hanno degli ideali lottano contro la mafia,c’è chi gira senza
scorta,c’è chi ha dedicato la vita
intera alla lotta alla mafia(vedi
l’onorevole MariaCeleste Nardini) e chi invece ci gira con
la scorta da 5 anni ! (vedi Roberto Saviano) e tutto questo
per cosa? Perché il mondo deve
sapere ,deve sapere la verità
che la mala ci nasconde,non
deve voltare le spalle a questi soprusi perchè noi,noi in
primis,cittadini
baresi,siamo
vittime di questa mafia,siamo
i burattini di questo assurdo
teatrino.Quanti altre bustarella
passeranno sotto le mani di dep-
utati e quanti ancora coprono le
nefandezze di una criminalità a
cui si è data fin troppa corda?
Quanti altri padri di famiglia
dovranno morire per non esser riuscito a pagare la somma?
Quanti altre verità ci verranno
nascoste ? Quante altre volte
girerete le spalle facendo finta che non ci interessi,non ci
riguardi?E concludo citando
un Dylan del 63 “how many
deaths will it take till he knows
That too many people have
died?” quante morti ci vorranno
prima che l’uomo capisca che
troppa gente è morta? .. La
storia della mafia non si conclude di certo,perchè sta a
noi,cittadini del mondo,porre
la parola fine a questa storia.
La Combriccola
Una grande famiglia
racchiusa tra due mura
porta pace nei paesi
aiutando gli indifesi
con la sua delicata premura.
Giunta dalla terra del sole
sino alle ricche e lontane Americhe
il cor degli abitanti non duole
sì che s’ intende d’ imprese economiche.
Ma un uomo grigio e scuro
di profonda lealtà
non si sente più al sicuro
da tutte quelle oscenità.
Tra uccisioni e sparatorie
vorrebbe liberare tante storie
di sangue, pistole e repressioni
ma omertà e silenzio son sue imposizioni.
Or solo una donna piange il suo amato
Che da quel potere non era scappato.
Ma neanche sfogarsi poteva
Perché in città il segreto vigeva.
Ecco la devota famiglia
nascosta tra due mura
Che porta pace nei paesi
Aiutando gli indifesi,
con la sua spietata premura.
Silvia Mazzotta IV L
8
La mafia nei libri: da Falcone al Padrino
La storia è fatta di nomi. Ce-
sare, Napoleone, Hitler. Nomi
in grado di incutere profondo rispetto o grande timore;
nomi come Salvatore Riina
o Bernardo Provenzano, protagonisti indiscussi della criminalità organizzata della
seconda metà del ‘900. Grandi
leader della cosca siciliana,
non saranno mai veramente
dimenticati dal mondo che
continua ancora oggi a denunciare la realtà della mafia. E
quale potrebbe essere il modo
migliore per mettere il mondo a conoscenza delle atrocità
commesse da organizzazioni
come Cosa Nostra o Camorra se non la letteratura? Tra i
più diffusi scritti sulla mafia,
spicca la raccolta di interviste
a Giovanni Falcone per merito
della giornalista francese Marcelle Padovani intitolata “Cose
di Cosa Nostra”; col solo fine di
svolgere al meglio il suo ruolo, per anni il magistrato icona
dell’ integrità morale ha studiato a lungo la psiche mafiosa, e descrive questi criminali
non come gli uomini brutali
che occupano l’immaginario
comune della gente ma come
persone estremamente fedeli
alle proprie credenze e capaci
di grande umanità, come lui
stesso afferma nel libro: “Che
calore, che senso di amicizia
quando ci siamo salutati con
i pentiti Buscetta, Mannoia
e Calderone”. Lo stesso Buscetta, uno dei primi grandi
pentiti della mafia grazie al
quale fu possibile l’istruzione
del maxiprocesso ai danni di
Cosa Nostra, in
collaborazione
con Lodato Saverio, è autore
di un recente
trattato, “La Mafia ha vinto” publicato nel 2007
ad opera della
Mondadori, in
cui traccia un
percorso della
propria vita ricostruendo il
percorso della
lotta alla criminalità organizzata, dai tempi
dell’assassinio di Borsellino e
Falcone, fino ai giorni nostri.
Lodato, nome noto in ambito
di trattati mafiosi, si è occupato inoltre della produzione di
molti altri scritti, tra cui “Ho
ucciso Giovanni Falcone”, in
cui troviamo la confessione di
Giovanni Brusca, che racconta
la sua vita, dal primo omicidio fino alla strage di Capaci;
“Il ritorno del Principe”, un
paragone tra la politica machiavellica, in cui tutto è lecito, e i retroscena della politica
italiana legata alla mafia; ed
ancora “Trent’anni di mafia”
ricostruisce tre decenni di
latitanze, omertà, delitti ma
anche di vittorie dello Stato.
Ma le vicende malavitose italiane non sono solo soggette
a studi storici. Esempio lampante è il romanzo di Mario
Puzo che nel 1969 fu autore de
“Il Padrino” opera di grande
successo non solo negli Stati
Uniti, dove fu pubblicato per
la prima volta, ma anche in
tutto il resto del mondo; Puzo
racconta le vicende di un italiano, Vito Andolini, nato a
Corleone in provincia di Palermo, immigrato in America
presso una famiglia di amici,
che compie una rapida ascesa
nella piramide mafiosa, diventandone il capo in pochissimo
tempo. Il romanzo ispirò tre
film, diretti dal
grande Francis
Ford Coppola,
ed è ancora oggi
protagonista
di un grande
fenomeno culturale. Tra i romanzi a sfondo
mafioso spicca
anche “Il giorno
della civetta” di
Leonardo Sciascia, pubblicato nel 1961; il protagonista,
il commissario Bellodi, deve
indagare sull’omicidio di Salvatore Colasberna, ucciso da
una organizzazione mafiosa;
dal racconto che trae spunto
dall’omicidio del sindacalista
comunista Accursio Miraglia,
è tratto un omonimo film del
1968. Meno di cinquant’anni fa
la mafia era un tabù, qualcosa
che c’era ma che non si doveva
nominare, che non si combatteva per la paura di perdere la
vita o peggio quella dei propri
cari; la criminalità organizzata
inquina la vita di tutti noi, non
importa che ne siamo legati
o meno, in qualche modo ci
di Valentina Favia IV G
tocca sempre e mai positivamente. Ci sono nomi che
non possiamo dimenticare,
nomi di persone come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Rosario Livatino grazie
ai quali significative vittorie
sono state ottenute dalla giustizia. Ma servono milioni di
persone per creare un nome,
ed è importante ricordare che
nella lotta alla mafia ognuno
di noi può fare la differenza.
9
Storia di un uomo che ha lottato per allungare i Cento passi…
Non è facile avere il coraggio
di denunciare o,nel caso del
cinema, raccontare quello che
succedeva nelle famiglie Mafiose
della Sicilia degli anni 60/70’.
Ma Marco Tullio Giordana
ha dedicato un film,I Cento
Passi,alla vita e all’omicidio di
Peppino Impastato,impegnato
nella lotta contro la mafia
nella sua Sicilia.Ambientato a
Cinisi,cento sono i passi che
occorre fare per arrivare da
casa della famiglia Impastato
all’abitazione
del
boss
Gaetano(Tano)Badalamenti.
Luigi
Impastato,padre
di
Peppino,è legato per paura alla
mafia,facendo così respirare
ai suoi figli,fin da piccoli, e
soprattutto a Peppino l’aria della
malavita e dell’ingiustizia. Ma
Peppino fin da subito è animato
da uno spirito di giustizia
e ribellione,tanto che con
l’aiuto, anche se involontario,
del fratello Giovanni,riesce
ad attaccare e denunciare
pubblicamente il tanto temuto
“Don Tano”. Infatti Peppino
decide di far sentire anche la sua
opinione dopo aver sopportato e
vissuto in prima persona questa
10
esperienza di vita:la morte dello
zio capomafia,il rifiuto del padre
biologico ma anche,negli anni
successivi, l’incontro con il
pittore Stefano Venuti. Divenuto
un comunista disse questa
frase:”Noi comunisti perdiamo
perché ci piace perdere”,quasi
ad indicare che la sua fine
presto o tardi sarebbe giunta.
Peppino morì in un tragico e
oscuro incidente quando ormai
era diventato troppo scomodo
per i mafiosi ma anche perché
era stato lui stesso a creare
“Radio Aut”. Morì nel 1978
nel giorno del “Delitto Moro”.
Infatti,Peppino credeva che la
sua radio fosse l’unico modo per
farsi sentire e per denunciare
quella forma di vita cosi
sbagliata,cosi “inutile”,di cui
lui non faceva parte ,o meglio
non voleva mai averci avuto
niente a che fare. Pellicola girata
in Sicilia nel 2000,che vede
protagonisti volti come: Luigi
Lo Cascio,Lucia Sardo,Andrea
Tidona,Claudio
Gioè,Tony
Sperandeo,
Luigi
Maria
Burruano,Paolo
Briguglia.
Claudio Gioè e Tony Sperandeo
combattono,ancora,a
fianco
agli enti competenti contro la
mafia. La critica ha definito
questo film…”Questo non è un
film sulla mafia,non appartiene
al genere. E’ piuttosto un film
sull’energia,sulla voglia di
costruire, sull’immaginazione e
la felicità di un gruppo di ragazzi
che hanno osato guardare il cielo
e sfidare il mondo nell’illusione
di cambiarlo…”. Credo che
la parola”illusione”in questa
critica,non è giusta;perché
per me l’illusione non vuol
dire combattere sapendo di
dover perdere,illusione per me
vuol dire non combattere,non
provarci nemmeno a dire la
propria,perché cosi si è sicuri di
perdere,ma non perdere solo con
gli altri ma anche con se stessi.
A dimostrazione di quanto ho
detto Peppino Impastato nella
pellicola,dice:”Mio
padre,la
mia famiglia,il mio paese!Voglio
fottermene!io voglio scrivere
che la mafia è una montagna
di merda!Io voglio urlare che
mio padre è un leccaculo!Noi
ci dobbiamo ribellare. Prima
che sia troppo tardi!Prima di
abituarci alle loro facce!Prima
di non accorgerci più di niente!”
Questo è lo spirito di uno
che vuole vincere,forse non
pienamente sicuro di farcela,ma
di uno che ha voce,faccia e
forza di gridare al mondo,che
non possiamo vivere da
di Roberta Pagano I D
spettatori a tutto quello che ci
succede,dobbiamo lamentarci
se vediamo che le cose vanno
male,dobbiamo complimentarci
se vanno bene,non dobbiamo
tacere se coloro che governano
ci comandano…perché se
no,non saremo mai liberi o
veri cittadini. Saremo solo
degli ometti,burattini pronti a
dire ciò che gli altri vogliono
sentirsi dire,fare ciò che gli altri
fanno..ci assomiglieremo tutti
a vicenda. In conclusione,dico
questo,proviamo anche noi a
fare come Peppino,lasciare alle
spalle ciò che dicono gli altri
e provare a dire la propria…
certamente non da soli,perché
se no non ce la faremo mai...
Sempre però senza rischiare!
Intervistare un attore non ha prezzo...
<<Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto…>>
E
non serve altro per sintetizzare l’Ariosto, eppure,
leggendo questo o l’intero capolavoro non si vivrebbe l’opera
così come accade alla Vallisa,
con la voce, i gesti, l’anello e la
spada di Paolo Panaro. Non si
coglie ovunque il senso nascosto, quel sorriso e quella riflessione scaturita da opere ormai
secolari e ancora così vicine.
Abbiamo imparato ad avvicinarci ai personaggi, a dar loro forma fisica e a vederli lì, immersi
nei loro strazi e gioie. Li abbiam
visti morire, vincere, piangere
e dichiararsi amore eterno. Tutto questo è il Teatro di Panaro,
unico attore su un palco vuoto.
L’ammirazione e la curiosità ci
ha spinto a intervistarlo nei retroscena di quell’ex chiesetta
nel pieno della Città Vecchia.
Nel 1988 si è diplomato in
interpretazione ed espressione
scenica. Ha sempre voluto fare
l’attore? Cosa le piace del suo
lavoro?
Si, ho sempre avuto questo
desiderio. Subito dopo il liceo ho frequentato una scuola
teatrale. Da ragazzo ero convinto che questo lavoro mi portasse
a viaggiare, poi mi sono accorto
che non era così: i motivi di questa scelta sono cambiati e maturati. La cosa migliore del mio
mestiere è l’essere sempre a contatto con la Poesia e la Letteratura. Non ho mai avuto il coraggio
di scrivere, non potendo esser
al pari dei grandi del passato. Mi
affascina come lo scrittore riesca ad esprimere con le parole in
maniera così precisa l’universo
umano. È stata una fortuna poter,
grazie al mio lavoro, dar voce a
queste parole attraverso l’interpretazione e la resa sonora.
Che tipo di pubblico preferisce?
E’ più a suo agio nell’intimità
della Vallisa o nella gloria
dei grandi teatri?
Per il tipo di opere che porto in
scena questo spazio è più che
sufficiente. Mi piace che si crei
quella situazione che in termi-
ni tecnici si chiama Teatro da
Camera che ci riporta alla tradizione dei cantastorie rinascimentali, in quei luoghi molto
piccoli, per permettere al narratore scenico di trasmettere nello
specifico ogni emozione collegata alle sfumature della lingua.
Inoltre nel mio caso non è necessaria la scenografia, la cornice (nella Vallisa manca l’arco
di proscenio) come per alcuni
quadri di arte contemporanea.
Abbiamo seguito anche le sue
performances dell’anno scorso
su Boccaccio. Cosa l’ha spinta a scegliere come tema di
quest’anno il poema epico – cavalleresco?
Questi poemi sono la mia grande
passione: una delle cose che più
m’interessano è il rapporto tra
lettura e narrazione, la capacità
di seduzione e la ricerca musicale di una lingua bellissima quale
era l’italiano del cinquecento.
Molti dei testi che propongo
sono stati pensati per essere letti
ad alta voce, non sarebbero valorizzati altrimenti.
Siamo rimasti molto colpiti dalla quantità di testi che è riuscito
a memorizzare! È un extraterrestre, ha studiato Giordano
di Viviana Sebastiano & Valerio Iacovone IV P
Bruno o è
parente di Pico
Della Mirandola?
Non ci crederete ma io parto
da una capacità
mnemonica
non molto forte: per imparare
un testo fatico
molto Sebbene io conosca le
tecniche di Giordano Bruno e le altre sviluppate nel
corso del tempo, queste
purtroppo non sono applicabili nel mio caso:ho
bisogno della memoria
musicale, non di quella
concettuale di Pico. Quindi sono costretto a lavorare
duramente per potermi esibire.
Parlando del nostro amato Ariosto, chi è secondo lei il vero
eroe/eroina del poema? Qual
è l’aspetto che preferisce di
quest’opera?
Conosco la Gerusalemme Liberata da più tempo mentre ho girato intorno all’Ariosto per quasi
vent’anni perché temevo di non
essere ancora pronto. Apprezzo
dell’Orlando Furioso lo sguardo
un po’ sarcastico con cui si guarda alla realtà: l’ironia è strumento dell’intelligenza; non posso
però fare a meno di compiacermi
della passione e dell’erotismo di
Tasso: egli parla di un amore
impossibile e malato in modo
efficace e soprattutto tragico.
comunque soggettiva. Io amo la
letteratura così come il cinema
e la pittura perché parlano della mia vita.Gli scrittori riescono
a rendere quello che hanno in
mente e già questo mi affascina
tantissimo, essere al loro servizio trasmettendo le loro parole
è un onore. Inoltre, leggendo
alcuni autori come Proust, Tolstòj, Dostoèvskij , Shakespeare,
Cervantes, Baudelaire ho riscoperto nelle loro opere cose che
avevo pensato, ma che non ero
riuscito a definire con precisione, imparando idee nuove e
condivisibili. Dunque la letteratura mi ha aiutato a comprendere meglio anche me stesso.
Cosa ha in mente per il futuro?
Vorrei lavorare sulle memorie
di Goldoni. In seguito probabilmente mi occuperò delle Metamorfosi di Ovidio che ho già
letto, anche Shakespeare vi si è
ispirato: probabilmente il mondo sarebbe diverso senza la tragedia greca.
Molti di noi vedono la letteratura troppo distante dalla nostra
realtà e non riescono a provare
quella passione che emerge
da ogni sua interpretazione.
Sperando che possa servire da
esempio, può dirci com’è nata
questa passione?
C’è tutto un percorso da compiere per poter veramente apprezzare la letteratura: la passione per le arti è una questione
in qualche modo spirituale e
11
Un rimedio alla piaga della gioventù? Chiedete alla
S
ono un amante dei manga. L’avrete già capito
dal nomignolo con cui firmo,
kyubi (o forse avrete pensato che sono un po’ scemo,
fate voi). Mi rivolgo ai lettori,
i pochi rimasti, che nel 2007
hanno letto il nostro amato
giornalino e che magari si ricordano l’articolo di Italo Bellizzi “Manga & co. La piaga
della gioventù?”. Ne riporto
alcuni passaggi significativi:
“Ispirati a storie e leggende
giapponesi, questi personaggi immaginari prendono vita
sul teleschermo riscuotendo
grande successo tra i giovani
d’oggi. Ma proprio questi fumetti sono a nostra insaputa
spesso frutto della violenza che anima i caratteri e i
comportamenti dei più piccoli
che, credendo di poter essere come i loro idoli a 2 o
3D, compiono atti sconsiderati e causano erroneamente brutti incidenti […] è opportuno sicuramente trovare
un sostituto di questi mostri
dai colori sgargianti a basso
contenuto istruttivo[…] i ragazzi vedono in essi solo un
modo per poter fuggire dai
12
!
di Valerio Iacovone IV P (kyubi)
problemi che assillano la loro
vita, creandosi così un utopia
del loro vivere in comunità
e del loro saper affrontare i
problemi dell’adolescenza”.
Credo sia sufficiente. Eviterò
di sottolineare che i suddetti
“cartoni animati manga” hanno un nome, ossia “anime”.
Ad ogni modo sono convinto che il nostro ex compagno (nel 2007 frequentava
la VG) avrebbe per lo meno
potuto informarsi un po’ meglio sugli anime prima di criticarli così duramente. È vero,
spesso i manga e gli anime
contengono scene di violenza, ma non si tratta, come si
vorrebbe insinuare, di violenza insensata e
gratuita.
Conan,
Rambo,
Rocky,
Bastardi senza gloria, ecc.:
questi
s o n o
dei veri
esempi
di violenza gratuita trasmessa in TV.
Si tratta dei soliti americani
strafighi, irruenti e senza cervello che possono uccidere
con un solo dito e continuare
a sparare anche se trafitti da
una decina di lance. I manga
sono completamente diversi.
Li ritengo istruttivi per almeno due loro caratteristiche.
Come diceva Italo, si ispirano a storie e leggende giapponesi, e basta leggere un
paio di manga per accorgersi
di quanto varia e interessante sia la gamma di miti
su cui si basano questi fumetti. È grazie ai manga che
ho conosciuto un po’ della
cultura giapponese ed è ba-
neamente dei propri problemi per occuparsi di quelli di
personaggi inventati. Forse i
cartoni animati Disney sono
stato quel poco a farmi innamorare della sua mitologia
(a mio parere
più vasta e affascinante di
quella greca).
Inoltre le battaglie combattute nei manga
non sono mai
finalizzate solo
(dico solo perché pur sempre
di un businnes
si tratta) mero
divertimento
degli spettatori
(almeno
in quelli di qualità): Rambo
non combatte per dei veri
ideali e vince perché “è il più
figo” mentre, tanto per citare
uno degli anime peggiori e
ciò nonostante non privo di
morale, Goku lotta per proteggere l’umanità e le persone che ama e vince sempre
proprio grazie alla sua purezza. C’è poi da chiedersi
quale show, film o libro non
costituisca una fuga dalla
realtà che aiuta i giovani e
non a dimenticarsi tempora-
più utili ai giovani ed insegnano loro come affrontare i
problemi della realtà: La Bella Addormentata, per esempio, insegna a tutte le ragazzine che semmai dovessero
pungersi con un fuso incantato dovranno solo aspettare
che il principe azzurro sconfigga il drago malefico (passatemi questa battuta per intenditori) e corra a svegliarle
con un bacio… che morale!
Che contenuto istruttivo!
Lo STRANO CASO delle promesse infrante
in MEDIO Oriente
Ovvero come Obama è riuscito a deludermi
V
i sembrerà una domanda
stupida. Vi ricordate come iniziò
la guerra in Iraq? “Ovviamente”
dopo l’attacco alle torri gemelle
del 2001. Più di 3000 americani
morti. E gli USA “ovviamente” reagirono: non potevano permettere che si ripetessero stragi del
genere. I talebani, ufficialmente
incolpati dell’attacco, risiedevano e risiedono tuttora in Afghanistan. Ma allora perché Bush
attaccò anche l’Iraq? La prima
giustificazione che ricordo sosteneva che Saddam supportasse i
talebani e il terrorismo internazionale. Un sospetto ragionevole, ma comunque un sospetto, non una certezza. E cosa
avrebbe autorizzato gli USA ad
“intervenire” così direttamente
su un problema di stampo mondiale senza consultare le altre
nazioni e ottenere prima il loro
consenso? In un secondo momento Saddam fu accusato di
aver iniziato a produrre armi chimiche di distruzione di massa:
la tensione aumentò e l’attacco
nei confronti dell’Iraq fu intensificato. Poi Hans Blix, il capo degli
ispettori dell’Onu, rilasciò questa
dichiarazione: “Non abbiamo
trovato nessuna arma di distru-
zione di massa in Iraq. In molte
occasioni - prosegue Blix - abbiamo sentito dire dagli Usa che
gli iracheni dispongono di unità
mobili per la produzione di armi
biologiche. noi abbiamo ispezionato alcune di queste unità
ma abbiamo accertato che non
servono alla produzione di armi
biologiche”. Dunque serviva
una nuova giustificazione ufficiale, oltre a quella “segreta” del
presidente-figlio devoto che cerca di riparare le falle nella difesa degli USA lasciate aperte dal
padre dopo la Guerra del Golfo.
Ecco un estratto dell’intervista
di Condoleezza Rice(segretario
di stato dell’amministrazione
Bush) condotta da Fabio Fazio:
Fazio: “Dopo le chiare dichiarazioni di Hans Blix, lei pensa che la
I passi di Obama
di Valerio Iacovone IV P
guerra in Iraq sia stato un errore?”
Rice:”No, io credo che fosse la
cosa giusta da fare per riuscire
a sconfiggere Saddam Hussein.
Adesso gli iracheni hanno la possibilità di vivere una vita più pacifica e non hanno più un capo
che ha ucciso 300000 persone.
Ma certo: gli USA facevano
solo gli interessi del popolo irakeno. Ma ecco un’altra
1967
1971
1979
1982
1983
1985
1988
1989
parte della stessa intervista:
Rice: “Bisogna riconoscere
questo: che le decisioni che il
presidente Bush e la sua amministrazione hanno preso nel
2001 per cercare di difendere
il nostro paese siano state prese solamente quando si era
certi, sulla base di ciò che diceva il dipartimento di giustizia,
che le cose da fare fossero legali. La cosa più importante è
che continuiamo a proteggere
gli Stati Uniti perché i terroristi
cercheranno di attaccarci ancora. Ovviamente gli Stati Uniti
d’America hanno sempre difeso
i più alti principi e noi abbiamo
dovuto difenderci nell’ambito
dei nostri valori più profondi”
Finalmente un po’ di verità, una
delle vere ragioni della guerra
“personale” degli USA, oltre alla
conquista dei pozzi di petrolio,
è il più profondo valore americano: non si parla dei diritti degli irakeni, non della sconfitta
del terrorismo, ma di orgoglio
nazionale. Come può la nazione più potente del mondo
essere colpita nel suo stesso
territorio, permettendo che il
suo controllo venga sfidato?
Non può, ed ecco la guerra.
Finalmente la guerra finirà,
pensavo dopo le elezioni, ora
che Obama ha promesso di far
ritirare le truppe. Non potevo
aspettarmi di meno dal primo
presidente di colore. Me ne convinsi ancora di più ascoltando il
suo discorso al Letterman Show.
Nonostante il comandante sul
di Viviana Sebastiano IV P
1962 : nasce ad Honolulu, nelle Hawaii, mentre i suoi geni-
1990
1991
1992
1993
1995
2000
2004
2007
2009
tori, Ann Dunham (americana di discendenza inglese) e Barack Obama Sr.(kenyano), studiavano
all’ East-West Center of the University of Hawaii
: in seguito alla separazione dei genitori e al secondo
matrimonio della madre, il giovane Obama si trasferisce
a Jakarta, dove nasce la sua sorellastra Soetoro Ng.
Studia nella città apprendendo la lingua indonesiana
: ritorna nelle Hawaii per vivere con i suoi nonni materni e ricevere un’istruzione migliore
: si diploma con lode alla Punahou Academy dove
c’erano solo altri due neri; cresce in lui la consapevolezza del razzismo nella società e nelle difficoltà
che
incontra
un
Africano-americano
: muore suo padre naturale in un incidente d’auto
: si laurea in scienze politiche con specializzazione in relazioni internazionali alla Columbia University a New York :
si sposta a Chicago dopo aver lavorato per la “Business
International Corporation” e NYPIRG. E’ qui che Obama
inizia a frequentare la Trinity United Church of Christ.
: lascia Chicago per studiare giurisprudenza ad Harvard
: conosce Michelle Robinson durante uno stage estivo in
uno studio legale
: diventa il primo presidente afroamericano della celebre
“Harvard Law Review”
: si laurea magna cum laude
:sposa Michelle Robinson nella Trinity United
: inizia a lavorare presso uno studio legale e si impegna soprattutto in difesa di quelle organizzazioni che si preoccupavano di diritto di voto e diritto civile. Insegna diritto costituzionale presso la facoltà di legge della University of Chicago
: Pubblica il libro “Dreams From My Father” in cui racconta l’esperienza di crescere con i suoi nonni materni e
dell’età adolescenziale in cui fa anche uso di Marijuana
e Cocaina. Pochi mesi dopo muore la madre per cancro
: si propone come candidato del partito democratico per l’Illinois ma viene sconfitto da Bobby Rush
: diviene senatore federale per l’Illinois
: annuncia la propria candidatura per le elezioni presidenziali
: ottiene il quorum necessario per la nomination democratica
: supera il candidato repubblicano John McCain e diventa il
primo presidente nero nella storia degli Usa. Riceve il premio Nobel <<per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la
diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli>>
campo, generale Stanley McChrystal, avesse chiesto subito
più truppe Obama aveva risposto: “Non manderò altri soldati
a morire se non sarò convinto
che la nostra strategia in Iraq
e Afghanistan funziona”. Finalmente, come scrisse Vittorio
Zucconi su la Repubblica, sembrava che l’America si fosse
stancata della guerra e avesse
detto basta mettendo da parte
l’orgoglio. Solo dopo mi accorsi della “sottile” differenza tra la
promessa di ritirare le truppe e
quella di non mandarne altre,
per altro infranta anche questa.
In realtà Obama non era preoccupato per il sacrificio dei tanti
americani (per non parlare di
irakeni e afgani) scioccamente immolati per vendicare quei
3000 morti del 2001, ma piuttosto dell’infruttuosità di questo sacrificio. Infine l’orgoglio
americano deve aver sopraffatto anche Obama. Chissà se
pensava alla grandezza del suo
paese mentre con una mano
riceveva il nobel per la pace e
con l’altra firmava e approvava
l’invio di altre truppe. Non resta
che chiedersi se sia veramente cambiato qualcosa… Aspetterò ad esultare quando e se
avremo un papa omosessuale.
13
Legge Regionale sul diritto allo studio
Estratto dal sito dell’ UDS.
Nella tarda mattinata del 25 novembre 2009 un grande cambiamento è avvenuto per gli studenti pugliesi.
Dopo due mesi di mobilitazioni, infatti, è passata all’approvazione del Consiglio Regionale della Puglia la nuova
legge regionale sul diritto allo studio proposta dal presidente della commissione cultura regionale Carlo De
Santis. Ciò ci permette finalmente di avere una legge regionale sul diritto allo studio adeguata agli studenti
pugliesi del 2009 (la precedente legge risaliva a 30 anni fa) e che garantisce realmente un’inalienabile bisogno
sociale: l’accesso ai saperi. Con la nuova legge, si spera al più presto possibile, gli studenti pugliesi potranno
usufruire di innovazioni come il comodato d’uso dei libri di testo, agevolazioni sui trasporti e mense, borse di
studio straordinarie, servizi di integrazione per studenti rom o immigrati, e una carta studenti realmente utile.
Questa è però solo una legge di indirizzo che determina unicamente gli ambiti in cui la legge agirà
e dunque il lavoro da fare è ancora lungo. Nel frattempo, ecco una scheda tecnica della legge:
La fruizione del diritto allo studio, in Puglia, è attualmente regolata dalla L.R. 12 maggio 1980 n. 42. Il
contesto culturale, sociale e normativo era molto diverso da quello odierno, varie normative nazionali
sono venute ad intervenire sulla scuola e la sua organizzazione, i flussi migratori erano tendenzialmente
in uscita e non in entrata, non si parlava assolutamente di reddito per i soggetti in formazione, etc. La
proposta di legge portata avanti dal presidente della commissione cultura regionale, consigliere Carlo De
Santis, vuole quindi riformare e declinare al contesto attuale pugliese la materia del diritto allo studio.
Vediamo ora di seguito le finalità preposte dalla legge:
• Riequilibrare l’offerta formativa rispetto alla discriminante dell’ubicazione delle scuole (trasporti);
• Combattere la dispersione scolastica;
• Favorire l’esercizio del diritto allo studio per immigrati e rom;
• Promuovere l’offerta formativa in materia di cittadinanza attiva (legalità, pace, diritti umani)
• Sostenere l’autonomia scolastica attraverso l’estensione e qualificazione dei tempi scuola e l’adozione di modelli
didattici innovativi;
• Estendere il sistema di formazione permanente per gli adulti;
• Realizzare raccordi con le attività culturali e di servizio del territorio (cinema, teatri, istituzioni culturali,
musei, sport, volontariato, ..)
Ma vediamo soprattutto come queste finalità verranno realizzate:
• Finanziamento di fondi da istituire nelle singole scuole che permettano il comodato d’uso per i libri di testo
negli istituti. Attraverso questo provvedimento le scuole acquistano i libri per gli studenti, che glieli devono
restituire in buono stato alla fine dell’anno, gli stessi libri vengono forniti agli studenti dell’anno successivo
scardinando in parte rilevante il problema del caro libri per le famiglie;
• Facilitazione nei servizi di mensa e di trasporto. Si ipotizza attraverso sistemi di agevolazioni sugli abbonamenti
mensili ai trasporti e buoni pasto per chi è costretto a rimanere a scuola per attività pomeridiane;
• Facilitazione agli studenti ospitati nei convitti annessi alle scuole;
• Servizi individualizzati per soggetti disabili;
• Borse di studio straordinarie finanziate dalla regione;
• Carta Studenti per accesso agevolato alle iniziative culturali;
• Misure di integrazione per favorire l’inserimento scolastico di immigrati e rom, attraverso anche l’utilizzo di
mediatori culturali;
• Promozione di progetti didattici di interesse sociale e culturale quali: legalità, ambiente, educazione
civica, salute, patrimonio storico, artistico, architettonico regionale, comprensione, tolleranza, solidarietà,
multiculturalità; introduzione e utilizzo di nuove tecnologie e metodologie didattiche;
14
L’unione degli Studenti Puglia.
LA VALCHIRIA ITALO-AMERICANA IN CIMA ALLA TOP
di Francesco Girone V H
Joanne
Angelina, in arte
Lady Gaga, è una cantautrice
di origini italiane. Influenzata dalla musica pop degli
anni ottanta di artisti come
Madonna e Michael Jackson, e dal glam rock di artisti
come David Bowie e i Queen, a quest’ultimi si è ispirata per creare il proprio nome
d’arte, un chiaro riferimento
alla canzone Radio Ga Ga.
Inizia a studiare pianoforte
all’età di quattro anni e la sua
prima composizione per pianoforte risale all’età di tredici
anni. A diciassette anni è una
delle venti persone al mondo
ad aver ottenuto l’ammissione
anticipata alla New York University, dove studia musica.
Inizia ad esibirsi con gruppi
musicali ma per mantenersi lavora come cameriera
e spogliarellista. Intenta a
trovare un proprio stile musicale, decide di fare qualcosa di nuovo e provocatorio sulla scena underground
e rock ‘n roll newyorkese, ovvero la musica pop.
Dopo la collaborazione con
cantanti del calibro di Akon
inizia a mettere mano sul
proprio materiale, lavorando
assiduamente al suo album di
debutto, al fianco di un team
di produttori. Dopo aver inizialmente incentrato la sua
musica
sulla
dance elettronica
d’avanguardia,
trova un suo percorso musicale
avvicinandosi al
pop melodico.
Ha debuttato nel
2008 con l’album The Fame,
da cui vengono
estratti singoli
di grande successo, soprattutto in Australia,
America, Canada, Nuova
Zelanda e Italia, dove i suoi
pezzi più conosciuti sono Just
Dance, Poker Face, Bad Romance e Paparazzi. Grazie a
questo album ha raggiunto il
record negli Stati Uniti con
ben 4 singoli dell’album di
esordio piazzati alla numero
1 nella Billboard Pop 100.
Rolling Stone e Il Nostro Cavaliere Rock&Roll
Rolling Stone Italia nomi-
na Silvio Berlusconi “Rockstar dell’anno 2009,sbaragliando rockstar del calibro
di Beyonce e Madonna.
di Francesco Girone V H
creati per la candidatura a
Presidente degli Stati Uniti.
Il direttore di Rolling Sto-
meriti dovuti a uno stile di
vita per il quale la definizione di rock&roll va persino
stretta. I Rod Stewart, i Brian
In occasione dell’uscita
del numero di dicembre, il
mensile incorona il personaggio che si è distinto nel
corso dell’anno per il suo
carattere e temperamento
decisamente
“rock&roll”.
Secondo classificato, sul podio di Rolling Stone Italia
Barack Obama per ovvi meriti, mentre al terzo gradino
si posiziona Papa Ratzinger.
Per celebrare l’evento Rolling Stone ha dedicato al
cavaliere la copertina del
prossimo numero, realizzata per l’occasione dal designer americano Shepard
Farey, ormai famoso in tutto il mondo per i suoi manifesti di Barack Obama
ne, Carlo Antonelli, ha così
motivato la scelta nel suo
editoriale: “Ciò che conta,
per noi, dovendo ogni dicembre eleggere una “rockstar
dell’anno”, è che quest’anno la votazione sia avvenuta
all’unanimità, per evidenti
Jones, i Keith Richards dei
tempi d’oro sono pivellini in
confronto. La “Neverland” di
Michael Jackson è una mansardina in confronto a Villa
Certosa, e via così. Siamo
ben fuori dal dispensare giudizi da destra o da sinistra.
Siamo solo osservatori che
constatano ciò che è avvenuto e avviene ogni giorno.
I comportamenti quotidiani
di Silvio, la sua furia vitale,
il suo stile di vita inimitabile, gli hanno regalato, specie
quest’anno, un’incredibile
popolarita’ internazionale”.
Dal canto suo, Shepard Fairey (Designer americano
della campagna elettorale di
Obama)si è così espresso su
Berlusconi: “A volte nel mio
lavoro cerco di mettere in
dubbio personaggi autorevoli, specialmente quando questi sembrano avere ragioni
ambigue alla base delle loro
azioni. Tutto quello che ho
sentito e letto su Berlusconi
mi porta a credere che lui si
adatti a questa descrizione”.
15
di Francesco Girone V H
giurato al RomaCinemaFestival!
Un inviato di
Cari lettori, in una calda mattina di lu-
glio ho appreso di essere uno tra i giurati
del Cinema Festival di Roma(un concorso
istituito dalla nostra scuola per promuovere
il cinema e su
oltre
1000ragazzi
dello
scacchi eravamo in tre).La
notizia non mi
ha scosso particolarmente fin
quando non mi
sono ritrovato
davanti all’Auditorium(Roma).Tutta la
zona era stata rimessa a nuovo con cartelloni pubblicitari,tappeti rossi,stand di grandi marchi;non mancavano auto lussuose,
ragazzi e ragazze acconciati a cerimonia
e tanto altro.Ero impressionato nel vedere così tanti giornalisti,cameraman,telec
amere,fotografi e quant’altro riguardasse
il mondo delle comunicazioni e del cinema tutti concentrati in uno stesso luogo.
Le giornate erano sempre molto intense e
movimentavate ma mai stressanti e noiose.
La mattina solitamente si guardava un film
della nostra sezione “Alice nella città” in
concorso e alla fine del film si svolgeva un
dibattito sotto il profilo tecnico e sociale con
la delegazione; prima di uscire dalla sala si
consegnavano delle schede di valutazione
con un voto compreso tra uno e cinque. Nel
primo pomeriggio si facevano varie attività
come conferenze stampe su dei film,incontri
con attori,registi,sceneggiatori come ad
esempio James Ivory, Melissa Rosenberg, Terry Gilliam,Beppe Fiorello,Maria
Sole Tognazzi e tanti altri ,oppure si assisteva a mostre molto interessanti tra
le quali quella dedicata a Sergio Leone.
Nel tardo pomeriggio si assisteva al secondo film non in concorso e si faceva il
Red Carpet con attori del calibro di George
Clooney, Richard Gere e Helen Mirren. E
qui incominciava la vera festa: fans impazziti pur di strappare una foto o un autografo
al loro beniamino,giornalisti accalcati pur
di fare qualche domanda alle star che solcavano il red carpet,un muro di fotografi
pronti a scattare foto non appena avvistata l’ombra della star di turno…insomma
tutto questo è Roma Cinema Festival!
La serata di gala per la premiazione ha radunato nell’ auditorium star più o meno im-
portanti, politici e giornalisti per una serata
conclusiva degna del festival. Il Marc’Aurelio D’oro è stato assegnato al film danese
di Nicolò Donato “Brotherhood”, storia gay
molto tormentata tra due militanti neonazisti. Il festival si è poi concluso con la sempre
più verde e affascinante Meryl Streep, che
ha ritirato il Marc’Aurelio d’oro alla Carriera e ha presentato una commedia divertente tratta da una storia vera, “Julie & Julia”.
Come tutte le esperienze piacevoli anche
questa è finita in fretta, però posso dire che
questa esperienza mi ha dato molto perché è
stata una splendida occasione per relazionarsi con altre persone che la pensano in modo
differente dal mio e mettermi in discussione,
scoprendo affinità che ognuno di noi non sapeva di avere. Questa esperienza ha aiutato
tutti noi a sviluppare il nostro spirito critico
poiché le nostre affermazioni sono state sempre basate su tesi logiche e non solo su parvenze come, solitamente si è portati a fare.
ALLA CORTE DI QUEEN ANNA(WINTOUR)
‘The September Issue’ il do-
cumentario su Anna Wintour
(Direttrice Vogue America) e
la produzione del numero di
Settembre del 2007; una delle più gandi uscite nella storia
dei magazine, con 840 pagine.
16
Il regista R.Cutler ci mostra in
novanta minuti, avendo avuto
un accesso senza precedenti al
dietro le quinte del magazine
Vogue, il lavoro e i meccanismi
dietro uno dei più importanti
magazines al mondo, e il mondo
di Anna Wintour, la donna che
dal 1988 , nascosta dietro i suoi
enormi occhiali neri, guida Vogue America e buona parte del
mondo della moda. La Wintour
è stata definita “una papessa” ,”una regina delle nevi”,
una ‘dominatrix”, ” un’aliena
caduta dallo spazio” e soprattutto come ‘Il Diavolo” nel
film “Il Diavolo Veste Prada”.
Anna Wintour ,appare nel documentario fredda e dittatrice,non
si trattiene da critiche e commenti e permette ai non esperti di moda di vedere quanta
passione venga messa nella creazione di un giornale.
Lo stile non arriva dalle passerelle ma dalle strade di Francesco Girone V H
Lo “Street Style” è traducibile come
lo “stile di strada” e si tratta di uno
modo di fare moda, alla base vi è solo
della gente comune. Con questa idea
è nata su Internet un imponente serie
di siti e di blog che raccolgono le immagini di gente fotografata per strada. Infatti,internet dà l’opportunità
di conoscere lo “Street Style” di ogni
parte del mondo, permettendo a chiunque di trovare idee moda tutte nuove
legate al look suggerito da gente normalissima fotografata per le strade del
mondo: New York, Parigi, Londra,
Le modelle più famose: Agyness Deyn!
Tra le modelle più belle e fa-
mose è impossibile non annoverare Agyness Deyn,grande
protagonista dell’anno 2009.
Questa stupenda supermodella
britannica nasce nel Lancashire
nel 1983 con il nome Laura Hollins. Infatti il nome che l’ha resa
una delle più conosciute e pagate modelle è in realtà un nome
d’arte. Dopo aver consultato un
amico della madre esperto in
numerologia,il quale la informò
riguardo al fortuito spelling del
nome "Agnes",cambiò il suo
nome in Agyness. Sembra che
per lo stesso motivo decise con
la madre e la sorella minore di
cambiare cognome,così da risultare oggi Agyness Deyn! La
sua vita lavorativa non comincia
assolutamente nel campo della
moda. Infatti all’età di tredici anni è costretta dalla povera
situazione familiare a lavorare
come cameriera part-time in
un fish & chips a Ramsbotton.
Nel 1998 però lavora al Village Chippy dove incontra Henry
Holland, proprietario e fondatore della casa di moda House
of Holland. È l’inizio della sua
carriera nel campo della moda!
A sedici anni vince la gara “face
of ‘99” indetta da Rossdale Free
Press e si trasferisce a Londra
dove firma un importante contratto con l’agenzia Models 1.
La sua carriera decolla definitivamente nel 2006 quando
diviene testimonial della linea
Blugirl di Blumarine. Questo
Tokio, Singapore, Berlino, Milano,
Oslo, Stoccolma e tante altre città.
Il più famoso tra tutti è “The Sartorialist”.Da anni Scott Schuman ha smesso di fare il buyer per dare vita a The
Sartorialist, il blog che ha documentato tutte le ultime tendenze nel campo
della moda scattando fotografie alla
gente vestita in modo più originale
tra le strade di tutto il mondo. Un’idea
semplice che si è subito trasformata in
un successo planetario, consacrato dal
Times’magazine che ha inserito The
Sartorialist tra i primi 100 “design influencers” mondiali.
Ah, parlando di “armadillo shoes”
di Claudia Grassi IV A
lavoro in particolare è un tramna notizia degli ultimi giorni
polino di lancio per Agyness,che
riguarda un’interessansi ritrova a lavorare per griffe te ribellione da parte di
sempre più famose nelle ma- un gruppo di modelle ai
gnifiche città della moda : New vertiginosi tacchi creati
York,Londra,Milano e Parigi. da Alexander McQueen.
È uno dei volti di Vogue Italia Per quanto si possa cone altre importanti riviste come siderare questa scarpa
un’opera d’arte,il tacco
Grazia e Pop; ben presto è an- da 30,4 centimetri spache su Vogue accanto a Dout- venta non poco anche
zen Kroes, Caroline Trentini, loro,le bellissime modelle
Raquel Zimmermann, Sasha delle griffe più famose.
Pivovarova, Jessica Stam, Coco In particolare,anche se
Rocha, Hilary Rhoda, Chanel i nomi non sono noti,la
ribellione
riguarderebIman e Lily Donaldson. Infatti be tre famose modelle di
la Deyn e le altre modelle sono fama internazionale che
state scelte per la copertina dal- di fronte all’eccentrica scarpa dello
la direttrice della rivista Anna stilista hanno espresso senza indulgi
Wintour che le nomina "super- il loro disaccordo. Le tre modelle
modelle di nuova generazione”! preoccupate per la loro salute e reputazione si sono rifiutate con forza
Poco dopo la Deyn appare an- di partecipare alla sfilata di Aleche in varie campagne pubbli- xander McQueen,già famoso per
citarie internazionali per case di altre estremizzazioni in campo della
moda come: Anna Sui, Burberry, Cacharel, Gianfranco Ferrè,
Giorgio Armani, Paul Smith,
Vivienne Westwood e Jean-Paul
Gaultier solo per citarne alcune.
L’elenco di griffe per le quali
ha sfilato fa invidia anche alle
più note modelle! Missoni,Max
Mara,Etro,Roberto Cavalli,Marc
Jacobs,Moschino,Dior
[..].
Ma d'altronde parliamo di una
moda. Infatti tra le modelle in ribelmodella bellissima,alta 1.77 e lione ci sarebbe anche la Kershaw
con misure eccellenti: 78-61- che durante una sfilata nell’anno
89! E poi,non è mica proprio passato era addirittura svenuta sullei la modella che ha reso il la passerella. Ciò era accaduto per
taglio alla garconne un cult? colpa di un corsetto davvero trop-
U
po stretto,opera ancora una volta
di McQueen. Il caso ha suscitato
molto clamore e interesse nel campo della moda,poiché rappresenta
il primo tipo di ribellione da parte
delle modelle. La giornalista Patty
Huntington scrive: "Finora avevo
solo sentito di qualche caso isolato
ma è la prima volta che tre top model si mettono d'accordo per protestare contro una cosa del genere. Direi che è molto interessante, perché
ci sono già stati tentativi di creare
dei sindacati di modelle e questo è
il segnale che queste ragazze stanno finalmente prendendo coscienza
dei rischi legati alla loro salute e
alla loro sicurezza". Dello stesso
parere anche Emma Hope,designer
inglese di scarpe "è come camminare su un righello e questo è l'opposto di quello che vuole fare la
gente comune.” e Ellie Levenson,
autrice di "The Noughtie Girl's
Guide to Feminism “Penso che il
loro rifiuto si ricolleghi al femminismo…nel senso che il femminismo
consente finalmente di dire di no.
Gli stilisti influenzano le donne su
come vestirsi e credo sia davvero
irresponsabile incoraggiarle ad indossare abiti eccessivi e pericolosi".
Tutti
concordano
con
loro
quindi,tranne ovviamente gli stilisti
più creativi che ben presto si troveranno a dover rispettare dei criteri
17
No, non sarà un’avVentura!
Bari,
23 Giugno 2009.
Un giorno apparentemente
normale. Un giorno come gli
altri. Eppure qualche cosa già
mi diceva che non sarebbe
stato un classico martedì
di inizio estate. Infatti, mi
ero svegliato in maniera
inusuale, di buonora, come se
dovessi attendere una notizia,
una risposta importante. Il
campionato di serie B era
terminato da poco meno di un
mese, e si era concluso con
una roboante vittoria per 4
a 1 contro il Treviso. Partita
emblematica che rispecchia
la grande stagione 2008/09
dei Biancorossi. Alla guida
di quel Bari c’era un leccese
che aveva fatto innamorare
tutti noi Tifosi del Galletto e,
permettetemi questo appunto,
sottolineo Tifosi per indicare
coloro che hanno sostenuto la
squadra anche e soprattutto nei
momenti più difficili, anche
a Venezia nel 2004, il punto
più basso degli ultimi 20 anni,
l’anno della retrocessione in
serie C. Sicuramente uno dei
momenti meno dolci della mia
vita, io che vado allo stadio,
anzi no, in Curva Nord, da
quando avevo 3 mesi, io che
c’ero a quel famoso BariCittadella degli arcinoti 67
paganti. Ritornando a quanto
si diceva prima, l’allenatore
che aveva fatto battere a ritmi
accelerati il nostro cuore faceva
Antonio di nome e Conte di
cognome.Bè, quel fatidico
23 Giugno, la prima pagina
della Gazzetta titolava così:
<< Conte-Bari: Rottura!>>.
18
di Sabino Memola & Fabio Trigiante V I
Sembrava la fine di un sogno,
la fine di un progetto già ben
avviato, insomma la fine di
tutto. Avevamo aspettato otto
lunghi anni per tornare nella
serie A, la serie che spetta
ad una squadra e ad una città
come la nostra amata Bari, e
addesso… era svanito tutto! E
come se non bastasse avevamo
dovuto aspettare una settimana
intera per sapere il sostituto
di mr. Conte, sorbendoci tutti
i nomi possibili (e a dir la
verità anche quelli impossibili)
affibbiatici dalla stampa. Il 30
Giugno, però, arriva la tanto
ma lì per lì non erano, diciamo,
molto confortanti. Nonostante
tutto noi Tifosi eravamo lì,
nei giorni caldi d’Agosto, a
sostenere la squadra durante la
preparazione. Noi, a dispetto
dell’ennesima
delusione
targata Matarrese, pensavamo
solo a incitare tutti, perché
non potevamo riperderlA. E
affidiamo le nostre speranze
al più vecchio degli allenatori
della serie A. I giorni passavano
e saliva l’adrenalina: esordio
stagionale
contro
l’Inter
a Milano il 23 Agosto. E
finalmente quel giorno arriva;
attesa notizia: il grande Giorgio
Perinetti assegna a Giampiero
Ventura le redini della squadra.
Il nuovo allenatore arriva nel
capoluogo pugliese con un
compito difficilissimo: farsi
accettare da un gruppo forgiato
dal marchio Conte e da noi
Tifosi. Il buon Giampiero
da Genova (ma sottolineo
di fede Doriana) esordisce
durante la prima conferenza
da allenatore del Bari con
una frase rappresentativa:
<< Io alleno per libidine!!!
>>. Sicuramente a posteriori
leggere le sue dichiarazioni
ci fa “godere” ancora di più,
un viaggio interminabile:
ben 13 ore per giungere alla
Scala del calcio. La partita
si giocava alle ore 18, ma
già un’ora prima del fischio
d’inizio il settore ospiti era
stracolmo. Da brividi. 5000
pazzi (perché solo così ci
possiamo definire) a sostenere
la squadra. All’urlo di “BARI .
. . BARI” ebbe inizio il match
contro i campioni d’Italia.
La storia della partita penso
la conosciate tutti: minuto
numero 73, Langella scatta
sulla fascia, mette al centro per
Kutuzov ed è… GOOOOL!!!!
I 50000 del Giuseppe Meazza
muti ad osservare il nostro
delirio, figlio di tanti bocconi
amari digeriti per tanto tempo.
La nostra libidine! La partita
finirà 1 a 1, ma appena finito
l’incontro, il pensiero rifugge,
come per volontà del destino,
a quello spareggio salvezza
del 2004. Quanto era lontana,
adesso, Venezia e tutte le
lacrime che avevo versato; mi
guardavo intorno e vedevo i
miei “fratelli” piangere dalla
gioia… ci eravamo presi
una bella rivincita!
La prima vittoria in serie
A, si faceva attendere, ma
arrivava alla quarta giornata:
4 a 1 all’Atalanta, come
l’ultimo successo in serie
B. Da quel momento in poi
nessuno avrebbe più fermato il
“trenino” Biancorosso, tranne
qualche fermata occasionale.
È inutile starvi a raccontare
il resto della stagione fino a
questo punto perché credo
sia sotto gli occhi di tutti la
realtà che siamo diventati.
Per concludere, però, ci tengo
a dire un’ultima cosa; vorrei
fare un applauso a tutti Noi
ragazzi della Nord, indomiti
seguaci delLa Bari (come si
dice da queste parti!) nella
buona e nella cattiva sorte, in
C come in B come in A. Perché
è semplice andare adesso allo
stadio, magari solo per vedere
le squadre strisciate, con la
sciarpa al collo, e dirsi “Tifosi
del Bari”. Ovunque andrai,
ti seguirò, e mai ti lascerò…
FINO A CHE MORTE NON
CI SEPARI! AVANTI BARI,
AVANTI ULTRAS CURVA
NORD!!!
Our history
Everybody goes on and says:
I can change nothing,
I can’t do anything.
Everybody can put off its mind
and think:
All go how all must go,
Other people can decide for me;
But I am tired,
I want shout loud what I am,
Do something to change the
world,
Try to share my ideas,
Try to make a new way,
Came on and change our history!
Gaetano “Gaguz” Capriati III C
Un pomeriggio d’autunno
Certe volte apri la finestra per caso,
ti fermi ad osservare,
quanto è bello il cielo!
E’ un pomeriggio d’autunno,
il tramonto,
alle 17 e qualche minuto,
già il tramonto.
E’ un pomeriggio d’autunno,
ti fermi ad osservare il cielo,
il sole rosso,
dietro le nuvole,
il tramonto,
rosso il cielo in fiamme,
fuoco ormai lontano,
caldo di una giornata d’estate,
il sole calante,
mangiato dalle nuvole,
crea un gioco di colori,
quasi quasi rimarresti lì per sempre,
e in un attimo è buio,
tutto è finito,
chissà quando ritornerà,
così in alto,
fiero,
il sole.
Gaetano “Gaguz” Capriati IIIC
19
CruciVerba
ORIZZONTALI:
1 severo avvertimento;
6 stipendio; 10 rivolgersi al giudice; 12 enormi camion; 13
la guidò Mao; 14 nacque per creare un’unione doganale;
16 coda di renna; 17 l’acido ribonucleico; 18 vino di mele;
19 due nullità; 20 scherzi, burle; 21 oggi agli estremi; 22
si effettua comprimendo i grappoli di uva; 24 comitato
europeo di ricerche nucleari; 26 discordia sull’Olimpo; 27
processo di formazione delle catene montuose; 30 coda di
pavone; 31 sfidare il pericolo; 32 fra S e V; 33 ha odore
soffocante; 34 eroe spagnolo; 35 iniziali di Bongiorno;
37 la madre di Horo; 38 proibizioni; 39 qui… a Paris; 41
la vittima della Corday; 42 antico cantore; 43 frutto dalla
buccia… pericolosa.
VERTICALI:
1 si occupa di fenomeni monetari su larga scala; 2 il padre
del mitico Thor; 3 una caravella; 4 E’ un vero peccato;
5 una bevanda dissetante; 7 antico testamento; 8 si usa
per cocktail; 9 lo stato asiatico con La Mecca(6,7); 11
si frequenta dopo le elementari; ricchi come… il signor
Bonaventura!; 15 un’antica civiltà greca; 18 seguente
in breve; 20 li hanno certi mezzi militari; 21 quadri
napoletani; 22 vantaggio monosillabico; 23 nel paradiso
di Maometto; 25 periodi storici; 28 gretti; 29 si cita con
Leandro; 32 missile balistico degli USA; 34 un prodotto
dell’alveare; 36 banca centrale europea; 38 prima di Dyck
e Gogh; 40 in cuore… ride; 41 chi lo dice è perplesso.
REBUSMANIA
Parole: 7, 10
20
Parole: 7, 7, 7
N.B. Le soluzioni di questi giochi li troverete nel prossimo numero!
Facile
Sudoku
Medio
Parole in comune
1) LENTO; PAGLIA; SCHERZARE; VIGILE; BATTESIMO.
2) RAGNO; ACQUA; OSSO; NERO; CIAMBELLE.
Soluzioni ai
giuoki del numero
precedente:
PAROLE IN COMUNE
1°- Nido; 2°- Pelle
REBUSMANIA
Facilitato: IN/creme/NT/are/leve/N/
DI/te = incrementare le vendite
Impossibile: solo una enne (solenne) messa nell’angolo (in canto) =
solenne messa in canto
21
15 Marzo 2 0 08. XI I I giornata dell’impegno e della memoria delle vittime
della Mafia: quasi tutti no i Skakkisti, con pro fessori ed altre centomila
persone provenienti da tutta italia, abbiamo sfilato per dire
“NO ALLE MAFIE”.
Alle 10 il Corteo ha inizio...
22
Tutti in marcia per protestare perchè anche no i siamo contro la Mafia,
contro questa realtà che ci sta stretta...Marciamo per le settecentomila
persone che hanno perso la vita.
Giuseppe D’Angelo, Salvatore Vaccaro Notte, Giuseppe Montalbano, filippo
basile, vincenzo vaccaro notte, d omenico geraci, gaspare stellino, antonino
politroni, antonio barbera, giuseppe di matteo, giuseppe montalto,
carmela minniti, d omenico buscetta, agata zucchero, liliana caruso,
cosimo fabio mazzola, pino puglisi, caterina nencioni, angela fiume, fabrizio
nencioni, dario capolicchio, beppe alfano, giuseppe borsellino, gaetano
giordano, pa olo ficarola,giovanni lizzio, rita atria, pa olo borsellino, emanuela
lo i, walter cusina, vincenzo li muli, claudio traina, agostino catalano,
giovanni falcone, francesca moruillo, antonio montinaro, ro cco dicillo,
vito schifani, giuliano guazzelli,salvo lima, peppino impastato...
23
<<C’è un problema larvato nel Sistema>>
Cito l’Agente J per quanti di voi avranno amato i
“Men In Black”.
“La larva è l’aspetto della prima fase dello
sviluppo di molti animali [...]. Alcune larve
possono vivere come parassiti nell’uomo,
provocando gravi disordini e alterazioni. Si
installano nelle vie lacrimali, nelle narici, nelle
orecchie,ecc...oltre che nella pelle e nel tessuto
cellulare sottocutaneo.” (Enciclopedia del Sapere)
Non è l’avvio di un articolo zoologico, ma
un’immagine alla quale pensavo durante lo scorso
Comitato. Vi guardavo: muti, distratti, presi dalla
decima sigaretta della giornata. La metafora è
venuta spontanea, perché quello che vedevo non
era il risultato di una degenerazione. Ma l’inizio di
un sistema larvale all’interno dei nostri cervelli. I
nostri insetti sono della specie neglegentia populi
e pigritia gentium (mi perdonino i padri della
lingua Latina!). Dite che sono tragica? Si, lo penso
anche io. Ma con l’inizio del 2010 ho letto diversi
articoli di Fantapolitica, di denuncia a situazioni
sociali “immaginarie”. Quando invento, mi viene
da esser tragica. Allora penso ad una scuola in
cui l’ultimo giorno è stata indetta un’Assemblea
mai tenuta, un Comitato di studenti con “la testa
al cazzeggio” (tanto per citare la situazione).
Penso a questa idea del Blog per Skakkinostri,
alla quale ero contraria e che preferisco veder
realizzata prima di aver il diritto di dire la mia.
Spazio illimitato, articoli in tempo reale, maggior
informazione e accessibilità per tutti. Addirittura
in rete abbiamo la possibilità di inserire demo delle
band che parteciperanno alla Giornata dell’Arte.
E’ meraviglioso ragazzi, davvero. Ma l’idea di
queste larve che ci rallentano, ci impigriscono,
va un po’ contro tutto ciò, non credete? Chi se
ne occuperà? Chi scriverà? Chi farà crescere la
Scuola così come i rappresentanti auspicano?
Curiamoci, debelliamo questi fastidiosi insetti allo
stadio primordiale, perchè il Sistema può ancora
funzionare.
Viviana Sebastiano IV P
->Concorso di Scrittura<-
SALVE SKAKKISTI!
Con questo secondo numero finalmente possiamo dare il via al
concorso a premi di Skakki Nostri! Avete capito bene, ci sarà
un premio! Si tratta di un concorso di scrittura: voi ci
invierete tutti gli articoli che riuscite a scrivere e noi li
valuteremo insieme a tre professori (la prof.ssa Sassanelli,
la prof.ssa. Frega e il prof. Lopez). Potranno partecipare
tutti gli attuali studenti dello Scacchi (ad eccezione,
ovviamente, dei facenti parte la giuria).
Gli scritti che ci invierete potranno trattare qualsiasi tema
senza alcuna limitazione e potrete utilizzare la forma di
articolo (testo argomentativo) o di racconto di esperienze
reali o fantastiche. Tenete presente che i criteri di
valutazione saranno:
1.Rispetto dello stile richiesto a seconda della scelta di una
delle due tipologie ammesse (testo argomentativo o racconto);
2.Chiarezza nella narrazione e/o nell’esposizione;
La Reda
Direttrice
Antonella Pagano IV P
Caporedattori
Angela Casavola III B
Paola Dabbicco III C
Valerio Iacovone IV P
Viviana Sebastiano IV P
Redazione
Tracy Amoruso IV L
Gaetano Capriati III C
Alessia Giuliani IV L
Claudia Grassi IV A
Federica Loiacono V I
Silvia Mazzotta IV L
Roberta Pagano I D
Sonia Ragno III E
Michele Rosamilia III M
Hanno
collaborato per
questo numero
Valentina Favia IV G
Simona Fiore IV H
Francesco Girone V H
Regina Grimaldi II B
Sabino Memola V I
Arianna Misceo III D
Enrico Sciacovelli I F
Fabio Trigiante V I
Webmaster
Luca Leonardo Scorcia
3.Correttezza grammaticale e lessicale (gli articoli saranno
ovviamente corretti prima della pubblicazione);
[email protected]
4.Originalità dei contenuti.
kki
aska
nost
it
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b
i
l
ri@
L’articolo vincente sarà pubblicato con priorità assoluta
red
sul prossimo numero di Skakki Nostri. Anche gli altri
Continuate a scrivere,
articoli saranno pubblicati fino ad esaurimento dello spazio a
pastrocchiare e
disposizione del nostro giornalino. Il vincitore avrà diritto
disegnare!
ad un buono di 75 euro spendibile in una delle librerie della
Potete proporre nuove
città.
rubriche, imparare ad
Il concorso si apre il 1° febbraio e voi potrete inviarci gli
impaginare ed entrare in
articoli fino a maggio… cosa state aspettando?!
Redazione!
Scrivete, scrivete, scrivete!
A presto!
La Reda
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