MOBILITA sostenibile SETT.2011

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MOBILITA sostenibile SETT.2011
MOBILITA’ SOSTENIBILE: UNA PRIORITA’ DEL PROGRAMMA
di Renzo Penna
Nei giorni scorsi si è conclusa la “Settimana per la mobilità europea” che, istituita nel 2002, si
pone l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e le amministrazioni per accrescere consapevolezza e
sostegno alle indispensabili azioni contro l’inquinamento da traffico. Il settore dei trasporti è, infatti,
universalmente considerato tra i maggiori responsabili delle emissioni di CO2 in atmosfera.
In questo comparto decongestionare il traffico, ridefinendo la mobilità nei centri urbani, e
sviluppare il trasporto pubblico delle persone e delle merci, avendo a riferimento la tutela della
salute e la qualità della vita, devono rappresentare le priorità sulle quali intervenire. Esattamente il
contrario delle scelte di ridimensionamento e tagli decise dal governo nazionale che, non a caso,
stanno incontrando la generale opposizione di Regioni e Comuni.
Sono 414 le città con almeno un milione di abitanti
Nel 2008 la popolazione che vive nelle città ha superato la metà della popolazione mondiale
rendendoci, per la prima volta, una specie urbana. L’evoluzione della città moderna è legata ai
progressi nel settore dei trasporti, ma è stato soprattutto il motore a scoppio, insieme al basso costo
del petrolio, che ha fatto esplodere la crescita urbana del XX secolo. Nel 1900, 150 milioni di
persone vivevano in contesti cittadini, nel 2000 sono diventati 2,8 miliardi. All’inizio del secolo
scorso solo poche città raggiungevano il milione di abitanti, oggi 414 città raggiungono o superano
questo valore, ed esistono venti megalopoli con dieci o più milioni di residenti. Tokyo, con 35
milioni, ha più abitanti del Canada. Città del Messico, con 19 milioni, è pari alla popolazione
dell’Australia. Seguono, da vicino, New York, San Paolo, Bombey, Delhi, Shanghai, Calcutta e
Jakarta. Le aree delle città di tutto il mondo, però, oggi stanno affrontando problemi senza
precedenti: l’aria che si respira non è più sicura per la salute, crescono le ore che i pendolari
perdono su strade e autostrade congestionate dal traffico, l’aumento del prezzo del petrolio fa salire
il costo dell’energia che si scarica su servizi e prodotti. Come risposta a questa situazione e a una
condizione in rapido peggioramento, sta nascendo un nuovo concetto di urbanizzazione e, in diverse
parti del mondo, si sta tornando a progettare le città a misura e per l’uomo e non per le automobili.
Città a misura di persone
In un mondo in via di urbanizzazione diventa sempre più chiaro ai cittadini che esiste un conflitto
tra l’automobile e la città. Superata una certa soglia, e la percentuale di motorizzazione italiana è tra
le più alte al mondo, le auto, che promettono mobilità, diventano esse stesse causa di immobilità.
Per questa nuova filosofia urbanistica nella mobilità urbana prevalgono autobus, tram, biciclette,
spostamenti a piedi, e i parchi diventano uno spazio pubblico importante per le relazioni sociali,
l’esercizio fisico, i giochi dei bambini, cui destinare nei bilanci le risorse necessarie.
Autobus, tram e biciclette offrono la migliore mobilità possibile con trasporti a basso costo e un
salutare ambiente urbano. Numerose sono le città al mondo che stanno ripensando il ruolo dell’auto
nei sistemi di trasporto urbano e mettendo in atto progetti e iniziative - pagamento pedaggi
all’ingresso, divieto per i veicoli più inquinanti, zone a traffico limitato, zone a 30 e a 10 km./ora in ogni caso volte a ridurre la loro presenza. Ad Amsterdam solo il 40% dei lavoratori va al lavoro
in auto, il 35 usa la bicicletta e si sposta a piedi, mentre il 25% usa i mezzi pubblici. A Copenaghen
la situazione è, sostanzialmente, identica. Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoè, si è dato come
obiettivo quello di ridurre del 40% il traffico entro il 2020 e la città sta investendo in trasporti
pubblici di alta qualità, realizzando, nelle vie più trafficate, corsie preferenziali per autobus e
biciclette, e riducendo le corsie per le automobili. Ed è in piena attuazione il piano di noleggio di
biciclette che nel 2007 ha messo a disposizione circa 20.600 due ruote, Velib, in 1450 rastrelliere
nella città, incontrando il favore dei parigini. In Francia Lione e Nizza rappresentano altri esempi
positivi di utilizzo delle bici condivise dai cittadini. Le città che hanno sistemi di trasporto pubblico
efficienti e una rete di piste ciclabili bene sviluppate sono oggi quelle meglio preparate ad affrontare
le tensioni e le conseguenze provocate dal costo del petrolio e, in prospettiva, dalla contrazione
della sua produzione.
Cresce l’uso delle biciclette
La bicicletta, per la mobilità individuale, rappresenta l’elemento, sotto diversi punti di vista, più
attraente e utile per i cittadini. Alleggerisce la congestione delle strade, non inquina, non è
rumorosa, migliora la forma fisica, fa risparmiare e ha un prezzo accessibile. Le bici, il cui utilizzo
cittadino risulta ottimale per le brevi distanze, entro i 5 chilometri, riducono e velocizzano il traffico
e la necessità delle superfici asfaltate: 6 biciclette occupano lo spazio di un’auto. Per il parcheggio,
il vantaggio è più evidente, visto che 20 biciclette occupano lo spazio di un posto auto. Molte
attività si stanno orientando verso le biciclette per diversi utilizzi: i corrieri che eseguono il
trasporto di piccoli pacchi in bici sono comuni nelle grandi città perché consegnano più
velocemente delle automobili e ad un costo più basso; così i vigili urbani e i poliziotti. Negli Stati
Uniti la maggioranza dei dipendenti di polizia di centri con almeno 50 mila abitanti dispongono di
pattuglie di sorveglianza in bicicletta. Per favorire lo sviluppo dell’utilizzo della bicicletta serve un
sistema dei trasporti che ne faciliti l’uso realizzando piste e corsie riservate. I Paesi che più hanno
progettato sistemi di trasporto ciclabili sono, in Europa, gli olandesi, i danesi e i tedeschi: in queste
realtà, come ad esempio la città di Monaco nella Baviera, il sistema prevede la precedenza ai ciclisti
rispetto agli automobilisti provenienti da destra e ai semafori. Il Giappone ha portato avanti uno
sforzo di integrazione tra biciclette e servizi ferroviari per pendolari mettendo a disposizione
parcheggi per biciclette alle stazioni e rendendo più semplice ai ciclisti recarsi al lavoro in treno. In
Giappone l’uso della bicicletta e del treno ha raggiunto un tale sviluppo che prevalgono nelle
stazioni i parcheggi verticali multi livello riservati alle due ruote, rispetto a quelli per le auto.
Le migliori in Italia
La combinazione e l’integrazione della mobilità sul ferro e della mobilità ciclabile rende la città
notevolmente più vivibile rispetto al quasi esclusivo impiego delle auto private.
In Italia le città che più hanno investito su piste ciclabili e sistemi bike sharing, si trovano in
prevalenza al centro e al nord: Ferrara, Reggio Emilia, Parma, Modena, Ravenna nell’EmiliaRomagna, Mantova, Lodi, Cremona, Brescia in Lombardia e Bolzano nel Trentino dove il servizio è
stato reso fruibile anche a chi arriva in centro da fuori. Nel Mezzogiorno Bari ha lanciato il bike
sharing per decongestionare il traffico cittadino con risultati ottimi. In Piemonte la citata indagine di
Legambiente assegna a Vercelli il migliore indice di ciclabilità (metri equivalenti di piste ciclabili e
zone 30 per 100 abitanti), terza in assoluto tra i capoluoghi (26,02 m), dopo Reggio Emilia e
Mantova. Bene anche Cuneo, settima (22,44). Alessandria è 38° (5,96 m) davanti a Biella (5,70 m).
Certo è che la creazione di città più vivibili e a misura d’uomo e non di automobile dipende da un
indirizzo politico-amministrativo che decida di trasferire gli stanziamenti previsti per la costruzione
e manutenzione di nuove strade e spazi per le auto, a infrastrutture di supporto per mezzi pubblici e
biciclette. La notizia positiva è che sindaci ed urbanisti in tutto il mondo stanno ripensando il ruolo
dell’auto nei sistemi di trasporto urbani. Si sta progettando il ridimensionamento del ruolo urbano
delle automobili e si pongono le basi per un cambiamento nella concezione della mobilità, rendendo
centrali i trasporti pubblici, ridisegnando strade agevoli per pedoni e ciclisti, sostituendo le aree di
parcheggio con parchi, zone ricreative e sportive.
Questa nuova tendenza potrà aiutare Alessandria e le altre città centro zona della provincia a
meglio affrontare i problemi causati dalla congestione del traffico, dall’inquinamento dell’aria e dal
rumore, per una migliore qualità della vita urbana dei cittadini? La costruzione partecipata dei
programmi per le elezioni amministrative della prossima primavera dell’attuale Capoluogo e di
Acqui Terme rappresentano, in tema di mobilità sostenibile, una occasione da non perdere.
Alessandria, 28 settembre 2011
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