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Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 51: 23-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
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SOMMARIO
Olimpias
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Olimpias: Dall’idea al prodotto finito con un partner d’eccezione
(PREVIEW FashionMagazine, Fashion 1/17 Moda Uomo)
Competitor
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Miroglio: la logistica fashion si veste di luce green
Settore
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E' morta Franca Sozzani, signora della moda
H&M: vendite annue in aumento del 7% nel 2015/16
Behind the mask of Zara
Cotone, produzione mondiale in crescita (+7%)
Tessile e calzaturiero, il 13 gennaio sarà sciopero generale
2016: the good, the bad, the ugly
Italy’s textile-fashion exports on a roller-coaster ride as
markets and habits change
Comunicazione di servizio
La rassegna stampa si interrompe con questo numero per la pausa natalizia e
riprenderà a gennaio 2016
Buone Festività
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Olimpias
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Competitor
MIROGLIO: LA LOGISTICA FASHION SI VESTE
DI LUCE GREEN
22 DICEMBRE 2016
La sostenibilità del Gruppo Miroglio si estende anche al Polo Logistico M2LOG di
Pollenzo (CN). Spin-off del Gruppo dedicato dedicato al supply chain management e
punto di riferimento della logistica integrata nel settore tessile ed abbigliamento, M2LOG
ha, infatti, scelto l’innovativa tecnologia GEWISS Smart [4] per rinnovare l’impianto di
illuminazione dei propri HUB di Pollenzo dedicati alla logistica distributiva del fashion.
Unitamente a quelli di Castagnole delle Lanze (AT), dedicati invece a quella dei tessuti e
dei filati, i due Poli contano una superficie di 90.000mq.
Con una movimentazione annuale di 20 milioni di capi di abbigliamento e 20 milioni di
metri di tessuto ed una capacità massima di 1.000.000 di capi spediti ogni settimana, il
Polo M2LOG rappresenta il partner logistico ideale per le aziende che operano nell’ambito
del sistema moda. Innovativo e all’avanguardia a livello di impiantistica legata alla
movimentazione e smistamento e di tecnologie e sistemi per la gestione dei materiali in
magazzino, M2LOG ha adeguato ai propri standard di eccellenza qualitativa anche
l’impianto di illuminazione.
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Per la valutazione iniziale del fabbisogno energetico, la definizione del progetto
preliminare e la redazione del piano di rientro dell’investimento, M2LOG si è affidato
a Sofisolar, società specializzata in servizi per l’efficientamento energetico degli edifici,
che ha trovato nelle soluzioni di illuminazione GEWISS la risposta ideale alle esigenze
specifiche di progetto.
Efficientamento energetico, sostenibilità e comfort visivo nell’ambiente di
lavoro sono i tre requisiti fondamentali del nuovo impianto che ha visto la sostituzione di
circa 3400 lampade a fluorescenza di vecchia generazione con 3000 apparecchi Smart [4]
di GEWISS, installati all’interno di 4 dei 7 Poli di Pollenzo. Queste nuove tecnologie
consentono un risparmio globale, calcolato su una media di 3000h di utilizzo all’anno dei
corpi illuminanti, da 547.728kWh/anno a 283.152kWh/anno con un abbattimento del 50%
dei consumi energetici per un risparmio di 264.576kWh/anno circa, pari a 52 tonnellate di
petrolio equivalenti e 101 tonnellate di CO2 non emessa.
“Il Gruppo Miroglio si sta muovendo da molti anni sul fronte dell’efficientamento energetico
e, più in generale, sul tema dell’eco-sostenibilità” sottolinea Piero Abellonio, Buying and
Logistics Director del gruppo albese. “Gli investimenti in tecnologia di ultima generazione
realizzati in questi ultimi tre anni per la Miroglio Textile ne sono la riprova oggettiva.
Attraverso questo nuovo progetto in partnership con GEWISS abbiamo raggiunto
l’obiettivo di ridurre fortemente l’emissione di CO2 puntando sulle energie rinnovabili. Lo
stesso approccio che punta sull’efficienza energetica sarà portato avanti gradualmente su
tutta la rete negozi”.
“Sofisolar crede da tempo nell’efficacia della tecnologia Led applicata alle grande superfici
aziendali ed aver realizzato l’ impianto per un cliente prestigioso come il Gruppo Miroglio
con prodotti di avanzata tecologia e grande affidabilità quali quelli di GEWISS è di grande
soddisfazione e stimolo per un ulteriore crescita futura”, ha commentato Valter Galli
Amministratore unico Sofisolar.
Aldo Bigatti, Direttore Commerciale e Marketing Illuminotecnica di GEWISS, ha aggiunto:
“In qualità di partner Sofisolar, ringraziamo per la scelta della tecnologia Smart [4] per un
progetto di tale prestigio e rilevanza; siamo certi che la qualità delle nostre soluzioni potrà
soddisfare a pieno le esigenze di M2LOG e garantire le performance richieste” .
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Settore
E' morta Franca Sozzani, signora della moda: "sono
una pantera che ha lottato per tutto''
A 66 anni scompare direttrice Vogue Italia. A settembre a Venezia film del figlio su di lei
(di Alessandra Magliaro) - E' morta a 66 anni Franca Sozzani, una delle più note personalità del
mondo della moda. Si era ammalata non molto tempo fa di cancro ed è stata la Fondazione Istituto
Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino, di cui Sozzani era presidente, a rendere
nota la notizia della scomparsa della giornalista, direttrice di Vogue Italia e di tuttii i periodici in
lingua italiana con il marchio Vogue.
Lo stile? ''Oggi non ce n'e' uno. Secondo me le persone dovrebbero comprare piu' specchi che
abiti per vedersi prima di uscire: per inseguire la moda c'e' gente disposta a tutto ma io penso che
bisogna corrispondere con gli abiti alla propria personalita', questo e' lo stile. Se devo diventare la
testimonial di firme, una specie di prototipo di qualcun altro, allora che mi paghino''. Già questa
frase racconta molto della personalità di Franca Sozzani. Per anni e anni la 'nostra' Anna
Wintour ha dettato la linea in tema di moda, stilisti, modelli e stile. Franca: Chaos and
Creation era il film-testamento che il figlio Francesco Carrozzini, superstar della fotografia di
moda, aveva presentato con successo a Venezia73, svelando molti aspetti poco noti della madre.
Già alla Mostra del cinema la Sozzani era malata ma aveva fatto giurare a tutte le persone
coinvolte per il documentario di non far uscire la notizia in alcun modo.
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Nel giornalismo di moda era cresciuta, sin da Vogue Bambini a fine anni '70 fino a diventare
direttore di una delle testate cult del settore, Vogue Italia. Sulla sua personalità decisa, la fama di
poter decidere le sorti di stilisti, brand e modelle, lei ovviamente negava: ''e' una leggenda, se hai
talento vai avanti e la stampa non conta. Io dico - aveva detto in una intervista all'ANSA a
settembre - non si semina sul cemento e se sei in gamba la strada la trovi indipendentemente da
tutti''.
Questo il video del 5 dicembre a Londra durante la premiazione durante i Fashion Awards a
Londra dello Swarovski for Positive Change.
Angelo guerriero, creatura botticelliana (per i lunghi capelli biondi ondulati che porta da sempre),
figura stendhaliana o pantera? Franca Sozzani non aveva esitazioni a definirsi. ''Pantera di
sicuro, ho lottato tutta la vita per quello che ho fatto, me lo sono guadagnato con la lotta tutto,
la determinazione e' la mia guida. Prendiamo Vogue, sulla carta doveva essere solo 'glossy', un
giornale con bei cappotti e belle gonne, invece l'ho usato per lanciare messaggi, appoggiare
campagne''.
Non si definiva una donna di potere, come pure era: ''Sono una donna che lavora e lavora
parecchio e si e' battuta per cose che ha voluto, anche rischiando, per tre volte mi stavano
licenziando, ma se fai un lavoro in cui credi e hai la fortuna che ti riconoscono le cose che hai fatto
si forse a quel punto hai potere, che vuol dire che hai vinto tu nell'esporre le tue idee''. E' sempre
stata considerata della stessa pasta di Anna Wintour, la direttrice di Vogue. ''Abbiamo
cominciato insieme, stesso mese e stesso anno, 28 anni fa. Siamo diverse, lei si' che e' una
donna di potere. Anche nel carattere. Io sono leggera, non drammatizzo mai, penso che le
difficolta' vadano superate, non voglio farmi prendere dal panico'', diceva a settembre a Venezia,
aggiungendo ''ho tanti sogni, non ho mai smesso di sognare e creare progetti. Voglio fare altre
cose non solo essere seduta in una prima fila a vedere vestiti''.
"Nessuno come Franca Sozzani ha saputo immaginare una realtà diversa e raccontarla attraverso
un esercizio quotidiano di gusto e fantasia. Ha dato al suo destino la forma che ha voluto e che
non lasciava nessuno indifferente. Mi mancherà non cercare più la sua presenza nel buio della
sala. Con vero affetto sono vicino a Carla e a Francesco in questo momento di dolore".
Così Giorgio Armani sulla scomparsa di Franca Sozzani.
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19 Dicembre 2016
H&M: vendite annue in aumento del 7% nel 2015/16
Nell'ultimo esercizio annuo chiuso a fine novembre del 2016, il colosso svedese
dell'abbigliamento mostra una progressione delle proprie vendite in valute locali del 7%, e
del 6% in corone svedesi, a 222 miliardi di corone (22,8 miliardi di euro).
Le vendite ottenute nell'ultimo trimestre dal colosso della fast fashion crescono del 7% in
monete locali e dell'8% in corone svedesi - H&M
Dopo un calo congiunturale delle vendite dell'1% lo scorso settembre, seguito da un
incremento del 10% in ottobre, H&M ha terminato l'anno con una crescita di fatturato del
9% in valute locali in novembre. Quest'ultimo trimestre è pertanto pari a 61,1 miliardi di
corone nel periodo, in progressione del 7% in valute locali e dell'8% in corone.
Queste proiezioni di cifre saranno confermate nella relazione sui risultati dell'anno 2015/16,
la cui pubblicazione è annunciata per il prossimo 31 gennaio.
Il gruppo H&M aveva ottenuto nel precedente esercizio annuale 22,7 miliardi di euro di
vendite, dato cresciuto del 19% (e dell'11% in valute locali). L’azienda si era data l'obiettivo
di aprire 425 nuovi punti vendita quest'anno. Alla fine H&M ha superato questa proiezione
di 2 negozi e conclude l'esercizio 2015/16 controllando una rete di 4.351 store.
Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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Cotone, produzione mondiale in crescita (+7%)
22 DICEMBRE 2016
La produzione mondiale di cotone aumenterà del 7% nel 2016/2017 a 22,5 milioni di
tonnellate. Sono le stime di International Cotton Advisory Committess (Icac), secondo
cui la produzione negli Usa è destinata ad aumentare del 24% a 3,5 milioni di tonnellate
mentre quella cinese diminuirà del 4% a 4,6 milioni di tonnellate. Gli Stati Uniti si
confermano il principale esportatore mondiale di cotone con una previsione di crescita
dell’export del 29% a 2,6 milioni di tonnellate. Sul fronte dei consumi, dopo il calo dell’1%
dell’anno precedente, nel 2016/2017 il consumo di cotone dovrebbe rimanere stabile a 24,2
milioni di tonnellate, superando così di 1,7 milioni di tonnellate la produzione mondiale.
Non sono previsti picchi di domanda da parte dei tre principali consumatori: Cina (con 7,4
milioni di tonnellate), India (5,2 milioni) e Pakistan (2,3 milioni). Nel 2016/2017, per la
seconda stagione consecutiva il Bangladesh dovrebbe restare il più grande importatore di
cotone con una crescita dell’1% a 1,4 milioni di tonnellate.
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Tessile e calzaturiero, il 13 gennaio sarà sciopero
generale
21 dicembre 2016
Non si ferma la mobilitazione dei lavoratori per il rinnovo dei contratti tessileabbigliamento e calzaturiero. Il 13 gennaio sarà ancora sciopero generale con
manifestazione nazionale a Firenze. La decisione è scaturita oggi a Milano nel corso
dell'assemblea dei lavoratori tessili.
I lavoratori del settore tessile (circa 420 mila) e quelli del settore calzaturiero (circa 80 mila)
sono in lotta per i rinnovi dei contratti di lavoro entrambi scaduti a fine marzo.
Il confronto per il rinnovo del contratto tessile con Smi (Sistema Moda Italia) si è interrotto
lo scorso ottobre. “Da allora - spiegano i sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil,
Uiltec Uil - la controparte imprenditoriale ha continuato a mantenere il suo atteggiamento di
chiusura rispetto alle legittime rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Vista la totale mancanza di confronto i sindacati hanno deciso di riconfermare il blocco
degli straordinari e della flessibilità e di interrompere qualsiasi trattativa legata
all’organizzazione del lavoro a livello aziendale e territoriale.
Diversi i delegati che si sono alternati a parlare sul palco della Sala Di Vittorio alla Camera
del Lavoro di Milano tutti uniti nel sollecitare la salvaguardia del valore del contratto
nazionale.
“Chiediamo alla controparte - afferma Angelo Colombini, segretario generale Femca Cisl che venga rispettata la specificità del settore a partire da diritti, salario e welfare. In
particolare - sottolinea Colombini - è fondamentale che questo contratto resti autonomo dai
dettami di Federmeccanica e Federchimica”.
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Published on Tuesday, 20 December 2016
2016: the good, the bad, the ugly
Written by Brett Mathews
The good
The best yet
Planet Textiles: It was busy. It was vibrant. And it was bristling with practical ideas
about how we can build a more sustainable global textile industry. 2016's Planet
Textiles was the best yet, by far. More of the same in 2017 please, with the event
likely to be in Bangalore, India.
China treads a new path
Our editor John Mowbray attended this year's China National Textile and Apparel
Council conference in Shanghai and can confirm what many have been saying for
some time: China is serious about tackling textile pollution and is looking to create a
more sustainable sector. Our China report drew similar conclusions.
Imagine if ...
Patagonia this year pledged to donate 100 per cent of its global black Friday sales to
grass roots environmental organsations. What a brilliant gesture. Now just imagine
if a major fast fashion brand decided to do the same. Here's one example of how that
might look. In 2015, H&M made US$25.7 billion in sales. Divide that by 365 days
and if our maths are correct, that makes US$70.4 million per day ...
Closed loop blueprint
While we think talk of closing the loop in the fashion industry is somewhat
premature, we believe Lenzing's partnership with Inditex - which will see the
Spanish retail giant providing Lenzing with textile waste from its operations to
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make textile raw materials – provides a circular economy blueprint which the rest of
the apparel industry might look at and learn from.
Greenpeace
We certainly don't agree with everything they say, but we have no doubt
Greenpeace has been a force for good in the textile industry. Here the direct action
group was just last month questioning the "myth" of textile recycling – one of our
most popular stories this year. We only wish apparel brands and retailers were
equally up front and direct with their words – which brings us to ....
The bad
Clear as mud
Apparel brands everywhere continue to make great play of being 'transparent.' Yet
getting a straight forward answer out of some of the world's leading brands seems to
be getting harder rather than easier. Only Patagonia genuinely walks the walk on
this issue, its 'Cleanest Line' blog being a brilliant example of how it is possible to
be open and transparent without giving all your corporate secrets away. Other
apparel brands should read and learn.
Audit fatigue
We covered many stories of apparel factory workers being exposed to dreadful
working conditions in the past 12 months while making clothing for the world's
leading apparel brands. This is 2016 - people should not be fainting while making
our clothes. Does the apparel factory auditing system actually work? We think not.
Clothing to die for?
In Bangladesh, thousands of people are still working in factories which have been
deemed unsafe several years after the formation of the Alliance for Bangladesh
Worker Safety and the Bangladesh Accord. In many cases, the money simply isn't
there to make factories safe, with smaller factory owners finding it particularly
difficult to access capital. Why can't the cash-rich global apparel industry stump up
the cost to make all factories safe - quickly and without fuss?
Something to hide?
Gap became the latest apparel brand to publicly release its supplier list in
September, following other brands such as Marks & Spencer, H&M, and VF Corp.
The move does beg two rather interesting questions: why are some major apparel
brands still dragging their heels on this issue; and what do they have to hide?
Turning a blind eye
Consultants McKinsey recently reported that clothing prices dropped by more than
50 per cent in the UK between 1995 and 2014, encouraging shoppers to buy more
items. Falling clothing prices are very much a Western trend, and apparel is one of
the few global industries to see absolute prices of retail products declining. Is it
merely a coincidence that people in apparel sector supply chains work in some of
the worse conditions and receive some of the lowest wages of any industry?
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The ugly
Cottoning on...
Earlier this year we learnt that a cotton project in Ethiopia, the development of
which had involved vast land clearances, biodiversity loss and the alleged
displacement of local communities, had gone on to receive organic certification.
Would you want to wear a t-shirt made out of cotton from such a project? Us
neither.
Ocean blues
We've all heard the statistics – or if we haven't we should have. One ton of plastic
for every three tons of fish in our oceans by 2025. More plastic – by weight – than
fish in our oceans by 2050. The apparel industry – micro fibres – are a major culprit
here. Thankfully, industry stakeholders have now woken up to that fact, and change
is afoot. Let's hope it's not too late.
Trump
Donald Trump is a noted climate change sceptic whose US election success
threatens the strides made by the Obama administration on environmental
protection, with serious ramifications for the regulation of textile products in the
US. To all our US readers, what was your country thinking?
Woolly argument
Australia, the most powerful wool producing country in the world continues to tread
its own path on mulesing, while other countries seek to address this controversial
practice. We don't believe any sheep should suffer for the production of wool, and
hope that the progressive approach espoused by the Responsible Wool Standard
(RWS) becomes globally adopted.
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Italy’s textile-fashion exports on a roller-coaster ride as
markets and habits change
by Silvia Pieraccini
21 Dec 2016
In the first seven months of the year, the exports of Italian textiles-fashion directed
to Europe have picked up the pace and jumped 2.2% in EU-28 to €9.7 billion
Forced to follow the rollercoaster of the markets, the Italian textile-fashion industry
is looking for a strategy to contain the damage and continue growing, albeit in small
steps.
Comparison of figures from 2016 and 2015 prepared by the Sistema Moda Italia
(SMI) show how sudden and frequent the changes in terms of markets and
consumer purchasing behavior can be.
In the first seven months of the year, the textile and fashion exports to Europe have
picked up the pace (+2.2% in EU-28 to €9.7 billion), reaching 56% of the total: the
driving forces were Germany (+2.7%), France (+2.2%), the United Kingdom (+3%)
and Spain (+4.4%), that is, the main European sales markets for the sector.
But non-EU markets triggered alarm bells (exports fell 1.6% for January-July to
€7.7 billion) and especially for the United States (-6.2%). Whereas in 2015, when
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the US market -- the sector’s third-largest and the leading non-EU market--posted
double-digit growth.
In the first seven months, there was also a drop for Hong Kong (-2.1%) and China (1.4%), while Russia’s decline slowed (-1.4%) and, as SMI notes, is slowly
recovering ground.
Overall, the sales abroad for January-July as recorded by SMI were up 0.5%
(compared to a gain of 2% in the first half of the year) due to the slowdown
registered in the month of July. The textile industry (+1%) for once did better than
clothing (+0.2%).
The scenario remains full of uncertainties, so much so that in the first nine months
of 2016 SMI registered a “trend of ups and downs,” the result of a sample survey
conducted on one hundred businesses.
“There is increasingly a greater difference between the businesses that are doing
well and those doing poorly,” emphasized Gaetano Marzotto, President of Pitti
Immagine. These are differences that are symptoms of “significant competitive
pressures and a fluctuating and weak demand.”
This is demonstrated by the fact that following the slowdown that began in April
there was a new acceleration in exports in August: the outlook, at this point, is to
close the year with a “moderately positive” turnover for the sector.
Fears are being generated, above all, by the unknowns related to the trade policy of
US President-Elect Donald Trump, together with the effects of Brexit which “are
beginning to be felt,” said Marzotto.
Moreover, the pattern of consumption is changing, with a significant boost in online
purchases. This has a strong impact on retail, now called on to communicate with
the web.
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