Rassegna Stampa Olimpias

Transcript

Rassegna Stampa Olimpias
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
SOMMARIO
Olimpias
•
•
•
•
Tunisia: Zanella (Olimpias), paese offre grandi opportunità nel
settore tessile
Tunisia 2020, la rinascita del Paese
Tunisia 2020: l’Italia promette 350 milioni ma è in seconda fila
Mion, Famiglia Benetton unita come un pugno
Competitor
Gentile utente, non ci sono aggiornamenti in questa sezione della rassegna
stampa
Settore
•
•
•
•
•
•
•
The secret formula of Zara
OVS consolida il primate su Bemetton, Zara e H&M
Fast fashion: Greenpeace mette in guardia il settore
Fruit of the Loom names Burgess-Taylor CEO
Turkish Factory Brings Denim Knowledge to Egypt
Wool central in Benetton move to slower fashion
ZDHC sets out harmonised wastewater guidelines
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Olimpias
Tunisia: Zanella (Olimpias), paese offre grandi opportunità nel
settore tessile
Tunisi, 30 nov 18:17 - (Agenzia Nova) - La Tunisia, grazie alla sua
posizione geografica, offre grandi opportunità di investimento nel
settore tessile, un comparto che sta vivendo profondi cambiamenti e
dove tutte le principali marche stanno cercando di tenere il passo. Lo ha
detto oggi Gianni Zanella, amministratore delegato di Olimpias (gruppo
Benetton), a margine della Conferenza internazionale per gli
investimenti "Tunisia 2020" in corso nel paese nordafricano. "La
Tunisia dovrebbe cogliere i vantaggi della sua posizione geografica e la
sua vicinanza ai principali mercati europei per attrarre questi
investitori", ha detto Zanella ai giornalisti presenti alla conferenza. Il
manager italiano ha espresso la speranza che la Tunisia riesca a
realizzare le riforme volte a migliorare l'ingombrante sistema
burocratico, spesso di ostacolo agli investitori esteri. Olimpias è
presente da oltre 20 anni nel paese, con siti produttivi a Monastir, Gafsa
e Kasserine. La società ha realizzato recentemente investimenti pari a
circa circa 3 milioni di euro nel campo delle nuove tecnologie per
razionalizzare al meglio il consumi nel processo produttivo. (Tut)
© Agenzia Nova - Riproduzione riservata
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
martedì 29 novembre 2016
Maghreb
Tunisia 2020, la rinascita del Paese?
Fine dell'emergenza sicurezza, il Governo intende rassicurare gli investitori
Prende il via oggi a Tunisi l’evento economico più importante e atteso dalla rivoluzione
dei gelsomini che innescò nel 2011 la primavera araba. Oltre 1.200 ospiti stranieri, tra
cui il premier francese Manuel Valls, circa 5.700 partecipanti e quaranta delegazioni
straniere parteciperanno alla Conferenza internazionale ‘Tunisia 2020‘, il cui obiettivo
è promuovere la Tunisia come una destinazione per gli investimenti e risollevare le sorti
del piccolo paese nordafricano colpito nel 2015 da tre brutali attentati terroristici di
matrice islamista.
Lo scopo è dunque quello di voltare pagina dai tempi della rivoluzione e mostrare al
mondo e agli investitori che il Paese nordafricano ha le potenzialità per fornire agli
imprenditori un clima favorevole agli affari. Youssef Chahed, il Premier poco più che
quarantenne, illustrerà quali saranno le nuove riforme in campo economico e della
sicurezza per imprese e privati, dai nuovi investimenti, alla riduzione del peso della
burocrazia. Si tratta in sostanza del nuovo piano di sviluppo per il quadriennio 20162020 dal valore di 30 miliardi di dollari, la cui base dovrebbe fornire il punto d’appoggio
per la rinascita dell’economia nella Tunisia post-rivoluzione.
Mercoledì 30 novembre, si aprirà con una discussione sul tema della ‘Tunisia come
piattaforma industriale e logistica alle porte dell’Europa e dell’Africa’. A seguire tre
conferenze tematiche parallele su aeronautica e industria automobilistica, industria
tessile, sanità e l’industria farmaceutica. Nel pomeriggio è prevista una sessione plenaria
dedicata alla ‘Green economy: per un modello di sviluppo integrato’ seguita da tre
conferenze tematiche simultanee su energia elettrica e fonti rinnovabili, agricoltura e
agroindustria e gestione delle risorse idriche. Presenti ovviamente anche personalità
dell’imprenditoria italiana: Gianni Zanella, presidente di Olimpias (gruppo
Benetton), Luca Cosentino, vice Presidente esecutivo di Eni per le ‘Energy Solutions’ e
di Carlo Pignoloni, direttore per l’Europa e l’Africa del Nord di Enel Green Power. In
totale, sonoquasi 200 gli italiani che parteciperanno al meeting. Raimondo De Cardona,
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
ambasciatore italiano a Tunisi ha affermato che «si tratta di una vetrina tramite la quale
il Governo Chahed, che si è insediato a fine agosto, può presentare i suoi primi
risultati […] fino all’inizio di quest’anno eravamo tutti più concentrati sull’esigenza di
ripristinare standard di sicurezza adeguati dopo gli attacchi dell’anno scorso. Adesso
questa parte della sicurezza è abbastanza risolta e quindi si lavora a quella che è
diventata la priorità numero uno: l’economia».
Apertura e ottimismo per gli investimenti esteri, insomma. Il nuovo ‘codice degli
investimenti’ presentato da Chahed (per affrontare la fuga di diverse centinaia di aziende
estere dal Paese in seguito a violente proteste dei lavoratori), insieme a diversi progetti
infrastrutturali sui quali si prevede l’aiuto della finanza internazionale saranno varati a
breve.
Sempre secondo l’ambasciatore De Cardona, la conferenza sintetizza il prossimo passo
del nuovo governo tunisino: voltare le spalle ai tumulti del passato per pensare
finalmente a risollevare l’economia del Paese culla della primavera araba. «Anche per
questo c’è un grande successo di pubblico: ci sono state più di 6.000 iscrizioni, ma solo
circa 1.400-1.500 saranno accettate. Si tratta di un evento di profilo molto elevato che
dovrebbe servire a dare un impulso sul quale poi il governo tunisino potrà lavorare,
progetto per progetto, investimento per investimento, cercando di invertire il trend
negativo in cui il paese si dibatte ormai da diversi anni». Dopo l’inizio della transizione
democratica il paese ha realizzato grandi progressi sul piano della democrazia, dei diritti
e delle libertà, testimonia il diplomatico De Cardona, eppure «l’economia si è inceppata:
‘Tunisia 2020′ è la chiave per rimetterla in moto».
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Tunisia 2020: l’Italia promette 350 milioni ma
è in seconda fila
30 novembre 2016
TUNISIA – Si è sentita ieri a Tunisi l’assenza dell’Italia. Se è vero che il sottosegretario agli
Esteri Benedetto Della Vedova c’era, nel comunicato degli organizzatori della Conferenza
internazionale Tunisia 2020 ‘Road to inclusion, sustainability and efficiency’ si è dato rilievo
alla presenza dell’emiro del Qatar, Tamim Ben Hamad Al Thani, del primo ministro francese
Manuel Valls, del primo ministro algerino Abdelmalek Sellal, del ministro per lo Sviluppo del
Canada Marie Claude Bibeau.
Della Vedova ha promesso investimenti per 360 milioni di euro in 4 anni a sostegno della
democrazia, della crescita e della gestione delle migrazioni. L’Italia – che è secondo partner
della Tunisia – si è comunque presentata forte di poco meno di 200 imprese.
Nel corso della cerimonia di apertura – alla presenza del capo di governo tunisino Youssef
Chahed e del ministro degli Investimenti Fadhel Abdelkefi – il capo dello Stato Beji Caid
Essebsi ha sottolineato come dalla conferenza la Tunisia si attenda molto e sostenuto che le
prospettive che potrebbero nascere da questa iniziativa sono concrete opportunità di crescita e
cooperazione.
Ad auspicare un maggiore e crescente impegno dell’Italia in Tunisia è stato il direttore generale
di Confindustria Assafrica e Mediterraneo Pier Luigi D’Agata: “La Tunisia è un Paese che in
questo momento ha bisogno del nostro sostegno ma è anche un Paese di buone prospettive e
troppo vicino a noi per disinteressarsene – ha detto D’Agata a InfoAfrica – Anche nel campo
della formazione, per esempio, ci sono Paesi che si stanno muovendo molto come la Cina che
ha firmato o sta per firmare una ventina di accordi di cooperazione in campo universitario.
Questo per l’Italia deve quanto meno essere tema di riflessione”.
Sono circa 2500 i delegati che stanno prendendo parte alla conferenza. Oggi sono previsti tra gli
altri interventi di diversi dirigenti italiani: Fabio Mandirola, ceo di Vectorys; Gianni Zanella,
presidente di Olimpias (Gruppo Benetton); Carlo Pignoloni, direttore Europa e Nord Africa
di Enel Green Power; Roberto Vigotti, segretario generale di Res4med. [GB]
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Competitor
Gentile utente, non ci sono aggiornamenti in questa sezione della rassegna
stampa
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Settore
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
28 Novembre 2016
Fast fashion: Greenpeace mette in
guardia il settore
In occasione del “Black Friday”, giornata di sconti praticati in molti negozi
negli USA e in Europa, Greenpeace ha messo in guardia il comparto del
tessile-abbigliamento contro il consumo eccessivo di vestiti, fonte di
“gravi conseguenze ambientali”.
La “fast fashion” genera rifiuti, scarti, inquinamento, gas ad effetto serra e
non può, in questa fase, trovare soluzioni nel solo riciclaggio, secondo
l'ONG. “I vestiti fanno parte degli articoli più venduti” durante il “Black
Friday”, i saldi speciali organizzati negli Stati Uniti dopo il Giorno del
Ringraziamento, e che oggi sono praticati anche in numerosi altri Paesi.
“E' difficile resistere al buon affare, ma fast fashion significa che noi
consumiamo e gettiamo i vestiti più velocemente di quanto il pianeta possa
sopportare”, sottolinea Kirsten Brodde, che guida la campagna “Detox my
Fashion”, condotta dalla ONG sin dal 2011.
La produzione mondiale di vestiti è raddoppiata in questi ultimi 15 anni.
Una persona compra il 60% di vestiti in più rispetto a 15 anni fa, e
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
conserva ogni capo per la metà del tempo, secondo un sondaggio di
McKinsey citato da Greenpeace.
I marchi hanno aumentato il numero di collezioni, mentre dal Brasile
all'India alla Gran Bretagna i prezzi sono aumentati meno di quelli di altri
beni di consumo correnti, alimentando la frenesia: nel 2014, per la prima
volta, il numero di vestiti prodotti in un anno ha superato i 100 miliardi,
vale a dire circa 14 ad essere umano, secondo lo stesso studio.
|
Ma gli impatti ecologici di tutto questo sono numerosi: dall'inquinamento
chimico delle fabbriche all'utilizzo dei pesticidi e degli antiparassitari nei
campi di cotone, e poi l'uso intensivo di acqua e di fonti energetiche causa
del riscaldamento globale. Il boom del sintetico è particolarmente
problematico, nota Greenpeace, soprattutto il poliestere, che emette più
CO2 del cotone, ci mette molto tempo a decomporsi e può contenere
microfibre di plastica, che avvelenano gli oceani.
E poi, “il riciclaggio è un mito!”, non ancora sviluppato tecnicamente e
neanche commercialmente, aggiunge l'organizzazione. Degli stock di
indumenti usati sono esportati verso i Paesi del Sud del mondo, ma il loro
utilizzo è limitato dalla loro spesso scarsa qualità.
Per l'ONG, “i marchi devono ripensare il loro modello di moda 'usa e getta'
e produrre dei vestiti che durino nel tempo. Come consumatori, abbiamo
anche questo potere: prima di comprare qualcosa, tutti noi possiamo
chiederci 'Ho davvero bisogno di questo?”, aggiunge Kirsten Brodde.
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Turkish Factory Brings Denim Knowledge to
Egypt
by Tara Donaldson
Posted on November 30, 2016 in Trade
Denim on display in T&C Garments showroom.
Turkey has long been known for its expertise in denim, and one manufacturer has taken some
of that expertise to Egypt.
T&C Garments, which exhibited at Destination Africa in Cairo earlier this month, set up a
factory in Egypt six years ago to benefit from opportunities in Africa.
“We came to Egypt for cost, labor, everything,” production manager Husein Ozgur said during
a tour of the El-Obour City factory about 22 miles northeast of Cairo. “Plus really the
devaluation of the U.S. dollar in Egypt is attracting new customers to come here.”
T&C already counts Levi’s, Uniqlo, Zara, Marks & Spencer and Jones of NY among its main
customers. The company produces denim and non-denim bottoms and also has the capability
to manufacture Levi’s Waterless denim.
The mission at T&C is to become one of the largest denim suppliers in the global apparel
market. For now, T&C, part owned by Turkey-based Taypa Tekstil, has 15 sewing lines in its
facility, where there are 2,250 workers and output averages 18,750 garments per day. Most of
what the factory makes are basic five-pocket jeans (65 percent) and complex constructions
make up the other 35 percent.
Capabilities at the factory are many as T&C has invested in high technology for quality denim.
In the laundry, denim can be rinse washed, enzyme washed, stonewashed, bleached with
caustic soda and tinted, to name a few offerings. Finishing techniques include standard
scraping and whiskering and range to ozone spray, resin dip, PP stains, tying, tacking and
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
damage. There’s also heat transfer printing and embroidery available, an internal laboratory
approved by Bureau Veritas and a development center where its in-house design team can
test new designs and techniques to present to buyers.
Though the majority of the company’s workforce is Egyptian, each section has Turkish
management.
The reason: “We’ve had success in Turkey,” Ozgur said. “They found a system like that so
they apply the same success here.”
Technology on T&C’s floors is such that each operator has an assigned number, which gets
printed into a tag on the garment, so that if a garment passes through the company’s manifold
inspections and still has some sort of defect, it can be traced back to a single worker. As
Ozgur explained, this accountability not only keeps workers on their toes, but allows the
company to detect any inefficiencies in the chain and work to correct them.
Egypt’s double revolutions may have given some companies pause when it came to sourcing
there, but Ozgur said T&C has continued to make progress in spite of it.
T&C has plans to start expansion next year, adding 30 additional lines and bringing its monthly
output to 400,000 pieces.
“Before the revolution, Egypt was a very strong and stable country and I think it’s going back to
that,” Ozgur said.
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Published on Wednesday, 30 November 2016
Wool central in Benetton move to slower
fashion
Written by Brett Mathews
BIELLA - Italian brand Benetton talked of a wool-rich future in which it will move away from fast
fashion at the recent Wool Round Table of the International Wool Textile Organisation (IWTO).
Lorenzo Dovesi, COO of Benetton Group, was talking at Citta Studi in Biella, Italy where more than
than 120 members of the international wool community gathered. Sustainability was an ongoing theme
of the event in which IWTO President Peter Ackroyd welcomed Benetton's new business model and
the move towards slow sustainable fashion, where he suggested "wool will play a significant role."
Wabi comunicazione d’impresa
Rassegna Stampa Olimpias
Settimana 48: 02-12-2016
Wabi comunicazione d’impresa