La peste - Cts Fano
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La peste - Cts Fano
MALATTIA ORGANO COLPITO La peste (dal latino pestis, "distruzione, rovina, epidemia") è una malattia infettiva molto grave causata dal batterio Yersinia pestis, che trova la sua riserva naturale nei Roditori, ma può colpire l'uomo. Yersinia pestis prende il nome di A. Yersin, l'allievo di L. Pasteur che (contemporaneamente a S. Kitasato), nel 1894, la scoprì e isolò in coltura pura. Il batterio, se iniettato nel derma dalla pulce, si muove attraverso l’apparato linfatico fino alle stazioni linfoghiandolari più vicine; qui si moltiplica attivamente determinando quella formazione infiammatoria necrotico-emorragica che dà luogo al 'bubbone', da qui si diffonde in tutto l’organismo danneggiando tutti gli organi. (APPROFONDIMENTO SUI MECCANISMI PATOGENI: La malattia ostacola le difese dell’ospite, fa coagulare male il sangue, induce nell’organismo infiammazioni immotivate e di interferisce con la coagulazione del sangue. Produce, inoltre, una tossina che squilibra la sintesi di citochine (citochina: un ormone che agisce come una sirena d’allarme che richiama i globuli bianchi a combattere e attiva l’infiammazione), comportando effetti autolesivi tanto sulle cellule quanto sull'integrità dei tessuti.) Dopo un'incubazione che dura circa 2-12 giorni, la malattia esordisce drammaticamente con l'immediato e grave coinvolgimento dello stato generale. La successiva evoluzione assume una delle tre forme seguenti: - peste bubbonica, nettamente più frequente, ha inizio brutale con intenso malessere, brividi e febbre elevata, che in seguito oscilla in modo irregolare. Sono comuni la violenta cefalea, la rachialgia lombare, il vomito, l'obnubilamento del sensorio e il delirio; - La forma polmonare è causata dall'inalazione del batterio contenuto nelle goccioline emesse con la tosse da un ammalato affetto dalla forma polmonare. Causa una polmonite necrotico-emorragica, che si estende rapidamente in ambito respiratorio quasi sempre mortale. - Nella peste setticemica il batterio non va a stanziarsi in un bubbone ma si diffonde subito in tutto l’organismo. La malattia ha un decorso rapidissimo e si conclude fatalmente in pochi giorni nella grande maggioranza dei casi I pazienti che non siano curati precocemente e adeguatamente muoiono perlopiù entro la 1ª settimana per l'aggravarsi dello stato tossico (cioè i danni a tutto l’organismo) che culmina nel collasso cardiovascolare. Nei soggetti che sopravvivono la febbre scompare gradualmente, lo stato generale migliora e il paziente entra in una lunga convalescenza. COME SI TRASMETTE La pulce si contagia succhiando sangue infetto spesso di un topo, i batteri si moltiplicano all'interno del suo intestino e vengono rigurgitati quando l'insetto COME SI CURA OGGI PREVENZIONE VITTIME OGGI VITTIME DEL PASSATO assume un nuovo pasto di sangue. Quando l’animale ospite muore gli insetti lasciano gli animali morti e si trasferiscono su nuovi ospiti, coinvolgendo l'uomo. L'uomo malato contagia un altro uomo indirettamente attraverso le pulci, oppure direttamente tossendo goccioline cariche di batteri. La tempestività e idoneità del trattamento bloccano l'evoluzione del bubbone e riducono la durata e l'entità delle manifestazioni, contenendo la letalità intorno al 5%. La terapia comporta la somministrazione molto precoce e per un periodo non inferiore a 10 giorni di antibiotici. La profilassi vede in prima linea il risanamento ambientale, l'igiene dell'abitazione e la lotta contro i ratti e le pulci. È necessario porre il paziente in stretto isolamento e trattare i suoi indumenti con disinfezione e disinfestazione assai accurate. In base alle norme dettate dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), le persone che hanno avuto contatto con i malati devono essere poste in contumacia (quarantena) per 7 giorni e trattate con antibioticoprofilassi. Quest'ultima è tassativa per il personale che assiste gli appestati e maneggia in laboratorio i materiali infetti; inoltre, è consigliata per chi si rechi in soggiorno in una zona di endemia e la sua durata deve protrarsi per tutto il periodo di esposizione. È disponibile un vaccino, ma questo non produce una resistenza assoluta. Attualmente sono dichiarati ogni anno circa 2000 casi, con più o meno 200 decessi, che incidono particolarmente nell'Africa tropicale, nel Sud-Est asiatico e in America Latina. Qualche sporadico caso interessa anche gli Stati Uniti d'America, quale derivato della enzoozia (epidemie negli animali) serpeggiante tra i Roditori selvatici in Oregon, California, Arizona, Nuovo Messico. Anticamente la peste ha sterminato centinaia di milioni di persone (VEDI APPROFONDIMENTO 1 in fondo), le ultime epidemie in Europa sono state: 1665 - Ultima epidemia di peste in Inghilterra (La Grande peste di Londra) 1720 - Ultima epidemia di peste in Francia; si estese principalmente a Marsiglia ma non raggiunse Parigi, colpì anche Messina e Tunisi 1743 - Ultima epidemia di peste nel Nord Italia L'avvento della Rivoluzione industriale a partire dalla fine del XVIII secolo ha generato nel giro di pochi decenni un notevolissimo miglioramento delle condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie di gran parte della popolazione dei paesi occidentali, ed ha inoltre assicurato una più regolare produzione agricola, scongiurando le periodiche carestie sempre presenti nei secoli precedenti. Tali fattori hanno quindi determinato a partire dal XIX secolo la scomparsa pressoché totale delle epidemie di peste dallo scenario europeo. Finirono le epidemie. Ultimi episodi importanti (non vere e proprie epidemie): L'ultimo episodio che allarmò l'Europa si verificò a Parigi nel 1920; in Italia, tuttavia, ancora nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, si sono sviluppati limitati focolai (alcuni casi) a Messina e a Taranto. Articolo tratto da Le scienze: Come la Peste Nera favorì lo sviluppo del capitalismo La famigerata Peste Nera è stata uno dei fattori chiave che ha permesso la rivoluzione industriale, l'instaurarsi di un'economia di tipo capitalista e lo sviluppo e la prosperità di molte nazioni europee. A sostenerlo è Alberto Alesina, economista italiano che insegna alla Harvard University, in un articolo pubblicato su “Science”. Miniatura tratta da un manoscritto svizzero del 1411 che illustra l'epidemia di peste. (© )Corbis Anticamente il reddito pro capite (in termini di cibo, vestiario e alloggio) generalmente non cambiava. Gli standard di vita media in Europa erano costanti, sostanzialmente al livello di sussistenza. Per la maggior parte della storia umana, quindi, al crescere della produzione economica totale ha corrisposto un aumento parallelo della popolazione totale, lasciando il reddito pro capite sostanzialmente stabile. Questo andamento in parallelo (cresce la produzione – cresce la popolazione) è stato interrotto solo dalla diffusione della Peste Nera fra il 1348 e il 1350, che ridusse di un terzo la popolazione europea, con un importante effetto indiretto: a fronte di una terra sempre abbondante, la forza lavoro diventò una risorsa scarsa. Ciò provocò un aumento dei salari, una spinta allo sviluppo di tecnologie (come l'uso di migliori aratri) che permettessero pratiche di coltivazione più intensiva e anche a opportunità di lavoro per le donne e dei bambini. Un'ulteriore conseguenza fu l'aumento dell'età a cui si sposavano le donne e quindi una diminuzione della natalità. APPROFONDIMENTO 1: LA PESTE NELL’ANTICHITA’: La peste trova menzione già nella Bibbia, a proposito del morbo che colpì i filistei provocando bubboni negli uomini e uccidendo i ratti. Dalla descrizione di Omero nell'Iliade, avrebbe anche portato lutto tra agli Achei che assediavano Troia. In epoca storica si verificarono la peste di Atene, descritta da Tucidide, nel 430 a.C., la peste di Roma, di cui parla Tacito negli Annales (XVI, par. 13), nel 65-66 d.C., e la peste Antonina, riportata da Galeno, nel 2° secolo. Poi ci furono pandemie (Facilitate da carestie e denutrizione): - 542 d.C. e venne detta peste di Giustiniano - durante il periodo Tardo Antico e l’Alto Medioevo, attraverso grandi ondate successive con una periodicità oscillante tra i 9 ed i 13 anni e causò circa 100 milioni di vittime. In particolare quella chiamata Morte Nera si verificò tra il 1347-1350. Si diffuse in tutto il mondo allora conosciuto e causò circa 50 milioni di vittime di cui una metà in Africa ed Asia e l’altra metà in Europa dove morì 1/4 della popolazione del tempo (numero stimato = 1728 milioni di Europei). Il Boccaccio ne diede una celebre descrizione. - Epidemie dal 1400 al 1600. Nel 1374 il conte Bernabò di Reggio emanò le prime leggi di difesa, e Venezia (1403) iniziò un'attiva profilassi, istituendo il primo lazzaretto, con disinfezioni, ispezioni e regole quarantenarie, compresa la bandiera gialla da inalberare sulle navi infette. - La peste del Nord Italia del 1630 - Peste del 1656 APPROFONDIMENTO 2: LA TERZA PANDEMIA Vedi anche scheda “LA PESTE NELLA SCIENZA” La terza ed attuale pandemia ebbe presumibilmente origine nella provincia cinese di Yünnan nel 1855 (Cina meridionale al confine col Vietnam, Laos e Myanmar). La terza pandemia Il movimento di truppe conseguente la “guerra dell’oppio” contro l’Inghilterra conclusasi nel 1842, produsse, in quest’area, una rapida diffusione dell’epidemia lungo la costa meridionale della Cina. La peste raggiunse Canton ed a Hong Kong nel 1894, Bombay nel 1898 e, tra il 1899 ed il 1900, si propagò rapidamente nel mondo intero tramite le navi a vapore delle flotte commerciali che avevano sostituito i vascelli a vela. Nell’arco di 10 anni (1894-1903), la peste comparve in 77 porti dei 5 continenti: · Asia (31 porti) · Europa (12 porti) · Africa (8 porti) · America del Nord (4 porti) · America del Sud (15 porti) · Australia (7 porti) Dal 1903, la peste si diffuse largamente in India ove provocò un milione di decessi l’anno. Si stima che tra il 1898 ed il 1908 siano morti di peste circa 13 milioni di Indiani. All’inizio della terza pandemia, scoperte importanti permisero di mettere in atto alcune forme di prevenzione e di lotta contro il bacillo. APPROFONDIMENTO 3: ALEXANDRE YERSIN Alexandre Yersin (1863-1943) si arruolò nel 1890, come medico di bordo su una nave della Compagnie des Messageries Marittimes, diretta in Estremo Oriente. Integrato da Albert Calmette nel corpo di sanità coloniale, Yersin fu inviato, nel 1894, a studiare l’epidemia di peste scoppiata nella Cina Meridionale e, nell’estate dello stesso anno, isolò ad Hong Kong, il bacillo della peste. Nel 1895, Emile Roux mise a punto il primo vaccino rudimentale contro la peste a base di bacilli pestosi morti e, nel 1898, Paul L. Simond evidenziò il ruolo giocato dai roditori e dalle pulci (Xenopsylla cheopis in particolare) nella trasmissione della peste murina ed umana. La terza ed attuale pandemia ha portato alla stabilizzazione di alcuni serbatoi endemici della zoonosi, serbatoi presenti in tutti i maggiori continenti, Australia esclusa (Perry e Fetherston, 1997, Drancourt, 2002).