La peste nella storia

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La peste nella storia
La peste nella storia
La malattia…
La peste è una malattia infettiva
quarantenaria di origine batterica, della
quale non si conoscevano le cause.
Solo nel XIX secolo si è arrivati a
significative scoperte su questa epidemia.
Tutto ciò ha permesso di comprendere
meglio le modalità di diffusione del
morbo.
Gravi epidemie cominciano
a manifestarsi…
IN EGITTO: così è descritto da alcuni testi del secondo millennio a.C., compresa anche la Bibbia;
A ROMA: Plutarco ci racconta di un’epidemia che dura circa 10 anni, considerata dal popolo come una
vendetta divina dopo la morte di Tito Tazio, collaboratore di Romolo;
AD ATENE: l’epidemia si dice sia giunta dall’Etiopia, passando in Persia e in Egitto prima di
arrivare in Grecia durante la guerra del Peloponneso, intorno al 430 a.C.;
fra le prime vittime della peste in Grecia ci fu anche Pericle.
La peste raggiunge l’Italia
Intorno al 1300 il batterio della peste, proveniente
da Oriente, si diffonde in Italia e in Europa.
Le cause della sua diffusione sono molteplici:
l’aumento demografico, l’abbassamento della
temperatura, la scarsità dei raccolti e quindi la
malnutrizione che porta all’indebolimento della
popolazione facilitando la diffusione dell’epidemia.
Nel 1348 si registra un elevatissimo tasso di
mortalità causato dalla diffusione della peste che
raggiunge tutte le zone d’Europa.
Il periodo fra il 1348 e il 1500 sono stati gli anni con
il maggior contagio di questa epidemia, definita da
allora «peste nera».
La «grande morte»
La peste nera, conosciuta anche con il nome di «grande morte» o «morte nera»,
caratterizzò il XIV secolo uccidendo circa un terzo della popolazione europea..
Già nel 1339 e nel 1340 nelle città italiane vi furono epidemie che provocarono un deciso
aumento della mortalità.
L'epidemia della peste fece la sua comparsa anche a Venezia, nota come la città del
commercio, che intratteneva scambi di prodotti con l‘Estremo Oriente. Si pensa che il
batterio della malattia sia stato portato dai topi che viaggiavano a bordo delle navi che,
una volta approdate, sbarcavano i ratti sulla terraferma liberando le pulci, uniche vettrici
della malattia. Una volta appurato che tutto si muoveva e gravitava attorno alle navi e ai
topi, nacque la precauzione di fare sostare per quaranta giorni le navi, con il loro
equipaggio, a largo della Laguna di Venezia, per evitare il contagio. Da qui nacque il
termine "quarantena".
La Peste nera non colpì tutta l’Europa con la stessa intensità: alcune (rare) zone rimasero
quasi immuni dal contagio, mentre altre furono completamente devastate.
Al termine di questo terrificante periodo furono necessari alcuni secoli perché la
popolazione europea ritornasse alla densità del periodo precedente alla pandemia.
La peste del Seicento
Tra il 1628 e il 1629 una terribile pestilenza imperversa per il Nord Italia. Le città vengono prese d'assalto da vagabondi e
mendicanti, in cerca di condizioni di vita migliori rispetto a quelle della campagna; scoppiano tumulti ed agitazioni. Con la discesa
dei Lanzichenecchi, l’epidemia scoppia in tutto il Nord. Per evitare che il contagio dilaghi, le autorità sanitarie impongono
l'isolamento dei paesi dove si registrano i primi casi di peste, mediante la chiusura delle strade. A fine maggio 1630 sembra che
l'epidemia si sia dissipata, ma a giugno il morbo si ripresenta, mietendo innumerevoli vittime. La diffusione, comunque, non è
omogenea: mentre la Romagna, nel suo complesso, ne esce devastata, la città di Forlì, pur situata al centro della regione, resta
pressoché indenne, tanto che gli abitanti attribuiscono il fatto alla miracolosa protezione della Madonna del Fuoco.
La peste di questi anni è descritta anche dal Manzoni ne «I promessi sposi» e nel suo saggio storico «Storia della colonna infame».
L'intera economia manifatturiera italiana ne risultò danneggiata, ed impiegò molti anni per rigenerarsi, proprio in un momento
cruciale di competizione con l'Olanda e l'Europa settentrionale che ne uscirono avvantaggiate notevolmente.
Altre gravi epidemie
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La Grande Peste di Londra (1664-1665), che colpì la capitale inglese causando tra i
75.000 e i 100.000 mila decessi;
Peste del 1743, che colpì sia il Nord (con scarse conseguenze) sia il Sud, colpendo in
modo gravissimo la città di Messina;
Peste di Bari (1816), ultima epidemia di peste nel Sud Italia, che colpì Noicattaro;
Peste delle Baleari (1820), si concentra a Maiorca ed è l’ultimo caso di rilevanza in
Spagna;
Peste dell’Estremo Oriente (1894-1906), colpisce Cina, Giappone, Taiwan e Hong Kong,
causando decine di milioni di vittime (11.000.000 solo in India). Durante questa
pestilenza lo scienziato Alexandre Yersin isolò il batterio riuscendo a creare un siero
con lo scopo di rallentare e bloccare la diffusione della malattia.
Le epidemie moderne
Epidemie moderne di grande importanza e pericolosità sono la SARS, la febbre suina(H1N1) e il virus Ebola.
Ad opera di:
LUCA BONINI
RICCARDO LISCHI
STEFANO PERTICAI
DAVIDE RICCIARINI
ARTURO PACCIANI
LICEO SCIENTIFICO-LINGUISTICO F.REDI AREZZO
CLASSE 2°P A.S. 2014-2015