On line i manoscritti della Biblioteca Vaticana

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On line i manoscritti della Biblioteca Vaticana
Recensioni, segnalazioni, commenti
Numero 3 – 11 luglio 2014
LA MEGLIO ITALIA. Le mobilità italiane nel XXI
secolo
di Maddalena Tirabassi e Alvise del Pra'
Prefazione di Piero Bassetti
aAccademia University Press, 2014, pp. 225
Negli ultimi anni in Italia è ripresa l’emigrazione giungendo a superare,
secondo le statistiche ufficiali, le centomila unità annue.
L’attenzione dei media, nel denunciare i tagli alla ricerca, le cattive condizioni del mercato
del lavoro e la mancanza di meritocrazia diffusa nel paese, si è focalizzata sulla perdita di
giovani talenti verso l’estero. A lasciare l’Italia, però, non sono più solo lavoratori altamente
specializzati, o cervelli in fuga, ma anche studenti, professionisti, tecnici, imprenditori,
ricercatori, pensionati, cooperanti e altre figure, qualificate e non, che partono da ogni
regione. Questo soggetto difficile da definire - emigranti, expat, cervelli in fuga - non ha
nemmeno una dimensione precisa. Come calcolare infatti il numero di chi si muove
nell’Europa di Schengen o che attraversa frontiere con un visto turistico o di studio e che poi
decide di fermarsi? Cosa differenzia la nuova emigrazione che alle guide dell’emigrante ha
sostituito blog e social network, che al posto del telefono usa Skype, da quelle del secolo
scorso? Rispetto alle migrazioni del passato cambiano anche le motivazioni, oltre alla ricerca
di lavoro, si emigra per studiare, cercare una migliore qualità della vita o per amore.
L’inchiesta del Centro Altreitalie intrecciando fonti diverse - statistiche, un questionario e
interviste - traccia lo spaccato del nuovo e complesso fenomeno migratorio italiano.
Leggi la presentazione del libro - uscito il 25 marzo scorso – sul sito dell’agenzia di stampa Aise.
IMMIGRAZIONE E SINDACATO.
Lavoro, cittadinanza, rappresentanza
A cura di Francesca Carrera ed Emanuele Galossi
Ediesse, maggio 2014, 432 pp.
Giunto alla sua settima edizione, il rapporto Ires-Cgil
analizza il fenomeno immigrazione attraverso tre concetti
chiave: il lavoro, la cittadinanza e la rappresentanza.
L’immigrazione non può essere considerata un evento
casuale da gestire in modo «emergenziale» ma va
interpretata e affrontata come un fenomeno strutturale
complesso, tanto sul piano nazionale che su quello
europeo. Tra gli argomenti trattati: il mercato del lavoro
immigrato negli anni della crisi, le condizioni di lavoro
degli stranieri, la presenza degli immigrati nella Cgil, le
azioni a tutela dei lavoratori immigrati, la partecipazione
politica degli immigrati e il ruolo delle seconde
generazioni e, infine, le politiche per l’immigrazione e la
cittadinanza, in Italia e in Europa.
FONDATI SUL LAVORO
di Luigino Bruni
Vita e Pensiero, 2014, 164 pp.
Di lavoro oggi si discute molto, principalmente riguardo
alla sua profondissima crisi e alle scelte politiche che
dovranno sanarne le drammatiche emergenze. Ma il
lavoro non ha soltanto a che fare con la produzione di
ricchezza e benessere materiale: esso ‘fonda’ la
Repubblica italiana, come recita l’articolo 1 della nostra
Costituzione, e soprattutto fonda tutti noi, che siamo
veramente cittadini perché lavoriamo, lavoreremo,
abbiamo lavorato (o perché non possiamo lavorare pur
volendolo fare).
Spesso, in questo parlar molto del lavoro, ci si sofferma
troppo, se non esclusivamente, sui suoi aggettivi –
precario, dipendente, autonomo, nero… – mentre viene
elusa la domanda decisiva: che cosa è il lavoro?
Su questo riflette qui Luigino Bruni, esplorando i temi del lavoro non sotto forma di un
trattato sistematico, bensì con felici escursioni tra la vita e la teoria, senza mai perdere di
vista la valenza fondativa del lavoro nella vita umana.
Ecco allora la ripresa in questa prospettiva della lunga storia del lavorare degli uomini e
delle donne, fino al rapido tramonto delle forme del lavoro contadino e poi di quello della
fabbrica, dove si erano condensati secoli, se non millenni, di storia di arti e mestieri, di
professioni e abilità. Un tramonto dopo il quale non si intravede ancora con chiarezza
quale sarà il futuro delle nuove forme di produzione di beni e servizi: se una modalità più
umana e umanizzante o invece il ritorno di una dipendenza quasi servile, una sorta di neofeudalesimo. E poi, l’attenzione alle realtà giovanili, schiacciate tra la fine dei mestieri e la
chiusura dei mercati, eppure miniere di speranza che la scuola e la formazione possono
ancora far fiorire. E infine, la rilettura sotto una nuova luce delle ‘parole’ del lavoro: a
cominciare da charis, ‘gratuità’, passando per oikonomia, la vera ‘economia’, cioè il bene
comune domestico, per arrivare a ‘festa’, la dimensione autentica del lavoro come lo
intende Bruni, vale a dire la produzione all’interno della dimensione relazionale e
simbolica, della fraternità e del dono reciproco.
Biografia dell'autore
Luigino Bruni (1966) è professore ordinario di Economia politica presso l’Università Lumsa
di Roma. Coordinatore del progetto Economia di Comunione del Movimento dei Focolari,
scrive su diverse testate giornalistiche, tra cui «Avvenire». Si interessa in particolare di
temi quali l’economia civile e l’etica economica, argomenti a cui ha dedicato molti libri.
Indice e introduzione (sito Economia di Comunione)
Recensioni, segnalazioni, commenti
LA POLITICA INFRAMONDIALE. Le
relazioni internazionali nell’era postglobale
Di Pasquale Ferrara
Città Nuova, 2014, 296 pp.
Un percorso critico e analitico che combina elementi di analisi
empirica e spunti di teoria normativa, con un costante
riferimento agli eventi della politica internazionale.
Dalla caduta del Muro di Berlino (1989) ad oggi, passando
per l’attacco alle Torri Gemelle (2001), lo scenario politico
internazionale è cambiato profondamente. Da un assetto
“bipolare” si è passati ad un contesto “multipolare” segnato
dalle grandi incongruenze globali come le sperequazioni
economiche a livello mondiale (e all’interno degli Stati), il
cambiamento climatico, il grande tema «bio-politico» delle
risorse alimentari ed idriche e delle malattie endemiche.
Di fronte a tale scenario occorre elaborare un nuovo progetto politico internazionale, una
nuova alleanza più inclusiva e paritaria, che vada ben oltre le alleanze militari ed
economiche esistenti.
Punto di sintesi e di connessione è la «comunità planetaria», intesa in un modo
strutturalmente plurale, cioè come «comunità di comunità», come un sistema complesso
ed interrelato di cerchi concentrici all’interno dei quali si svolgono, purché in modo del
tutto libero e non esclusivo, diversi livelli di appartenenza politica e di partecipazione.
Frutto di una trentennale esperienza di diplomatico di professione, Ferrara si propone una
riflessione interdisciplinare sulle dinamiche della politica internazionale nel quarto di secolo
seguito alla liquidazione della Guerra fredda.
RAPPORTO SUI DIRITTI GLOBALI
2014
A cura di Associazione Società Informazione
Ediesse, Rapporti, 2014, 160 pp. + cdrom
Il Rapporto sui diritti globali, che da 12 anni propone analisi e
documentazione sulla globalizzazione in una chiave di lettura
dell’interdipendenza dei diritti, è un volume unico a livello
internazionale per ampiezza dei contenuti e dei temi trattati.
La struttura del Rapporto è articolata in macro-capitoli
tematici in cui viene documentata la situazione relativamente
all’anno in corso e vengono delineate le prospettive. L’analisi e
la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, schede
tematiche, quadri statistici, glossario, bibliografia e sitografia,
dalle sintesi dei capitoli e dall’indice dei nomi e delle
organizzazioni citate. Ideato e realizzato dall’Associazione
Società INformazione, è promosso dalla CGIL nazionale,
con la partecipazione di ActionAid, Antigone, ARCI, Coordinamento Nazionale delle
Comunità di Accoglienza (CNCA), Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum
Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente. Il libro con la sintesi dei capitoli e le introduzioni
è accompagnato da un CD contenente l’intero Rapporto composto da 1.096 pagine.
Recensioni, segnalazioni, commenti
GLOBAL PEACE INDEX 2014
Institute for Economics & Peace, 2014, 110 pp.
Il rapporto – diffuso l’8 maggio 2014 – è realizzato
dall’Institute for economics and peace, analizzando,
attraverso 22 indicatori, la realtà di 162 Paesi.
Di seguito l’incipit della presentazione del Rapporto dal sito
del quotidiano Avvenire
“Misurare la pace è la sfida lanciata dall’Institute for
Economics and Peace di Sydney, che presenta l’edizione
2014 dell’Indice globale della pace (Global Peace Index). Il
Rapporto si basa su un’idea semplice ma cruciale: la pace è
un fenomeno multidimensionale. Non è cioè definibile come
la mera assenza di guerre e di conflitti tra Stati, ma è
pervasiva nella vita delle società e influenza la vita
economica e sociale in maniera profonda.
L’indice, pertanto, riassume ventidue misure di violenza e altre attività distruttive
ulteriormente classificabili secondo tre aree: militarizzazione, sicurezza interna e esistenza (o
partecipazione) di conflitti esterni. Rispetto al 2003, a livello globale si registra un
deterioramento dei livelli di pace. Tale risultato è spiegato da un lato dall’aumento e
dall’aggravamento dei conflitti in corso in diversi scenari in Africa e Medio Oriente, tra cui in
particolare Siria, Sud Sudan, Afghanistan ed Iraq, oltre che dal più recente scontro interno in
Ucraina… (continua sul sito di Avvenire)
CASCHI BIANCHI OLTRE LE VENDETTE.
Sperimentare il Servizio Civile e la
difesa civile non armata e nonviolenta
per conoscere e trasformare i conflitti
A cura di Primo Di Blasio, Samuele Filippini, Francesco
Tommasi e Ilaria Zomer
Cleup, Quaderni ricerca e documentazione interdisciplinare
sui diritti umani, 2013, 272 pp.
Tra l’ottobre 2011 e l’ottobre 2012, sulla base di un bando
dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e per iniziativa di
tre enti, è stato realizzato un progetto sperimentale di
servizio civile in Albania, nel quadro delle cosiddette
“vendette di sangue” (Gjakmarrja) che, sulla base di un
antico codice che ha resistito al tempo, colpiscono singoli e
famiglie causando differenti forme di violenza riconducibili
alla violazione di alcuni diritti umani fondamentali ovvero a
forti discriminazioni nell’accesso a questi ultimi.
Che cosa è accaduto “sul campo”? Con quali esiti? L’“esperimento” ha avuto successo”? A
queste domande cerca di rispondere la ricerca-azione contenuta in questa pubblicazione e
che è stata parte integrante del progetto.
Il testo prende avvio da una presentazione del contesto di intervento per poi affrontare il
tema delle “vendette di sangue”, delle sue caratteristiche, origini e conseguenze attuali.
Segue una parte dedicata all’intervento sviluppato dal progetto sperimentale rilevandone
esiti, risultati e buone pratiche sperimentate e implementate, replicabili ininterventi in
ambiti conflittuali con metodologie nonviolente.
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DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLE
MIGRAZIONI ITALIANE NEL MONDO
A cura di Tiziana Grassi, Enzo Caffarelli, Mina
Cappussi, Delfina Licata, Gian Carlo Perego
SER - ItaliAteneo, 2014, 1.500 pp.
Il Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel
Mondo è stato ideato e diretto da Tiziana Grassi, con il
coordinamento scientifico di Delfina Licata, la direzione
editoriale di Enzo Caffarelli e la collaborazione della
Fondazione Migrantes.
Il volume si articola in 1.500 pagine con 700 lemmiarticoli e 160 box di approfondimento, 17 appendici
monotematiche, 500 illustrazioni a colori e in bianco e
nero. È frutto del lavoro di 168 autori, per lo più docenti
universitari e rappresentanti di istituzioni e associazioni
impegnate nell’ambito delle migrazioni italiane all’estero,
supervisionati da un consiglio scientifico di 50 esperti che
rappresentano l’Italia e numerose altre nazioni.
Il Dizionario racconta una pagina fondativa della storia italiana quale è stata la Grande
Emigrazione tra Otto e Novecento e che giunge fino ai nostri giorni con migliaia di italiani
che continuano a muoversi verso altre terre. Una pagina fatta di coraggio, sacrifici, sogni,
conquiste e che ha visto partire oltre 27 milioni di connazionali, che oggi esprimono un
portato di circa 80 milioni di oriundi (gli “italiani col trattino” sparsi nel mondo).
TRA VENT’ANNI... vita, sogni,
speranze di colf e badanti migranti
Video documentario di Giuseppe Delle Vergini ed
Elisabetta Angelillo, per Acli-Colf, 2014, 30’
Il video racconta il punto di vista di donne e
uomini migranti occupati nel settore del lavoro di
cura che fanno i conti con la crisi, con l'essere
cittadine/i straniere/i, con le difficoltà legate al
lavoro, con il crearsi delle prospettive per il
futuro... pensando all'Italia, al Paese di origine,
vivendo ''questi anni ... speranzosi''.
Una riduzione del video (’10) è disponibile su
Youtube
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MAKING ITALIAN AMERICA.
CONSUMER CULTURE AND THE
PRODUCTION OF ETHNIC IDENTITIES
Di Simone Cinotto
Fordham University Press, 2014, 352 pp.
Abituati a studiare l'impatto che la società consumistica
americana ebbe su noi italiani qui in Italia, è
interessante capire come essa influenzò i nostri
connazionali che in America ci erano emigrati, e se e
come essi abbiano a loro volta avuto un ruolo in essa.
Di seguito, uno stralcio dell’intervista all’autore del libro
apparsa sul sito We the Italians…
Nelllo studio dell'esperienza degli emigrati italiani negli
Stati Uniti sono stati con successo affrontati i temi del
loro approccio col mondo del lavoro, le loro comunità,
le discriminazioni che vivevano, la dimensione
religiosa, la famiglia, ma molto poco si trova invece
circa la loro esperienza in qualità di consumatori.
E' un aspetto che io ho trovato invece molto importante, perché l'identità delle minoranze
etniche si ricostruisce anche attraverso i prodotti che esse consumano, che rispecchiano il
loro stile di vita. La cultura e la vita di questi italoamericani, sebbene all'inizio
relativamente poveri e con un basso grado di educazione e dunque con pochi soldi da
spendere, ha contagiato il mercato stesso, ritrovandosi nella moda, o nei film. E' vero che
diversi italiani, attraverso l'incontro col mercato americano, piano piano si assimilavano e
si integravano, fino a concedersi il consumo di prodotti impensabili per loro in Italia; però,
allo stesso tempo, essi non perdevano la loro identità italiana, anzi a volte ne
acquistavano una maggiore consapevolezza e attaccamento. Mentre gli americani
pensavano che gli spaghetti fossero il cibo più tipico che ogni italiano fosse abituato a
consumare, molti di questi italiani emigrati imparavano proprio a New York come
mangiare e dove trovare la pasta, attraverso un sistema di spedizione dall'Italia
ovviamente creato appositamente per loro; mentre in Italia al di fuori di Napoli e l'Abruzzo
la pasta intesa come prodotto industriale era in realtà a quei tempi un cibo molto raro.
C'erano industrie in Italia create appositamente per produrre pasta, pomodori pelati e olio
che sarebbero poi stati esportati per questi Italiani all'estero: un vero e redditizio
segmento di mercato…
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PAPA FRANCESCO E LE DONNE
Di Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti
IlSole24Ore, luglio 2014, 335 pp.
Il volume, che esce in edicola a partire dal 9 luglio 2014,
raccoglie tutti i testi in cui il Pontefice ha parlato della
“questione femminile” nella Chiesa cattolica.
Gli ultimi dati, risalenti al 2012, ci dicono che le religiose
cattoliche nel mondo sono 702.529, mentre i religiosi
(esclu-si i sacerdoti) 55.314. Il che significa che su 14
consacrati, 13 sono donne. Detto altrimenti, a livello
mondiale i maschi costituiscono il 7% della comunità
religiosa cattolica. Le proporzioni cambiano se ai maschi
religiosi sommiamo i vescovi (5.133) e i sacerdoti: in
questo caso il peso femminile risulta ridimensionato, ma le
donne rappresentano comunque il 60% della Chiesa
consacrata.
Giulia Galeotti nel suo saggio illustra il ruolo che le donne, religiose e laiche, hanno svolto
nella storia della Chiesa, con le risposte che i Papi contemporanei hanno dato alle richieste
di una presenza femminile più rilevante all’interno dell’istituzione.
“Si tratta di presenze femminili di cui si è persa completamente la forza di rottura e di
cambiamento: edulcorandone le parole, i gesti e le esperienze, non ci si è dimenticati di
loro, ma le si è ricordate male. Non è un problema di memoria, dunque, ma di
prospettiva: tramandate attraverso lo sguardo maschile, sono state completamente
snaturate.” Questa l’interpretazione e il fil rouge del saggio di Giulia Galeotti nell’excursus
storico sulle donne che hanno fatto grande la Chiesa.
È in questo contesto socio-culturale che va collocato il punto di vista di Papa Francesco,
che ha detto parole importanti sulla questione, ancora così controversa, della donna nella
Chiesa, sottolineando più volte nei suoi discorsi la sua disponibilità a una presenza più
significativa della figura femminile.
Il pensiero di Bergoglio, ribadito in molte circostanze, è molto chiaro – riprende Lucetta
Scaraffia nelle sue riflessioni: “Denuncia con una sincerità e un coraggio veramente nuovi
la condizione di subalternità in cui si trovano oggi le donne nella Chiesa, e chiede uno
studio approfondito per motivare una loro presenza più autorevole. Non ritiene che sia
sufficiente un’apertura alle donne concessa da una persona, sia pure il Papa, ma pensa sia
necessario il riconoscimento della loro importanza per la vita della Chiesa. Il cambiamento
quindi ci deve essere, e deve essere profondo e accompagnato da una adeguata
riflessione”.
Il volume è in edicola da mercoledì 9 luglio per un mese a 9.90 euro oltre al prezzo del
quotidiano Il Sole 24 Ore.
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DON PRIMO MAZZOLARI PARROCO
D’ITALIA
Di Bruno Bignami
Prefazione di p. Giancarlo Bregantini
Edizione Dehoniane Bologna, 2014, 192 pp.
Nell'Italia del primo Novecento don Mazzolari decide
di non ritirarsi all'ombra del campanile di Bozzolo,
nella bassa padana, ma di partecipare con
convinzione al travaglio storico del Paese: lo si vede
soldato e cappellano militare nel primo conflitto,
sempre nel vivo del dibattito culturale, da subito
antifascista, resistente fino alla fine, sostenitore delle
istanze della pace, costruttore di riconciliazione in
diverse piazze italiane, saggista, promotore del
dialogo tra differenti anime della società. La sua voce
inconfondibile percorre tutto lo stivale raggiungendo
le isole della Sicilia e della Sardegna e negli anni
Cinquanta un fiume di persone giunge da ogni parte
alla canonica di Bozzolo per ascoltare la parola
dell'arciprete o accostarsi alla geografia di epistolari
provenienti dai luoghi più sperduti.
La biografia scritta da Bignami si propone di mettere in dialogo i diversi mondi che hanno
segnato il ministero sacerdotale di don Primo: il servizio alla parrocchia, con gli eventi più
importanti, e l'impegno «oltre la parrocchia» per una pastorale missionaria e una
testimonianza coraggiosa ispirata al convincimento che «i destini del mondo si maturano in
periferia». I borghi della bassa padana sono sicuramente periferie dell'Italia novecentesca,
ma non sono diventate prigioni del pensiero e dell'anima perché ogni luogo può essere
finestra sul mondo se è capace di rigenerare amore e passione per la vita umana.
Sommario
Prefazione (G. Bregantini). Sigle e abbreviazioni. Introduzione. 1. Gli anni della
formazione. 2. Nella grande guerra, il campo dell'apostolo. 3. Cicognara, la «pieve
sull'argine». 4. Bozzolo, atto secondo. 5. La guerra, la Resistenza e il sogno della pace. 6.
La vita pastorale a Bozzolo. 7. E Adesso? Pagine di libertà. 8. Gli ultimi anni: verso
l'abbraccio con Giovanni XXIII. 9. Don Primo Mazzolari, «prete così». Bibliografia. Archivi.
Il libro è stato presentato il 5 aprile 2014 a Cremona, alla presenza dell’autore e del
vescovo di Cremona mons. Dante Lafranconi, per iniziativa delle Acli provinciali, dell’ufficio
diocesano delle Comunicazioni sociali e del Centro pastorale diocesano.
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GIOVANNI TIRABOSCHI. Testimone di
impegno sociale
A cura di Federica Fenili e Giuseppe Argentino
Aesse Comunicazione, 2014, 144 pp.
E’ stato presentato il 25 giugno 2014 a Roma, il libro
“Giovanni Tiraboschi: testimone di impegno sociale”, una
raccolta di testimonianze in memoria di Giovanni Tiraboschi,
direttore generale del Patronato Acli dal 1989 al 1993.
Introdotto da Gianni Bottalico, con la prefazione di Paola
Vacchina, il volume si apre con la biografia di Giovanni
Tiraboschi, curata da Claudia Defendi.
Seguono ben trenta testimonianze, a partire da quella di Giovanni Bianchi e Mimmo Lucà,
rispettivamente Presidente delle Acli e Vicepresidente delegato del Patronato Acli nel
periodo in cui Tiraboschi fu direttore generale, fino a quella di Silvano, mitico autista di
generazioni di dirigenti aclisti, e della figlia Paola.
Leggi il resoconto della presentazione del libro (sul sito della Fap-Acli)
C’ERA UN ITALIANO IN ARGENTINA…
Di Devi Claudio Martino e Paolo Pedrini
Hever, 2013, 232 pp.
Che fine ha fatto Vittorio Meano? Il libro ricostruisce la vita di
questo architetto piemontese, tanto dimenticato quanto
affascinante, autore a Buenos Aires del Colón e del Congresso,
nonché a Montevideo del Parlamento.
Sono pagine sorprendenti, dallo stile asciutto e personale, scritte
in modo agile e coinvolgente, mai noiose seppur dense di
particolari e di riferimenti precisi: dalla nascita di Meano a
Gravere all’infanzia a Susa, dagli studi a Pinerolo alla giovinezza
torinese, dal viaggio verso l’Argentina alle vicende umane e
professionali intessute nella capitale platense, per concludersi
con l’omicidio e i relativi retroscena.
Il testo, che in alcune parti riveste i caratteri dell’inchiesta e a tratti assume quasi i
contorni del noir, oltre a narrare un’esistenza da romanzo e a sviscerare un enigma da
film giallo, parla altresì dell’emigrazione italiana, di Torino e di Buenos Aires nella seconda
metà dell’Ottocento e della cifra artistica dei lavori meaniani.
Un racconto biografico che diventa affresco storico e si presta a ulteriori piani di lettura:
l’analogia tra il malaffare pubblico-privato dell’epoca e quello attuale, gli insabbiamenti
con i relativi depistaggi in auge allora come oggi, i segreti e i delitti di Stato sempre pronti
a irrompere per inquinare e occultare la verità.
Un quadro d’insieme, temporale e spaziale, all’interno del quale Vittorio emerge con la sua
figura intrigante e controversa di uomo potente che seppe ingraziarsi i vertici della
politica, destreggiandosi fra interessi economici e corruzione dilagante di una Nazione in
crescita sfrenata. Ma anche di uomo forse perseguitato e tormentato, certamente
sopraffatto dagli eventi.
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