vademecum per scrittura tesi di laurea 2015
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vademecum per scrittura tesi di laurea 2015
Premessa La lettura e l’utilizzo di questo vademecum, contenente norme redazionali imprescindibili ai fini della stesura di una buona tesi di laurea, presuppone le seguenti operazioni propedeutiche: La scelta dell’argomento di tesi, da concordare con la docente Perla Loredana, sulla base di un lavoro di confronto e mediazione tra le motivazioni personali e di interesse disciplinare dello studente laureando e la cornice di ricerca della disciplina di studio prescelta. La scelta dell’argomento deve fare i conti anche con le reali possibilità e capacità dello studente: ad esempio, sarebbe poco proficuo scegliere un argomento la cui letteratura è solo redatta in lingua straniera se non si ha una buona padronanza della lingua in questione, ovvero scegliere un argomento che necessita di una analisi quantitativa di cui non è possibile effettuare la raccolta dei dati. La scelta della tipologia di tesi, tra compilativa (stesura di una rassegna storico-critica relativa ad un argomento, una corrente di pensiero, un periodo storico, lavorando su del materiale già esistente) o empirico-sperimentale (prende le mosse da studi o da letteratura esistente per analizzare autonomamente un proprio campo d'indagine). La composizione di una prima “bibliografia orientativa” costituita da almeno quaranta fonti differenti inerenti e/o affini all’argomento scelto (testi, materiali e risorse utilizzate dallo studente nel corso del proprio percorso didattico e riferibili al proprio tema di ricerca; titoli eventualmente indicati dalla docente Perla o da un tutor; opere a carattere enciclopedico; manuali, pubblicazioni multimediali [e-book], riviste, indagini scientifiche, internet). Questo lavoro preliminare è funzionale a: conoscere lo stato degli studi accademici e professionali sull’argomento prescelto per la tesi; avere un primo elenco di pubblicazioni da consultare (comprese le bibliografie di cui esse sono corredate); individuare la terminologia critica specifica e le regole principali del "metodo" di indagine prescelto per la propria ricerca. La schedatura delle fonti bibliografiche (in un piccolo archivio cartaceo o database elettronico). Operazione fortemente raccomandata per non disperdere fonti e risorse utilizzate nel corso del proprio lavoro e per gerarchizzarle da subito in modo scrupoloso e coerente, in quanto i dati essenziali ottenuti attraverso la schedatura (autore/i , curatore/i, titolo, casa editrice, luogo e anno di pubblicazione, il numero delle pagine da cui estrapolare citazioni o argomenti d’interesse) trovano poi spazio nel corpo del testo della tesi, nelle note e nella sua bibliografia finale. La stesura dell’indice di massima della tesi. È fondamentale la pianificazione del lavoro di massima sotto forma di indice provvisorio per definire subito l’ambito della tesi (es. sotto forma di sommario in cui per ogni capitolo annotare brevemente ciò che si è chiarito di voler inserire). E’ evidente che più il lavoro di stesura procede, più volte l’indice di massima verrà 1 ristrutturato di conseguenza, arrivando a delineare i titoli più analitici degli ipotetici capitoli e sottoparagrafi. La scelta del titolo della tesi. Da concordarsi col docente relatore, deve essere breve ed incisivo, meglio se di “effetto” per richiamare il nucleo centrale della tesi. Il titolo definitivo non è quello generico che si consegna in segreteria settimane prima della seduta di laurea, ma quello più completo che solito appare nelle tesi, con l’eventuale aggiunta di un sottotitolo. La stesura della prima bozza dell’introduzione della tesi. Corrisponde al commento analitico dell’indice e può essere strutturata in due sezioni. La prima sezione dovrebbe esplicitare le motivazioni che hanno indotto il laureando ad affrontare l’argomento scelto (in particolare quelle legate alla rilevanza dell’argomento nel dibattito corrente, oppure agli aspetti contraddittori che possono essere stati rilevati nella lettura del materiale) e gli obiettivi da perseguire nello svolgimento della tesi. La seconda sezione andrebbe a descrivere il percorso di ricerca che si intende seguire, trattando sia i temi affrontati, che i contenuti dei diversi capitoli e delle diverse sezioni. La lettura e l’osservanza delle indicazioni contenute nel vademecum per la redazione di una tesi ecologica pubblicato sulla pagina web della docente Perla. La scrittura dell’intero corpo del testo della tesi di laurea (suddiviso in capitoli, paragrafi ed eventualmente in sottoparagrafi, note a piè di pagina, prefazione, conclusioni, bibliografia, indice) richiede la conoscenza e l’osservanza di precise norme redazionali circa le modalità di inclusione delle citazioni dirette o indirette di opere altrui. E’ doveroso che le citazioni vengano dichiarate come tali all’interno del proprio testo, per onestà intellettuale e per distinguere adeguatamente tra il proprio apporto originale e ciò che si riprende dal pensiero altrui. I laureandi e le laureande che avessero fatto richiesta di tesi alla docente Perla a partire dal II semestre dell’anno accademico 2014-2015 sono tenuti/e a seguire scrupolosamente le norme dello stile citazionale dell’area disciplinare di appartenenza, di seguito illustrate. Si fa riferimento all’ APA Style, insieme delle regole per la pubblicazione di articoli ed elaborati scientifici secondo il metodo raccomandato dall’ American Psychological Association (APA), ed al relativo manuale American Psychological Association. (2010). Publication Manual of the American Psychological Association (6th ed.). Washington, DC: APA. L’APA Style consiste in uno stile basato sul sistema “autore-data” per i riferimenti bibliografici. Nel corpo di un testo (in questo caso la tesi di laurea) si ricorre esclusivamente all’uso del cognome dell’autore (o dei cognomi, nel caso di più autori) e della data di pubblicazione del testo. Il riferimento completo verrà poi presentato nella bibliografia finale, seguendo l’ordine alfabetico. Tutte le referenze citate nel testo devono figurare nella bibliografia e viceversa. 2 LE CITAZIONI NEL TESTO. In generale, è possibile utilizzare quattro modi per citare un autore in un testo: 1) Utilizzare il nome dell’/degli autore/i come soggetto e mettere l’anno di pubblicazione tra parentesi Come ha rilevato Perla (2010), nel sapere pratico dell’insegnante si cela molto più di quanto egli possa riconoscere e trasmettere con intenzionalità. 2) Mettere sia il nome dell’autore che l’anno di pubblicazione tra parentesi Fare ricerca è anche una questione di stile, imprescindibile dalla peculiarità dell’oggetto di ricerca (Perla, 2010) 3) Citare testualmente Se la citazione è testuale (diretta) va espressa tra virgolette (doppi apici) e dopo la citazione va messo tra parentesi il cognome dell’autore, la data della pubblicazione e la pagina da cui è stata presa la citazione. Il nome dell’autore e l’anno possono essere anche indicati prima della citazione. Invece il numero di pagina va sempre indicato tra parentesi dopo la citazione. Secondo Perla (2011b), “Maestría, Maestro, magistralità sono parole-dense che ricorrono nella letteratura pedagogico-didattica con una serie di accezioni confluenti intorno a due poli semantici […].” (p. ) Convenzionalmente, le citazioni dirette non dovrebbero superare le quaranta parole. L’omissione di parole nella citazione va indicata con tre punti di sospensione tra parentesi quadre. Per l’omissione di una frase la seconda parentesi quadra è seguita da un punto. L’aggiunta di parole nella citazione va inserita tra parentesi quadre. Se si tratta di un concetto rielaborato non occorrono le virgolette ma solo il nome dell’autore e la data di pubblicazione. 4) Citare testualmente attraverso una fonte secondaria Nel merito della questione fondamentale del lavoro intellettuale come professione, Weber afferma che “solo grazie a una rigorosa specializzazione l’uomo di scienza può giungere ad affermare con sicura coscienza, una sola volta e forse mai più nella vita: stavolta ho fatto qualcosa che è destinato a durare” (Weber, 1948, citato da Perla, 2012a, p.1). Nella bibliografia vengono indicate entrambe le referenze. 3 NUMERO DI AUTORI CITATI NEL TESTO 1 autore 1) Damiano (2013) ha approfondito lo studio sui mediatori didattici… 2) In uno studio sulle scritture professionali (Perla, 2012a), è emerso che…. Da 2 a 6 autori Elencare tutti gli autori la prima volta che compare il riferimento, successivamente utilizzare solo il cognome del primo autore seguito da et al. Le volte seguenti menzionare solo il primo autore seguito da et al. Differenza tra “e, et al., &”. Si utilizza e quando gli autori sono citati fuori dalla parentesi. Si utilizza & quando gli autori citati sono nella parentesi. Si utilizza et al. quando vengono omessi degli autori dentro e fuori dalla parentesi. Da 7 a più autori Già dalla prima citazione menzionare solo il nome del primo autore seguito da et al. 1) Damato et al. (2010) affermano che … 2) Alcuni studi sulle pratiche di insegnamento (Damato et al., 2010)… PIÙ DI UNA REFERENZA CITATA NELLA STESSA PARENTESI Le referenze sono ordinate in ordine alfabetico e in ordine cronologico se si tratta dello stesso autore. Parecchi studi (Perla, 2010a; Perla, 2010b; Perla, 2011b; Perla & Vinci, 2012) mostrano che…. ENTI COME AUTORI (es. Associazione, Istituzione, Gruppo di ricerca, Agenzie governative,...) Solo la prima lettera della prima parola è scritta in maiuscolo (tranne che in inglese e in tedesco). La prima citazione nel testo è seguita dall’abbreviazione scritta tra due parentesi quadre. (Ufficio studi e ricerche [USR],1999) In seguito è utilizzata solo l’abbreviazione. (USR, 1999) RIFERIMENTO A UNA PARTE SPECIFICA DI UNA FONTE (es. parte di un libro, di un capitolo,…) Bisogna indicare il numero di pagina/e esatto, il capitolo, la figura, la tabella... Attenzione: la parte è precisata solo nel testo ma non nella bibliografia. Le fonti implicite del sapere del pratico sono schematicamente illustrate e classificate in tòpoi organizzatori e in tòpoi interni (Perla, 2010a, p. 61). 4 RIFERIMENTO A UN TESTO NON ANCORA PUBBLICATO Per i testi accettati per la pubblicazione, il nome dell’autore è seguito da in press. (Perla, Riva 2015, in press) RIFERIMENTO A UNA TRADUZIONE L’anno di pubblicazione dell’originale tradotto e quello della traduzione sono indicati tra parentesi separati da /. Se l’anno dell’originale è sconosciuto, si dovrebbe precisare che è stata utilizzata la traduzione pubblicata il dato anno. RIFERIMENTO A UNA COMUNICAZIONE PERSONALE Le comunicazioni personali possono essere delle comunicazioni telefoniche, elettroniche, delle discussioni, delle lettere o delle altre forme di scambi. Esse figurano solo nel testo e non nella bibliografia perché non sono accessibili. Usare le iniziali del nome e il cognome della persona e indicare una data più precisa possibile. LE NOTE IN BASSO ALLA PAGINA Le note in basso alla pagina servono a fornire delle precisazioni troppo lunghe da introdurre direttamente nel testo tra parentesi o tra due trattini. Servono anche a orientare il lettore verso delle letture complementari non citate nel testo. Esse devono essere corte e in un numero limitato. Le note sono inserite in ordine numerico in basso alla pagina. Nel testo sono segnalate da cifre arabe attaccate al nome o al segno di punteggiatura. BIBLIOGRAFIA La bibliografia deve fornire al lettore tutte le informazioni necessarie per identificare le fonti utilizzate al fine di facilitare le ricerche future. In generale, nella bibliografia devono essere presenti, in ordine alfabetico, solo le referenze citate nel testo e nessun’altra. ORDINE DELLA BIBLIOGRAFIA Le referenze nella bibliografia sono presentate in ordine alfabetico in base al nome dell’autore o alla prima lettera del nome di un gruppo di autori. Due referenze per uno stesso autore Mettere in ordine cronologico secondo la data di pubblicazione. Due referenze per uno stesso autore pubblicate nello stesso anno Mettere in ordine alfabetico in base al titolo e utilizzare le lettere a,b,c e così via subito dopo l’anno di pubblicazione. Perla, L.(2012a). … Perla, L. (2012b). … 5 L’autore da solo precede il gruppo Perla, L. (2004). … Perla L., Vinci V. (2012). …. Bibliografia (esempio) Altet M. (2003). La ricerca sulle pratiche d’insegnamento in Francia. Brescia: La Scuola. Bosello P. (2007). Pedagogia dell’ambiente. Educazione all’incontro e percorsi di sostenibilità. Brescia: La Scuola. Concato G. (Ed.). (2002). Educatori in carcere. Ruolo, percezione di sé e supervisione degli educatori penitenziari. Milano: Unicopli. Damato F., Salamida D., Schiedi A., Vinci V. (2010). La pratica di insegnamento. Nuovi percorsi di lettura. Roma: Carocci. Damiano E. (2013). La mediazione didattica. Per una teoria dell’insegnamento. Milano: Franco Angeli. Escolano Benito A., Gramigna A. (Eds). (2004). Formazione e interpretazione. Itinerari ermeneutici nella Pedagogia sociale. Milano: Franco Angeli. Elia G. (Ed.). (2011a). Percorsi e scenari della formazione. Bari: Progedit. Elia G. (Ed.). (2011b). Scuola e mezzogiorno. Il Sud si interroga e propone. Bari: Progedit. Elia G. (Ed.). (2012). Il contributo dei saperi nella formazione. Bari: Progedit. Laneve C. (Ed.) (2005). Analisi della pratica educativa. Metodologie e risultanze della ricerca. Brescia: La Scuola. Laneve C. (2010). Dentro il “fare scuola”. Sguardi plurali sulle pratiche. Brescia: La Scuola. Malavasi P. (2008). Pedagogia verde. Educare tra ecologia dell’ambiente ed ecologia umana. Brescia: La Scuola. Milani L., Azzolini O. (2004). Un, due, tre … liberi tutti. Riflessioni e percorsi educativi tra disabilità e tempo libero. Torino: SEI Orefice P. (2006). Pedagogia. Roma: Editori Riuniti. Perla L. (2002). Educazione e sentimenti. Interpretazioni e modulazioni. Brescia: La Scuola. Perla L. (2004). Valutazione e qualità in università. Roma: Carocci. Perla L. (2005a). Il pensiero degli operatori della scuola. In Laneve C. (Ed.) (2005). Analisi della pratica educativa. Metodologie e risultanze della ricerca. Brescia: La Scuola. Perla L. (2005b). L’intervista per dire della pratica. In Laneve C. (Ed.) (2005). Analisi della pratica educativa. Metodologie e risultanze della ricerca. Brescia: La Scuola. Perla L. (2010a). Didattica dell’implicito. Ciò che l’insegnante non sa. Brescia: La Scuola. Perla L. (2010b). Verso una teoria dell’implicito nell’insegnamento. In Laneve C. (2010). Dentro il “fare scuola”. Sguardi plurali sulle pratiche. Brescia: La Scuola. Perla L. (2011a). La formazione dell’insegnante attraverso la ricerca. Un modello interpretativo a partire dal “Teacher’s Thought”. In Elia G. (Ed.). (2011a). Percorsi e scenari della formazione. Bari: Progedit. Perla L. (2011b). L’eccellenza in cattedra. Dal saper insegnare alla conoscenza dell’insegnamento. Milano: Franco Angeli. Perla L. (2011c). Scuola e Mezzogiorno. Quattro tesi per un manifesto. In Elia G. (Ed.). (2011b). Scuola e mezzogiorno. Il Sud si interroga e propone. Bari: Progedit. Perla L. (Ed.). (2012a). Scritture professionali. Metodi per la formazione. Bari: Progedit. Perla L. (2012b). Teorie e modelli. In Rivoltella P.C., Rossi P.G. (Eds). (2012). L’agire didattico. Manuale per l’insegnante. Brescia: La Scuola. 6 Perla L., Vinci V. (2012). Verso una didattica per competenze nei licei. Un percorso di ricercaformazione per i docenti. In Elia G. (Ed.). (2012). Il contributo dei saperi nella formazione. Bari: Progedit. Rivoltella P.C., Rossi P.G. (Eds). (2012). L’agire didattico. Manuale per l’insegnante. Brescia: La Scuola. Smeriglio D. (1999). Pedagogia della 'diversità' e itinerari didattici. Messina: Samperi. Weber M. (1948). La scienza come professione. In Id., Il lavoro intellettuale. Einaudi: Torino. REGOLE GENERALI PER LA PUNTEGGIATURA E L’UTILIZZO DELLE LETTERE MAIUSCOLE - mettere sempre la virgola dopo il cognome del/degli autore/i; - mettere sempre il punto dopo le iniziali del nome del/degli autore/i; - se ci sono più autori prima del cognome dell’ultimo autore mettere , & - mettere sempre il punto dopo l’anno di pubblicazione tra parentesi; - mettere sempre il punto finale; - nei titoli, iniziare con la lettera maiuscola ma non c’è bisogno di mettere in maiuscolo le parole all’interno della frase a meno che non ci sia un punto o un due punti. ARTICOLI IN PERIODICI, GIORNALI, RIVISTE IN GENERALE Autore, A. A., Autore, B. B., & Autore, C. C. (anno di pubblicazione). Titolo dell’articolo. Titolo del periodico, xx, xxx-xxx. Elementi - Gli autori dell’articolo: - Data di pubblicazione: - Titolo dell’articolo: Titolo del periodico e informazioni sulla pubblicazione: Le informazioni importanti per l’identificazione delle fonti sono inserite tra parentesi subito dopo il titolo, ad esempio: (…) Le informazioni legate al formato e importanti per l’accesso alle fonti sono inserite tra parentesi quadre subito dopo il titolo dell’opera o dell’articolo e dopo eventuali informazioni tra parentesi tonde: [Numero speciale], [CD-ROM], [Film], [Brochure]. Il titolo del periodico va messo in corsivo. 7 Articolo in press Un paper sottoposto ad un giornale (o ad una rivista) e accettato per la pubblicazione è considerato in press. Al posto della data di pubblicazione scrivere “in press” e non mettere né il numero del volume né quello delle pagine fino a quando l’articolo non viene pubblicato. Se nella bibliografia figura un altro libro dello stesso autore, quello in press segue gli altri. Articolo in riviste mensili o settimanali Dopo l’anno scrivere il mese per i mensili e, il mese e il giorno per i settimanali Articolo in un periodico pubblicato annualmente Trattare le serie che hanno delle date di pubblicazioni e titoli regolari come dei periodici e non come dei libri. Citazione di un lavoro discusso in una seconda fonte Scrivere la seconda fonte nella bibliografia. Fonti rintracciate su internet (es. periodici online) Autore, A. A., Autore, B. B., & Autore, C. C. (anno di pubblicazione). Titolo dell’articolo. Titolo del periodico, xx, xxx-xxx. Disponibile in: http://www.xyz.xz [giorno mese anno]*. *Data del giorno, mese e anno in cui è stato scaricato il documento da internet. LIBRI, BROCHURES, MANUALI, CAPITOLI DI LIBRI IN GENERALE Autore, A. A., Autore, B. B., & Autore, C. C. (anno di pubblicazione). Titolo del libro. Luogo: editore. Elementi - Gli autori del libro: - La data di pubblicazione: - Il titolo del libro: - Informazioni sulla pubblicazione: Numero autori Da 1 a 6 autori Scrivere i nomi di tutti e 6 gli autori Da 7 a più autori Scrivere i nomi dei primi 6 autori seguiti da et al. 8 Libro che non è una prima edizione Specificare il numero di edizione, tra parentesi, subito dopo il titolo dell’opera. Libro la cui pubblicazione è curata da un Ente (es. Istituto, agenzia,...) OCDE. (1998). Regards sur l’éducation. Les indicateurs de l’OCDE 1998. Paris: OCDE. Libro senza autore/i Collocare il titolo nella posizione degli autori (sia all’interno del testo che nella bibliografia) Utilizzo di libri tradotti Se è stata utilizzata come fonte la traduzione di un libro e non l’originale, nel testo citare l’autore originale e tra parentesi la data di pubblicazione originale e quella della traduzione. Brochure e autori collettivi o corporativi La brochure si cita nello stesso modo di un libro ma si aggiunge tra parentesi quadre (posto dopo il titolo) che si tratta di una brochure. Saggio, articolo o capitolo di un libro Autore, A. A., Autore, B. B., & Autore, C. C. (anno di pubblicazione). Titolo dell’articolo. In D. D. Curatore, E. E. Curatore, & F. F. Curatore (A cura di), Titolo libro (pp. x-z). Luogo: editore. Elementi - Autore/i del capitolo o dell’articolo: - Data della pubblicazione: - Titolo del capitolo o dell’articolo: - Redattore/i: …. (A cura di)*, - Titolo del libro e numeri di pagina del capitolo o libro: - Informazioni sulla pubblicazione:. *Per i libri in francese e in inglese utilizzare (Ed.) se il curatore è uno o (Eds.) se i curatori sono più di uno. Per i libri in tedesco invece utilizzare (Hrsg.). A cura di Se non esiste un singolo autore, ma il libro è un insieme di articoli, di saggi o di contributi di autori diversi e volete citare il volume nella sua totalità, indicate i curatori come se fossero gli autori e aggiungere in fondo l’indicazione (A cura di). Documenti online Autore, A. A., Autore, B. B., & Autore, C. C. (anno di pubblicazione). Titolo. Disponibile in: 9 http://www.yyz.zx [giorno mese anno]* OCSE. (2004). Uno sguardo sull’educazione: indicatori dell’OCSE. Paris: OECD. Disponibile in: http://www.oecd.org/dataoecd/53/14/33741076.pdf [12 novembre 2004]. *Data del giorno, mese e anno in cui è stato scaricato il documento da internet. B3 PUBBLICAZIONI CON DATA (atti di meeting, assemblee, congressi, convegni, simposi,…) IN GENERALE Per magazines mensili, newsletters, newspapaer, posters presentati a dei meetings mettere anno di pubblicazione e mese tra parentesi. Per i quotidiani o i settimanali precisare l’anno, il mese e il giorno. Per i lavori accettati per la pubblicazione ma non ancora stampati mettere in press tra parentesi. Atti pubblicati e contribuzioni pubblicati a un simposio, a un congresso, a una giornata di studio,… Questo tipo di atti sono trattati come un libro collettivo: il titolo corrisponde dunque al titolo esatto della pubblicazione. C. ULTERIORI RACCOMANDAZIONI TITOLI, STILI, CARATTERI, SCRITTURA DEI NUMERI Titoli Per assicurare una struttura chiara utilizzare al massimo 3 sottotitoli. Stile corsivo È utilizzato per: - sottolineare un termine o un’espressione; - citare un esempio linguistico (es. detto, motto popolare, proverbio, ecc.); - per i nomi e le espressioni in lingua straniera; - indicare il titolo di un libro, di un periodico inserito in una frase. Stile grassetto e sottolineatura Non sono generalmente utilizzati. Scrittura dei numeri I numeri da zero a nove sono espressi in lettere, a partire da 10 in cifre. Sono invece tutti espressi in cifre quando sono raggruppati per effettuare dei paragoni con dei numeri al di sopra di 9 (es. “I punteggi sono 3, 8 e 12 rispettivamente”). Tutti i numeri all’inizio di una frase sono espressi in lettere. 10