- Ordine dei Medici di Terni
Transcript
- Ordine dei Medici di Terni
LE PROBLEMATICHE UROLOGICHE IN CONTINUITA’ ASSISTENZIALE Il bruciore quando si urina (DISURIA)è il sintomo di una problematica al tratto urogenitale. Può verificarsi sia nell’uomo che nella donna ed ha una certa incidenza anche nei bambini. Può essere associato a dolore, a perdita di sangue con le urine e solitamente è determinato da infezioni batteriche . Le cause principali per cui si verificano le infezioni sono: Rapporti intimi scorretti ovvero avere rapporti con partner diversi senza utilizzo del preservativo. Utilizzo di farmaci immunosoppressori o antibiotici, che hanno l’effetto di diminuire la capacità del sistema immunitario di contrastare le infezioni. Gravidanza, a causa delle modificazioni ormonali e dell’aumentata secrezione vaginale. Il sesso femminile è un fattore di rischio per l’insorgenza di infezioni urogenitali perché l’uretra femminile è più corta di quella maschile. Scarsa igiene personale come mancanza di asciugamani personali per l’igiene intima. Utilizzo di servizi igienici pubblici che spesso sono scarsamente disinfettati. Utilizzo di creme depilatorie che possono provocare l’insorgenza di prurito nella zona dell’inguine e favorire la comparsa di infiammazioni. Detergenti intimi o deodoranti intimi troppo aggressivi. Contaminazione ano – genitale, cioè comportamenti che favoriscono il passaggio dei batteri dall’ano alla vescica. Un fattore di rischio in tal senso può essere rappresentato dalle emorroidi. Tutti questi fattori possono provocare la proliferazione batterica nel tratto urogenitale e lo sviluppo di processi infiammatori ed infettivi. Il bruciore alle vie urinarie è un fastidioso sintomo che può rappresentare un campanello di allarme per patologie serie o essere soltanto un disturbo associato ad errati comportamenti. Può essere esso stesso un sintomo ma si può trovare in associazione con altri sintomi diversi. Al bruciore durante la minzione possono associarsi diversi altri sintomi che solitamente servono ad indirizzare verso la diagnosi. I sintomi che accompagnano il bruciore variano in base all’età e al sesso dei soggetti colpiti. Nei neonati i sintomi di un problema al tratto urogenitale sono aspecifici e sono rappresentati da problemi intestinali come vomito e diarrea che determinano una mancata crescita, urine con odore poco gradevole,febbre, il bambino è irritabile, e presenta arrossamenti nella zona dell’interno coscia. Nel bambino i sintomi sono una via di mezzo tra l’adulto e il neonato, e abbiamo bruciore e dolore alla minzione, febbre, dolore addominale o lombosacrale e frequente stimolo ad urinare con comparsa di enuresi notturna. L’incidenza è maggiore nelle bambine per una questione anatomica. Negli adulti sono frequenti ematuria, cioè la perdita di sangue con le urine, frequenza aumentata della minzione sia durante il giorno che durante la notte, dolore addominale o lombosacrale, febbre, prurito inguinale, vulvo vaginale nella donna e sul glande nell’uomo, difficoltà ad urinare ed emissione di piccole quantità di urina, urina scura tendente al torbido, dolore alla minzione specialmente al mattino. L’incidenza è maggiore nelle donne rispetto che nell’uomo per una questione anatomica, le donne infatti presentano un’uretra più corta rispetto a quella dell’uomo e quindi è più facile che i batteri colonizzino il tratto urogenitale. Agenti eziologici • Escherichia coli 75-95% 2 • Proteus mirabilis 3 • Klebsiella pneumoniae 4 ● Staph. saprophyticus occasionalmente 1 Infezioni urinarie associate a catetere Infezioni urinarie associate a catetere • E’ l’infezione nosocomiale più frequente: fino al 40% di tutte le infezioni nosocomiali • Il rischio di infezione urinaria in un portatore di catetere è 3-8% al dì • L’assenza di piuria di solito esclude un’infezione urinaria Infezioni urinarie associate a catetere • L’infezione urinaria sintomatica va trattata ( non la piuria o la batteriuria asintomatica) • I sintomi sono febbre, brividi, dolore al fianco, compromissione generale in presenza di catetere; se il catetere è stato rimosso anche i semplici disturbi locali come disuria e stranguria • Nei paraplegici i disturbi possono essere anche solo aumento della spasticità e dei riflessi autonomici • Le urine maleodoranti o torbide in assenza di sintomi non vanno trattate • La profilassi antibiotica nel portatore di catetere non dovrebbe essere fatta e neppure per la sostituzione o la rimozione del catetere • Disinfettanti nella sacca di raccolta dell’urina non sono indicati • La terapia empirica si basa pertanto sulla suscettibilità antibiotica dell’Escherichia coli La resistenza all’ampicillina/amoxicillina è >20% • La resistenza all’amoxicillina/clavulanato e cefalo di 2^ generazione è ancora < 10% • La resistenza ai chinolonici è <10% • La resistenza al cotrimoxazolo è >10% soprattutto se è già stato usato nei 3-6 mesi precedenti La terapia empirica è adeguata quando si utilizza un antibiotico con resistenze <10% In donne senza patologie di base con due o più sintomi tipici di IVU basse (disuria/pollachiuria/urgenza) e in assenza di perdite e prurito vaginale, è indicato il trattamento antibiotico empirico senza preventivo ricorso all’urinocoltura Per la terapia della cistite acuta non complicata non si dovrebbe ricorrere ai fluorchinoloni. In donne non in gravidanza, con normale funzionalità renale, che presentino i sintomi di cistite acuta si raccomanda la terapia antibiotica per 3-5 giorni con nitrofurantoina (50-100 mg quattro volte al giorno). Durante l’assunzione di nitrofurantoina non devono essere presi agenti alcalinizzanti. Per la terapia della cistite acuta non complicata la seconda opzione terapeutica nelle donne che non possono assumere nitrofurantoina (donne con insufficienza renale o con deficit di G6PD) è rappresentata da cotrimoxazolo (800 mg di sulfametoxazolo e 160 mg di trimetoprim 2 volte al giorno per 3 giorni) o da fosfomicina trometamolo monodose (3 g, alla sera). Il trattamento della cistite acuta in donne in gravidanza dovrebbe essere iniziato dopo avere raccolto il campione di urine per l’esame colturale e in attesa dell’esito dell’esame stesso. La terapia empirica orale si può effettuare con: nitrofurantoina (evitare nel terzo trimestre), amoxicillina associata ad acido clavulanico, cotrimoxazolo (evitare nel primo trimestre), cefalosporine di I o II generazione. La terapia deve essere opportunamente modificata sulla base della risposta clinica e coerentemente alle indicazioni dell’antibiogramma e deve essere protratta per 7 giorni. In uomini con sintomi di IVU, prima di iniziare la terapia antibiotica empirica si raccomanda l’esecuzione di una urinocoltura. Se si verifica un secondo episodio nell’arco di 12 mesi si raccomanda di valutare, tramite indagini strumentali, la presenza di anomalie o malformazioni del tratto urinario. In uomini con sintomi di IVU, nell’attesa del risultato della urinocoltura, si raccomanda di iniziare un trattamento antibiotico con fluorchinoloni. Il trattamento va protratto per due settimane. Nel caso di soggeti anziani o trapiantati o in trattamento con cortisonici, è preferibile scegliere una cefalosporina di II o III generazione, visto l’elevato rischio di effetti collaterali derivante dall’assunzione di fluorchinoloni in queste categorie di pazienti. Il trattamento va poi corretto sulla base dell’antibiogramma. In un paziente portatore di catetere con segni di IVU si raccomanda di raccogliere le urine per urinocoltura e rimuovere il catetere se in sede da più di sette giorni. In caso i sintomi siano locali si possono attendere i risultati dell’urinocoltura prima di iniziare la terapia antibiotica. Se i sintomi sono sistemici oltre all’urinocoltura si raccomanda,laddove possibile, di eseguire anche due emocolture e di iniziare subito una terapia antibiotica empirica. In caso di IVU in un paziente portatore di catetere che presenti esclusivamente sintomi locali, la terapia antibiotica dovrebbe generalmente protrarsi per un totale di 5-7 giorni; in presenza invece di sintomi di infezione sistemica la durata della terapia dovrebbe essere compresa fra 10-14 giorni. Si consiglia di inviare il paziente allo specialista nelle seguenti situazioni: ematuria di qualunque tipo in pazienti di età ≥40 anni con IVU ricorrenti o persistenti; macroematuria associata a segni/sintomi di IVU in pazienti in cui l’infezione non viene confermata. Uomini con più di 50 anni con IVU acuta o ricorrente dovrebbero essere indagati per la presenza di anomalie del tratto urinario o di nefrolitiasi. DOTTORE QUANDO URINO FACCIO SANGUE…….. Per ematuria si intende la presenza di sangue nelle urine. La presenza di sangue è tale da vedersi ad occhio nudo, essendo modificato il colore delle urine che può variare da “ lavatura di carne “ a rosso vivo, rosso vinoso, marsala o coca cola. L’EMISSIONE DI URINE MISTE A SANGUE TALORA ASSOCIATA A DOLORE SOVRAPUBICO O URETERALE PROVOCA NOTEVOLE DISAGIO E PREOCCUPAZIONE NEL PAZIENTE FINO A QUALCHE ANNO FA SI RECAVA IMMEDIATAMENTE AL P.S. OGGI CHIEDE PIU’ SPESSO CONSIGLIO AL SERVIZIO DI C.A. Ematuria nell’adulto Classificazione etiopatogenetica Pseudoematuria Ematuria medica Ematuria urologica L’ematuria è un sintomo e non una malattia ed il suo inquadramento diagnostico non è esclusivamente di pertinenza urologica Pseudoematuria Uretrorragia: Emissione di sangue dall’uretra indipendentemente dalla minzione Pigmenturie: Presenza nelle urine di pigmenti ematici senza globuli rossi Alimentare: Barbabietole, rabarbaro, fave, coloranti alimentari Farmacologica: Assunzione di analgesici, anti-infiammatori anticoagulanti, antiepilettici, antibiotici Da sforzo fisico Sanguinamento vaginale: Ciclo mestruale FATTORI DA CONSIDERARE • ETA’ - SESSO • ANAMNESI (RECENTE INFEZIONE ALTE VIE RESPIRATORIE – IPERTENSIONE ARTERIOSA – EDEMI) • ANAMNESI FARMACOLOGICA • FUMO • PSEUDOEMATURIE • BILIRUBINURIE • CARATTERISTICHE • SINTOMI ASSOCIATI (DISURIA – DOLORE LOMBARE) INIZIALE TERMINALE TOTALE provenienza uretro-prostatica provenienza vescicale provenienza renale MACROEMATURIA SINTOMATICA ASINTOMATICA I.V.U. CALCOLOSI URINARIA I.P.B. TUMORI CALCOLOSI URINARIA TUMORI Elementi importanti nella diagnostica delle ematurie Modalità di insorgenza Frequenza e durata Varie tonalità di colore Presenza di eventuali coaguli e loro forma Rapporti con la fase minzionale (iniziale, terminale, totale) Associazione con dolore e disturbi minzionali Rapporto con posizione e movimento TERAPIA • La terapia varia in base alle caratteristiche dell’ematuria ed ai sintomi associati. • Farmacologica ( se presente febbre, dolore, etc..) • Cateterismo vescicale in presenza di ematuria massiva, frammista o meno a coaguli, eventualmente con sonde specifiche