La rosa nera | L`informazione libera
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31/05/2011 La rosa nera | L'informazione libera Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO martedì 31 maggio Stop all’aumento di un euro al cinema il governo ha varato un decreto che reintegra il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) di 149 milioni… Leggi... Editoriale Mostra 0 | 5 | 10 | 15 Articoli Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Mentre il Paese crolla Bersani pettina le sue bambole! I veri motivi per cui l’Italia oggi bombarda Gheddafi! A Napoli ritorna dal passato Masaniello, e la città ritorna ad applaudirlo prima di tagliargli nuovamente la testa Le accozzaglie sicule portano i primi deludenti risultati e Bersani ha paura! 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Oppure demagogia spicciola applicata ad una politica che la si vorrebbe più ammantata di Woodstock-stile e meno incentrata sui tradizionali metodi di conquista del consenso? Mostra Attualità Schifani: “Vili i manifesti Br-pm, Pdl si dissoci” Ritrovaci su Facebook La Rosa Nera Mi piace Ti piace. La Rosa Nera Nuovo Editoriale di Politica per gentile concessione di Paolo Bordino 0 | 5 | 10 | 15 Giovanottismo e bimbiminkia applicati alla politica: piccole considerazioni sul Sai Baba genovese |. www.larosanera.it L'informazione libera Articoli 25 maggio alle ore 16.11 Ultimo Articolo Tutti gli Articoli Tag Spuntini notturni? 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C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/ 4/4 31/05/2011 Mentre il Paese crolla Bersani pettina … Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Mentre il Paese crolla Bersani pettina le sue bambole! Sezioni MERCOLEDÌ, 25 MAGGIO 2011 14:29 Attualità NESSUN COMMENTO Certo che vedere andare al ballottaggio per la poltrona di sindaco di Napoli, un ex molto modesto magistrato che nella sua beve carriera pare abbia confezionato solo grandi bluff costati a noi cittadini tanti soldi in rimborsi per errori giudiziari e secchiate di infamia per chi ne è rimato coinvolto, come racconta su libero Facci, è veramente qualcosa che ha dell’incredibile. “Poco si sa, infatti, della reale carriera di Luigi De Magistris, un uomo che in fin dei conti andrebbe giudicato per le sue opere. Il candidato sindaco fu nominato magistrato di tribunale l’8 luglio 1996 e giunse a Catanzaro quell’anno stesso, 29enne; si presentò ai colleghi incitando sin da subito alla «moralizzazione della cosa pubblica» e quest’ultima espressione comparirà nell’ordine d’arresto della sua prima inchiesta importante, la 1471/96, un’indagine grazie alla quale ventuno incensurati di una clinica privata, Villa Nuccia, finirono in galera con le accuse più turpi: violenza contro un centinaio di malati mentali, omicidio dei medesimi, favoreggiamento di latitanti, falsi certificati per esonerare dei figli di mafiosi dal militare, cose così. De Magistris mostrò già allora un’indubbia disinvoltura nel contestare il peggio: sequestro di persona, omicidio, falso, maltrattamenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Il clamore mediatico fu enorme, e la stampa prese finalmente conoscenza del personaggio: su Raidue, La vita in diretta si soffermò sul caso per settimane. Tutto era fondato sulle confidenze rese a De Magistris da Mario Ammirato, un ex infermiere; oltre alle sue parole, il nulla. Le richieste d’arresto iniziavano così: «Nell’ambito dell’attività di indagine rivolta alla moralizzazione della cosa pubblica… ». Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Era già partita la lunga rincorsa di Luigi De Magistris verso fantomatiche lobby di potere da perseguire a tutti i costi. Tra gli arrestati principali c’era il primario Antonino Bonura, già medico militare pluridecorato con diverse missioni all’estero alle spalle: peraltro era medico legale nella stessa Procura che l’aveva arrestato, e dopo la carcerazione gli venne un infarto. De Magistris, a un anno dal primo arresto, lo incarcerò una seconda volta: fu l’unico errore di cui il magistrato ebbe a scusarsi pubblicamente. È di allora anche un primo tentativo di coinvolgere in qualche modo Giuseppe Chiaravalloti, ai tempi avvocato generale presso la Corte d’Appello e futuro presidente della Regione: il pm lo tirò in ballo sul presupposto che in clinica avesse abbracciato Antonino Bonura. De Magistris chiese i rinvii a giudizio del caso, ma l’udienza preliminare sfociò in una sentenza di non luogo a procedere per tutti: Vittoria Palazzo, Corrado Decimo, Vincenzo Lombardi, Achille Tomaino, Massimo Aria, Giuseppe Giannini, Francesco Trapasso, Alfonso Colosimo, Salvatore Moschella e Giovanni Ferragina. Prosciolti. De Magistris impugnò la sentenza, ma il 22 gennaio 1999 la Corte d’Appello di Catanzaro confermò i proscioglimenti in toto. La vicenda, complicatissima, si inerpicherà in un totale di undici processi in dieci anni, e alla fine saranno assolti tutti gli imputati tranne uno: Mario Ammirato, proprio lui, il confidente di De Magistris. Il cardiopatico Bonura e il trapiantato di fegato Salvatore Moschella, invece, ricevettero rispettivamente 50mila e 180mila euro per ingiusta detenzione. Ma la clinica era ormai sputtanata e dovettero cederla. La Corte d’Appello liquidò ingenti riparazioni anche per gli altri. Sono di allora i primi scontri con Giancarlo Pittelli, avvocato dei succitati e negli anni a venire parlamentare di Forza Italia: per De Magistris una sorta di nemico pubblico. Sempre in campo sanitario, Pittelli fronteggerà il magistrato in molti altri procedimenti tra i quali uno discretamente demenziale: De Magistris accusò di falso alcuni farmacisti comunali che a suo dire non avevano obliterato alcune fustelle, ossia i talloncini dei prezzi che ci sono sulle scatole dei medicinali; tuttavia verrà fuori che i farmacisti non avevano potuto obliterare le fustelle perché De Magistris, per altro procedimento, gli aveva già sequestrato l’apparecchietto per l’obliterazione. Archiviato tutto. L’abuso che non c’era. Il secondo clamoroso buco nell’acqua fu il procedimento 496/97, dove De Magistris accusò di abuso d’ufficio gli amministratori comunali Giovanni Alcaro, Giuseppe Mazzullo, Lucia Rubino, Valerio Zimatore, Domenico Tallini, Michelino Lanzo, Costantino Mustari e Fausto Rippa. L’accusa, in sostanza, fu quella d’aver riassunto in comune questo Fausto Rippa con una delibera irregolare. A stabilire che lo era, regolare, c’era già una sentenza del Tar, la numero 864 del 5 settembre 1995: ma De Magistris chiese il rinvio a giudizio lo stesso, e il 15 dicembre 1997 il giudice decise per il non luogo a procedere. Motivazione: insussistenza del fatto. L’appello di De Magistris verrà dichiarato inammissibile. Ma la sua clamorosa carriera – fatta, appunto, di clamori – era appena incominciata.” Questo una puntata della vita del Masaniello che tra qualche giorno diventerà sindaco di Napoli! Una vergogna storica per i napoletani che si rivedranno governare dalla solita giunta di tecnici in cui non mancherà una folta rappresentanza degli uomini del P.D. che da consiglieri comunali saranno promossi per ascendere all’agognato assessorato. http://www.larosanera.it/?p=2692 1/2 31/05/2011 Mentre il Paese crolla Bersani pettina … In pratica al posto di Bassolino, del quale tutto si può dire tranne che non fosse un politico con gli attributi, entrerà in scena Masaniello-De Magistris e una manica dei soliti noti che sicuramente non avranno nessun appoggio dal governo centrale almeno fino a quando resterà il Cavaliere a Palazzo Ghigi e si mangeranno l’ultimo pezzo ancora commestibile della città. La colpa di questo sfascio è di Berlusconi che ormai ha perso la leader ship del Paese, tutto preso dalle sue solite faccende, ormai allo sbando anche mentale che non riesce a proporre, per migliorare le sorti di questo Paese niente altro che lo spostamento di due ministeri da Roma verso Milano e forse uno a Naoli. Ormai siamo in mano a Vendola e Casini mentre Bersani in un angolo pettina con l’Autan le sue bambole. Vincenzo Branca Mi piace A una persona piace questo elemento. Di' che piace anche a te, prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on mercoledì, maggio 25th, 2011 at 14:29 and is filed under Editoriale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2692 2/2 31/05/2011 Mazzarri protagonista inconsapevole … Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Mazzarri protagonista inconsapevole del film “Il Pentito ruffiano” MARTEDÌ, 24 MAGGIO 2011 20:40 NESSUN COMMENTO Roma 23 Maggio 2011. Se fosse un film potrebbe chiamarsi “Il pentito” oppure “Il ruffiano” o meglio ancora “Il ruffiano pentito”. De Laurentiis ne sarebbe il produttore, e per ridu rre i costi di produzione (dovuti al Fair Play cinematografico finanziario) sarebbe anche uno degli attori principali, Riccardo Bigon con l’assistenza di Marco Fassone ne sarebbe il regista. Chi l’attore protagonista? Ovviamente Walter Mazzarri. La trama è già bell’e scritta: un dipendente che dopo 4/5 (condotti in maniera vincente) della sua annata da manager d’azienda viene contattato da una vecchia signora, competitor dell’azienda del Presidentissimo (Aurelio De Laurentiis), che cerca di metterlo al suo soldo. La signora, nonostante la sua veneranda età, conserva il suo fascino tanto da far Nella foto Walter Mazzarri, 50, attore protagonista del girare la testa al duro e scorbutico Walter. film "Il ruffiano pentito". Regia di Riccardo Bigon Tutto ciò ha ripercussioni sulla sua attività manageriale, tanto che uno dei suo ex dipendenti (German Denis), da lui mandato via, inizia a tracciare il percorso verso la flessione che impedisce sogni di gloria ben più alti di quelli, comunque importanti, conseguiti a fine anno. E allora il presidente si incavola e cerca chiarimenti, si reca a Pozzuoli e cerca spiegazioni dal toscano. Per tutta risposta Walter gli dice che vuole un aumento e gli consegna una lista della “spesa” di circa ottanta milioni di euro. Il presidente si arrabbia sul serio, ricordandogli il contratto di tre anni siglato la stagione precedente. Mazzarri, ancora abbagliato dalle luci bianconere però, non sembra ravvedersi ma procede per la sua strada. Più volte si trova a parlare con la stampa e più volte ribadisce che del suo futuro se ne parlerà a fine anno, nonostante il contratto in calce. Tutti coloro che hanno a cuore l’azienda (i tifosi) restano perciò in ansia non sapendo quale futuro sarà riservato al Napoli (l’azienda in questione). De Laurentiis non sta a guardare e si reca da Gianpiero Gasperini che, senza pensarci su due volte, gli da la propria disponibilità. L’accordo è già pronto, senza troppe pretese e senza troppe spese. Poi, a chiare lettere, manda un messaggio alla vecchia signora “Mazzarri ha un contratto con noi e non andrà da nessuna parte”. La bianconera allora, dispiaciuta, decide di guardare altrove e identifica il proprio manager nella figura di Antonio Conte. Il tecnico livornese a quel punto è spacciato: il suo presidente lo ha già rimpiazzato, i tifosi lo hanno screditato e la vecchia signora lo ha scaricato. Da un possibile ed indelebile successo al baratro. Decide così di fare un passo indietro. Grande, molto grande. Prima ricomincia a mandare messaggi d’amore ai sostenitori dell’azienda e poi chiama Riccardo Bigon, che in stile Quentin Tarantino recita anch’egli in questo film, e gli chiede un favore «Riccardo, chiama il presidente, organizza un incontro, ho fatto una ca**ata e vorrei riparare… magari sono ancora in tempo». Il buon direttore chiama così il presidente che accetta l’appuntamento a data da destinarsi. Passa il tempo e Gasperini è sempre più vicino alla società azzurra. Poi l’incontro a Roma, le “lacrime napulitane” e il pentimento di Mazzarri, la mediazione di Riccardo Bigon e De Laurentiis, colpo di scena, torna sui suoi passi. Il film finisce con Mazzarri redento ma pronto e convinto per il prosieguo della sua avventura e il presidente uscito vincitore dalla sua battaglia. Quale sarà il finale del sequel lo scopriremo soltanto la prossima estate quando gli sceneggiatori scriveranno definitivamente il proseguimento. Lo sconfitto? Senza dubbio è l’attore non protagonista di questa storia: Gianpiero Gasperini… sedotto prima e abbandonato poi dal presidente. L’importante, alla fine del lavoro cinematografico, è che il pubblico pagante resti soddisfatto. E allora applausi e poi titoli di coda. Il sequel sta per cominciare. Sezioni Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Marco Branca Mi piace A Marco Branca, Ernesto La Canna e altri 5 piace questo elemento. Edit this entry. http://www.larosanera.it/?p=2682 1/2 31/05/2011 Mazzarri protagonista inconsapevole … This entry was posted on martedì, maggio 24th, 2011 at 20:40 and is filed under Sport. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2682 2/2 31/05/2011 Giovanottismo e bimbiminkia applicat… Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Giovanottismo e bimbiminkia applicati alla politica: piccole considerazioni sul Sai Baba genovese Attualità MARTEDÌ, 24 MAGGIO 2011 17:09 Cinema NESSUN COMMENTO Beppe Grillo sulla copertina de Sezioni Trionfo del giovanottismo? Lotta agli sprechi della politica? Rinnovo della classe politica e scopa in mano per pulire il Parlamento e le Istituzioni dai soliti vecchiacchi puzzolenti che non si lavano? Aria nuova nella politica italiana? Oppure demagogia spicciola applicata ad una politica che la si vorrebbe più ammantata di Woodstock-stile e meno incentrata sui tradizionali metodi di conquista del consenso? Alla luce delle questioni che vengono poste sul tavolo delle analisi politiche, appare evidente che, alla luce del successo del Movimento Cinque Stelle e del generale sommovimento a cui è sottoposto il sistema partitico italiano, è innegabile che esistano risposte che chi si occupa di analizzare gli andamenti del quadro politico è tenuto a dare. La mia posizione su Beppe Grillo è stranota (alcune cose sono espresse QUA), ma alla luce di svariate reazioni scomposte che ho visto porre in essere da alcuni adepti del Sai Baba nostrano (presto una raccolta di quelle che più ricalcano lo stile-Santanché), è opportuno ribadire che il fenomeno del grillismo presenta tutta una serie di limiti che coincidono con alcune cose lampanti ma che raramente vengono messe in evidenza. E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who "L'internazionale" Punto primo. Il Movimento Cinque Stelle si è etichettato come forza politica “antisistema” (non si capisce se in riferimento al sistema politico o al sistema partitico), tesa a canalizzare la generale insoddisfazione di un elettorato tendenzialmente progressista ma che sembra aver perso i propri vecchi riferimenti politici con la crisi della galassia della sinistra radicale e del PD stesso. E lo fa attraverso slogan semplici, chiari e netti, che anziché parlare alla testa puntano più che altro alla pancia: rientrano in questo contesto i “Vaffanculo day”, gli slogan contro la Partitocrazia, l’ardente desiderio di “nuovo” urlato ai quattro venti. In salsa ecologista e populista (“destra e sinistra sono tutte uguali”). Proprio lo stesso modo di agire che abbiamo visto emergere un ventennio fa sulla scena politica italiana, con la Lega prima e con Forza Italia dopo. Stessi concetti, stessa demagogia. E’ inconfutabile che, se pure non siano la stessa cosa, precise e puntuali rispetto a Forza Italia e Lega Nord sono le modalità di start-up” nel sistema partitico italiano. Filo rosso che passa attraverso il concetto di “politica del fare”, quello di “politici ladri” o del cappio agitato in Parlamento, quello di “rifiuto delle ideologie” e quello del “nuovo” rappresentato dalla radicale necessità di rinnovamento di un sistema caratterizzato dalla presenza delle “vecchie cariatidi della politica”. E’ possibile negare che il M5S abbia fatto proprie queste “issues”? Secondo. Altro aspetto grillista quantomeno discutibile risiede in uno slogan affascinante: “una testa, un voto”. Uno slogan che sottende una democrazia reale, lontana da lobbies e gruppi di potere in grado di condizionare le decisioni politiche preso al livello più alto. Siamo sicuri che sia così? Il dubbio c’è ed è alimentato dalla conoscenza di alcune strutture di potere decisamente influenti che guardano decisamente di buon occhio ad un fenomeno come il movimento grillino. Basti vedere il legame che risiede tra la Casaleggio Associati, società che gestisce l’intera comunicazione dell’entourage di Beppe Grillo, blog compreso, e la banca Rotschild. Chi sta dietro Grillo sembra aver adottato una strategia di costruzione del consenso vincente, specie se si considera il ruolo di internet nel mondo del terzo millennio (ruolo tutt’altro che secondario): sosteniamo il nostro punto di vista, ma lasciamo che a sostenerlo siano dei comuni cittadini, tale da far percepire quella che nei fatti è la nostra voce come la voce del popolo. E lo facciamo usando la rete (blog, social network, chat…): universo che racchiude in sé l’apogeo tanto della (apparente?) democraticità, quanto della manipolabilità. Terzo. Stiamo ai fatti e lasciamo perdere quelle che possono essere percepite come dietrologie, focalizzandoci un istante sul programma stesso del Movimento Cinque Stelle. Provate a leggerlo e vi troverete la “summa” di tre o quattro cose: 1) la parola “abolire” che ricorre costantemente, senza che si propongano soluzioni alternative sul “come” abolire e con quali risorse. Vero è che le voci da abolire sarebbero capitoli di spesa. Benissimo. Resta il fatto che nel momento in cui si abolisce la legge Biagi (unica voce di politica del lavoro esplicitamente menzionata, dopodichè STOP) cosa avrebbero intenzione di fare? Quale politica alternativa adotti? Come ci si atteggerebbe rispetto all’intervento dello Stato in questo settore politico, ad esempio? Si procederebbe verso ulteriori forme di precarizzazione del lavoro o si cambierebbe registro? E l’Unione Europea? Come la metterebbero con i vincoli comunitari? Lettera morta. 2) il costante riferimento ad internet, che ricorre pressoché in tutte le voci del programma grillino. Le ragioni le abbiamo già analizzate: senza la rete, il progetto che sta dietro alla presunta genuinità movimentista difficilmente sarebbe praticabile; 3) il generico abbattimento dei costi della politica. Recuperare soldi veri dall’abbattimento dei http://www.larosanera.it/?p=2662 1/2 31/05/2011 Giovanottismo e bimbiminkia applicat… suddetti costi più che essere inutile (anzi, è anche più che auspicabile!) coincide un po’ come raccogliere un bicchiere d’acqua in un lago, visto che da qualche decennio l’economia italiana, il debito pubblico italiano per meglio dire, è in mano ad investitori privati stranieri che ci terranno sempre più in ostaggio man mano passeranno gli anni, a meno che non si decida di rivedere una volta per tutte la tagliola dei parametri di Maastricht. Così come appare quantomeno insufficiente e tautologica la risposta grillina in tema di miglioramento della PA: la lotta alla corruzione nell’amministrazione pubblica è già abbondantemente garantita dalla legge n. 165 del 2001 (testo unico sugli impiegati civili dello Stato). Nessuna parola sulle assunzioni e sul fabbisogno di personale e sulle modalità di nomina dei dirigenti, cose che influiscono direttamente sulla determinazione di un tipo o di un altro di P.A.; 4) la forte trasversalità che caratterizza il programma stesso. Qualcosa in più va detto proprio a proposito della trasversalità grillina, proprio sulla base del programma. Come mai non una parola viene detta sulle tematiche davvero polarizzanti e che determinano le scelte concrete dell’elettore quando si trova nella cabina elettorale? Come mai non una sola parola si legge a proposito di economia, lavoro, previdenza, amministrazione pubblica? Questo non schierarsi su tematiche di una centralità unica è quantomeno sospetto. A tutti piacerebbe un sistema rifiutizero! A tutti farebbero comodo città cablate al 100% con il wi-max! Ma perché il Movimento Cinque Stelle non ci parla delle politiche del lavoro o della previdenza sociale? Forse perché schierarsi, in un modo o nell’altro, su queste cose farebbe rompere definitivamente il giocattolo? Ed in merito al tipo di politiche economiche da adottare (spesa pubblica? Quanta? E quante aliquote? Cuneo fiscale-contributivo? Quoziente familiare? Si privilegerebbero politiche di detrazioni o di deduzioni?) non si riesce a leggere nulla. Se non qualcosa sui cda delle imprese pubbliche (pare che il problema principale siano le nomine degli a.d., pensate un po’!) o sui monopoli di fatto. Nulla che faccia realmente “politica”, che sposti gli equilibri o che polarizzi realmente. Su questo punto occorre riflettere molto. E dovrebbe farlo specie chi vota il M5S definendosi progressista. Una cosa va detta, infine, sul finanziamento pubblico ai partiti. Grillo e chi sta dietro di lui ne propone l’abolizione. Tradotto: chi avrebbe i soldi potrebbe permettersi campagne elettorali faraoniche e senza limiti; chi ha risorse economiche limitate o nulle è automaticamente fuori dal circuito politico. La luna va osservata da entrambe le facce. Se a voi sta bene, sta bene a tutti. Alla fine della fiera, la cartina al tornasole del populismo demagogico grillino qual è? Il rifiuto di appoggiare – dietro lo slogan da bistecca “destra e sinistra sono tutte uguali” – almeno informalmente candidati come Pisapia e De Magistris che svariati punti in comune con il loro programma ce li hanno. Segno tangibile che non è vero che “destra e sinistra sono tutte uguali”. Vuoi vedere che a Grillo di realizzare almeno un punto del “programma” non frega un emerito tubo? Paolo Bordino Mi piace A Marco Branca e altri 9 piace questo elemento. Edit this entry. This entry was posted on martedì, maggio 24th, 2011 at 17:09 and is filed under Politica. 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Descrisse la sua prima volta con ansia per la situazione poco normale, e la tac di controllo evidenziò un’alterazione della corteccia celebrale che sembra essere la causa di questo disturbo. Meglio conosciuta come “sindrome di eccitazione genitale persistente”, si tratta di una condizione psico-emotiva difficile da Molte donne soffrono del disturbo dell'eccitazione sessuale gestire. Il corpo non è più sottoposto al persistente, malattia che procura numerosi disagi sul lavoro e controllo della mente e la depressione è nella vita di tutti i giorni. all’ordine del giorno quando non si riesce a placare l’eccitazione con uno o più orgasmi. La donna brasiliana, arrivata a ben 46 orgasmi al giorno, è riuscita ad ottenere un permesso per quindici minuti di sosta ogni due ore per masturbarsi sul posto di lavoro. Non essendoci una cura, solo i tranquillanti possono limitare lo stato di ansia e ridurre le prestazioni a diciotto al giorno. E lei, tutto sommato, può considerarsi fortunata. Nel 2007 Sarah Carmen, ventiquattro anni, raccontò la sua storia e i suoi 200 orgasmi giornalieri che le avevano limitato la vita. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Il PSAD, Persistent sexual arousal disorder, è un disturbo descritto per la prima volta nel 2002. Inizialmente i sintomi erano poco chiari. Ogni donna li descriveva in maniera confusa e legati ad una situazione fisica differente. Con il passare degli anni, l’eccitazione sessuale persistente ha trovato basi e sintomi comuni. Queste vibrazioni vengono percepite come spontanee, intrusive, invalidanti e non legate ad un aumento dell’interesse sessuale. Si tratta di un’eccitazione data dal passaggio di un treno oppure dal soffio del phon. Una minima oscillazione può scatenare un “attacco”, inarrestabile se non con pluriorgasmi, che raramente vengono percepiti come piacevoli. In questo caso si parla di ipersessualità egosintonica, ovvero in armonia con il soggetto, in contrasto con la definizione “egodistonica” (dissonante con la personalità). I sintomi più diffusi sono una congestione clitoridea e vulvare – con relativa lubrificazione vaginale -, una condizione di totale assenza di desiderio o interesse sessuale, lo stato di eccitazione che non si riduce né con l’autoerotismo né con un rapporto. Da aggiungere è anche la persistenza per giorni, mesi ed anni di questi disturbi, con conseguente frustrazione per l’impossibilità di eliminare definitivamente il fastidio. Alcune donne hanno tentato anche il suicidio per le limitazioni della vita quotidiana e l’imbarazzo che questa sindrome comporta. La PSAD non va confusa con l’ipersessualità femminile. Questa è un’espressione di un tratto psicopatologico della donna. È alto il livello del desiderio, l’eccitazione mentale è predominante rispetto al corpo e la risoluzione della “problematica” consiste nella soddisfazione post-orgasmo. Può essere caratterizzata da “sexual day dreams”, ovvero sogni a sfondo sessuale anche ad occhi aperti, e dalla frequenza di atti autoerotici e rapporti sessuali. Viene percepita egosintonica dalla donna, ma egodistonica dal partner e dal contesto sociale. Studi hanno dimostrato che l’ipersessualità femminile può essere associata a comportamenti compulsivi, a disturbi della personalità, ad effetti di farmaci precedentemente assunti, o causata da droghe eccitanti, da lesioni del lobo frontale (come abbiamo visto nella donna brasiliana) e dalla sindrome di Kluver-Bucy che può sfociare in comportamenti sessuali indiscriminati, da masturbazione compulsiva a iperoralità. Roberta Santoro Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. 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Alex Turner è uno di questi; entra ufficialmente nel club degli “unplugged”, a dispetto della sua fama casinara e casinista con i suoi Arctic Monkeys. Lo avevamo lasciato assieme a Miles Kane nel progetto dei Last Shadows Puppets ed il loro bellissimo The Age Of The Understatement, duo sixties di notevole caratura cantautorale che richiamava un po’ le atmosfere della swingin’ london dei bei tempi andati. Ma lo avevamo lasciato anche in balìa delle tempeste di chitarra elettrica dell’ultimo album degli Arctic, quell’Humb ug nervoso e maturo che aveva scalato le vette di mezzo mondo, vera prova del fuoco superata a pieni voti dal giovane gruppo di Sheffield. Torna, in veste da solista, per fare da colonna sonora all’attesissimo Submarine, film del regista inglese Richard Ayoade, basato su un racconto di Joe Dunthorne. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who L’EP si apre fra acustica e piano (e suoni spartani) con la splendida e fifties Stuck On The Puzzle, lennoniana e sentita nella sua interpretazione, ma che resta solo una brevissima La locandina del film Submarine, con intro dell’EP. Hiding Tonight resta sempre su toni dolci e protagonista Craig Roberts acustici, sussurrata quasi, da un Turner che forse non avevamo mai conosciuto così prima d’ora. Glass in The Park rappresenta il picco di emozionalità del lavoro, portata via dal vento con una voce riverberata e sognante. E a proposito di vento, la tracklist ci porta a It’s Hard To Get Around The Wind, questa volta solo chitarra acustica e voce (la scelta di arrangiamenti spartani insomma la fa da padrone). Un pezzo che sarebbe potuto essere contenuto in un disco dei Cotton Mather (altro gruppo da scoprire). Ma eccoci alla vera (e completa) Stuck On a Puzzle, che parte con una batteria pigra e sorniona seguita da un basso “gommoso” e da tastiere soavi. La giusta atmosfera per lo stile che Turner ha scelto per questa collaborazione cine-musicale. Il vero “crack” del mini album. Piledriver Waltz chiude tutto il lavoro con gli stessi toni in cui si era aperto, passata in due parti da un riverbero di chitarra e piano che crea un tappeto d’ansia notevole e intervallato da un inciso “waltzer” originale e azzeccato. Sarà per la brevità del lavoro, sarà perché attendevamo Turner ad una prova più “soft”, ma Sub marine EP sembra proprio destinato a rimanere una vera chicca di questa primavera. Attendiamo inoltre gli Arctic Monkeys in Italia il 3 settembre all’ I-Day Festival di Bologna, per presentare il loro quarto album da studio Suck It And See, assieme a Wombats Kasabian e White Lies. Marco Della Gatta Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. 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C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2660 2/2 31/05/2011 Titanic 3D, il kolossal di Cameron torn… Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Titanic 3D, il kolossal di Cameron torna al cinema nel 2012 MARTEDÌ, 24 MAGGIO 2011 18:27 Sezioni Attualità NESSUN COMMENTO Cinema Kate Winslet tra le braccia di Leonardo Di Caprio sulla prua della nave, le note struggenti di My heart will go on di Celine Dion in sottofondo, la tragedia che inabissa nelle gelide acque dell’ oceano un grande amore. Dopo quindici anni, le emozioni del capolavoro di James Cameron torneranno al cinema in versione 3D. La Paramount Pictures, la Twentieth C entury Fox e la Lightstorm Entertainment hanno annunciato che Titanic sarà ridistribuito a livello mondiale il 6 aprile 2012. Una data che non è stata scelta a caso, perché vicina Rimasterizzato in digitale 4K e convertito in 3D, Titanic torna in al centenario del viaggio inaugurale dello sala per celebrare il centenario del disastro marittimo più sfortunato transatlantico. L’inaffondabile grande di tutti i tempi Rms Titanic salpò il 10 aprile 1912 dal porto di Southampton diretto a New York e si inabissò nella notte tra il 14 e 15 aprile dopo il fatale urto contro un iceberg, portando con sé nell’oceano 1523 delle 2200 persone che erano a bordo. Uscito nel 1997, Titanic è una delle poche pellicole nella storia ad aver vinto 11 premi Oscar (le altre sono Ben Hur e Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re), e il film col maggiore incasso di tutti i tempi ($ 1,835,300,000 worldwide). Un record strappatogli l’anno scorso dall’altro grande kolossal firmato Cameron, Avatar ($ 2,781,505,847), ma che potrebbe riprendersi proprio grazie a questa riedizione. E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Il fenomeno campione d’incassi è stato sottoposto ad un lungo e meticoloso processo di rimasterizzazione in digitale 4K e riconversione in formato 3D. Cameron ha lavorato per più di un anno assieme al suo partner della Lightstorm, Jon Landau, per consentire al vecchio pubblico ma anche a chi non ha mai visto Titanic al cinema, di sperimentare il film in una veste inedita e spettacolare. Con la potenza emotiva intatta e le immagini più intense che mai, rivivere la tragedia del Titanic sul grande schermo sarà un’esperienza epica e avvincente, più di quanto non lo fosse la versione 2D. L’aggiunta della terza dimensione darà più realismo alla trama e lo spettatore avrà la sensazione di muoversi egli stesso all’interno della nave, di sentire cosa provano i personaggi e di osservare da vicino l’iceberg che sperona il Titanic. Dopo aver dato, con Avatar, una straordinaria dimostrazione di ciò che la tecnologia moderna può fare, ora James Camero n è intenzionato a far scuola pure sulle conversioni 2D-3D. Proprio grazie al successo di Avatar, realizzato con tecnologie all’avanguardia, nel 2010 c’è stata una scorpacciata di film in 3D. Il 2012 sarà invece l’anno dei blockbuster classici riconvertiti. Qualche settimana prima di Titanic è prevista infatti la riedizione di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma di George Lucas. Queste due re-release, oltre ad essere tra gli eventi cinematografici più grandi del decennio, saranno un banco di prova per la conversione in 3D dei classici del cinema, sia nella loro estetica che nella sostenibilità finanziaria. Girare un film direttamente in 3D è molto costoso, e per alcuni aspetti anche ingestibile e scomodo nelle scene d’azione che necessitano di una manovrabilità della cinepresa impossibile da ottenere per le ingombranti camere 3D. Per questo ad Hollywood sta prendendo piede la tendenza a rendere tridimensionale un film girato in due dimensioni. Così è stato per Alice in Wonderland, il terzo episodio di Narnia e Captain America: The First Avenger, di prossima uscita. Le esperienze negative di Scontro tra Titani e L’Ultimo Dominatore dell’Aria non hanno fatto però che aumentare lo scetticismo sulla qualità dei film convertiti in post-produzione. Il problema di alcune conversioni rivelatesi insoddisfacenti è stato il tempo. Una conversione convincente che non faccia rimpiangere il 3D nativo richiede almeno sei mesi di lavoro: attualmente gli studios effettuano questo processo in poche settimane a discapito degli standard di qualità delle pellicole. James Cameron ha una incredibile e lunga lista di film di successo alle spalle, il suo nome è quindi già una garanzia. La vera incognita, almeno in Italia, riguarda la presenza di sale attrezzate per permettere al pubblico di vivere appieno la spettacolare esperienza visiva promessa da questi superfilm. Pochi giorni fa, all’UCI Cinema di Pioltello, è stata inaugurata la prima sala italiana dotata di tecnologia IMAX, ma sono ancora pochi gli schermi con proiettori a risoluzione 4K, la stessa usata per rimasterizzare il Titanic di Cameron. Il 4K offre ciò che il pubblico di oggi si aspetta: un’esperienza visiva coinvolgente e stimolante che non deriva solo dalla stereoscopia e della sensazione di totale immersione nella storia che scorre sullo schermo, ma anche dall’elevata qualità raggiunta dalle immagini. Il 4K è il massimo standard digitale raggiunto finora per la risoluzione delle immagini, quattro volte superiore a quella delle immagini HD, vale a dire livello di dettaglio pari a quello della pellicola originale, qualità cromatica spettacolare anche negli schermi più ampi, e immagini 3D straordinarie. Oggi con la moltiplicazione delle possibilità di visione domestica (Internet, Blu-ray, Tv 3D ecc.), l’obiettivo primario è mantenere intatta l’attrattiva della sala cinematografica sfruttando appieno le evoluzioni tecnologiche. Anche per questo l’esito di questo nuovo viaggio del Titanic è da tenere sott’occhio. Enrica Raia http://www.larosanera.it/?p=2633 1/2 31/05/2011 Mi piace Titanic 3D, il kolossal di Cameron torn… Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on martedì, maggio 24th, 2011 at 18:27 and is filed under Cinema. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. 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Bert van Landeghem, uno degli autori, paragona la profondità della diminuzione della felicità, dopo i venti anni, a quella che si presenta dopo aver perso il lavoro. La spiegazione di questo calo è data dal fatto che i giovani trentenni di oggi si trovano ad affrontare la disillusione di tutte le aspettative: ormai adulti, vivono in un empasse, in cui da un lato c’è una routine caratterizzata da responsabilità che spesso Recenti ricerche dimostrano che gli anziani sono più sono fonte di stress, e dall’altra la prospettiva di un abili dei giovani a godersi la vita futuro incerto, incrementato dalla crisi economica degli ultimi tempi. Questo però non vuol dire che gli ultra 50enni abbiano una vita migliore dei 30enni: quel che migliora è la consapevolezza. Le aspettative sul futuro si riducono, e conseguentemente si giunge ad apprezzare maggiormente quel che si ha. “Chi si accontenta gode”? Ebbene, pare di si: è proprio con l’accontentarsi che si inizia a godersi la vita. Attualità Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Un dato confermato anche dallo studio condotto dall’ American National Academy of Sciences su un campione di 370mila persone, che ha riscontrato il picco della felicità intorno agli ottant’anni. Questa scoperta probabilmente renderà meno paurosa la vecchiaia che, in genere, viene associata alla perdita della forza fisica, dell’agilità, della rapidità mentale, dell’aspetto gradevole, ma anche delle persone care e dei propri ruoli sociali. L’invecchiamento infatti, come queste ricerche sembrano confermare, non porta con sé soltanto perdite ma anche conquiste; da “vecchi” si diventa più saggi, più equilibrati e più capaci di godere il momento presente, ed è proprio questo che dona la felicità. Ma cosa si intende per felicità? Molti hanno cercato di darne una definizione ma in realtà si tratta di un processo talmente complesso che vede implicati una pluralità di elementi di varia natura: fattori di personalità, genetici, ambientali e esperienze personali. Dagli studi psicologici in merito, pare che alcuni tratti caratteriali e alcuni aspetti ambientali favoriscano il raggiungimento della felicità: l’estroversione, la fiducia in se stessi e l’instaurare relazioni intime con amici e familiari. L’avere una vita sociale attiva, infatti, garantisce la possibilità di essere felici; anche alcuni comportamenti sembrano essere “felicitanti”: chiacchierare, stare con gli altri, coltivare l’amore. D’Urso e Trentin elencano una serie di attività e di atteggiamenti che favoriscono uno stato di benessere, tra cui: non attribuire interamente a noi stessi la responsabilità degli eventi spiacevoli che ci capitano, stare in compagnia di persone felici, fare esercizio fisico, non confrontare la nostra condizione (salute, bellezza, ricchezza ecc.) con quella degli altri, individuare quello che ci piace nel nostro lavoro e valorizzarlo, curare il corpo e l’abbigliamento, non trarre conclusioni generali dagli insuccessi, fare una lista delle attività che personalmente ci fanno stare di buon umore e praticarle, e non fare progetti a lunga scadenza. Seguendo queste strategie forse riusciremo ad essere felici; e qualora non dovessimo riuscirci avremo tutta la vecchiaia per esserlo. Simona Esposito Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. TAGS: emozioni, Felicità, giovani, psicologia, stare bene, vecchiaia This entry was posted on martedì, maggio 24th, 2011 at 18:28 and is filed under E' vero che?. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » http://www.larosanera.it/?p=2652 1/2 31/05/2011 La felicità…ha un’età: la “terza” | La ros… INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2652 2/2 31/05/2011 Giordano Bruno: la lotta per la “verità… Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Giordano Bruno: la lotta per la “verità” Sezioni MARTEDÌ, 24 MAGGIO 2011 18:27 Attualità 1 COMMENTO Il Monumento a Giordano Bruno, opera dello scultore Ettore Ferrari, collocato simbolicamente a Roma, Molti continuano, a distanza di secoli, a considerare Giordano Bruno un martire; uno scienziato punito dalla Santa Inquisizione per le proprie idee blasfeme, contrarie all’ordine divino – ma stabilito cristianamente dall’uomo – dell’universo. Tanti altri, soprattutto ecclesiastici, lo considerano tuttora un eretico, un peccatore da perdonare (“Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” Luca, 23.34), piuttosto che da condannare, come vuole una più moderna e caritatevole lettura delle Sacre Scritture. Giordano Bruno resta sicuramente, anche alla luce della filosofia contemporanea, una figura controversa e discutibile, una personalità storica difficilmente inquadrabile all’interno di una specifica corrente di pensiero, un contestatore, che continua a destare acri polemiche tra i suoi convinti seguaci e gli irriducibili oppositori. È un fatto che, a distanza di 400 anni, la sua dottrina filosofica non abbia ancora ricevuto una riabilitazione da parte della Chiesa Cattolica: accanto al profondo rammarico espresso da Papa Giovanni Paolo II (2000) per l’ingiusta morte del filosofo, arso vivo sul rogo degli eretici, non venne infatti la riabilitazione della sua opera filosofica, tutt’oggi considerata inconciliabile con i precetti cattolici. Un fatto che, nell’era della globalizzazione mondiale e della democrazia planetaria, fa venire la pelle d’oca a quanti si battono quotidianamente per preservare e affermare la libertà d’espressione e di pensiero. Cinema E' vero che? Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who in Piazza Campo de' Fiori, dove il Giordano Bruno non era, in verità, un uomo di scienza; le sue affermazioni non si basarono mai su riscontri scientifici, ma furono pure speculazioni della logica. Giordano Bruno fu piuttosto un destò la viva protesta di Papa metafisico, un uomo di cultura che, cresciuto in un contesto storicoLeone XIII. culturale di profonda crisi dell’uomo rinascimentale, della fede e della dottrina ecclesiastica, troppo lontana dalle umane esigenze, tentò, potremmo dire in un’accezione moderna, di dare un senso agli stravolgimenti dell’epoca adottando un personalissimo, a tratti anticonformista, modo di guardare alla realtà. Nato a Nola (1548) da una famiglia di tradizioni militari, la sua infanzia trascorre serena in una umile dimora alle pendici del Vesuvio. È il vulcano a ispirargli, probabilmente, le prime riflessioni di carattere filosofico: l’ignoto nulla che, agli occhi del Bruno ragazzo, si celava alle spalle della montagna (che il giovane Giordano, al secolo Filippo, non mancò di esplorare spinto da un’atavica curiosità), si traspone idealmente nella sua ricerca della verità “oltre i sensi”, un concetto centrale della sua concezione filosofica, che sin da subito lo spinge a mettere in discussione l’allora dominante visione aristotelica: se il filosofo greco si affidava infatti al giudizio dei sensi, Bruno sostiene la necessità, in accordo con Platone, di andare oltre l’esperienza sensoriale, diffidando della stessa che, davanti al Vesuvio, l’aveva condotto erroneamente a ritenere a che al di là di quella imponente cima, che nascondeva l’orizzonte alla vista, nulla potesse esistere. Bruno si colloca così al crocevia tra l’idea platonica di Iperuranio, o mondo delle idee, dalle radici classiche, e la più moderna esigenza dell’uomo rinascimentale di esercitare, grazie alla facoltà dell’intelletto, il dubbio, quello stesso dubbio che sarà poi egregiamente concettualizzato da Cartesio come unico, indiscutibile segnale dell’esistenza umana – e divina. Una posizione scomoda, quella di Bruno, all’interno del percorso evolutivo della filosofia, che porta su di sé tutto il peso del difficile compito di imprimere una svolta, una “rivoluzione paradigmatica”, potremmo dire con Thomas Kuhn, alla tradizione filosofica dell’epoca. Un’epoca di conflitti, di contraddizioni, di perdita di valori. In un parola, un’epoca di necessità di cambiamento: un cambiamento espresso dalla “ribellione” luterana, che sottolineava quell’esigenza di ridurre la distanza, ormai apparentemente incolmabile, tra Dio e l’uomo, sua creatura, riscoprendo i valori ancestrali della dottrina religiosa, come la povertà, che la Chiesa Cattolica sembrava aver dimenticato; un cambiamento secolare, irto di ostacoli e resistenze, da molti (non solo Bruno) pagato con la vita. filosofo fu arso sul rogo. La sua istallazione, avvenuta nel 1889, Trasferitosi a Napoli per proseguire gli studi, Filippo Bruno prese, appena adolescente, i voti domenicani nel convento di San Domenico Maggiore, assumendo il nome monastico di Giordano con cui resterà nella storia. Una scelta, quella della vita monastica, che, stando alle testimonianze rese dallo stesso Bruno, non fu affatto motivata dalla fede, quanto piuttosto dal desiderio di coltivare e accrescere la propria cultura e formazione umanistica. È negli anni del convento infatti che si verifica il prolifico incontro tra la viva mente di Giordano Bruno e i testi (allora proibiti) di Erasmo da Rotterdam e Niccolò Copernico: letture che aprono al giovane filosofo la strada della Riforma Protestante, di quello scisma religioso, cui si accompagnò una rivoluzione culturale forse senza precedenti, il Big Bang da cui nasce tutta la cultura moderna. È a partire da quelle letture che probabilmente prende forma l’idea, più vicina al sentire di un popolo all’epoca tagliato fuori dalla religiosità a causa dell’ignoranza del latino (unica lingua in cui era possibile leggere la Bibbia; la prima fu tradotta da Martin Lutero e stampata da Gutenberg proprio in quegli anni) e dell’impossibilità di accedere al costoso mercato delle indulgenze, di un Dio immanente, presente in ogni manifestazione vitale, e allo stesso tempo capace di trasferire la propria caratteristica di infinità alle proprie creazioni; e di una fede da ricercare, all’interno di un percorso concepito come una “caccia”, grazie all’esercizio dell’intelletto, attributo tipicamente umano. Una visione fortemente in contrasto con quelle cattolica della trascendenza di Dio, della finitezza del Creato e del http://www.larosanera.it/?p=2641 1/2 31/05/2011 Giordano Bruno: la lotta per la “verità… dogma della fede. Con Bruno (prima ancora che con Galilei), figlio della rivoluzione copernicana, a cui la storia ha affidato il pesante fardello della diffusione – filosofica – delle scoperte – scientifiche – di Copernico, l’essere umano subisce il primo grande lutto della sua storia: l’inevitabile perdita della propria centralità in un universo infinito. Costretto alla fuga da Napoli per le sue idee dubbiose circa la natura della Sacra Trinità, già all’epoca tacciate di eresia, Bruno iniziò una vita di peregrinazioni che, nell’arco di quindici anni (1576-1591), lo condusse a viaggiare attraverso tutta l’Europa (dall’Italia, alla Francia, all’Inghilterra alla Germania), raccogliendo fecondi spunti per la sua teorizzazione filosofica, abbracciando tutte le fedi cristiane, tra cui quella calvinista, e subendo altrettante scomuniche, fino al suo rientro in Italia, a Venezia (1592), che lo vide protagonista di un processo durato otto anni. Otto anni al termine dei quali, resosi conto dell’inutilità di un’abiura, che gli avrebbe salvato la vita, ma non restituito la libertà, Bruno salì sulla pira, la mordacchia sulla bocca per impedirgli di parlare, ma fermo nella scelta di non ritrattare le proprie idee, e andò a testa alta incontro alla morte, nella lungimirante certezza di guadagnarsi, con essa, quella vita eterna che mille indulgenze non avrebbero potuto comprare. Giuliana Gugliotti Mi piace A 3 persone piace questo elemento. Di' che piace anche a te, prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. TAGS: filosofia, giordano bruno, riforma protestante, rivoluzione copernicana This entry was posted on martedì, maggio 24th, 2011 at 18:27 and is filed under Who's who. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. 1 Commento Giordano Bruno: la lotta per la “verità” | Linea di confine 25 maggio 2011 at 08:52 (Edit) [...] Per gentile concessione di Giuliana Gugliotti tratto da La Rosa Nera [...] Rispondi Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2641 2/2 31/05/2011 Napoli al ballottaggio | La rosa nera Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Napoli al ballottaggio Sezioni MERCOLEDÌ, 25 MAGGIO 2011 13:50 1 COMMENTO Attualità Cinema E' vero che? Prima della “sorpresa” De Magistris, in molti davano per certa l’elezione a sindaco di Napoli del candidato di centrodestra; eppure, hanno dovuto ricredersi quando al 38,53% di voti ottenuti da Lettieri si è contrapposto il 27,49% del candidato IdV, che si è guadagnato il ballottaggio e la possibilità di sedere sulla poltrona di sindaco della città più complessa, problematica ed in emergenza degli ultimi anni. A pochi giorni dal ritorno alle urne i due aspiranti alla carica di primo cittadino si stanno dando da fare per incontrare la cittadinanza e convincere gli elettori ad andare a votare: non si tratta più di portare alle urne i propri sostenitori, ma, come ha Lettieri/De Magistris: chi vincerà? ben specificato anche De Magistris dal palco del concerto di Vecchioni (che ne ha sostenuto la campagna elettorale con un’esibizione in Piazza Dante), di “adottare un astenuto”, perché saranno proprio gli astenuti e i moderati l’ago della bilancia per il ballottaggio nella nostra città. Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Molti i punti in comune tra i programmi dei due candidati, diversi gli strumenti e i percorsi che intendono utilizzare per raggiungere gli obiettivi una volta ottenuto il mandato ufficiale: in entrambi i casi la scottante emergenza rifiuti è al primo posto tra i problemi da risolvere. Tuttavia, se Lettieri invoca la costruzione dei termovalorizzatori e l’ennesima richiesta d’aiuto – stavolta ad un misterioso paese estero – affinché altri accolgano la nostra monnezza, De Magistris conta sulla raccolta differenziata che intende attivare in tutta la città (portandola al 70% dopo 3 mesi di mandato, contro i 10 mesi dichiarati necessari da Lettieri per giungere al 50%). Naturalmente l’uscita dall’emergenza non è il solo terreno sul quale i due candidati si stanno confrontando, anche perché la monnezza è soltanto la punta dell’iceberg, la più “visibile” delle emergenze di una città in perenne stato d’assedio. De Magistris, da ex magistrato, punta sulla legalità e lo sviluppo, sulla creazione di precondizioni che rendano vivibile Napoli: intende, dunque, favorire dei cambiamenti strutturali, rendendo concreto per tutti il diritto al lavoro, migliorando il servizio di trasporto pubblico per una sostanziale riduzione del traffico, puntando sul turismo in quanto fonte primaria di guadagno per la città, sulla riqualificazione delle periferie affinché diventino – finalmente – parte integrante della città. Molti gli interventi citati nel programma politico amministrativo del candidato IdV a favore della legalità (l’istituzione di uno sportello anticorruzione presso ogni municipalità, la separazione fra carriere politiche elettive e ruoli tecnici accessibili soltanto per concorso, l’istituzione di una autorità di garanzia e trasparenza per le nomine nei Comuni, nella Provincia, negli Enti di 2° grado e nelle società partecipate), parola che, al contrario – a detta di molti – troppo poco compare nei 72 punti del programma del candidato PdL: Lettieri cita il tema legalità in riferimento alla necessità di diffondere un maggiore senso civico e di lottare contro il racket e l’usura; per il resto il suo programma si fonda sulla creazione di posti di lavoro (20mila in due anni, con particolare attenzione ai giovani laureati), sul potenziamento delle linee ferroviarie che collegano le periferie alla città, sulla sicurezza mediante videosorveglianza e l’aumento dei vigili urbani preposti al controllo cittadino, sulla possibilità di trasformare Napoli in una città di “grandi eventi” sui quali veder puntati i riflettori mediatici, distogliendoli dagli annosi problemi che fino ad oggi l’hanno eclissata. In queste settimane di campagna elettorale per il ballottaggio il confronto tra i due candidati si è decisamente inasprito e i dibattiti sono divenuti di volta in volta più accesi. Forse, il più conflittuale “faccia a faccia” tenutosi finora è andato in onda su Sky: sotto l’occhio indiscreto delle telecamere di SkyTg24, la tensione tra i due avversari politici ha raggiunto il picco più elevato, costringendoli ad attaccarsi reciprocamente, rispolverando fallimenti professionali passati, più o meno conosciuti dall’opinione pubblica. De Magistris ci tiene a sottoline are, a proposito del suo avversario: “non è un imprenditore, ma un ‘prenditore’, perché utilizza soldi pub b lici per rilevare aziende e poi le fa chiudere”. Lettieri, dal canto suo, non si è lasciato intimorire e gli ha risposto per le rime: “Le tue inchieste sono state dei flop a spese dei contrib uenti”. Il gioco si fa duro, dunque, ed iniziano a piovere le accuse. Quelle di Lettieri contro De Magistris riguardano la carriera dell’ex magistrato, le cui inchieste fallimentari sono state seguite da cause per diffamazione, intentate dagli inquisiti assolti, per le quali, da europarlamentare, De Magistris ha giocato la carta della tanto contestata – soprattutto da lui e dal partito che lo sostiene – immunità parlamentare. Quelle di De Magistris fanno, invece, riferimento ai fallimenti imprenditoriali dell’avversario e al suo ingresso in politica, legato ad un personaggio ambiguo come Cosentino – che lo avrebbe presentato a Berlusconi in occasione della compravendita dell’Atitech: “Io al contrario di Lettieri la mattina non devo fare un giro di telefonate per sapere quanti del suo entourage sono ancora a piede lib ero…Ti sei sempre fatto accompagnare da Cosentino che è accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico”. http://www.larosanera.it/?p=2688 1/2 31/05/2011 Napoli al ballottaggio | La rosa nera Insomma la campagna elettorale per le elezioni amministrative non ci ha messo molto a trasformarsi in uno specchio fedele della politica nazionale: il confronto finisce sempre per riguardare le faccende personali dei candidati che vengono utilizzate in modo arbitrario, nel tentativo di manipolare l’opinione pubblica infangando la fama dell’avversario e minandone la credibilità. Probabilmente gli elettori sono stanchi della politica degli attacchi personali e del gossip. O forse no. Fatto sta che tra pochi giorni si tornerà alle urne e chiunque riuscirà a sedere sulla poltrona di Palazzo San Giacomo, vincendo questo ballottaggio, avrà l’arduo compito di rispettare le promesse fatte alla cittadinanza e far risorgere Napoli affinché, dopo la devastazione degli ultimi anni, possa riacquisire lo status di città vivibile e a misura di cittadino. Sara Di Somma Mi piace Di' che ti piace questo elemento prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. This entry was posted on mercoledì, maggio 25th, 2011 at 13:50 and is filed under Napoli. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. 1 Commento Napoli al ballottaggio | Linea di confine 26 maggio 2011 at 07:49 (Edit) [...] gentile concessione di Sara Di Somma tratto da La Rosa Nera Etichette: De Magistris, elezioni, Lettieri, Napoli, [...] Rispondi Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2688 2/2 31/05/2011 Vivere vegan: costi e opportunità | La … Numero 28 del 24/05/2011 HOME LA REDAZIONE CONTATTI ARCHIVIO Vivere vegan: costi e opportunità Sezioni MARTEDÌ, 24 MAGGIO 2011 18:28 Attualità NESSUN COMMENTO Cinema E' vero che? Insalata russa con maionese di soia senza uova. Foto: Alessia “Con meno di cinque euro sfamo e nutro almeno cinque persone”. Sono le parole di un’amica vegana, che mi hanno spinto ad approfondire l’argomento, per scoprire un mercato molto vivace che comprende una fetta di popolazione in crescita costante. In un primo momento l’approccio con la cucina vegan è a sfondo etico, in seguito l’esclusione dell’uso di prodotti animali e derivati diviene uno stile di vita, ci si abitua e si riscontra anche l’incredibile vantaggio economico. Impagliazzo ® Ma dove ci si rifornisce? Dove si acquistano i prodotti vegan? Sempre più persone al giorno d’oggi preferiscono acquistare prodotti on line. Con i rapidi progressi delle tecnologie di raccolta dati e i nuovi media di marketing, primo fra tutti internet, l’odierno marketing diretto è sempre più sviluppato. L’acquirente, secondo un dominio business to consumer, può consultare direttamente i cataloghi on line, senza aver bisogno di intermediari e sopratutto a qualsiasi ora del giorno e della notte, perchè i negozi on line sono sempre aperti, permettendo anche un confronto diretto con la concorrenza. I prodotti vegan possono essere acquistati on line nei Vegan market presenti sul web. Economia Editoriale La Nera La Rosa Napoli Notizie Flash Piano e Forte Politica Sport Who's who Due importanti market on line sono: “emporioecologico”, che presenta una sezione dedicata agli alimentari, e “bio-salute”, con alimenti per colazione, pranzo, merende e cena. A Milano esiste un “rist vegan” che funziona anche da market che si chiama “Mens Sana”, dove è possibile acquistare anche sul posto, non solo on line. Inoltre un sito da segnalare è : “Veganblog”, ricco di ricette vegane. Ad esempio per preparare un ottima “frittata di riso basmati” occorrono: farina di ceci, sale, riso basmati, acqua q.b., e olio per friggere. Tra i prodotti acquistabili abbiamo: il riso basmati che prende appunto il nome dal suo aroma, cereali, cous cous e boulgur, farine, pasta, legumi, semi, frutta secca, seitan, soia e derivati, conserve vegetali, spezie, latte vegetale. Anche il mercato delle bevande è notevole : dalle bibite e succhi di frutta, a sciroppi e birra di farro. Ma diamo un occhiata alle analisi e informazioni offerteci dall’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) e in particolare concentiamoci sulla soia. Analizzando i trend settimanali dei “semi oleosi” notiamo che per quanto riguarda i semi di soia, il mercato non presenta variazioni di prezzo, invece aumentano le quotazioni delle farine (come si può vedere dal grafico). Trend settimanale Maggio 2011. Fonte rete di rilevazione ISMEA Principalmente i vegani utilizzano la soia poiché ricca di proteine, quindi ottima sostituta di carne e uova. Il 18% del seme è costituito da materie grasse da cui si ricava : salsa di soia, latte di soia, olio di semi di soia, formaggio di soia, farina di soia, tōfu. Per saperne di più su questo mondo, oppure semplicemente per confrontarsi con altri vegani, in ogni città si organizzano incontri, degustazioni, e da quest’ anno anche un Festival: la prima edizione del VeganFestEXPO si è da poco conclusa e ci si prepara alla seconda edizione, che ci sarà nel 2012. Dunque un mercato sicuramente notevole, che fa parlare di se e che ha conquistato e continua a conquistare sempre piu persone, che si appassionano alla cucina Vegan economica e sostenibile. Ringrazio Marina Grella, ottima cuoca Vegan per aver soddisfatto gran parte delle mie curiosità. http://www.larosanera.it/?p=2646 1/2 31/05/2011 Vivere vegan: costi e opportunità | La … Giuseppina De Angelis Mi piace A 14 persone piace questo elemento. Di' che piace anche a te, prima di tutti i tuoi amici. Edit this entry. TAGS: cucina, marketing, mercato, on line, Vegan, vegana, web This entry was posted on martedì, maggio 24th, 2011 at 18:28 and is filed under Economia. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. Edit this entry. Lascia un commento Loggato come webmaster. Esci » INVIA LINEA DI CONFINE LINK 2 LINK 3 LINK 4 LINK 5 THE BEATALL Editore: A.C.S.P. C.F. 95094790631 - Registrazione Tribunale di Napoli n. 86 del 26.10.2010 per la diffusione elettronica e cartacea http://www.larosanera.it/?p=2646 2/2