Automoto Magazine 69
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Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 69 14 Luglio 2015 79 Pagine Nuova Honda Civic Type R Ribelle per natura Non è la solita super hatch, ma una sportiva di alto rango Periodico elettronico di informazione automobilistica Peugeot 208 restyling Benzina? Meglio del diesel! Il tre cilindri turbo benzina da 110 CV è silenzioso, piacevole da guidare e consuma pochissimo Auto usate La metà sono “schilometrate” Alfredo Bellucci è un venditore di auto che ha avuto il coraggio di denunciare questo fenomeno | PROVA SU STRADA | Porsche 911 GTS da Pag. 02 a Pag. 33 All’Interno NEWS: Fiat Nuova 500 | Renault Talisman | BMW Innovation | Lamborghini Aventador LP 750-4 Superveloce L’utilitaria diventa un triciclo per sedicenni | F1: GP Gran Bretagna Verstappen e Ricciardo, gli opposti del Circus PROVA SU STRADA PORSCHE 911 GTS Sportività raffinata In listino a partire da 121.529 euro la più raffinata delle 911 “stradali” è anche quella che più si avvicina ai concetti di sportività della GT3 grazie a 430 CV e tanti piccoli accorgimenti di Emiliano Perucca Orfei 2 3 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica Media L a Porsche 911 Carrera GTS è con ogni probabilità uno dei modelli più raffinati ed interessanti della gamma 991 perché nasce per colmare in modo raffinato il divario che si era venuto a creare tra la Carrera S e la GT3. 430 CV di potenza massima, ovvero 30 in più rispetto a Carrera S e 45 in meno della GT3, la GTS non è assolutamente nuova nella storia della 911 e come al solito propone interventi mirati a migliorare da un lato il look e dall’altro il piacere di guida. 4 Dove è cambiata Rispetto alla Carrera S la Carrera GTS arriva in concessionaria con il “wide-body” delle versioni Carrera 4: la cosa è piuttosto evidente nella zona posteriore, dove i passaruota sono allargati per contenere l’incremento di carreggiata di 36 mm e le nuove ruote nere da 20” con fissaggio centrale (gommate 245/35 e 305/30), elemento quest’ultimo sino ad oggi riservato alle 911 Turbo S. Molto interessante anche il pacchetto freni: pinze monoblocco in alluminio a sei pompanti mordono dischi da 340 mm davanti mentre dietro unità a quattro pistoncini lavorano su dischi da 330 mm. Lunga 4.509 mm, larga 1.852, alta 1.295 (passo 2.450), la 911 GTS propone molte altre novità di stile: tra queste il paraurti anteriore - rivisto per fare posto ad una nuova apertura per il radiatore addizionale centrale - le luci anteriori con proiettori bixeno oscurati e la forma degli specchietti retrovisori. Anche in tema di finiture ci sono alcune news con finiture nero lucido, terminali di scarico cromati e scritta 911 Carrera GTS sulle portiere e sul cofano posteriore. 5 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica l’introduzione di alcune novità tecniche tra cui il nuovo impianto di aspirazione a risonanza variabile ed un diverso profilo dell’albero a camme, ottimizzato per il riempimento delle camere di combustione agli alti regimi (zona rossa a 7.800 giri): modifiche che hanno portato in dote 30 CV (430 a 7.500 giri) ed un valore di coppia di 440 Nm a 5.750 giri. Due le opzioni di cambio disponibili: manuale a sette marce e robotizzato a doppia frizione PDK, sempre a sette rapporti. 306 km/h (304 con PDK) di velocità massima, la nuova Carrera GTS passa da 0 a 100 km/h in 4 secondi netti (4,4 con il manuale) e chiude il passaggio da 0 a 1.000 m in 22,1 secondi senza chiedere troppo al consumo medio: con il PDK Porsche dichiara una media di 8,7 l/100 km con emissioni di CO2 pari a 202 g/km (Euro6). Interni più raffinati Dentro non cambia nulla in termini di stile rispetto alle normali Carrera S mentre per quanto concerne i materiali di rivestimento gli stilisti Porsche hanno scelto di mixare l’eleganza della pelle e la sportività dell’Alcantara: un mix già proposto anche sugli altri modelli della famiglia GTS. Come optional Porsche offre il pacchetto interni GTS completamente in pelle, nei due colori contrastanti rosso carmino e argento rodiato. Invariata anche la dimensione dei vani bagagli: 125 litri davanti e 260 dietro. Le dotazioni Nella dotazione di serie Porsche introduce numerosi elementi che sulla Carrera S sono opzionali: proiettori bixeno con Porsche Dynamic Light System (PDLS), l’impianto di scarico sportivo, le sospensioni attive PASM con assetto ribassato 6 Dal vivo: com’è fuori La nuova Porsche 911 GTS è un’auto che si distingue da una “normale” Carrera S sin dal primo sguardo, in particolar modo se la si guarda dalla 3/4 posteriore. I parafanghi e la carreggiata allargata, del resto, non sono solamente soluzioni tecniche pensata per assicurare maggior impronta a terra alla vettura ma anche per regalare alla 911 una maggior presenza scenica: il che non non guasta mai. Sulla stessa lunghezza d’onda le modifiche di dettaglio apportate: le cornici nere, le nuove prese d’aria e la sigla GTS aggiungono un po’ di pepe ad un cocktail già di per sé... esotico. Dal vivo: com’è dentro Rispetto a quanto avviene fuori le personalizzazioni interne delle 911 GTS sono più moderate: di 10 mm e pacchetto Sport Chrono: quest’ultimo elemento porta con sé anche i cuscinetti dinamici di supporto motore che permettono, su fondo irregolare, di mantenere più stabile e preciso il comportamento dell’intera vettura. Di serie anche il Porsche Torque Vectoring, che aggiunge anche il suffisso Plus nelle versioni dotate di cambio a doppia frizione PDK: il sistema frena in modo mirato la ruota posteriore interna alla curva (tramite freno e blocco del differenziale) andando a generare un momento di rotazione che contribuisce alla riduzione del sottosterzo e quindi al piacere di guidare. Motore: ora ha 430 cv Sotto al cofano posteriore si nasconde una delle novità più importanti della GTS rispetto alla Carrera S: il motore da 3.8 litri boxer (alesaggio 102 mm, corsa 77,5) è stato modificato con 7 8 9 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito ci sono molti dettagli interessanti, in particolar modo i rivestimenti misto pelle/Alcantara dal look decisamente sportivo, ma in linea di principio l’abitacolo della 911 rimane quello della 991, con tutti i pregi ed i difetti del caso: la posizione di guida è come al solito eccezionale, fa sentire molto bene la vettura e permette a piloti di tutte le taglie di cucirsi addosso la vettura, ed anche in termini di ergonomia la 911 è davvero inappuntabile: tutto è a portata di mano e relativamente semplice da usare. Notevole anche la cubatura dei bagagliai: nonostante sia una sportiva di razza con l’ultima erede dei sei cilindri boxer montato a sbalzo si può tranquillamente pensare a qualcosa in più di un weekend. L’importante è trovare il modo 10 Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica di distribuire le borse tra il bagagliaio anteriore, quello posteriore ed i due sedili posteriori, come al solito troppo piccoli per pensare di trasportare “comodamente” degli adulti. Dove la 911 paga pegno è nella disponibilità di vani portaoggetti - si fa fatica a trovare spazio per gli oggetti di tutti i giorni - e nella configurazione dei sistemi multimediali di bordo: molto bello il quadrante “circolare” riservato al guidatore al centro di una strumentazione ispirata al passato, in cui sono riportati tutti i dati della navigazione e del computer di bordo, ma l’unità centrale rispetto inizia è ad essere più lenta nella capacità di calcolo e migliorabile sotto il profilo del software, in particolar modo per quanto riguarda la chiarezza dell’informazione. Come si guida Dove la 911 GTS Coupé mette d’accordo davvero tutti, però, è sotto l’aspetto della guida. Le modifiche apportate al sei cilindri boxer dai tecnici di Zuffenhausen hanno avvicinato il comportamento dei 3.800 cc a quello di un motore da corsa, facendo spazio ad una maggior capacità di girare agli alti regimi pur senza lasciare da parte la classica disponibilità di coppia che contraddistingue l’unità Carrera S da 400 CV dalla quale deriva. Miracoli della distribuzione di fase variabile VarioCam Plus ma anche dell’iniezione diretta che permette all’unità tedesca di erogare la potenza massima a 7.500 giri assicurando ben 500 ulteriori giri d’allungo, per un totale di 8.000 giri. Una zona rossa piazzata molto in alto alla quale si giunge con diversi cambi di tonalità del propulsore: pur rimanendo sempre nel campo dell’inconfondibile il motore della 911 GTS suona cupo a bassi regimi per poi acquisire un tono metallico ed acuto con il crescere dei giri: un suono coinvolgente, a tratti “racing”, che esprime meglio di qualunque altro parametro il potenziale di un motore che tra le varie ha la capacità di rimanere “contenuto” nei consumi: incredibile ma vero, senza esagerare troppo con il gas, si possono vedere medie di 10 km/l reali se si sceglie la trasmissione PDK. Niente male per un’auto da 430 cv. Ottimo il comportamento del cambio a doppia frizione PDK ma è stato molto interessante anche tornare a guidare quello che è ormai una mosca bianca anche in Casa Porsche: il cambio 11 12 13 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito manuale, a sette rapporti, vanta un meccanismo eccezionale ma soprattutto logiche di cambiata che prevedono doppiette in scalata e rendono impossibile i passaggi di marcia sbagliati durante le scalate o le accelerazioni più violente. Per intenderci un blocco non permette di passare da quarta a settima marcia così come è impossibile scendere da settima a terza: questo, in particolar modo in scalata, allontanando il pericolo di fuorigiri. Come il motore la dinamica della GTS Coupé è stata portata ad un livello più estremo: l’assetto dinamico nelle modalità più sportive rende la vettura molto rigida, pur senza sconfinare nell’universo pista delle GT3, rendendo il corpo vettura molto piatto e pronto ad accogliere i desideri del guidatore: in ogni caso tra le curve si va forte, anzi fortissimo, anche in modalità normal soprattutto quando la strada non è perfettamente pianeggiante...come nel caso delle strade della Targa Florio: curve e controcurve ubriancanti sulle Madonie, che la 911 “mangia” a ritmo incredibile e senza fare una piega, ben assistita da un impianto frenante instancabile, da uno sterzo estremamente preciso e diretto oltre che da un sound del propulsore che può essere ulteriormente amplificato schiacciando l’apposito pulsante sulla plancia... Una vettura estremamente divertente questa 911 GTS, in grado di dare quel tocco di sportività e di esclusività in più alla “normale” Carrera S. Il tutto senza esagerare con il prezzo di listino che è di 121.529 euro nella versione con cambio manuale a sette marce e 125.775 euro nella versione con cambio a doppia frizione PDK. 14 Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Porsche 911 GTS Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Virtual Tour » Store Online » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 15 PROVA SU STRADA NUOVA HONDA CIVIC TYPE R Ribelle per natura La nuova Honda Civic Type R non è la solita super hatch, ma una sportiva di alto rango. Ha una raffinatezza tecnica e meccanica impareggiabile e va davvero fortissimo in pista. E il nuovo VTEC turbo non fa rimpiangere (troppo) il leggendario aspirato di Matteo Valenti 16 17 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica fuori dal cilindro una nuova meraviglia: la nuova Honda Civic Type R. Basata sulla Civic di nona generazione, la nuova super hatch del Sol Levante ha veramente poco da spartire con la sua sorellina tranquilla. Motore, cambio, sospensioni, ma persino telaio e aerodinamica infatti sono stati totalmente stravolti e riprogettati da zero. Dal vivo: com’è fuori T enere alto il valore del proprio nome quando si hanno antenati di un certo calibro non è mai un’impresa semplice. Lo sanno bene gli uomini della Honda, che ad un certo punto si sono dovuti cimentare con lo sviluppo di una degna erede della dinastia Type R. Una famiglia di alto lignaggio, conosciuta in tutto il mondo per i suoi leggendari motori aspirati VTEC, capaci di raggiungere regimi di rotazione fotonici, quasi da motociletta, e valori di potenza eccezionali con cubature tutto sommato umane (pensiamo alla Integra Type R). Ogni appassionato conosce bene il sapore unico di una cambiata a 9.000 giri/min con un motore VTEC, con quel sound così penetrante e una spinta che sembrava inesauribile. Per onorare una eredità così ingombrante i tecnici giapponesi, dopo anni di sviluppi, parziali smentite e poi conferme, hanno tirato 18 Per capire che siamo davanti a qualcosa di completamente diverso da una pacifica Civic, del resto, basta uno semplice sguardo. Ogni dettaglio della Type R infatti non risponde solamente a criteri estetici, ma ha una precisa funzione aerodinamica. Una prova? Per sviluppare una deportanza gli ingegneri nipponici hanno preso a pieni mani dalle soluzioni tecniche applicate alla Civic da corsa che gareggia nel WTCC con il nostro Gabriele Tarquini e Tiago Monteiro. Tutta la zona anteriore per esempio è pensata per limitare al massimo le turbolenze intorno alle ruote anteriori. Il fondo della Type R poi è completamente piatto e termina con un vistoso estrattore, che, insieme al mastodontico alettone, crea un elevato carico aerodinamico. Ogni soluzione quindi è pensata per migliorare la deportanza, sia al posteriore che all’anteriore, senza però pesare sulla resistenza aerodinamica. Le prese d’aria anteriori sono quindi piuttosto ridotte, per non “frenare” troppo la vettura alle alte velocità, ma per non compromettere il raffreddamento del propulsore sono state create prese d’aria e sfoghi nel bordo di uscita dei passaruota maggiorati. Considerato un comparto aerodinamico così raffinato, Non è di certo un caso che la velocità massima dichiarata tocchi i 270 km/h (sì, avete letto correttamente). Questi importanti interventi di modifica hanno portato ad avere un’auto senza dubbio molto appariscente, che dividerà il parere degli appassionati. In ogni caso bisogna riconoscere che nessun’altra hot hatch attuale presenta uno studio aerodinamico così approfondito. Media 19 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica il riconoscimento della segnaletica stradale, il controllo dell’angolo cieco, l’avviso di collisione frontale, il segnalatore di abbandono involontario di corsia e la regolazione automatica degli abbaglianti. A livello di equipaggiamenti non può mancare il clima automatico bizona, un impianto audio con otto altoparlanti e il sistema multimediale Honda Connect. Offre un display touch da 7 pollici e include di serie (solo in Italia) il navigatore satellitare Garmin. E’ un buon sistema, nel complesso, abbastanza rapido e completo. L’unico neo sta nel fatto che si tratta di un sistema tipo “doppio din”, installabile anche su altri modelli di auto e quindi facilmente esposto al rischio di furti. La Type R importata in Italia offre inoltre di serie finiture rosse per minigonne anteriori e posteriori, luci abitacolo a led rossi, sensori luci e pioggia, sensori di parcheggio e specchietti elettrici. Mette il turbo, ma non rinuncia ad essere unico La vera, grande, novità della nuova Type R si nasconde però sotto al cofano. La Civic più Dal vivo: com’è dentro Spostandoci dentro troviamo gli originali interni futuristici, in stile “astronave”, tipici delle ultime Civic. Sulla Type R ci sono però tutta una serie di dettagli molto sfiziosi, pensati ad hoc per stuzzicare gli amanti di questo tipo di auto. Nella parte alta della plancia per esempio spicca l’i-MID display, una sorta di super computer di bordo che oltre a consumi e percorrenze mostra anche accelerometro, pressione dei freni, posizione pedale dell’acceleratore, indicatore pressione di alimentazione e temperatura acqua ma persino pressione e temperatura olio. Non poteva mancare poi un cronometro per il tempo sul giro e il dato di accelerazione da 0 a 100 km/h o da 0 a 400 metri. Una vera e propria opera d’arte poi si dimostrano i sedili sportivi con poggiatesta 20 potente della storia ha dovuto rassegnarsi ai tempi moderni, dicendo addio all’aspirato, per salutare l’arrivo, anche in questo caso, del turbo. Del resto questa strada era l’unica percorribile per superare la barriera dei 300 CV - uno dei primi obiettivi durante lo sviluppo della Type R - e per rispettare le più recenti normative antiinquinamento. I giapponesi in ogni caso non si sono del tutto piegati alla dittatura del turbo, sviluppando un motore molto particolare e che, soprattutto, non rinnega del tutto il passato della dinastia Type R. Il nuovo 2.0 turbo della Honda infatti continua ad adottare la raffinatissima tecnologia VTEC (Variable Timing and Lifr Electronic Control), che varia l’alzata della valvole di scarico, rendendo più corposa l’erogazione agli alti regimi e migliorando la risposta ai bassi. Ma non rinuncia nemmeno al sistema Dual-VCT (Variable Timing Control), studiato per consentire un maggior tempo di incrocio valvole, migliorando prontezza ed efficienza. Il risultato è un quattro cilindri sofisticatissimo, dotato di iniezione diretta e capace di erogare 310 CV a 6.500 giri/ min e 400 Nm di coppia a soli 2.500 giri/min. integrato. Presentano un punto di vita più basso di 20 mm rispetto alla Civic tradizionale e sono estremamente profilati per offrire il massimo supporto. In generale l’abitacolo mette in mostra diversi tipi di materiali plastici, di qualità mediamente buona. Non convincono fino in fondo però alcuni assemblaggi, che non sempre si dimostrano precisi e rigorosi. Equipaggiamenti: non manca (quasi) niente Non manca davvero quasi niente invece per quanto riguarda i più moderni equipaggiamenti di ausilio alla guida. La Type R offre di serie Brake Assist, frenata automatica di emergenza in città, cruise control (purtroppo non attivo) e assistenza alla partenza in salita. In più ci sono persino 21 22 23 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione automobilistica favorendo la maneggevolezza e limitando ancora di più il sottosterzo (il grosso lo fa comunque il differenziale meccanico) . Anche le sospensioni però sono state oggetto di uno sviluppo dedicato. All’avantreno troviamo un sistema molto raffinato a doppio asse, pensato per ridurre lo sforzo durante la sterzata e per garantire traiettorie più stabili e precise. Avanzatissimo poi il sistema di ammortizzatori adattivi (sulle quattro ruote), che permettono un controllo indipendente e in tempo reale su ogni singola ruota. In pratica una serie di sensori multipli monitorano lo stato della vettura istante per istante adeguando la risposta degli ammortizzatori al fine di limitare i trasferimenti di carico durante le accelerazioni, ma anche per migliorare trazione e stabilità alle altissime velocità. Cambio manuale: per veri puristi Questo gioiellino è disponibile solamente con un cambio manuale. Una scelta molto precisa quella dei giapponesi, che hanno sviluppato una sportiva nuda e cruda, pensata per i puristi della guida. Un manuale per chi cerca la massima prestazione in pista, senza dover incappare nei “limiti” fisiologici che affliggono tutti gli automatici tra i cordoli, almeno in questa categoria. Completamente riprogettato, il manuale a sei marce della Type R può contare su una rapportatura molto ravvicinata e una leva del cambio corta, anzi cortissima (solo 40 mm!). Il cambio è stato poi rinforzato con cuscinetti modificati e sincronizzatori sovradimensionati per resistere alle brutali sollecitazioni imposte da un motore così esuberante. 24 Telaio più rigido e più leggero: dove sta il trucco? Honda però si era messa in testa di realizzare “una vera auto da corsa con targa e frecce” e quindi non si è limitata soltanto a studiare un assetto specifico, ma si è spinta ancora oltre, irrigidendo l’intera scocca del 18%. Grazie all’utilizzo di sofisticati collanti ad altissima resistenza al posto di classiche componenti in acciaio poi gli ingegneri niponici sono riusciti non solo a non aggravare il peso ma addirittura a ridurlo (la scocca pesa 4,5 kg in meno rispetto a quella di una Civic tradizionale). Anche per i freni in ogni caso hanno scelto il meglio. L’impianto è firmato niente di meno che dalla Brembo e può contare su dischi anteriori più che generosi da ben 350 mm (i più grandi mai montati su una Type R!) con pinze a quattro pistoncini. I cerchi in lega sono Differenziale meccanico e sospensioni raffinate La trazione della Civic Type R resta affidata esclusivamente alle ruote anteriori. Scaricare al suolo valori di potenza e coppia così elevati solamente con l’avantreno però non è per niente facile. Per questo i giapponesi si sono affidati prima di tutto ad un differenziale anteriore meccanico a slittamento limitato ad ingranaggi elicoidali. Solo attraverso questo accorgimento gli ingegneri sono riusciti ad abbassare di cinque secondi i tempi sul giro al Nurburgring, durante lo sviluppo. Come se non bastasse poi i tecnici giapponesi hanno ritarato completamente l’ESP (alla Honda lo chiamano VSA), che slla Type R è pensato non solo in chiave della sicurezza. Il sistema infatti è in grado di applicare una leggera forza frenante sulle ruote interne alla curva, 25 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione automobilistica preciso. Gabriele Tarquini infatti qui ha stabilito il record del tracciato proprio al volante della Civic WTCC. Diamo vita al 2.0 VTEC Turbo, che ci saluta con un rombo sommesso e tutto sommato poco invasivo. Un niente, rispetto a quello che si scatenerà tra pochi istanti. Ingranare la prima con il manuale è una goduria quasi indescrivibile. Il pomello in metallo satinato è un oggetto di culto per ogni amante di una vera Type R. E poi la marcia entra con un “click” che trasmette una sensazione davvero coinvolgente. Questo manuale rivela una vera ossessione per la precisione di innesto, anche quando lo si maltratta in pista. Il resto lo fa la leva, davvero cortissima. L’azionamento in stile joystick permette cambiate molto rapide ma non c’è mai il rischio di sbagliare rapporto. Dopo il primo giro per prendere confidenza iniziamo a darci dentro sul serio. Selezioniamo la modalità +R, tutta la strumentazione si tinge di rosso, e la Civic diventa ancora più reattiva, direi fulminea negli inserimenti. da 19 pollici e calzano esclusivissimi pneumatici Continental 235/3 sviluppati in collaborazione con Honda al Nürburgring (a proposito, con un tempo di 7:50,63 la Civic Type R ha stabilito il nuovo record sulla Nordschleife per le vetture a trazione anteriore). +R: scateniamo l’inferno Per tirare fuori il massimo della cattiveria dalla Civic Type R a sinistra dello sterzo il pilota trova la modalità +R, pensata appositamente per la guida in pista. Una volta premuto il pulsante aumenta la risposta del motore e lo sterzo diventa più rigido e pesante, mentre le sospensioni diventano più rigide del 30% e il sistema di stabilità del veicolo VSA (l’ESP, volgarmente parlando) manda in scena una nuova taratura, molto più di manica larga. I piloti professionisti in ogni caso possono decidere di escludere 26 Il motore intanto ha iniziato a spingere con una progressione a dir poco vigorosa, mentre il turbo soffia con una forza brutale. La spinta è eccezionale, soprattutto ai medi regimi, grazie a 400 Nm subito pronti a divorare i cordoli, e l’allungo è notevole per un motore sovralimentato. Certo, non si toccano i 9.000 giri come con il VTEC aspirato di dieci anni fa, ma portare il contagiri a 7.000 senza sentire mai un minimo di esitazione nell’erogazione è un risultato che ha dell’incredibile per un motore turbo! In pista, quando si spinge davvero forte, si può avvertire un minimo fenomeno di turbo lag, ma niente di sconvolgente. In compenso il magnifico cambio manuale permette di decidere con la massima libertà i tenere alto il numero di giri in curva. In poche parole non si corre il rischio di veder entrare la marcia superiore, anche quando non lo si vorrebbe, come avviene troppo spesso con i cambi automatici delle sportive di questa categoria... completamente, tramite un apposito tasto, sia il controllo di stabilità che quello di trazione. Prezzi: niente male Con un equipaggiamento molto completo la Honda Civic Type R arriva in Italia ad un prezzo di 37.000 euro. Una cifra importante, certo, ma inferiore a quella di competitor molto meno raffinate (Guarda qui il Confronta Modello). Il tutto considerando un equipaggiamento tecnologico e uno sviluppo tecnico difficile da riscontrare su molte avversarie. Le nostre impressioni di guida: in pista Ci caliamo nell’abitacolo di una Honda Civic Type R rosso fuoco, parcheggiata nella corsia box dello Slovakia Ring. Un circuito molto impegnativo, con punti di corda spesso per niente scontati, che è stato scelto da Honda per un motivo ben 27 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione automobilistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Un fulmine in inserimento passeggero), ma quello che sorprende di più è la costanza nelle prestazioni. Anche dopo diversi giri del tracciato non ci hanno mai dato alcun segno di affaticamento. Mentre il VTEC turbo ci spinge con grande foga a 200 km/h in fondo alle staccate dei due rettilinei principali, ci accorgiamo di quanto sia coinvolgente guidare questa trazione anteriore. Nonostante la potenza esplosiva venga scaricata soltanto davanti si esce dalle curve con motricità da vendere e soprattutto con pochissimo sottosterzo. Il merito va tutto al differenziale autobloccante meccanico, che trascina fuori dalle curve con grande vigore, senza restituire spiacevoli ripercussioni sullo sterzo (un difetto che affligge spesso le trazioni anteriori con differenziale). In pratica si è sempre padroni dello sterzo, che peraltro ci è piaciuto molto. In +R è molto consistente, pesante al punto giusto e permette di impostare traiettorie chirurgiche, precise e costanti per tutto il raggio della curva. Molto 28 ben riuscito anche l’assetto, con le sospensioni attive che regalano trasferimenti di carico veramente limitatissimi e una reattività sconvolgente, davvero difficile da trovare su auto di questa categoria. Il merito però, in questo caso, va anche agli pneumatici sviluppati da Continental appositamente per la Type R. Per certi aspetti si avvicinano molto al comportamento delle gomme semi-slick. In staccata per esempio bisogna prestare attenzione a tenere a bada il retrotreno, che tende ad alleggerirsi, ma in compenso ci si può rendere protagonisti di inserimenti fulminei grazie all’avantreno che diventa grande protagonista. Dieci e lode anche all’impianto frenante Brembo, davvero instancabile persino al termine della sessione di guida, durata tutta la mattinata. La frenata è poderosa, si riescono ad effettuare staccate da “mani nei capelli” (del Su strada: viaggiare è possibile In pista un’auto come la Type R si è trovata perfettamente a suo agio. Del resto è stata interamente sviluppata al Nürburgring quindi era difficile non aspettarsi il contrario. Ma come si troverà un’auto così raffinata dal punto di vista della performance e soprattutto così potente sulle strade di tutti i giorni? In realtà la Type R ci ha sorpreso anche da questo punto di vista. A vederla non si direbbe proprio e dopo averla conosciuta al limite in pista poi non nutrivamo più di qualche timida speranza. In realtà sulle strade di tutti i giorni - dove poi si muovono tutta settimana auto di questo tipo - la belva dagli occhi a mandorla se l’è cavata alla grande. Certo, l’assetto anche senza selezionare +R, è un po rigidino, e basta prendere un tombino o una sconnessione per sobbalzare un po’, ma nel complesso la Type R dimostra quasi confortevole. I sedili, che in pista ci avevano garantito un sostegno incredibile, in città non si dimostrano eccessivamente rigidi e tutto sommato diventano comodi. In autostrada si mette in sesta e nonostante la rapportatura piuttosto corta si viaggia a 3.000 giri/min a 130 km/h. Il rombo del motore c’è e si sente, ma non è così penetrante e brutale come quando si arriva al limitatore tra i cordoli. Insomma affrontare qualche viaggio, anche medio-lungo non è per niente un problema. Anche perché dietro c’è spazio in abbondanza per i passeggeri posteriori e ancor di più nel bagagliaio, davvero 29 30 31 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione automobilistica sconfinato (477 litri senza abbassare i sedili!). Dettagli non comuni su sportive di questo rango. Consumi Sorprendono, in un certo senso, anche i consumi. Viaggiando tranquilli, a velocità di codice, siamo riusciti a portare a casa un valore di 8 l/100 km (dato del computer di bordo). Davvero sorprendente per un’auto da 310 CV. Certo, spingendo un pò di più sul gas siamo saliti senza troppi complimenti a 9,1 l/100, ma stando sempre sotto la soglia psicologica dei 10 km con un litro. E in pista? In questo caso forse è meglio non chiederselo, ma del resto che importa? Conclusioni La Honda Civic Type R torna sul mercato più agguerrita che mai, con un pedigree di alto rango. E’ stata oggetto di uno sviluppo curato in ogni minimo dettaglio - non è la solita hatch iper-vitaminizzata, ma qualcosa di molto più raffinato - e i risultati si toccano con mano. In pista regala sensazioni da vera sportiva, ma in ogni caso non costringe ad una guida esasperata sulle strade di tutti i giorni. Un grande applauso con inchino infine va ad Honda, che in un periodo di crisi del mercato ha trovato le forze per mettere da parte i freddi numeri e investire ancora sulla passione viscerale per l’auto. Il risultato è un’auto incredibile, per di più sviluppata solo per la gioia di noi europei. Godiamocela! 32 BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Honda Civic Type R Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Test drive » Sito dedicato » Store online » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 33 PROVA SU STRADA PEUGEOT 208 RESTYLING Benzina? Meglio del diesel! Il tre cilindri turbo benzina da 110 CV è silenzioso, piacevole da guidare e consuma pochissimo. Molto curata e spaziosa, vanta una qualità costruttiva eccezionale di Emiliano Perucca Orfei 34 35 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Media N ata moderna ed estremamente attuale, la Peugeot 208 nei primi tre anni di vita ha riscosso grande successo in tutti i mercati europei in cui è stata commercializzata: ecco perché, in occasione del suo restyling, i designer francesi non hanno voluto modificarne troppo le forme, limitando all’introduzione di aggiornamenti e modifiche davvero limitati. Quello voluto dai vertici Peugeot, dunque, è un sostanziale aggiornamento più che una rivoluzione e così per distinguere la nuova 208 dalla vecchia si dovrà guardare con attenzione la calandra, ora meno spigolosa, i gruppi ottici dotati di cornice brunita e led diurni “rivisti”. Anche dietro le novità sono limitate ad una leggera rivisitazione dell’architettura dei fari che ora vantano una firma luminosa (sembrano graffiati dalle unghie 36 Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica software ora lo “smeg” vanta anche funzionalità Mirrorlink, in grado di far girare App che sfruttano la potenza di calcolo e le funzionalità degli smartphone di ultima generazione, ma soprattutto nuove grafiche ed una migliore facilità di utilizzo. Come al solito il sistema, disponibile già dall’allestimento intermedio, può essere integrato con la navigazione satellitare, ma soprattutto vanta un’integrazione molto evoluta con la vettura: per intenderci il display al centro del quadro strumenti riporta le informazioni di navigazione, di conversazione telefonica più o meno attiva e molto altro mentre il passeggero, ad esempio, cerca una stazione radio o la musica preferita tra gli MP3. 285 litri di bagagliaio (estendibili a 1.152 abbattendo progressivamente gli schienali posteriori), volante piccolo e strumentazione rialzata, la nuova Peugeot 208 mantiene gli elementi strutturali chiave del modello originale, poi estesi anche ai modelli superiori come 308, facendo spazio anche ad alcune novità interessanti per quanto concerne la sicurezza: con 250 euro si integra alla dotazione di sicurezza anche il sistema antitamponamento (attivo fino a 30 km/h) mentre con 100 euro è disponibile la retrocamera di parcheggio. Gli allestimenti per l’Italia rimangono come al solito Access (a partire da 12.300 euro), Active ed Allure al quale si affianca lo sportivo GT Line pensato per portare parte dell’aggressività della GTI anche su motorizzazioni più normali oltre che sulla carrozzeria 5 porte. La dotazione di Access non comprende clima e sistema multimediale, mentre già a partire dal livello intermedio, il preferito dagli italiani, la dotazione risulta particolarmente interessante e completa. Molto leggera, pesa 1.050 kg con la motorizzazione benzina più diffusa (1.2 82 CV), la nuova Peugeot 208 vanta interessanti novità sotto il profilo tecnico: da metà giugno, infatti, oltre al 1.0 da 68 CV ed al 1.2 da 82 CV entra in gamma anche un altro tre cilindri turbo 1.2 litri: l’unità, sviluppata sulla base del 82 CV, sviluppa una coppia di 205 Nm a 1.500 giri ed una potenza massima di 110 CV a 5.500 giri e viene abbinato ad un cambio manuale a cinque marce o ad un automatico Aisin (1.150 euro) di nuova generazione con sei marce del Leone) leggermente più marcata ed evidente. Lunga 397 cm, larga 174 ed alta 146 (passo 254), la nuova Peugeot 208 vanta una gamma colori molto interessante, alcune più “cariche” che in passato ed altre sviluppate attorno ad una nuova tecnologia di pittura brevettata da PSA: l’effetto è di un colore satinato/opaco che offre una bella sensazione al tocco ma soprattutto riflette la luce in modo decisamente particolare. Qualcosa di simile lo si era già visto sulla 208 GTI 30th Anniversary ma in quel caso la tinta nera posteriore veniva data a mano mentre in questo caso l’applicazione è di tipo “industriale”. Costo? 730 euro. Anche dentro le novità sono più di dettaglio che di sostanza: a cambiare sono i colori dei rivestimenti e gli abbinamenti cromatici ma soprattutto il software del sistema multimediale che ora risulta ancor più completo che in passato: lo schermo rimane da 7” ma a livello di 37 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica Mirrorlink e permette il collegamento via USB di cellulari che nella precedente versione lo mettevano in crisi (Windows Phone ed alcuni Android), lo SMEG by Magneti Marelli appare ancora come uno dei sistemi più completi ed integrati alla vettura oggi disponibili in questo segmento: peccato per la dimunuzione delle porte USB disponibili. Dalle precedenti due si passa ad una, sempre affiancata nel pozzetto davanti alla leva del cambio da una normale presa 12V. Notevole lo spazio a bordo: sulla 208 i più alti stanno molto comodi davanti, grazie soprattutto allo spazio “liberato” dal volante piccolo, pur senza creare alcun sacrifico a chi siede dietro: il passo lungo ed un ottimo studio della cabina, infatti, permettono un’ottima abitabilità anche a chi siede dietro. Nella norma il vano bagagli, che non sorprende per dimensione ma permette di fare posto a tutto quello che serve senza particolari sacrifici. e palette al volante. Tutte Euro 6, le motorizzazioni di 208 possono essere scelte anche con alimentazione a gasolio: sparisce il vecchio 1.4 da 68 CV per fare posto ad una nuova declinazione da 75 CV del 1.6 turbo che nel frattempo abbandona anche il classico livello di potenza da 92 CV per fare posto ad uno più sostanzioso da 99 CV. Per quanto concerne le alimentazioni “alternative” Peugeot non segue la strada del metano intrapresa da Fiat e Gruppo Volkswagen proseguendo sul GPL in abbinamento al 1.2 benzina da 82 CV. Non arriverà prima dell’inverno. Dal vivo: com’è fuori Squadra che vince non cambia. Una regola semplice che vale anche per la 208 che in occasione del facelift di mezza vita introduce solo piccoli aggiornamenti estetici mirati a tenere fresca l’immagine di un prodotto che continua a 38 Come si guida Abbiamo scelto di guidare la nuova Peugeot 208 in abbinamento al nuovo motore 1.2 turbo benzina da 110 CV. Il motore non è una novità assoluta per quanto concerne l’universo PSA, visto e considerato che altri modelli Peugeot/Citroen/ DS l’hanno introdotto, ma sulla 208 porta una bella ventata di novità perché la gamma benzina medio bassa era forse troppo limitata al pur eccellente tre cilindri da 82 CV. Il nuovo turbo non stupisce per potenza massima ma vanta una interessante distribuzione della coppia che gli permette di essere utilizzato già a regimi prossimi ai 1.500 giri senza alcun tipo di sussulto e senza particolari affanni in termini di spinta: il lavoro dei tecnici francesci, infatti, ha portato la performance ai bassi e medi regimi del tutto a livello di quella di un normale turbodiesel con il vantaggio di un maggior allungo ai regimi medio alti dove la piacere. Interessanti le nuove colorazioni, tendenzialmente più “evidenti” che in passato, in particolar modo quella satinata/opaca: vanta un costo importante in fase d’acquisto, ma è davvero molto raffinata ed interessante per chi vuole una 208 sicuramente fuori dagli schemi. Dal vivo: com’è dentro Rispetto alla precedente, ad una prima occhiata non cambia praticamente nulla. Il volante di diametro “ridotto” rimane al suo posto così come la plancia che integra perfettamente lo schermo da 7” proposto di serie a partire dall’allestimento intermedio Active. Piccole novità riguardano il rivestimento della plancia, che per alcune versioni vanta la goffratura già proposta con il crossover 2008 (di stretta derivazione 208), ma soprattutto il software del sistema multimediale e di navigazione. Ora che integra anche le funzioni 39 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 40 Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove 41 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito spinta rimane interessante fino a 5.500 giri. Un motore molto interessante, che suona in modo educato anche in fase di accelerazione, ma soprattutto non fa rimpiangere i diesel nemmeno in termini di consumo: senza badare troppo a cosa si fa con il piede destro si viaggia con una media reale di 5,9 l/100 km. Ottimo il comportamento del cambio automatico a sei marce: veloce nelle cambiate e “sveglio” nelle strategie viene proposto ad un prezzo ragionevole e non fa lievitare i consumi di carburante. La combinazione con il tre cilindri da 110 CV è perfetta. Come al solito piacevole da guidare tra le curve, la 208 si dimostra agile nello stretto e ben piazzata alle alte velocità nei curvoni autostradali: il volante piccolo non crea alcun problema in termini di sensibilità di guida, anzi, e l’integrazione con i nuovi sistemi di sicurezza appare ben fatta: il sistema antitamponamento lavora vigile ed interviene in modo davvero efficace entro una velocità di 30 km/h, ovvero quando si è più distratti a controllare la strada per una svolta o un ingresso in rotatoria. BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Peugeot 208 restyling In conclusione Sfoglia i cataloghi in PDF Peugeot 208 conferma tutte le caratteristiche vincenti del modello precedente scegliendo la via del perfezionamento piuttosto che della (ennesima) rivoluzione. Ora il sistema multimediale è più completo, la gamma motori più interessante ed il look della vettura più interessante, in particolar modo con i colori più carichi, pur rispettando del tutto il progetto originale. 42 Prova Periodico elettronico di informazione automobilistica Brochure Configuratore della Casa » Test drive » Sito dedicato » Store online » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 43 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito FIAT NUOVA 500 ECCO IL RESTYLING DEL CINQUINO di Daniele Pizzo | Fiat aggiorna uno dei suoi modelli di maggior successo degli ultimi anni: il design evolve mantenendo gli elementi classici della antenata del 1957, ma a bordo c’è più tecnologia e comfort. Ecco tutte le foto e i dettagli sulla Nuova 500 I n principio fu la 500, ma tutti la chiamavano “Topolino”. Poi arrivò il 1957 e con il lancio della Fiat Nuova 500 iniziò la storia dell’auto italiana più famosa al mondo. Altri 50 anni e dopo la parentesi degli anni ‘90 della “Cinquecento” (quella suadratella col nome scritto per esteso), fu il turno della “nuova” Fiat 500, che nel 2008 si guadagnò il titolo di Auto dell’Anno. Il 4 luglio 2015, otto anni e 1 milione e 44 News Periodico elettronico di informazione automobilistica mezzo di esemplari venduti dopo, ecco la versione restyling con la “nuova” Nuova Fiat 500 che è stata presentata alla stampa al Lingotto di Torino anche nella versione cabriolet 500 C. Il design Le dimensioni rimangono praticamente immutate rispetto alla 500 che conosciamo: larghezza ed altezza rimangono rispettivamente di 1,63 metri e 1,49 metri, mentre la lunghezza totale cresce di appena 2 cm arrivando a quota 3,57 metri. Ad evolvere più che cambiare sono il frontale e il posteriore: sono nuovi i gruppi ottici sempre circolari e le luci diurne inferiori che sfruttano la tecnologia a led e sono stati ridisegnati i tipici “baffi” cromati. La nervatura del cofano è inoltre più pronunciata. La parte posteriore si contraddistingue per il classico maniglione sagomato e cromato che riprende il tema del porta luci targa della prima Fiat 500 e per nuovi gruppi ottici che hanno una particolarità: sono vuoti all’interno, lasciando trasparire la tinta della carrozzeria. Nella parte inferiore, alle estremità di una sottile griglia nera o cromata a seconda dell’allestimento, trovano spazio le luci retronebbia e retromarcia. Sono anche disponibili cerchi in lega di nuovo disegno: da 15” e da 16”, anche diamantati. L’offerta dei colori prevede 13 tinte (sette pastello, una tristrato e cinque metallizzate) tra le quali si segnalano i nuovi Rosso Corallo e Bordeaux Opera. Inoltre, sono disponibili due varianti bicolore, nero-giallo e nero-rosso, in abbinamento esclusivo con “Second skin”, la nuova possibilità di personalizzazione della carrozzeria in due varianti: “Small” fino alla linea di cintura e “Medium”, che comprende montanti e tetto. L’abitacolo I pulsanti e il cupolino che sormonta il cruscotto della Nuova 500 di Fiat sono stati ridisegnati, così come il volante, che guadagna inserti cromati e comandi più intuitivi. Ridisegnata anche la strumentazione analogica con layout ancora a cerchi concentrici: sulla corona più esterna è indicata la velocità, al di sotto della quale trova spazio il contagiri. Al centro, le informazioni del computer di bordo, con l’indicatore del carburante e della temperatura del liquido di raffreddamento in digitale. Le bocchette d’areazione abbassate 45 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito rispetto alla versione precedente. La Nuova 500 è anche più pratica, grazie ai due scomparti sulla plancia per passeggero e guidatore e il vano sul lato passeggero, che ora è chiuso da uno sportello, quelli sui pannelli porta e un altro sul supporto del cambio. Il bagagliaio mantiene la stessa capienza: 185 litri che possono diventare 550 litri abbattendo lo schienale posteriore, divisibile in rapporto 50:50 di serie a partire dalla versione Lounge. I sedili sono stati ridisegnati per aumentare il comfort e migliorare l’accesso alla zona posteriore. I rivestimenti sono disponibili in nove diverse combinazioni: un tessuto Chevron tono su tono nell’allestimento Pop e, in allestimento Lounge, tessuto Principe di Galles in accenti e “cadenino” avorio, verde oliva o corallo, con appoggiatesta e lunetta a contrasto, in ecopelle nera o avorio. A richiesta, l’esclusivo rivestimento in Pelle Frau nera, bordeaux o tabacco, con 46 News Periodico elettronico di informazione automobilistica logo 500 ricamato sulla lunetta, a contrasto in colore avorio o azzurro, per i sedili bordeaux. Più tecnologia a bordo La novità maggiore è al centro della plancia della Nuova 500, dove spicca lo schermo da 5” del sistema Uconnect che nella versione Pop propone radio, 6 altoparlanti, comandi al volante, porta AUX-IN e USB e vivavoce con tecnologia Bluetooth. La Nuova 500 Lounge offre di serie Uconnect 5” Radio LIVE touchscreen, l’ultima frontiera dell’infotainment, che fornisce una grande varietà di funzionalità a iniziare dai servizi Uconnect LIVE offerti di serie per una durata di cinque anni, oltre alla disponibilità del sistema vivavoce con tecnologia Bluetooth e riconoscimento vocale e di tante opzioni musicali, in aggiunta alla radio FM/AM. Il conducente può connettere infatti i suoi dispositivi multimediali via USB o tramite l’ingresso ausiliare 3.5mm (Jack) o ancora può effettuare lo streaming di musica via Bluetooth da smartphone compatibili. A richiesta, è disponibile la radio digitale (DAB). Il sistema è inoltre dotato di lettore di sms, per leggere attraverso la tecnologia “text to speech” i messaggi di testo ricevuti sui telefoni compatibili. I motori Tutta aggiornata alla normativa Euro 6 la gamma delle motorizzazioni: al lancio sono disponibili i benzina 1.2 da 69 CV, i bicilindrici TwinAir da 85 CV o 105 CV e il 1.2 69 CV EasyPower bifuel GPL/ benzina che però è disponibile solo sulla versione berlina. Dopo il lancio, la gamma della Nuova 500 si amplierà con due motorizzazioni: 1.2 da 69 CV nella configurazione “Eco” che consente di limitare a 99 i grammi di CO2 al chilometro e il turbodiesel 1.3 16v Multijet II da 95 CV. Le mo- torizzazioni sono abbinate a trasmissioni a cambi manuali a 5 o 6 marce oppure al robotizzato Dualogic. Prezzi In Italia, la Nuova Fiat 500 è disponibile per il momento in due allestimenti: Pop e Lounge, sia in versione berlina sia cabrio. La dotazione di serie comprende sette airbag, climatizzatore manuale, Uconnect Radio con sei altoparlanti, porta AUX-IN e USB, comandi al volante, luci diurne a led. L’allestimento Lounge è più ricco arricchisce la vettura di dettagli raffinati quali il tetto panoramico in vetro, i cerchi in lega da 15”, il volante in pelle, la griglia anteriore cromata e il sistema di infotainment Uconnect 5” Radio LIVE. I prezzi di listino spaziano da 13.600 euro a 16.600 euro, mentre per la Nuova 500 C vanno da 17.100 a 20.600 euro. 47 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione automobilistica pinch&zoom e display di navigazione in 3D. Numerose le dotazioni di serie per quanto riguarda la sicurezza, sia attiva che passiva, a cominciare dal cruise control adattivo e dal sistema di frenata d’emergenza, passando per il lane departure warning, l’avviso di angoli ciechi e la segnalazione di superamento dei limiti di velocità. Il 4Control è la tecnologia all’occhiello della nuova Renault Talisman. Si tratta di un sistema sospensivo che – citando fonti interne alla casa francese – fa dimenticare la mole dell’auto, offrendo un piacere di guida unico, migliorando sensibilmente l’agilità della vettura, agendo in maniera efficace anche sulle sospensioni e sul cambio. Cinque i motori a disposizione Cinque, in totale, le motorizzazioni proposte, tutte da 1.6 litri. Due gli Energy TCE alimentati a benzina, rispettivamente da 160 e 200 cavalli – per i quali è disponibile unicamente un cambio automatico 7 rapporti a doppia frizione - mentre tre saranno i propulsori diesel, gli Energy dCi da 110, 130 e 160 cavalli, con i primi due che potranno contare anche su un cambio manuale a sei rapporti, mentre per l’ultima versione sarà disponibile solamente quello automatico. La nuova Renault Talisman sarà presentata al grande pubblico nel corso del prossimo Salone di Francoforte del prossimo settembre. RENAULT TALISMAN ECCO L’EREDE DELLA LAGUNA Dopo mesi di attesa ecco senza veli la Renault Talisman, nuova berlina che vuole rilanciare il marchio francese nel mondo delle vetture di segmento D dopo tre generazioni di Laguna È stata da poco svelata la nuova Renault Talisman, la vettura di segmento D che va a sostituire la Laguna. Le forme ci sembrano quantomeno avveniristiche, anche per via del visibile doppio fanale full led a forma di C posto all’anteriore. La Talisman si presenta come un’auto dalle linee compatte e filanti, nonostante i 4.85 metri di lunghezza, 1.87 metri di larghezza e l’altezza di 1.46 metri. La piattaforma utilizzata dalla vettura francese, inoltre, è la medesima della Espace. 48 Come sono gli interni I suoi creatori focalizzano l’attenzione sulla cura dei dettagli interni e sull’abitabilità, la maggiore del segmento a cui questa nuova Renault appartiene. Numerosi, ifatti, gli equipaggiamenti disponibili al pubblico: life, zen, business, intens ed initiale paris, il top di gamma. Le entry level avranno di serie al loro interno uno schermo da 4.2”, quelle intermedie uno da 7”, mentre le più ricercate uno da 8.7”, con tecnologia R-Link 2, ovvero un sistema dotato di touch screen con 49 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione automobilistica diretta dell’acqua nel motore, componente atta a massimizzarne il rendimento incidendo in maniera sensibile sui consumi. Tale sistema, messo letteralmente “su pista” da BMW nella M4 Safety Car della MotoGP, porta realmente con sé un’innovazione non di poco conto. Spruzzata nel collettore d’aspirazione in forma di finissima nebbia, contribuisce ad abbassare sensibilmente la temperatura del motore stesso di almeno il 10%, oltre ad una riduzione dei consumi pari all’8%. Non sara, però, necessario il rabbocco da parte del guidatore: si utilizza, per tale funzione, l’acqua prodotta dal sistema di climatizzazione, la quale viene conservata in un apposito serbatoio. La Serie 2 Active Tourer Plug-in-Hybrid vanta tre mappature del sistema propulsivo: Save Battery, dove la priorità è data al mantenimento costante dell’energia elettrica all’interno delle batterie tramite una ricarica costante data dal moto della vettura stessa; Max eDrive, dove l’auto si muove unicamente sfruttando la componente elettrica, vantando una velocità limitata a 130 km/h e un’autonomia di 38 km; Auto eDrive, infine, prevede un utilizzo di entrambi i motori sino alla soglia di 80 km/h, velocità dalla quale la Serie 2 viene spinta unicamente dall’elettrico. A nove anni dalla presentazione della BMW Hydrogen 7, la casa tedesca ripropone – in chiave più moderna e con aggiornamenti figli di una collaborazione con Toyota – una vettura basata sulla Serie 5 Gran Turismo, la quale vanta un impatto ambientale pari a 0 per le emissioni introdotte nell’aria. L’auto è mossa da un sistema che combina un motore elettrico da 245 cavalli, figlio delle ricerche del programma “BMW i”, e da un accumulatore di idrogeno sito tra l’asse anteriore e quello posteriore, dove viene accumulato l’elemento a bassa temperatura e ad una pressione di 350 bar, il quale garantisce un’autonomia di oltre 500 km. BMW INNOVATION DAYS UN FUTURO TRA IBRIDO E IDROGENO di Marco Congiu | BMW, nel corso dei suoi celebri Innovation Days, sta provando in questi giorni dei nuovi veicoli dotati di propulsione eco-sostenibile ed innovativa, tra i quali un’auto all’idrogeno S ono ormai molte le case che stanno immettendo su strada un sempre crescente numero di veicoli a propulsione ibrida o totalmente elettrica. Tra di esse possiamo certamente annoverare BMW, la quale in questi giorni sta mettendo alla frusta le sue ultime creazioni in questo settore sul tracciato francese di Miramas. La casa di Monaco ha portato sull’ovale francese una Serie 2 Active Tourer Plug-in-Hybrid. Equipaggiata con un propulsore a tre cilindri a benzina da 1.5 litri con tecnologia TwinPower Turbo montato 50 trasversalmente, preposto ad azionare le ruote anteriori, la vettura può contare su un generatore elettrico ad alta tensione in grado di dare motricità al retrotreno, ottenendo una trazione integrale figlia diretta dei risultati ottenuti con la i8. La Serie 2 Active Tourer Plug-in-Hybrid è così in grado di percorrere 100 km consumando appena 2 litri di carburante, riuscendo tuttavia a completare lo scatto da 0 a 100 km/h in 6.5 secondi, merito dei 136 cv del motore endotermico ai quali si sommano gli 88 della componente elettrica. Altro passo in avanti è rappresentato dall’iniezione 51 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione automobilistica Lamborghini. Tutte le 600 unità sono state vendute e le prime consegne sono partite. Faremo anche una versione Roadster. I nostri concessionari hanno già avviato la raccolta dei primi ordini», ha detto Winkelmann a Goodwood. Lamborghini non ha ancora diramato nessun dato sulla Aventador Roadster Superveloce, le cui prestazioni rispetto alla versione coupé dovrebbero comunque essere molto simili: la Aventador LP 750-4 Superveloce accelera da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi e può raggiungere una velocità massima di oltre 350 km/h. Rispetto alla versione standard si differenzia per l’aerodinamica più spinta, un peso ridotto di 50 kg ed una potenza superiore di 50 CV. LAMBORGHINI AVENTADOR LP 750-4 SUPERVELOCE È SOLD OUT, MA È IN ARRIVO LA ROADSTER SV Sta per terminare a Sant’Agata la produzione della Aventador SV: tutti venduti i 600 esemplari previsti. Ma intanto Lamborghini apre gli ordini per l’inedita versione scoperta A nche la Lamborghini Aventador Roadster avrà una versione Superveloce a differenza della precedente Murciélago che invece ha ricevuto la storica sigla SV che distingue le versioni più estreme (fu usata per la prima volta negli anni ‘70 ai tempi della Miura) solo nella versione coupé. Lo ha annunciato il presidente Stephan Winkelmann al Festival of Speed 2015 di Goodwood, dove la Casa di Sant’Agata Bolognese 52 ha esibito la Aventador LP 740-4 Superveloce lungo la cronoscalata di Goodwood, uno dei momenti clou dell’evento che si tiene annualmente all’inizio dell’estate nella tenuta di Lord March. Intanto chi ha una Aventador SV coupé ha già un pezzo da collezione importante, dal momento che presto la produzione sarà interrotta al raggiungimento delle 600 unità previste: «L’Aventador LP 750-4 Superveloce incarna l’essenza più pura, sportiva ed emozionale delle vetture 53 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione automobilistica Costo, ovvero primo punto a sfavore, dovendo aggiungervi quello della vettura stessa? Stimato in 4.500 euro, per la sola trasformazione. PATENTE A1 Chi s’intende di auto sa che la popolarità di micro vetture, tricicli e quadricicli leggeri, non è correlata direttamente al livello di sicurezza degli stessi, specialmente considerando che a condurli sono i giovanissimi, che in varie nazioni come in Italia possono accedervi con patentino analogo a quello delle due ruote, a quattordici anni (AM, con stretta limitazione a 45 Km/h di velocità massima) o la sola patente A1 conseguita a sedici anni, con potenza sino a 15 kW. Per rispondere alla logica e potenziale domanda di sicurezza del secondo caso, la società tedesca ha ben pensato di sfruttare la definizione presente in normativa europea, che permette al triciclo Ellenator di essere, o meglio rimanere, una vera e propria auto dotata dei dispositivi sicurezza attiva e passiva di serie, conservando anche le quattro ruote, ma usando un retrotreno che abbia carreggiata inferiore a 47 centimetri. La legislazione europea prevede infatti dal 2013 che con la patente A1 si possano condurre anche tricicli la cui potenza massima non superi 15 kW e con una dimensione di asse posteriore pari a 46,5 cm tra le due ruote, unita a una modifica motoristica, la Ellenator può essere quindi omologata come triciclo: in Germania così è avvenuto. COME&QUANTO Wenzl Ellenrieder ha basato la propria opera sull’opportunità di avere prima per suo figlio sedicenne, ma ora anche per altri giovani e relativi genitori certamente interessati, un’auto di un grande Costruttore, vera, di ottimale L’UTILITARIA DIVENTA UN TRICICLO PER SEDICENNI POLO, IBIZA E FABIA DA 20 CV CON ELLENATOR di Omar Fumagalli | Novità interessante in Germania, dove per 4.500 euro è possibile convertire un’utilitaria rendendola fruibile alla guida per un sedicenne munito di patente L a notizia rimbalza in questi giorni dalla Germania, dove le micro vetture piacevano già non poco negli anni Cinquanta ed è di quelle fantasiose ma interessanti. Vera opera di trasformazione artigianale automobilistica, spiace un po’ che a realizzare l’idea non sia un giovane italiano dallo spirito inventivo ma un attempato signore di Dösingen, che di recente ha divulgato la sua ultima opera: Ellenator. Ovvero, far divenire la Seat Ibiza un… 54 Triciclo, in modo che possa così essere guidata da giovani teenager, prima dell’ottenimento della patente automobilistica classica. Premesso che tra le fonti d’ispirazione del signor Ellenrieder c’è comunque un po’ di Italia, con lo spirito classico di Ape Piaggio o Isetta, ad esempio, la motivazione logica alla base della nuova idea è che ad opera compiuta si abbia un veicolo ben più sicuro rispetto alle micro vetture da tempo diffuse presso gli adolescenti europei di oggi. 55 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione automobilistica andare come un’utilitaria vera ma in mano a un sedicenne e con il retrotreno “menomato”. A ciò si somma l’effettiva stabilità dinamica in tutte le possibili condizioni e anche la capienza dell’auto, che metterebbe a bordo potenzialmente un numero di persone doppio rispetto ai tricicli o quadricicli classici a due posti. Questi ultimi, pur limitati telaisticamente, alla peggio possono oggi sì incrementare ma non molto la potenza dei loro piccoli bicilindrici, come i noti Lombardini 523cc, motori tra i più diffusi che erogano massimo 15 kW nella versione complementare alla patente A1. Possibili costi e benefici di imposte, assicurazione ed eventuale reversibilità per uso con patente B, sono poi altrettanto da ponderare insieme all’ordinaria manutenzione e svalutazione qualora si pensi a un’auto, pardon triciclo, così particolare. progettazione, robustezza e dotazione, con a bordo clima, Airbag, ABS o ESP. In sostanza un mezzo molto più sicuro di un mini veicolo, per lasciarlo da guidare ai propri figli che debuttano sulle strade, oltre che più confortevole. La parte motoristica vede una modifica che riduce la potenza a circa venti cavalli, comunque capaci di spingere pur blandamente il veicolo sino ai 90 Km/h di velocità massima, secondo quanto dichiarato. Le doti dinamiche della vettura, pur non certo a livello di quella d’origine, sono date come nettamente superiori per stabilità a quelle di un vero triciclo, o una classica micro car. L’azienda, che al momento ha raggiunto quota dodici unità trasformate, propone la conversione in triciclo con una tempistica molto ridotta, di pochi giorni, al prezzo di 4500 euro. Il medesimo trattamento viene eseguito anche su altre utilitarie del gruppo tedesco, che condividono la 56 medesima base tecnica della Ibiza, primo esemplare realizzato, ovvero Skoda Fabia e Volkswagen Polo, con la condizione che abbiano massimo cinque anni di età. DUBBI Costo a parte, che su modelli usati potrebbe anche essere in target, pensando a certi listini delle migliori micro vetture attuali, la parte più dubbiosa del progetto è quella delle prestazioni motoristiche, ridotte sì ma tramite un metodo che pur magari combinato, da meccanica ed elettronica, è potenzialmente ripristinabile. A quel punto, specialmente noi italiani che storicamente siamo abituati a “spiombare” i cinquantini dei quattordicenni al più tardi in occasione del loro primo tagliando (ammettendolo, o facendolo di nascosto) ci poniamo la questione del quanto pericoloso anziché sicuro sia avere un mezzo capace di 57 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Intervista Periodico elettronico di informazione automobilistica la cornice al fanale sembrava un’eresia e invece lo abbiamo fatto con grande sicurezza e sono certo che piacerà perché si staglia meglio rispetto al colore della vettura. È l’elemento dell’auto che amo di più perché esaltano la luce, facendola trasparire dalla carrozzeria. Una ‘assenza meditata’ che vorrei riproporre in futuro.» La Nuova 500 strizza l’occhio ad un pubblico giovane, e l’infotainment rivisto ne è senza dubbio una prova tangibile. «La plancia è completamente nuova, anche se volutamente non lo sembra. Per stare al passo con i tempi abbiamo rivisto tutta la parte dell’infotainment, le interazioni principali fra quella che una volta era la radio e oggi è una ‘head unit’. Sistemare lo schermo a colori al centro ci ha permesso di spostare le bocchette della climatizzazione sui lati e di migliorarne la portata: presentano lamelle orientabili con quattro lamine e non più solo due palette. All’interno lo spazio è rimasto lo stesso ma siamo riusciti a incrementarne la fruibilità, con il cassetto chiuso davanti al passeggero, il porta lattine più generoso, la nuova disposizione delle porte usb. Differente è anche il volante, con i comandi integrati che permettono di controllare tutta la parte telematica. Infine, grazie al cruscotto con strumentazione TfT che semplifica la lettura dei dati principali ma è anche riconfigurabile, sarà facile mantenersi al passo con i trend.» FIAT NUOVA 500, GIOLITO «LA SUA CHIAVE? LA SEMPLICITÀ» Roberto Giolito, Responsabile Stile della nuova generazione di Fiat 500, è comprensibilmente orgoglioso della sua creatura, e ci spiega in cosa differisce rispetto al modello precedente S quadra che vince, non si cambia. Questo si potrebbe dire se si dovesse osservare in maniera distratta la nuova Fiat 500. I cambiamenti della piccola del gruppo torinese, però, ci sono, e non sono nemmeno pochi, come ci spiega Roberto Giolito, il Responsabile dello Stile dell’oramai famosissimo Cinquino. «L’auto non è stata né ridisegnata né ristilizzata ma è stata rivista con coerenza nella sua totalità.» commenta Giolito. 58 «Alcune modifiche sono state dettate dal cambiamento degli aspetti normativi, per esempio quelli relativi all’urto dei pedoni. Abbiamo cercato di lavorare molto sottopelle, mantenendo le proporzioni e la geometria originale. Migliorandone la percezione dello sbalzo anteriore, l’abbiamo resa più morbida.» La fanaleria, soprattutto al retrotreno, offre una cesura con il passato, con l’evidente parte centrale in lamiera che conferisce uno stile innovativo ai gruppi ottici. «Togliere 59 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione automobilistica pagine aiutano a capire quanto sia diffuso il fenomeno, ma cercano di spiegare anche come difendersi in fase di acquisto, per mettersi al riparo da brutte sorprese. La lettura è consigliatissima, 125 pagine che volano via tutte d’un fiato. Nel frattempo però noi abbiamo pensato bene anche di intervistare l’autore, per andare ancora più a fondo sulla questione. Il tema è scottante e di grande attualità. E per iniziare a cambiare le cose si può benissimo partire anche da un libro (o da un’intervista). Buona visione e buona lettera. AUTO USATE «LA METÀ SONO “SCHILOMETRATE”» LA VERITÀ DI ALFREDO BELLUCCI di Matteo Valenti | Alfredo Bellucci è un venditore di auto che ha avuto il coraggio di denunciare a viso aperto, attraverso un libro, il vergognoso fenomeno delle auto usate. Lo abbiamo intervistato per capire come difenderci in fase di acquisto A lfredo Bellucci lavora da sempre nel mondo delle quattro ruote e dal 2003 gestisce una società che commercia autoveicoli usati. Ma Alfredo Bellucci non è un venditore di auto come tutti gli altri. Insieme ad un avvocato infatti quest’uomo ha avuto il coraggio di scrivere un libro per denunciare a viso aperto il fenomeno delle “auto 60 schilometrate”. Un fenomeno che tutti conoscono ma di cui nessuno (o quasi) vuole parlare. Perché l’auto “schilomentrata” conviene a tanti e muove un giro d’affari senza precedenti. Il suo libro, intotolato in maniera “Non prendermi per il chilometro – la grande truffa delle auto usate” (Apice Libri, 10 euro) cerca di fare luce, dall’interno, su questo malcostume così diffuso. Le sue 61 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Tecnica Periodico elettronico di informazione automobilistica piccolissime dimensioni, e quindi difficili da trattenere con filtri che non siano stati sviluppati specificamente per questo tipo di impiego. Il filtraggio deve inoltre aver luogo causando la minima resistenza possibile al flusso dell’olio. Da dove arrivano le impurità? Le particelle solide possono arrivare dall’esterno, e in tal caso fanno il loro ingresso quando si sostituisce l’olio o si effettua qualche intervento, oppure si possono formare all’interno del motore in seguito alla usura dei vari componenti o in quanto prodotte da processi di ossidazione o da reazioni chimiche (lacche, etc…) o anche dalla rottura di altre di maggiori dimensioni. I diametri sono generalmente compresi tra 5 e 60 micron. Nei motori diesel occorre poi fare i conti con le piccolissime particelle di nerofumo, derivante dalla combustione, che purtroppo tendono ad aggregarsi. Nei motori delle ultime generazioni, sovralimentati e con elevate pressioni di combustione, si impiegano necessariamente bronzine con elevata capacità di carico. Il materiale antifrizione, più duro di quelli impiegati in precedenza, ha pertanto una minore incorporabilità. Le esigenze in fatto di pulizia dell’olio sono quindi ancora superiori. Carta, fibra sintetica o “misto” Quando si parla di filtri, è facile che si pensi subito a organi simili a reticelle con maglie finissime, che trattengono le particelle con un sistema “a setaccio” (quelle più grandi delle maglie non possono ovviamente passare). In effetti la situazione è molto più complessa. Nei filtri dell’olio di maglie non ce ne sono; il materiale filtrante infatti è costituito da fibre di cellulosa (filtri in “carta”), opportunamente impregnate con resine, disposte in maniera disordinata a formare una struttura dotata di una elevata porosità. Negli I SEGRETI DEI FILTRI DELL’OLIO di Massimo Clarke | Trattenere particelle grandi pochi micron creando solo una minima resistenza non è facile. Ecco come funzionano i filtri dell’olio, a cui è affidato il compito vitale di tenere pulito il lubrificante D egli organi accessori si parla poco, anche se svolgono compiti vitali. Grazie all’avanzamento della tecnica le auto richiedono sempre minori attenzioni e i loro componenti hanno vite utili sempre maggiori. Candele long-life e filtri dell’olio che a una eccezionale efficienza abbinano una straordinaria capacità di accumulo hanno reso più agevole la manutenzione, dato che vanno sostituiti con una frequenza molto inferiore rispetto al passato. E pure lo stesso olio “dura” 62 sensibilmente di più. I filtri impiegati nelle auto moderne hanno importanti contenuti tecnologici, pur mantenendo un aspetto estremamente semplice, e sono chiamati a svolgere un compito molto impegnativo. In particolare, il filtro dell’olio è di importanza assolutamente vitale per il motore. Solo se all’interno di quest’ultimo circola un lubrificante pulito è infatti possibile ridurre al minimo l’usura dei componenti e ottenere una durata adeguata. In questo caso pulito significa privo di particelle estranee, anche se di 63 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Tecnica Periodico elettronico di informazione automobilistica in questione risulta superiore a un determinato valore, si apre facendo passare l’olio, che così entra nel circuito principale senza venire filtrato. La lubrificazione in questo modo viene assicurata comunque, anche se l’usura risulta maggiore. Questa situazione può verificarsi subito dopo gli avviamenti a freddo, quando l’olio è molto viscoso, oppure se il passaggio attraverso l’elemento filtrante risulta troppo ostacolato a causa dell’eccessivo accumulo di particelle estranee. In genere la valvola di bypass è tarata su valori dell’ordine di 1,0-2,5 bar. Molto interessante è la doppia pieghettatura impiegata nei filtri delle aziende del gruppo Sogefi (come Fram e Tecnocar), che consente di aumentare ulteriormente la superficie utile, a parità di ingombro esterno del filtro. I tecnici che l’hanno ideata la definiscono “a chevron”. Il ritorno dei filtri a cartuccia Dopo decenni nei quali la scena è stata dominata dai filtri del tipo “spin-on”, oggi si sta assistendo ultimi anni però esse sono state in larga misura sostituite da fibre sintetiche, di diametro minore. E sono entrate in scena strutture multistrato con densità differenziata. Di una larga diffusione godono oggi i materiali filtranti “misti”, costituiti da una combinazione di cellulosa e fibre sintetiche. In aggiunta al sistema a setaccio, nei moderni filtri dell’olio si sfrutta largamente quello a “intercettazione”, nel quale le particelle che entrano in contatto con le fibre vengono trattenute aderendo ad esse. Minore importanza hanno i meccanismi di filtraggio del tipo a diffusione e a inerzia (delle particelle), che entrano invece largamente in gioco nel caso dei filtri dell’aria. Le fibre sintetiche hanno fornito un notevole contributo al miglioramento della durata, all’aumento della resistenza ai contaminanti e a quello della robustezza meccanica del filtro. 64 a un forte ritorno di quelli a cartuccia, senza parti metalliche e senza valvola di bypass incorporata, che vengono inseriti in alloggiamenti praticati nel basamento del motore o, sempre più frequentemente, in un modulo che contiene anche lo scambiatore di calore acqua-olio. La valvola di bypass in questo caso viene piazzata in una sede direttamente collegata all’alloggiamento della cartuccia e non viene mai sostituita. I filtri spin-on sono costituiti da involucri metallici all’interno dei quali sono collocati l’elemento filtrante e di norma anche la valvola di bypass; vengono fissati al basamento mediante semplice avvitamento e non sono scomponibili. Quando vengono sostituiti si getta via tutto il complessivo, e quindi anche la valvola. In diversi casi la disposizione del vano nel quale si trova l’elemento filtrante è tale che a motore fermo l’olio uscirebbe sotto l’azione della forza di gravità. Per evitare che ciò possa accadere si impiega una apposita valvola antisvuotamento. Perché la fisarmonica Per avere una grande superficie attiva con un ingombro esterno contenuto, gli elementi filtranti sono tipicamente dotati di una pieghettatura a fisarmonica. In questo modo si ottiene una ridotta resistenza al flusso: la differenza tra la pressione a monte e quella a valle dell’elemento filtrante risulta contenuta entro valori più che accettabili. In genere per un filtro nuovo non supera i 500 millibar, alla temperatura di regime, e spesso è sensibilmente minore. La pieghettatura inoltre consente di ottenere una elevata vita utile del filtro, resa possibile da un maggiore potere di accumulo; è superiore la quantità di materiale estraneo che può essere incorporata nell’elemento filtrante prima che la resistenza al flusso divenga eccessiva. In corrispondenza del filtro vi è una valvola di bypass che, se la resistenza 65 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Formula 1 Periodico elettronico di informazione automobilistica comporre, la risposta è stata: “Nessuna”. Quale è l’ultimo libro che hai letto: “Nessuno”. Quale è stato il più bel concerto al quale hai assistito: “Nessuno, non ci son mai andato”. Quale frase pensi ti rappresenti meglio? “Non uso nessuna frase o parola di troppo”. Devi partecipare a una festa in maschera, come ti presenti? “Non lo so”. Se invece di un maschio fossi stata una femmina, che nome avrebbero scelto i tuoi genitori? “Non lo so, non mi interessa”. Quando è stata l’ultima volta che hai lottato o litigato per qualcosa? “Non sono uno che litiga”. Che auto vorresti avere appena presa la patente? “Non ho la patente e non ho la macchina”. Quale è il tesoro più grande della tua vita? “Hummm…non lo so”. Sei mai finito in ospedale? “Quando avevo un anno, forse”. Ecco, questo è il pilota raccontato da chi, Red Bull, deve presentarlo al mondo come esempio da seguire. A voi ogni commento… Ed ecco come invece Ricciardo risponde alle domande… L’anno scorso hai battuto Vettel, che come pilota ti è sembrato…”Sopravvalutato? Ah ah ah” e invece ora le becchi da Kvyat, che te ne sembra? “Mi sembra molto russo per i miei gusti!” e quando sei arrivato in Italia a trovare i tuoi parenti, quale è stata la prima parola che hai imparato? “E che cazzo! E poi mi hanno insegnato a bere la grappa, ragazzi che roba!!”. Sai dirci perché hai sostituito Mark Webber alla Red Bull? “Semplice, perché parlo più di Raikkonen e la squadra è rimasta sorpresa dalla mia abilità nel fare scoreggie con la mano sotto l’ascella!”. Daniel ha un motto per descrivere la sua guida da corsa: “Oh sì, mi dico sempre guida come se avessi rubato la macchina e ti inseguono anche se il mio capo ingegnere Simon dice che non è vero che guido così. Come ho conquistato i miei meccanici? Semplice, ho regalato loro una collezione di film F1, GP GRAN BRETAGNA 2015 VERSTAPPEN E RICCIARDO, GLI OPPOSTI DEL CIRCUS di Paolo Ciccarone | Le interviste a Verstappen e Ricciardo pubblicate dal magazine Red Bulletin restituiscono due immagini opposte dei due piloti: laconico l’uno, divertentissimo l’altro V erstappen critica la GPDA ma poi non sa rispondere alle domande… E’ il ragazzino terribile della F.1, 17 anni, talento, piede ma poco cervello. Forse perché a 17 anni devi ancora formarti e la sicurezza in te stesso diventa presunzione quando poi si finisce col criticare iniziative dei colleghi più esperti, come quelli della GPDA che avevano organizzato un sondaggio fra i 66 tifosi. Max ritiene che sia stata una idea stupida, non sono i fans a dover rispondere alle grandi domande della vita in F.1. Che abbia piede non si discute, per la testa siamo in attesa che maturi e tiri fuori un concetto concreto. Tanto per far capire il livello del personaggio, vale la pena riportare una intervista pubblicata dal mensile Red Bulletin, ovvero la pubblicazione della Red Bull. Alla domanda quale canzone avresti voluto 67 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Formula 1 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb porno…”Dopo una giornata di lavoro in pista Ricciardo si rilassa facendosi massaggiare, occasionalmente va a mangiare una pizza e ascolta Bob Marley per rilassarsi. Ma come giudica la vita attuale di pilota al top? “Come quella di un porno divo di classe che recita con piacere e che ama il proprio corpo, anche se non mangio mai senza le tovaglie che mi ha regalato mia zia!”. Ricciardo vorrebbe vivere sulla luna, anche se…”mi tocca Milton Keynes che certe volte è anche peggio”. Cosa ne pensa degli inizi? “Che quando sono andato via dall’Australia ho salutato Adam Sandler, un mio amico, cantando al suo matrimonio, sono stato fortunato come pilota e quando me ne sono andato ho detto addio mofo, che era un 68 mio rivale. La prima volta che sono stato in Europa a correre con la F.BMW mi son detto qua questo pianeta è pieno di scimmie parlanti!” Ma cosa avresti voluto fare nella vita se non il pilota? “L’attore nei film porno con Hugh Hefner che mi ha dato tante ispirazioni nella mia vita grazie alle sue pubblicazioni (Playboy, ndr…). E alla fine di questa intervista cosa ci puoi dire? “Che da quello che avete letto avrei fatto più soldi come scrittore che come pilota!”. Ecco, provate a pensare a uno così alla Ferrari col tifo degli appassionati e poi confrontatelo con Raikkonen e Vettel e diteci voi se non ci sono gli elementi per firmare subito una petizione per averlo a Maranello! Grazie a Red Bulletin per le preziose informazioni... 69 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito VANDOORNE «MCLAREN HA DEL POTENZIALE VOGLIO IL TITOLO GP2» Stoffel Vandoorne, pilota del programma giovani McLaren ed attuale leader del campionato GP2, si è aperto a 360° in quest’intervista realizzata a Londra, a margine di un evento promosso da Esso e dal team di Woking S toffel Vandoorne, ragazzo belga spinto in pista dalla freschezza dei suoi 23 anni da poco compiuti, alle spalle ha già un validissimo curriculum nel mondo delle competizioni in monoposto, e lo attende un altrettanto radioso futuro, visti i risultati che sta raggiungendo nella sua seconda stagione in GP2, dove sta letteralmente dominando il campionato. In occasione di un evento organizzato da McLaren, in associazione con il 70 Formula 1 Periodico elettronico di informazione automobilistica partner Esso, approfittando della vicinanza del Gran Premio di Silverstone ci siamo recati a Londra, per intervistare il ragazzo del vivaio di Woking. Sei molto giovane, ed è normale farti una domanda simile: hai mai provato dei videogames di guida? Possono averti in qualche modo aiutato nel tuo lavoro? «Ho cominciato a correre sui go-kart, mentre a casa giocavo tanto sia con il pc che con la play station. Mi divertivo davvero tanto, ma ora purtroppo non ho più tempo per farlo. Rispetto alle generazioni precedenti, i tempi sono cambiati: secondo me, l’approccio videoludico è ottimi per conoscere i vari tracciati ed apprendere i primi rudimenti del set-up della macchina.» Ti sono serviti quando sei salito nel simulatore McLaren per la prima volta? «Credo proprio di si. I videogames ti possono aiutare molto: sono sempre feedback che ottieni in maniera virtuale, ma servono anche quelli. Nessun pilota delle ultime generazioni soffre più di nausea quando si avvicina al simulatore , questo grazie all’allenamento svolto sui videogiochi.» Parlaci del campionato di GP2: sei in ottima posizione, sei abbonato al podio ed hai fatto vedere numeri eccellenti. «C’è ancora molto da fare, ad essere onesto. Devo concentrarmi giorno per giorno su ogni singolo appuntamento, per massimizzare il numero di punti di ogni evento. Alex Rossi sta andando davvero forte, anche Ryo Haryanto non è un pilota che si risparmia, e poi ci sono dei rookies particolarmente interessanti, come Alex Lynn. Voglio vincere il titolo della GP2 nella miglior maniera possibile, per poi poter arrivare in Formula 1. Sono in costante contatto sia con Ron Dennis che con Eric Boullier, ma faremo le cose con tutta la calma necessaria.» Hai corso sia in GP2 che in Worls Series 3.5 by Renault. Quale categoria consideri maggiormente propedeutica alla Formula 1? «Ti preparano entrambe alla Formula 1, ad essere del tutto onesto. La GP2, tuttavia, è molto più tecnica, e ti offre un background migliore. Utilizzi pneumatici Pirelli, come avviene in F1, ma ha delle sessioni di prove libere limitate, mentre invece in WSR le prove libere sono più lunghe, il che è un fattore da considerare per chi è al debutto assoluto nelle categorie. In GP2, inoltre, devi maggiormente curare la preparazione nella settimana di avvicinamento al Gran Premio.» 71 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Se dovessi riuscire a vincere il titolo della GP2, scalzeresti Kevin Magnussen nelle graduatorie interne alla McLaren? «È difficile dirlo. Kevin è davvero veloce, ed alle sue spalle ha una buona stagione di Formula 1. Nel nostro ambiente, però, non dobbiamo concentrarci mai su un solo pilota, visto che sono inn molti ad ambire ad un sedile di F1, e McLaren è certamente uno dei tea più prestigiosi della storia della categoria.» Si sta facendo un gran parlare attorno alle regole dell’attuale Formula 1: quali sono, secondo te, degli aspetti da migliorare o modificare in questa categoria? «Bhé, gli aspetti non sono affatto pochi... Onestamente, è difficile dire cosa bisognerebbe fare. Ora come ora, dobbiamo necessariamente confrontarci con gli attuali regolamenti. Lo scorso week-end, però, ho provato la McLaren MP4/6 72 Formula 1 Periodico elettronico di informazione automobilistica di Ayrton Senna: il rumore di quel motore V12 era davvero qualcosa di indescrivibile...» A proposito di Senna: McLaren in passato ha avuto al proprio servizio alcuni tra i piloti più gloriosi e blasonati della storia di questo sport. Pensi che, un giorno, riuscirai a farne parte anche tu? «Lo spero! Purtroppo, però, non sono ancora in F1. Vedremo come si evolverà la situazione. Sono in McLaren da tre anni, e mi stanno aiutando enormemente a crescere: mi hanno consentito di arrivare in GP2, ed il loro supporto non manca mai.» Non possiamo non toccare questo argomento: la macchina di quest’anno non è stata all’altezza delle aspettative. «Onestamente, abbiamo un enorme potenziale, ma è chiaro a tutti che non siamo dove vorremmo essere. Ho provato una McLaren la passata stagione e mi sono nuovamente calato nell’abitacolo negli ultimi test. Sappiamo di dover migliorare l’intero pacchetto, al momento. Sappiamo che strada intraprendere e ci sarà molto lavoro da fare, ma la base di partenza è buona.» Com’è l’atmosfera all’interno del team? «Tutti stanno dando il 110%, al momento. Pensiamo davvero che si possa vincere nel prossimo futuro, e siamo convinti che presto o tardi sarà così. McLaren e Honda sono un binomio che ha fatto la storia della F1, quindi non vedo perché la cosa non possa ripresentarsi in futuro.» Da italiani, le nostre speranze sono rivolte ad un tuo rivale in GP, Raffaello Marciello. Ti vedi, un giorno, a lottare contro di lui in F1? Magari, tu alla McLaren e lui in Ferrari... «Se dovessi vincere io, più che volentieri!» 73 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito WRC Periodico elettronico di informazione automobilistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb WRC POLONIA. OGIER E VW STELLARI MIKKELSEN E TANAK SUL PODIO di Piero Batini - Manrico Martella | Niente da fare per Mikkelsen, che si inchina allo strapotere del “caposquadra”, e grande Tanak che “umilia” Latvala. Il “FoS” Polacco è evento da segnare sul calendario perpetuo T utto è finito come era iniziato. 300 chilometri di prove speciali velocissime, di spettacolo puro e di agonismo raffinato, di valori in campo, tecnici e umani, stratosferici. E pensare che il contenuto basilare del lungo week end polacco era già tutto lì, “criptato” nel biglietto da visita che Sebastien Ogier aveva presentato al termine del primo e inaugurale Super Special Stage, altro biglietto da visita, questa volta dei polacchi, che l’arena l’avevano costruita nel 2009 proprio per 74 consentire ad attori di quel calibro di mandare in scena spettacoli di questo genere. Di biglietto in biglietto, di pizzino in pizzino, per 19 Prove Speciali Ogier non ha fatto altro che “spiegare” meglio ciò che aveva annunciato le sera di giovedì, vernissage del 72° Lotos Rally Polonia. Ogier è andato subito in testa, ha vinto tutte le giornate di gara, due secondi su Mikkelsen il venerdì, meno di uno e poco più di cinque il sabato e la domenica, sempre su Tanak, ha incrementato di poco ma costantemente il suo vantaggio, e vinto anche il Power Stage con i suoi tre punti supplementari la domenica. Niente di più, non era possibile, e niente di meno di quello che ormai ci si deve attendere dal fuoriclasse francese ogni volta che partirà per una Prova di questa stagione. Ebbene, ci sono voluti tre giorni di corsa straordinariamente intensa per decifrare un “indizio” che era semplice e chiarissimo sin dall’inizio: il “pacchetto” Ogier-Volkswagen Polo R non lo batte nessuno. Visti da questa angolazione, i due Rally Mondiali “lasciati” a Meeke e Latvala, rispettivamente in Argentina e Portogallo, sono sempre più sfumati nella memoria. Come eccezioni che confermano la regola, si diluiscono ad ogni appuntamento che passa in un titolo bassissimo di “contaminazione” della stagione di Ogier che, ormai oltre metà Campionato, è magnificamente perfetta. Undici secondi e spiccioli, il margine lievissimo al termine del Rally. Non è una “goleada”, teoricamente è un vantaggio rosicato, ma assume le proporzioni monumentali di una vittoria quasi senza precedenti, proprio quella che ancora manca a Mikkelsen, che pure era salito nel Nord-Est della Polonia con le idee, e le possibilità, chiarissime. Proporzionalmente, ha fatto meglio Ott Tanak, che ha scatenato una guerra senza quartiere, che all’inizio aveva fatto ben sperare di potercela fare e che, nel finale, ha congelato anche le velleità di un rientro sul podio di Latvala, invece vittima di un incidente a pochissimi chilometri dalla fine. Da quando Ogier e Mikkelsen hanno la stessa macchina, i due compagni di squadra sono sempre molto vicini e offrono uno spettacolo da spellarsi le mani, ma a questo punto il risultato più evidente è che Ogier è sempre più imbattibile e, quando i due compagni di squadra “scatenano l’inferno”, le Polo R si staccano dal gruppo e fanno corsa a sé, lasciando nella polvere tutto il resto della banda. “Banda” agguerrita, certamente, ma che finisce per uscire da ogni Rally di questa stagione con esiti costantemente in bilico tra magre soddisfazioni 75 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito WRC Periodico elettronico di informazione automobilistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb e crescenti frustrazioni, con l’ago della bilancia sempre più raramente spostato verso il più. Ecco come accade che si finisce per dare credito al minino spiraglio di spostamento degli equilibri, e per esaltare giustamente il pur bravo Meeke vincitore in Argentina, il Paddon che in Italia è riuscito a mettere per un attimo le ruote della i20 davanti a quelle della Polo, e il Tanak “bombardiere” che in Polonia è partito come un missile portando le “indagini” su una falsa pista. Oggi Meeke è rientrato nei ranghi e conclude al settimo posto, sulla sua gara pesa il brutto incidente dello shakedown, ruote in aria dopo poche centinaia di metri, e a suo vantaggio arriva la foratura dell’ultimo minuto che ha fatto perdere una posizione al bravissimo Robert Kubica. Paddon, mai “pericoloso” come lo era stato in Sardegna, è stato bravo, tanto è vero che nell’ultima Speciale, il Power Stage di Baranovo, poco meno di 15 chilometri a “fuoco”, ha ricevuto direttamente dalla mani di Latvala, “incartato” a metà dell’ultima Speciale, il quarto posto che il finlandese aveva detenuto fino a pochi chilometri dalla fine. 76 Del resto Latvala, quinto assoluto, ha giocato il tutto per tutto, e l’errore ci stava poiché contro il Tanak visto in Polonia il curriculum non bastava, e il tentativo di recuperare quel secondo rimasto come un nervo scoperto alla fine della tappa di sabato presupponeva di andare a cercare, insieme alle credenziali per il podio, anche una buona dose di rischio. Ott Tanak ha pienamente meritato il terzo posto sul podio di Mikolaijki, venerdì mattina è stato il più bravo e veloce di tutti, il pomeriggio ha pagato, insieme a una cattiva scelta di pneumatici, spina nel fianco di quasi tutti gli Equipaggi, un problema al cambio, sabato ha cercato disperatamente di risalire oltre quel terzo gradino del podio che poteva stargli stretto, e domenica ha sigillato il più importante risultato della sua carriera, salvando nel contempo le quotazioni in discesa delle Fiesta WRC. Restando in tema di marche, così come il podio di Tanak viene buono a Ford e il risultato di Meeke, settimo, prova a salvare in qualche modo il week end delle Citroen, il quarto posto di Paddon lascia comodamente nell’anonimato sia Neuville che Sordo, troppi errori, talento grezzo e nessuna ricerca di miglioramento per il belga, e ritmo da chi l’ha visto? per lo spagnolo, ma sottolinea la crescita delle Hyundai, che nel complesso possono archiviare anche questo Rally con un bagaglio di esperienza e di sensazioni positive che è legittimo e corretto. Il clima di disagio e di traballanti umori che genera dallo strapotere Vokswagen è anche, per molti dei piloti che soffrono il vano inseguimento delle Polo, all’origine di una singolare falsificazione dei valori reali. Non appena saputo che aveva battuto Ogier nella prova più lunga del Rally, per esempio, Tanak, invece di gioire per la sua bravura, non ha trovato di meglio che convertirla in un discutibile anatema contro le VW, e Neuville, che alla fine di una Gara decisamente discutibile è uscito dall’ultima speciale con un albero piantato nella sua i20, sì è inventato la bugia di essersi divertito e di aver disputato un buon Rally. Almeno Sordo, tanto per fare un altro esempio, non ha cercato scuse, se l’è presa con la propria incapacità di trovare la misura con le difficoltà di un Rally così veloce e sensibile a qualsiasi sbavatura di guida, ha detto che deve migliorare in Finlandia dove ritroverà una Corsa veloce, e buonanotte ai suonatori. In Sardegna una R5 aveva fatto faville, la Peugeot 208 T16 di Paolo Andreucci nella top ten, al punto che molti si chiedono ancora come mai il “senatore” del CIR non si distrae ogni tanto con una “scappatella” Mondiale. In Polonia le R5 in vista sono state due, le nuove Skoda Fabia di Esapekka Lappi e di Pontus Tidemand. Il Rally polacco non è l’esame corretto per stabilire se la nuova macchina è già vincente, ma è un fatto che sul veloce né una Ford né una Citroen sono riuscite a far di meglio, e il leader WRC2 della vigilia Nasser Al-Attyiah, registra, magari è solo sfortuna, uno zero significativo che sa tanto di cambio della guardia. Se è buono il sedicesimo posto assoluto ottenuto da Lorenzo Bertelli e Lorenzo Granai, per concludere, è decisamente ottima l’inedita affermazione di Simone Tempestini che, con Chiarcossi al fianco e al termine di un rocambolesco duello con il gallese Pryce durato l’intero week end, ha portato una delle Ds3 alla vittoria della Junior. 77 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. 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