Automoto Magazine 85
Transcript
Automoto Magazine 85
Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica NUMERO 85 5 APRILE 2016 89 PAGINE Mazda 2 1.5 diesel, consumi record Abbiamo assaggiato il nuovo diesel Skyactiv-D da 105 CV. Raffinatezze che garantiscono consumi record Scarica l’APP del Magazine Ford Focus RS: prestazioni incredibili Sbaraglia le rivali con prestazioni incredibili ed una guidabilità eccezionale. Peccato per la posizione di guida, troppo alta De Vita: “A Linate: anni di multe illegittime” Il Comune di Milano ha multato a tutto spiano coloro che entravano nelle corsie riservate. Ma non ne aveva il diritto | PROVA SU STRADA| VW PASSAT ALLTRACK da Pag. 02 a Pag. 15 All’Interno News: Mercedes GLC Coupé, Subaru Impreza, Chevrolet Camaro ZL1 Cabrio, Toyota Prius Plug-In, Mazda MX-5 RF | M. Clarke: Motori, sviluppo continuo | Formula1: GP Bahrein, Le pagelle di Sakhir | WTCC: In Francia, main race a Lopez PROVA SU STRADA VW PASSAT ALLTRACK Una declinazione decisamente versatile della Volkswagen Passat in questa versione AllTrack di Luca Bordoni 2 3 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica rono sulla carrozzeria, dai mancorrenti satinati, e da altre chicche di design e ricercatezza come i cerchi da 18 pollici e la dicitura Alltrack sul battitacco. Davanti il disegno della calandra è il tipico di respiro Volkswagen, ma l’effetto che colpisce di più è quello conferito dalla tecnologia Full Led, in cui i fari adattivi danno grande visibilità. Unico neo: quando siamo in frenata con la freccia accesa, non abbiamo una superficie illuminata (della freccia stessa) così ampia, il che potrà confondere chi ci sta dietro. Dal vivo: com’è dentro L a conquista di ‘un centimetro alla volta’ è un tema tanto caro agli allenatori sportivi. Non solo: chi non ricorda il celebre discorso di Al Pacino in Ogni maledetta domenica? Tutte le volte in cui bisogna lanciare un messaggio preciso, fatto di impegno, sacrificio, unione per il risultato, pam, ecco che te lo ritrovi sullo schermo di una tv. ‘Conquistiamo un centimetro alla volta giocando da squadra, o saremo distrutti singolarmente’. In Volkswagen non avevano necessariamente bisogno di conquistare centimetri, per dare un volto a Passat. Ma quando è iniziata a circolare l’ipotesi di mettere Passat sulle strade bianche o banalmente in offroad, ecco lì che i centimetri sono diventati una discriminante. La domanda è diretta e precisa: bastano poco meno di tre centimetri a cambiare il volto di una 4 Pur mantenendo materiali capaci di dare un senso premium agli occupanti, Volkswagen Passat Alltrack non va oltre ai concetti di minimalismo per ciò che riguarda gli interni. Il disegno è quello delle Passat ‘normali’, e piacciono soprattutto due elementi della plancia: le bocchette dell’aria nascoste nel disegno che percorre l’intera larghezza della vettura; il display LCD che prende posto davanti agli occhi del driver. Prove Lo spazio è generalmente abbondante, e anche quando guiderà un driver extralarge, gli occupanti posteriori non avranno problemi con gambe e ginocchia. La posizione di guida è impostabile grazie al sedile elettrico, che però lascia manuale il comando di settaggio della slitta (più rapido, e quindi più pratico rispetto a una impostazione completamente elettrica del sedile). Il volante è orientabile anche in profondita, e il tunnel non dà fastidio nemmeno al ginocchio destro del driver stesso. Il passeggero ha tanto spazio per le gambe, ma complici i fianchetti dei sedili non particolarmente pronunciati, nei repentini cambi di direzione rischiamo di ballare a destra e sinistra. Consiglio banale ma utile quando il driver preme in maniera convinta sull’acceleratore? Restare aggrappati. Dietro, come detto, lo spazio è abbondante per tre occupanti, e la possibilità di abbattere i sedili posteriori con un semplice movimento sulle leve preposte, porta la capacità del bagagliaio da 650 a 1800 litri. vettura, aumentandone la versatilità e la capacità di adattamento? La risposta è altrettanto diretta: sì. Nasce con queste credenziali Volkswagen Passat Alltrack, con trazione integrale. Dal vivo: com’è fuori +27.5 millimetri di altezza da terra significano capacità di cavarsi di impaccio nei momenti più complicati, quando le strade asfaltate sono diventate un lontano ricordo, o magari siamo circondati da fango e neve. Eppure, a un occhio sbadato non cambia il succo di Volkswagen Passat. Anche qui abbiamo la versione Variant, e quindi station wagon, lunga 478 centimetri, larga 183, ma alta stavolta 151 con un passo di 279. Più massiccia, allora, e tale idea è conferito a un’occhiata più attenta dalle protezioni sottoscocca, dalle varie diciture Alltrack che si rincor5 6 7 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Ci sta di tutto: dall’armadio smontato alla bicicletta per le gite della domenica; dai cestini del picnic alle valigie per l’intera estate. L’altezza di sponda non è esagerata, così come quella di carico: ne nasce una vettura pratica anche per chi deve continuare a caricare e scaricare oggetti voluminosi. Dicevamo però del display LCD: è eccezionale, perché si veste in maniera diversa a seconda delle nostre esigenze. La visualizzazione più utile è senza dubbio quella del navigatore, perché il tachimetro e il contagiri si rimpiccioliscono al punto giusto, lasciando alla mappa una superficie adeguata per essere compresa e letta senza che il driver debba impegnarsi più di tanto (e senza quindi togliere concentrazione alla guida). Per il resto, troviamo sul display LCD tutte le informazioni del caso, e sono comprese in un computer di bordo a colori molto completo. La plancia si declina al centro nel solito utile display, porta verso l’infotainment ma anche nei confronti del climatizzatore e delle impostazioni 8 Prove di guida. Il climatizzatore è trizona, perché oltre allo sdoppiamento anteriore prevede la possibilità, per chi siede dietro, di gestire e impostare i flussi dell’aria autonomamente. Tale comando potrà essere disinserito, o gestito direttamente da chi siede davanti. Il tunnel, oltre al cambio DSG, ospita tra gli altri il pulsante legato alle modalità di guida, che cambiano su necessità il DNA della vettura. 190 cavalli possono bastare A disposizione per questa prova di Volkswagen Passat Alltrack abbiamo una delle tre declinazioni del motore 2.0 litri turbodiesel (in Italia non ci sono motorizzazioni benzina), il 190 cavalli, che eroga una coppia massima di 400 Nm già disponibile a 1750 giri. È quella più corretta, a nostro modo di vedere, anche se provare il biturbo da 240 cavalli ci sarebbe piaciuto non poco. Eppure, con il 190 cavalli possiamo schizzare al semaforo in totale sicurezza, perché tra le mani 9 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove ci ritroviamo una vettura scattante e maneggevole, nonostante il cambio DSG a sei rapporti sia impostato su una taratura più seduta rispetto ad altre situazioni. È anche vero però che grazie al pulsante di Drive Mode possiamo cambiare anima alla nostra Passat; abbiamo cinque modalità: Sport, Eco, Comfort, Normal e Individuale, e per ognuna di queste possiamo scegliere come tarare le sospensioni, lo sterzo, il controllo della trazione, i fari direzionali, la climatizzazione. In modalità Sport, il cambio DSG sale comunque di marcia a limitatore, e in generale la trazione integrale 4 Motion viene gestita in maniera intelligente dalla frizione a controllo elettronico. In modalità off road, il trasferimento della coppia dall’assale anteriore a quello posteriore ci consente di superare piccoli guadi, pozzanghere con il fango, e in generale di superare gli ostacoli che una Passat ‘normale’ non riuscirebbe. Sembra insolito, specialmente se si pensa a quanti siano tre centimetri in valore assoluto, eppure con questa ‘crescita’ Volkswagen Passat Alltrack passa con sobrietà e determinazione in punti particolarmente complicati. Da non scordare poi che le prestazioni ci sono eccome: Volkswagen Passat Alltrack accelera da zero a cento in 8 secondi appena, e raggiunge una velocità massima di 220 chilometri orari. In fase di frenata di emergenza non serve molto spazio per arrestarsi completamente, e anche il beccheggio è controllato e ridotto. Lo sterzo è preciso e diretto, ed è forse condizionato solo dal diametro della corona, che avremmo voluto più ampia per facilitare l’impugnatura del volante. Sulle razze, però, ci sono tutti i comandi del caso che sono sempre pronti a facilitare la nostra guida, come l’accesso al cruise control adattivo che, complice la presenza del DSG, ci porterà fino a velocità zero. La trazione integrale di Volkswagen Passat Alltrack si declina in ambito di consumi in grandezze non particolarmente penalizzanti, anche grazie all’ottimo sistema start and stop: riusciamo infatti a percorrere 13 chilometri con un litro di gasolio in città, 14 a limite autostradale, 18 a 110 orari, e quindi 15 chilometri nel ciclo misto. 10 11 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Sicurezza: tutto quello che serve Oltre al cruise control adattivo, sulla Volkswagen Passat Alltrack in prova qui non mancano il sensore di superamento della corsia, con il sistema che ci corregge attivamente la traiettoria a patto che le nostre mani siano sul volante, e il sensore della stanchezza. Non disponibile invece, in questo caso, il sensore dell’angolo cieco, o l’allerta anticollisione. C’è invece il sensore blind spot, che ci assicura facili uscite dal parcheggio identificando gli altri veicoli che potrebbero incrociare la nostra traiettoria. Infotainment: sistema completo Come gli altri modelli tedeschi, anche Volkswagen Passat Alltrack non si differenzia per estrema possibilità di personalizzazione. Sul nostro modello, oltre al display LCD del quale vi abbiamo già raccontato in maniera dettagliata, da raccontare c’è la visualizzazione a 360 gradi, che passa dalla presenza di quattro telecamere Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove capace di darci la situazione completa di ciò che sta accadendo intorno al nostro veicolo. In più, sempre a 360 gradi ci sono i sensori del parcheggio, che ci aiutano anche in quei casi in cui, per esempio, ci avviciniamo a un cordolo particolarmente alto o a un ‘panettone’. Per il resto, la nostra Passat dispone di un sistema infotainment completo che merita focus a parte. A chi si rivolge La versione ‘base’ di Volkswagen Passat Alltrack parte da circa 39.000 euro mentre la nostra, la Highline comprensiva di qualche optional, tocca i 46.000 euro. Non tantissimi, in valore relativo, se valutiamo le possibilità di utilizzo di una vettura davvero versatile e particolare. Non sentiamo nemmeno la mancanza di un motore benzina, perché nel nostro Paese il diesel la farebbe comunque da padrone. Video 12 13 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove Ideale quindi per le lunghe percorrenze in totale comfort, relax e silenzio, Volkswagen Passat Alltrack dà quel valore aggiunto a chiunque abbia bisogno-voglia di misurarsi su percorsi fuori dall’ordinario. Sempre con la massima sicurezza e l’estrema sobrietà alle quali il modello ci ha da sempre abituati. In conclusione La compreremmo? Dipende. La trazione integrale, per quanto intelligente, rappresenta un dispendio di carburante in più rispetto alla semplice trazione anteriore, e anche in chiave di utilizzo ci piacerebbe valutare l’acquisto di Volkswagen Passat Alltrack solo se avessimo la possibilità di sfruttarla in ogni sua accezione. Per ciò che riguarda la sicurezza, la trazione integrale da sempre rappresenta nella mente di chi acquista un plus non da poco. Ma se andrete a comprare Volkswagen Passata Alltrack non fermatevi alle strade di sempre: provatela anche in offroad. Pescherete ottime sensazioni. 14 15 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito PROVA SU STRADA Periodico elettronico di informazione automobilistica MAZDA2 1.5 DIESEL E CONSUMI RECORD Abbiamo assaggiato la Mazda2 con il nuovo 1.5 diesel Skyactiv-D da 105 CV. Un’auto che grazie ad una tecnica raffinata garantisce consumi da record di Matteo Valenti 16 17 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito C i sono tanti modi per far consumare il meno possibile un’automobile. Il primo è dotarla di un motore di ultima generazione, ricco di complessi sistemi per migliorare oltre ogni limite l’efficienza. Il secondo è costruire un’auto che, senza compromettere la sicurezza, sia la più leggera possibile. Ma gli ingegneri Mazda è da una vita che percorrono strade alternative (chi si ricorda il mitico Wankel?). E infatti, anche questa volta, si sono inventati una terza via che nessun altro costruttore aveva finora deciso di percorrere. Hanno cioè puntato tutto sia sulla leggerezza che sull’innovazione tecnica applicata ai motori. In una maniera però sempre anti-convenzionale e diversa da tutti gli altri. Periodico elettronico di informazione automobilistica Gram strategy come MX-5 E’ nata così la nuova Mazda2. Un’auto compatta, una citycar da 4,06 m che, nonostante le dimensioni nasconde un livello di raffinatezza difficile da trovare sulla concorrenza. Come sul gioiello di famiglia, la MX-5, la roadster più venduta del mondo, anche la piccola Mazda2 è stata oggetto di una vera e propria “gram strategy”. Una strategia di progettazione quasi in stile Lotus e che comunque si trova solo su sportive di razza. Gli ingegneri cioè hanno cercato di limare peso in ogni angolo, in modo da ottenere la citycar più leggera di tutte. E ce l’hanno fatta. La Mazda2 diesel pesa solo 1.040 kg, circa 100 kg in meno rispetto alla diretta concorrenza. Per avere un termine di paragone è come se tutte le altre citycar viaggiassero sempre con una Kawasaki 450 da cross nel bagagliaio… Media 1.5 Skyactiv-D: piccolo gioiello Grazie all’utilizzo massiccio di acciai ad alta resistenza però, francamente difficili da trovare su altre auto di questa categoria, i tecnici giapponesi sono riusciti ad avere un’auto leggera ma al tempo stesso sicura. E poi c’è il motore, l’altro asso nella manica della Mazda2. Si tratta del nuovo 1.5 Skyactiv-D che abbiamo già apprezzato al volante di CX-3. E’ un quattro cilindri con turbo a geometria variabile in grado di erogare 105 CV e 220 Nm di coppia tra i 1.400 e i 3.200 giri/min. Pur essendo un motore “piccolo”, eredita tutte le migliore tecnologie Skyactiv già viste sul già elogiato 2.2 diesel Mazda. Per risparmiare peso hanno progettato diverse componenti in alluminio (albero di trasmissione, testata, monoblocco). Il cielo del pistone poi ha un design anti-convenzionale, che permette di avere una migliore combustione della miscela e quindi di ridurre alla 18 Prove radice le emissioni. Non mancano altre particolarità come un intercooler raffreddato ad acqua e inserito direttamente nel collettore di aspirazione e due valvole EGR per il ricircolo dei gas di scarico (una a bassa l’altra ad alta pressione). Chiude il quadro il filtro anti-particolato montato in parallelo all’EGR nella parte posteriore. Il motore è abbinato al nuovo cambio manuale Skyactiv-MT a sei marce, più leggero di 7 kg rispetto a quello di precedente generazione. Peccato che al momento il piccolo diesel non sia ancora abbinabile all’automatico Skyactiv-Drive, che rimane solo sul 1.5 benzina più potente. Tutti accorgimenti che hanno consentito a Mazda di raggiungere l’omologazione Euro 6 senza ricorrere ai complessi sistemi di post trattamento con catalizzatori SCR e iniezioni di urea o AdBlue. Il tutto è impreziosito poi dal fatto che Mazda ha sviluppato tutto in house, dai pistoni al cambio fino al sistema di sovralimentazione. 19 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 20 Periodico elettronico di informazione automobilistica 21 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Mazda2 diesel, che consumi! Estrema leggerezza e un motore così innovativo formano una coppia imbattibile nel contenimento dei consumi. Per scoprirlo abbiamo preso parte ad una “EcoRace”, una gara di consumi che ci ha permesso di scoprire le potenzialità massime della Mazda2. Nel corso del test, dove abbiamo guidato a basse andature e un filo di gas, sfruttando al massimo l’efficenza della vettura, siamo riusciti a portare a casa un risultato medio di 3,2 l/100 km. Un valore impressionante, pari a oltre 31 km con un litro di gasolio. Nella realtà dei fatti in ogni caso, quindi al di fuori dei confini di una gara di consumi, con una guida sempre accorta ma “normale”, la Mazda2 Skyactiv-D riesce comunque a portare a casa risultati sorprendenti. Non è difficile portare a casa percorrenze medie superiori ai 20 km/l. 22 Prove Periodico elettronico di informazione automobilistica Una piccola ammiraglia Ma la nuova Mazda2 ha un’altra particolarità. Sulla carta dovrebbe essere una delle tante vetture di segmento B. Un’auto della categoria a cui appartengono Polo, Clio, Punto e Fiesta giusto per intenderci. Nella realtà dei fatti però si dimostra qualcosa di più. Gli uomini della Casa di Hiroshima la chiamano “piccola ammiraglia” e, al di là delle evidenti logiche di marketing, c’è anche della sostanza. La piccola Mazda2 infatti è l’unica citycar ad offrire fai full led con abbaglianti adattivi, ma anche un vero e proprio head-up display e sistemi per il monitoraggio dell’angolo cieco e dell’abbandono involontario di carreggiata. Tutte tecnologie prelevate direttamente dall’ammiraglia, la Mazda6, e trapiantate nella citycar di famiglia. Il tutto condito da una qualità complessiva sopra la media, come testimoniano il lucido 23 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove applicato anche sui bancardi e gli interni degli sportelli, le abbondanti guarnizioni e le plastiche interne di ottima qualità. Anche la Mazda2 però ha il suo tallone d’Achille. Che in questo caso si chiama “spazio”. Se davanti si sta veramente comodi, grazie a sedili ampi e una posizioni di guida studiata alla perfezione, dietro i più alti rischiano di sfiorare il cielo dell’abitacolo con la testa. E anche il bagagliaio, con 280 litri, si dimostra un po’ sacrificato rispetto alla concorrenza (c’è chi arriva a 330 litri...). E il profondo gradino in corrispondenza della soglia non migliora le cose. Infine i prezzi. Tanta qualità nella progettazione e nella resa finale ha un prezzo. La versione 1.5 diesel, disponibile a partire dall’allestimento intermedio Evolve, già molto completo, parte da un prezzo di 17.300 euro. Ma per la versione top di gamma Exceed, equipaggiata con tutte le sfiziosità di cui vi abbiamo parlato arriva a sfiorare i 20.000 euro. 24 25 PROVA SU STRADA FORD FOCUS RS Il listino a 39.500 euro la nuova arrivata dell’Ovale blu sbaraglia la concorrenza con prestazioni incredibili ed una guidabilità davvero eccezionale. Peccato per la posizione di guida, troppo alta di Emiliano Perucca Orfei 26 27 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica zione e controllo elettronico pensato per trasferire coppia alla ruota con maggior aderenza in fase di accelerazione ma anche frenare la ruota interna alla curva (o accelerare l’esterna) per eliminare il sottosterzo attraverso la funzione Dynamic Torque Vectoring. Un sistema molto complesso, davvero lo stato dell’arte in questa categoria (e non solo), calato nel contesto di una vettura lunga 436 cm, larga 182, alta 148 (passo 265) con un peso in ordine di marcia di 1.524 kg. Dimensioni da Focus tradizionale, bagagliaio compreso visto che anche il bagagliaio di 363 litri, estendibile a 1.262 in modo progressivo, è lo stesso delle versioni tradizionali. Media Tante sfiziosità Che sia una RS lo si capisce subito: le forme, innanzitutto, sono state riviste in particolar modo nella zona frontale, dove ora spicca lo shark-nose chiaramente ispirato a quello della Mustang. Degne di nota anche le enormi prese d’aria per il L a nuova Ford Focus RS segna un momento molto importante nella storia delle sportive firmate dall’Ovale blu. A differenza di quanto avveniva in passato, infatti, questa Focus non avrà alcuna declinazione sportiva in ambito rally o pista ma è stata pensata al 100% per offrire divertimento e piacere di guida indipendentemente da necessità sportive legate per lo pioù ai regolamenti. I tecnici Ford, insomma, questa volta più di ogni altra hanno avuto carta bianca e così oltre alla reintroduzione della trazione integrale (mancava dal 1995, Escort RS 2000) è stato ben pensato di utilizzare un motore come il 2.3 EcoBoost già visto sull’ultima Mustang con i dovuti accorgimenti del caso. 28 Prove raffreddamento del motore ma anche dell’intercooler e dei freni anteriori. Dietro spiccano il doppio scarico, l’estrattore d’aria inferiore con luce fendinebbia centrale integrata ed un ala superiore...ben visibile anche dal profilo laterale. Anche l’abitacolo è stato personalizzato secondo i canoni sportivi RS: nuovi i sedili sportivi, disponibili in tre diverse configurazioni tra sportività e confort, così come inedita è la strumentazione che viene integrata per l’occasione con uno specifico pannello strumenti nella parte superiore della plancia con manometro e termometro dell’olio oltre che la pressione di sovralimentazione del turbo. Spiccano tra i vari accessori anche la pedaliera in alluminio, i rivestimenti in pelle dei pannelli porta con impunture blu - riprese anche su sedili e volante - mentre in termini di tecnologia si fa notare il maxidisplay da 8” al centro della plancia ricco di informazioni e funzionalità. Tra le varie possibilità offerte dal Sync2 anche la Che numeri L’ultima delle Rally Sport, dunque, può contare sui 470 Nm (in overboost a 2.000 giri) del quattro cilindri turbo ad iniezione diretta portato per l’occasione a 351 CV con interventi massicci su elettronica, aspirazione e linea di scarico. Un motore, il 2.264 cc americano, che assicura alla sportiva Ford prestazioni elevatissime con una velocità massima di 266 km/h ed una accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,7 secondi. Consumi ed emissioni parlano di 13 km/litro (dichiarati) con una produzione di CO2 pari a 175 g/ km. Cambio? Sei marce manuale. Non esiste l’opzione per l’automatico. Numeri indubbiamente eccezionali gestiti da un sistema di trazione integrale in grado di trasferire, in base alla modalità di guida prescelta, fino al 70% della coppia sull’asse posteriore. Asse su cui agisce un differenziale a doppia fri29 30 31 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove telecamera posteriore (Rear View Camera) ed alcune funzionalità dedicate alla RS come quella - curiosa - della ricerca vocale dell’autodromo più vicino... Non manca un selettore per le modalità di guida: si trova sul lato sinistro della leva del cambio, anch’essa rivestita in pelle e dotata di una finitura superiore in alluminio. Alla voce sicurezza si fa notare la frenata automatica in città (Active City Stop), attivo fino a 50 km/h, e i fari bi-xenon, dotati della medesima tecnologia adattiva (Adaptive Front Lighting) della nuova Focus. Dal vivo: com’è fuori Sarà anche per l’azzurro - davvero bello - che ne accompagna il lancio ma la nuova Focus RS è un’auto in grado di dichiarare le proprie intenzioni e la diversità dalla gamma tradizionale al primo sguardo. Con carreggiate più larghe, diversa conformazione delle prese d’aria, estrattore e profilo alare posteriore e cerchi da 19”...in effetti l’effetto non poteva che essere questo e l’obiettivo, dunque, è indubbiamente centrato. Questo non significa che la Focus RS sia però pacchiana: è evidente che le modifiche, prima che estetiche, sono pensate per esaltare la meccanica e rendere l’ultima delle Rally Sport una vera e propria pietra miliare tra le sportive compatte di questo decennio. Video Dal vivo: com’è dentro Le modifiche apportate dal team di sviluppo RS alla Focus non sono numerose, anzi... L’abitacolo per quanto evoluto elementi come la strumentazione, con una speciale palpebra centrale dedicata ai manometri, appare meno personalizzato di quanto ci si potrebbe aspettare guardandola da fuori. Certo, la nuova strumentazione, il battitacco, il rivestimento del volante ma soprattutto i sedili racing fanno capire che ci si trova a bordo della Focus più veloce di sempre ma da una vettura del genere ci si poteva aspettare qualcosa di ancor 32 33 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 34 Periodico elettronico di informazione automobilistica 35 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica più estremo: anche il selettore delle modalità di guida, vera porta d’accesso al mondo del divertimento, quasi passa inosservato a fianco della leva del cambio. Per il resto non cambia quasi nulla in termini di fruibilità rispetto alla Focus: il bagagliaio e la possibilità di estensione abbattendo gli schienali posteriori è la stessa mentre per quanto riguarda i posti posteriori c’è un po’ meno posto per le gambe, dovuto al fatto che i Recaro sono più voluminosi rispetto ai sedili di serie. Come si guida AAl volante della nuova Ford Focus RS si viene subito colpiti da un elemento negativo, forse l’unico vero neo di questa vettura: la seduta, infatti, dà l’impressione di essere alta ed allo stesso tempo il sedile appare troppo morbido nell’imbottitura centrale e troppo rigido nelle sponde laterali. Va un po’ meglio con l’opzione più sportiva, offer- Prove ta a pari prezzo, globalmente più scomodo ma più “lineare” nel supporto. Peccato perché è un dettaglio, soprattutto quello dell’altezza della seduta, che toglie un quid all’immenso piacere di guidare che questa vettura offre. Sì, immenso, avete letto bene. Questa è senza mezzi termini l’auto che va a reimpostare i parametri delle compatte ad alte prestazioni per quanto riguarda la guidabilità. Vero, Mercedes offre tanti CV in più su Classe A e CLA a fronte di una cilindrata addirittura ridotta. Ma è evidente come in Ford si siano voluti portare oltre in termini di guida andando a sbaragliare la concorrenza sul piano della guida. Una trazione integrale a misura di curva - sovrasterzante in uscita e pronta a puntare la corda in ingresso - del resto non si era mai vista, almeno non con questo genere di prestazioni. Eppure è questo quello che accade quando si imposta la vettura in modalità Drift: la RS diventa Video 36 37 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito una vera lama, non troppo rigida di sospensioni, ma comunque ben supportata, e pronta ad aggredire curve assicurando una facilità di guida ed una piacevolezza davvero assolute: davvero egregia la progressione con cui il retrotreno allarga fuori dalle curve, perfetta la quantità di coppia che rimane davanti per far fare “strada” alla vettura, notevole il modo in cui il torque vectoring posteriore accelera la ruota esterna alla curva (o frena nel caso della interna) per eliminare il sottosterzo. Un incontro di qualità che viene ben supportato dalla coppia del motore - è un 2.3 turbo - che non si dimostra incredibilmente prestazionale agli alti regimi pur vantando una spinta eccezionale tra i 2.500 ed i 5.500: oltre a questo regime anche i tecnici Ford attraverso l’accensione della spia 38 Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove RS sul quadro suggeriscono la cambiata, pur lasciando al pilota la possibilità di spingersi sino a 6.800 giri nel caso in cui ci fosse bisogno di una certa dose di allungo tra una curva e l’altra o per chiudere velocemente un sorpasso. Un motore che suona molto bene, che non urla ai medi regimi ma si fa sentire senza essere mai fastidioso, ben intonato anche allo spirito di sportività quotidiana che i tecnici Ford volevano assicurare alla vettura anche nelle modalità Normal e Sport: in questi due driving mode le caratteristiche di ammortizzatori, risposta dello sterzo ed acceleratore sono prettamente stradali, con la Sport leggermente più rigida per assicurare un feeling di guida più “indicata” per chi non sa che farsene di una guida “eco”. Cambia tutto in Circuito: a differenza di Drift i 39 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito tecnici Ford hanno puntato tutto sulla prestazione, spostando parte della coppia dietro ma non in modo quasi costante come nella modalità più estrema. Questo significa che la vettura è leggermente più sottosterzante in uscita di curva ma soprattutto vanta sospensioni più rigide, che rendono più efficace la guida nelle fasi di frenata e appoggio. 40 modalità che permette di ottenere tempi in pista incredibili a meno che il tracciato non sia leggermente bagnato o scivoloso. In quel caso le possibilità offerte dalla trazione integrale in modalità Drift sono più elevate. Drift significa anche “guida di traverso” ed in effetti abbiamo utilizzato la vettura anche per una sessione di vero drifting: la vettura non è ovvia- Prove Periodico elettronico di informazione automobilistica mente “pulita” nell’esecuzione di alcuni comandi, come le trazioni posteriori. Ma quello che si riesce a fare con la RS attorno ad un birillo è davvero degno di un campione della specialità. Il tutto senza faticare troppo. Il sistema, del resto, è pensato per fare quasi tutto da solo in questa modalità. In conclusione Levato il problema della seduta un po’ troppo alta la Focus RS è davvero l’emblema di come dovrebbe essere oggi una sportiva compatta. Trazione integrale spostata sul retrotreno, 350 CV, coppia da vendere ma soprattutto una taratura di sterzo e freni al top. Ci ha messo tanto ad uscire, molto più del previ- 41 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Prove sto: del resto, proprio come dichiarato dalla stessa Ford, durante la prima fase di sviluppo i tecnici non avevano ritenuto la RS ancora sufficientemente efficace...e si sono presi il loro tempo. Il risultato ha dell’eccezionale e non resta che fare i complimenti a Ford per un’auto che è già un’icona di sportività assoluta. Peccato, come al solito, che in Italia il superbollo la renda proibitiva come costi di mantenimento: il prezzo di 39.500 euro, altrimenti, sarebbe davvero molto interessante. Video 42 43 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica za. Sotto il profilo meccanico, da Stoccarda assicurano di aver realizzato uno sterzo più diretto e sensibile, per questa versione. Immancabile, invece, il Dynamic Select con le canoniche cinque modalità di guida tipiche di Mercedes. Anche in questo caso, saranno previste come optional le sospensioni Air Body Control, tramite le quali è possibile variare l’altezza complessiva da terra della vettura. Non abbiamo cambiamenti di sorta sotto il cofano. Va detto, per prima cosa, che tutte le vetture saranno dotate del cambio 9G-Tronic e della trazione integrale 4Matic. Aspettando chiaramente la versione AMG 43, lanciata recentemente, troviamo i già visti motori a diesel – 220d da 170 CV News e 250d da 204 CV - e benzina, 250 4Matic Coupé da 211 CV. Con i dati emersi dal ciclo di omologazione, la vettura attesta il proprio consumo di carburante per 100 km su valori compresi tra i 5.1 litri per il diesel ed i 7.0 litri per la benzina. Nel prossimo futuro arriverà la versione ibrida 350e, il cui powetrain – abbinato al 7G-Tronic – eroga una potenza massima di 320 CV. Praticamente infinita la lista degli accessori, con la possibilità di installare cechi in lega da 20”, oltre a scarichi studiati ad hoc per le versioni a benzina ed all’allestimento AMG Line. Prevista, infine, la GLC Coupé Edition 1, il cui allestimento è full optional. Media SVELATA AL SALONE DI NEW YORK MERCEDES GLC COUPÉ di Marco Congiu | Mercedes ha finalmente tolto i veli alla GLC Coupé, l’auto che darà battaglia alla BMW X4 E ra puramente questione di ore prima che Mercedes si decidesse a scoprire la sua GLC Coupé. Dopo una lunga serie di avvistamenti e di foto spia, le ultime risalenti a pochi giorni fa, il SUV sportivo di Stoccarda ha debuttato ufficialmente al Salone di New York. Le forme sono da sportiva, e cambiano anche lievemente le dimensioni. La lunghezza passa a 4.73 metri, con l’altezza che viene ridotta a 1.60 metri. Il bagagliaio, inevitabilmente, è ridimensionato: sono 491 i litri di capacità con il divano posteriore 44 alzato, mentre diventano 1.205 abbassando completamente il pianale, a fronte del 1.600 l del SUV tradizionale. Il frontale è il classico già visto sulla versione standard, ai quali è possibile abbinare in opzione i fari Full Led. Vengono inserite invece le paratie attive all’interno della mascherina, per raffreddare il propulsore. Anche grazie a questa soluzione, l’auto è così in grado di raggiungere un valore di penetrazione aerodinamica pari a 0.31. La GLC Coupé non rappresenta un cambiamento unicamente nelle forme, ma anche nella sostan45 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito SUBARU IMPREZA QUINTA GENERAZIONE Al Salone di New York debuttano le nuove Impreza berlina e 5 porte N essuna rivoluzione di design, ma sotto la carrozzeria della nuova Subaru Impreza svelata al Salone di New York 2016 c’è una piattaforma tutta nuova, la “Subaru Global Platform” che dopo il modello più celebre della Casa delle Pleiadi verrà adottata sui quelli futuri. Presentata sia in versione berlina che 5 porte, la nuova Subaru Impreza di quinta generazione è più lunga e larga di quasi 4 centimetri rispetto al modello uscente. Le dimensioni sono simili alle versioni uscenti: 4,62 metri di lunghezza per la berlina e 4,46 per la hatchback, con un passo di 2,67 metri per entrambi i modelli. Dal punto di vista della meccanica, Subaru rimane fedele al suo schema classico, ovvero trazione 46 Periodico elettronico di informazione automobilistica News Media integrale per tutte le versioni e motore boxer. Il 2 litri è stato aggiornato con l’adozione dell’iniezione diretta e la potenza sale dai precedenti 148 a 152 CV. Il cambio è invece il CVT Lineatronic, che però ha la possibilità di emulare la cambiata grazie alla funzione manuale comandata da palette al volante che offre 7 velocità. Per quanto riguarda la tecnologia di bordo, la nuova Impreza nella versione destinata al mercato nordamericano debutta con una versione aggiornata del sistema EyeSight che integra i sistemi di frenata di emergenza, mantenimento della carreggiata, antiabbagliamento, fari adattivi, rilevazione di ostacoli negli angoli ciechi e frenata automatica in retromarcia. 47 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica News CHEVROLET CAMARO ZL1 CABRIO SORPRESA AL SALONE DI NEW YORK Con una mossa a sorpresa, a pochi giorni dalla presentazione, Chevrolet svela a New York la Camaro ZL1 cabriolet P resentata meno di due settimane fa nella variante coupé, oggi ammiriamo la versione a cielo aperto della neonata Chevrolet Camaro ZL1. Non sono significativi i cambiamenti rispetto alla sorella con il tetto rigido. La novità principale risiede per l’appunto nel tettuccio in tela retrattile, mentre gli interni sono stati lievemente rivisitati, con l’introduzione di sedili sportivi firmati Recaro 48 con cuciture rosse a contrasto. Il propulsore è il già noto V8 sovralimentato da 6.2 litri, capace di erogare una potenza prossima ai 650 CV, e si presenta munito di trasmissione manuale a sei marce o automatica a dieci rapporti. Chevrolet non ha rilasciato dati riguardo le performance della Camaro ZL1 cabrio, ma i tecnici affermano che avrà prestazioni simili rispetto alla versione coupé. 49 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica News TOYOTA PRIUS PLUG-IN HYBRID NOVITÀ CHE CONSUMA 1,4 L/100 KM Arriva la nuova versione “alla spina” della Prius. In Europa sarà lanciata alla fine dell’anno U n consumo di 1,4 l/100 km ed emissioni di CO2 pari ad appena 32 g/km. Con queste credenziali debutta al Salone di New York 2016 la nuova Toyota Prius Plug-in Hybrid. Lariante con batterie ricaricabili dell’ibrida più popolare del mondo che in Europa sarà lanciata alla fine dell’anno. Grazie alla nuova batteria agli ioni di litio dalla capacità di 8,8 kWh, la nuova Prius Plug-in estende la sua autonomia di muoversi a sola corrente elettrica fino a 50 km e fino ad una velocità massima di 135 km/h. La combinazione del motore elettrico e del motore termico 4 cilindri 1.8 litri a ciclo Atkinson, come detto, richiede nel ciclo misto solo 1,4 litri di ben- 50 zina 100 km. Lo studio aerodinamico ha permesso di ottenere un Cx pari a 0,24 dal momento che una bassa resistenza all’avanzamento è cruciale nel contenimento dei consumi, così come un peso basso. I progettisti della Casa di Nagoya non hanno lasciato nulla al caso, prevedendo addirittura un portellone posteriore realizzato in fibra di carbonio. A differenza del modello plug-in precedente, in cui le differenze con la Prius standard erano minime, la nuova Prius Plug-in ha un design specifico ed ancora più futuristico rispetto all’ultima generazione lanciata di recente, alla quale la Prius Plugin si affiancherà alla fine del 2016 51 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica MAZDA MX-5 RF ECCO LA “RETRACTABLE FASTBACK” di Daniele Pizzo | Ecco la nuova MX-5 con tetto rigido che debutta al Salone di New York. In Europa la vedremo nel 2017 A vevamo anticipato un anno fa in una nostra conversazione con Kenichiro Saruwatari, uomo chiave del reparto R&D, ed eccola qua la nuova Mazda MX-5 RF, ovvero la MX-5 con tettuccio rigido che si affiancherà alla versione tradizionale con capote in tessuto. La ricetta non è nuova: già in passato la Casa di Hiroshima aveva proposto la versione Roadster Coupé, apprezzata soprattutto nei paesi con climi più rigidi, ma questa volta per la MX-5 di quarta generazione è stata adottata la sigla “RF” che sta per “retractable fastback”. Più che a una spider, infatti, i progettisti giapponesi si sono ispirate alle linee di una coupé fast52 back, ovvero coda corta e lunotto verticale che in questo caso si sposta per fare spazio al tettuccio nella manovra di apertura e ritorna in posizione una volta completata l’operazione. Il risultato è una linea che fa della MX-5 una coupé se si viaggia al chiuso e una “targa” se si ripiega l’hard top, che sulla Mazda MX-5 RF si apre e chiude elettricamente in 12 secondi fino alla velocità di 10 km/h, senza sottrarre spazio al bagagliaio la cui capienza rimane di 130 litri. La nuova versione sarà disponibile in Europa nel 2017 con una scelta di due motori a benzina: - lo SKYACTIV-G 1.5 e lo SKYACTIV-G 2.0, abbinati sia al cambio manuale SKYACTIV-MT a sei marce o al cambio automatico a sei velocità. 53 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica barda sia saldamente in testa nella triste classifica dei comuni che incassano di più dalle multe: ogni milanese, considerando solo quelli dai 18 anni in su, paga in media 139,11 euro all’anno tra sanzioni, ammende e oblazioni (Il Sole 24 Ore). Milano, comune dalle “multe facili” E non è credibile che i milanesi siano così indisciplinati alla guida da richiedere controlli severi e punizioni esemplari. Qualcosa non torna, perché all’ombra della Madonnina le multe, da strumento educativo per migliorare la circolazione, si sono trasformate ormai in un misero espediente per fare cassa. O se preferite, in una vera e propria tassa occulta con cui coprire i buchi di bilancio, con la subdola scusa della sicurezza stradale. Citiamo alcuni episodi che testimoniano questa scellerata intenzione. Tutto è iniziato con l’installazione dei sette nuovi autovelox con limiti stridenti: 50 all’ora su strade a grande scorrimento, con doppia carreggiata e barriera centrale. Segnalati per eccesso con decine e decine di cartelli, tanto da non far capire – come invece vorrebbe la legge – dov’è la postazione. Risultato: strage di multe. Attualità Addirittura così numerose da non essere neppure previste dal comando. E poiché i vigili non riuscivano a star dietro alla gigantesca mole di verbali prodotti dagli occhi elettronici (oltre 700.000 in 10 mesi), migliaia di verbali sono stati recapitati a tempo scaduto, oltre i 90 giorni previsti per legge. Goffa soluzione inventata a Milano: scrivere arbitrariamente sui verbali che i 90 giorni non andavano contati dal momento del flash ma da quando il vigile prendeva in mano l’incartamento relativo. Sconfessato da giudici e da ministeri, il comando si è attrezzato per affidare ad esterni – ci dicono, cooperative di servizio – lo smaltimento dei verbali. Ma la fretta fa bene alle casse, non alla precisione. Pagate un tanto al pezzo, le cooperative non andavano troppo per il sottile: un verbale per ogni foto scattata, senza molti controlli, senza indagare oltre. Col risultato che i milanesi si sono trovati nella posta sanzioni illegittime, che non avrebbero mai dovute essere recapitate. Con velocità vistosamente errate (come abbiamo documentato su Automoto.it l’anno scorso), o senza accorgersi che l’infrazione era stata commessa su un’altra corsia o ancora con verbali inviati a tutte le auto visibili nella foto. MILANO LINATE TRE ANNI DI MULTE ILLEGITTIME di Enrico De Vita | Il Comune di Milano è andato avanti a multare a tutto spiano gli automobilisti che entravano nelle corsie preferenziali a Milano Linate. Ma non ne aveva il diritto D a qualche tempo i “ghisa” milanesi multano con troppa disinvoltura gli automobilisti. Ma questa volta hanno superato i limiti della decenza e del buon gusto. Vi raccontiamo come abbiamo scoperto l’ultimo episodio di poca trasparenza e di tanta prevaricazione nei confronti di chi usa 54 l’auto. Quando si parla di sistemi per incrementare il numero delle multe, al Comune di Milano si accendono le lampadine. E non bastano gli oltre 157 milioni di euro che rappresentano il fatturato annuo delle sanzioni stradali a saziare la fame di soldi degli amministratori. Né è un deterrente il fatto che la metropoli lom55 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Abbiamo la netta impressione che si sparasse nel mucchio per costringere cittadini inermi a pagare multe illegittime. In alternativa, cascate di ricorsi, uffici dei giudici di Pace intasati. Trucchi e tranelli per “fare cassa” a tutti i costi Ma la fame di soldi non conosce confini. E così il Comune di Milano, alla fine dell’anno scorso ha inventato un’altra originale interpretazione: il periodo di tempo concesso al cittadino per pagare le multe con lo sconto del 30% (5 giorni) o quello per evitare il raddoppio della sanzione (60 giorni) non andrebbe contato dal momento del pagamento via bonifico o homebanking, ma da quando i soldi materialmente entrano nelle casse comunali. Periodico elettronico di informazione automobilistica Quindi se voi al terzo giorno, che cade di venerdì, fate il bonifico al 70%, ritenendo di essere perfettamente in tempo, a Milano vi considerano fuori tempo massimo. Infatti, vedono i soldi appena svegli, lunedì mattina, quando materialmente entrano nel conto, ma li considerano in ritardo e, dopo alcune settimane, vi recapiteranno un nuovo verbale col quale si pretende da voi il 30% rimanente. Non è finita, manca la beffa. Ve lo invieranno allo scadere dei 60 giorni dal primo verbale, in modo che perdiate l’ultimo treno: e la cifra da versare sale al 200% della prima sanzione. Decine di cittadini hanno patito questo strozzinaggio inverecondo. Milano, con la collaborazione della potente associazione dei Comuni d’Italia, ha ottenuto addirittura il parere favorevole del ministero dell’Interno per confermare che, nel caso dei pagamenti elettronici o a mezzo banca, vale il momento dell’accredito e non quello del pagamento. Sembra quasi una puntigliosa rivincita del Comune sulla brutta figura fatta nello sforare i 90 giorni per l’invio dei verbali. Per fortuna, giorni fa, nella legge di stabilità, un emendamento ha concesso ai pagamenti elettronici un extra tempo di due giorni: bontà loro. Multe a Linate, qualcosa non torna Milano sembra averci preso gusto agli “incassi facili”, così nell’autunno 2015 ha pensato di installare altre telecamere, questa volta all’aeroporto di 56 Attualità Linate, per vigilare sulle corsie riservate ai mezzi pubblici e taxi. Guai a chi sgarra, basta un errore, anche per una semplice distrazione, e la multa (circa 80 euro) è assicurata. Ma per rendere più lucrosa l’iniziativa non sono stati emessi preavvisi a mezzo stampa o aggiunti cartelli premonitori del tipo “viabilità modificata”. Un nostro lettore si è visto recapitare non uno ma dieci verbali per essere finito involontariamente nelle corsie preferenziali. Considerata l’assurdità della sanzione, non ha esitato a fare ricorso. Sui verbali si legge la strana indicazione toponomastica: “Infrazione commessa in Milano, piazzale dell’aeroporto di Linate”. Ma in Milano, non esiste quel piazzale, e non può esistere perche Linate ricade nel territorio di Segrate. Quindi verbali 57 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito con false indicazioni, solo una sciocchezzuola. Siamo in possesso delle controdeduzioni che il comando di Milano ha presentato al giudice per respingere i ricorsi: le telecamere erano omologate e le corsie segnalate correttamente, non era obbligatorio aggiungere nulla ai cartelli, le dieci sanzioni non sono interconnesse tra loro, ma distinte l’una dall’altra. Infine si spiega che a Linate può operare il comando di polizia municipale di Milano in virtù di un protocollo firmato nel 2012 fra Segrate, Peschiera Borromeo e Milano, alla presenza del prefetto. Quindi, il cittadino avrebbe dovuto pagarle tutte quante, fino all’ultimo centesimo. Indagando sulle competenze dell’area aeroportuale sono saltate fuori situazioni che definire strane è riduttivo. La prima è il famoso protocollo che ci veniva ripetutamente nascosto e negato con giustificazioni tutt’altro che chiare, sia dai comandi di Milano che di Segrate. Finalmente a metà marzo ne siamo entrati in possesso. Leggendolo con attenzione ci siamo accor58 Periodico elettronico di informazione automobilistica Attualità ti di un particolare che qualcuno, a Milano, deve aver fatto finta di non vedere. L’articolo 9 infatti stabilisce che il protocollo, datato febbraio 2012, ha validità annuale. Pertanto, il protocollo è scaduto alla fine del 2012 e non è stato più rinnovato. Non solo ma in fondo al testo c’è scritto che “non è previsto il tacito rinnovo”. Quindi, in quella zona, che appartiene al Comune di Segrate, i vigili di Milano non possono operare attualmente. Multe all’aeroporto non valide Il protocollo stabiliva inoltre che i proventi delle sanzioni effettuate nella zona di fronte al terminal di Linate dovevano finire nelle casse del comune “dal quale dipende l’agente di polizia locale che ha accertato la violazione”. E siccome, a partire dal 2011, fino ad oggi, solo la polizia locale milanese ha operato nello scalo aeroportuale, capiamo l’interesse ad installare disinvolte e redditizie telecamere che avrebbero 59 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 60 Periodico elettronico di informazione automobilistica Attualità 61 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Attualità assicurato a Palazzo Marino una nuova fonte di reddito, facile e immediata. Non comprendiamo, invece, perché Segrate abbia rinunciato tanto passivamente a spartire la torta. Cosa c’è sotto? Il comune di Milano ha continuato fino ad oggi, quindi ben oltre il limite del dicembre 2012, ad operare come se il protocollo fosse ancora in essere benché scaduto da un bel pezzo. Si deduce quindi che tutte le violazioni accertate dalla polizia locale di Milano dal 2013 in poi, comprese quindi quelle del nostro lettore, non possono essere valide perché emesse illegittimamente. Ed è urgente che vengano annullate in autotutela prima che il caso venga sanato con colpi di spugna ancor più insopportabili per i milanesi. Ancora una volta dobbiamo riscontrare come la gestione delle multe stradali al Comune di Milano, sia tutt’altro che limpida. Il cittadino, a fronte ad una semplice richiesta di spiegazioni, dopo aver fatto ricorso, si imbatte spesso in mille difficoltà e in atteggiamento delle istituzioni sempre sulla difensiva e addirittura omertoso. Il nostro lettore infatti ha dovuto lottare come un leone per ottenere il protocollo di intesa che regola la gestione dell’aeroporto, benché avesse tutto il diritto di richiederlo. Andate a leggere nella foto qui sotto cosa gli rispondeva il comando di Segrate quando lo richiedeva. Come se stesse rompendo le scatole, o se stesse andando a ficcare il naso là dove non doveva. Con questo episodio poi si sono veramente superati i limiti della decenza. Ormai è fin troppo evidente come il cittadino, agli occhi di tante amministrazioni comunali, è visto come un bancomat da spremere, un numero da colpire a caso, uno scolaro da punire sempre. E senza spiegazioni. 62 63 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito PAROLA DI NEOPATENTATA CORSI DI GUIDA SICURA? FONDAMENTALI Periodico elettronico di informazione automobilistica di scuola per la teoria e poi al volante per la pratica, con una serie di esercizi che aiutano ad acquisire una nuova consapevolezza alla guida, cancellando le cattive abitudini a cui si è soliti durante la guida di tutti i giorni. Un’esperienza fondamentale per tutti coloro che guidano abitualmente l’auto, ma ancora più importante per chi viaggia in moto oppure per i neopatentati. Per comprendere fino in fondo l’efficacia di questo tipo di corsi abbiamo chiesto ad una nostra lettrice, in possesso di patente B soltanto da pochi mesi, di partecipare al Corso di Guida sicura ACI, uno dei più completi e conosciuti a livello nazionale. Il merito è della maxi esperienza dei suoi istruttori, che da anni e anni si occupano di formare, tutti i giorni, automobilisti e motociclisti. Ma anche delle strutture, di ultima generazione. Oltre al classico corso organizzato a Vallelunga, nei pressi di Roma, da quest’anno si può scegliere poi anche la nuova pista ACI di Lainate, alle porte di Milano. Attualità Dalla teoria alla pratica... in pista! Ed è proprio in questa struttura, nuova di zecca, che abbiamo potuto seguire, come osservatori esterni, l’intero corso della nostra neopatentata. La giornata è iniziata con una lezione teorica approfondita (è durata circa due ore), dove i partecipanti hanno appreso, anche grazie alla simpatia degli istruttori, le nozioni base più importanti. Dalla posizione di guida corretta, fino alla gestione della frenata di emergenza, passando per sovrasterzo e sottosterzo. Subito dopo però si è passati all’azione, in pista, dove si sono subito messe in pratica le novità spiegate in classe. Qui, anche grazie ai moderni impianti della pista di Lainate, la nostra coraggiosa neopatentata ha imparato prima a interpretare e poi a gestire di conseguenza tutta una serie di fenomeni che non si studiano a scuola guida. All’inizio si è cimentata nella frenata di emergenza con ABS, poi nell’evitamento di un ostacolo improvviso, fino alla gestione sicura di improvvisi di Matteo Valenti | I corsi di guida sicura sono davvero utili? Lo abbiamo chiesto ad una giovane neopatentata, che ha partecipato ad una giornata sulla pista Aci di Lainate, alle porte di Milano L ainate (MI) - Lo diciamo spesso e lo continueremo a ripetere in tutte le lingue. Per guidare sicuri la patente non basta. I nostri neopatentati infatti iniziano a circolare sulle strade italiane con una consapevolezza minima di quello che avviene intorno a loro. Del resto il percorso che porta a conseguire la tanto ambita licenza di guida, così come è stato strutturato in Italia, insegna certamente a condurre un veicolo e a riconoscere i segnali stradali. Ma non riesce a spingersi molto più in là. Con il risultato che molti degli automobilisti italiani non saprebbero cosa fare in caso di emergenza. 64 Perché la patente non basta Conoscere e comprendere le forze che animano un’auto durante il suo funzionamento non è del tutto semplice ma diventa fondamentale per capire come agire di conseguenza. In una parola quindi per saper guidare nel senso più alto del termine. E visto che alla scuola guida non ci sono i mezzi, né le strutture per affrontare un percorso formativo di questo tipo - peraltro non previsto dalla legislazione italiana - arrivano in soccorso i corsi di guida sicura “privati”. Si tratta di vere e proprie giornate di apprendimento attivo in pista. Per un giorno si torna studenti, prima sui banchi 65 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Attualità fenomeni di sovra e sottosterzo. Per chiudere in bellezza poi i partecipanti non si sono lasciati scappare un bel giro in pista a tutto gas, a fianco di un istruttore, con Lamborghini Aventador e Alfa Romeo 4C. Ma è la nostra neopatenta a spiegare meglio di chiunque altro l’utilità di questi corsi. Al termine della giornata ci ha confessato: «Ho imparato tantissimo oggi. Quando sali in auto, in pista, con un istruttore, capisci che la maggior parte di noi guida in maniera completamente sbagliata. Già a partire dalla posizione di guida, quasi nessuno sta seduto in maniera corretta, per non parlare delle mani sul volante. E in caso di incidente può costare caro. Ora lo so e l’ho imparato». «E poi a scuola guida- ha preoseguito - nessuno ci ha mai fatto vedere cosa fare in caso di emergenza. Qui invece mi sono trovata in serie difficoltà e per riuscire a superarle ho dovuto imparare a gestire l’auto in maniera nuova. Non conoscevo la gestione dell’ABS nella frenata di emergenza, ma non avevo mai provato nemmeno cosa succede durante un sovrasterzo. Ora che ho imparato tutte queste cose guido senza dubbio in maniera più consapevole e mi sento più sicura. Fare un corso di guida è fondamentale, la patente non basta! Certo, non costano pochissimo, ma vi assicuro che sono soldi ben spesi». 66 67 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito vello di geometria e dimensionamento, e diverse soluzioni tecniche hanno subito notevoli modifiche o addirittura sono state sostituite da altre. Tutto il motore è stato interessato da un lento ma continuo lavoro di sviluppo e di ottimizzazione, che ha avuto come obiettivi non solo l’ottenimento di prestazioni via via più elevate in relazione alla cilindrata, ma anche una sempre più spinta riduzione dei consumi e delle emissioni unitamente a una maggiore razionalità costruttiva. Il tutto senza trascurare il contenimento dei costi di produzione, voce sempre di straordinaria importanza. Naturalmente anche molto di ciò che sfugge a un esame visivo è stato interessato da questa evoluzione; così ci sono stati interessanti sviluppi a livello di alcuni materiali, di trattamenti superficiali, di riporti e via dicendo. In questa sede però vengono trattati solo gli MOTORI AUTOMOBILISTICI SVILUPPO CONTINUO di Massimo Clarke | Una rapida panoramica per illustrare alcuni importanti cambiamenti subiti dai motori automobilistici negli schemi costruttivi e nel disegno degli organi meccanici B asta aprire il cofano per notare una profonda differenza rispetto a ciò che si vedeva solo venti-venticinque anni fa, anche in vetture di analoga tipologia e con motori di eguale cilindrata e architettura. Quelle che si osservano in questo modo sono però diversità che non interessano la parte mec68 Tecnica Periodico elettronico di informazione automobilistica sviluppi e i cambiamenti che hanno coinvolto gli schemi costruttivi e il disegno degli organi meccanici. La distribuzione Il motore ha subito significative modifiche a livello non solo di componenti ma anche di soluzioni tecniche. Negli anni Sessanta la grande maggioranza delle realizzazioni di serie impiegava una distribuzione ad aste e bilancieri, con albero a camme collocato nel basamento e azionato per mezzo di una catena o di una coppia di ingranaggi. La distribuzione monoalbero era considerata una grande raffinatezza e quella bialbero era ancora più rara. Ben presto però, la situazione è cambiata e ciò è avvenuto in larga misura grazie alla affermazione delle semplici e economiche cinghie dentate, che non richiedevano lubrificazione. Negli anni Sessanta la maggior parte delle auto di serie era dotata di motori come quello qui mostrato in sezione, con distribuzione ad aste e bilancieri, valvole parallele e testa “uniflow” (con condotti di aspirazione e di scarico dallo stesso lato) L’affermazione delle cinghie dentate per il comando della distribuzione ha contribuito in misura fondamentale alla diffusione delle teste mono e bialbero canica; riguardano il complesso di aspirazione, con la cassa filtro e l’eventuale turbo più il relativo scambiatore di calore, il sistema di alimentazione carburante e i vari dispositivi accessori, ma non quello che c’è all’interno del motore. Eppure i vari componenti di quest’ultimo sono stati interessati da importanti cambiamenti a li69 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Si “accontentavano” di un sistema di tensionamento di facile realizzazione. Le camme in testa Si sono così cominciati a diffondere i motori con uno o due alberi a camme in testa. Questo sviluppo ha comportato un cambiamento nella conformazione della testa, che è diventata in molti casi del tipo a flusso incrociato (aspirazione da un lato e scarico dall’altro). In diversi casi ciò è avvenuto parallelamente a una evoluzione della geometria delle camere di combustione che sono passate da quella tradizionale a “scatola di sardine” (o in qualche caso a cuneo), con le valvole parallele, a quella emisfe- Nei basamenti in lega di alluminio, per i quali oggi la scena è dominata dalle canne in ghisa prese di fusione e da quelle integrali con riporto superficiale, in passato le canne umide con bordino di appoggio inferiore sono state diffusamente impiegate Negli anni recenti in molti motori i bilancieri a dito del classico tipo con pattino sono stati sostituiti da altri muniti di rullo. Ciò ha contribuito a ridurre le perdite per attrito nel complesso della distribuzione Periodico elettronico di informazione automobilistica rica. Le quattro valvole Un ulteriore, importantissimo step evolutivo si è avuto con l’adozione anche sui motori di serie di quattro valvole per cilindro, soluzione prima riservata alle realizzazioni da corsa. Oggi molte teste sono realizzate con questo schema, ma numerose altre, dalle quali non sono richieste prestazioni particolarmente elevate, rimangono a due valvole, con ovvi vantaggi in termini di semplicità costruttiva e di costi di produzione. Sempre a livello di distribuzione, significativo appare l’impiego di bilancieri muniti di rullo, che causano minori perdite per attrito rispetto a Un importante passo in avanti, nei motori a quattro cilindri in linea, è stato compiuto passando da tre a cinque supporti di banco Molti motori moderni sono dotati di un sottobasamento nel quale è incorporata la metà inferiore dei supporti di banco. La soluzione è vantaggiosa ai fini della rigidità strutturale quelli dotati di pattino. Per quanto riguarda le molle delle valvole, già da anni si sono affermate diffusamente quelle con spire a passo variabile; sono vantaggiose in quanto, mano a mano che vengono compresse, varia la loro frequenza propria di vibrazione. Di recente hanno iniziato ad essere adottate anche quelle leggermente troncoconiche, che consentono una leggera riduzione della massa mobile. tori bialbero a quattro cilindri degli anni Sessanta e Settanta e un paio di costruttori francesi gli sono rimasti per lungo tempo fedeli. Oggi i basamenti in lega di alluminio in genere sono dotati di canne in ghisa piuttosto sottili che vengono incorporate all’atto della fusione. Una soluzione alternativa, meno diffusa in campo auto (ma largamente impiegata sulle moto), prevede l’adozione di un riporto superficiale all’interno della canna integrale. Nei motori a quattro cilindri si è passati definitivamente da tre a cinque supporti di banco, prima riservati alle realizzazioni di maggiore raffinatezza o di prestazioni più elevate. Per aumentare la rigidezza strutturale, in molti motori moderni al posto dei tradizionali cappelli viene impiegato un sottobasamento, nel quale è ricavata la metà inferiore dei supporti di banco. I basamenti I basamenti in lega di alluminio in passato sono stati dotati molto spesso di canne umide con appoggio in basso. Questo schema costruttivo semplificava notevolmente la struttura del basamento stesso (e quindi il lavoro di fonderia). Lo impiegava l’Alfa Romeo per i suoi famosi mo70 Tecnica 71 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Tecnica Il ricorso al computer per la progettazione dei pistoni ha consentito di ottimizzarne il disegno. Questo è un recentissimo “Elastotherm” della Federal Mogul, con canalizzazione anulare per l’olio di raffreddamento, destinato a un motore turbo I pistoni I pistoni sono stati oggetto di un intenso lavoro di sviluppo che ha interessato sia la loro geometria che il loro dimensionamento. Per lungo tempo sono stati invariabilmente a mantello intero. Attorno alla seconda metà degli anni Settanta hanno cominciato diffondersi i pistoni con sfiancature all’esterno delle portate per lo spinotto. Poi sono comparsi quelli con mantello ad H, più leggeri (anche per via della minore lunghezza dello spinotto) e con superfici di strisciamento meno estese. Parallelamente si è avuta una gra72 duale riduzione della altezza, considerata in relazione al diametro, ovvero del rapporto H/D, che è passato da valori dell’ordine di 0,9-1,0 degli anni Settanta a qualcosa come 0,7 – 0,85 negli anni Novanta per arrivare agli odierni 0,65-0,75. Questo è potuto avvenire grazie ai notevoli miglioramenti a livello di disegno conseguiti effettuando la progettazione al computer, che hanno consentito di ottenere una eccellente “guida” all’interno della canna nonostante la minore estensione del mantello. I vantaggi sono costituiti anche in questo caso da una riduzione del peso e delle perdite per attrito. L’immagine mostra schematicamente come si sono evoluti i pistoni dei motori automobilistici nel periodo tra il 1965 e il 1995. Sono ben evidenti la riduzione della estensione del mantello e la diminuzione del rapporto altezza/diametro 73 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito MILANO AUTOCLASSICA LE AUTO PIÙ BELLE IN MOSTRA di Matteo Valenti | I “flat four” ritornano sulle nuove 718 Boxster e Spyder, ma sono parte integrante della storia del marchio tedesco. Vediamo quali sono le 4 cilindri più importanti nella storia di Porsche Periodico elettronico di informazione automobilistica Dalla Lamborghini Miura alla Aventador, dalla Giulia degli anni ‘60 a quella che sta per arrivare sulle nostre strade, passando per l’inossidabile Porsche 911 e il fascino tutto italiano di Ferari e Maserati. E poi ancora McLaren, Abarth, Mercedes, Aston Martin, Bentley, Jaguar e Lotus. Insomma perdersi tra gli stand di Milano AutoClassica permette di respirare a pieni polmoni l’essenza dell’automobile, di oggi e di ieri. Fiore all’occhiello del salone milanese, la Classic Circuit Arena, la pista esterna per gare, esibizio- Epoca ni e test drive lunga 1,4 chilometri a disposizione dei brand automobilistici, per svolgervi sessioni di prova guida aperte al pubblico. Il tracciato in asfalto, appositamente predisposto e allestito, ha ospitato la seconda edizione dell’Historic Rally Milano AutoClassica, gara per vetture rally storiche. Qui gli appassionati hanno potuto vedere in azione la mitica Lancia Stratos di Febis, ma anche la Talbot Lotus protagonista del Campionato Italiano Rally AutoStoriche con Federico Ormezzano. Video Media M ilano – C’è chi sostiene che nel mondo contemporaneo non ci sia più tanto posto per la passione automobilistica. Da un lato la crisi, dall’altro un mondo che cambia sempre più velocemente. Con le giovani generazioni più interessate a smartphone e televisori piuttosto che ad un genuino amore per i motori, come avveniva una volta. Eppure non sempre una visione così pessimistica risponde a realtà. Per capirlo mi è bastato fare un 74 giro a Milano AutoClassica 2016, l’ormai tradizionale fiera dedicata alla passione per i motori organizzata ogni anno a Rho Fiera. Non solo padiglioni affollatissimi, ma anche tanti, tanti giovani che testimoniano in maniera cristallina come la passione per i motori sia, fortunatamente, più viva che mai. Il merito è di una formula vincente. Quella di schierare cioè a fianco dei mostri sacri della storia dell’auto alcune delle reintepretazioni in chiave moderna meglio riuscite. 75 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito FORMULA 1 GP BAHREIN 76 Periodico elettronico di informazione automobilistica 77 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Ci è piaciuta molto e senza esitazioni, invece, la gara di Raikkonen, scattato anche lui malissimo ma tonico e grintoso come raramente l’avevamo visto dal suo ritorno in rosso: ha mostrato parecchi sorpassi decisi e puliti, senza perdere mai più di mezzo giro dietro a vetture più lente di lui e anche il ritmo c’era. La cosa migliore della Ferrari vista nel deserto stavolta era proprio il finlandese. E allora bravo, voto 9 e continuiamo così. Senza voto, ma sarebbe meglio dire senza motore, Vettel, costretto a salutare la compagnia prima ancora del via. E il Mondiale, per chi ci ha mai creduto, si fa già maledettamente in salita. Incolpevole. Voto 9 a Ricciardo, 4° in gara dopo una brillante qualifica e una gara tiratissima, nella quale come sempre non si è risparmiato per tirare fuori il massimo dalla sua Red Bull su una pista in cui il motore conta parecchio. Formula 1 E siccome sappiamo che i bibitari al momento restano un po’ deficitarii su quel fronte, indovinate chi ci ha messo del suo per arrampicarsi fin lì in classifica? Trascinatore. Centro gruppo: conferme e sorprese Il miracolo della giornata, anzi del fine settimana, è però ancora una volta (San) Romain Grosjean. Capace di sorprendere tutti entrando già in Q3 il sabato e poi piazzandosi incredibile 5° sotto la bandiera a scacchi, dopo avere superato ripetutamente in pista le Williams e un’altra bella fetta di schieramento che in inverno mai avrebbe pensato di vedersi sverniciare dal francese con la debuttante Haas. E allora voto 10, perché se è vero che i miracoli non accadono mai per caso, figuriamoci due consecutivi. Gran bella gara anche per Verstappen, che entra in Q3 e poi lotta come sempre con tutti, mostran- GP BAHREIN LE PAGELLE DI LE PAGELLE DI SAKHIR di Giovani Bregant | Diamo i voti al Gran Premio del Bahrain, che ha visto la seconda vittoria stagionale di Rosberg, davanti a Raikkonen ed Hamilton. Subito out Vettel I n F1 quasi sempre vince il più veloce, ma per due volte di fila il teorema viene messo a dura prova dai piloti Mercedes, con Rosberg più lesto del compagno di squadra al via e poi lanciatissimo verso la seconda vittoria consecutiva, mentre dietro di lui accadeva un bel parapiglia da cui a uscire con il carbonio rotto era proprio l’inglese. E allora voto 8 al tedesco, che al sabato aveva perso la pole per pochi centesimi ma in gara si rifà con gli interessi. Certo non sarà stata la gara più emozionante della sua carriera, ma siamo piutto78 sto sicuri che a lui vada benissimo così. Opportunista. Si complica ancora una volta la vita da solo, invece, Hamilton, ed è la seconda volta di fila che gli succede. Con una vettura compromessa - ma non troppo, perché altrimenti certi tempi non li fai - è abile a risalire fino al 3° posto, ma ancora una volta il suo bilancio è come il famoso bicchiere, mezzo pieno per avere recuperato una situazione difficile, mezzo vuoto per un’altra vittoria sfumata. Voto 6, distratto. 79 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica sono sempre monoposto ovunque... E siccome il compito dei piloti è provarci, non ce la sentiamo di condannare il finlandese per avere fatto il suo lavoro, anche se ha preso male le misure. Voto 6 sulla fiducia allora, aspettando tempi migliori. Vandoorne e Wehrlein: spettacolo garantito per il futuro... Chiude la zona punti, ma è un mezzo trionfo il suo, Vandoorne, il debuttante chiamato last minute dalla McLaren per sostituire Alonso. Premesso che il belga è un talento purissimo, uno dei migliori visti nelle formule minori negli ultimi anni, non è comunque facile per nessuno calarsi nella realtà complessa della F1 odierna così “a freddo”, tanto più con un’auto poco competitiva e con il compito di sostituire uno come lo spagnolo e confrontarsi con un altro campione del mondo. Il buon Stoffel però ha retto benissimo la situazione: in qualifica addirittura ha superato per pochi centesimi Button e in gara ha girato sui tempi do una bella grinta abbinata ad una precisione millimetrica. Stavolta l’olandese si tiene lontano dai guai e porta a casa punti preziosi per il morale e per il campionato. Per lui voto 8,5, ormai è una certezza. Chiude 7°, dopo avere risalito mezzo schieramento, Kvyat: la sua gara tutta di rimonta è certamente encomiabile, ma resta l’amaro in bocca per ciò che poteva essere senza l’ennesimo bruttissimo sabato. Nel dubbio voto 8, perché i punti li danno solo alla domenica fortunatamente per il russo. Per un Kvyat che risale, abbiamo un Massa che parte fortissimo con legittime ambizioni da podio, ma poi la sua gara si ammoscia giro dopo giro, fino ad un 8° posto che viste le premesse sa 80 Formula 1 dell’inglese, finché quest’ultimo non ha abbandonato. Non solo, ma nei duelli ravvicinati è stato sempre corretto e deciso, oltre che abile a stare lontano dalle carrozzerie altrui. E allora voto 10, predestinato. A proposito di debuttanti eccellenti, voto 9 a Wehrlein, che dopo l’Australia anche in mezzo al deserto ha mostrato cose egregie con la piccola Manon, lottando a centro gruppo e togliendosi più di una soddisfazione. Non è arrivato a punti, ma la sua gara resta davvero di alto livello: meriterebbe una monoposto migliore. Per il resto, voto 5 a entrambi i piloti Force India, che su una pista sulla carta favorevole alla loro monoposto sono sprofondati gradualmente nelle retrovie, con l’aggravante per Perez di un contatto - questo sì evitabilissimo - che ha rovinato la gara di Sainz. La situazione del team è delicata come noto, ma le premesse dell’inverno erano ben altre. davvero di brodino, e nemmeno riscaldato. La verità è che la Williams quest’anno è ancora una buona macchina, ma meno di quella dello scorso anno, che a sua volta era meno valida rispetto a quella di due anni fa. O meglio, la concorrenza ha progredito molto, il team inglese meno. E allora, visto che il brasiliano cronometricamente parlando continua a reggere bene il confronto con Bottas, non ce la sentiamo di fargliene una colpa. Voto 6,5 quindi, però urge un riscatto. A proposito di Bottas, chiude 9°, dopo una penalizzazione per avere centrato Hamilton: formalmente la colpa è sua, come sempre accade quando speroni uno da dietro, però l’inglese prima lascia la porta aperta e poi chiude all’improvviso, senza pensare che alla prima curva in Bahrain ci 81 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione automobilistica Formula 1 Ferrari: allarme affidabilità Al di là dei piloti, purtroppo voto 4 alla Ferrari, che tralasciando la bella prestazione di Raikkonen riparte dal Bahrain con un allarme affidabilità, il mondiale di Vettel già compromesso e mezzo secondo di distacco dalla pole position al sabato. Anche qui le premesse purtroppo erano altre, anche se nel corso della stagione non dovrebbero mancare i bei momenti per i tifosi del Cavallino. Voto 10, invece, al team Haas, perché va bene che il motore Ferrari è una garanzia, ok che hanno studiato per oltre un anno il progetto dell’auto, sicuramente hanno utilizzato partnership di rilievo con Ferrari e Dallara, però certi risultati arrivano solo se oltre all’auto e al pilota c’è anche un team che funziona bene, dai meccanici agli ingegneri di pista fino a chi si occupa delle strategie. E per un team debuttante questo è difficilissimo. E allora bravi, anzi bravissimi, tutti. Infine voto 0, come spesso accade purtroppo, a questa F1 capace di cambiare idea ogni due giorni sul format delle qualifiche per poi decidere di non decidere, nonostante tutti sappiano che c’è qualcosa di sbagliato. Si dice che errare umano, ma perseverare.... E già che ci siamo, voto 0 anche per l’ipocrisia di una F1 che punta tutto sull’efficienza energetica e poi sceglie di correre di notte in un paese in cui - per fuso orario rispetto all’Europa - non sarebbe affatto necessario. Solo perché con le lucine le inquadrature panoramiche vengono meglio in tv. Complimenti. 82 83 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito GP BAHRAIN FERRARI, È ALLARME AFFIDABILITÀ di Paolo Ciccarone | Mentre Rosberg coglie il secondo successo stagionale in Bahrain, in casa Ferrari cresce la preoccupazione per la mancata affidabilità della SF16-H I l bello o il brutto della F.1 è che puoi capire subito che succederà in base a pochi elementi. Prendete i test invernali, la Mercedes non aveva fatto i tempi più veloci ma aveva macinato la distanza equivalente di 19 GP. La Ferrari, invece, ogni tanto era ferma, grandi tempi veloci, tutti a incensarla. Qualcuno, guardando i dati, aveva lanciato l’allarme affidabilità, prontamente smentito come gufo perché i motori non avevano problemi e andava tutto bene. Si arriva in Australia, partenza a razzo ma in prova 84 Periodico elettronico di informazione automobilistica superato da mezzo schieramento. Ma la F.1 di oggi, il bello o il brutto, è che puoi subito capire cosa succederà e così si sa già che il buon Kimi potrà risalire fino al podio, cosa che farà grazie anche a Bottas che stavolta alla prima curva centra Hamilton, gli rovina la macchina e lo spedisce nelle retrovie. Risultato finale, vince ancora Rosberg, Hamilton finisce terzo e la Ferrari con Raikkonen secondo fa meglio dell’Australia. E visti i 9 secondi finali di distacco, il dubbio che Vettel avrebbe potuto fare meglio è molto forte, magari non vincere ma mettere pressione a Rosberg che, nonostante tutto, al secondo pit stop perde una enormità di tempo per una gomma non fissata bene. Dai 14 secondi di vantaggio, infatti, è sceso a meno di 6, quindi visto che Raikkonen continua ad essere sempre più lento, con Vettel poteva andare un po’ meglio. Ma il bello o il brutto della F1 di oggi dice che non ci si inventa nulla. Se ha ceduto il turbo, con scin- Formula 1 tille e fumo dalla ciminiera, bisogna capire perché. Lo ha scritto un giornalista tedesco, inviato di una testata che di motori ne mastica, ma gli hanno dato del fesso contaballe. Oggi il giornalista tedesco era lì che si teneva la pancia dal ridere. E per chi aveva paragonato Vettel a Schumacher, allora vale la pena ricordare che Michael ruppe clamorosamente un motore nel giro di ricognizione in Francia. Era il 1996 e da quell’episodio cominciò poi la risalita della rossa. Ecco, si spera che accada anche ora, ma con le regole attuali, in cui i motori sono bloccati (e fino al 15 maggio non si potrà vedere nulla di nuovo in pista) il rischio di altre due gare (Cina e Russia) con fumate allarmanti, è dietro l’angolo. Sempre sperando che si tratti di episodi isolati. Di pezzi diversi che cedono. Perché la Ferrari non solo non ha ancora raggiunto la Mercedes, ma adesso rompe pure. Erano anni che non accadeva, qualcosa va sistemato. Speriamo presto. dietro alla Mercedes. Vettel sale sul podio. Si va in Bahrain, col dubbio del turbo rotto a Raikkonen dopo 25 giri di gara: “Colpa della sospensione della gara e delle temperature alte”. Bene, anche in Bahrain si parte dietro alle Mercedes, ma stavolta non c’è la partenza a razzo di Melbourne, stavolta di rosse al via ne è rimasta una, perché quella di Vettel si è fermata nel giro di ricognizione col fumo che esce dal pennacchio come una vaporiera di inizio secondo scorso. E Raikkonen scatta al rallentatore tanto da essere 85 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito WTCC FRANCIA, MAIN RACE: VINCE LÓPEZ di Diletta Colombo | Vittoria per José Maria López - su Citroen C-Elysée nella Main Race al Paul Ricard, davanti a Tiago Monteiro e Norbert Michelisz J osé Maria López sugli scudi nella Main Race al Paul Ricard, a Le Castellet: il campione del mondo WTCC in carica coglie così il primo successo di quest’anno, al volante della sua Citroen C-Elysée. Il pilota argentino ha mantenuto la testa della corsa per tutta la durata della gara, ma negli ultimi giri si è dovuto guardare dagli attacchi di un arrembante Tiago Monteiro. Il pilota portoghese ha tagliato il traguardo sulla sua Honda Civic a soli 284 millesimi da López. 86 Sorride un altro pilota sotto l’egida di Honda, Norbert Michelisz: l’ungherese, vincitore del Trofeo Yokohama nel 2015, con il terzo posto colto nella Main Race ottiene il secondo podio del weekend. Un risultato ragguardevole al primo weekend nel team ufficiale Honda, dopo il passaggio dal team Zengo Motorsport durante l’inverno. Quarta posizione per il compagno di squadra di López, Yvan Muller, riuscito a bruciare Monteiro in partenza, ma successivamente superato dai due alfieri della Honda. Periodico elettronico di informazione automobilistica WTCC Il pilota alsaziano ha concluso la gara a 8 secondi dal vincitore. Segue il pilota della LADA Sport Rosneft, Nicky Catsburg, che ha preceduto il vincitore della Main Race, il campione del mondo WTCC 2012, Rob Huff. Settima posizione per Hugo Valente, su LADA Vesta. Chiudono la top ten Mehdi Bennani, sulla Citroen C-Elysée preparata dalla Sébastien Loeb Racing; il suo compagno di squadra, il britannico Tom Chilton; e l’alfiere della Polestar Cyan Racing, Fredrik Ekblom, su Volvo S60 Polestar. Undicesimo posto per l’alfiere della ROAL Motorsport, Tom Coronel, che, al volante della sua Chevrolet Cruze, ha preceduto il pilota della Campos Racing, John Filippi, sempre su Cruze, e Grégoire Demoustier, su Citroen C-Elysée. Ritiro per il nostro Gabriele Tarquini, su LADA Vesta; René Munnich, sulla Cruze preparata dalla AllInkl.com Munnich Motorsport; e Thed Bjork, su Volvo S60 Polestar. 87 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 REDAZIONE Ippolito Fassati Emiliano Perucca Orfei Matteo Valenti Maurizio Vettor Marco Congiu Daniele Pizzo Omar Fumagalli Francesco Paolillo Andrea Perfetti COLLABORANO Massimo Clarke (Tecnica) Enrico De Vita Piero Batini (Sport, Rally) Alfonso Rago Antonio Gola Paolo Ciccarone (F1) Diletta Colombo (Sport) Andrea Galeazzi (AMboxing) Luca Bordoni (AMboxing) Giovannni Bregant FOTO E VIDEO Manrico Martella, Fabio Principe, Fabrizio Partel, Luca Catasta, Stefano Berg GRAFICA Camilla Pellegatta COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Moto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. AUTOMOTO.IT Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 88 89