La DONNA in Saba e Dante
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La DONNA in Saba e Dante
La DONNA in Saba e Dante: idee uguali ma concetti differenti La storia della letteratura italiana è un argomento di cui si potrebbe parlare per giorni interi: la sua vastità e la peculiarità di ogni poeta e letterato offrono a noi lettori una variegata gamma di percezioni e punti di vista. Per spiegare questi diversi pensieri potremmo prendere come punti di riferimento due poeti di decisiva importanza, nonché influenza , come Dante Alighieri, poeta stilnovista del XIII secolo, e Umberto Saba del XIX-XX secolo. Analizzando in principio lo stile stilnovista, si può notare un nuovo concetto di amore che ha fondamenta su quello della letteratura trobadorica(1) e siciliana e con esso anche il mutamento della concezione di "donna". In Dante la donna angelo è Beatrice che può essere considerata l'ultima tappa di quell'evoluzione femminile che prendeva avvio in Italia dai sonetti di Jacopo da Lentini e approdava nella poesia di Dante con un esito più spirituale e raffinato. All'inizio di questo periodo si colloca la visione provenzale della donna, aristocratica ed esclusiva, strettamente collegata alla concezione dell'amore. Il passaggio da astrazione a idealizzazione è segnato dalla concezione della donna che ha la funzione di indirizzare l'animo dell'uomo verso la sua purificazione e spiritualizzazione. Si tratta di un amore assoluto e identificabile con l'immagine della purezza di Dio. La donna è vista quindi come un miracolo che può essere unicamente oggetto di lodi e celebrazioni e il cuore, potenzialmente gentile, passa all'atto solo per affetto dell'amore, che ha perso ogni traccia di materialità e ha per oggetto un essere eccezionale. Nella Vita Nova troviamo una serie di elementi che caratterizzano la figura di Beatrice: sogni e visioni ai quali è legata la sua vicenda e l'effetto miracoloso che ha su Dante la sua sola presenza o il suo saluto, la cui negazione ha ripercussioni sull'animo del poeta, fino ad approdare così alla “poetica della lode”, in cui Dante celebra Beatrice. Nel XXVI capitolo della Vita Nova troviamo il sonetto Tanto gentile tanto onesta pare, che è uno degli esempi più significativi nella poesia del <<dolce stil novo>>(2). Beatrice è raffigurata come la donna angelo che emana luce di bellezza e che fa innamorare l'anima. Dante la canta come una donna cortese, dignitosa, umile e portatrice di beatitudine. La sua apparizione produce l'ineffabilità(3), un senso di dolcezza, gioia e desiderio di un amore spirituale. Nella poesia di Saba Lina, la moglie, rappresenta la figura femminile dominante. Si sposarono il 28 febbraio 1909 a Trieste. Nel corso del matrimonio ci furono periodi duri, una separazione, ma Lina è sempre stata nel cuore di Saba fin nelle ultime pagine del Canzoniere: una donna che egli ha amato anche attraverso la figlia Linuccia, a cui sono dedicate poche liriche. I rapporti tra i due coniugi non erano facili a causa della diversità dei caratteri: passionale e vitale lei, scontroso e solitario lui. Dopo una lunga e tormentata malattia, il 25 novembre 1956 muore Lina, la compagna di una vita. Al contrario di Dante, Saba dedica a sua moglie Lina diverse poesie come A mia moglie (1911), dove l'amore verso di lei si esprime attraverso paragoni insoliti. La poesia è basata su una struttura semplice: ognuna delle sei strofe introduce il paragone tra la moglie e un animale. Il poeta, infatti, paragona Lina a degli animali domestici, i cui nomi sono spesso usati come offesa soprattutto se riferiti a una donna. Tu sei come una giovane 1 una bianca pollastra. Le si arruffano al vento le piume, il collo china per bere, e in terra raspa; Alcuni animali sono la gallina, che è simbolo di scarsa intelligenza, la cagna, di scarsa moralità e la coniglia, simbolo di scarso coraggio. Tu sei come una lunga cagna, che sempre tanta dolcezza ha negli occhi, e ferocia nel cuore. …….. Tu sei come la pavida coniglia. Entro l'angusta gabbia ritta al vederti s'alza, e verso te gli orecchi alti protende e fermi; In realtà Saba capovolge il valore negativo di questi paragoni, attribuendo alle femmine degli animali domestici una serie di virtù che si avvicinano a Dio. Saba quindi non vuole assolutamente mancare di rispetto alle donne in generale, ma lodarle con una concezione del femminile non proprio moderna. Lina rappresenta quindi la protettività materna, la dolcezza che si unisce alle gelosia e all'eleganza delle movenze. La figura di Lina è un motivo dominante nella poetica di Saba e l'amore verso di lei, semplice e quotidiano dà forza alla sua umile vita. Il sonetto(4) Tanto gentil e tanto onesta pare è una lode a Beatrice in cui vengono evidenziate le sue virtù. E' diviso in due parti: due quartine e due terzine, i cui verbi evocano significati e immagini astratte ( par che sia una cosa venuta /da cielo in terra a miracol mostrare). Nella prima parte della poesia, dunque, viene descritta la bellezza interiore di Beatrice (Tanto gentile e tanto onesta pare/la donna mia quand’ella altrui saluta) mentre nelle seconde terzine vengono descritti tutti gli effetti che provoca in Dante come l'onestade(5),la gentilezza d'animo(6), la gloria, la gioia e l'ineffabilità. Il thopos letterario della poesia è la funzione degli occhi (che dà per li occhi una dolcezza al core), i quali trasmettono sicurezza e dolcezza nei cuori degli osservatori. La tematica principale è l'amore, che porta alla perfezione morale ed è un mezzo di elevazione a Dio per mezzo di Beatrice; Dante si pone come obbiettivo quello di rappresentare uno stato d'animo ed evidenziare una nuova concezione dell'amore nello stilnovismo. Tanto gentile e tanto onesta pare non è di facile comprensione perché vi sono presenti termini arcaici non più utilizzati nella lingua moderna (lauda, spirito, vestuta, ogne, deven...). Sono presenti termini sintatticamente uguali alla forma attuale ma diversi nel significato, come la parola "gentile", che nella lingua moderna indica una persona cortese, mentre Dante intendeva evidenziare la nobiltà d'animo; "donna", non intesa come una figura femminile in generale ma come 'signora del cuore'. Dal punto di vista linguistico le parole sono piane, dolci e delicate mentre lo stile è elegante e raffinato. A mia moglie è invece una poesia dove viene lodata Lina in un modo rivoluzionario e diverso rispetto agli altri stereotipi letterari tradizionali dove la musa era paragonata a elementi perfetti. La poesia è composta da sei strofe con ottantasette versi totali in cui Lina è paragonata in ogni strofa a un animale, tranne nell'ultima in cui ne sono presenti due. Attraverso le similitudini, Saba rende veritiere le caratteristiche della moglie e grazie alla dolcezza 2 del tono e alla libertà descrittiva, si crea un'immagine affettuosa e concreta della sua donna. Se per molti versi la donna proposta da Saba è innovativa e originale, bisogna notare che è anche vicina alla natura in quanto emotiva e operosa si occupa della vita domestica. Saba a differenza di altri poeti, si ispira a modelli anteriori come Dante. Dal punto di vista formale nella sua poesia c'è uno stile aulico e letterario, ottenuto tramite precise scelte metriche e sintattiche, unito ad un lessico più basso. Nella poesia il thopos che si individua è l'amore verso sua moglie, descritto attraverso paragoni della vita quotidiana. Come Beatrice, anche Lina viene paragonata alla perfezione di Dio e a nessun altra donna. Quindi, mettendo a confronto il sonetto Tanto gentiel e tanto onesta pare e la poesia A mia moglie, si deduce che sono presenti analogie e differenze sia nel campo psicologico sia in quello sintattico. Come si può notare, Dante e Saba sono poeti differenti, ma una cosa molto importante li accomuna: l'amore per una donna. Ai giorni nostri gli uomini come Umberto Saba e Dante Alighieri, sono considerati dei veri uomini che rispettano le donne. Purtroppo oggi molte donne sono vittime di violenza e discriminazione, dunque non sono più lodate e rispettate, il loro saluto non indica più salvezza e non sono più viste come angeli. Ci sono alcuni luoghi nel mondo, come i paesi Orientali, che ancora vedono e considerano il ruolo della donna "superfluo” e non di pari importanza con quello dell’uomo. In Africa per esempio é diffusa la cruenta pratica dell'infibulazione(7) sulle bambine; in Italia la situazione é meno grave degli altri paesi, tranne per il femminicidio(8), che é un fenomeno molto diffuso e il nostro paese é al settantaquattresimo posto per uguaglianza di genere. Si può invece dedurre che Dante e Saba non avrebbero mai toccato una donna né l'avrebbero mai trattata male ,essendo le donne le loro muse ispiratrici ,le loro maestre di veritá. Nel periodo di Saba (1800-1900)le donne si stavano riscattando e iniziavano una lotta per i loro diritti, cercando un' emancipazione sessuale e un' indipendenza sociale. Nel periodo di Dante invece la donna era considerata un essere inferiore, viveva tutta la sua vita in sottomissione e non aveva mai tempo libero. Dante però si differenzia dagli altri uomini della sua generazione e considera la donna come figura sacra. Dal risultato di un sondaggio che abbiamo svolto su come vorremo essere lodate, si ottiene che i pensieri dei due poeti sono stati abbandonati molto tempo fa, ma non dispiacerebbe affatto se qualcuno dei nostri giorni li riprendesse. Entrambi a modo loro esprimono l'importanza del ruolo femminile: Saba paragona la sua donna al mondo animale femminile, ma per noi non è il massimo del romanticismo e probabilmente anche le altre donne ,di oggi non sarebbero pienamente felici se venissero eguagliate al mondo animale; Dante invece paragona la donna ad un angelo,una figura celestiale. Un po’ tutte noi ragazze vorremmo essere tanto ammirate, lodate, amate e considerate come angeli. Il pensiero che ci aggrada di più, è quindi quello del poeta stilnovista....a chi non piacerebbe essere paragonata ad un’immagine divina? (1)letteratura trobatorica:La scuola o tradizione trobadorica inizia nell'XI secolo in Occitania (regione culturalmente autonoma rispetto alla quella del nord dove si parlava un'altra lingua, oil) e continua nel secoli XII e XIII nelle sue corti aristocratiche. Successivamente, in seguito alla crociata contro gli Albigesi, i trobadori si spostarono in Italia settentrionale,in Sicilia alla corte di Federico II, in Spagna (soprattutto in Catalogna) e perfino in Grecia. Il loro prestigio acquisito influenzerà tutte le principali tradizioni letterarie d'Europa: il Minnesang in Germania, la cosiddetta scuola siciliana, la poesia toscana delle origini, la poesia mozarabica, il trovadorismo in Galizia e Portogallo e quella dei trovierinella Francia settentrionale. Questi ultimi si differenziavano dai trovatori per il fatto che erano attivi al nord della Francia e scrivevano in lingua d'oil. (2) dolce stil novo: noto anche come stilnovismo, stil novo o stilnovo, è un importante movimento poetico italiano che si è sviluppato nella seconda metà del Duecento. Corrente che segna l'inizio del secolo successivo, lo stil novo influenzerà parte della poesia italiana fino a Petrarca: diviene guida 3 infatti di una profonda ricerca verso un'espressione raffinata e "nobile" dei propri pensieri, staccando la lingua dal volgare municipale, e portando in tal modo la tradizione letteraria italiana verso l'ideale di un poetare ricercato e aulico. Nascono le rime nuove, una poesia che non ha più al centro soltanto la sofferenza dell'amante, ma anche le celebrazioni delle doti spirituali dell'amata. (3)ineffabilità: impossibilità di essere espresso a parole. (4)sonetto: componimento poetico per lo più di carattere lirico formato da due tesine e due quartine di endecasillabi con diversi schemi di rima. (5)onestate:aggettivo riferito a Beatrice Indica la compostessa e l’eleganza di una donna. (6)gentilezza d’animo: nobiltà interiore, finezza di sentimento. (7)infibulazione:intervento sulla donna per impedirle rapporti sessuali. (8)femminicidio:La parola femminicidio esiste nella lingua italiana solo a partire dal 2001. Fino a quell'anno, l'unica parola esistente col significato di uccisione di una donna era uxoricidio. Ma uxoricidio, composta con quella parola latina, uxor, quindi moglie, alludeva per l'appunto solo all'uccisione di una donna in quanto moglie e veniva estesa anche agli uomini, quindi al coniuge in generale. Non avevamo una parola che alludesse all'uccisione della donna proprio in quanto donna. Nella lingua inglese invece, dal 1801 esisteva la parola femicide. E a questa prima parola se ne accostò, a partire dal 1992, un'altra che è feminicide. La parola fu coniata dalla criminologa Diana Russell, che la usò in un proprio saggio. Nell'anno successivo, il 1993.L'antropologa messicana Marcella Lagarde aveva usato questa parola per ricordare i numerosissimi omicidi di donne che erano stati compiuti ai confini tra il Messico e gli Stati Uniti. E appunto, la parola femminicidio serviva proprio ad indicare questo tipo particolare di uccisione. Fonti: wwwbalbruno.altervista.org;wwwscuolissima.com;wwwoliproject.org;wwwfareletteratura.it;testo di letteratura”Il senso e le forme”,”Il canzoniere” Umberto Saba, Il Canzoniere, Einaudi, Torino, 2014 Canterani Veronica Classe 3LG Colacchi Elisa Classe 3LG Di Gregorio Sara Classe 3LG Lopez Anita Classe 3LG Torregiani Flavia Classe 3LG 4