Lina, pilastro di Umberto

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Lina, pilastro di Umberto
Lina, pilastro di Umberto
Introduzione
Il poeta Umberto Saba ha avuto una vita molto travagliata e avventurosa.
Fin dalla sua gioventù ha avuto una vita anche drammatica: la mancanza del padre, il poco
interesse dimostrato nei suoi confronti da parte della madre.
Una volta divenuto adulto decise di frequentare l’università e si spostò a Pisa. Cadde in depressione
a causa di un grave litigio con il suo amico Chiesa e decise di tornare a Trieste. Più tardi avendo
origini Triestine fu a favore dell’entrata in guerra degli italiani. Fu mandato in un campo militare
dove erano tenuti in prigionia dei soldati Austriaci.
Finita la guerra ritornò a Trieste molto traumatizzato. Tra il 1929 e il 1931 ebbe una serie di crisi
nervose più intense del solito e decise di consultare lo psicoanalista Edoardo Weiss (lo stesso di
Italo Svevo): con lui rivisitò la sua infanzia.
Nel 1938 a causa delle leggi raziali contro gli Ebrei fu costretto a fuggire in Francia per breve
tempo; poi ritornò in Italia dove si nascose in diverse località come Trieste, Roma e Firenze.
Diventò gravemente malato e venne ricoverato a Gorizia: uscì dall’ ospedale solo per assistere al
funerale della moglie. Morì nove mesi più tardi nel 1957.
Questo ultimo fatto mi ha colpito molto perché indica quanto importante fosse Lina per Umberto
Saba. In moltissime situazioni Lina era al fianco di Umberto, aiutandolo nei momenti più difficili e
tristi della sua vita. Grazie alla sua vivacità e gioiosità riuscì a contribuire a salvarlo dal baratro
della depressione durante le cure psicoanalitiche.
Umberto in suo onore scrisse alcune opere molto famose: La Gallina, A mia moglie, Per quante
notti, A Lina.
Attraverso l’analisi di queste opere ho cercato di capire le caratteristiche della relazione tra Umberto
e Lina e come quest’ultima abbia contribuito alla poetica di Saba.
L’inizio della relazione
Saba conobbe la moglie in circostanze molto strane. Mentre si trovava nell’ accampamento militare
sentì una storia abbastanza bizzarra: era la storia di una ragazza che aspettava il ritorno del
fidanzato dall’esilio. Si preparava a ritrovarlo contento come lei: invece, quando lui fece ritorno, lo
trovò non interessato a lei poiché negli anni di esilio aveva cambiato i sentimenti nei suoi confronti.
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Saba si sentì come se quella ragazza fosse un po’ come lui e quindi decise di trovarla. Quando la
vide per la prima volta era sicuro che la donna di fronte a lui, Lina, sarebbe diventata sua moglie.
Saba scrive la poesia A Lina durante i primi tempi della loro relazione.
A Lina
Sentii il verso dell’assiolo e mi ricordò il nostro amore. Quanti suoni risposero a quel suono,
quanti canti a quel canto! Mi strinse il cuore quel rimpianto di te e ti chiesi il perdono di averti
dimenticato. Ultimamente ho sentito di nuovo l’assiolo e mi ha fatto ricordare il dolore del passato.
E’ evidente che la loro relazione fosse influenzata dai momenti in cui Saba era lontano da Trieste,
per esempio a causa del servizio militare che Saba svolse a Salerno. Saba si rende conto con
rammarico di aver dimenticato Lina dopo qualche mese e le chiede perdono.
La relazione dopo il matrimonio
La prima opera di cui voglio parlare è la novella La Gallina, il cui estratto più rilevante è il
seguente:
Odone trova un lavoro presso un commerciante e riceve il suo primo stipendio. Torna a casa e la
madre gli dice che ne può utilizzare una metà a suo piacimento, stando attento però a non
sprecarla. Egli pensa di comprare un regalo alla madre per dimostrare il suo amore. Va al mercato
ma è distratto da una gallina: Odone da piccolo infatti aveva una gallina come oggetto d’amore.
Decise di comprarla per sé e non avendo tempo per tornare subito a casa chiese se poteva
mandarla direttamente lì. Qualche ora più tardi ritornò da sua madre che aveva molto apprezzato
il regalo. Odone chiese se poteva vedere la gallina e la madre aprì la porta della cucina e Odone
rimase pietrificato: la gallina era sul tavolo, morta. Scappò in camera sua a piangere: come aveva
fatto sua madre a non aver capito che non era da mangiare? Perché le doveva spiegare le cose
come se fosse una sconosciuta? Da quella sera cominciò a odiare sua madre sempre di più.
In questa brano alcuni critici letterari vedono Saba in Odone, la madre è la vera madre, mentre la
gallina è Lina. La madre di Saba aveva già strappato Umberto dalle mani caritatevoli e gentili della
nutrice e di nuovo lo faceva in questa novella, uccidendo la gallina cioè Lina, un altro oggetto
d’amore di Saba come la nutrice. Questo è il passaggio nella vita di Saba dove il sentimento provato
per la madre comincia a cambiare in odio.
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Un’altra opera in cui Saba dimostra l’amore e l’affetto per Lina è la poesia A mia moglie. In questa
poesia la moglie di Saba è paragonata a molti animali: una giovenca, un’ape, una formica, una
cagna, una coniglia, un passero. Il paragone sviluppato maggiormente è quello con la gallina, la cui
parafrasi è la seguente.
Tu sei come una giovane bianca gallina. Le piume le si scompigliano per il vento, abbassa il collo
per bere, e gratta il terreno con gli artigli; quando si muove, ha il tuo passo lento di regina e
avanza sull’erba fiera. È migliore del gallo. È come tutte le altre femmine di tutti gli animali che
avvicinano a Dio. Se la mia facoltà di giudicare non mi inganna, tra le galline ci sono le tue pari
ma non tra tutte le altre donne. Quando la sera fa mettere sonno alle gallinelle, emettono versi
simili alla tua voce, dolcissima, con cui ti lamenti dei tuoi mali, e non sai che la tua voce è simile
alla armoniosa e triste cantilena che si sente nei pollai.
Sulla base di questa poesia mi immagino Lina così.
Lina è una donna molto forte e indipendente anche se non lo dimostra fisicamente. E’ una donna
dolce, sensibile e felice. Può diventare aggressiva specialmente quando è gelosa. Si muove in modo
molto delicato facendo sì che chi si sente vecchio, rinasca. E’ oggetto di chiacchere tra la gente che
parla di lei positivamente. Potrebbe avere una doppia personalità: in una è calma e rilassata,
nell’altra è curiosa, si fa prendere dalla frenesia e lavora sodo. Ha una voce dolce e soave che ha
anche un tocco di decisività e comando. Insomma sembra una donna decisa e forte che ha quel
tocco di dolcezza e armoniosità che la rendono speciale, oggetto di attenzione.
Alti e bassi nella relazione
Ovviamente nella relazione tra Saba e la moglie ci sono stati momenti negativi, infatti dopo la
nascita della figlia Linuccia, Saba e sua moglie attraversarono un periodo difficile: Lina mal
tollerava che il poeta dedicasse ogni sua energia al lavoro, e si sentiva trascurata. Dopo un periodo
di separazione, si riconciliarono e tornarono a vivere insieme.
Queste sono alcune poesie in riferimento a questo periodo cupo di Umberto e Lina.
Per quante notti
Per quante notti che ho passato insonni per la paura di svegliarmi al mattino, tu mia dolcissima
Musa dimmi: come hai potuto? Anche se ti perdono per quanto soffrii nelle notti insonni a causa di
sogni terribili e interrotti che mi hai procurato, dimmi ora mia Musa: come hai potuto mantenere
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un volto pieno di tanta nobiltà, mentre tenevi quell’ infamia racchiusa nel cuore? Come hai potuto
darmi baci falsi e far finta di piangere, mentire con le carezze, pensare di non essere mia, pur
vivendo assieme a me? Questo è il solo grande delitto che non posso scordare e che mi farà odiare
per sempre me stesso e maledire il tuo nome. Ma questo e altro che non dico non può essere vero: è
solo un sogno di cui forse tu morirai, di cui io certamente morirò.
Nel periodo di tempo della breve separazione dei coniugi, Umberto in particolare ne risente di più
poiché ha paura che Lina si innamori di qualcun altro. Molte notti non dorme a causa di incubi che
raffigurano la doppia vita della moglie: da una parte la vita di menzogne con Saba e dall’altra una
vita felice con un uomo che ama veramente. Umberto però si accorge che sono solo incubi e che
non stanno avvenendo veramente, quindi chiede il perdono necessario per ristabilire la relazione
con Lina.
Ho notato che pur avendo con lei una relazione tumultuosa, Saba si riferisce a Lina come Musa,
cioè fonte di ispirazione.
Io dico: son vile
Io dico che sono vile e tu rispondi che sia benedetta la nostra viltà se mi ami tanto. Ti dico che non
sono stanco di baciarti e tu rispondi ‘chi si stanca della felicità? Ti dico, Lina, con quello che ci è
successo, quante cose dobbiamo dimenticare per poterci amare adesso! Tu mi rispondi che al cuor
non si comanda e che bisogna accettare quel che è stato. Non so se sarò in grado di perdonarmi, se
mai ti vedrò come prima. E tu dici, per avere molta stima di me devi solo amarmi.
In questa poesia il dialogo tra Umberto e Lina è probabilmente il dialogo del primo incontro dopo la
separazione. Vedono di accettare gli errori commessi e di ricominciare a vivere insieme pur
vedendosi con occhi differenti. Vi è un’esplosione di sentimenti in questa poesia che dimostra la
passione che provano i due coniugi.
Conclusione
Conoscere Lina per Saba è stata un’occasione per superare le difficoltà e la tristezza dell’infanzia.
Quando l’ha incontrata, Saba ha cominciato a vivere veramente, sebbene continuasse ad avere
momenti di difficoltà legati alla depressione. Lina è sempre stata un punto di riferimento per lui e
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credo che abbia contribuito alla sua vena poetica e creativa, come il poeta stesso indica definendola
Musa, anche in un periodo difficile della loro relazione.
Bibliografia
Umberto Saba, Il Canzoniere, Einaudi, Torino, 2014
Rita Turrini, Quante rose a nascondere un abisso, www.atuttascuola.it/biblioteca/autori/saba.htm
Wikipedia
Tornaletti Luca
Classe 3LG
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