algeria ai bordi del tassili

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algeria ai bordi del tassili
ALGERIA
AI BORDI DEL TASSILI
1° giorno
Italia-Algeri-Djanet
Partenza dall’Italia con volo di linea su Algeri. Cena libera. La sera imbarco su Djanet.
Pernottamento in hotel.
dal 2° al 4° giorno
Djanet-Tin Abarho-Tihodaine
Djanet (1094 metri) è la più grande oasi del sud-est algerino con oltre 50.000 palme. Si stende per 5
chilometri lungo la valle del fiume Edjeriou, in una vallata ai piedi della scarpata rocciosa del Tassili
degli Ajjer, dalla quale sgorgano numerose sorgenti che raccolgono l’acqua di tutto l’altopiano ed
alimentano l’irrigazione dell’oasi e dei giardini coltivati. La località è “pleine de charme”. Punto
obbligato d’incontro, di commercio, di scambio lungo le carovaniere che collegavano il Nord Africa
con i paesi della fascia equatoriale, ha sempre rappresentato un punto di ristoro, di frescura e di
serenità dopo le assolate tappe desertiche. Salendo fino all’ex fortino della legione si può ammirare
l’insieme dell’oasi. Partenza verso i bei rilievi di Timras e le prime grandi dune dell’erg d’Admer.
Maestose, imponenti, introducono a piane sconfinate che portano verso il Monte Tazat e le dune di
Tin Abarho, piccolo ammasso di sabbie dalle creste cangianti, morbide, suggestive. Da qui rotta
verso l’altra bella formazione di dune che è l’erg Tihodaine, dal nome del roccione che sta al centro
di questa piccola formazione di dune citata in tutti i testi che trattano di preistoria. Ed infatti ai bordi
dell’erg numerosissimi paleo suoli testimoniano l’insediamento dell’uomo nel neolitico. Tihodaine
si trova isolato sulle vecchie rotte che congiungono Amguid a Djanet, la Tefedest al Tassili n’Ajjers,
ai bordi dell’immensa piana di Afara. Lungo il percorso monumentali tombe “a buco di serratura”
rappresentano un magnifico, particolare esempio di sepoltura neolitica: un tumulo centrale, due
cerchi concentrici di pietre ed un viale di accesso. Appaiono come giganteschi bubboni sui fianchi
delle colline, monumenti giganteschi ed insoliti di un grande passato. Campi.
dal 5° al 9° giorno
Tamadjert-Ifedaniouène-Afara-Tasset
Siamo ai piedi del Tassili n’Ajjers ed una pista sassosa s’inerpica tra sfasciumi d’arenaria fino al
minuscolo villaggio di Tamadjert… davvero sperduto, incastrato in una gola tra le montagne. La sua
stupenda guelta di acqua limpida e corrente invita ad un tuffo ristoratore, impensabile nel deserto.
Poco lontano una favolosa grotta ricca di pitture rupestri suscita il più grande interesse. Qui, tra le
altre rappresentazioni, sono da segnalare carri trainati da cavalli “al galoppo volante” e
graziosissime fanciulle dalle minigonne trasparenti. Insolite e bellissime! Poi discesa nella incredibile
regione di Ifedaniouène: una selva di pinnacoli offre scorci impagabili e suggerisce passeggiate e
bivacchi da mille e una notte. Qui si scoprono ripari anche di notevoli dimensioni che ospitarono
l’uomo del neolitico: scene di quotidianità emergono dalla notte dei tempi ad illustrare una storia
raccontata a fumetti. Incredibili, è il caso di dirlo viste le condizioni climatiche del Sahara odierno, le
rappresentazioni di grandi pesci! Infine una corsa nella sterminata piana di Afara bordata di torrioni
ciclopici ci avvicina ad uno dei pochissimi passaggi che portano sopra al Tassili. Una salita impervia
infatti sbuca sull’altopiano dove l’oued Tasset ci aspetta con i capolavori della preistoria. Il tratto è
fine, si direbbe a pennino, le proporzioni dei disegni sono perfette, naturali, gli atteggiamenti di
personaggi e bestiame sono incantevoli, i colori offerti dalle ocre sono stati sapientemente dosati…
non si può che rimanere a bocca aperta, ogni commento è superfluo, lo stupore e l’emozione
hanno il sopravvento. Campi.
10° e 11° giorno
Dider-Essendilène-Tikobaouine-Teghaghart-Djanet
L’area di Dider, sempre sul Tassili, è un ampio spazio di pascolo, rifugio per i nomadi di questa
tormentata regione di montagna, ed offre la curiosità di Tin Terhert, “la roccia scolpita”, un grande
ammasso di arenaria a forma di cupola ricoperto da incisioni, tra cui spiccano un enorme toro lungo
più di 4 metri sul cui corpo sono state tracciate figure geometriche a spirale, delle stupende gazzelle
accucciate e curiosi personaggi senza volto. Poi il passo di Taradjeli ci permette di scendere
dall’altopiano e di recuperare i bordi frastagliati e i grandi canyons che intagliano le sue ultime
propaggini. Qui la valle incantata dell’oued Essendilène, bordata di ciclopici torrioni, conduce alla
celebre guelta ornata di oleandri che ha fatto sognare tutti gli appassionati sahariani. Il bivacco negli
anfratti spettacolari di Tikobaouine (letteralmente “le spade”), proprio un labirinto di lame d’arenaria
emergenti dalla sabbia, di fronte all’erg d’Admer, è una tentazione… come rinunciare allora ad
un’ultima cavalcata sulle dune? Ed ecco il gran finale: i buoi di Teghaghart, profondamente incisi ed
accuratamente levigati, il massimo dell’arte rupestre sahariana. Nell'ansa del fiume Edjeriou si
stagliano solitari dei faraglioni rocciosi e nella parte inferiore di una parete alcuni buoi dalle grandi
corna sono ritratti nell'atto di abbeverarsi. I musi arrivano a lambire la terra, dove forse un giorno si
trovava l’acqua. Non molto lontano si incontra ancora una grande tomba solare, ed il pannello dei
bovini ai bordi dell’oued Eddarène. Campi. Rientro a Djanet. Cena e stanza a disposizione in hotel.
12° giorno
Algeri-Italia
In nottata trasferimento all’aeroporto ed imbarco per Algeri. Corrispondenza per l’Italia.
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