TCHAD L`ENNEDI 1° giorno Italia-N`Djamena

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TCHAD L`ENNEDI 1° giorno Italia-N`Djamena
TCHAD
L'ENNEDI
1° giorno
Italia-N’Djamena
Partenza dall’Italia con volo di linea su N’Djamena. Cena libera. Pernottamento in hotel.
dal 2° al 4° giorno
N’Djamena-Abéché-Oumchalouba
Partenza per la spedizione in fuoristrada. La capitale N’Djamena, servita da un aeroporto
internazionale, si trova a sud del Tchad ed è molto decentrata rispetto al territorio. Si deve dunque
attraversare il paese per raggiungere l’Ennedi, situato a nord est. La strada asfaltata attraversa
villaggi e piccole comunità e rapidamente si porta ad Abéché, grosso centro dal mercato
coloratissimo. Siamo nel Sahel, caratterizzato da una savana arbustiva su cui spiccano piccoli
insediamenti quanto mai suggestivi, come ad esempio Gozmine caratterizzato da una selva di tipici
tetti di canne a cono. Il territorio ora diventa sempre più arido ed appare qualche tenda di gente
nomade o seminomade. Ogni sosta ad un pozzo può essere l’occasione per comprendere il duro
lavoro che i pastori devono compiere per abbeverare i propri armenti. A mano o con l’aiuto di un
animale il contenitore di pelle, che raccoglie una ventina di litri d’acqua, viene tirato con una corda
in superficie da una profondità di 30/50 metri. L’operazione viene ripetuta più e più volte, finché tutti
gli animali non hanno bevuto a sazietà. Una fatica improba per gli uomini e per i viaggiatori uno
spettacolo impressionante, specialmente se gli animali sono numerosi… Rifornimenti a Oum
Chalouba, dove si pone il terzo campo.
dal 5° al 7° giorno
Il massiccio dell’Ennedi
Ed eccoci nel sahara tchadiano, dove in qualche migliaio di chilometri quadrati sembrano
concentrarsi i vari aspetti del deserto: grandi distese di pietre, sinuosi erg e spettacolari barcane,
labirinti tra le rocce, canyons dalle pareti vertiginose, archi spettacolari, oasi, guelta… che si può
volere di più? In fuoristrada e a piedi potremo esplorare l’Ennedi, selvaggio e fantastico, una vera e
propria fortezza di arenarie erose in archi, guglie e pinnacoli dall’equilibrio precario. Ecco il
massiccio di Terkei dove i fuoristrada saranno impegnati in un dedalo di uadi bordati da montagne di
arenaria dalle forme strane, a volte… fantasiose! Poi si va alla scoperta dei massicci periferici di Deli,
Chigeou e Tukou. Qui le arenarie formano imponenti cattedrali o si assottigliano fino a formare
guglie e camini; il vento le lavora e le scava in archi arditi e labirinti: la natura è veramente
strabiliante! Acacie, tamerici, euforbie e vari arbusti segnalano il letto dello uadi Archei dove si trova
la più importante riserva d’acqua della regione, la guelta di Archei, una meraviglia che da sola
giustificherebbe il viaggio… Una gola chiusa tra alte pareti verticali si stringe gradatamente fino ad
arrivare ad una larghezza di una trentina di metri rivelando l’ampio serbatoio naturale alla cui acqua
si abbeverano centinaia di dromedari. I bramiti incessanti delle bestie che risuonano tra le rocce
forniscono una colonna sonora decisamente impressionante. Uno spettacolo mozzafiato sospeso
nel tempo, unico al mondo, che non ci si stanca di ammirare. Nella parte superiore della guelta,
nascosti tra acque nerastre, alcuni coccodrilli del Nilo testimoniano la presenza della loro specie in
questi luoghi da migliaia di anni. Altre presenze, animali ed umane, sono provate dai numerosi siti
rupestri che si trovano nella regione. Grotte e ripari naturali conservano pitture straordinarie sia per
la loro bellezza che per la documentazione che ci forniscono circa il passato della regione. Campi.
8° giorno
Ennedi-Fada-Bichigara
Si lascia l’Ennedi alla sua capitale, Fada, bella oasi di palme da dattero nella quale vivono diecimila
persone. Si presenta come un caratteristico villaggio sahariano dalle case in banco (miscuglio di
paglia e argilla) che circondano il vecchio forte francese. Gli abitanti sono Gaeda e fanno parte
dell’etnia Tebu. I Tebu sono pastori, per la maggior parte nomadi, la cui sussistenza è legata ad un
territorio povero ma molto vasto, in grado di offrire un magro pascolo alle greggi di montoni ed ai
dromedari. Come le altre genti che popolano queste regioni sono estremamente indipendenti, fieri e
pronti a dar battaglia a chi cerca di sottometterli o anche semplicemente di intromettersi nella loro
vita. Nell’oasi la presenza dell’acqua ha favorito la sedentarizzazione legata alle colture. Campo
nei pressi di Bichigara, una regione sabbiosa bordata da formazioni di arenaria e castelli minerali
isolati sperduti negli orizzonti.
9° e 10° giorno
Bichigara-Mourdi-lago Ounianga Sakher
Visita delle ultime pitture rupestri del massiccio. Sosta al pozzo di Way per raccogliere acqua e
partenza verso la vasta depressione di Mourdi, dove le sabbie sono qua e là interrotte da isolati
gruppi montuosi, ed il grande uadi Tebi. Campo. Si punta a nord per raggiungere il grande deserto,
bordato lontano da misteriosi altipiani : gli Erdis. Numerosi cordoni di dune sbarrano la nostra strada
nei pressi della piccola oasi di Demi, dalle cui sabbie salate si estraggono finissimi cristalli di sale
inglobati nella terra rossa. Si piega ben presto verso ovest, entrando in un territorio frequentato dalle
carovane del sale e spesso spazzato dall’Harmattan. Si seguono falesie che all’improvviso si
aprono per rivelarci i loro gioielli: strani laghi blu bordati di oasi in una sinfonia di bianchi e rosa.
Trovar l’acqua, abbondante, a volte dolce, in un ambiente sahariano è sempre una splendida
sorpresa, un’emozione inattesa. Teguedei e Ounianga Sakher sono i siti più belli. Campo nei pressi
del lago.
11° giorno
lago Ounianga Sakher-lago Ounianga Kebir
Si rimane nella regione dei laghi. Qui la falda freatica ha una superficie di 20 kmq e costituisce il più
vasto insieme lacustre del Sahara, con una cinquantina di laghi. I palmeti che li circondano sono
spontanei ed il loro verde contrasta con il colore giallo-arancio delle dune che scendono fino
all’acqua e con le austere falesie circostanti. La presenza di sali diversi nelle acque dei vari laghi
dona loro una colorazione verde, blu, o rossa… Siamo in un’enorme tavolozza naturale!
Continuazione verso Ounianga Kebir, magnifico lago di un blu metallico cinto da palme verdi e
bordato da alte falesie sulle quali vengono a morire gli aranciati cordoni dunari della depressione di
Mourdi… uno spettacolo unico! Campo.
12° e 13° giorno
lago Ounianga Kebir-oasi di Faya-erg di Djourab-Kouba
Attraverso piste sabbiose che si snodano tra le colline di Bembeché, dando origine a panorami
fiabeschi, si prosegue verso l’oasi di Faya. Grazie alle importanti riserve d’acqua sotterranee, gli
abitanti possono dedicarsi all’agricoltura. La cittadina è anche un importante punto di transito
commerciale data la sua vicinanza alla Libia. Si incontrano poi le assolate dune dell’erg di Djourab
e distese di curiose diatomiti fino a raggiungere Kouba, poche case disseminate tra piccole dune
spesso spazzate dal vento, che con il suo punto d’acqua costituisce una tappa importante per le
carovane di dromedari che si muovono nella regione. Campi.
14°e 15° giorno
Kouba-Salal-Moussoro-N’Djamena
La pista ora segue la direzione del Bahr el Ghazal, “il fiume delle gazzelle”, un tempo alimentato
dalle acque del lago Tchad ed ora completamente asciutto. Di villaggio in villaggio, in un territorio
semi-desertico, si raggiunge Salal e poi Moussoro nei pressi del quale si pone l'ultimo campo, prima
di raggiungere la capitale ed imbarcarsi verso l’Europa.
16° giorno
N’Djamena-Italia
Arrivo in Italia.
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