Spilamberto
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[L’ITALIA DEI SAPORI] DI TONI SÀRCINA ([email protected]) C’ è ancora confusione tra i consumatori a proposito di aceto balsamico; sono ancora in molti a pensare che queste due parole siano riferite al preziosissimo nettare del quale si favoleggia da secoli per arricchire con pochissime gocce molte preparazioni salate e dolci. Ma la denominazione corretta è aceto balsamico tradizionale di Modena o di Reggio Emilia, prodotto formato dalla fermentazione naturale del Spilamberto mosto d’uva cotto, che subisce un lento processo di acetificazione e una maturazione che dura almeno dodici anni (ma può giungere anche a cento anni e più) durante i quali l’aceto viene versato in piccole botti di legni diversi e ogni anno viene travasato, nell’ordine, in botti di rovere, castagno, ciliegio, frassino e gelso. In questo modo, l’aceto assume anche parte dell’aroma dei vari legni; per questo gli aceti balsamici sono diversi l’uno dall’altro a seconda della maturazione e del produttore. Ha colore scuro e aroma molto deciso. La zona di produzione è Modena e dintorni, ma anche Reggio Emilia, sia pure con qualche differenza nella preparazione. CITTÀ... BALSAMICA È qui, in provincia di Modena, che si produce il vero aceto balsamico tradizionale 138 FEBBRAIO 2007 CLUB3 L’aceto balsamico prelevato dalle botti al termine dell’invecchiamento ha un aroma intenso inconfondibile. Il sapore non è necessariamente acido ma può essere anche piuttosto dolce. Il colore è simile alla liquirizia e la consistenza è sciropposa. È utilizzato quale accompagnamento di piatti di carne, pesce, insalate e bolliti, col parmigiano reggiano e per la frutta, in particolare sulle fragole. Perché a Spilamberto? Ebbene, questa bella cittadina del modenese ospita l’insigne Consorteria dell’aceto balsamico tradizionale di Modena la quale, oltre a essere controllore della corretta produzione, promuove corsi di degustazione per diffonderne la giusta conoscenza e l’idoneo utilizzo. La sede è molto bella, nel centro storico, nella Villa Fabriani, e possiede un’affascinante acetaia e un’aula adibita alle degustazioni e ai corsi. Nella Consorteria è possibile acquistare aceto balsamico tradizionale realizzato seguendo le regole secolari di produzione. E per sapere tutto del balsamico tradizionale vale la pena di prendere contatto con la Consorteria (via Roncati, 28, FRAGOLINE telefono e fax: 059.78.59.59) e DI BOSCO CON fare una bella esperienza per il palato. GELATO ALL’ACETO Per raggiungere SpilamberTempo di esecuzione: 45 minuti oltre il tempo di maBALSAMICO to si percorre l’A1 e, all’uscita cerazione. Ingredienti per quattro: 400 g di fragoline TRADIZIONALE di Modena Sud, si trova l’indicadi bosco; un dl di Grand Marnier; 50 g di zucchero a vezione per la città. Ogni anno, nel lo. Per il gelato all’aceto balsamico tradizionale: 3 dl di panperiodo della fiera di San Giovanni (la na; un dl di Porto; un dl di vino bianco; 4 tuorli; 100 g di zucchesettimana che comprende il 24 giugno, festa ro; un cucchiaino di aceto balsamico tradizionale. Per la salsa allo del patrono), la Consorteria organizza il Payogurt: 2,5 dl di panna; 1,5 dl di yogurt naturale possibilmente grelio dell’aceto balsamico tradizionale di Modeco; 50 g di zucchero a velo. na, punto di incontro degli appassionati del Lavare le fragoline in acqua ghiacciata, scolarle su un canovaccio e prodotto. Alla domenica viene premiato il miasciugarle; metterle in una terrina, irrorarle col Grand Marnier, cosparglior aceto balsamico del territorio. Tuttavia, gerle con lo zucchero a velo e farle macerare per 30 minuti. Nel frattemSpilamberto, pur fagocitata dall’imponente po preparare il gelato all’aceto balsamico: versare la panna in una caspresenza dell’aceto balsamico tradizionale, seruola, aggiungere il Porto e il vino bianco e portarli a ebollizione. In vanta altre specialità degne di nota. Su tutte, una terrina lavorare i tuorli d’uovo con lo zucchero; aggiungervi il comil liquore Nocino, per il quale è stata addiposto di panna e vino, unendolo poco alla volta e mescolando continuarittura fondata un’associazione, l’Ordine mente. Versare il composto nella casseruola sul fuoco e portarlo quasi del Nocino modenese che ha lo scopo di ora ebollizione mescolando spesso finché velerà il cucchiaio; fare raffredganizzare, promuovere e sostenere iniziative dare la crema; versarla nella gelatiera; a metà del tempo di lavorazioe manifestazioni atte a tutelare, valorizzare e ne, unire l’aceto balsamico. Preparare la salsa allo yogurt: mettere in diffondere l’antica tradizione del Nocino. A una terrina lo yogurt e lo zucchero a velo e mescolarli con un cucchiaigennaio e febbraio, l’Ordine organizza un no di legno e incorporarvi la panna montata a parte. Versare la salsa alpalio aperto a coloro che producono il Nocilo yogurt nelle coppette, distribuirvi sopra le fragoline di bosco al Grand no e che vede premiato il migliore dei conMarnier e adagiarvi al centro una pallina di gelato all’aceto balsamico. correnti il giorno di San Valentino. 씮 La ricetta del mese CLUB3 139 FEBBRAIO 2007 [L’ITALIA DEI SAPORI] A TAVOLA CON I CORDONS BLEUS PANI, FORMAGGI E VINI DI SICILIA L a delegata della Commanderie Des Cordons Bleus di Sicilia, Marina Tudisco, ci ha inviato la sintesi di un incontro avvenuto a Valverde nel Catanese presso la Locanda del vinattiere. Il titolo era: “Degustazione di pani, formaggi e vini tipici di Sicilia”, realizzata dal patron Nino Statella. Ecco la descrizione dei pani. Pane di Raddusa: il pane giallo di Raddusa è ottenuto nella migliore zona di produzione di Sicilia. Qui da secoli viene prodotto grano duro dal quale si ottiene il pregiatissimo pane dal colore della semola. Il pane giallo semola è una ciambella di un chilo, ottenuto da semola e acqua, lievitazione lunga e sale. Pane nero di Castelvetrano: è ottenuto da una miscela di farine di grani duri autoctoni della Valle del Belice, moliti ancora a pietra, la cui varietà di cariossidi scure e cristalline, e la lievitazione lunga e naturale, rendono unico, dal sapore sfumato di dolce e l’aroma delle terre arse. La forma classica è rotonda “vastedda” ma L’invecchiamento avviene in piccole botti di vari legni 씮 Seguono gli eccellenti amaretti di Spilamberto, conosciuti sin dal secolo XVII. Sono dolci a lunga conservazione, morbidi, delicati e lievitati. La ricetta? Mandorle dolci e amare, miele o zucchero, albume montato a neve. I migliori sono preparati in famiglia dove la ricetta si traman- Dove pranzare e gustare prodotti tipici 쎲 Trattoria Da Cesare; via S. Giovanni, 38; tel. 059.78.43.59 Chiusura: domenica sera e lunedì. 쎲 Ristorante Guido - Laghetti; via Settecani 2300; frazione S. Vito; tel. 059.79.86.53. Chiusura: lunedì sera e martedì 쎲 Trattoria La Busa; via Modenese 2284; Frazione S. Vito; tel. 059.46.94.22. Chiusura: lunedì 쎲 Osteria di Via Obici; via Obici, 32; tel. 059.78.12.50. Chiusura: giovedì. 쎲 Trattoria Ponte Guerro; via Modenese 4644-48; tel. 059.79.89.09. Chiusura: domenica. 140 FEBBRAIO 2007 CLUB3 da da generazioni. Altri prodotti tipici di qualità comprendono il parmigiano reggiano, il lambrusco, il prosciutto di Modena, le susine e le celebri ciliegie di Vignola. Vediamo ora la città: Spilamberto ha un bel centro storico con numerosi palazzi e chiese ricche di opere d’arte; da non perdere il torrione medioevale all’ingresso principale del paese. Attualmente il torrione ospita l’Antiquarium, sede dell’Ordine del Nocino modenese ed è possibile visitare la cella di Messer Filippo. Durante lavori di restauro fu scoperta una cella segreta i cui muri erano ricoperti da graffiti: un vero e proprio diario in forma di fumetto tenuto da un prigioniero amante del dolce stil novo e che si esprimeva in rima. La cella narra la storia di Messer Filippo (Felippus, come si legge sui muri), mercante probabilmente spagnolo vissuto nel secolo XVI che navigando giunge a Spilamberto per offrire le proprie sete e mercanzie alla bella castellana di cui si innamorò. Ma fu un amore proibito che lo condusse alla morte. In attesa del supplizio, rinchiu- anche a filone, e il peso è di un chilo. La crosta, cosparsa con semi di sesamo colore caffè è spessa e croccante, la mollica omogenea e alveolata. Pane di Siracusa: il grano, nelle tradizioni siracusane, ha sempre rappresentato un alimento di primaria importanza, basti pensare alla “cuccia” di Santa Lucia. Il pane di Siracusa senza sale deriva da queste tradizioni; oggi è riproposto con una miscela di semole di grano duro e tenero, cotto al forno con gusci di mandorla, rametti d’arancio e olivo. Pane con noci e pancetta paesana, prodotto dalla Locanda: pane di semola di grano duro, cultivar Simeto. Le proporzioni di farina e acqua sono uguali, ha una lenta lievitazione appena impastato. Non bisogna esagerare col sale in quanto si utilizza una pancetta fatta in casa e le noci dell’Etna. Ecco la descrizione dei formaggi. Vastedda del Belice: l’unico formaggio di pecora autoctona del Belice a pasta filata, di forma ovoidale schiacciata. Piacentino ennese: prodotto tipico dell’Ennese, da non confondersi col “piacentino” classico, deve il suo nome dal dialetto placentinu, da placenta dell’agnello, che serviva da caglio. È un canestrato giallo perché contiene zafferano. Provola Sfoglia dei Nebrodi (Capizzi): Formaggio semistagionato, giallo, si distingue per la lavorazione laboriosa a sfoglia, che richiede maestria nel tagliare e riassemblare la pasta filata. Pepato vecchio di Cammarata: formaggio a pasta dura, forte e piccante, prodotto nell’Agrigentino. Si consiglia di addolcire la degustazione con miele di carrubo o confettura di pesche di Leonforte. differenti tra loro e può durare da dodici a cento anni so nell’angusta prigione, lasciò il suo racconto sulla pietra. Il torrione è visitabile su appuntamento telefonando al numero: 059.78.99.64. Da vedere anche la pregevole Rocca Rangoni. Tra le varie chiese da visitare, da non perdere la chiesa del Carmine, quella di Santa Maria degli Angeli e quella di Sant’Adriano. Dove pernottare: 쎲 Hotel San Pellegrino, via Vignolese 1130, Spilamberto (Mo), tel. 059.78.43.18; fax 059.78.44.10; www.hotelsanpellegrino.it e-mail: [email protected] 쎲 Hotel Eden, via Vignolese 3065; tel. 051.83.08.88; 0339.23.50.459 Riconoscere il balsamico tradizionale Per acquistare il vero aceto balsamico tradizionale bisogna accertarsi che l’etichetta porti la dicitura: “aceto balsamico tradizionale di Modena” su una boccetta panciuta. Le confezioni si presentano con capsula avorio, con invecchiamento minimo di dodici anni; capsula oro, con invecchiamento minimo di 25 anni. Esiste anche l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia, con boccetta più slanciata. Le confezioni hanno capsula aragosta, con invecchiamento minimo di dodici anni; capsula argento, con invecchiamento minimo di 18 anni; capsula oro, con invecchiamento minimo di 25 anni. Attenti dunque ad altri prodotti che pur indicando “aceto balsamico” nulla hanno da spartire con il tradizionale. 왎 CLUB3 141 FEBBRAIO 2007