Il prosciutto di San Daniele è un prodotto di salumeria a base di
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Il prosciutto di San Daniele è un prodotto di salumeria a base di
INDAGINE SULLA PRESENZA DI MUFFE IN PROSCIUTTIFICI E IN PROSCIUTTI CRUDI DI SAN DANIELE 1 1 2 2 1 3 Chiapolino K. , Iacumin L. , Boscolo D. , Galeotti M. , Manzano M. , Galanetto S. , Comi G. 1 1 DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEGLI ALIMENTI - Università degli Studi di Udine 2 DIPARTIMENTO DI SCIENZE ANIMALI - Università degli Studi di Udine 3 CONSORZIO DEL PROSCIUTTO DI SAN DANIELE - San Daniele del Friuli Riassunto È stata monitorata la presenza di muffe su prosciutti di San Daniele e nell’aria dei corrispettivi stabilimenti di produzione. Tre i prosciuttifici considerati nell’indagine: A (industriale), B (semiartigianale) e C (artigianale). Lo scopo è stato quello di valutare la popolazione fungina ed in particolare la presenza di muffe potenzialmente produttrici di ocratossina A (OTA). I campionamenti sono stati effettuati con cadenza quindicinale per un totale di 24 campionamenti distribuiti nell’arco di un anno. I ceppi isolati sono stati identificati mediante metodiche tradizionali e molecolari (sequenziamento). Complessivamente sono state identificate 41 specie di muffe presenti nell’aria e/o sulla superficie dei prosciutti durante le fasi di asciugatura, pre-stagionatura e stagionatura. Di queste 41 specie totali, 28 sono state rilevate sia nell’aria che sui prosciutti, 9 solo nell’aria e 3 solo sulle superfici. Dai dati è emerso che non erano presenti specie OTA-produttrici. Abstract Occurrence of moulds in some plants producing San Daniele ham. The aim of this study was to define the mould strains growing on the surface of San Daniele dry cured ham and present in the air of the three factories of San Daniele area. The choosed factories were of three different categories: industrial, semi-industrial and artisanal. Additional aim was to detect and isolate strains able to produce Ochratoxin A (OTA). The study lasted 12 months and permitted to isolate 41 mould strains in air or on the surface of dry cured hams. The occurrence and growth of all different strains belonged on ripening temperature and on value of relative humidity in the preripening and ripening rooms. Data showed that no moulds, able to produce OTA, were isolated and for this reason, San Daniele dry cured ham should be not represent a health hazard in this sense. Introduzione Il prosciutto di San Daniele è un prodotto di salumeria a base di carne suina (coscia) salata e lasciata maturare nel tempo affinché acquisisca aroma e sapore. Si tratta di un prodotto assolutamente privo di conservanti, la cui stabilità è legata all’attività del sale, alla disidratazione e quindi ad un abbassamento dell’attività dell’acqua che limita sufficientemente l’attività microbica. In superficie sia sul muscolo esposto che sulla cotenna è possibile osservare uno sviluppo di muffe e lieviti durante la maturazione; tale sviluppo può essere molto evidente se non vengono rispettati i parametri temperatura e umidità degli ambienti. Le muffe, in particolare, sviluppano in maniera incontrollata quando l’eccessiva umidità delle celle produce un ristagno di condensa sulle superfici del prodotto. Esse derivano direttamente dal prodotto, dagli ambienti e dall’aria. La loro diffusione è rapida perché producono miceli, che si frammentano e spore, che vengono facilmente trasportate da vortici e correnti d’aria in tutte le aree di produzione e in particolare nelle zone di pre-stagionatura e stagionatura. Lo sviluppo di muffe durante queste fasi è considerato, entro certi limiti, naturale e si ritiene possa contribuire positivamente alla determinazione delle caratteristiche finali tipiche del prodotto (Rojas et al., 1991; Nunez et al., 1996). Tuttavia ammuffimenti consistenti sulla superficie del prosciutto sono indice di un’errata gestione delle condizioni di stagionatura e possono provocare conseguenze negative. Lo sviluppo delle muffe viene tollerato in prodotti stagionati nel caso in cui: Hanno un effetto antiossidante, contribuendo alla formazione del colore (Spotti et al., 2008); Contribuiscono positivamente alle caratteristiche sensoriali, evitando che la superficie diventi appiccicosa o viscida, prevenendo un’eccessiva disidratazione superficiale, migliorando la texture e, grazie all’attività proteolitica, limitando un’eccessiva durezza della carne (Martin et al., 2006); Contribuiscono alla lipolisi e alla proteolisi, favorendo lo sviluppo dei componenti aromatici. Le muffe che sviluppano sulla superficie dei prosciutti possono giocare un ruolo chiave nella proteolisi favorendo l’idrolisi delle proteine miofibrillari e aumentando la concentrazione di alcuni amminoacidi liberi. Per quanto riguarda la lipolisi, gli enzimi da esse prodotti favoriscono la liberazione di acidi grassi, che, direttamente o a seguito di ulteriori reazioni, vanno a comporre la frazione aromatica (Sunesen et Stahnke, 2003). Però allo sviluppo di muffe sono correlati anche effetti negativi: La produzione di micotossine, metaboliti che, anche in piccole concentrazioni, possono dare fenomeni di tossicità più o meno acuta. Si tratta di molecole piuttosto stabili dal punto di vista chimico e questo spiega come la rimozione di spore e miceli non garantisca la sicurezza del prodotto dal punto di vista 1 tossicologico. Il problema delle micotossine è di primaria importanza in quanto possono provocare effetti carcinogenici, immunologici e allergici, particolarmente rilevanti nel caso dell’ingestione di cibo da parte di esseri umani; Il difetto dell’acido fenico è legato alla produzione di metaboliti da parte di muffe, le quali in condizioni particolari, possono sviluppare, oltre che in superficie, anche all’interno di un osso spugnoso qual è l’anchetta, penetrando attraverso la superficie porosa e danneggiando il prodotto con odore e sapore sgradevoli (Spotti et al., 1988). Tale difetto, facilmente riscontrabile con la puntatura, determina l’eliminazione del prosciutto; Molte specie appartenenti al genere Penicillium spp. associate agli alimenti hanno inoltre la capacità di produrre penicillina (Andersen, 1995), un antibiotico che aumenta notevolmente il rischio di crisi allergiche nel caso questi alimenti vengano ingeriti da soggetti sensibili. La capacità di sviluppo delle muffe e l’eventuale produzione di micotossine sono funzione di diversi fattori tra loro correlati, in particolare delle condizioni ambientali, motivo per cui la temperatura e l’umidità relativa nelle celle di stagionatura devono essere monitorate con attenzione. Nonostante il processo produttivo del prosciutto crudo contempli operazioni come il lavaggio, la toelettatura e il confezionamento, che permettono di eliminare le muffe eventualmente presenti e limitare la possibilità che sviluppino ulteriormente, risulta opportuno monitorarne la diffusione e soprattutto la presenza di micotossine. L’indagine effettuata mira quindi a questo scopo e con particolare attenzione ha riguardato l’osservazione della presenza di ocratossina A in diversi contesti di produzione. L’Ocratossina A (OTA) è una micotossina, che rappresenta il più importante metabolita secondario di diverse muffe appartenenti ai generi Penicillium e Aspergillus. Penicillium verrucosum e Aspergillus ochraceus possono produrre OTA, quando crescono su superfici di alimenti, salami, prosciutti crudi ed altri prodotti a base di carne durante la maturazione e lo stoccaggio (Matrella et al., 2006; Pietri et al., 2006; Comi et al., 2004; Spotti et al., 2001, 2002; Gareis and Scheuer, 2000; Grazia et al., 1986). E’ noto, anche se talvolta non sufficientemente dimostrato, come anche altre specie di Penicillium e Aspergillus possano produrre OTA. Recentemente la questione sulla tossicità derivante dalla presenza di muffe sull’alimenti è stata oggetto di numerose attenzioni da parte delle industrie del settore. In particolare, si è osservato che lo sviluppo in superficie è causato dalle condizioni ambientali delle celle di maturazione o di produzione di prodotti di salumeria (Comi et al., 2004, Mizakova et al., 2002) e questo fenomeno può portare alla presenza di micotossine e OTA sui budelli e nella carne. La presenza di OTA in alimenti è indesiderabile perché è stata classificata dallo IARC (International Agency for Research of Cancer) nel “gruppo B” e cioè come una molecola con possibile attività cancerogena per uomo. Parecchi studi hanno dimostrato che OTA ha proprietà teratogeniche, neurotossiche, genotossiche, immunotossiche e nefrotossiche. L’alta attività nefrotossica può produrre sia lesioni acute che croniche a livello di reni. Si sospetta inoltre che OTA sia la concausa di una patologia endemica nelle popolazioni dell’area dei Balcani caratterizzata da una progressiva fibrosi a livello di reni e all’origine di neoplasie del tratto urinario (IARC, 1993). Per questo motivo sono stati introdotti dei limiti di presenza negli alimenti. In Italia la concentrazione massima di OTA ammessa in carni e prodotti a base di carne è 1 µg/Kg (Circolare Ministero Sanità n°. 10-09/06/1999): pertanto, pur non essendo mai stata segnalata la presenza di muffe potenzialmente tossinogene e di OTA in prosciutti di San Daniele, ma considerando che comunque esiste a livello mondiale un’allerta su tale problema, lo scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare la presenza di muffe negli ambienti di produzione (superfici e aria) e sul prodotto, con particolare riguardo alla potenziale presenza di OTA e di muffe OTA produttrici. In sintesi, l’obiettivo mirava all’identificazione degli isolati e alla valutazione della possibile presenza di specie tossinogene. Tale monitoraggio ha inoltre permesso di evidenziare le muffe dominanti nelle diverse fasi, di osservare l’evoluzione della popolazione fungina in funzione del processo di maturazione e la potenziale pericolosità del prodotto nei confronti del consumatore. Materiali e metodi Sono stati analizzati tre prosciuttifici scelti sulla base della loro capacità produttiva: uno a produzione industriale (A), uno a produzione semi-industriale (B) ed uno a produzione artigianale (C), allo scopo di valutare come diversi sistemi di produzione, dimensioni e gestione dei locali possano influire sullo sviluppo delle muffe. I campionamenti sono stati effettuati con cadenza quindicinale, a partire dalla fase di asciugatura dei prosciutti fino alla fine della stagionatura. Per il campionamento dell’aria è stato utilizzato un campionatore SAS (SAS - Super 100 - PBI International) e piastre a contatto di Malt Extract Agar (Oxoid, Italia) adatte ad essere utilizzate con lo strumento sopra citato. Per il campionamento delle muffe sui prosciutti sono state utilizzate piastre a contatto di Malt Extract Agar (Oxoid, Italia), aperte e messe a contatto con la superficie del prosciutto, in particolare con la parte priva di cotenna dove il muscolo è esposto (anche se ricoperto dalla sugna). Le piastre raccolte per ciascun prosciuttificio sono state incubate a 30°C per alcuni giorni, le muffe sviluppatesi sono state re-isolate in Agar Malto (Oxoid, Italia) ed identificate sia con metodi tradizionali, come 2 suggerito da Ainsworth et al., (1973), Pitt (1987), Pitt et Hochking’s (1997) Samson et Pitt (2000) e Samson et al., (2004) che con metodi molecolari secondo Manzano et al., (2004) e Cocolin et al., (2006). I metodi molecolari sono risultati utili per eliminare i dubbi interpretativi insorti nelle identificazioni ottenute tramite i metodi tradizionali o per l’identificazione di specie che non potevano essere identificate tramite questi ultimi. I metodi molecolari comprendevano i seguenti passaggi: Estrazione del DNA da ceppi puri (GenElute Plant Genomic DNA Miniprep kit, Sigma) Amplificazione del DNA estratto mediante reazione PCR Elettroforesi su gel d’agarosio per verificare l’avvenuta amplificazione Sequenziamento dei prodotti di PCR purificati Allineamento delle sequenze ottenute in GeneBank e identificazione dei ceppi L’OTA era determinata in un primo screening tramite kit ELISA (Ridascreen, Ochratoxin A - R-Biopharm, Italy) e metodo HPLC secondo Matrella et al. (2006) per confermare i risultati. Il metodo ELISA è stato usato come tecnica semiquantitativa rapida, anche se tende a sottostimare il contenuto di OTA se comparata con i metodi HPLC come dimostrato da Matrella et al., (2006). Risultati e discussione Complessivamente sono state identificate 41 specie di muffe presenti nell’aria e/o sulla superficie dei prosciutti durante le fasi di asciugatura, pre-stagionatura e stagionatura. Di queste 41 specie totali, 28 sono state rilevate sia nell’aria che sui prosciutti, 9 solo nell’aria e 3 solo sulle superfici. I risultati raccolti sono riportati nelle tabelle successive (Tab.1-2-3-4), dove le specie risultano ordinate in base alla frequenza di isolamento, dalla più diffusa alla meno diffusa. La flora fungina identificata è rappresentata prevalentemente da specie appartenenti ai generi Aspergillus spp. e Penicillium spp., entrambi ritrovati in numero elevato in studi simili (Leistner e Ayres, 1968; Bullerman et al., 1969; Hadlock et al., 1976; Dragoni and Cantoni, 1979; Dragoni et al., 1980a,b; Rojas et al., 1991; Spotti et al., 1989; Nunez et al., 1996; Comi et al., 2006). Con il procedere della stagionatura è emersa una diminuzione dello sviluppo di ceppi di Penicillium spp., mentre sono stati isolati sempre più frequentemente alcune specie di Aspergillus spp., in particolare A. fumigatus, A. flavus ed A. niger, come testimoniato da Leistner e Ayres (1968), Spotti et al. (1989), Nunez et al. (1996). Per quanto riguarda Penicillium spp., sono state individuate 14 specie, di cui 10 sia nell’aria che sui prosciutti, 3 solo nell’aria e una solo su prosciutto; lo sviluppo di Penicillium spp. nell’aria degli ambienti di produzione è stato particolarmente accentuato nella prima parte del periodo monitorato ma, mentre si è mantenuto abbastanza costante nel prosciuttificio A, la sua presenza è diminuita con il procedere del tempo nei prosciuttifici B e C, in accordo con quanto riportato da altri autori (Spotti et al., 1989; Comi et al., 2004), fatta eccezione per Penicillium chrysogenum (fig. 1), il quale si è mantenuto costante nel tempo. Questa evoluzione può essere spiegata dall’andamento dell’umidità relativa nelle celle di stagionatura la quale, più alta nelle prime fasi, può aver favorito lo sviluppo di Penicillium spp. (Comi et al., 2004). Penicillium chrysogenum, specie alotollerante, è risultata quella isolata con maggior frequenza tra le appartenenti a questo genere. Si tratta di una specie non tossinogena e alcuni studi hanno dimostrato come possa concorrere al miglioramento della qualità del prosciutto crudo favorendo la proteolisi (Martin et al., 2004) e lo sviluppo dell’aroma tipico (Martin et al., 2006) durante la stagionatura. Altri studi su P. chrysogenum hanno poi confermato che questa specie non manifesta produzione di OTA in vitro (Iacumin et al., 2009). Penicillium commune, P. herquei, P. citreonigrum, P. diversum sono tutte specie di cui è stata rilevata la presenza solo in fase di asciugatura, di pre-stagionatura ed al massimo nei primi due mesi di stagionatura, sia sulla superficie dei prosciutti, nei primi 60 giorni di campionamento, che nell’aria, fino a 105 giorni al massimo, in accordo con quanto detto sopra relativamente allo sviluppo di Penicillium spp. Penicillium commune è un’altra specie alotollerante che è stato individuata solo nel prosciuttificio B, sia nell’aria che sul prosciutto, ed è conosciuta come responsabile del difetto dell’acido fenico. Spotti et al. (1988) hanno dimostrato infatti che prosciutti su cui era riscontrata la crescita di Penicillium commune presentavano il difetto dell’acido fenico. Tuttavia, a detta dei valutatori (puntatori) della qualità dei prosciutti, tale difetto non è mai stato evidenziato nei lotti di prodotto oggetto della presente indagine. Saltuaria è stata la presenza di Penicillium citrinum, specie in grado di produrre la citrinina come micotossina (Sweeney et al., 1998), rilevata una sola volta nell’aria nel prosciuttificio C a circa un mese e mezzo dall’inizio della fase di stagionatura. La presenza di Penicillium spinulosum, P. oxalicum e P. purpurogenum è stata rilevata solo nell’aria dei saloni di stagionatura. La presenza della specie P. oxalicum è stata unica e localizzata tra pre-stagionatura e stagionatura mentre P. purpurogenum è stato individuato sia nei primi che negli ultimi giorni del periodo di campionamento (presenza mantenuta nel tempo). P. spinulosum è stato individuato in tutti e tre i prosciuttifici, costantemente nel tempo in C, durante la pre-stagionatura in B e distribuito soprattutto alla fine del periodo di campionamento in A. 3 Tabella 1 - Muffe isolate complessivamente nei tre prosciuttifici SPECIE Cod. GeneBank Tot. aria Tot. prosciutti Tot. isolati Penicillium chrysogenum EU862182 40 27 67 Aspergillus fumigatus AB354576 31 18 49 Trametes versicolor AY333793 23 5 28 Alternaria alternata AB363761 12 8 20 Aspergillus flavus 14 5 19 Aspergillus niger 9 9 18 Eurotium amstelodami AB363745 osservazione morfologia AY213699 3 15 18 Cladosporium cladosporioides EU683047 12 3 15 Aspergillus sydowii AM883159 5 6 11 Penicillium citreonigrum EF198647 7 4 11 Aspergillus nidulans EU840227 6 3 9 Penicillium radicum DQ981400 5 4 9 Penicillium herquei AF033405 6 2 8 Penicillium spinulosum FJ430767 8 0 8 Spaerothryium filicinum EU552164 7 1 8 Penicillium rotundum AF285116 1 6 7 Penicillium verruculosum AF510496 3 4 7 Penicillium expansum 3 3 6 Absidia corymbifera 4 1 5 Aspergillus candidus AB047232 osservazione morfologia EF669609 5 0 5 Fusarium annullatum FJ577683 2 3 5 Paecilomyces variotii AF033395 4 1 5 Penicillium commune AY213617 2 3 5 Penicillium purpurogenum EF087978 4 1 5 Aspergillus melleus EF661426 2 2 4 Coprinellus domesticus AY663837 3 1 4 Penicillium diversum DQ308554 2 2 4 Cladosporium herbarum EU343661 2 1 3 Nigrospora oryzae 1 2 3 Trichoderma viride 3 0 3 Leptosphaerulina trifolii FJ176892 osservazione morfologia AY849949 1 1 2 Penicillium oxalicum AY213620 2 0 2 Phlebia radiata AB325676 2 0 2 Sporidesmiella fusiformis DQ408577 2 0 2 Aspergillus flavipes AB002062 0 1 1 Beauveria bassiana EU334679 1 0 1 GENERE 4 Continua da Tabella 1 Fusarium acutatum Cod. GeneBank AY213704 Fusarium solani AY097317 1 0 1 Penicillium citrinum DQ914650 1 0 1 Penicillium marneffei AB363759 0 1 1 Sclerostagonospora opuntiae FJ605260 0 1 1 GENERE SPECIE Tot. aria 1 Tot. prosciutti 0 Tot. isolati 1 Penicillium marneffei è stato isolato solo nel prosciuttificio B durante la fase iniziale del campionamento sulla superficie del prosciutto, ma non nell’aria della sala di stagionatura. La presenza di Penicillium rotundum, P. expansum, P. radicum e P. verruculosum è da considerarsi estesa a tutto il periodo di campionamento in quanto è stata rilevata, anche se saltuariamente, sia nelle fasi iniziali che finali, su prosciutto o nell’aria, come conferma della loro presenza. Di queste specie, solo P. expansum (alotollerante) e P. verruculosum sembrerebbero in grado di produrre micotossine anche se per quest’ultima specie il caso segnalato riguardava i risultati ottenuti da studi di tossicità su un metabolita prodotto dalla muffa su un sub-strato non carneo (noccioline) (Cole et al., 1972, 1975). Per quanto riguarda il genere Eurotium spp., la sola specie isolata è stata Eurotium amstelodami. Eurotium repens, riportata da altri autori come specie dominante in prodotti carnei stagionati (Spotti et al., 1989, Nunez et al., 1996, Comi et al., 2004), in questo caso non è mai stata isolata. Eurotium amstelodami è comparsa sulla superficie dei prosciutti negli stabilimenti A e C, a partire dai due mesi di stagionatura in poi, e si è mantenuta costante fino agli ultimi campionamenti. Comi et al. (2004) avevano riscontrato che, su prosciutto istriano, lo sviluppo di ceppi xerofili di Eurotium spp. andava aumentando con il procedere della stagionatura, diventando rapidamente il genere dominante. Ciò probabilmente era dovuto all’elevata resistenza delle spore alla perdita di acqua dell’aria e della superficie del prosciutto. Stando a quanto riportato da Spotti et al. (1989), il ritrovamento di ceppi di E. amstelodami è di scarsa importanza in quanto questa specie xerofila presenta caratteristiche morfologiche ed esigenze ambientali molto simili a quelle di E. repens, specie comunque non tossinogena. La potenziale capacità di E. amstelodami di produrre ocratossina A in vitro è stata comunque testata da Iacumin et al. (2009) ed i dati hanno portato ad un riscontro negativo. Tabella 2 - Muffe isolate nel prosciuttificio A GENERE SPECIE numero ceppi aria numero totale ceppi ceppi isolati prosciutti Penicillium chrysogenum 16 3 19 Aspergillus fumigatus 10 6 16 Cladosporium cladosporioides 10 2 12 Aspergillus niger 3 6 9 Alternaria alternata 4 3 7 Aspergillus candidus 5 0 5 Penicillium citreonigrum 2 3 5 Penicillium commune 2 3 5 Aspergillus flavus 3 1 4 Aspergillus sydowii 1 3 4 Penicillium expansum 1 3 4 Penicillium herquei 2 2 4 Absidia corymbifera 2 1 3 5 Continua da Tabella 2 GENERE SPECIE numero ceppi aria 2 numero totale ceppi ceppi isolati prosciutti 1 3 Paecilomyces variotii Penicillium radicum 2 1 3 Penicillium rotundum 0 3 3 Penicillium verruculosum 1 2 3 Trametes versicolor 2 1 3 Aspergillus melleus 0 2 2 Cladosporium herbarum 1 1 2 Penicillium diversum 0 2 2 Penicillium purpurogenum 2 0 2 Penicillium spinulosum 2 0 2 Spaerothryium filicinum 1 1 2 Trichoderma viride 2 0 2 Aspergillus flavipes 0 1 1 Eurotium amstelodami 1 0 1 Fusarium acutatum 1 0 1 Fusarium annulatum 0 1 1 Fusarium solani 1 0 1 Leptosphaerulina trifolii 0 1 1 Nigrospora oryzae 0 1 1 Penicillium oxalicum 1 0 1 Sclerostagonospora opuntiae 1 0 1 Sono state identificate in totale 8 specie appartenenti al genere Aspergillus spp. Le specie più frequentemente isolate sono A. fumigatus, A. niger , A. nidulans e A. sydowii. Tra le specie la cui presenza è stata riscontrata sia nell’aria delle celle di stagionatura che sulla superficie dei prosciutti rientrano Aspergillus niger, A. fumigatus (fig. 2), A. melleus, A. nidulans ed A. sydowii. Il primo è stato isolato in un periodo che va dall’asciugatura fino alle prime due settimane di stagionatura, per quanto riguarda gli altri tre si pensa che la loro presenza si sia mantenuta costante in un primo tempo, in quanto A. melleus e A. nidulans sono stati individuati dall’inizio fino a circa quattro mesi di stagionatura, anche se saltuariamente. La presenza di A. fumigatus ha subito un incremento con l’avanzare della fase di stagionatura, e lo stesso vale per lo sviluppo di A. flavus. Inoltre, sebbene Aspergillus flavus ed A. nidulans siano in grado di produrre micotossine (Sweeney et al., 1998), tuttavia è stato analizzato il potenziale tossigenico di ceppi di Aspergillus flavus da Rojas et al. (1991) ed è stato concluso come la presenza sul prosciutto di ceppi tossigenici di tale specie non sia da considerare un rischio per la salute dei consumatori. Infine, Aspergillus flavipes è risultato solo da isolamenti fatti sulla superficie di prosciutti nello stabilimento A all’inizio il campionamento. È da segnalare inoltre la presenza di ceppi di Alternaria alternata in tutti e tre i prosciuttifici con manifestazioni che suggeriscono la presenza costante della muffa, anche se la stessa non è stata rilevata costantemente durante i campionamenti. Cladosporium cladosporioides è una specie isolata in tutti e tre i prosciuttifici; nell’aria la sua presenza si è mantenuta costante nella prima metà del periodo di campionamento, mentre sui prosciutti è stata rilevata solo nelle prime due settimane di stagionatura. Cladosporium herbarum è stato isolato sui prosciutti in A nel primo giorno di campionamento, mentre nell’aria era presente in A ed B, rispettivamente a 45 e 60 giorni di campionamento. Questa specie è stata studiata assieme ad altre da Nunez et al. (1996), dove è stato dimostrato che non manifesta tossicità. La presenza di specie di Cladosporium spp. non è da ritenersi importante per quanto riguarda la possibilità di sviluppo sui prosciutti in fase di prestagionatura e stagionatura; la sopravvivenza di spore di Cladosporium spp. nell’aria può essere messa in relazione con la 6 possibilità che ha questo genere di svilupparsi sui prosciutti sia nelle precedenti fasi refrigerate della lavorazione, che con il trasferimento di spore nell’aria (Spotti et al., 1989). Tabella 3 - Muffe isolate nel prosciutttificio B GENERE SPECIE numero ceppi aria numero totale ceppi ceppi isolati prosciutti Aspergillus fumigatus 5 15 20 Penicillium chrysogenum 7 10 20 Eurotium amstelodami 0 10 10 Alternaria alternata 3 5 8 Aspergillus sydowii 2 5 7 Cladosporium cladosporioides 6 1 7 Aspergillus flavus 5 1 6 Aspergillus niger 3 2 5 Penicillium radicum 2 3 5 Trametes versicolor 4 1 5 Aspergillus nidulans 1 3 4 Penicillium rotundum 1 3 4 Penicillium citreonigrum 2 1 3 Penicillium Absidia verruculosum corymbifera 1 2 3 2 0 2 Coprinellus domesticus 1 1 2 Fusarium annulatum 1 1 2 Penicillium purpurogenum 2 0 2 Aspergillus melleus 1 0 1 Beauveria bassiana 1 0 1 Cladosporium herbarum 1 0 1 Nigrospora oryzae 1 0 1 Paecilomyces variotii 1 0 1 Penicillium diversum 1 0 1 Penicillium expansum 1 0 1 Penicillium herquei 1 0 1 Penicillium marneffei 0 1 1 Penicillium purpurogenum 0 1 1 Penicillium spinulosum 1 0 1 Spaerothryium filicinum 1 0 1 viride 1 0 1 Trichoderma Sono state identificate tre specie appartenenti al genere Fusarium, in particolare F. annulatum, F. acutatum e F. solani; tutte e tre sono state isolate nell’aria dei tre prosciuttifici entro la fase di prestagionatura, mentre solo F. annulatum era presente sulla superficie di prosciutto nello stesso periodo, ma anche a 4 mesi di stagionatura. 7 Tabella 4 - Muffe isolate nel prosciuttificio C GENERE SPECIE numero ceppi aria numero totale ceppi ceppi isolati prosciutti Aspergillus fumigatus 10 9 19 Penicillium Aspergillus chrysogenum flavus 10 5 15 6 3 9 Eurotium amstelodami 2 5 7 Trametes Cladosporium versicolor cladosporioides 5 2 7 6 0 6 Alternaria alternata 5 0 5 Aspergillus Penicillium nidulans spinulosum 5 0 5 5 0 5 Spaerothryium filicinum 5 0 5 Aspergillus niger 3 1 4 Penicillium citreonigrum 3 0 3 Penicillium herquei 3 0 3 Aspergillus sydowii 2 0 2 Coprinellus domesticus 2 0 2 Fusarium annulatum 1 1 2 Phlebia radiata 2 0 2 Sporidesmiella fusiformis 2 0 2 Aspergillus melleus 1 0 1 Leptosphaerulina trifolii 1 0 1 Nigrospora oryzae 0 1 1 Paecilomyces variotii 1 0 1 Penicillium citrinum 1 0 1 Penicillium diversum 1 0 1 Penicillium expansum 1 0 1 Penicillium oxalicum 1 0 1 Penicillium radicum 1 0 1 Penicillium verruculosum 1 0 1 Coprinellus domesticus , Trametes versicolor e Phlebia radiata sono tre funghi che fanno parte del Phylum dei Basidiomycota. Il primo è stato isolato nei prosciuttifici B ed C nei primi 30 giorni di campionamento ed è un fungo il cui utilizzo alimentare non ha valore; il secondo, diffuso in tutta Europa e nel mondo, noto per la variabilità del suo colore, è stato individuato con costanza sia nell’aria che sulla superficie dei prosciutti in tutti e tre i produttori. E’ stata rilevata la presenza di specie quali Leptosphaerulina trifolii e Nigrospora oryzae che sono specie patogene per le piante, Beauveria bassiana, un fungo con proprietà entomopatogene utilizzato nella lotta biologica, in grado di causare danni a diversi tipi di insetti agendo come parassita; entrambe sono di origine ambientale e derivano dall’esterno delle aziende considerate. Specie tipiche dell’aria sono state isolate saltuariamente. Tra queste ricordiamo Spaerothryium filicinum, Sporidesmiella fusiformis, Sclerostagonospora opuntiae, Paelomyces variotii, Trichoderma viride e Absidia corymbifera. Quest’ultima è una specie isolata soprattutto da vegetali e terra. 8 Conclusioni La popolazione fungina presente nelle sale di stagionatura e a livello di superficie esterna del prosciutto di San Daniele è varia e composita. La sua origine è tipicamente ambientale e in alcuni casi deriva dalla materia prima. Lo sviluppo di una o più specie è strettamente legata all’umidità relativa e alla temperatura degli ambienti di lavorazione nonchè al processo di disidratazione a cui và incontro il prosciutto. Infatti, nel tempo, si nota un incremento di specie in grado di sviluppare in condizioni di Aw o umidità relativa ridotte. Contrariamente a quanto osservato da altri autori, non sono state isolate specie potenzialmente produttrici di ocratossina. In base a quanto osservato dunque, il monitoraggio condotto ha portato a poter escludere la presenza di OTA sia sulle superfici che nella carne dei prosciutti di San Daniele e le ricerche ancora in corso, confermerebbero quanto finora riportato. 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