IL CAMMINO DI SANTIAGO …IN CAMPER Camino

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IL CAMMINO DI SANTIAGO …IN CAMPER Camino
IL CAMMINO DI SANTIAGO …IN CAMPER
"L'Europa è nata pellegrinando e la sua lingua è il cristianesimo". Goethe
Camino de Santiago, o Cammino Reale Francese
è stato dichiarato "Patrimonio dell'Umanità" dall'UNESCO
e "Itinerario Culturale Europeo" dal Consiglio d'Europa dal 1987.
Periodo : dal 31/07/2011 al 22/08/2011.
Partecipanti : Pio (68 anni), unico guidatore del camper, ed Elia (66 anni) sostituto
navigatore del TomTom, quando le mappe erano imprecise, e diarista del viaggio.
Camper : Challenger Genesis 43
Km. Percorsi : 4.500 circa.
Spese Gasolio, autostrade, campeggi, soste, traghetto e varie : non abbiamo fatto un
calcolo preciso, ma è meglio non pensarci.
La scelta del percorso:
Quest’anno quale meta del nostro viaggio estivo pensavamo alla Spagna, e in
particolare alla Spagna del Nord in quanto nelle principali città (Madrid, Granada,
Siviglia, Barcellona) c’eravamo già stati in più occasioni. Poi mio marito Pio mi ha fatto
una proposta più precisa, Santiago di Compostela, percorrendo, però in camper, le
principali tappe del Cammino che i pellegrini fanno a piedi o in bicicletta.
Pio è stato sempre affascinato da questo cammino, e aveva sempre desiderato di
andare a Santiago, fin da giovane, quando, poco più che ventenne, aveva assistito in
un cineforum alla proiezione del film “La via lattea” del registra spagnolo Luis Buñuel.
Il film, del 1969, non parla del cammino, ma lo usa come pretesto per raccontare la
storia delle eresie e delle eventuali contraddizioni del Cristianesimo. Il film ha una
angolazione anticristiana, in quanto firmato da un regista non credente (“Sono ateo
per grazia di Dio” usava dire ironicamente di sé).
A parte questa visione non cattolica del film, Pio si era molto interessato al cammino
quale percorso teso alla ricerca di sé stesso.
Anche altri nostri amici ci avevano raccontato di essere andati a Santiago percorrendo
a piedi solo gli ultimi chilometri, ma chi è stato decisivo nel farci scegliere questa meta
è stato senz’altro il nostro caro amico Stefano (Orsobront), il quale all’ultimo raduno ci
ha coinvolti con i suoi particolareggiati racconti del cammino fatto interamente a piedi.
Noi non avremmo mai fatto il percorso a piedi, nemmeno parzialmente, per queste
ragioni abbiamo deciso di farlo in camper, avendo la piena consapevolezza di farlo da
turisti non da pellegrini. Quando per strada incontravamo i pellegrini che andavano a
piedi o in bicicletta, provavamo nei loro confronti un senso di ammirazione mentre noi
viaggiavamo comodamente seduti nel nostro camper.
Il viaggio può suddividersi in tre parti.
1) Avvicinamento al punto di inizio del Percorso di Santiago (Saint Jean Pied de Port)
2) Il Percorso per Santiago con prolungamento fino a Capo Finisterre
3) Il ritorno
Per il viaggio abbiamo usato i seguenti sussidi:
Guida Touring Club Italiano – Guide d’Europa – Francia
Guida Touring Club Italiano – Guide d’Europa – Spagna Nord
Cartina stradale Francia 1 : 800000
Cartina stradale Spagna 1 : 800000
Guida Campeggi d’Europa – Ed. D’Agostini
Guida Aree di sosta Europa – Caravan Camper
Abbiamo anche fatto riferimento ad altri Diari di viaggio, riguardanti percorsi simili,
scaricati da siti per camperisti.
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Le ultime due guide, sia quella dei campeggi che quella delle aree di sosta, sono
risultate del tutto inadeguate. L’elencazione di campeggi e/o Aree di sosta era molto
parziale rispetto alla situazione reale che abbiamo potuto constatare direttamente,
creandoci non pochi problemi.
Anche il Tomtom non è stato sempre preciso. Le mappe, pur recentemente
aggiornate, specialmente nella Spagna nord occidentale, non sempre erano esatte.
Il diario racconta il tragitto effettuato, evita le descrizioni dei monumenti (per questo,
le guide sono senz’altro migliori di me), e fornisce informazioni turistiche che ritengo
utili o particolari che mi hanno colpito, a volte è l’occasione per esternare i miei
sentimenti.
1 - Avvicinamento a Saint Jean Pied de Port, punto di inizio del Cammino di
Santiago.
Partenza: domenica 31 luglio ’11 da Vico Equense (Napoli), Marina di Seiano, Camping
Sant’Antonio dove abbiamo il camper nei mesi estivi per i nostri weekend al mare.
Prima tappa: Vico Equense – Lucca (Km. 590).
Lucca in area sosta (N 43.84024 – E 10.48798) - costo € 14 - visita della città e sosta
notturna.
Lucca, tradizionalmente soprannominata “la città delle cento chiese” per il grande
numero di edifici di culto di varie epoche differenti presenti all'interno delle sue Mura,
è una città suggestiva con le sue strette strade e i tanti palazzi aristocratici.
La Cattedrale di San Martino, il Duomo di Lucca, fu fondata da San Frediano nel XI
sec., successivamente rimaneggiato, oltre alla bellezza architettonica medioevale e
rinascimentale, conserva al suo interno l'antico crocifisso del Volto Santo e il . celebre
monumento funebre di Ilaria del Carretto.
Alla chiesa di S. Giovanni, nell’ambito del Festival internazionale dedicato a Puccini e
la sua Lucca, c’era la serata domenicale dedicata a Puccini e alle canzoni tradizionali
napoletane. Siccome mio marito è un appassionato di musica lirica, abbiamo deciso di
fermarci, ma sono state cantate più canzoni napoletane che brani di Puccini. Una vera
novità per noi!
1 agosto ’11: Lucca - Aix En Provence – Avignone (Km. 620)
Arrivati a Mentone, abbiamo preso la E80, in direzione Aix En Provence per circa 110
km, dove ci siamo fermati al campeggio Chantaclar, dove non c’è stata possibilità di
sistemazione, anche se ci erano state proposte tre piazzole, ma erano tutte già
occupate. D’altra parte, è un campeggio molto stretto e tutto in salita. Per cui ci siamo
avviati ad Avignone dove abbiamo fatto sosta al Campeggio Bagatelle all’Ile de
Barthelasse, in via Antoine Pinay, a circa dieci minuti a piedi dal centro. Ad Avignone
eravamo già stati anni fa, quando eravamo a Nizza, per visitare il Palazzo dei Papi,
eppure tornarci è stato un vero piacere.
Il campeggio è prospiciente al fiume Rodano che scorre placido e maestoso,
caratterizzando il paesaggio e gli orizzonti a perdita d’occhio, riflettendo il verde dei
giardini disseminati di piante secolari; si vede, sull’altra riva, il Palazzo dei Papi che di
sera è illuminato: uno spettacolo di luci, di colori e di trasparenze sull’acqua. Sia il
Palazzo dei Papi che lo storico Ponte di St-Bénezet sono stati dichiarati nel 1995
Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.
2 agosto ’11: Avignone - Pont du Gard – Nimes – Carcassonne (Km. 240)
Partiamo di buon’ora alla volta del Pont du Gard (Uzés), prendiamo la N100 per circa
30 Km, le indicazioni per il parcheggio sono chiare. Sostiamo nel parcheggio sulla riva
destra del fiume (N 43.94946 – E 4.54330) € 15 per intera giornata, la sosta notturna
è proibita.
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I resti monumentali del ponte realizzato per consentire all’acquedotto che alimentava
Nimes di superare la profonda gola rocciosa del fiume Gardon, rappresentano la più
stupefacente meraviglia della Provenza romana. Grande emozione abbiamo provato
davanti alla grandiosità del Ponte du Gard che pare sia il ponte romano meglio
conservato dall’antichità. Il parco che lo comprende, è attraversato dalle acque
biondo-azzurre del fiume dove è possibile bagnarsi ed effettuare passeggiate in canoa
o fare altri sport acquatici, è molto bello e tenuto molto bene: è un magnifico esempio
di rispetto per la natura incontaminata.
Dopo quest’immersione nel verde, ripartiamo alla volta di Nimes con l’intenzione di
visitare la città. Dopo un breve tratto di strada statale, imbocchiamo l’autostrada A9
(ovviamente a pagamento) per circa 30 km. A Nimes giriamo alla ricerca di un
parcheggio, ma non avevamo indicazioni e per strada non abbiamo trovato indicazioni
per il parcheggio per camper. Essendo ora di pranzo, , per poter consumare una
rapida colazione, ci siamo avviati verso un centro commerciale a circa otto km fuori la
città, da dove siamo poi ripartiti alla volta di Carcassonne.
Abbiamo ripreso la E80 per circa 200 km e a Carcassonne abbiamo pernottato per la
notte all’area di sosta Chemine de Montlegun (€ 5 compresa la sosta notturna), ben
indicata lungo la strada. Il parcheggio dista dalla città circa un quarto d’ora a piedi.
La città ci appare stagliata sullo sfondo dei monti Pirenei con le sue imponenti
torrette e i bastioni color biscotto, accattivante all’occhio del viandante che, entrando
dalla porta antica, avverte la suggestione del vecchio borgo circondato da una lunga
doppia cinta muraria e caratterizzato da stradine acciottolate e tortuose che si
affacciano su altrettanto pittoresche piazzette.
La Basilica di St Nazaire, cattedrale della città fino al 1803, di stile romanico con
rimaneggiamenti gotici, ha degli splendidi rosoni che, al tramonto, quando noi
l’abbiamo visitata, riflettono un color soffusamente rubino all’interno della chiesa.
Nel 1997 l'UNESCO dichiarò la città Patrimonio dell'Umanità, confermandone l'unicità
storia e culturale.
Sia per la stanchezza della giornata piena di emozioni e di novità, sia per gustare
ancora l’atmosfera di questa città, abbiamo concluso la serata, con la cena in un
ristorante tipico (€ 50 per due persone).
Una curiosità che ho letto su internet a proposito di Carcassonne e che riporto integralmente:
I poemi epici medievali, le chansons de geste, raccontano dell'origine del nome di
Carcassonne: si narra che nel corso di un assedio da parte delle truppe di Carlo Magno, con la
popolazione ridotta alla fame, una nobildonna locale, Dame Carcass decise di tentare le
ultime carte per salvare il villaggio: nutrì un maiale con gli ultimi sacchi di grano rimasti,
quando quest'ultimo fu grasso al punto giusto, venne gettato fuori dai bastioni della città. I
Franchi rimasero ben stupiti alla vista di un animale così ben nutrito e conclusero che gli
abitanti dovevano ancora avere cibo a sufficienza per sopravvivere agli attacchi, difficilmente si
sarebbero trovati sul punto di arrendersi. La ritirata fu immediata e Dame Carcass suonando
tutte le campane esistenti per celebrare la vittoria, gridò alla popolazione “Carcass sonne,
Carcass sonne” (Dame Carcass suona"), da qui il nome Carcassonne.
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3 agosto ’11: Carcassonne - Lourdes (Km. 300)
La nostra meta è arrivare a Lourdes. Prendiamo la E80 poi la N21, per circa 260 km:
Lungo la strada, quasi all’arrivo, si accende la spia della manutenzione dell’olio. La
cosa ci preoccupa perché alla fine di giugno avevamo fatto il tagliando di controllo alla
Ford e perché la strada è ancora lunga. Decidiamo di arrivare a Lourdes alla ricerca di
un’officina di assistenza Ford. Mio marito è relativamente preoccupato, in quanto i
livelli dell’olio sono a posto e pensa che il tutto sia collegato a qualche funzione del
computer di bordo. Arriviamo a Lourdes al Camping Domec al Boulevard du
Centenarie (N 43.10524 – W 0.03378), dove ci indirizzano Centro assistenza Ford ad
Ibis, dove ci risolvono il problema in pochi minuti, bastava fare il reset dopo il cambio
dell’olio: un contrattempo di poco conto. Quindi rientriamo in campeggio che dista
circa 20/25 minuti a piedi dal centro città, dove ci rechiamo per una breve visita e per
prendere informazioni all’ufficio turistico.
Il campeggio è spartano, ma molto confortevole: spazi ampi, tutto verde, e con una
cerchia di montagne in lontananza: fa buio dopo le 22. Costo del campeggio per due
notti € 25.
4 agosto ’11: dal campeggio, arriviamo a piedi fino alla stazione ferroviaria, poi in
autobus raggiungiamo il Santuario per la visita al centro religioso. Vi sono tantissimi
turisti e un caldo soffocante. Non mi soffermo sulla descrizione dei luoghi che sono
ben noti, né sui nostri sentimenti personali.
5 agosto ’11: Lourdes - Saint Jean Pied de Port – Roncesvalles (Km. 180)
Partenza da Lourdes: imbocchiamo la E80 poi la D933, a Saint Jean Pied de Port ci
fermiamo in un parcheggio riservato ai camper, fuori le porta. Attraverso i bastioni,
entriamo nella cittadina, che si presenta elegante con le sue case basse, con il suo
ponte che attraversa il fiume e che segna il passaggio alla zona più nuova, con i suoi
discreti negozietti.
Tradizionalmente St. Jean Pied de Port, ultima cittadina francese prima del confine con
la regione spagnola della Navarra, è considerata la Porta di entrata al Camino. In
realtà i cammini per raggiungere Santiago sono numerosi, ma il "Navarro", che noi
seguiremo, è il più classico.
Siamo entrati al centro di registrazione dei pellegrini e abbiamo firmato il registro dei
visitatori: c’erano tanti pellegrini, di tutte le età, pieni di entusiasmo e pronti ad
affrontare il lungo cammino, che prendevano la Credencial del Peregrino. Su questo
documento verranno apposti i timbri ottenuti presso ogni albergo del pellegrino, o
nelle principali strutture religiose (chiese, conventi, eremi, abbazie) o presso gli uffici
del turismo e dà diritto a dormire negli Alberghi del Pellegrino, ottenuti presso ogni
albergo del pellegrino, o nelle principali strutture religiose (chiese, conventi, eremi,
abbazie) o presso gli uffici del turismo e dà diritto a dormire negli Alberghi del
Pellegrino. Anche noi abbiamo preso la conchiglia simbolo del cammino, che si può
avere anche se non si è pellegrini, facendo un’offerta libera.
Attraverso la N135, siamo arrivati all’abbazia al passo di Roncisvalle, dove abbiamo
parcheggiato alle spalle della chiesa. Dopo pranzo, abbiamo esplorato la zona, fatto la
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solita fotografia sotto il cartello che indica il chilometraggio per giungere a Santiago de
Compostela (780 Km).
Alle 19 c’era la funzione religiosa per la benedizione dei pellegrini in partenza. È stato
molto toccante vedere i tanti pellegrini pronti per il loro cammino.
Con la nebbia che avvolgeva tutto, l’emozione era anche più forte.
2 - Il Percorso per Santiago con prolungamento fino a Capo Finisterre
Lasciata la Francia e le sue bellissime autostrade, dai costi elevati, ma molto ben
tenute con ampie aree di servizio che sono sempre una sorpresa per la cura con cui
sono tenuti gli spazi verdi, i parcheggi e gli autogrill, iniziamo il tragitto in Spagna
dove le cosiddette auotovie (=A) corrispondono alle nostre superstrade e sono
gratuite, mentre le autopiste (=AP) corrispondono alle nostre autostrade e sono a
pagamento. Lungo le autovie, difficilmente si incontrano aree di servizio che sono
quasi sempre fuori dalle uscite, mentre sulle autopiste sono rare ma lungo la strada.
In verità non sono assolutamente all’altezza delle nostre.
6 agosto ’11: Roncesvalles – Burgos (Km. 260)
Partiamo da Roncisvalle molto presto, insieme ai primi pellegrini che si avviano, a
piedi o in bicicletta, lungo i sentieri marcati dai "pilastrini" e dalla conchiglia.
Un sentimento di nostalgia mi prende perché vorrei essere con loro, tra loro,
condividere le fatiche del cammino, sentire il silenzio dei campi lungo i sentieri,
scalare la salita in attesa della discesa, entrare in contatto con tante culture diverse,
vivere gli incontri come eventi unici, allungare la mano per chiedere aiuto, arrivare
dinanzi alla Cruz de hierro e commuovermi come accade a tanti. E mi sento sola nel
mio camper.
Lungo la N135, passiamo per Pamplona, dove non è prevista la sosta, per cui
proseguiamo verso Puente la Reina. Parcheggiamo fuori le mura e facciamo un giro
per la cittadina attraversando l’antico ponte a forma di sella d’asino sul fiume Arga.
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Incontriamo molti pellegrini con la loro conchiglia legata allo zaino e il bastone tra le
mani. Puente la Reina è, infatti, considerata una delle località più significative del
Cammino di Santiago in Spagna. Si tratta infatti di un vero e proprio "crocevia di
strade", una cittadina medioevale in cui convergono i due principali itinerari del
Cammino.
Passeggiando lungo la stretta rúa Mayor si ha occasione di ammirare, oltre alle chiese
del Crucifijo, di Santiago e di San Pedro, splendidi edifici che presentano particolari
chiaramente legati al pellegrinaggio a Compostella.
Ripartiamo alla volta del santuario di Irachi chiuso, ma in compenso erano aperte le
Bodegas de vin dove ovviamente ci siamo riforniti di vino.
La tappa successiva è Santo Domingo de la Calzada, dove non abbiamo avuto
problemi di parcheggio essendovi molti spazi per la sosta gratuiti. Andiamo quindi a
visitare la sua grandiosa cattedrale famosa anche per il pollaio che ospita un gallo e
una gallina vivi, di color bianco, ricordo perpetuo del miracolo del pellegrino
ingiustamente impiccato. Sono custoditi dalla confraternita del Santo e cambiati ogni
15 giorni.
Il Miracolo del gallo e la gallina
Tra i molti pellegrini che si fermavano in questa città per adorare le reliquie di Santo Domingo
de la Calzada, arrivò una coppia con suo figlio diciottenne, chiamato Hugonell, proveniente
dalla Germania.
La ragazza della locanda dove alloggiavano, si innamorò del giovane ma vedendo la sua
indifferenza, decise di vendicarsi. Mise un bicchiere d'argento nello zaino dell’ignaro giovane
e quando i pellegrini ripresero il cammino, la ragazza denunciò il furto al giudice.
Le leggi castigavano con la pena di morte il delitto di furto d'argento, per cui, dopo essere
stato arrestato e giudicato colpevole, l'innocente pellegrino fu impiccato.
Mentre i suoi genitori si disperavano dinanzi al loro figlio impiccato pur innocente, si
meravigliarono quando sentirono la voce del figlio morto che diceva che Santo Domingo
de la Calzada gli aveva conservato Ia vita.
Andarono immediatamente a casa del Giudice a raccontargli il prodigio. Incredulo il giudice
rispose che il loro figliolo “era vivo come il gallo e la gallina al forno che si disponeva a
mangiare".
In quell'istante il gallo e la gallina, saltando dal piatto, si misero a cantare.
Da allora si dice: "Santo Domingo de la Calzada fece cantare la gallina dopo che era stata
cucinata"
Ripartiamo, dovendo raggiungere Burgos in serata. Percorriamo la A120 per circa 70
km e arriiviamo a Burgos, diretti al camping Fuentes Blancas (N 42.34069 – W
3.65768). Vi sono state alcune difficoltà con il navigatore per le mappe non precise.
Ci sistemiamo con l’idea che sia ancora presto, ma è la luce del giorno che non vuole
ancora lasciarci a serata inoltrata.
7 agosto ’11: Oggi dedichiamo la giornata alla visita di Burgos. Immediatamente fuori
dal campeggio passa l’autobus che porta al centro (biglietto in pullman € 0,85).
Burgos è famosa per la sua spettacolare cattedrale gotica, oggi magnifico esempio dai
mille stili architettonici, tomba di numerosi prelati, laici e nobiluomini appartenenti alla
storia della città, che mescola il bianco dei monumenti, con il verde dei giardini lungo
il fiume. La maestosa cattedrale conserva il sepolcro del famoso Cid Campeador,
figura leggendaria della Spagna medievale, cantato da molti, mitico eroe nazionale
rispettoso dei valori di onore e di lealtà, difensore della libertà e dei segni e delle
tradizioni cristiane, simbolo della grandiosità di questa terra che riporta la mia mente
alla Spagna che tante volte ho studiato sui libri di letteratura, la Spagna della
Reconquista, degli "hidalgos" per onore, dei Don Chiscotte e di Sancho Panza, delle
tragedie e delle favolose imprese.
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Grande condottiero ed abile politico, stratega eccezionale e soldato ardito e, in
conformità dello spirito dell’epoca, ad un tempo barbaro e crudele, Rodrigo Diaz de
Bivar, suo nome natale, si meritò l’appellativo di El Cid Campeador che risulta
composto da due parti: El Cid, nomignolo datogli dagli arabi e che significa “Il signore”
in una lingua mista di spagnolo e arabo, e Campeador, “Il campione”, datogli dagli
spagnoli dopo la vittoria in duello contro un nemico, attestando che questo
personaggio godeva dell’ammirazione sia degli spagnoli che degli arabi.
Le sue gesta suggestionarono l’Europa nella quale echeggiavano gli esiti della prima
Crociata e la sua figura fu immortalata da poemi e da opere letterarie di rilievo, a
partire da “El Cantar de Mio Cid”, risalente al XII secolo, di autore ignoto, che è il più
antico poema epico spagnolo, composto di circa quattromila versi suddivisi in tre
canzoni: L’esilio, le nozze e l’oltraggio di Corpes.
Il periodo storico in cui è ambientata la narrazione è la metà dell'XI secolo.
8 agosto ’11: Burgos – León – Santiago di Compostela (Km 590)
Partenza da Burgos (2 notti al campeggio Fuentes Blancas € 52), percorriamo la A 231
per circa 185 km e giungiamo a León dove fermiamo il camper in un parcheggio a
pagamento, alle spalle della stazione, a un paio di chilometri dal centro.
Strade ampie e moderne ci conducono verso il centro storico. La città fu fondata nel
primo secolo avanti Cristo dalla legione romana Legio VI da cui deriva appunto il nome
della città. Nell’undicesimo secolo essa divenne famosa come tappa per i pellegrini che
si recavano a Santiago de Compostela, anzi qui il percorso tocca l’apice dal punto di
vista architettonico con la gotica Catedral de Santa Maria La Blanca dalle bellissime e
preziose vetrate che riflettono una particolare luce azzurra, e per molti altri
monumenti, tra cui spiccano la Real Collegiata de San Isidoro e il rinascimentale
ospedale di S Marcos. Altra attrattiva è la Casa de Botines del geniale architetto
Gaudì, che espresse al massimo il suo potenziale creative nelle celebri opere ammirate
a Barcellona.
Alla basilica di S. Isidoro, nell’archivio biblioteca interna al Panteón dei Re, è custodita
una Bibbia visigota miniata e sono conservati circa trecento incunaboli che io speravo
di vedere da vicino e soddisfare una mia vecchia curiosità legata a degli studi fatti, ma
purtroppo la biblioteca era chiusa per lavori di restauro.
Ritornati al camper, partiamo alla volta di Santiago percorrendo l’A6 fino a Lugo,per
poi prendere la statale N540 e la N507 che ci conducono fino a Santiago. I pellegrini
sono tanti e ci sembra di percorrere gli ultimi chilometri insieme a loro.
A Santiago, ci fermiamo al camping As Cancellas in Rua do Vintecinco de Xullo (N
42.88967 – W 8.52365): è tardi, quasi buio, il vento è forte e freddo, il campeggio
affollato, ma siamo contenti.
È stata una giornata faticosa, ma molto intensa di emozioni, sia per tutto quanto
abbiamo avuto modo di vedere lungo la strada, sia per l’arrivo a Santiago, dove il
contatto con i pellegrini si è fatto più serrato.
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9 agosto ’11: Santiago riconosciuta, nel 1985, dall’Unesco patrimonio dell’Umanità
Ci rechiamo in centro con un autobus di linea a circa cento metri dal campeggio
(biglietto in vettura € 1) diretti verso la piazza della Cattedrale.
Come scrive Annarosa Toso nell’articolo “Santiago di Compostela, città di fede e arte”
pubblicato sul sito www.sinequanon.it, “Santiago de Compostela che significa “San
Giacomo in un campo di stelle”, grazie a quei bagliori che nel secolo IX l’eremita
Pelajo aveva visto proprio nel luogo dove in seguito fu costruita la cattedrale, deve la
sua notorietà universale all’apostolo Giacomo. Di professione pescatore insieme ai suoi
fratelli Andrea e Simone diventato poi San Pietro, Giacomo lasciò tutto per seguire
Gesù nelle sue predicazioni e gli fu accanto nei momenti più delicati della vita. Era uno
dei discepoli prediletti di Gesù e dopo la sua morte si adoperò molto
nell’evangelizzazione dei popoli.
Intorno a San Giacomo ci sono tante leggende, tra cui quella che narra che anche San
Francesco sia arrivato in pellegrinaggio a Santiago attratto dal mito dell’apostolo e che
sotto una pietra trovò i primi soldi per iniziare la costruzione della cattedrale”.
La piazza è piena di pellegrini giunti al termine del loro percorso, si sentono parlare
lingue diverse dal polacco allo spagnolo, all’inglese, al portoghese, al tedesco,
all’italiano.
Molti di loro hanno in mano la Compostela: con questo nome si indica quel certificato
ufficiale, concesso fin dal XIV secolo dalla Cattedrale di Santiago a quelle persone che
realizzano il pellegrinaggio. Perché venga rilasciato questo attestato, è necessario
percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo, una parte (perlomeno 100 chilometri a
piedi o a cavallo e 200 in bicicletta) del Cammino di Santiago ed accreditarlo all'arrivo
con la Credencial del Peregrino (Credenziali del Pellegrino).
La maestosità della cattedrale è la sintesi della religiosità che i pellegrini esprimono,
sdraiati a terra davanti alla chiesa, il loro zaino a fare da cuscino, il viso sereno, e la
contentezza di ritrovarsi con altri pellegrini, amici conosciuti lungo il cammino,
ritrovati qui in piazza.
Sul sito che consiglio di visitare se si vuole organizzare un cammino verso Santiago de
Compostela, www.pellegrinando.it, a cura di Luciano Callegari, ho letto alcune annotazionipoesia di un pellegrino di nome Nicola, che così significativamente scriveva all’arrivo del suo
cammino:
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Cammino: vedere il cartello di Santiago
Entrare nella città vecchia
Vedere di lontano le guglie
Camminare e non trovare la piazza giusta
Dritto di qua
Cominciare a correre
Entrare in piazza
Fermarsi
Buttare lo zaino
Sedersi
e guardare la cattedrale
Contemplarla per un'ora
senza stancarsi.
Sapere di essere arrivati.
Piangere
Perché
Si scopre
di non essere
mai stati soli
Alle ore 12,
pellegrini.
assistiamo alla funzione religiosa: la chiesa è gremita di fedeli e di
Nella cattedrale ci sono diversi riti a cui i pellegrini si sottopongono. La prima è
l’entrata attraverso il portico della gloria dove i pellegrini, davanti a una colonna sulla
quale poggia la statua del santo, si inginocchiano, mettono la mano sulla colonna di
marmo e battono per tre volte la testa. Durante questo rituale si chiede al santo di
intercedere per le proprie necessità. La colonna attualmente è in restauro e
opportunamente preservata dall’usura del tempo e delle continue “lisciate” dei
pellegrini.
Dopo la colonna, si va ad abbracciare il santo che si trova davanti all’altare maggiore.
Anche qui c’è una storia da raccontare sulla veste, che in origine era in seta e
ricoperta di pietre preziose. Abbracciando, abbracciando e ancora abbracciando le
pietre preziose sono sparite e sono rimasti i buchi. Oggi il manto è stato sostituito
perché in ogni caso consunto dalle migliaia di mani dei fedeli che lo hanno toccato. Le
pietre che oggi lo adornano, sono sintetiche. Per finire si rende omaggio nella cripta al
corpo di San Giacomo.
Al termine della messa, il grande turibolo (botafumeiro in spagnolo) che in origine
veniva usato per togliere i cattivi odori che i pellegrini emanavano nella casa di San
Giacomo, dopo il lungo tragitto, ha inondato le navate laterali di incenso per la
benedizione di tutti i presenti.
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10 agosto ’11: Santiago – Capo Finisterre – La Coruña (Km. 200)
Partiamo da Santiago (2 notti in campeggio € 63) ci dirigiamo verso Noia poi,
percorrendo prima le statali AG 56, AC 543 e AC 550, lungo la suggestiva e
frastagliata costa delle Rías Bajas (coste basse), con prospettive di mari blu e
panorami costieri verdi, giungiamo a Capo Finisterre.
Al Capo, parcheggiamo fortunatamente nell’unico parcheggio possibile per i camper:
per la bellezza del luogo e per la memoria storica legata ai posti, è una zona di grande
attrazione turistica. Visitiamo il faro e il promontorio che separa convenzionalmente le
Rías Bajas dalle Rías Altas. Qui, al capo c’è la pietra miliare del km 0 del cammino:
infatti i pellegrini terminavano il percorso a Finisterre, la fine della terra, uno dei
quattro punti che delimitavano l’impero romano. Lì, sulle spiagge dell’oceano
Atlantico, i viandanti, in ricordo del loro pellegrinaggio, raccoglievano una conchiglia
divenuta simbolo del Cammino di Santiago, e bruciavano le vesti sporche. Questo atto
manifestava la necessità di pulizia corporea che il pellegrino avvertiva, ma ancor più
profondamente stava a testimoniare la purificazione spirituale che il cammino aveva
significato: la fine di un percorso e l’inizio di una rinascita.
Ancora oggi arrivare a Finisterre è molto suggestivo, così come vedere lo scarpone di
pietra appoggiato sulla roccia, simbolo dei tanti passi fatti per arrivare a rendere
omaggio all’apostolo Giacomo.
Quindi, riprendiamo la strada diretti a La Coruña, dove, essendo abbastanza tardi,
facciamo un breve giro in camper per la città. Per la sosta notturna, ci fermiamo al
camping Bastiagueira (N 43.34056 – W 8.35911) piccolo e scomodo, ma a ridosso di
una grande spiaggia, che raggiungiamo facilmente a piedi.
3 - Il ritorno
11 agosto ’11: La Coruña - Ribadeo – Gijon (Km. 290)
Inizia ormai il ritorno, ma la strada è ancora lunga.
Partiamo alla volta di Ribadeo per l’escursione alla bellissima Praia das Catedrais
tradizionalmente conosciuta come Praia da Aguas Santas, in Asturia lungo le Rías
Altas. Il tragitto è tra vaste rade di mare e zone boschive: una vera esaltazione della
natura.
Alla Praia das Catedrais, zona balneare per eccellenza, parcheggiamo in un ampio
spiazzo(N 43.55277 – W 7.15933) adibito a parcheggio gratuito (quello asfaltato e
ben messo era stracolmo). Il paesaggio è da favola e la costa molto suggestiva con i
tanti fiordi, gli archi naturali, le profonde rientranze, un “monumento naturale
modellato dal mare” e pertanto sempre in trasformazione. Per visitare al meglio la
zona, è opportuno tener presente gli orari delle basse maree, quando il mare si ritrae
e mosta tutta la magnificenza della costa e “della sua opera”.
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Ci avviamo, entriamo nelle Asturie, dove si vedono torreggiare i Picos de Europa, e
decidiamo di fermarci, per la sosta notturna, a Gijon il capoluogo della Costa verde.
Dopo aver tentato di fermarci in un altro parcheggio poco distante che segnalo
perché ben messo (N 43° 32’ 48’’ – W 5° 38’ 12’’, abbiamo trovato posto in uno
spiazzo dove erano parcheggiate alcune auto (N 43.54297 – W 5.64106), poi abbiamo
fatto una breve visita della città e una lunga passeggiata sul lungomare molto bello, la
spiaggia ancora affollata, all’orizzonte le prime luci di un dolce tramonto. Ci siamo
fermati per la cena vicino al mare.
12 agosto ’11: Gijon - Santillana de Mar – Bilbao (Km. 280)
La meta del giorno è Bilbao, ma la prima Sosta è per la visita al borgo medioevale di
Santillana de Mar in Cantabria: dichiarata nel suo complesso, monumento nazionale,
la cittadina è una zona molto turistica ed affollata. Il tentativo di visitare anche le
vicine Cuevas de Altamira, grotte di notevole importanza storica per i preziosi disegni
preistorici che le affrescano, è stato fallimentare per la folla e per la sostanziale
mancanza di parcheggi all’esterno del Museo.
Arriviamo a Bilbao per il pernottamento notturno e veniamo indirizzati dalla polizia
municipale ad un’area di sosta, sorvegliata 24 ore, in zona Kobetas – Monte Carmelo
(N 43.26028 – W 2.96403, € 15 a notte). L’area di sosta è molto bella e ben
organizzata, ma molto distante dal centro anche se a circa cinquanta metri, passa un
autobus, molto frequente, che poi bisogna cambiare con altro pullman per arrivare al
centro da visitare.
13 agosto ’11: Visita di Bilbao.
Bilbao si trova nei Paesi Baschi, area tra le più ricche ed industrializzate della Spagna,
ed è una città pittoresca, circondata da montagne, vicina al mare e bagnata dal fiume
Nervion.
La sua attrazione maggiore è il famoso Museo Guggenheim, inaugurato nel 1997, un
grande museo di arte moderna e contemporanea internazionale, che ha ridato nuova
vita alla città, soprattutto da un punto di vista turistico.
Il lungo fiume collega la zona più antica delle "sette strade" con il museo attraverso
un ponte moderno dal quale si vedono il titanio, la pietra ed il cristallo del
Guggenheim, i tre elementi che ne caratterizzano la struttura dalle forme
avveniristiche di un enorme fiore. Nel piazzale d'ingresso un cane vi dà il benvenuto,
è Puppy, un enorme cane di fiori dell'artista Jeff Koons.
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Entrare in questo museo, è stata per me un’esperienza nuova, in certo qual modo
destabilizzante, in quanto il museo ha un’impostazione e una strutturazione del tutto
diverse dai musei e dalle pinacoteche a cui siamo abituati. Nell’immenso spazio vuoto
dell’atrio, partono e confluiscono corridoi curvilinei, ascensori in vetro e scale che
portano alle diverse gallerie espositive. È possibile vedere tele di pittori moderni, così
come è facile imbattersi in proposte di diversa sollecitazione culturale dove la luce, il
suono, la musica, lo spazio sono mescolati creativamente in modo suggestivo.
Una curiosità che riporto, ma che purtroppo non abbiamo fatto in tempo a vedere: la
metropolitana di Bilbao rappresenta una vera e propria attrazione turistica. In
particolare famose sono: l 'entrata della stazione Sarriko, costituita da una gran volta
di vetro che illumina di luce naturale tutta la stazione; la stazione di Ansio, linea 2,
costruita sottoterra, da dove camminando si vede l'esterno, la superficie; le entrate
della metropolitana disegnate da Norman Foster (e per questo chiamate "fosteritos"),
che sono strani tubi di cristallo ed acciaio che spuntano dal sottosuolo.
14 agosto ’11: Bilbao - Saragozza – Lerida (Km. 460)
Partenza da Bilbao, ci inoltriamo all’interno, in Aragona, verso Saragozza dove
abbiamo intenzione di visitare la Plaza del Pilar e il santuario di Nuestra Señora del
Pilar.
La Più Nobile, Leale, Eroica, Immortale: così è definita Saragozza, Zaragoza in
spagnolo, da quando si oppose strenuamente alle truppe napoleoniche durante la
Guerra di Indipendenza Spagnola. La città è attraversata dal fiume Ebro, il fiume più
largo di Spagna, e gli antichi romani costruirono il primo ponte quello di Pietra, che
ruppe l'isolamento delle popolazioni della valle permettendo il contatto e lo scambio.
Secondo la leggenda Saragozza è legata alla nascita del cristianesimo in Spagna. Fu
proprio qui che la Vergine Maria ancora prima della sua Assunzione apparve
miracolosamente a San Giacomo, in piedi su un pilastro, ordinandogli la costruzione di
una chiesa. L'avvenimento è ricordato nella famosa basilica della città, dedicata alla
Nostra Signora del Pilar (Nuestra Señora del Pilar), e come la più famosa località
religiosa della Spagna, Santiago de Compostela, anche Saragozza è una destinazione
di pellegrinaggio molto importante da molti secoli. Nonostante la sua grandezza,
Saragozza è pressoché incontaminata dal turismo di massa.
Dopo la visita al Santuario e alla bella piazza rettangolare prospiciente, dopo una
passeggiata lungo le strade principali e il fiume, si parte alla volta di Lerida dove,
giunti, scopriamo che il campeggio Les Basses, segnalato sulle guide, sul navigatore e
anche su alcuni cartelli in città, è inesistente.
Quindi, imbocchiamo l’autovia per Barcellona, e, in un piccolo paesino, ci imbattiamo
nel Camping Raco de Pep, dove ci fermiamo per la sosta notturna. È un campeggio
molto spartano, molto caldo, disordinato, ma, come in tanti altri campeggi, con zona
wifi gratuita. Infatti prendiamo, via internet, alcune indicazioni per il porto di
Barcellona, avendo maturato l’idea di un rientro a Civitavecchia in nave, con la
Grimaldi Lines.
15 agosto ’11: Lerida - Barcellona – Imbarco per Civitavecchia (Km. 180)
Arrivati a Barcellona, sosta nella zona del porto, in parcheggio per camion, a
pagamento e sorvegliato, ci siamo recati alla stazione marittima dove all’una abbiamo
saputo della disponibilità per l’imbarco e, quindi, abbiamo fatto i biglietti ed effettuato
il check-in. Quindi abbiamo passato la giornata in città, lungo le ramblas, dove
eravamo già stati due volte, in precedenti viaggi, e alle ore 20 ci siamo imbarcati per
Civitavecchia, con partenza prevista alle 22.10 e arrivo il giorno successivo alle ore
18.50.
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16 agosto ’11: Arrivo a Civitavecchia - Tarquinia (VT) zona campeggi (Km. 33)
Arrivati puntualmente a Civitavecchia, effettuate le operazioni di sbarco, ci siamo
diretti, percorrendo la via Aurelia, al Camping Europing in Tarquinia, che conosciamo
da tempo e che ha un’ampia zona di transito per i camper. Per una serie di motivi, ci
siamo fermati fino alla domenica 21 agosto.
22 agosto ’11: Tarquinia – Vico Equense – Camping Sant’Antonio (Km. 360) dove
abbiamo sistemato il camper per gli ultimi weekend della stagione estiva.
Ciao a tutti e, come ho imparato dal nostro amico comune Stefano, Buon Cammino.
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