Terzo Forum per il dialogo tra l`Italia e la Svizzera, Milano, 29
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Terzo Forum per il dialogo tra l`Italia e la Svizzera, Milano, 29
Terzo Forum per il dialogo tra l'Italia e la Svizzera Milano, 29-30 ottobre 2015 COMUNICATO STAMPA Il 29 e 30 ottobre si è svolta a Milano, presso Palazzo Clerici, la terza edizione del Forum per il dialogo tra l'Italia e la Svizzera, appuntamento annuale promosso dall’Ambasciata di Svizzera in Italia, dall’Ambasciata d’Italia in Svizzera e dalla Rivista italiana di geopolitica Limes, in collaborazione con l’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) e con il patrocinio del Dipartimento Federale Affari Esteri svizzero e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano. Il Forum è stato inaugurato giovedì 29 ottobre dall’Ambasciatore di Svizzera in Italia Giancarlo Kessler, dall’Ambasciatore d’Italia in Svizzera Cosimo Risi e dal direttore di Limes Lucio Caracciolo. Sono seguite due giornate di lavori a porte chiuse, articolate attorno a quattro tematiche principali di particolare rilevanza e attualità nelle relazioni bilaterali: 1. Libera circolazione delle persone 2. Il nuovo traforo del Gottardo 3. Servizi finanziari: sfide comuni 4. Ricerca e opportunità per le imprese Venerdì 30 ottobre ha avuto luogo una sessione plenaria conclusiva aperta alla stampa, alla presenza del Consigliere federale Didier Burkhalter e del Vicedirettore generale per l’integrazione europea Giuseppe Maria Buccino Grimaldi, in rappresentanza del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il Consigliere Burkhalter ha sottolineato che “questo forum è guidato dalla convinzione che possiamo costruire il futuro insieme”, perché “il mondo si costruisce anche e soprattutto con i propri vicini. Il carburante delle nostre soluzioni si trova nel nostro interesse reciproco. Quel che facciamo qui insieme lo facciamo per gli uomini, le donne e i bambini di oggi come pure per le generazioni future.” Il Vicedirettore Buccino Grimaldi ha rimarcato a sua volta come “il forum sia da tre anni un’importante piattaforma di dialogo” tra l’Italia e la Svizzera, paese che pur non essendo parte dell’Unione Europea “riveste un’importanza fondamentale, tanto che il suo allontanamento appare inconcepibile. Il forum facilita il superamento delle problematiche e delle sfide comuni, tra cui oggi spicca la questione migratoria.” L'edizione 2015 ha contato oltre cento partecipanti rappresentativi del mondo culturale, accademico, politico, economico, finanziario e industriale dei due paesi. La registrazione della sessione finale è disponibile sul portale tvsvizzera.it. Segue una sintesi dei lavori dei quattro gruppi. 1. Libera circolazione delle persone Nell’ambito dell’attuazione del nuovo articolo costituzionale sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa, i partecipanti hanno rilevato l’importanza, a livello bilaterale ed europeo, del principio della libera circolazione. Gli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione Europea non sono messi in dubbio e possono essere rafforzati ulteriormente attraverso collaborazioni transfrontaliere puntuali. La natura del Forum è di essere in primis non governativo. Questo e altri documenti ad esso relativi non rispecchiano necessariamente posizioni governative. Nelle zone di confine in cui i fenomeni transfrontalieri sono maggiormente marcati – specie nell’ambito del mercato del lavoro, della mobilità, della sanità, del turismo, dell’ambiente e della formazione – una cooperazione diretta tra attori locali per sviluppare soluzioni comuni e condivise è fondamentale e complementare a un approccio istituzionale. Sebbene i dati economici evidenzino che finora il transfrontalierato e la presenza di italiani residenti non ha prodotto un impatto negativo sul tasso di occupazione del Canton Ticino, l’inquietudine suscitata nella popolazione ticinese dalla concorrenza della manodopera d’oltreconfine è infatti una circostanza da non sottovalutare. In una fase storica caratterizzata inoltre da marcati flussi migratori verso l’Europa, la buona collaborazione tra Svizzera e Italia, a livello politico e operativo, rappresenta una base di lavoro solida per affrontare gli aspetti critici derivanti da questa situazione. La risposta alla crisi migratoria deve essere coordinata a livello europeo. A livello bilaterale, dove la cooperazione in ambito migratorio è già significativa, è auspicabile la creazione di un tavolo di confronto permanente tra le autorità competenti dei due paesi. 2. Il nuovo traforo del Gottardo Il nuovo traforo del Gottardo è un’opera dalle grandi potenzialità e insieme dalle molte criticità, che si inserisce in un quadro più ampio: quello del corridoio europeo Reno-Alpino. Il traforo rappresenta in prospettiva un fattore di cambiamento epocale per il sistema dei trasporti, sia in un’ottica Nord-Sud che in relazione all’Oriente. Se da un lato numerosi restano i missing link sotto il profilo infrastrutturale, normativo e tecnico, dall’altro la discussione è stata improntata a uno spirito di realismo costruttivo. Diverse le tematiche affrontate: dalla necessità di un ammodernamento normativo in Italia, all’importanza della gestione delle fasi intermedie di realizzazione dell’opera, che sul lato Sud procede più lentamente; dalla questione della concorrenza intermodale strada-ferrovia, all’importanza di una cooperazione tra i diversi attori coinvolti. Particolare attenzione è stata posta sul tema della vision, ovvero l’idea che un’opera del genere ha senso solo se inserita in un approccio sistemico, che tenga conto tanto della dimensione tecnica quanto di quella politica, in un’ottica al contempo locale e sovranazionale. 3. Servizi finanziari: sfide comuni Lo storico accordo del febbraio 2015 tra Italia e Svizzera ha aperto una nuova èra nei rapporti bilaterali, con notevoli effetti sotto il profilo della cooperazione in ambito finanziario. In entrambi i paesi le esigenze dell’economia reale e le dinamiche demografiche impongono di spostare la logica finanziaria su orizzonti a lungo termine. Inoltre, l’obiettivo della stabilità del sistema bancario ha ridotto la flessibilità operativa degli intermediari creditizi, a fronte di esigenze economiche sempre più pressanti. È necessaria una maggiore collaborazione bilaterale per superare l’annosa diffidenza reciproca nei rapporti finanziari. Si propone di incentivare una cultura del private equity e di favorire l’adozione di soluzioni finanziarie già collaudate in altri mercati, come ad esempio l’introduzione di fondi di credito. Appare inoltre necessario riformare il quadro regolamentare, per incentivare gli intermediari finanziari ad adottare un’ottica di lungo periodo. Per incoraggiare la funzione sociale del sistema creditizio di “ponte” tra imprenditori e risparmiatori e aumentare quindi la flessibilità operativa degli intermediari creditizi, è auspicabile che l’utilizzo di modelli standardizzati di valutazione dei rischi si abbini a una capacità di giudizio discrezionale, supportata da conoscenze specifiche. Inoltre, un ruolo crescente va attribuito agli intermediari finanziari alternativi, il cui sviluppo nei due paesi deve essere incentivato. Per superare la reciproca diffidenza si propone la celere e definitiva rimozione della Svizzera dalla black list e la concessione di un accesso pienamente paritetico ai rispettivi mercati finanziari. La natura del Forum è di essere in primis non governativo. Questo e altri documenti ad esso relativi non rispecchiano necessariamente posizioni governative. 4. Ricerca e opportunità per le imprese Molteplici differenze caratterizzano i sistemi di ricerca italiano e svizzero e il loro rapporto con l’impresa; tali differenze rendono in parte complementari le due realtà. Innanzitutto è stato posto l’accento sulle differenti regole del sistema “d’ingaggio dei cervelli”: mentre in Svizzera oltre il 70% del corpo accademico proviene dall’estero (con un forte contributo italiano), in Italia la burocrazia rende poco competitivo il mercato della ricerca. La scarsa attrattività dei dottorati di ricerca italiani, a prescindere dal profilo di retribuzione economica, è data dal fatto che i bandi di concorso sono pubblicati esclusivamente in lingua italiana, sono centralizzati, spesso non sono assegnati su base competitiva e soffrono della mancanza di adeguate infrastrutture tecnologiche e scientifiche. Inoltre, in Svizzera il peso relativamente importante della grande impresa si associa a strumenti efficaci di promozione delle start-up, quali i parchi tecnologici di Zurigo e Losanna, mentre in Italia – dove il 90% delle imprese è medio-piccolo – le start-up risultano meno incentivate. È necessario sfruttare le opportunità offerte dalla dimensione del mercato italiano e dall’efficacia del modello accademico e organizzativo svizzero. In prima battuta si propone di procedere con un reclutamento transnazionale dei dottorati di ricerca e con la creazione di borse post-doc su base reciproca, parallelamente a un’attuazione dello strumento dei double appointment accademici. Si è discussa anche la creazione di un fondo compartecipato che supporti le fasi di lancio delle startup. In terzo luogo è stato proposto un potenziamento dello strumento dei contatti di rete, per garantire un dialogo continuo tra mondo accademico e mondo industriale. Al fine di ampliare e dettagliare questi temi, è stata infine proposta la creazione di un gruppo di lavoro permanente su base volontaria. Per maggiori informazioni Ruth Theus Baldassarre, Ambasciata di Svizzera in Italia: + 39 339 192 59 62; [email protected]. Fabrizio Maronta, Limes: + 39 339 772 51 38 ; [email protected]. La natura del Forum è di essere in primis non governativo. Questo e altri documenti ad esso relativi non rispecchiano necessariamente posizioni governative.