Cinque anni Schengen: più sicurezza in Svizzera?

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Cinque anni Schengen: più sicurezza in Svizzera?
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Cinque anni Schengen:
più sicurezza in Svizzera?
Il 15 novembre 2013 in occasione del 13 o Forum «Sicurezza interna»® esperti e politici svizzeri
ed esteri discuteranno l’impatto dell’adesione a Schengen per la sicurezza in Svizzera.
Testo: Reto Martinelli, Addetto alla
comunicazione
FSFP; Foto:
mad
Più sicurezza
in Svizzera?
L’Accordo di Schengen, in vigore dal 1985, promuove la libera
circolazione mediante l’abolizione dei controlli sistematici delle
persone alle frontiere interne effettuati in assenza di sospetti
fondati. Quale misura di compensazione e al contempo di raffor­
zamento della sicurezza interna degli Stati firmatari dell’Ac­
cordo, sono stati potenziati i controlli alle frontiere esterne dello
spazio Schengen. È stata inoltre consolidata la cooperazione
transfrontaliera in materia di polizia, il cui elemento centrale è
costituito dal sistema elettronico di ricerca comune, il Sistema
d’informazione Schengen (SIS). L’Ufficio SIRENE (noto anche
con il semplice nome di SIRENE e collocato in seno alla Cen­
trale operativa di fedpol) è il servizio centrale operativo respon­
sabile della gestione del SIS a livello nazionale.
Punto della situazione cinque anni dopo
In occasione del 13 o Forum «Sicurezza interna»® vogliamo
fare un punto della situazione intitolando il Forum di quest’anno:
«Cinque anni Schengen: più sicurezza in Svizzera?» Nel corso
di questi cinque anni, sono stati necessari diversi adattamenti
nell’ambito della sicurezza interna (ad esempio il metodo di la­
voro della Cgcf alle frontiere). Anche gli agenti di polizia hanno
dovuto adattarsi alle nuove «regole del gioco». Ma che cosa si
può dire riguardo agli standard di sicurezza? Sono migliorati?
Come va nei Cantoni di frontiera (Ginevra, Ticino, Basilea, ecc.)?
È stato pianificato sufficientemente personale per queste nuove
esigenze, o il personale per la sicurezza interna è sottodotato? E,
indubbiamente, la domanda cruciale è: con l’adesione a Schen­
gen, la Svizzera è diventata più sicura?
Il 15 novembre 2013, presso il Kulturcasino di Berna, si
terrà il 13 o nostro noto Forum «Sicurezza interna»®. Ci augu­
riamo d’ottenere risposte alle nostre domande, grazie alle cinque
presentazioni ed al successivo podio di discussione. Trascorre­
remo questa giornata in compagnia di Reto Brennwald, giorna­
lista e redattore presso la televisione svizzera SRF.
Uno sguardo unico e particolare grazie a un intenditore
del turismo criminale
Tra gli ospiti al nostro Forum, siamo molto orgogliosi di
­poter vantare anche il famoso giornalista francese Jérôme Pier­
rat, esperto di criminalità organizzata e conoscitore di metodi
d’intrusione delle gang suburbane francesi. All’inizio del forum,
potrà senz’altro offrirci una visione particolare sul pensiero e
gli agiti dei turisti criminali. Ci ha inviato, come anteprima, un
breve testo inerente l’aumento dei criminali nelle banlieues fran­
cesi.
n
Programma
Moderatore: Reto Brennwald, giornalista TV e moderatore
Cambiamento di programma
Per motivi organizzativi il podio di discus­
sione si terrà subito dopo le rispettive relazioni,
e l’evento si concluderà con un aperitivo e un
lunch, con possibilità di scambi personali.
Siete invitati a consultare anche
il programma sull’ultima pagina!
Ore 08.45
Ore 09.15
Ore 09.50
Ore 11.30–11.45
Ore 11.45
Ore 13.15
Ore 15.00 ca.
Apertura delle porte
Inizio del Forum
Oratori
breve pausa
Podio di discussione
«Libera circolazione delle persone vs. sicurezza interna»
Aperitivo e lunch con possibilità di scambi personali
fine dell’evento
Prezzo per i soci FSFP: Fr. 100.– /per i non soci: Fr. 280.–
federazione
La persona
Il 42 enne giornalista investigativo e scrittore Jérôme Pierrat è un
esperto di criminalità organizzata. Sul suo blog «Dernières nouvelles du milieu», cioè ultime nuove dall’ambiente, racconta il
clima e il vociferare della criminalità organizzata. Inoltre, ha pubblicato vari libri sul tema della criminalità organizzata.
«Considerati da tanto tempo come delinquenti di seconda categoria, i malviventi dei quartieri francesi, sono sulla buona strada
per scalzare definitivamente le consuete credenze. Gran parte
di loro si sono già issati sul più alto gradino del rango criminale.
I lionesi appartengono ampiamente a questo palmares. Si dice
addirittura che proprio nell’est di suddetta città, zona Vaulx-enVelin, Bron, Chassieux, il ‹go fast› abbia le sue origini. Il prin­
cipio? Centinaia di chili di stupefacenti in convogli di grossa cilindrata capaci d’eludere le forze dell’ordine. Una tecnica che
ha rinforzato le pratiche di questi individui. Dal 1992 al 1994,
nella regione lionese, il furto di macchine era la moda per eccellenza. I giovani rampolli provenienti da HLM compivano incursioni in Svizzera dove trovavano autoveicoli di grossa cilindrata,
di preferenza tedesche che, a loro volta, esibivano in vetrina
prima di fuggire a gambe levate alla faccia dei poliziotti. Un’intera generazione di piloti ha così rafforzato la loro nomea durante carambole e corse-rincorse con poliziotti nei vari quartieri. Durante il 1994–1995, questi malviventi hanno colto una
preziosa occasione: l’entrata in vigore degli accordi Schengen
che abolivano le frontiere democratizzando, tra l’altro, i telefoni portabili. Innumerevoli piloti si sono destreggiati: autovetture di grossa cilindrata, due supermercati di stupefacenti europei, Spagna e Olanda, non hanno tardato a far maturare l’idea
che: ‹bastava› riempire il baule posteriore di ‹bagagli maroc-
Link per il blog: www.metronews.fr/blog/mafia
chini› (30 chili di marijuana impacchettati in tele irriconoscibili e coperti di scotch), seguendo un’autovettura ‹vedetta› collegata telefonicamente e prendendo la strada del ritorno per avere
via libera e ricavarne milioni in guadagno. Nel corso degli anni,
suddetti gruppi e relativi convogli si sono moltiplicati. I furti
di autovetture di grossa cilindrata per mezzo di bande specia­
lizzate, che le rubano secondo comanda, sono decuplicati. Senza
omettere che i delinquenti di quartiere hanno ormai i ‹mezzi
­appropriati› a portata di mano per operare in qualsiasi ambito.
Nel corso della seconda metà degli anni ’90, sono sbarcate le
armi di guerra dai paesi Balcani. Ghiotta opportunità, quest’ultima, per i trafficanti di premunirsi nei confronti della concorrenza ed eventuali ‹imprevisti› (furto mercanzie, soldi, ecc.).
Questo sdoganamento è stato in egual modo benefico per i delinquenti di quartiere che si volevano indirizzare nelle rapine. Il
tutto con l’intento, per svariati di questi malviventi, di racimolare il capitale di partenza da investire, successivamente, negli
stupe­
facenti. La valuta dell’oro che decolla e la quasi inesistenti protezioni per gioiellieri e relativi ateliers hanno contri­
buito al di­
lagare di questa situazione. In Svizzera, dotata di
banche proprie, orologeria e uffici di scambio, l’insieme di queste
congiunture hanno contribuito, così come per le auto, a fomentare l’emblema di Eldorado per i malavitosi della banlieue lionese.»
Sponsors principali:
Tagliando d’iscrizione per il 13 o Forum «Sicurezza interna»®
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Jérôme Pierrat,
giornalista e scrittore
venerdì 15 novembre 2013, presso il Kulturcasino di Berna
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iscrizione. Grazie.
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BRUNNER
DRUCK UND MEDIEN
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Termine d’iscrizione: 25 ottobre 2013