Un sistema intelligente per combinare agricoltura e conservazione
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Un sistema intelligente per combinare agricoltura e conservazione
Un sistema intelligente per combinare agricoltura e conservazione dell'ambiente Francesco Santilli – Studio di Gestione Faunistica, Campiglia M.ma (LI) [email protected] I cambiamenti delle tecniche di coltivazione che sono avvenuti negli ultimi decenni hanno causato una drastica riduzione della biodiversità animale negli ambienti agricoli. Le principali trasformazioni riguardano l'aumento delle dimensioni degli appezzamenti, la diffusione della monocoltura, la forte riduzione dei margini erbosi e delle siepi campestri, il massiccio utilizzo di diserbanti ed insetticidi ed una generale riduzione della copertura erbacea. Nelle aree marginali invece si è registrato un massiccio abbandono delle coltivazione accompagnato dalla riconquista di queste superfici da parte del bosco. La conseguenza di queste profonde trasformazioni è stata una preoccupante diminuzione delle specie animali tipiche degli ambienti agricoli. In molti casi la perdita di biodiversità degli agro-ecosistemi non sembra essersi arrestata come testimoniato dall'andamento negativo dell'avifauna tipica di questi ambienti (farmland birds) (Fig. 1 e 2). Fig. 1) Andamento dell'indice Farmland Bird (avifauna dell'ambiente agricolo) Europa 1 Fig. 2) Andamento dell'indice Farmland Bird (avifauna dell'ambiente agricolo) Italia L'agricoltura biologica (come impropriamente viene definita in Italia l'agricoltura organica), diffusasi notevolmente negli ultimi anni anche nel nostro paese, nasce anche per dare una risposta a questi problemi. Fra gli scopi di questa agricoltura che esclude o limita l'utilizzo di prodotti di sintesi come fertilizzanti e pesticidi (anche questo è un termine improprio per definire gli antiparassitari come i diserbanti e gli insetticidi) vi è proprio quello di promuovere la biodiversità dell'ambiente in cui opera. Ma questo sistema è realmente efficace e realistico per arrestare o ripristinare gran parte della biodiversità perduta?. Molte ricerche scientifiche hanno cercato di dare una riposta a questo quesito visto anche che in Europa l'agricoltura organica riceve incentivi e sussidi da parte dei governi. In linea generale si è visto che questo sistema ha effetti benefici su molte specie animali e può essere considerato una tecnica collaudata per favorire la biodiversità degli ambienti agricoli, ma i risultati sono molto variabili a seconda delle specie considerate e vi è una carenza di dati per quanto riguarda le regioni mediterranee europee (Tuck et al. 2014). In molti casi sono stati osservati vantaggi molto modesti (Chamberlain et al. 2010). L'applicazione dei principi dell'agricoltura biologica può essere molto variabile: alcuni studi hanno evidenziato che molte aziende certificate come biologiche, pur rispettando i regolamenti previsti per questo tipo di agricoltura, si discostano dai principi di base che l'hanno ispirata (Darnhofer et. al 2009) Si deve inoltre considerare che data la minore produttività dell'agricoltura biologica, la sostenibilità complessiva di questa è legata alla presenza di una 2 agricoltura convenzionale con risultati che non si potrebbero mantenere qualora l'agricoltura organica dovesse trasformarsi da fenomeno di nicchia a fenomeno globale (Kirchmann et al. 2008). In conclusione sebbene l'agricoltura biologica rappresenti un fenomeno complessivamente positivo, ben difficilmente può assumere un ruolo decisivo per la tutela ed il ripristino della biodiversità degli habitat agricoli. Sono quindi necessarie soluzioni più “intelligenti” e flessibili che sappiano combinare una buona produttività e redditività per il coltivatore con una più efficiente conservazione dell'ambiente. Un esempio veramente interessante viene dal Regno Unito e prende il nome di Conservation Grade, espressione di non facile traduzione in italiano che indica l'adozione di tecniche agricole favorevoli alla conservazione della natura (Agricoltura Eco-Sostenibile). 3 Cos'è il Conservation Grade? Il CG è un originale protocollo di coltivazione adottato da alcuni agricoltori in cambio di un prezzo “premium” ottenuto per i loro prodotti. In Inghilterra è un marchio ben conosciuto ed apprezzato dai consumatori. Consiste in un insieme di tecniche e di accorgimenti che hanno lo scopo di favorire la biodiversità insieme alla produzione agricola. Gli agricoltori che aderiscono a questo marchio devono riservare almeno il 10% della loro azienda in habitat per la fauna selvatica. Questi habitat sono realizzati e gestiti per creare condizioni ottimali per promuovere la biodiversità dell'azienda agricola; comprendono: 4% di fiori selvatici per offrire nutrimento e rifugio agli insetti impollinatori come api e bombi. Questo insetti impollineranno anche le colture agricole. 2% di colture per l'avifauna selvatica come il triticale, il ravanello, il cavolo da foraggio,la quinoa ecc in modo da offrire alimentazione agli uccelli in inverno ed all'inizio della primavera. 4 2% di graminacee pratensi (erba mazzolina, festuca, loglio, poa). Queste aree costituiscono un rifugio per ragni, coleotteri e piccoli mammiferi che a loro volta favoriscono i rapaci notturni come il barbagianni. Questi appezzamenti sono di norma realizzati sui margini delle colture. 0,5% rigenerazione naturale seguente a coltivazione (facoltativo). Serve a favorire il recupero di specie erbacee are ed a cerare condizioni ideali per la nidificazione dell'avifauna come allodole e pavoncelle. 2% di di altri habitat come siepi, fossati, stagni e boschetti che possono essere gestiti per favorire la fauna selvatica. 5 Le aziende agricole che aderiscono al CG non possono utilizzare alcuni insetticidi come gli organo-fosfati, i piretroidi di sintesi e i pellet di methiocarb (lumachicida) ma non vi è un bando totale della chimica. Inoltre ogni azienda deve annualmente presentare un piano ambientale complessivo, partecipare agli eventi formativi del consorzio e sottoporsi ad un audit indipendente del protocollo. Per i dettagli del protocollo: http://www.conservationgrade.org/nature-friendlyfarming/the-cg-protocol/ Studi scientifici indipendenti hanno dimostrato che l'approccio del CG consente un notevole incremento della biodiversità rispetto rispetto alla coltivazione convenzionale. Gli esperimenti hanno mostrato un incremento del 41% dell'avifauna e una presenza di insetti impollinatori maggiore di 30 volte. Una ricerca effettuata recentemente dall'Università di Southampton ha evidenziato che il sistema CG ha benefici sull'avifauna ben superiori rispetto al biologico (Harrison 2013). Un approccio tipo Conservation Grade potrebbe essere applicato anche in Italia in modo particolare potrebbe adattarsi molto bene alle esigenze delle Aziende Faunistico Venatorie. 6 Bibliografia essenziale Chamberlain, D. E., Joys, A., Johnson, P. J., Norton, L., Feber, R. E., & Fuller, R. J. (2010). Does organic farming benefit farmland birds in winter?.Biology letters, 6(1), 82-84. Darnhofer, I., Lindenthal, T., Bartel-Kratochvil, R., & Zollitsch, W. (2010). Conventionalisation of organic farming practices: from structural criteria towards an assessment based on organic principles. A review. Agronomy for sustainable development, 30(1), 67-81. Harrison, Dominic (2013) Testing the delivery of conservation schemes for farmland birds at the farm-scale during winter, in Southern lowland England. University of Southampton, Centre for Environmental Sciences, Masters Thesis, 32pp. Kirchmann, H., Bergström, L., Kätterer, T., Andrén, O., & Andersson, R. (2008). Can organic crop production feed the world?. In Organic Crop Production–Ambitions and Limitations (pp. 39-72). Springer Netherlands. Tuck, S. L., Winqvist, C., Mota, F., Ahnström, J., Turnbull, L. A., & Bengtsson, J. (2014). Land-use intensity and the effects of organic farming on biodiversity: a hierarchical meta-analysis. Journal of Applied Ecology, 51(3), 746-755. 7