malattie respiratorie - PSICOSOMATICA Dr.Giovi

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malattie respiratorie - PSICOSOMATICA Dr.Giovi
DOTT. GAETANO GIOVI
Medico Chirurgo
Spec. in Psicoterapia
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GALLARATE Via Magenta,3 (entrata Università del Melo )
VARESE presso Clinica La Quiete - Via Dante, 6
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LE PRINCIPALI PATOLOGIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO DAL PUNTO DI VISTA
PSICOSOMATICO.
Come già detto nella pagina introduttiva, il respiro è paragonato alla vita stessa, proprio per la
stretta dipendenza che esiste fra loro.
Anche il sangue è considerato sinonimo di vita.
I polmoni “depurano” il sangue. I polmoni permettono l’ eliminazione dei metaboliti di alcune
sostanze ( come l’alcol etilico o l’ acetone, per esempio).
L’aria emessa dalla bocca(fiato)può avere un cattivo odore e causare l’allontanamento da parte
degli altri.
Per il rilassamento si parte sempre dal respiro.
Il respiro è strettamente legato allo stato emotivo e può accelerare (nell’orgasmo ad esempio ma
anche nell’ansia) oppure può bloccarsi(spavento o stupore).
L’aria che emettiamo dopo averla trasformata, è come se portasse con se una parte della nostra
profondità, una nostra intimità nobile(perché viene dalla parte al di sopra del diaframma) mentre
altrettanto non si può dire delle nostre feci( che vengono dalla parte sotto al diaframma).
RINITI E SINUSITI
Il naso è la via principale per introdurre l’aria che viene riscaldata a 37 gradi passando fra i
processi turbinati(da turbine, vortice) prima di proseguire nel suo percorso. E’ la parte più sporgente
di noi. E’ la sentinella, perché è il primo filtro. Ben lo sanno coloro che vivono in città dove lo
smog regna sovrano che, soffiando il naso, vedono scendere muco nero (che fa il paio con il colletto
della camicia) perché ricco delle particelle di smog trattenute. E’ sentinella anche perché percepisce
gli odori, determina il gusto.
Quando c’è un raffreddore, infatti, non percepiamo il sapore del cibo!
Ma con il naso si percepisce anche il sapore dell’aria, l’odore del sereno o del temporale, il
pericolo. Fiutare il pericolo è espressione frequente nel nostro linguaggio.
Chi soffre di rinite o sinusite è come se, a priori, dicesse: non voglio proprio avere nulla a che fare
con “ciò che già a naso non mi piace”, anzi non voglio neppure sentirne l’odore! Allora un naso
intasato da tanto muco perché infiammato, diventa l’ideale!
Chi soffre di sinusite o rinite cronica, ben raramente ha dentro di se una buona visione della vita,
specie per le cose che si “percepiscono” ma non si vedono.
BRONCHITE
Un po’ come per il naso, ma ovviamente meno aprioristicamente. Muco, catarro, tosse , bruciori al
petto, difficoltà a tirare il fiato(dispnea) sono tutti di sintomi di rifiuto, di difficoltà a mandar dentro
ciò che percepiamo come spiacevole.
Come a dire “non mi piace mandar dentro ed elaborare ciò che percepisco, ma comunque devo
farlo.
POLMONITE
A focolaio o generalizzata, comporta un polmone che non funziona a dovere, cioè non scambia
l’ossigeno con l’anidride carbonica in modo corretto.
Come a dire: “Ciò che in questo momento assorbo mi avvelena il sangue, in parte(focolaio) o del
tutto(polmonite diffusa)”.il rifiuto in questo caso è a posteriori dell’atto respiratorio, e non a priori
come nelle patologie precedenti.
Cito un esempio clinico, vissuto durante la mia ormai lontana esperienza di medico di base.
Un giorno vengo chiamato a casa per l’insorgenza di febbre e tosse, da un paziente di 50 anni che,
fino a quel momento, aveva sempre goduto di un ottimo stato di salute, al punto tale che in passato
lo vedevo regolarmente durante le ferie di agosto per fare l’impegnativa per gli esami del sangue e
misurare la pressione.
Durante la visita riscontro un focolaio polmonare alla base del polmone dx, confermato in seguito
anche dal controllo radiografico.
Solitamente nel giro di 10gg, una polmonite contratta non in ambiente ospedaliero, con la terapia
antibiotica si risolve.
In questo caso, invece, la polmonite perdurò per lungo tempo, al punto tale da far nascere il
sospetto che quel focolaio coprisse un tumore polmonare. Fortunatamente tutto si risolse per il
meglio, dopo circa due mesi. Poco prima di riprendere l’attività lavorativa, ormai guarito, mi
“confessò” che, pur essendo ben felice di essere guarito, riprendeva il lavoro un po’ malvolentieri,
perchè da un po’ di tempo “l’ambiente” era cambiato. L’arrivo di gente nuova, più giovane e
dinamica e non troppo rispettosa dei suoi trent’anni di onorato servizio presso quell’azienda ed il
sentirsi messo da parte, gli avevano causato un discreto disagio interiore. “Dottore, per farla breve”,
mi disse, “ non c’è più il clima di prima! ”.
Ecco perché il focolaio non guariva! Era il rifiuto di respirare “un CLIMA CHE NON MI PIACE” .
Fortunatamente il paziente nei due mesi di malattia era riuscito ad elaborare gli eventi perchè
altrimenti, con buona probabilità, si sarebbe trasformato in un bronchitico cronico asmatico.
ASMA
E’ la difficoltà ad emettere l’aria per spasmo(chiusura) dei bronchi.
Come a dire“ Ciò che ho inalato non mi ha fatto male, quindi mi conviene trattenerlo e non
correre altri rischi dovendo inspirare ancora”. E poi “cosa merita questo mondo? Perché devo dargli
il mio respiro, quando lui mi avvelena? Cosa vuole dalla mia profondità , quella che nessuno vede?
No, no trattengo!!!!
Purtroppo però l’organismo vuole aria nuova, ricca di ossigeno e quindi fa richiesta di aria. Ma
come possiamo introdurre l’aria se il polmone è ancora pieno? Ed ecco così il sintomo detto “ fame
d’aria”, cioè la sensazione che manchi l’aria ai polmoni, che spinge la persona ad aprire la finestra o
ad uscire fuori con la sensazione di respirare meglio. In realtà è il contrario, perché è l’aria non
espulsa che crea il problema, non il contrario, come avviene in caso di soffocamento !
Ecco perché si usano sostanze broncodilatatrici!!!
TACHIPNEA
E’ l’aumento della frequenza del respiro che in pratica non permette un giusto scambio fra ossigeno
ed anidride carbonica a livello degli alveoli polmonari, provocando malessere.
E’ frequente in tante patologie polmonari, ma è anche presente negli stati d’ansia.
Inoltre la mancanza di respiro innesta un meccanismo d’ansia lui stesso, creandosi un ciclo vizioso
che i pazienti broncopatici ben conoscono.
Quando la tachipnea è uno dei sintomi di una patologia organica ben definita , per la sua
interpretazione dal punto di vista psicosomatico, dovremo far riferimento alla patologia di base alla
tachipnea stessa.
Quando invece la tachipnea è solo di un sintomo “sine materia”, cioè non conseguenza di un danno
fisiologico come si può interpretare dal punto di vista emozionale?
Semplicemente con il fatto che respirando in fretta la persona pensa di ridurre al minimo
l’eventuale tossicità “psicologica” dell’ambiente che la circonda, riducendo il “contatto” al minimo
indispensabile per sopravvivere!
Come a dire: “Questo clima non mi piace! Prima mi sbrigo a respirare, più faccio in fretta e meglio
è! Magari poi cambia o cambio aria anch’io!
ALLERGIE A SOSTANZE CHE SI INALANO
Rimando al capitolo sulle allergie ed intolleranze, limitandomi qui ad osservare che si tratta sempre
di rifiuto dell’ambiente , soprattutto per quel che non si vede, all’opposto di coloro che sono
allergici alla materia(dermatiti da contatto, intolleranze alimentari, ecc.) dove il rifiuto è per ciò che
si vede o si crede di vedere. E spesso il rifiuto riguarda le persone.
TUMORI
Rimando anche qui al capitolo generale sui tumori, limitandomi ad osservare che è l’estremo
tentativo di difesa ,distruggendo l’organo di scambio fra ambiente(velenoso) e organismo.
Qualcuno dice che è assurdo.
Io dico di no visto che l’autodistruzione sia come pratica individuale (alcool, fumo, droghe,
eccesso velocità in auto, eccesso di lavoro o di attività sportiva, ecc. ecc.) o sociale(guerre,
inquinamento, distruzione territorio, ecc. ecc.) pare abbastanza diffuso!!!
CONCLUSIONE
Non meravigliamoci di questi fenomeni, perché quando non riusciamo ad accettare la realtà
ritorniamo bambini ed usiamo il corpo per esprimere il nostro disagio interiore!
Tante scuole di psicologia dicono che dobbiamo lasciare uscire il bambino che c’è in noi, ma
bisogna fare attenzione perché il prezzo può essere molto alto, se il ritornar bambini dura troppo.