PROGETTO: “A Scuola nei Parchi – Guardiani della Natura” Istituto

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PROGETTO: “A Scuola nei Parchi – Guardiani della Natura” Istituto
PROGETTO: “A Scuola nei Parchi –
Guardiani della Natura”
Istituto Comprensivo Arsiero
Scuola Primaria “Innocente Stella”
Arsiero - Vicenza
CONOSCERE IL PASSATO E L’AMBIENTE PER AMARLI E RISPETTARLI
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Quando le nostre insegnanti ci hanno proposto di aderire a questo Progetto, abbiamo
accettato con entusiasmo ed interesse.
È consuetudine, nella nostra Scuola, prevedere nel corso dell’anno un incontro con gli
anziani della Casa di Riposo di Arsiero. In previsione di questo momento di scambio di
esperienze tra generazioni diverse, abbiamo predisposto un’intervista ai nostri nonni per
conoscere aspetti di vita di un’epoca passata: giochi in casa, giochi all’aperto, conte,
filastrocche, detti popolari e vita di contrada. Questa ricerca ci ha permesso di capire
momenti in cui la vita di tutti, anche dei bambini, era legata al ritmo delle stagioni, alla
natura, ai paesaggi e all’alimentazione semplice e scarsa.
La raccolta del materiale, inerente anche ad oggetti e giochi di uso antico, ci ha permesso
di realizzare dei cartelloni riassuntivi che sono stati il perno degli incontri con gli anziani
durante i quali i bambini e i nonni hanno ascoltato, recitato e condiviso canti e filastrocche.
Ecco, nelle pagine seguenti, alcuni di questi brani che hanno risvegliato negli anziani
ricordi e nostalgie e suscitato nei bambini gioia e rispetto.
GIOCHI, POESIE, FILASTROCCHE, CONTE DI UNA VOLTA
Intervistando i nostri nonni e chiedendo loro quali giochi facevano quando erano piccoli e
quali conte imparavano, abbiamo scoperto che una volta i bambini giocavano fuori di casa,
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all’aria aperta, nei prati, nei boschi, vicino ai laghi e ai torrenti; si divertivano con giochi di
legno, di carta, di stoffa costruiti con le loro mani o con l’aiuto degli adulti.
Alcuni dei giochi più praticati erano la Campana, Nascondino, Strega libera tutti, le biglie, il
gioco delle carte.
Quando i nonni portavano le mucche all’alpeggio, in estate, giocavano a “Maria Orbola”; in
questo gioco un bambino veniva bendato e tutti gli altri scappavano per la stalla mentre lui
li inseguiva.
A scuola i nostri nonni imparavano poesie e filastrocche legate al susseguirsi delle
stagioni, alle festività religiose, alla fame, agli eventi atmosferici, ai soprannomi.
Qui di seguito riportiamo alcuni dei tanti ricordi rispolverati dalla memoria delle persone
anziane che abbiamo incontrato.
CONTE
Man man morta che
peta
sula porta,
che peta sul porton,
pim, pum, pom
un, due tre
toca proprio a te.
Unera, donera, tenera, quara,
quarina, sinquina, simon,
veronese, numero diese.
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Deo deolin
campo marin
persego seco
se morto el beco
de Giacometo.
Manina bela
fata a penela
dove situ sta?
Dal papà, cosa te galo da’?
Pan e late!
Gate, gate, gate.
Pomo pero dime el vero
dime la santa verità
quala xela?
Queste qua.
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Pum passa Paperino
con la pipa in boca
guai a chi la toca
toca proprio a te:
braghe giacheta gilè
uno due tre.
Tutu tutu cavalo
nemo a Malo,
a Malo ghe se la Molina
che la misia la polentina,
la la misia ben col palo,
tutu tutu cavalo.
Piove, piove,
la gata no se move
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i gatei cria
la gata scampa via.
Piove, piove,
la gata va a Canove,
i gatei ghe core drio,
la gata torna indrio.
Marco Petola va al palasso
coi so libri soto al brasso
par no dir la so rason
Marco Petola va in preson.
La preson se sarà
Marco Petola va al mercà
el mercà se finio, Marco Petola
torna indrio.
Un, due, tre,
la Catina la fa el cafè,
la fa el cafè co la ciocolata,
la Catina xe inamorata.
Xe inamorata del dotore
la Catina la fa l’amore,
la fa l’amore col sergente,
la Catina se cava un dente.
La se cava un dente co la tenaia
la Catina se na canaia.
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Doman doman domenega
se festa per la selega,
la selega va in piassa,
la compra una fugassa
mesa la la magna e mesa la la sparagna.
La salta sul letto e la trova un confetto,
el confetto se duro la salta sul muro,
el muro se bianco la salta sul banco,
el banco se rosso la salta sul pozzo,
el pozzo se pien de acqua,
ciao ciao seleghetta sotto acqua.
PREGHIERA
Maria Picinina
che leva su a la matina
se lava man e viso,
par andar in paradiso.
Paradiso se bela cosa,
chi ghe va se riposa.
A l’inferno ghe xe bruta zente,
chi ghe va ghe resta sempre.
NINNA NANNA
Dormi dormi bel bambin.
Dormi dormi bel bambin
che la mama xe vissin,
che ‘l papà xe lontan,
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fa’ la nana fin doman.
SCIOGLILINGUA
Ti che te tachi i tachi
tàcame ti i tachi.
Mi tacarte i tachi a ti
che te tachi i tachi?
Tàchete ti i tachi,
ti che te tachi i tachi.
INDOVINELLI
I va sigando
i torna lacrimando. (I SECCHI DEL POZZO)
_._._
Onta bisonta,
soto tera sconta,
bona da magnare,
cativa da indovinare. (LA PATATA)
DETTI POPOLARI
Tre cose
fa scapar l’omo de casa:
teto che spande,
dona cativa
e tosato che piande.
_._._
Far tasere le done,
far stare fermi i tusi picoli,
far correre i veci,
le se tre robe impossibili.
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CONOSCERE PER AMARE,
RISPETTARE E CURARE
L’AMBIANTE E GLI ANIMALI
INTORNO A NOI
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In vista della gita al Lago di Fimon, abbiamo osservato, studiato ed analizzato alcuni
animali ed alcune piante che popolano quell’ambiente.
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LA STRADA DELLA TROTA
Il territorio entro cui si snoda la strada della trota è racchiuso tra le Valli del Posina e
dell’Astico, a partire da Cogollo del Cengio, fino ai confini con la provincia di Trento. Ad est
è delimitato dell’Altopiano di Asiago, a nord-est da quello dei Fiorentini, ad ovest dalle
Piccole Dolomiti con il massiccio del Pasubio, a sud si apre la pianura vicentina.
Fedelmente rispettata e gelosamente custodita, da sempre qui l’acqua premia gli uomini,
garantendo la magica e segreta continuità della vita degli esseri che la popolano: trota
fario, trota marmorata, i mitici marsoni e il temolo.
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I TIPI DI TROTA
TROTA FARIO: si distingue per i puntini rossi.
È stata introdotta il secolo scorso dalla Scandinavia, dalla Bosnia e dall’America.
TROTA MARMORATA: un tempo formava una vera forma indigena. Si era “imbastardita”
a causa di vari incroci con altri tipi di trota.
In laboratori gli ittiologi (studiosi dei pesci) sono riusciti a ricostruire la razza pura.
Ama l’acqua molto fredda.
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TROTA IRIDEA: introdotta dal Nord America.
Più facile da allevare.
È la nostra.
TEMOLO: introdotto da poco, si ciba di plancton e insetti. È detto anche “pesce di vetro”
per le scaglie trasparenti molto numerose. Esse, in acqua, possono restare attaccate a
delle piccole prede fino a provocarne la morte.
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DOVE VIVE LA TROTA?
Le acque dei torrenti sono frequentate da un gran numero di pesci, in particolare le trote,
molto esigenti in fatto di temperatura e qualità dell’acqua.
Ancora più esigenti della trota sono le sue uova: una volta deposte richiedono, per potersi
sviluppare meglio, temperature non superiori ai 10° circa e acqua particolarmente ricca di
ossigeno.
Le trote, inoltre, mostrano di preferire situazioni ambientali caratterizzate da una corrente
piuttosto vivace, effettuando, se necessario, migrazioni anche molto estese per deporre le
uova.
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FINALMENTE AL LAGO DI FIMON…..
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