Elementi sul rischio Biologico

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Elementi sul rischio Biologico
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CROCE ROSSA ITALIANA - 2010
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NUCLEO NBCR
INTERVENTI NBCR
Il pericolo può essere NON
immediatamente rilevabile oppure può
essere NON valutabile in tutta
la sua portata
Prevenire = informare
conoscere +i rischi
formare
per
limitare i danni
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RISCHIO BIOLOGICO : indice degli argomenti
• BREVE RASSEGNA STORICA
• AGENTI BIOLOGICI: definizioni
• AGENTI PATOGENI: le armi “non convenzionali”
• CONTAMINAZIONE: scenari e veicoli di contagio
• RISCHIO BIOLOGICO: il ruolo di biotecnologie e OGM
• CLASSIFICAZIONE: i quattro gruppi [D.Lgs. 81/2008 Titolo X]
• EFFETTI SULL’ORGANISMO: sintomi e patologie
• QUADRO RIASSUNTIVO: batteri, virus, tossine, rickettsie
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RISCHIO BIOLOGICO : breve rassegna storica
L’uomo scoprì presto i veleni esistenti in natura
e la loro utilità come arma in caso di necessità
protozoi
la peste e il vaiolo
• I millennio a.c. Cinesi ed Assiri utilizzano zolfo e petrolio durante le campagne di guerra
• I secolo a.c. La cavalleria romana nella guerra di Spagna fa uso di rudimentali maschere antigas
• Medio Evo. Bizantini e Veneziani esperti nell’uso di sostanze tossiche “fuochi e fumi avvelenati”
• 1347. Assedio dei tartari alla fortezza genovese di Caffa sul Mar Nero, dove catapultano cadaveri di appestati.
La “Morte Nera” si diffonde poi in Europa, sterminando 20 milioni di persone nell’arco di 3 anni
• 1763. Gli Inglesi diffondono tra i pellerossa della “Nova Scotia” coperte infettate di vaiolo. Negli stessi anni in Nuova
Zelanda sterminano gli indigeni Maori diffondendo la sifilide
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RISCHIO BIOLOGICO : breve rassegna storica
protozoi
le guerre mondiali e gli episodi moderni
• I Guerra Mondiale. Uso sistematico di aggressivi chimici: Cloro, Iprite, Fosgene
• II Guerra Mondiale. Selezione, produzione e stoccaggio di germi patogeni in bombe o testate missilistiche, per
diffondere a largo raggio malattie come peste, morva, tifo petecchiale, carbonchio
• 1972. Ratifica del trattato internazionale di messa al bando delle armi batteriologiche e chimiche
• 1980. Avvio della manipolazione genetica dei microrganismi, con la creazione di agenti sconosciuti al nemico ma ben
studiati dall’attaccante che può vaccinarsi preventivamente
• 1988. Vozrozhdeniye (isola della Rinascita – Mare d’Aral). Usata come discarica per centinaia di tonnellate di batteri
di Antrace, trasferiti segretamente dal laboratorio di Sverdlovsk per 1600 km attraverso Russia e Kazakistan. Test
effettuati dopo oltre 10 anni su campioni di terreno, dimostrano che le spore sono rimaste vive e potrebbero diffondersi
se dissepolte da topi, tartarughe, lucertole, uccelli. La malattia è trasmissibile dagli animali all’uomo per contatto diretto.
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni
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protozoi
microrganismi
colture cellulari
agenti biologici
MICRORGANISMI: entità microbiologiche, cellulari o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico. Sono
considerati microrganismi i batteri, i protozoi, le alghe unicellulari e i funghi unicellulari. Tra i microrganismi vengono a
volte indicati anche i virus che, per la loro particolare natura, non possono in realtà essere considerati organismi viventi
COLTURE CELLULARI: risultati della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari
AGENTI BIOLOGICI: microrganismi (anche geneticamente modificati), colture cellulari o endoparassiti umani capaci di
provocare infezioni, allergie o intossicazioni nell’uomo.
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni
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Eucarioti
Procarioti
Tutti gli organismi sono costituiti da una o più unità fondamentali dette cellule. Le cellule, in base alla loro
organizzazione interna, possono essere distinte in due grandi categorie: le cellule procariote (per esempio, i batteri) e
le cellule eucariote (quelle che formano il corpo delle piante, degli animali e dell'uomo). La maggiore differenza tra le
cellule di questi due gruppi di organismi sta nel fatto che i procarioti presentano il materiale genetico libero nel
citoplasma, mentre negli eucarioti esso si trova segregato in un nucleo circondato da membrana.
Cellula eucariota. Negli eucarioti - ossia protisti, animali, piante e funghi - la cellula è caratterizzata da un nucleo, in cui
è racchiuso il patrimonio genetico, e da organuli membranosi deputati allo svolgimento di specifiche funzioni. Queste
strutture sono protette dalla massa gelatinosa del citoplasma e da un involucro detto membrana plasmatica.
Le cellule procariote, oltre ad essere normalmente assai più piccole di quelle eucariote (con un diametro generalmente
compreso fra 1 e 5 µm), hanno una struttura interna alquanto semplice. Il loro DNA si trova concentrato in una regione
del citoplasma, senza essere delimitato da alcuna membrana. Sono prive di organuli, a eccezione dei ribosomi, preposti
alla sintesi delle proteine.
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni
replicazione autonoma (scissione binaria)
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Batteri:
BATTERI: organismi unicellulari Procarioti, di dimensioni dell'ordine dei micron, senza membrana nucleare o altre
suddivisioni interne. Sono diffusi in tutti gli ambienti. In condizioni avverse alcuni batteri si trasformano in forme
quiescenti, dette spore, in grado di sopportare a lungo condizioni estreme di temperatura e umidità.
Batteri Patogeni: causano malattia nell’uomo
Funzioni dei batteri
I batteri sono distribuiti su tutta la superficie terrestre. La loro importanza è enorme; molte specie, vivendo su materiali
organici, utilizzano i prodotti di rifiuto del metabolismo di altri organismi e mediante processi di fermentazione liberano
carbonio, azoto e idrogeno, che influenzano la composizione dei terreni e dell'atmosfera. I batteri influenzano la fertilità
del suolo, fissando l'azoto atmosferico e trasformandolo in composti azotati impiegati dalle piante per la sintesi delle
proteine. La loro applicazione in campo industriale sfrutta le numerose attività chimiche (fermentazioni, idrolisi ecc.).
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni
Virus
Struttura dei virus: I virus sono costituiti essenzialmente da due parti: una interna - nucleo, e una esterna - capside.
All'insieme di queste due parti si dà il nome di virione, mentre il termine virus è riservato alle particelle virali che si
trovino in una fase di attività biologica. Il nucleo, formato da acido nucleico, è indispensabile al virus per portare a
termine i suoi processi di moltiplicazione e di accrescimento; il capside ha la funzione di conferire forma e stabilità al
virione. Risulta costituito da un certo numero di unità elementari, variabile a seconda dei virus, dette capsomeri, a loro
volta formati da catene proteiche elementari. I virus hanno dimensioni estremamente piccole, che variano da 20 µm
(per esempio, il virus dell'afta epizootica) a un massimo di 250-300 µm (per esempio, il virus del vaiolo)
I virioni non possiedono metabolismo: vengono quindi trasportati passivamente finché non trovano una cellula da
infettare
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti biologici - definizioni
Virus: incapacità di replicarsi in assenza di una cellula ospite
il virus introdottosi nella cellula diffonde il proprio codice genetico; la cellula aggredita, a sua volta, se non riesce a
eliminare il virus assimila il codice virale trasformando il proprio patrimonio genetico (in sostanza diventa una cellula
tumorale), oppure si autodistrugge utilizzando i propri acidi nucleici per riprodurre le cellule virali mature. Il corredo
genetico (genoma) dei virus è costituito da un solo tipo di acido nucleico (DNA, oppure RNA).
La presenza di un virus in una cellula ospite può avere una varietà di effetti sulle sue funzioni, che vanno dalla rapida
inibizione delle biosintesi, seguita dalla morte della cellula, a un disturbo persistente della crescita e della divisione
cellulare, o a cambiamenti appena evidenziabili o del tutto irrilevanti. Il danneggiamento cellulare (effetto citopatico)
dipende spesso da un'attività tossica diretta degli stessi virus infettanti o dalla precoce comparsa nelle cellule di
sostanze lesive codificate dal genoma virale; più raramente dipende invece dal semplice accumularsi dei virioni
neoformati nelle cellule.
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma
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“di distruzione di massa”
massa”
“l’atomica dei poveri”
poveri”
economica - facile da produrre
“la bomba viva”
viva”
silenziosa e invisibile prima dell’utilizzo
arma biologica (o tossicologica): strumento in grado di diffondere agenti microbiologici nocivi, o le tossine da essi
prodotte, al fine di contaminare e contagiare territori e popolazioni nemiche.
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma
Gli agenti patogeni utilizzati nella produzione di
armi si classificano in base alla loro tipologia:
• virali, come il vaiolo, l’Ebola o il Marburg U in grado di
uccidere un uomo in 72 ore, causando una devastante
febbre emorragica con un tasso di mortalità pari al 75%;
• batteriologici, come la peste, l’antrace, il colera,
la tularemia e la febbre Q;
• biologici ad effetto indiretto, il cui danno
all'organismo umano deriva dalle tossine liberate, come
ad esempio il botulino o la ricina (tossina di origine vegetale).
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma
I microrganismi patogeni usati a
scopo bellico o terroristico possono
rappresentare un rischio per la
sicurezza nazionale.
Perché?
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RISCHIO BIOLOGICO : agenti patogeni come arma
semplice diffusione e trasmissione
alta morbosità e mortalità
provoca panico e perturbamento sociale
richiede azioni speciali di sanità pubblica
• possono essere disseminati agevolmente e trasmessi da persona a persona
• causano alta morbosità e mortalità, con un potenziale grave impatto sulla sanità pubblica
• possono provocare panico e perturbamento sociale
• richiedono azioni speciali per la preparazione della sanità pubblica
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RISCHIO BIOLOGICO : scenari di contaminazione
rilascio incidentale di sostanze
accidente industriale
RILASCIO INCIDENTALE DI SOSTANZE: per errore umano / rottura dei sistemi di lavorazione / reazioni chimiche
ACCIDENTE INDUSTRIALE: incendio / crollo / cedimento / esplosione
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RISCHIO BIOLOGICO : scenari di contaminazione
L’immissione dell’agente patogeno può avvenire mediante:
• aerosol diffuso in edifici pubblici e zone affollate
• azione di sabotaggio su impianti di aria condizionata,
linee di distribuzione idrica o nella catena alimentare
• rilascio nei mezzi di trasporto (aerei, treni, navi)
• diffusione attraverso i canali del servizio postale
ATTACCO TERRORISTICO: diffusione deliberata di agenti biologici in grado di causare malattie nell’uomo e negli
animali o di rendere inutilizzabili materiali e risorse. L’attacco biologico è subdolo e graduale: lo sviluppo lento del
contagio rende difficile il riconoscimento di piccoli focolai ed aumenta la possibilità di allargamento dell’epidemia
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RISCHIO BIOLOGICO : veicoli di contagio
inalazione
ingestione
contatto diretto
PER VIA AEREA: avviene per disseminazione sia di nuclei di goccioline, sia di particelle di polvere contenenti l’agente
infettivo. I microrganismi trasportati in questo modo possono essere ampiamente dispersi dalle correnti d’aria e
risultano facilmente assimilabili dal corpo umano per inalazione.
DROPLET: attraverso le goccioline emesse da una persona mentre parla o con la tosse, possono essere trasmessi
alcuni virus o malattie. Perché si verifichi il contagio è però necessario un contatto molto ravvicinato.
PER CONTATTO DIRETTO: Il passaggio di microrganismi da un soggetto infetto o colonizzato verso un ospite
recettivo può avvenire per contatto cute contro cute.
PER CONTATTO INDIRETTO: mediante la contaminazione di oggetti o sostanze che possono entrare in contatto o
essere ingerite nell’organismo umano.
Veicoli di contaminazione biologica: biancheria sporca, strumenti e indumenti chirurgici, vomito, feci, urine, sangue,
pus, siero, plasma, tessuti, organi, aghi, oggetti taglienti, attrezzature contaminate, acqua, cibo, latte;
Vettori: insetti, artropodi.
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RISCHIO BIOLOGICO : veicoli di contagio
puntura infetta
Antropozoonosi: malattia degli animali o dell'uomo che può essere trasmessa da una specie all'altra, in particolare
sono considerate pericolose le malattie trasmesse dagli animali all'uomo (zoonosi) come rabbia, tigna, afta epizootica,
TBC, leptospirosi.
Zoonosi contratte in occasione di lavoro: Brucellosi: allevatori; Carbonchio: conciatori; Spirochetosi: fognaioli; Tetano:
contadini, stallieri, allevatori; TBC umana: personale sanitario; TBC bovina: allevatori; rabbia: guardiacaccia.
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RISCHIO BIOLOGICO : criteri di valutazione
Le caratteristiche di PERICOLOSITÀ sono definite in base a:
• INFETTIVITÀ: capacità di un microrganismo di penetrare in un
organismo ospite e moltiplicarsi (misurabile come LD50)
• PATOGENICITÀ: capacità di procurare malattia nell’organismo a
seguito di infezione
• TRASMISSIBILITÀ: capacità di un microrganismo di essere
trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibile
• NEUTRALIZZABILITÀ: disponibilità di efficaci misure di
profilassi per prevenire la malattia o di misure terapeutiche per la cura
In microbiologia la pericolosità di un microrganismo viene spesso classificata in base alla “virulenza”: la virulenza è
intesa come l’insieme congiunto delle caratteristiche di infettività e patogenicità.
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RISCHIO BIOLOGICO : ruolo di biotecnologie e OGM
IMPREVEDIBILITÀ: è possibile inserire geni in agenti
che colpiscono specifiche funzioni, come umore,
comportamento, stato mentale e temperatura corporea
SELETTIVITÀ: è possibile clonare specifiche tossine
per eliminare gruppi etnici o razze specifiche il cui
costrutto genotipico predispone a certe malattie
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RISCHIO BIOLOGICO : classificazione
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D.Lgs. 81/2008 Titolo X articolo 268
già D.Lgs. 626/94 Titolo VIII articolo 75
Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi:
Gruppo 1: presentano poca probabilità di causare malattia in soggetti umani
Gruppo 2: possono causare malattie nell’uomo e costituire un rischio per i
lavoratori, è poco probabile che si propaghino nelle comunità e sono
disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
(es: S. Aureus, C. Tetani, B. Pertussis, N. Meningitidis)
Gruppo 3: possono causare malattie gravi nell’uomo e costituire un
serio rischio per i lavoratori, sono capaci di propagarsi nelle comunità,
ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
(es: HBV, HCV, HIV, S.Typhi)
Gruppo 4: possono provocare malattie gravi nell’uomo, costituire un
serio rischio per i lavoratori, presentare un elevato rischio di
propagazione nella comunità e non sono disponibili di norma efficaci
misure profilattiche o terapeutiche (es: virus Ebola, Crimea, Congo)
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RISCHIO BIOLOGICO : classificazione
MINISTERO DELLA SALUTE
Direzione Generale della Prevenzione
Ufficio III (Malattie infettive e profilassi internazionale - Osservatorio
Epidemiologico Nazionale)
AGENTI BIOLOGICI DI CATEGORIA A (ALTA PRIORITÀ):
• Variola major (vaiolo)
• Bacillus anthracis (antrace o carbonchio)
• Yersinia pestis (peste)
• Tossina di Clostridium Botulinum (botulismo)
• Virus (Ebola, Marburg, Lassa, Febbri emorragiche sudamericane, etc.)
Roma, 12 ottobre 2001
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RISCHIO BIOLOGICO : effetti sull’organismo
malattia infettiva
Esposizione all’agente biologico responsabile
Contagio
Incubazione
Comparsa sintomi
Malattia conclamata
Esito:
• Guarigione
• Cronicizzazione
• Morte
Quando si realizza l’infezione?
Allorché la densità numerica dell’agente infettante (la dose infettante)
sia tale da interessare, direttamente o a seguito del rilascio di
sostanze tossiche, un numero di cellule tale da indurre la malattia.
Fattori importanti che possono determinare l’instaurarsi di un processo infettivo in un ospite suscettibile:
stato immunologico dell’ospite (naturale, indotto); habitat e abitudini tipicamente individuali (dieta, fumo, alcool, droghe,
farmaci);
componenti genetiche o ereditarie dell’ospite; utilizzo di misure preventive (DPI, misure di contenimento, vaccinazione);
mansione lavorativa.
Meccanismi di difesa dell’organismo:
1. difesa aspecifica (cute, azioni quali tosse, starnuti, lacrimazione, sudorazione, desquamazione cutanea, escrezione
feci e urine, secrezioni, ac. cloridrico dello stomaco, lisozimi, azione delle membrane mucose e degli epiteli ciliati);
2. difesa specifica (risposta immunitaria dell’ospite sia umorale che cellulare);
3. difesa chimica (sostanze chimiche esogene: terapie antimicrobiche, immunizzazione passiva).
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RISCHIO BIOLOGICO : effetti sull’organismo
carbonchio
vaiolo
Esposizione provata a spore di antrace: studi condotti su modelli animali evidenziano che la ciprofloxacina, la
doxiciclina o la penicillina
somministrate entro 24 ore dopo l’esposizione ad un aerosol contenente un quantitativo letale di spore di antrace
forniscono una efficacia protettiva significativa sulla sopravvivenza (British Medical Journal 2001; 323: 1017-1018). La
chemioprofilassi antibiotica post esposizione va proseguita per 60 giorni.
Esposizione potenziale a spore di antrace: è utile effettuare al più presto una doccia completa. Nel caso la polvere
abbia contaminato consistentemente la superficie cutanea, dopo il lavaggio accurato con acqua e sapone si può
utilizzare ipoclorito di sodio al 0.5% (varechina domestica diluita dieci volte) per aspergere le superfici cutanee. Si
risciacqua la cute dopo 10-15 minuti.
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RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo
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BATTERI
AGENTE PATOGENO
MALATTIA
VETTORE
acqua
cibo
CONTAGIO
TERAPIA
ingestione
cloramfenicolo
salmonella typhi
febbre tifoide
vibrio cholerae
colera
acqua
cibo
ingestione
(oro-fecale)
reidratazione
tetraciclina
doxiciclina
shigellosi
cibo
ingestione
contatto
diretto
antibiotici
brucellosi
animali
domestici
ingestione
contatto
dir/indir
doxiciclina
rifampin
shigella
brucella
TIFO ADDOMINALE: dolori addominali, febbre e ipotensione arteriosa, possibili compromissioni del sistema sensorio.
COLERA: malattia infettiva del tratto intestinale, caratterizzata dalla presenza di diarrea profusa e vomito con
conseguente stato di disidratazione che può culminare in uno stato di shock ipovolemico. La persona presenta sete,
debolezza, ottundimento dello stato sensorio, ipotensione e tachipnea. La cute e le mucose sono asciutte. La perdita di
potassio determina lo sviluppo di crampi muscolari.
SHIGELLA: gastroenterite con diarrea sanguinolenta guaribile in 1-2 settimane. Presenta scarso potere immunogenico
ed è spesso resistente agli antibiotici
BRUCELLOSI: febbre, sudorazione, malessere, anoressia, cefalea, artro-mialgie. La malattia si manifesta
improvvisamente dopo 2-4 settimane dall'infezione
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RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo
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BATTERI
AGENTE PATOGENO
bacillus anthracis
yersinia pestis
francisella
tularensis
escherichia coli
(ceppi patogeni)
MALATTIA
VETTORE
CONTAGIO
TERAPIA
antrace o
carbonchio
animali
ambiente
contatto indir.
ingestione
aerosol
spore
penicillina
ciprofloxacina
tetraciclina
gentamicina
peste
roditori
pulci
morso
contatto indir.
droplet
streptomicina
tetraciclina
cloramfenicolo
tularemia
roditori
zanzare
zecche
contatto indir.
ingestione
acqua infetta
inalazione
doxiciclina
rifampin
streptomicina
dissenteria
animali
acqua
cibo
ingestione
non esiste
terapia
specifica
Antrace: è una malattia infettiva acuta provocata dal batterio Bacillus Anthracis, le cui spore (ingerite o inspirate)
possono essere letali. Si può manifestare come un raffreddore che degenera in sintomi più gravi e la morte può
sopravvenire 24 ore dopo l’acutizzarsi dei sintomi. L’infezione causata da cibo contaminato determina infiammazioni
intestinali, sangue vomitato e forti diarree. La cura è con antibiotici, se iniziata in tempo, e esiste un vaccino preventivo
Peste: il batterio che provoca la peste, "Yersinia Pestis", si trova nei roditori e nelle loro pulci. Il batterio può essere
diffuso via aerosol e determina sintomi come febbre, mal di testa, indolenzimento che possono portare alla morte entro
2-4 giorni. La cura è data da antibiotici, se presi in tempo utile dalla comparsa dei primi sintomi.
Tularemia: il batterio che provoca la Tularemia è la "Francisella tularensis", considerato uno tra quelli più infettivi tra
quelli conosciuti. Si può contrarre con il contatto con insetti, con cibi contaminati o per inalazione. I sintomi sono come
quelli di un comune raffreddore o di una polmonite e il malato può perdere peso e aggravarsi fino a giungere alla morte
in circa due settimane. La cura è con antibiotici ed esiste anche un vaccino. la patologia interessa prima la cute, poi i
linfonodi, che sono soggetti ad ulcerazione e rigonfiamento indolore. Dai linfonodi il batterio può giungere nel sangue e
quindi provocare noduli granulomatosi ad evoluzione suppurativa su tutti gli organi
E. COLI: malattie intestinali e extra-intestinali come infezioni del tratto urinario, meningite, peritonite, setticemia,
polmonite
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RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo
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VIRUS
AGENTE PATOGENO
MALATTIA
VETTORE
CONTAGIO
TERAPIA
contatto
fluidi organici
non esiste
terapia
specifica
contatto
diretto
fluidi organici
non esiste
terapia
specifica
contatto
diretto
inalazione
ribavirina
contatto
dir/indir
aerosol
vaccinazione
preventiva
sostegno
antibiotico
Primati
Ebola
(filovirus)
febbre
emorragica di
Ebola
uomo
Marburg
(filovirus)
febbre
emorragica di
Marburg
uomo
Lassa
(arenavirus)
variola major
febbre di
Lassa
roditori
vaiolo
uomo
INFEZIONI DI ORIGINE VIRALE: Marburg e Ebola
Il virus, dopo essersi diffuso attraverso il torrente circolatorio, si replica attivamente nei macrofagi e in molti organi quali
fegato, rene, milza, ovaio, testicoli ed organi linfatici, dove provoca necrosi cellulare. Il virus si replica bene nelle cellule
nell'endotelio vascolare dove determina gravi lesioni che portano ad aumento della permeabilità vasale, passaggio di
liquidi e proteine plasmatiche, alterazione della coagulazione. Le conseguenze sono gravi emorragie esterne ed
interne, shock ipovolemico e morte. Il periodo di incubazione è da 3 a 9 giorni nella malattia da virus Marburg e da 2 a
21 giorni in quella da virus Ebola.
I sintomi sono frequentemente legati all'apparato digerente (nausea, vomito, dolore, diarrea) e delle vie aeree superiori
(tosse, dolore al torace, faringite) si presenta poi febbre associata a mialgie e cefalea. Possono comparire anche
fotofobia, emorragie congiuntivali, ittero, pancreatite e linfoadenopatia. Delirio, alterazioni del sensorio e coma indicano
il coinvolgimento del SNC. Lo stadio successivo è rappresentato dalle emorragie, che interessano vari apparati: naso,
intestino, genitali. Durante la seconda settimana di malattia, il paziente diviene apiretico e inizia la guarigione oppure
sviluppa un’insufficienza multi-organo che porta alla morte. La guarigione è lenta e può essere complicata da epatite
ricorrente, uveite, mielite trasversa e da orchite.
La letalità varia fra il 25 e il 90%.
La febbre di Lassa fa parte del gruppo delle febbri emorragiche virali (Fev), patologie di origine virale a carattere
sistemico, caratterizzate da esordio improvviso, acuto e spesso accompagnate da manifestazioni emorragiche. In
generale, gli agenti responsabili delle Fev sono virus a Rna (arenavirus, bunyavirus, filovirus, flavivirus), la cui
sopravvivenza è garantita da serbatoi naturali come animali o insetti. I virus sono confinati geograficamente nelle aree
dove vivono le specie ospiti. La febbre di Lassa prende il nome dalla città nigeriana in cui, nel 1969, due infermiere
missionarie morirono a causa di questa malattia, fino a quel momento sconosciuta. L’agente eziologico è un virus a
Rna appartenente alla famiglia degli Arenaviridae, diffuso prevalentemente in Africa, il cui serbatoio principale sono i
roditori Mastomys.
Vaiolo: il virus del Vaiolo è stato dichiarato ufficialmente eradicato dal mondo nel 1977 mentre l’Organizzazione
mondiale della sanità ne conserva alcune colture. Il virus esiste in due forme: la "Variola minor" e la più letale "Variola
maior". Il Vaiolo si può diffondere facilmente via aerosol e il contagio avviene per via respiratoria. L’incubazione è di
circa 12 giorni e i sintomi includono febbre, affaticamento, dolori, cui fa seguito la comparsa di esantema con lesioni
cutanee; la morte può avvenire in due settimane. Non esiste una cura, ma l’unica forma di prevenzione è il vaccino che
le autorità sanitarie di tutti i paesi occidentali hanno approntato, anche recentemente, in milioni di dosi da impiegare in
caso di emergenza.
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CROCE ROSSA ITALIANA - 2010
28/10/2010
RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo
NUCLEO NBCR
TOSSINE
AGENTE PATOGENO
clostridium
botulinum
MALATTIA
VETTORE
CONTAGIO
TERAPIA
botulismo
alimenti
ambiente
inalazione
aerosol
ingestione
siero
antibotulinico
ventilazione
meccanica
non esiste
antidoto
ventilazione
meccanica
fluidi endovena
carbone attivo
?
ricina
intossicazione
da ricina
-
inalazione
aerosol
ingestione
contatto indir
palythoa
toxica
intossicazione
da palitossina
ambiente
aerosol
contatto
diretto
Botulino: la tossina del Botulino, la più letale per l’Uomo, è prodotta dal batterio "Clostridium botulinum". Si può
contrarre attraverso la respirazione o ingerendo cibi contaminati. I sintomi sono di visione sdoppiata, indolenzimento,
arsura; la morte può avvenire, per asfissia provocata dalla paralisi dei muscoli respiratori, entro 24 ore. L’unica cura è
l’antiveleno e come prevenzione il vaccino.
Ricina: glicoproteina tossica che si trova nei semi del ricino (Ricinus communis L. (Euphorbiaceae)). In seguito alla
captazione da parte delle cellule tramite endocitosi, la ricina provoca morte cellulare acuta per inattivazione dell’RNA
ribosomiale. Nell’uomo i sintomi acuti derivanti dall’assunzione di semi di ricino sono ematemesi (vomito sanguigno),
diarrea, necrosi emorragica in vari organi, insufficienza renale, collasso circolatorio e morte dopo 6-14 giorni; la dose
letale (DL) è di circa 1 mg/kg peso corporeo (p.c.), equivalenti all’assunzione di 5-10 semi di ricino.
Palitossine: la tossicità di alcune microalghe è dovuta alla capacità di produrre tossine, le palitossine, così chiamate
dal nome del celenterato marino (Palythoa toxica) da cui sono state isolate per la prima volta nel 1971 alle Hawaii. Le
palitossine sono tra le più potenti tossine marine di natura non peptidica e tra le principali cause di avvelenamento da
prodotti ittici. Sono state osservate due principali modalità di intossicazione per l’uomo, per via alimentare o per via
aerea. Nel primo caso l’intossicazione avviene a causa del consumo di molluschi, crostacei o pesci contaminati: la
sintomatologia si manifesta con vomito, diarrea, dolori agli arti, spasmi muscolari e difficoltà respiratorie. Finora è stato
registrato un unico caso letale dovuto a ingestione di pesce contaminato, in Madagascar nel 1994. La seconda modalità
di intossicazione, associata frequentemente all’uso ricreativo delle acque marine, è l’inalazione di aerosol contenente
frammenti di cellule di alghe marine o tossine: i sintomi, che in genere si presentano a distanza di 2-6 ore
dall’esposizione, sono febbre alta (>38°C), mal di gola, tosse, dispnea, cefalea, nausea, rinorrea, congiuntivite e
lacrimazione, vomito e dermatite.
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RISCHIO BIOLOGICO : quadro riassuntivo
NUCLEO NBCR
RICKETTSIE
AGENTE PATOGENO
coxiella burnetii
rickettsia prowazeki
rickettsia rickettsii
rickettsia thyphi
MALATTIA
VETTORE
CONTAGIO
TERAPIA
febbre Q
intradermico
inalazione
ingestione
cloramfenicolo
doxiciclina
tetraciclina
tifo
esantematico
(petecchiale)
intradermico
cloramfenicolo
doxiciclina
tetraciclina
febbre
purpurea
intradermico
cloramfenicolo
doxiciclina
tetraciclina
tifo endemico
(murino)
intradermico
cloramfenicolo
doxiciclina
tetraciclina
Rickettsia è un genere di microrganismi che vengono considerati una forma intermedia tra i batteri e i virus.
Comprendono forme a bastoncino, tondeggianti e filamentose, sono parassiti intracellulari obbligati, non sporigeni. Le
loro dimensioni partono da un minimo di circa 100 nm. Le malattie causate da rickettsie si manifestano con un esordio
brusco, un decorso febbrile da una a diverse settimane, cefalea, malessere, prostrazione, vasculiti periferiche. La
maggior parte delle Rickettsie si presenta in natura con un ciclo vitale che implica un serbatoio animale e un insetto
vettore (solitamente un artropode) che infetta l'uomo. Poiché molte delle rickettsie sono localizzate in particolari aree
geografiche, sapere dove il paziente viva o si sia recato di recente in viaggio aiuta spesso nella diagnosi.
FEBBRE Q: sintomatologia simile alla influenza con febbre, mal di testa, dolore muscolare. Può sviluppare una
endocardite a distanza di molti anni dall'infezione o le rickettsie possono annidarsi nel fegato causando una epatite.
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RISCHIO BIOLOGICO : riferimenti bibliografici
NUCLEO NBCR
Linee guida sulla gestione delle segnalazioni di sospetta contaminazione da B. Anthracis,
Regione Friuli Venezia Giulia, 4 dicembre 2001
Libro Verde sulla preparazione contro gli attacchi biologici – CEE MEMO-07-289_IT
“Health Aspects of Biological and Chemical Weapons”, Organizzazione Mondiale della Sanità
(Bozza non ufficiale, agosto 2001)
Francesco Santoianni: "L'ultima epidemia: le armi batteriologiche. Dalla peste all'AIDS"
Edizioni Cultura della Pace. 1991
Paola Tomao: “La valutazione dei rischi da agenti biologici” - ISPESL
“Febbri Emorragiche Virali (FEV) Raccomandazioni e indicazioni per il trasporto”
Ministero della Salute, CCM - Centro Naz. Prevenzione e Controllo Malattie
Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81
www.emergenzeiss.it
www.tox.it
www.wikipedia.it
Istruttore Nazionale Protezione Civile
Alessandro Santolini - 2010
[email protected]