Prova Invalsi d`italiano classe terza N°4 - "Galileo Galilei"
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Prova Invalsi d`italiano classe terza N°4 - "Galileo Galilei"
VOLUME 3 PER LA PROVA INVALSI Unità 5 Due amici La novella Cognome Nome Classe Data CHI L’HA SCRITTO? Guy de Maupassant (1850-1893), uno dei maggiori scrittori francesi del XIX secolo; è considerato uno dei “padri” del racconto moderno; fra le sue numerose opere narrative, ricordiamo Casa Tellier, Una vita, Bel ami. DA DOVE È TRATTO? Da Tutti i racconti. DI CHE COSA PARLA? Due amici si incontrano dopo qualche tempo, mentre il loro Paese, la Francia, è sconvolto da un sanguinoso conflitto; appassionati di pesca, decidono di tornare al fiume a cui solitamente si recavano prima della guerra, per riassaporare la pace e la serenità di un tempo ormai lontano. COME NE PARLA? Attraverso uno stile semplice ma ricco di fascino e di suggestione, l’autore presenta il drammatico contrasto fra la normalità e la piacevolezza della vita quotidiana e la stupidità e la crudeltà dei conflitti. 1. circonvallazione: strada che percorre esternamente il perimetro di una città. 2. guardia nazionale: nome di un importante corpo militare francese. 3. scarlatte: di colore rosso acceso. Parigi era circondata, affamata, agli estremi. Sui tetti i passeri erano sempre di meno e le fogne si spopolavano di topi. Mangiavamo qualsiasi cosa. In un chiaro mattino di gennaio, mentre passeggiava con tristezza, lungo il viale di circonvallazione1, le mani nelle tasche della divisa e la pancia vuota, il signor Morissot, di professione orologiaio e per caso guardia nazionale2, si fermò di colpo davanti a un collega, riconoscendo in lui un amico. Era il signor Sauvage, che aveva conosciuto sul fiume. Prima della guerra Morissot partiva ogni domenica, appena albeggiava, con una canna di bambù in mano e un barattolone di latta a tracolla. Prendeva la piccola ferrovia di Argenteuil, scendeva a Colombes e a piedi se ne andava verso l’isola Marante. Appena arrivato a questo posto dei suoi sogni cominciava a pescare e pescava sinché faceva buio. Incontrava laggiù ogni domenica un ometto grassoccio e allegro, appunto Sauvage, che aveva un negozio di merciaio in via Notre-Dame-de-la-Lorette, ed era anche lui fanatico della pesca. Spesso restavano per una mezza giornata fianco a fianco, con la lenza in mano e i piedi penzoloni sull’acqua. Erano diventati amici. In certi giorni non parlavano nemmeno. Qualche altra volta scambiavano quattro chiacchiere. Ma anche senza dirsi niente andavano perfettamente d’accordo, perché avevano gli stessi gusti e un’eguale sensibilità. Verso le dieci, nelle mattine di primavera, quando il sole con rinnovato vigore faceva ondeggiare sul fiume calmo quel lieve vapore che scorre assieme all’acqua e versava sopra le schiene dei due accaniti pescatori il benefico tepore della nuova stagione, Morissot diceva qualche volta al vicino: – Si sta proprio bene, eh? E Sauvage di rimando: – Non c’è niente di meglio. Bastava questo perché si capissero e si stimassero. In autunno, verso la fine della giornata, quando il cielo rosso sangue del tramonto faceva scorrere nell’acqua nuvole scarlatte3, imporporava il fiume intero, infiammava l’orizzonte e dorando gli alberi già fulvi per un presagio invernale arrossava di fuoco i due amici, Sauvage guardava sorridendo Morissot e diceva allora: – Che spettacolo! Morissot, ammirato, senza sollevare gli occhi dal sughero, gli rispondeva: – Non è meglio che andare a spasso per i viali? Appena si furono riconosciuti, si strinsero la mano con forza, commossi dal fatto d’essersi ritrovati in una situazione tanto diversa. Sauvage sospirò: 5 10 15 20 25 30 35 40 1 Volume 3 - Per la prova Invalsi 4. alterati: non del tutto lucidi, poiché sotto l’effetto dell’alcol bevuto. 5. inebriare: eccitare. 6. avamposti: la parte di un esercito che occupa una posizione più avanzata. 7. spavalderia: atteggiamento coraggioso ma anche un po’ borioso. 2 U5 - La novella – Quante ne sono successe! – Morissot si lamentò con la serietà consueta: – E che tempaccio! Oggi è la prima bella giornata dell’anno. E infatti il cielo era azzurro e luminoso. Presero a camminare l’uno a fianco dell’altro, tristi e pensierosi. Morissot continuò: – E la pesca… che bel ricordo! Il signor Sauvage chiese: – Quando ci torneremo? Entrarono in un piccolo bar e presero insieme l’aperitivo, poi ripresero a passeggiare sul marciapiede. All’improvviso Morissot si fermò: – Un altro bicchierino? Il signor Sauvage accettò: – Ai vostri ordini! – E così entrarono in un altro caffè. Quando ne uscirono erano alterati4, un po’ confusi come può capitare a chi si riempia lo stomaco di alcool a digiuno. Il tempo era buono e un tenero venticello faceva il solletico alle loro facce. Quell’aria tiepida finì coll’inebriare5 il signor Sauvage, che si fermò di colpo: – E se ci andassimo? – Dove? – A pescare, diamine! – Ma dove? – Nella nostra isola. Gli avamposti6 francesi sono dopo Colombes. Io conosco il colonnello Dumoulin: ci farà passare senza difficoltà. Morissot fremeva di desiderio: – Va bene. Ci sto. – E si divisero per andar a prendere i loro arnesi. Un’ora dopo camminavano sulla strada maestra, fianco a fianco. Arrivarono alla villa occupata dal colonnello. Questi sorrise alla loro richiesta e acconsentì al loro capriccio. Si rimisero in cammino, forniti di un lasciapassare. Ben presto superarono gli avamposti, attraversarono Colombes abbandonata e si ritrovarono nella zona delle piccole vigne che scendono verso la Senna. Erano quasi le undici. Di fronte a loro la borgata di Argenteuil sembrava morta. Le colline di Orgemont e di Sannois dominavano tutta la contrada. Era del tutto vuota la grande piana che arriva fino a Nanterre, coi suoi ciliegi spogli e la terra scura. Indicando le cime, Sauvage sussurrò: – Lassù ci sono i prussiani… – I due amici erano come paralizzati dallo spavento davanti a quella regione deserta. I prussiani! Non li avevano mai veduti, ma da mesi li sentivano distruggere la Francia attorno a Parigi, saccheggiare, massacrare, affamare, invisibili e onnipotenti. All’odio per quel popolo ignoto e vittorioso si aggiungeva una sorta di terrore superstizioso. Morissot disse tra i denti: – E se l’incontriamo? Con quella spavalderia7 mai sopita tipica dei parigini, Sauvage rispose: – Gli offriremo pesce fritto. Esitavano, tuttavia, ad andare avanti nei campi, intimiditi dal gran silenzio che c’era tutt’attorno. 45 50 55 60 65 70 75 80 85 Volume 3 - Per la prova Invalsi 8. ghiozzo: pesce marino e anche di acqua dolce, di piccole dimensioni e di testa larga. 9. Mont-Valérien: piccola altura di 160 metri, sormontata da un fortino munito di cannoni. 10. argentina: pesce d’acqua dolce. U5 - La novella Alla fine il signor Sauvage si decise: – Su, andiamo, ma facciamo attenzione. – Scesero in un vigneto, piegati in due, strisciando, servendosi dei cespugli come riparo, con l’occhio inquieto e l’orecchio teso. Per arrivare alla sponda del fiume dovevano attraversare ancora una striscia di terra nuda. Si misero a correre e, appena arrivati a riva, si rannicchiarono tra le canne secche. Morissot posò l’orecchio a terra per ascoltare se qualcuno camminava nelle vicinanze. Non udì niente. Erano soli, proprio soli. Rinfrancati, cominciarono a pescare. L’isola Marante, abbandonata da tutti, di fronte a loro li nascondeva all’altra sponda del fiume. La piccola trattoria era chiusa, sembrava abbandonata da tanti anni. Sauvage pescò il primo ghiozzo8, Morissot il secondo. Uno dopo l’altro tiravano su le lenze con in cima una guizzante bestiolina argentata: una vera pesca miracolosa. Con delicatezza mettevano i pesci in una borsa di rete a maglie fittissime, che era immersa nell’acqua, ai loro piedi. E si sentivano pieni di gioia, d’una allegra gioia, quella di chi ritrova un piacere di cui è rimasto per parecchio tempo privato. Il sole amico versava tepore sulle loro spalle, non udivano più niente, non pensavano più a niente, ignoravano il resto del mondo: pescavano. D’un tratto un rumore sordo, che sembrava provenire da sotto terra, fece tremare il suolo. Il cannone aveva ripreso a tuonare. Morissot girò il capo e vide sulla riva in fondo a sinistra la sagoma potente di Mont-Valérien9 con un pennacchio bianco sulla fronte, la nuvoletta di polvere che aveva sputato. Subito dopo dalla cima della fortezza partì un’altra fumata e s’udì, dopo qualche istante, il cupo rombo d’un altro sparo. Ne seguirono altri; a intervalli la montagna alitava un fiato mortale, soffiava un vapore come di latte che pian piano s’alzava nel cielo tranquillo, formando una nube. Sauvage alzò le spalle e disse: – Ricominciano. Morissot che stava guardando con una certa ansia il piumino del suo sughero immergersi a ogni colpo, fu assalito da un’ira subitanea da pacifico borghese contro quegli energumeni che combattevano in quel modo. Brontolò: – Bisogna essere proprio imbecilli per ammazzarsi così. – Son peggio delle bestie, – confermò Sauvage. Morissot aveva pescato proprio allora un’argentina10. Dichiarò: – Finché esisteranno i governi, sarà sempre così; purtroppo! Il signor Sauvage non lo fece terminare: – La Repubblica non avrebbe mai dichiarato la guerra! Morissot l’interruppe a sua volta: – Coi re c’è la guerra fuori, con le repubbliche c’è la guerra dentro! Cominciarono a discutere tranquillamente, affrontando le grandi questioni politiche col loro obiettivo buonsenso di uomini pacifici li- 90 95 100 105 110 115 120 125 130 3 Volume 3 - Per la prova Invalsi 11. livrea: divisa indossata dai domestici. 12. in posizione di pied’arm: in posizione di plotone schierato, pronto per eseguire una fucilazione. 4 U5 - La novella mitati, trovandosi d’accordo su un punto: non sarebbero mai stati veramente liberi. E intanto Mont-Valérien continuava ininterrottamente a distruggere a cannonate case francesi, schiacciando vite umane, sfracellandone altre, troncando tanti sogni, tante gioie e felicità sperate, spaccando di dolore i cuori di madri, ragazze e donne, laggiù e in tanti altri paesi. – Questa è la vita, – affermò Sauvage. – Dite piuttosto che questa è la morte, – ribadì Morissot. Udendo dei passi dietro di loro, trasalirono atterriti. Voltandosi videro alle loro spalle quattro uomini, quattro omaccioni armati e barbuti, vestiti come servi in livrea11, con dei berretti schiacciati sulla testa. Li stavano prendendo di mira coi loro fucili. Le lenze sfuggirono loro dalle mani e cominciarono a discendere la corrente. Di lì a pochi istanti furono presi, legati, trascinati in una barca e portati nell’isola. Dietro la casa che credevano abbandonata videro una ventina di soldati tedeschi. Una specie di gigante peloso, che stava fumando una grossa pipa di porcellana a cavalcioni d’una sedia, domandò in corretto francese: – E così avete fatto buona pesca? Un soldato posò ai piedi dell’ufficiale la rete piena di pesci che s’era preoccupato di portar via. Il prussiano sorrise: – Ah, da quel che vedo vi è andata bene. Ma adesso dobbiamo parlare d’altro. Statemi a sentire e cercate di non confondervi. A mio parere, siete due spie mandate in osservazione. Io vi prendo e vi fucilo. Facevate finta di pescare per nascondere meglio i vostri scopi. Siete finiti in mano mia: peggio per voi, siamo in guerra. Poiché però venite dagli avamposti, conoscerete sicuramente la parola d’ordine per poter rientrare. Ditemela, e vi lascio andare. Vicini l’uno all’altro, lividi, le mani scosse da un tremito, i due amici tacevano. L’ufficiale continuò: – Non lo saprà nessuno e voi tornerete indietro in santa pace. Se invece rifiutate, morirete subito. A voi la scelta. Stavano immobili, senza fiatare. Stendendo una mano verso il fiume, il prussiano continuò, con calma: – Tra cinque minuti sarete in fondo a quell’acqua, pensateci. Fra cinque minuti. Avete dei parenti? Il Mont-Valérien seguitava a tuonare. I due pescatori seguitavano a stare zitti. Il tedesco dette qualche ordine nella sua lingua. Poi spostò la sedia in modo da non essere troppo vicino ai prigionieri. Dodici uomini si andarono a sistemare a venti passi, in posizione di pied’arm12. L’ufficiale disse: – Avete un minuto di tempo, non un secondo di più. Si alzò improvvisamente, s’avvicinò ai francesi, prese Morissot per 135 140 145 150 155 160 165 170 175 Volume 3 - Per la prova Invalsi U5 - La novella un braccio, lo trascinò in disparte, dicendo sottovoce: – Presto, la parola d’ordine. Il vostro compagno non lo saprà. Fingerò d’impietosirmi. Morissot non rispose. Allora il tedesco prese Sauvage e gli fece la medesima richiesta. Sauvage non rispose. Si ritrovarono vicini. L’ufficiale impartì un ordine e i soldati alzarono le armi. Lo sguardo di Morissot cadde per caso sulla rete piena di ghiozzi, rimasta sull’erba a pochi passi. Un raggio di sole faceva luccicare i pesci che ancora si muovevano. Fu vinto dallo smarrimento. Nonostante i suoi sforzi, gli occhi gli si riempirono di lacrime. Balbettò: – Addio, signor Sauvage. Sauvage rispose: – Addio, signor Morissot. Scossi di brividi che non riuscivano a contenere, si serrarono la mano. L’ufficiale gridò: – Fuoco! Dodici spari ne fecero uno solo. Il signor Sauvage cadde di schiatto, la faccia a terra. Morissot, che era più alto, oscillò girò su se stesso e cadde di traverso addosso all’amico con la faccia al cielo, mentre bolle di sangue uscivano dalla giacca bucata sul petto. Il tedesco dette altri ordini. I suoi uomini si allontanarono per tornare con corde e pietre che attaccarono ai piedi dei morti. Li trasportarono sulla riva. Il Mont-Valérien, adesso incappucciato dal fumo, non smetteva di rumoreggiare. Due soldati afferrarono Morissot alla testa e alle gambe, altri due presero il signor Sauvage allo stesso modo. I due corpi furono fatti oscillare per qualche istante e poi, lanciati con forza lontano, descrissero una curva e caddero ritti nel fiume per il peso delle pietre attaccate ai piedi. L’acqua schizzò, ribollì; fremette e poi si placò mentre piccole onde arrivavano sino alle sponde. Galleggiava un po’ di sangue. Sempre tranquillo, l’ufficiale disse: – I pesci finiranno il lavoro. E tornò verso la casa. A un tratto vide in mezzo all’erba la rete con i pesci. La raccolse, l’osservò, sorrise e chiamò: – Wilhelm! Venne di corsa un soldato col grembiule bianco. Il prussiano, gettandogli la pesca dei due uomini fucilati, gli dette un ordine: – Fammi friggere subito i pesciolini sinché sono vivi. Saranno buonissimi. E ricominciò a fumare la pipa. 180 185 190 195 200 205 210 215 220 da G. de Maupassant, Tutti i racconti, Newton Compton, Roma 1995 5 Volume 3 - Per la prova Invalsi U5 - La novella 1. La frase Mangiavamo qualsiasi cosa, alla riga 3, rispetto a quanto affermato nella frase precedente: A. esprime la causa. B. esprime la conseguenza. C. esprime un’opposizione. D. non ha alcun legame. 2. I due amici: A. sono pescatori di professione. B. sono pescatori per hobby. C. pescano pesci perché non hanno altro da mangiare. D. pescavano per caso quando si sono incontrati. 3. Perché i due amici decidono di tornare a pescare nonostante sia pericoloso? A. Perché sono fanatici della pesca e un po’ ubriachi. B. Perché sono affamati. C. Perché amano sfidare il destino in situazioni pericolose. D. Perché vogliono trascorrere momenti sereni nonostante la guerra. 4. Alla riga 37, che cosa si intende per sughero? A. Il tappo di una bottiglia. B. Il galleggiante della lenza. C. Una pianta. D. Un cespuglio. 5. Dai discorsi politici dei due amici si può capire che: A. essi hanno le stesse opinioni. B. hanno opinioni diverse ma sono entrambi contrari alla guerra. C. hanno opinioni diverse ma sono entrambi favorevoli alla guerra. D. hanno le stesse opinioni tranne che sulla guerra. 6. Alla riga 64, l’espressione maestra riferita alla strada significa: A. che insegna tante cose. B. che non si può sbagliare. C. principale. D. che conduce alla scuola. 7. Che cosa pensa l’ufficiale tedesco dei due amici? A. Che siano delle spie. B. Che siano semplici pescatori. C. Che siano soldati in borghese. D. Che siano abitanti del luogo. 6 Volume 3 - Per la prova Invalsi U5 - La novella 8. Perché i due amici tacciono di fronte alle domande dell’ufficiale? A. Perché non capiscono la sua lingua. B. Perché non vogliono tradire la patria. C. Perché non conoscono le risposte alle domande. D. Perché sono degli eroi. 9. Perché, alla riga 170, l’ufficiale chiede Avete dei parenti? A. Per andare a catturare anche loro. B. Per avvertirli che tiene in ostaggio i due uomini. C. Per convincere i due a parlare facendo leva sugli affetti familiari. D. Perché vuole sapere tutto dei suoi prigionieri. 10. Che cosa significa la frase Dodici spari ne fecero uno solo (riga 195)? A. Che solo un soldato ebbe il coraggio di sparare. B. Che un solo colpo andò a segno. C. Che il rumore degli spari fu assordante. D. Che i soldati spararono contemporaneamente. 11. Dalla lettura del brano emerge che: A. durante la guerra le persone miti diventano spietate. B. tutti i soldati sono ugualmente cinici e violenti, come l’ufficiale prussiano. C. nonostante la crudeltà della guerra non tutti gli uomini diventano crudeli e aggressivi. A. la guerra convince tutti a combattere, anche chi non vuole. 12. Che cosa si intende con le espressioni guerra fuori – guerra dentro alle righe 129-130? A. Guerra contro i nemici – guerra contro se stessi. B. Guerra contro i nemici – guerra contro gli alleati. C. Guerra contro altri Stati – guerra civile. D. Guerra su fronti all’estero – guerra di difesa del territorio. 13. Alla riga 163, che cosa significa lividi? A. Viola. B. Che sono stati picchiati. C. Pallidi. D. Doloranti. 14. Nella frase Il Mont-Valérien, adesso incappucciato dal fumo, non smetteva di rumoreggiare (righe 203-204), fa riferimento a: A. un vulcano in eruzione. B. una postazione militare da cui partono colpi di cannone. C. un monte attorno a cui rumoreggia un temporale. D. una postazione militare colpita dall’artiglieria pesante. 7 U5 - La novella Volume 3 - Per la prova Invalsi 15. Perché i corpi dei due amici vengono appesantiti dalle pietre attaccate ai loro piedi? A. Perché i loro corpi non vengano trascinati dalla corrente. B. Per essere sicuri che muoiano annegati. C. Per non essere divorati dai pesci. D. Per renderli riconoscibili in caso fossero ripescati. Quesiti di Grammatica 1B. Quale delle seguenti frasi non contiene un verbo alla forma passiva? A. Fu vinto dallo smarrimento. B. I due corpi furono fatti oscillare. C. Siete finiti in mano mia. D. La piccola trattoria era chiusa. 2B. Nella frase Morrisot fremeva di desiderio, di desiderio è un complemento: A. di specificazione. B. di causa. C. di modo. D. di qualità. 3B. Le espressioni far friggere e faceva scorrere sono costituite da verbi: A. riflessivi. B. fraseologici. C. servili. D. copulativi. 4B. Alle righe 6-7, nell’espressione di professione orologiaio, di professione è un complemento: A. di causa. B. di limitazione. C. di specificazione. D. di modo. 5B. Il sostantivo ometto è: A. derivato. B. alterato diminutivo. C. alterato dispregiativo. D. primitivo. 6B. Nella frase Non c’è niente di meglio, il soggetto è: A. sottinteso. B. mancante, perché il verbo è impersonale. C. niente. D. meglio. 8 Volume 3 - Per la prova Invalsi U5 - La novella 7B. Nella frase Dietro la casa che credevano abbandonata videro una ventina di soldati tedeschi, che è: A. pronome relativo soggetto. B. pronome relativo complemento oggetto. C. congiunzione. D. aggettivo. 8B. Nel periodo Rinfrancati, cominciarono a pescare, rinfrancati è: A. un aggettivo riferito ai due amici. B. un participio passato con valore causale (poiché si erano rinfrancati). C. un participio passato con valore temporale (dopo che si furono rinfrancati). D. un participio presente con valore temporale (mentre si rinfrancavano). 9B. Scegli il periodo corretto nell’uso dei tempi verbali: A. Sauvage rispose che se avessero incontrato i Prussiani avrebbero offerto loro del pesce fritto. B. Sauvage rispose che se avrebbero incontrato i Prussiani avrebbero offerto loro del pesce fritto. C. Sauvage rispose che se incontrassero i Prussiani avrebbero offerto loro del pesce fritto D. Sauvage rispose che se avessero incontrato i Prussiani avessero offerto loro del pesce fritto. 10B. Nella frase i due amici erano come paralizzati dallo spavento, dallo spavento è: A. complemento di causa efficiente. B. complemento di causa. C. complemento di modo. D. complemento d’agente. 9