oxfam: la nuova corsa all`oro. lo scandalo dell

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oxfam: la nuova corsa all`oro. lo scandalo dell
COMUNICATO STAMPA
OXFAM: LA NUOVA CORSA ALL’ORO. LO SCANDALO
DELL’ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE NEL SUD DEL MONDO
Il nuovo rapporto lanciato oggi a livello mondiale denuncia governi e multinazionali
Roma, 22 settembre 2011 – Sono 227 milioni gli ettari di terra venduti, affittati o concessi in uso in tutto il
mondo dal 2001. Una superficie equivalente all’Europa nord-occidentale. Il rapporto La nuova corsa all’oro,
diffuso oggi da Oxfam Italia, stima le dimensioni mondiali del fenomeno land grabbing, l’accaparramento
incontrollato delle terre effettuato in particolare da investitori internazionali con accordi su larga scala.
L’espandersi del fenomeno, avverte Oxfam, mette in pericolo le comunità più povere, che perdono case e
mezzi di sostentamento – a volte a seguito di violenze – senza essere consultate, risarcite e senza avere mezzi
per fare ricorso.
Non tutti i 227 milioni di ettari sono classificabili come land grabbing, ma dietro le acquisizioni di terreni si cela
spesso questo fenomeno. La scarsa trasparenza e la segretezza che circondano tali compravendite di terra
rendono difficile calcolare i numeri esatti. Ciononostante, Oxfam e i suoi partner hanno analizzato circa 1.100
accordi relativi all’acquisizione di 67 milioni di ettari: il 50% delle compravendite sono avvenute in Africa e
coprono un’area quasi pari alla superficie della Germania.
”Il numero senza precedenti delle compravendite e la crescente competizione per la terra sta avvenendo sulla
pelle dei più poveri del mondo. In questa nuova corsa all’oro, gli investitori ignorano i diritti delle
comunità locali le cui economie si fondano sulla terra”, dichiara Francesco Petrelli, presidente di Oxfam
Italia. “Lo scandalo è che l’80% delle terre accaparrate rimane inutilizzato. Questa nuova corsa all’oro si
intensificherà nel futuro, a causa della crescente domanda di cibo, dei cambiamenti climatici, della scarsità
d’acqua e dell’incremento della produzione di biocarburanti che sottrae migliaia di ettari alla produzione di cibo”.
Tutti gli indicatori economici fanno prevedere un’accelerazione della corsa alla terra nei prossimi anni. Basti
pensare che quasi tre miliardi di persone vivono in regioni dove la domanda di acqua supera l’offerta.
L’economia globale, inoltre, triplicherà le sue dimensioni entro il 2050 con una domanda crescente di
risorse naturali. L’olio di palma è il più consumato al mondo ed è utilizzato in circa metà del cibo confezionato
e dei prodotti per l’igiene. Si prevede che la sua produzione raddoppi entro il 2050, incrementando le aree
coltivate di 24 milioni di ettari, sei volte la superficie dell’Olanda.
Il rapporto lanciato nell’ambito di Coltiva, la campagna globale di Oxfam, fa chiarezza su alcuni dei “miti”
associati all’investimento sui terreni del Sud del Mondo e descrive inoltre gli effetti devastanti che il land
grabbing ha in Uganda, Sud Sudan, Indonesia, Honduras e Guatemala. In Uganda, per esempio, almeno
22.500 persone hanno perso casa e terra in seguito all’espropriazione subita per mano della New Forest
Company (Nfc), un’azienda britannica specializzata nella produzione di legname. Molte persone sono state
allontanate con la forza e non hanno più mezzi di sostentamento, né possibilità di mandare i figli a scuola. Ci
sono state ordinanze del tribunale contro la Nfc e testimoni oculari hanno riferito che i dipendenti dell'azienda
hanno preso parte essi stessi ad alcuni espropri. Tuttavia, la Nfc nega di essere coinvolta.
"Il caso dell'Uganda mostra chiaramente come l'accaparramento di terre privi le popolazioni vulnerabili di
qualsiasi rete di protezione. Migliaia di persone sono in grande difficoltà dopo esser state trasferite ed
espropriate dei loro beni, senza essere consultate o ricompensate”, avverte Jeremy Hobbs, direttore
generale di Oxfam. “Oxfam chiede agli investitori, ai governi, e alle organizzazioni internazionali di porre fine
al land grabbing, cambiando le attuali politiche che non garantiscono procedure partecipate e un equo
trattamento delle comunità locali, né il rispetto delle norme internazionali.”
I dati sono raccolti dalla Land Matrix Partnership, una coalizione di organizzazioni accademiche, scientifiche e non governative di cui
Oxfam fa parte insieme a International Land Coalition, le università di Berna e Amburgo, l’istituto di ricerca francese Cirad, l’agenzia
tedesca per la cooperazione tecnica GIZ.
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