Arcipelago Maddalena

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Arcipelago Maddalena
www.solovela.net
Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
I viaggi di Corto Caprese
L’arcipelago dipinto
di Nico Caponetto
A vela tra le isole de La Maddalena: una rotta in quello
che viene definito come il parco marino più bello d’Italia.
Lo spettacolo della spiaggia rosa di Budelli
na tela raffinata, dipinta da una natura generosa che ha impresso i colori tenui del rosa e del bianco della spiaggia a
contrasto con il blu intenso del mare. Uno spettacolo che
oggi possiamo godere solo rivedendo Deserto Rosso, il film girato a
metà degli anni 60 da Michelangelo Antonioni: il colore della famosa Spiaggia Rosa di Budelli, dove il regista realizzò una lunga e indimenticabile sequenza, è svanito, cancellato dalle migliaia di incursioni di turisti che, manciata dopo manciata, hanno trasferito
questo patrimonio naturale in colorate bottigliette di vetro da far
U
vedere ad amici e parenti.
Oggi la spiaggia è chiusa per permettere ai bioclasti di riformarsi e
restituire lo spettacolo di un tempo. Ma questa giustissima limitazione ben poco toglie ad una navigazione nell’arcipelago della Maddalena, di cui Budelli fa parte, per un itinerario che ci porterà a visitare quello che viene definito come il parco marino più bello d’Italia. Fuori stagione poi, senza l’affollamento estivo, anche i porti
e i marina riacquistano una dimensione umana e i prezzi non asso
migliano ad una rapina.
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DISTANZE
Palau - Porto Palma (CAPRERA)
Caprera - La Maddalena
La Maddalena - Budelli
Budelli - Lavezzi
Lavezzi - Porto Massimo
Porto Massimo - Palau
I PORTI
3 miglia
4 miglia
5,5 miglia
4,5 miglia
9 miglia
8 miglia
PALAU
Latitudine
Longitudine
Profondità
Fondali
Carte Nautiche
Servizi
LA MADDALENA
Latitudine
Longitudine
Profondità
Fondali
Carte Nautiche
Servizi
PORTO MASSIMO
Latitudine
Longitudine
Profondità
Fondali
Carte Nautiche
Servizi
PALAU, LA PORTA D’INGRESSO
ROTTA SU CAPRERA
Per la nostra settimana di crociera partiamo da Palau dove ci imbarchiamo venerdì sera. In primavera le temperature sono decisamente miti durante il giorno, ma la sera è necessario coprirsi bene
se ci si vuole lasciare andare al ritrovato piacere delle rituali chiacchiere in pozzetto. Palau è un centro turistico dove si può trovare
quanto serve, dalla cambusa all’assistenza meccanica ma soprattutto è la porta d’ingresso dell’arcipelago. Appena fuori dal porto, a poco più di due miglia, c’è l’isola della Maddalena, la più grande del
parco e nostra prima meta. Le previsioni parlano di un nord ovest
sostenuto, intorno ai 15-18 nodi; con la testa piena di immagini e
desideri andiamo in cuccetta aspettando che il mattino ci porti
quanto promesso: vento, isole, colori.
Il giorno dopo, con calma e dopo avere “rabboccato” la cambusa, salpiamo dai pontili galleggianti di porto Stagno, il marina ubicato a
sud del molo che delimita l’ingresso del porto di Palau. Dopo aver visto sfilare a sinistra le navi della marina militare siamo fuori dove,
come da previsioni, soffia un bel maestrale. L’onda è corta e fastidiosa; nulla di preoccupante, ma visto che di vacanza si tratta decidiamo di poggiare a est facendo rotta su Caprera. L’arcipelago è li,
raccolto in poche miglia di mare e qualunque scelta ci avvicina a scenari incantevoli senza allontanarci dalle altre mete. Cambiare programma non è dunque un problema. A secco di randa e con il solo
genoa, il nostro Sun Odissey 43 fila che è una meraviglia. In un soffio percorriamo il canale fra la costa e l’isola di Santo Stefano e ci ri-
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CHARTER
41 15,40 N
009 25,52 E
2-5 MT
fango e sabbia
159-42-384-282
ristoro - wc - acqua - carburante energia elettrica - cantiere
41 12,58 N
009 25,58 E
0,5-4 mt
fango e sabbia
159-42-324-325-281-282
ristoro - acqua - carburante energia elettrica - cantiere - scivolo
41 15,40 N
009 25,52 E
2-5 mt
fango
159-42-324-325-281-282
ristoro - wc - acqua - energia
elettrica - cantiere
troviamo al traverso di Capo d’Orso. Sulla destra, scorgiamo il motivo di questo nome: un’enorme roccia sulla sommità del capo che
sembra un orso bruno accovacciato. E’ ancora presto, l’aria si è scaldata e la temperatura sale velocemente fino a sfiorare i 20 gradi in
questa giornata di inizio aprile. Velocemente sfila anche capo d’Orso e dobbiamo
prendere una decisione: orzare verso Caprera o proseguire verso capo Ferro e lo
stretto, circa mille metri, che crea con l’isola delle Bisce, varco d’ingresso all’arcipelago per chi proviene da sud. Il maestrale però non demorde e passare la notte nella baia di Liscia di Vacca, proprio di
Andromeda
Cruising Charter
Palau Mare
Tuttepossibile
[email protected] 070/652746
[email protected] 078/925944
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078/9709260
[email protected]
335/21073
fronte all’isolotto dei Cappuccini e aperta a nord, non è consigliabile. Come il canto delle sirene, da sinistra giunge il richiamo di Caprera. Orziamo di qualche grado verso nord est e davanti alla prua si
apre Porto Palma, una profonda baia dove si trova la sede del Centro
velico. In fondo all’insenatura c’è un pontile e delle boe di ormeggio.
Ma tutto sommato ci sentiamo ospiti della scuola e ci teniamo un po’
fuori dando ancora su 5 metri di fondo fangoso. La baia è perfettamente ridossata e la notte ci coglie nel silenzio totale.
DI BOLINA VERSO LA MADDALENA
Il giorno dopo si decide di tornare sui nostri passi anche se il
bollettino conferma un vento da nord ovest. E infatti, appena
fuori dal ridosso di porto Palma, troviamo un bel maestrale che
sembra soffiato fuori proprio dalle Bocche di Bonifacio, a sole 10
miglia più a nord. Ma la notte ci ha regalato un sonno ristoratore e c’è tutta la voglia e l’energia per fare qualche bordo con due
mani e fiocco rollato. La navigazione è entusiasmante e ogni
mezzo miglio verrebbe voglia di fermarsi. Passiamo (prestando
attenzione) molto più vicino a S.Stefano rispetto alla rotta del
giorno prima e scorgiamo la bellezza della Cala di Villamarina.
Accostiamo per nord accendendo motore per poterci infilare nel
passaggio di appena un quarto di miglio. In fondo alla baia ci
Scenari dall’Isola
di Caprera
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IL PARCO
Sull’isola di Caprera, all’ingresso della casa che fu di Giuseppe Garibaldi, c’è un masso di granito su cui “l’eroe
dei due mondi” fece scrivere: “Caprera sarà il mio parco”. In un certo senso ci aveva visto giusto, sbagliandosi solo sulla proprietà: dopo oltre un secolo infatti, Caprera e le altre isole, La Maddalena, Spargi, Santa Maria,
Budelli e Razzoli sono diventate davvero un parco, proprietà di noi tutti.
La riserva, circa 50 chilometri quadrati con 180 chilometri di coste, è stata istituita nel 1996. Le isole sono
disabitate, gli ambienti selvaggi, le spiagge si alternano
a coste rocciose e granitiche. Unica eccezione, La Maddalena, abitata da circa 12 mila residenti di cui un terzo sono militari, italiani e statunitensi, impiegati nella
base appoggio per sommergibili a propulsione nucleare.
La tutela garantita dal parco ha fatto sì che la fauna insediata sia numerosa e variegata, dal gabbiano corso all’uccello delle tempeste mentre per quanto riguarda le
specie ittiche si trovano in abbondanza cernie, corvine,
saraghi. Le zone protette sono sia marittime che terrestri.
In mare, nella zona “MA”, sono vietate la pesca e le immersioni con l’autorespiratore mentre sono consentite la
balneazione, la navigazione, la sosta e l’ancoraggio. Nell’isola di Budelli, davanti alla Spiaggia Rosa è vietata la
sosta, la balneazione, la navigazione e l’ancoraggio. Nella laguna Porto Madonna, fra Budelli e Santa Maria, sono interdette la navigazione e la sosta ma è permessa la
balneazione e la navigazione a remi.
Nelle zone “Mb” sono consentiti la balneazione, la sosta
e l’ancoraggio ma per accedere entro la fascia dei 300
metri dalla costa si deve pagare una tassa all’Ente Parco,
le cui tariffe sono aggiornate di anno in anno.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere
all’Ente Parco, tel. 0789/720044
sono alcune case abbandonate, una vecchia cava e una banchina
piuttosto malconcia cui non pensiamo minimamente di accostare. Su entrambi i lati ci sono scogli che affiorano. Torniamo quindi verso il canale fra l’isola e la Sardegna per dirigere verso La
Maddalena. Accostiamo per 60 gradi circa passando fra la secca
di Mezzo Passo e quella di Palau, entrambe segnalate da mede e
puntiamo su Cala Gavetta per fare acqua e carburante. Accostiamo ad un pontile gestito dal comune de La Maddalena dove decidiamo di passare la notte.
La Maddalena è l’isola più grande dell’arcipelago ed è anche l’unica ad essere abitata con un centro storico ben conservato. Una
piacevole camminata ci porta fino all’osservatorio meteorologico
di Guardia Vecchia. Il giorno il maestrale che ha rinforzato ci costringe ad una sosta imprevista. Poco male: La Maddalena vale altre 24 ore di sosta e ne approfittiamo per tornare, questa volta
via terra attraverso il ponte sul Passo della Moneta, a Caprera per
visitare il museo Garibaldino.
nistra raggiungiamo la famosa spiaggia rosa, oggi riserva totale, da
cui restiamo lontani 300 metri. Bella e deludente nello stesso tempo, proseguiamo per l’angolo suggestivo: la laguna fra le tre isole.
Qui è impossibile continuare la navigazione: i fondali si abbassano
fino a pochi centimetri. Facendo bene attenzione ad osservare le
regole del parco, si può prendere il tender e visitare la laguna. Noi
puntiamo su Santa Maria dove daremo fondo nell’omonima cala.
Una scelta non casuale, visto che abbiamo versato la prevista tassa di ingresso che ci consente di dare fondo. L’escursione a terra è
davvero suggestiva, in una campagna piena di profumi e colori. Il
tempo è ottimo e decidiamo di fidarci del bollettino passando la
notte alla fonda.
Nell’arcipelago de La Maddalena raramente manca il vento e molto di rado si verifica un classico regime di brezza. Il maestrale, che si incanala nelle Bocche di Bonifacio accelerando grazie all’effetto Venturi, è il vento predominante soprattutto nel periodo che va da marzo a
maggio.
Può soffiare forte, anche sopra i 40 nodi, ma all’interno
dell’arcipelago si è facilmente ridossati. I venti da ponente sono normalmente preannunciati da annuvolamenti sulla Corsica e da forti foschie. Nel periodo da ottobre a dicembre sono più frequenti i venti da est-sud
est che possono toccare punte fino a 35 nodi. Le temperature sono miti anche in inverno e durante il giorno,
nei mesi più freddi, si ha una temperatura media di circa 14 gradi.
PRUA SULLA LAGUNA
Dopo un giorno di sosta forzata, la crociera riprende con una piacevole e inattesa brezza che cancella anche il ricordo del forte maestrale del giorno prima. Siamo già al quarto giorno di navigazione
e decidiamo di puntare sulle isole di Budelli, Razzoli e Santa Maria
fra le quali sorge il luogo più suggestivo di tutto l’arcipelago, la laguna chiamata Porto della Madonna. Da La Maddalena, inizialmente a motore e poi con un sud est di 8-10 nodi, puntiamo a nord lasciando a sinistra l’isola di Spargi. Poco più di quattro miglia ci separano da Budelli e le percorriamo in meno di un’ora lasciando che
il sole riscaldi l’aria. Budelli
è completamente disabitata, come Razzoli (su Santa
Maria ci sono alcuni casolari per lo più disabitati), ed
è la nostra prima meta. Accostando leggermente a si-
Lo scoglio di Testa
della Strega. Sotto,
la natura generosa
di specie animali
Budelli,
a destra
la celebre
spiaggia rosa
UN ANGOLO DI PARADISO
E’ ormai ora di pensare al rientro. Ma le condizioni meteo buone
e la breve distanza, solo sei miglia, ci spingono verso le Bocche
di Bonifacio dove sorge Lavezzi, isola esterna al parco ma geograficamente legata all’arcipelago de La Maddalena. La navigazione è piacevole e incredibilmente senza il temuto maestrale. Completamente disabitata, Lavezzi è un parco naturale che rende giustizia alla sua fama: acqua cristallina e calette che si chiudono in
spiagge bianche e rosa. Noi puntiamo a ovest verso Cala Ghiuncu, un angolo di Caraibi in Mediterraneo. Ancora assistiti dal bel
tempo decidiamo di trascorrere la notte in rada
MAESTRALE NELLE BOCCHE
Prima dell’alba decidiamo di salpare l’ancora. Si è alzato maestrale e cerchiamo di lasciare le Bocche il più velocemente possibile. Non tanto da evitarci una “impoppata” con 30 nodi da
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UN PO’ DI METEO
nord ovest che ci spinge a saltare la prevista visita a Spargi,
isola pressoché priva di ridossi. Ma di tornare a Palau un giorno prima non se ne parla, e visto che le condizioni meteo sono quelle standard per questa zona (ci eravamo abituati troppo
bene nei giorni precedenti) decidiamo di fare rotta per sud est
verso la costa nord de La Maddalena, destinazione Porto Massimo, un piccolo porticciolo privato dove, se non si trova posto
in banchina, ci si può ormeggiare a comodi gavitelli in rada. Vista la stagione non abbiamo difficoltà a trovare posto per trascorrere una notte tranquilla. La mattina dopo ci attende il ritorno: solo dieci miglia che ci consentono di perdere un po’ di
tempo accostando verso Spargi. Nella parte meridionale dell’isolotto si apre Cala Corsara, la cui bellezza ci ripaga della pic
cola deviazione.
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