Rassegna dal 7 al 15 novembre
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Rassegna dal 7 al 15 novembre
Rassegna dal 7 al 15 novembre INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna dal 7 al 15 novembre 07/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. 15 Occhi puntati sulla piena dell'Arno 1 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. 12 Giornata di allerta per i fossi al limite 2 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. 13 Dopo l'acqua piovono le polemiche 3 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. 15 Maltempo, alberi caduti e un'auto fuori strada 4 Nazione Empoli P. 5 L'Arno 'osservato speciale' Frane, allagamenti e black out 5 Nazione Firenze P. 5 «E' stato come rivivere quei giorni» Mostra a La Nazione da applausi 6 Nazione Pisa P. 2 Flagellati dalla tempesta Albero sulle auto: feriti due giovani 9 Nazione Pistoia P. 3 La Lima viene monitorata di continuo Il sindaco: «Seguito il piano comunale» 12 Nazione Pistoia P. 3 Criticità in via Pontassio e in centro «Problemi su tombini e fognature» 13 Nazione Prato P. 1 Pioggia, grandine e raffiche di vento Altre ore di apprensione per i fiumi 14 Tirreno Pisa P. 12 Incubo Serchio 15 Nazione Montecatini P. 1 Il Comune: «Maltempo, danni contenuti» Lega insiste: «Manutenzione inesistente» 17 08/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. III Adriana e Giuseppe il loro amore vinse sul disastro Tirreno Pontedera Empoli P. III A Santa Croce sull'Arno una mostra diffusa nei negozi e nei palazzi 20 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. IV Diga, innalzati i valori della soglia di allerta 21 Corriere Arezzo P. 1 PRIMA PAGINA 22 Corriere Arezzo P. 10 Anghiari la zona più colpita Per agricoltori e allevatori uno schiaffo che fa male 23 Corriere Arezzo P. 11 "L'auto si è fermata e l'acqua in un attimo è arrivata Michele Bossini 24 Corriere Arezzo P. 11 "Inviale Santa Margherita collettore da raddoppiare Luca Serafini 25 Corriere Siena P. 9 Strada crollata e segnale tv in tilt Si contano i danni 26 Corriere Siena P. 9 "Città storiche non al sicuro Servono politiche diverse" 28 Nazione Arezzo P. 2 Catona piccolo polesine Alberto Pierini 29 Nazione Arezzo P. 3 Ho subito danni per 70 mila euro» Viaggio tra i quartieri in ginocchio Dory D'Anzeo 31 Nazione Arezzo P. 3 Dighe aperte? «No, sono solo sentinelle» E i sindaci chiedono lo stato di calamità. Maria Rosa Di Termine 33 Nazione Firenze P. 4 Polemica con Nardella per la tassa di soggiorno 34 Nazione Firenze P. 4 Passata la piena, resta la polemica ?I ritardi? Non è colpa della Regione' 35 Nazione Firenze P. 6 Quanti ricordi a La Nazione Mostra: grande successo 37 Nazione Firenze P. 7 «Anche le bare galleggiavano» L'orrore nelle parole di chi c'era 39 Nazione Firenze P. 17 Il disastro dell'Arno visto dai bambini Nazione Firenze P. 19 Ricordi e scene dall'alluvione al Teatro Aurora 41 Nazione Firenze P. 19 San Mauro sott'acqua Le foto scattate dai cittadini nel 1966 42 Nazione Firenze P. 23 Chi sono i nostri «Angeli del fango» 43 Nazione Grosseto P. 1 Alluvione, oggi la terza foto in regalo. Stasera un ricordo in «musica» 44 Indice Rassegna Stampa Andrea Lanini Stefano Morandi 18 40 Pagina I INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna dal 7 al 15 novembre Nazione Grosseto P. 7 In tv il convegno del Rotary sull'Alluvione 45 Nazione Massa Carrara P. 13 Pronte le sirene lungo il Carrione Giovedì suoneranno quelle incentro 46 Nazione Pistoia P. 4 Allerta per la Lima: «Seguiamo direttive regionali» Elisa Valentina 48 Nazione Pistoia P. 4 «Badia e Chiazzano sott'acqua Per noi residenti non c'è tregua» Daniela Gori 50 Nazione Siena P. 2 UN FIUME DI FANGO E UN MARE DI DANNI Marco Brogi 52 Nazione Siena P. 3 «Gli interventi fatti sono stati essenziali» Nazione Siena P. 3 Solo piccoli problemi al confine con l'aretino Nazione Siena P. 3 Siena si lecca le ferite e torna alla normalità 56 Nazione Siena P. 3 Tanta apprensione e qualche disagio 58 Qn P. 10 Quando il fango coprì l'oro di Firenze La Fallaci scriveva: «Fate acquisti» 59 Qn P. 18 Nubifragio, danni ancora incalcolabili Qn P. 18 «L'Arno è una minaccia costante Tranquilli? Non prima di 5 anni» Lisa Ciardi 61 Qn P. 19 Successo della mostra sull'alluvione Scuole e associazioni, parte l'invito Michele Manzotti 63 Repubblica Firenze P. XIV IL FILO DELL'ACQUA Tirreno Grosseto P. VII Quelle ore infinite ad attendere babbo Giovanna Mezzana 66 Tirreno Lucca P. VI Da Lucca a Firenze gli angeli del fango dell'istituto Giorgi Barbara Antoni 68 Tirreno Massa Carrara P. VI LE STORIE: PRIMA E DOPO 69 Tirreno Massa Carrara P. VI Nel centro storico suonano (per prova) le sirene della piena 71 Tirreno Piombino Elba P. VIII «In questa casa c'è ancora odore di fango» Tirreno Piombino Elba P. VIII La storia di Ginevra, nata nei giorni del nubifragio 74 Giorno Brianza P. XII Diana Ceriani vince il Cantem Insemma 75 Stampa P. 35 L'alluvione diventa opera al ritmo delle emozioni Giorgio Pestelli 76 Stampa - Tuttogreen P. VII Nel Belpaese delle alluvioni si costruisce in zone a rischio Antonella Mariotti 77 Tirreno Pontedera Empoli P. IV Il futuro sindaco di Ponsacco aiutò i pontederesi Elena Iacoponi 79 Nazione Firenze P. 8 «Grazie, è stata un'emozione unica» E la mostra c'è anche domenica 82 Nazione Firenze P. 8 Dalla festa al dramma La storia del Ringo's Bar 84 Nazione Firenze P. 9 Alluvione, non solo acqua e fango La nascita dell'orologeria Toncelli Nazione Firenze P. 9 «L'acqua sale, qui è buio» «Cosa aspetti, vai via!» Nazione Grosseto P. 7 Testimonianze e racconti in un progetto della media Vico 88 Nazione Grosseto P. 7 Mezzi di soccorso in esposizione Mostra sull'impegno istituzionale 89 Nazione Grosseto P. 7 Nuova cartolina domani in regalo 90 Nazione Pisa P. 11 «Tutela del territorio e risorse per la prevenzione» 91 Nazione Pisa P. 11 L'alluvione vista dai bambini Nuova foto con La Nazione 92 Nazione Siena P. 14 Mostra sull'alluvione Duecento foto originali del disastro del '66 93 Qn P. 22 Basta con i rinvii Luigi Caroppo 94 Qn P. 22 Le piene? Le dighe non ci salveranno «Solo 'sentinelle' in caso di allerta» Stefano Cecchi 95 Qn P. 22 Mostra aperta anche domenica Qn P. 23 Arno, 55 milioni restano sulla carta «Il governo ci dia subito un anticipo» Repubblica Firenze P. IX Repubblica Caffè, viaggio dal greco al tennis 100 Repubblica Firenze P. XIV Non è successo nulla 101 54 Luca Stefanucci 55 60 65 Luca Centini 72 09/11/16 Alluvioni in Toscana Indice Rassegna Stampa 85 Giovanni Morandi 86 97 Paola Fichera 98 Pagina II INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna dal 7 al 15 novembre Repubblica Firenze P. XIV Opificio delle pietre dure 102 Tirreno Grosseto P. VI Abiti infangati? In quei giorni erano... di moda Tirreno Grosseto P. VII IN REGALO CON IL TIRRENO Vortici di fango in via Ximenes Le nuove foto di ieri e di oggi 105 Tirreno Grosseto P. VII Il Requiem per Francini ha chiuso le iniziative promosse dal Rotary 106 Tirreno Grosseto P. VII Rualta: «Feci la spesa per il mio condominio ancora sott'acqua» 107 Tirreno Pisa P. X Adriana e Giuseppe il loro amore vinse sul disastro Tirreno Pisa P. XI Mezzo secolo e ancora tanto da fare 112 Tirreno Pisa P. XI Quella zona di "Fuori porta" sommersa da oltre 6 metri d'acqua 113 International New York Times P. 2 Florence fears it could happen again Gaia Pianigiani 115 La Verità P. 23 Alluvione di Firenze Dopo 50 anni ferite ancora aperte Sergio Alessandri 118 Tirreno Massa Carrara P. VIII Alluvione, la conciliazione fa flop Luca Barbieri 119 Tirreno Massa Carrara P. VIII Per le aziende scatta la super perizia Giovanna Mezzana Andrea Lanini 103 108 121 10/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. V Un libro di Marchetti e Boschi dedicato alle vittime dell'Arno Tirreno Pontedera Empoli P. V La futura prof che diventò angelo del fango Tirreno Pontedera Empoli P. V Castelfranco: mostra nei fondi sfitti per ricordare quelle giornate 126 Corriere Fiorentino P. 15 Fincostassù 127 Corriere Fiorentino P. 15 Teatro di Cestello 128 Corriere Siena P. 12 "Torrenti esondati, come previsto" 129 Nazione Arezzo P. 17 «Fiumi, alvei lasciati in abbandono» Consorzio bonifica, furia del sindaco Nazione Empoli P. 18 Tutte te foto per ricordare il mezzo secolo dall'alluvione Nazione Empoli P. 18 Margherita', spettacoli a km zero Nazione Firenze P. 12 La Nazione e il suo spirito ?Così andammo in edicola' Laura Gianni 133 Nazione Firenze P. 13 «Ma in questi cinquanta anni non è stato fatto proprio niente» Marina Repetti 135 Nazione Firenze P. 13 Mostra, tantissimi in fila Due aperture straordinarie 136 Nazione Grosseto P. 7 C'è anche la «Via dei Mille problemi». Per alberi e acqua. 138 Nazione Grosseto P. 8 «Montagna d'acqua» Domani il libro «curato» dal Fiora 139 Nazione Grosseto P. 8 Immagini dall'alluvione del '66 Oggi quarta cartolina in regalo 140 Nazione Pisa P. 3 «Bup, tra pochi giorni il trasloco Pronti gli scaffali nell'archivio» Nazione Pisa P. 6 Pisa e l'Arno mezzo secolo dopo Cos'è cambiato e cosa ancora no 143 Nazione Pisa P. 6 Quella bambina salvata dai militari In regalo la quinta foto di Luciano Frassi 144 Nazione Prato P. 19 Le alluvioni di oggi e di ieri Un workshop al Mulinaccio 145 Qn P. 24 «Il cemento ha raddoppiato il rischio L'Arno vittima di condoni e ritardi» Qn P. 24 Aperture straordinarie Qn P. 25 «Io e il mio gommone nel fango Così salvammo contadini e animali» Antonio Fulvi 150 Tirreno P. 17 La fiera delle novità con 160 editori al Pisa Book Festival Sharon Braithwaite 152 Tirreno Grosseto P. IX "Angeli" per mestiere Mostre nelle caserme Tirreno Grosseto P. IX Quelle 10 ore sul tetto del pullman Tirreno Grosseto P. X «Già ripuliti 700 tombini e molto altro stiamo facendo» Tirreno Grosseto P. X Via Emilia allagata, parte una petizione Indice Rassegna Stampa 123 Elena Lacoponi 124 Marco Corsi 130 131 132 Antonia Casini 141 Lisa Ciardi 146 149 155 Giovanna Mezzana 156 158 Elisabetta Giorgi 159 Pagina III INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna dal 7 al 15 novembre Tirreno Grosseto P. XVII Grosseto e l'Ombrone 161 Tirreno Massa Carrara P. IX Legambiente: «Il sindaco dia risposte sui Masterplan» 162 Tirreno Piombino Elba P. V Archivio aperto per conoscere la storia Tirreno Pisa P. IX Nessun morto ma tantissimi danni: 15 miliardi di lire Tirreno Pisa P. IX L'acqua come risorsa, filo conduttore di LabQ 167 164 Andrea Lanini 165 11/11/16 Alluvioni in Toscana Bisenzio 7 P. 9 Un Consiglio speciale per ricordare l'alluvione del ?91 168 Bisenzio 7 P. 26 Aperta la mostra dedicata all'a l l uv i o n e 169 Bisenzio 7 P. 46 «L'altra alluvione» 170 Tirreno Pontedera Empoli P. IV Firenze al centro delle cronache Rabbia dei sindaci Bisenzio 7 Presentazione libro "L'altra alluvione" 173 Tirreno Pontedera Empoli P. IV L'ottava foto in regalo col Tirreno 174 Tirreno Pontedera Empoli P. IV Scatti in mostra e un incontro sul sistema di protezione civile 175 Nazione Firenze P. 16 La pioggia e la corsa in bici ?La mia famiglia perse tutto' Nazione Firenze P. 17 Alluvione, l'emozione in mostra E domenica apertura straordinaria 178 Nazione Firenze P. 26 «L'Arno dà di fori» Serata a Quinto Alto 179 Nazione Pontedera ValderaP. 25 Una mostra sui conciatori e l'alluvione 180 Qn P. 22 A grande richiesta la mostra raddoppia Qn P. 23 «Fu il diluvio della povera gente» Tutta la Maremma finì sommersa Repubblica Firenze P. XVII "ARTIGIANATO É ARTE" NELLA BASILICA DI SAN LORENZO Repubblica Firenze P. XXVI NICCOLINI Tirreno Grosseto P. VIII Le Arbure in città, 120 anni fa 187 Tirreno Pisa P. XII Domenica 13 il "Cine-Battello" lungo l'Arno 189 Tirreno Pisa P. XII Quel ponte si sbriciola quando il peggio sembra ormai passato Andrea Lanini 190 Nazione Montecatini P. 17 Gli angeli vennero in barchino Ponte fu la zona più colpita Gabriele Galligani 192 Nazione Montecatini P. 17 Una mostra di foto per ricordare quei giorni I rischi di oggi 193 Chianti Sette P. 8 Alluvione, il ricordo Mariani: «In barca su viale Giannotti» 194 Chianti Sette P. 27 Allagamenti, è tornata la paura «Lavori non se ne sono visti» 195 Tirreno Pontedera Empoli P. V Un libro di Giuseppe Meticci racconta la tragedia di quei giorni 197 Tirreno Pontedera Empoli P. V Domani spettacolo di Di Corcia là dove l'argine del fiume si ruppe 198 Tirreno Pontedera Empoli P. V Una passeggiata per scoprire l'Arno e lo Scolmatore 199 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. IX Una due giorni per ricordare l'alluvione di 50 anni fa 201 Corriere Fiorentino P. 13 Sarà restaurato il dipinto alluvionato della chiesa di San Jacopo Soprarno 202 Nazione Arezzo P. 15 Arte dei presepi pronta a riaprire i battenti Giorgio Grassi 203 Nazione Firenze P. 18 Così si salvarono trecento bambini agli «Innocenti» Nicola Coccia 204 Nazione Firenze P. 19 Ferragamo esalta la mostra. Visitatori a quota 2500 P. 51 Elena Lacoponi 171 Roberto Davide Papini 176 181 Guido Parigi 182 184 186 12/11/16 Alluvioni in Toscana Indice Rassegna Stampa 206 Pagina IV INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna dal 7 al 15 novembre Nazione Firenze P. 20 Mostra fotografica del gruppo Il Grillo' all'Ex Leopoldine 207 Nazione Firenze P. 22 Memoria e creatività contro le ferite dell'Alluvione Artigianato è Arte nella Basilica di San Lorenzo 208 Nazione Grosseto P. 7 Divise e automezzi dei soccorsi In mostra i ricordi del 4 novembre 209 Nazione Grosseto P. 7 La quinta cartolina presto in edicola 210 Nazione Grosseto P. 7 La Piramide torna al suo splendore: lunedì l'inaugurazione 211 Qn P. 22 Bilancino, l'enorme città d'acqua che non basta ad arginare l'Arno Qn P. 22 'L'indemoniata' da salvare 214 Qn P. 23 A grande richiesta la mostra raddoppia 215 Tirreno P. 23 L'alluvione di Firenze emozione di ricordi Paola Taddeucci 216 Tirreno Grosseto P. IX Io salvo per una scala a pioli marcia Giovanna Mezzana 218 Tirreno Pisa P. XI Quel lento ritorno della città alluvionata alla vita normale Andrea Lanini 220 Tirreno Pisa P. XI il libro di Meticci raccontato domani alla "Spina" 222 Nazione Montecatini P. 17 Alla Dogana mostra di foto e convegno 223 224 Stefano Cecchi 212 13/11/16 Alluvioni in Toscana Toscana Oggi P. 6 Alluvioni, città storiche ancora a rischio 50 anni dopo Firenze Toscana Oggi P. 21 Catastrofi senza colpevoli in cui rinasce il meglio di noi Antonio Lovasclo 225 Corriere Arezzo P. 17 Allagamenti: verso la richiesta di istituire una commissione speciale d'inchiesta Michele Bossini 227 Nazione Empoli P. 17 Tanti cittadini in piazza Boccaccio per l'ultimo saluto al sindaco Masini Nazione Firenze P. 22 «Fogne e fiumi, troppe criticità Investire nella manutenzione» Nazione Firenze P. 23 Tantissimi ospiti Ieri il sottosegretario Gabriele Toccafondi 231 Nazione Firenze P. 23 Boom di visite in auditorium. E oggi apertura straordinaria 232 Nazione Firenze P. 34 «La ritrovata bellezza dell'Arno» Iniziative per ricordare l'alluvione Nazione Grosseto P. 11 Crollo del ponte, ricordate le vittime I familiari chiedono giustizia Nazione Pisa P. 9 I giorni della grande paura Video-crociera in battello sull'Arno Francesco Paletti 235 Qn P. 1 L'arno che vorrei Pier Francesco De Robertis 236 Qn P. 22 Mostra da record, visitatori in aumento Qn P. 22 Quattro ?casse' per domare l'Arno Ma non le avremo prima del 2019 Lisa Ciardi 239 Qn P. 23 Angeli del fango pendolari in treno «E io a scuola raccoglievo farmaci» Gabriele Cane' 241 Qn P. 23 Video proiezione sui lungarni 243 Qn P. 23 Il pericolo si sposta in periferia Ne parlerà il programma FuoriTg 244 Qn P. 23 Dalla devastazione alla rinascita Raidue trasmette oggi uno speciale 245 Tirreno Grosseto P. XV «Su questo ponte chiediamo giustizia» Ivanaagostini 246 Nazione Montecatini P. 25 Gli allagamenti si potevano evitare Padule pieno per il taglio dell'argine Valentina Spisa 247 Toscana Oggi La Domenica P. III L'alluvione del 1966 sulle pagine de «La Domenica» Alexander Di Bartolo 249 Toscana Oggi La Parola Di P. V Fiesole 4 novembre, «beati gli operatori di pace» Paola Conti 251 Toscana Oggi La Parola Di P. VII Fiesole UNA MOSTRA A MONTEVARCHI Linda Losi 252 Toscana Oggi La Parola Di P. VII Fiesole Quando la piena arrivò anche in Valdarno Paola Conti 253 Toscana Oggi Rinnovamento In memoria dell'alluvione «per la povera gente» P. VIII Indice Rassegna Stampa 228 Alessandro Mazzei Daniela Giovannetti 229 233 234 238 255 Pagina V INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna dal 7 al 15 novembre 14/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. 11 La sindaca e l'alluvione del '66 «Fuggii portando via il gatto» 256 Tirreno Pontedera Empoli P. 11 Mostra dedicata al dramma di 50 anni fa nel Valdarno 257 Nazione Firenze P. 4 Tutti in coda a La Nazione, la mostra sarà prorogata Nazione Grosseto P. 1 Alluvione, domani la foto in regalo Nazione Pisa P. 3 Pisa non perde la sua memoria Viaggio nella storia dell' alluvione Francesco Paletti 260 Qn P. 19 Boom per la mostra della Nazione Una settimana in più per visitarla Stefano Brogioni 261 Tirreno Grosseto P. 15 La piazza devastata dalla furia del fiume Stefano Brogioni 258 259 263 15/11/16 Alluvioni in Toscana Tirreno Pontedera Empoli P. IV La solidarietà aiutò a superare quella tragedia Andreas Quirici 264 Tirreno Pontedera Empoli P. IV «Rimanemmo isolati in casa al freddo e con pochi viveri» Elena Iacoponi 266 Tirreno Pontedera Empoli P. XIV In mostra le foto dell'alluvione 267 Tirreno Prato Pistoia Montecatini P. XVII "ACQUA PASSATA" AD OFFICINA GIOVANI 268 Corriere Fiorentino P. 15 Tutte le maschere dell'Alluvione sul volto di Zannoni Nazione Empoli P. 12 Il restauro dei libri antichi Un laboratorio Nazione Empoli P. 19 L'alluvione nei libri Nazione Firenze P. 4 Esposizione prorogata fino al 27 272 Nazione Firenze P. 13 Arte e memoria, l'esempio di Prunai 276 Nazione Firenze P. 18 Scandicci, fango e rinascita mostra in biblioteca 277 Nazione Firenze P. 19 Quando la piena della Marina fece più paura dell'Arno Nazione Firenze P. 23 Alluvione, riconoscimento per il generale Disibio 279 Nazione Firenze P. 23 Da cimabue in qua 280 Nazione Grosseto P. 6 In breve 281 Nazione Grosseto P. 6 «Qui venne costruito il futuro: la Piramide lo ricorda» Nazione Grosseto P. 6 La «collezione d' epoca» prosegue Oggi in omaggio la quinta cartolina 283 Nazione Grosseto P. 12 Allagamenti in via Aldo Moro Petizione dei residenti 284 Nazione Massa Carrara P. 9 Alluvione: te domande per i contributi 285 Nazione Prato P. 18 A Officina Giovani uno spettacolo sull'alluvione del '66 286 Qn P. 22 Ceccherini: «La città e il suo giornale non si arresero mai» Qn P. 22 Difendere Firenze dall'Arno Ultima spiaggia gli argini gonfiabili Paola Fichera 288 Qn P. 23 Ombrone sorvegliato speciale «Quello che si è fatto non basta» Luca Mantiglioni 290 Tirreno P. 14 La Toscana ricorda Prunai 291 Tirreno Cecina Rosignano P. II Interrogazione sugli allagamenti della piazza 292 Tirreno Grosseto P. VIII Oggi le benemerenze ai vigili e alla memoria di Santi Quadalti 293 Tirreno Grosseto P. VIII Torna a splendere la piramide Tirreno Grosseto P. XII Da Sapori e Gusto Italiani proposta d'acquisto per Copaim 297 Tirreno Massa Carrara P. VII Servizi, marmo e cultura: la Svolta presenta le priorità 298 Indice Rassegna Stampa Gherardo Vitali Rosati 269 270 Ylenia Cecchetti M. Serena Quercioli Andrea Fabbri 271 278 282 287 Stefano Fabbroni 294 Pagina VI / %"% ir iir .. v// % % 9, "'i 7 f ,,, ,,. -?///r?//,.'1 .. Disagi in tutto il circondario a causa del maltempo. E preoccupazione per l'ondata di piena (come non si vedeva da tempo) dell'Arno, arrivata nella nostra zona nel tardo pomeriggio di ieri, dopo le abbondanti precipitazioni che in maniera diffusa ad intervalli regolari hanno interessato tutta la Toscana, determinando un considerevole innalzamento dei livelli di tutti i principali fiumi e torrenti, compresi Elsa e Pesa. Ë stato anche attivato il Ser- 11, /It//, ? Gíornatadí disagi in tutto il circo 0 EMPOLI 111., i ,a e 111, / i avio, allerta prolungata fino alle 1 vizio di piena della Regione, presso la sala della protezione civile: una sala di monitoraggio dell'andamento del fiume, da cui gli ufficiali idraulici controllano costantemente le due sponde dell'Arno, in continuo collegamento con la protezione civile, pronti a intervenire se dovesse accadere qualcosa di anomalo. Intanto il centro funzionale della Regione ha emesso un nuovo avviso di criticità arancione che fino alle 16 di oggi. Nottata di preoccupazione, cori qualche criticità anche in Valdelsa e in particolare nella zona di Castelfiorentino, con il sindaco Alessio Falorni e la protezione civile costantemente in giro per monitorare la situazione, a cominciare dal torrente Pesciola. Segnalati allagamenti di scantinati e difficoltà per la viabilità a causa delle fognature che non ricevevano. Noti si registrano comunque danni. Tra le segnalazioni giunte al sindaco Falorni, quella relativa al ponticino per raggiungere via Raffaello Sanzio, che era inagibile per colpa dell' acqua e dell'accumulo di sassi provenienti da una strada sterrata. I proprietari di alcune ca- ,.%, i oggí se adiacenti il ponticino hanno dovuto pulire, nel pieno della notte, le griglie di scolo delle acque dai materiali accumulati per poter far defluire l'acqua piovana ed evitare che il livello si alzasse troppo e gli entrasse in casa: «Purtroppo ha spiegato il sindaco - le condizioni della strada le conosciamo, e richiederebbero interventi strutturali. Stiamo lavorando per inserire le risorse necessarie a bilancio 2017». L'ondata di piena dell ' Arno a Empoli (Foto Agenzia Carlo Sestini) 11a nxrnl;a in traii:, ,i s 13us,. rc11s æs u¢aa p:u Alluvioni in Toscana Pagina 1 Giornata di all rta per i fessi af limite La piana osservata speciale ma evitate gravi conseguenze, in montagna i vigili intervengono per salvare due case PISTOIA Notte di apprensione in tutta la provincia a causa della pioggia incessante, caduta nella prima parte con forti rovesci temporaleschi e successivamente, per fortuna, solo a tratti e più moderatamente. I vigili del fuoco sono stati chiamati per piccoli interventi nella piana pistoiese. I fossi minori si sono riempiti anche a causa della tanta acqua che arriva dalla montagna, dove i cumulati di pioggia sono stati importanti: oltre 270 millimetri al Boscolungo di Abetone a al Melo di Cutigliano, più di 100 anche a San Marcello e Samrnomrnè. Piana.Ma, salvo alcuni casi, nessun corso d'acqua è fuoriuscito dagli argini. A Quarrata Legambiente segnala alcune situazioni al limite: via Del Faichero, via Di Mezzo col Fosso Senice che è al limite della fuoriuscita, via Rubattomo, la Statale 66 ad Olmi a causa del fosso Galigana, via Brana. L'acqua arriva da Pistoia e, segnala Daniele Manetti di Legainbiente, come in altre occasioni «rischia di riversarsi nella piana senza le necessarie opere di ripulitura e se non vengono realizzate altre casse di espansione, a cominciare da quella auspicata dell'Ombroncello. Strade sott'acqua da via Vecchia Pratese a Stazione di Montale. A Pistoia fino alla serata di ieri previsti fino a 120 millimetri idrovore in funzione per svuotare il torrente senice di pioggia. In tarda mattinata, cessato l'ennesimo acquazzone, il cielo è schiarito ma si è alzato un forte vento di libeccio-ponente. I vigili del fuoco, fino ad allora impegnati sul fronte dell' acqua, sono dovuti intervenire per alcuni rami spezzati e caduti sulla carreggiata di alcune strade di collina. Sulla collina di Vinacciano è caduto un palo della Telecom. montagna. Anche sulla montagna pistoiese la pioggia è stata incessante. Per questa ragione il Comune di san Marcello si è messo avanti e, già nel pomeriggio di sabat, ha fatto partire la chiamata in Alertsystem ai telefoni fissi e mobili per avvisare la popolazione dell'allerta meteo e di collaborare. «Intanto come amministrazione - ha detto il sindaco Silvia Cormio -abbiamo chiesto la collaborazione a tutti gli alberghi e al Copi[ di stare pronti per una eventuale emergenza. Abbiamo preferito muoverci per tempo». Sotto osservazione la situazione della diga della lima anche se perii momento tutto rimane sotto controllo. La paura per la giornata di domenica era soprattutto per il possibile verificarsi di smottamenti, frane e simili. E il pomeriggio è stato intenso anche per i vigili del fuoco di Limestre chiamati, causa maltempo, a risolvere due situazioni a Campotizzoro. Una lungo via Luigi Orlando di fronte alla caserma dei carabinieri, dove un'abitazione sotto strada ha rischiato l'allagamento a causa dei tombini intasati che non ricevevano più acqua. L'altro all'altezza della deviazione per la località La Macava, dove la pioggia intensa aveva formato un piccolo torrente che rischiava di andare verso le abitazioni. In entrambi i casi l'intervento dei vigili del fuoco è stato provvidenziale. Daniele Manetti di Legambiente k vi mattina in via del Falcbera allagata Alluvioni in Toscana Pagina 2 acqua piovono le polemiche Sotto accusala manutenzione delle caditoie. La giunta replica: «Siamo intervenuti e la situazione è migliorata» / MONTECATINI Dopo gli allagamenti di strade nel primo pomeriggio di sabato, e la nottata passata con preoccupazione per il riacuirsi dei maltempo, nella giornata di ieri la situazione a Montecatini e inValdinievole si è fatta meno problematica grazie alla parziale tregua delle precipitazioni. E allora, anche se sempre in apprensione per il prolungarsi dell'allerta meteo arancione (tino alle 16 di oggi) diramato dalla Regione, a ritrovare forza sono state le immancabili polemiche. Sotto accusa i "soliti" allagamenti nei sottopassi (a Montecatini quello dell'ippodromo), sul viale Diaz, a Pieve all'incrocio tra via Fanciullacci e via Pistoiese. E dito puntato soprattutto sulle caditoie che, a detta di molti, non sono state ripulite dalle foglie, impedendo così il deflusso dell'acqua. L'accusa. A farsi portavoce dei critici sono stati alcuni partiti di opposizione. Per la Lega Nord «va sempre peggio perché oltre alle zone armai critiche come il sottopasso dell'Ippodromo, viale Diaz, la zona del mercato e la pineta, allagamenti si sono avuti in quasi tutta la città. La prima considerazione da fare è che la manutenzione di caditoie e tombini, così come quella di marcia- piedi, strade e alberature, deve essere un processo programmato e continuo. Non si può limitare alle prime piogge o alle segnalazioni dei cittadini. Per evitare che un fiume d'acqua dalla pineta arrivasse in viale Verdi e viale Manzoni, si è trovata una soluzione tampone, creando una barriera di detriti che deviasse l'acqua nel rio Castagnaregola, ma non si può andare avanti così. Sul viale Diaz è stato rifatto un tratto di asfalto da poco tempo, perché dopo la scarnificazione non sono stati visionati gli scarichi?». A rincarare la dose è Fratelli d'Italia - An: «I montecatinesi sono stanchi di questa amministrazionedisorganizzata e inconcludente. Chiediarno perché le foglie non vengono raccol- te con tempie modi consoni alla frequenza delle precipitazioni. Chiediamo perché non venga effettuata una corretta e periodica manutenzione delle caditoie». Ladffesa. Diversa, invece, è l'analisi della giunta. Con una nota fa sapere che «l'amministrazione comunale è stata al lavoro incessantemente per tutta la difficile giornata di sabato, caratterizzata dafortissirne piogge, in cui solo l'impegno congiunto degli uomini dell'ufficio tecnico, della Protezione civile, dei vigili urbani e dei mezzi di ripulitura strade ha fatto sì che i danni e i disagi siano stati contenuti. Ai lavori hanno partecipato il sindaco, il vicesindaco e l'assessore ai lavori pubblici». «Nonostante le forti precipitazioni non abbiamo avu- to problemi seri - prosegue la nota -. La manutenzione e il controllo delle caditoie sono stati eseguiti sia prima che durante le precipitazioni e continueranno anche dopo. La caduta di molte foglie visto il periodo autunnale ha complicato le cose sia ai tombini del parco che altrove. Sabato comunque i lavori costanti e ben coordinati hanno permesso di riaprire in fretta il sottopasso all'ippodromo, rendere agibile il parco termale e anche far defluire le acque daviale Diaz». Qui Peseta, Una delle conseguenze più clamorose di questa due giorni di maltempo è stata l'esplosione dell'asfalto in via Fiorentina a Pescia (per un tratto di 200 metri), in prossimità della porta di accesso alla città. Fino a oggi la carreggiata in uscita daPescia è chiusa (le auto dovranno fare il giro dal Ponte dei Marchi) in attesa delle analisi sui lavori da farsi. «Le ipotesi - fa sapere l'assessore Marco Della Felice - sono due: una otturazione delle condotte delle acque bianche oppure del ramo principale dell'acquedotto che passa in quel punto. Piuttosto è stata premiata la decisione di chiedere al Consorzio di mettere in azione le pompe in via Romana, alleggerendo così la situazione nella zona degliAlberghi». Altri servizi alle p ag. 2 e 3 , - CA'A,h, MATERASSO lo sbarramento artificiale di det Alluvioni in Toscana in pineta per deviare l 'acua nel rio Castagnaregora Pagina 3 Protezione civile monitorato nel fine settimana i corsi d'acqua pratesi r , sorvegliato speciale, ® rimasto sotto il primo livello di guardia L' 1 PRATO Notte di pioggia e di vento, con il livello dei fiumi in crescita (e costantemente monitorati) e i problemi più grossi che si sono avuti in Valbisenzio. Due gli alberi caduti ieri mattina, il primo è precipitato lungo via della Rasa a Cantagallo fortunatamente evitando persone e cose, l'altro ha bloccato un sentiero di Gavigno, sulla parte emiliano-romagnola. In entrambi i casi sono intervenuti i vigili del fuoco di Prato. La Protezione civile di Prato per tutta la giornata ha monitorato ininterrottamente il livello dei fiumi e le condizioni della viabilità. Le preoccupazioni maggiori erano concentrate sul livello dell'Ombrone che però è rimasto al di sotto o poco sopra il primo livello di guardia. A Carmignano, ha informato lo stesso sindaco Edoardo Prestanti, ci sono stati quattro movimenti franosi, lungo via Baccheretana zona Le Barche, due smottamenti lungo via Capezzana direzione spazzavento e una in via San Biagio nei pressi del tor- L'auto finita in un fosso alla Briglia rente Furba. «I nostri operai reperibili assieme ai volontari Vab - ha spiegato il sindaco hanno lavorato per la messa in sicurezza delle zone franate».«Voglio ringraziare tutti coloro che nella notte di sabato hanno lavorato per la tranquil- lità dei cittadini - ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni in parti colare le squadre del sistema di Protezione civile, i volontari, i tecnici del Centro situazioni e le squadre di Consiag Servizi». Per tutta la notte la situazione è stata tenuta sot- to controllo grazie all'attivazione operativa di diverse squadre di Protezione Civile e non si sono segnalate situazioni di parti colare criticità. Sia i tecnici del Centro Situazioni sia squadre istituzionali (Consiag Servizi) che squadre del volontariato di Protezione civile hanno effettuati controlli ininterrotti sull'intero territorio comunale e in particolare sui punti a maggiore criticità quali i sottopassi stradali e alcune zone più soggette a rischio allagamento. Il solo tratto della via del Lavacchione è rimasto chiuso al transito. Per tutta la giornata le piste ciclabili lungo i corsi d'acqua sono rimaste chiuse e lo rimarranno almeno fino a questa mattina per ragioni di sicurezza. Incidente alla Briglia. Il conducente di una utilitaria, probabilmente a causa del manto stradale bagnato, ha perso il controllo dell'auto finita nel fosso a lato della carreggiata. E' successo ieri intorno alle 10 alla Briglia a Vaiano, lungo la provinciale 325.11 conducente è uscito illeso. SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3 F Slalfcmpo, alberi caduti < o'amo ffiori trndn Alluvioni in Toscana Pagina 4 tag al Il maltempo ha reato problemi in c OSSERVATO speciale. Da controllare con gli occhi fissi sui dati relativi all'andamento dei livelli idrometrici. A due giorni dai cinquant'anni dell'alluvione, gli empolesi si sono ritrovati a guardare l'Arno e la sua portata, cresciuta fino a superare il primo livello di guardia agli Uffizi. Fiato sospeso aspettando la piena attesa per le 20 o giù di li, ma per fortuna stavolta niente da segnalare, quantomeno da noi. Quella massa d'acqua silenziosa e imponente è scivolata via, restando nel suo letto, nonostante la pioggia incessante. Fin dalle prime ore di ieri, la bufera si è abbattuta sull'Empolese e dintorni. Una trentina di abitazioni nella zona rurale tra Castelfiorentino e Certaldo hanno dovuto rinunciare alla corrente elettrica per buona parte della giornata: un fulmine ha bruciato la `testa' di una linea elettrica, mettendola ko. I Alluvioni in Toscana omun della o c II ponte dell 'Arno a Empoli nella serata di ieri: un'immagine che a molti ha ricordato i giorni dell'alluvione dei '66 tecnici dell'Enel hanno sistemato un generatore e lavorato per cercare di ripristinare il servizio rapidamente. In Valdelsa si sono registrati allagamenti in alcune zone di Castelfiorentino con volontari e vigili del fuoco in prima linea. Tra le situazioni più critiche della scorsa notte, «via Marconi, Praticelli e zona ex Colc - come diceva il sindaco Alessio Falorni nel tour di verifiche -, critica la Pesciola. E un po' d'acqua anche in zona via Togliatti-via Profeti». Disagi sulla provinciale che da Castello va a Montaione, dove si è verificato un piccolo smottamento, e in via Sanzio: a i z sbloccare la situazione, l'intervento dei residenti che hanno ripulito prontamente le griglie di scolo chiuse da ghiaia e altro. Situazioni che si sono risolte quando la pioggia ha dato una tregua, passando da bomba d'acqua a temporale accompagnato da forti raffiche di vento: un albero è crollato a Galleno di Fucecchio, mentre grossi rami sono caduti sulla 429 a Empoli, chiamando in causa i vigili del fuoco. Pompieri anche in via Rugati nel Cerretese, dove l'acqua ha invaso cantine e scantinati, e in via Ramoni a Massarella: il muro di cinta di un'abitazione è crollato invadendo la carreggiata. La strada è stata chiusa per ripristinare le condizioni di sicurezza ed è stata a senso unico alternato per un paio d'ore. Ma non è finita: il Centro funzionale della Regione ha emesso un nuovo avviso di criticità arancione fino alle 16 di oggi. S. P. Pagina 5 E ' POSSIBILE VISITARE LA NOSTRA MOSTRA DAL LUNEDI' AL SABATO IN ORARIO 9.30-12.30 E 15-18. INGRESSO LIBERO , DOMEN ICA CHIUSO LA NOSTRA MOSTRA E' STATA INAUGURATA VENERDI' DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA HANNO VISITATO LA MOSTRA GABRIELE LAVIA, FRANCO ZEFFIRELLI , ANDREA DELLA VALLE, LUCA LOTTI, SIMONA BONAFE ', DARIO NARDELLA LA NOSTRA ESPOSIZIONE E' APERTA ANCHE ALLE SCOLARESCHE, CONTATTARE rmarketing.firenzeßmonrif.net stato come rivïvere quei giorni» tra a La Nazione da applausi Dalle immag in i alie pag ine 'e ®c boom di visitato ` in auditon*iim «BELLA, ben documentata, unica e ricca di racconti che arrivano al cuore». Sono le parole unanimi di chi ha avuto modo di vedere la mostra allestita nell'auditorium del nostro giornale. Venerdì scorso si è alzato il sipario sulla mostra «L'Armo straripa a Firenze». Un'esposizione semplice ed emozionante che attraverso documenti originali, filmati, cronache dell'epoca e immagini inedite racconta l'alluvione del 1966. Il dramma di quel giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini. Tanti i personaggi noti presenti all'inaugurazione e quelli arrivati nell'edificio di via Paolieri 2 anche sabato. Molti si sono presentati pure ieri (domenica unico giorno di chiusuta) per visitarla. A questi si sono aggiunti gli abitanti di Firenze e non solo. Tanti i visitatori giunti dai paesi vicini, uniti dallo stesso ricordo. Persone adulte con gli occhi fissi e lucidi su foto che ricordano loro un periodo della loro adolescenza scandita dalla paura dell'acqua che solcava insieme al fango, ogni Alluvioni in Toscana Alcuni hanno glì occhi lucidi Altri si soffermano a lun go sulle foto g rafie del disastro via, edificio e seminava terrore e morte. Gli anziani che aggiungono alla mostra i loro ricordi di vita vissuta come Paola Scotti Fantoni : «Avevo 22 anni . Abitavo in piazza Indipendenza , l'acqua lì invase solo gli scantinati ma sento ancora l'odore del fango e della nafta». ANCHE AI GIOVANI presenti sabato, è piaciuta molto. «Un mostra unica, allestita bene e che mescola in maniera perfetta i vari pezzi di un mosaico fatto da foto, da un docufilm che rende a noi giovani più facile vivere le sensazioni di quel momento. I documenti non sono solo informativi - spiega Andrea Sartori - ma rendono anche le emozioni, raccontandomi l'alluvione in un modo che ancora non conoscevo, dagli occhi del giornale, che aiutano alla riflessione, fino ai video che fanno rivivere in modo più diretto e immediato quell'evento catastrofico accaduto 50 anni fa. E «LA NAZIONE» con questo allestimento ripropone a 360° quel 4 novembre, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Per molti dei presenti varcare la soglia che fa accedere all'auditorium Monti, è come chiudersi alle spalle la vita di oggi per tuffarsi nelle sensazioni visive e sonore di chi non ha e non può dimenticare quel terribile giorno e quelli che ne seguirono. «Mi ha entusiasmato - commenta Carla Ferrini - . Io abitavo vicino Ponte Vecchio, ho vissuto sulla mia pelle quei tragici momenti. Entrare e ritrovare nelle foto facce di persone conosciute o spazi della città spazzati via dall'acqua, è un vero colpo al cuore. Spero solo - ribadisce la signora - che i giovani visitandola, possano ricavarne insegnamenti preziosi». «Mi ha particolarmente colpita commenta Giulia Bitozzi - . E' interattiva e coinvolgente. Si vede bene il contrasto tra l'immmediatezza della comunicazione di oggi, rispetto alla lentezza e precisione di un tempo. E questo credo possa offrire alle nuove generazioni, uno spunto di riflessione molto importante». Pagina 6 LA MOSTRA, allestita all'auditorium Monti di via Paolieri 2, è a ingresso libero e aperta dal lunedì al sabato, fino al 19 novembre con orario 9,30-12,30; 15-18, chiusa la domenica. Per informazioni e prenotazioni per visite scolastiche: marketing.firenze( nonrif.net. - nonostante ai testimoni diretti t SUCCESSO talmente clamoroso che tante persone si sono presentate ieri al giornale chiedendo di poter visitare la mostra. ricud i L'esposizione, come ® ` i% n annunciato sul giornale, è chiusa la domenica. I nostri i á` We W, lettori si possono rifare da NE L LA mostra allestita nel lunedì al sabato con orario nostro auditorium si trovano 9.30-12.30 e 15-18 varie aree che raccontano quei giorni drammatici ma anche la reazione della città. Il nostro giornale racconta di fatto se stesso attraverso il quotidiano, le foto (anche dei lettori), il docufilm con emozionanti testimonianze. E' possibile vedere il film capolavoro realizzato da Franco Zeffirelli e il filmato realizzato da La Nazione con il racconto dei lettori e dei giornalisti. Eppoi foto, i banchi multimediali e i reperti dell'epoca. C d che ft fítm ' 1 LLí <` d avvero eozionante, ci ha entusias m ato - dicono i visitatori della mostra -. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle quei traici momenti ed è stato come riviverli» FAMIGLIE, angeli del fango, testimoni diretti dell'evento ma anche tanti giovani che dell'alluvione avevano soltanto sentito parlare. In fila per entrare in auditorium ci sono fiorentini di ogni generazione, tutti accomunati dalla vaglia i documentari e di rivivere quei momenti La mostra sull'alluvione dei '66 allestita nell'auditorium de La Nazione resterà aperta al pubblico fino al 19 novembre. L'ingresso è gratuito: è aperta dal lunedì al sabato, con orario 9,30-12,30 e 15-18, chiusa invece la domenica Alluvioni in Toscana Pagina 7 'f..k nG+7 AiM . , .. . _. . ! r?f ., V .:% J .. . . r,;!: n .. .. . tatori della mostra davanti allo spazio multimediale allestito con le immagini e gli scatti in bianco e nero dei lettori e dell'archivio de La Nazione Nella foto sopra la proiezione del film realizzato da La Nazione con il racconto dei giornalisti e dei tipografe nell'auditorium del giornale Alluvioni in Toscana Pagina 8 I - .. . - 1 NUMEROSE LE RICHIESTE DI AIUTO Al VIGILI DEL FUOCO PER RAMI E ALBERI CADUTI, ALLAGAMENTI E CORNICIONI PERICOLANTI T'C _ ° T UNA TROMBA D'ARIA HA SCOPERCHIATO IL TETTO DELLA VECCHIA STAZIONE DI RIPAFRATTA. ALBERI ABBATTUTI E STRADA A LUNGO CHIUSA LA FURIA DEL VENTO HA DIVELTO LE PROTEZIONI INVERNALI DEL BAGNO MIRAMARE: GRAVI DANNI, SCOPERCHIATE INTERE FILE DI CABINE Am in piena: la c e .®ne civile d' di GUGLIELMO VEZZOSI ALLARME maltempo su tutta la provincia con due feriti per un albero che, abbattuto dal vento, ha colpito due auto in transito.[/EMPTYTAG] Gravi danni anche per la tromba d'aria che ha colpito il litorale e forti disagi soprattutto nei territori di San Giuliano e Vecchiano. Paura per l'Arno in piena, dove è attesa 1 ondata di piena da Firenze. E' questo, in sintesi, il bilancio di una domenica funestata i Arno: ore d'ansia per l'arrivo dell'ondata da Firenze Rientra fallar e-Serchio Alluvioni in Toscana INAZIONE UOMINI E MEZZI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEI CONSORZI DI BONIFICA PER TENER LIBERALA RETE DISCOLI E CORSI D'ACQUA a I' `e , Tromba d' 'a sul litorale da una violenta perturbazione che ha investito il nostro territorio facendo elevare l'allerta meteo fino al livello arancione con un nuovo avviso di forte criticità prolungato fino al pomeriggio di oggi. Tutti mobilitati, oltre ai vigili del fuoco, uomini e mezzi dei Comuni, della Protezione Civile e dei Consorzi di Bonifica. Andiamo per ordine. FERITI - Decine gli interventi dei vigili del fuoco, per rami e alberi caduti sulle strade, nonché rimozione di pali, cartelli e cornicioni abbattuti dal vento. L'episodio più grave intorno alle 1 di notte lungo l'Arnaccio quando un gros- so platano, abbattuto dalla tempesta, è piombato sulla sede stradale travolgendo due auto che viaggiavano in senso contrario. Alla guida erano due giovani, rimasti entrambi feriti per fortuna non in maniera grave: entrambi sono stati trasferiti in ospedale per cure e accertamenti. Un altro grosso albero è crollato lungo la via per Marina di Vecchiano bloccando la strada, ma per fortuna in questo caso non ha colpito veicoli in transito: Pagina 9 danneggiato però un pilota dell'energia elettrica. Grossi rami sono caduti anche sul viale d'Annunzio ostacolando la circolazione. FIUMI - Arno e Serchio si sono ingrossati in poche ore superando i livelli di guardia e questo - in una inquietante coincidenza - proprio nei giorni del 50° anniversario della disastrosa alluvione del 1966. A destare apprensione è proprio l'Arno. La protezione civile comunale di Pisa ha diramato ieri l'allerta per la piena del fiume che resterà in vigore per tutta la giorna- L'incidente più g rave lu ngo l'Arnaccio : una pianta ha travolto due auto in transito ta di oggi. Il forte vento di libeccio rallenta sensibilmente la corsa del fiume ingrossato verso il mare. Per l'intera giornata il livello del fiume è continuato a salire. Il passaggio della piena - che ieri ha causato non pochi problemi nel bacino fiorentino - è atteso entro l'alba di oggi. La Regione ha attivato il «Servizio Piena» aprendo una sala di monitoraggio sull'andamento del fiume. La scorsa notte ha invece destato preoccupazione il Serchio, in piena e a rischio esondazione. Molta gente è salita sugli argini ricordando il dranum del Natale 2009 quando il fiume ruppe gli argini sommergendo Migliarino. Poi per AVI G)A " H 1 Qui sopra, l'effetto della tromba d'aria al bagno Miramare; in alto a sinistra, l'Arno a ponte di Mezzo ieri pomeriggio; al centro, la devastazione alla Stazione di Ripafratta nella notte e al mattina fortuna verso le 4.30 il flusso delle acque è iniziato a diminuire e di conseguenza il livello si è abbassato. Sull'intero territorio vecchianese sono in azione uomini e squadre del Consorzio i Toscana Nord per eliminare gli ostacoli lungo la rete di scoli e canali. Uno degli interventi più impegnativi è stato quello alle cateratte tra il Canale Ozzeri e il fiume Serchio, in località Rigoli, per rimuovere un grosso tronco d'albero rimasto incastrato di traverso, che stava bloccando il deflusso dell'acqua. Attenzione sul Lago di Ma ssaciuccoli salito a +32 a causa delle intense piogge, ma per fortuna il mare riceve regolarmente. STAZIONE scoperchiata Danni ingenti nel cuore della scorsa not- te alla stazione ferroviaria di Ripafratta, in particolare al tetto, per la quale però non è stato possibile intervenire fino alla disattivazione della linea elettrica da parte del personale dell'Enel. Una violenta tromba d'aria, infatti, si è abbattuta sulla zona, è ha letteralmente scoperchiato la vecchia stazione. Fortunatamente non ci sono feriti. La furia del vento ha sradicato anche alcune piante secolari in prossimità della Stazione, che sono crollate sulla via Vecchia per Pisa, chiusa a lungo. LITORALE - Flagellato dal vento tutto il litorale pisano. Anche qui, nel corso della notte, una tromba d'aria ha colpito l'area del bagno Miramare : scoperchiati tetti e alcune file di cabine, divelte le protezioni posizionate per l'inverno: i danni sono ingenti, una stima approssimativa parla di decine di migliaia di euro. Atteso l'arrivo dell'ondata di piena da Firenze che ieri ha fatto innalzare oltre i livelli di guardia il fiume. A Pisa l'acqua ha continuato a crescere per l'intera giornata. La Regione ha attivato il «Servizio Piena » aprendo una sala di monitoraggio costante del fiume Alluvioni in Toscana Pagina 10 k,_ M Alluvioni in Toscana Pagina 11 L'ALLARME RIENTRA La Lima viene monitorata di continuo Il sindaco: «Seguito il piano comunale» LA PIOGGIA sulla Montagna pistoiese è caduta senza sosta nella notte fra sabato e domenica. Ma per fortuna il bilancio dei danni è risultato pressoché uguale a zero. E stata comunque una notte di la tensione, vista l'allerta diramata dalla protezione civile, tanto che il Comune di San Marcello aveva già predisposto un piano di evacuazione per le frazioni di La Lima e Mammiano, situate a valle delle dighe lungo il torrente Lima, la cui attuazione non si è resa necessaria. «La situazione è sempre rimasta sotto controllo - spiega il sindaco Silvia Cormio - anche se il livello dell'acqua nel Lima è salito rapidamente, fino alla porta di 190 metri cubi al secondo registrata alle 2 di notte. Ricordo Alluvioni in Toscana che al raggiungimento della soglia di 220 metri cubi al secondo, il Comune deve attivare le procedure di evacuazione. Sabato abbiamo ritenuto opportuno avvisare popolazione dell'allerta diramata e dell'eventualità di dover lasciare i due paesi, con un messaggio assolutamente non allarmistico. Sono stati molti gli apprezzamenti ricevuti dai cittadini. Avevamo già ottenuto la disponibilità di quattro alberghi ad ospitare eventuali sfollati e dei bus Copit per spostare le persone. Per fortuna, dopo una fase di andamento alterno, il livello dell'acqua è calato e alle 11 di questa (ieri, ndr) mattina aveva raggiunto i 90 metri cubi al secondo. Quanto al messaggio II sindaco Silvia Cormio in Alertsystem, mi è stato riferito che non tutti lo hanno ricevuto. In effetti, Viene diffuso solo ai telefoni registrati. Chi non l'avesse ancora fatto, può inserire il suo numero tramite un apposito link sul sito web del Comune». ev Pagina 12 I 'LE LE ACCUSE DI ELENA BARDELLI Cfit;.cítà ® via Pontas sio e m centro «Problemi s tombini e fognature» «SONO BASTATE poche ore di pioggia per far andare di nuovo in tilt via Pontassio e la zona di Piazza Vittorio Veneto a Casalguidi. La prima via è stata allagata, con fuoriuscita da tombini e grate di liquame carta igienica ed escrementi, che hanno reso l'aria irrespirabile ; nelle vie adiacenti alla Piazza, soprattutto in via Bucigattoli e in via Martiri della Libertà». Disagi anche nel comune di Serravalle Pistoiese per il maltempo. A segnalarli è Elena Bardelli, consigliere di opposizione che chiede interventi all'amministrazione comunale. «L'acqua è entrata in alcuni negozi e private abitazioni - racconta Bardelli -. Abbia- Alluvioni in Toscana mo presentato due interrogazioni distinte per ognuna di queste criticità e abbiamo sollecitato pubblicamente l'intervento dell'Amministrazione, ma il sindaco e la giunta non hanno mai mosso un dito. Come mai per la soluzione di questi problemi non ha mai sollecitato l'intervento dell'azienda, a cui il Comune di Serravalle affida il servizio idrico integrato? Come mai, a fronte delle somme corrisposte da parte della collettività, non ha mai preteso da parte di Publiacqua una efficiente erogazione delle prestazioni manutentive ordinarie e straordinarie delle condutture fognarie?» Pagina 13 Bisenzio e Ombrone ieri sotto controllo, ma preoccupa l'ondata di piena dell'Arno Pioggia, grandine e raffiche dï vento Altre ore di apprensione per i fiumi Restano chiuse le piste ciclabili. Albero cade in strada a Canta gallo DOMENICA di apprensione per pioggia, vento, grandine ed il livello dei fiumi sotto stretta sorveglianza con un occhio all'ondata di piena dell'Arno, che è stato minaccioso per tutta la giornata di ieri. Resta valido fino a stamani l'allarme meteo per Prato e provincia - il livello di emergenza è stato arancione fino a mezzanotte di domenica per poi diventare giallo - dopo una notte di pioggia ininterrotta ed una giornata trascorsa fra rovesci concentrati e molto insistenti. Un violento temporale si è abbattutto sulla città intorno alle 11,30. La pioggia ha raggiunto i 190 millimetri alla stazione di Vernio, 80 a Cantagallo e sotto i 60 a Prato. Per fortuna non si è registrato nessun danno in città dove le squadre della Protezione civile hanno monitorato ininterrottamente il livello dei fiumi e le condizioni della viabilità. «Ringrazio tutti coloro che la notte scorsa hanno lavorato per la tranquillità dei cittadini - ha sottolineato ieri mattina il sindaco Matteo Biffoni - in particolare le squadre del sistema di Protezione civile, i volontari, i tecnici del Centro situazioni e le squadre di Consiag servizi». Sia i tecnici del Ce.Si. (Centro situazioni) che squadre istituzionali (Consiag servizi) che le 9 squadre del volontariato di Protezione civile hanno proseguito ininterrottamente ad un continuo controllo sul territorio comunale ed in particolare sui punti a maggiore criticità quali i sottopassi stradali ed alcune zone sensibili. Ieri mattina Sergio Brachi, responsabile della Protezione civile, ha disposto la chiusura delle piste ciclabili lungo i corsi d'acqua «solo per un motivo di sicurezza. Rimarranno non praticabili fino a stamani spiega - Non ci sono problemi per i fiumi come Bisenzio ed Ombrone: l'innalzamento è al di sotto del primo livello di guardia, anche se l'apprensione è tanta soprattutto per l'attesa ondata di piena dell'Arno». In mattinata è stato necessario chiudere via del Lavacchione parzialmente allagata, come pure via dei Trebbi che è stata riaperta intorno alle 12,45, come pure via del Malfante. Il maltempo ha fatto danni in Vallata: nella mattinata di ieri un albero si è abbattutto per il vento e la pioggia al centro di via della Rasa, a Cantagallo. Il tronco ha ostruito il passaggio delle auto e di fatto ha isolato le abitazioni soprastanti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Vaiano. Intanto sulla Sr 325, sempre ieri mattina, una jeep è andata fuori strada alla Briglia. L'incidente è avvenuto alle 9: il mezzo stava provenendo da Vaiano quando il conducente ha perso il controllo forse per l'asfalto bagnato dalla pioggia. Il conducente non si è fatto niente. Sul posto un'ambulanza del 118 e i vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza una tubatura dell'acqua danneggiata nell'urto con la jeep. Inoltre una squadra dei vigili del fuoco è partita alla volta di Arezzo in supporto dei colleghi per le criticità causate dalle esondazioni. Sa.Be. , 2q,pnn5,mc l', i n,un, Alluvioni in Toscana Pagina 14 Minaccioso, ma senza fare danni, il fiume è rimasto nell'alveo e le 35 famiglie nelle golene tra Vecchiano e San Giuliano Terme sono restate in casa nonostante l'ordinanza di evacuazione IIi VECCHIANO Guardato con apprensione, ma per una volta non dannoso, il Serchio è rimasto nel suo letto. grazie alla sua E, "compostezza", sotto le coperte sono restate le 35 famiglie allertate tra Vecchiano e San Giuliano Tenne, beneficiarie di un contegno del corso d'acqua niente affatto scontato. Nessuna evacuazione per le case presenti nelle golene. «II fiume è rimasto ampiamente nel suo alveo» sottolinea il sindaco Massimiliano Angori che alle 13, d'intesa con la prefettura, ha chiuso il centro operativo comunale. Emergenza cessata. Il pericolo, senz'altro incombente, non ha, però, materializzato quei danni impressi con la forza del disastro nel Natale del2009. chiano ci sono problemi di allagamenti - riprende Angori -. Devo dire che, consultando anche il professor Raffaello Nardi, segretario dell'Autorità di Bacino, il tempo di ritorno dell'intensa precipitazione di sabato è stimato in un secolo. E servita la manutenzione importante di tratti tombati delle condotte fognarie. Quando l'evento ha diminuito la sua forza l'acqua se ne è andata». L'ordinanza di evacuazione era stata firmata solo a scopo precauzionale. «Prima le ho avvisate e poi ho scritto l'ordinanza, ma non era il caso di farle andare via- precisa il sindaco -. É stato un atto rimasto solo sulla carta». La buona notizia è che il giorno dopo la grande paura non si contano danni. Il Consorzio 1 Toscana Nord ha schierato operai e tecnici per contenere le eventuali esuberanze del Serchio e del reticolo dei suoi affluenti. Sono stati verificati in modo particolare i corsi d'acqua, per intercettare eventuali ostruzioni di ostacolo al deflusso. «I canali sono risultati in ordine dato che era stata eseguita lo scorso mese la regolare e programmata manutenzione autunnale» spiegano dal Consorzio. Attenzione concentrata su Filettole e Avane, perla prevista piena del Serchio, che dai modelli in un primo momento sembrava essere importante e che poi ieri mattina si è rivelata meno minacciosa di quanto ipotizzato. (p.b.) DR! PROOIIZIONE RISERVATA Una notte insonne e poi il sospiro di sollievo per l'amministrazione di Vecchiano. «Siamo riusciti a superare i momenti più critici- esordisce il sindaco Angori -. Eri andata bene anche perché il mare nella notte non era ancora cresciuto e ha ricevuto molto bene. Quindi tutta l'ondata che il Serchio si portava dietro è andata tranquillamente in mare. Se avessimo avuto un mare ingrossato, oggi racconteremmo un'altra storia». L'intralcio alla circolazione, per le piante cadute a causa di un fortunale arrivato a sommarsi a una pioggia capace di sfiorare i 100 nnn in poche ore, è stato segnalato in via Traversagna e lungo via Galilei a Filettole dove i vigili del fuoco sono stati impegnati nella rimozione sulla carreggiata. Nella zona di Traversagna è stato il Comune a muoversi in modo più autonomo per liberare le strade dagli alberi. «A Nodica, Migliarino e Vec- il sindaco Angori: « fiutati anc he dal m are che ha ricevuta bene» Alluvioni in Toscana Pagina 15 Alluvioni in Toscana Pagina 16 Il Comune: «Maltempo, dann i contenuti» L ga insiste: « anutenzione inesistente» Ancora polemiche per la situazione dopo la «bomba d'acqua» L'ONDATA di maltempo che si è scatenata durante l'ultimo fine settimana fa discutere a Montecatini. Nel mirino ci sono le modalità con le quali il Comune svolge le attività di manutenzione di caditoie e tombini. L'amministrazione sottolinea di essere stata «al lavoro incessantemente per tutta la difficile giornata di ieri, caratterizzata da fortissime piogge, e solo l'impegno congiunto degli uomini dell'ufficio tecnico, della protezione civile, dei vigili urbani e dei mezzi di ripulitura strade ha fatto sì che i danni e i disagi siano stati contenuti. Ai lavori hanno partecipato in prima persona per lunghe ore il sindaco Giuseppe Bellandi, il vicesindaco Ennio Rucco e l'assessore ai lavori pubblici Franco Pazzaglini. Nonostante le forti precipitazioni non abbiamo avuto problemi seri la manutenzione e il controllo delle caditoie sono stati eseguiti sia prima e durante le precipitazioni e continueranno anche dopo. La caduta di molte foglie visto il periodo autunnale ha complicato le cose sia ai tombini del parco termale che altrove. I lavori costanti e ben coordinati hanno permesso di riaprire in fretta il sottopasso all'ippodromo, rendere agibile il parco termale e anche far defluire le acque da viale Diaz in tempi ragionevoli». processo programmato e continuo. Non si può limitare alle prime piogge o alle segnalazioni dei cittadini, perché le foglie, il fango e la sporcizia intasano tutto l' anno l' accesso alle fognature e poi negli ultimi anni assistiamo a piogge torrenziali in grado di allagare quasi tutte le strade se le caditoie non sono pulite. Per evitare che un fiume d' acqua dalla pineta arrivasse in viale Verdi e viale Manzoni si è trovata una soluzione tampone, creando una barriera di detriti che deviasse l' acqua nel rio Castagnaregola, ma non si può andare avanti così! Una cosa è certa, il settore lavori pubblici è allo sbando, infatti non c'è un dirigente in grado di programmare tutta l' attività di manutenzione che riguarda in particolare le fognature bianche e nere, perché ci sono casi di fognature rotte che fanno allagare magazzini e abitazioni». DI TUTT'ALTRO avviso è la Lega Nord. «Ci risiamo con gli allagamenti - dice il Carroccio - va sempre peggio perché oltre alle zone ormai critiche come il sottopasso dell' ippodromo, viale Diaz , la zona del mercato e la pineta si sono avuti in quasi tutta la città. La manutenzione di caditoie e tombini, così come quella di marciapiedi, strade e alberature deve essere un a A Sant' Atlucio di Uzzano, nella zona meglio conosciuta come Villa del Vescovo, e scivolata sulla carreggiata una porzione di muro risalente alla fine del mille e settecento. Le intense piogge cadute nella giornata di sabato sono le prime cause dell'incidente. ALbe ri cadu ti La tempesta di vento e pioggia della notte fra sabato e domenica ha causato la caduta di diversi alberi in aree pubbliche e private. Una frana A Montevettolini, nel comune di M onsummano, si e registrata una frana dopo le abbondanti piogge di sabato e delta notte. Protezione civile al lavoro. finiscer in strada 11 sottopasso afi'ippodromo , da sempre uno dei punti cu tici in caso di pioggia Alluvioni in Toscana Pagina 17 nae S ií d í cee " sposa sposa bagnata sposa fortunata ?f , Ma nel novembre R PONTEDERA Quel giorno, il 5 novembre 1966, il destino prese fin troppo alla lettera l'adagio "Sposa bagnata, sposa fortunata". Adriana si sarebbe accontentata di una pioggerella autunnale: un'alluvione, capirai, non era certo nei suoi piani. All'epoca, Adriana Giun tini, pontederese, figlia di Giannino, il mitico melomane che fu amico dei più grandi cantanti e direttori del 900, aveva 25 anni. Cinque di meno ne aveva il suo fidanzato, Giuseppe Ventura , siciliano. Oggi la coppia abita a Pisa. «Ah sì, tra noi fu colpo di fulmine, come si dice», racconta lei con voce squillante, vibrante. «Ci siamo visti, scelti e acchiappati all'istante, oggi si direbbe "in tempo reale", come si manda un fax, una mail. Coppia freschissima, si decise di fare il grande passo. Fissammo la data per il "sì": il 5 novembre del '66. Doveva essere di mattina, in duomo. Poi il programma prevedeva un rinfreschino Alluvioni in Toscana all'Hotel Armonia: una cosa per pochi intimi, giusto i parenti e gli amici stretti, mamma era mancata da pochi mesi e, d'accordo con babbo, si scelse la sobrietà. Invece macché, l'Era rovinò tutto. Per ogni dove, metri d'acqua alta e fango, il duomo e l'Armonia allagati, imbrattati, come il resto del centro di Pontedera, negozio di babbo compreso. Un disastro. Ma, caparbi, per niente scoraggiati - ah, l'entusiasmo della gioventù! - io e Giuseppe non le si dette vinta, all'alluvione. Ci si sposò uguale. Il giorno dopo, a Bientina. Dove ci accolsero come eroici reduci sopravvissuti alla furia delle bombe. Le campane a festa, i baci e gli abbracci della gente: sì, un momento indimenticabile». L'Era ruppe l'argine della "Montagnola" alle 14.30 del 4 novembre di cinquant'anni fa. In città fu il finimondo. «Abitavamo in via Marconcini, angolo via Ranieri Gotti, la strada dove babbo gestiva il suo negozio di stoffe; "Ditta Ezelino Gronchi - Tessu- f ' dest í no esager ò ti", si chiamava così - racconta Adriana - Giovedì 3 era già tutto pronto per la cerimonia: chiesa prenotata, abito da sposa in attesa d'essere indossato - la mia amica sarta ci aveva lavorato di fino: aveva fatto questo cappottino bianco che era un amore. Dalla mattina di venerdì 4, con le brutte notizie che arrivavano da Firenze e con l'Arno che già ci terrorizzava, si capì che non era aria. Poi, nel pomeriggio, l'inondazione. Telefonai a Giuseppe, che era a Pisa. "Giuseppe, l'acqua alta, va tutto a monte_". Lui sbalordito: "Eh? Che dici? Che acqua alta?". Non sapeva ancora nulla, non si capacitava. Gli raccontai di quel che stava accadendo da noi a Pontedera. Fu durante quella chiacchierata concitata che approntammo il piano d'emergenza». Salirono tutti su una Fiat 500. Adriana e Giuseppe, i promessi sposi; e Silvia, sorella di Adriana, col fidanzato (oggi marito) Paolo. «Non appena si poté metter piede in strada, si raccattò i documenti e si raggiunse alla meglio questa macchinina; poi si disse "Va bene, ora si cerca un posto che non sia allagato. Il primo che si trova è quello buono: ci si ferma e si sente se ci sposano. Ero in pratica vestita "da casa", il cappottino bianco era intrappolato in casa della sarta. E babbo non poté venire: sulla 500 in cinque non ci s'entrava. Arrivammo in una Bientina deserta nel pomeriggio di Wn , ,, cu.eiy, i i o on n01 Pagina 18 domenica 6 novembre. Si parlò con don Silvano Falaschi, prete esorcista, gli si spiegò il nostro strano caso. Lui non fece discorsi: "Tranquilli, vi sposo io!". Fece la messa serale apposta per noi: a quei tempi ancora non c'era. Grazie al richiamo delle campane, la "chiesa degli indemoniati" si riempì in un attimo. C'era gente anche sui pulpiti: tutto pieno. Don Falaschi, durante l'omelia, disse: "Facciamo un applauso a questi due giovani, che da Pontedera, cittadina che fino a ieri sera credevamo morta, hanno portato la vita". Fummo portati fuori in trionfo. Due signori di Bientina offrirono il rinfresco: "Venite a casa nostra, ragazzi coraggiosi - dissero tutti contenti - si brinda lì!". Scattarono an che molte foto, che poi, carinissimi - mi spiace non ricordarne il nome - ci fecero avere. Dopo 25 anni da quel giorno, saremmo tornati a Bientina, da don Falaschi, per salutare, con una nuova cerimonia, l'importante traguardo raggiunto dal nostro matrimonio. A cui, in un modo o nell'altro, l'acqua portò fortuna davvero». Andrea Lanini Adriana Giuntivi e Giuseppe Ventura , a destra il giorno del matrimonio celebrato a ientina (e nona Pontedera come previsto) il 6 novembre (e non il 5) Alluvioni in Toscana Pagina 19 A Santa Croce sull'Arno una mostra diffusa nei negozi e nel palazzi II Comune di Santa Croce sull'Arno presenta "1966 La Grande Alluvione " un programma ricco di iniziative in occasione del 50 1 anniversario dell'alluvione che nel 1966 colpì tutta laToscana ed anche la nostra cittadina . Sono ben due le mostre fotografiche che racconteranno quei drammatici giorni. La prima dal titolo "A come Arno" - che sarà allestita dal 10 al 19 novembre nel Centro polivalente di Villa Pacchiani in orario 17 -19 - rappresenta un viaggio multimediale lungo un fiume al centro della geografia e dell'identità italiana a cinquant'anni dall'alluvione, un progetto realizzato in collaborazione con i fotografi Paolo Cagnaccl e Matteo Cesari e con la direzione creativa di DER*Lab che ne ha curato anche la piattaforma multlmedlale. II progetto è stato presentato in consiglio regionale. La seconda mostra, "1966 - L'al l uvione a Santa Croce sull'Arno", sarà una mostra diffusa nei negozi e nei palazzi comunali, allestita dal 15 al 30 novembre per ricordare i giorni successivi alla notte tra il 4 e il 5 novembre del 1966, quando l'Arno , dopo aver rotto Alluvioni in Toscana gli argini a Ponticelli di Santa Maria a Monte, sommerse il territorio comunale . Dal 15 al 30 novembre, in collaborazione con l'Istituto comprensivo di Santa Croce , i ragazzi delle classi il della scuola secondaria di primo grado realizzeranno interviste ai testimoni di quei giorni, tutto il materiale verrà raccolto e successivamente organizzato per una eventuale pubblicazione. Completano il calendario delle iniziativele presentazioni di due libri: "Lungo l'Arno" di Saida Grifoni, programmata per sabato 12 novembre alle ore 17.30 nel Centro polivalente di Villa Pacchiani, uno strumento di facile lettura per conoscere l'Arno e recuperare il rapporto con il fiume; e "Maldifiume" di Simona Baldanzi mercoledì 23 novembre alle 21.15 nella sala Russo Parenti della biblioteca comunale "Adrio Puccini" che vuole essere un percorso di ricerca, di ascolto e di scoperte, un viaggio lento fatto a piedi, in bici, in barca , in auto, per seguire le storie di chi lungo l 'Arno vive. Tutte le iniziative sono ad ingresso libero. Info: telefono 0571.30642 Pagina 20 Dei, a, 41n '2 li i valori dC2a s - &2a új E,,2artú PITEGLIO. I valori di allerta per la diga della Lima sono stati rivisti proprio in questi giorni e sono stati innalzati. in passato il valore di allerta combaciava con 70 metri cubi al secondo della portata del fiume Lima, mentre adesso è stato innalzato a 220 metri cubi al secondo. La notizia è stata data dal sindaco di San Marcello Silvia Maria Cormio, in occasione delle abbondanti precipitazioni piovose che durante il fine settimana hanno colpito la montagna pistoiese. «Nel mese di ottobre - spiega Cormio - ci siamo rapportati con l'ufficio tecnico delle dighe di Firenze per riuscire a far cambiare certi parametri di allarme relativi alla diga della Lima. Viste le sue caratteristiche mantenere in futuro i valori precedenti non era più conveniente. Quindi siamo riusciti a innalzarli e portare a 220 metri cubi al secondo il valore dell 'allerta, quello che fa scattare la protezione civile (prima era 70 metri cubi ndr ). L'evacuazione scatta invece con una portata di 463 metri cubi al secondo . Con questi numeri siamo molto più sicuri, anche perché in passato rischiavamo davvero di creare un procurato allarme». Poi Cormio puntualizza sul sistema di avviso telefonico, come è scattato sabato pomeriggio per informare la cittadinzasu cosa stesse succedendo e quali erano i comportamenti da tenere. «Alcune persone mi hanno detto che non hanno ricevuto la telefonata di allerta. Succede a chi non è registrato , colgo pertanto l'occasione per invitare chi non l 'avesse ancora fatto, ad andare sul sito del Comune e registrare il proprio numero sia di cellulare che fisso sul link : sistema di informazione telefonica di emergenza ». (Car Bar.) Alluvioni in Toscana Pagina 21 SANOY G A F F It www.sandycaffe.com aSeguici anche su B a l! i- Martedì a novembre 2016 Anno XXXIV n. 310 Earo 1,40 www. co rri e red ia rezzo. it - IRfllf T. dII`,l I] (sa oggi al voto L'America sccgiie il nuovo presidente apaglna37 Il dopo I,C'opolda Belsa.ni infuriato Sll1Lstu Pd adatt<1(Y',o 11' apaglna38 Manovra Junker bacchetta Renzi e [Italia Garage devastati Un cumulo di oggetti tolti dai fondi allagati in via della Cella, simbolo dei danni diffusi dopo il maltempo. Intanto si studiano soluzioni alle pagine 19 e 11 Ill' apaglna37 Giudizio immediato vae! raso del furgone portavalori Lui tace, i telefonini nova svelano il mistero (lei complici e dor'e finito il metallo Abusi pir-escritti, cade l'ultima accusa oro sparito IJper 4 milioni, Di Stazio verso il Ypproce sso "Violentata da mio cugino" Assolto anche per siding AREZZO - Verso il processo con rito immediato per Antonio Di Stazio, sessantenne ex guardia giurata Securpol accusato del furto di verghe d'oro che trasportava nel furgone, l'11 luglio scorso. La procura si accinge a chiudere l'inchiesta, dalla quale non sono emerse risposte agli interrogativi principali: il vigilante aveva complici? Dove è finito il metallo prezioso. L'agente non parla. E' stato trasferito al carcere di Perugia. La difesa potrebbe chiedere un rito abbreviato per allegge1 a pagina 13 rire l'entità della pena. Luca Serafini rl caso coop La Perla a "1'vli manda Psaitre" a pagina 14 CASTIGIION F.N0 A Vip cerca 15 Clriaimre etelelbnaadrltneIli k apagina25 AREZZO-Assolto anche nel processo per stalking l'uomo di Sansepolcro che Li cugina aveva accusa- to di ripetute violenze sessuali, per trenta anni, da quando era 14enne. In quel caso i reati erano prescritti. Ora `il fatto non costituisce reato". a pagina 17 Avvocato Luca Fanfani ha difeso l'imputato Sport Per le ragaz e amaranto un 2-2 al "Roberto Loi entini Lega Pro Arezzo Calcio Femminile Pari contro il Padova E ora c'è il Subbiano Arezzo: una settimana in città Allenamenti anche al 'Nespoli' AUTO - MOTO - CONVERGENZA apaglna29 Eccellenza , Promozione e Prima Categoria / a pagina 31 Bomber e Top 11 e vince il Rally in Algeria Alluvioni in Toscana / a pagina 34 Allenamenti amaranto questa settimana si resta in città ' a pagina 29 Pagina 22 Anghiari la zona più colpita Per agricoltori e allevatori uno schiaffo che fa male ANGHIARI - Una situazione che lentamente è tornata alla normalità. Il violento nubifragio che nella notte tra sabato e domenica si è abbattuto in Valtiberina ha comunque lasciato segni molto evidenti. Le problematiche più accentuate sono state registrate nel territorio comunale di Anghiari: arterie di estrema importanza chiuse al traffico poiché allagate, aziende e abitazioni con almeno trenta centimetri d'acqua all'interno. Di fondamentale importanza è stato il lavoro svolto dai volontari della Protezione Civile e dei vigili del fuoco del distaccamento di Sansepolcro. Ci sono decine e decine di ettari di terreni ancora sommersi dall'acqua, così come fossette laterali alle strade ancora sature: proprio la scarsa manutenzione e la pulizia ha portato a degli allagamenti. Il giorno dopo qualche disagio era ancora presente in Valtiberina, ma tutto nella norma: si tratta per lo più di fango presente nella sede stradale e pure in alcuni garage. C'è però l'aspetto legato alla conta dei danni: proprio così perché se da una parte c'è il settore agricolo, dall'altra ci sono quelli alle cose materiali. Nei prossimi giorni saranno effettuati ulteriori sopralluoghi nei punti dove si sono manifestate le maggiori criticità: la zona di Tavernelle, San Leo e Viaio. A Sansepolcro i danni maggiori si sono presentati nella frazione di Gragnano, dove si è allagata una stalla con degli animali, e nell'altra di Gricignano dove una famiglia per alcuni minuti è rimasta isolata. Il fosso laterale ha esondato, invadendo sia la sede stradale che di conseguenza il garage e tutto il piazzale. Allarme rientrato in serata anche per il Tevere nel centro di Pieve Santo Stefano che per alcune ore aveva fatto temere il peggio, tanto da dover chiudere un paio di ponti. Tecnici e personale sia comunale che della provincia di Arezzo impegnati anche per l'intera giornata di ieri. La Valtiberina nell'ultimo periodo deve fare sempre più i conti con fenomeni atmosferici troppo accentuati. Davide Gambacci M Unni nn-ei 0u Iru Irnu1i nDul,i mllui'u, Alluvioni in Toscana Pagina 23 Donna racconta gli attieni drammatici bloccata in r<c o alla strada diventata fiume. Saltata su un nnarciaDcde poi la sah,,rz a "L' auto si èfermata e' di Michele Bossini VALDARNO - Una donna messa in salvo a Capannole, dopo che era rimasta bloccata dall'acqua all'interno della propria auto in seguito all'esondazione dell'Ambra. Una brutta esperienza, quella vissuta nella mattinata di domenica da S.C. (ha chiesto gentilmente di non pubblicare il suo nome per esteso) e che le è sembrata durare quasi un'eternità. "Stavo venendo da Badia Agnano, più o meno arrivata a Capannole ho incrociato due macchine che provenivano dal senso opposto e ho pensato che si potesse procedere. anche perché non c'erano segnali di divieto. Andan- in un ahi.®è do avanti - racconta - ho trovato un po' d'acqua e non appena ha toccato la marmitta, la macchina si è spenta. Ho provato a riaccenderla ma non è ripartita, mentre voltandomi ha notato che il livello dell'acqua in pochissimi istanti era salito fin quasi agli specchietti". Nonostante la paura. S.C. ha aperto la sportello di destra (quello dal lato del passeggero per intendersi) dove c'era un marciapiede abbastanza alto in corrispondenza di una vecchia casa diroccata, che la donna ha raggiunto con un balzo dopo avervi gettato la borsa e il telefono cellulare, con il quale ha poi chiamato un collega che ha allertato i Vigili del fuoco. ta a h s c 1e •79 "Ero davvero molto agitato, poi è arrivato un conoscente, che insieme ad un giovane della protezione civile mi ha visto: è passato dietro la casa diroccata e con una vecchia scala a pioli in ferro, mi ha preso da quello che era stato il mio rifugio e portato nel giardini delle vecchia abitazione, da lì poi tutti a tre a turno con la scala abbiamo superato il muro di recinzione a una volta a terra sono arrivata al sicuro". Una disavventura che per fortuna si è conclusa nel migliore dei modi e che può essere raccontata, con la consapevolezza di avere vissuto una gran brutta situazione in una domenica nella quale l'Ambra in Valdarno ha fatto davvero paura. -------------------------------------------------------------------------------- Alluvioni in Toscana Pagina 24 Ghinelli e la fase due. potenziare le fognature. Priorità e finanziamenti "Inviale Santa Margherita, collettore da raddoppiare " di Luca Serafini AREZZO - Chi amministra deve guardare oltre. E' questo il suo compito. Una città che si allaga con questa facilità, è una disfatta: quindi urge intervenire. E al Comune di Arezzo, una volta passata l'emergenza, è iniziata la fase due, quella della, soluzione dei deficit strutturali nelle fogna- ture. Con la consapevolezza che è un'opera difficile, mastodontica. Ma da fare. Sindaco Ghinelli, da che parte iniziare? "La rete fognaria di Arezzo non è più all'altezza della situazione e questo lo abbiamo visto. Il passo successivo è adeguarla. Ma una cosa del genere non si improvvisa, va studiata, programmata. In base alle priorità. Occorre recuperare gli studi di rischio idraulico, valutare, procedere con interventi mirati per risolvere i casi critici, mirando al maggior risultato con la minor spesa." Servono molti soldi. R "E' così. Quindi vanno individuate linee di finanziamento precise. Impegno dell'amrninistrazione comunale è quello di darsi da fare su questo fronte, ma bisogna procedere con criterio, consapevoli del problema e dei limiti". Può fare una scaletta di priorità? La situazione di Viale Santa Margherita, però, merita un discorso a sé. "Lungo viale Santa Margherita, in destra uscendo dalla città, scorre un collettore fognario che non è più dimensionato, è troppo piccolo, quindi rigurgita, non cela fa a raccogliere l'acqua dei campi che invade la strada, così finisce nei garage e provoca quello che abbiamo visto. Ecco, rifare questo collettore significa intervenire su diversi chilometri, non su metri, perché si arriva fino al Maspino, a Case Nuove di Ceciliano... Prima di inserire a bilancio uri opera enorme, da centinaia e centinaia di migliaia di euro, occorre una serie di valutazioni e di atti preparatori. Ma l'impegno nostro c'è e ci muoveremo". Capitolo tombini, caditoie. Ci sono occlusioni. Spetta al Comune tenerli puliti, ma anche i cittadini potrebbero `adottare' la propria caditoia. R "Sarebbe una grande cosa, ma la, posso chiedere solo dopo aver fatto, come amministratore, l'intervento di adeguamento che alla città serve. Non ora. Nell'ambito di una condivisione, certo, sarebbe auspicabile il coinvolgimento dei cittadini in questo senso. Ma, ripeto, prima dobbiamo agire noi e migliorare la rete fognaria urbana". Sindaco E ingegner Alessandro Glnn(e? valuta gli interventi da adottare dopo l'emergenza scatenata dal maltempo Come mai non è più adeguata? Cosa è cambiato? R "Prima i campi erano tenuti in un altro modo. Oggi, poi, piove in modo diverso. E i collettori erano calibrati con un punto di criticità che non è più attuale: i tempi di ritorno sono troppo stretti, gli allagamenti troppo frequenti. Per tornare a viale Santa Margherita, il tubo che attualmente c'è, posizionato là dove una volta c'era un fosso, per far bene andrebbe raddoppiato. Da San Clemente in giù. Ed è tanta roba..." "In questo momento no. Rischierei di dimenticare qualche zona e non sarebbe giusto. Ripeto, siamo già al lavoro, ma occorre procedere con criterio e oculatezza". Alluvioni in Toscana Pagina 25 Dopo un fine settimana di pio fa, rientrato lallarme maltempo Per fortuna non ci sono stati feriti, ma i problemi non mancano Strada crollata esegnaletvintilt Si contano i danni SIENA Cessato l'allarme per il maltempo, si fa la conta dei danni. Per fortuna non ci sono stati feriti né conseguenze gravi, ma allagamenti, piccoli smottamenti e grandi disagi non sono mancati. Come in passato. Strad Ancora un pezzo di strada senese che si sbriciola come un castello di sabbia colpito da un'onda. Stavolta si tratta di un tratto della Terrensano-Belcaro. Parte della carreggiata ha ceduto. La foto che pubblichiamo accanto, postata dal sindaco Valentini sul suo profilo facebook, non ha bisogno di ulteriori continenti. La strada era già chiusa perché interessata da un precedente evento franoso. Valentini ci tiene a sottolineare che già entro questo mese inizieranno i lavori di ripristino e che entro primavera la strada sarà nuovamente percorribile. Allo scopo sono stati stanziati già 500mila curo. Certo, forse occorrerebbero studi un po' più approfonditi se è vero che ad ogni pioggia intensa un pezzo di strada viene giù. Vigili I r Ovviamente sono stati giorni particolarmente intensi per i vigili del fuoco, costretti a decine e decine di interventi. La situa- zione sembra comunque rientrata. Importante è stato, nelle ore dell'emergenza, anche il contributo degli operai comunaliche hanno agito in particolare sulla strada di Larniano dove erano cadute delle piante. Casa dello studente Ieri mattina è stato effettuato un sopralluogo per constatare lo stato della struttura che è stata interessata dal crollo. Sono stati individuati i lavori da fare. Tra l'altro non è certo che l'episodio sia legato al maltempo. In ogni caso i disagi hanno riguardato due soli ragazzi, quelli della cameretta dove ha ceduto il controsoffitto. Gli altri studenti, fatti uscire momentaneamente in via precauzionale, sono potuti rientrare praticamente subito nella struttura. Segnale te in tilt Le perturbazioni hanno causato numerosi guasti alla rete cittadina per la diffusione del servizio diffusivo tv. I cittadini e il Comune di Siena hanno eseguito decine di segnalazioni al manutentore, Telecom Italia spa, che - puntualizza il Comune - sta intervenendo con più squadre per il ripristino del segnale, ed è in costante contatto con l'amministrazione per ogni opportuno aggiornamento. Il Comune ricorda in una nota che, per evidenziare la mancanza del segnale tv (fibra ottica) è possibile: chiamare il numero verde 800.222.777, attivo con operatore da lunedì a venerdì in orario 9-13 e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. Fuori orario è possibile lasciare un messaggio nella casella vocale oppure inviare una mail a [email protected] con nome e cognome, indirizzo, recapito telefonico, tipologia guasto. L'operatore Urp richiamerà entro le 24 ore successive escluso sabato e festivi. Prima di contattare il numero verde, è opportuno verificare se la zona è coperta dalla rete cablata (Hfc); se gli altri televisori dell'abitazione, odi altri condomini funzionano perché ovviamente, in tal caso, non si tratta di un guasto alla rete. Zona stadio senza luce A causa di un guasto che ha interessato un trasformatore dell'impianto di illuminazione pubblica, infine, le zone adiacenti lo stadio resteranno prive di luce anche durante la prossime ore serali e notturne. L'amministrazione comunale auspica di ripristinare il servizio nel più breve tempo possibile. S r tluuo I d ❑ ni Alluvioni in Toscana Pagina 26 Una nuova frana ha interessato la Terrensano-Belcaro Ma il sindaco rassicura: "Entro primavera sarà tutto a posto " Una nuova frana E' crollato un altro pezzo della Terrensano-Belcaro Eccola foto che il sindaco Valentini ha postato su facebook Alluvioni in Toscana Pagina 27 L ánalisi del presidente nazionale dei geologi "Città. storiche non al sicuro Servono politiche diverse" SIENA Sono passati 50 anni dallalluvione di Firenze, e certamente molto è stato fatto, ma molto resta da fare. Di certo, a restare è la paura. A mezzo secolo di distanza, la minaccia di una tragedia non è poi tanto lontana, come dimostrano gli effetti del meteo di questi giorni. Così come quelli, ancora più grave, degli anni passati, quando diverse zone della Toscana - spesso la Maremma - sono state letteralmente flagellate dal maltempo. Le città storiche non sono ancora al sicuro. Anche per questo l'ordine dei geologi della Toscana e il consiglio nazionale dei geologi hanno organizzato il convegno "Città storiche ed alluvioni. La geologia e la gestione del rischio", convegno che Alluvioni in Toscana si svolgerà a partire dalle 9,30 di venerdì all'auditorium Cosimo Ridolfi della Banca Cassa di Risparmio in via Carlo Magno 7 a Firenze. A tal proposito il presidente del consiglio nazionale dei geologi, Francesco Peduto, sottolinea che "...se vogliamo finalmente mettere in atto delle azioni serie di contrasto dei georischi, un ruolo centrale, sia dal punto di vista scientifico che da quello professionale, lo gioca proprio il geologo, ma il punto è che siamo ancora lontani da politiche efficaci di salvaguardia del territorio e delle vite umane. Queste sono prevalentemente ancora incentrate sulla riparazione dei danni e sull'erogazione di provvidenze ad even- to accaduto, dimostrando la lontananza da una cultura di previsione e prevenzione, basata sull'individuazione delle condizioni di rischio e volta all'adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell'impatto degli eventi, per le quali sarebbe necessaria anche una nuova cornice legislativa: una moderna legge quadro sulla difesa del suolo attraverso il riordino e il rafforzamento della filiera istituzionale e normativa, che dovrebbe puntare a dare concreta effettività agli obblighi di legge vigenti, sostenendo, anche finanziariamente, gli enti territoriali a questo titolo coinvolti ed a mettere a sistema gli interventi di risanamento e le azioni non strutturali". Pagina 28 PER L'ENNESIMA VOLTA LE ZONE DI VIA BUONCONTE DA MONTEFELTRO E VIALE S.MARGHERITA SONO QUELLE CONI MAGGIORI DANNI. VERSO LA CALAMITA' NATURALE Yi(,F..rt yNf' ;' Cardinali: «E' colpa dei fossi, rete idraulica ko» di ALBERTO PIERINI I MALATI IN AESA di ricovero sono rimasti fino alle 19 a Poggio del Sole. Causa alluvione. «Per fortuna abbiamo una seconda sede ma certo non è normale». Stefano Tenti dirige il centro chirurgico toscano e per carattere non graffia mai. Però stavolta rompe gli indugi. «E' un problema reale, l'accesso alla clinica è determinante e non solo quello». Non accusa, si mette a disposizione. «Siamo pronti anche sul piano economico ad affiancare gli enti pubblici se si tratta di fare interventi di sicurezza idraulica». E in effetti lì la sicurezza non è poi quel granché, specie sotto l'ombrello. Anche domenica tutta la città ha sofferto, ma via Buonconte e viale Santa Margherita hanno sfiorato il dramma. Alluvioni in Toscana «Purtroppo la rete scolante minore è inesistente e nessuno cura più la manutenzione». Giovanni Cardinali, tecnico espertissimo sui limiti del nostro territorio, non ha dubbi. «C'è una situazione orografica che pesa, specie la Catona è in una zona in leggera depressione. Ma se andiamo alla radice, il problema è un altro». Ed è quello che lui chiama cambiamento sociale. «I contadini sono spariti e con loro quell'attenzione religiosa alle foglie, ai fossï. Spesso sulle vie poderali non ci sono neanche le spaccature trasversali per deviare in ruscelli. Tutto arriva alla strada». acque. Questo spiega in parte anche la situazione di Antria». E il consorzio di bonifica ? «Credo sia uno dei settori di sua competenza». Beh, se c'è batta un colpo. L'ANALISI NON cambia anche in Comune, dove tra l'altro il sindaco sta valutando la richiesta di stato di calamità naturale. Ma torniamo all'area nord con Giovanni Baldini, responsabile della protezione civile. «La manutenzione dei fossi è carente e le fognature sono insuf- E QUELL'AREA è lì, al confine fisico tra la città che non è ancora campagna e la campagna destinata a diventare città. «Perfino i cinghiali ci mettono del loro: boschi non più curati, si aprono strade nella boscaglia che poi abbandonate diventano percorsi di scivolo delle Pagina 29 ficienti». Ma a proposito di fogne va oltre. «Ho l'impressione che quando è stata costruita la rotatoria sulla Casentinese, un fosso sia stato deviato in un fossetto lungo, poi tombato, e le cui ruscellazioni sbucano nel Gavardello. E questa potrebbe essere un'altra componente di rischio». Fogne cresciute in lunghezza più che in qualità. «Nei decenni troppo spesso sono stati aggiunti nuovi tratti ma senza Giovanni BaLdini: « et tempo si sono aLLu ngate ai adeguate. IL nodo rotatoria» adeguarli nelle loro caratteristiche alle esigenze reali». Aumentate, anche alla luce della totale amnesia sui campi intorno. Invisibile tutto l'anno, pesantissima quando l'acqua superi, come stavolta, i 120 millimetri in un solo giorno. Peccato che lì, clinica a parte, vivano famiglie e crescano attività. La Catona ai tempi dell'ultimo piano regolatore, era stata indicata come area prioritaria. Con il tempo l'ha persa . E la natura non perdona. L ST RADE 11°7 TILT In alto viale Santa Margherita, all'inizio della Casentinese, e sotto via Buonconte da Montefeltro alla Catona ' , á'. Matat Lu alL, DOVEVANO essere ricoverati la mattina, sono stati lasciati fino alle 18 al Poggio del Sole per poi essere trasferiti solo in serata , alla fine dell'emergenza Stefano Tent ì IL DIRETTORE del centro chirurgico toscano: «E' una questione che va risolta, cra troppi disagi. Siamo disposti a contribuire anche economicamente» Alluvioni in Toscana Pagina 30 TITOLARE DEL BARADERO : «MAGAZZINO COMPLETAMENTO INVASO DALL'ACQUA TEMO SOPRATTUTTO PER LE SIGARETTE» «UN DISASTRO , DUE MACCHINE DA BUTTARE E PROBABILMENTE ANCHE DUE CALDAIE, POI LA BICI ELETTRICA E UN OTORINO» Ho subito danni. er 70 mila euro» agg o e . Vi ï i,, _%. ® o •- ir . Nel díluvio distrutte auto ed e lettrodomestici. Maga la rabb ia di DORY d'ANZEO AREZZO, IL GIORNO dopo il diluvio. Da telefonino a telefonino si condividono le immagini del disastro, foto e video mostrano strade diventate fiumi nel giro di pochi minuti . Ed è anche il giorno in cui si contano i danni. Alla Catona, ad esempio, Luca Minelli del Baradero spiega: «Il problema non è stata tanto l'acqua che è caduta giù, quanto le fognature che non hanno retto. Ho sentito scattare l'allarme e sono andato a vedere : la pressione eccessiva ha fatto saltare tutto e ho avuto il magazzino totalmente allagato». Ancora non si sa a quanto ammontino i danni: «Temo soprattutto per le sigarette, avevo due scaffali pieni». Poco più in là, in macelleria, Andrea Severi spiega: «Mettiamola così: dove c'è stato il terremoto stanno peggio , alla fine noi ce la siamo cavata con con un'enorme seccatura, abbiamo passato la domenica a pulire tutto. Ma è assurdo che succedano certe cose: fossi e tombini chiusi o intasati ed ecco che appena viene giù una precipitazione più abbondante, accade il disastro». Alla Pala d'Oro, il ristorante in fondo alla Catona, le luci Alluvioni in Toscana sono spente . Molti dei video che girano in queste ore mostrano come anche di fronte al ristorante la zona fosse completamente allagata. Altro giro in auto, stesse scene e stessa rabbia da parte dei residenti. In zona Cappuccini, una tra le più colpite, alle cinque di ieri pomeriggio, approfittando dell'ultimo residuo di luce, le persone erano ancora intente a pulire gli scantinati . Come Stefania Paci che, armata di tuta e guanti, prova a fare un po ' d'ordine: « Garage allagati, almeno settanta centimetri d'acqua . Siamo stati a lungo senza corrente e dobbiamo ringraziare la protezione civile che è venuta qui con le idrovore, perché altrimenti non so quanto tempo saremmo rimasti in queste condizioni». Ancora sotto accusa i fossi. Ne parla Andrea Bidini per il quale la conta dei danni è spaventosa: «DUE AUTO da buttare, due lavatrici da buttare e forse anche due caldaie. Avevo un metro e quaranta d'acqua in un garage di 165 centimetri, quello dei miei nonni che avevano conservato tante cose lì dentro. Una vecchia lambretta, ricordo di famiglia, non sarà riparabile. La bici elettrica temo altrettanto , un altro motorino è pronto per la rottamazione. Meno male che c'era la protezione civile. Ma ora mi domando: cosa la pago a fare la tassa dei fossi? Qui ci saranno 70 mila euro di danni, cosa dovrei fare, non pagare finché non mi hanno restituito tutto?». In zona, il bar è rimasto chiuso perché ieri mattina non c'era corrente elettrica, mentre Marco Pasquini dell'alimentari spiega : « Sono stato fortunato perché l'acqua non è arrivata ai motori, altrimenti sarebbe stata una tragedia. Ma avevo il magazzino tutto allagato e ho dovuto buttare via un po ' di roba, i formaggi in particolare e i surgelati, visto che sono rimasto senza corrente». Anche ieri la pioggia ha bagnato la città. Da queste parti tutti guardavano il cielo con apprensione. Nel tardo po eri ïo i ieri erano tanti ancora intenti a ripulire gli scantinati Pagina 31 r SAGI Stefania Paci nello scantinato, A sinistra: Luca Minelli 1 Garage C'è chi lamenta di aver avuto oltre un metro di acqua negli scantinati e chi ha dovuto dire addio anche ai ricordi di famiglia, andati ormai distrutti / Serr an2 2, L n Alcune attività commerciali in zona Cappuccini ieri non hanno aperto perché non era tornata la fornitura di energia elettrica . I negozi hanno buttato via i prodotti. Senza corrente Appello da Augusto Ferretti, residente in via Cocci, zona Cappuccini. «Senza corrente tutta la strada e anche parte di via Occhini, siamo in difficoltà» Alluvioni in Toscana Pagina 32 TIENE BANCO QUESTIONE DI LEVANE. MA NON MANCANO PROTESTE dighe aperte? «No, sono sol-19 o sentinelle» E i sindaci chiedono lo stato di calamità di RIA ROSA DI TERMINE PASSATA LA GRANDE onda il Valdarno può tornare a guardare di nuovo il suo fiume con meno paura. La conta dei danni, però, è legata alle esondazioni dei corsi d'acqua del cosiddetto reticolo minore. E poi c'è San Giovanni che fa caso a sè. Nella zona del Bani, tra via Spartaco Lavagnini e del Lungarno, molte famiglie si sono viste allagare cantine e primi piani forse per il cattivo funzionamento delle fogne che hanno rigurgitato l'acqua all'interno della rete facendola uscire dai tombini. Per capire cosa non abbia funzionato, però, si dovrà attendere che il livello dell'Arno si abbassi. Solo allora i tecnici comunali e di Publiacqua entreranno nell'alveo per visionare il sistema di controllo del flusso in ingresso e in uscita dallo scolmatore di via Risorgimento, accertando eventuali responsabilità. Il sindaco Maurizio Viligiardi ha già avviato la procedura per chiedere alla Regione la valutazione di risarcimento per «calamità naturale«. Se l'istanza sarà accolta, privati e aziende potranno essere rimborsati, fornendo adeguata documen- tazione. Il giorno dopo gli abitanti del quartiere hanno proseguito l'opera di pulizia dei fondi e gli amministratori hanno predisposto da oggi un ritiro straordinario a domicilio dei materiali ingombranti provenienti dai locali allagati (numero verde 800127484). E negli altri cen- Il sindaco Vili lardi ribadisce che andrà fino in fondo . Tecnici nel letto quando il livello scenderà tri? Come sempre in Valdarno a tenere banco è la questione delle dighe. Enel Produzione spiega che gli invasi non sono determinanti per la «laminazione», ossia l'attenuazione delle piene. «Si tratta di sbarramenti fluviali per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile e svolgono un importante ruolo di «sentinella» . Vedette in grado di informare le istituzioni quando le portate in transito superino determinate soglie. Riepilogata anche la procedura che prevede comuni- cazioni ai vari uffici regionali, provinciali e di protezione civile. «Un compito svolto pure in questo fine settimana». Quanto alla gestione delle dighe «una volta piene diventano «trasparenti» rispetto al corso dell'Arno e lasciano transitare le acque senza possibilità di trattenerle». Hanno superato l'esame le grandi opere di messa in sicurezza idraulica realizzate negli anni. Come ad Ambra, salvata dalle casse di espansione sull'omonimo torrente e sul Lusignana e dagli argini realizzati dalla Provincia e dal Comune di Bucine con una spesa di quasi 4 milioni di euro. A valle, invece, gli altri torrenti, a cominciare dal Trove, hanno provocato «ferite» alle infrastrutture viarie e il sindaco Pietro Tanzini richiederà lo stato di calamità naturale. Quattro i ponti interessati: a Capannole per raggiungere il podere Il Colle, sulla 540 in località Boccarina, dove le spallettette sono state erose, il ponte a Raso a Pogi, con la piena che ha spazzato via le condutture del metano e i sottoservizi, e l'arcata del Molino di Montozzi con relativa ostruzione della luce. A Laterina dichiarata inagibile la palestra. Montevarchi deve fare i conti con alcuni smottamenti collinari. A SAN GI OVANNI 1 vigili del fuoco e le altre forze mobilitate nel momento dell'emergenza. Poi la notte di paura per l'onda di piena dell'Arno Alluvioni in Toscana Pagina 33 Polemica con Nardella per la tassa di soggiomo GLI ALLIEVI sottufficiali carabinieri del 590 corso arrivati a Firenze per le celebrazioni degli Angeli del fango, polemizzano con il Comune. Fanno riferimento all'annuncio di Palazzo Vecchio che per gli Angeli aveva previsto l'esenzione dal pagamento della tassa di soggiorno. Dicono di aver chiesto «spiegazioni all'albergo dove hanno alloggiato» ma si sono sentiti rispondere che sarebbe dovuta arrivare una comunicazione scritta dal Comune. Quindi hanno pagato i 3000 curo di tassa di soggiorno. Perché l'esenzione era valida solo per le prenotazioni fatte tramite Firenze Convention Bureau che si è fatto carico di pagare la tassa. I carabinieri angeli del fango ora pretendono il rimborso dal Comune e chiedono che «magistratura e consiglio comunale intervengano per vedere se ci sono responsabilità penali». Il Comune spiega di non dovere nessun rimborso. In quanto ha predisposto un kit di benvenuto, di cui gli ex allievi sottufficiali hanno usufruito, che garantiva l'entrata gratis ai musei e il viaggio gratis sulle linee Ataf&Linea. Quanto alla tassa di soggiorno, era necessario prenotare tramite portale Florence Convention Bureau. Alluvioni in Toscana Pagina 34 ool m ca -r^ ® assa , _.r r tard i i? ® • r, Non e co _ìa L 'assessore Fratoni ` LA PAURA è passata. Già ieri pomeriggio il codice arancione riguardava solo la foce dell'Arno a Pisa. Ma la piena che correva sotto i ponti della città ha riacceso angosce e polemiche. Davvero il pericolo è scongiurato? I tecnici hanno ritenuto di prorogare al pomeriggio di ieri la riapertura del ponte Vespucci, chiuso dalla sera prima per scongiurare ogni problema in vista dell'ondata di piena. E anche lungarno Serristori era stato interdetto per permettere il recupero dei mezzi dal cantiere in riva all'Arno. «Una decisione motivata dalla necessità di attendere il ritorno dei livelli ordinari - si spiega da Palazzo Vecchio - per permettere ai tecnici di effettuare una verifica». Oggi invece è in programma un controllo subacqueo con laser scanner. ANCHE il sindaco è intervenuto per rassicurare la popolazione: «La situazione dell'Arno è sotto controllo - ha scritto su facebook - . La seconda piena ha attraversato Firenze e se non tornano forti temporali il peggio è passato». Ma non tutti gli animi sono sereni. Proprio all'indomani delle celebrazioni per il 50° anniversario dell'alluvione, non sono mancate le polemiche sulle tante falle ancora esistenti nel sistema idraulico del territorio. «Se nel 2016 temiamo ancora l'Arno hanno detto i consiglieri regionali M5s - la colpa è di chi ha ammini- Alluvioni in Toscana ï e , -,, i .. , 1 íí,, alle accuse della deputata strato finora la Toscana. I disastri da maltempo sono disastri da mala politica, incapace di investire seriamente in prevenzione del dissesto idrogeologico. Dal post guerra ad oggi lo Stato ha speso circa 62 miliardi di curo per risarcire i disastri da maltempo. Quando la prevenzione, numeri alla mano, sarebbe costata un decimo». INTANTO, all'indomani della piena dell'Arno, Enel Produzione spiega le procedure e le decisioni assunte sulle dighe di La Penna e Le- Símoní vane, i due invasi in provincia di Arezzo lungo il corso del fiume e utili alla sua regimazione: «Una volte piene diventano trasparenti rispetto al corso del fiume e lasciano transitare acqua senza alcuna possibilità di trattenerla - si spiega - Gli impianti, infatti, per le loro caratteristiche non sono determinanti per la laminazione, ovvero l'attenuazione di un evento di piena. Gli invasi invece svolgono un'importante ruolo di sentinella del fiume, informando le autorità competenti ogni volta che le portate in transito Salvataggio di mezzi utilizzati per i lavori sul lungarno Torrigiani nella notte tra domenica e lunedì al Ponte alle Grazie Pagina 35 dalle dighe superano determinate soglie». Polemiche, infine, sulla gestione dell'emergenza. La deputata Pd Elisa Simoni aveva lanciato pesanti accuse, dicendo che i sindaci del Valdarmo non erano stati avvertiti tempestivamente dell'ondata di piena. RISPONDE piccata l'assessora regionale all'ambiente e alla protezione civile Federica Fratoni: «La comunicazione di allerta meteo arancione era stata diramata sabato alle 12.57 a tutti gli enti destinatari pre- «Se nel 2016 abbiamo ancora paura dell'Arno la colpa è di chi ha amministrato finora» visti dalla procedura di Protezione civile (Province, Prefetture, Città Metropolitana), i quali a loro volta sono tenuti a informare gli ulteriori livelli istituzionali - spiega - La struttura regionale ha presidiato e tuttora monitora, l'evolversi della situazione, garantendo massimo supporto alle amministrazioni locali coinvolte». «Rispetto ai paventati ritardi nella realizzazione delle opere - prosegue Fratoni - c'è piena disponibilità a verificarne le cause e a rimuovere gli ostacoli. Tuttavia non mi risulta che siano imputabili a lungaggini della Regione». Alluvioni in Toscana Pagina 36 Q ant r c d u i ï or i a La azione i ' ce iii 4 A,.J Tanta gente al NEL RACCOGLIERE il materiale in questi mesi di intenso lavoro, eravamo consapevoli di essere riusciti a mettere insieme tanti elementi per illustrare le ore terribili dell'alluvione del 1966 e anche i momenti successivi, le difficoltà della città nel ricevere aiuti dal mondo istituzionale mentre i fiorentini si rimboccavano le maniche e giovani studenti da tutto il globo si mobilitavano in una straordinaria forma di solidarietà che per la prima volta si stava palesando come sistema di mutuo soccorso. CHE IL RISULTATO fosse una grande mostra, pur nella consapevolezza di avere messo in campo le forze e l'impegno migliori, lo abbiamo percepito subito. Dal gradimento degli ospiti all'inaugurazione. E una volta di Alluvioni in Toscana • o - le per più dal successo che nelle ore successive ha raccolto la nostra mostra `L'Arno straripa a Firenze' che resterà aperta, nell'auditorium de La Nazione, con ingresso gratuito (da via Paolieri 2), fino al 19 novembre con orario 9-12.30 e 15-18 (chiuso la domenica). Solamente nella giornata di ieri ci E' possibile visitare la mostra tutti i giorni con orario 9-12.30 e 15-18, fino al 19 novembre sono stati oltre 250 ingressi. Tanto che nelle ore del pomeriggio per vedere il video sulle testimonianze di chi ha vissuto al giornale i momenti più drammatici dell'alluvione, le persone sono state costrette a mettersi in fila per avere un posto a sedere. ' ® . -/' s ,-1 . fi inizia va Una mostra per ricordare e per imparare. Per leggere le straordinarie testimonianze dei giornalisti dell'epoca e notare anche quanto sia cambiato, da quel tempo, lo stile giornalistico, come si siano trasformati i giornali. QUELLI erano anni in cui il quotidiano era la principale fonte di informazione. Ancora non tutti possedevano un televisore e comunque anche i telegionali, nel caso dell'alluvione di Firenze in particolare, sono arivati con uno straordinario ritardo a dare la notizia. Si parlava addirittura di acquazzoni in Toscana. Una Toscana invece che in quel novembre di cinquant'anni fa, ha pagato un prezzo altissimo sia per una natura matrigna, ma anche perché ancora non esisteva la protezione civile e non erano state messe in atto politiche di prevenzione. Pagina 37 ä• % ,. , ' _ F Giuseppe F6naraii 9 Raffaello Pa:oscla ,. , I4 l M a; z M1 tv J y µ ,-.-._.,.,...,,., „_. z Sandro Picchi ♦ Umberto Cecch's Al ✓ fia; , j ` . dy , à .p,, F / / yy F Po f, Aurelio Scelba Sandro Ferrari 1{í, t•R 04, W ... <i... 4 r .L ... .. , , . ÿ' yZ . . ,,, . .. . ' y Alluvioni in Toscana ., -• . .. ➢ ,/, . . Enrico Rosi .. h .. Giuseppe Meucci -. ... :.:- ' Pagina 38 / /rrrivr./ • offore ne ol le T « C » c on e t mon a e t PIOVEVA che sembrava non volesse smettere più. Su Firenze ormai da giorni si era scatenata una tempesta perfetta, l'Arno cresceva, ma nessuno fece suonare l'allarme. Un pericolo grande stava battendo alla porta e senza chiedere permesso rovesciò una melma terrosa, un mix di acqua, fango e nafta che si portò via 34 persone, lasciò 70mila famiglie senza casa, devastò 6.000 negozi e cancellò lo splendore della città più bella del mondo. La Nazione c'era. C'erano i cronisti, sulla notizia. C'era il direttore Enrico Mattei, vicino alla gente, determinato a vincere la battaglia di Firenze dimenticata dal mondo in mezzo al disastro, c'era l'impegno della proprietà, con il cavaliere Attilio Monti che non mollò mai in mezzo a mille difficoltà, mandando sempre in edicola il giornale. TUTTO QUESTO è nelle parole dei testimoni del tempo, che abbiamo intervistato, e che potrete ascoltare nel video inedito che viene proietttato a nastro continuo alla mostra allestita a La Nazione `L'Arno straripa a Firenze'. «Ero un giovane cronista di Nazione Sera - racconta il giornalista Sandro Picchi - Mi chiamarono dal centralino chiedendomi di passare dal Ponte Vecchio perché era giunta la notizia che stesse crollando: passai da lì con la mia macchinina e andai al giornale rassicurando tutti che non era crollato». Ma l'acqua stava arrivan- Alluvioni in Toscana s i . / ..! i nz L G.. cl c' a i g ornal t e i do, il fiume cominciava a rompere gli argini. Il giovane cronista fu mandato in giro per Firenze a controllare. «In via Giampaolo Orsini vidi l'acqua, l'Arno era tracimato, ma ancora non si aveva cognizione della gravità della situazione. Fino a che anche nel nuovo stabilimento della Nazione si vide l'acqua arrivare e salire. Qualcuno si mise a piangere». Perché l'acqua invase lo stabilimento di viale Giovine Italia che era stato inaugurato l'anno prima. «L'acqua arrivò all'altezza di due, anche tre metri», racconta il capo manutentore Giuseppe Finardi. E la melma bloccò la rotativa, un nuovissimo gigante Giornalisti e personale de La Nazione hanno vissuto sul campo le ore più tragiche tecnologico di 84 metri di lunghezza. Il giornale era paralizzato. La mattina del 4 novembre anche il sindaco Piero Bargellini si trattenne alla Nazione per capire cosa stava succedendo, prima di andare in Palazzo Vecchio. «Quando arrivai, vidi una bara girare intorno al Cimitero degli Inglesi, scene allucinanti che davano la misura della tragedia compiuta», ricorda l'ex direttore de La Nazione Umberto Cecchi. Eppure ancora la città era inconsapevole della tragedia, di più an- is i e: G cG cora lo era il Paese. Ci vollero giorni, la battaglia senza sosta de La Nazione, dei suoi giornalisti, del direttore Mattei, perché il governo mandasse gli aiuti richiesti a Firenze. «I CRONISTI furono mandati a Bologna al Resto del carlino per permettere che La Nazione continuasse ad andare in edicola - racconta Cecchi Mattei rimproverò in maniera dura il governo: `state facendo morire la città', accusava». Fu un corpo a corpo politico. «Con Mattei che si mise i gambali di gomma per spalare», nelle parole del giornalista Enrico Bosi. «Mattei diventò l'uomo dei fiorentini, la loro voce - racconta l'ex direttore del giornale Aurelio Scelba - La Nazione riuscì a muovere le istituzioni dal torpore». Arrivarono gli Angeli del fango, insieme alla solidarietà del mondo. L'autista Sandro Ferrari ricorda minuto per minuto quella notte in cui il giornale miracolosamente riuscì ad andare in stampa e in edicola con la notizia che l'Arno era straripato che nessuno ancora aveva dato. «Anni dopo il capo dello sport Giordano Goggioli propose Firenze come sede dei Giochi Olimpici - racconta il giornalista Raffaello Paloscia - Una richiesta finita nel dimenticatoio ma che fu il sintomo che la città voleva ripartire». «Firenze ha avuto la fortuna di avere il suo giornale, La Nazione», dice Scelba. E quel giornale c'è ancora, al fianco della città e dei fiorentini. i. u. Pagina 39 filatelia e dintorni Il di s astro deW LE ACQUE dell'Arno il 4 Novembre 1966 uscirono prepotentemente dagli argini del fiume allagando la Città e si mischiarono alla nafta contenuta nei serbatoi degli impianti di riscaldamento formando così un «inchiostro nero» putrido e oleoso che inondò gli edifici e travolse molte opere d'arte lasciando i fiorentini increduli di quella immane sciagura natura- Alluvioni in Toscana di STEFANO MORANDI o visto a ® le. Il mondo intero si mobilitò per salvare Firenze e i suoi capolavori e fu così che arrivarono gli angeli del fango. Il 4 novembre 2016 in occasione del50° anniversario dell'alluvione di Firenze il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato in Palazzo Vecchio gli «angeli del fango». Il Ministero dello Sviluppo Economico lo stesso giorno ha emesso un francobollo commemorativo da C. 0,95 dove si raffigura l'alluvione di Firenze del 1966 «interpretata« attraverso un disegno dai bambini di una scolaresca. Pagina 40 R ico rdi e scene tt® tt v1 a L Tea tro Auro ra Scandicci V E I alle 21 al Teatro Aurora, via San Bartolo in Tuto, l'associazione San Zanobi presenta uno spettacolo dal titolo «Scandicci e il Diluvio Ricordi e scene da un'alluvione». La serata prevede una raccolta fondi a favore del Cui - Ragazzi del Sole. Alluvioni in Toscana Pagina 41 San Mau ro sott'acqua foto scattate i cittadini l 1966 Signa APERTA a Palazzo comunale di Signa la mostra fotografica dell'Alluvione del 1966 a San Mauro. L'assessore Adriano Paoli, curatore dell'esposizione con la Polisportiva Sorms, ha raccolto foto fatte dai cittadini. Sarà visitabile fino al21 novembre. Alluvioni in Toscana Pagina 42 Chí sono « e. del fango» ANCHE Rufina ha i propri Angeli del fango. Nomi rimasti nella memoria di tante persone del posto e che il comune ha voluto ringraziare a cinquant'anni dall'alluvione. Si tratta di Ugo Rossi, Carlo Dini, Narciso Vannini, Paolo Lavacchi, Amerigo Nebbiai, Ezio Sarti, Stefano Borselli, Giuliano Vincentini, Angelo Angelini, Lido Panichi, Enza Francini, Carlo Rossi, Massimo Dugini, Valerio Tanini, Carlo Fossi, Livio Nebbiai, Vasco Mazzi, Luciano Martelli, Nello Magherini, Andrea Boninsegni e Maurizio Pinelli. Insieme a loro sono stati consegnati riconoscimento anche agli eredi di Ivo Magherini, Roberto Felicitini e don Romolo Battistini, anche loro all'epoca protagonisti di un grande impegno. Alluvioni in Toscana Pagina 43 Alluvione, oggi la terza foto in regalo. Stasera LE IAGINI della città invasa da acqua e fango, e poi del lento ritorno alla normalità dopo l'alluvione del 4 novembre del 1966 sono un pezzo fondamentale della storia della Maremma. Fino all'8 dicembre, i lettori riceveranno in regalo in edicola (in abbinamento con il quotidiano) dodici straordinarie fotografie dell'epoca e il contenitore per racco- Alluvioni in Toscana gliere questa nuova, emozionante collezione che racconta la Maremma. Le foto sono distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì - oggi verrà data la terza - e provengono da due archivi importanti: l'Archivio Fratelli Gori (i cui eredi continuano a lavorare ad un imponente progetto di catalogazione, nonché ad altre particolari iniziative) e ricor d o in omusica>> l'Archivio Giacomo Aprili, oggi custode anche del grande patrimonio di ï gini creato proprio per «La Nazione» dal padre Lio. Da entrambi gli archivi, quindi, un contributo fondamentale per portare in edicola questo nuovo progetto che è stato poi possibile realizzare grazie all'aiuto di Acquedotto del Fiora, Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud, Comune di Grosseto e Assicurazioni Generali (Agenzia di Maurizio Marraccini). Intanto proseguono le iniziative legate al cinquantesimo anniversario. Oggi alle 21 sul palco di Spazio 72, in via Ugo Bassi, si terrà lo spettacolo «L'Ombrone in musica» a cura dell'Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma, con Lisetta Luchini, Eleonora Tassinari, Luca Di Volo e Massimo Ciani. Pagina 44 In tv R convegno l Rotary suLL'ALLuvíone Rtv 38 ALLE 18.15 di oggi, perla rubrica «Maremma Oggi» di Giancarlo Capecchi, in onda ogni martedì su Rtv 38, andrà n onda lo speciale dedicato al Convegno organizzato agli ndustri dal Rotary Club per ricordare i 50 anni dall'alluvione del 4 novembre 1966 Replica sabato alle 11.40. Alluvioni in Toscana Pagina 45 I RESIDENTI DELLA ZONA DEL CENTRO STORICO SENTIRANNO SUONARE LE SIRENE DI ALLARME, Si TRATTERA SOLTANTO DI UNA PROVA PERIODICA NECESSARIA A VERIFICARE IL SISTEMA DI ALLERTA 9 i 4-19 / J_ .✓e Gi _.í//_ oved ì Collaudo /_ li i MALTEMPO: il Comune fa il punto sugli interventi dello scorso weekend. E giovedì suoneranno le sirene lungo il Carrione, nel centro storico, per controllare se funzionano a dovere. Nel pomeriggio di venerdì sono state inviate le telefonate a tutta la popolazione per avvisare dell'imminente allerta e fornire tutte le informazioni utili, mentre dalle 7 di sabato a palazzo civico, è stata aperta la sala operativa comunale, che ha seguito costantemente l'evolversi della situazione fino al termine dell'allerta, in coordinamento con la sala operativa provinciale e con gli aggiornamenti forniti dall'associazione Meteoapuane e dal consorzio Lamma. Sono state attivate, come sempre in questi casi, le linee telefoniche di emergenza: la sala operativa comunale e la polizia municipale hanno raccolto le richieste di intervento dei cittadini, che hanno riguardato soprattutto la presenza di rami pericolanti, subito rimossi per evitare situazioni di pericolo. Il volontariato della protezione civile è stato inoltre interessato nella vigilanza ai punti più sensibili della città e nella osservazione dei livelli di piena dei torrenti e dei canali. Numerosi volontari sono rimasti insieme al personale comunale in allerta durante tutta la notte tra sabato e domenica. Particolarmente attenzionata la frana lungo la strada per Noceto, monitorata dal settore Opere pubbliche. Sempre al fine di garantire l'incolumità pub- Alluvioni in Toscana ® pe r avve rti re lcittadini in caso blica, nel pomeriggio di domenica è stato deciso di chiudere la passeggiata lungo il porto a Marina a seguito dell'aumentare del vento e del moto ondoso. Assieme al personale della protezione civile comunale la gestione dell'allerta ha coinvolto i vigili urbani e i volontari delle associazioni che operano sul territorio: a loro il sindaco, che ha seguito costantemente l'evolversi della situazione, rivolge un particolare ringraziamento per la consueta professionalità e dedizione dimostrate. INTANTO continua l'attività di prevenzione da parte del Comune. La protezione civile avvisa i cittadini che giovedì, alle 11, verranno effettuate delle prove tecniche per verificare il corretto funzionamento delle sirene collocate lungo il corso del fiume Carrione. L'impianto di allarme, che si attiva nel tratto in cui il torrente attraversa il centro storico cittadino tra il ponte Baroncino e il ponte della Bugia quando è necessario segnalare un pericolo attuale e imminente in caso di piena, è stato sostituito lo scorso anno con un modello più funzionale, potenziandone anche i decibel. « "' l p ie íQú, L .i ì » á' suLL'erosione 1 paladini apuoversiliesi chiedono alla Reg ione un dibattito pubblico per discutere sulle opere anierosione. Ai Ronchi d om enica il m are è arrivato alle cabine, ma lg rado le scogliere. « M alg rado una perizia di 59 esperti di tutto il m ondo che dicono no a tutte le opere ri g ide, la Reg ione procede con le scog liere , arrivando sino a Cinquale » dice la presidente Orietta Colacicco Pagina 46 DISASTRO II Carrione esondato alla Doganella: giovedì saranno messe in funzione le sirene per testarne il funzionamento Alluvioni in Toscana Pagina 47 -1 lo Allerta per la Lima: «Seguiamo direttive regionali» IL SINDACO DI SA N MARCELLO SPIEGA LE CHIAMATE Al CITTADIN I DI SABATO S ERA LE FORTI piogge e l'allerta meteo del fine settimana scorso, nel disagio creato, sono però servite per il Comune di San Marcello come banco si prova per i nuovi parametri di allerta fissati di recente per il livello di acqua nella diga sul torrente Lima, situata in corrispondenza dell'omonimo paese. Principale novità introdotta col provvedimento, emesso dall'ufficio dighe di Firenze, riguarda l'innalzamento dei livelli di allerta, fra cui la misura a cui corrisponde l'evacuazione della popolazione residente nelle zone prossime al bacino d'acqua. «Già da tempo spiega il sindaco di San Marcello, Silvia Cormio - erano stati eseguiti dei lavori di consolidamento delle dighe situate lungo il torrente Lima che le rendono più solide Alluvioni in Toscana II sindaco del comune San Marcello Pistoiese Silvia Cormio (Foto di archivio) e capaci di sopportare una maggiore portata d'acqua. Però i parametri di allerta non erano mai stati adeguati. Abbiamo trascorso anni in questa situazione col rischio che, in caso di piene appena supe- riori a quella che si è verificata nella notte fra sabato e domenica scorsi, col torrente che ha raggiunto la portata di 190 metri cubi al secondo, di dover fare evacuare circa 130 persone fra La Lima e Mammiano, rischiando di incorrere davvero in un procurato allarme». Così, lo scorso 13 ottobre, a seguito di alcuni colloqui preliminari, l'ufficio tecnico del Comune di San Marcello, coordinato da Federica Strufaldi, ha inviato all'ufficio dighe della Regione una lettera per richiedere l'allineamento dei parametri con le condizioni effettive della diga di La Lima. L'ufficio fiorentino ha risposto il 17 ottobre, comunicando alla società responsabile del bacino i nuovi parametri. Il nuovo piano prevede un innalzamento dei tre step di allarme in corrispondenza dei quali l'ente ha poi individuato, all'interno di un apposito protocollo di protezione civile, le azioni da intraprendere a tutela della pubblica incolumità. «Il pri- Pagina 48 mo livello di allarme è fissato adesso in 220 metri cubi al secondo - prosegue il sindaco Cormio a differenza dei 70 del precedente. Al raggiungimento di questa portata, gli uffici comunali devono riunirsi e iniziare a monitorare l'andamento del livello dell'acqua in contatto col guardiano della diga. Il secondo step è fissato in 350 metri cubi al secondo, contro i precedenti 120, e prevede l'allertamento della popolazione , degli alberghi e mezzi di trasporto per prepararsi alla possibile imminente evacuazione. In prossimità di 400 metri cubi al secondo, a differenza dei precedenti 270, dobbiamo far evacuare la popolazione. Sabato scorso abbiamo ritenuto comunque di diffondere un messaggio in Alertsystem per avvisare i cittadini dell'allerta meteo e della eventualità di dover evacuare La Lima e Mammiano in caso di livelli preoccupanti dell'acqua. Meglio preparare le persone». Elisa Valentina Alluvioni in Toscana Pagina 49 ANCORA ALLAGAMENTI NELLA PERIFERIA DI PISTOIA LA PIOGGIA NON RISPARMIA CASE E NEGOZI E OGNI VOLTA SCATTA LA CONTA DEI DANNI I CITTADINI SONO ESASPERATI azzan sott'acqua. r noi. residenti . non c'è tregua» Lìopo la Z ®l'esasperazione: « lavori non sono serviti a nulla» STRADE ALLAGATE, fossi esondati: la cronaca dei disagi era già stata annunciata dall'allerta meteo di venerdì. E anche se non è la prima volta e i vecchi problemi si ripresentano, i cittadini coinvolti, un po' arrabbiati e un po' rassegnati, si lasciano andare allo sfogo del giorno dopo. «Le cause degli allagamenti sono molteplici - ammette Lorenzo Gori a Chiazzano, una delle zone sempre più colpite - di lavori ne sono stati fatti, ma non se ne vedono i benefici. Per esempio è stata rifatta la strada e rialzato il ponticino, ma così l'acqua non va nel fosso». Anche altri residenti della zona si lamentano per i lavori poco sensati: «I tombini adesso sgorgano troppo in basso nel fosso - fanno notare - appena l'acqua è salita un po' ne ostruisce la bocca e non riescono più a sfogare». A CHIAZZANO, a Badia a Pacciana, al Nespolo, è sempre la stessa musica: «Al «mulino», Da Canapale verso il Nespolo, dove abito io - dice rassegnata Vanessa Spinetti - è sempre così, basta che piova un po' e tutto si allaga. Addirittura è capitato una volta che l'acqua abbia sollevato un cassonetto e lo abbia spinto dentro il fosso». Succede di continuo, già in settembre con la prima pioggia importante l'acqua del Bollacchione era esondata, allagando le strade e costringendo i residenti a rimanere isolati. «La colpa è della « I fossi si intasano di erba Servirebbe più attenzione parte di tutti» manutenzione dei fossi - osserva a Badia Dino Masi - tagliano l'erba con i macchinari, poi non viene raccolta del tutto, resta lì e «fa tappo»». E sono molti che ricordano le pratiche dei contadini di una volta che si prendevano cura dei fossi che costeggiavano i loro campi: «Un tempo d'estate ogni contadino pensava alla manutenzione, e anche se l'acqua usciva, «andava dove doveva andare» - spiegano - dovrebbero mettere la gente disoccupata a lavorare ai mestieri di una volta». «Per esempio a fare gli «stradini», che gestivano il ciglio delle vie in modo da tenerlo pulito» continua Masi. E ANCORA, alcuni residenti della zona lamentano che «qui il Consorzio e le istituzioni si vedono di rado, tranne che per mettere le transenne quando la strada è inagibile a causa dell'acqua». Qualcuno fa notare che a Chiazzano per un incidente è stata scaraventata via l'inferriata di protezione del Bollacchione e vi è stata messa una transenna, che adesso è finita dentro l'alveo pure quella. «Un tempo lontano a Badia i Benedettini avevano fatto tante opere idrauliche - spiega Giovanni Fedi - fecero le gore che deviavano e l'acqua e non le permettevano di invadere i campi per non far marcire il raccolto. Si è interrotto adesso quell'equilibrio per tante ragioni. Io una soluzione ce l'avrei - suggerisce Fedi - fare un nuovo fiume artificiale che da qui arrivi fino all'Arno: sarebbe come una lunghissima cassa d'espansione, dove convogliare tutte le acque e farle defluire prima che torrenti e fossi arrivino a essere troppo pieni». Daniela Gori .r1 .,, 1 7 .t3da o C'ru Ui, n Alluvioni in Toscana Pagina 50 Una delle strade di Chiazzano inondate dall'acqua dopo la pioggia di sabato (Foto Acerboni/Castellani) Dino Masi Alluvioni in Toscana Pagina 51 IERI CI SONO STATE NUOVE PRECIPITAZIONI MA NON HANNO PROVOCATO DISAGI E' INIZIATA LA CONTA DEI DANNI DELL'ALLUVIONE . áç., i ara&w; .;q o bilancio dell'alluvione di domenica Alluvioni in Toscana Pagina 52 di MARCO BR I PASSATA la paura, il territorio si lecca le ferite. i danni dell'alluvione sono gravi, ma un po' meno rispetto a quelli provocati dalle esondazioni precedenti. E comunque la piena presenta un conto salato. Soprattutto per l'agricoltura. Particolarmente colpite Arbia, nel comune di Asciano, e la Val di Merse. E' andata meglio, o se vogliamo,meno peggio, a Buonconvento. QUELLA di ieri per i sindaci, i tecnici degli uffici comunali e della provincia e la protezione civile e stata la giornata delle ricognizioni nelle zone dove si è abbattuta la furia delle acque. Non ci sono strade inagibili, la viabilità è gradualmente tornata alla normalità ma il ponte della Sorra, nei pressi di Ponte d'Arbia (comune di Monteroni), anche se aperto al traffico, è finito nuovamente sott'acqua e si renderanno necessari dei controlli per verificare se la struttura ha subito delle conseguenze. «I danni maggiori sono stati ad L'Arbia ha invaso le campagne nella frazione di Asciano lasciandosi dietro una scia di melma e fango Arbia, dove si sono allagati parecchi scantinati e garage - afferma il sindaco di Asciano Paolo Bonari - Si sono rilevati fondamentali, ai fini della sicurezza, i lavori effettuati sull'Arbia e sull'Ombrone dal Consorzio di Bonifica. Senza questi interventi la situazione sarebbe stata criticissima. La piena stavolta ha risparmiato il centro del paese, dove la scorsa settimana l'acqua aveva invaso strade, case e aziende per 100mila euro di C° vú'ß'r26 1 La viabilità è tornata alla normalità ma il ponte della Sorra , nei pressi di Ponte d'Arbia, anche se aperto al traffico, è finito nuovamente sott'acqua danni. Di conseguenza - aggiunge il primo cittadino di Asciano per quell'episodio chiederemo lo stato di calamità naturale. Si tratta di una notizia che era passata un po' in sordina perché nello stesso giorno, purtroppo, c'è stato il terremoto a Norcia». Se a Monteroni e sul suo territorio, a questo giro, la piena si è rilevata quasi indolore, nel comune di Sovicille l'esondazione del Merse ha lasciato il segno. «I danni più gravi li ha subiti l'agricoltura. Ma si registrano danni a privati più che altro a Volte Basse, Rosia, San Rocco, Padule - spiega il sindaco Giuseppe Gugliotti - Tutte zone dove ci sono stati numerosi allagamenti di seminterrati. Pochi, per fortuna, quelli nelle case. Il maltempo ha causato il cedimento di brevi tratti di strada a Carpineto e Padule e quindi bisognerà intervenire per sistemarli. I I cam pi coltivati si sono riem piti i acqua e di fan g o e i danni sono elevati lavori idrogeologici realizzati di recente sono serviti a contenere i danni». L'esondazione del Merse ha lasciato il segno I danni più gravi li ha subiti l'agricoltura. Problemi a Volte Basse, Rosia San Rocco, Padule Alluvioni in Toscana LA PIENA non ha interessato né Murlo, né gli altri comuni vicini. L'epicentro del maltempo è stato Arbia e i territori di Sovicille e Buonconvento e il prezzo più alto dovranno pagarlo gli agricoltori. I campi coltivati si sono riempiti di acqua e di fango e i danni sono elevati, anche se per adesso è impossibile quantificarli. Pagina 53 «Gli interventi fatti sono stati essenziali» «DELLE PICCOLE pecche ci sono state, per esempio nell'avvisare la cittadinanza dell'arrivo della piena e nella mancanza delle pompe idrovore, che non ci sono state ancora messe a disposizione, ma Arbiaccia- s1-aria in sicurezza e M mozione dett®ar ine a Piana per il resto ha funzionato tutto o quasi. Gli interventi idrogeologici realizzati di recente a protezione del paese e del territorio si sono dimostrati essenziali». Il sindaco di Buonconvento, Paolo Montemerani, si è trovato a fare i conti con l'alluvione per l'ennesima volta. «Ma in questa occasione è andata abbastanza bene, aggiunge il Alluvioni in Toscana primo cittadino. Certo, l'agricoltura ha subito danni ingenti, ma per strade, ponti, case e aziende non ci sono state conseguenze. Nelle prossime ore faremo un summit con provincia e protezione civile per capire come e dove intervenire per fare sempre meglio». Gli interventi ultimati cui fa riferimento il sindaco e che hanno permesso di limitare i danni sono due. Il primo è la disconnessione fognaria: saracinesche all'interno delle fognature del paese che si chiudono in caso di emergenza, impedendo all'acqua di sommergerlo. L'altro intervento è quello realizzato al Ponte del Guado per favorire il deflusso del fiume. Opere costate in tutto un milione e 300 mila euro. Ma mancano all'appello ancora due interventi: la messa in sicurezza della zona dell'Arbiaccia-Osteria e la rimozione dell'argine a Piana. Saranno fatti entro fine estate. Pagina 54 NONOSTANTE in alcuni punti abbia piovuto con abbondanza, soprattutto nelle zone confinanti con l'aretino, in Valdichiana la situazione è sotto controllo. Ieri è filato tutto liscio con qualche leggera pioggia sparsa nel territorio. La domenica è stata invece trascorsa all'insegna del tempo incerto: vari rovesci si sono registrati soprattutto nel tardo pomeriggio (non in tutti i paesi), ma, per fortuna, non ci sono state conseguenze tangibili se non una certa preoccupazione per i fatti che stavano avvenendo a Siena e dintorni. Un timore causato anche dalla presenza di tanti abitanti della Valdichiana che, come spesso accade, si trovavano nel capoluogo , o comunque nelle vicinanze, per trascorrere il giorno di festa. Molto probabilmente il forte vento che aveva iniziato a soffiare sin dal mattino in Valdichiana ha contribuito a tenere sotto controllo la potenza delle precipitazioni. Luca Stefanucci Alluvioni in Toscana Pagina 55 SONO ATTESI GIORNI DI TEMPO SERENO MA LE TEMPERATURE SCENDERANNO I N MODO DRASTICO, PREVISTE GELATE i LA LEGA NORD: «LO AVEVAMO PREVISTO DOPO L'ELIMINAZIONE DELLA VEGETAZIONE DI SPONDA DA FIU M I E TORRENTI» corn;a ïtà Studentato in sicurezza, solo E' TORNATA alla normalità anche la situazione a Siena. Ieri pomeriggio ci sono state nuove piogge, ma senza i danni di domenica. Grande attenzione sulla strada di Terrensano Belcaro dove, a causa delle piogge abbondanti è crollata una parte della carreggiata. Non c'è stato bisogno di chiudere la strada, ha spiegato il sindaco Bruno Valentini, «perché è interdetta al traffico da tempo, per via dello smottamento della scarpata soprastante». I lavori di ripristino stanno comunque per partire e la nuova frana sarà sistemata assieme alla precedente e la strada riaprirà, almeno questo è l'impegno del sindaco, entro la prossima privamera. PER QUANTO riguarda la residenza studentesca in via Piccolomini, l'azienda Dsu fa sapere che «non c'è stata nessuna evacuazione a seguito del cedimento del controsoffitto di una stanza. Il problema - spiega il Dsu - è stato causato delle enormi infiltrazioni provenienti dagli appartamenti adiacenti non di proprietà dell'azienda, e interessati da una ristrutturazione». «A seguito dell'evento - prosegue il Dsu - gli studenti presenti nella struttura non sono stati fatti evacuare ma radunare nei punti di Alluvioni in Toscana raccolta previsti dal piano di emergenza. Sono state contemporaneamente effettuate le opportune verifiche di stabilità dai tecnici del Global cervice che gestisce la manutenzione insieme al gestore della residenza e ai vigili del fuoco immediatamente allertati. Questi ultimi hanno constatato l'inagibilità di una sola camera resa, di conseguenza, inaccessibile e hanno dichiarato fuori pericolo tutto il resto dell'edificio. Il controllo ha permesso agli studenti E crollata in p arte la carreg giata ma i[ tra".Uo era già chiuso al traiiico cainera inag ìbì di far rientro nelle loro stanze dopo poco tempo. Ai due alloggiati nella camera dichiarata inagibile è stata assegnata temporaneamente altra stanza in attesa del suo ripristino. Si conferma che non c'è stato nessun ferito fra gli studenti che dimorano nella residenza universitaria e nessun danno a cose o persone». Le forti perturbazioni hanno causato numerosi guasti alla rete cittadina e alla tv via cavo. I cittadini e il Comune hanno eseguito decine di segnalazioni al manutentore Telecom Italia, che sta intervenendo con più squadre per il ripristino del segnale, ed è in costante contatto con l'amministrazione per ogni opportuno aggiornamento. PAURA Un 'auto bloccata in Massetana Romana Pagina 56 top 2 L'acquedotto del Fiora comunica che dalle 17,30 fino alla mezzanotte sarà interrotta l'erogazione idrica a Pianella, Monteaperti , San Piero II/A Assenza segnate Per segnalare la mancanza del segnale tv della fibra ottica chiamare il numero verde 800 222 777 da lunedì a venerdì ( 9-13), e il martedì e giovedì anche ( 15-17) A causa del guasto a un trasformatore , le zone adiacenti lo Stadio Comunale resteranno prive di luce anche durante la prossime ore serali e notturne Alluvioni in Toscana Pagina 57 Tanta. apprensione e qualche disagio SONO state 24 ore di apprensione anche in Valdelsa, quelle vissute fra sabato e domenica, ma la bufera di acqua e vento è passata senza fare troppo male. Grazie anche al fatto che, nella mattinata di domeI Sott'acqua te strade detta zona di Fontibuona Martiri di Monternaggío nica, il maltempo ha concesso una tregua di alcune ore che si è rivelata preziosa per abbassare il livello dei corsi d'acqua e per alleggerire la pressione sugli scarichi fognari. Non sono mancati gli allagamenti di strade e di qualche scantinato, che hanno richiesto l'intervento dei vigili del fuoco, ma non si sono verificati danni gravi, né è stato necessario Alluvioni in Toscana chiudere strade o deviare il traffico. I problemi maggiori si sono verificati a Colle bassa, dove, nella notte di sabato, l'acqua ha ricoperto per alcuni centimetri le strade della zona di piazza Martiri di Montemaggio e Fontibuona, penetrando anche in alcuni garage, ma la tregua del mattino successivo ha consentito di limitare i danni. Soprattutto hanno retto le opere di regimazione sulla collina sovrastante, dalla quale, in più di un'occasione, si era staccata la marea di fango e acqua che aveva invaso la città bassa. Sotto qualche centimetro d'acqua sono finite anche alcune strade della periferia di Poggibonsi, soprattutto sulla 429 in direzione nord, ma anche in questo caso non è stato necessario chiudere il traffico, né far intervenire squadre d'emergenza. Qualche disagio, infine, a Badia a Elmi. Determinante come sempre in queste circostanze 'impegno della protezione civile per andare incontro ai bisogni della popolazione Pagina 58 IL DRAMMA DELL'ALLUVIONE RACCONTATO DALLA SCRITTRICE quando il fango coprì l'oro di Firenze La Fallaci scriveva: «Fate acquisti» NE LLE prime ore di venerdì 4 novembre 1966 a seguito di un'eccezionale ondata di maltempo, Firenze è colpita da uno dei più gravi eventi alluvionali accaduti in Italia. L'Arno straripa, la città e il suo inestimabile patrimonio artistico sono sommersi. Oriana scrive a un'amica, probabilmente Natalia Danesi Murray, in quegli anni a capo dell'ufficio Rizzoli di New York. xxx Cara Natalia, (...) ricordi il Ponte Vecchio, lo scintillio, la civiltà, la bellezza, la ricchezza di quei negozi? Non esistono più. Spazzati via, Natalia, polverizzati. Cammini sul Ponte Vecchio e dalle parti vedi il maledettissimo Arno e niente altro, qua e là qualche buco con su il nome di un gioielliere. Sono rimasti, chissà perché, solo due negozi: orrendamente distrutti ma ancora negozi. Uno di argenteria e uno di cravatte. Quello di argenteria è ripulito, con qualche pezzo recuperato qua e là, patetico, e sotto un fiore c'è un cartello che dice: «Sony, this is what we have. Please buy it». In inglese. Quello delle cravatte ha tutte le era- Alluvioni in Toscana gatte raggrinzite in vetrina, qualche borsa in pelle lavata, e un altro cartello, anch'esso in inglese, dice: «Please buy this flooded merchandise. Thank you». Fanno tutti così. Anche in Por Santa Maria, nei tre o quattro negozi di cui sono rimaste le mura. Hanno messo su un tavolo, hanno lavato le poche cose che sono riusciti a recuperare, e le vendono così, a prezzi irrisori, prima di chiudere. Io, sconvolta, entro in quei buchi e compro porcherie di cui non ho alcuno bisogno: giusto per lasciare dei soldi. Un picchettino di dieci cravatte è finito subito dopo nel fiume. Ma erano così contenti mentre le compravo. Dicevano, tutti premurosi: «Le si posson portare, sa? Le son sterilizzate e non puzzan mica tanto». Roba da rompere il cuore. Anche a scriverne mi viene da piangere. E ho pianto per tutto il tempo che sono andata in giro per la città. Capisci? Non è solo il disastro, è la dignità con cui questa gente ha affrontato il disastro... (tratto da «La paura è un peccato. Lettere da una vita straordinaria» di Oriana Fallaci, pubblicato da Rizzali a maggio 2016) Oriana Fallaci in una foto dei 1463 Pagina 59 DOPO LA TROMBA D'ARIA A PISA, DISAGI ALLA STAZIONE. A SIENA AGRICOLTURA FLAGELLATA N ub frag o ï ï , MER FIRENZE LA PRIMA perturbazione autunnale ha fatto tornare la paura alluvione con i corsi d'acqua oltre i livelli di guardia in varie zone della Toscana. Ad Arezzo la frustata peggiore del maltempo. Strade in tilt (soprattutto nella zona nord) con una clinica sostanzialmente irraggiungiubile, sottopassi chiusi, un ponticello crollato isolando cinque famiglie, attività commerciali e industriali da ieri alle prese con la stima dei danni. Una stima da centinaia di migliaia di euro ma ancora del tutto prematura: il grosso degli interventi ha coinvolto i privati, ci sono case e scantinati nei quali ancora ieri i vigili del fuoco hanno continuato ad operare. I sindaci di Arezzo, San Giovanni Valdarno e Bucine intendono chiedere lo stato di calamità. ancora incalcolabili Specchio di un fenomeno che ha attraversato soprattutto Arezzo e il Valdarno. Danni e allagamenti anche in Valdichiana, dove è esondato il torrente Esse nella zona di Monte San Savino, e in Valtiberina, con la chiusura della provinciale della Libbia. UNA BO M A d'acqua seguita da una tromba d'aria ha flagellato anche la provincia di Pisa, che si traducono in 88millimetri caduti, di cui 60 solo su San Giuliano. Il Brennero resta chiusa fra Ripafratta e Montuolo per permettere agli operai la rimozione dei rami caduti anche sulla stazione ferroviaria: il vento, tra l'altro, ha divelto la copertura. Sorvegliati speciali i fiumi, tra cui l'Arno: ieri mattina la corrente ha trasportato in centro a Pisa, da un cantiere fiorentino, un container. Sarà rimosso appe- na passerà la piena. A Siena corsi d'acqua sono usciti dagli argini, si sono verificate frane e crepe in diverse strade. E' soprattutto un duro colpo per l'agricoltura. Il maltempo ha provocato danni di una certa gravità anche in provincia, in particolare ad Asciano, Sovicille e Buonconvento. L'Ombrone, l'Arbia, il Merse sono esondati. In città si è allagata la residenza universitaria è due studenti sono stati spostati altrove. IMM Alluvioni in Toscana Pagina 60 TOSCANA : EMERGENZA CO N T I NUA Ìanquïllï?Non prima dï 5 anni» irenze, Grassi (Italia Sicura): «Da realizzare il 70% delle protezioni» Lisa Ciardi FIRENZE «PERCH E la situazione dell'Arno sia a livelli di sicurezza accettabili bisognerà aspettare il 2021, ma ogni anno miglioreremo». Non usa mezzi termini Mauro Grassi, direttore di Italia Sicura, l'unità di missione voluta dal Governo per affrontare il tema del rischio idrogeologico. Direttore ossibile che a 50 anni dal 'alluvione l'Arno continui a fare pa ura? Come mai? «Perché non sono state fatte opere a sufficienza. Rispetto a una situazione accettabile, diciamo che è stato realizzato il 25-30% di ciò che era necessario, il restante 70% manca e lo abbiamo messo in cantiere negli ultimi due anni, quando c'è stata un'accelerazione fortissima sul tema. Prima era stato scavato il letto del fiume, erano stati rafforzati gli argini e realizzato l'invaso di Bilancino. Adesso abbiamo un piano completo, ma ci sono dei tempi di realizzazione». Quando i fiorentini e i toscani potra nno sentirsi davvero sicuri? «È bene chiarire che il rischio zero, quando si tratta di fiumi, non esiste. E impossibile mettere in sicurezza un corso d'acqua al 100%. Parliamo quindi, come dicevo, di una situazione accettabile, che nel nostro caso è la capacità di reggere senza problemi una piena duecentennale, ovvero che torna, statisticamente, una volta ogni 200 anni». Alluvioni in Toscana Cosa prevede il piano? «Per mettere in sicurezza Firenze e quindi migliorare anche la situazione a valle, ci sono una serie di interventi fondamentali, divisi in tre fasi e concentrati a monte della città. La prima, già in fase di realizzazione, porterà alla nascita delle quattro casse di espansione di Figline (Fi), con la capacità di contenere 25 milioni di metri cubi di acqua e dal costo di 90 milioni di euro. La prima cassa, quella di Pizziconi è in fase di completamento, mentre le altre saranno pronte entro il 2019. Il secondo passaggio è l'innalzamento della diga di Levane (Ar), dal costo di 25-26 milioni di euro, con una capacità di contenere 10 milioni di metri cubi. Infine il sistema di laminazione della Sieve. Altre opere sono poi previste a valle della città, come la cassa dei Renai e lo scolmatore di Pisa». A proposito di vane e di Penna , anche stavolta sono scattate polemiche sul fatto che sia stata rilasciata acqua in modo improprio. Come è andata? «Abbiamo chiesto informazioni alla Regione che ci ha assicurato che tutto si è svolto regolarmente. Levane e La Penna attualmente non hanno funzione idraulica e servono per lo più come bacino idrico e per produrre energia elettrica. L'importante è che non venga rilasciata acqua in maniera inadeguata in fase di piena». «Dragare non è sempre una buona soluzione, anzi secondo vari esperti può essere molto dannoso in alcuni tratti perché aumenta la velocità dell'acqua. Proprio nell'ultimo Collegato Ambientale è stato stabilito che le Autorità di bacino facciano un Piano dei sedimenti che dirà come, dove e quanto dragare. In futuro quindi anche questo aspetto potrà quindi essere affrontato in modo corretto, zona per zona e fiume per fiume». La prim a opera a P ìzziconi è in fase di co m pletamento . Insie alle altre tre saranno pronte entro il 2019 «Previsto l' innalza mento per a umentare la capacità Costerà 25-26 tuoni» «Secondo vari esperti può essere dannoso: a umenta la velocità dell'acqua» Una delle domande ricorrenti fra i cittadini è come mai non sidraghino piu i fiumi. Pagina 61 ilCURi„%L„/l,A '/'h!..;;';î„vf.-•.4J 4an.;;'A.Y"/•4C7 i•%;í,',3.2'lY7 áT,:iÎSéii Passata la paura , l'Arno resta osse rvato speciale. D opo le ondate di piena di eri io e di do m enica p do m enica sera l ' altezza dell'acqua è andata pro g ressivam ente calando fino a tornare ad un livello pressoché norm ale per il mese di nove m bre. Alluvioni in Toscana Pagina 62 i orari d'apertura at pubbLico i datta matti na pomeriggio primi studenti in Visite guidate: ecco La mostra de «La Nazione» è aperta dal lunedì al sabato ( mattina 9 .30112. 30 e pomeriggio 15118). L'ingresso è gratuito e i visitatori possono entrare dalla porta di via Paolieri 2 C'è la possibilità per le scuole di portare gli studenti in visita. Per informazioni e prenotazioni si può scrivere all'indirizzo mail marketing.firenzeCamonrif.net a 11 Nuecesso f m • i ri mait oostra sufl 9 alluv one nv to ï • • I'ï Firenze, continua lles . FIRENZE « GRAZ IE» è la parola che ricorre di più. Seguita dai complimenti che sono espressi con frasi diverse. Siamo solo all'inizio, ma il libro d'onore, ovvero quello delle firme di coloro che vengono a visitare la mostra allestita all'interno de La Nazione «L'Arno straripa a Firenze» presenta già molte pagine piene di nomi e frasi. Una conferma della grande affluenza di visitatori che già da sabato 5, primo giorno di apertura, ha affollato l'auditorium «Attilio Monti» dove è in corso l'esposizione (visitata in anteprima il giorno 4 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella). Ieri sono stati superati i 250 visitatori tra mattina e pomeriggio. La mostra inoltre è l'occasione che unisce i 50 anni dall'alluvione a Firenze con il ruolo de La Nazione, colpita dall'acqua che straripò nel 1966, ma che nonostante le rotative e i locali fuori uso continuò a informare puntualmente i lettori sul dramma che aveva colpito città e molte zone della regione. PARLAVAMO delle frasi sul libro della firme. Pagine che accomunano le aurorità e i personaggi illustri giunti nella mattinata inaugurale a tante persone che nel pomeriggio hanno affolato i locali dell'auditorium. Persone che vissero quei momenti in prima persona, i loro figli che 50 anni fa erano piccoli e che rivedono in luce diversa i giorni del diluvio, e chi è nato dopo fino ai giovanissimi armati di smartphone e tablet per catturare le igini. «Questo posto mi è piaciuto molto - scrive infatti una bambina - e ho visto molta carta» mentre un suo coetaneo si li- Alluvioni in Toscana ï to a La Nazione. I ricordi nel libro d'onore mita a dire «grazie per la mostra». Poi dai giovanissimi di oggi si passa a quelli di ieri: «Mostra interessante, soprattutto per chi allora era una bambina come me», «C'eravamo e ci siamo...», «Molte grazie davvero! Allora avevo 22 anni», frase subito seguita da «Io ne avevo 12» scritta con altra calligrafia. Ma le testimonianze si intrecciano con le emozioni e i ringraziamenti: «Splendida la ricostruzione di quei giorni così angosciosi e terribili», «Grazie di cuore: ho vissuto l'alluvione. Ho visto l'onda gigantesca dietro le mie spalle. Ho corso, sono arrivata in tempo al primo scalino di casa», «Struggenti, laceranti ricordi di vita vissuta. Ora non abito più a Firenze, ma fiera e orgogliosa della mia stupenda, unica, insostituibile città», «La Nazione è Firenze!». C'è tempo fino al 19 novembre per vedere le pagine del giornale su carta e evidenziate con il touch screen, il filmato di Franco Zeffirelli, le fotografie in bianco e nero. Il libro d'onore aspetta tante altre firme. Michele Manzotti 1 Ieri l'esposizione ha visto arrivare oltre 250 visitatori. La mattina è giunta la prima scolaresca con gli insegnanti, proveniente dell'istituto «Arrigo da Settimello» di Calenzano. Nel pomeriggio sono arrivate molte persone che avevano vissuto quei giorni Le testímonìanze Oltre alle firme, il libro d'onore contiene tante testimonianze che le persone hanno voluto lasciare. Hanno scritto i protagonisti di quei giorni, ma anche chi è nato dopo il 1966 tra cui tanti giovanissimi che hanno messo nero su bianco le loro impressioni Pagina 63 VIDEO Tra i momenti più apprezzati il documentario girato da Franco Zeffirelli all'epoca dell'alluvione 1r,4 VF SITA Tante le persone che hanno affollato l'auditorium «Attilio Monti» nel primo giorno d'apertura Alluvioni in Toscana Pagina 64 IL FILO DELL'ACQUA Quanto il tema "alluvione" sia sempre attuale, e non solo occasione per solenni celebrazioni, lo ha dimostrato la cronaca toscana recentissima. Un racconto in forma di poema-installazione, e anche rito collettivo che parla di cinquant'anni fa come fosse oggi, perché l'alluvione di Firenze non fu la prima e non è stata l'ultima, lo propone Arca Azzurra teatro con "Il filo dell'acqua", nuova produzione teatro che dopo il debutto a Pisa, arriva a Firenze, al teatro Puccini. Lo spettacolo, interpretato da Dimitri Frosali, Massimo Salvianti e Lucia Socci con le scene e video di Antonio Panzuto, è anche un libro, che il regista Francesco Niccolini presenta nel pomeriggio. Teatro Puccini, via delle Cascine 41, ore 18, spettacolo ore 21 Alluvioni in Toscana Pagina 65 0 Sola con la madre il fratellino, i ricordo di Donatella di Giovanna Mezzana 1 GROSSETO Se arrivi alla piazzetta Monte dei Paschi e ti dirigi verso Le Clarisse, imbocchi un percorso che, pur essendo grossetano, non hai mai battuto. É la strada - anzi, sono le strade della memoria: del ricordo vissuto, raccontato, documentato e custodito di quel 4 novembre del '66, quando acqua e fango travolsero tutto - il lavoro di una vita, speranze e sogni - e fecero temere, per giorni, a tante famiglie, di un poter più abbracciare i propri cari. Si parte da via Montebello a si procede su viaVinzaglio: per ora, perché in futuro l'itinerario potrebbe allungarsi. Qui, alcuni commercianti hanno deciso di ricordare quell'apocalisse con l'iniziativa del Tirreno. Hanno emesso in vetrina le foto - alcune tragicamente innpressionanti - di quel pandemonio tratte dall'Archivio Alluvioni in Toscana dell'Agenzia Bf. E accanto ad esse hanno esposto brevi testimonianze di quei giorni, scritte di loro pugno. Come nei cassetti della memoria, qui tutto trova il suo posto: a due passi da questi negozi- "La Chiccheria", l'Agenzia di viaggi "Jaball", per esempio - c'è il Polo culturale delle Clarisse dove si può visitare fino al 4 dicembre la straordinaria mostra fotografica dell'Agenzia Bf sull' alluvione a Grosseto. Donatella Merlini è una di questi commercianti. Se entri al panificio "5 marzo" di via Montebello, la vedi dietro al banco con la cuffietta bianca in testa. Le chiediamo perché abbia deciso di mettere in vetrina, tra bottiglie di buon vino e leccornie, quelle foto. «Io questo anniversario l'ho aspettato - ci dice - perché per me è un ricordo indelebile, che ha segnato la mia vita. Avevo sette anni». Fra bambina Donatella e per interminabili ore aveva temuto che babbo Silvano fosse morto. Allora abitava all'inizio della Scansanese, vicino alla centrale del latte, ma, soprattutto, a un centinaio di metri dall'Ombrone. «Quella mattina era festa - racconta - e non ero andata a scuola. Alzandomi da letto, trovai una brutta sorpresa: la mia casa e quelle vicine erano circondate da un mare di acqua e strette nella morsa del fango». E il 4 novembre 1966 e una giovane donna e i suoi due figli piccoli sono a casa: sole. «Mia mamma era giovanissima - dice Donatella Aveva appena 23 anni e doveva Ero avvolta dal terrore, temevo che non l'avrei visto più Quando entrò dalla porta, gli saltai al collo e lo abbracciai anche se era tutto ricoperto di fango naparte della città». Il destino andò diversamente e quel babbo di 26 anni fece ritorno dalla sua famiglia. «Dopo molte ore entrò in casa e io gli corsi incontro - dice - Lo abbracciai, nonostante fosse tutto coperto di fango». Quel fango babbo Silvana se l'era portato dietro «nuotando in un mare limaccioso - descrive Donatella - trascinandosi e attaccandosi alle ringhiere dei giardini e a qualunque cosa gli permettesse di combattere la forza della corrente». Quanta fatica avrà fatto Silvano quel giorno: forse non l'avrà neppure sentita, forse le gambe non gli saranno mai tremate, o forse sì: «Lui sapeva che lo stavamo aspettando» conclude Donatella. E la porta di casa si spalancò. badare a me e a mio fratello di quattro anni. Il mio pensiero corse subito al babbo, che come ogni mattina era andato a lavorare alla pasticceria Siracusa di via Matteotti». «Il terrore mi avvolse - racconta ancora Donatella - Forse non l'avrei rivisto più, travolto dalle acque impetuose, che ormai circondavano buo- Pagina 66 In alto, Donatella Merlïni mostra foto e racconto esposti nella sua vetrina (nella foto sopra) Alluvioni in Toscana Pagina 67 % . ,,,,1 % C ., / 1/E/ 1,1/R, /, 7 / I °1/0/11/0/1 97 10y40, i// //%r "I/Z/11171 9%i , i,,, in , / „„, uiii A/ 11_ . ,.. /G, i. VN /i✓ ' 181%r1,, ïj 11111111N i t..,/ ., ,. , i s% La storia degl alunni dei terza elettrotecnica dei 1966 nel racconto del loro insegnante Giampiero La ucci di Barbara Antoni / LUCCA li 4 novembre 1966 Giampiero Landucci stava svolgendo la sua opera di volontario del soccorso alpino a Orto di Donna, in Garfagnana: con un altro volontario estrasse un uomo caduto in un canalone. Lo salvarono: se la cavò con un braccio rotto. Al ritorno a Lucca - non c'era internet allora - seppe dell'alluvione che aveva travolto Firenze e minato il suo patrimonio artistico e letterario. L'indomani mattina era a scuola, al tecnico Giorgi dove insegnava elettrotecnica. Aveva 29 anni ed era un docente particolarmente amato, per la sua professionalità ma anche per la sua età così vicina a quella degli alunni. A scuola Landucci parlò ai suoi studenti sedici-diciassettenni della terza Et (elettrotecnica) del disastro compiuto dall'alluvione. Col suo spirito da volontario, travolse le loro coscienze, le infiammò: il lunedì dopo il 4 novembre, racconta Landucci, oggi 79 anni portati benissimo, «eravamo tutti e venti sul treno per Firenze, io e gli alunni della terza Et. Ben equipaggiati perché li avevo istruiti secondo la mia esperienza: panino, bottiglia d'acqua e stivaloni per entrare nel fango». Arrivato alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, il gruppo dei giovani lucchesi (nella foto, una parte degli studenti, i cognomi: Sanatori, Mazzoni, Battistoni, Cesari, Carboncini, Biagi, Bigongi i, Cardella, Nuti, Cerri, Bianchi, Monconi) con il prof di elettrotecnica fu fermato dai volontari che erano là. «Cosa siete venuti a fare?», domanda- Alluvioni in Toscana rono loro. «Rispondemmo - racconta Landucci - che eravamo andati per dare una mano dove serviva. 1 volontari non esitarono: ci mandarono dritti alla biblioteca Nazionale. Ma prima ci offrirono una bevanda calda, per rigenerarci con il freddo che faceva». Dalla stazione alla a Nazionale il gruppo lucchese camminò spedito. «Non imrnaginavamo ricorda oggi l'insegnante - cosa ci saremmo trovati davanti». Trovarono il fango che aveva inghio ttito migliaia e migliaia di libri. E ci si tuffarono, si sistemarono a catena per estrarli, riportarli alla luce e consegnarli - passandoseli di mano in mano - a chili avrebbe portati nelle cartiere a essiccare e poi a essere ripuliti. «So che molti di quei libri spiega Landucci - furono portati anche in Lucchesia, nelle cartiere che avevano lo spanitoio». «Durò una sola giornata, ma il ricordo di quell'esperienza è indimenticabile», è Landucci che ricorda. Nei decennali dell'alluvione, gli angeli del fango lucchesi sono stati sempre invitati dal Comune di Firenze alle celebrazioni. L accaduto dieci anni fa, per i quarant'anni, e anche pochi giorni fa, per i cinquanta. Il professor Landucci c'è sempre andato, sempre in prima fila anche se il gruppo di quella fantastica terza Et col tempo si è un po' sparpagliato: il 4 novembre scorso con lui c'erano Adolfo Monconi, Mauro Bianchi, Giancarlo Cerri. PC'; Sanatori , Mazzoni, Battistoni , Cesa: i, Cae bancini, Biagi, r3igongìari, Cardeua, Nuti, terrì, Bianchi , Moriconi I)z Lveci n lirnic alia gcli det [, dcll,Iilula ULvgi Pagina 68 LE STORIE: PRIMA E DOPO La >.; . ,.p ,I; , _,,,_ IL ;'s-;E ss3arssac• LA CASA 1 AL. . « CARRARA Due anni fa il negozio distrutto. Phon, spazzole: tutto sommerso dal fango, impianti elettrici saltati, porte da rifare. II salone "Non solo ricci" non esisteva più: l'interno era completamente devastato. «Non sapevamo da che parte cominciare - ricorda la titolare Laura Pezzica - In un paio di giorni siamo riusciti a ripristinare tutto, domencia aperto e abbiami messo a disposizione i nostri servizi gratuitamente per gli alluvionati, le ragazze dello staff hanno lavorato senza prendere un soldo». Avincere è stata » « i o . . . zero » CARRARA Il lampadario è rimasto. Ma non resta altro. Sembra una casa nuova, finita da poco e pronta per essere arredata. Ma in questa casetta a piano terra di via Ciro Menotti Evo Bertuc- la solidarietà, quella di chi in Lo staff di Plonsoloricci oggi quei giorni ha aiutato Laura e le celli e la famiglia ci abitano da sempre. Due anni fa il Carrione ci è entrato dentro. E si è portato via mobili, materassi, piatti, forchette. Tutto. «In casa c'erano quarantacinque centimetri d'acqua - racocnta Evo - le nostre stanze non esistevano più. Io quella mattina non ero a Marina, insieme a mio figlio massimo ero andato a Avenza a fare dei lavori. Mi ha chiamato mia Evo e Massimo Bertuccelli oggi moglie, era riuscita a salire al sue ragazze a mettere tutto a posto. La conta dei danni è statapesante:«Eperrinmetterciinpiedi abbiamnopagato di tasca nostra, contributi ancora non se ne sono visti». piano di sopra, dalla vicina. Era bloccata. Davanti a casanostra stavano portando via la gente con il gommone. Sono stati momenti terribili». Alluvioni in Toscana Pagina 69 I I locale Ciccio completamente allagato IL LeDTALE # ® ® entrare» CARRARA È uno dei locali simbolo di Marina. Davanti al porto, apochi passi dal semaforo centrale di viale da Verrazzano, da Liccio ci passano tutti: per un pranzo veloce, un aperitivo o una cena. Due anni fa quel locale a due piani (e uno interrato) è stato travolto dalla forza del Carrione in piena. Il pezzo di muro del porto, abbattuto per far defluire l'acqua, lo si può ammirare, oggi, stando comodamente in veranda a sorseggiare un caffè. Ciccio Marina come tante case, negozi, aziende, due anni fa si è riempito di acqua e fango. «Abbiamo avuto una marea di TommasoGailigani danni - dice Tommaso Galliga- ni, gestore del locale - non si riusciva neppure ad entrare dentro, era tutto allagato. Abbiamo lavorato in 40, giorno e notte e dopo tre settimane siamo riusciti ad aprire». Alluvioni in Toscana Pagina 70 Ï Te / G9///a/r, Dvi, '/Grv %/ i // i r/ / .,. // ///% • ,rii 1 ..,,./ , % lí r 0/1 ,.., ,7 % LI r Giovedì prove tecniche dei nuovo impianto lungo il Caffione Maltempo, rami pericolanti e passeggiata al porto chiusa 1 CARRARA F, stato un fine settimana di allerta meteo anche per il l Comune di Carrara, interessato dall'avviso di criticità emesso dal Centro Funzionale della Regione Toscana. E giovedì prova tecnica delle sirene d'allarme in centor storico. A fare il punto dei due giorni di allerta è proprio palazzo civico con una nota. «Nel pomeriggio di venerdì sono state inviate le telefonate a tutta la popolazione per avvisare dell'inirninente allerta e fornire tutte le informazioni utili, mentre dalle ore 7 di sabato a Palazzo Civico, è stata aperta la Sala Operativa Comunale, che ha seguito costantemente l'evolversi della situazione fino al termine dell' allerta. Sono state attivate, come sempre in questi casi, le linee telefoniche di emergenza: la Sala Operativa Comunale e il centralino del Comando della Polizia Municipale hanno raccolto le richieste di intervento dei cittadini, che hanno riguardato soprattutto la presenza di rami pericolanti, subito rimossi per evitare situazioni di pericolo - si legge nella nota - Il volontariato della protezione civile è stato inoltre interessato nella vigilanza ai punti più sensibili della città e nella osservazione dei livelli di piena dei torrenti e dei canali. Numerosi volontari sono rimasti insieme al personale comunale in allerta durante tutta la notte tra sabato e domenica. Particolarmente attenzionata la frana lungo la strada per Noceto, monitorata dal Settore Opere pubbliche. Sempre al fine di garantire l'incolumità pubblica, nel pomeriggio di domenica è stato Alluvioni in Toscana deciso di chiudere la passeggiata lungo il Porto a Marina a seguito dell'aumentare del vento e del moto ondoso». Assieme al personale della Protezione civile comunale la gestione dell'allerta ha coinvolto gli agenti della Polizia Municipale e i volontari delle Associazioni che operano sul territorio. Intanto continua l'attività di prevenzione da parte del Comune. Nella giornata di giovedì alle ore 11, verranno effettuate delle prove tecniche per verificare il corretto funzionamento delle sirene collocate lungo il corso del fiume Carrione. L'impianto di allarme, che si attiva nel tratto in cui il torrente attraversa il centro storico cittadino tra il ponte Baroncino e il ponte della Bugia quando è necessario segnalare un pericolo attuale e imminente in caso di piena, è stato sostituito lo scorso anno con un modello più fìuizionale, potenziandone anche i decibel. La passeggiata al porto e il ponte della Bugia nel centro storico della città Pagina 71 di Luca Centini i CAMPO NELL'ELBA Il salotto di casa Pertici è in perfetto ordine. La tv in angolo, la finestra semi aperta, il tavolo in mezzo alla stanza. Libri, dvd e soprammobili appoggiati sul mobile basso attaccato alla parete, il pavimento in cotto ben curato. Una piccola oasi di relax che, esattamente cinque anni prima, era stata violata dal fango e dalla devastazione. Piero Pertici alle 17 dell'8 novembre 2016 è sorridente e mostra il salotto al piano terreno del suo appartamento in via Marconi, a Marina di Campo. Cinque anni prima ha ancora negli occhi il fiume di fango del giorno precedente, porta gli stivali, tiene una vanga in mano e cerca disperataTnente di mettere ordine in un ambiente che di logico non ha più niente. Prova in qualche modo a cacciare fuori dalla stanza i segni dell'alluvione, presenti nel muro schizzato di marrone fino a un metro e mezzo di altezza, sul pavimento impiastrastato dal fango, nel mobile cosparso di oggetti trasformati brutalmente dalla natura in rifiuti. Oggi la casa di Piero, farmacista e in passato sindaco di Campo nell'Elba, sembra aver chiuso i conti una volta per tutte con l'alluvione. Sembra, appunto. «In alcuni punti della casaracconta - si sente ancora l'odore del fango di quel giorno, non va via. Non c'è verso. L'umidità è rimasta anche dentro i fili del telefono e dell'elettricità che continuano a distanza di anni a fare le bizze, avrò chiamato cento volte la Telecom, ormai sono in confidenza con i centralinisti». L'alluvione non se n'è ancora andata del tutto, nonostante le spese importanti che Pertici ha sostenuto per rifare la casa danneggiata, per rivestire le pareti trattate con materiali anti umidità. «Quasi tutto quello che c'era in questa stanza e nel resto della casa racconta Pertici - l'ho dovuto gettare nell'immondizia. Vestiti, televisore, soprammobili. Ancora oggi mi capita di pensare a un paio di pantaloni che mi piace e voglio indossare, poi li ricordo trascinati sulla strada dal fango di quei giorni». A Campo, quando piove, in tanti si precipitano a parcheggiare le automobili in zone si- Alluvioni in Toscana ..,, / í %„ , , E/R §////1/////// % / rI, r ,, k 9" 11,, , F11 1 1 , . rr //rr "r % ' mn „ „ i , . ,S ir/ Gi/ r/ % / . /.a P i e ro Pert ici raccon t a il 7 novemb re 2 0 11 « . . ii . . . . . rialzarsi e che tempi per i rimborsi» cure, a portare gli oggetti più cari e preziosi ai piani alti delle abitazioni. «lo no - spiega il farmacista di Campo nell'Elba - ok le precauzioni, ma non cedo alla psicosi ogni volta che piove. Lo faccio anche per mio figlio e la mia famiglia, abbiamo il diritto di vivere nella tranquillità. Quello che è accaduto il 7 novembre del 2011 è stato devastante, un caso eccezionale. Sinceramente spero di aver già pagato il mio conto con lanatura». Natura che, quel giorno, non fu clemente con l'ex sindaco di Campo nell'Elba, che oltre alla casa vide pesantemente danneggiata anche la parafarmacia. «Non so, sinceramente, quanto ho speso per riparare ai danni - racconta Pertici- dico solo che finirò di pagare il mutuo acceso con Fidi Toscana ad aprile, dopo cinque anni esatti da quando i soldi del prestito mi sono arrivati». Solo pochi giorni fa sono stati liquidati gli ultimi contributi peri danni ai beniimmobili riconosciuti ai cittadini, vittime dell'alluvione del 7 novembre 2011. Dopo cinque anni dall' evento. «I contributi coprono sì e no il 10% del danno subito racconta Piero Pertici - io sono stato pagato solo pochi giorni fa, non so neanche più se devo essere soddisfatto o meno. Quel che è dispiace sono i tempi. Ad Aulla si è verifi- cata un' alluvione simile solo due settimane prima rispetto a Marina di Campo. I cittadini sono stati rimborsati due anni fa, per noi ci sono voluti cinque anni. Non so se è colpa delle istituzioni locali, di certo la differenza di trattamento c'è stata. E si è fatta sentire a Marina di Campo». CRIPRODIRIOINE RISERVATA aIII lfIICV(a c68 - C'è aoeari odore di faszeon Pagina 72 Piazza della littoria invasa dall'acqua e nelle foto a destra la casa di Pertici Alluvioni in Toscana Pagina 73 jua si • • • ., i 1 CAMPO NELL'ELBA Chiara ha ricevuto il risarcimento per i danni prima di tutti i suoi compaesani. Solo due giorni dopo l'alluvione del 7 novembre 2011. Il rimborso pesava 3 chili e 450 grammi già il 9 novembre, si chiama Ginevra e adesso ha assunto le sembianze di una bella bambina di 5 anni. Ginevra, appunto: il primo vero raggio di sole che, nei giorni grigi del disastro del 2011, illuminò e ridette speranza a un paese scosso dalla distruzione e dai danni. Chiara Batignani non dimenticherà mai quei giorni. Quando, solo per poche ore, sfuggì all'onda di fango che non risparmiò la casa sua e del suo compagno, l'auto nuova di zecca, né le abitazioni dei genitori e del resto della famiglia. Eppure Chiara ha ottenuto dall'alluvione più di Cittadini puliscono il paese dal fango quanto ha perso. «Iniziai ad avere i dolori la sera del 6 novembre, entrai in ospedale alle 23,30, mi fecero il tracciato. Intorno all'una fui ricoverata - racconta - a notte fonda il mio compagno andò a Cam- po per prendere i vestiti e tutto l'occorrente». Ma proprio in quelle ore, all'alba, l'alluvione strinse nella morsa Marina di Campo. «Non ebbi più notizie per ore, provai a chiamare il mio compagno, ma il telefono risultava staccato. Solo la mattina seppi di quanto era accaduto. Mio babbo riuscì, in qualche modo, a raggiungermi solo all'ora di pran zo del 7 novembre. Ero preoccupata, non capivo quanto stava accadendo ma per fortuna il personale dell'ospedale mi coccolò e mi tenne su di morale per quanto fosse possibile». Due giorni dopo, alle 17,43 di mercoledì 9 novembre, la piccola Ginevra restituì il sorriso alla mamma e al resto della famiglia. «Beh, il mio saldo con l'alluvione è positivo nonostante la macchina perduta e le case danneggiate, per le quali siamo stati rimborsati solo in minima parteracconta la giovane madre Ginevra in qualche modo è figlia di quell'alluvione. Le ho spiegato cosa accadde in quei giorni, le ho fatto vedere le fotografie, i ritagli dei giornali. Ma è ancora un po' piccola, non ha ancora capito fino in fondo quanto accadde a Marina di Campo. Le racconterò tutto nei prossimi anni». L'alluvione, in qualche modo, è rimasto dentro alla bambina. Anche troppo, scherza Chiara: «Quando è troppo movimentata le dico sempre: ci credo sei agitata, sei nata nei giorni dell'alluvione. Cosa mi sarei dovuta aspettare...». TRIPRODLIZIONE RISERVATA d ti qIwti(,i Cú,:l A'ì'.fI1L(tl:I 1,lÌltl"l' d; Alluvioni in Toscana Pagina 74 Rubano l'elemosina in chiesa Tre arrestati Elena Gaiardoni Continuavano a diminuire le offerte dei fedeli nella chiesa parrocchiale Regina Pacis di via Lauro a Cusano Milanino. Un calo che ha insospettito il parroco al punto da allertare i carabinieri. Risultato? Tre uomini in manette, incensurati, arrestati in flagranza durante due diverse operazioni. Si tratta di un uomo di 41 anni con il suo complice di 48, entrambi residenti a Cinisello Balsamo e di un quaranteseienne pluripregiudicato di Novara, preso sul fatto in un secondo momento. Il capitano Cosimo Vizzino, comandante della compagnia di Sesto San Giovanni, specifica che nessuno degli arrestati è bisognoso. Tutti e tre vivono in belle case con le loro famiglie. Ingegnoso il sistema con cui i primi due riuscivano a prelevare monete e banconote dalle cassette delle offerte: un metro avvolgibile infilato nella fessura delle elemosine. Sulla cima del metro era stato applicato del nastro biadesivo a cui il denaro rimaneva attaccato. Quando il ladro è stato bloccato era in possesso di oltre 100 euro in moneta e banconote di piccolo taglio. Preso anche il suo complice, che lo attendeva in macchina. Nonostante i due arresti, le offerte della chiesa Regina Pacis continuavano a diminuire Alluvioni in Toscana e il parroco, che non ha mollato l'osso, si è rivolto un'altra volta ai carabinieri. I militari si sono appostati ancora, bloccando un terzo ladro, un novarese di 46 anni, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Nel momento in cui sono scattate le manette il malvivente aveva estratto dalla cassetta una banconota da 5 euro. Nelle tasche custodiva invece un malloppo ben più sostanzioso: 250 euro in monete e banconote di piccolo taglio. Ora si spera che la Provvidenza continui a fare il suo corso in pace senza più spiacevoli ingerenze. Pagina 75 L'alluvione diventa opera al ritmo delle emozioni Tn una Fenice gremita e calità espansa con punte ansplendente di fiori e di che acrobatiche. luci, Venezia ha celebraIl collegamento fra la natuto un momento della sua ra e l'uomo è dato dalle scene storia recente con il battesi- di Paolo Fantin con le luci di mo di un'opera nuova, Alessandro Carletti, costituiAquagranda, del giovane te per lo più da uno sfondo di Filippo Perocco su testo immagini proiettate, docudi Roberto Bianchin e Lui- menti dal vero dell'inondaziogi Cerantola, centrata sul- ne, davanti al quale si muovola tragedia dell'alluvione no e si stringono i personaggi. che assieme a Firenze col- Grande successo, premio al pì Venezia cinquant'anni coraggio dell'Ente che apre fa rischiando di spazzare così la sua stagione lirica. via i borghi delle isole di San Pietro in Volta e di Pellestrina. Tragedia non solo materiale, ma umana e morale per la paura e il senso di precarietà che si diffonde come una malattia: così l'hanno intesa gli autori e " così l'ha realizzata la stringata e coinvolgente regìa di Damiano Michieletto, che assieme alla direzione di Marco Angius e alla bravura della compagnia vocale ha allestito un bellissimo spettacolo: un'ora e mezza senza r°-O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Z" '"" _ interruzione che si regge su Una scena di «Aquagranda» alla Fenice di Venezia: un successo un ritmo di emozioni, dominato dalla vita dell'acqua, che «la eresse, la cala» come un oscuro mostro: questa realtà cosmica è rappresentata con evidenza dalla potente vitalità dei cori, istruiti alla perfezione da Claudio Marino Moretti, con le pagine forse più riuscite dalla partitura, sulla linea di quella polifonia drammatica in cui il Novecento italiano si è distinto, da Petrassi e Dallapiccola a Maderna e Nono. Ma dentro la natura opprimente si muove anche un quadretto famigliare, con un gruppo di valenti solisti fra cui spiccano Andrea Mastroni, Mirko Guadagnini e in particolare il soprano Giulia Bolcato, l'unica parte a cui Perocco affida una vo- Alluvioni in Toscana AQ GRANDA di Filippo Perocco su testo di Roberto Bianchin e Luigi Cerantola Regia di Damiano Michieletto Direttore MarcoAngius Venezia, Teatro La Fenice Fino al 13 novembre j j .. .. Y4 /b /® /. Pagina 76 Nel Belpaese delle alluvioni si costruisce in zone a rischio Ogni giorno vengono consumati per case e strade 35 ettari ANTONFLLA MARIOTTI odore di marcio, l'acqua sotto i letti , porte e fineche non si aprono I_J più. La paura e l'incubo dentro casa tua, quel rifugio che diventa una trappola all'improvviso. L'alluvione come il terremoto. E da 50 anni l'Italia dei disastri, da Firenze a oggi, ha imparato troppo poco. Lo dicono i dossier delle associazioni ambientaliste, ma prima ancora ce lo raccontano le alluvioni continue, da quel 4 novembre 1966 tra i tesori degli Uffizi: la prevenzione non è sempre una buona pratica per le amministrazioni comunali. «Al nostro questionario per il dossier "Ecosistema a rischio" una delle domande era: ci sono state edificazioni in zone a rischio esondazione? E non può immaginare quante amministrazioni comunali han- no risposto "sì"». Giorgio Zampetti è direttore scientifico di Legambiente, e racconta il dossier sul territorio fragile italiano. «Abbiamo un paese ad elevato rischio idrogeologico - dice - ma di fatto quello che è stato fatto per metterlo in sicurezza è inefficace, perché la tendenza è di provare a imbrigliare i corsi d'acqua. Prevedi che il fiume sia sempre uguale, ma negli ultimi dieci anni sono cambiati anche gli eventi diventando estremi, e quindi anche i fiumi. Inoltre si è spesso costruito su territori a rischio: ancora oggi non c'è consapevolezza. Sulle Alluvioni in Toscana sponde del fiume Pescara in Abruzzo si vuole costruire un centro commerciale, spendendo 74 milioni di euro per casse di espansione più a monte: come dire deviamo il fiume ma costruiamo lo stesso». Un territorio fragile e sfruttato è quello che racconta anche il dossier Wwf: «A 50 anni da Firenze si consumano 35 ettari di territorio al giorno». Un consumo che rende il terreno impermeabile, così l'acqua dei fiume che esonda su autostrade di cemento e asfalto diventa una furia distruttrice. Francesco Napolitano è ingegnere idraulico docente alla Sapienza e consulente ministeriale, esperto in centri urbani a rischio inondazioni. «II terreno è impermeabile - spiega l'esperto - la reazione del suolo alle alluvioni è ridotta per l'eccessiva urbanizzazione e il clima cambierà sempre in peggio. C'è in corso un cambiamento idrologico: l'acqua rifiutata scorre in superficie a grande velocità, e questo provoca distruzione nei centri urbani». Secondo Napolitano, «si deve pensare a investire di più in prevenzione, il cambiamento climatico non può essere un'alibi per le amministrazioni. Ma gli interventi di messa in sicurezza sono investimenti a lungo termine, e spesso non piacciono alla politica perchè non "rende". Va ripensata la politica del territorio». «Si stanno tentando tante strade, molti i miglioramenti sul fronte tecnico ma mancano un'attenzione alle fase di raccolta e reperimento dei dati che è fondamentale», spiega Francesco Laio, del dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture al Politecnico di Torino, che insieme ad altri ha partecipato al seminario diffuso «L'alluvione, le alluvioni. Venti città parlano di memoria e azione». Per Laio, «è cambiata la manutenzione del territorio, che prima era curato da chi ci viveva, e adesso è in parte rinaturalizzato e in parte fortemente antropizzato. Per fronteggiare il rischio alluvione bisogna affrontare tre questioni: l'impermeabilizzazione del terreno, la velocità di scorrimento superficiale, e la cementificazione degli alvei dei fiumi». Come il Bisagno a Genova. In Italia - secondo i dati Ispra - il 4% dei Comuni è in uno scenario di «pericolosità idraulica elevata», più del doppio in uno di «pericolosità media». Per Legambiente invece le aree a rischio idrogeologico sono molte di più, pari a 1.075 Comuni. «Abbiamo un piano con 9.330 opere di messa in sicurezza, per ogni Regione: un costo presunto di 27 miliardi» Erasmo d'Angelis è responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture di Italia Sicura, l'agenzia del governo: «Le prime risorse sono già investite, ci sono fondi europei per 7 miliardi. Nell'arco di sette, dieci anni potremo raggiungere un livello di rischio accettabile». Sempre se non ci si ostina a costruire: «In Liguria - scrive ancora il Wwf - un quarto del suolo entro la fascia di 150 metri dagli alvei dei fiumi è stato consumato tra il 2012 e l'anno scorso». Pagina 77 ari al , °ï > A tanto ammon- ta il territorio consumato in Italia quotidianamente, secondo i dati del dossier realizzato dal Wwf, per costruire edifici, strade e infrastrutture per ce,.. _ -> In un terzo dei Comuni del nostro paese ci sono case ed edifici costruiti in zone a rischio esondazione. Nel 51% dei casi si tratta di impianti industriali Novembre 1994 N 7 embre Piemonte Nei giorni tra il 5 e il 6 novembre la piena del Tanaro raggiunge Cuneo, Asti, Alessandria e Torino: 70 morti e 2226 sfollati aa Tk II 4 novembre Firenze viene travolta dalla piena dell 'Arno: 35 i morti, incalcolabili i danni subiti dal patrimonio artistico Alluvioni in Toscana milioni Sono sette milioni i cittadini italiani che si trovano ogni giorno a vivere, lavorare o passare in aree esposte a concreto pericolo di alluvioni e frane Pagina 78 /',,,.r, ,® /i,,/ ,._ o,./' Ga✓..... ,.m < /////////// A,✓ 1 / ////// 1- / I S lvano Granchí Con am c sal su un canotto per portare c bo centro» ì ® í « í ! PONSACCO L'alluvione colpì nel '66 anche Ponsacco e il fiume Era esondò nelle campagne dal ponte verso via Maremmana, interessando anche via Pinocchio, via Puntale, via Chiavaccini, la casa di riposo "Giampieri". Il ricordo è ancora vivo nei ponsacchini e numerose sono le testimonianze di chi ha spalato quella valanga di acqua mista a fango, che invase case, strade e le vite dei cittadini di cinquanta anni fa. Silvana Granchi , classe '46, ex sindaco del comune di Ponsacco, allora era un giovane che iniziava a muovere i primi passi in politica nella file della sinistra e lavorava nel negozio di vernici di famiglia. «Sono passati 50 anni dall' alluvione e io avevo appena compiuto 20 amni, rna i ricordi sono sempre ben impressi. L'Era esondò nelle campagne dal ponte verso via Maremmana, via Puntale, verso Valdicava, e furono colpite anche case di contadini vici- Alluvioni in Toscana ne al fiume. Ma ricordo anche quello che accadde a Pontedera, dove gli effetti della rottura dell'argine alla Montagnola furono devastanti per l'allagamento di tutta la città. Decisi di partire il 5 novembre, giorno successivo l'alluvione, per andare a Pontedera con amici e portare aiuto. Dalla zona dei cimiteri salimmo su un canotto, muniti di stivali di gomma per arrivare in centro e portare pane, acqua e cibo. In città l'acqua era arrivata fino a quattro metri di altezza. I fornai di Ponsacco sfornarono pane anche per i pontederesi. Le attività artigianali, industriali e commerciali andarono distrutte e l'ospedale era difficile da raggiungere perla forza della corrente del fiume di fango». «Alle 18 del pomeriggio continua Granchi - fu registrato il livello di 13 metri dal livello stradale. Mancavano acqua, energia elettrica, e mi ritrovai a spalare il fango con le mani e cori i badili, come "gli angeli del fango". Ci ritro- í í ìí í vammo a aiutare la gente a salvare quello che era rimasto nelle case, a mettere al sicuro gli anziani, i libri nelle biblioteche. Inoltre operai, dirigenti, semplici cittadini si recarono nelle fabbriche per salvare macchinari e difendere il lavoro. Questo accadde anche alla Piaggio, completamente allagata, che poi con l'impegno di tut- ti riuscì a ripartire. Nel novembre del ' 66la Piaggio aveva trasferito da poco l'attività aeronautica a Genova, mentre i veicoli erano rimasti in produzione a Pontedera. La Piaggio quantificò i danni in due miliardi di lire». «A Ponsacco i danni furono localizzati nelle case nel piano dell'Era, nel nucleo detto "Casine Rosse" - ricor- Pagina 79 da ancora l'ex sindaco - e nelle zone limitrofe, spesso interessate da alluvioni. A Ponsacco straripò l'Era, non l'Arno come a Pisa e Firenze. Le case colpite furono quelle delle famiglie Ciarla, dei Pacini e degli abitanti sul lato destro di via Maremmana, in via del Conca. Ci furono danni a coltivazioni, animali. L'acqua arrivò fino al ponte, 'r"i 'U) n<. Ii+. La sesta fo%,o ?,, /, dove si fermò e danneggiò botteghe artigiane, negozi. Ci fu un'assemblea pubblica al teatro Odeon presieduta dal sindaco Giuseppe Poinponi: fu sommerso dalle proteste della popolazione colpita. Solo negli anni '90 verrà costruito un argine per rinforzare il precedente. Nel '66 non esisteva la Protezione Civile». «Nel corso degli anni sono stati realizzati numerosi interventi in Valdera, che rimane un territorio fragile e da tutelare di continuo. Ponsacco ha avuto un'alluvione anche nel 2014 per la rottura dell'argine dell'Era, che ha causato più danni di quella del ' 66». Elena lacoponi RIPRODUZIONE RISERVATA ,a üa:54í:."SC!'r 133Yi {; i•l 1.!%17,17, ,.1o co 27 Tirre.7, TA,13 Ben ventuno appuntamenti in edicola, da mercoledì a sabato, per una collezione importante e accurata . Le foto delle due città alluvionate - Pisa e Pontedera n questo caso arrivano da varie fonti : dall'archivio Frassi di proprietà della Fondazione Pïsa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall'archivio storico Sïlvï . Gli stessi luoghi sono stati fotografati oggi a Pisa da Fabio Muzzi e a Pontedera da Franco Si Ivi . I testi sono stati scritti da Andrea Lanini. La sesta foto (a sinistra) è in regalo oggi con l ' acquisto dei giornale e nostri lettori potranno nserirla nel raccoglitore che è stato regalato con la prima uscita. Alluvioni in Toscana L'ex sindaco Silvano Granchi Pagina 80 Novembre 1966 : con un gommone si portano aiuti alla casa di riposo "Giampieri " a Ponsacco F-111, . s .rli• Sul ponte si controlla il livello del torrente Cascina a Ponsacco Alluvioni in Toscana Un'altra immagine di quel drammatico novembre 1966 Pagina 81 NELLA MOSTRA ALLESTITA ALA NAZIONE SI RACCONTA L'ALLUVIONE ATTRAVERSO FOTOGRAFIE, PRIME PAGINE DEL GIORNALE, FILMATI E TESTIMONIANZE «Grazie, è stata un' emozione unica» mostra c'è anche domenica ssaggi dei visitatan". Sempre più boom: apertura straordinaria «GRAZIE per averci fatto rivivere il senso di solidarietà di quegli anni)), «siete preziosissimi, il vostro lavoro è ' pagabile e questo dono che ci fate è unico)). E ancora «bellissima mostra, grazie per tutti questi ricordi)), «bravi, orgogliosi de La Nazione di allora e di quella di oggi», «grazie, grazie, grazie per avermi fatto rivivere quei giorni)). Sono solo alcuni dei messaggi lasciati dai visitatori sul libro d'onore della nostra mostra sull'alluvione. Questa settimana Messaggi da cui traspare l'emozione di chi ha vissuto il disastro sulla propria pelle ma anche di chi, quel disastro, l'ha scoperto soltanto oggi. Come gli alluni della terza C della scuola media di Calenzano che scrivono che «questa mostra ci ha aiutato a capire emozioni, pensieri e paure di quelle persone che hanno vissuto quella catastrofe». Oppure i ragazzi dell'alberghiero Saffi e quelli, giovanissimi, che hanno visitato l'allestimento con i loro genitori. «Una mostra eccezionale per le immagini e per il messaggio che viene lanciato» dicono i visitatori. Perchè, come scrive una visitatrice, «questa mostra mi fa capire la catastrofe, ma anche il grande lavoro di solidarietà che fu svolto». Un grande successo, insomma, sia per il numero di visitatori che per l'entusiasmo registrato. E per dare a tutti la possibilità di accedervi, la mostra sarà eccezionalmente visitabile anche domenica prossima. anche it giorno 13 LA MOSTRA allestita nell'auditorium de La Nazione è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato con orario 9.30-12.30 e 15-18. Dato il grande successo ottenuto, la mostra sull'alluvione resterà straordinariamente aperta anche domenica 13 Alluvioni in Toscana Pagina 82 ,k -Le C, Alcuni dei messaggi lasciati dai tanti visitatori che hanno visitato la mostra in questi primi giorni rj'i • {•, Alluvioni in Toscana rj Ç.SL di apertura Nel tondo il libro d'onore de La Nazione all'interno dell'auditorium dove è allestatita l'esposizione sull'alluvione Pagina 83 Dalla festa al dramma La storia del Ringo's Bar MMI_-11 1,11 Tragica sorpresa all'inaugurazione dei Ringo's Bar Alluvioni in Toscana ERA il 1966 e il Ringo's Bar di Borgo San Jacopo era pronto per essere inaugurato. Romano Puliti e sua moglie avevano concluso i lavori ed allestito il locale per l'apertura, fissata per il 4 novembre. Quando quella mattina Romano, che abitava a Casellina, si avviava verso il centro per dare il via alla sua nuova attività si accorse che era successo qualcosa: l'Arno era esondato. Del suo locale, a pochi metri dal fiume, non rimaneva nulla. I coniugi Puliti non si scoraggiarono e qualche mese dopo il bar aprì dopo essere stato ristrutturato nuovamente. Quest'anno il Ringo's Bar compie 50 anni, gli stessi appena passati da quell'indelebile 4 novembre. Pagina 84 La gioielleria in cinquant'anni è stata presa di mira da 4 rapine. Nella foto quella del 1974: i rapinatori, 30-40 milioni il bottino, si scusarono dicendo che il loro gesto era «tutta colpa dei Governo» Alluvi one, sci a , tj POCHI giorni dopo l'Arno avrebbe rotto gli argini con il suo carico di distruzione e dolore ma per Giordano Toncelli e la sua famiglia il periodo tra fine ottobre e inizio novembre 1966 è comunque un momento da ricordare anche per un motivo decisamente più lieto. Proprio il 31 ottobre di 50 anni fa, con il Terzolle che rischiava di straripare apriva i battenti, in via Santo Stefano in Pane, zona Rifredi, il nuovo negozio «Oreficeria orologeria Toncelli». Per l'epoca la nuova oreficeria, con marmi, vetrine a vista ed un progetto realizzato da un designer svizzero, rappresentò una novità e fece molto parlare di sé. Presto poi iniziarono i successi proseguiti poi nel tempo: nel 1969, ad esempio, il negozio si aggiudicò il primo premio nel concorso per la più bella vetrina indetto dal sindacato commercianti orafi Alluvioni in Toscana Pagina 85 «FU UNA TELEFONATA DA LA NAZIONE A FARCI INTERVENIRE ALL'ANCONELLA PERCHE' POTEVA ESSERCI UN UOMO» RACCONTA MORANDINI ROBERTO MORANDINI , 25 ANNI, VIGILE DEL FUOCO FORZO' LA PORTA DELLA SALA MACCHINE E TROVO' IL CORPO SENZA VITA DI CARLO MAGGIORELLI • „ «1_, , 30., % / G,,,, %i„ '''„ _OSCI ai7 io,,, % O NDI ROBERTO MO LADINI aveva 25 anni ed era un vigile del fuoco. Fu lui a forzare la porta della sala macchine dell'Anconella e a trovare il corpo di Carlo Maggiorelli, il guardiano dell'acquedotto che fu la prima vittima dell'alluvione. «Quante volte ho pensato a quel poveretto, aveva fatto di tutto per salvarsi, aveva combattuto contro l'acqua sino alla fine, tentò disperatamente di chiudere l'acqua fuori dalla porta, non ce la fece, allora prima salì su un tavolo, poi vi pose una sedia sopra, probabilmente ci salì fino a rimanere in piedi sulla punta delle scarpe e alla fine dovette arrendersi. Morì come morivano i marinai dei sottomarini colpiti e affondati in guerra. Mentre l'acqua sale inesorabile nell'abitacolo». «Fu una telefonata che veniva dalla Nazione - prosegue il vigile del fuoco oggi in pensione - a farci intervenire». «ERA DI pomeriggio, l'acqua aveva cominciato a scendere e telefonarono «I motori bassi sono già tutti sommersi e l'acqua arriva a vala ng a» disse Magg iorelli al telefono con il cronista Peruzzi de La N azione. « Certo che c'è pericolo, è un disastro, qui s'affo g a » agg iunse disperato Alluvioni in Toscana e u» vai via!» Morandini, vi ile del fioco, rivive di GIOVANNI • dal giornale al nostro centralino di via Farini per dirci di andare all'Anconellaperché poteva esserci un uomo. Non escludevano fosse ancora vivo, dissero che era la guardia di turno nella notte tra il 3 e il 4 novembre». A chiedere l'intervento fu il cronista Giuseppe Peruzzi, che era stato tra i giornalisti presenti in redazione nella notte del disastro. Fu lui ad aver parlato per ultimo con il guardiano dell'acquedotto. Si chiamava Carlo Maggiorelli, aveva 52 anni, sposato con un figlio, era di Pozzolatico. Sarà stato verso le 2 del mattino quando Peruzzi telefonò all'Antonella. Non era sicuro gli avrebbero risposto, invece gli rispose un uomo, il Maggiorelli, che con voce concitata, gli disse: «Le gallerie sono piene d'acqua, tutte bloccate». Cadde subito la linea. Peruzzi rifece il numero e rispose di nuovo Maggiorelli. La situazione era confusa, difficile capire. Chiese il cronista: «Si più scrivere che verrà interrotta l'erogazione dell'acqua?». Maggiorelli: «I motori bassi sono già tutti sommersi e l'acqua arriva a valanga, qui è tutto bloccato!». «Ma allora c'è pericolo!», fece Peruzzi. «Certo che c'è - rispose l'altro -, è un disastro, qui s'affoga!». «Allora vada via, che cosa aspetta!», gridò il giornalista. «Non posso. Sono di guardia, devo stare qui, sono io il responsabile delle macchine. Ma qui è il finimondo, lo sente questo rumore al telefono? E' l'acqua che sale. E io non vedo più nulla, c'è buio». Prima che cadesse di nuovo la linea Peruzzi ebbe il tempo di gridargli ancora: «Vai via, vai via!». Maggiorelli ormai era prigioniero. Combattè a lungo contro l'acqua, forse per ore. La de- e'alaall'Anconella cisione di non lasciare il posto di lavoro gli fu fatale. Se n'accorse quando ormai era tardi. Prima si chiuse dentro la centrale comandi, che era isolata, un'unica stanza di pochi metri vicino all'Arno, terratetto . Si chiuse dentro e puntellò la porta con un palo a contrasto con il pavimento perché non cedesse alla pressione della corrente. Ma si rese conto che non bastava. Allora raccolse stracci, pezzi di stoffa, quel che c'era e che poteva servire a tappare le infiltrazioni di acqua nella porta. Quei rudimentali tamponifurono trovati dai vigili del fuoco, incastrati tra la porta e il muro. NO quelli bastarono, MA NE mentre fuori l'Arno rumoreggiava in modo sempre più pauroso e l'acqua saliva. La partita era persa ma Maggiorelli nemmeno allora si arrese. Nella stanza c'erano un tavolo e una sedia. C'era anche una borsa con dentro una bottiglietta con del vino e un thermos in cui era si era portato da casa qualcosa da mangiare. L'acqua ormai era salita a mezzo metro e aumentava e non gli restò che salire sul tavolo. Quanto sia durata questa lotta è impossibile sa- Pagina 86 perlo, sappiamo che il fiume in questa zona straripò alle 3. L'operaio si trovò in trappola, avrà tentato di chiedere aiuto, ma c'è da dubitare l'abbiano sentito dalle case che sono a diverse decine di metri. In ogni caso non avrebbero potuto chiamare i vigili perché i telefoni non funzionavano più. Maggiorellifece ancora un tentativo. Prese la sedia e la sistemò sul tavolo, poi ci salì sopra, fin dove e fin quando gli fu possibile, mentre inesorabilmente l'acqua si avvicinava sempre di più al soffitto. Poi fu la fine. IL VIGILE Roberto Morandini dopo aver sfondato la porta trovò il corpo dell'operaio niverso sul tavolo, sopra c'era ancora la sedia e ovunque fango. «Era un uomo corpulento, alto, per quel che mi ricordo mi sembrò sulla cinquantina e che avesse i capelli rossicci. Della squadra ero il più robusto e toccò a me portarlo via a spalla Il cronista de La Nazione parla con Maggioretti (che mori) intrappolato in sala macchine «flora vada via, cosa aspetta » g ridò al telefono il cronista Peruzzi a Magg iorelli , intrappolato nella sala m acchine dell' nconella. « N on posso , sono dì g uardia. i è il fini m ondo , l'acqua sale, non vedo più nulla» rispose Magg iorelli fino all'ambulanza che avevano richiesto per il trasporto . Fu l'unica vittima che vidi in quei giorni dell'alluvione, eravamo operativi dal pomeriggio del 3, quando venimmo chiamati alle Sieci. Quante volte ho pensato a quel poveretto. Quanto deve aver combattuto lo sa Iddio. Ne fece di tutte per salvarsi, per salire il più in alto possibile, per respirare l'ultimo alito di aria che gli fu consentito. Alla fine dovette morire». Ucciso dal suo senso del dovere. Alluvioni in Toscana Pagina 87 UNA RICERCA STORICO-SCIENTIFICA TERMINATA CON i PRODUZIONE DI ALCUNI VIDEO estunontanze e racconti m un progetto della media * «4 NOVEMBRE 1966, 4 novembre 2016: mezzo secolo di ricordi». Così gli alunni della classe II E della scuola media Vico hanno voluto intitolare il loro lavoro presentato nella saletta del Museo di Storia Naturale di Grosseto la mattina del 4 novembre scorso, in occasione del 50esimo anniversario dell'alluvione che interessò Grosseto nelle prime ore di quel giorno di festa. I ragazzi si sono interessati a questo Alluvioni in Toscana tragico evento cercando di ricostruire, attraverso testimonianze di nonni e conoscenti, il volto della propria città sommersa dall'acqua e dal fango . Si sono così documentati ricercando foto dell 'epoca sulle vie e piazze del centro storico ed hanno poi scattato foto di quegli stessi luoghi per un confronto significativo tra ieri ed oggi. Tra le testimonianze, quella `del bambino del `66', come hanno voluto chiamare il papà di una di loro, Dionisio Nucci, nato proprio quel giorno in una situazione di prevedibile difficoltà . Con un approccio scientifico hanno poi provato un esperimento relativo alla portata d'acqua che interessò il fiume, cercando così una spiegazione all' esondazione. Gli alunni, guidati dalle professoresse Martini, Cartocci, Peppetti e Cambris, hanno prodotto anche vari video su un evento che ormai , pensiamo, farà parte del loro patrimonio culturale. Pagina 88 i di s os a i ti occ orso • i i oi " e ' 1 1 t Sinergia tra Questura, ANCHE la Questura di Grosseto, insieme ad altri partner pubblici e privati, partecipa alle iniziative di commemorazione per il 50esimo anniversario dell'alluvione che nel 1966 colpì Grosseto, con l'esondazione del fiume Ombrone. Questura di Grosseto, Corpo Forestale dello Stato e Croce Rossa Italiana sezione di Grosseto hanno organizzato, per venerdì e sabato, dalle 9 alle 12 presso la caserma della Questura di Grosseto, in piazza Giovanni Palatucci, una mostra in cui saranno esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile appartenenti alla Polizia di Stato, al Corpo Forestale dello Stato ed alla Croce Rossa Italiana. Nel contempo, negli stessi giorni e negli stessi orari anche il comando provinciale dei vigili del fuoco, l'Arma dei Carabiarabi- Alluvioni in Toscana espos z forestale 1 Stato q ce rossa TESTI I Z Una delle fotografie che saranno esposte TESTIMONIANZE per ricordare l'impegno delle Istituzioni durante l'alluvione nieri e la Guardia di Finanza allestiranno una mostra presso la caserma del comando dei vigili del fuoco in cui verranno esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile appartenenti alle proprie istituzioni. All'interno della Questura, invece, verranno allestiti spazi espositivi con raccolte fotografiche, divise storiche ed altri reperti. Venerdì mattina l'apertura di entrambe le mostre sarà dedicata alle scolaresche,mentre sabato sarà aperta ai cittadini ed a tutti coloro che saranno interessati. A CAUSA dei tragici eventi che nelle ultime settimane hanno interessato il Centro Italia con terremoti anche di forte intensità, invece, il convegno di studio e l'incontro formativo previsti per oggi e domani presso il Palazzo del Governo, sede i sono anche i cara inferi La Guardia di finanza e i vi ili del fuoco della prefettura in piazza Rosselli, sono rinviate a data da destinarsi, così come le «giornate del volontariato» previste per l' 11 e il 12 novembre. Tutto il resto è confermato. Saranno poi comunicate nei prossimi giorni le nuove date in cui saranno recuperate le iniziative temporaneamente sospese. Pagina 89 Pirvíz.%:;z:í üomani torna d_,, Nazione» Nuova cartolina domani in regalo NUOVO appuntamento con i ricordi domani in edicola. In omaggio con il nostro giornale potrete trovare una nuova cartolina con una foto che racconta quelle giornate particolarmente difficili. Immagini della città invasa da acqua e fango, e poi del lento ritorno alla normalità. Immagini e memorie di un passato che ha segnato una netta linea di demarcazione tra prima e dopo. Che sono un pezzo di storia della Maremma. Domani, quindi, un'altra foto in regalo. L'iniziativa proseguirà fino all'8 dicembre, i lettori riceveranno in regalo in edicola (in abbinamento con il quotidiano) straordinarie fotografie dell'epoca. Le foto sono distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì e provengono da due archivi importanti: l'Archivio Fratelli Gori e l'Archivio Giacomo Aprili. A Firenze, invece, nella sede de La Nazione prosegue la mostra fotografica grazie alla quale è possibile rivivere ogni momento. Alluvioni in Toscana Pagina 90 GIUSEPPE SARDU DI ACQUE SPA . . 1 -1 Tutela . e nsorse per la prevenzione » « . AVVENIMENTO molto sentito per chi gestisce ogni giorno emergenze e ricchezze del territorio. Come Acque spa, anche grazie a questa azienda è stato possibile realizzare l'iniziativa de La Nazione. Molto apprezzata dallo stesso presidente Giuseppe Sardu. «Bene ha fatto La Nazione a sviluppare questa iniziativa editoriale che ha il pregio di essere testimonianza storica e al contempo richiamo per le nuove generazioni sull'importanza della prevenzione». allo cosa è c am biato? «Sarebbe sbagliato dire che non è stato fatto nulla: basti pensare al completamento dello Scolmatore, alla costruzione dell'invaso di Bilancino, all'innalzamento di alcuni tratti d'argine, alla realizzazione di alcune casse d'espansione. Ma il ripetersi di situazioni meteorologiche e climatologiche come quelle del 1966 avrebbe effetti ugualmente disastrosi». La tecnologia , però, aiuta... «Disponiamo di sistemi di previsione e monitoraggio enorme- mente più potenti e di un sistema di protezione civile, allora inesistente. Opera da tempo, inoltre, l'Autorità di Bacino del fiume Arno. Di recente il Comitato Istituzionale Integrato ha adottato il Piano di gestione delle Acque (PGA) e il Piano di gestione del rischio da alluvioni (PGRA) che integrano e aggiornano i precedenti atti di programmazione, divenendo i punti di riferimento per tutti gli atti pianificatori». Che cosa si può fa re anca' «Un'organica politica di tutela del territorio e di governo dell'utilizzo delle risorse idriche. Acque SpA è particolarmente interessata a una gestione razionale, oculata e lungimirante dell'acqua, che guardi in modo unitario e organico alle diverse problematiche: la tutela della risorsa, la regimazione e conservazione dell'acqua, la disciplina del suo uso. Siamo disponibili a mettere a disposizione di un'efficace politica di governo delle risorse idriche anche il patrimonio di tecnologie e di conoscenze acquisite in tanti anni di gestione del servizio idrico». SI Il presidente Acque Spa Giuseppe Sardu .. GYEUFlErincissa mxvarnvnF »<w.. .,.. ® ®n ® INIZIO SVENDITATOTAIE 66a 1Eé{ëHßÆ t9 Pd€PUE 7flNE 2G9€í ecaniE F ra aE earr Alluvioni in Toscana Pagina 91 DOMAN I -10 -10 REGALO CO L G I ORNALE -11 e xiuvione vista dá i) -• " iN uova toto con_,a „ / i T ,2 z one ï L'ALLUVIONE attraverso gli occhi di una bambina. E' questa la nuova foto che La Nazione regalerà domani. Un altro scatto, altri ricordi ed emozioni che tornano a farsi vive. Immagini che parlano a chi durante l'alluvione del 1966 c'era e ai più giovani che l'hanno scoperta, appunto, soltanto attraverso gli scatti d'epoca e ai racconti. Domani nuova foto - firmata dal fotoreporter Luciano Frassi - dopo l'acqua che fuoriesce dalle paratie metalliche, l'Arno che comincia a uscire dal Ponte di Mezzo, la navigazione in pattino nel centro di Pontedera e la famiglia in salvo dopo aver abbandonato la propria casa, è il momento del salvataggio di una bambina nel cui sguardo si legge la paura. UN'INIZIATIVA per ricordare i 50 anni da quel terribile evento. Gli scatti provenienti dall'archivio di Luciano Frassi, oggi di proprietà della Fondazione Pisa e attualmente in mostra anche nelle stanze di Palazzo Blu, hanno conquistato i nostri lettori. In tutto saranno dodici che il nostro quotidiano donerà due volte alla settimana, ogni martedì e giovedì. Un'idea - quella di realizzare e do- nare ai nostri lettori le foto dell'alluvione - resa possibile grazie alla collaborazione di Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa, Collegio dei Geometri e Pacini Editore - che apre di fatto uno scrigno pieno di tesori, volti e storie. Ecco come fare per avere gli scatti: basterà recarsi nelle edicole della città e dell'area pisana (litorale compreso) fino a Pontedera per ricevere nei giorni di martedì e giovedì, come detto - una immagine di quei momenti di fango e distruzione (viste le numerose rischieste, è consigliabile la prenotazione presso la propria edicola di fiducia). Immagini da portare a casa e conservare. C.NERANDtNI A €ílVS.m9 .. UKE UnE rin c.. ss »<w . ®® ® INIZIO SUTIBITATOTA1E 66a VENEN01 il NOVEMBRE 20% mq Fxa w sUxx Alluvioni in Toscana Pagina 92 Mostra s lt' tl vi Duecento foto ri i li l disastro deV66 Poggibonsi FI a domenica è possibile visitare «Ne è passata d'acqua sotto i ponti», la mostra (ingresso gratuito) allestita nella Sala Quadri per ricordare il 50° anniversario del 4 novembre del '66. In esposizione duecento foto originali. L'evento è organizzato dall'Astop con il patrocinio del Comune. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 17 alle 20. Alluvioni in Toscana Pagina 93 LA FRUSTA di LUIGI CAROPPO Basta con i rinvii Sì l'Arno fa ancora paura. E tanta. Domenica il copione della nostra debolezza di fronte alle estreme carenze degli annosi ritardi e alla forza della natura si è mostrato puntuale. Quasi beffardo : quello che era stato ricordato poche ore prima (il 4 novembre, a 50 dalla grande alluvione) mostrava nuovamente ciò che potenzialmente distruttivo poteva essere. Tecnici ed esperti hanno dato una data : Arno sicuro solo nel 2021 . Mancano cinque anni. E tanti lavori. Alle casse d'espansione nel Val o, alla diga di Levane e lungo gliaffluenti. Proprio per ciò Nazione lancia una campagna per la sicurezza del fiume. I soldi ci sono. E ciò fa ben sperare: sono stati messi a disposizione dal governo Renzi dopo decenni di chiacchiere. I cantieri per le casse sono partiti, Enel ha già presentato il progetto per la diga. Il nemico si chiama burocrazia. Non c'è perdere perché tempo troppo è già stato perso. Urgono procedure rapide. Anzi d'emergenza. Alluvioni in Toscana Pagina 94 3 1 kli'VÀ le] BATTAGLIA PER LA SICUREZZA piene? Le dighe non cï salveranno lo `sentinelle' in caso di allerta» Valdamo, viaggio ee dall'inviata STEFANO CECCHI LEVANE E LA PENNA (Arezzo) « MAGAR I potessimo contenere le piene dell'Arno e salvare Firenze. Sarebbe una rivalsa contro le denigrazioni del 1966. In realtà, noi da qui possiamo fare poca cosa. Un po' come se con un secchio si volesse fermare un torrente... ». Giancarlo Roggi è il responsabile delle dighe Enel di Levane e La Penna, e mentre parla nel freddo umido della campagna aretina, hai l'impressione di trovarti in un luogo da leggenda. La leggenda. o bufala metropolitana, che vorrebbe la Grande Alluvione di Firenze provocata dalla malgestione di queste due dighe gemelle costruite nel Valdarno a pochi chilometri di distanza l'una dall'altra. Una leggenda che portò addirittura sotto processo l'allora responsabile degli invasi, poi assolto. «C'era un clima terribile a quei tempi - racconta Roggi - L'opinione pubblica cercava un responsabile. Ma pensare che i nostri impianti potessero e possano salvare da un'alluvione e un'utopia più che una leggenda, visto che sono state progettate per fare altro». Già, fare altro. Ovvero produrre energia elettrica negli anni '50 per la Selt Valdarno ( mitica azienda dove lavorava anche Barrali) e oggi per l'Enel, sfruttando il moto del fiume. Niente a che vedere con quella che i tecnici chiamano laminazione delle acque, ovvero l'attenuazione di una piena. Così, finché l'acqua corre con una portata fino a 100 metri cubi al se- Alluvioni in Toscana Penna, i i` ' er t^o rre energia condo, questa finisce tutta nelle turbine. Quando la portata dell'Arno aumenta ( il che succede quasi sempre d'inverno), i tecnici non possono fare altro che aprire le paratie e far passare l'acqua come se non ci fosse la diga. «Noi possiamo fare solo da 'sentinelle', informando le autorità ogni volta che le portate in transito superano determinate soglie», spiegano . Se facessero diversamente, ovvero se tenessero le paratie chiuse, il livello del fiume bloccato dallo sbarramento salirebbe in poco tempo, scavalcando facilmente lo diga. Pensare di poter salvare Firenze dall'alluvione attraverso l'azione le barriere del Valdarno è ancora oggi un'utopia come lo era la notte del 3 novembre del 1966, quando la portata del fiume (che nella normalità e di 50,170 metri cubi al secondo) raggiunse il livello spaventoso di 2.250 metri cubi ( per capirci domenica scorsa la punta massima è stata di 1000 metri cubi). «Roba che capita una volta ogni 500 anni», spiegano i tecnici. Insomma: se davvero si volessero usare le due dighe per contenere in qualche modo le piene, l'unica soluzione sarebbe innalzarle e realizzare poi le successive opere di contenimento delle acque. Per la diga di Levane c'è già un progetto di massima realizzato dall'Enel per alzarla di 5 metri ma ancora non ci sono i soldi (20 milioni) che Regione e Stato devono trovare, mentre per La Penna l ' innalzamento è impossibile, pena l'inondazione di Ponte a Buriano, ovvero dell'area che fa da sfondo alla Gioconda di Leonardo. Così ancora oggi, ogni volta che l'Arno si gonfia, ai tecnici Enel non resta che fare le sentinelle, avvertendo le autorità della piena, e sperare che il Cielo non rovesci giù quella massa d'acqua fuori da ogni norma (ovvero 150 milioni di metri cubi) che segnò quell'inizio novembre del'66. La stessa cosa, in fondo, che da 50 anni fanno anche i fiorentini. Pagina 95 ( LA FENNA tra i Comuni di Civitella Vat di Chiana e Laterina l WASO LEVANE tra i Comuni di Montevarchi di 9 milivni di metrì cubi POTENZA POTENZA 17 MW 25 MW Alluvioni in Toscana e Tarranuova Bracciolirti INVASO di 3 milioni di metri cubi 66 MIt,tOtwlI di KWh produziorte complessiva degli impianti pari al fabbisaStap di 25 è%LA FAMtGIj£ Pagina 96 `L'ARNO STRA RIPA A FIRENZE' NEL SEDE DE IONE aperta anche domen ca î SUCCESSO ogni oltre aspettativa quello della nostra iniziativa `L'Arno straripa a Firenze', per ricordare i 50 anni dall'alluvione. Alla luce delle tante richieste di visita della mostra - che ripercorre i giorni del dramma di novembre'66 attraverso le pagine de La Nazione dell'epoca, filmati, foto dell'archivio del giornale e dei nostri lettori - l'esposizione sarà eccezionalmente aperta anche domenica prossima 13 novembre. La mostra, che chiuderà il 19 novembre, è stata inaugurata il 4 novembre, anniversario dell'alluvione, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alluvioni in Toscana Pagina 97 Temporati venerdì in Toscana fine settimana nuvotoso TORNA la pioggia nel fine settimana in Toscana mai temporali sono previsti soltanto per venerdì, quando in serata ci saranno già schiarite. Solo nuvoloso sabato e domenica Arno, 55 milioni restano sulla c «Il governo cï dia subito un aitïcïpo» Firenze, l'appaio dell'assessore regionale. Ecco le opere ancora áájáre Paola Fichera ma, FIRENZE DOPO molte chiacchiere, conve gni, e allarmi di ogni tipo è stato l'Arno, 50 anni dopo l'alluvione che ha segnato Firenze e la Tosca na, a far riassaggiare la sua ondata minacciosa. E' bastato il Carenti no inzuppato da 300 millimetri di pioggia in poche ore per far scattare l'allarme solo due giorni fa. Soprattutto per far ricordare bene a tutti che ad oggi solo il 30% delle opere idrauliche necessarie per la salvaguardia del territorio è stato realizzato. Troppo poco. Anche perché la `svolta' sul piano economico è arrivata solo nel 2015 con lo stanziamento di una prima Stanziata nel 2015 la prima tranche: 65 i milioni di euro destinati a tutta la Toscana tranche di 650 milioni per tutta la penisola: 65 destinati alla Toscana (10) e a Firenze (55). «E' vero - ammette l'assessore re gionale all'ambiente Federica Fra toni - e noi lavoriamo per rispettare gli impegni presi. Ma stiamo battagliando per avere dal governo almeno il 15% di quei 65 milioni che dovevano essere stanziati nella primavera 2016, cioè 5 milioni di euro». Ma quali sono le opere `mancanti'? In Toscana gli interventi in cantiere riguardano le casse di espansione sul fiume Era a Pontedera e Ponsacco (oltre 6 milioni di euro), un paio di interventi a Alluvioni in Toscana Carrara sul Carrione (circa 2,7 milioni di euro), a Pisa con il potenziamento delle idrovore di Porta a Lucca, ad Arezzo la cassa di espansione del torrente Bicchiere ia. Fondamentali sono le casse di espansione a monte di Firenze. Il solo modo per stemperare la quantità e la forza dell'ondata di piena. Per salvare la città ne sono previste quattro. Pizziconi (al Matassi no di Figline) è la prima. Ha un costo complessivo di 21 milioni di euro. I lavori sono iniziati nel 2014 e, a oggi, solo il primo lotto è stato completato. Può quindi essere messa solo parzialmente in funzione. A lavori conclusi (2018?) invaserà circa 4,5 milioni di metri cubi di acqua. La cassa di espansione di Resto ne, in sinistra idraulica prima dell'abitato di Figline, invaserà circa 5,5 milioni di inc: di acqua ed ha un costo di circa 15 milioni di euro (finanziato per circa il 50%). A fine 2016 l' opera sarà realizzata per il 16% del totale (progettazione e affidamento lavori), la conclusione è prevista a fine del 2018 . Fatte salve le indagini per la bonifica dei terreni. Le casse di espansione 3 e 4 di Pruni e Leccio (a Reggello e Ri gnano) sono più a valle e in destra d'Arno. In entrambi i casi la Regione ha predisposto analisi chi miche sulle terre. Pruni ha una superficie di 134 ettari, un volume di 6,52 milioni di metri cubi e un costo di circa 25 milioni. Anche per il Leccio siamo solo alla gara d'appalto . Si tratta di 158 ettari, con un volume di 10,34 milioni di mc per 24 milioni di euro. Dovrebbero essere pronte per la metà del 2017. Ancora più a sud c'è l'adeguamento e il rialzo della diga di Levane dall'attuale quota di 169 metri a 174. Il volume di acqua invasabile sarà pari a circa 16 milioni di metri cubi. Il costo è intorno a 25 mi lioni di euro. E i lavori dovrebbe ro essere completati a metà del 2018. Pagina 98 4 casse d'espansione Per rendere sicura Firenze servirebbero 4 casse d'espansione a monte della città. A oggi è stato completato solo il primo lotto di quella di Pizziconi Per l'Arno servirebbero almeno 100 milioni, ma altre opere sono necessarie per l'Era (6 milioni), per il Carrione a Carrara (2,7) a Lucca e ad Arezzo Alluvioni in Toscana Federica Fratoni Pagina 99 PR Repubblica Caffè, viaggio dal greco al tennis ANCHE quest'anno "Repubblica" torna protagonista del Pisa Book Festival con "Repubblica Caffè", il ciclo di incontri con gli autori, a cura di Fabio Galati, Gianluca Monastra e Laura Montanari, che animerà i tre giorni del salone. Si parte venerdì a mezzogiorno con Andrea Marcolongo e il suo "La lingua geniale. 9 ragioni p er amare il greco " (Laterza), accorato pamphlet in difesa di quella che è considerata la "lingua morta" per eccellenza. Segue alle 15 Giordano Meacci con `Il cinghiale che uccise Liberty Valance" (minimum fax), caso letterario del 2016 e finalista all'ultima edizione del premio Strega. Ancora, alle 16.20, un tuffo nel grande teatro di Shakespeare con Nadia Fusini e "vivere nella tempesta" (Einaudi) mentre si parlerà dei cinquant'anni della grande alluvione di Firenze alle 18 con Francesco Niccolini e `Il filo dell'acqua" (Scienza Express). Tre gli appuntamenti in programma sabato: ad aprire la giornata sarà, alle 15, ilvicedirettore di Repubblica Dario Cresto-Dina con "Sei chiodi storti" (66thand2nd), storia della finale di Davis del 1976 nella Santiago del regime di Pinochet e del trionfo oscurato della squadra italiana. Un giallo insolito, con un esperto di biblioterapia negli improbabili panni di detective, "La lettrice" di Fabio Stassi (Sellerio ), che ne parlerà alle 16.30. Infine, alle 18, Se- Alluvioni in Toscana Anche quest'anno lo spazio e gli appuntamenti a cura della nostra redazione bastiano Mondadori con 'Vanno dello straniero" (Codice), sulla vicenda di un liceale milanese la cui esistenza viene travolta dall'arrivo di un compagno ricco, bellissimo e misterioso. Gran finale in rosa domenica 13: si parte alle 12 con la scrittrice irlandese Catherine Dunne, ospite d'onore del festival, che presenterà al pubblico il suo ultimo lavoro, "Un terribile amore", tradotto in Italia da Guanda: un romanzo che mescola gli ingredienti delle grandi tragedie classiche e la forza della verità di ogni giorno, quelle di due donne indimenticabili, in guerra contro un mondo al maschile. Alle 15 largo a Chiara Rapaccini, illustratrice, artista, scrittrice anche per l'infanzia, oltre che storica compagna di Mario Monicelli, pronta a parlare del suo ultimo libro, "Baires" (Fazi), una via di mezzo fra un'autobiografia, un noir e una storia per bambini. Alle 16.30 Simone Lenzi, scrittore e musicista, parlerà con Francesco Bruni, sceneggiatore e regista, sul tema "Dal libro al film ". Infine, alle 18, Valerio Aiolli con una storia tutta fiorentina: quella raccontata in "Lo stesso vento" (Voland), in cui un ventilatore diventa il trait d'union fra le vicende di una serie di coppie che attraversano gli eventi più significativi del '900, dalla Seconda guerra mondiale alla caduta del Muro di Berlino. 3 RICftO[JULONE NIíHNATA Pagina 100 NON SUCCESSO NULLA Rientra nel mese di spettacoli ed iniziative della Fondazione Teatro della Toscana dedicate all'alluvione" Non è successo nulla -appunti visivi di un laboratorio teatrale", prodotto da Dinamo Film, in collaborazione con Caterina Poggesi / Fosca e Cesare Torricelli, presentato oggi alla Pergola. Una pellicola che narra dell'iniziativa, datata 2006, di un gruppo di ragazzi che rivisitò, dopo una serie di studi al Teatro della Pergola, il tema dell'alluvione di Firenze: dieci anni dopo quegli stessi ragazzi diventati adulti, parteciperanno a una nuova proiezione del l'opera, proprio alla Pergola. Teatro della Pergola, ore 18, ingresso libero Alluvioni in Toscana Pagina 101 OPIFICIO DELLE PIETRE DURE Peri cinquant'anni dell'alluvione l'Opificio delle pietre dure ha organizzato un ciclo di incontri sui restauri delle opere d'arte coinvoltee danneggiate. In particolare delle sculture si parla oggi nell'incontro"Dalla passione al mestiere. Il salvataggio delle sculture e degli oggetti d'arte minore. Dai laboratori di palazzo Davanzati al laboratorio di restauro delle sculture della Vecchia Posta agli Uffizi" incentrato sul ricordo dell'attività di quei giovani che, fra il 1966 e il 1968, lavorarono nel centro di restauro sculture e oggetti d'arte minore di palazzo Davanzati. Alcuni di loro proseguirono poi l'attività nel nuovo laboratorio di restauro sculture istituito nel 1969 alla Vecchia Posta degli Uffizi. Opificio pietre dure, via Alfani 78, ore 15-18 Alluvioni in Toscana Pagina 102 I Lr_ I. i - -!_ igoo oiiiiüin'" 1 J1,,_ 0 II ristoratore Romolo: «Nel negozio della zia tutti volevano i vestiti sporchi. E vi dico perché» di Giovanna Mezzana GROSSETO Quasi si vergogna ad ammetterlo rna- scongiurata la tragediai giorni che seguirono quell'apocalittico 4 novembre del '66 per lui - allora diciassettenne - furono un gran divertimento. Lui è Romolo. Romolo Domeniconi, il guru dei piatti maremmani, l'inventore per antonomasia delle novità mangerecce, che serve ai tavoli del suo locale di via Vinzaglio. Romolo che noti Alluvioni in Toscana ha avuto timore a mettere al bando TripAdvisor, il portale web che pubblica le recensioni di turisti, viaggiatori e aspiranti gastronauti e su cui tutti i ristoratori vorrebbero comparire in signiti di tante stelline d'oro. Romolo che rilancia la vecchia lira come titolo di pagamento alla cassa della sua "locanda", che celebra il funerale della sigaretta e apre a serate trasgressive per chi ania "le bionde". Un trasgressore-innovatore. Un personaggio. Tra qualche giorno anche lui, come alcuni commercianti di via Montebello e di via Vinzaglio, ricorderà la devastazione del'66 con l'iniziativa del Tirreno: e cioè esporrà nella sua vinaria alcune foto tragicamente spettacolari di quei giorni tratte dall'Archivio Bf. In via San Martino il negozio della zia, Angela Tomassoni, c'è ancora. È "Torn", storicarnaglieria e boutique di abbigliamento. Se entri ora, ci trovi il figlio di Angela: Aldo Mattei, cugino di Romolo, che nel '66 aveva 16 anni. Si siede a uno dei tavoli che ha fuori della sua osteria. E racconta. «Nel'66 avevo diciassette anni. Cosa ricordo? Il negozio della zia, in via San Martino, con l'acqua alta un metro e settanta». Arriva anche Aldo: Romolo è seduto, mentre lui sta in piedi. Si assomigliano come il bianco e il nero i due cugini (e non solo fisicamente), ma tra loro c'è un gran feeling: si vede. Il ricordo adesso corre su un doppio bina- Pagina 103 rio. La famiglia Mattei nel '66 viveva in via Giulio Cesare. «Andammo a verificare le condizioni del negozio - dice Aldo - solo due giorni dopo. E non sapevamo come l'avremmo trovato». Ad un certo punto si fecero coraggio e da via Giulio Cesare si recarono in via San Martino. C'era da mettersi le mani nei capelli. «In quei giorni - racconta Romolo - io andavo ad aiutare al negozio della zia. E vendevamo da far paura. La roba spor- ca». Cioè? La gente spendeva soldi per acquistare vestiti hagnati e infangati? «Sì, proprio così-ribatteAldo - Metà magazzino era perso e per riuscire a recuperare qualcosa, decidemmo di vendere tutto a meno della metà del prezzo di partenza dei capi. Cominciammo con il fare avanti-e-indietro dal negozio alla lavanderia che avevamo sotto casa: lavavamo i vestiti pieni di fango per venderli puliti». Ma presto si accorgono che i grossetani vogliano ma- Corso Carducci nei novembre dei 1966 A destra Aldo attei e Romolo Domeniconi (foto Bf) Alluvioni in Toscana glioni, pantaloni, e gonne sporche. «Volevano la "roba alluvionata" - riprende Romolo - perché non ci fossero speculazioni: la gente comprava per necessità. Puliti non li volevano, sporchi andavano a ruba. E si facevano dei grandi affari, dei gran soldi. 0 meglio, lui (e indica il cugino) li faceva: la sera contava la cassa, male mani non mele faceva mica mettere». Aldo ridacchia. E così il bucato non si fece più, si cominciarono avendere i panni sporchi «e si fecero milio- nidi lire» dicono i cugini. «Eh, alla fine ci si divertiva ricorda Romolo- Era quasi un gioco. Avevo 17 anni, lui 16». Il cugino annuisce e un velo di malinconia gli scende sugli occhi. Poi un lampo, di nuovo, «Ci si divertiva - aggiunge Aldo ridendo di nuovo - Eccome. Ti ricordi, Romolo, quelle due ragazze?». Il ricordo dell'alluvione è anche questo: con gli occhi di due cugini adolescenti, diversi ma simili, innamorati della vita. Si spaiano fango e masserizie fuori dai negozi di via de ' Barberi (foto Bf) Pagina 104 i2z Lú 6°'% L TI RRENO V 1Cl di fango in via . ll e . es Le nuove foto di ieri e di oggi Novembre 1966, via Ximenes vista dalle Mura (foto Agenzia BO redicesima tappa del viaggio con il Tirreno __ nella Grosseto alluvionata, tra passato e presente. Oggi in edicola con il quotidiano c'è in regalo la consueta scheda: due foto dell'Agenzia Bf, una scattata nel novembre 1966 e una scattata nel 2016, nello stesso luogo della città per rendere l'idea di quel che accadde cinquant'anni fa. Stavolta l'obiettivo è in via Ximenes, vista dalle Mura: il palazzo dove oggi c'è il bar Alluvioni in Toscana Dribbling (allora un magazzino di alimentari) ha l'intero piano terra - quasi quattro metri d'altezza- sommerso da un fiume di fango che scorre impetuoso. A corredo, i brevissimi racconti di chi c'era trascritti da LucaBonelli. Domani la scheda numero quattordici, che ci porterà in via Senese, a osservare un'altra delle immagini simbolo della piena del 66: l'allora caserma dei vigili del fuoco invasa dall'acqua. Pagina 105 L' lí E Te.; Il Requiem per Francïni ha chiuso le iniziative promosse dal Rotary hi era presente dice che raramente ha assistito a un evento così partecipato e di così alta qualità. Il "Requiem per Francini", celebrazione in Duomo che ha chiuso idealmente ma anche materialmente il ciclo di eventi organizzati dal Rotary Club per il cinquantesimo dell'alluvione, è stato il modo forse più congeniale per ricordare il professor Guglielmo, scomparso poco più di un anno fa. Duomo strapieno e distribuzione del libretto per seguire la celebrazione: in una delle ultime pagine c'è una bella foto di Guglielmo Francini e del figlio Valerio. E proprio da questa immagine ha preso spunto il vescovo Cetoloni per sottolineare «un sorriso luminoso, lui accanto al figlio», ringraziando i Alluvioni in Toscana familiari per aver voluto questo evento. In rappresentanza del sindaco la consigliera comunale Olga Ciar ella. E poi l'intervento del presidente del Rotary, LuigiMansi. Poi l'esecuzione: impressionante la moltitudine di coristi (oltre cento) tra grossetani e pisani, con l'orchestra Città di Grosseto e i quattro solisti (Nardi, Bertoli, Mustaro e Marcello). Di grande precisione la direzione del maestro Francesco Iannitti Piromallo, che ha dato una lettura rigorosa e al contempo romantica e spirituale delle pagine più sublimi del Requiem, dalla fuga del "Kyrie" al fragoroso "Dies irae" allo struggente "Lacrimosa". Un applauso interminabile ha concluso il concerto obbligando gli esecutori albis del "Lacrimosa". Pagina 106 L `, `, L -,'; 0G' Z Rualta: «Feci la spesa per il mio condominio ancora sott'acqua» h'S.s!'r.tr£tr :f} uello ritratto in questa foto sono io, Corrado Rualta: nel conúurrnio dove abitavo e dove abito ancora, vicino alle Quattro Strade, c'erano ancora 50 centimetri di acqua a qualche giorno dall'alluvione e io, cacciatore, ero l'unico che aveva gli stivali da palude. Ero andato a fare la spesa per tutti». Pane, latte, patate, carne da brodo. Rualta - oggi 89enne - si era riempito anche la giubba da cacciatore per portare a casa gli alimenti. «La foto era stata scattata davanti al panificio Banchi, si intravede a destra nella foto, da uno dei dipendenti. Ero anche andato a prenotare una bombola di gas». All'epoca Rualta era dipendente di Federcaccia. L'alluvione gli aveva risparmiato l'auto, Alluvioni in Toscana una Fiat 600. «Lo sa perché? L'avevo lasciata in via Colombo, la sera del 3, perché aveva piovuto troppo e l'acqua era arrivata al mozzo delle ruote. P,-i aveva portato a casa un amico. Lì, in via Colombo, l'alluvione non arrivò: e io salvai l'auto. Per diversi giorni io non andai al lavoro, l'ufficio rimase chiuso». Prima di andare a fare la spesa, le famiglie del palazzo di via Micca erano state rifornite dall'elicottero dell°,m. «Mi ricordo che il 4 l'auto con l'altoparlante passava gridando di salire ai piani alti. Io ero al secondo. L'acqua arrivò fino a 50 centimetri dal primo piano. Non potrò mai dimenticare lo sbattere del portoncino mezzo divelto dalla furia delle acque: durn, duro, dura ... ». (P.S.) Secchie sguardi desolati di fronte ai danni della piena (foto Bf) Pagina 107 Sì d i "sposa bagnata, sposa fortunata?? , i destíno esagerò Ma nel novembre di ANDREA LANINI n colpo di fulmine prima. Poi, a tempo di record, la scelta di promettersi, col "sì" pronunciato all'altare, amore eterno. Poi, l'alluvione del 4 novembre 1966, piombata beffardamente sui dolci palpiti dei promessi sposi, guastando a tutti la festa, che era fissata per il giorno dopo. Poi «la voglia, l'irresistibile proposito di non darla vinta né alla piena, né ai fiumi in rivolta, né a tutto quel fango. S'era detto di maritarci, e, alluvione o no, ci si sarebbe maritati! E così fu. Domenica 6, a Bientina, nella "chiesa degli indemoniati", come tutti, per via dei molti esorcismi che vi si praticavano, chiamavano quel bel luogo sacro». la nostra vita di coppia subito dopo il viaggio di nozze e dove abitiamo tutt'ora. Ah sì, è stata un'unione felice, fortunata, la nostra. Chissà, forse tutta quell'acqua, alla fine, ha portato pure bene. "Sposa bagnata, sposa fortunata", no si dice così? Alla faccia, però, altro che bagnata." Sposa alluvionata" è più consono, più aderente. Credo fui l'unica in Toscana, in quei giorni di tregenda. Capirai, dove li trovavi due altri matti che con l'acqua alta andavano furiosamente in cerca di un sacerdote che benedicesse lo scambio delle fedi?». Bella e volitiva, Adriana. Oggi come allora. Figlia di Giovanni "Giannino " Giuntini, il mitico melomane pontederese che fu amico dei più grandi cantanti e direttori del Novecento. Dal 1932 al 1987, anno della sua scomparsa, Giannino frequentò assiduamente i mag- Ce lo racconta, ancora divertita dall'audacia dell'impresa, Adriana Giuntini, pontederese di nascita e pisana d'adozione. «Da ragazza abitavo a Pontedera. Io e Giuseppe s'era già comprato un appartamentino a Pisa, dove avremmo iniziato Alluvioni in Toscana Pagina 108 Fissammo la data per il "sl": il 5 novembre del '66. Doveva essere di mattina, in duomo: l'Era rovinò tutto, c'era acqua ovunque Caparbi ci si sposò uguale il giorno dopo, a Bientina giori teatri d'opera, collezionando, durante i suoi lunghi tragitti di viaggiatore-loggionista, manifesti, locandine, programmi di sala, foto di scena, incisioni discografiche, articoli e recensioni: un patrimonio unico nel suo genere che, per diversi anni, è stato esposto all' interno del teatro Verdi di Pisa, in un'area appositamente creata per il "Fondo Giuntini". Quel malefico 4 novembre di cinquant'anni fa, però, Giannino era a casa, a Pontedera. Come anche Adriana, allora venticinquenne. Cinque anni di meno aveva il suo fidanzato, Giuseppe Ventura, siciliano. «Fu un coup de foudre, come si dice», sorride lei. «Ci siamo visti, scelti e acchiappati all'istante, oggi si direbbe "in tempo reale", come si manda un fax, una mail. Fissammo la data per il "sì": il 5 novembre del'66. Doveva essere di mattina, in duomo, a Pontedera. Invece mac- ché, l'Era rovinò tutto. Per ogni dove, metri d'acqua alta e fango e disperazione. Un disastro. Ma, caparbi, per niente scoraggiati - ah, l'entusiasmo della gioventù! - io e Giuseppe ci si sposò uguale. Il giorno dopo, a Bientina. Dove ci accolsero come eroici reduci sopravvissuti alla furia delle bombe. Le campane a festa, i baci e gli abbracci della gente: un momento indimenticabile». L'Era ruppe l'argine della Montagnola" alle 14.30 del 4 novembre. «14a già dalla mattina presto, con le brutte notizie che arrivavano da Firenze, si capì che non era aria. Poi, nel pomeriggio, l'inondazione. Telefonai a Giuseppe, che era a Pisa. "Giuseppe, l'acqua alta... va tutto a monte...... Lui sbalordito: "Eh? Che dici? Che acqua alta?". Non sapeva ancora nulla, non si capacitava. Gli raccontai di quel che stava accadendo da noi, a Pontedera. Fu durante quella chiacchierata concitata che approntammo il piano d'emergenza». Salirono tutti su una Fiat 500. Adriana e Giuseppe dietro; davanti Silvia, sorella di Adriana, col fidanzato (oggi marito) Paolo. «Non appena si poté metter piede in strada, si raccattò i documenti e si raggiunse alla meglio questa macchinina; poi si disse "Va bene, ora si cerca un posto che non sia allagato. Il primo che si trova è quello buono: ci si ferma e si sente se ci sposano . Ero in pratica vestita "da casa", il cappottino bianco era intrappolato in casa della sarta. E babbo non poté venire: sulla 500 in cinque non ci s'entrava. Arrivammo in una Bientina deserta nel pomeriggio di domenica 6 novembre. Si parlò con don Silvano Falaschi, celebre esorcista; gli si spiegò il nostro strano caso . Lui neri fece discorsi : " Tranquilli, vi sposo io!!". Fece la messa serale apposta per noi: a quei tempi ancora non c'era. Grazie al richiamo delle campane, la "chiesa degli indemoniati" si riempì in un attimo. C'era gente anche sui pulpiti: tutto pieno. Furnmo portati fuori in trionfo. Subito dopo, partimmo per Pisa, sempre in 500 . Trovammo tutto il centro allagato, un disastro. Abitavamo in via delle Case Dipinte, e lì, per fortuna, si riusciva ancora ad arrivare: anche se Paolo, che di strade ne sapeva una più del diavolo, dovette inventarsi non so più che tortuoso percorso. Dopo 25 anni da quel giorno , saremmo tornati a Bientina, da don Falaschi, per salutare , con una nuova cerimonia, l'importante traguardo raggiunto dal nostro matrimonio. A cui, in un modo o nell'altro, l'acqua portò fortuna davvero». CRIPRODL'ZIONE RISERVATA un'immagine di Giuseppe Ventura eAdriana Giuntini oggi La coppia aveva deciso di sposarsi il 5 novembre 1966 in Duomo a Pontedera mala città quella mattina era allagata dall'acqua fuoriuscita dal fiume Era Adriana eGiuseppe non si scoraggiarono e si giurarono eterno amore il giorno dopo a Bientina Alluvioni in Toscana Pagina 109 Adriana e Giuseppe felici al taglio della torta nuziale Alluvioni in Toscana Pagina 110 ... .. . .. i,..:: . ' .., . .. _. . . . . . . ,tH .. .. . - • _..... .ym . . _, • .., ,. , . .. . Alluvioni in Toscana Pagina 111 IL LIBRO Mezzo secolo e ancora tanto da fare "Pisa e l'Arno": la storia, le opere realizzate e i rischi attuali unedì scorso la sede del Dipartimento universitario di Civiltà e Forme del Sapere ha ospitato la presentazione delvolume "Pisa e l'Arno. A mezzo secolo dall'alluvione del 1966", curato dal professor Sergio Pinna, ordinario di Geografia presso l'ateneo pisano, di fronte ad una platea assai nutrita che, alla fine degli interventi dei relatori, ha dato vita a un'interessante discussione. Il professor Pierluigi Barrotta, in qualità di direttore, ha portato i saluti del Dipartimento, per poi esprimere una serie di opinioni personali in merito al significato di rischio nella nostra società. L'importanza di ricordare l'evento e la validità non solo culturale, ma anche pratica dell'iniziativa, sono state sottolineate in primis da Maria Luisa Chiofalo , assessore alla cultura del Comune di Pisa, che ha fatto anche particolari riferimenti ai sistemi di allerta già attivati dalla Protezione civile a Pisa. Fra i relatori anche il deputato Paolo Fontanelli , già sinda- Alluvioni in Toscana II professor Sergio Pinna co di Pisa, che ha riportato alcuni ricordi personali del giorno dell'alluvione, per poi sottolineare l'importanza dell'attenzione che il mondo politico dovrebbe avere per la difesa del territorio; attenzione che in questi decenni, a suo giudizio, non è stata ancora sufficiente a far raggiungere gli obiettivi sperati. Carlo Da Pozzo (ordinario di Geografia a riposo) si è brevemente soffermato su certe pro- blematiche inerenti la gestione dell'alveo fluviale dell'Amo. Il curatore dell'interessantissimo volume, Sergio Pinna, ha spiegato alcune questioni relative al rischio idraulico, mettendo in evidenza come i ritardi nel completamento delle opere per la riduzione del pericolo di esond azioni non siano ancora concluse, nonostante i tempi ornai lunghissimi trascorsi dal momento del loro progetto; tale situazione è da lui ricondotta a tipiche difficoltà italiane nel saper affrontare in modo razionale certi problemi di fondamentale utilità pubblica. "Pisa e l'Arno" è costituito da una serie di articoli tematici curati da accademici ma non solo, essendo l'opera di carattere soprattutto divulgativo: Manuela Ballantini, Renzo Castelli , Carlo Da Pozzo, Paolo Del Santo, Paolo Ghezzi, Massimiliano Grava, Paolo Macchia, Tiziana Nadalutti, Andrea Pini, Cristiana Torti e lo stesso Sergio Pinna. (a.sc.) iJRIPRO0dZ10NE SI TI Pagina 112 auto in sosta vennero spazzate via dalla píena A lungo, nel centro città, si videro le carcasse i veicoli Quella zona di "Fuori porta" sommersa da oltre 6 metri d'acqua lo chiamavano "Fuori PorT n tempo il bel quartiere di San France- sco , e infatti si trovava all'esterno deila cerchia muraria più antica della città. Fu nel 1860 che assunse il nome attuale, derivandolo dalla grande chiesa che ne rappresenta il centro ideale. Nella sera di venerdì 4 novembre 1966, via San Francesco è completamente allagata dall'acqua dell'Arno. La piena raggiunge i 6.35 metri sopra lo zero idrometrico. Le auto parcheggiate lungo la strada vengono spazzate via dalla piena. A lungo, nel centro della città, si vedranno carcasse di automobili che la furia dell'acqua di colpo rottama. Tristi relitti protagonisti di molte foto che Luciano Frassi e gli altri reporter accorsi ad immortalare le varie fasi del disastro provocato dall'Arno scattano nei minuti, nelle ore, nei giorni successivi alle 20 di venerdì 4 novembre, il momento in cui le spallette dell'Arno perdono la propria battaglia con la corrente. Voluminose familiari e macchine sportive, piccole utilitarie e lussuose vetture dalle lucide cromature, auto nuove e auto vecchie: per l'acqua che dirornpe dagli argini non fa alcuna differenza. Gioca con loro come una palla da bowling gioca coi birilli che deve colpire e radere al suolo. È così a Pontedera, dove l'impatta dell' acqua del fiume Era, dopo la rottura dell' argine all'altezza della "Montagnola", mette in moto un triste corteo di mezzi di trasporto che prendono a fluttuare, carambolare, capovolgersi lungo le vie e le piazze, cozzando nei muri, abbattendo pali della luce e della segnaletica stradale, piegando tralicci e semafori, imprigionandosi nei giganteschi grumi che la corrente compattava con la complicità di un'infinita, variegata poltiglia fatta di sporcizia e detriti. E così anche a Pisa, dove, tuttavia, la situazione resta sempre sotto controllo. Poi, a partire da sabato 5, l'acqua inizia a calare. Ma per Pisa "la miracolata" (nessun morto, nessun ferito: solo danni materiali. A Firenze, che di vittime ne avrà a decine, va molto peggio) non è ancora finita. Dieci giorni dopo, "con fragore", si legge sulle pagine del "Diluvio sul pian di Pisa", crollava l'antico Ponte a Mare, edificato nel 1331 sotto la signoria di Bonifacio della Gherardesca. Fu dopo quella disastrosa piena che, nel 1870, si iniziò a progettare un nuovo ponte sull'Arno: in omaggio agli eventi risorgimentali, lo si chiamò Solferino: lo stesso nome della piazza che lo fronteggiava». Mettere in sicurezza l'Arno. E un irnpe- Alluvioni in Toscana rativo-mantra che nasce in quei giorni di terrore. Mai più una tragedia simile: questo l'obiettivo a cui in tanti, a più riprese, lavoreranno. Il governatore Enrico Rossi, nel 2015, dichiara: «Per mettere in sicurezza il bacino dell'Arno la Regione sta lavorando a una serie di interventi strutturali, a monte e avalle di Firenze. Accanto a questi interventi, indispensabili per poter davvero alzare il livello di sicurezza e ridurre sensibilmente il rischio, abbiamo deciso anche di dotarci di un nuovo sistema per fronteggiare l'emergenza e mettere in sicu- Via San Francesco com'è oggi rezza la città di Firenze nel caso, che speriamo non si verifichi mai, di un alluvione tipo quello avvenuto nel 1966». Gli interventi fatti o in corso: le opere fatte o in cantiere Rossi le elenca una per una. «La settimana scorsa - ricorda - abbiamo inaugurato a San Miniato il bacino di Roffia, mentre è in corso l'appalto per lo scolmatore, per altri 15 milioni. Ancora a valle di Firenze Rossi ha ricordato gli interventi a Empoli, le casse di espansione di Fibbiana per cui si sono da poco aggiudicati i lavori, quelle di Querciola, sull'Ombrone pistoiese e la gara in corso per il bacino dei Renai a Lastra a Signa. A monte, gli interventi più rilevanti già avviati sono le casse di espansione di Figline, dove i lavori sono già partiti e l'avvio della progettazione da parte di Enel per l'innalzamento della di diga di Levane. La "battaglia" contro i pericoli dell'Arno continua anche in tempo di pace. (a. l.) 01 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 113 La foto storica in regalo oggi col Tirreno : uno scorcio di via San Francesco allagata Alluvioni in Toscana Pagina 114 Filorence fears it could happen again FLORENCEJOURNAL FLOREI CE, ITALY 50 y ars after the flood, city 's treasured artworks seen as still vulnerable BY GAIA PIANIGLkNI It was hat Tuscans simply refer to as "l'alluv one," or the flood, because most everyo e here who is old enough remembe s the morning, 50 years ago this month, when the Arno River spilled over its banl s in Florence's most devastating natural disaster of modern times. Wate and sludge, fuel oil and debris, carcass s and cars were carried along by the floodwaters running up to 45 miles hour through Florence's historic ce ter. The flooding killed 35 people and caused lasting damage to homes, búildings and treasured artworks. ome 6,000 businesses were ruined, d 70,000 citizens were left without ele ricity'gas or heating for days. Flore tines watched helplessly as the water rose, and the government did little at f' st to respond, seemingly disregarding the flood, or in disbelief of it. A handful of radio amateurs restored communica ions by jury-rigging phone lines to help t e authorities coordinate rescue efforts. Local and foreigners in the city rolled up the' sleeves in a show of stubborn resilien e, and got to work salvaging books, archments and scrolls from the baseme t of the Uffizi Gallery, and later from th National Library, both based along t e Arno at its narrowest. Amo g the foreigners were those a joprnalit labeled the "mud angels" - Alluvioni in Toscana some of them college students from the United tates. The city's debt to them has bee lasting, and the mayor invited them th s year to return to Florence and celebrate. "We orked so hard, in a human chain, t get those manuscripts out of the mu ," said Michael Pulman, who was a t acher in the study-abroad program f or Florida State University in Florenc , one of.the first American colleges to start such a program here. Ernie rock, then a humanities major, was am ng the 120 Americanstudents who pit hed in. "We saw terrible damage, but e were so happy to do what we could to help" he said, Mr. rock 'remembers, going to Florenc 's baptistery ás sö:g,i : ,as he could, s ogging through múd up to his calves, o make sure that Donatello's statue !o Mary Magdalene had resisted the risin water. "Ghib rti's `Doors of Paradise' had buckled, and were stuck in the mud against e parapet. It was devastating," Mr. Bro recalled. "But I could see it, in the gló m, the Mary Magdalene was still ther :' But at was then. The question preoccup ,' g Florentines and.others on this anniversary of the great flood is whether the city has done enough to prevent a si ' ar catastrophe. Italy as long grappled with lack of funds, B zantine bureaucracy and legal battles o er using privately owned land to build ood-prevention infrastructure along th Arno. The no has always been a quicktempere river, and the story of its rages, I a d Italy's failure to deal with In the years since, the authorities have slowly built some flood-prevention measures. But critics warn that Florence remains vulnerable. If a similar flood were to occur today, the damage to Florentine homes and businesses could total 6 billion euros, or about $6.6 billion, according to a report by the Arno Basin Authority. "Its impact would be much more devastating, because we have many more constructions in and outside of the city, by the river," said Severino Saccardi, editor of the Florentine magazine Testimonianze (Testimonies), which published a 400-page special edition about the flood this year. In the years immediately after the flood, the authorities raised the parapets along the Arno, and increased its depth under two central bridges where it narrows, the iconic Ponte Vecchio and Ponte Santa Trinita, easing its flow through Florence. In the 1990s, they also built a dam on a northern tributary to the river, and started work on dozens of retention basins on tributaries downstream in a now densely populated area between Florence and the Pisa coast, where the river flows to the Tyrrhenian Sea. A similar flood today could cause $6.6 billion in damage. them, is engraved on Florence's walls. Since its first known flood in 1177, the Arno has breached its banks and inundated •Florence 56 times. Marble markers note not only the variation of street names over the centuries, but also the river's destructive progress. "The Arno reached this height on November 4,1966," says a black carving on a white plaque in an area by the main Florence railway station, about 10 feet above street level. Pagina 115 But many other prevention measures have been bogged down for years. "It's rather usual after the flood that authorities try to restore the situation in a haste, and then have troubles finding money and consensus for water management," said Chris Zevenberger, a professor of urban systems at Unesco's Institute for Water Education. "It's not sexy to invest in water management because no one sees the results:" Indeed, a $117 million project in Figline Valdarno, a hamlet about 20 miles southeast of Florence, was fully given a green light only last year. Tuscan officials there are constructing 26-foot-high embankments around four artificial retention basins, capable of diverting water from the Arno if it floods.again. Along with the eventual raising of a power-producing dam farther south, the project is intended to diminish the, impact of a major flood on Florence by 15 percent, engineers say. `•`It looks like a peaceful stream now," said Dario Pratelli, the owner of the company in charge of the construction. "But when it's in full force, it's scary." Many fear these measures will do little to protect Florence from another catastrophe. Given that,-the recollections of residents and of the "mud angels" on the flood's anniversary served as not only a reminder of things past, but a potential warning of those to come. Esta Tishgart, now a retired teacher, was a history major at Florida State University who was in Florence and saw the waters rise. She was among those who returned to the city this year and was honored by the mayor with a badge that allowed her free access to civic museums and transportation: "While Florentines were concerned about getting their belongings together, we were free to work," she recalled. "That experience has stayed with me all my life:' But she was quick to add, "I hope it won't happen again:' ASS[)CIA U PRESS The square in frontofthe Basilica of Santa Croce on Nov 5,196 ;., nücrahc Arno River overflowed and flooded Florence, lsay . ! he floodkilled 35 people and ruined 6,000 businesses. Alluvioni in Toscana Pagina 116 GIORGIO LOTTI/MONUAOORI PORTFOLIO, VIA GEM IMAGES Italian and foreign students saving books from the flood. The "mud angels," as they were called, were invited to return this year. Alluvioni in Toscana Pagina 117 Alluvione cli Firenze Dopo 50 anni ferite ancora aperte Ascoltando un telegiornale sono rimasto esterrefatto nel sentire una dichiarazione, a proposito dell'alluvione di Firenze del 1966, e cioè che da allora, e sono passati 50 anni, sono stati portati a termine solo il 30 per cento dei lavori per rimarginare le ferite. Ma in questi 50 anni non è stata sempre la sinistra ad amministrare-Firenze? Sergio Alessandri email r .f Alluvioni in Toscana Pagina 118 Le 75 richieste per il risarcimento dei danni adesso saranno affrontate attraverso la strada delle carte bollate di Luca Barbieri CARRARA Niente risarcimento danni in via conciliativa, ovvero tramite procedura di mediazione, perle famiglie colpite dall'alluvione del 5 novembre di due anni fa. Così, adesso, l'unica strada percorribile rimasta per il risarcimento è quella della causa in sede civile davanti al Tri bunale delle Acque di Torino. A confermarlo è l'avvocato Ferdinando Genovesi, che assiste queste famiglie, messe in ginocchio dall'esondazione del Carrione, dopo la seduta di ieri mattina alla Camera di Commercio per il tentativo di mediazione. «La mediazione - commenta l'avvocato Genovesi - in questo caso non era obbligatoria, ma abbiamo intrapreso questa strada perché speravamo in questo accordo, ma a causa dell'assenza della Regione e della Provincia il tentati vo di mediazione è fallito. Adesso non resta che la causa, di competenza del Tribunale delle Acque di Torino». Sono 75 circa le richieste danni, ma a queste vanno aggiunte delle altre, puntualizza lo stesso avvocato, che prova poi a stimare, all'incirca, quanti sono i soldi in ballo. della mediazione, anche se non obbligatoria per questo caso. E così ecco convocati i tre enti, ma la mancata presenza di due dei tre, ovvero Regione e Provincia (il Comune era rappresentato dall'avvocato Sonia Fantoni e dal segretario generale Pietro Leoncini), ha fatto sì che questo tentati vo andasse fallito lasciando come unica opzione rimasta quella della causa per il risarcimento danni, da non confondere con la questione dei contributi. Causa, quindi, che dovrebbe partire entro fine anno, come lo stesso Genovesi dice. «Entro fine anno si dovrebbe partire con la causa fornendo quindi il materiale probatorio. Stiamo parlando di risarcimento danni, perciò si va dall'auto, ai mobili, ai suppellettili, a chi ha perso l'intera cucina, fino ai danni morali». La mediazione dunque non ha funzionato, i cittadini adesso, per il risarcimento danni, dovranno passare alla causa che partirà, probabilmente, entro la fine dell'anno. Dopodiché la parola passerà al Tribunale delle Acque di Torino. «Si parla - osserva Genovesi - di circa 2 milioni, oltre al danno morale, per circa 80 unità». E sì, perché magari, tra queste famiglie c'è chi ha perso "solo" l'auto, chi appena sente un'allerta meteo non dorme la notte perché rivive quei drammatici momenti del 5 novembre 2014 in cui molte famiglie hanno perso mobili, oggetti più o meno preziosi, intere stanze e magari tanti ri cordi della vita familiare. «Abbiamo convocato - spiega l'iter seguito l'avvocato per la mediazione i tre enti che ritenevamo responsabili, cioè Comune di Carrara, Provincia di Massa-Carrara e Regione Toscana, ma questi ultimi due non si sono presentati. E così il tentativo di mediazione è fallito». «Stiamo parlando - precisa - di risarcimento danni, al di là quindi dei vari contributi. Noi poi ci siamo occupati solo della questione dell'argine crollato». In sintesi, dunque, si è cercatala via conciliatoria, quella Alluvioni in Toscana Natanti per uscire di casa durante l'alluvione L'avvocato Ferdinando Genovesi II segretario Pietro Leoncini Sonia Fantoni , avvocato del Comune 1a crosi6arinnc ra noi, Pagina 119 L'esondazione del Carrione il 5 novembre di due anni fa Cittadini e avvocati all'uscita della Camera di Commercio Alluvioni in Toscana Pagina 120 A fine mese al Tribunale delle Acque di Torino la parola al ctu: il conto presentato di 7 milioni D CARRARA Dal disastro dell'alluvione a una guerra di perizie che arriverà al suo atto conclusivo, di sintesi, a fine mese, il prossimo 30 novembre, davanti al Tribunale delle acque di Torino. È qui che hanno presentato causa per il risarcimento danni tre elle aziende di via Argine Destro messe in ginocchio il 5 novembre scorso dall'esondazione del Carrione: la Doganella graniti, la I.Van entrambe facenti capo all'imprenditore Giorgio Vanelo, e La Fontanili di Maurizio Fontanili. Il conto presentato dalle ditte ammonta a 7 milioni in totale. C'è stata quindi la perizia del ctu nominato dal tribunale, l'ingegner Andrea Gianasso di Torino e in merito alle osservazioni avanzate dai titolari delle aziende adesso dovrà essere depositata sul tavolo del tribunale la perizia definitiva. La vicenda. Nel giugno scorso Alluvioni in Toscana La segheria di Fontanili due anni fa dopo l'alluvione l'udienza presso il Tribunale delle acque di Torino, al quale si sono rivolte tre aziende di via Argine destro, per i danni subiti nell'alluvione dopo il crollo del muro d'argine destro adAvenza e l'inondazione di Marina. Le tre aziende han- no chiesto al tribunale un accertamento tecnico preventivo (Atp), -in prati ca un procedimento d'urgenza, irripetibile - avendo quantificato danni complessivi per circa sette milioni di euro. Una stima al momento solo Pagina 121 Maurizio Fontanili nella sua segheria oggi di massima. La notifica relativa alla richiesta di Atp è stata inviata a più soggetti, Fra questi il Comune che agli inizi di questo mese si è costituito, ed è patrocinato dagli avvocati Sonia Fantoni e Marina Vannucci. Le aziende che sono ri- Alluvioni in Toscana corse al Tribunale delle acque sono la Doganella graniti, la I.Van entrambe facenti capo all'imprenditore Giorgio Vanelo, e La Fontanili di Maurizio Fontanili. Le notifiche sono stati inviate al Comune, alla Provincia, alla Regione, al ministero dell'economia e finanze, alla Port Authority, a due ingegneri, al Consorzio di bonifica Toscana Nord, alla ditta che ebbe l'appalto dell'argine e alla ditta sub appaltatrice. Le imprese che hanno mosso questa azione legale, in sede civile, sono assistite dagli studi degli avvocati Riccardo Diamanti e Massimo Santella. Fontanili: dalle banche nessun aiuto. In attesa dell'esito del procedimento giudiziario davanti al Tribunale delle Acque di Torino, Maurizio Fontanili le conseguenze, drammatiche dell'alluvione di due anni fa le ha ancora sotto gli occhi, nella sua segheria di via Argine Destro. «Ho avuto più di due milioni di danni, abbiamo portato via 35 camion di terra, e stiamo ancora lavando le lastre, una a una. Gli uffici sono inagibili e dovranno essere demoliti. In tutto questo dalle banche non ho avuto nessun aiuto». «A due annidi distanza dalla tragica alluvione - conclude c'è un aspetto che voglio rmarcare, voglio ringraziare un amico, Emilio Ricci, un vero amico. Un signore». (a. v.) ©R IPRODUZIONE RISERVATA Pagina 122 SANTA I libro di Marchetti e Boschi dedicato alle vittime dell'Arno 1 S. MARIAA MONTE In occasione dell'inaugurazione della mostra fotografico-documentaria sull'alluvione del 1966 in provincia di Pisa, è stato presentato il libro "Il fragore della memoria": Cronaca, ricordi, documenti e immagini a cinquant'anni dall'alluvione del 1966, sull'esondazione dell'Arno nel territorio comunale, curato da Patrizia Marchetti, archivista, esperta di storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte. «La pubblicazione è dedicata a Giuseppe, Giorgia, Faustina ed Egidia Banchini, che rimasero vittime della tremenda ondata che spazzò via la loro abitazione sita a pochi metri dall'argine in cui si verificò la rottura. Con questo opuscolo vogliamo ricordare quei tragici giorni di cinquant'anni fa, quando quella distesa infinita d'acqua invase tutta la pianu- Alluvioni in Toscana ra del Valdarno Inferiore, come fosse mare, fredda, melmosa, a tratti illuminata dal bagliore dei lampi che la rendevano ancora più minacciosa - dice la sindaca Ilaria P arrella - Il lavoro ha tentato di ricostruire quanto successe affrontando la triste vicenda da cinque punti di vista: la cronaca, con l'elenco dei fatti dal venerdì 4 al martedì 8 novembre; la memoria, con la trascrizione del diario di don Luigi Picinoli, parroco di San Donato; i documenti d'archivio, con il consiglio comunale riunito in data 13 novembre 1966 sotto la presidenza del sindaco , Sisto Marinai, e la cronistoria degli atti amministrativi sono al 1974; la stampa, attraverso i giornali dei giorni immediatamente successivi alla tragedia; le immagini, "crude" testimonianze dell'alluvione vista con gli occhi della gente». RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 123 La docente fu tra í gíovaní che recuperarono R PONSACCO La professoressa di francese, Nicla Mati , ponsacchina, 75 anni, è stata uno degli "angeli del fango" nel novembre del 1966 alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Studiava alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere all'Università di Pisa, e spesso veniva dalla famiglia nella città del mobile. Quel 4 novembre del '66, quando si verificò la Grande Alluvione che mise in ginocchio mezza Toscana, si trovava proprio a Ponsacco. Il giorno prima era stata a Firenze con la madre e lo zio Danilo, per prendere i libri nuovi per la libreria della zia, che abitava in paese. Nicla a Firenze si recò a salutare l'amica Rossana ore, con la quale aveva studiato alla Sorbona a Parigi nell'estate del '65, e per poco non rimase nel capoluogo fiorentino. «Mi dispiaceva far tornare a Ponsacco mia madre e mio zio Danilo da soli con tutti quei volumi da scaricare spiega la professoressa Mati Alluvioni in Toscana -per la libreria della mia zia Diva De Santi . Spesso la zia mi chiamava in negozio per aiutare e non potevo studiare. Fu così che mi trasferii a Pisa dove frequentavo la Facoltà di Lingue. Sono stata un "angelo del fango", perché quando ritornai a Pisa dopo l'alluvione alcuni giovani ci chiesero di andare a Firenze ad aiutare gli alluvionati. Partii con la mia compagna di studi di Perignano, Giovanna Bendinelli, morta purtroppo nel 2011. L'appuntamento fu in piazza dei Cavalieri la mattina molto presto, alla statua di Cosimo de' Medici, con stivali di gomma. Arrivammo in piazza Santa Croce e, a piedi, per mano, piano piano, al centro della strada per non scivolare, arrivammo alla Biblioteca Nazionale, perché lì eravamo state destinate. Avevamo panini e acqua per mangiare, e la sera cena gratuita pagata dall'Università». «C'erano tanti giovani volontari da tutto il mondo, pieni di fango dai piedi fino ai Pagina 124 Nlcla Matl Gli angeli del fango a Firenze nel 1966 capelli - racconta ancora la professoressa - L'opera volontaria durò per quindici giorni, da pendolari con l'autobus Pisa-Firenze. Ci stancammo molto a recuperare volumi molto pesanti per il fango e l'acqua, che avevano assorbito. Dovevamo lavarli tutti, poi farli asciugare in una stanza scaldata con stufe a gas. Inoltre appena arri- vate a Firenze, prima di iniziare il lavoro di recupero dei testi, alcuni medici ci ricevettero in una stanza e ci iniettarono antitifica e antitetanica». «Nei sotterranei della Biblioteca Nazionale erano custoditi i libri più preziosi - ricorda Mati - e grazie alle catene umane recuperammo materiali importanti. Era fred- Alluvioni in Toscana do. In questi giorni ho risentito un altro "angelo del fango": Roberto Borghini di Certaldo, che è stato compagno di volontariato in quelle faticose giornate fiorentine. Arrivavamo alla sera con le braccia a pezzi, ma era una gran soddisfazione aver dato un aiuto». Elena lacoponi PIPRODNZIONE RISERVATA Pagina 125 Castelfranco: mostra nei fondi sfitti per rr r quelle giornate CASTELFRANCO . La memoria di un paese e dell'evento che più lo sconvolse in diciotto foto, anzi in diciotto fondi. Questa la scommessa che a Castelfranco di Sotto, sull'alluvione, si è fatta attraverso delle foto d 'epoca, stampate su vetrofanie, apposte sulle vetrine di alcuni fondi vuoti nel centro storico , in vista di un medesimo allestimento perla rampa per disabili al Municipio. Iniziativa nata dalla volontà del comune in collaborazione con l'Associazione Palio, questa volta, sull'alluvione , ma che in futuro, già dall'anno prossimo, potrà essere dedicata anche ad altri aspetti della memoria storia del paese . ((La speranza è quella di creare un fenomeno per Alluvioni in Toscana il quale ogni tanto , in paese, ci si va anche per vedere che cosa hanno messo di nuovo in questo "museo a cielo aperto" spiega il sindaco Gabriele Toti - La lucida follia, nata quasi per gioco qualche mese fa parlando con Mauro Marinari, che oggi diviene realtà e ci accompagnerà, in questo primo esperimento, almeno fino a Natale ». Progetto che, come spiega l'assessore con delega al centro storico Giulio Nardinelli, non riguarderà soltanto i le vetrine ed i fondi, già allestite peraltro lungo le strade del centro. ((Abbiamo in progetto di fare qualcosa di simile anche per le bacheche politiche laterali al municipio, in via Marconi , previo accordo con le forze politiche - dice - ma soprattutto, nel progetto sarà coinvolta la discussa rampa per disabili che da sempre è oggetto, com'è noto, di polemiche. Un oggetto che, per quanto brutto, è stato ed è necessario a fornire un servizio fondamentale: cosa, questa, da non dimenticare. Ma che adesso potremo rendere più gradevole con questi pannelli dedicati alla nostra storia, qualcosa che forse sembrerà banale a chi è un po' in su con l'età, ma che non lo è affatto per le giovani generazioni . Strade e piazze del centro storico parlano, quello che noi proponiamo oggi è uno strumento ulteriore per saperle ascoltare». (ndm) Pagina 126 TEATRO NICCOLINI Via Ricasoli 3 Fincostassù. ALLUVIONE. 50 ANNI DOPO Di Alberto Severi. Regia Lorenzo Degl'Innocenti. Con Marco Zannoni Domani. Ore 21. Alluvioni in Toscana Pagina 127 TEATRO DI CESTELLO Piazza del Cestello 4, tel. 055.29.46.09 4 Novembre 1966, aiuto l'alluvione. Di Oreste Pelagatti. Regia Marco Predieri. Con la Compagnia stabile Teatro di Cestello. Ore 20.45. Alluvioni in Toscana Pagina 128 La Lega A rd sottolinea: dopo lelindnazione della vegeta ione di sponda "Torrenti esondali, come previsto" MONTERONI D'ARBIA Duro intervento della Lega Nord Toscana sulle recenti esondazioni. Afferma il consigliere regionale Marco Casucci: "Non ci voleva molto per prevedere che alla prima pioggia più intensa del normale, i corsi d'acqua del seriese sarebbero straripati. In barba a qualsiasi normativa, è stata, infatti, eliminata la vegetazione di sponda con una politica errata della Regione, attuata dal Consorzio di Bonifica Toscana Sud, che ha appaltato la rasatura a zero degli alberi, i quali da decenni coprivano il suolo delle sponde dei corsi d'acqua intorno a Siena; un provvedimento che certamente non fa bene al territorio e non contrasta il dissesto idrogeologico, anzi ci accomuna ai Paesi incivili del mondo, dove purtroppo ancora oggi si tagliano gli alberi per ottenere vantaggi immediati a scapito dell'equilibrio millenario della natura". Sulla vicenda interviene anche il commissario della Lega Nord Siena, Marco Figura, che osserva: "Oggi le sponde di Tressa, Arbia, Riluogo e Ornbrone sembra siano state attraversate dai vandali; in effetti, la realtà non si discosta molto da questa immagine, e gli effetti sono visibili nelle case, nelle cantine e nei garage delle frazioni che ieri Alluvioni in Toscana hanno dovuto fare i conti cari l'invasione dell'acqua uscita dai letti dei fiumi. I cittadini danneggiati ieri (che temiamo non saranno gli ultimi, prima che alberi ad alto fusto tornino a trattenere il terreno e l'acqua sulle sponde torrentizie) dovrebbero chiedere un congruo risarcimento alla Regione, senza che vengano colpite economicamente le stesse vittime, bensì gli appaltanti e appaltatori, responsabili di uno dei più gravi scempi ambientali avvenuti in Toscana negli ultimi anni". ---------------------------------------------------------------- Pagina 129 IL PONTE SOTTO CAPANNOLE EROISO,LA STATALE 540 DELLA VALDAMBRA RIMASTA CHIUSA, IL PONTE A RASO DI POGI E AL PONTE DI MONTOZZI. MA LE CASSE DI ESPANSIONE HANNO COMUNQUE FUNZIONATO «alvei lasciati in abbandono» Consorzio bonifica, f uria del sindaco «r • Cl • • lasci at dopo i l i • v • in di MARCO CORSI BUCINE«NON CI POSSIAMO permettere di mantenere gli alvei dei fiumi in questo stato disastroso. Chi effettua i lavori sugli alvei deve provvedere a rimuovere anche il materiale». Il sindaco di Bucine Pietro Tanzini è un fiume in piena, tanto per rimanere in tema e chiama in causa direttamente il Consorzio di Bonifica, «invitato», in maniera molto esplicita, a seguire tutti i lavori che vengono predisposti lungo i corsi d'acqua. «Le problematiche che abbiamo riscontrato in questi giorni sulla stabilità dei ponti sono legate soprattutto al legname abbandonato molto spesso da chi fa la pulizia degli alberi su commissione del Consorzio - ha detto Tanzini -. Questo è un danno incalcolabile. Abbiamo verificato sia alla bocca tarata di Badia a Ruoti sul Lusignana che alla bocca tarata di Ambra la presenza di materiale abbandonato. E' inconcepibile. Chi fa i lavori - ha aggiunto - li deve compiere fino in fondo, non è così che si mantengono i torrenti e si evitano i danni. Per fortuna questa volta è andata bene. Mi auguro però che non risucceda. Farò tutti i passi necessari per far si che il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno si metta nelle condizioni di seguire bene tutti i lavori che ci sono da fare». Bucine è stato uno dei comuni più colpiti dal maltempo che domenica scorsa si è abbattuto sulla vallata. Presa di mira, in particolare, la Valdambra. Quattro i punti critici. «Abbiamo trovato alta bocca di Badia a Ruoti e di Ambra materiale a bbandonato» IL PRIMO RIGUARDA il ponte che sotto Capannole attraversa l'Ambra fino ad arrivare ad una località di campagna, Podere il Colle. Il torrente ha eroso le spallette sia in riva destra che in riva sinistra, creando problemi di staticità. Il sindaco ha quindi emesso un'ordinanza che vieta il transito di mezzi motorizzati. Il ponte è fruibile solo per i pedoni. • i C R • f 4 cl •• così l dann crescono» i dove la furia delle acque ha spazzato via sia conduttura del metano che altri servizi . Criticità si sono registrate anche al ponte di Moritozzi, dove la grande quantità di legname e di alberi sradicati hanno ostruito la luce del ponte. L'Ambra, infine, ha eroso in maniera notevole la pista ciclabile costruita all'interno della cassa di espansione, dal ponte di Badia a Ruoti fino al potabilizzatore. «Alcuni cittadini mi hanno detto che nemmeno nel'66 si era verificata una così grande irruenza delle acque», ha detto, amareggiato, il sindaco Tanzini. IL SECONDO PUNTO critico riguarda la Statale 540 della Valdambra, in località Boccarina, dove l'esondazione, anche in questo caso, ha provocato l'erosione delle spallette de ponte attraversato anche dagli autotreni diretti sulla superstrada Siena-Bettolle. Sono in corso le verifiche sulla stabilità della struttura e non è escluso che venga deciso di limitare il transito dei mezzi pesanti almeno fino ad un certo tonnellaggio. Altri problemi sono stati riscontrati nel ponte a raso in località Pogi, L'I NONDAZ I ONE Gli interventi di domenica contro l'alluvione. La Valdambra una delle zone più colpite Alluvioni in Toscana Pagina 130 Tu,Ue te f t! per rí% ordare il mezzo secoLo tt'att vi e Empoli C'è T EM PO fino al 13 novembre per visitare (dalle 17 alle 19.30) 'Empoli. I giorni dell'Alluvione. Cinquant'anni dal 1966', mostra fotografica organizzata perla ricorrenza dei 50 anni da quel tragico 4 novembre 1966. L'esposizione alla Vela Margherita Hack di Avane, raccoglie immagini e foto d'epoca di una città martoriata: dai luoghi alluvionati al lento ritorno alla normalità. Alluvioni in Toscana Pagina 131 PRESENTATA UNA STAGIONE DI PROSA E MUSICA Di G RANDE QUALITA' `Margherita. ', spettacoli a km zero UNA STAGIONE varia, che si rivolge a molti, che guarda con particolare interesse alle famiglie, ma non dimentica di mettere in carnet proposte di nicchia per appassionati di prosa e musica. Ecco la rassegna 2016/2017 del Teatro Comunale Regina Margherita di Marcialla che da novembre ad aprile mette in cartellone oltre una ventina di appuntamenti tra teatro ragazzi, popolare e vernacolo, teatro contemporaneo e di ricerca. Una stagione intensa, quella programmata dall'associazione culturale certaldese, che strizza l'occhio al teatro a km 0, al jazz con degustazioni di vino e a concerti bandistici. A segnare il debutto è stato il teatro ragazzi con «Ucci! Ucci! Pollicino e altre fiabe» di Michele Mori, un tuffo nel- le fiabe della tradizione, da Collodi a Calvino passando dai ricordi dei nostri nonni. Ma la magia prosegue il 26 novembre con il popolare toscano e «Viceversa Teatro» che propone alle 21,30 «L'alluvio- er saperne di più consultare il sito internet www.teatro marg herita.org ne», ambientata nel novembre 1966 in un appartamento in San Frediano a Firenze. L'8 dicembre è tempo di teatro dei ragazzi con «Nico cerca un amico» di Matthias Hoppe. E ancora popolare toscano il 10 del prossimo mese con Gavena Dopocena che presenta «L'hanno combinata». «La nuova rassegna - spiega Sara Innocenti, il presidente dell'associazione culturale Marcialla - ospita come sempre un pieno di appuntamenti che fino ad aprile si distribuiscono in quattro sezioni diverse per un totale di 23 date (comprese le repliche). La programmazione è sospesa tra piacevoli novità, copioni comici e proposte di grande fascino. Il teatro per grandi e piccini, il vernacolo, il jazz & wine saranno i cardini di un calendario ricco e per tutti i gusti. Che si rivolge con attenzione anche ai palati più esigenti». Info e prevendite: 055 8077024, 331 4048373. Y.C. `L'hanno combinata' di Gavenadopocena il 10 dicembre Alluvioni in Toscana Pagina 132 NEI RACCONTI DEI COLLEGHI DI ALLORA EMERGE IL GRUPPO UNITO E QUEL SENSO DI APPARTENZA ALLA CITTA' E AL GIORNALE CHE SPINSE TUTTI A NON FARE MAI MANCARE LA NAZIONE IN EDICOLA n .. ai i J'' T 'r iii • 11i %,. •.% v vI'///4p'' - n %' i %, „<%._ Kolative i ' l «IL 4 NOVEMBRE ci fu l'alluvione, il 5 ci si presentò al giornale, poi si prese la Giulia del direttore del personale Omero Zaccherini e si andò a Bologna perché `La Nazione' doveva uscire a ogni costo. Ci sarei rimasto due mesi, facendo un po' su e giù con il treno e un po' dormendo in un albergo». Fabio Bianchi lavorava nella tipografia de «La Nazione» da un anno, quando sul nuovo stabilimento di viale Giovane Italia piombò la furia dell'Arno. Aveva 23 anni, negli anni successivi fino al 1994, ne avrebbe vissuti di eventi e di edizioni straordinarie, ma di quel periodo - i giorni dell'alluvione ha un ricordo forte, emozionante, come spesso accade quando si è fatto parte di qualcosa che esula dai canoni. Come «il» giornale di Firenze che viene confezionato a Bologna perché non si può fare altrimenti. «Quando arrivammo al Resto del Carlino, fu il direttore che era Giovanni Spadolini ad ac- Alluvioni in Toscana e%._ • •. _L e c %:o oia li, i l racconto di un poligrafico compagnarci in tipografia - racconta Fabio Bianchi -. Fu cortesissimo, probabilmente da fiorentino sentiva in modo particolare la gravità dell'accaduto, ma devo dire che anche fra i colleghi poligrafici sentimmo tanta solidarietà». «Ricordo gli articoli di Alberto Marcolin, di Taddei, di Laura La storia Due mesi a BoLogna I POLIORAFICI fiorentini andarono a Bolog na poche ore dopo l'alluvione. «La Nazione - racconta Fabio Bianchi - doveva uscire a ogni costo. Ci sarei rimasto due mesi, facendo un p& su e giù con il treno». Griffo, di Bilenchi... Rimanemmo a Bologna due mesi per comporre la prima e la seconda pagina, che erano le ultime, le più fresche. Dovevamo andare veloci come il vento, perché alle 23,30 si doveva andare in stampa. La distribuzione non era uno scherzo, l'autostrada esisteva da due anni, il resto era tutto su strade normali, curve, salite, discese». ALTRI tempi, altro che internet e social network. «'La Nazione', con gli articoli di fondo del direttore Enrico Mattei, si fece carico di dare la scossa, di smuovere le acque per il dramma che stava vivendo Firenze - ricorda Bianchi -. Ne siamo stati orgogliosi, lo siamo ancora. Che c'entra, il giornale non è mica tuo... Ma `La Nazione' non era solo il nostro pane quotidiano. Sentivamo un senso di appartenenza che muoveva tutti noi. Insieme all'orgoglio di fare qualcosa per la nostra città». laura gianni Pagina 133 ' `✓MÓïrï /îrra N/ i/ /i,J !miinn!mpim rnnnxnn .:,,,ry L Personale al lavoro nello stabilimento alluvionato de La Nazione Nonostante i danni, il giornale non mancò mai in edicola Alluvioni in Toscana Pagina 134 questi cmquanta non e stato fatto proprio niente» « LETTO avidamente il volumetto "Il Giorno della Piena" di Luciano Bausi ed ho rivissuto quei giorni "maledetti": avevo 25 anni, ero sposata da un anno, con una bimba di neanche 10 mesi; abitavo nella zona di piazza Puccini al terreno di un edificio, non dico altro! Ora mi chiedo: si sollecita la memoria a ricordare senza che in questi 50 anni nessuno, abbia fatto niente, se non promesse su promesse, per migliorare le condizioni dell'Arno. Anzi si sono lasciati crescere alberi nell'alveo del fiume, le erbacce in più punti ne hanno invaso il letto e si è fatta Alluvioni in Toscana la "la spiaggia" stile Senna a Parigi. Sembra anche che il nostro sindaco abbia detto che si potrebbero fare addirittura camminamenti lungo le sponde (sempre sull'esempio della Senna che forse è "leggermente" più larga dell'Arno). Insomma abbiamo ristretto l'Arno! Di chi la responsabilità? Sarà del Comune? No..sarà della Provincia? No..sarà della Regione? Allora ricordare quei momenti a che serve? A rinnovare il dolore e la paura poiché non possiamo, dopo 50 anni, dire non ricapiterà più ... per fortuna .... Ora l'Arno è in sicurezza. Marina Repetti Pagina 135 E' POSSIBILE VEDERE IL FILM CAPOLAVORO REALIZZATO DA FRANCO ZEFFIRELLI E IL FILMATO REALIZZATO DA LA NAZIONE IL SUCCESSO DELLA MOSTRA E' PROVOCATO ANCHE DALL'INCESSANTE PASSAPAROLA TRA PARENTI, AMICI E VICINI DI CASA t ss i Sabato e do 1~ -19 1. irí`1 i • nica: orario continuato (9, 30-18) UN «FIUME» di persone che vuole ricordare, che vuole rivivere, che vuole tramandare, che vuole che anche la mostra sui 50 anni dell'alluvione sia uno stimolo per far presto e bene i lavori per mettere in sicurezza l'Arno. Non è esagerato davvero dire che l'iniziativa del nostro giornale è un grande successo: nei primi tre giorni della settimana mille persone hanno varcato l'ingresso di via Paolieri. E proprio per dare possibilità a più persone di visitare la mostra sono state decise aperture straordinarie. Sabato e domenica l'ingresso sarà ad orario continuato dalle 9,30 alle 18. Venerdì scorso si è alzato il sipario sulla mostra «L'Armo straripa Alluvioni in Toscana MOLTE LE SCOLARESCE CHE HANNO PRENOTATO LE VISITE PER LE PROSSIME MATTINE a Firenze» con l'inaugurazione con Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante che attraverso documenti originali, filmati, cronache dell'epoca e immagini inedite racconta l'alluvione del 1966. Il dramma di quel giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini. E «LA NAZIONE» con questo allestimento ripropone quel 4 novembre, in un mix tra tradizione e innovazione, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il giornale fu protagonista per informare in maniera capillare e per far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari. Pagina 136 Ecco alcuni dei bellissimi messaggi che sono stati lasciati dai fiorentini all'uscita della mostra Oltre mille persone l'hanno visitata nei primni tre giorni della settimana Alluvioni in Toscana %//%/r,i Pagina 137 '- , I RESIDENTI HANNO EVIDENZIATO I DISAGI CHE SI CREANO IN QUESTA STRADAA CAUSA DEGLI ALLAGAMENTI e anche la « 1 VIA DEI MILLE, arteria che dal centro città porta verso l'uscita di Grosseto sud, è diventata negli anni una strada colma di problemi. Oltre al traffico, ma quello è normale, visto come in via dei Mille confluiscono alcune strade tra le più utilizzate dai grossetani, i problemi da un po' di tempo sono relativi alla mancanza di illuminazione, ad un costante rischio di allagamento ed al fenomeno del parcheggio selvaggio. Martedì sera i cittadini della zona hanno esposto tutto questo alla Giunta nell'incontro avvenuto al centro «Ciabatti» di via dei Barberi. Il problema dell'illuminazione e quello degli allagamenti sono per certi versi colle- Mílle pro gati. Il nodo cruciale infatti, secondo i residenti, è dovuto ai platani che si trovano ai lati della strada. Alberi che, capitozzati in passato, hanno visto «esplodere» la propria vegetazione, con rami pericolanti e foglie che costantemente, oltre a coprire l'illuminazione dei pali della luce, quando cadono a terra vanno ad intasare i tombini. La conseguenza è questa: l'acqua non scola, e quando arrivano le bombe d'acqua anche via dei Mille, come altre strade cittadine, si allaga creando danni agli esercizi commerciali, ma anche alle abitazioni. I platani quando sono verdi, ostacolano la luce, quando arriva l'autunno e perdono le foglie invece di- . ». «Scarsa illuminazione e parche gg io selva gg io causano proteste» ventano concausa degli allagamenti perché ostruiscono i tombini a causa delle foglie larghe. «Quest'anno siamo riusciti a fare perla prima volta delle potature preventive a Principina e a Marina - ha spiegato ai cittadini l'assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Megale -. I platani sono le piante che ci danno più problemi con la pulizia dei tombini. Il nostro obiettivo è, durante il nostro mandato, girare in tutta la città per delle potatu- re preventive, e rinnovare l'illuminazione pubblica cittadina almeno del 50%>. Illuminazione e allagamenti, ma anche parcheggio selvaggio. Visti i numerosi esercizi commerciali ed i pochi parcheggi, la via è presa d'assalto dalle auto che parcheggiano ovunque. I cittadini hanno segnalato come, quotidianamente, tante persone restano impunite nonostante i parcheggi in seconda fila, divieto di sosta, oppure per aver lasciato le auto in spazi destinati al carico e scarico, oppure al posto di quelli per i portatori di handicap. In merito a questa situazione la Giunta ha promesso che onitorerà con la Polizia Municipale. 7 ;'ATT1T Sono stati molti i cittadini che hanno presa parte all'iniziativa promossa dal Comune Alluvioni in Toscana Pagina 138 «Montagna d'acqua» Domaní il libro «curato» dal Fioca IL LIBRO «Una montagna d'acqua. Dall'Amiata a Grosseto l'acquedotto delle Arbure», edito da Effigi, sarà pre sentato domani alle 18 nella sala Friuli del Convento di San Francesco . Saranno presenti: Cosimo Pacella, presidente del Consiglio comunale di Grosseto; Emilio Lande, presidente di Acquedotto del Fiora; Aldo Stracqualursi, amministratore delegato di Acquedotto del Fiora; Maddalena Corti, direttrice dell'Archivio di Stato di Grosseto; oltre a Enzo Fazzi, Elena Del Santi, Valerio Eptani, Andrea Ponticelli, Alvaro Giannelli, Carlo Vellutini, autori del volume. L'iniziativa è a cura di Acquedotto del Fiora con il patrocinio del Comune di Grosseto e con la partecipazione della Corale Giacomo Puccini, che si esibirà. Coordina Francesca Ciardiello. La presentazione del libro è inserita nelle iniziative programmate nel cartellone di «Ombrone 2016», promosso dalla Prefettura insieme al Consorzio di Bonifica e al Comune per il50° anniversario dell'alluvione che nel 1966 colpì la città. Alluvioni in Toscana Pagina 139 uvïone del '6 a ïn regalo Prosegue l'iniziativa de VERRÀ data in regalo oggi, insieme al quotidiano La Nazione, la quarta cartolina rievocativa dell'alluvione del 1966. Fino all'8 dicembre, i lettori riceveranno in edicola dodici straordinarie fotografie dell'epoca e il contenitore per raccogliere questa emozionante collezione che racconta la Maremma. Le foto sono distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì e provengono da due archivi importanti: l'Archivio Fratelli Gori (i cui eredi continuano a lavorare a un imponente progetto di catalogazione, nonché ad altre particolari iniziative) e l'Archivio Giacomo Aprili, custode anche del grande patrimonio di immagini creato proprio per «La Nazione» dal padre Lio. DA ENTRAMBI gli archivi, quindi, un contributo fondamentale per portare in edicola questo nuovo progetto che è stato poi possibile realizzare grazie all'aiuto di Acquedotto del Fiora, Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud, Comune di Grosseto e Assicurazioni Generali (Agenzia di Maurizio Marraccini). Intanto proseguono in città e provincia gli eventi per ricordare quei tragici giorni, pensati anche come momenti di riflessione e di studio per fare in modo che ciò non accada mai più. Alla Steccaia lunedì prossimo alle 11 sarà inaugurato il restauro della Pira Alluvioni in Toscana Nazione per ricordare il cinquantenario Lunedì prossimo ci sarà l'inaugurazione del restauro della piramide di Ponte Tura mide eretta da Leopoldo II di Lorena, la quale si trova alle spalle di Ponte Tura, in fondo a un viale alberato, dove c'è anche una terrazza che si affaccia sull'ansa del fiume Ombrone. In particolare, sono state recuperate le targhe, datate rispettivamente 1830 e 1842, volute allora proprio dal Granduca di Toscana, per celebrare la nascita di quello che in origine era un parco monumentale. E' IL VENTRE da cui è nata la Maremma, l'origine della nostra pianura. Ponte Tura, rimane ancora oggi un gioiello di archeologia industriale della bonifica. Una delle opere idrauliche più significative d'Europa e che ha segnato un passaggio epocale per la terra dei butteri. Pagina 140 WCCA DOPO LA GARA AGGIUDICATA DA UNA DITTA SPECIALIZZATA FRA 2 0 3 GIORNI INIZIERA' IL TRASFERIMENTO ALL'ARCHIVIO LUCCHESE i<tímnw (Mibact): « Chiesto CI SIAMO. Tra due o tre giorni i libri inizieranno il loro viaggio verso l'archivio di Stato di Lucca. A confermarlo è la direttrice generale Biblioteche e istituti culturali del Mibact, Rossana Rummo. La Bup inizierà così a svuotarsi per questa la motivazione - poter iniziare «in sicurezza i lavori interni». E' stata fatta una «gara aggiudicata da una ditta specializzata nel trasloco (in toto, ndr) e nella movimentazione: i libri, una volta nell'archivio di Stato di Lucca, saranno messi in scomparti ad hoc, in luoghi idonei, non saranno lasciati nelle scatole». Sulla consultazione, Rummo prende tempo. «Sto aspettando dalla direttrice della Biblioteca universitaria la lista, un elenco di volumi più richiesti». Il progra . «Prevediamo di finire questa fase di trasloco entro mese». Poi, il cantiere. «Servirà l'approvazione del progetto da parte dei vigili del fuoco. Sperando di poter mantenere la stessa ditta che è intervenuta in Sapienza per non fare una gara e individuare un'altra impresa». SU QUESTO punto intervengono anche gli Amici della Bup, attraverso il segretario Andrea Bocche «Sono frequenti, in questi giorni piovosi, le celebrazioni dell'ultimo imponente sforzo collettivo per il salvataggio di una grande biblioteca: insomma degli angeli del fango del novembre 1966. In queste occasioni si apprende che non solo i ragazzi di allora, ma anche molti dei più giovani laudatores avrebbero voluto, potendo, darsi da fare in quel frangente. Ebbene, l'occasione c'è, vi- Alluvioni in Toscana «OGNI SPOSTAMENTO IN ANDATA0 IN RITORNO DI GRANDE MASSE DI LIBRI COMPORTA LA PERDITA DI UNA QUOTA DEL 5 0 10%» elenco pe r cina e urgente. Non sono infatti esenti da pericoli i libri (mezzo milione) della Biblioteca Universitaria di Pisa, che è chiusa da 4 anni e mezzo per le conseguenze, come si dice, del terremoto dell'Emilia». Nel frattempo. «In questi quasi cinque anni i libri non sono mai stati spolverati, hanno sopportato quattro inverni e cinque estati senza riscaldamento né condizionatore, ma in compenso sono stati esposti a ingressi non autorizzati, lavori strutturali, trattamenti contro l'amianto, spostamenti frettolosi e poche, pochissime consultazioni fuori sede. Ora però viene la prova più dif- onsultazione » c ficile: lo spostamento a Lucca per consentire ulteriori lavori, per cui forse non basterà un anno». I dan- Far spostare i volumi nei locali vuoti a volontari e volenterosi ni. «E' noto che ogni spostamento in andata o in ritorno di grandi masse di libri comporta la perdita (per danno meccanico, infiltrazioni, smarrimenti, errate ricollocazione) di una quota prevedibile del 5% o 10%. Ecco, se qualcuno di coloro che 50 anni fa spalava il fango, o dei loro più giovani emuli, volesse tornare a quando non era ancora sindaco o cantante o parlamentare o perfino cardinale, non deve neppure sporcarsi le mani: basta ricordare che giusto sotto la Biblioteca sono o saranno tra poco pronti gli scaffali - vuoti - di un'altra biblioteca, messi a posto con milioni e milioni di fondi pubblici. E si risparmierebbero così centinaia di migliaia di euro da destinare a nuovo personale, nuovi arredi, nuovi servizi. Senza uno schizzo di fango». antonia casini Pagina 141 CANTIE RE I lavorì a,,, ,„,- 1 tempi trasferimento E' stata la direttrice generale Biblioteche e istituti culturali del Mibact, Rossana Rummo (foto) a dire a metà ottobre che i libri sarebbero andati a Lucca Alluvioni in Toscana Si tratta di «un trasferimento momentaneo nell'archivio di Lucca», la precisazione che inizierà a breve e si concluderà nel mese di novembre L'impegno «La Bup resterà in Sapienza. Eassurdo mettere in giro altre voci. Mai nessuno ha pensato di spostare definitivamente la Biblioteca universitaria» Pagina 142 I DOMENICA alle 18 appuntamento da Arnovivo (lungarno Buozzi) con il cine-battello a cura dell'associazione Acquario della Memoria: proiezioni sulle spallette e sui palazzi dei lungarni e crociere sul fiume. l ® ione l a to e cosa uomini, fango acqua raccontate PISANO e geografo. Si definisce così Sergio Pinna, professore ordinario di Geografia all'Università di Pisa, nella prefazione al volume «Pisa e l'Arno a mezzo secolo dall'alluvione del 1966». E l'approccio a quelle drammatiche ore («un evento di grande rilievo per la città di Pisa e per il suo territorio provinciale, nell'ambito delle loro vicende nello scorso secolo») è non solo `storico-culturale', ma anche di tipo scientifico, come base informativa per gli attuali programmi di pianificazione economica e territoriale. E' PER QUESTO motivo che gli articoli contenuti nel libro sono di tipologie molto differenti tra loro. Alcuni trattano dell'alluvione, mettendone in evidenza gli aspetti climatologici, i danni in città e le gravissime conseguenze verificatesi in varie zone a monte di essa. Due sono rivolti alla storia idraulica del basso corso dell'Arno, ricordando sia le piene più catastrofiche, sia gli interventi compiuti per cercare di ridurne il pericolo. «Negli altri - spiega Pinna - il lettore potrà trovare argomenti ancora diversi, come un quadro geografico dell'area pisana negli anni Sessanta, un progetto di gestione partecipata del fiume e delle indicazioni sui piani predisposti dalla Protezione Civile nel caso di episodi di forti piene». Il volume - appena pubblicato da Aracne editrice nella collana «Ambiente fisico e terri- Alluvioni in Toscana torio» (14 euro) - ospita contributi di Manuela Ballantini («I piani della Protezione Civile»), il giornalista de «La Nazione» Renzo Castelli («Acqua e fango: ricordando quei giorni»), Carlo Da Pozzo («Le opere di difesa dalle alluvioni: una costante storica»), Paolo Del Santo («Le maggiori piene storiche dell'Arno nella Città di Pisa»), Paolo Ghezzi («Un anniversario di grande significato»), Massimiliano Grava («I danni nel territorio pisano»), Paolo Macchia («La popolazione e il territoro urbano negli anni Sessanta»), Tiziana Nadalutti (Riconquistare l'Arno partecipando»), Andrea Pini («Le piogge che causarono l'alluvione») e Cristiana Torti («Pontedera e la Piaggio colpite dal disastro») oltre che dello stesso professor Sergio Pinna la cui attività scientifica si orientata prevalentemente in questi anni verso questioni ambientali, rischi naturali, cambiamenti climatici recenti e bioclimatologia umana. a 2, ,, A/" 4,, Sero lo -1 l. PROFESSORE Sergio Pinna A ffronta l'alluvione A con un appoccio scientifico e storico-culturale nuela Ballantinì, Renzo Castelli, Paolo Macchia e tanti altri Si definisce così Sergio Pinna, professore ordinario di Geografia all'Università di Pisa, nella prefazione al volum e edito d a Aracne Pagina 143 , IN ABBINAMENTO CON NAZIONE Q uella bambina s alv ata regalo la dai mìhtarí foto dì Luciano Fras si APPUNTAMENTO oggi con un'altra delle preziose e suggestive foto - firmate dal fotoreporter Luciano Frassi - che La Nazione offre in regalo ai propri lettori. Un'iniziativa per ricordare i 50 anni dell'alluvione e documentare cosa accadde sul nostro territorio. Dopo l'acqua che fuoriesce dalle paratie metalliche, l'Arno che comincia a uscire dal Ponte di Mezzo, la navigazione in pattino nel centro di Pontedera e la famiglia in salvo dopo aver abbandonato la propria casa, è il momento del salvataggio di una bambina nel cui sguardo si legge la paura. Gli scatti provenienti dall'imponente archivio Frassi, oggi di proprietà della Fondazione Pisa e attualmente in mostra anche nelle stanze di Palazzo Blu, hanno davvero conquistato i no- Alluvioni in Toscana stri lettori. In tutto saranno dodici le fotografie che il nostro quotidiano donerà due volte alla settimana, ogni martedì e giovedì, a chi si recherà in edicola e acquistare una copia dell'edizione del giorno. Un'idea - quella di realizzare e donare ai nostri lettori le foto dell'alluvione - resa possibile grazie alla collaborazione di Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa, Collegio dei Geometri e Pacini Editore. Ecco come fare: basterà recarsi nelle edicole della città e dell'area pisana (litorale compreso) fino a Pontedera per ricevere - nei giorni di martedì e giovedì, come detto - una immagine di quei momenti di fango e distruzione (viste le numerose rischiaste, è consigliabile la prenotazione presso la propria edicola di fiducia). Pagina 144 L` vio i di o 9 gi e ffl lari workshop a t Mu Linaccio Yaiano SABATO alla Villa del Mulinaccio, «Bisenzio: le inondazioni di ieri, la gestione del rischio oggi», verso il dire e fare sulla protezione civile. La comunicazione preventiva del rischio e le responsabilità dei sindaci e dei funzionari in protezione civile. Workshop a cura di Anci Toscana dalle 9.30 alle 14: un approfondimento sui temi dell'informazione preventiva ai cittadini. Alluvioni in Toscana Pagina 145 BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA -40 '9 Il cemento ha iato il rischio L'Arno vït a di condoni e rï Firenze, Nar i(ex Auto 't' di bacíno): «Nel '99 c'era progetto pronto» Lisa dardi FIRENZE «DAL 1966 in poi non si è solo fatto poco per la sicurezza dell'Arno: si sono cementificati territori a rischio, raddoppiando il pericolo di allagamenti». Sono le parole del professor Raffaello Nardi, prima ordinario di geologia applicata all'Università di Pisa e poi, dal 1990 al 2000, segretario dell'Autorità di bacino del fiume Amo. Professore, cosa rende l'Arno così pericoloso? «Ci sono ragioni che si perdono nella storia e altre più recenti. Già i romani, per bonificare la Valdichiana, crearono una rete che scola in Arno, aumentando la quantità naturale di acqua che il fiume deve sopportare. Dal 1177 a oggi Firenze è stata allagata 56 volte, in 8 casi con portate simili al 1966. Questo capita quando la pioggia cade contemporaneamente e in grande quantità su tutto il Alluvioni in Toscana RAFFAELLO NARDI Ordinario di geologia applicata all'Università di Pisa, è stato segretario dell'Autorità di bacino dell'Arno dal '90 al 2000. In seguito ha avuto un incarico per il fiume Serchio bacino: è successo e risuccederà». Quanto puo' reggere il fiume? «Nel 1966 arrivarono al Ponte Vecchio 4.100 metri cubi di acqua al secondo, mentre l'Arno poteva reggerne 2.500. Successivamente furono rialzate le spallette e abbas- sate le platee: così adesso possono passare 3.100 metri cubi, ma il beneficio riguarda solo la città e non ha effetto a valle. In ogni caso non basta, anzi siamo più a rischio di prima». Col della ce entificzione. «Esattamente. Un tempo c'era Pagina 146 più buonsenso e si costruiva rispettando i fiumi. Lo si capisce anche dalla toponomastica. Pensi alle varie vie di Padule, via delle Bocchette, via del Pantano, via dei Bassi... Erano tutte zone in cui le acque esondavano naturalmente, allagando campi con pochi danni. Adesso qui troviamo case, strade e zone industriali. Un disastro frutto della Legge Ponte del 1967 e soprattutto dei condoni. Dopo l'alluvione si calcolò che per mettere l'Arno in sicurezza servissero casse di espansione e invasi in grado di contenere 200 milioni di metri cubidi acqua: oggi ne vanno trattenuti 400 milioni». Come funzionano le casse di espa nsione? ' WW tov «Prima si costruiva nel rispetto del fiume. Poi case e strade sono sorte ovunque» «Sono bacini artificiali allagabili dove l'acqua viene fatta entrare e uscire attraverso opere di presa e scarico. Così si alleggerisce la portata di fiumi e torrenti. Sull'Arno ne abbiamo una piccola alla Roffia, verso Empoli, già attiva. In funzione c'è poi lo scolmatore di Pontedera che toglie all'Arno mille metri cubi di acqua al secondo, portandoli fino al mare. Tutte le altre casse e opere, che dovrebbero ridurre del 40-70% le aree di Firenze soggette ad allagamenti in caso di piena duecentennale sono in fase di realizzazione» Come mai ta nti Mardì9 «Che posso dirle? Dopo l'Alluvione si ipotizzò di costruire 23 dighe sull'Arno. Nel 1999, da Segretario dell'Autorità di bacino, elaborai un piano da un miliardo e mezzo degli attuali euro. Trovai anche i finanziamenti, ma poi fui mandato a seguire il Serchio. Da allora quelle opere sono andate avanti lentamente e si stanno realizzando adesso». Pi ZZîî 7rlf lottr.l 18rrail¢oni di eur'a [ :i.tty 2 8rnilsoni Latti LFetia e Prull.i 50,2 rnitiorqi Lr ttïy Pe,tori e; 15,9rreiliani ArJequ:ancpko - Lffiga Lc_vane; 25 rnìtìcarii a costi La r ❑ RaL+atts., p 1asícurezza del fiume L.itiano La 'va Alluvioni in Toscana arrlrl,oili ScoPeti 9,5 rnitio;jj Pagina 147 1L Torna '''//° °l i,i/. la % paura % % °"'"' Dal nostro viaggio alla scoperta delle dighe del Valdarno di Levane e La Penna emerge che questi impianti non possono evitare le piene. Al massimo sono 'sentinelle' in caso di allerta 35 Domenica scorsa ore di paura nella mattina e in serata per l'Arno in piena. A 50 anni dall'alluvione molti progetti ma poche opere realizzate per mettere in sicurezza il territorio L'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni ha dichiarato che serve subito un anticipo dal governo (almeno 5 milioni) per avviare le 4 necessarie casse d'espansione TranquRU4? Tra 5 anni Mauro Grassi (Italia Sicura, unità di missione del governo) intervistato (foto) risponde che il 70 % delle opere per la sicurezza è ancora da fare. Servono soldi e almeno 5 anni , %:.,;.»•% %.; ,.,:••;s; Alluvioni in Toscana Pagina 148 SABATO E DOMEN ICA Mrwre straordinafie P'lij APE RT UR E straordinarie sabato e domenica prossimi per soddisfare il più possibile le richieste di visite alla mostra `L'Arno straripa a Firenze', l'iniziativa realizzata nella propria sede da La Nazione per ricordare i 50 anni dall'alluvione. L'esposizione - che ripercorre i giorni del dramma di novembre '66 attraverso le pagine de La Nazione dell'epoca, filmati, foto dell'archivio del giornale e dei nostri lettori - sarà aperta con orario continuato sabato 12 novembre (9.30-18) ed eccezionalmente sarà visitabile anche domenica 13 novembre nel medesimo orario. La mostra chiuderà il 19 novembre. Alluvioni in Toscana Pagina 149 e il r,/ .í- ioo gommone nel fango oSI lva ir o sa rr l 4 ove re '66 con i dANTONIO FULV Livorno FUMMO tra i protagonisti di una tragedia storica, ma l'avremmo capito solo parecchio dopo. Allora, in quei giorni d'inizio di novembre, l'alluvione che stava seppellendo Firenze e le sue campagne sotto tonnellate d'acqua fangosa non era che un gridare confuso delle radio alla ricerca di aiuti. E di volontari. Il "mio" giornale era sott'acqua con le rotative da due giorni e mi stavo scoprendo libero, con uno dei pochi gommoni allora privati in Toscana. Così mi presentai alla caserma dei paracadutisti della Folgore a Livorno e sei ore dopo un camion militare caricò me e il mio Callegari scaraventandomi senza che ci capissi molto nella campagna di Santa Croce, tra Fucecchio e Castelfranco. Il compito: raggiungere casolari di campagna isolati dall'acqua fangosa e da intrichi di ramaglie e tronchi divelti, dove gli anfibi dei parà non arrivavano. Mi aggregarono a una cucina da campo militare che eruttava continuamente minestroni e brodo bollenti ed ebbi l'equipaggio: a rotazione un pugno di incursori della Folgore e sei volontari del Circolo Cacciatori Sub livornesi, guidati da un istruttore "anziano" che tutti chiamavano Yoghi. Di poche parole, burbero, essenziale. Condivise con i parà un principio: il mio gommone, essendo privato e "volontario", era sacrificabile, quindi non c'erano scuse di filo spinato, di rischi di strappi o altro. Non ero d'accordo, ma ero volontario. Amen. ri squadra para nelle campagne i rti centimetri d'acqua, dove i pesanti anfibi militari affondavano nel fango. Raggiungemmo casolari isolati, scivolando tra grovigli di cavi elettrici abbattuti, cespugli nascosti, alberi con scheletri di rami che appena uscivano dal nulla. Dai tetti, dalle alzaie, raccogliemmo contadini stralunati, donne, bambini, qualche cane. Qualcuno cercò di portarsi dietro una pecora, un vitellino. Era una lotta. Il peggio fu quando ci mandarono nelle stalle sommer- IL Callegari «Mi presentai alla caserma della Folgore a Livorno e misi a disposizione il mio gommone Callegari. Con i parà intervenimmo nelle campagne di Santa Croce» roce se dove le carogne delle vacche erano rimaste inchiodate alle mangiatoie dalle corde- già imputridivano. SU s'immergevano alla cieca nel fango, tagliavano i legaggi, spingevano attraverso i varchi le carogne che venendo a galla scoppiavano per i gas. Un fetore orribile, che ci rimase addosso per molto tempo. L'incubo di quei musi con gli occhi stralunati, le labbra rovesciate nel ghigno della morte e l'orrido fetore, mi ha perseguitato per anni. C'erano però i duri del Cicasub con Yoghi che non ci dava tempo d'aver paura, o schifo, o stanchezza. E i ragazzini della Folgore - io avevo 28 anni, ero "quasi" grande capaci di scherzare anche nella tragedia. Mi nominarono il più grande rimorchiatore di vacche morte della storia. Ho ancora, da qualche parte, il diploma scritto su un fo glio d'ordini. IL momento peggiore «Con il motore da 18 CV, il gommone riusciva a spingersi ovunque. R peggio fu quando ci mandarono a liberare le stalle dalle carogne delle vacche» ILGO MM O N E, assai più di me, si rivelò prezioso. Con il fuoribordo Camiti da 18 CV riusciva a spingersi quasi ovunque, anche su soli 30 Alluvioni in Toscana Pagina 150 G,,7.7,iYi /..iï2 4:ig7.'i5$:.s"ï2) 8"22_'É rest o e L arte ferita a7,,,./7/.r k, <í4}3Z:.a í'e 4.1C'r É 966 Cu6íj ' INAUGURATO ieri a Firenze R Salone dell'arte e del restauro , con il convegno anni dall'alluvione', con le testimonianze di mportanti restauri eseguiti su opere d'arte alluvionate. Oggi il Salone prosegue con l'incontro intitolato 'Restaurare l'Arno' Alluvioni in Toscana Pagina 151 La fiera de lle co Boc / i Fest val • • 1 r • 7 / i i Parte domanî la kermesse dedicata quest'anno all'irlan a e la scrittrice Catherine Dunne farà da madrina Oltre 200 eventi in programma fino a d nica al Palacongressi Tra gli ospiti e l'autore inglese di romanzi storici di Sharon Braithwaite ® PISA Ultimi preparativi al Palazzo dei Congressi per il Pisa Book Festival. La terza manifestazione libraria nazionale, dopo il Salone del Libro di Torino e la fiera Più Libri Più Liberi di Roma, aprirà i battenti domani: alle 10.30 il taglio del nastro con l'ambasciatore irlandese Bobby McDonagh e il sindaco Marco Filippeschi. Alle 11 il discorso inaugurale di Catherine Dunne, madrina del festival e capofila della delegazione di autori irlandesi, ospiti d'onore di questa quattordicesima edizione. Dunne è la scrittrice irlandese più letta in Italia e a Pisa presenterà il suo ultimo romanzo "Un terribile amore". Alluvioni in Toscana Centosessanta gli editori presenti in fiera e oltre duecento gli eventi in programma: anteprime nazionali, focus sul Paese ospite d'onore (l'Irlanda) e sugli scrittori toscani, incontri con gli autori del momento, convegni su grandi terni di attualità, seminari per gli operatori del settore e la sezione dedicata agli under 18. Novità editoriali. Domenica alle 17 Carmine Abate, lo scrittore premio Campiello 2012 con "La Collina del Vento", presenterà "Il Banchetto di Nozze e altri Sapori". Nello spazio Book Club, la giornalista enogastronornica Eleonora Cozzella presenterà il suo ultimo libro "Pasta Revolution. La pasta conquista l'alta cucina". Domani alle 12 Marcello Fois sarà al festival per presentare in anteprima nazionale il suo primo libro per ragazzi "La Formula Segreta della Rivoluzione", scritto con Alberto Masala e con illustrazioni di Otto Gabos. Domenica alle 18, il pisano Marco Malvaldi parlerà dei suo ultimo libro "Sei Casi al Barlume", mentre Gaetano Savatteri illustrerà "La Fabbrica delle Stelle", in cima alle classifiche. Per quanto riguarda la produzione culturale internazionale, Majgull Axelsson, giornalista, scrittrice e drammaturga svedese, presenta il suo romanzo "Io non mi chiamo Miriam". L'irlandese Eimear McBride, invece, parlerà con il traduttore Riccardo Duranti del suo romanzo cult "Una Ragazza Lasciata a Metà" (domani alle 16). Ginevra Bompiani presenta la sua autobiografia Mela Zeta in una conversazione con Carla Benedetti (sempre domani alle 16). Sumia Sukkar, la giovanissima scrittrice britannica di padre siriano, per la prima volta in Italia, presenterà in anteprima nazionale "Il Ragazzo di Aleppo che ha dipinto la Guerra", (domenica alle 14). Lo scrittore inglese di romanzi storici Allan Massie torna in Italia per presentare in anteprima nazio- nale "Gli Stuart. Re, Regine, Martiri", tradotto e pubblicato da Della Porta Editori (sabato alle 17). Spazio all'attualità. Molto ricco il calendario di incontri. Domani alle 18, reading di Renato Raimo attorno al libro "Novemila giorni senza verità" di Elisabetta Arrighi, dedicato al Moby Prince. Alle 19 Maria Cristina Mannocchi presenta "La trama dell'invisibile", il viaggio di una professoressa nei luoghi di Antonio Tabucchi. L'alluvione di Firenze e della Valdelsa saranno discussi domani alle 18 con Francesco Niccolini (1l filo dell'acqua. L'alluvione a Firenze") e sabato alle 12 con Edoardo Antonini (Piovve sul bagnato - 4 novembre 1966 - le testimonianze dell'alluvione nell'empolese Valdelsa). Sabato alle 18 in sala Pacinotti Mauro Corona presenterà "La via del sole" con Bruno Manfeilotto, ex direttore dell'Espresso; in sala Fermi Sergio Staino, Laura Montanari e Fabio Galati parleranno di "Io sono Bobo", in cui l'umorista toscano racconta la sua vita e la nascita del suo alter ego Bobo. Domenica alle 12, in sala Pacinotti, Björn Larsson presenta Majgull Axelsson, autrice di "Io non mi chiamo Miriam", un libro sul Pagina 152 destino dei rom durante le persecuzioni naziste e negli anni successivi. In sala Azzurra, invece, Francesco Tamburini parlerà del suo libro "il Maghreb dalle indipendenza alle rivolte Arabe" con la giornalista di Rai News 24 Lucia Goracci. Domenica alle 15, Roberto Bernabò, ex direttore del Tirreno e direttore editoriale delle testate Finegil, presenterà il volume "I segni della guerra. Pisa 1915-1918": saranno presenti Cosimo Bracci Torsi e i curatori Antonio Gibelli, Gian Luca Fruci e Carlo Stiaccini. Alle 16 in sala Pacinotti, Giancarlo Caselli e Mario Lancisi presenteranno il loro libro "Nient'altro che la verità"; conduce Candida Virgone. Infine, alle 18 in sala Fermi, l'ex sindaco della Capitale Ignazio Marino presenta "Un marziano a Roma" con Bruno Manfellotto. A sinistra la scrittrice irlandese Catherine Dunne che farà da madrina a questa edizione della fiera, in alto Sergio Stai no che sarà tra gli ospiti e una passata edizione del Pisa Book Festival Informazioni utili. Il Palazzo dei Congressi di via Matteotti è aperto dalle 10 alle 20. Costo del biglietto 5 euro (ridotto 4 euro); abbonamento per i due giorni 7 euro. Domani ingresso gratuito per tutti. Sabato e domenica ingresso gratuito per gli under 18. Ingresso ridotto per chi viene in treno. Alluvioni in Toscana Pagina 153 ................. ..... ° i . [t , :. ..__. .... /Y/F , ñ -y ...... a 1,11 ._. .. . r.. , . - ;. ._ .. ` ., u/- . . . . . , 3s. ì, G' yCy/' ' Jí ' / ✓j - > S ... .... . ';1 > r ,-, 1 y y .Wr fi/4, r r ✓ /x ; q, L v gg r ; ,ri . Alluvioni in Toscana .f.;;. .,...:,y yr / : ✓ r4.. ... . / ¡ . "„ ./E Pagina 154 QUESTURA E VIG ILI DEL FUOCO "Angeli" per mestiere Mostre nelle caserme Una delle fotografie esposte in Questura er il 500 anniversario dell'alluvione di Grosseto, con l'esondazione del fiu- me Ombrone, la Prefettura di Grosseto, con altri partner pubblici e privati ha promosso un cartellone di iniziative, in ricordo di quel drammatico 4 novembre, fra le quali figurano numerosi appuntamenti in città e in altre località dellaMaremma. La Questura di Grosseto, il Corpo forestale dello Stato e la Croce rossa italiana Sezione di Grosseto, hanno aderito alla commemorazione ed hanno organizzato per domani e sabato 12 novembre - dalle 9 alle 12 nella caserma della Questura in piazza Giovanni Palatucci- una mostra in cui saranno esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile appartenenti alla Polizia di Stato, al Alluvioni in Toscana Corpo forestale dello Stato e alla Croce rossa italiana. Nel contempo , stesse date e stessi orari, anche il Comando provinciale dei Vigili del fuoco, l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di finanza allestiranno una mostra -nella caserma del Comando dei Vigili del fuoco - in cui verranno esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile appartenenti alle istituzioni citate. All'interno della Questura, invece, verranno allestiti spazi espositivi con raccolte fotografiche, divise storiche ed altri reperti. L'apertura di entrambe le mostre per la giornata di domani sarà dedicata alle scolaresche, mentre sabato 12 sarà aperta ai cittadini e a tutti coloro che saranno interessati. Pagina 155 Quel-49 le 10 ore sul tetto del pullman it Chìccaia racconta la sua all uvione: «Me la porto ancora dentro» di Giovanna Mezzana GROSSETO Ci sono cose di quel giorno quel catastrofico 4 novembre del '66 - che non ha mai raccontato a nessuno: che si è tenuta dentro per cinquant'anni. Oggi tira fuori quei ricordi, sepolti nella memoria, ma ancora vivi. E lo fa da dietro al bancone del suo negozio, la più nota boutique grossetana di marmellate e biscotti, cioccolato e caramelle, olio e vino. Lei è Rita Boldrini, la storica commerciante de La Chiccala di via Vinzaglio. Anche lei, come altri commercianti della strada, ha deciso di recu- Non ho raccontato cosa mi capitò neppure a ch i conosco d a anni perare la memoria di quel giorno mettendo nella sua vetrina gli scatti in bianco e nero della città sconvolta e devastata tratti dall'archivio dell'Agenzia Bf. C'è anche un racconto scritto di suo pugno. Le chiediamo il perché di questa scelta: «L'ho fatto volentieri - dice -perché quanto mi successe quel giorno non l'ho mai raccontato a nessuno, neppure a chi mi conosce da tanti anni». Nel '66 Rita aveva vent'anni. Era una giovane donna dinamica e, pur in sintonia coi valori dell'epoca, era anche indipendente: lavorava - al bar "Martinelli" di corso Carducci e aveva la patente. Quel giorno era festa, la festa delle Forze armate, e Rita avrebbe dovuto guidare la sua auto: «La prendevo tutte le domeniche e quando era festa - dice - ma quella mattina mio padre non volle perché c'era brutto tempo da giorni. E allora ai genitori si dava retta». Alluvioni in Toscana Cos! Rita per andare al lavoro prese il pullman che da Marina di Grosseto, dove abitava, avrebbe dovuto portarla in centro. «Persi il primo - riprende il racconto - E presi il secondo che passava dalla Trappola. E alla Trappola rimas». La furia impetuosa dell'acqua travolse l'autobus e quasi lo fece ribaltare. E via: il mezzo pesante scivola veloce lungo la carreggiata e termina la sua folle corsa contro un palo della luce. Solo con il senno di poi, Rita potrà dire che quel palo rappresentò l'ancòra di salvezza per lei e gli altri viaggiatori. Cominciano ore drammatiche. «Alcuni uomini - ricorda Rita - riuscirono a sfondare il vetro posteriore dell'autobus. Così salimmo tutti, eravamo una decina, sulla scaletta che a quel tempo era montata sul retro dei mezzi pubblici. Raggiungemino il tetto». Erano salvi, in quel momento: ma dopo che sarebbe stato? «Io persino scivolai - dice Rita Mi ero tolta gli stivali per la pioggia perché ero convinta che, se mi si fossero riempiti d'acqua, sarei affogata». Da questo momento in poi si apre un cassetto della memoria in cui Rita ancora oggi fatica a mettere le mani. «Dal tetto del pullman - continua-vedevamo la gente affacciata dalla fornace, che cercava di farci tenere duro. Ricordo lo zio di Giuseppe Chigiotti. Poi andarono dentro... temevano che il palo non avrebbe retto il peso del mezzo pesante». Un'attesa infinita: «Dalle 7 della mattina alle 17 - dice - rimasi sul tetto attaccata tutto il tempo a delle sbarre mentre scivolavo di qua e di là. Poi, finalmente, da Livorno arrivò un eli cottero: venni imbragata e mi tirarono su». Ebbe tanta paura Rita: «È stato molto brutto - ci dice mentre suo marito, Lïo Sodi, ascolta il suo racconto - Quando mi tirarono su, sbattei anche la testa contro un angolo delll'elicottero e portai la ferita per tanto tempo; e poi avevo i lividi delle imbragature e dei colpi che avevo preso scivolando sul tetto del pullman. Allora, nari avevo tutta questa ciccia - sdrammatizza-Ero secca». Siamo quasi alla fine: «Ricordo solo - dice - che quando mi salvarono volevano portarmi all'ospedale per la ferita alla tempia. E invece no: io volevo andare a Marina, a casa». Il ricordo dell'alluvione accompagna ancora Rita, che tutti quanti descrivono come una donna forte e volitiva: «Ancora oggi quando piove e sono alla guida della mia auto - confessa - rni sale qualcosa... E allora sa che faccio?Apro i finestrini». Pagina 156 Rita Boldrini davanti allasuavetrina dove ha i esposto foto storiche dell'alluvione e una sua breve testimonianza (Foto Bf) Quando anche i pompieri furono allaga. In regalo coi Tirreno le nuove foto oggi in edicola , con la copia del Tirreno, in regalo la quattordicesima delle ventuno schede che raccontano l'alluvione del 1966 tra passato e presente. oggi lo sguardo dell'Agenzia Bf si posa su via Senese, dove nel novembre 1966 avevasede la caserma dei vigili dei fuoco. Anch'essa finì sott 'acqua e l'allora vigile dei fuoco Franco De Angelis racconta in poche righe l'odissea che gli stessi pombieri vissero in quelle ore per adempiere alloro dovere. Domani invece andremo in viaTelamonio , all'altezzadel Ponte dei Macelli: una delle zone della città, nel 1966 come oggi , da sempre più flagellate dall'acqua quando piove più forte dei solito. Alluvioni in Toscana Pagina 157 GLI ASSESSOR I INCONTRANO 1 CITTADINI « •, . . . . . 700 e molto altro stiamo facendo » 1 GROSSETO Intanto martedì l'amministrazione comunale ha incontrato, nella sala del Centro di Promozione Sociale Ciabatti in via De Barberi, i cittadini delle zone di Alberino, centro storico, Cittadella dello studente, Crespi, Fornacione, Porta Nuova, Porta Vecchia e Sterpeto. Si è parlato anche di via Emilia; presente anche l'associazione Grosseto al Centro, che con Matteo Della Negra ha ascoltato le segnalazioni e le risposte comunali raccogliendo il tutto in un documento. Per il Comune c'erano ilvicesindaco LucaAgresti e gli assessori Riccardo Ginanneschi, Mirella Milli, Chiara Veltroni, Riccardo Megale, Fabrizio Rossi e Simona facciano raccogliere un po' di soldi e nuovi sistemi che funzionino meglio. Abbiamo sperimentato il pirodiserbo. Con l'assessore ai bilancio cerchiamo di aumentare i soldi per la cura del verde. Siamo sui 700.000 euro. Stiamo studiando la sponsorizzazione di aree verdi». Si prosegue sulla strada delle ptature («Non siamo nemmeno a un 20%. Quest'anno abbiamo fatto per la prima volta potature preventive a Principina e a Marina». I tombini: «Ne abbiamo già ripuliti circa 700, una buona parte di città. Stiamo pensando di mettere i divieti di sosta per migliorare la pulizia delle strade». La sicurezza: «Assumeremo sei vigili nuovi - dice Agresti - Abbiamo potenziato alcuni mezzi della polizia municipale. Vogliamo inserire di notte una terza volante della Municipale». Petrucci. 1 cittadini, come ha spiegato Veltroni, possono ususfruire del servizio "Il Comune a portata di m@no" il centro sociale ciabatti per inviare segnalazioni. Un signore Silvano Culicchi (incontri. quartierecentro @ anziano lamenta il cattivo stato della tensostruttura del centro gmail.com) è individuato come referente comunale per il quar- sociale Ciabatti: «è deteriorato e ci piove dentro. Avremmo bitiere centro. Tra i cittadini c'è sogno di coprirlo o dovremo inchi ha puntato il dito sugli albeterrompere le attività: tutta ri da potare e i platani che «crescono troppo in altezza», pro- l'estate balliamo e giochiamo a tombola, cerchiamo di autofiblema già segnalato all'ex amministrazione. Poi la sicurezza: nanziarci ma facciamo fatica ad an dare oltre le spese ordinaspaccio di droga, scambio di merce contraffatta in centro; rie. Questa tensostruttura è la nostra sopravvivenza. Del cenuna richiesta di maggiori controlli, via Rama e via Buozzi nel tro usufruiscono 280 persone». degrado. In via Dei Mille «le fo- Megale ha risposto che «dal Cogne da pulire, l'illuminazione mune vi era stato promesso un investimento che si aggira atcarente». I parcheggiatoci abusivi in piazza Caduti sul Lavoro torno a 60.000 euro» ma i soldi e piazza del Mercato (proble- non ci sono stati e non ci sono: «60.000 euro per una struttura ma tra l'altro posto al centro dell'ultima campagna elettora- che ha sì una funzione sociale, rispetto a 300.000 euro per la le). Il Comune risponde. Agresti: manutenzione di tutte le strade del territorio comunale, sono «Vogliano essere ricordati coinsostenibili. E francamente me l'amministrazione comunaquesto lavoro, con questa spele della riqualificazione», dice. «Per le potature e la cura del sa, non può essere fatto». La verde - continua Megale - stia- strada è comunque aperta ad mo cercando soluzioni che ci altre possibili soluzioni. Alluvioni in Toscana V7:i all- fil, pnNe nnn rM:i i me Pagina 158 Via Enffia allagata, part a petizione Dopo i due nubifragi che a giugno e ottobre hanno danneggiatole attività, i commercianti chiedono interventi al Comune di Elisabetta Giorgi GROSSETO Due allagamenti in quattro mesi, con danni e negozi paralizzati, sono decisamente troppi. Cesì 12 commercianti di via Emilia hanno avviato una raccolta firme per dire basta e chiedere al Comune di Grosseto interventi e soluzioni definitive. La dozzina di piccoli imprenditori di via Emilia, ben coesi e coordinati da Erika Forchione , titolare della pizzeria La Fenice, e Mauro Fagnoni (agente immobiliare, entrambi in via Emilia) vivono con ansia nuove ondate di maltempo; perciò hanno stanipaio i moduli iniziato a distribuire i fogli per coprire un po' alla volta tutta l'arteria. La raccolta firme è partita ieri e durerà almeno 15 giorni, per poi essere consegnata e fatta protocollare in Comune all'attenzione del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. li problema è noto: perla seconda volta in quattro mesi (la prima il 9 giugno, la seconda il 14 ottobre) via Emilia è stata sommersa dalla pioggia. Un nubifragio che ha allagato la via e i locali commerciali come accade ormai da troppo tempo, più che altrove. Chi lavora qua e si è trovato l'attività in tilt ha messo sotto accusa tombini e condutture: l'agente immobiliare, la proprietaria della lavanderia e di un negozio d'arte, i proprietari di una pizzeria e altri come loro hanno lamentato danni e perdita di clienti. La titolare della lavanderia L'oblò, esausta, ha pure annunciato di andarsene entro fine anno, e non è la sola. muoverla - dice Erika Forchione - anche per capirne di più e chiedere al Comune un'assemblea pubblica perché dia conto a tutti noi, pubblicamente, dell'esito dei sopralluoghi e degli interventi che verranno fatti (se verrà fatto qualcosa)». Le attività commerciali che hanno aderito sono per ora 12 ma potrebbero crescere a breve: la mobilitazione è in corso. Chi vuole, intanto, può apporre la firma nei moduli alla Fenice in via Emilia 104 e all'agenzia immobiliare in via Emilia 96, dove saranno date tutte le informazioni del caso sugli altri partecipanti. «Piano piano - dice Forchione - stiamo contattando un po' tutti...». Cosa dice il testo? Considerando che il Comune «sta già facendo una pulizia straordinaria di strade e tombini in diverse zone della città, intervento ap- prezzato e necessario», i promotori chiedono al sindaco di risolvere definitivamente il problema degli allagamenti e un sopralluogo di tecnici esperti. Sono lanciate proposte: il rifacimento del tratto fognario interessato, l'installazione di pompe di sollevamento, il miglioramento delle condizioni stradali, la pianificazione di una pulizia più frequente delle fogne con sopralluoghi periodici. Un argomento - quello di via Emilia - toccato nel corso di un incontro che c'è stato martedì sera (v. articolo a fianco) tra cittadini e Comune in via De Barberi; l'assessore Riccardo Megale - su via Emilia - ha spiegato che la pulizia delle strade qua non è sufficiente e «bisogna pensare a qualcosa di diverso, ma ripensare un impianto non è fattibile. Potremmo pensare Iniziativa alle paratie...». (quest'ultima) difatti ancora lasciata sulle spalle dei commercianti, come spiega Erika Forchione mostrandoci preventivi da 800 euro proprio sull'installazione di barriere antipioggia. Ma a che punto siamo oggi? «Non vogliamo essere polemici contro quest'amministrazione che è pure intervenuta con alcuni operatori per verificare lo stato di fogne e tombini - precisano i titolari della pizzeria La Fenice - ma tutti noi vogliamo perlomeno capire cosa si sta muovendo e cos'è emerso da questi sopralluoghi, perché finora non abbiamo saputo nulla. Il Comune ci può aggiornare?». La petizione è partita per questo. «Abbiamo deciso di oro- Alluvioni in Toscana Pagina 159 La titolare della pizzeria di via Emilia mostra un preventivo per l'installazione di paratie a proprie spese L'iniziativa è stata lanciata ieri mattina e proseguirà per circa 15 giorni in vari negozi della strada Tra le varie richieste all'ente, un'assemblea pubblica per capire l'esito dei sopralluoghi tecnici Via Emilia allagata dopo uno degli ultimi acquazzoni (foto Bf) Alluvioni in Toscana Pagina 160 CONFERENZA/SALA Grosseto e ro e " ggialle 16 nella Sala Pegaso (palazzo della Provincia) l'Associazione archeologica Maremmana organizza la conferenza 1 'Uosseto e l'Ombrone: un patto antico. Documenti, memorie, immagini per una riflessione stori ca". Ne parla Elena Vellati, docente di Lettere e storica dell'arte. Grosseto non è solcata dal fiume nel tessuto delle sue vie più antiche, ma dal fiume è stata segnata per intero la sua esistenza, sin dalla origine. Dal legame stretto con l'acqua buona o cattiva, sgorga la sua stessa essenza e la sua identità che dà forma alle cose, disegna i contorni dei paesaggio, forgia le vite delle generazioni che vi dimorano: un connubio da indagare nelle sue radici profonde. Grosseto e 1'0mbrone Sala Pegaso Grosseto Ingresso libero Alluvioni in Toscana Piazza Dante Pagina 161 .,, ,q11/% WIZ i %/% / , •rr/ /,,,,%//i Gli ambientalisti: «L'amministrazione una fabbrica del rischio alluvionale» «Una grande opera di sistemazione dei bacino sarebbe volano per il lavoro» D CARRARA Due anni dopo l'alluvione le dichiarazioni del sindaco Angelo Zubbani non hanno convinto Legambiente. In un intervento il sindaco ha passato in rassegna gli interventi in corso e quelli previsti dal Masterplan per affrontare il rischio idraulico. Secondo gli ambientalisti, omettendo alcuni interventi prioritari da realizzare nel bacino montano. Con il timore espresso che ci sia la volontà di non portarli a termine. «Lo studio Seminara, infatti, non prevede solo le opere idrauliche citate dal sindaco (galleria di bypass urbano e invasi montani) - criticano da Legambiente - ma raccomanda anche la sistemazione del bacino montano attraverso un piano di gestione sostenibile delle cave che eviti gli apporti di marmettola e di terre sui versanti; la rimozione dei materiali fini dallo strato superficiale dei ravaneti (poiché tali materiali rendono i ravaneti suscettibili a colate detritiche che riducono la capacità degli alvei sottostanti) e la loro stabilizzazione; • il ripristino del reticolo idrografico montano, attraverso l'adeguamento delle sezioni, lo spostamento delle strade di fondo valle che hanno ristretto od occupato gli alvei, la demolizione di manufatti che ostacolano i deflussi e la realizzazione di opere che intercettino l'eccesso di trasporto solido». Il masterplan prevede inoltre il monitoraggio delle effettive portate di piena (installando misuratori di portata), la rivisitazione dello studio idrologico anche alla luce della rimozione dei materiali fini dai ravaneti e del ripristino della loro permeabilità, e uno studio ad hoc per accertare il contributo che i ravaneti così ripuliti potranno fornire all'attenuazione dei picchi di piena. Legambiente si rifà allo studio Seminara, fonte di ispirazione del sindaco. Per gli ambientalisti «lo studio Seminara avverte non solo che la realizzazione degli sbarramenti montani è condizionata alla preventiva attuazione di tali raccomandazioni, ma che da esse dipenderà anche la stabilità nel tempo degli interventi proposti nel tratto da Carrara alla foce. Escludiamo la possibilità che al sindaco possano essere sfuggite queste raccomandazioni. Questa improbabile `dimenticanza' conferma il giudizio da noi espresso dopo l'alluvione, quando definimmo l'amministrazione comunale una vera e propria "fabbrica del rischio alluvionale", incrementato continuamente sia coni suoi interventi, come la cementificazione dei canali montani e conseguente accelerazione dei deflussi, sia con le sue omissioni: cave invase da fanghi, tolleranza verso lo scarico abusivo di milioni di tonnellate di terre». Le proposte di Legambiente, tenendo conto non solo del rischio alluvionale, ma anche, in una visione sistemica, del piano regionale cave, dei piani attuativi di bacino estrattivo e degli obiettivi del piano paesaggistico, sono ancor più radicali di quelle dello studio Seminara. «Oltre alla revisione dello studio idraulico - sostengono da Legambiente - prevedo- no infatti: lo smantellamento integrale dei ravaneti, fino al substrato roccioso, e la loro ricostruzione dopo aver eliminato completamente terre e marmettola stabilizzand oli anche nei confronti di eventi idrologici estremi. Tale intervento è finalizzato al loro sfruttamento come grandi spugne che assorbono le precipitazioni e dunque attenuano i picchi di piena; l'emanazione di una prescrizione "cave pulite come uno specchio" (con la revoca dell'autorizzazione in caso di inadempienza), per non vanificare l'intervento precedente e per proteggere le nostre sorgenti dall'inquinamento da marmettola; la rimozione di tutte le strade di fondo valle (da ricostruire a quote più elevate) e il ripristino degli alvei preesistenti; la demolizione dei canali montani cementificati». I benefici, per Legambiente, si rifletterebbero anche sul mondo del lavoro e non solo sull'ambiente. «È evidente che questa grande opera di vera e rispettosa sistemazione del bacino montano e il manteni- LcreambicnLc: AN M-, òiu dmL•ul ],amegdmm _ Alluvioni in Toscana Pagina 162 Uno scorcio dei Carrione mento di un'assoluta pulizia nelle cave comporterebbero anche un consistente e permanente incremento dell'occupazione. La nostra amministrazione comunale non è dunque soltanto una fabbrica del rischio alluvionale, ma è anche priva di un progetto di futuro migliore per la nostra comunità. Crediamo che quando si vo- Alluvioni in Toscana terà per il rinnovo dell'amministrazione, anche le proposte qui avanzate, che legano in una visione coerente la sicurezza idraulica, l'occupazione, la legalità e la tutela dell'arnbiente, dovranno costituire il punto di discrimine per chi si candiderà a governare Carrara nei prossimi anni», concludono gli ambientalisti. Pagina 163 Arch ivio aperto er conoscere la storia Fino adomani Campiglia aderisce al progetto della Regione "Archivi aperti" perla valorizzazione e la promozione dei patrimonio archivistico. Tante le iniziative dedicate al 500 anniversario dell'alluvione in Toscana. L'archivio di Campigliaèvisitabile il martedì, il mercoledì e il venerdì, il primo e il terzo sabato del mese dalle 10,1513,15; 14-18,30 (te 1. 0565 838470). Alluvioni in Toscana Pagina 164 1/1 L 1vG I-%r, I, botteghe e I sub í te da I secondo I mon ì toragg í o dell ' allora Camera d ì Commerc í o I ggg q uella che ritrae la "Casa del la Penna" ellaf iglia di ANDREA LANINI n provincia di Firenze ci furono molti morti. Più di trenta. Anche a Pisa, il 4 novembre 1966, il giorno della piena poi diventata alluvione, il pensiero di tutti si concentrava sull'incolumità delle persone, in città come fuori. In quelle ore di paura, si pregava perché la rabbia dell Uno non provocasse vittime e, almeno qui, le preghiere furono esaudite. Di perdite di vite umane, nel pisano, non ce ne furono. Di danni, invece, tantissimi. Celo racconta il dottor Federico Tornar, allora presidente della Camera di Commercio di Pisa, in una sua testimonianza del primo febbraio 1967, utilizzata come introduzione del vo- Alluvioni in Toscana lume "Diluvio sul Pian di Pisa", pubblicato dalla Camera di Commercio per commemorare i tragici fatti dell'anno precedente. «Una valutazione abbastanza prossima al vero - scrive Tornar, riferendosi ai numeri dell'intera provincia pisana ha stabilito globalmente in quindici miliardi di lire i danni verificatisi nei settori dell'industria, del commercio e dell'artigianato della zona colpita; mentre nel settore agricolo la stima dei danni si aggira sui cinque miliardi di lire». In città, furono tanti i negozi piagati dall'acqua scura del fiume. Tra questi, la "Casa della Penna" dei Daumiller, che l'obiettivo di Luciano Frassi fotografa nelle ore immediatamente seguenti la ritirata dell' inondazione dalle vie del centro. «Era un disastro. Sporco ovunque. Da noi, come in tutti gli altri esercizi di corso Italia», dice oggi Lorenzo Daumiller, che col fratello Riccardo gestisce l'azienda di famiglia. «La merce che tenevamo nelle scaffalature più basse fu buona per la spazzatura. Ma non fu quello, per molti negozi, tra cui il nostro, il primo duro colpo. Anni prima, anche nonno dovette ricominciare dopo le bombe ...». Nel'66, Lorenzo Daumiller aveva due anni. «Quel che so di quei giorni deriva interamente da ciò che mio padre e mio nonno mi hanno raccontato». Framan Daumiller, suo nonno, apri l'omonima cartoleria alle Logge di Banchi, nel '34. «Poi il fondo crollò durante i bombardamenti della seconda guerra. Decise di riaprire da un'altra parte. Ovvero in corso Italia, dove siamo tuttora. Si, fu un duro colpo, l'alluvione. Per noi come per tutti gli altri. Ma la solidarietà dei pisani fu splendida. In tanti, mi hanno detto i miei, accorsero per dare una mano ai commercianti. Iniziò, praticamente subito, non appena il defluire dell'ac- qua lo permise, una corsa contro il tempo per salvare il salvabile. Fu una dura lotta, quella contro il fango e la nafta, la sporcizia e i detriti trascinati dalla corrente . Un impasto nerastro, una poltiglia maleodorante che sembrava riaffiorare di continuo, nonostante gli sforzi che si facevano per ripulire i pavimenti, le pareti, la mobilia, i ripiani. La merce ancora buona, ci diceva rnio padre Ennio, fu portata da tante braccia fuori , all'esterno, sui marciapiedi, in modo che prendesse aria e luce e non Pagina 165 marcisse assieme a tutto il resto. Per quella inghiottita e risputata dall'alluvione invece niente, si dovette buttare. Eppure, qui in corso Italia, non è che l'acqua raggiunse altezze vertiginose. Non credo abbia mai superato il mezzo metro; a molti altri centri storici, vedi Pontedera (non parliamo poi di Firenze), andò molto peggio. Ma quel mezzo metro di "fiume" che prese a scorrere qui, in questa strada cruciale per il commercio cittadino, in mezzo alle vetrine dei negozi, ai corridoi dei magazzini, ai ri- piani degli espositori, bastò a mettere in ginocchio tante attività commerciali, molte delle quali non riuscirono a rialzarsi». Anche Pisa non poté fare a meno dei suoi "angeli del fango". Certo, la sfida ingaggiata dagli "angeli" fiorentini per salvare gl'innumerevoli capolavori d'arte inghiottiti dalla melma fu altra cosa. Ma anche nella città della bella Torre, tanti cittadini dovettero rimboccarsi le maniche e spalar via acqua e terra, mota e sporcizia. ,ORIPRODLIZIONP P, ISPRVATA Lc ii negozio dei Daumiller dopo l'alluvione Alluvioni in Toscana La "Casa della Penna" oggi in corso Italia Pagina 166 L'acqua come risorsa, filo conduttore di LabQ Pisa si interroga sull'acqua, come risorsa per la città ed elemento di sviluppo economico, culturale e di valorizzazione del paesaggio urbano. Sarà questo il filo conduttore di LabQ 2017, seconda edizione della biennale di architettura di Pisa ideata dall'associazione culturale LP (Laboratorio Permanente per la città); questa la tematica al centro del dibattito sul paesaggio, tenutosi nei giorni scorsi al Bastione sangallo, in occasione della quarta sessione del convegno "Bellezza e civitas", proposto in occasione della mostra dedicata all'opera di Franco Alluvioni in Toscana Zagari (nella foto). La conferenza ha dato memoria dell'alluvione del '66, ha portato la testimonianza di Zagari come angelo dei fango a Firenze, si è chiusa con la premiazione dei lavori sul fiume Arno e sul litorale, realizzati dai 26 studenti del Destec dell'Università di Pisa, nei 10 giorni del workshop organizzato al Giardino scotto dall'associazione LP, con la scuola di ingegneria edile. Grande la partecipazione di pubblico, studenti e addetti ai lavori al convegno introdotto dal sindaco Marco Filippeschi, che ha ricordato la ricorrenza del cinquantenario dell'alluvione, dal neo rettore dell'Università di Pisa Paolo Mancarella, alla sua prima uscita pubblica e dal professor Marco Giorgio Bevilacqua dell'università di Pisa. Ha portato il suo saluto anche l'assessora all'urbanistica Ylenia Zambito. il dibattito sull'intervento pubblico, le politiche, gli indirizzi e le strategie per il progetto di paesaggio, ha avuto l'importante contributo culturale dei professor Franco Purini, del sociologo Alberto Abruzzese e dell'architetto Fabio Di Carlo, docente dell'università della sapienza di Roma. Pagina 167 . . . Un Consiglio speciale per • t • ricordare lallUVIone del ' 91 CAMPI BISENZIO (tvt) Martedì 15 novembre alle 21 Consiglio comunale speciale dedicato ai 25 anni dall'alluvione di Campi Bisenzio. Alla serata saranno presenti il Alluvioni in Toscana sindaco Emiliano Fossi, l'assessore alla protezione civile Riccardo Nucciotti, il presidente del consorzio di bonifica medio Valdarno Marco Bottino, l'assessore regionale alla protezione civile Federica Fratoni, le associazioni di protezione civile del territorio e i consiglieri comunali. Pagina 168 Un'occasione per far conoscere evento che non ha riguardato solo Firenze Aperta la mostra dedicata all'alluvione Tante fotografie storiche raccolte dall'assessore Adriano Paoli insieme alla Polisportiva Sorms di San Mauro SOGNA (tvt) Il ricordo dell'alluvione del '66 rivive nelle immagini esposte presso il palazzo comunale di Signa. Venerdì 4 novembre è stata infatti inaugurata nella sala dell'Affresco una mostra fotografica dedicata all'alluvione del 1966. L'assessore Adriano Paoli è il curatore della mostra che con la Polisportiva Sorms di San Mauro hanno voluto ricordare ai tanti nuovi residenti arrivati in paese dopo il tragico evento, cosa è stata l'alluvione. Le foto furono eseguite da comuni cittadini, con macchine semplici e sviluppate in piccoli formati, poi il tempo ha in parte deteriorato tante foto. Oggi grazie ai sistemi moderni si è potuto recuperare una buona immagine aumentandone la misura. Nel tempo un lavoro certosino dell'assessore Adriano Paoli, ha consentito una fruttuosa ricerca Alluvioni in Toscana e un buona conservazione per giungere ai giorni nostri. La mostra resterà aperta fino al 21 novembre negli orari di apertura degli Uffici Comunali. «Si ringraziano tutti coloro che nel tempo hanno avuto fiducia nel consegnare le foto - dice Paoli -, a volte fatte duplicare, sapendo che sarebbero state utilizzate senza scopo di lucro, ma per arricchirne la memoria delle giovani generazioni, e dei tanti che per Alluvione hanno sempre pensato a quella di Firenze, in buona fede non considerando i vari contadi fiorentini». RIPRODUZIONE RISERVATA iri soci e diigentì della Poisp - tiva, (il terzo da sinistra è il presidente Mario Rossini) insieme agli Assessori Adriano Paoli e Giampiero Fossi Pagina 169 ®I < 1 alluvione >> VAIANO (cnj) Storie inedite, foto e documenti che ricordano non solo quello che avvenne durante la tragedia dell'alluvione di Firenze, ma anche cosa accadde nei territori limitrofi e non solo. Cosa accadde per esempio nel pratese? È una delle tante domande a cui tenta di dare risposte il libro «L'altra alluvione», Edizioni Medicea Firenze, realizzato da Aurora Castellani. "L'altra alluvione" racconta, con materiale fotografico e documenti inediti, il 4 novembre 1966 fuori Firenze: Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata. Una calamità quasi sconosciuta ma non meno dolorosa per chi subì la furia improvvisa di Arno, Bisenzio, Ombrone pistoiese e di molti torrenti, in molti casi perdendo tutto; di certo non lo spirito, il coraggio e la generosità. Si reagisce e ci si rimboccano subito le maniche per ripartire e aiutare parenti e amici, offrendo quel che si ha per distribuirlo ai meno fortunati. E i comuni, Prato in testa, si fanno trovare pronti ad accogliere questo grande slancio, la mobilitazione spontanea di una comunità intera che si riunisce per portare aiuto ovunque ci sia bisogno. L'appuntamento è per sabato 12 novembre alle 16 in Tinaia alla villa del Mulinaccio, un evento a corredo della mostra sul Bisenzio ancora visitabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alluvioni in Toscana Pagina 170 D PONSACCO «Cinquant'anni fa ci furono due alluvioni. Una di acqua, e una di polemiche per lo Scolmatore, da oltre 20 anni in attesa di essere ultimato». È uno dei ricordi che il giornalista ponsacchino Fausto Pettinelli lia inserito nella pubblicazione "Cinquant'anni fal'alluvione", edito da Nuovastampa che sarà presentato oggi alle 15,30 all'Università dell'età libera nella sala Valli a Ponsacco. All'epoca Pettinelli lavorava a Verona, ma in quel novembre del'66 era aPonsacco. I suoi genitori abitavano e lavoravano a Pontedera, città in cui suo zio Orazio faceva il giornalista perla Nazione. «La stampa e la Rai furono accusate di diffusione di notizie solo su Firenze, ignorando la situazione di centri come Empoli, Pontedera e Ponsacco - racconta Fausto Pettinelli La prima notizia sulla criticità dei fiumi a Pontedera e a Ponsacco, fu data nel notiziario regionale alle 12,50 di venerdì 4 novembre. Due ore e mezzo prima dell'inondazione di Pontedera. Mio zio segnalò la notizia al telefono alla Rai di Firenze. L'Arno stava crescendo di 20 centimetri all'ora, e la campagna circostante, Ponsacco compreso, erano in pericolo. Poi nel giornale-radio nazionale delle 18,30 e alle 23 venne data la notizia che l'Era aveva rotto gli argini da più di 9 ore. Giacomo Maccheroni, sindaco di Pontedera, e Giuseppe Pompon, sindaco di Ponsacco, protestarono nei confronti della Rai che, a quel punto, concesse più spazio agli inviati. Ma le cronache continuarono a essere incen- trato su Firenze. Il radioamatore Osvaldo Tacchi, senza energia elettrica ma col vapore, riattivò due vecchie batterie e lanciò appelli che giunsero fino in Svezia». «Anche Ponsacco subì l'alluvione - prosegue Pettinellicon danni alle aziende e alle case della periferia a sud del centro, al di là del ponte. Finirono sott'acqua la casa di riposo, il rione 17 Luglio e via Nazario Sauro». Questa è la cronaca, che il sindaco, Giuseppe Pomponi, ricostruì e che Pettinelli ha inserito nella sua pubblicazione: «Alle 8 eravamo già in allarme, e le notizie arrivavano dall'alba. Pioveva forte da giorni, i fiumi Cascina e Era gorgogliavano, il livello aumentava. Alle 9 l'Era tracimò nella campagna di Puntale e l'acqua avanzava verso il centro di Ponsacco. Il fiume era senza argini. Chiedemmo l'in- Alluvioni in Toscana l'irenze al centro delle cronache Rabbia dei sM *dac1* II ricordo del giornalista Fausto Pettinelli «Proteste da Ponsacco e Pontedera con la Rai» tervento dell'esercito, con prefettura e i carabinieri». E ancora: «Mancava l'energia elettrica. A Pontedera l'Era aveva rotto gli argini al ponte della ferrovia». «I ponsacchini furono i primi a recarsi a Pontedera- sotto- linea Pettinelli- che dal pomeriggio divenne una città fantasma. Paracadutisti e volontari arrivarono con trattori fino all' ospedale con medicinali, coperte, compreso il pane in arrivo da Ponsacco. Numerosi ponsacchini raggiunsero anche la Piaggio, per aiutare i dipendenti a liberare la fabbrica dal fango». Molti dei ricordi di Pettinelli sono legati al mondo dell'informazione: «Un operatore della Rai, giunto a Pontedera, filmò gli attimi in cui l'Era inondava la città e spedì il materiale alla Rai di Milano. Alcune scene del documentario di Franco Zeffirelli sull'alluvione di Firenze sono state tratte da quella ripresa». Ma il giornalista ha ancora negli occhi un fatto personale, legato a una bandiera: «Cercai i miei genitori pensando si trovassero al cinema Italia. Invece erano stati investiti dalla piena che aveva scaraventato la loro auto al villaggio Piaggio. Si salvarono, e mio padre Giovanni raccolse il tricolore, sul palco dove il sindaco Maccheroni avrebbe pronunciato il discorso per l'Unità nazionale. Fu redarguito dalla polizia e lo riconsegnò. A capodanno Giacomo Maccheroni consegnò la stessa bandiera a mio padre in segno di stima». Elena lacoponi Gli effettI dell'alluvione In piana curtatone e Montanara a Pontedera Pagina 171 Fausto Pettinelll t 1 il radioamatore Osvaldo Tacchi Cittadini e dipendenti della Piaggio alle prese col fango nella fabbrica Alluvioni in Toscana Pagina 172 Presentazione libro "L'altra alluvione" Storie inedite, foto e documenti che ricordano non solo quello che avvenne durante la tragedia dell'alluvione di Firenze, ma anche cosa accadde nei territori limitrofi e non solo. Cosa accadde per esempio nel pratese? E' una delle tante domande a cui tenta di dare risposte il libro «L'altra alluvione», Edizioni Medicea Firenze, realizzato da Aurora Castellani. L'altra alluvione' racconta, con materiale fotografico e documenti inediti, il 4 novembre 1966 fuori Firenze: Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata. Una calamità quasi sconosciuta ma non meno dolorosa per chi subì la furia improvvisa di Arno, Bisenzio, Ombrone pistoiese e di molti torrenti, in molti casi perdendo tutto; di certo non lo spirito, il coraggio e la generosità. Si reagisce e ci si rimboccano subito le maniche per ripartire e aiutare parenti e amici, offrendo quel che si ha per distribuirlo ai meno fortunati. E i comuni, Prato in testa, si fanno trovare pronti ad accogliere questo grande slancio, la mobilitazione spontanea di una comunità intera che si riunisce per portare aiuto ovunque ci sia bisogno. L'appuntamento è per sabato 12 novembre alle 16 in Tinaia alla villa del Mulinaccio, un evento a corredo della mostra sul Bisenzio ancora visitabile. sabato 12 novembre alle 16:00 Alluvioni in Toscana Pagina 173 L'ottava foto in r gaio c« IIrreh Ben ventuno appuntamenti in edicola, da mercoledì a sabato, per una collezione importante e accurata . Le foto delle due città alluvionate - Pisa e Pontedera n questo caso arrivano da varie fonti : dall'archivio Frassi di proprietà della Fondazione Pïsa (con la collaborazione di Palazzo Blu) e dall ' archivio storico silvï . Gli stessi luoghi sono stati fotografati oggi a Pisa da Fabio Muzzi e a Pontedera da Franco siivi . I testi sono stati scritti da Andrea Lanini. La sesta foto (a sinistra) è in regalo oggi con l ' acquisto dei giornale e nostri lettori potranno nserirla nel raccoglitore che è stato regalato con la prima uscita. Alluvioni in Toscana Pagina 174 Scatti in mostra e un incontro sul sistema di protezione civile Nell'ambito delle attività organizzate dalla Regione Toscana in occasione dei 500 anniversario dell'alluvione dell'Arno, anche il Comune di Ponsacco ha organizzato una serie di eventi, tra cui la mostra fotografica e l'incontro sul sistema di protezione civile costituiscono le iniziative più significative. Quest'ultimo si svolgerà domanial teatro Odeon e consisterà in un incontro dibattito con i soggetti coinvolti nella gestione dei servizio di protezione civile. interverranno la sindaca, Francesca Brogi, in qualità di responsabile comunale di protezione civile e il comandante della polizia municipale, Andrea Gambogi, Alluvioni in Toscana insieme alla preside Maura Biasci che accompagnerà gli alunni dell'istituto comprensivo. Durante l'incontro ci sarà l'occasione di ascoltare le testimonianze di coloro che hanno vissuto quei momenti e dei volontari delle associazioni di protezione civile che racconteranno le loro esperienze sul campo, mentre gli attori dell'università dell'età libera interpreteranno un racconto dell'alluvione. Oltre alla mostra fotografica allestita all'Odeon, in piazza della Repubblica sarà predisposta un'area interamente dedicata ai mezzi e alle attrezzature di protezione civile, a disposizione degli studenti e di coloro che vorranno vedere da vicino gli strumenti che permettono di affrontare le emergenze e, molto spesso, salvare vite. «Ripercorrere con queste iniziative la storia delle alluvioni significa non solo rivivere alcuni momenti fondamentali dei nostro passato - si legge in una nota dell'amministrazione comunale • ma anche rimarcare l'importanza dei sistema di protezione civile e di chine fa parte. il coinvolgimento della cittadinanza e degli studenti in queste iniziative va in questa direzione e ci auguriamo che essi possano ben comprendere che cosa significhi il lavoro degli enti locali e dei volontari nella salvaguardia dei territorio». Pagina 175 ALESSANDRO BASTAGLI OGGI E UN IMPRENDITORE DI SUCCESSO, è TITOLARE DI "A. MODA" È IL PROPRIETARIO DI LINEA PIÙ ITALIA AZIENDA LEADER NEL MERCATO MONDIALE DI FILATI PER MAGLIERIA • I • a piogga e la e e a MI v E ® í,_ f v ann di ROBERTO DAVIDE PAPINI RAGAZZINO quindicenne davanti a quello che resta del negozio di famiglia, sventrato, distrutto, devastato dall'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966. La foto, in bianco e nero, ritrae un giovanissimo Alessandro Bastagli: oggi è un imprenditore di successo, è presidente di "A. Moda" (licenziataria del marchio Everlast, di Dimensione Danza e Virtus Palestre), e presidente di Lineapiù Italia (azienda leader nel mercato mondiale di filati per maglieria), ma quella foto racconta un'altra cosa, uno dei tanti drammi di quel novembre di 50 anni fa. «Avevamo perso tutto dice Bastagli - il negozio di orologi Cronos, in via della Vigna Nuova era distrutto, la merce rovinata, la cassaforte sventrata». Un negozio che Paola Bastagli (sorella di Alessandro) aveva rilevato dopo la morte del padre avvenuta nell'aprile del 1965. Quella foto è di qualche giorno dopo il4 novembre, perché il giorno dell'alluvione il giovane Basta- aa ulei / % erse tutto' 1 Ales andro,uastagli a eva s f rZ?, 4q ;, s Bastagli davanti al negozio gli si trova bloccato dall'acqua che invade le strade e ripara fortunosamente da amici. «DOPO la morte di mio padre racconta Bastagli - ero andato ad abitare da mia sorella alle Bagnese. Quella mattina del 4 novembre, era la festa delle Forze armate, sarei dovuto andare con una delegazione della mia scuola, l'Istituto Tecnico Galilei, in piazza dell'Unità Italiana per l'alza- Doman i e i: « Che G » bandiera. Al mattino ancora non si avevano tante notizie di quello che stava succedendo e, nonostante il parere contrario di mia sorella, presi la bicicletta per raggiungere la cerimonia». Il viaggio di Bastagli, però, finisce al ponte alla Vittoria: «Ricordo che riuscii ad attraversare il ponte in qualche modo, poi trovai tutto sbarrato dall'acqua che saliva». Bastagli deve così cercare riparo da una famiglia di amici in via Montebello, dove resta un paio di giorni senza poter avvertire la sorella. «POI ANDAMMO in via della Vigna Nuova dove c'era il negozio e trovammo la saracinesca divelta e tutto distrutto. Avevamo perso tutto, come tanti altri fiorentini. Ma c'è stato un grande spirito da parte di tutti, ci si aiutava a vicenda, l'ironia fiorentina ci ha salvato oltre al lavoro di tanti volontari, gli splendidi "angeli del fango"». Uno spirito, aggiunge Bastagli «che emerge nella bella mostra della "Nazione" il giornale che si identifica con Firenze e nel quale si identificano i fiorentini». ' LA MOSTRA allestita nell'auditorium de La Nazìone è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato con orario 9.30-12.30 e 15-18. Dato il grande successo ottenuto, la mostra resterà straordinariamente aperta anche domenica 13 con orario 9.30-18. Stesso orario continuato anche domani. Alluvioni in Toscana Pagina 176 or IU 0w. ,, tU w n a:a/ . . . . ,,,, . [k;9 I visitatori nel nostro auditorium . A sinistra il libro d 'onore de La Nazione con le firme dei fiorentini Alluvioni in Toscana Pagina 177 Alluvione, l'emozïone in mostrAa o omrn a ra straordinaria -E u ic Tantissimi visitatori per l'esposizione organizzata da La Nazione TANTI, tantissimi visitatori. Alcuni felici e commossi, altri addirittura con le lacrime agli occhi. «Grazie, ci avete fatto rivivere un'emozione», «grazie, siamo riusciti a tornare indietro nel tempo e a rivivere quel senso di solidarietà che in quei mesi pervase tutta la città di Firenze». E ancora, «una mostra davvero meravigliosa», «un'emozione vera, anche per chi non ha vissuto l'alluvione». Sono tantissimi i visitatori e tantissimi i messaggi lasciati sul libro d'onore de La Nazione dai fiorentini che hanno visitato l'esposizione alelstita nell'auditorium del nostro giornale. Un successo tanto clamoroso che domenica la mostra resterà eccezionalmente aperta con orario continuato dalle 9.30 alle 18. bre del 1966, in un mix tra tradizione e innovazione, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari. I primi giorni infatti, sembrò quasi che nessuno si fosse accorto di quel che era accaduto a Firenze. Ci volle l'impegno di tutti i nostri colleghi di allora per portare all'attenzione del mondo intero il dramma che la nostra città stava vivendo. ANC HE ieri centinaia di persone si sono messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del 1966. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante, il dramma di quel giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si torvava in quelle ore in città. E La Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novemfotografi di quel periodo. Proprio il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per far pressione su Ro- I' Alluvioni in Toscana ! Xiapaca NELLA MOSTRA si trovano varie aree che raccontano quei giorni drammatici. E' possibile vedere il film realizzato da Zeffirelli e il filmato realizzato da La Nazione con il racconto dei lettori e dei giornalisti. Pagina 178 e< ' ; 7-Fn dà i fc ri» Serata Quínto Alto Sesto Fiorentino «L'ARN O dà di fori»: è il titolo del libro di Luca Giannelli Scramasax che sarà presentato, oggi alle 21, alla Casa del popolo di Quinto Alto con proiezioni di immagini sull'alluvione, performance teatrali e musicali. Alluvioni in Toscana Pagina 179 una mo stra sul conciatori e l ' alluvione ANCHE le concerie del distretto di Santa Croce sono tra i soggetti raccontati da «A come Arno» il progetto artistico che in occasione del cinquantesimo anno dall'alluvione del 1966 che determinò lo straripamento dell'Arno ne ripercorre l'evoluzione. Nell'ambito di "A come Arno", fino al 19 novembre a Villa Pacchiani a Santa Croce sarà vistabile la relativa mostra fotografica che è parte integrante del progetto, che si arricchisce di ulteriori contributi multimediali che hanno saputo ripercorrere in modo emozionante l'evoluzione, lungo l'Arno, di una intera Regione e del suo tessuto socio-economico . L'opera ha partecipato ai festival fotografici di Arles e Cortona, e sarà completata da una pubblicazione con tutte le storie raccolte e raccontate dagli autori. Sono molte le storie di "straordinaria solidarietà" anche nel mondo conciario che scandirono quei giorni : dalle aziende rimaste illese che conciarono i pellami per altri, all'officina Gozzini di Santa Croce che permise di asciugare nei propri forni i motori delle concerie finiti sott'acqua. C. B. Alluvioni in Toscana Pagina 180 APERTU RA ANCHE DOMENICA. DOMANI ORARIO CONTINUATO A grande richiesta la mostra raddoppia ESTE 'aperta con orario eccezionalmente con orario continuato domani, sabato, e domenica (9.30-18) la nostra mostra sull'alluvione. `L'Arno straripa a Firenze' racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca de La Nazione, filmati e interviste ai protagonisti di quei giorni. In quel terribile del 4 novembre 1966 e in quelli successivi La Nazione compì un piccolo-grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare lo stesso sempre il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse coperta di acqua e fango e quindi del tutto inservibile. Il giornale fu stampato nella sede del Resto del Carlino. I poligrafici fiorentini andarono a Bologna poche ore dopo l'alluvione. 117T «Il 5 novembre - racconta Fabio Bianchi che lavorava nella tipografia de La Nazione da poco nel nuovissimo stabilimento di viale Giovane Italia - ci si presentò al giornale, poi si prese la Giulia del direttore del personale e si andò a Bologna perché La Nazione doveva uscire a ogni costo. A Bologna ci accolse il direttore del Carlino, Giovanni Spadolini e ci accompagnò in tipografia. Rimanemmo a Bologna due mesi per comporre la prima e la seconda pagina che erano le ultime, le più fresche. Dovevamo andare veloci come il vento perché alle 23.30 si doveva andare in stampa. La distribuzione non era uno scherzo, l'autostrada esisteva da due anni, il resto era tutto su strade normali, curve, salite, discese». ESSE Tanti i visitatori Alluvioni in Toscana Pagina 181 'u il diluvio NmM , .,,,i r r 'i v a m 6%aM'i.. er fmI a so g ente» e a "",i.-l Grosseto, lafttn*a dell 'Ombrone invase la città e le campagne di GUIDO PARIGI GROSSETO FU «un'alluvione per la povera gente». Così Luciano Bianciardi battezzò l'uragano che il 4 novembre 1966 sconvolse la Maremma, tutta la pianura che dall'Alberese va verso Castiglione della Pescaia e si spinge da Grosseto fino ai piedi di Giuncarico e Roccastrada. Un'alluvione ignorata per giorni. Firenze, tanto per dire, dovette strepitare per far muovere il governo e l'opinione pubblica e far capire la tragedia provocata dall'esondazione dell'Arno. D'altra parte quel 4 novembre significò lutti e danni anche in altri parti della Toscana e in mezza pianura Padana. E l'eco dell'alluvione di Grosseto rimase nascosta, fra le tante notizie sul maltempo. Pioveva da giorni, fra rovesci improvvisi e spicchi di sole come Il capoluo g o ri mase immobilizzato nella melma senza telefono né luce Alluvioni in Toscana spesso avviene in Maremma. Diversi campi allagati ma succedeva spesso. La sera del 3 novembre la gente andò a letto tranquilla. L'indomani era giorno di festa con scuole, uffici e negozi chiusi. Che stesse per succedere il finimondo lo capì all'alba il parroco di Istia d'Ombrone che dalle finestre della canonica vedeva sotto di lui il fiume sempre più incattivirsi, finché verso le sei l'onda di piena superò il ponte sulla statale per Scansano (tre arcate imponenti) e in pochi minuti lo sbriciolò. Non c'era luce, i telefoni muti: non gli rimase che suonare disperatamente le campane della chiesa per avvertire in qualche modo la sua gente. INTANTO a valle l'Ombrone si preparava a ripetere l'alluvione del 1944. L'irreparabile si concretizzò alle 7,45 quando l'onda di piena, alta ben 12 metri, travolse gli argini al nord della città, al Berrettino, e a sud al Motel Agip. La città divenne un enorme lago perché l'acqua carica di melma e di ogni ben di dio non riusciva a defluire verso il mare perché trovò tre ostacoli: verso il mare il rilevato della ferrovia, alto sette metri e con tre soli sottopassi, a est quel che rimaneva dell'argine dell'Ombrone e a ovest il `Diversivo', uno scolmatore dell'Ottocento, ormai abbandonato. Così l'acqua salì, diventò un miscuglio nauseabondo e martorizzò la città fino ai primi piani delle case. Cancellati negozi e appartamen- ti, dissipate le attività di una vita, Grosseto era come paralizzata, rotta solo dai pianti e dalle urla della gente. Per prendere coscienza della situazione ci vollero ore. Lo stato era silente, andare a cercare aiuti neppure a parlarne: interrotte le strade, la ferrovia non esisteva più, e le auto carcasse informi. Così la gente si rimboccò le maniche in una gara di solidarietà di cui è capace solo la «povera gente» e cominciò a spalare, a cercare di dare un senso alle cose. La situazione era tragica: senza luce, telefono e acqua, unico rifugio i piani alti delle case. Avevano perduto tutto, ma erano anche senza mangiare e bere. Il Comune si mosse con tutto quanto poteva ma i primi aiuti pubblici si materializzarono solo due giorni dopo quando arrivò da Civitavecchia un gruppo di soldati: erano senza stivali e ci vollero altri due giorni perché potessero affrontare la melma della città. Ben più applaudito l'intervento di un gruppo di portuali di Piombino che si misero all'opera con ruspe ed escavatori. Altrettanto tragica, se non di più, la situazione nelle campagne. La pianura cinquant'anni fa era punteggiata solo dalle rare casette bianche dell'Ente Maremma e qualche fattoria in una distesa di campi destinati a grano e allevamenti. In sequenza si sbriciolarono anche gli argini della Bruna e della Sovata, e tante famiglie rimasero isolate, qualcuna rifugiata sul tetto dei poderi, mentre si consumava la carneficina di buoi, cavalli, pecore, animali da cortile che galleggiarono per giorni. Ci fu una vittima, la piena della Bruna travolse agli Acquisti Sante Gualandi, un buttero che tentava di salvare un branco Pagina 182 DEVASTAZI ON E L'Ombrone esonda il 4 novembre di primo mattino L'acqua sommerge le case in campagna e travolge tutto quello che incontra fino al centro di Grosseto di vitelli. Il corpo fu ritrovato nove giorni dopo. Nel porto di Castiglione la melma si consolidò in un isolotto al centro del canale e bloccò per mesi 20 pescherecci. SOLO a primavera la terra cominciò ad essere di nuovo solida. Dopo mesi fu possibile ricostruire ciò che era successo: le piogge si erano concentrate non tanto nel grossetano (e perciò la gente fu sorpresa) quanto a monte, perché alla piena dell'Ombrone si aggiunsero quelle di Orcia, Farina e Merse, che crearono un mostro di 3.200 metri cubi di acqua al secondo. Per cercare di evitare il ripetersi di tali pericoli si decise di imbrigliare il Farina con un lago artificiale che doveva allargarsi ai piedi di San Galgano, come stava facendo Firenze per domare la Sieve realizzando il lago di Bilancino. Sul Farma iniziarono i lavori della diga, ma dopo aver speso 30 miliardi di lire l'opera fu interrotta e non se ne parlò più. Anche il Diversivo doveva diventare un vero scolmatore, ma oggi è una strada. Speriamo che l'Ombrone non ci riprovi. ®L' nU.aa rw,1 Sono le 7.45 del 4 novembre 1966. L'Ombrone, a causa delle forti piogge dei giorni precedenti, rompe l'argine destro in tre differenti punti. L'acqua allaga prima la piana per giungere in città dove penetra da Porta Vecchia nelle vie del centro IL d isastro In alcune zone del capoluogo l'acqua raggiunge tre metri e mezzo d'altezza. Qualcuno è costretto a trovare rifugio sui tetti delle case. Senza telefono né luce, Grosseto è praticamente isoltata dal mondo. Nelle campagne le case sono tutte sommerse I danni e Le vittime Nei pressi della Fattoria Acquisti, nelle campagne di Braccagni a nord del capoluogo, si conta anche una vittima Si tratta del buttero Sante Gualandi, travolto dalla piena mentre cerca di mettere in salvo i suoi vitelli Alluvioni in Toscana Pagina 183 CN14 RENZE °tì RTIÇiFAN.41' O F AIiT F.,. tiELL_1 Zi AS I L I C_1 Z? I S tN L O "áLNZ4 'i/rrNrk, 0"/ / /d/i/ Alluvioni in Toscana Pagina 184 %// c N / / Y D / /O H H / / / / 0 / /O N H 000 / % i Alluvioni in Toscana Pagina 185 NKCOLINI Nel'66 quel l'acqua arrivò al massimodi 13 metri sul livello stradale di Firenze. "Fincostassù", produzione Fondazione Teatro della Toscana scritto dal giornalista e drammaturgo Alberto Severi per Marco Zannoni con la regia di Lorenzo Degl'Innocenti, è uno spartito a più voci per attore solo, un'unica anima che di volta in volta dà vita a un traghettatore beone, a un eroe dell'acquedotto, ad un'acida bottegaia e così via, per ascoltare l'intera città nel mezzo della catastrofe. Teatro Niccolini, via dell'Oriuolo, ore 21, repliche fino a domenica Alluvioni in Toscana Pagina 186 e Arbure in città, 2O L'inaugurazione dell'acquedotto viene ricordata anche con arà presentato oggi alle 18, alla sala Friuli della 1 ) Chiesa di San Francesco, il libro "Una montagna d'acqua. Dall'Arniata a Grosseto, l'acquedotto delle Arbure". Si tratta di una pubblicazione voluta da Acquedotto del Fiora - il gestore del servizio idrico integrato delle province di Grosseto e Siena - per celebrare i 120 anni dalla realizzazione dell'infrastruttura che servi a soddisfare il bisogno di acqua potabile e quindi lo sviluppo sociale ed economico del capoluogo maremmano. Alla sala Friuli alle 18 p resentazion e d ei li bro voluto dal Fora concerto dell'Archivio di Stato di Grosseto e gli autori del volume Enzo Fazzi, Elena Del Santi, Valerio Entani, Andrea Ponticelli, Alvaro Giannelli e Carlo Vellutini . Coordina la presentazione Francesca Ciardiello di Tv9. L'appuntamento fa parte del cartellone "Ombrone 2016", promosso dalla Prefettura di Grosseto insieme al Consorzio di Bonifica e al Comune di Grosseto in occasione delle iniziative per il 50° anniversario dell'alluvione che il 4 novembre 1966 colpì la città. Per l'occasione, inoltre, sono stati predisposti uno speciale annullo filatelico che celebra i 120 anni dell'acquedotto delle Arbure e cartoline a tiratura limitata sui "luoghi dell'acqua" del territorio. LaCorale Puccini canterà Risorgimento, composta nel 1896 da Dante Pduti e Fabio Fedi per celebrare la solenne inaugurazione dei nuovo acquedotto che d issetava la città Il volume è edito da C&P Adver Effigi e ha il patrocinio dell'Archivio di Stato di Grosseto e dei Comuni di Grosseto e Castel del Piano. Alla presentazione, organizzata da Acquedotto del Fiora con il patrocinio del Comune di Grosseto, interverrà la Corale Puccini, che proporrà la cantata "Risorgimento", composta nel 1896 da Dante Nuti con testo di Fabio Fedi proprio per la solenne inaugurazione dell'acquedotto delle Arbure. Saranno inoltre presenti Cosimo Pacella, presidente del consiglio comunale di Grosseto, Emilio Landi e Aldo Stracqualursi, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Acquedotto del Fiora, Maddalena Corti , direttrice Alluvioni in Toscana Pagina 187 Via Telamonio e le uniformi di Alvaro Foto e ricordi in regalo con il Tirreno Via Telamonio e il ponte dei Macelli, uno dei punti in cui la piena dei novembre 1966 più fece sentire la sua forza, trascinando attraverso quella strozzatura valanghe di carcasse di animali, di auto, di masserizie persino di pullman . f qui che approda oggi il viaggio nella grande alluvione fra passato e presente promosso dal Tirreno: in edicola, in regalo con la copia del quotidiano, la scheda con el foto di ieri e oggi dell'Agenzia 8f e una breve testimonianza, raccolta e trascritta dal poeta grossetano Luca sonetti che ritrova - proprio in via Telamonlo in quel novembre di 50 anni fa - anche il mitico Alvaro con le sue leggendarie uniformi . Domani la sedicesima tappa: via de' Lavatoi, " navigata" da un gommone dei vigili dei fuoco... Alluvioni in Toscana Pagina 188 Domenica 13 ti "Cme-Battello" lungo l'Arno Saint-Gobain, industria storicamente legata alla città di Pisa dove 127 anni fa venne inaugurato il secondo stabilimento all'estero del Gruppo e il primo in Italia, partecipa alle iniziative organizzate dal Comune per il cinquantesimo anniversario dell'alluvione dell'Arno. Più in particolare Saint-Gobain è sponsor del progetto "Cine-Battello", a cura dell'associazione Acquario della Memoria, che prevede nella sera di domenica 13 novembre, data in cui nel 1966 crollò il ponte Solferino, tre crociere Alluvioni in Toscana sull'Arno della duratadi 60 minuti ciascuna, con video-proiezioni a grande scala sulle spallette e sulle facciate del palazzi dei Lungarni. i filmati che verranno proiettati sono stati resi disponibili per gentile concessione degli archivi delle Teche Rai e Cinecittà Luce con il contributo di Fondazione Sistema Toscana e grazie alla collaborazione dei cittadini pisani che hanno collaborato mettendo a disposizione numerose riprese amatoriali. Si conferma così il legame tra Saint-Gobain e Pisa, dove ha tuttora sede un importante sito produttivo de Gruppo, che grazie al significativi investimenti degli ultimi anni è diventato un centro tecnologico d'eccellenza in Europa nella produzione di vetro per edilizia ad alte prestazioni. Per quanto riguarda l'iniziativa di domenica prossima le tre mini crociere avranno partenze alle ore 18, 19e 20 da Scalo ROncioni (Lungarno Mediceo). La partecipazione è gratuita, mala prenotazioneè obbligatoria, dal momento che ci sono solamente cinquanta posti a crociera. Info e prenotazioni al numero 328-4764592. Pagina 189 11 , ..1.,9 //i % .. %. _.%.. -1/1,_ .,i ; i///// • / üj ,/riij d//// ( i i „i J 3/11-i,_.% I domen í ca 13 novembre 1966 : Solfer ì no Erano le . crolla I sch í anto . Verrai r i costru i to I` prat ì co di ANDREA LANIN I ome un triste déjà vu. Come una specie di maledizione. Come se, all' altezza della Cittadella, l'Arno pisano proprio non accettasse l'idea d'esser scavalcato, e si vendicasse buttando giù i primi responsabili di quell'affronto: i ponti. Nel novembre dei 1966, tocca a ponte Solferino. II 13, di domenica, alle 7.30, quando il peggio, per la città, sembra essere passato, crolla di schianto. Son trascorsi circa dieci giorni dall'esondazione - l'acqua ha saltato gli argini nella sera di venerdì 4. Ma non basta: nei mesi successivi ci si inette anche lungarno Pacinotti, a completare la beffa; frana giù, inghiottito dal letto del fiume. Strutture possenti, ma minate nelle fondamenta dal lavorio incessante di una furibonda pressione. Che, alla fine, presenta il conto. Era già successo. Lo stesso copione, le stesse dinamiche. La stessa vendetta consumata fredda, la quiete che è già tempesta e, di botto, decide di getta- Alluvioni in Toscana re la maschera. L il 10 dicembre 1869, quando Pisa, "alle ore quattro circa pomeridiane" (così recita una delle lapidi apposte per ricordare il livello spaventoso, 6.22 metri sullo zero idrometrico, raggiunto dall'acqua) deve fronteggiare una delle peggiori alluvioni di sempre. Ponte a Mare, uno dei più antichi della città (oggi, al suo posto, c'è il ponte della Cittadella), sembra tenere bene. Sembra. lo realtà si sta sbriciolando. Nei momenti dell' esondazione, un'arcata cede di schianto. E, dieci giorni dopo, il 20 dicembre, viene giù anche il resto. Nei giorni seguenti, col fiume tornato alla calma, su ciò che resta dei piloni si costruisce una passerella in legno. Ma anche questa non è baciata dalla sorte: crolla il giorno prima dell' inaugurazione, a portarla via di lì ci pensa una libecciata. E, nel 1869, il film è lo stesso anche per lungarno Pacinotti. Sfiancato dalle piene, inizia a cedere, a smottare. I lavori di ripristino, lunghi, complessi, dureranno anni. Nel 1871 vi si armeggia an- cora. Il 1871: l'anno di ponte Solferino, bello e sfortunato. L'architetto Vincenzo Michela inizia a progettarlo. Viene completato quattro anni dopo. Lo si è voluto in asse con via Solferino, da cui deriva quel suo nome glorioso, lucente di vittoriose memorie risorgimentali. Per fargli posto, s'è smontato pezzo per pezzo quel gioiellino gotico della Chiesa della Spina, per poi rimontarlo un po' più in là, in modo che non intralciasse lo slancio elegante del suo profilo istoriato di candide sculture. Avrà vita breve. I tedeschi in ritirata lo bombardano nel'44. Lo si rattoppa in fretta e furia due anni dopo: il restauro riesce, il venusto Solferino è ancora lui. Ma nel novembre '66 l'Arno lo bombarda dinuovo, e questa è la volta buona. «Nel primissimo mattino del 13 novembre venni avvertito che il ponte Solferino cominciava a scricchiolare - Giovanbattista Longo, l'allora commissario prefettizio, lo raccontò al giornalista del "Tirreno" Fabio Demi - Andai subito sul posto, appena in tempo per assistere, con pochi altri, ad un evento impressionante, anche se previsto. Infatti, uno o due giorni prima, in seguito ad un sopralluogo, avevo dato ordine di sospendere i lavori di smantellamento delle sovrastrutture. Fu un provvedimento tempestivo, perché se si fosse tardato gli operai che lavoravano sul ponte avrebbero potuto essere travolti». Addio a quelle finiture preziose, addio ai candidi fregi in marmo di Carrara. Finisce tutto nell'acqua limacciosa e inquieta del fiume. Le date del destino, a cavallo dei secoli. Nel 1869 l'alluvione, strappando a Pisa quel gran vegliardo del ponte a Mare, decreta la nascita di ponte Solferino; e cent'anni dopo, nel 1969, lo sventurato Solferino vede decidere la sua rinascita. L allora che s'indìce il concorso nazionale per ricostruirlo. Nel '72 lo s'inizia, due anni dopo è pronto. Senza ornamenti marmorei, senza grosse pretese estetiche, senza sfarzose velleità: solo solido cemento armato. Pratico e robusto. Considerando il caratteraccio dell'Arno, quel che ci vuole. ®P.IFRODIRIONERISERVATA Pagina 190 La mattina del 13 novembre 1966 : il crollo di ponte Solferino II ponte com'è oggi ( foto Fabio Muzzï) oggi un'altra con il Tirreno Alle prime luci dell'alba Poi il. Alluvioni in Toscana Pagina 191 r ® STAMANI alle 11 alla Dogana incontro «Alluvione del 1966 - Tracce di memoria e rischio idrogeologico». All'incontro parteciperà il Sindaco Galligani, l'assessore Baldi e Galardini del Consorzio Basso Valdarno 1 0 A Montecatini t ANCHE la Valdinievole cinquant'anni fa fu colpita dall'alluvione. Se già per Pisa si parlò di «alluvione dimenticata», figuriamoci per la nostra zona. Ovviamente l'attenzione maggiore era data a Firenze. E fra l'altro in Valdinievole le acque invasero paesi e campagne con un giorno e qualche ore di ritardo. Quando appunto uomini e mezzi erano tutti dirottati verso il capoluogo di regione. I soccorsi comunque funzionarono. Dove non arrivarono quelli «ufficiali», ci pensarono i volontari. Da noi però gli angeli arrivarono... in barchino. Fu proprio i S grazie alle tipiche imbarcazioni del Padule che anche le case più isolate riuscirono ad avere viveri e generi di conforto. A Montecatini tracimarono per le abbondanti piogge sia il Salsero che la Borra che invasero una settantina di ettari di terreno. Furono evacuate quattro case. Le venticinque persone che vi abitavano furono alloggiate all'albergo «Paradiso» di Montecatini Alto finchè le acque non si ritirarono. La zona più colpita fu quella di Ponte Buggianese. A parte il paese, tutte le frazioni di campagna vennero invase dall'acqua del Padule case evacuate che non riusciva a scolmare nell'Arno in piena e quindi cominciò a invadere i terreni. L'unico modo per raggiungere Ponte era la strada con Chiesina. Le altre vie erano tutte ridotte a torrenti. Ad Anchione ci fu il crollo di una vecchia casa. Molti i capi di bestiame che morirono. E per molte famiglie che vivevano di agricoltura fu un duro colpo. Come detto, sicuramente fu decisivo il fatto che grazie ai tanti barchini dei «padulini», fu possibile mettere in salvo cose e persone. gabriele galligani La distribuzione del pane nelle campagne e dall'alto il sindaco Galligani e il wesidente Monaco Alluvioni in Toscana Pagina 192 ALLA DOGANA Una mo stra di foto per ricordare quei giomi .ú sclú di oggi NEL CINQUANTENARI O dell'alluvione del'66 il comune di Ponte Buggianese ha organizzato una mostra fotografica sul drammatico evento dell'epoca. Domani alle 10 alla Dogana del Capannone, in località Anchione , è in programma l'apertura della mostra fotografica, con le immagini di ciò che avvenne nel territorio di Ponte Buggianese il 6 novembre del convegno 1966. Nell'occasione si terrà sul tema «rischio idrogeologico - problema attuale». Parteciperanno con il sindaco di Ponte Buggianese Pier Luigi Galligani e l'assessore alla cultura Maria Grazia Baldi, anche Marco Monaco presidente del consorzio 4 Basso Valdarno , Giorgio Federici del dipartimento ingegneria civile e ambientale dell'Università di Firenze, l'ingegner Lorenzo Galardini tecnico del consorzio 4 Basso Valdarno . Concluderà Federica Fratoni assessore all'ambiente della Regione Toscana . «Conservare la memoria - spiega il sindaco Pier Luigi Galligani - è importante per trasmettere, a chi non l'ha vissuta in prima persona e a chi in quei giorni non era ancora nato, tutta la complessità di eventi e sentimenti - tra dramma, solidarietà e voglia di ricominciare - che emersero in quel frangente. Le foto, reperite tramite l'Avis e i cittadini del nostro Comune, sono le tracce della memoria lasciata da questo triste avvenimento». Alluvioni in Toscana Pagina 193 Il presidente di Avis Strada AllUVione , il ricordo Mariani: «In barca su viale Giannotti » GREVE IN CHIANTI (mty) Nei giorni in cui Firenze e molti comuni della Toscana ricordano l'alluvione del 1966, riaffiorano le testimonianze di tante persone che si trovarono a fronteggiare la drammatica situazione che si creò con la piena dell'Arno. Il 4 novembre è rimasto scolpito nella memoria anche di tanti chiantigiani, come Paolo Mariani, storico presidente dell'Avis di Strada in Chianti, che ha affidato a Facebook il suo personale ricordo. «Io c'ero - scrive Mariani. Sono entrato in acqua alle 9,30 con mio cugino con una barca artigianale fatta da noi. L'abbiamo messa in acqua in via del Larione e abbiamo "navigato" fino in fondo a via della Faggiola, dove abitava mio fratello e durante il tragitto, abbiamo traslocate diverse persone dalle case basse ai palazzi più alti, fino a raggiungere all'incrocio con Via Erbosa e via Villamagna». L'immagine è quella di un viale Giannotti diventato quasi un fiume («Lo abbiamo attraversato attaccati al cavalcavia che c'era davanti alle scuole perchè la forte corrente ci portava verso l'Arno», ricorda), ed il racconto prosegue con il salvataggio del fratello di Mariani e della sua famiglia: «Siamo tornati indietro con notevole difficoltà fino a via del Larione e da lì in via Fortini dove avevamo lasciato il nostro camion». Il giorno successivo di nuovo in città ad aiutare gli abitanti della zona, con la barca «e un po' di pane e fiaschi d'acqua». Alluvioni in Toscana Pagina 194 A TavVarnu zz e o cchi puntati s ul fo ss o . Parati e davan ti ai nego zi Allagarnenti, è tornata la ra «Lavori non se iie sono vip IMPRUNETA (amz) Torna la stagione delle piogge e a Tavarnuzze riaffiora la paura. Quell'acqua che viene giù e scorre per le strade invadendo i negozi è un quadro inquietante impresso nelle menti. E non importa riandare molto indietro nel tempo. E' lo scorso inverno ad averci lasciato queste immagini. Eccola lì, la fotografia di Giona Rovai, titolare dell'omonima pasticceria, che indica il responsabile degli allagamenti. «La colpa non è della Pescina ricorda - ma di un fosso qui a monte in via dei Baruffi, vicino alla centralina Enel, che anni addietro è stato tombato e che non regge piogge di forte entità. Anche l'anno scorso l'acqua ha imboccato la discesa ed è entrata in bottega, saltando lo scalino. Cosí tutto quello che si trova a terra viene rovinato». Ma qualcosa sarà cambiato dall'anno scorso o no? «Direi proprio di no. Qui non si è visto nessuno. Vorrebbero mettere una grata sul Pescina per favorire lo scorrimento delle acque, ma il problema rimane irrisolto, anche perché quel fosso, che è già stretto prima di entrare sotto terra, è del tutto otturato dalle piante che lo hanno invaso e che rendono ancora più difficile lo scorrimento. Per questo abbiamo provveduto a installare le paratie davanti alle entrate del negozio. Non possiamo sempre trovarci a svuotarlo dal fango. Ma è diventato un incubo, perché ogni volta che piove si ha paura delle esondazioni. L'altra sera ero a casa, a vedere la partita della Fiorentina, quando iniziò un forte temporale e non riuscivo più a starmene tranquillo, così ho dovuto prendere l'auto e venire a controllare. Non si può andare avanti così». Eppure Publiacqua si dice pronta a investire sul territorio Alluvioni in Toscana Rovai indica il fosso responsabile delle esondazioni Davanti ai negozi spuntano paratie contro l'acqua di Impruneta. Il programma degli interventi per i prossimi anni individua le opere di manutenzione straordinaria e le nuove opere da realizzare, compresi i lavori di adeguamento di infrastrutture già esistenti, con i relativi tempi di realizzazione. «Nel triennio 2012-2015 - com- menta il sindaco Calamandrei - gli investimenti sul comune di Impruneta sono stati di 1.069.805 euro, e manutenzioni straordinarie su infrastrutture, fognatura e depurazione per 1.787.568 euro. Per il Comune di Impruneta una sfida importante è già partita l'estate scorsa, con l'avvio dei lavori del depuratore, che termineranno nella primavera del 2017». Tra le opere importanti previste per Tavarnuzze ci sono il potenziamento del depuratore (300.000 euro) e la sistemazione della rete fognaria 250.000 euro. Ma contro le inondazioni a Pagina 195 Tavarnuzze? «Si sono evidenziati problemi legati al mancato recepimento delle acque piovane e quindi a possibili allagamenti, soprattutto in alcuni punti, dove si dovrà intervenire. Come nell ' area fra il fosso di via Cooperazione a Tavarnuzze e l'immissione nel torrente Pesci- Alluvioni in Toscana na, causa dei continui allagamenti della strada ed edifici di via Baruffi, e in alcune occasioni fino in piazza don Chellini», accenna il sindaco. Ma si parla al futuro, di certezze sui tempi per ora non ce ne sono. Maurizio Ab ti © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 196 un libro di Giuseppe Meucci racconta la tragedia di quei giorni A cinquant'anni dal trotto dei Ponte Sotferino a Pisa. Si chiama così l'evento che domani, netta chiesa detta Spina , servirà per presentare il libro "tt giorno dell'alluvione", di Giuseppe Meucci, giornalista pisano, edito dalla Ets. All'incontro oltre all'autore dei libro, atta sua terza edizione, saranno presenti anche Paolo Ghezzi, vicesindaco del Comune di Pisa e Isabella Bonamini, autorità di Bacino dell'Arno. Il volume, che giovedì sera è stato presentato ai soci del tions Club Pisa Host al Grand Hotel Duomo e che sabato 19 novembre sarà presentato atta libreria Roma a Pontedera, racconta del4 novembre del 1966, giorno Alluvioni in Toscana dell'alluvione anche a Pisa e in provincia (qui ci furono i danni più gravi). «Un libro - spiega Meticci - che vuote ricordare a chi c'era l'evento più drammatico subito da Pisa dopo la fine delta guerra. E anche per far sapere ai giovani che cosa è davvero successo il 4 novembre 1966 e nel giorni successivi. Dal mancato allarme, alle opere di difesa tastiate colpevolmente incompiute. Dalla difficile ripresa dell'economia netta zona detta provincia più danneggiata (Pontedera, Santa Croce sull'Arno e Castelfranco di Sotto) fino alla cicatrice, mai rimarginata, dei lungarni pisani privati del ponte Sotferino, il più bello della città». tt libro è arricchito da una documentazione fotografica in gran parte inedita e, netta terza edizione, ampliata anche con la documentazione fotografica dette piene che si sono verificate nel Pisano nei 2014. in appendice il Libro ospita un intervento dett'ingegner Isabella Bonamini, dirigente tecnico dell'Autorità del Bacino dell'Arno, sulle opere che fino a oggi sono state compiute e su quelle che rimangono da realizzare. A completare il volume scritto dal giornalista c'è anche un testo del vicesindacodi Pisa Paolo Ghezzi che si occupa - grazie atta delega che gli è stata affidata - dette questioni della Protezione civile. Pagina 197 A LL LC1 E Domar' spettacolo dì Dí Corcia la dove l'' e del fiume si ruppe 1 S. MARIA A MONTE L'evento "Se io fossi acqua", ideato per commemorare i cinquant'anni dell'alluvione del 4 novembre 1966, si terrà domani, alle ore 16,30, in località Le Colombaie, dove si verificò la rottura dell'argine dell'Arno. Con lo spettacolo, scritto e diretto da Franco Di Corda jr, si concludono gli appuntamenti che l'amministrazione comunale ha promosso in collaborazione con "I pensieri di Bo"' e la Rete archivistica Bibliolandia per la rassegna "Arno d'oro". "Se io fossi acqua" nasce sulle testimonianze e i ricordi che hanno arricchito la crescita dello stesso autore, sandonatese. E una favola nella quale i protagonisti sono le memorie di un fiume amico che all'improvviso tradisce le promesse. Memorie che continuano a tornare nella mente, come una cantilena. Alluvioni in Toscana «Uno spettacolo in cui si gioca molto sul vissuto e sulle emozioni - dice Franco Di Corcia jr - Un ringraziamento va alle strutture che con entusiasmo hanno aderito all'invito di dare il proprio contributo artistico all'evento, come la scuola "Espressioni danza" di Marika Torricelli, la Compagnia teatrale "L'anello" di Cascina e la Compagnia teatrale "Dida' sko" di Castelfranco di Sotto, affiancando gli allievi attori della compagnia "I pensieri di Bo""' . L'ingresso all'appuntamento, per il quale non sono previste repliche, è libero. «L'evento chiude la rassegna di iniziative messe in campo dal nostro Comune per commemorare i tragici momenti del 1966 - dice la sindaca Ilaria Parrella - Un'iniziativa vasta e che finora ha riscosso una buona partecipazione da parte del pubblico». ®RI VRODIJZIONE RISERVATA Pagina 198 D PONTEDERA Una passeggiata per scoprire lo Scolmatore, l'Arno e le opere idrauliche realizzate dopo l'alluvione del 4 novembre 1966. È quella in programma domani alle 9 con ritrovo agli impianti sportivi della Stella Azzurra, ai Villaggi, e che raggiungerà San Giovanni alla vena perla visita alle cateratte Ximeniane. Si tratta di una delle numerose iniziative previste tra novembre e gennaio, tra cui anche la presentazione del libro "«Era» il 4 novembre 1966", edito da Tagete edizioni. L'iniziativa di domani è organizzata dal Club alpino italiano (Cai) e dalla sezione Valdera dei Soci Coop. Un'escursione che prevede il passaggio tra lo Scolmatore e l'Arno per vedere da vicino le cateratte a Pontedera e poi via attraverso il territorio di Calcinata dove, anche in questo caso, sono presenti alcune opere dell'uomo realizzate per contenere il fiume anche alla luce delle drammatiche scene che si verificarono cinquant'anni fa. Un viaggio che raggiungerà il comune di Vicopisano col rientro a Pontedera previsto per le 16 e un buffet per i partecipanti nel bar del campo sportivo della Stella Azzurra. Il calendario delle iniziative è stato presentato ieri nella sala del consiglio comunale di Pontedera dal'assessore alla cultura, Liviana Canovai, e dai responsabili di Tagete, Michele Quirici e Valentina Filidei, che hanno parlato a lungo del volume da 400 pagine, sponsorizzato da Ecofor Service, con 600 foto, ricostruzioni di quella triste giornata, testimonianze e riflessioni sul rischio idrogeologico legato ai fiumi della Valdera. Un libro dedicato al geologo Luigi Bruni che ha studiato a fondo proprio le condizioni dell'Arno e dell'Era. «Una pubblicazione destinata a chi ha vissuto quei giorni - ha spiegato Canovai - ma soprattutto a chi non c'era e che, attraverso queste opere, può mantenere la memoria storica del nostro territorio. Proprio con gli studenti sarà fatto un lavoro specifico attraverso Alluvioni in Toscana 0 p ier s* 1pr:.._ C Tanti eventi ricordano il 4 novembre 1966 Escono un volume con 600 immagini e un vide questo libro e un docu-film, realizzato da Valdera che sarà presentato a gennaio». ne proseguirà poi dal primo al 23 dicembre alla biblioteca comunale. Il volume di Tagete sarà presentato ufficialmente il 26 novembre alla biblioteca comunale Giovarmi tronchi, mentre il 22 sarà inaugurata al Museo Piaggio una mostra fotografica con immagini tratte dal lavoro di ricerca della casa editrice pontederese. L'esposizio- I128 novembre, invece, sarà creato un'area all'interno del palazzo comunale di Pontedera dovei responsabili di Valdera video accoglieranno cittadini che avranno voglia di raccontare i loro ricordi legati all'alluvione del 1966. Traletestirnonianze e le immagini di repertorio girate in formato Super 8 nascerà quindi un docu-film che si preannuncia particolarmente suggestivo. Il 23 dicembre, poi, alla biblioteca comunale pontederese ci sarà l'inaugurazione della mostra fotografica "L'alluvione del 1966 in provincia di Pisa" a cura della Rete archivistica provinciale di Pisa. 'SGRIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 199 II salvataggio di un'anziana Alluvioni in Toscana L'Arno ruppe nella zona delle Colombaie Pagina 200 Una due giormi per ricordare l'alluAone dí 50 anni fa Il paese ricorda l'alluvione del 4 novembre 1966, nel suo 50° anniversario. L'amministrazione comunale e il Consorzio di bonifica del Basso Valdarno hanno organizzato (per ieri e oggi) una due giorni di iniziative alla Dogana del Capannone, porta ovest del Padule di Fucecchio, in località Anchione. «Un disastro ambientale che provocò drammi individuali e collettivi, che mise in ginocchio la città di Firenze e tanti altri territori attraversati dal corso del fiume Arno e aree collegate, fra cui quasi tutto il territorio di Ponte Buggianese», scrive il Comune. Ieri era in programma un incontro educativo dal titolo !Alluvione del 1966: tracce di memoria e rischio idrogeologico", rivolto agli alunni delle scuole del territorio, con la presenza del sindaco di Ponte Pier Luigi Galligani, dell'assessore alla cultura Maria Grazia Baldi e di Lorenzo Galardini del Consorzio di bonifica. Oggi, alle 10, si terrà un convegno sul tema "rischio idrogeologico - problema attuale". Relatori il sindaco e l'assessore alla cultura di Ponte, Marco Monaco, presidente del Consorzio Basso Valdarno, Giorgio Federici del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università di Firenze, e Lorenzo Galardini. Concluderà i lavori Federica Fratoni, assessore all'ambiente della Regione Toscana. In contemporanea verrà inaugurata la mostra fotografica con le immagini di ciò che avvenne nel territorio di Ponte Buggianese il 6 novembre 1966, che fornisce un contributo alla conservazione e trasmissione della memoria storica locale. «Conservare la memoria è importante per trasmettere a chi non l'ha vissuta in prima persona e a chi in quei giorni non era ancora nato, tutta la complessità di eventi e sentimenti - tra dramma, solidarietà e voglia di ricominciare - che emersero in quel frangente», scrive il Comune. Le foto sono state reperite tramite l'Avis e i cittadini: l'esposizione rimarrà aperta fino al 20 novembre tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30, sabato e domenica anche dalle 15 alle 17. Alluvioni in Toscana ,, ,, dh, ,, „ , Pagina 201 Lo c i r, i _, cr--le ce il .- re i riec s f i i re.. e Sarà restaurato il dipinto alluvionato della chiesa di San Jacopo Soprarno Fu danneggiato pesantemente dall'Alluvione e per 50 anni è rimasto nei depositi della chiesa di Santa Felicita . Adesso il dipinto «Il miracolo dell ' indemoniata guarita da Santo Vescovo» che si trovava nella chiesa di San Jacopo Soprarno sarà restaurato Alluvioni in Toscana grazie al 3 ° Premio Friends of Florence Salone dell'Arte e del Restauro assegnato ieri allo Studio Ardiglione di Angela Tascioni che riceverà 20 mila euro . L'opera risale alla metà del '600 e il suo autore dovrebbe essere Mario Balassi. Alla premiazione in Fortezza hanno partecipato, tra gli altri, la presidente di Friends of Florence Simonetta Brandolini D'Adda, Cristina Acidini, presidente del comitato tecnico del Salone, il presidente e direttore del Salone Franco Sottani e Elena Amodei. Pagina 202 TUTTO A POSTO AL MUSEO 0 Ar e e a riaprire i battenti t d i IL NATALE chiama, il Museo di San Giovanni Valdarno apre i battenti. E' tutto pronto per la sesta Biennale d'Arte Presepiale, con un ricordo dei 50 anni dall'alluvione del Valdarno e Firenze. La XIII edizione della grande rassegna mondiale dei Presepi, si terrà dal 3 dicembre all'8 gennaio 2017 nella Basilica di San Giovanni Valdar- S OUT 1 Saranno numerosi quelli presenti Alluvioni in Toscana no, Cappella del Pellegrino. L'organizzazione è curata dai due appassionati di arte presepiale, Giuseppe D'Orsi e Pino Polcaro, che hanno arricchito il Museo Mondiale dei Presepi, di oltre 1.100 pezzi, provenienti da tutti i continenti. Un museo che è una meraviglia fra le meraviglie nel suo genere. Lo dimostra anche il fatto che la XII rassegna dei Presepi, intitolata «Verso Rio 2016», ha fatto registrare quest'anno un notevole successo di pubblico, con ben 15.1423 visitatori, tra cui tanti turisti italiani e stranieri. In relazione al ricordo dei 50 anni dall'alluvione del Valdarno e Firenze, ad ogni opera dei Presepi sarà abbinata una foto che ricorderà quei drammatici giorni. All'inaugurazione di sabato 3 dicembre saranno presenti alcuni «Angeli del fango» e autorità cittadine. Giorgio Grassi Pagina 203 il LA MOSTRA ALA NAZIONE E' GIA' STATA VISITATA DA CIRCA 2500 PERSONE. ANCHE TANTE SCUOLE HANNO CHIAMATO PER PRENOTARE LE VISITE E FAR VIVERE AGLI STUDENTI DI OGGI IL DRAMMA DI QUEI GIORNI y yo, a s ï • , di NICOLA COCCIA ERANO quasi trecento i bambini che la notte fra il 3 il 4 novembre dormivano agli Innocenti. Ben 109 erano i lattanti dei quali solo sei avevano accanto la mamma. Gli altri erano divisi nelle sezioni "Divezzi", "Guidi", "Nido", Alunni" e "Asilo gestanti". In tutto 296. Il più grande aveva otto anni e insieme altri 41 coetanei frequentava già la "Torraccia" a San Domenico, adibita provvisoriamente a scuola elementare. Uno dopo l'altro furono messi in salvo da don Attilio Piccini e da un piccolo nucleo di dipendenti, fra i quali l'autista Giovanni Parigi, ex alpino, che al pari del parroco di Santa Maria degli Innocenti ha tenuto un diario di quelle drammatiche ore. «Verso le 10,30 e mancato improvvisamente tutto: l'acqua potabile, la luce, il telefono, il riscaldamento, le "pezze" per il cambio dei lattanti che hanno cominciato a piangere», racconta Parigi. Il sottosuolo, con i magazzini alimentari e abbigliamento, era già stato invaso dall'acqua, insieme all'archivio moderno dell'eco- //i G gil furia .., , G . . acqua, l bu io, urla nomato. La prima telefonata di allarme era arrivata dal fattore di Figline alle 7 del mattino. Avvertiva don Piccini che l'Arno aveva straripato, inghiottito il pollaio, distrutto il raccolto del vino. curarli. Infermiere, suore, dipendenti rimasti svegli accanto ai bambini si spostavano al buio, tenendosi per mano. A mezzanotte e mezzo l'acqua si era ritirata, sparita. Rimaneva solo il fango. ALLE 9 il fiume aveva invaso Santa Croce e il Ponte Vecchio, ma nessuno credeva che l'acqua arrivasse in piazza Santissima Annunziata dove, come ogni anno, era stato allestito un ospedale da campo della Croce Rossa in attesa della festa». Parigi, fuori a prendere il pane per i bambini, era riuscito a rientrare come Tarzan, aiutandosi con una fune lanciata dall'Istituto. Allora è cominciata l'evacuazione di bambini con l'aiuto di alcune persone e un medico, rimasti intrappolati sotto il loggiato. «Sui materassi, al piano di sopra, erano "ammassati" 150 bambini, lattanti e scolaretti, tutti insieme. Alle 14,30 la furia dell'acqua, che viaggiava a una velocità impressionante, aveva sfondato portoni e cancelli di via della Colonna e scaraventato alcune vetture nel cotile degli Innocenti. Il pasto, con quello che si era riusciti a salvare, era stato assicurato e alle 15,30 c'era stato anche il tè caldo. I clacson impazziti impaurivano i bambini. Col buio si erano distribuiti fiammiferi e candele. E don Piccini passava a benedirli e rassi- AD AIUTARE i bambini degli Innocenti era arrivato anche il Duca D'Aosta che si era messo a disposizione di don Piccini e Giovanni Parigi. La situazione rimase seria fino alla sera del 5 novembre. La mattina del 6 novembre cominciò il trasloco di 111 bambini all'Istituto Santa Marta in via Gabriele D'Annunzio a Settignano e altri 13 alla Principessa di Piemonte al Poggio Imperiale. per Lo Spedate M olti sono stati gli "angeli" che hanno lavorato per riportare alla normalità lo SpedaLe degli Innocenti: sei erano olandesi, uno tedesco , uno del Ruanda, 34 fiorentini e 30 studenti del Fuci di M ilano. «Verso le 10 , 30 è mancato tutto : l'acqua potabile , la luce, il telefono , il riscaldamento, le "pezze " per il cambio dei lattanti che piangevano» Alluvioni in Toscana Pagina 204 ,,, rt E d i Magg i o re tti att'An conetta TRA LE TATE storie tragiche, quella di Carlo Maggiorelli, il guardiano dell'acquedotto, che mori travolto dalla piena all'Anconella anche vittima del proprio senso del dovere . Non volle abbandonare l'impianto in quelle ore drammatiche perchè era lui di guardia. Giovanni Parigi, ex alpino, con don Attilio Piccini e i dipendenti dello Spedale degli Innocenti si prodigò per salvare, uno a uno, tutti i bambini Cotpíta Firenze ma non L : Le vitti furono Ferite terribili atte opere d'arte L'ALLUVIO N E fece danni gravissimi a Firenze ma non solo. Colpì tutta la regione. Si contarono 47 vittime. L'acqua e il fango provocarono ferite tragiche anche al patrimonio artistico della città, con il Cristo di Cimabue opera simbolo dei danni dell'alluvione spo ta con Bo t ogna Cosà Nazione » andò in edicoLa Poligrafici e giornalisti «I POLI FIGI fiorentini andarono a Bologna alla sede del Resto del Carlino (giornale dello stesso gruppo) poche ore dopo l'alluvione». «La Nazione ha raccontato Fabio Bianchi, che lavorava in tipografia doveva uscire a ogni costo». La spola con Bologna consenti di uscire in edicola anche in quei giorni Alluvioni in Toscana Pagina 205 ALLA MOSTRA DE LA NAZIONE E' POSSIBILE VEDERE IL FILM CAPOLAVORO REALIZZATO DA FRANCO ZEFFIRELLI E IL FILMATO DE «LA NAZIONE » IL LIBRO ALL' INGRESSO DELLA MOSTRA RACCOGLIE I MESSAGGI LASCIATI DAI FIORENTINI CHE LA VISITANO, CARICHI DI EMOZIONI NELLE VARIE AREE DELLA MOSTRA SI TROVANO I RACCONTI DI QUEI GIORNI E LA REAZIONE DELLA CITTA' ATTRAVERSO LE NOSTRE . AGINE VIDEO, FOTO, PAGINE DEL'66.OGGI E DOMANI APERTURA STRAORDINARIA e -11 "W Y IL Ir i r a quota 2500 UNA visita graditissima. Ieri Ferruccio Ferragamo, presidente di Salvatore Ferragamo spa, è venuto con il figlio Francesco a trovarci nella sede di via Paolieri per visitare la mostra "L'Arno straripa a Firenze", dedicata all'Alluvione dei 1966. Accompagnato dal nostro direttore Pierfrancesco De Robertis, e dal vice direttore Laura Pacciani, Ferragamo ha visto le pagine storiche dei giornale contenute nell'esposizione e si è soffermato sulle foto inedite tratte dai nostri archivi e inviateci dai nostri lettori. «E una mostra davvero interessante che racconta di una vicenda ancora nella memoria di ogni fiorentino», il suo saluto. Intanto, visto il grande successo di pubblico (sono già stati 2500 i visitatori), per facilitare chi ancora la volesse visitare, la mostra resterà aperta in via straordinaria anche oggi e domani (orario continuato dalle 9,30 alle 18. Si entra da via Paolieri e l'ingresso è libero. I 49 ricordo t ragico d ì que ì gi om ì Le storie di chi visse quei tragici giorni, di chi perse tutto, di chi non esitò un attimo, passato il peggio, a rimboccarsi le maniche per aiutare Firenze a rialzarsi. La mostra, con i suoi ricordi, riscuote un grande successo le ffi 'A/, a N 11 libro con le firme inaugurato dal Presidente Mattarella Ferruccio Ferragamo con il figlio e il direttore de La Nazione De Robertis Alluvioni in Toscana Pagina 206 Mostra fotografica l gruppo U. Grillo' li aLL'Ex Oggi 16,30 in piazza Tasso 7/8 MOSTRA fotografica collettiva "L'Arno oggi, per i fiorentini e la citta 50° Anniversario dell'alluvione di Firenze 1966 - 2016". Esposizione nelle Ex Leopoldine, piazza T. Tasso 7/8 a Firenze; inaugurazione oggi alle 16,30. La Mostra è organizzata dal Gruppo Fotografico 'Il Grillo' con il patrocinio del Comune di Firenze, del Quartiere 1 e della Commissione Cultura. Durata mostra fino al 20 novembre, con apertura anche la domenica. Alluvioni in Toscana Pagina 207 Memoria e creatività contro le ferite dell 'Alluvione Artigianato è Arte nella Basilica di San Lorenzo Pittura e scultura protagoniste delle celebrazioni di Cna Firenze a 50 anni dal disastro SI INTITOLA "Artigianato è Arte" la mostra che vede protagonista l'artigianato artistico, la pittura e la scultura e che verra ospitata alla Basilica di San Lorenzo a Firenze oggi alle 10,30 e sarà visitabile fino al 27 novembre. L' esposizione è stata organizzata da Cna Pensionati Firenze e curata da Renzo Del Lungo. L'iniziativa rientra tra gli eventi che si inseriscono nelle celebrazioni di Cna Firenze in occasione dei 50 anni dall'Alluvione. Gli espositori saranno sessantatré e ognuno di loro metterà "in vetrina" non meno di due creazioni artistiche. «Le opere esposte sono una variegata espressione di stile e genere, nelle quali domina la passione per il paesaggio, soprattutto quello intorno a Firenze, con qualche spaccato urbano, con nature morte di grande eleganza - commenta il curatore della mostra Renzo Del Lungo -. Nella rappresentazione delle figure si aprono richiami classici, accanto alla vivacità di stile moderno. Alcune opere fanno diretto riferimento all'Alluvione, con interpretazioni originali di tecniche che vanno dall'informale al figurativo più estremo. Nella nostra esposizione ospitiamo anche opere fatte interamente con materiale di riciclo». «Con l'Alluvione non scomparvero solo singole botteghe, ma andò persa quella trama che le teneva unite in un sistema di relazioni continue, sociali e culturali - spiega il presidente di Cna Firenze ; '. ////T/ ! //G :',/.4 % í ï < < : ; Massimiliano Luschi, Ponte Vecchio (dopo il ritiro delle acque), olio su tela, 50x70 Augusto Ranfagni, Eva, Scultura in legno Andrea Calistri -. L'anniversario dell'Alluvione è l'occasione per far riemergere uno straordinario insieme di ricordi, emozioni , dolori e speranze , una cultura profonda che c'era, che divenne consapevole e che si sedimentò di nuovo come risorsa orgogliosa di fiducia. Anche Cna Firenze torna al '66 con i piedi nella contemporaneità e con gli occhi rivolti al futuro, sulla base delle esperienze del passato. memoria Recuperare la oggi significa per la nostra associazione ricostituire quel tessuto disperso, tanto prezioso per la nostra città, con progetti come per esempio "Oltrarno 2.0", ma anche non sprecare occasioni per comunicare l'artigianato , come fa questa mostra» . Faranno parte della esposizione anche alcuni documenti Veronica Balzani, miniatura, omaggio al Villani alluvione ore 6.50 Alluvioni in Toscana unici, inerenti l'Alluvione, come per esempio foto e reperti di botteghe storiche; e poi, ancora, si potranno ammirare sculture marmoree, opere in bronzo e ottone, ceramiche e terracotta, intagli e intarsi in legno di noce e cirmolo. Fra i manufatti ci saranno anche i ricami e gli abiti da bambini, i costumi storici rinascimentali fiorentini, i cuscini artistici e le lavorazioni orafe, insieme alla manifattura di altissimo livello della pelletteria. L'esposizione è patrocinata dal Comune di Firenze, Artigiancassa, Opera Medicea Laurenziana e dal Centro Guide Turismo. L'orario delle visite ad "Artigianato è Arte" è 10-12.30 e 15- 17. Info: www.firenze.cna.it Pagina 208 [, se a: J .Y - î, _vi -7vise t c:. . _ .. ._ _ dei o ' ,, ,./ most ra i ricordi dei 4 novembre Imugurata epos ' SARA visitabile anche oggi, dalle 9 alle 12, alla questura di Grosseto, in piazza Giovanni Palatucci, una mostra in cui sono esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile appartenenti alla Polizia di Stato, al Corpo Forestale dello Stato ed alla Croce rossa italiana con particolare riguardo a quelli impiegati nell'alluvione del 1966. La mostra è stata inugurata ieri dal prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco, e dal questore della città, Massimo Zanni, alla presenza di tutte le altre autorità cittadine. Comune di Grosseto rappresentato dall'assessore alla sicurezza urbana Fausto Turbanti. Ospiti speciali come primi visitatori alcuni alunni delle scuole elementari, rimasti letteralmente affascinati dai ricordi dei poliziotti e dei vigli del fuoco, ma anche delle crocerossine che vissero quel tragico 4 novembre 1966 quando l'Ombrone ruppe gli argini Alluvioni in Toscana iJ l, l he n corda l mpegno s t c ' 'i i onale fi uzi Jeep ealcune moto dell'epoca. All'interno le divise degli agenti. Guardarle e ascoltare i ricordi di chi ha vissuto quei momenti, come Nicola Tirabassi è emozionante. «La gente era preoccupata - ricorda Tirabassi venivano sotto il distaccamento di Arcidosso a chiedere noti- GTTùii ifs LLESThV a , 'ff' ; Due agenti di Polizia accanto a un mezzo che fu usato per i soccorsi durante l 'alluvione del 1966 travolgendo tutto cò che lo separava dalla città e anche oltre. «QUANDO avvenne l'alluvione più o meno ero piccino come voi - ha detto il questore Zanni rivolgendosi agli alunni ospiti - Allora si parlava soprattutto di ciò che accadde a Firenze con l'Arno, solo un po' più tardi ho scoperto quanto tragico fosse stato quel giorno anche per la comunità di Grosseto. Il senso dell'inaugurazione di questa mostra risiede proprio nel ricordare i gesti eroici degli uomini e delle donne protagonisti dei soccorsi di quei giorni». Sul piazzale della questura sono in esposzione due li alunni delle scuole elementari ospiti di riguardo zie dei parenti a Grosseto. Allora ci attivammo; accesi la moto con l'altoparlante, chiedevamo informazioni a Grosseto e poi li riferivamo ai cittadini preoccupati». Analoga mostra è stata inaugurata al comando provinciale dei vigili del fuoco con la collaborazione dei carabinieri e della Guardia di Finanza. Pagina 209 M E MO RIA Un ' Immagine dell'alluvione che nel ' 66 colpi Grosseto r_ . MARTEDÌ in edicola, gratis con il nostro giornale, sarà disponibile la quinta foto d'epoca che immortala una delle tante scene ancora impresse nella memoria relative all'esondazione del fiume Ombrone del 4 novembre 1966. Un immagine che fa parte della raccolta che il nostro giornale mette a disposizione dei lettori, in abbinamento con il quotidiano, ogni martedì e giovedì fino al prossimo 8 dicembre. Nelle foto viene fissata la città invasa da acqua e fango; ma viene anche raccontato il lento ritorno alla normalità. Immagini e memorie di un passato che ha segnato una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo. Che sono un pezzo di storia della Maremma. Sono tratte da due archivi importanti: l'Archivio Fratelli Gori e l'Archivio Giacomo Aprili. A Firenze, invece, nella sede de La Nazione prosegue la mostra fotografica grazie alla quale è possibile rivivere ogni momento di quei drammatici giorni. Alluvioni in Toscana Pagina 210 RESTAURO CU RATO DAL CONSORZIO DI BONIFICA 6 TOSCANA SUD -1 1 La Piramide torna a1 suo splendore: lunedì l'inaugurazione LUNEDÌ mattina alle 11 alla Steccaia sarà inaugurato il recupero della Piramide. Inaugurazione inserita nel programma generale delle iniziative in ricordo della grande alluvione del 1966. Al taglio del nastro della ritrovata Piramide parteciperà il presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud al quale si deve il recupero, Fabio Bellacchi. Insieme a lui ci saranno ovviamente le massime autorità cittadine. Gros- Alluvioni in Toscana seto si riappropria così di una parte della sua identità. Eretta da Leopoldo II di Lorena, la Piramide si trova alle spalle di Ponte Tura, sulla diga della Steccaia, in fondo a un viale alberato, ove si trova anche una terrazza che si affaccia sull'ansa del fiume Ombrone. Grazie al Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud che l'ha restaurata con grande impegno e determinazione, torna finalmente nel patrimonio storico e culturale della città. In particolare, sono state recuperate le targhe, datate rispettivamente, 1830 e 1842, volute allora proprio dal Granduca di Toscana, per celebrare la nascita di quello che in origine era un parco monumentale. E' il ventre da cui è nata la Maremma, l'origine della nostra pianura. Ponte Tura, rimane ancora oggi un gioiello di archeologia industriale della bonifica. Una delle opere idrauliche più significative d'Europa. Pagina 211 BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA anc no enonrie che non b asta d il i a r e ., ® , la díga pu ò ali, dall'inviato STEFANO CECCHI LAGO DI BILANCINO (Firenze) LA' DOVE c'era l'erba ora c'è una città d'acqua. Un enorme lago artificiale di quasi 70 milioni di metri cubi di acqua, che ha cambiato per sempre quest'angolo di Mugello, risolvendo il problema secolare della sete della piana fiorentina. «E anche a salvare Firenze dalle alluvioni?», chiedo. «Beh, essere visti come potenziali salvatori di Firenze mi pare troppo. Diciamo che potremmo contribuire ad attenuare una piena, ma se non vengono fatte le altre opere previste dopo il diluvio del '66, noi potremmo ben poco per salvare Firenze». Uianluigi Pompei è il responsabile della diga di Bilancino, ovvero di quest'enorme invaso realizzato alle porte di Barberino che regima la L'invaso rei a la Sieve e altri sette torrenti. Può arrivare a 84 milioni di mc Sieve e altri sette torrenti che vi confluiscono. UN GIGANTE di terra, pietre e acqua con una storia secolare alle spalle. Risalgono infatti all'800 i primi documenti che testimoniano della volontà di realizzare un invaso per trattenere le acque della Sieve e farle diventare una riserva idrica per l'area fiorentina. Solo che, con l'alluvione del 1966 Firenze, mise a nudo la pericolosità del suo sistema fluviale, e il progetto venne modificato: non più solo una riserva idrica ma un bacino più grande che potesse contenere fino a 84 milioni di metri cubi di acqua, per poter laminare le piene, come dicono i tecnici. Ovvero poter trattenere in caso di maltempo una massa consistente di acqua per ridurre i rischi di alluvione. Bene. Alluvioni in Toscana l ' no Ar ssirno ridurre (di poco) le piene LAVORI iniziarono nel 1984 e terminarono nel 1995. Quindici anni per realizzare una diga-colosso di terra, pietre e sassi lunga 710 metri, alta 42 e con un basamento largo 250 metri che ha imprigionato la Sieve dopo 10 km del suo corso. Un gigante indistruttibile: «Per buttarlo giù - scherza Pompei - ci vorrebbe una scossa del 10° grado della scala Riechter, ma in quel caso sarebbe l'unica costruzione a restare in piedi nella zona». Oggi la diga di Bilancino, gestita da Publiacqua, ha risolto dunque il problema della sete della piana che va da Pistoia a Firenze (se smettesse di piovere l'acqua contenuta ne soddisferebbe il fabbisogno per due anni), ma non quello delle alluvioni. Lo spiegano bene le cifre. IL LAGO normalmente contiene 69 milioni di metri cubi di acqua. In emergenza si può arrivare a un limite di 84. La differenza, ovvero 15 milioni di metri cubi, è la cosiddetta laminazione, ovvero l'acqua trattenuta per limitare la piena della Sieve e, di conseguenza, dell'Arno. Se uno considera che nel 1966 la massa d'acqua che si rovesciò su Firenze fu di 150 milioni di metri cubi, si capisce come l'impatto di Bilancino su una potenziale nuova alluvione sia pari al 10% di ciò che servirebbe per evitarla. Per capirci: se la diga ci fosse stata già nel 1966, l'acqua in piazza Santa Croce invece di arrivare a 3 metri si sarebbe fermata a 2 metri e 70. Sai la consolazione. Per trattenere più acqua sarebbe stato necessario costruire la diga più a valle, verso Pontassieve. Ma le condizione geografiche non avrebbero mai reso possibile la cosa. Così, per salvare Firenze in caso di piogge clamorose ci vorrebbero altre opere: casse di espansione, sbarramenti. Ma molto di ciò oggi è ancora in fase di progetto. Il che spiega perché ogni volta che il maltempo fa la faccia feroce, ai fiorentini non resti che rivolgersi al cielo e fare voti perché smetta di piovere. 50 anni dopo l'alluvione non è granché come stato delle cose. Pagina 212 Vi confluiscono la Sieve +7affLuerati Mffioni Mc IL PE RCORSO Nel grafico a sinistra è indicatala Sieve, il principale degli 8 affluenti che si riversano nel lago di Bilancino, per poi proseguire, attraverso l'opera di scarico, un tubo sotterraneo, verso l'Arno Mauro Grassi (a capo di Italia Sicura, l'unità di missione del governo) intervistato sul tema del rischio idraulico del bacino dell'Arno ha risposto che il 70 % delle opere per la sicurezza è ancora da fare. Servono molti soldi e almeno 5 anni di tempo L'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni ha dichiarato che serve subito un anticipo dal governo (almeno 5 milioni di giuro) sui 55 stanziati nel 2015 per avviare le 4 necessarie casse d'espansione. Livelli di 'L.óAi"E UN PGE guardia domenica scorsa in città Alluvioni in Toscana Pagina 213 FON DAZIONE FRIENDS OF FLORENCE `L'indemoniata' da salvare UN PREMIO in denaro per restaurare un'opera d'arte fiorentina, danneggiata dall'alluvione. Angela Tascioni si aggiudica il III `Premio Friends of Florence', assegnato dall'omonima Fondazione, per finanziare un intervento di restauro su un bene culturale presente in città. Il riconoscimento, dell'importo di 20mila euro, è stato assegnato ieri, in occasione della giornata conclusiva della V edizione del Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze. Il progetto vincitore prevede il restauro e la diagnostica non invasiva del dipinto `Il miracolo dell'indemoniata guarita da Santo Vescovo', proveniente dalla chiesa di San Jacopo Soprano di Firenze e attualmente sistemato nei depositi della chiesa di Santa Felicita. Alluvioni in Toscana Pagina 214 m -2 -2 A grande richiesta la mostra raddoppia APERTURA OGGI E DOMANI CON ORIO CONTI N UATO ESTE ' aperta eccezionalmente con orario continuato oggi e domani dalle 9.30 alle 18 la mostra sull'alluvione organizzata da La Nazione. «L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca del quotidiano dell'epoca, ma anche con filmati inediti e nostre interviste ai protagonisti di quei giorni. In quel terribile del 4 novembre 1966 e in quelli successivi «La Nazione» compì infatti un piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare lo stesso sempre il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse coperta di acqua e fango e quindi inutilizzabile. Il giornale fu stampato nella sede del «Resto del Carlino», con i poligrafici fiorentini che andarono a Bologna poche ore dopo l'alluvione. La mostra ha riscosso un grande interesse nei fiorentini che hanno affollato in questa settimana l'auditorium Attilio Monti dove è allestita l'esposizione. Dal mattino al tardo pomeriggio con la presenza massiccia delle scuole che possono approfittare ancora per prenotarsi e venire a visitare la mostra, chiamando alla segreteria di redazione (tel. 055.2495870). Anche nella giornata di ieri, tantissime le presenze. Ospite d'eccezione Ferruccio Ferragamo, accompagnato dal figlio. giunto nella sede de «La Nazione» nel pomeriggio. Poi, hanno avuto modo di salutare il direttore Pier Francesco De Robertis, anche i vertici regionali e fiorentini di Confesercenti e gli associati del Gruppo Fotografico Quintozoom. Tantissimi visitatori anche ieri Alluvioni in Toscana Pagina 215 Dagli Uffizí alla Biblioteca nazionale . . . L anuv- . o/n I la ]/, e: i az one i `; • %. . i' i co rivisitando II disastro anni dopo negli scatti di Lorenzo Concas il dramma i ponti che resistettero alla piena e i luoghi della rinascita in chiave si m lica Lorenzo Concas che questa settimana ha guidato la nuova versione di#BeTuscan realizzato in collaborazione con la communitydi instagramers Toscana instagram.com ligerstoscana di Paola Taddeucci I lungarni di Firenze distrutti e i ponti rimasti in piedi. Le hotteghe orafe spazzate via dalla furia del fiume. La biblioteca seppellita dal fango. E gli Uffizi, devastati da acqua e melma. A pochi giorni dal cinquantesimo anniversario dell' alluvione di Firenze, l'emozione del ricordo continua grazie a Instagrain ed a #BeTuscan, l'iniziativa de Il Tirreno che da questa settimana inaugura una nuova veste. Protagoniste sono ancora le comunità degli instagramer, non più soltanto come fotografi di bei luoghi toscani, ma narratori di fatti, storie, leggende, personaggi, iniziative e curiosità che riguardano la regione. Come sempre gli igers si avvicenderanno di settimana in settimana a gestire il profilo Instagram de Il Tirreno, dove posteranno il loro racconto fotografico, con testi e immagini. Ad esordire in questa nuova veste è Lorenzo Concas, di @igers±irenze, architetto di professione, che dal4 al 10 novembre ha ricordato il disastro di cinquant'anni fa con alcune immagini-simbolo. La prima non poteva essere che la Biblioteca nazionale. «Simbolo dell'alluvione - sottolinea Concas - ma anche della rinascita di Firenze». Della quale lui, come la sua famiglia originaria della Sardegna, ha ascoltato e visto racconti, testimonianze e filmati con l'attenzione di chi, arrivando da fuori, vuole sapere tutto della sua nuovapatria. E la rinascita, per Concas, ha anche le fattezze delle botteghe orafe di Ponte Vecchio, risistemate dopo la distruzione, e del Lungarno Acciaiuoli, di cui è ben visibile la parte ricostruita. Ci sono, poi, i ponti che si sono salvati. Quello di SantaTrinita per Concas è tra i più belli di Firenze. «Distrutto più volte dalla furia dell'Arno e dai tedeschi nel 1944 - spiega - Alluvioni in Toscana fu ricostruito nel 1958 secondo i disegni originari di Michelangelo e ha resistito alla piena del 1966». Ancora più possente il Ponte alle Grazie: indenne a tutte le grandi alluvioni, compresa quella di cinquant'anni fa, non ce la fece, però, contro la furia della guerra; venne rifatto nel 1957. Infine gli Uffizi, altro luogo simbolico del disastro e del ritorno alla vita. Il ricordo continua sabato 12 novembre con l'instameet organizzato dagli igers fiorentini e dall'Ordine degli architetti: a partire dalle 10 (partenza da piazza Strozzi) una passeggiata lungo il fiume tra i luoghi dell'alluvione. Il Palazzo degli EiU l w R acciaio sa i'Arno a Firenze Pagina 216 II Ponte Santa Trinita e il Ponte alle Grazie che resistettero alla piena dell'Arno che provocò l'alluvione di Firenze del 1966 e al centro la Biblioteca nazionale che fu invasa da acqua e fango Alluvioni in Toscana Pagina 217 In salvo per una scala a pioli marcia Enzo Bernabíni racconta l'alluvione: «Mi rifugiai dai Barbetti e rimanemmo stipati per ore in soffitta» di GIOVANNA MEZZANA scoltando il suo racconto sembra che quanto di spaventosamente straordinario gli successe quel 4 novembre del '66 abbia influenzato tutta la sua vita successiva: quella professionale, soprattutto. Enzo Bemabini ha trascorso 40 anni nel corpo dei vigili del fuoco e, pur in pensione, continua a prestare servizio come volontario nel nucleo sommozzatori. Scopriamo la sua storia grazie a sua nipote: Arianna Bemabini, che ha esposto nella vetrina dell'agenzia di viaggi labalì di via Vinzaglio - di cui è una dei titolari-foto che l'Agenzia Rf scattò in quei giorni consegnando alla storia e alla memoria un archivio preziosissimo. Le chiediamo il perché: «Perché nella mia famiglia - risponde Arianna - ha sempre circolato la storia di zio Enzo, fratello di mio padre, rimasto disperso per quattro giorni. Tutti lo credevano morto. E invece no, zio Enzo si era salvato». Enzo Bemabini oggi ha settant'anni (e ne dimostra assai mena, nel fisico e nello spirito): nel '66 ne aveva venti. «Ero militare - inizia il racconto - e quel giorno ero in licenza. Presi la macchina per andare a trovare la mia fidanzata». Cioè Roberta, che poi diventerà sua moglie e che allora abitava a Marina di Grosseto. «Guidavo verso il podere Querciolo - riprende - e pioveva, pioveva.... Al Pianetto mi si ferma la macchina». Pareva che avessero aperto le cateratte: «Montai sul cofano dice - Poi cercai di asciugare lo spinterogeno, ma l'auto non ripartiva. Ad un certo punto vedo un uomo che gesticola dalla fine- Alluvioni in Toscana stra di un casale. Urlava: "Ma sei pazzo? Cosa fai? Vieni qui". A quel punto mi decisi e andai verso dilui». Cominciala tregenda. «Per arrivare alla soglia del casale - descrive - c'era in mezzo un ponticello, ma pioveva talmente forte che non si vedeva niente. E così dalle finestre urlavano: "Un po' più a destra, no, un po' più a sinistra.Va di qua, vai di 1à"». Alla fine Enzo riesce a guadagnare l'uscio. E salvo. Per il momento. E ospite della famiglia Barbetti. Ad un certo punto però la paura comincia a salire, così come il livello dell'acqua lungo le pareti della casa di campagna. «Non avevamo scampo - dice Enzo - L'unica via di salvezza era quella di riuscire ad acchiappare la scaletta a pioli, mezza marcia, e di salire in soffitta». Ce la faranno: Enzo e tutta la famiglia Barbetti, che per altro aveva una figlia di pochi mesi. «Salimmo in soffitta alle 11 della mattina e si stette lì ore e ore». Quando l'emergenza finisce, Enzo scende giù e cerca la via di casa: «Passai da dietro Villa Pizzetti, dal sanatorio, e sbucai in Campo della Fiera. Arrivai a casa e non trovai nessuno». Tutta la famiglia era fuori a cercarlo: anche suo fratello, il babbo di Arianna, che aveva 14 anni. Si erano fatti zattere di fortuna e scivolavano sull'acqua cercando notizie di Enzo. Ormai disperati - erano passati quattro giorni- tornarono a casa: «E quando mio padre spalancò la porta di casa - ride Enzo - Io ero in bagno: davanti allo specchio, a farmi la barba. E poi, forse non mi bastava, entrai nei somnmozzatori». E lì, Enzo, è ancora adesso: i destini della vita. Pagina 218 L'INIZIATIVA IL 500 ANN IVERSAR IO In mostra i* mezzi cii soccorso L'esposizione è aperta fino alle 12 nella sede della Questura er il 50° anniversario dell'alluvione che il 4 novembre 1966 colpii Gros- seto con l'esondazione del fiume Ombrone, la prefettura di Grosseto, con altri partner pubblici e privati, ha promosso un cartellone di iniziative, in ricordo di quel drammatico giorno, fra le quali ci sono numerosi appuntamenti in città e in Maremma. La Questura, il Corpo forestale dello Stato e la Croce rossa hanno aderito alla commemorazione organizzando per oggi - dalle 9 alle 12, negli spazi della Questura di Grosseto, in piazza Giovanni Palatucci 1- una mostra in cui saranno esposti i mezzi in uso durante le emer- luvione (che è anche sul sito del Tirreno). Una foto dell'epoca genze di protezione civile appartenenti alla polizia di Stato, al corpo forestale dello Stato e alla Croce rossa. La polizia di Stato ha realizzato un video con le immagini dell'apocalittico giorno dell'al- Contemporaneamente anche il comando provinciale dei vigili del fuoco, l'arma dei carabinieri e la guardia di finanza allestiranno una mostra alla caserma del comando dei vigili del fuoco in cui verranno esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile. All'interno della questura, invece, verranno allestiti spazi espositivi con raccolte fotografiche, divise storiche ed altri reperti. Ieri l'apertura di entrambe le mostre è stata dedicata alle scolaresche, mentre oggi sarà aperta ai cittadini ed a tutti coloro che saranno interessati. via dei Lavatai e il racconto : «Quellu saio %st via dei Lavatoi (nella foto sopra): il viaggio nella grande alluvione, promosso dal Tirreno , oggi fa tappa qui ; in edicola, in regalo con la copia dei quotidiano , c'è la foto che l'Agenzia Bf scattò alla strada dove un tempo c'erano vasche e cannelle pubbliche per le donne al bucato . E con la foto c'è anche un racconto di Franco De Angelis, Alluvioni in Toscana uno degli occupanti dei gommone che vedete nella foto sopra: «Allora: io sono quello in mutande che rema» comincia il racconto di questo cittadino, da cui traspare tutta la drammaticità di quei giorni. Con oggi siamo alla sedicesima tappa di questo lungo viaggio, che riprenderà da lunedì. Pagina 219 immagini della Cittadella, arroccata nord dell'Arno i' i r ió i i pìsane venívano varate isa" "miracolata" Tanti erano convinti che avrebbe finito rs er erla di ANDREA LANIN I ra Pisa e l'Amo è l'inizio di una nuova pace. Dopo aver fissato sulla pellicola, nelle giornate nere del 4 e 5 novembre 1966, le agghiaccianti fasi della piena, dell'esondazione, della deturpazione del centro storico, le cui vie, piazze e borghi sono tuttora sotto il fango, la macchina fotografica di Luciano Frassi immortala il lento ritorno alla normalità. Appassionato vespista (è con lo scooter della Piaggio che, di preferenza, il fotoreporter si sposta da una parte all'altra della città peri suoi servizi), può finalmente salire di nuovo in sella, ora che le strade sono di nuovo libere - o quasi - dall'acqua. L'attrezzatura sul portapacchi, i "ferri del mestiere" appesi al collo, il ronzio di un piccolo motore scoppiettante: è in questi pruni giorni di quiete che il suo obiettivo cattura l'immagine che vi proponiamo oggi. Siamo nella zona della Cittadella. Sullo sfondo, svetta la sommità della Torre Guelfa, testimone fiera di antichi splendori, simbolo caro ai pisani, in gran parte ricostruito Alluvioni in Toscana nel '56 dopo i pesanti danni provocati dalle bombe del '44. Il manto stradale è ancora allagato, mala grande paura è passata: lo dimostra, a modo suo, la gaia baldanza con cui questo signore già avanti con gli anni sfida, assieme alla sua Vespa, lo specchio di fiume che, tenacemente, ancora assedia l'asfalto. L'occhio del fotografo deve aver guardato con simpatia, con allegra solidarietà, quest'ignoto centauro i cui piedi, grazie alla carenatura del velocipede, sembrano solcare la pozza lirnacciosa della Cittadella con la grazia con cui gli appassionati di sci nautico sfidano la resistenza dei flutti. Magari riconoscendo, nell'involontario protagonista dello scatto, qualcosa di se stesso. Questo signore in Vespa, ad esempio. Le due piccole ruote dello scooter sono quasi cornpletamente coperte dalla poltiglia fangosa lasciata dal fiume, mailmotore tiene, e lui, saldo in sella, tira dritto, nonostante la strada sia in discesa e la situazione rischi di peggiorare di lì a pochi metri. Una tenacia che, forse, servi anche ad esorcizzare la paura, a salutare la salvezza della città col brivido di un tragitto ardito. Pisa fu "miracolata", raccontano le cronache di quei giorni del novembre 1966. In tanti erano convinti che l'ondata di piena che nel pomeriggio del 4 novembre inghiottì Pontedera avrebbe finito per sommergere anche Pisa. Le cose, per fortuna, andarono diversamente. Orgogliosamente arroccata a nord dell'Arno, nella parte di tramontana, la Cittadella, le cui origini risalgono al Duecento, ospitò gli arsenali repubblicani e medicei. Era da qui che le navi pisane venivano varate. Pesantemente bombardata nel 1944, la Cittadella uscì con le ossa rotte dalla guerra. Ma, anche quella volta, seppe rimettersi in piedi ben presto. D'altra parte la storia l'ha ben temprata, abituandola ai fasti come alle sventure. Una delle peggiori fu la scorribanda saracena del 1004 (altre fonti parlano del 1005, come anche del 1015 o addirittura del 1024), quando schiere di sgherri, arrivati a bordo dei navigli del tremendissimo re Museiio, assaltarono le sponde delfiume per poi riversarsi in città, saccheggiando, incendiando, appestando Pisa con esecrabili gesta. Nacque in questo periodo la leggenda della coraggiosa Cinzica (o Kinzica) de' Sismondi, leggiadra pulzella destinata a diventare, grazie alla propria romanzesca biografia, una sorta di Giovanna d'Arco benedetta dalle spume dell'Arno. L'epica giovinetta avrebbe, nei primi attimi in cui si spandeva in Pisa la devastazione saracina, attraversato l'unico ponte romano allo- ra esistente a cavallo del fiume per correre al palazzo del Parlascio e avvertire i consoli del pericolo incombente; e questi, facendo suonare le campane a stormo, avrebbero radunato i pochi armati rimasti in città - il grosso dell'esercito impegnato in lontane prodezze - per scacciare vittoriosamente l'invasore. E così andò, secondo alcune fonti. Secondo altre, l'assalto fu un completo successo per i pirati: vecchi e bambini trucidati, le donne vendute come schiave. Nel dubbio, piace pensare siano vere le prime. Pagina 220 La zona della Cittadella immortalata da Luciano Frassi qualche giorno dopo gli allagamenti della città per l'alluvione del 4 novembre 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 221 li libro di Meticci raccontato domani alla "Spina" A cinquant'anni dal crollo dei Ponte SoIferino. Si chiama così l'evento che domani, nella chiesa della Spina, servirà per presentare il libro "il giorno dell'alluvione", di Giuseppe Meticci, giornalista pisano, edito dalla Ets. All'incontro oltre all'autore del libro, alla sua terza edizione, saranno presenti anche Paolo Ghezzi, vicesindaco dei Comune di Pisa e Isabella Bonamini, autorità di Bacino dell'Arno. il volume, presentato giovedì al Lions Club Pisa Host , racconta dei 4 novembre dei 1966, giorno dell'alluvione anche a Pisa e in Provincia. «un libro dice Meticci - che vuole Alluvioni in Toscana ricordare a chi c'era l'evento più drammatico subito da Pisa dopo la fine della guerra. E anche per far sapere ai giovani che cosa è davvero successo il 4 novembre 1966 e nei giorni successivi. Dal mancato allarme, alle opere di difesa lasciate colpevolmente incompiute . Dalla difficile ripresa dell'economia nella zona della provincia più danneggiara (Pontedera, Santa Croce e Castelfranco) fino alla cicatrice, mai rimarginata, dei lungarni pisani privati del ponte Solferino, il più bello della città». il libro è arricchito da una documentazione fotografica in gran parte inedita e, nella terza edizione, ampliata anche con la documentazione fotografica delle piene che si sono verificate nel Pisano nel 2014. In appendice il libro ospita un intervento dell'ingegner Isabella Bonamini , dirigente tecnico dell'Autorità dei Bacino dell'Arno, sulle opere che fino a oggi sono state compiute e su quelle che rimangono da realizzare. A completare il volume scritto dal giornalista c'è anche un testo del vicesindaco di Pisa, Paolo Ghezzi che si occupa grazie alla delega che gli è stata affidata - delle questioni della Protezione civile. Pagina 222 Lido M atteoni, ex vigile urbano ricorda l 'alluvione AllaDogana mostra di foto e convegno NEL cinquantenario dell'alluvione di Firenze del '66, che colpì anche Ponte Buggianese, l'amministrazione comunale in collaborazione con il Consorzio 4 Basso Valdarno, ieri ha organizzato alla Dogana del Capannone di Anchione, un incontro educativo dal titolo «Alluvione del 1966 - Tracce di memoria e rischio idrogeologico», rivolto agli alunni delle scuole del territorio ed alla popolazione . All'incontro hanno partecipato il sindaco Pier Luigi Galligani, l'assessore alla Cultura Maria Grazia Baldi e l'ingegner Lorenzo Galardini del Consorzio 4 Basso Valdarno. Hanno inoltre reso testimonianza di quei giorni agli alunni : Giuseppe Cortesi, Mazzei Remo, Lido Matteoni e Nannini Antonio, quest'ultimo autore di un filmato dell'epoca. Inoltre la pubblica assistenza Croce oro in qualità di protezione civile ha esposto strumenti per fronteggiare casi di alluvione. Oggi, calle 10, sempre alla Dogana, è in programma l'apertura di una mostra fotografica, con le immagini di ciò che avvenne 50 anni fa e un convegno sul rischio idrogeologico con l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni. Alluvioni in Toscana Pagina 223 Alluvioni, città storiche ancora a rischio 50 anni dopo Firenze Sono passati 50 anni, e certamente molto è stato fatto, ma molto resta da fare. Di certo, a restare è la paura. A mezzo secolo di distanza dalla tragica alluvione dell'Arno che deturpò Firenze, la minaccia di una tragedia non è poi tanto lontana, come dimostrano gli effetti del meteo di questi giorni. Proprio per ricordare l'alluvione di Firenze, e di mezza Toscana, del 1966, l'Ordine dei Geologi della Toscana e il Consiglio Nazionale dei Geologi hanno organizzato il convegno «Città storiche ed alluvioni. La Geologia e la Gestione del rischio». Il convegno si svolge a partire dalle 9,30 di venerdì 11 novembre all'auditorium Cosimo Ridolfi della Banca Cassa di Risparmio a Firenze (via Carlo Magno 7). Come sottolinea la presidente dei Geologi della Toscana, Maria Teresa Fagioli «il convegno vuole ricordare l'evento disastroso del 1966 in modo costruttivo con una giornata che con un'analisi tecnico-politica, sottolinei in una "visione geologica" i differenti risultati che si potrebbero conseguire nella gestione del rischio applicando la pianificazione e la progettazione multidisciplinare/geologica, dinamica ed ad ampio spettro, rispetto a quella invece prevalentemente puntuale, statica e riferita solo alle opere». Il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Francesco Peduto sottolinea che ««e vogliamo finalmente mettere in atto delle azioni serie di contrasto dei georischi, un ruolo centrale, sia dal punto di vista scientifico che da quello professionale, lo gioca il geologo, ma il punto è che siamo ancora lontani da politiche efficaci di salvaguardia del territorio e delle vite umane. Queste sono prevalentemente ancora incentrate sulla riparazione dei danni e sull'erogazione di provvidenze ad evento accaduto, dimostrando la lontananza da una cultura di previsione e prevenzione, basata sull'individuazione delle condizioni di rischio e volta all'adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell'impatto degli eventi, per le quali sarebbe necessaria anche una nuova cornice legislativa: una moderna legge quadro sulla difesa del suolo attraverso il riordino e il rafforzamento della filiera istituzionale e normativa, che dovrebbe puntare a dare concreta effettività agli obblighi di legge vigenti, sostenendo, anche finanziariamente, gli enti territoriali a questo titolo coinvolti ed a mettere a sistema gli interventi di risanamento con le azioni non strutturali». La giornata, sottoliea la presidente Fagioli, sarà anche un modo per confrontarsi anche con altre «realtà europee dove sono presenti città che sono o sono state afflitte da problematiche di rischio alluvionale simili. Un confronto fra differenti approcci e tecniche di intervento e diverse politiche di gestione del rischio». Il convegno vedrà la presenza del dipartimento nazionale della protezione civile, Mauro Grassi responsabile della struttura missione contro il dissesto idrogeologico, Gaia Checcucci Direttore Generale della Direzione «Salvaguardia del Territorio e delle Acque» del Ministero Ambiente e Riccardo Nencini, vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti. Alluvioni in Toscana e, iz ,e o , armentar¡» Pagina 224 Catastrofi senza colpevoli in cui rinasce il meglio di noi DI ANTONIO LovAsclo Sa che Madre Natura non scende a patti con l'uomo. Giovanni Morandi (nella foto) ne ha raccontate e commentate di tragedie in più di 40 anni di professione, prima da cronista, poi da inviato, successivamente da direttore ed ora da editorialista. Ha visto il mondo cambiare, curarsi le ferite; popoli lottare per la libertà, regimi politici mutare pelle. Ora vorrebbe veder salvato il cuore dell'Italia, lacerata dalle scosse sismiche che dal 24 agosto si sono abbattute con drammatica intensità e violenza sulla dorsale appenninica, cancellando interi borghi con chiese di alto valore artistico, devastando il patrimonio e attività produttive. Quindi ci sono case (più di 40 mila sfollati!), servizi ed identità da ricreare. Ne parliamo con Morandi mentre da Bompiani è da poco uscito il suo libro sull'Alluvione toscana di 50 anni fa: senza indulgere nei dettagli tragici, offre una cronaca accurata di quei momenti, ma soprattutto un preciso ritratto di un'Italia ormai perduta fatta di solidarietà e voglia di ricostruire. In una stagione letteraria per lui fertile, quest'anno il giomalistascrittore fiorentino ha pure riproposto con Polistampa tutta la vicenda della «beffa di Modigliani», dando la parola anche ai falsari, quelli che venti anni fa erano tre ragazzi burloni e che adesso raccontano come quella beffa ha cambiato la loro vita. Giovanni Morandi, l'Italia passa da un'emergenza Alluvioni in Toscana all'altra . Si susseguono terremoti devastanti intervallati da alluvioni senza colpevoli . Che impressione ti fa questo Paese così fragile che si va sgretolando? «Che non ci siano colpevoli o che non si trovino penso sia un bene. Perché trovare colpevoli di terremoti o di sciagure imponderabili? Esistono anche quelle, non si può tutto prevedere e programmare. Dunque mi compiaccio che non ci siano capri espiatori, perché in caso contrario sarei assalito dal dubbio sulle somiglianze tra i presunti colpevoli di oggi e quelli di ieri che seminavano la peste e venivano detti untori. Sulle sciagure in genere constato l'efficienza che stanno rivelando o, prudentemente, che sembrano dimostrare le operazioni di soccorso e di ricostruzione e le misure preventive che devono pur avere avuto un peso nel contenimento nel numero di vittime, che al momento per fortuna, anche se è molto grave, è lontano dai bilanci di terremoti precedenti come quello dell'Irpinia o del Friuli o del Belice. Contemporaneamente aggiungo però - e lo dico da semplice osservatore che ha seguito come giornalista alcuni terremoti, dunque lo dico non da esperto o sismologo, ma da profano - che sono preoccupato dall'accelerazione che sembra abbiano avuto questi fenomeni sismici. Il che non può che sollevare inquietudine sul futuro e timore per la sicurezza delle persone e per la conservazione del nostro patrimonio architettonico e artistico». Che impressione ti fa l'Italia? «Nelle sciagure dà il meglio di sé. Rivela capacità, generosità, solidarietà. Sarebbe meglio però esibire queste virtù in circostanze diverse». Mi parli di questo slancio come lo vedesti 50 anni fa nell'alluvione e come lo hai descritto nell'ultimo libro «Poi il fiume diventò nero»? «L'alluvione di Firenze fu il primo caso di catastrofe che innescò un effetto mediatico planetario. Quando la nostra vecchia cara Rai stava ancora sonnecchiando, Radio Londra lanciò un Sos: "Stiamo perdendo la culla della nostra civiltà". E da lì partì l'allarme internazionale con le tv americane che cominciarono a sfornare news sul disastro a getto continuo. Migliaia di ragazzi da tutto il mondo accorsero in aiuto, tanti scappando da casa. E da lì nacque una nuova gioventù, che chiamarono angeli del fango poi capelloni, poi pacifisti, poi contestatori, poi sessantottini. Certamente giovani che non erano più disposti ad accettare in modo passivo un mondo di conformismi». Eri un ragazzo di periferia, abitavi a Gavinana, il rione a cui hai dedicato il tuo nuovo libro e dove abitavano Gino Bartali e Gastone Nencini. Singolare, no? «Gavinana era un mix di popolo e di nomi famosi, ricordo che sulle colline attorno al quartiere abitava Giovanni Spadolini, il maggior critico d'arte Roberto Longhi, la scrittrice Anna Banti, il mecenate Loeser amico di Barenson, o Eckart Peterich il cui salotto era frequentato da Giorgio de Chirico, Carlo Emilio Gadda, Ezra Pound, Eugenio Montale, Carmelo Bene. E poi c era il popolo con frotte di ragazzini nati nel dopoguerra che riempivano le strade sterrate. Ora quelle strade sono piene di auto, di anziani e di badanti». Tu hai scritto anche un libro sulla beffa di Modigliani, lo scherzo fatto nel luglio 1984 da alcuni ragazzi di Livorno che imitarono delle sculture facendole passare per autentiche. Ma c'è ancora voglia di scherzare in Italia? «Sì, c'è ma mancano i motivi per ridere. E con certi comici che ci sono e certi guardiani di frontiera che vorrebbero buttare a mare i disperati che arrivano con i barconi a volte ridiamo per non piangere». Pagina 225 «Poi il fiume diventò nero» è il libro che il giornalista Giovanni Morandi ha dedicato all'alluvione di 50 anni fa. Le sue riflessioni sulle emergenze vissute dal nostro paese, fino al terremoto di questi giorni Nella sua carriera anche l'ammainabandiera dell'Urss Iercntine-rlec, (;ievanni Merandi ha messe i suei lassi da giernalist in <HAVVCniI ë >. I: (diterialisu del «( ti eti liane Naiiellale», dele aver dirette Al ( l l o r n O n > , Al Resto del (ar l lno» c i l FII;II,issil„i «( ueti liane Naiienalc»(;errisl) ndente da Mesca ncgli ultimi anni dcll'l Irss, ha assistite, unice giernalistI stranicre, alle sterice amnm inahalì dicra avvcnute il 2 diccmhrc 11)1J1 al (;(mline. Inviate l(cialc, ha tirmate r(lerta(,c di gucrra da Medie Oricntc,,Atrica, I.ihane e Ralcani. I)(1l 11)1)7 ha scguite i Milano la stagione di tang(nteleli e il d(hutte in politica di Silvio Rcrlusceni I la raccontate l'Italia cen le sue inchicstcNel '0 ° alì lì ive rsarieLi ell'alluvienedi Iircnic ha allena puhhlicate (-()lì I mm upi(1ni Poi il filamc, dirrc°ntò nc°ao (pp 1 7(,, cure 12) lcr la cellana dei (ran li fascahili- Sempre Iucstanne ha IIlrel)ste cR,n PelltitamPa Lea l cf f,a li AIc Iipli(IIIi (pp 1 7u lo cure) gill c lite nel 2004 I ancheautoreelci Iihri .AIpiniiInllc,AIpi all;Af;lunli tan e Italia mrntionuano. Nel 2'003 ha vinto il Premio (;iernalista dell'Anno dell'iAna Alluvioni in Toscana Pagina 226 La depositerà la lista Cresce San Giovanni durante il consiglio comunale del29 novembre Allagamenti: verso la richiesta, di istituire una commissione speciale d'inchiesta, di Michele Bossini SAN GIOVANNI VALDARNO - A una settimana dall'ondata di maltempo che ha colpito il Valdarno - e buona parte della provincia aretina - con il quartiere Bani di San Giovanni Valdarno che è finito sott'acqua, si è corsi ai ripari ed è attesa per i prossimi giorni la conclusione delle attività di manutenzione dell'impianto di scolmo di Lungarno Risorgimento, indicato come il principale artefice di quanto successo. Intanto l'amministrazione comunale, che ha chiesto lo stato di calamità naturalee, con Publiacqua ha predisposto un piano di emergenza utile a fronteggiare eventuali emergenze che dovessero manifestarsi in un prossimo futuro, con due nuove idrovore, posizionate vicino all'impianto di risalita di Publiacqua nella zona della pista di pattinaggio posta dinanzi al distretto sanitario ed è stato definito un protocollo utile ad allertare preventivamente tutte le strutture utili a fronteggiare lo stato di pericolosità e a preservare il quartiere Bani da ulteriori allagamenti. Il coordinamento civico della Lista Per un'altra San Giovanni-Forza Italia ora però chiede alla Giunta e al sindaco Maritizio Viligiardi di fare piena luce su quanto accaduto in modo da verificare innanzitutto le re- sponsabilità tecniche delle conseguenze di questa alluvione, indicando ciò come condizione assolutamente necessaria per ogni successiva azione a sostegno dei sangiovannesi colpiti dall'evento e per evitare in futuro nuovi episodi simili anche in altri quartieri cittadini. "Crediamo che questo debba essere fatto riferendo al consiglio comunale con assoluta celerità, anche prima della prossima seduta già calendarizzata per il 29 novembre. Quello che temiamo, come spesso accade nel nostro Paese quando le responsabilità sono di più soggetti - afferma il coordinamento civico della Lista Per un'altra San Giovanni-Forza Italia- è che alla fine nessuno paghi e rimangano solo i danni sulle spalle dei nostri concittadini e, nel frattempo, nei luoghi decisionali della politica, tutti rimangono al proprio posto senza alcuna assunzione di responsabilità di fronte a chili ha eletti o peggio nominati". Intanto, la lista Cresce San Giovanni ha preparato una mozione che sarà presentata nel corso della prossima seduta dell'assise cittadina con la quale si vuole impegnare il consiglio comunale ad istituire una commissione speciale d'inchiesta che possa far piena luce su quanto accaduto ed individuare le responsabilità sulle quali far confluire le richieste di rimborso danni. A wh: settimana dal maltempo si tira un bilancio sui lavori di ripristino nel quartiere R—, n i Allagamenti a San Giovanni Valdarno Così era ridotta via Lavagnini Alluvioni in Toscana Pagina 227 C10 Tanti cittadini in piazz er l'ultimo saluto al sindaco Mas successore l Z® « IERI pomeriggio in piazza Boccaccio c'era tanta gente per dare l'ultimo saluto all'ex sindaco Marcello Masini, con un ricordo affidato alla testimonianza di vari rappresentanti di istituzioni e associazioni, con tutti i sindaci che dopo di lui si sono succeduti nell'incarico. La cerimonia si è svolta di fronte al Comune, alla presenza dei figli di Masini, Caterina Enzo e Laura. Nel suo intervento il sindaco di Certaldo Giacomo Cucini ha voluto ricordare: «I tanti lati, le tante attitudini dell'uomo Marcello Masini: partigiano della lotta armata di liberazione, sindacalista impegnato senza timori, marito e padre di famiglia affettuoso, uomo delle istituzioni, e soprattutto negli ultimi anni uomo della memoria. Ma non solo del ricordo pur importante di quanto accaduto in quegli anni, bensì portatore di una memoria con l'intento di incidere nel cambiamento della realtà, per migliorare la nostra società e renderla più libera e più giusta, portando avanti quegli insegnamenti alla base della nostra Costituzione. Anche per questo, ora che lui non c'è più, noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e ascoltarlo ci impegneremo a far sì che la sua persona, i suoi insegnamenti, i suoi valori che anche noi condivi- Faremo conoscere i suoí i diamo siano fatti conoscere a chi verrà dopo di noi». La cerimonia si è aperta e chiusa con la canzone partigiana Bella Ciao cantata dai presenti. Tra loro anche la sindaca Sandra Becucci di Monticiano, nel senese, terra in cui combattè durante la Resistenza. MARCELLO Masini, partigiano, è stato sindaco di Certaldo dal 1956 al '75. Ai cittadini assiepati in piazza non è sfuggito che Marcello ha raggiunto dopo pochi giorni l'amata moglie Miretta Busia, staffetta partigiana, scomparsa appena pochi giorni prima, il 31 ottobre. E' il Comune da lui amministrato nel dopoguerra a tracciare il ritratto del politico di razza. Masini, dopo esseres tato partigiano con il nome di battaglia di Catullo, fu, nell'immediato dopoguerra il primo segretario della Camera del Lavoro, allora unitaria, e membro del direttivo del Pci. Divenne sindaco di Certaldo nel 1956 e rimase in carica fino al 1975. Sono gli anni del boom economico italiano, della espansione urbanistica locale e dei piani di edilizia della Legge 167, della crescente industrializzazione, dell'arrivo dei primi flussi migratori dal Sud. Durantre l'alluvione del '66 coordinò la macchina dei soccorsi. ®» Dopo aver lasciato la massima carica cittadina, Masini fu presidente del Comitato di controllo sugli atti degli enti locali di Firenze. Ricoprì poi il ruolo di presidente della Casa di riposo "Egiziano Giglioli" di Certaldo dal 1986 al 1989, di capogruppo e consigliere comunale per Rifondazione Comunista dal 1995 al 1999 e, fino ai nostri giorni, presidente locale di Anpi e Aned. Tante gente in piazza per l'ultimo saluto all 'ex sindaco Masini «Ai ragazzi nelle scuole dico - Della mia squadra partigiana sono rimasto solo io - Allora diventano ancora più interessati». Così 'Catullo' Masini nel libro edito da Einaudi Io sono l'ultimo', con i ricordi di tanti partigiani Alluvioni in Toscana Pagina 228 PER EVITARE NUOVE ALLUVIONI , SPIEGA ALESSANDRO MAZZEI, BISOGNA AVER CURA DEI FIUMI ANCHE QUANDO NON STRARIPANO bgne e fiumi, toppe critici vestire Nella manutenzione» ® . ione piano da 385 m l on per l Amo p ù 7. G, ' IL 4 NOVEMBRE 2016 è stata una data importante per il servizio idrico della Toscana : ci ha ricordato i drammatici eventi che hanno colpito molte parti della nostra regione 50 anni fa e ci ha restituito il lungarno Torrigiani. Le alluvioni del `66 hanno insegnato che molto può essere fatto per prevenire tali disastri e limitare le loro conseguenze ; ma ci hanno anche insegnato che bisogna aver cura dei nostri fiumi anche quando non straripano e quindi bisogna depurare le acque di scarico che versiamo nei fiumi e nel mare. HA RAGIONE Vannoni a dire che bisogna investire in questi settori: è per questo che come Autorità idrica toscana, appena un mese fa, abbiamo approvato i nuovi piani degli investimenti per il periodo 2016-19 dei gestori toscani del servizio idrico integrato . Nei piani sono previsti investimenti per quasi 600 milioni di euro in quattro anni per la fognatura e depurazione di tutta la Toscana, di cui 385 milioni riguardano l'asta dell'Arno. Sono stati individuati 136 interventi per collettare e depurare circa 550 scarichi fognari che attualmente vanno a finire Alluvioni in Toscana i i i ' . i nell'Arno o nei suoi affluenti senza alcun trattamento. Tutte queste opere ci consentiranno di evitare le pesanti sanzioni europee, ma soprattutto ci consentiranno di avere un fiume e un ambiente più puliti. Il crollo del lungarno Torrigiani ha messo a nudo la fragilità del nostro sistema di approvvigionamento e di distribuzione dell'acqua potabile, fragilità che peraltro come Ait denunciamo da anni: le nostre reti sono vecchie e investiamo troppo poco per la loro sostituzione e manutenzione straordinaria. La sola tariffa del servizio idrico non basta a superare il ritardo che ci portiamo dietro. Ma il crollo del Lungarno ha anche evidenziato un'altra criticità: lo scarso livello di monitoraggio delle reti e del loro funzionamento idraulico. Anche su questo fronte il quadriennio 2016-2019 potrà rappresentare una svolta: insieme al Comune abbiamo chiesto e ottenuto che Publiacqua inserisse nei suoi programmi di investimento un piano di distrettualizzazione e monitoraggio dell'intera rete fiorentina di distribuzione dell'acqua. Alessandro Mazzei direttore generale Autorità idrica toscana Pagina 229 ii fi ume d íventò nero Venen fi presentaz í one IL LI B RO di Giovanni Morandi "Poi il fiume diventò nero ", edito da Bompiani sarà presentato in occasione dell'incontro sul tema "Gavinana prima e dopo quel giorno". L'incontro si terrà venerdì alle 17,30 al circolo Vie Nuove, viale Giannotti 13. Parteciperanno Alfredo Esposito presidente del Quartiere 3, Pieraldo Gori, Franco Pieraccioni e Giovanni Morandi. Anche Pontassieve non dímentíca I OCCASIONE dei 50 anni dall'alluvione a Pontassieve si è tenuto il convegno «Com'era l'acqua. Scuola e territorio», dedicato a Idana Pescioli. A fine mattinata sono stati consegnati i riconoscimenti all'ex sindaco Enso Boscherini e al generale dei carabinieri Lamberto D isibio, che nel'66 era in comando a Pontassieve. *M Sono stati i nd ivi d uati 136 int erventi per dep urare 550 scarichi fog nari che vanno a finire nei corsi d 'acq ua TANTISSIMI I FIORENTINI CHE OGNI GIORNO CONTINUANO AVISITARE LA MOSTRA SULL'ALLUVIONE ALLESTITA DA LA NAZIONE L'OCCASIONE CHI NON E ' ANCORA RIUSCITO A VISITARE LA MOSTRA PUO' FARLO OGGI DALLE 9.30 ALLE 18 PER L'APERTURA STRAORDINARIA M PRIME PAGINE, FILMATI ORIGINALI E SUPPORTI M ULTIMEDIALI PERMETTONO DI RIVIVERE L'ALLUVIONE CHE COLPI' LA CITTA' NEL 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 230 Tantissimi ospiti Ieri ilsottosegretario i ` cc Gabnele TANTE persone comuni, ma anche tanti ospiti di riguardo. Ieri è stata la volta del sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafonrli, che ha visitato la mostra sull'alluvione allestita nel nostro auditorium insieme al direttore de La N azione, Pier Francesco D e Robertís. Fra le prime pagine di giornale e i dispositivi multimedialï che fanno rivivere il disastro del 1966, anche Alberto Zanobini, direttore generale dell'azienda ospedaliera M eyer Alberto Zanobini, direttore generale dell'azienda ospedaliero universitaria Meyer Alluvioni in Toscana L'ingresso del nostro auditorium con la grande riproduzione della prima pagina che annunciava il disastro Pagina 231 ACCESSO GRATUITO ALL' ESPOSIZI ONE DALLE 9.30 ALLE 18 Boom dí visite in audítoiríum. E oggi apertura straordínan* a «GRAZIE, ci avete fatto rivivere un'emozione», «grazie, siamo riusciti a tornare indietro nel tempo e a rivivere quel senso di solidarietà che in quei mesi pervase tutta la città di Firenze». E ancora, «una mostra davvero meravigliosa », «un'emozione vera, anche per chi non ha vissuto l'alluvione». Sono tantissimi i visitatori e tantissimi i messaggi lasciati sul libro d'onore de La Nazione dai fiorentini che hanno visitato l'esposizione alelstita nell'auditorium del nostro giornale . Un successo Alluvioni in Toscana tanto clamoroso che oggi la mostra resterà eccezionalmente aperta con orario continuato dalle 9.30 alle 18. Anche ieri centinaia di persone si sono messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del 1966. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante, il dramma di quel giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si torvava in quelle ore in città. E La Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novembre del 1966, in un mix tra tradizione e innovazio- ne, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari. I primi giorni infatti, sembrò quasi che nessuno si fosse accorto di quel che era accaduto a Firenze. Ci volle l'impegno di tutti i nostri colleghi di allora per portare all'attenzione del mondo intero il dramma che la nostra città stava vivendo. Pagina 232 n ✓//, ._ In z at ve ï i b 1 de T_ l/I • • L ., .., i Camm inata di DANIELA GOVANNETfI CON LE iniziative in program ma oggi al circolo Murri di Ellera, si chiude il ricco calenda rio di eventi promossi dall'asso ciazionismo della valle dell'Ar no e il Comune di Fiesole per ricordare il 50° anniversario dell'alluvione . Titolo della gior nata «L'Arno: ieri, oggi e domani». In programma video, mo stre ma anche rievocazioni sto riche con lo scopo di far cono scere i vari aspetti della vita del fiume e l'evolversi delle opere di risanamento nel dopo allu vione, così come lo stato di salu te dell'acqua. Non mancherà uno sguardo agli interventi previsti per tutelare l'Arno da eventuali rischi di esondazioni future. Da metà settembre nei fine settimana Compiobbi, Gi rone ed Ellera ospitano mostre, incontri a tema e escursione, che a piedi o in barca, hanno ri chiamato centinaia di curiosi s lungo le sponde dell'Arno. Particolarmente apprezzata è stata la rievocazione del «canapo» fra le sponde dell'Arno lungo un antico passo di nave. Tutto esaurito per la presentazione del libro «Là dove Fiesole si specchia in Arno», scritto da Berglinghiero Buonarroti con Marco Masìni. Commercianti e artigiani hanno esposto sulla facciate di negozi e case un chilometro di bandierine azzurre lungo via Aretina, a indicare il livello raggiunto dall'Arno. La giornata di oggi prende il via alle 14. 30, con la camminata lungo le rive del fiume che porterà a scoprire i punti più colpiti dall'esondazione dell'ac- convegno sulla sicurezza qua. Alle 15 presso l'antico mulino di Ellera ci sarà una rievocazione della macinatura del granturco . Un tempo questa coltivazione era infatti diffusa nella valle dell'Arno e tramite i barconi dei renaioli veniva trasportata qui per la lavorazione. Seguiranno filmati e testimo- no à Mostre, libri, incontri e un chilometro di bandiere lungo via Aretina nianze. Quindi il convegno «Opere idrauliche realizzate lungo il fiume», con proiezioni del video «La ritrovata bellezza dell'Arno». Intervengono Marco Bottini del Consorzio di bonifica, Marcello Brugioni di Arpat e Alessandro Braschi, responsabile protezione civile di Fiesole. L'Arno invade Compiobbi nel novembre 1466, immagine tratta dal libro di Berlinhiero Buonarroti e Marco Masíni Alluvioni in Toscana Pagina 233 Crollo del ponte, iïcordate le vi une farnifiari chiedono giustizia Persero la vita Paolo Barde l i, Mautizio Stella e Antonella Vann i IL RICORDO delle tre vite ingoiate dal crollo del ponte di Marsiliana, quattro anni fa. Il sindaco di Magliano, Diego Cinelli, e quello di Orbetello, Andrea Casamenti, hanno partecipato alla commemorazione, che si è svolta sul posto ieri mattina . Quattro anni fa Paolo Bardelloni, Maurizio Stella e Antonella Vanni, tre dipendenti dell'Enel che erano di ritorno da un viaggio a Roma , presero quel ponte maledetto, la cui struttura era stata logorata dalla piena del fiume. La strada era chiusa, ma sulla presenza della segnaletica e gli altri aspetti la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa e chi assiste i familiari delle vittime non ha intenzione di cedere un passo. Ieri però era il giorno del ricordo. Insieme ai primi cittadini, anche il presidente provinciale della Uisp, Sergio Stefanelli, che è stato accompagnato da un gruppo di ciclisti amatoriali, Free Bikers Pedale Follonichese, di cui Maurizio Stella era il presidente . Per questo, come tutti gli anni da quando è avvenuta la disgrazia, la società ciclistica amatoriale ha voluto essere presente con un gruppo di ciclisti per ricordare Maurizio come lui avrebbe voluto, pedalando. Presenti alla ceri monia i sindaci Casa menti e Cinelli e i ciclisti del «Fregi ikers» Paolo Bardelloni . (( Finalmente, dopo appena quattro anni - ha detto con amara ironia - il processo penale è iniziato . Finora è stata «SAREMO ogni anno su questo ponte - ha detto l'amico Aldo Pacini - almeno fin quando non sarà fatta chiarezza, non sarà fatta giustizia». Giustizia che è stata chiesta a gran voce dal figlio di Alluvioni in Toscana data la colpa a loro, che sarebbero morti per aver rimosso una transenna . E' giusto che finalmente venga fatta giustizia . Noi la aspettiamo». «' UN LORO sacrosanto diritto - afferma il sindaco di Magliano in Toscana, Diego Cinelli - non parlo dell'inchiesta perché ci penserà la Magistratura, ma è giusto che venga posta la parola fine su questa vicenda così drammatica, anche per dare un po' di sollievo a chi ha sofferto tanto». «Le associazioni locali hanno spinto e continuano a spingere gli fa eco il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti - perché si continui a lavorare per la sicurezza sulle strade. Oggi è il momento del ricordo, per questa terribile tragedia, ed era giusto stare vicini alle famiglie delle vittime». Pagina 234 giorni della grande paura Vïdeocrocïera ïn battello sull'Amo Il `cor l crollo del Ponte Soffietto avvenuto il 13 novembre '66 di FRANCESCO PALETTI IL CROLLO del Ponte Solferino ovviamente. E più i fatti accaduti a Pisa e dintorni dal 3 novembre, il giorno precedente all'alluvione, fino al febbraio del `67. Una vera e propria crociera nel tempo e nello spazio, tornando indietro a cinquanta anni fa e anche oltre mettendo in collegamento gli eventi della città della Torre con quelli di Firenze, Santa Croce sull'Arno e Pontedera «perché tutto si tiene e si collega dato che se il fiume non avesse esondato nel capoluogo, se l'Era avesse fatto lo stesso e se qualcuno non avesse deciso di far saltare gli argini a Ponticelli, anche qui da noi le conseguenze sarebbero state ben più pesanti» racconta Lorenzo Garzella, regista pisano e principale animatore dell'«Acquario della Memoria», l'associazione che lavora alla ricostruzione partecipata di eventi della storia recente attraverso la tecnica del «MemorySharing» e l'utilizzo di materiale fotografico e filmati d'epoca. Sono loro gli Alluvioni in Toscana ideatori del «cinebattello» che alzerà gli ormeggi domenica pomeriggio, cinquantesimo anniversario del crollo del Ponte Solferino, dallo Scalo Roncioni per un viaggio in quattro tappe lungo il tratto cittadino dell'Arno proiettando video e immagini sui palazzi dei lungarni: la prima sosta sarà all'altezza del Giardino Scotto, la seconda di fronte al museo di San Matteo, quindi il Palazzo dell'Orologio e la Chiesa della Spina. L'INIZIATIVA è patrocinata dall'amministrazione comunale (il sindaco Filippeschi sarà a bordo) ed è stata realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno di Teche Rai e Cinecittà Luce, Toscana Film Commission, Toscana Energia e Saint Gobain. «All'andata racconteremo l'alluvione del `66 mentre al ritorno - racconta Garzella - andremo ancora più a ritroso nel tempo cercando di approfondire il rapporto fra Pisa e il suo fiume». In scaletta, al riguardo, anche alcune «chicche» imper- dibili e l'omaggio a Mario Benvenuti, pioniere del cinema a Pisa e maestro dei fratelli Taviani, scomparso pochi fa, all'età di 94 anni. Il figlio Paolo, infatti, ha messo a disposizione un video inedito degli anni `40, girato dal padre, che documenta una gara di nuoto in Arno, dal Ponte della Fortezza a quello di Mezzo che sarà proiettato durante la serata. Tre le crociere programmate: la prima alle 18 e le altre due, rispettivamente, alle 19 e alle 20. Si può assistere dal battello (ma i posti sono tutti esauriti) oppure dalle spallette. «A 50 anni dal crollo del Ponte Solferino»: è il titolo dell'evento in pro g ra mm a questo po m eri gg io alle 16.30 nella Chiesa della Spina per la presentazione del libro «Il giorno del diluvio» di G iuseppe M euccí , edito dalla Ets. Inte rverranno anche il vicesindaco Paolo G hezzí e Isabella B on am ini, Autorità di Bacino dell'Arno. Pagina 235 UEDITORIALE di PIER FRANCESCO DE ROBERTIS L'ARNO CHE VORREI 9 I DEA ce l'ha data giorni fa una signora che come migliaia di fiorentini e di toscani stanno affollando l'auditorium de La Nazione per la mostra «L'Arno straripa a Firenze», che con ieri ha ampiamente passato il traguardo delle tremila presenze in pochissimni giorni di esposizione. «Direttore, inventate qualcosa per l'Arno. Perché i nostri governanti se ne stanno dimenticando, non fanno niente e prima o poi il grande fiume ci sommergerà di nuovo. Come Enrico Mattei sferzi un po'ilPalazzo». Fare come Enrico Mattei sarà difficile, vista la statura del personaggio, ma certo La Nazione ha raccolto il testimone di quel grande direttore e da giorni sta sollevando un problema che da anni era rimasto un po' troppo sotto silenzio: si è fatto troppo poco per la sicurezza dell'Arno e di conseguenza delle città che popolano le sue valli. Non solo Firenze, ma l'aretino, l'empolese, tutto il corso del fiume fino a Pisa. [Segue a pagina 2] Alluvioni in Toscana Pagina 236 U ED I TOR IALE di PIER FRANCESCO DE ROBERTIS L'ARNO CHE VORT-bR EI SEGUE DALLA PRIMA TANT'È che alla fatidica domanda sorta in questi giorni di ricordo, «se ci fosse adesso un'altra alluvione come quella del '66 che cosa accadrebbe?», la risposta più comune dei politici interpellati è stata «ma un'alluvione così capita ogni cinquecento anni». Risposta evasiva, visto che con il cambiamento del clima qli eventi alluvionali sono destinati a ripersi con una cadenza diversa rispetto al passato. Ciò che stiamo documentando con i nostri servizi, è purtroppo una situazione di sostanziale immobilismo. Le casse di espansione del Valdarno aretino dovevano essere f nite tutte nel 2009, e invece ne è stata iniziata una sola (quella di Ei line, termine lavori, forse, 2018) mentre le altre sono solo in progetto. Successivi interventi sono allo stato liquido. Con la beffa del solito balletto di responsabilità all'italiana: il governo dice che i soldi ci sono ma non si risce a Alluvioni in Toscana spenaeraa (a na spie ato ieri su questo giornale il direttore generale del ministero dell'Ambiente, Gaia Checcucci) accusando in sostanza gli organi territoriali (leggasi: Regione) di colpevole inerzia. La Regione ha ribattuto nei giorni scorsi che i fondi ci sono ma non sono utilizzabili perché bloccati, quindi è come non ci fossero. IL RISULTATO di tutto questo rimpallo di responsabilità è che quando domenica scorsa l'Arno ha cominciato a salire, i fiorentini e i toscani hanno iniziato a sudare freddo. Era l'anniversario dell'alluvione, fuori pioveva che Dio la mandava e i brutti ricordi non riuscivano ad andar via. Non vorremmo che per la messa in sicurezza dell'Arno si ripeta la solita storia del tunnel della tav, dell'aeroporto di Peretola o del termovalorizzatore della piana fiorentina, bloccati da anni prima da liti, rimpalli di responsabilità e infine per non farsi mancare niente dal tardi turno. Chiacchere su chiacchere, e niente di concreto. Ammesso che per le altre opere si possa aspettare (e non è così), sul grande fiume non si scherza. Le lacrime versate dai fiorentini e di toscani, come ricordano le migliaia di migliaia di persone che vengono a La Nazione e ci lasciano il loro ricordo, non hanno possibilità di ripetersi. [email protected] @pierderobertis pagina facebook: pierfrancesco de robertis Pagina 237 A GRANDE RICHIESTA OGGI APERTURA STRAORDINARIA Mostra da record, visitatori in aumento R ESTE RA' aperta eccezionalmente e con orario continuato anche oggi dalle 9.30 alle 18 la mostra sull'alluvione organizzata da La Nazione. «L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca ma anche con filmati inediti e nostre interviste ai protagonisti di quei giorni. In quel terribile 4 novembre 1966 e nei giorni successivi «La Nazione» compì un piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse inutilizzabile. AFFr//..LA Alluvioni in Toscana La mostra allestita nell'auditorium Attilio Monti ha suscitato un grande interesse. Dal mattino al tardo pomeriggio massiccia anche la presenza delle scuole che possono approfittare ancora per prenotarsi e venire a visitare l'esposizione, telefonando alla segreteria di redazione (055.2495870). La mostra chiuderà il 19 novembre. Nei giorni feriali l'orario di apertura è il seguente: mattina 9.30/12.30 e pomeriggio 15118. L'ingresso è gratuito e i visitatori possono entrare da via Paolieri 2. Molti visitatori nella sala allestita a «La Nazione» Pagina 238 'BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA altro `casse' per d 1 a ßc12019 non le avre Le opere lungo il fiume principale e la Sieve terranno 25 milioni di metri cubi Lisa Ciar i ,FIRENZE UNA VOLTA completate conterranno 25 milioni di metri cubi di acqua. Un quantitativo pari a quello di 10mila piscine olimpioniche. Ma per vedere finite le quattro casse di espansione di Figline (Firenze), lungo il fiume Arno, c'è ancora da aspettare. La brutta notizia è che l'ultimo lotto sarà finito non prima del 2019. La buona che, nel frattempo, anno dopo anno, nuovi pezzi del puzzle andranno a regime e il quantitativo di acqua che potrà essere trattenuto continuerà ad aumentare. Già oggi si può parzialmente utilizzare (ma solo in caso di vera emergenza) una porzione della Pizziconi 1, cassa che sarà inaugurata a marzo prossimo e potrà contenere da subito 3,5 milioni di metri cubi di acqua, arrivando poi a 4,2. Seguirà, entro il 2018, la Pizziconi 2, termine che non indica una nuova cassa, ma un'ottimizzazione della prima, inclusa una più funzionale «opera di presa» per far entrare l'acqua dell'Arno nel grande bacino artificiale. PARALLE LO , i lavori dovrebbero iniziare nelle altre tre casse: la Restone (15,9 milioni di euro per un'area di 115 ettari in grado di contenere 5,5 milioni di metri cubi di acqua) collocata proprio di fronte alla Pizziconi, sulla sponda opposta dell'Arno, e le Leccio e Prulli, più a valle (50,2 milioni di euro di costo complessivo per invasare 13,5 milioni di metri cubi di acqua in 292 ettari di terreno), entrambe in destra idraulica (ovvero guardando il fiume con le spalle al- la sorgente). mPER AVERE un termine di paragone - spiega l'ingegnere Francesco Gabellini, funzionario della Difesa del Suolo della Regione per un evento simile al 1966 arriverebbero oggi a Firenze 3.700 metri cubi di acqua al secondo. Con le casse di Figline scenderemo del 10% arrivando a 3.400 metri cubi al secondo». Va detto però che dal 1966 a oggi c'è stato un enorme boom urbanistico, con edificazioni selvagge anche in zone a rischio, perché molto «basse». È quindi fondamentale riuscire a trattenere più acqua possibile do- ve non faccia danni. In questa direzione vanno l'innalzamento della diga di Levane (9 milioni di inc) e le casse di espansione sulla Sieve (altri 9 milioni), che però finiranno fra il 2020 e il 2022. Tempi previsti sulla carta, al netto dei possibili ritardi che in passato sono stati grandissimi. «Purtroppo si tratta di opere complesse su aree enormi - continua l'ingegnere Gabellini - e dobbiamo spesso fare i conti con espropri, linee elettriche, cavi e interferenze con tutte le infrastrutture che si trovano in aree abitate». Gli intoppi sono in agguato. Ma l'Arno non aspetta. fácqgeLlo P@an di Se - ;r,F4191 Le ['.:755€' {Ìf ,C,äi 51C+f;P Æ;AUJI9N[i19ANN; Quuro axl pcr,homro 1 Am 11o nno, le .mumo piim, di'09 Alluvioni in Toscana Pagina 239 2017 e 201 8 Il primo lotto della cassa di espansione Pizziconi, costo 18 milioni di euro, sarà inaugurato nel marzo del prossimo anno. Nel 2019 sarà ottimizzata e alla fine delle opere avrà una capacità di 4,2 milioni di mc 2019 Per realizzare le casse di espansione Leccio e Prulli (capacità complessiva di 13,5 milioni di mc, costo 50 milioni) e la Restone (capacità 5,5 milioni di mc, costo 16 milioni) la fine dei lavori è prevista per il 2019 2020 e 2022 Nel 1966 a Firenze arrivarono 3. 700 metri cu b i d i acq ua al seco nd o. Con le casse d i Fi line si scenderebbe del 1 0% Si tratta di opere complesse su aree enorm i e p erciò si d evono s p esso farei conti con espropri e imprevisti L'innalzamento della diga di Levane di 5 metri, che consentirà di contenere 9 milioni di mc (costo 25 milioni), sarà terminato nel 2020. Altri 9 milioni saranno contenuti dalle casse sulla Sieve: fine lavori il 2022 DIRIMPETTAI D'ARNO Gli ingegneri Francesco Gabellini e Oreste Tavanti, dall'area della Pizziconi mostrano l 'altra sponda del fiume, dove sarà realizzata la cassa d'espansione Restone La diga di Levane L'Arno in una recente piena sotto Ponte Vecchio Alluvioni in Toscana Pagina 240 Angeli dei fingo pendolari in treno i ... ioo a ï raccog evo far ac > li rn_ i Il disastro visto da Bologna, con gli occhi dì un bambino aegli anni '60 ON ESTAMENTE, di questa storia dell'alluvione, all'inizio non si parlava granché. In casa commentammo l'evento con i miei perché con Firenze la famiglia si era sfiorata un paio di volte, molto da vicino. Il babbo e la mamma c'erano venuti in viaggio di nozze nella primavera del `41. Erano arrivati al mattino e ripartiti verso le quattro di pomeriggio perché alla sera il babbo doveva tornare in caserma. C'era la guerra. Poi ci aveva trascinato una domenica il professor Scaglietti che stava per fondare l'Istituto ortopedico e voleva che mio padre lasciasse il Rizzoli di Bologna e andasse con lui. Fu una specie di sopralluogo, piazzale Michelangelo, via dei Colli, la villetta che avremmo avuto a disposizione. Ma la mamma disse no, non voleva spostarsi, e spostare i bambini, e non se ne fece nulla. Poi l'alluvione. La mia scuola, il liceo Galvani, si mobilitò come tutte le scuole di tutta Italia. Non so cosa fecero le altre, ma noi ci "specializzammo" nella raccolta dei medicinali. Tutti ne portammo, e alla fine avevamo quasi riempito il piccolo teatro dell'isti- Alluvioni in Toscana tuto. Ma bisognava dividerli. E della cosa si occupò una docente di scienze, la professoressa Bernardi, nota a me come la "zietta" perché così la chiamava il mio compagno di classe e amico del cuore, nonché suo nipote, Federico. Così accadde che nella squadra di liceali incaricati del lavoro di selezione, ci finissero casualmente anche due del ginnasio: Federico ed io. Molto grati alla zietta di averci scelto, liberandoci dalle lezioni quotidiane e gratificandoci di un compito importante. E pure difficile, visto che nessuno di noi si intendeva ovviamente di farmaci. Così cominciò la lettura delle indicazioni scatola per scatola (non ricordo se ci fossero « Ma la sua veste tutta bianca non sembrava infangata Dunque la città era già pulita» già i bugiardini) e la sistemazione in cartoni ben chiusi e identificati. MA QUELLO che facevamo noi capivamo che era una goccia nel mare dei bisogni dei fiorentini. Perché giorno dopo giorno incominciavamo a scoprire dal giornale e dalla tv come stavano le cose. Una tragedia. Incominciammo anche a sentir parlare dei volontari che andavano a scavare nel fango. E un gruppo del nostro liceo ci andò sul serio. Partivano in treno da Bologna al mattino presto e tornavano a fine pomeriggio. Uno di quei ragazzi stava vicino a casa mia, e ogni tanto lo incrociavo. Sporco di fango, certo, ma soprattutto con addosso una gran puzza di benzina o qualcosa del genere. Glielo dissi, e lui mi gelò. "Credi che sia uscita l'acqua di una piscina?". Già, facevano paura le foto che pubblicava il Carlino. La mamma trovava conforto nella sua scelta di non abitare a Firenze, il babbo annuiva (ovviamente), e io e mio fratello evitavamo di obiettare che dove ci aveva portato Scaglietti, al Piazzale, l'Arno non era arrivato. FIN DOVE si fosse spinto gonfio di pioggia, lo capii solo a giugno del 1988 quando venni alla Nazione. Quando vidi ben sopra la mia testa sul muro del palazzo di viale Giovine Italia quell'onda simbolica che segnava il livello che il fiume raggiunse a novembre del `66. Quando mio suocero mi raccontò che tornava a casa in canotto a due passi da Piazza Beccaria. Quando capii che per i fiorentini il prima e il dopo erano proprio legati a quel giorno, a quell'onda killer. Cinquant'anni prima, dopo aver diviso i medicinali al caldo del teatro della scuola, invidiavo quei compagni di scuola più grandi, coperti di fango, che andavano e venivano da Firenze. Cinquant'anni prima vedevo al tg che il Papa era andato a dire la messa di Natale in Santa Maria del Fiore, ma che la sua veste bianca non sembrava infangata, e dunque la città forse era già più o meno pulita. Cinquant'anni prima mi indispettivo per il fatto che Firenze avesse sorpassato Bologna nelle targhe d'auto, dopo essere stata quasi sempre alla pari, grazie ai super sconti della Fiat per alluvionati veri o di complemento. Abito a Firenze da trent'anni, e dunque ho solo un dopo. Ma il fiume lo tengo d'occhio. Perché chi vive qui sa bene, ogni volta che piove, che c'è stato un prima. Pagina 241 IL &/ 1966 Furono soprattutto i più giovani ad accorrere per aiutare la popolazione fiorentina dopo l'alluvione Alluvioni in Toscana Pagina 242 Oggi pomeriggio a Pisa il «cinebattello», per il 50esimo anniversario del crollo del Ponte Solferino. Dallo Scalo Roncioni un viaggio in quattro tappe lungo il tratto cittadino dell'Arno proiettando video sui palazzi dei lungarni. Alluvioni in Toscana Pagina 243 IL pericoto i sposta ìn periferia r' R programma FuorìTg Nella puntata di FuoriTg su Rai3, domani alle 13,40, si parlerà di come il pericolo di uno straripamento non riguardi più il centro di Firenze, ma anche la sua periferia. Alluvioni in Toscana Pagina 244 Dalla devastazione alla rinascita i uno speciale c Raidue trasmette Stanotte alle ore 00.40 su Rai2 e, in replica, domani (stessa ora, stesso canale) uno speciale sull'alluvione del 1966 andrà in onda da Firenze nella trasmissione «Sorgente di vita». Alluvioni in Toscana Pagina 245 ,inu questo ponte chieffianio giustizíw, A Marsilïana la commemorazione delle vittime dell'alluvione del 2012. Polemica per l'assenza del Comune di Manciano di ivanaAgostini MARSILIANA Sul ponte della Marsiliana (Manciano), dove quattro anni fa persero la vita i tre tecnici dell'Enel, ieri mattina hanno riecheggiato le note del "Silenzio". Un minuto di silenzio colmo di commozione per tre morti il cui dolore è ancora forte e vivo nei familiari e nella comunità. L'alluvione del 2012 è una tragedia difficile da dimenticare e cancellare dalla memoria. E per mantenere la memoria, Diego Cinelli, sindaco di Magliano, ha organizzato la commemorazione. Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti, il familiari delle vittime, i comitati degli alluvionati, il Presidio di Marsiliana, Il Ponte e l'associazione Vita, i Free bikers di Follonica, arrivati come sempre in sella alle loro biciclette, e il presidente della Uisp, Sergio Stefanelli. Assente il sindaco di Manciano Marco Galli, il cui Comune non è stato rappresentato da alcuno. Cinelli, davanti alla targa che fu scopertalo scorso anno, sulla quale sono incisi i nomi di Paolo Bardelloni, Maurizio Stella e Antonella Vanni, ha fatto il punto sui lavori di messa in sicurezza idraulica arrivati a buon punto grazie soprattutto al lavoro dei comitati che, ha detto, «hanno saputo fare da pungolo non solo alle istituzioni locali ma soprattutto alla Regione Toscana». Il primo cittadino maglianese ha ricordato quei tragici momenti del 2012 che sono ancora impressi nella mente di tutti i cittadini intervenuti alla commemorazione. «Fino a quando sarà sindaco - ha ribadito - sarà fatta ogni anno, per non dimenticare. Non entro nel merito delle questioni processuali, dato che c'è un processo in atto, ma è comprensibile che le famiglie chiedano chiarezza e giustizia». Sulla morte dei tre tecnici che furono inghiottiti da una voragine che si era aperta sul ponte in seguito allo straripamento del fiume Albegna, è in atto un processo. Della ricerca della verità, di cosa sia successo in quegli istanti in cui suo padre è morto, ha parlato il figlio di Bardelloni, Riccardo Bardelloni. «Finalmente - ha detto - dopo due richieste di archiviazione si è aperto il processo penale. Dobbiamo tutto ai nostri le- unmo gali che stanno facendo l'impossibile per cercare laverità». Parole dure Bardelloni le ha riservate al sindaco di Manciano e al Comune non rappresentato da nessun esponente. «Mi dispiace dell'assenza di Galli. Evidentemente la sensibilità non è da tutti», ha detto BardelIoni. Dal Comune di Mandano spiegano che il sindaco è fuori sede e che aveva fatto presente al momento dell'invito di Cinelli che nessuno lo avrebbe potuto rappresentare per precedenti impegni. Parole di vicinanza alle famiglie delle vittime le hanno espresse il sindaco di Orbetello e il presidente Uisp. «Le associazioni locali hanno spinto e continuano a spingere - ha ricordato Casamenti-perché si continui a lavorare per la sicurezza sulle strade. Oggi è il momento del ricordo, per questa terribile tragedia, ed era giusto stare vicini alle famiglie delle vittime». «Il fatto che tante persone siano qui - ha concluso Stefanelli -fa capire come queste persone hanno lasciato un bel ricordo. La cerimonia deve avere un significato di affetto ma soprattutto di elevare le coscienze affinché sulle strade ci sia sempre maggiore sicurezza». I Free bikers arrivati ieri da Follonica perla cerimonia ( foto Enzo Russo) La voragine sul ponte dove sprofondò l'auto dei tre tecnici Enel (foto Bf) C,.,PROGOZIOi\iP RISERVATA «Su questo ponte noi verremo ogni anno - ha detto Aldo Pacini, un amico delle vittime almeno fino a quando non avremo avuto giustizia». Alluvioni in Toscana Pagina 246 I w IN CONCOMITANZA con la mostra fotografica i sull'alluvione fino a sabato l'associazione culturale «La Dogana» ripropone la rassegna «Metamorfosi» con cui Claudio Minghi interpreta dettagli significativi del Padule. D liallag enti. Si, potevano evitare Padule pieno per il taglio dell'ari -ree Si cercò di salvare Pisa e c e RIEVOCAZIO NE nel cinquantenario dell'alluvione del '66, che colpì anche Ponte Buggianese e prevenzione nell'attualità rispetto al rischio idrogeologico. Ieri, alla Dogana del Capannone, a cura dell'amministrazione comunale, l'incontro dal titolo: «Rischio idrogeologico - problema attuale». Vi hanno preso parte: il sindaco Pier Luigi Galligani, l'assessore alla cultura Maria Grazia Baldi, l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni, per il Consorzio 4 Basso Valdarno il presidente Marco Monaco e l'ingegner Lorenzo Galardini, Giorgio Federici del dipartimento ingegneria civile e ambientale dell'Università di Firenze e segretario del comitato dell'alluvione Firenze e Toscana 1966. Il convegno è stato preceduto dall'inaugurazione della mostra fotografica con le immagini dell'alluvione a Ponte. «La tracimazione in una terra come la nostra, di bonifica ricorda il sindaco - non era un fatto episodico. Ponte ed il Padule raccolgono tutte le acque della Valdinievole e delle colline a defluire l'Amo nel cratere palustre Nord. Nel'66,l'acqua proveniente da Firenze che stava andando verso Pisa attraverso l'Arno rischiava di sommergere la città della Torre. Fu presa la decisione di far saltare l'argine nord, per convogliare ed attenuare il flusso d'acqua, che defluì in Padule, naturale bacino di espansione del territorio. L'acqua tracimò e allagò il nostro territorio. Nel `66, avevo 12 anni, in casa mia entrarono due metri d'acqua. Quei giorni furono drammatici». Rispetto all'attualità del rischio idrogeologico, Marco Monaco, presidente Consorzio 4 Basso Valdarno, ha ricordato: «Il rischio idrogeologico nel nostro territorio esiste come ovunque, perché ormai tutto il territorio nazionale è artificiale: se si costruisce ed impermeabilizza, l'acqua, da qualche parte, deve defluire. E' quindi fondamentale la manutenzione». L'ingegner Lorenzo Galardini ha aggiunto: «La Valdinievole e Ponte sono la fine di un percorso idraulico di molti corsi d'acqua (Pescia, Pescia di Collodi, Nievole, Cessana) sui quali si deve intervenire quotidianamente. Si tutela il territorio con la prevenzione: la manutenzione del corso d'acqua si fa da dove nasce, in montagna, fino a dove arriva. Anche il semplice taglio d'erba serve alla sicurezza idraulica del corso d'acqua». L'assessore regionale all'ambiente Fratoni ha sottolineato: «Ponte è un'importante realtà nelle politiche idrauliche di area comprensoriale, quantomeno per la Valdinievole. Dal 1177 ad oggi, ci sono stati ben 56 eventi critici importanti dell'Arno. Abbiamo intercettato e pianificato insieme all'unità `Italia sicura' alla presidenza del consiglio, le risorse per le opere per la messa in sicurezza. E' in corso di realizzazione il programma delle 4 casse di espansione a Figline Valdarno ed di altre opere. Tutto questo è essenziale anche per questi territori. Fondamentale poi il documento operativo con il quale la Regione finanzia gli interventi per aumentare il grado di sicurezza idraulica». Valentina Spisa La mostra alla Dogana sull'alluvione rimarrà aperta fino a domenica prossima. Tutti i giorni: 9,30-12,30. Sabato e domenica anche 15-17 Alluvioni in Toscana Pagina 247 «Quel giorno l'acqua del fiume ' iva a monte» «RICORDO ancora quando dalla finestra del municipio ho visto la Pescia correre verso la montagna». Giuseppe Cortesi (foto), ex dipendente comunale ha vissuto l 'alluvione del '66. «Avevo messo in salvo - ricorda - mia moglie e mia figlia di sei mesi portandole a casa di alcuni parenti con il barchino . Poi, come gli altri dipendenti del Comune, carabinieri e tanti volontari abbiamo cercato di aiutare la popolazione». Cortesi ricorda un altro aneddoto significativo: «Il mio cane non voleva mai salire al primo piano in casa. Lo aveva fatto solo per la nascita di mia figlia. Il giorno dell'alluvione il cane salì di nuovo al primo piano». Alluvioni in Toscana Pagina 248 L'alluvione del 1966 sulle pagine de «La Domenica» Di ALEXANDER Di BARTOLO Riproponiamo per questo numero del giornale diocesano alcuni articoli usciti sulla "Domenica" nei giorni immediatamente successivi l'alluvione di novembre. Ci pare un degno modo per ricordare quei tragici momenti con le parole di chi li ha vissuti e descritti. La prossima settimana proseguiremo con le parole del vescovo di quel tempo, Felice Beccaro, e una testimonianza inedita di alcun «angeli del fango» tra Santa Croce e San Miniato. A SANTA CROCE SULL'ARNO Rimarrà tristemente memorabile questo 4 novembre 1966, il giorno dell'ansia tremenda per l'Arno che saliva, saliva... fino in cima al muro di protezione, da cui già filtrava l'acqua come dalla strada di Lungarno Tripoli, facendo temere che da un momento all'altro travolgesse col muro, le case del centro della nostra cittadina. Sarebbe stato un disastro irreparabile! In quelle ore di grande trepidazione furono fatte ferventi preghiere dinanzi all'Immagine di Santa Cristina e il pericolo più grande fu scongiurato, ma nella notte, in seguito ad una falla prodottasi nell'argine all'altezza di S. Donato, masse di acqua limacciosa invasero tutta la pianura, portando lo sgomento in tre quarti della Parrocchia. Tante famiglie sorprese nel sonno dalla piena improvvisa fecero a tempo appena a rifugiarsi ai piani superiori e sui tetti, mentre la maggior parte del bestiame affogava e la zona Alluvioni in Toscana industriale con due metri d'acqua subiva danni incalcolabili nei magazzini di pelli, già pronte per la spedizione, nei grandi depositi di pelli secche, di prodotti chimici, nelle concerie. In questo vero disastro di cose, meno male non ci sono state vittime umane.... E il centro abitato è rimasto all'asciutto, così è stato facile organizzare i soccorsi. La contemporaneità dell'alluvione in tante parti d'Italia, specialmente in Toscana, Firenze, Grosseto, ha ritardato l'invio di mezzi anfibi, elicotteri fino alla domenica 6. Solo allora è stato possibile arrivare in certe zone e trasportare persone, stremate «LA VENTESIMA ORA DI SAN DONATO» È certamente la frazione di S. Maria a Monte più completamente, disastrosamente e lungamente alluvionata del comune, e una delle più colpite in tutto il Valdarno. Scriviamo questo dalla paura, dalla sete e dalla fame. Sabato 5 era stata la giornata di coraggiosi interventi di giovani, che con piccoli canotti di gomma e con natanti di fortuna, ricavati con tavole legate insieme a bussoli vuoti o tronchi d'albero .... Eppure con questa specie di zattere furono tratte in salvo tante persone e fu possibile provvedere ai casi di particolare urgenza e se non altro mantenere un contatto umano con chi aveva bisogno di sentirsi aiutato. Le autorità hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità per venire incontro alla popolazione, così duramente provata. In tutta Santa Croce è nata ua gara di solidarietà e di fraternità nell'accogliere nelle proprie abitazioni i sinistrati e nel fare in modo di alleviare il più possibile il disagio di tante famiglie, rimaste con i panni in dosso. E' da augurarsi che questa solidarietà umana e cristiana serva a favorire la fratellanze e lo scambievole aiuto per una sollecita ripresa di Santa Croce. Pagina 249 Don Nello Micheletti, all'epoca direttore de «La Domenica». Sopra, la frazione di San Donato sommersa dall'acqua articolo dal primo piano della canonica di S. Donato , perché al pian terreno c'è sempre un mezzo metro d'acqua dopo cinque giorni, dacchè l'Arno travolse violentemente gli argini nella zona di Ponticelli. Già dal mattino del ferale 4 Novembre qualcuno, che sapeva, era molto preoccupato . Infatti, dalle due di notte alle sette del mattino il fiume era cresciuto paurosamente di sette metri: paurosamente e inspiegabilmente ! Corse la voce che era giunta una telefonata, avvertendo chi di dovere che, in alta Valdarno erano stati costretti a scaricare nel fiume le acque di una diga che era pericolante . Con tutto questo a San Donato la popolazione era abbastanza tranquilla, anche perché, stando alle testimonianze delle persone che avevano vissuto e passata alluvioni, non c'era da temere quello che purtroppo abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Circa le nove e quaranta, se ben ricordo, venne a mancare la luce elettrica. Intanto, stando alle notizie alla Radio, della TV., con animo fraterno, eravamo addolorati per le sorti di Firenze. Un po più tardi sapemmo state chiuse le cateratte alla confluenza dell'Usciana. A San Donato, col telefono, non si poteva più chiamate, ma soltanto rispondere alla chiamate. Alle diciotto circa venne il Preposto di S. Maria a Monte a informarsi della situazione e a invitarmi a lasciare la Parrocchia . Gli risposi naturalmente che non ci pensavo neppure, anzi che volevo celebrare alle 20.30 la Messa vespertina del primo Alluvioni in Toscana Venerdì del mese. Ricevetti ancora una telefonata dal sindaco, il quale, anche lui, chiedeva notizie, erano le 18.30: gli risposi che avevo il transistor in mano in attesa di sentire che si diceva ... A sera inoltrata del sabato 5, con gioia immensa, ci accorgemmo che l'acqua s'era fermata. Al mattino della domenica, con due parrocchiani: il Sig. Marconcini Vasco e Melai Corrado, che erano riusciti prodigiosamente a pescare una barca, con l'aiuto di due lunghe stanghe, come remi ci avventurammo verso Montecalvoli per vedere se esisteva ancora qualcuno nel mondo .... di là, e per far provviste, perché mancavamo di tutto, specialmente di acqua potabile, latte per i bambini e pane per tutti. Trovammo un sacco di gente che ci guardava trasognata come per dire: «Siete ancora vivi?»... Danni? Incalcolabili! Il patrimonio zootecnico completamente distrutto, compresi i foraggi ammassati sulle aie e spazzati via dalla furia delle acque. Non si era ancora seminato un chicco di grano e chissà se sarà possibile ancora farlo, per cui il futuro si presenta con tinte molto nere. Qualcuno si domanderà: «Perché i Sandonatesi non sono fuggiti e non hanno messi al sicuro il loro bestiame nella giornata di venerdì 4 novembre, quando le cose precipitavano, ma erano ancora in tempo?» Molte saranno le cause, ma personalmente penso che la causa principale sia questa: è mancata una voce competente ed autorevole a dirci la realtà nuda e cruda. (continua) Pagina 250 S. GIOVANNI 0 r Alluvioni in Toscana enerdì, 4 novembre, nella Basilica e Santuario di Maria SS. delle Grazie di S. Giovanni Valdarno, è stata celebrata la Messa prevista nel programma annuale della Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, presente il vicesindaco, Sandra Romei, accompagnata da altri rappresentanti istituzionali e degli ex militari dell'Arma speciale dell'esercito, Bersaglieri e dei Carabinieri in congedo, con i loro stendardi e divise. Una festa, istituita nel 1919 per commemorare la vittoria dell'Italia nella prima guerra mondiale e festeggiata il 4 novembre, data dell'entrata in vigore dell'Armistizio di Villa Giusti, dove venne firmato con l'Austria-Ungheria, il 3 novembre 1918. Dalla guerra alla pace, un cammino che i giovani devono conoscere ed approfondire, un'eredità da preservare per non cadere in tentazioni che non giovano al bene dell'umanità e non solo a quello del nostro Paese. La storia non si studia a pezzi, occorre esercitarsi a mantenere uno sguardo d'insieme che fa stabilire con maggiore consapevolezza e responsabilità i traguardi da raggiungere. Importante la partecipazione dei giovani a queste commemorazioni, che sono mancati; il ricordo dei morti deve creare un legame stretto fra ciò che loro hanno contribuito a creare e la vita da spendere per migliorarlo. Lo studio non in termine classico, può avvenire ovunque, non solo a scuola, specialmente se è la Scuola stessa ad orientare il giovane nel discernere le opportunità che la vita può offrire per approfondire le proprie conoscenze, appropriandosi delle esperienze degli altri. Le parole del parroco, Mons. Luigi Torniai, a commento della meravigliosa pagina evangelica delle «Beatitudini», hanno stimolato ad un pensiero di pace, pace purtroppo smentita dalle guerre in atto, la cui causa deriva più palesemente o guardando più in profondità dalla mancanza di giustizia. Tutti quanti secondo Don Luigi hanno il dovere di approfondire il desiderio di pace, «un comandamento ineludibile per i cristiani», «beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio». La guerra, ha ricordato, non risolve nulla ma se continua ad essere sempre nella nostra mente il desiderio di pace, saremo capaci di creare una mentalità nuova, tale che la pace si farà giustizia e prevarrà sul male. Ha martellato: la cultura di pace prenda il sopravvento sulla cultura di violenza che tanta sofferenza ha creato al nostro popolo, mentre la prima, ricordando l'alluvione di Firenze ad esempio, si è caricata delle sofferenze degli altri. La preghiera ha concluso sia in comunione per tutto quello che va e andrà in questo senso. Non si tratta di vivere un'utopia, il cammino della pace è un percorso non facile ma possibile. «E arrivato, il Principe della pace che ha messo nell'uomo non solo il desiderio ma la possibilità di raggiungerla. Davanti a Maria, sua Madre la preghiera si fa più intensa per il dono che ci ha fatto, permettendoci di conoscerLo e di seguirLo, sostenuti dalla Sua forza e dal Suo amore». Paola Conti V Pagina 251 UNA MOSTRA A MONTEVARCHI DI LINDA LosI Sotto il cartello con la scritta «Sali e Tabacchi. Valori bollati» il paesaggio mostra i segni della devastazione. Le acque si sono ritirate e con la luce del giorno emerge la situazione di Montevarchi in tutta la sua drammaticità: fango ovunque, strade e ponti invasi da detriti di ogni genere, segnali stradali divelti e accatastati sui marciapiedi insieme a tronchi d'albero trascinati dalla piena. E ancora: abitazioni, scantinati, fabbriche e negozi allagati; auto intrappolate nella fanghiglia. E intorno un brulicare di gente che spala melma e cerca di salvare il possibile. Era la notte tra il 3 e il 4 novembre 1966 quando Montevarchi fu colpita dall'alluvione che causerà nelle stesse ore rovine e morti in Valdarno, a Firenze e in tutta la Toscana. Diversamente dal capoluogo toscano (dove l'Arno fu protagonista) a Montevarchi furono i torrenti Giglio, Dogana, Ambra e Caposelvi che, a seguito delle abbondanti piogge, esondarono invadendo il centro cittadino e la frazione di Levane. Un fiume di acqua e fango che procurò danni ingenti a case, attività commerciali e artigiane, fabbriche e opere pubbliche. L'Autostrada e la ferrovia rimasero interrotte per molto tempo. Oltre al grande spavento vissuto dalla popolazione. Sono trascorsi 50 anni dall'alluvione e in molti cittadini è ancora vivo il ricordo della disastrosa inondazione del 19 6 6. La desolazione di quei giorni è documentata nelle immagini della mostra fotografica «Montevarchi Lalluvione del 3-4 novembre 1966» allestita al Chiostro di Cennano fino al 4 dicembre. La mostra, curata da Massimo Anselmi e Enzo Righeschi, è composta da foto d'epoca scattate dai montevarchini Gastone Rotesi (adesso comprese nell'archivio fotografico del Comune di Montevarchi) e Leonello Picchioni, socio dell'associazione Fotoamatori E Mochi (conservate nell'archivio digitale di Massimo Anselmi). C Alluvioni in Toscana i vi-1111). L'allestimento ripercorre attraverso fotografie, pagine di giornali e documenti vari, i primi momenti in cui la città e Levane vennero colpite dalla furia delle acque e i giorni successivi dedicati agli interventi di stima e ripristino danni e alla ricostruzione. Via Roma, piazza Varchi, via Isidoro del Lungo, via Cennano sono immortalate sotto un fiume di acqua e fango, che in alcuni punti (come nella zona centrale detta «il Lavacchio») sfiorò i primi piani delle abitazioni. E ancora: la situazione disastrosa dei torrenti nei quartieri Pestello e Giglio, con gli argini semi-crollati e i ponti ostruiti dai detriti; il cappellificio «La Familiare» alluvionato; pelifici, calzaturifici, piccole botteghe artigiane invase dal fango; la frazione di Levane allagata. E insieme alle immagini in bianco e nero riaffiorano i ricordi ancora nitidi di chi quei giorni l'ha vissuti in prima persona. «Avevo 21 anni, abitavo in via Piave ma il mio babbo aveva il negozio nel centro, in via Isidoro del Lungo: faceva il verniciatore. Nella bottega c'era quasi un metro d'acqua - ricorda Massimo Anselmi -. La mia fidanzata, oggi moglie, lavorava a Pontassieve e la sera del 3 novembre rimase bloccata con il treno a Incisa perché la ferrovia fu interrotta. Tornò alle prime luci dell'alba. I binari a Montevarchi, invasi dall'acqua del torrente Dogana, erano diventati canali». Ma la città e i suoi abitanti seppero reagire con tempestività. «La mattina presto, appena l'acqua iniziava a defluire, i montevarchini erano già al lavoro per ripulire strade e negozi». E, nonostante i problemi, non venne meno lo spirito di solidarietà. «Ci si preoccupò subito di organizzare un centro di raccolta in via Cennano per inviare aiuti agli alluvionati di Firenze, colpiti più duramente di noi», continua Anselmi. E aggiunge: «Con l'impegno di tutti nel giro di pochi giorni la città riuscì a risollevarsi». Ed è così che, come recita la didascalia dell' immagine che conclude la mostra, dopo l'alluvione «Montevarchi riparte». Pagina 252 Quandoó la piena arrivò anche in Valdarno DI PAOLA CONTI i ha celebrato il ricordo del 4 novembre 1966, V-W irenze F quando il fiume Arno straripò cambiando i connotati della città, oltre alle numerose vittime, lasciando lutto e segno profondo di sofferenza nella sua popolazione. Il dramma fece scaturire una solidarietà mondiale che altrettanto incise nel cuore della cittadinanza, rendendo tangibile il valore del suo patrimonio artistico e la sua identità morale e culturale, riferimento per tutta l'umanità. Ma Firenze è stata ed è tale anche per il suo territorio che da sempre ha vissuto le vicende storiche ed ambientali del capoluogo. Borghi, paesi, comuni non colonizzati ma contaminati dalla sua civiltà, liberamente assimilati da cultura, tradizioni, regole e costumi di questa città che ha saputo creare bellezza mantenendo dimensione umana. L'alluvione di Firenze ebbe ripercussione anche nelle altre zone circostanti, in particolare Valdarno fiorentino e aretino, nel primo con conseguenti e ingenti danni materiali e strutturali, nel secondo soprattutto di carattere psicologico. Immagini, mai cancellate, sono tornate a rivivere nelle persone, che furono protagoniste di quel momento storico. La fatica, l'impegno degli «angeli del fango», la loro eroica resistenza, fece parte di una quotidianità straordinaria, dove tutti si prestarono ad atti di servizio e accoglienza, dando inizio ad una gara di umanità. Personaggi importanti accorsero e si occuparono di Firenze, testimoniando il loro amore per questa città, i loro interventi sono rimasti nella memoria storica collettiva. Il racconto di alcune persone del Valdarno, intervistate in gruppo, possono aiutare a capire il sentire comune e a ricreare il clima da apocalisse che si venne a creare in alcuni luoghi. A S. Giovanni Valdarno, passò voce che la diga di Levanella avrebbe ceduto, si diffuse non paura ma panico vero e proprio. Santa, giovane imprenditrice con due figli, esce a precipizio da casa, affidando la figlia alla prima persona, capitata, in motorino, perchè la porti lontano da S. Cipriano (frazione di Cavriglia) verso l'altura, mentre lei accompagnava a piedi. Ada, residente del centro, va a cercare in modo irrazionale i suoi figli verso l'Arno, dove l'acqua alta del fiume è in grave rischio di straripamento, quasi lei stessa fosse diga, protezione degli stessi. «Tanta era la gente che scappava». Una folla impazzita per le strade cittadine, le auto, dove potevano (non c'era ZTL), cercavano di uscire dal centro senza seguire regole, creando caos e scontri. Chi dal negozio di parrucchiere con i bigodini in testa, chi in pigiama, chi anziano senza reggersi autonomamente sulle gambe, con bastone, tutti si dirigevano verso il «Poggio della Ciulla», dietro la stazione ferroviaria, scavalcando non si sa come, il muro alto che segnava barriera e confine fra colle e piano. Rosanna, casalinga, rivive la sua paura iniziata proprio venerdì, quando facendo la spesa si diffonde la notizia che il «Bani», zona sud di S. Giovanni è allagato. Sola, il marito meccanico fuori per lavoro, le figlie di cui la più piccola non sa dove si trovi. Verso le due di notte può ricompattare la famiglia, che dà ospitalità, intanto, ad un cliente, il medico di Faella con la famiglia, per evitare loro rischi di rientro. La cosa bella: la piena fiducia del marito nella Madonna della Basilica di SS. Maria delle Grazie, che «avrebbe protetto S. Giovanni da ogni pericolo». Grazia, residente nel Borro della Madonna, subisce paura per contaminazione, quando comincia a veder arrivare dal centro cittadino, «persone ben vestite» che scappano per andare verso luoghi vicini in posizione alta. Lina, Alluvioni in Toscana dipendente di un'azienda di confezioni, ha un racconto più da osservatrice: fresca sposa, partendo in treno da Firenze per il viaggio di nozze a Genova, vede «tanto buio, persone con stivali immerse fino alle ginocchia nella mota». Fina, cuoca all'asilo nido, assiste al ritiro dei bambini da parte dei genitori, mentre tutto il cibo preparato sarebbe stato sprecato. Altri racconti, uniti da una comune sensazione, la paura, che non si dissiperà fino a quando, finalmente, risuonerà la voce di cessato allarme. Nel gruppo di donne, la testimonianza di don Luigi, parroco di S. Lorenzo e della Basilica, tratteggia un adolescente, giovane seminarista che insieme ai suoi compagni ha notizia dei metri d'acqua che ricoprono Firenze. In Via del Proconsolo, la parrocchia di appartenenza alla diocesi di Fiesole è sommersa da tre metri d'acqua. Da quell'istante la missione di andare, appena possibile, a spalare e pulire, oltre che portare pane e acqua a chi manca. Un'altra situazione, vissuta da Giuseppina ad Incisa Valdarno, allora giovane ragazza, abitante con la sua famiglia, composta di sei persone, compresa una zia ottantenne di grande fede che prega per tutti loro, nel viale della stazione. Il reddito familiare dipende dall'attività del negozio di tabaccheria e drogheria, situato proprio in stretta vicinanza al ponte sull'Arno. Il suo scenario: le case delle vicinanze allagate, il negozio annientato da 4 metri d'acqua alta, di cui il babbo insieme ad un fratello sono riusciti solo in parte a salvare la roba; le persone della zona sui tetti. Nell'appartamento, sopra il davanzale delle finestre accendono candele per «far lume alle case dei Piani». La fuga delle persone, rivolta verso i prati, sopra Loppiano. Ciò che vede è impressionante e pericoloso: «bomboloni» del gasolio galleggianti, che rischiano di schiantarsi sulle mura delle case. Successivamente, dopo il fine pericolo assicurato dal questore di Pontassieve, arrivato a Incisa in elicottero, «ci sono 4 giorni di lavaggio nel fiumiciattolo vicino, di biancheria e quanto altro ricoperto di fango». Giuseppina ha ricordato, infine, con orgoglio il comportamento del babbo e del fratello: la distribuzione gratuita di generi alimentari di prima necessità, e non da meno la condivisione di ospitare cinque famiglie nella loro casa. Pagina 253 I ricordi e le testimonianze di chi ha vissuto il 4 novembre 1966 Alluvioni in Toscana Pagina 254 Tante le iniziative per ricordare quel 4 novembre del '66, quando l'Ombrone «invase» Grosseto. Due giorni di convegno del Rotary agli Industri, mentre il Vescovo ha celebrato la Messa ip, "ei} w rq 9 in Cattedrale accolti nella fede, vogliamo commemorare i 50 anni dall'alluvione che colpì Grosseto. Quel momento, accanto a tanta distruzione, a perdite economiche grandi e anche al sacrificio di una vita, creò anche un sussulto di fraternità, di solidarietà, di aiuto reciproco e di scoperta di tanta carità, tra le persone, nella società Grosseto, nella stessa curia e nella Cattedrale con le tante iniziative di cui la Chiesa si fece carico». Così il vescovo Cetoloni, domenica scorsa nella Messa celebrata nel ricordo della «alluvione per la povera gente», che colpì Grosseto. La Messa ha arricchito le tante iniziative promosse per commemorare quel tragico momento (ne diamo conto anche con altri servizi in pagina) e che sono iniziate il 4 novembre al teatro degli Industri con la 2 giorni promossa dal Rotary club con la Fondazione rotariana «Carlo Berliri Zoppi», entrambi presieduti da Luigi Mansi. Sono intervenuti tanti ospiti, con l'obiettivo, sì, di ricordare, ma anche di analizzare lo stato dell'arte, per capire se siano Alluvioni in Toscana state messe in atto tutte le misure necessarie a far sì che l'Ombrone non rappresenti più una minaccia. Il Vescovo ha sottolineto l'impegno della Chiesa in quei tragici giorni «dai sacerdoti al vescovo Gasbarri, a tanti volontari, che dettero vita a tante iniziative per aiutare chi era stato colpito da quel dramma». «Emerse - ha proseguito - quell'anima bella e quell'umanità che è in tutti noi e che talvolta si assopisce, mentre si risveglia e diventa creativa nei momenti di difficoltà». In occasione della 2 giorni agli Industri c'è stata anche la consegna del riconoscimento «Paul Harris Fellow» a Felice Caldora, che nel '66 fece parte dell'equipaggio dell'aeronautica militare che intervenne nei soccorsi in modo significativo. A concludere in bellezza il «Requiem» di Mozart eseguito in duomo dalla Corale Puccini con il coro polifonico san Nicola e quello dell'università di Pisa e con l'orchestra sinfonica città di Grosseto. Pagina 255 6_ I ., M RICORD La sindaca e l'alluvione del '66 «Fuggii portando via il gatto» 1 CALCINAIA I14 novembre 1966 l'Amo faceva paura anche a Calcinaia. A raccontarlo è la sindaca Lucia pi (nella foto): «Ricordo Ci benissimo di aver preso in braccio il mio gatto bian co, Briciola, e di aver seguito mia madre e mio padre fuori casa, con in mano lo stretto indispensabile per passare la notte. Allora avevo appena 16 anni - racconta la prima cittadina di Calcinaia -. Io e i miei genitori abitavamo di fronte al Lungarno Mazzini e dalla nostra abitazione si vedevano le acque dell'Arno che superavano senza troppa difficoltà il muro di cinta, opportunamente Alluvioni in Toscana rinforzato laddove ce n'era stata la necessità, scivolando fino a terra. Il corso principale e tutte le traverse che afferivano ad esso si erano trasformati in fiumiciattoli, in cui l'acqua scorreva indisturbata, arrivando fin sopra le caviglie di chi si trovava ad attraversarli». «A scopo cautelativo - prosegue Ciampi -, quella notte la passammo a casa di mia sorella che viveva in via Vittorio Emanuele. La piena incuteva timore. Preferimmo per questo motivo allon- tanarci. La situazione a Calcinaia rimase di forte apprensione per lunghe ore, ma gli argini ressero». ORI PRODUZIONE RISERVATA Pagina 256 SANTA CR : L' EVE NTO Mostra dedíc ta al dramma fa nel Valdarno / SANTA CROCE L'Associazione Conciatori per il progetto "A come Amo": nei giorni scorsi è stata inaugurata la mostra fotografica in ricordo dell'alluvione del 1966. Anche le concerie del distretto toscano sono tra i soggetti raccontati da "A come Arno", il progetto artistico che, in occasione del cinquantesimo anno dall'alluvione del 1966, che determinò lo straripamento dell'Arno ne ripercorre l'evoluzione. Nell'ambito di "A come Arno", fino al 19 novembre a Villa Pacchiani a Santa Croce sull'Arno, si tiene la relativa mostra fotografica, parte integrante del Alluvioni in Toscana progetto, che si arricchisce di ulteriori contributi multimediali. Contributi che hanno saputo ripercorrere in modo emozionante l'evoluzione, lungo l'Arno, di una intera regione e del suo tessuto socio-economico. L'opera ha partecipato ai festival fotografici di Arles e Cortona, e sarà completata da una pubblicazione con tutte le storie raccolte e raccontate dagli autori. Il ricordo della Grande Alluvione è ancora vivo nella memoria degli abitanti della zona del Cuoio a causa dei gravissimi danni provocati dall'Arno che ruppe alle Colombaie nel comune di Santa Maria a Monte. ©RI PRODUZIONE RISERVATA Pagina 257 I 6 % i .. - — . . - ul DATO IL GRANDE SUCCESSO L'APERTURA DELLA NOSTRA MOSTRA SULL'ALLUVIONE E' STATA PROROGATA FINO AL 27 NOVEMBRE w': r ,,,,,,,✓k wo, Tutti in coda. a La N LE IMMAGINI, le pagine ingiallite ma ancora stampate nella memoria di ognuno, l'amore per la città e per il suo giornale. Sono passati cinquant'anni, ma l'Alluvione è ancora lì, nella testa dei fiorentini che anche ieri, hanno fatto persino la coda per la mostra de La Nazione. C'È CHI C'ERA, quella mattina del 4 Novembre 1966, c'è chi sarebbe nato di lì a poco, c'è chi scopre per la prima volta la portata del dramma che colpì Firenze. Nonni, genitori, figli. Tutti apprezzano la cronaca, cruda ma reale, che in quei giorni • one, la mostra sarà prorogata fu fondamentale per far sapere prima al re- di noi, un'immensa distesa d'acqua, che sto d'Italia, poi al mondo intero, cosa fosse aveva coperto anche i ponti». realmente accaduto alla nostra Firenze. L'ABBIAMO intitolata « L'Arno straripa a PRIMA degli Angeli del Fango , insomma, Firenze» ma è un'alluvione di partecipazioci furono i fiorentini a rimboccarsi le mani- ne non solo emotiva quella che ha investito che e a spalare, e La Nazione, ricorda chi in la sede del nostro giornale . Per questo, viquesti giorni ha varcato la soglia del nostro sto il successo, La Nazione ha deciso di proauditorium, aperto gratuitamente al pubbli- rogare la mostra fino al 27 novembre. Perco, ebbe un ruolo fondamentale : pungolo ché chi non ha potuto visitarla abbia il temdelle istituzioni e voce di chi non aveva più po di farlo, e perché chi ha voglia di tornare, possa farlo. fiato. Stefano brogioni E POI LA MOSTRA sull'Alluvione, scatena una scarica di ricordi intimi, dettagli che riafforano alla vista di un frammento di quei giorni . Tutto ritorna vivo, attuale. Occhi lucidi, emozioni vere, ricordi personali e familiari . Di vita. «ABITAVAMO a Gavinana, al pian terreno - racconta una visitatrice - il mio babbo fece in tempo a salvare la macchina e farci salire tutti sopra, me, mio fratello, la mamma e la nonna. Avevo undici anni , ero con il pigiama e gli stivali, perché erano le sei, le sei e mezzo di mattina . Al Piazzale Michelangelo, appena fatto giorno, ci rendemmo conto di quello che era successo: sotto Alluvioni in Toscana Pagina 258 ß%1E 'ß ¿u, 2/ 2' ® %2 n % s%l La foto in regato DOMAN I in edicola in abbina mento gratuito con «La Nazione» sarà distribuita la quinta delle dodici foto che compongono la straordinaria collezione di i m magini che «raccontano » l'alluvione del 1966. Le foto, molte delle quali inedite , provengono dall'Archivio F.lli Gori e dall'Archivio Giacomo Apriti e saranno distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì fino all'8 dicembre. Alluvioni in Toscana Pagina 259 sa non per a sua memona iaggio ne storia dell'alluv 0 Ricordato a Palazzo Blu il crollo di 50 anni fa del Ponte Solferino IL SINDACO Filippeschi e le autorità cittadine certamente. Ma soprattuto tanti pisani che ieri si sono messi in fila pazientemente davanti a Palazzo Blu: auditorium «sold out» praticamente già dieci minuti dopo l'apertura. Perché è quei che ieri pomeriggio ha «attraccato» il «cinebattello» dell'Acquario della Memoria, una crociera indietro nel tempo, fino al crollo del Ponte Solferino, il più bello della città, avvenuto il 13 novembre di 50 anni fa e che è stato un vero e proprio viaggio nel rapporto fra la città e il suo fiume. Con anche il ricordo della ben più tragica (almeno per Pisa) alluvione del `49, che costò la vita anche a due persone, e un omaggio al regista Mario Benvenuti, pioniere del cinema a Pisa e maestro dei fratelli Taviani, scomparso pochi fa, all'età di 94 anni: il figlio Paolo, infatti, ha messo a disposizione un video inedito degli anni `40, girato dal padre, che documenta una gara di nuoto in Arno, dal Ponte della Fortezza a quello di Mezzo. sociazione guidata dal regista pisano Lorenzo Garzella era stata programma in Arno, con filmati e immagini d'epoca proiettate dal battello verso le spallette e i palazzi. Ma il fiume ha detto «no»: troppa corrente e detriti per navigare in sicurezza e, così, il «cinebattello» ha fatto scalo a Palazzo Blu per quella che rimane una delle iniziative più originali fra le molte promosse in città per ricordare l'allu- LA CROCIERA pensata dall'as- vione del `66, un evento patrocinato dall'amministrazione comunale e realizzato grazie alla collaborazione e al sostegno di Teche Rai e Cinecittà Luce, Toscana Film Commission, Toscana Energia e Saint Gobain. CHI IERI ha affollato l'auditorium ha anche avuto modo di visitare la mostra «4 novembre 1966 a Pisa» dedicata alluvione di cinquanta anni fa e con le immagini dell'archivio Frassi, curata dal giornalista Giuseppe Meucci e dallo storico dell'arte Stefano Renzoni. Domani, invece, torna l'appuntamento con La Nazione: con il nostro quotidiano, infatti, sarà in distribuzione un'altra delle dodici fotografie pisane (stampate da Pacini) dell'alluvione del `66, scatti provenienti dall'archivio anch'essi dall'archivio Frassi, oggi di proprietà della Fondazione Pisa. Due uscite la settimana (martedi e giovedi) rese possibili grazie alla collaborazione di una «squadra di sponsor» (Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa e Collegio dei Geometri). Francesco Paletti ...; ...;., ., P>o ,ridcó,ia Viangio ndln stoiin dd d! Ineinie n,S Ct??` ti ür1g }ü ... si it' 11. tlÆ 6á i á6 9@ lt € Rt atdái . LUNGA4 ir' 'I II Ponte Solferino crollato il 13 novembre 1966 Alluvioni in Toscana w, . ... ® ® ® 6A it€1d6fl ߀1B N R91FM6+Rk 2696 sr,aer eix0 nuno% Pagina 260 FRA MEMOR I A E FUT U RO Firenze, i ® oltre 2500 visitatoti. Restera ' Stefano r ioni FIRENZE L 4 NOVEMBRE del 1966 straripò l'Arno a Firenze, ma cinquanta anni dopo è dilagante l'affetto, non soltanto dei fiorentini, per quell'evento che fu sì catastrofe, ma anche il simbolo della tenacia di una comunità e dell'amore che tutto il mondo nutriva per questa città. È lo stesso affetto che si respira in questi giorni, nella sede del nostro giornale, quando - come nel week end appena trascorso con punte di oltre 2500 presenze solo nella giornata di ieri - i visitatori si sono addirittura messi in coda pur di rivivere, attraverso filmati, immagini e giornali dell'epoca, quella pagina di storia che fu pubblica e al tempo stesso privata. Per questo, per soddisfare la grande richiesta, la mostra L'Arno straripa a Firenze - il titolo con cui quel 4 novembre La Nazione raccontò il dramma in corso - sarà prorogata fino a domenica 27 novembre. Anche ieri in oltre 2500 hanno atteso con pazienza d i visitare La rasseg na PERCHé è un rapporto indissolubile quello tra il giornale di Firenze e della Toscana e i suoi lettori. Che non s'interruppe neppure in quei giorni, quando la nuovissima sede di viale Giovine Italia venne sommersa dall'acqua. Nonostante la tragedia e le innumerevoli difficoltà, ogni componente de La Nazione mantenne il suo compito e permise di far uscire il giornale in edicola e di raccontare quale fosse la drammatica situazione di Firenze in quei giorni. Ed oggi, questa grande partecipazione alla mostra ripaga e appaga per quel lavoro immane svolto da chi c'era e non si fece annichilire dalla distruzione. Alluvioni in Toscana UN GRAZIE che si materializza negli occhi lucidi di chi s'incanta davanti a pagine ingiallite o, immergendosi nel racconto di chi visse quei momenti nei fimati e nelle interviste, ricomponendo frammenti indelebili della propria eistenza. Drammi, gioia, emozioni. Basta scorrere il libro sul quale i visitatori lasciano un loro commento per comprendere cosa abbia significato quel 4 novembre di 50 anni fa, per fiorentini e non, ma anche quanto importante e insostituibile sia il ruolo di custode della memoria collettiva del giornale. Con i pensieri di chi è passato da qui, sembra di sentire il rumore della pala carica di fango che raschiava l'asfalto, o di avvertire i razi suoi familiari l'alluvione è «un ricordo che ti prende il cuore e lo stomaco». Oppure, per un visitatore che all'epoca aveva nove anni, il 4 novembre è quel pomeriggio «trascorso alla finestra» della sua casa di via della Colonna. Non ci sono soltanto fiorentini: Francesco Mati, presidente del distretto vivaistico pistoiese, ricorda che allora anche i vivaisti parteciparono alla ricostruzione inviando alberi e piante per far rifiorire parchi e giardini fiorentini. Messaggi in tedesco, inglese, francese, testimoniano infine l'internazionalità di quel dramma che colpì Firenze. Ma anche quanto è importante esserci, allora ed oggi. enti e comm enti anche d i vi p arricchiscono La mostra l'odore pungente della nafta dei serbatoi di case e fabbriche portata ovunque dale ondate di acqua nera e oleosa. «S P LEND I DA informazione per i giovani. Un ricordo triste, ma di grande aiuto per chi era presente», scrive Rossella sul libro d'onore della rassegna. Per Wilma e i Visite guidate per te scotaresche Le scuole interessate a far vedere la mostra «L'Arno straripa a Firenze » ai propri studenti possono prenotare una visita guidata mattutina chiamando allo 055 .2495870 ; I.I.U\ Il':^iE 50 ANNI ßmm lerln mosln della \evio°e 111"r11VÁ Pagina 261 7, ;'1" , != T 3, 1 "4 I Inw ..I M-V LA SALA Decine di vistatori ieri assiepati davanti ai touch screen che contengono foto e pagine storiche Le immagini I ringraziamenti Sui quattro touch screen al centro dell'auditorium Monti è possibile osservare le foto tratte dai nostri archivi e anche quelle che sono state inviate dai lettori al giornale Decine anche i messaggi lasciati sul libro della mostra in tedesco, inglese, francese, a testimoniare l'internazionalità di quel dramma che colpì Firenze Tre le proiezioni visibili alla mostra. Una dell'istituto Luce, l'altra girata dal maestro Franco Zeffirelli e l'ultima, inedita, è prodotta e realizzata da La Nazione Alluvioni in Toscana Pagina 262 1 GROSSETO Riprende, dopo la pausa domenicale, il viaggio del Tirreno nella grande alluvione del '66: fra passato e presente. In edicola, con la copia del quoti diano, c'è in regalo la scheda con le foto di ieri e oggi dell'Agenzia Bf : oggi siamo in piazza Lamarmora, devastata nel '66 da acqua e fango; le foto sono state scattate dando le spalle al rilevato ferroviario, all'altezza del sottopasso. Ecco com'era e com'è. Accompagna gli scatti fotografici una breve testimonianza - " Trappola ferrovia" dai racconti di Eligio Macelloni e DiloPiani. L'Italia del boom si motorizzava con le piccole Fiat, 500 e 600. Sono queste vetture che puntellano le drammatiche fotocronache dell'alluvione del 1966 a Grosseto: eccone tre, distrutte o a un passo dal baratro, in piazza Lamarmora, letteralmente sventrata dalla furia delle acque trascinate nell'imbuto del sottopasso ferroviario. La caserma dei carabinieri, ristrutturata, è ancora lì, sede del comando provinciale. E ancora lì è il sottopasso, in origine tunnel pedonale detto "del Lazzeretto" poi aperto al traffico veicolare. C'è qualcosa che ci avvicina al passato: come il gemello al Ponte dei Macelli, ancora nel 2016 quando piove un po' più del solito, si trasforma in una trappola per automobilisti incauti. E leggiamo stralci dei rac- Alluvioni in Toscana Piazza Lamarmora devastata dall'alluvione di cinquanta anni fa (foto Bf) conti di Eligio Macelloni e Danilo Piani. Novembre 1066. «La ferrovia - descrivono - aveva fatto da argine perché i ponti erano tappati da tutte le cose trascinate dalla corrente. E così piazza Lamarmora era diventata una specie di lago, finché la ferrovia è crollata». Trappola ferrovia, appunto: riprende il loro racconto: «L'allora comandante dei vigili urbani, attrezzato con un gom- mone - descrivono- provò a passare di là perché voleva salvare della gente, ma non ci riuscì e dovettero tirarlo su dall'altra parte dalla parte sinistra di viale Sonnino». Il peggio forse ancora si doveva vedere: «Quando l'acqua si è ritirata - raccontano : è rimasto un disastro: gli animali morti, i maiali, le macchine rovesciate». E quei ricordi, tutt'oggi, rimangono vivi nella memoria. Pagina 263 ma la gente dí Pontedera seppe reagíre D PONTEDERA L'acqua alta, il fango appiccicoso, il silenzio irreale. E la distruzione. Quel 4 novembre del 1966 fu simile per tutti a Pontedera e nelle zone inondate dai fiumi in piena. Un giorno impossibile da dimenticare e che è stato raccontato a chi non c'era o era troppo piccolo per avere scene nitide. Come per Andrea Niccolaioni, ex commerciante di primo piano della città della Vespa, che ricordala vicenda di suo padre Remo, rimasto fuori casa per tre giorni perché sorpreso dall'alluvione dopo essere stato in Comune per rifornire gli operatori di stivali di gomma e altre attrezzature per far fronte all'emergenza. «Senza contare i danni al negozio di famiglia», aggiunge Niccolaioni. In quel periodo i Niccolaioni erano proprietari della Casa della gomma, un negozio in via della Misericordia non lontano da quello storico di articoli sportivi, chiuso pochi anni fa. In vendita c'erano casalinghi, materassi e giocattoli. Giochi in Alluvioni in Toscana latta e metallo, tipici del tempo. Semplici, visti a cinquant'anni di distanza, ma anche affascinanti e soprattutto luccicanti e splendenti per i bambini dell'epoca. «Tutto perduto - replica Andrea Niccolaioni - perché l'acqua entrò nel negozio e lasciò la più completa desolazione». Ma la conta venne fatta dopo. Prima c'era da mettersi in salvo e da tornare a casa. «Che al mio babbo non riuscì - dice ancora l'ex commerciante - Fu costretto a rimanere fuori di casa per tre giorni». Quando la situazione sembrava volgere al peggio, molti commercianti di Pontedera misero a disposizione delle squadre di soccorso quello che potevano. E Remo Niccolaioni consegnò stivali di gomma in Comune. «Venne sorpreso dall'ondata di piena che invase la città - dice ancora il figlio Andrea - Non sapendo dove andare si rifugiò in casa di amici nelle vicinanze. E lì rimase per tre giorni. Ma erano altri tempi in una situazione assolutamente eccezionale che, per fortuna, finora non si è più ripetuta. For- se oggi quella solidarietà e l'aiuto reciproco che seppero darsi le persone non sarebbe possibile». Meglio non verificare, anche se in effetti c'è verità in questa tesi. Nei giorni dell'alluvione molti commercianti sostennero le famiglie più in difficoltà e misero a disposizione dell'amministrazione comunale quello che potevano per riuscire a superare le enormi difficoltà create dalla fuoriuscita dell'Era. Un evento che lasciò la città in condizioni disastrate, molti simili alle conseguenze della guerra. Ma il senso di solidarietà e di appartenenza a un luogo come Pontedera riuscirono a far fronte a un disastro inatteso e devastante perle ripercussioni che ebbe sui beni materiali e sul morale delle per- sone. La ricorrenza del 4 novembre 1966 a cinquant'anni da quel tragico evento, che anche nelle prossime settimane sarà ricordato, tocca da vicino anche i commercianti storici, quelli ormai in via d'estinzione. Ma che seppero dare una mano per far ripartire la città. Andreas Quirici ij=oikr. ìC[n a, r i , „ ,u, , •,1 Pagina 264 Un'altra immagine dei danni causati dall'inondazione a Pontedera Alluvioni in Toscana Pagina 265 IL RICORDO I BALDACCI9 VICESINDACO « Riman e mmo is olati in c a s a freddo e con pochi viveri» 1 PONSACCO «Nella mia vita ho vissuto varie alluvioni - spiega Floriano Baldacci, ex vicesindaco di Ponsacco - La prima è stata quella del '66, quando avevo 17 anni, e abitavo con la famiglia in via Puntale, al piano terreno. l'acqua Arrivò dell'Era il 4 novembre del '66: si spinse fino al ponte, colpendo abitazioni, negozi e laboratori artigiani, lungo via Valdera C., e arrivando fino alle campagne di Valdicava lungo via Chiavaccini, via Maremmana, via Pinocchio. L'Era non aveva argini e fu facile la tracimazione. In quel periodo ero studente dell'istituto d'arte a Cascina e fui costretto a rimanere a casa alcuni giorni». Floriano Baldacci, classe '49, exvicesindaco nella giunta Cicarelli, ha vissuto la prima alluvione nel '66, quando era iscritto ai Giovani Comunisti. Oggi è pensionato, sposato, con due figli, è attivo nelle file del Pd. E membro attivo della Protezione Civile, ha vissuto come amministratore l'alluvione del 2014 a Ponsacco, calzando gli stivali con l'acqua fino alla pancia, per aiutare i cittadini. E stato lui stesso alluvionato nel '92 e nel '93, ha prestato servizio ai terremotati a L'Aquila e a Reggio Emilia, ha guidato anche la ruspa durante le nevicate per spalare neve. «Nel'66 nella mia casa l'acqua fangosa riempì il garage fino a mezzo metro - racconta Baldacci - mentre in strada arrivò a un metro e mezzo. Eravamo senza telefono e la luce andava e veniva. Quando ci informarono che l'Era aveva allagato a Pontedera, rompendo l'argine alla Montagnola, tirammo un respiro di sollievo, altrimenti i danni per Ponsacco sarebbero stati maggiori. Il fiume Cascina era tenuto sotto controllo, sul Alluvioni in Toscana Floriano Baldacci ponte molta gente stava a sorvegliare, perché mancavano davvero pochi centimetri alla tracimazione. Rimanemmo isolati in casa con i soli viveri della dispensa. Si segnava sul muro il livello dell'acqua fangosa, e pian piano scendeva. Alcuni ponsacchini avevano le barche e si improvvisarono traghettatori: salvarono diverse persone. Era freddo, e non ci si poteva scaldare. Ricordo di aver spalato tanto fango, nonostante lo spavento dell' alluvione, anche con i secchi». «La città più danneggiata fu Pontedera, la solidarietà fu immediata - prosegue l'ex vicesindaco - verso amici e parenti. In un primo momento si poteva arrivare fino al cimitero di Pontedera, ma quando l'acqua si ritirò, corremmo subito alla fabbrica di vestiti da bambini ' Marli", che era di nostri parenti. Tra i primi ponsacchini, che entrarono nella Pontedera alluvionata, ci fu il geometra Lovanio Lombardi, ormai scomparso, padre dell'ingegner Giovanni, che entrò in città con un gommone e i volontari». Elenalacoponi CRI PRODUZIONE RISERVATA Pagina 266 In iùúst ra la fo/ to C/ AIIa /Aone Fino adomanica il museo di Fucecchio ospita la mostra fotografica " Fucecchio novembre 1966.1 giorni dei l'alluvione ". Apertura sabato , domenica e festivi 16 - 19 e dal martedì al venerdì 10-13. Info tel. 0571268262/229 - museo comune. fucecchio.fLit oggi alle 17 laboratorio per ragazzi (età 9-13) dal titolo " 1I salvataggio della memoria. La storia dei libri feriti". L'incontro vuole spiegare ai ragazzi di che materiale sono fatti i libri e come sono conservati, cosa succede a un libro e alle carte quando subiscono dei danni e le conseguenze che ne derivano. Saranno utilizzate immagini del recupero dei volumi della Biblioteca Nazionale di Firenze e verrà raccontato cosa è stato fatto per salvare i volumi alluvionati. Alluvioni in Toscana Pagina 267 "ACQUA PASSATA" AD OFFICINA GIOVANI Domani alle 21,30 ad Officina Giovani andrà in scena lo spettacolo dal titolo "Acqua passata" dell'associazione "la Cloche". L'iniziativa fa parte della rassegna On Stage Teatro. L'ingresso è gratuito. Maledetti toscani che anche con l'alluvione non perdono lavoglia di scherzare, di canzonare e di dissacrareí Ë questo lo spirito della serata-evento dal titolo "Acqua Passata", ideata e organizzata dal l'Associazione Culturale "La Cloche Teatro" di Campi Bisenzio, chevedrà Sul palco attori e attrici della Compagnia che leggeranno diversi racconti selezionati da importanti pubblicazioni "celebrative." SU I l'argomento, nonché alcuni testi originali scritti appositamente da Paolo Spannocchi per questi due importanti anniversari:25 anni dall'Alluvione di Campi Bisenzio dei 1991 e 50 anni dall'Alluvione di Firenze e Provincia del 1966. Per info: Officina Giovan i, Piazza dei Macelli, 4, tel. 0574.1836753, e-mail staff [email protected], sito web www.portalegiovan i.prato.it, f.b.: Officina Giovani. Alluvioni in Toscana Pagina 268 Recensíone Teatro Tutte le maschere dell'Alluvione sul volto di Zannoni d i Gherardo Vitali Rosati Per farci rivivere i giorni dell'alluvione, Alberto Severi tratteggia una carrellata di personaggi - veri odi fantasia che prendono vita al Niccolini, grazie alla magistrale interpretazione di Marco Zannoni. «Fincostassù», prodotto dal teatro della Toscana e diretto da Lorenzo Degli Marco Zannoni al Niccolini In scena anche stasera e domani Alluvioni in Toscana Innocenti, si apre con la diga di Levane e ci presenterà poi gli orefici del Ponte Vecchio o il noto guardiano dell'acquedotto dell'Anconella, ucciso dalla piena durante un'intervista telefonica. In un attimo Zannoni cambia voce e movenze, senza mai scadere nel caricaturale. Non mancano giochi di parole e battute scoppiettanti, in un fiorentino verace e ricco di neologismi, un pó alla Maria Cassi. Manca un legame più forte tra i vari capitoli, che manterrebbe più viva l'attenzione. Bella la scenografia evocativa di Emiliano Gisolfi, meno risolte le luci, con innumerevoli e stancanti bui. Pagina 269 restauro dei li ' antichi laboratorio SCATTA oggi alle 17 al museo civico di Fucecchio l'appuntamento con «Il salvataggio della memoria. La storia dei libri feriti». Nello specifico si tratta di un'iniziativa davvero interessante organizzata dalla biblioteca comunale «Indro Montanelli», un laboratorio per ragazzi dai 9 ai 13 anni che potranno così scoprire cosa succede a un testo e alle carte quando subiscono dei danni. L'appuntamento sarà condotto dall'esperta di restauro e conservazione del libro Nunzia Morosini. Nell'occasione saranno diffuse immagini dei volumi recuperati dalla biblioteca nazionale di Firenze e verrà raccontato ai giovani presenti come si è agito per salvare i libri cinquant'anni fa, ai tempi della terrificante alluvione. Esperienze pratiche e racconti di cui i giovani bibliofili potranno far tesoro. G.C. Alluvioni in Toscana Pagina 270 Laboratori, incontri e letture nelle biblioteche IL 50° ANNIVERSARIO dell'alluvione di Firenze è stato ricordato lo scorso 4 novembre anche a Empoli, ma il percorso di raccolta e recupero della memoria, dal quale possano prendere forma riflessioni attuali per promuovere la cultura dell'acqua e della condivisione del ricordo, va avanti. E accompagnerà adulti e bambini fino all'inizio del nuovo anno. Si chiama «Un fiume di libri: la lettura legata al fiume Arno, alla memoria, al ricordo» il progetto promosso dalla Rete documentaria REA.net in collaborazione con la Rete Bibliolandia di Pisa e finanziato dalla Regione Toscana. Il gruppo che raccoglie anche le biblioteche dell'Empolese Valdelsa ha organizzato un'iniziativa comune di promo- zione della lettura legata al tema del fiume Arno contribuendo a diffondere la conoscenza di ciò che avvenne nel `66. Una serie di eventi mirati a tenere alto il livello dell'attenzione e della prevenzione sul rischio idraulico e ambientale. Oggi al Mmab di Montelupo alle 17 sarà organizzato «Il fiume dipinto: lo scorrere del fiume nelle opere d'arte». Il laboratorio per ragazzi (6-10 anni) prevede un viaggio nelle opere di grandi artisti che nel tempo hanno raccontato il paesaggio abitato da un fiume. A Fucecchio c'è tempo fino a domenica per visitare «4 e 5 novembre 1966: i giorni dell'alluvione», la mostra delle fotografie realizzate tra Fucecchio e Ponte a Cappiano mentre fino al 24 al Ridotto del Teatro del Popolo di Castelfiorentino c'è «L'Elsa da vivere, non da temere: Castelfiorentino 1966- 2016», immagini e storie di fango, paura e solidarietà. Si intitola «La guerra grande dell'Arno. Letture, musiche e voci dal fiume» l'iniziativa organizzata per le 17 di giovedì alla biblioteca comunale «Renato Fucini» di Empoli. Previste letture a cura di Anna Dimaggio accompagnate dalle musiche di Gabriele Bochicchio. Sabato alle 17,30 invece il Cenacolo degli Agostinani ospiterà la presentazione del libro «Lungo l'Arno. Paesaggi, storia e cultura» con l'autrice Saida Grifoni. Il MuMeLoc di Cerreto Guidi, infine, farà da cornice, a partire da sabato, alla mostra «L'alluvione, cinquant'anni dopo». Ylenia Cecchetti Oggi at Mmab di Montetupo poi te mostre a Castetfiorentino e Fucecchio e dopodomani atta Fucini. Sabato at MuMeLoc Alluvioni in Toscana Pagina 271 L" CHI NON E' ANCORA RIUSCITO A VISITARE LA MOSTRA POTRA°FARLO FINO AL 27 NOVEMBRE LA MOSTRA E' STATA VISITATA IERI DA AN DREA CECCHERINI , PRESIDENTE DELL' OSSERVATORIO PERMANENTE GIOVANI EDITORI HANNO VISITATO LA NOSTRA ESPOSIZIONE ANCHE CARLO CONTI, LEONARDO PIERACCIONI E GIORGIO PANARIELLO ANCHE IERI COME ACCADUTO DOMENICA MOLTE PERSONE HANNO ATTESO IN FILA IL PROPRIO TURNO PER LA MOSTRA //. Migliaia iWsi ; anche i` grande successo i E' STATA prorogata fino al 27 di novembre la mostra sull'alluvione di Firenze allestita nell'auditorium dei nostro giornale. Dopo il grande successo ottenuto dal giorno dell'inaugurazione e nei due giorni di apertura straordinaria, abbiamo deciso di dare la possibilità di visitare l'esposizione anche a chi nei giorni scorsi non è riuscito ad entrare a causa della grande affluenza. Anche ieri centinaia di persone si sono messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del 1966. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante, il dramma di quel pub lico giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si torvava in quelle ore in città. E La Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novembre del 1966, in un mix tra tradizione e innovazione, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari. La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato con orario 9.30-12.30 e 15-18. II direttore De Robertis con Franco Vichi e Andrea Calistri, direttore e presidente di Cna Firenze Viska della Regione con l'assessore Vincenzo Ceccarelli G///G/ ANCH E la Regione ieri ha reso omaggio, con la visita dell'assessore ai trsporti Vincenzo Ceccarelli, alla mostra sull'alluvione allestita da «La Nazíone» che proseguirà fino ai 27 novembre La delegazione dell'Enel LA N OSTRA mostra è stata visitata ieri anche da una delegazione dell'Enel. 1 dirigenti intervenuti in auditorium sono stati accompagnati dal direttore Pier Francesco De Robertis e hanno osservato con interesse le prime pagine e le fotografie che raccontano l'alluilivione. Alluvioni in Toscana Pagina 272 St ® ín it os p ìtì MY em ® SONO tantissimi i visitatori e tantissimi i messaggi lasciati sul libro d'onore de La Nazione dai fiorentini che hanno visitato l'esposizione. Anche ieri centinaia di persone si sono messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del 1966. M %/ II tavolo con i supporti multimediali Uno dei filmati che è possibile vedere pagine Fotografi e La storia a portata di mare N ELLA MOSTRA che abbiamo allestito nel nostro auditorium si trovano varie aree che raccontano quei giorni drammatici. E' possibile vedere il film capolavoro girato dal grande regista Franco Ze irelli e il filmato realizzato da La Nazione con il racconto dei lettori e dei giornalisti che vissero in prima persona il dramma dell'alluvione. E ancora, le prime pagine dei nostro giornale, le fotografie inedite, i contributi multimediali e i giornali dell'epoca salvati dal fango. L'ingresso è gratuito, la mostra resterà aperta fino al 27 novembre. Alluvioni in Toscana Le prime pagine dei nostro giornale Pagina 273 n • • ._,,, .1 • ;, n,,I v J 'C' -., , , d'as • j • a ., . i; . Conti, Panariello ANDREA Ceccherini, presidente dell'Osservatorio Permanente Giovani Editori, ha visitato ieri la mostra sull'alluvione allestita nel nostro auditorium. Accompagnato dal direttore de La Nazione, Pier Francesco De Robertis, il presidente Ceccherini si è soffermato sulle immagini e ha osservato con interesse le prime pagine del nostro giornale. Più tardi è stata la volta di Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello: il paradiso all'improvviso per i tantissimi visitatori della nostra bella mostra sull'alluvione che ieri si sono trovati davanti i tre famosi artisti, recordmen di incassi col loro spettacolo, già sold out le prime sei date de «Il tour>. 1a l Cl molto importante per l'identità non solo di una città ma anche di un Paese ricordare i momenti più tristi». «Non avrei pensato di vedere una mostra così - ha ammesso Giorgio Panariello -. E' bello che si possa leggere in queste fotografie e in queste pagine di giornale un racconto che ha toccato tutti. E che ha unito la gente». «Eravamo tutti più piccoli, ma il ricor- l a La Nazione do dell'alluvione è vivo in tutti i racconti di una generazione - ha ricordato Leonardo Pieraccioni vedere in queste fotografie cosa è riuscito a fare l'Arno è veramente un documento incredibile. Capisco che venga tanta gente». E anche ieri pienone, e file in via Paolieri di persone che sono rimaste ore in fila per vedere quel che accadde quel famoso 4 novembre 1966. ANCHE da noi il trio di amici da sempre ha raccolto applausi e richiesta di foto e proprio ieri hanno comunicato che si aggiungeranno due nuovi appuntamenti: il 6 e il 7 gennaio. «Una mostra bellissima - ha detto Carlo Conti - che tutti dovrebbero vedere. E' 7,,- i,,7!w,n per gti studenti Le scuote che sono interessate a far vedere la mostra «L'Arno straripa a Firenze» ai propri studenti possono prenotare una visita guidata mattutina chiamando allo 055 . 2495870 d ' onore Decine e decine anche i messaggi lasciati sul libro d'onore della mostra in tedesco , inglese, francese, a testimoniare l'internazionalità di quel dramma che colpì Firenze I In alto e sopra Andrea Ceccherini con il direttore De FF.ohertis Alluvioni in Toscana Pagina 274 14 Leonardo Pieraccioni , Carlo Conti e Giorgio Panariello durante la visita alla mostra insieme al direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis Alluvioni in Toscana Pagina 275 VALORI IONE D EL PATRIMONIO ARCHIVISTICO D ELLA TOSCANA Arte e memoria, l'esempio di Prunai CI SONO eroi che non fanno rumore: passano sulla vita leggeri anche quando portano grandi pesi. Giulio Prunai è stato uno di questi. Nato a Siena nel 1906, soprintendente archivistico per la Toscana dal 1954 al 1971, si trovò a fronteggiare quasi da solo l'alluvione del 1966, che travolse non solo i grandi istituti di conservazione ma anche i moltissimi archivi disseminati nella città e nella Regione. E' stato grazie all'anniversario Alluvioni in Toscana dell'alluvione che questa figura è riemersa dall'oblio. Ed è riemersa anche una parte della sua storia personale, quella della tragica esperienza vissuta durante la guerra quando, tenente di vascello, venne catturato dai tedeschi e trascorse due anni nei lager nazisti. Durante questi due anni scrisse un diario che riuscì a salvare da tutte le perquisizioni e a riportare a casa. Oggi, alle ore 16, in Palazzo Neroni, sede della Soprintendenza Archivistica della Toscana (via de' Ginori, 7) si terrà un evento dedicato a Prunai: per la prima volta sarà data lettura di una selezione di brani dal suo diario e sarà intitolata a lui la Biblioteca della Soprintendenza. Poi verrà presentato l'accordo per la valorizzazione del patrimonio archivistico che è stato sottoscritto tra Regione e Soprintendenza Archivistica, con la promozione di azioni di censimento, di conoscenza e apertura al grande pubblico del patrimonio di memoria conservato nella nostra Regione. Pagina 276 PRESSO la Biblioteca di Scandicci, fino a venerdì 2 dicembre e in orario di apertura, è visitabile il percorso espositivo 50 anni dall'Alluvione. La mostra è 'Scandicci dal fango alla rinascita' ed è stata realizzata con documenti e immagini dell'Archivio Storico comunale di Scandicci Alluvioni in Toscana Pagina 277 NEL 1991 L'ALLUVIONE PROVOCO' UNA VITTIMA E TANTI DANNI. UN ANNIVERSARIO INTONO MINORE Quando la piena della M di M. SERENA QUERCIOLI ERA la notte fra il 15 e 16 novembre 1991 quando le acque del torrente Marina sfondarono l'argine a Fornello e invasero la zona nord di Campi Bisenzio. Questa sera, per ricordare, alle 21 ci sarà un consiglio comunale aperto ed è stata allestita una mostra fotografica nel foyer del teatro Dante. Le cronache de La Nazione in particolare, raccontarono quella tragica notte durante la quale morì anche un'anziana, imprigionata dalle acque nella sua casa di via Limite. E' però un 25° anniversario senza grandi eventi e soprattutto senza il contributo del Comitato alluvionati di Campi: «Mentre i cinquant'anni dall'alluvione di Firenze sono stati ricordati con iniziative prestigiose, la nostra alluvione non ha visto altrettanta attenzione commenta Antonio Esposito, presidente del Comitato - Ho ancora vivi nel cuore quei terribili giorni e la situazione di estrema difficoltà nella quale si trovarono 2000 famiglie e attività produttive. Quell'esperienza ha segnato per anni la mia vita. Il Comitato attraverso un duro lavoro per il ripristino delle abitazioni e dei beni e con altrettanto grosso impegno nell'azione svolta per anni, dimostrò la massima volontà a fece più paura dell' e la più grande tenacia per far valere i propri diritti. Fu una lunga e difficile battaglia che, forse per la prima volta nella storia delle ricorrenti calamità, vide riconosciuto e sancito con un decreto il diritto al risarcimento dei danni anche `ai beni e le cose dei privati cittadini'. Non tutte le istituzioni, a partire da quelle a noi più vicine, rispettarono quell'impegno e le cause legali (che ho avuto l'onere e l'onore di seguire per tutto il loro iter, peraltro vittorioso) furono la diretta conseguenza di comportamenti non del tutto rispettosi di una legge che parlava in modo chiarissimo e inequivocabile. A distanza di 25 anni reputo doveroso rivolgere a quanti hanno vissuto con me quei momenti un sentito ringraziamento. Un ricordo affettuoso alla signora Dina Nistri che purtroppo perse la vita». IL 1991 segnò il punto di svolta nella sicurezza idraulica a Campi: da allora il Consorzio di Bonifica ha investito oltre 50 milioni di euro in casse di espansione, impianti idrovori (da Crucignano alle paratie sul fosso Reale) rifacimento argini di fiumi (Bisenzio), torrenti (Marina, Marinella, Garille) e fossi (Macinante, Reale, Vingone Lupo e altri). Fra gli ultimi investimenti i 2 milioni di euro per la Marina. Stasera M arco B ott ino (Consorzio di B onifica) illustrerà i lavori effettuati e quello che c'è ancora da fare Via dei Gelsomino alluvionata nel 1991 (foto dal libro " Campi Bisenzio giorni dell'alluvione 1966-1991 " di F. Nucci) Alluvioni in Toscana Pagina 278 Riconoscimenti per l'ex sindaco di Pontassieve, Enzo Boscherinì, e per il Generale Lamberto Disibio AJ.%,a.vi , riconoscimento per il generate Disibio Pontassieve I N OCCAS I ONE dei cinquant'anni dall'alluvione di Firenze, che colpì anche i suoi dintorni, Pontassieve ha celebrato alcuni importanti protagonisti di quei giorni. L'occasione è stata il convegno dall'Associazione culturale Fotografi del Levante Fiorentino ed intitolato «Com'era l'acqua. Scuola e territorio», dedicato al lavoro della professoressa Idana Pescioli. Alla cui memoria verrà assegnato il Ponte mediceo, massimo riconoscimento del Comune di Pontassieve. Lo spunto per ricordare i 50 anni dell'alluvione è nata dal libro della professoressa Idana Pescioli che, a poca distanza dall'alluvione del'66, già nel febbraio del 1967 diede alle stampe il volume «Com'era l'acqua. I bambini di Firenze raccontano». Nel corso della cerimonia sono stati consegnati riconoscimenti anche all'ex sindaco di Pontassieve, Enzo Boscherini, e al Generale Lamberto Disibio, che nel 1966 era Tenente a Pontassieve. Alluvioni in Toscana Pagina 279 ACCADEMIA DELLE ARTI E DEL DISEGNO Fino al 28 dicembre LA SALA delle esposizioni in Via Ricasoli 68 prende in esame l'inedito rapporto tra alluvione del 4 novembre 1966 e la produzione artistica, prendendo le mosse proprio dall'Accademia delle Arti del Disegno, l'istituto che dal 1563 riunisce a Firenze i più famosi pittori, scultori e architetti. Alluvioni in Toscana Pagina 280 In breve Vivere il fi ume come una opportun ità Mostra ancora aperta Via Ginori I al prossimo 30 novembre, presso il Polo universitario grossetano è possibile visitare la mostra «La percezione del fiume Ombrone come opportunità». Una esposizione curata dall'Ordine degli ingegneri, architetti e dal Collegio dei geometri della provincia. 1125 novembre li Industri al Teatro » «Su[ fit tt' c Via Mazzini «IL FILO dell'acqua». Si intitola così lo spettacolo di Francesco Niccoliniin programma il 25 novembre, alle 10 per le scuole e alle 21 per tutti i grossetani, al Teatro degli Industri. Si tratta di uno degli eventi inseriti nel cartellone ufficiale «Ombrone 1966/2016 » peri 50 anni dall'alluvione. Alluvioni in Toscana Pagina 281 IL SINDACO E IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI BONIFICA HANNO INAUGU RATO IL RESTAURO DEL MONUMENTO m «Qui ve CI SI BUTTAVA giù con un sacchetto di nailon fino a tuffarsi nell'Ombrone. Ieri mattina Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud ne ha raccontati diversi di «episodi di gioventù» relativi alla Piramide della Steccaia. Era raggiante il presidente. Ed emozionato. Perché da amministratore di un ente molto importante per la città e per la Maremma restituiva al patrimonio della sua Grosseto un monumento simbolo della storia locale, ma anche della storia personale sua e di tantissimi grossetani. Sì, ieri mattina, con un vento freddo che tagliava i volti degli intervenuti, è stato inaugurato con tanto di taglio del nastro il restauro della Piramide della Steccaia. Un monumento eretto nel 1830 da Leopoldo II di Lorena per ricordare ai posteri l'importanza di quel canale «diversivo» * futuro W- * realizzato per portare acqua nel padule e quindi per bonificare la piana grossetana sulla quale si è poi sviluppata la città. Missione riuscita. «Le opere di bonifica idrauilica avvenute sotto Leopoldo II - è stato ricordato - sono state le più importanti e imponenti di tutta l'Europa dell'Ottocento». Ecco anche il perché della solennità e dell'emozione per un restauro che di fatto è consistito nel- ide lo ricorda» la ripulitura delle lapidi dai segni di anonimi graffitari e nel riaggancio di alcune parti di marmo che erano state staccate. All'inaugurazione ha preso parte anche il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che ha preso spunto sia dalla sapiente opera di restauro della Piramide realizzata dal Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud, sia dall'imponenza del luogo per spingere sul tema identitario della città. «Come nel passato illuminati governatori realizzarono le importanti opere di bonifica idraulica e come il Consorzio ha riportato all'antico splendore la Piramide, così tutta la città di Grosseto - ha detto il primo cittadino - deve aver contezza di essere all'altezza di ogni genere di sfida». Ma quello di ieri mattina è stato anche un momento educativo per le giovani generazioni. Al taglio del nastro del restauro della Piramide hanno partecipato numerosi studenti delle scuole superiori ai quali Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di bonifica, ha lanciato un messaggio. «Non sarebbe male - ha detto Bellacchi - se dopo la cerimonia di oggi tornaste qui anche nei prossimi giorni, mesi, anni per vivere il fiume come facevamo noi da giovani perché è parte fondamentale dell'identità della nostra città». Andrea Fabbri L NASTRO TAGLI O Da sinistra il presidente dell'Ordine degli Architetti, Pietro Pettini, il presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud, Fabio Bellacchì e infine il sindaco di Grosseto, Anton Francesco Vivarelli Colonna mentre inaugurano la Piramide della Steccaia, eretta nel 1830 da Leopoldo II di Lorena dé lrvarelli Colonna «La nostra città è all'altezza di superare con slancio , capacità e risultati , og ni genere di sfida le si ponga davanti» Alluvioni in Toscana Pagina 282 i oca» pr egue ggi in omaggio 1a quinta carta 5 La «col, zione d , Grande successo per le iniziative pro OGGI è in edicola, in abbinamento gratuito al nostro giornale la quinta cartolina d'epoca che racconta uno dei significativi momenti dell'alluvione del 1966. Uno scatto di quel drammatico 4 novembre quando il fiume ruppe gli argini portando in città acqua, fango e tanta paura. Un'immagine che fa parte della raccolta che il nostro giornale mette a disposizione dei lettori, in abbinamento con il quotidiano, ogni martedì e giovedì fino al prossimo 8 dicembre. Nelle foto viene fissata la città invasa da acqua e fango; ma f4 ORIA Oggi insieme al nostro quotidiano esce la quinta fato della collezione che ricorda attraverso immagini emblematiche l'alluvione di Grosseto Alluvioni in Toscana sse dal nostro gio vengono anche raccontati i momenti che precedettero il lento ritorno alla normalità. VENGONO immortalati i protagonisti di gesti eroici; viene raccontata la grande forza d'animo che dimostrarono i grossetani del tempo nell'affrontare una simile, importante emergenza. Immagini e memorie di un passato che ha segnato una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo. Che sono un pezzo di storia della Maremma. Sono sequenze in bianco e nero tratte da due archivi importanti: l'Archivio Fratelli Gori e l'Archivio Giacomo Aprili. A Firenze, invece, nella sede de La Nazione prosegue la mostra fotografica grazie alla quale è possibile rivivere ogni momento di quei drammatici giorni. Un'esposizione che sta conoscendo un grandissimo successo di pubblico, tanto che si è deciso per una sua proroga. Sarà possibile visitarla fino al 27 di questo mese, così da dare la possibilità a tutti o di rivedersi in qualcuna delle tante fotografie esposte, o di prendere coscienza per la prima volta di un evento storico che ha segnato comunque il volto di tutta la regione Toscana. Pagina 283 Allagamenti via Aldo Moro Petizione dei residenti QUANDO piove, e negli ultimi tempi sta avvenendo assai frequentemente con vere e proprie bombe d'acqua, lo spazio verde a fianco di via Aldo Moro, che nelle iniziali previsioni avrebbe dovuto ospitare un parco giochi per ragazzi, si trasforma in un autentico lago artificiale. Il tutto per la rabbia dei residenti preoccupati delle conseguenze che la permanenza per diversi giorni dell'acqua stagnante ha sulla stabilità delle fondamenta delle loro abitazioni immediatamente confinanti. Una protesta che si allarga ogni giorno dì più, coinvolgendo un po' tutti gli abitanti della Camilletta già sul piede di guerra nei confronti del Comune , su tutti per le precarie condizioni del fondo stradale sconnesso e per la presenza di buche e avvallamenti che mettono a rischio la stessa incolumità dei mezzi in transito. IN UNA petizione da inviare all'amministrazione comunale i residenti di via Aldo Moro chiedono che vengano adottati provvedimenti tali da evitare ogni volta che piove la formazione del solito « lago» e che vengano sistemate le strade interne che si snodano lungo l'area della Camilletta . « Finora - sostengono - siamo stati considerati di serie B nei confronti di quanti risiedono nelle zone centrali anche se paghiamo le tasse nell'identica misura. D'ora in poi vogliamo un trattamento migliore e non siamo più disposti ad accettare discriminazioni di sorta». G.F.B. Alluvioni in Toscana Pagina 284 14 f Ua li-: te domande per i contributi Pubblicato all'albo pretorio del Comune l'elenco definitiva delle domande per la concessione i contributi a soggetti privati peri danni riguardanti gli eventi calamitosi del 517 novembre 2014 e del 5 marzo 2015. L'elenco è visitabile sul sito i piazza II Giugno. Alluvioni in Toscana Pagina 285 A ffici i v i t uno spettacoLo suLL'aLLuvíone deV66 Piazza Macelli SUL PALCO di Officina Giovani domani alle 21.30 va in scena lo spettacolo «Acqua passata» dell'associazione «La Cloche». L'idea da cui nasce il progetto è quella di non perdere la voglia di scherzare nemmeno di fronte a una tragedia come quella dell'alluvione del 1966 a Firenze. Gli attori della Compagnia leggeranno racconti scelti dalle pubblicazioni sul tema e alcuni testi originali scritti da Paolo Spannocchi. Alluvioni in Toscana Pagina 286 ANCHE IERI FOLLA NELL'AUDITORIUM DE LA NAZIONE, LA VISITA DEL PRESIDENTE DELL'OSSERVATORIO GIOVANI Cecch r n e i i: \ tt ci à e p suo SUCCESSO che non si arresta. Anche ieri, come domenica apertura straordinaria - e nei giorni precedenti, la mostra intitolata `L'Arno straripa a Firenze' ha richiamato centinaia di persone nell'auditorium Attilio Monti della sede centrale de La Nazione, in via Paolieri a Firenze. Una giornata quella di ieri per molti versi straordinaria: sia per la vera e propria folla che ha visitato l'esposizione dedicata all'alluvione, sia per l'eccezionalità degli ospiti. Nel pomeriggio Andrea Ceccherini, presidente dell'Osservatorio Permanente Giovani Editori, è stato accompagnato nell'audito- Bi`%G g nal ior * aff e non si rium dal direttore de La Nazione, Pier Francesco De Robertis. Il presidente Ceccherini si è soffermato con interesse tra le tantissime immagini dei filmati e sui touch screen e le prime pagine del nostro giornale, che in quei giorni rimase l'unica voce a raccontare il dramma di Firenze e dei fiorentini. Quindi è stata la volta del trio formato da Carlo Conti, Leonardo 'L' Arno straripa a Firenze' è visitabile dal lunedì al sabato (9,30-12,30 e 15-1 8) P es@a✓.8..o Pieraccioni e Giorgio Panariello, che tra una battuta e l'altra ha visitato la mostra. La presenza dei tre mattatori dell'intrattenimento ha `scatenato' il pubblico dei fan, e i selfie sono scattati a ripetizione. LA MOST RA `L'Arno straripa a Firenze', visto il grandissimo successo che sta riscuotendo, è stata prorogata fino al 27 novembre. La si può visitare gratuitamente dal lunedì al sabato con orario 9,30-12,30 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. Le scuole che sono interessate a far vedere la mostra de La Nazione ai propri studenti, possono prenotare una visita guidata mattutina chiamando al numero 055 2495870. Di FO LLA Tantissimi i visitatori anche nella ,giorna>a. di ie : .® Alluvioni in Toscana RO 11 direttore Lue ë obertis con Andrea Ceccherini Pagina 287 u-\ BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA . . .f_ iaggia . . . gonfi abïli assenza ï opere strutturali e questa l'ï otesi della Regìone dal 2013 FIRENZE PER D IFE NDER E Firenze dalla furia dell'Arno la Regione ha pensato anche a degli argini gonfiabili. O, per meglio dire, a «sistemi mobili di protezione temporanea di pronto intervento» da affidare alla protezione civile. Roba che nel nord Europa, per il Danubio, e negli Stati Uniti, in particolare sul Mississippi, nello stato della Louisiana, e nello stato di Washington, è già stata utilizzata per contenere le esondazioni. Nel novembre 2013 gli argini gonfiabili sono stati ufficialmente presentati dal governatore Enrico Rossi. Per proteggere il centro storico di Firenze, secondo i calcoli tecnici servono 3,5 km complessivi (in sponda destra e sinistra d'Arno) di argini gonfiabili e 2,2 km di paratie, quest'ultime da montare solo in sponda destra. L COSTO a base di gara di argini e paratie (montaggio e manutenzione ordinaria compresi) è di 5 milioni di euro da pagare in cinque anni. Cifra alta, ma non altissima se davvero mettesse il centro storico al riparo da danni calcolati, da uno studio dell'Università di Firenze e dell'Autorità di bacino, in 2,7 miliardi di euro soltanto per le attività produttive. Senza considerare naturalmente quelli, incalcolabili, al patrimonio artistico. Due anni dopo, nel febbraio 2015 la Regione ha comunque voluto un'esercitazione pubblica per dimostrare la rapidità del montaggio e l'efficacia del sistema. La simulazione coprì un tratto di argine dell'Arno di 100 metri sul lungarno in riva destra all'ingresso sud della città. E l'esperimento (con- Alluvioni in Toscana dotto peraltro in una splendida giornata di sole) fu considerato perfettamente riuscito. Del resto lo scopo dell'esercitazione era dimostrare che, per montare 3,5 km di argini gonfiabili, servivano 16 uomini in un tempo massimo di 4 ore (dal magazzino alla spalletta del fiume) più 10 fra camion e furgoni. E che per montare 2,2 km di paratie bastavano 16 uomini, 4 ore e 5 camion. E questo, al netto delle condizioni atmosferiche, fu considerato un risultato raggiunto. Anche perché per ottenere lo stesso obiettivo (in lunghezza e altezza) utilizzando i `vecchi' sacchi di sabbia servirebbero, in un'ipotesi di cato il Piano stralcio Rischio idraulico (Dpcm del 511111999). Nel1966l'Arno si abbattè sulla città con una potenza d'acqua di 4mila metri cubi al secondo; sotto il Ponte Vecchio il letto del fiume non poteva contenerne più di 2500. Grazie ai lavori eseguiti ora nello stesso punto la capacità è di circa 3400 mc/sec. Agli argini gonfiabili, in attesa che altre opere strutturali più efficaci come le casse d'espansione, spetterebbe quindi il compito di contenere, o quanto meno ridurre, la massa d'acqua eccedente. Paola Fichera E stata scelta l'opzione del nolegg io: il costo è paria 200 ila euro pura irrealtà, 7mila uomini e 200 camion. Esercitazione pratica a parte, la Regione si è comunque presa del tempo per verificare tutti gli aspetti tecnici e, alla fine, dalla primavera 2015 all'estate 2016 è stata scelta l'opzione del semplice noleggio del materiale per un costo pari a 200mila euro. Al momento gli uffici stanno mettendo nero su bianco un bando di gara che, seguendo le norme del nuovo codice degli appalti, risponda alle esigenze del territorio toscano, con qualche modifica quindi al materiale finora preso in esame. L'Arno fa ancora paura come per la piena di domenica 6 novembre AD OGGI, grazie allo sbassamento delle platee di Ponte Vecchio (di fatto l'unico vero intervento eseguito come opera di prevenzione negli ultimi cinquant'anni) nel centro di Firenze esonderebbe in caso di alluvione, qualcosa come 5-6 milioni di metri cubi di acqua. Nel1966,l'Amo riversò nelle strade fiorentine circa 70 milioni di metri cubi. Così almeno ha certifi- Pagina 288 L' SE C Zls' í f, S- Allerta massima: la prova sul campo voluta dalla Regione nel febbraio 2015 r ym ,,veA 1 e /7,/A eri%'n l PER METTERE in sicurezza l'Arno ed evitare che si ripeta la tragedia del 4 novembre '66 serve una serie di interventi strutturali a cominciare dalle casse di espansione. Ad oggi a monte di Firenze soltanto un impianto dovrebbe essere portato a termine entro il prossimo anni: il primo lotto di Pizziconi a Figline Valdarno. Ne sono previste altri tre entro il 2019 sempre nella stessa area tra Figline e Incisa e interventi sulla Sieve antro il 2022. Alluvioni in Toscana Pagina 289 i Grosseto, rest alta l'attenzione suipume che devastò città e campagne 11k GROSSETO L'0 E resta un sorvegliato speciale. Non sembra più il mostro che cinquanta anni fa ingoiò gran parte della città e ventimila ettari di terreno (con la complicità di torrenti e affluenti, anche loro fatti impazzire dalle piogge torrenziali dei giorni che precedettero il disastro del 4 novembre 1966), ma nessuno si sente di dire che possa considerarsi concluso il regime di `libertà vigilata' di cui sta godendo. «Certo - dice Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud -, la situazione intorno al centro abitato oggi è molto più tranquilla rispetto alla metà degli anni Sessanta, ma restano comunque situazioni potenzialmente a rischio che richiedono costante attenzione e anche interventi. Ad esempio, penso ai cumuli di breccia e detriti che si possono incontrare lungo il corso del fiume, sia nel tratto senese che in quello grossetano, sia alla presenza di alberi vecchi che un'ondata di piena potrebbe sradicare. Andrebbero sostituiti con piante giovani, quin di flessibili, in grado di piegarsi senza spezzarsi». L' RO E, nel 1966, scaricò un secondo fiume di acqua e fango per le strade della città dopo aver rotto gli argini in tre diversi punti, uno dei quali a poche centinaia di metri dalle prime abitazioni. I lavori di messa in sicurezza iniziarono non appena le acque si ritirarono e uno degli interventi più significativi - oltre, ovviamente, all'innalzamento e al rafforzamento delle sponde - è stato quello per l'impermeabilizzazione dell'argine a protezione della città. Si è fatto molto, insomma, ma non è sufficiente. Il perché lo spiega Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente: «Il fiume continua a rappresentare una minaccia almeno per tre diversi ordini di fattori. Il primo - sostiene Gentili arriva da scelte urbanistiche sbagliate che hanno permesso di costruire in zone dove il rischio idraulico resta altissimo. Secondo, manca un Piano di bacino complessivo che consenta di programmare manutenzione e interventi in maniera organica e costante. Terzo, spesso i lavori effettuati rischiano di creare problemi invece di risolverli, e mi riferisco al taglio degli alberi fatto nell'errata convinzione che aumentando la velocità del deflusso delle acque si limiti il rischio alluvione. Inoltre, non è ancora stato attuato il Contratto di fiume, ovvero un tavolo dove portare Comuni, associazioni, imprenditori ed esperti dove iniziare un confronto diretto e continuo per studiare, in maniera organica, gli interventi da attuare». Luca Mantìgtioní per salvare i vite[Li Alle 7,45 del 4 novembre '66, l' mbrone rompe l'argine destro in tre punti. L'acqua allaga la piana, quindi irrompe nel cuore di Grosseto da Porta Vecchia. In alcune zone raggiunge tre metri e mezzo d 'altezza: la città è isolata, te case in campagna sono sommerse. Si conta anche una vittima, it buttero Sante Guatandi, travolto dalla piena nelle campagne di Braccagnì mentre tenta di mettere in salvo i suoi vitelli PREVENZI ONE Ruspe al lavoro sugli argini dei corsi d'acqua maremmani Nella foto in bianco e nero, l'alluvione del '66 a Grosseto „0;1,11 -1h,, Alluvioni in Toscana Pagina 290 To scana 1C FIRENZE Ci sono eroi che non fanno rumore: passano sulla vita leggeri anche quando portano grandi pesi. Giulio Prunai è stato uno di questi. A luì oggi (ore 16) sarà intitolata la biblioteca della Soprintendenza archivistica della Toscana, che ha sede in via de' Ginori a Firenze, nel corso di un evento dal titolo "Salvare la me- Alluvioni in Toscana ® Prunaí moria: dalla guerra all'alluvione". Nato a Siena nel 1906, soprintendente archivistico perla Toscana dal 1954 al 1971, Prunai si trovò a fronteggiare quasi da solo il disastro del 1966, riuscendo a portare in salvo preziosissimi documenti in inoltissime sedi della regione. P stato grazie all'anniversario che questa figura singolare e dimenticata è riemersa dall'oblio. (p. t.) Pagina 291 QU I MARINA , r , %,% /J. 1-1 ! CECINA A che punto si trova il progetto di realizzazione di un nuovo collettore fognario a piazza Sant'Andrea a Marina, e quale grado di priorità è stato assegnato al progetto stesso? Domande che il capogruppo di Per Cecina, Fabio Stefanini, rivolge al sindaco e all'assessore alla Sicurezza del territorio Caterina Barzi. Tutte messe nero su bianco in un interrogazione ad hoc. Stefanini ripercorre le criticità che, nel corso degli anni ed in coincidenza di determinati eventi climatici, si sono riscontrate in piazza Sant'Andrea, e le successive dichiarazioni del sindaco Lippi, con le quali aveva annunciato la volontà di realizzare un nuovo collettore fognario nel tratto che porta al fiume. Dichiarazioni successive al 25 agosto 2015, «quando un acquazzone allagò sia piazza Sant'Andrea che molte altre strade adiacenti. Il sindaco dichiarò - si legge nell'interrogazione - su Il Tirreno che piazza Sant'Andrea è il punto più basso di Marina, lì è necessario realizzare un collettore fognario. Il progetto c'è e nei prossimi gior- Alluvioni in Toscana ,, ,, - ... %. i .% . %.. . ni farò il punto con Asa». Nel ripercorrere i vari interventi e le diverse posizioni sulla questione allagamenti, il consi gliere ricorda che, a distanza di sei mesi, a gennaio 2016 l'assessore Barzi «aveva dichiarato che, riguardo alla Protezione civile, il punto di raccolta individuato in piazza Sant'Andrea non esclude i casi di allagamento o alluvione e, per questo motivo - continua Stefanini - era in fase di controllo una diversa ubicazione per il punto di raccolta previsto a piazza Sant'Andrea». Fino al 24 aprile scorso, quando «a seguito di una pioggia intensa, ma non eccezionale, piazza Sant'Andrea e dintorni sono nuovamente allagati ma dei lavori annunciati a ridosso dell'agosto scorso per adesso non c'è traccia». Interventi che Stefanini ritiene necessari alla luce del fatto che piazza Sant'Andrea è una delle zone di Marina più frequentate e che ospita la chiesa, l'ufficio postale e quello turistico. Due i quesiti messi nero su bianco, domande a cui il capogruppo chiede risposta scritta al sindaco e all'assessore Barzi nel prossimo consiglio comunale. (l. rn.,) Pagina 292 CONSIGLIO COMUNALE Oggi le benemerenze ai vigili e alla memoria di Santi Quadalti 1 cinquantesimo anniversario della grande piena viene ricordato anche in consiglio comunale, con tre cerimonie " per la memoria" in programma nella seduta di oggi. infatti all'ordine del giorno dell'assemblea il conferimento delle civiche benemerenze ai vigili urbani in servizio nell' alluvione del 1966, al Corpo di Polizia municipale e alla memoria di Santi Quadalti, il buttero che morì - unica vittima umana dell'alluvione a Grosseto - nel tentativo di salvare alcuni animali. Alluvioni in Toscana Pagina 293 . a a sDien E uno dei simboli della r : dimenticata di STEFANO FABBRONI a ieri il patrimonio storico di Grosseto è tornato a impreziosirsi di una sua gemma a lungo dimenticata: è la piramide di Ponte Tura - che si affaccia sul fiume Ombrone sopra la diga della Steccaia e che costeggiala strada in direzione di Istia d'Ombrone finalmente tornata alla luce dopo anni di buio grazie agli interventi di ristrutturazione effettuati dagli operai del Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud di Grosseto. Proprio grazie a questi lavori -voluti in occasione del 500 an- II r styli realizzato dal Consorzi o Bon ifica ne l 500 de ll'all uvi one niversario della grande piena del 1966- sono state cancellate le insulse scritte a colpi di bombolette spray frutto di atti vandalici di ignoti; e sono state restaurate con nuovi materiali le due targhe poste sulla piramide del 1830 e 1842, celebrative dell'era della bonifica della palude. Restituendo così alla piramide il tono e lo splendore di un tempo. Considerata dagli storici come la radice della Maremma, a erigerla fu Leopoldo II di Lorena, artefice della bonifica grossetana mentre, sempre nella prima metà dell'Ottocento, a progettarne la realizzazione fu l'ingegnere grossetano Alessandro Manetti. «La piramide - spiega l'architetto e storico Pietro Pettini, da molti anni tra i promotori del recupero complessivo della bellissima area di Ponte Tura era il simbolo di un'opera tecnica di grande perizia per il deflusso delle acque che giunte sporche dall'Ombrone venivano fatte defluire in un bacino attraverso una diga chiamata Steccaia, così denominata per- Alluvioni in Toscana li , oggi rinasce ché costruita inizialmente in legno e solo dopo molti anni in pietra; e poi, grazie all'azione delle macchine idrauliche di Ponte Tura, erano indirizzate verso l'area paludosa e malsana di Castiglione della Pescaia. Questi interventi di ingegneria idraulica ci fecero conoscere come "Piccola Olanda"». Per l'epoca uno'opera decisamente innovativa, che permetteva alle acque, una volta giunte nella palude castiglionese da altri canali fluviali, di sfruttare l'innalzamento del livello del terreno presente nella zona, di arginare i detriti e quindi, negli anni, di portare alla definitiva bonifica e al recupero di quei terreni non deteriorati dalla palude. Oggi Ponte Tura resta come testimonianza di una delle più belle opere di ingegneria idraulica mai realizzate da tramandare ai giovani e a chi non ha mai (o quasi) avuto modo di visitarla e di conoscerne il significato storico. «È il vero simbolo della nascita della Maremma», ribadisce il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Alcune scuole medie cittadine, con i rispettivi insegnanti, erano presenti al taglio del nastro officiato dal sindaco e dal presidente del Consorzio Bonifica, Fabio Bellacchi. «Per noi è un luogo sacro- dice Bellacchi - perchè rievocai tragici giorni dell'alluvione ma è anche un luogo suggestivo dove da piccoli trascorrevamo interi pomeriggi a osservare l'Ombrone giocando in questi prati». Pagina 294 I REGALO IL TIRRENO E via Pietro Mdl apparve come il mare Novembre 1966 : via Pietro Aldi, alle porte di Grosseto i avvia a conclusione il lungo viaggio con il Tirreno nella "grande alluvione", trapassato e presente. Oggi in edicola, con la copia del quotidiano, c'è infatti la diciottesima delle ventuno schede che compongono il viaggio. Come sempre due foto una del novembre 1966 e una del 2016 - a comporre in un unico colpo d'occhio lavastità del disastro, le sue proporzioni. A corredo delle immagini, entrambe firmate dall'Agenzia Bf di Grosseto, i cui fondatori cinquant'anni fa furono in prima linea a documentare l'incredibile, un breve testo, firmato a sua volta dal poeta e scrittore grossetano Luca Bonelli. Fin qui, nelle diciassette tappe precedenti, Bonelli ha dato voce ai testimoni di quei giorni attraverso piccoli frammenti distillati dalla memoria. Stavolta invece regala al Tirreno e Alluvioni in Toscana ai suoi lettori un brevissimo testo personale riferito a via Pietro Aldi. Il 4 novembre del 1966 quella strada, che dalla città avvia al mare, il mare sembrò portarlo essa stessa ai piedi della linea ferroviaria. Uno spettacolo "da stropicciarsi gli occhi", che ancora oggi - rivivisto grazie all'Archivio Bf -lascia senza parole. Domani invece la scheda numero 19 ci condurrà di nuovo in centro storico, zona Porta Vecchia. Le schede del Tirreno sono state realizzate grazie al sostegno di Consorzio di Bonifica, Comune di Grosseto, Cna, Elettromare, Fratelli Massai. L'ultima sarà in edicola con il giornale di venerdì, tutte andranno custodite nel raccoglitore distribuito all'inizio del viaggio. Chiunque avesse perso qualche scheda o il raccoglitore, può farne richiesta al proprio edicolante. Pagina 295 A sinistra la piramide del la Steccaia com'è apparsa ieri mattina dopo il restyling messo in opera dal Consorzio Bonifica A destra il monumento un anno fa, deturpato dall'incuria e dalle bombolette spray (foto Bf) Alluvioni in Toscana Pagina 296 D ALBINIA Per la Copaim c'è una proposta irrevocabile di acquisto. A renderlo noto sono il commissario giudiziale e il liquidatore giudiziale della procedura di concordato preventivo della Copaim srl per la quale si è aperta una procedura di liquidazione. Commissario giudiziale e liquidatore ritengono opportuno specificare dopo il diffondersi della notizia che la Copaim era in liquidazione che «è già stata acquisita una proposta irrevocabile di acquisto del ramo d'azienda da par- te della società affittuaria Sgi srl». La società milanese Sapori e Gusto Italiani è la stessa che ha in affitto il ramo di azienda, oggetto della vendita, con un contratto siglato lo scorso maggio e che scadrà fra sei anni, a novembre del 2021 a un canone annuo di 480.000 euro. Il prezzo di vendita della Copaim che opera nel settore alimentare producendo nello stabilimento delle Topaie prodotti enogastronomici vegetali e ittici è di 3 milioni e mezzo di euro. Lo stabilimento ha in forza 140 dipendenti. Il salvataggio dell'azienda potrebbe quindi arrivare da chi l'azienda già l'ha in mano e che ha sempre mostrato la volontà di investire e mantenere viva e produttiva un'industria locale fiore all'occhiello del territorio e non solo. La pubblicazione della "manifestazione di interesse" avvenuta lo scorso 13 novembre ha lo scopo di verificare l'esistenza di eventuali altri soggetti interessati all'acquisto del ramo d'azienda. Il bando pubblico per la ricerca di un acquirente, normale conseguenza del concordato preventivo, non è certo arrivato come qualcosa di inatteso, anzi. La liquidazione serve a verificare l'esistenza di altri eventuali investitori che vogliano prendersi in carico l'azienda, mantenendo il rapporto di lavoro con 140 dipendenti e il contratto di affitto di ramo di azienda. Nel caso in cui pervenissero altre manifestazioni di interesse, oltre a quella presentata dalla Sgi, nelle forme e con le modalità richieste, si aprirebbe la fase della procedura competitiva per l'assegnazio- ne definitiva del ramo d'azienda Copaim. Le difficoltà della Copaim erano iniziate con una crisi congiunturale nel 2010. Lo stabilimento era stato messo in ginocchio dall'alluvione del 12 novembre 2012 che aveva fermato la produzione e provocato la messa in cassa integrazione dei dipendenti. Notevoli i danni provocati dal fango che aveva devastato i locali della produzione e del magazzino dov'erano stoccati i prodotti pronti per il mercato. La fabbrica era ripartita a tempo record ma non è stato facile. Le manifestazioni di interesse per l'acquisto dell'azienda dovranno arrivare entro il prossimo 12 dicembre. La liquidazione riguarda anche i capannoni di Massa e Cozzile (Pistoia) dove si produce pasta fresca. (i.a.) Lo stabilimento della Copaim di Albinia Alluvioni in Toscana Pagina 297 IL PROGRAMMA lo . la Svolta presenta le pn*orítá' 0 CARRARA La Svolta nasce dopo la tragica vicenda dell'alluvione del novembre 2014, durante il periodo dell'occupazione della Sala di Rappresentanza del Comune «quando donne e uomini, che prima non si conoscevano- si legge nella nota di presentazione della associazione hanno cominciato a discutere e riflettere sullo stato di degrado in cui versa la nostra città. Incontro dopo incontro ci siamo resi conto che cambiare l'attuale stato di cose era non solo necessario ma anche possibile attraverso la costruzione di un'alternativa valida, dal basso, a partire dalla società civile e uscire così una volta per tutte dal marcio in cui la nostra città è sprofondata, proprio attraverso una rifondazione della partecipazione popolare oggi delegata ad un agglomerato di politicanti lontano dai cittadini». «L'idea - prosegue la nota - fu quella di distanziarci dai partiti politici, facenti parte della maggioranza ma anche da quelli che in tutti questi anni hanno fatto una finta opposizione; altro elemento che abbiamo condiviso fu la distanza dal movimento 5 Stelle. Per tali considerazioni ci siamo posti la ricerca di un'alternativa valida, costruendo assieme ad altre liste civiche, una possibile coalizione che ponga le basi per governare questa città alle prossime amministrative». E giù l'elenco degli elementi primari della associazione che comprendono, fra gli altri: «La reale e concreta pubblicizzazione dei Servizi primo fra tutti l'acqua (anche nel rispetto del Alluvioni in Toscana referendum), ma anche i trasporti, la raccolta rifiuti, le farmacie. E ancora: la rivisitazione di tutto il comparto marmo, dove si andrà a definire nell'immediato (per parafrasare nei primi 100 giorni) un nuovo regolamento degli agri marmiferi - prosegue la nota - Una nuova gestione del sociale che parta da uno studio serio del disagio, perché Carrara ha un tessuto sociale disomogeneo e tante sono le criticità. Smettere una buona volta di utilizzare questo settore solo come un "contentino" dato agli amici o come voto di scambio, in barba alle reali necessità dei cittadini. Il turismo attraverso una riqualificazione dei luoghi caratteristici e unici del nostro territorio, dai monti al mare con al centro la città che invece oggi risulta essere diventata un agglomerato di case al servizio dell'area mineraria. Le cave non vanno chiuse ma razionalizzate con un piano estrattivo che faccia da volano a tutta una serie di attività come i laboratori di scultura e di artigianato del marmo oppure con la creazione di percorsi storico-naturalistici nel Parco delle Alpi Apuane. Ormai a Carrara il commercio è stato azzerato, sono molti più i negozi chiusi che quelli aperti, invece potrebbero essere una concreta possibilità di investimento e di legame di tutta la comunità».E infine: «Il turismo attraverso una riqualificazione dei luoghi caratteristici e unici del nostro territorio, dai monti al mare con al centro la città che invece oggi risulta essere diventata un agglomerato di case al servizio dell'area mineraria». Pagina 298