Rassegna dal 7 al 15 novembre

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Rassegna dal 7 al 15 novembre
Rassegna dal 7 al 15 novembre
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna dal 7 al 15 novembre
07/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. 15
Occhi puntati sulla piena dell'Arno
1
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. 12
Giornata di allerta per i fossi al limite
2
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. 13
Dopo l'acqua piovono le polemiche
3
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. 15
Maltempo, alberi caduti e un'auto fuori strada
4
Nazione Empoli
P. 5
L'Arno 'osservato speciale' Frane, allagamenti e black out
5
Nazione Firenze
P. 5
«E' stato come rivivere quei giorni» Mostra a La Nazione da applausi
6
Nazione Pisa
P. 2
Flagellati dalla tempesta Albero sulle auto: feriti due giovani
9
Nazione Pistoia
P. 3
La Lima viene monitorata di continuo Il sindaco: «Seguito il piano comunale»
12
Nazione Pistoia
P. 3
Criticità in via Pontassio e in centro «Problemi su tombini e fognature»
13
Nazione Prato
P. 1
Pioggia, grandine e raffiche di vento Altre ore di apprensione per i fiumi
14
Tirreno Pisa
P. 12
Incubo Serchio
15
Nazione Montecatini
P. 1
Il Comune: «Maltempo, danni contenuti» Lega insiste: «Manutenzione inesistente»
17
08/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. III
Adriana e Giuseppe il loro amore vinse sul disastro
Tirreno Pontedera Empoli P. III
A Santa Croce sull'Arno una mostra diffusa nei negozi e nei palazzi
20
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. IV
Diga, innalzati i valori della soglia di allerta
21
Corriere Arezzo
P. 1
PRIMA PAGINA
22
Corriere Arezzo
P. 10
Anghiari la zona più colpita Per agricoltori e allevatori uno schiaffo che fa male
23
Corriere Arezzo
P. 11
"L'auto si è fermata e l'acqua in un attimo è arrivata
Michele Bossini
24
Corriere Arezzo
P. 11
"Inviale Santa Margherita collettore da raddoppiare
Luca Serafini
25
Corriere Siena
P. 9
Strada crollata e segnale tv in tilt Si contano i danni
26
Corriere Siena
P. 9
"Città storiche non al sicuro Servono politiche diverse"
28
Nazione Arezzo
P. 2
Catona piccolo polesine
Alberto Pierini
29
Nazione Arezzo
P. 3
Ho subito danni per 70 mila euro» Viaggio tra i quartieri in ginocchio
Dory D'Anzeo
31
Nazione Arezzo
P. 3
Dighe aperte? «No, sono solo sentinelle» E i sindaci chiedono lo stato di calamità.
Maria Rosa Di
Termine
33
Nazione Firenze
P. 4
Polemica con Nardella per la tassa di soggiorno
34
Nazione Firenze
P. 4
Passata la piena, resta la polemica ?I ritardi? Non è colpa della Regione'
35
Nazione Firenze
P. 6
Quanti ricordi a La Nazione Mostra: grande successo
37
Nazione Firenze
P. 7
«Anche le bare galleggiavano» L'orrore nelle parole di chi c'era
39
Nazione Firenze
P. 17
Il disastro dell'Arno visto dai bambini
Nazione Firenze
P. 19
Ricordi e scene dall'alluvione al Teatro Aurora
41
Nazione Firenze
P. 19
San Mauro sott'acqua Le foto scattate dai cittadini nel 1966
42
Nazione Firenze
P. 23
Chi sono i nostri «Angeli del fango»
43
Nazione Grosseto
P. 1
Alluvione, oggi la terza foto in regalo. Stasera un ricordo in «musica»
44
Indice Rassegna Stampa
Andrea Lanini
Stefano Morandi
18
40
Pagina I
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna dal 7 al 15 novembre
Nazione Grosseto
P. 7
In tv il convegno del Rotary sull'Alluvione
45
Nazione Massa Carrara
P. 13
Pronte le sirene lungo il Carrione Giovedì suoneranno quelle incentro
46
Nazione Pistoia
P. 4
Allerta per la Lima: «Seguiamo direttive regionali»
Elisa Valentina
48
Nazione Pistoia
P. 4
«Badia e Chiazzano sott'acqua Per noi residenti non c'è tregua»
Daniela Gori
50
Nazione Siena
P. 2
UN FIUME DI FANGO E UN MARE DI DANNI
Marco Brogi
52
Nazione Siena
P. 3
«Gli interventi fatti sono stati essenziali»
Nazione Siena
P. 3
Solo piccoli problemi al confine con l'aretino
Nazione Siena
P. 3
Siena si lecca le ferite e torna alla normalità
56
Nazione Siena
P. 3
Tanta apprensione e qualche disagio
58
Qn
P. 10
Quando il fango coprì l'oro di Firenze La Fallaci scriveva: «Fate acquisti»
59
Qn
P. 18
Nubifragio, danni ancora incalcolabili
Qn
P. 18
«L'Arno è una minaccia costante Tranquilli? Non prima di 5 anni»
Lisa Ciardi
61
Qn
P. 19
Successo della mostra sull'alluvione Scuole e associazioni, parte l'invito
Michele Manzotti
63
Repubblica Firenze
P. XIV
IL FILO DELL'ACQUA
Tirreno Grosseto
P. VII
Quelle ore infinite ad attendere babbo
Giovanna Mezzana
66
Tirreno Lucca
P. VI
Da Lucca a Firenze gli angeli del fango dell'istituto Giorgi
Barbara Antoni
68
Tirreno Massa Carrara
P. VI
LE STORIE: PRIMA E DOPO
69
Tirreno Massa Carrara
P. VI
Nel centro storico suonano (per prova) le sirene della piena
71
Tirreno Piombino Elba
P. VIII
«In questa casa c'è ancora odore di fango»
Tirreno Piombino Elba
P. VIII
La storia di Ginevra, nata nei giorni del nubifragio
74
Giorno Brianza
P. XII
Diana Ceriani vince il Cantem Insemma
75
Stampa
P. 35
L'alluvione diventa opera al ritmo delle emozioni
Giorgio Pestelli
76
Stampa - Tuttogreen
P. VII
Nel Belpaese delle alluvioni si costruisce in zone a rischio
Antonella Mariotti
77
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Il futuro sindaco di Ponsacco aiutò i pontederesi
Elena Iacoponi
79
Nazione Firenze
P. 8
«Grazie, è stata un'emozione unica» E la mostra c'è anche domenica
82
Nazione Firenze
P. 8
Dalla festa al dramma La storia del Ringo's Bar
84
Nazione Firenze
P. 9
Alluvione, non solo acqua e fango La nascita dell'orologeria Toncelli
Nazione Firenze
P. 9
«L'acqua sale, qui è buio» «Cosa aspetti, vai via!»
Nazione Grosseto
P. 7
Testimonianze e racconti in un progetto della media Vico
88
Nazione Grosseto
P. 7
Mezzi di soccorso in esposizione Mostra sull'impegno istituzionale
89
Nazione Grosseto
P. 7
Nuova cartolina domani in regalo
90
Nazione Pisa
P. 11
«Tutela del territorio e risorse per la prevenzione»
91
Nazione Pisa
P. 11
L'alluvione vista dai bambini Nuova foto con La Nazione
92
Nazione Siena
P. 14
Mostra sull'alluvione Duecento foto originali del disastro del '66
93
Qn
P. 22
Basta con i rinvii
Luigi Caroppo
94
Qn
P. 22
Le piene? Le dighe non ci salveranno «Solo 'sentinelle' in caso di allerta»
Stefano Cecchi
95
Qn
P. 22
Mostra aperta anche domenica
Qn
P. 23
Arno, 55 milioni restano sulla carta «Il governo ci dia subito un anticipo»
Repubblica Firenze
P. IX
Repubblica Caffè, viaggio dal greco al tennis
100
Repubblica Firenze
P. XIV
Non è successo nulla
101
54
Luca Stefanucci
55
60
65
Luca Centini
72
09/11/16
Alluvioni in Toscana
Indice Rassegna Stampa
85
Giovanni Morandi
86
97
Paola Fichera
98
Pagina II
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna dal 7 al 15 novembre
Repubblica Firenze
P. XIV
Opificio delle pietre dure
102
Tirreno Grosseto
P. VI
Abiti infangati? In quei giorni erano... di moda
Tirreno Grosseto
P. VII
IN REGALO CON IL TIRRENO Vortici di fango in via Ximenes Le nuove foto di ieri e di oggi
105
Tirreno Grosseto
P. VII
Il Requiem per Francini ha chiuso le iniziative promosse dal Rotary
106
Tirreno Grosseto
P. VII
Rualta: «Feci la spesa per il mio condominio ancora sott'acqua»
107
Tirreno Pisa
P. X
Adriana e Giuseppe il loro amore vinse sul disastro
Tirreno Pisa
P. XI
Mezzo secolo e ancora tanto da fare
112
Tirreno Pisa
P. XI
Quella zona di "Fuori porta" sommersa da oltre 6 metri d'acqua
113
International New York
Times
P. 2
Florence fears it could happen again
Gaia Pianigiani
115
La Verità
P. 23
Alluvione di Firenze Dopo 50 anni ferite ancora aperte
Sergio Alessandri
118
Tirreno Massa Carrara
P. VIII
Alluvione, la conciliazione fa flop
Luca Barbieri
119
Tirreno Massa Carrara
P. VIII
Per le aziende scatta la super perizia
Giovanna Mezzana
Andrea Lanini
103
108
121
10/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. V
Un libro di Marchetti e Boschi dedicato alle vittime dell'Arno
Tirreno Pontedera Empoli P. V
La futura prof che diventò angelo del fango
Tirreno Pontedera Empoli P. V
Castelfranco: mostra nei fondi sfitti per ricordare quelle giornate
126
Corriere Fiorentino
P. 15
Fincostassù
127
Corriere Fiorentino
P. 15
Teatro di Cestello
128
Corriere Siena
P. 12
"Torrenti esondati, come previsto"
129
Nazione Arezzo
P. 17
«Fiumi, alvei lasciati in abbandono» Consorzio bonifica, furia del sindaco
Nazione Empoli
P. 18
Tutte te foto per ricordare il mezzo secolo dall'alluvione
Nazione Empoli
P. 18
Margherita', spettacoli a km zero
Nazione Firenze
P. 12
La Nazione e il suo spirito ?Così andammo in edicola'
Laura Gianni
133
Nazione Firenze
P. 13
«Ma in questi cinquanta anni non è stato fatto proprio niente»
Marina Repetti
135
Nazione Firenze
P. 13
Mostra, tantissimi in fila Due aperture straordinarie
136
Nazione Grosseto
P. 7
C'è anche la «Via dei Mille problemi». Per alberi e acqua.
138
Nazione Grosseto
P. 8
«Montagna d'acqua» Domani il libro «curato» dal Fiora
139
Nazione Grosseto
P. 8
Immagini dall'alluvione del '66 Oggi quarta cartolina in regalo
140
Nazione Pisa
P. 3
«Bup, tra pochi giorni il trasloco Pronti gli scaffali nell'archivio»
Nazione Pisa
P. 6
Pisa e l'Arno mezzo secolo dopo Cos'è cambiato e cosa ancora no
143
Nazione Pisa
P. 6
Quella bambina salvata dai militari In regalo la quinta foto di Luciano Frassi
144
Nazione Prato
P. 19
Le alluvioni di oggi e di ieri Un workshop al Mulinaccio
145
Qn
P. 24
«Il cemento ha raddoppiato il rischio L'Arno vittima di condoni e ritardi»
Qn
P. 24
Aperture straordinarie
Qn
P. 25
«Io e il mio gommone nel fango Così salvammo contadini e animali»
Antonio Fulvi
150
Tirreno
P. 17
La fiera delle novità con 160 editori al Pisa Book Festival
Sharon Braithwaite
152
Tirreno Grosseto
P. IX
"Angeli" per mestiere Mostre nelle caserme
Tirreno Grosseto
P. IX
Quelle 10 ore sul tetto del pullman
Tirreno Grosseto
P. X
«Già ripuliti 700 tombini e molto altro stiamo facendo»
Tirreno Grosseto
P. X
Via Emilia allagata, parte una petizione
Indice Rassegna Stampa
123
Elena Lacoponi
124
Marco Corsi
130
131
132
Antonia Casini
141
Lisa Ciardi
146
149
155
Giovanna Mezzana
156
158
Elisabetta Giorgi
159
Pagina III
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna dal 7 al 15 novembre
Tirreno Grosseto
P. XVII
Grosseto e l'Ombrone
161
Tirreno Massa Carrara
P. IX
Legambiente: «Il sindaco dia risposte sui Masterplan»
162
Tirreno Piombino Elba
P. V
Archivio aperto per conoscere la storia
Tirreno Pisa
P. IX
Nessun morto ma tantissimi danni: 15 miliardi di lire
Tirreno Pisa
P. IX
L'acqua come risorsa, filo conduttore di LabQ
167
164
Andrea Lanini
165
11/11/16
Alluvioni in Toscana
Bisenzio 7
P. 9
Un Consiglio speciale per ricordare l'alluvione del ?91
168
Bisenzio 7
P. 26
Aperta la mostra dedicata all'a l l uv i o n e
169
Bisenzio 7
P. 46
«L'altra alluvione»
170
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Firenze al centro delle cronache Rabbia dei sindaci
Bisenzio 7
Presentazione libro "L'altra alluvione"
173
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
L'ottava foto in regalo col Tirreno
174
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
Scatti in mostra e un incontro sul sistema di protezione civile
175
Nazione Firenze
P. 16
La pioggia e la corsa in bici ?La mia famiglia perse tutto'
Nazione Firenze
P. 17
Alluvione, l'emozione in mostra E domenica apertura straordinaria
178
Nazione Firenze
P. 26
«L'Arno dà di fori» Serata a Quinto Alto
179
Nazione Pontedera ValderaP. 25
Una mostra sui conciatori e l'alluvione
180
Qn
P. 22
A grande richiesta la mostra raddoppia
Qn
P. 23
«Fu il diluvio della povera gente» Tutta la Maremma finì sommersa
Repubblica Firenze
P. XVII
"ARTIGIANATO É ARTE" NELLA BASILICA DI SAN LORENZO
Repubblica Firenze
P. XXVI NICCOLINI
Tirreno Grosseto
P. VIII
Le Arbure in città, 120 anni fa
187
Tirreno Pisa
P. XII
Domenica 13 il "Cine-Battello" lungo l'Arno
189
Tirreno Pisa
P. XII
Quel ponte si sbriciola quando il peggio sembra ormai passato
Andrea Lanini
190
Nazione Montecatini
P. 17
Gli angeli vennero in barchino Ponte fu la zona più colpita
Gabriele Galligani
192
Nazione Montecatini
P. 17
Una mostra di foto per ricordare quei giorni I rischi di oggi
193
Chianti Sette
P. 8
Alluvione, il ricordo Mariani: «In barca su viale Giannotti»
194
Chianti Sette
P. 27
Allagamenti, è tornata la paura «Lavori non se ne sono visti»
195
Tirreno Pontedera Empoli P. V
Un libro di Giuseppe Meticci racconta la tragedia di quei giorni
197
Tirreno Pontedera Empoli P. V
Domani spettacolo di Di Corcia là dove l'argine del fiume si ruppe
198
Tirreno Pontedera Empoli P. V
Una passeggiata per scoprire l'Arno e lo Scolmatore
199
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. IX
Una due giorni per ricordare l'alluvione di 50 anni fa
201
Corriere Fiorentino
P. 13
Sarà restaurato il dipinto alluvionato della chiesa di San Jacopo Soprarno
202
Nazione Arezzo
P. 15
Arte dei presepi pronta a riaprire i battenti
Giorgio Grassi
203
Nazione Firenze
P. 18
Così si salvarono trecento bambini agli «Innocenti»
Nicola Coccia
204
Nazione Firenze
P. 19
Ferragamo esalta la mostra. Visitatori a quota 2500
P. 51
Elena Lacoponi
171
Roberto Davide
Papini
176
181
Guido Parigi
182
184
186
12/11/16
Alluvioni in Toscana
Indice Rassegna Stampa
206
Pagina IV
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna dal 7 al 15 novembre
Nazione Firenze
P. 20
Mostra fotografica del gruppo Il Grillo' all'Ex Leopoldine
207
Nazione Firenze
P. 22
Memoria e creatività contro le ferite dell'Alluvione Artigianato è Arte nella Basilica di San Lorenzo
208
Nazione Grosseto
P. 7
Divise e automezzi dei soccorsi In mostra i ricordi del 4 novembre
209
Nazione Grosseto
P. 7
La quinta cartolina presto in edicola
210
Nazione Grosseto
P. 7
La Piramide torna al suo splendore: lunedì l'inaugurazione
211
Qn
P. 22
Bilancino, l'enorme città d'acqua che non basta ad arginare l'Arno
Qn
P. 22
'L'indemoniata' da salvare
214
Qn
P. 23
A grande richiesta la mostra raddoppia
215
Tirreno
P. 23
L'alluvione di Firenze emozione di ricordi
Paola Taddeucci
216
Tirreno Grosseto
P. IX
Io salvo per una scala a pioli marcia
Giovanna Mezzana
218
Tirreno Pisa
P. XI
Quel lento ritorno della città alluvionata alla vita normale
Andrea Lanini
220
Tirreno Pisa
P. XI
il libro di Meticci raccontato domani alla "Spina"
222
Nazione Montecatini
P. 17
Alla Dogana mostra di foto e convegno
223
224
Stefano Cecchi
212
13/11/16
Alluvioni in Toscana
Toscana Oggi
P. 6
Alluvioni, città storiche ancora a rischio 50 anni dopo Firenze
Toscana Oggi
P. 21
Catastrofi senza colpevoli in cui rinasce il meglio di noi
Antonio Lovasclo
225
Corriere Arezzo
P. 17
Allagamenti: verso la richiesta di istituire una commissione speciale d'inchiesta
Michele Bossini
227
Nazione Empoli
P. 17
Tanti cittadini in piazza Boccaccio per l'ultimo saluto al sindaco Masini
Nazione Firenze
P. 22
«Fogne e fiumi, troppe criticità Investire nella manutenzione»
Nazione Firenze
P. 23
Tantissimi ospiti Ieri il sottosegretario Gabriele Toccafondi
231
Nazione Firenze
P. 23
Boom di visite in auditorium. E oggi apertura straordinaria
232
Nazione Firenze
P. 34
«La ritrovata bellezza dell'Arno» Iniziative per ricordare l'alluvione
Nazione Grosseto
P. 11
Crollo del ponte, ricordate le vittime I familiari chiedono giustizia
Nazione Pisa
P. 9
I giorni della grande paura Video-crociera in battello sull'Arno
Francesco Paletti
235
Qn
P. 1
L'arno che vorrei
Pier Francesco De
Robertis
236
Qn
P. 22
Mostra da record, visitatori in aumento
Qn
P. 22
Quattro ?casse' per domare l'Arno Ma non le avremo prima del 2019
Lisa Ciardi
239
Qn
P. 23
Angeli del fango pendolari in treno «E io a scuola raccoglievo farmaci»
Gabriele Cane'
241
Qn
P. 23
Video proiezione sui lungarni
243
Qn
P. 23
Il pericolo si sposta in periferia Ne parlerà il programma FuoriTg
244
Qn
P. 23
Dalla devastazione alla rinascita Raidue trasmette oggi uno speciale
245
Tirreno Grosseto
P. XV
«Su questo ponte chiediamo giustizia»
Ivanaagostini
246
Nazione Montecatini
P. 25
Gli allagamenti si potevano evitare Padule pieno per il taglio dell'argine
Valentina Spisa
247
Toscana Oggi La Domenica P. III
L'alluvione del 1966 sulle pagine de «La Domenica»
Alexander Di Bartolo 249
Toscana Oggi La Parola Di P. V
Fiesole
4 novembre, «beati gli operatori di pace»
Paola Conti
251
Toscana Oggi La Parola Di P. VII
Fiesole
UNA MOSTRA A MONTEVARCHI
Linda Losi
252
Toscana Oggi La Parola Di P. VII
Fiesole
Quando la piena arrivò anche in Valdarno
Paola Conti
253
Toscana Oggi
Rinnovamento
In memoria dell'alluvione «per la povera gente»
P. VIII
Indice Rassegna Stampa
228
Alessandro Mazzei
Daniela Giovannetti
229
233
234
238
255
Pagina V
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna dal 7 al 15 novembre
14/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. 11
La sindaca e l'alluvione del '66 «Fuggii portando via il gatto»
256
Tirreno Pontedera Empoli P. 11
Mostra dedicata al dramma di 50 anni fa nel Valdarno
257
Nazione Firenze
P. 4
Tutti in coda a La Nazione, la mostra sarà prorogata
Nazione Grosseto
P. 1
Alluvione, domani la foto in regalo
Nazione Pisa
P. 3
Pisa non perde la sua memoria Viaggio nella storia dell' alluvione
Francesco Paletti
260
Qn
P. 19
Boom per la mostra della Nazione Una settimana in più per visitarla
Stefano Brogioni
261
Tirreno Grosseto
P. 15
La piazza devastata dalla furia del fiume
Stefano Brogioni
258
259
263
15/11/16
Alluvioni in Toscana
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
La solidarietà aiutò a superare quella tragedia
Andreas Quirici
264
Tirreno Pontedera Empoli P. IV
«Rimanemmo isolati in casa al freddo e con pochi viveri»
Elena Iacoponi
266
Tirreno Pontedera Empoli P. XIV
In mostra le foto dell'alluvione
267
Tirreno Prato Pistoia
Montecatini
P. XVII
"ACQUA PASSATA" AD OFFICINA GIOVANI
268
Corriere Fiorentino
P. 15
Tutte le maschere dell'Alluvione sul volto di Zannoni
Nazione Empoli
P. 12
Il restauro dei libri antichi Un laboratorio
Nazione Empoli
P. 19
L'alluvione nei libri
Nazione Firenze
P. 4
Esposizione prorogata fino al 27
272
Nazione Firenze
P. 13
Arte e memoria, l'esempio di Prunai
276
Nazione Firenze
P. 18
Scandicci, fango e rinascita mostra in biblioteca
277
Nazione Firenze
P. 19
Quando la piena della Marina fece più paura dell'Arno
Nazione Firenze
P. 23
Alluvione, riconoscimento per il generale Disibio
279
Nazione Firenze
P. 23
Da cimabue in qua
280
Nazione Grosseto
P. 6
In breve
281
Nazione Grosseto
P. 6
«Qui venne costruito il futuro: la Piramide lo ricorda»
Nazione Grosseto
P. 6
La «collezione d' epoca» prosegue Oggi in omaggio la quinta cartolina
283
Nazione Grosseto
P. 12
Allagamenti in via Aldo Moro Petizione dei residenti
284
Nazione Massa Carrara
P. 9
Alluvione: te domande per i contributi
285
Nazione Prato
P. 18
A Officina Giovani uno spettacolo sull'alluvione del '66
286
Qn
P. 22
Ceccherini: «La città e il suo giornale non si arresero mai»
Qn
P. 22
Difendere Firenze dall'Arno Ultima spiaggia gli argini gonfiabili
Paola Fichera
288
Qn
P. 23
Ombrone sorvegliato speciale «Quello che si è fatto non basta»
Luca Mantiglioni
290
Tirreno
P. 14
La Toscana ricorda Prunai
291
Tirreno Cecina Rosignano P. II
Interrogazione sugli allagamenti della piazza
292
Tirreno Grosseto
P. VIII
Oggi le benemerenze ai vigili e alla memoria di Santi Quadalti
293
Tirreno Grosseto
P. VIII
Torna a splendere la piramide
Tirreno Grosseto
P. XII
Da Sapori e Gusto Italiani proposta d'acquisto per Copaim
297
Tirreno Massa Carrara
P. VII
Servizi, marmo e cultura: la Svolta presenta le priorità
298
Indice Rassegna Stampa
Gherardo Vitali
Rosati
269
270
Ylenia Cecchetti
M. Serena Quercioli
Andrea Fabbri
271
278
282
287
Stefano Fabbroni
294
Pagina VI
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Disagi in tutto il circondario a
causa del maltempo. E preoccupazione per l'ondata di piena (come non si vedeva da
tempo) dell'Arno, arrivata nella nostra zona nel tardo pomeriggio di ieri, dopo le abbondanti precipitazioni che in maniera diffusa ad intervalli regolari hanno interessato tutta la
Toscana, determinando un
considerevole innalzamento
dei livelli di tutti i principali
fiumi e torrenti, compresi Elsa
e Pesa.
Ë stato anche attivato il Ser-
11, /It//,
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Gíornatadí disagi in tutto il circo
0 EMPOLI
111., i
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e
111,
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avio, allerta prolungata fino alle 1
vizio di piena della Regione,
presso la sala della protezione
civile: una sala di monitoraggio dell'andamento del fiume,
da cui gli ufficiali idraulici controllano costantemente le due
sponde dell'Arno, in continuo
collegamento con la protezione civile, pronti a intervenire
se dovesse accadere qualcosa
di anomalo. Intanto il centro
funzionale della Regione ha
emesso un nuovo avviso di criticità arancione che fino alle
16 di oggi.
Nottata di preoccupazione,
cori qualche criticità anche in
Valdelsa e in particolare nella
zona di Castelfiorentino, con il
sindaco Alessio Falorni e la
protezione civile costantemente in giro per monitorare la situazione, a cominciare dal torrente Pesciola. Segnalati allagamenti di scantinati e difficoltà per la viabilità a causa delle
fognature che non ricevevano.
Noti si registrano comunque
danni. Tra le segnalazioni
giunte al sindaco Falorni, quella relativa al ponticino per raggiungere via Raffaello Sanzio,
che era inagibile per colpa dell'
acqua e dell'accumulo di sassi
provenienti da una strada sterrata. I proprietari di alcune ca-
,.%,
i oggí
se adiacenti il ponticino hanno dovuto pulire, nel pieno
della notte, le griglie di scolo
delle acque dai materiali accumulati per poter far defluire
l'acqua piovana ed evitare che
il livello si alzasse troppo e gli
entrasse in casa: «Purtroppo ha spiegato il sindaco - le condizioni della strada le conosciamo, e richiederebbero interventi strutturali. Stiamo lavorando per inserire le risorse
necessarie a bilancio 2017».
L'ondata di piena dell ' Arno a Empoli (Foto Agenzia Carlo Sestini)
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Alluvioni in Toscana
Pagina 1
Giornata di all
rta per i fessi af limite
La piana osservata speciale ma evitate gravi conseguenze, in montagna i vigili intervengono per salvare due case
PISTOIA
Notte di apprensione in tutta la
provincia a causa della pioggia
incessante, caduta nella prima
parte con forti rovesci temporaleschi e successivamente, per
fortuna, solo a tratti e più moderatamente. I vigili del fuoco sono stati chiamati per piccoli interventi nella piana pistoiese. I
fossi minori si sono riempiti anche a causa della tanta acqua
che arriva dalla montagna, dove
i cumulati di pioggia sono stati
importanti: oltre 270 millimetri
al Boscolungo di Abetone a al
Melo di Cutigliano, più di 100
anche a San Marcello e Samrnomrnè.
Piana.Ma, salvo alcuni casi, nessun corso d'acqua è fuoriuscito
dagli argini. A Quarrata Legambiente segnala alcune situazioni
al limite: via Del Faichero, via Di
Mezzo col Fosso Senice che è al
limite della fuoriuscita, via Rubattomo, la Statale 66 ad Olmi a
causa del fosso Galigana, via Brana. L'acqua arriva da Pistoia e,
segnala Daniele Manetti di Legainbiente, come in altre occasioni «rischia di riversarsi nella
piana senza le necessarie opere
di ripulitura e se non vengono
realizzate altre casse di espansione, a cominciare da quella auspicata dell'Ombroncello.
Strade sott'acqua da via Vecchia Pratese a Stazione di Montale. A Pistoia fino alla serata di
ieri previsti fino a 120 millimetri
idrovore in funzione per svuotare il torrente senice
di pioggia. In tarda mattinata,
cessato l'ennesimo acquazzone,
il cielo è schiarito ma si è alzato
un forte vento di libeccio-ponente. I vigili del fuoco, fino ad
allora impegnati sul fronte dell'
acqua, sono dovuti intervenire
per alcuni rami spezzati e caduti
sulla carreggiata di alcune strade di collina. Sulla collina di Vinacciano è caduto un palo della
Telecom.
montagna. Anche sulla montagna pistoiese la pioggia è stata
incessante. Per questa ragione il
Comune di san Marcello si è
messo avanti e, già nel pomeriggio di sabat, ha fatto partire la
chiamata in Alertsystem ai telefoni fissi e mobili per avvisare la
popolazione dell'allerta meteo e
di collaborare.
«Intanto come amministrazione - ha detto il sindaco Silvia
Cormio -abbiamo chiesto la collaborazione a tutti gli alberghi e
al Copi[ di stare pronti per una
eventuale emergenza. Abbiamo
preferito muoverci per tempo».
Sotto osservazione la situazione
della diga della lima anche se
perii momento tutto rimane sotto controllo.
La paura per la giornata di domenica era soprattutto per il
possibile verificarsi di smottamenti, frane e simili. E il pomeriggio è stato intenso anche per i
vigili del fuoco di Limestre chiamati, causa maltempo, a risolvere due situazioni a Campotizzoro. Una lungo via Luigi Orlando
di fronte alla caserma dei carabinieri, dove un'abitazione sotto
strada ha rischiato l'allagamento a causa dei tombini intasati
che non ricevevano più acqua.
L'altro all'altezza della deviazione per la località La Macava, dove la pioggia intensa aveva formato un piccolo torrente che rischiava di andare verso le abitazioni. In entrambi i casi l'intervento dei vigili del fuoco è stato
provvidenziale.
Daniele Manetti di Legambiente k vi mattina in via del Falcbera allagata
Alluvioni in Toscana
Pagina 2
acqua piovono le polemiche
Sotto accusala manutenzione delle caditoie. La giunta replica: «Siamo intervenuti e la situazione è migliorata»
/ MONTECATINI
Dopo gli allagamenti di strade
nel primo pomeriggio di sabato,
e la nottata passata con preoccupazione per il riacuirsi dei maltempo, nella giornata di ieri la situazione a Montecatini e inValdinievole si è fatta meno problematica grazie alla parziale tregua delle precipitazioni. E allora, anche se sempre in apprensione per il prolungarsi dell'allerta meteo arancione (tino alle
16 di oggi) diramato dalla Regione, a ritrovare forza sono state le
immancabili polemiche. Sotto
accusa i "soliti" allagamenti nei
sottopassi (a Montecatini quello
dell'ippodromo), sul viale Diaz,
a Pieve all'incrocio tra via Fanciullacci e via Pistoiese. E dito
puntato soprattutto sulle caditoie che, a detta di molti, non sono
state ripulite dalle foglie, impedendo così il deflusso dell'acqua.
L'accusa. A farsi portavoce dei
critici sono stati alcuni partiti di
opposizione. Per la Lega Nord
«va sempre peggio perché oltre
alle zone armai critiche come il
sottopasso dell'Ippodromo, viale Diaz, la zona del mercato e la
pineta, allagamenti si sono avuti
in quasi tutta la città. La prima
considerazione da fare è che la
manutenzione di caditoie e tombini, così come quella di marcia-
piedi, strade e alberature, deve
essere un processo programmato e continuo. Non si può limitare alle prime piogge o alle segnalazioni dei cittadini. Per evitare
che un fiume d'acqua dalla pineta arrivasse in viale Verdi e viale
Manzoni, si è trovata una soluzione tampone, creando una
barriera di detriti che deviasse
l'acqua nel rio Castagnaregola,
ma non si può andare avanti così. Sul viale Diaz è stato rifatto
un tratto di asfalto da poco tempo, perché dopo la scarnificazione non sono stati visionati gli
scarichi?». A rincarare la dose è
Fratelli d'Italia - An: «I montecatinesi sono stanchi di questa amministrazionedisorganizzata e
inconcludente. Chiediarno perché le foglie non vengono raccol-
te con tempie modi consoni alla
frequenza delle precipitazioni.
Chiediamo perché non venga effettuata una corretta e periodica
manutenzione delle caditoie».
Ladffesa. Diversa, invece, è l'analisi della giunta. Con una nota fa
sapere che «l'amministrazione
comunale è stata al lavoro incessantemente per tutta la difficile
giornata di sabato, caratterizzata dafortissirne piogge, in cui solo l'impegno congiunto degli uomini dell'ufficio tecnico, della
Protezione civile, dei vigili urbani e dei mezzi di ripulitura strade ha fatto sì che i danni e i disagi siano stati contenuti. Ai lavori
hanno partecipato il sindaco, il
vicesindaco e l'assessore ai lavori pubblici». «Nonostante le forti
precipitazioni non abbiamo avu-
to problemi seri - prosegue la nota -. La manutenzione e il controllo delle caditoie sono stati
eseguiti sia prima che durante le
precipitazioni e continueranno
anche dopo. La caduta di molte
foglie visto il periodo autunnale
ha complicato le cose sia ai tombini del parco che altrove. Sabato comunque i lavori costanti e
ben coordinati hanno permesso
di riaprire in fretta il sottopasso
all'ippodromo, rendere agibile il
parco termale e anche far defluire le acque daviale Diaz».
Qui Peseta, Una delle conseguenze più clamorose di questa due
giorni di maltempo è stata
l'esplosione dell'asfalto in via
Fiorentina a Pescia (per un tratto di 200 metri), in prossimità
della porta di accesso alla città.
Fino a oggi la carreggiata in uscita daPescia è chiusa (le auto dovranno fare il giro dal Ponte dei
Marchi) in attesa delle analisi
sui lavori da farsi. «Le ipotesi - fa
sapere l'assessore Marco Della
Felice - sono due: una otturazione delle condotte delle acque
bianche oppure del ramo principale dell'acquedotto che passa
in quel punto. Piuttosto è stata
premiata la decisione di chiedere al Consorzio di mettere in
azione le pompe in via Romana,
alleggerendo così la situazione
nella zona degliAlberghi».
Altri servizi alle p ag. 2 e 3
, - CA'A,h, MATERASSO
lo sbarramento artificiale di det
Alluvioni in Toscana
in pineta per deviare l 'acua nel rio Castagnaregora
Pagina 3
Protezione civile monitorato nel fine settimana i corsi d'acqua pratesi
r , sorvegliato speciale, ® rimasto sotto il primo livello di guardia
L'
1 PRATO
Notte di pioggia e di vento,
con il livello dei fiumi in crescita (e costantemente monitorati) e i problemi più grossi che si
sono avuti in Valbisenzio. Due
gli alberi caduti ieri mattina, il
primo è precipitato lungo via
della Rasa a Cantagallo fortunatamente evitando persone e
cose, l'altro ha bloccato un
sentiero di Gavigno, sulla parte emiliano-romagnola. In entrambi i casi sono intervenuti i
vigili del fuoco di Prato.
La Protezione civile di Prato
per tutta la giornata ha monitorato ininterrottamente il livello dei fiumi e le condizioni
della viabilità. Le preoccupazioni maggiori erano concentrate sul livello dell'Ombrone
che però è rimasto al di sotto o
poco sopra il primo livello di
guardia. A Carmignano, ha informato lo stesso sindaco Edoardo Prestanti, ci sono stati
quattro movimenti franosi,
lungo via Baccheretana zona
Le Barche, due smottamenti
lungo via Capezzana direzione spazzavento e una in via
San Biagio nei pressi del tor-
L'auto finita in un fosso alla Briglia
rente Furba. «I nostri operai reperibili assieme ai volontari
Vab - ha spiegato il sindaco hanno lavorato per la messa in
sicurezza delle zone franate».«Voglio ringraziare tutti coloro che nella notte di sabato
hanno lavorato per la tranquil-
lità dei cittadini - ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni in parti colare le squadre del sistema di Protezione civile, i volontari, i tecnici del Centro situazioni e le squadre di Consiag Servizi». Per tutta la notte
la situazione è stata tenuta sot-
to controllo grazie all'attivazione operativa di diverse squadre di Protezione Civile e non
si sono segnalate situazioni di
parti colare criticità. Sia i tecnici del Centro Situazioni sia
squadre istituzionali (Consiag
Servizi) che squadre del volontariato di Protezione civile
hanno effettuati controlli ininterrotti sull'intero territorio comunale e in particolare sui
punti a maggiore criticità quali
i sottopassi stradali e alcune
zone più soggette a rischio allagamento. Il solo tratto della via
del Lavacchione è rimasto
chiuso al transito. Per tutta la
giornata le piste ciclabili lungo
i corsi d'acqua sono rimaste
chiuse e lo rimarranno almeno fino a questa mattina per
ragioni di sicurezza.
Incidente alla Briglia. Il
conducente di una utilitaria,
probabilmente a causa del
manto stradale bagnato, ha
perso il controllo dell'auto finita nel fosso a lato della carreggiata. E' successo ieri intorno
alle 10 alla Briglia a Vaiano,
lungo la provinciale 325.11 conducente è uscito illeso.
SERVIZI ALLE PAGINE 2 E 3
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Slalfcmpo, alberi caduti
< o'amo ffiori trndn
Alluvioni in Toscana
Pagina 4
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Il maltempo ha reato problemi in
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OSSERVATO speciale.
Da controllare con gli occhi fissi sui dati relativi all'andamento dei livelli idrometrici. A due
giorni dai cinquant'anni dell'alluvione, gli empolesi si sono ritrovati a guardare l'Arno e la
sua portata, cresciuta fino a superare il primo livello di guardia agli Uffizi. Fiato sospeso
aspettando la piena attesa per
le 20 o giù di li, ma per fortuna
stavolta niente da segnalare,
quantomeno da noi. Quella
massa d'acqua silenziosa e imponente è scivolata via, restando nel suo letto, nonostante la
pioggia incessante.
Fin dalle prime ore di ieri, la
bufera si è abbattuta sull'Empolese e dintorni. Una trentina di
abitazioni nella zona rurale tra
Castelfiorentino e Certaldo
hanno dovuto rinunciare alla
corrente elettrica per buona
parte della giornata: un fulmine ha bruciato la `testa' di una
linea elettrica, mettendola ko. I
Alluvioni in Toscana
omun della o
c
II ponte dell 'Arno a Empoli nella serata di ieri: un'immagine
che a molti ha ricordato i giorni dell'alluvione dei '66
tecnici dell'Enel hanno sistemato un generatore e lavorato
per cercare di ripristinare il servizio rapidamente. In Valdelsa
si sono registrati allagamenti
in alcune zone di Castelfiorentino con volontari e vigili del fuoco in prima linea. Tra le situazioni più critiche della scorsa
notte, «via Marconi, Praticelli
e zona ex Colc - come diceva il
sindaco Alessio Falorni nel
tour di verifiche -, critica la Pesciola. E un po' d'acqua anche
in zona via Togliatti-via Profeti».
Disagi sulla provinciale che da
Castello va a Montaione, dove
si è verificato un piccolo smottamento, e in via Sanzio: a
i
z
sbloccare la situazione, l'intervento dei residenti che hanno
ripulito prontamente le griglie
di scolo chiuse da ghiaia e altro. Situazioni che si sono risolte quando la pioggia ha dato
una tregua, passando da bomba d'acqua a temporale accompagnato da forti raffiche di vento: un albero è crollato a Galleno di Fucecchio, mentre grossi
rami sono caduti sulla 429 a
Empoli, chiamando in causa i
vigili del fuoco. Pompieri anche in via Rugati nel Cerretese,
dove l'acqua ha invaso cantine
e scantinati, e in via Ramoni a
Massarella: il muro di cinta di
un'abitazione è crollato invadendo la carreggiata. La strada
è stata chiusa per ripristinare le
condizioni di sicurezza ed è stata a senso unico alternato per
un paio d'ore. Ma non è finita:
il Centro funzionale della Regione ha emesso un nuovo avviso di criticità arancione fino alle 16 di oggi.
S. P.
Pagina 5
E ' POSSIBILE VISITARE LA NOSTRA MOSTRA
DAL LUNEDI' AL SABATO IN ORARIO 9.30-12.30
E 15-18. INGRESSO LIBERO , DOMEN ICA CHIUSO
LA NOSTRA MOSTRA E' STATA INAUGURATA
VENERDI' DAL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
HANNO VISITATO LA MOSTRA GABRIELE LAVIA,
FRANCO ZEFFIRELLI , ANDREA DELLA VALLE,
LUCA LOTTI, SIMONA BONAFE ', DARIO NARDELLA
LA NOSTRA ESPOSIZIONE E' APERTA
ANCHE ALLE SCOLARESCHE, CONTATTARE
rmarketing.firenzeßmonrif.net
stato come rivïvere quei giorni»
tra a La Nazione da applausi
Dalle immag in i alie pag ine 'e ®c boom di visitato ` in auditon*iim
«BELLA, ben documentata, unica e ricca di racconti che arrivano
al cuore». Sono le parole unanimi
di chi ha avuto modo di vedere la
mostra allestita nell'auditorium
del nostro giornale.
Venerdì scorso si è alzato il sipario sulla mostra «L'Armo straripa
a Firenze». Un'esposizione semplice ed emozionante che attraverso documenti originali, filmati,
cronache dell'epoca e immagini
inedite racconta l'alluvione del
1966. Il dramma di quel giorno e
di quelli successivi, vissuti dai fiorentini. Tanti i personaggi noti
presenti all'inaugurazione e quelli arrivati nell'edificio di via Paolieri 2 anche sabato. Molti si sono
presentati pure ieri (domenica
unico giorno di chiusuta) per visitarla. A questi si sono aggiunti gli
abitanti di Firenze e non solo.
Tanti i visitatori giunti dai paesi
vicini, uniti dallo stesso ricordo.
Persone adulte con gli occhi fissi
e lucidi su foto che ricordano loro
un periodo della loro adolescenza
scandita dalla paura dell'acqua
che solcava insieme al fango, ogni
Alluvioni in Toscana
Alcuni hanno glì occhi lucidi
Altri si soffermano a lun go
sulle foto g rafie del disastro
via, edificio e seminava terrore e
morte. Gli anziani che aggiungono alla mostra i loro ricordi di vita vissuta come Paola Scotti Fantoni : «Avevo 22 anni . Abitavo in
piazza Indipendenza , l'acqua lì invase solo gli scantinati ma sento
ancora l'odore del fango e della
nafta».
ANCHE AI GIOVANI presenti
sabato, è piaciuta molto. «Un mostra unica, allestita bene e che mescola in maniera perfetta i vari
pezzi di un mosaico fatto da foto,
da un docufilm che rende a noi
giovani più facile vivere le sensazioni di quel momento. I documenti non sono solo informativi
- spiega Andrea Sartori - ma rendono anche le emozioni, raccontandomi l'alluvione in un modo
che ancora non conoscevo, dagli
occhi del giornale, che aiutano alla riflessione, fino ai video che fanno rivivere in modo più diretto e
immediato quell'evento catastrofico accaduto 50 anni fa.
E «LA NAZIONE» con questo allestimento ripropone a 360° quel
4 novembre, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo.
Per molti dei presenti varcare la
soglia che fa accedere all'auditorium Monti, è come chiudersi alle spalle la vita di oggi per tuffarsi
nelle sensazioni visive e sonore di
chi non ha e non può dimenticare
quel terribile giorno e quelli che
ne seguirono.
«Mi ha entusiasmato - commenta
Carla Ferrini - . Io abitavo vicino
Ponte Vecchio, ho vissuto sulla
mia pelle quei tragici momenti.
Entrare e ritrovare nelle foto facce di persone conosciute o spazi
della città spazzati via dall'acqua,
è un vero colpo al cuore. Spero solo - ribadisce la signora - che i giovani visitandola, possano ricavarne insegnamenti preziosi».
«Mi ha particolarmente colpita commenta Giulia Bitozzi - . E' interattiva e coinvolgente. Si vede
bene il contrasto tra l'immmediatezza della comunicazione di oggi, rispetto alla lentezza e precisione di un tempo. E questo credo
possa offrire alle nuove generazioni, uno spunto di riflessione molto importante».
Pagina 6
LA MOSTRA, allestita all'auditorium Monti di via Paolieri 2, è a
ingresso libero e aperta dal lunedì
al sabato, fino al 19 novembre con
orario 9,30-12,30; 15-18, chiusa la
domenica. Per informazioni e prenotazioni per visite scolastiche:
marketing.firenze( nonrif.net.
-
nonostante
ai testimoni diretti
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SUCCESSO talmente
clamoroso che tante
persone si sono presentate
ieri al giornale chiedendo di
poter visitare la mostra.
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L'esposizione, come
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annunciato sul giornale, è
chiusa la domenica. I nostri
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lettori si possono rifare da
NE L LA mostra allestita nel lunedì al sabato con orario
nostro auditorium si trovano 9.30-12.30 e 15-18
varie aree che raccontano
quei giorni drammatici ma
anche la reazione della città.
Il nostro giornale racconta di
fatto se stesso attraverso il
quotidiano, le foto (anche dei
lettori), il docufilm con
emozionanti testimonianze.
E' possibile vedere il film
capolavoro realizzato da
Franco Zeffirelli e il filmato
realizzato da La Nazione con
il racconto dei lettori e dei
giornalisti. Eppoi foto, i
banchi multimediali e i
reperti dell'epoca.
C
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' 1 LLí
<` d avvero eozionante,
ci ha entusias m ato - dicono
i visitatori della mostra -.
Abbiamo vissuto sulla nostra
pelle quei traici momenti
ed è stato come riviverli»
FAMIGLIE, angeli del fango,
testimoni diretti dell'evento
ma anche tanti giovani che
dell'alluvione avevano
soltanto sentito parlare.
In fila per entrare in
auditorium ci sono fiorentini
di ogni generazione, tutti
accomunati dalla vaglia i
documentari e di rivivere
quei momenti
La mostra sull'alluvione dei '66
allestita nell'auditorium de La
Nazione resterà aperta
al pubblico fino al 19
novembre. L'ingresso è
gratuito: è aperta dal lunedì al
sabato, con orario 9,30-12,30 e
15-18, chiusa invece la
domenica
Alluvioni in Toscana
Pagina 7
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tatori della mostra davanti allo spazio
multimediale allestito con le immagini e gli scatti in
bianco e nero dei lettori e dell'archivio de La Nazione
Nella foto sopra
la proiezione
del film realizzato
da La Nazione
con il racconto
dei giornalisti
e dei tipografe
nell'auditorium
del giornale
Alluvioni in Toscana
Pagina 8
I
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1
NUMEROSE LE RICHIESTE DI AIUTO Al VIGILI
DEL FUOCO PER RAMI E ALBERI CADUTI,
ALLAGAMENTI E CORNICIONI PERICOLANTI
T'C _ °
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UNA TROMBA D'ARIA HA SCOPERCHIATO IL TETTO
DELLA VECCHIA STAZIONE DI RIPAFRATTA. ALBERI
ABBATTUTI E STRADA A LUNGO CHIUSA
LA FURIA DEL VENTO HA DIVELTO LE PROTEZIONI
INVERNALI DEL BAGNO MIRAMARE: GRAVI DANNI,
SCOPERCHIATE INTERE FILE DI CABINE
Am in piena: la c e .®ne civile d'
di GUGLIELMO VEZZOSI
ALLARME maltempo su tutta la
provincia con due feriti per un albero che, abbattuto dal vento, ha
colpito due auto in transito.[/EMPTYTAG] Gravi danni anche per
la tromba d'aria che ha colpito il litorale e forti disagi soprattutto nei
territori di San Giuliano e Vecchiano. Paura per l'Arno in piena,
dove è attesa 1 ondata di piena da
Firenze. E' questo, in sintesi, il bilancio di una domenica funestata
i
Arno: ore d'ansia per l'arrivo
dell'ondata da Firenze
Rientra fallar e-Serchio
Alluvioni in Toscana
INAZIONE UOMINI E MEZZI DELLA PROTEZIONE
CIVILE E DEI CONSORZI DI BONIFICA PER TENER
LIBERALA RETE DISCOLI E CORSI D'ACQUA
a I' `e , Tromba d' 'a sul litorale
da una violenta perturbazione che
ha investito il nostro territorio facendo elevare l'allerta meteo fino
al livello arancione con un nuovo
avviso di forte criticità prolungato
fino al pomeriggio di oggi. Tutti
mobilitati, oltre ai vigili del fuoco,
uomini e mezzi dei Comuni, della
Protezione Civile e dei Consorzi
di Bonifica. Andiamo per ordine.
FERITI - Decine gli interventi
dei vigili del fuoco, per rami e alberi caduti sulle strade, nonché rimozione di pali, cartelli e cornicioni
abbattuti dal vento. L'episodio
più grave intorno alle 1 di notte
lungo l'Arnaccio quando un gros-
so platano, abbattuto dalla tempesta, è piombato sulla sede stradale
travolgendo due auto che viaggiavano in senso contrario. Alla guida erano due giovani, rimasti entrambi feriti per fortuna non in
maniera grave: entrambi sono stati trasferiti in ospedale per cure e
accertamenti. Un altro grosso albero è crollato lungo la via per Marina di Vecchiano bloccando la strada, ma per fortuna in questo caso
non ha colpito veicoli in transito:
Pagina 9
danneggiato però un pilota
dell'energia elettrica. Grossi rami
sono caduti anche sul viale d'Annunzio ostacolando la circolazione.
FIUMI - Arno e Serchio si sono
ingrossati in poche ore superando
i livelli di guardia e questo - in
una inquietante coincidenza - proprio nei giorni del 50° anniversario della disastrosa alluvione del
1966. A destare apprensione è proprio l'Arno. La protezione civile
comunale di Pisa ha diramato ieri
l'allerta per la piena del fiume che
resterà in vigore per tutta la giorna-
L'incidente più g rave lu ngo
l'Arnaccio : una pianta ha
travolto due auto in transito
ta di oggi. Il forte vento di libeccio
rallenta sensibilmente la corsa del
fiume ingrossato verso il mare.
Per l'intera giornata il livello del
fiume è continuato a salire. Il passaggio della piena - che ieri ha causato non pochi problemi nel bacino fiorentino - è atteso entro l'alba di oggi. La Regione ha attivato
il «Servizio Piena» aprendo una sala di monitoraggio sull'andamento del fiume.
La scorsa notte ha invece destato
preoccupazione il Serchio, in piena e a rischio esondazione. Molta
gente è salita sugli argini ricordando il dranum del Natale 2009
quando il fiume ruppe gli argini
sommergendo Migliarino. Poi per
AVI G)A "
H 1 Qui sopra, l'effetto della tromba d'aria al bagno
Miramare; in alto a sinistra, l'Arno a ponte di Mezzo ieri pomeriggio; al
centro, la devastazione alla Stazione di Ripafratta nella notte e al mattina
fortuna verso le 4.30 il flusso delle
acque è iniziato a diminuire e di
conseguenza il livello si è abbassato. Sull'intero territorio vecchianese sono in azione uomini e squadre del Consorzio i Toscana
Nord per eliminare gli ostacoli
lungo la rete di scoli e canali. Uno
degli interventi più impegnativi è
stato quello alle cateratte tra il Canale Ozzeri e il fiume Serchio, in
località Rigoli, per rimuovere un
grosso tronco d'albero rimasto incastrato di traverso, che stava bloccando il deflusso dell'acqua. Attenzione sul Lago di Ma ssaciuccoli
salito a +32 a causa delle intense
piogge, ma per fortuna il mare riceve regolarmente.
STAZIONE scoperchiata Danni
ingenti nel cuore della scorsa not-
te alla stazione ferroviaria di Ripafratta, in particolare al tetto, per la
quale però non è stato possibile intervenire fino alla disattivazione
della linea elettrica da parte del
personale dell'Enel. Una violenta
tromba d'aria, infatti, si è abbattuta sulla zona, è ha letteralmente
scoperchiato la vecchia stazione.
Fortunatamente non ci sono feriti. La furia del vento ha sradicato
anche alcune piante secolari in
prossimità della Stazione, che sono crollate sulla via Vecchia per Pisa, chiusa a lungo.
LITORALE - Flagellato dal vento tutto il litorale pisano. Anche
qui, nel corso della notte, una
tromba d'aria ha colpito l'area del
bagno Miramare : scoperchiati tetti e alcune file di cabine, divelte le
protezioni posizionate per l'inverno: i danni sono ingenti, una stima approssimativa parla di decine
di migliaia di euro.
Atteso l'arrivo dell'ondata di
piena da Firenze che ieri ha
fatto innalzare oltre i livelli di
guardia il fiume. A Pisa
l'acqua ha continuato a
crescere per l'intera giornata.
La Regione ha attivato il
«Servizio Piena » aprendo una
sala di monitoraggio costante
del fiume
Alluvioni in Toscana
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Alluvioni in Toscana
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L'ALLARME RIENTRA
La Lima viene monitorata di continuo
Il sindaco: «Seguito il piano comunale»
LA PIOGGIA sulla Montagna pistoiese è caduta senza sosta nella
notte fra sabato e domenica. Ma
per fortuna il bilancio dei danni è
risultato pressoché uguale a zero.
E stata comunque una notte di la
tensione, vista l'allerta diramata
dalla protezione civile, tanto che
il Comune di San Marcello aveva
già predisposto un piano di evacuazione per le frazioni di La Lima e Mammiano, situate a valle
delle dighe lungo il torrente Lima, la cui attuazione non si è resa
necessaria. «La situazione è sempre rimasta sotto controllo - spiega il sindaco Silvia Cormio - anche se il livello dell'acqua nel Lima è salito rapidamente, fino alla
porta di 190 metri cubi al secondo
registrata alle 2 di notte. Ricordo
Alluvioni in Toscana
che al raggiungimento della soglia di 220 metri cubi al secondo,
il Comune deve attivare le procedure di evacuazione. Sabato abbiamo ritenuto opportuno avvisare
popolazione dell'allerta diramata e dell'eventualità di dover lasciare i due paesi, con un messaggio assolutamente non allarmistico. Sono stati molti gli apprezzamenti ricevuti dai cittadini. Avevamo già ottenuto la disponibilità
di quattro alberghi ad ospitare
eventuali sfollati e dei bus Copit
per spostare le persone. Per fortuna, dopo una fase di andamento alterno, il livello dell'acqua è calato
e alle 11 di questa (ieri, ndr) mattina aveva raggiunto i 90 metri cubi
al secondo. Quanto al messaggio
II sindaco Silvia Cormio
in Alertsystem, mi è stato riferito
che non tutti lo hanno ricevuto.
In effetti, Viene diffuso solo ai telefoni registrati. Chi non l'avesse
ancora fatto, può inserire il suo
numero tramite un apposito link
sul sito web del Comune».
ev
Pagina 12
I
'LE LE ACCUSE DI ELENA BARDELLI
Cfit;.cítà ® via Pontas sio e m centro
«Problemi s tombini e fognature»
«SONO BASTATE poche ore di
pioggia per far andare di nuovo in
tilt via Pontassio e la zona di Piazza Vittorio Veneto a Casalguidi.
La prima via è stata allagata, con
fuoriuscita da tombini e grate di
liquame carta igienica ed escrementi, che hanno reso l'aria irrespirabile ; nelle vie adiacenti alla
Piazza, soprattutto in via Bucigattoli e in via Martiri della Libertà». Disagi anche nel comune di
Serravalle Pistoiese per il maltempo. A segnalarli è Elena Bardelli,
consigliere di opposizione che
chiede interventi all'amministrazione comunale. «L'acqua è entrata in alcuni negozi e private abitazioni - racconta Bardelli -. Abbia-
Alluvioni in Toscana
mo presentato due interrogazioni
distinte per ognuna di queste criticità e abbiamo sollecitato pubblicamente l'intervento dell'Amministrazione, ma il sindaco e la
giunta non hanno mai mosso un
dito.
Come mai per la soluzione di questi problemi non ha mai sollecitato l'intervento dell'azienda, a cui
il Comune di Serravalle affida il
servizio idrico integrato? Come
mai, a fronte delle somme corrisposte da parte della collettività,
non ha mai preteso da parte di Publiacqua una efficiente erogazione delle prestazioni manutentive
ordinarie e straordinarie delle
condutture fognarie?»
Pagina 13
Bisenzio e Ombrone ieri
sotto controllo, ma
preoccupa l'ondata
di piena dell'Arno
Pioggia, grandine e raffiche dï vento
Altre ore di apprensione per i fiumi
Restano chiuse le piste ciclabili. Albero cade in strada a Canta gallo
DOMENICA di apprensione per
pioggia, vento, grandine ed il livello dei fiumi sotto stretta sorveglianza con un occhio all'ondata di piena dell'Arno, che è stato minaccioso per tutta la giornata di ieri. Resta valido fino a stamani l'allarme
meteo per Prato e provincia - il livello di emergenza è stato arancione fino a mezzanotte di domenica
per poi diventare giallo - dopo una
notte di pioggia ininterrotta ed una
giornata trascorsa fra rovesci concentrati e molto insistenti. Un violento temporale si è abbattutto sulla città intorno alle 11,30. La pioggia ha raggiunto i 190 millimetri alla stazione di Vernio, 80 a Cantagallo e sotto i 60 a Prato.
Per fortuna non si è registrato nessun danno in città dove le squadre
della Protezione civile hanno monitorato ininterrottamente il livello
dei fiumi e le condizioni della viabilità. «Ringrazio tutti coloro che la
notte scorsa hanno lavorato per la
tranquillità dei cittadini - ha sottolineato ieri mattina il sindaco Matteo Biffoni - in particolare le squadre del sistema di Protezione civile, i volontari, i tecnici del Centro
situazioni e le squadre di Consiag
servizi». Sia i tecnici del Ce.Si.
(Centro situazioni) che squadre istituzionali (Consiag servizi) che le 9
squadre del volontariato di Protezione civile hanno proseguito ininterrottamente ad un continuo controllo sul territorio comunale ed in
particolare sui punti a maggiore criticità quali i sottopassi stradali ed
alcune zone sensibili.
Ieri mattina Sergio Brachi, responsabile della Protezione civile, ha disposto la chiusura delle piste ciclabili lungo i corsi d'acqua «solo per
un motivo di sicurezza. Rimarranno non praticabili fino a stamani spiega - Non ci sono problemi per i
fiumi come Bisenzio ed Ombrone:
l'innalzamento è al di sotto del primo livello di guardia, anche se l'apprensione è tanta soprattutto per
l'attesa ondata di piena dell'Arno».
In mattinata è stato necessario chiudere via del Lavacchione parzialmente allagata, come pure via dei
Trebbi che è stata riaperta intorno
alle 12,45, come pure via del Malfante.
Il maltempo ha fatto danni in Vallata: nella mattinata di ieri un albero
si è abbattutto per il vento e la pioggia al centro di via della Rasa, a
Cantagallo. Il tronco ha ostruito il
passaggio delle auto e di fatto ha
isolato le abitazioni soprastanti.
Sul posto sono intervenuti i vigili
del fuoco del distaccamento di Vaiano. Intanto sulla Sr 325, sempre
ieri mattina, una jeep è andata fuori strada alla Briglia. L'incidente è
avvenuto alle 9: il mezzo stava provenendo da Vaiano quando il conducente ha perso il controllo forse
per l'asfalto bagnato dalla pioggia.
Il conducente non si è fatto niente.
Sul posto un'ambulanza del 118 e i
vigili del fuoco che hanno messo in
sicurezza una tubatura dell'acqua
danneggiata nell'urto con la jeep.
Inoltre una squadra dei vigili del
fuoco è partita alla volta di Arezzo
in supporto dei colleghi per le criticità causate dalle esondazioni.
Sa.Be.
, 2q,pnn5,mc l', i n,un,
Alluvioni in Toscana
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Minaccioso, ma senza fare danni, il fiume è rimasto nell'alveo e le 35 famiglie nelle golene
tra Vecchiano e San Giuliano Terme sono restate in casa nonostante l'ordinanza di evacuazione
IIi VECCHIANO
Guardato con apprensione, ma
per una volta non dannoso, il
Serchio è rimasto nel suo letto.
grazie
alla
sua
E,
"compostezza", sotto le coperte
sono restate le 35 famiglie allertate tra Vecchiano e San Giuliano Tenne, beneficiarie di un
contegno del corso d'acqua
niente affatto scontato.
Nessuna evacuazione per le
case presenti nelle golene.
«II fiume è rimasto ampiamente nel suo alveo» sottolinea
il sindaco Massimiliano Angori
che alle 13, d'intesa con la prefettura, ha chiuso il centro operativo comunale. Emergenza
cessata. Il pericolo, senz'altro incombente, non ha, però, materializzato quei danni impressi
con la forza del disastro nel Natale del2009.
chiano ci sono problemi di allagamenti - riprende Angori -. Devo dire che, consultando anche
il professor Raffaello Nardi, segretario dell'Autorità di Bacino,
il tempo di ritorno dell'intensa
precipitazione di sabato è stimato in un secolo. E servita la manutenzione importante di tratti
tombati delle condotte fognarie.
Quando l'evento ha diminuito
la sua forza l'acqua se ne è andata».
L'ordinanza di evacuazione
era stata firmata solo a scopo
precauzionale. «Prima le ho avvisate e poi ho scritto l'ordinanza,
ma non era il caso di farle andare via- precisa il sindaco -. É stato un atto rimasto solo sulla carta».
La buona notizia è che il giorno dopo la grande paura non si
contano danni. Il Consorzio 1
Toscana Nord ha schierato operai e tecnici per contenere le
eventuali esuberanze del Serchio e del reticolo dei suoi affluenti. Sono stati verificati in
modo particolare i corsi d'acqua, per intercettare eventuali
ostruzioni di ostacolo al deflusso. «I canali sono risultati in ordine dato che era stata eseguita lo
scorso mese la regolare e programmata manutenzione autunnale» spiegano dal Consorzio.
Attenzione concentrata su Filettole e Avane, perla prevista piena del Serchio, che dai modelli
in un primo momento sembrava essere importante e che poi
ieri mattina si è rivelata meno
minacciosa di quanto ipotizzato.
(p.b.)
DR! PROOIIZIONE RISERVATA
Una notte insonne e poi il sospiro di sollievo per l'amministrazione di Vecchiano.
«Siamo riusciti a superare i
momenti più critici- esordisce il
sindaco Angori -. Eri andata bene anche perché il mare nella
notte non era ancora cresciuto e
ha ricevuto molto bene. Quindi
tutta l'ondata che il Serchio si
portava dietro è andata tranquillamente in mare. Se avessimo
avuto un mare ingrossato, oggi
racconteremmo un'altra storia». L'intralcio alla circolazione,
per le piante cadute a causa di
un fortunale arrivato a sommarsi a una pioggia capace di sfiorare i 100 nnn in poche ore, è stato
segnalato in via Traversagna e
lungo via Galilei a Filettole dove
i vigili del fuoco sono stati impegnati nella rimozione sulla carreggiata. Nella zona di Traversagna è stato il Comune a muoversi in modo più autonomo per liberare le strade dagli alberi.
«A Nodica, Migliarino e Vec-
il sindaco Angori:
« fiutati anc he dal m are
che ha ricevuta bene»
Alluvioni in Toscana
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Alluvioni in Toscana
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Il Comune: «Maltempo, dann i contenuti»
L ga insiste: « anutenzione inesistente»
Ancora polemiche per la situazione dopo la «bomba d'acqua»
L'ONDATA di maltempo che si è
scatenata durante l'ultimo fine settimana fa discutere a Montecatini.
Nel mirino ci sono le modalità con
le quali il Comune svolge le attività
di manutenzione di caditoie e tombini. L'amministrazione sottolinea
di essere stata «al lavoro incessantemente per tutta la difficile giornata
di ieri, caratterizzata da fortissime
piogge, e solo l'impegno congiunto
degli uomini dell'ufficio tecnico,
della protezione civile, dei vigili urbani e dei mezzi di ripulitura strade ha fatto sì che i danni e i disagi
siano stati contenuti. Ai lavori hanno partecipato in prima persona
per lunghe ore il sindaco Giuseppe
Bellandi, il vicesindaco Ennio Rucco e l'assessore ai lavori pubblici
Franco Pazzaglini. Nonostante le
forti precipitazioni non abbiamo
avuto problemi seri la manutenzione e il controllo delle caditoie sono
stati eseguiti sia prima e durante le
precipitazioni e continueranno anche dopo. La caduta di molte foglie
visto il periodo autunnale ha complicato le cose sia ai tombini del
parco termale che altrove. I lavori
costanti e ben coordinati hanno
permesso di riaprire in fretta il sottopasso all'ippodromo, rendere agibile il parco termale e anche far defluire le acque da viale Diaz in tempi ragionevoli».
processo programmato e continuo.
Non si può limitare alle prime piogge o alle segnalazioni dei cittadini,
perché le foglie, il fango e la sporcizia intasano tutto l' anno l' accesso
alle fognature e poi negli ultimi anni assistiamo a piogge torrenziali
in grado di allagare quasi tutte le
strade se le caditoie non sono pulite. Per evitare che un fiume d' acqua dalla pineta arrivasse in viale
Verdi e viale Manzoni si è trovata
una soluzione tampone, creando
una barriera di detriti che deviasse
l' acqua nel rio Castagnaregola, ma
non si può andare avanti così! Una
cosa è certa, il settore lavori pubblici è allo sbando, infatti non c'è un
dirigente in grado di programmare
tutta l' attività di manutenzione
che riguarda in particolare le fognature bianche e nere, perché ci sono
casi di fognature rotte che fanno allagare magazzini e abitazioni».
DI TUTT'ALTRO avviso è la Lega Nord. «Ci risiamo con gli allagamenti - dice il Carroccio - va sempre peggio perché oltre alle zone ormai critiche come il sottopasso
dell' ippodromo, viale Diaz , la zona del mercato e la pineta si sono
avuti in quasi tutta la città. La manutenzione di caditoie e tombini,
così come quella di marciapiedi,
strade e alberature deve essere un
a A Sant' Atlucio di Uzzano,
nella zona meglio
conosciuta come Villa del
Vescovo, e scivolata sulla
carreggiata una porzione di
muro risalente alla fine del
mille e settecento. Le
intense piogge cadute nella
giornata di sabato sono le
prime cause dell'incidente.
ALbe ri cadu ti
La tempesta di vento e
pioggia della notte fra sabato
e domenica ha causato la
caduta di diversi alberi in
aree pubbliche e private.
Una frana
A Montevettolini, nel comune
di M onsummano, si e
registrata una frana dopo le
abbondanti piogge di sabato
e delta notte. Protezione
civile al lavoro.
finiscer in strada
11 sottopasso afi'ippodromo , da sempre uno dei punti cu tici in caso di pioggia
Alluvioni in Toscana
Pagina 17
nae
S ií d í cee " sposa
sposa bagnata sposa fortunata ?f
,
Ma nel novembre
R PONTEDERA
Quel giorno, il 5 novembre
1966, il destino prese fin troppo alla lettera l'adagio "Sposa bagnata, sposa fortunata".
Adriana si sarebbe accontentata di una pioggerella autunnale: un'alluvione, capirai,
non era certo nei suoi piani.
All'epoca, Adriana Giun tini,
pontederese, figlia di Giannino, il mitico melomane che
fu amico dei più grandi cantanti e direttori del 900, aveva 25 anni. Cinque di meno
ne aveva il suo fidanzato,
Giuseppe Ventura , siciliano.
Oggi la coppia abita a Pisa.
«Ah sì, tra noi fu colpo di
fulmine, come si dice», racconta lei con voce squillante,
vibrante. «Ci siamo visti, scelti e acchiappati all'istante,
oggi si direbbe "in tempo reale", come si manda un fax,
una mail. Coppia freschissima, si decise di fare il grande
passo. Fissammo la data per
il "sì": il 5 novembre del '66.
Doveva essere di mattina, in
duomo. Poi il programma
prevedeva un rinfreschino
Alluvioni in Toscana
all'Hotel Armonia: una cosa
per pochi intimi, giusto i parenti e gli amici stretti, mamma era mancata da pochi
mesi e, d'accordo con babbo, si scelse la sobrietà. Invece macché, l'Era rovinò tutto. Per ogni dove, metri d'acqua alta e fango, il duomo e
l'Armonia allagati, imbrattati, come il resto del centro di
Pontedera, negozio di babbo
compreso. Un disastro. Ma,
caparbi, per niente scoraggiati - ah, l'entusiasmo della
gioventù! - io e Giuseppe
non le si dette vinta, all'alluvione. Ci si sposò uguale. Il
giorno dopo, a Bientina. Dove ci accolsero come eroici
reduci sopravvissuti alla furia delle bombe. Le campane
a festa, i baci e gli abbracci
della gente: sì, un momento
indimenticabile».
L'Era ruppe l'argine della
"Montagnola" alle 14.30 del
4 novembre di cinquant'anni fa. In città fu il finimondo.
«Abitavamo in via Marconcini, angolo via Ranieri Gotti,
la strada dove babbo gestiva
il suo negozio di stoffe; "Ditta Ezelino Gronchi - Tessu-
f
'
dest í no esager ò
ti", si chiamava così - racconta Adriana - Giovedì 3 era già
tutto pronto per la cerimonia: chiesa prenotata, abito
da sposa in attesa d'essere indossato - la mia amica sarta
ci aveva lavorato di fino: aveva fatto questo cappottino
bianco che era un amore.
Dalla mattina di venerdì 4,
con le brutte notizie che arrivavano da Firenze e con l'Arno che già ci terrorizzava, si
capì che non era aria. Poi, nel
pomeriggio, l'inondazione.
Telefonai a Giuseppe, che
era a Pisa. "Giuseppe, l'acqua alta, va tutto a monte_".
Lui sbalordito: "Eh? Che dici?
Che acqua alta?". Non sapeva ancora nulla, non si capacitava. Gli raccontai di quel
che stava accadendo da noi a
Pontedera. Fu durante quella chiacchierata concitata
che approntammo il piano
d'emergenza».
Salirono tutti su una Fiat
500. Adriana e Giuseppe, i
promessi sposi; e Silvia, sorella di Adriana, col fidanzato (oggi marito) Paolo.
«Non appena si poté metter piede in strada, si raccattò i documenti e si raggiunse
alla meglio questa macchinina; poi si disse "Va bene, ora
si cerca un posto che non sia
allagato. Il primo che si trova
è quello buono: ci si ferma e
si sente se ci sposano. Ero in
pratica vestita "da casa", il
cappottino bianco era intrappolato in casa della sarta. E
babbo non poté venire: sulla
500 in cinque non ci s'entrava. Arrivammo in una Bientina deserta nel pomeriggio di
Wn , ,, cu.eiy,
i i o on n01
Pagina 18
domenica 6 novembre. Si
parlò con don Silvano Falaschi, prete esorcista, gli si
spiegò il nostro strano caso.
Lui non fece discorsi: "Tranquilli, vi sposo io!". Fece la
messa serale apposta per
noi: a quei tempi ancora non
c'era. Grazie al richiamo delle campane, la "chiesa degli
indemoniati" si riempì in un
attimo. C'era gente anche sui
pulpiti: tutto pieno. Don Falaschi, durante l'omelia, disse: "Facciamo un applauso a
questi due giovani, che da
Pontedera, cittadina che fino
a ieri sera credevamo morta,
hanno portato la vita". Fummo portati fuori in trionfo.
Due signori di Bientina offrirono il rinfresco: "Venite a casa nostra, ragazzi coraggiosi
- dissero tutti contenti - si
brinda lì!". Scattarono an che
molte foto, che poi, carinissimi - mi spiace non ricordarne il nome - ci fecero avere.
Dopo 25 anni da quel giorno,
saremmo tornati a Bientina,
da don Falaschi, per salutare, con una nuova cerimonia, l'importante traguardo
raggiunto dal nostro matrimonio. A cui, in un modo o
nell'altro, l'acqua portò fortuna davvero».
Andrea Lanini
Adriana Giuntivi e Giuseppe Ventura , a destra il giorno del matrimonio celebrato a ientina (e nona Pontedera come previsto) il 6 novembre (e non il 5)
Alluvioni in Toscana
Pagina 19
A Santa Croce sull'Arno una mostra diffusa nei negozi e nel palazzi
II Comune di Santa Croce sull'Arno presenta "1966 La Grande Alluvione " un programma ricco di
iniziative in occasione del 50 1 anniversario
dell'alluvione che nel 1966 colpì tutta laToscana ed
anche la nostra cittadina . Sono ben due le mostre
fotografiche che racconteranno quei drammatici
giorni. La prima dal titolo "A come Arno" - che sarà
allestita dal 10 al 19 novembre nel Centro polivalente
di Villa Pacchiani in orario 17 -19 - rappresenta un
viaggio multimediale lungo un fiume al centro della
geografia e dell'identità italiana a cinquant'anni
dall'alluvione, un progetto realizzato in
collaborazione con i fotografi Paolo Cagnaccl e
Matteo Cesari e con la direzione creativa di DER*Lab
che ne ha curato anche la piattaforma multlmedlale.
II progetto è stato presentato in consiglio regionale.
La seconda mostra, "1966 - L'al l uvione a Santa Croce
sull'Arno", sarà una mostra diffusa nei negozi e nei
palazzi comunali, allestita dal 15 al 30 novembre per
ricordare i giorni successivi alla notte tra il 4 e il 5
novembre del 1966, quando l'Arno , dopo aver rotto
Alluvioni in Toscana
gli argini a Ponticelli di Santa Maria a Monte,
sommerse il territorio comunale . Dal 15 al 30
novembre, in collaborazione con l'Istituto
comprensivo di Santa Croce , i ragazzi delle classi il
della scuola secondaria di primo grado realizzeranno
interviste ai testimoni di quei giorni, tutto il
materiale verrà raccolto e successivamente
organizzato per una eventuale pubblicazione.
Completano il calendario delle iniziativele
presentazioni di due libri: "Lungo l'Arno" di Saida
Grifoni, programmata per sabato 12 novembre alle
ore 17.30 nel Centro polivalente di Villa Pacchiani,
uno strumento di facile lettura per conoscere l'Arno
e recuperare il rapporto con il fiume; e "Maldifiume"
di Simona Baldanzi mercoledì 23 novembre alle 21.15
nella sala Russo Parenti della biblioteca comunale
"Adrio Puccini" che vuole essere un percorso di
ricerca, di ascolto e di scoperte, un viaggio lento
fatto a piedi, in bici, in barca , in auto, per seguire le
storie di chi lungo l 'Arno vive. Tutte le iniziative sono
ad ingresso libero. Info: telefono 0571.30642
Pagina 20
Dei, a, 41n '2 li i valori dC2a s - &2a új E,,2artú
PITEGLIO. I valori di allerta per la diga della Lima sono
stati rivisti proprio in questi giorni e sono stati
innalzati. in passato il valore di allerta combaciava con
70 metri cubi al secondo della portata del fiume Lima,
mentre adesso è stato innalzato a 220 metri cubi al
secondo. La notizia è stata data dal sindaco di San
Marcello Silvia Maria Cormio, in occasione delle
abbondanti precipitazioni piovose che durante il fine
settimana hanno colpito la montagna pistoiese. «Nel
mese di ottobre - spiega Cormio - ci siamo rapportati con
l'ufficio tecnico delle dighe di Firenze per riuscire a far
cambiare certi parametri di allarme
relativi alla diga della Lima. Viste le sue
caratteristiche mantenere in futuro i
valori precedenti non era più
conveniente. Quindi siamo riusciti a
innalzarli e portare a 220 metri cubi al
secondo il valore dell 'allerta, quello che
fa scattare la protezione civile (prima
era 70 metri cubi ndr ). L'evacuazione
scatta invece con una portata di 463
metri cubi al secondo . Con questi numeri
siamo molto più sicuri, anche perché in
passato rischiavamo davvero di creare
un procurato allarme».
Poi Cormio puntualizza sul sistema di avviso telefonico,
come è scattato sabato pomeriggio per informare la
cittadinzasu cosa stesse succedendo e quali erano i
comportamenti da tenere. «Alcune persone mi hanno
detto che non hanno ricevuto la telefonata di allerta.
Succede a chi non è registrato , colgo pertanto
l'occasione per invitare chi non l 'avesse ancora fatto, ad
andare sul sito del Comune e registrare il proprio
numero sia di cellulare che fisso sul link : sistema di
informazione telefonica di emergenza ». (Car Bar.)
Alluvioni in Toscana
Pagina 21
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Martedì a novembre 2016
Anno XXXIV n. 310 Earo 1,40
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L'America
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Manovra
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Renzi e [Italia
Garage devastati Un cumulo di oggetti tolti dai fondi allagati in via della Cella, simbolo dei danni diffusi dopo il maltempo. Intanto si studiano soluzioni
alle pagine 19 e 11
Ill' apaglna37
Giudizio immediato vae! raso del furgone portavalori Lui tace, i telefonini nova svelano il mistero (lei complici e dor'e finito il metallo
Abusi pir-escritti, cade l'ultima accusa
oro sparito IJper 4 milioni, Di Stazio verso il Ypproce sso
"Violentata da mio cugino"
Assolto anche per siding
AREZZO - Verso il processo con rito immediato per Antonio Di Stazio, sessantenne
ex guardia giurata Securpol accusato del furto di verghe d'oro che trasportava nel furgone, l'11 luglio scorso. La procura si accinge a
chiudere l'inchiesta, dalla quale non sono
emerse risposte agli interrogativi principali: il
vigilante aveva complici? Dove è finito il metallo prezioso. L'agente non parla. E' stato
trasferito al carcere di Perugia. La difesa potrebbe chiedere un rito abbreviato per allegge1 a pagina 13
rire l'entità della pena.
Luca Serafini
rl caso coop La Perla
a "1'vli manda Psaitre"
a pagina 14
CASTIGIION F.N0 A
Vip cerca 15 Clriaimre
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AREZZO-Assolto anche nel processo
per stalking l'uomo
di Sansepolcro che Li
cugina aveva accusa-
to di ripetute violenze sessuali, per trenta
anni, da quando era
14enne. In quel caso i
reati erano prescritti.
Ora `il fatto non costituisce reato".
a pagina 17
Avvocato Luca Fanfani
ha difeso l'imputato
Sport
Per le ragaz e amaranto un 2-2 al "Roberto Loi entini
Lega Pro
Arezzo Calcio Femminile
Pari contro il Padova
E ora c'è il Subbiano
Arezzo: una settimana in città
Allenamenti anche al 'Nespoli'
AUTO - MOTO - CONVERGENZA
apaglna29
Eccellenza , Promozione e Prima Categoria
/ a pagina 31
Bomber e Top 11
e vince il Rally in Algeria
Alluvioni in Toscana
/ a pagina 34
Allenamenti amaranto questa settimana si resta in città ' a pagina 29
Pagina 22
Anghiari la zona più colpita
Per agricoltori e allevatori
uno schiaffo che fa male
ANGHIARI - Una situazione che lentamente è tornata alla normalità. Il violento nubifragio che nella notte tra sabato e domenica si è abbattuto in Valtiberina ha
comunque lasciato segni molto evidenti. Le problematiche più accentuate sono state registrate nel territorio
comunale di Anghiari: arterie di estrema importanza
chiuse al traffico poiché allagate, aziende e abitazioni
con almeno trenta centimetri d'acqua all'interno.
Di fondamentale importanza è stato il lavoro svolto dai
volontari della Protezione Civile e dei vigili del fuoco del
distaccamento di Sansepolcro. Ci sono decine e decine
di ettari di terreni ancora sommersi dall'acqua, così come fossette laterali alle strade ancora sature: proprio la
scarsa manutenzione e la pulizia ha portato a degli allagamenti. Il giorno dopo qualche disagio era ancora presente in Valtiberina, ma tutto nella norma: si tratta per
lo più di fango presente nella sede stradale e pure in
alcuni garage. C'è però l'aspetto legato alla conta dei
danni: proprio così perché se da una parte c'è il settore
agricolo, dall'altra ci sono quelli alle cose materiali. Nei
prossimi giorni saranno effettuati ulteriori sopralluoghi
nei punti dove si sono manifestate le maggiori criticità:
la zona di Tavernelle, San Leo e Viaio. A Sansepolcro i
danni maggiori si sono presentati nella frazione di Gragnano, dove si è allagata una stalla con degli animali, e
nell'altra di Gricignano dove una famiglia per alcuni
minuti è rimasta isolata. Il fosso laterale ha esondato,
invadendo sia la sede stradale che di conseguenza il garage e tutto il piazzale. Allarme rientrato in serata anche
per il Tevere nel centro di Pieve Santo Stefano che per
alcune ore aveva fatto temere il peggio, tanto da dover
chiudere un paio di ponti. Tecnici e personale sia comunale che della provincia di Arezzo impegnati anche per
l'intera giornata di ieri. La Valtiberina nell'ultimo periodo deve fare sempre più i conti con fenomeni atmosferici troppo accentuati.
Davide Gambacci
M
Unni nn-ei 0u
Iru Irnu1i
nDul,i mllui'u,
Alluvioni in Toscana
Pagina 23
Donna racconta gli attieni drammatici bloccata in r<c o alla strada diventata fiume. Saltata su un nnarciaDcde poi la sah,,rz a
"L' auto si èfermata e'
di Michele Bossini
VALDARNO - Una donna messa
in salvo a Capannole, dopo che era
rimasta bloccata dall'acqua all'interno
della propria auto in seguito all'esondazione dell'Ambra. Una brutta esperienza, quella vissuta nella mattinata
di domenica da S.C. (ha chiesto gentilmente di non pubblicare il suo nome
per esteso) e che le è sembrata durare
quasi un'eternità.
"Stavo venendo da Badia Agnano,
più o meno arrivata a Capannole ho
incrociato due macchine che provenivano dal senso opposto e ho pensato
che si potesse procedere. anche perché
non c'erano segnali di divieto. Andan-
in un ahi.®è
do avanti - racconta - ho trovato un
po' d'acqua e non appena ha toccato
la marmitta, la macchina si è spenta.
Ho provato a riaccenderla ma non è
ripartita, mentre voltandomi ha notato che il livello dell'acqua in pochissimi istanti era salito fin quasi agli specchietti".
Nonostante la paura. S.C. ha aperto
la sportello di destra (quello dal lato
del passeggero per intendersi) dove c'era un marciapiede abbastanza alto in
corrispondenza di una vecchia casa diroccata, che la donna ha raggiunto
con un balzo dopo avervi gettato la
borsa e il telefono cellulare, con il quale ha poi chiamato un collega che ha
allertato i Vigili del fuoco.
ta
a
h
s
c
1e •79
"Ero davvero molto agitato, poi è arrivato un conoscente, che insieme ad un
giovane della protezione civile mi ha
visto: è passato dietro la casa diroccata e con una vecchia scala a pioli in
ferro, mi ha preso da quello che era
stato il mio rifugio e portato nel giardini delle vecchia abitazione, da lì poi
tutti a tre a turno con la scala abbiamo
superato il muro di recinzione a una
volta a terra sono arrivata al sicuro".
Una disavventura che per fortuna si è
conclusa nel migliore dei modi e che
può essere raccontata, con la consapevolezza di avere vissuto una gran brutta situazione in una domenica nella
quale l'Ambra in Valdarno ha fatto
davvero paura.
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Alluvioni in Toscana
Pagina 24
Ghinelli e la fase due. potenziare le fognature. Priorità e finanziamenti
"Inviale Santa Margherita,
collettore da raddoppiare "
di Luca Serafini
AREZZO - Chi amministra deve guardare oltre. E' questo il suo compito. Una città
che si allaga con questa facilità, è una disfatta: quindi urge intervenire. E al Comune di
Arezzo, una volta passata l'emergenza, è iniziata la fase due, quella della, soluzione dei
deficit strutturali nelle fogna-
ture. Con la consapevolezza
che è un'opera difficile, mastodontica. Ma da fare.
Sindaco Ghinelli, da che
parte iniziare?
"La rete fognaria di Arezzo
non è più all'altezza della situazione e questo lo abbiamo
visto. Il passo successivo è
adeguarla. Ma una cosa del
genere non si improvvisa, va
studiata, programmata. In
base alle priorità. Occorre recuperare gli studi di rischio
idraulico, valutare, procedere
con interventi mirati per risolvere i casi critici, mirando al
maggior risultato con la minor spesa."
Servono molti soldi.
R "E' così. Quindi vanno individuate linee di finanziamento precise. Impegno dell'amrninistrazione comunale è
quello di darsi da fare su questo fronte, ma bisogna procedere con criterio, consapevoli
del problema e dei limiti".
Può fare una scaletta di priorità?
La situazione di Viale Santa Margherita,
però, merita un discorso a sé.
"Lungo viale Santa Margherita, in destra
uscendo dalla città, scorre un collettore fognario che non è più dimensionato, è troppo
piccolo, quindi rigurgita, non cela fa a raccogliere l'acqua dei campi che invade la strada, così finisce nei garage e provoca quello
che abbiamo visto. Ecco, rifare questo collettore significa intervenire su diversi chilometri, non su metri, perché si arriva fino al Maspino, a Case Nuove di Ceciliano... Prima di
inserire a bilancio uri opera enorme, da centinaia e centinaia di migliaia di euro, occorre
una serie di valutazioni e di atti preparatori.
Ma l'impegno nostro c'è e ci muoveremo".
Capitolo tombini, caditoie. Ci sono occlusioni. Spetta al Comune tenerli puliti, ma anche i cittadini potrebbero `adottare' la propria caditoia.
R "Sarebbe una grande cosa, ma la, posso
chiedere solo dopo aver fatto, come amministratore, l'intervento di adeguamento che alla città serve. Non ora. Nell'ambito di una
condivisione, certo, sarebbe auspicabile il
coinvolgimento dei cittadini in questo senso. Ma, ripeto, prima dobbiamo agire noi e
migliorare la rete fognaria urbana".
Sindaco E ingegner Alessandro Glnn(e? valuta gli interventi
da adottare dopo l'emergenza scatenata dal maltempo
Come mai non è più adeguata? Cosa è cambiato?
R "Prima i campi erano tenuti in un altro
modo. Oggi, poi, piove in modo diverso. E i
collettori erano calibrati con un punto di
criticità che non è più attuale: i tempi di ritorno sono troppo stretti, gli allagamenti troppo frequenti. Per tornare a viale Santa Margherita, il tubo che attualmente c'è, posizionato là dove una volta c'era un fosso, per far
bene andrebbe raddoppiato. Da San Clemente in giù. Ed è tanta roba..."
"In questo momento no. Rischierei di dimenticare qualche zona e non sarebbe giusto. Ripeto, siamo già al lavoro, ma occorre
procedere con criterio e oculatezza".
Alluvioni in Toscana
Pagina 25
Dopo un fine settimana di pio fa, rientrato lallarme maltempo
Per fortuna non ci sono stati feriti, ma i problemi non mancano
Strada crollata
esegnaletvintilt
Si contano i danni
SIENA
Cessato l'allarme per il maltempo, si fa la conta dei danni.
Per fortuna non ci sono stati
feriti né conseguenze gravi, ma
allagamenti, piccoli smottamenti e grandi disagi non sono
mancati. Come in passato.
Strad
Ancora un pezzo di strada senese che si sbriciola come un
castello di sabbia colpito da
un'onda. Stavolta si tratta di
un tratto della Terrensano-Belcaro. Parte della carreggiata ha
ceduto. La foto che pubblichiamo accanto, postata dal sindaco Valentini sul suo profilo facebook, non ha bisogno di ulteriori continenti. La strada era
già chiusa perché interessata
da un precedente evento franoso. Valentini ci tiene a sottolineare che già entro questo mese
inizieranno i lavori di ripristino
e che entro primavera la strada
sarà nuovamente percorribile.
Allo scopo sono stati stanziati
già 500mila curo. Certo, forse
occorrerebbero studi un po'
più approfonditi se è vero che
ad ogni pioggia intensa un pezzo di strada viene giù.
Vigili I
r
Ovviamente sono stati giorni
particolarmente intensi per i vigili del fuoco, costretti a decine
e decine di interventi. La situa-
zione sembra comunque rientrata. Importante è stato, nelle
ore dell'emergenza, anche il
contributo degli operai comunaliche hanno agito in particolare sulla strada di Larniano
dove erano cadute delle piante.
Casa dello studente
Ieri mattina è stato effettuato
un sopralluogo per constatare
lo stato della struttura che è stata interessata dal crollo. Sono
stati individuati i lavori da fare.
Tra l'altro non è certo che l'episodio sia legato al maltempo.
In ogni caso i disagi hanno riguardato due soli ragazzi, quelli della cameretta dove ha ceduto il controsoffitto. Gli altri studenti, fatti uscire momentaneamente in via precauzionale, sono potuti rientrare praticamente subito nella struttura.
Segnale te in tilt
Le perturbazioni hanno causato numerosi guasti alla rete cittadina per la diffusione del servizio diffusivo tv. I cittadini e il
Comune di Siena hanno eseguito decine di segnalazioni al
manutentore, Telecom Italia
spa, che - puntualizza il Comune - sta intervenendo con più
squadre per il ripristino del segnale, ed è in costante contatto
con l'amministrazione per
ogni opportuno aggiornamento. Il Comune ricorda in una
nota che, per evidenziare la
mancanza del segnale tv (fibra
ottica) è possibile: chiamare il
numero verde 800.222.777, attivo con operatore da lunedì a
venerdì in orario 9-13 e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. Fuori orario è possibile
lasciare un messaggio nella casella vocale oppure inviare una
mail a [email protected]
con nome e cognome, indirizzo, recapito telefonico, tipologia guasto. L'operatore Urp richiamerà entro le 24 ore successive escluso sabato e festivi. Prima di contattare il numero verde, è opportuno verificare se la
zona è coperta dalla rete cablata (Hfc); se gli altri televisori
dell'abitazione, odi altri condomini funzionano perché ovviamente, in tal caso, non si tratta
di un guasto alla rete.
Zona stadio senza luce
A causa di un guasto che ha
interessato un trasformatore
dell'impianto di illuminazione
pubblica, infine, le zone adiacenti lo stadio resteranno prive
di luce anche durante la prossime ore serali e notturne.
L'amministrazione comunale
auspica di ripristinare il servizio nel più breve tempo possibile.
S r tluuo I d ❑ ni
Alluvioni in Toscana
Pagina 26
Una nuova frana
ha interessato
la Terrensano-Belcaro
Ma il sindaco rassicura:
"Entro primavera
sarà tutto a posto "
Una nuova frana
E' crollato un altro pezzo
della Terrensano-Belcaro
Eccola foto che il sindaco
Valentini ha postato su facebook
Alluvioni in Toscana
Pagina 27
L ánalisi del presidente nazionale dei geologi
"Città. storiche non al sicuro
Servono politiche diverse"
SIENA
Sono passati 50 anni dallalluvione di Firenze, e certamente molto è stato fatto,
ma molto resta da fare. Di certo, a restare è la paura. A mezzo secolo di distanza, la minaccia di una tragedia non è poi
tanto lontana, come dimostrano gli effetti del meteo di questi giorni. Così come quelli, ancora più grave, degli anni
passati, quando diverse zone della Toscana - spesso la Maremma - sono state
letteralmente flagellate dal maltempo.
Le città storiche non sono ancora al sicuro. Anche per questo l'ordine dei geologi
della Toscana e il consiglio nazionale dei
geologi hanno organizzato il convegno
"Città storiche ed alluvioni. La geologia
e la gestione del rischio", convegno che
Alluvioni in Toscana
si svolgerà a partire dalle 9,30 di venerdì all'auditorium Cosimo Ridolfi
della Banca Cassa di Risparmio in
via Carlo Magno 7 a Firenze.
A tal proposito il presidente del consiglio nazionale dei geologi, Francesco
Peduto, sottolinea che "...se vogliamo finalmente mettere in atto delle
azioni serie di contrasto dei georischi,
un ruolo centrale, sia dal punto di vista scientifico che da quello professionale, lo gioca proprio il geologo, ma il
punto è che siamo ancora lontani da
politiche efficaci di salvaguardia del
territorio e delle vite umane. Queste
sono prevalentemente ancora incentrate sulla riparazione dei danni e sull'erogazione di provvidenze ad even-
to accaduto, dimostrando la lontananza da una cultura di previsione e
prevenzione, basata sull'individuazione delle condizioni di rischio e volta
all'adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell'impatto degli
eventi, per le quali sarebbe necessaria
anche una nuova cornice legislativa:
una moderna legge quadro sulla difesa del suolo attraverso il riordino e il
rafforzamento della filiera istituzionale e normativa, che dovrebbe puntare
a dare concreta effettività agli obblighi di legge vigenti, sostenendo, anche finanziariamente, gli enti territoriali a questo titolo coinvolti ed a mettere a sistema gli interventi di risanamento e le azioni non strutturali".
Pagina 28
PER L'ENNESIMA VOLTA LE ZONE DI VIA BUONCONTE DA
MONTEFELTRO E VIALE S.MARGHERITA SONO QUELLE
CONI MAGGIORI DANNI. VERSO LA CALAMITA' NATURALE
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Cardinali: «E' colpa dei fossi, rete idraulica ko»
di ALBERTO PIERINI
I MALATI IN AESA di ricovero sono rimasti fino alle 19 a Poggio del Sole. Causa alluvione. «Per
fortuna abbiamo una seconda sede
ma certo non è normale». Stefano
Tenti dirige il centro chirurgico toscano e per carattere non graffia
mai. Però stavolta rompe gli indugi. «E' un problema reale, l'accesso
alla clinica è determinante e non
solo quello». Non accusa, si mette
a disposizione. «Siamo pronti anche sul piano economico ad affiancare gli enti pubblici se si tratta di
fare interventi di sicurezza idraulica». E in effetti lì la sicurezza non è
poi quel granché, specie sotto l'ombrello. Anche domenica tutta la città ha sofferto, ma via Buonconte e
viale Santa Margherita hanno sfiorato il dramma.
Alluvioni in Toscana
«Purtroppo la rete scolante minore
è inesistente e nessuno cura più la
manutenzione». Giovanni Cardinali, tecnico espertissimo sui limiti del nostro territorio, non ha dubbi. «C'è una situazione orografica
che pesa, specie la Catona è in una
zona in leggera depressione. Ma se
andiamo alla radice, il problema è
un altro». Ed è quello che lui chiama cambiamento sociale. «I contadini sono spariti e con loro quell'attenzione religiosa alle foglie, ai fossï. Spesso sulle vie poderali non ci
sono neanche le spaccature trasversali per deviare in ruscelli. Tutto
arriva alla strada».
acque. Questo spiega in parte anche la situazione di Antria». E il
consorzio di bonifica ? «Credo sia
uno dei settori di sua competenza». Beh, se c'è batta un colpo.
L'ANALISI NON cambia anche
in Comune, dove tra l'altro il sindaco sta valutando la richiesta di stato di calamità naturale. Ma torniamo all'area nord con Giovanni Baldini, responsabile della protezione
civile. «La manutenzione dei fossi
è carente e le fognature sono insuf-
E QUELL'AREA è lì, al confine
fisico tra la città che non è ancora
campagna e la campagna destinata
a diventare città. «Perfino i cinghiali ci mettono del loro: boschi
non più curati, si aprono strade nella boscaglia che poi abbandonate
diventano percorsi di scivolo delle
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ficienti». Ma a proposito di fogne
va oltre. «Ho l'impressione che
quando è stata costruita la rotatoria sulla Casentinese, un fosso sia
stato deviato in un fossetto lungo,
poi tombato, e le cui ruscellazioni
sbucano nel Gavardello. E questa
potrebbe essere un'altra componente di rischio». Fogne cresciute
in lunghezza più che in qualità.
«Nei decenni troppo spesso sono
stati aggiunti nuovi tratti ma senza
Giovanni BaLdini: « et tempo
si sono aLLu ngate
ai
adeguate. IL nodo rotatoria»
adeguarli nelle loro caratteristiche
alle esigenze reali». Aumentate, anche alla luce della totale amnesia
sui campi intorno.
Invisibile tutto l'anno, pesantissima quando l'acqua superi, come
stavolta, i 120 millimetri in un solo giorno. Peccato che lì, clinica a
parte, vivano famiglie e crescano attività. La Catona ai tempi dell'ultimo piano regolatore, era stata indicata come area prioritaria. Con il
tempo l'ha persa . E la natura non
perdona.
L ST RADE 11°7 TILT In alto viale Santa Margherita, all'inizio della
Casentinese, e sotto via Buonconte da Montefeltro alla Catona
' , á'.
Matat
Lu alL,
DOVEVANO essere ricoverati
la mattina, sono stati lasciati
fino alle 18 al Poggio del
Sole per poi essere trasferiti
solo in serata , alla fine
dell'emergenza
Stefano Tent ì
IL DIRETTORE del centro
chirurgico toscano: «E' una
questione che va risolta, cra
troppi disagi. Siamo disposti
a contribuire anche
economicamente»
Alluvioni in Toscana
Pagina 30
TITOLARE DEL BARADERO : «MAGAZZINO
COMPLETAMENTO INVASO DALL'ACQUA
TEMO SOPRATTUTTO PER LE SIGARETTE»
«UN DISASTRO , DUE MACCHINE DA BUTTARE
E PROBABILMENTE ANCHE DUE CALDAIE, POI
LA BICI ELETTRICA E UN OTORINO»
Ho subito danni. er 70 mila euro»
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Nel díluvio distrutte auto ed e lettrodomestici. Maga la rabb ia
di DORY d'ANZEO
AREZZO, IL GIORNO dopo il
diluvio. Da telefonino a telefonino si condividono le immagini
del disastro, foto e video mostrano strade diventate fiumi nel giro
di pochi minuti . Ed è anche il
giorno in cui si contano i danni.
Alla Catona, ad esempio, Luca
Minelli del Baradero spiega: «Il
problema non è stata tanto l'acqua che è caduta giù, quanto le fognature che non hanno retto. Ho
sentito scattare l'allarme e sono
andato a vedere : la pressione eccessiva ha fatto saltare tutto e ho
avuto il magazzino totalmente allagato». Ancora non si sa a quanto
ammontino i danni: «Temo soprattutto per le sigarette, avevo
due scaffali pieni».
Poco più in là, in macelleria, Andrea Severi spiega: «Mettiamola
così: dove c'è stato il terremoto
stanno peggio , alla fine noi ce la
siamo cavata con con un'enorme
seccatura, abbiamo passato la domenica a pulire tutto. Ma è assurdo che succedano certe cose: fossi
e tombini chiusi o intasati ed ecco
che appena viene giù una precipitazione più abbondante, accade il
disastro». Alla Pala d'Oro, il ristorante in fondo alla Catona, le luci
Alluvioni in Toscana
sono spente . Molti dei video che
girano in queste ore mostrano come anche di fronte al ristorante la
zona fosse completamente allagata. Altro giro in auto, stesse scene
e stessa rabbia da parte dei residenti. In zona Cappuccini, una
tra le più colpite, alle cinque di ieri pomeriggio, approfittando
dell'ultimo residuo di luce, le persone erano ancora intente a pulire
gli scantinati . Come Stefania Paci
che, armata di tuta e guanti, prova
a fare un po ' d'ordine: « Garage allagati, almeno settanta centimetri
d'acqua . Siamo stati a lungo senza
corrente e dobbiamo ringraziare
la protezione civile che è venuta
qui con le idrovore, perché altrimenti non so quanto tempo saremmo rimasti in queste condizioni». Ancora sotto accusa i fossi.
Ne parla Andrea Bidini per il quale la conta dei danni è spaventosa:
«DUE AUTO da buttare, due lavatrici da buttare e forse anche
due caldaie. Avevo un metro e
quaranta d'acqua in un garage di
165 centimetri, quello dei miei
nonni che avevano conservato
tante cose lì dentro. Una vecchia
lambretta, ricordo di famiglia,
non sarà riparabile. La bici elettrica temo altrettanto , un altro motorino è pronto per la rottamazione.
Meno male che c'era la protezione civile. Ma ora mi domando: cosa la pago a fare la tassa dei fossi?
Qui ci saranno 70 mila euro di
danni, cosa dovrei fare, non pagare finché non mi hanno restituito
tutto?». In zona, il bar è rimasto
chiuso perché ieri mattina non
c'era corrente elettrica, mentre
Marco Pasquini dell'alimentari
spiega : « Sono stato fortunato perché l'acqua non è arrivata ai motori, altrimenti sarebbe stata una tragedia. Ma avevo il magazzino tutto allagato e ho dovuto buttare via
un po ' di roba, i formaggi in particolare e i surgelati, visto che sono
rimasto senza corrente». Anche ieri la pioggia ha bagnato la città.
Da queste parti tutti guardavano
il cielo con apprensione.
Nel tardo po eri ïo i ieri
erano tanti ancora intenti
a ripulire gli scantinati
Pagina 31
r SAGI Stefania Paci nello scantinato, A sinistra: Luca Minelli
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Garage
C'è chi lamenta di aver avuto
oltre un metro di acqua negli
scantinati e chi ha dovuto
dire addio anche ai ricordi di
famiglia, andati ormai
distrutti
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Alcune attività commerciali
in zona Cappuccini ieri non
hanno aperto perché non era
tornata la fornitura di
energia elettrica . I negozi
hanno buttato via i prodotti.
Senza corrente
Appello da Augusto Ferretti,
residente in via Cocci, zona
Cappuccini. «Senza corrente
tutta la strada e anche parte
di via Occhini, siamo in
difficoltà»
Alluvioni in Toscana
Pagina 32
TIENE BANCO
QUESTIONE DI LEVANE. MA NON MANCANO PROTESTE
dighe aperte? «No, sono sol-19 o sentinelle»
E i sindaci chiedono lo stato di calamità
di
RIA ROSA DI TERMINE
PASSATA LA GRANDE onda il Valdarno può tornare a guardare di nuovo il
suo fiume con meno paura. La conta dei
danni, però, è legata alle esondazioni dei
corsi d'acqua del cosiddetto reticolo minore. E poi c'è San Giovanni che fa caso a
sè. Nella zona del Bani, tra via Spartaco
Lavagnini e del Lungarno, molte famiglie si sono viste allagare cantine e primi
piani forse per il cattivo funzionamento
delle fogne che hanno rigurgitato l'acqua
all'interno della rete facendola uscire dai
tombini. Per capire cosa non abbia funzionato, però, si dovrà attendere che il livello dell'Arno si abbassi. Solo allora i
tecnici comunali e di Publiacqua entreranno nell'alveo per visionare il sistema
di controllo del flusso in ingresso e in
uscita dallo scolmatore di via Risorgimento, accertando eventuali responsabilità. Il sindaco Maurizio Viligiardi ha già
avviato la procedura per chiedere alla Regione la valutazione di risarcimento per
«calamità naturale«. Se l'istanza sarà accolta, privati e aziende potranno essere
rimborsati, fornendo adeguata documen-
tazione. Il giorno dopo gli abitanti del
quartiere hanno proseguito l'opera di pulizia dei fondi e gli amministratori hanno predisposto da oggi un ritiro straordinario a domicilio dei materiali ingombranti provenienti dai locali allagati (numero verde 800127484). E negli altri cen-
Il sindaco Vili lardi ribadisce che
andrà fino in fondo . Tecnici nel
letto quando il livello scenderà
tri? Come sempre in Valdarno a tenere
banco è la questione delle dighe.
Enel Produzione spiega che gli invasi
non sono determinanti per la «laminazione», ossia l'attenuazione delle piene. «Si
tratta di sbarramenti fluviali per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile e
svolgono un importante ruolo di «sentinella» . Vedette in grado di informare le
istituzioni quando le portate in transito
superino determinate soglie. Riepilogata
anche la procedura che prevede comuni-
cazioni ai vari uffici regionali, provinciali e di protezione civile. «Un compito
svolto pure in questo fine settimana».
Quanto alla gestione delle dighe «una volta piene diventano «trasparenti» rispetto
al corso dell'Arno e lasciano transitare le
acque senza possibilità di trattenerle».
Hanno superato l'esame le grandi opere
di messa in sicurezza idraulica realizzate
negli anni. Come ad Ambra, salvata dalle
casse di espansione sull'omonimo torrente e sul Lusignana e dagli argini realizzati dalla Provincia e dal Comune di Bucine con una spesa di quasi 4 milioni di euro. A valle, invece, gli altri torrenti, a cominciare dal Trove, hanno provocato «ferite» alle infrastrutture viarie e il sindaco
Pietro Tanzini richiederà lo stato di calamità naturale. Quattro i ponti interessati: a Capannole per raggiungere il podere
Il Colle, sulla 540 in località Boccarina,
dove le spallettette sono state erose, il
ponte a Raso a Pogi, con la piena che ha
spazzato via le condutture del metano e i
sottoservizi, e l'arcata del Molino di Montozzi con relativa ostruzione della luce. A
Laterina dichiarata inagibile la palestra.
Montevarchi deve fare i conti con alcuni
smottamenti collinari.
A SAN GI OVANNI 1 vigili del fuoco e le altre
forze mobilitate nel momento dell'emergenza.
Poi la notte di paura per l'onda di piena dell'Arno
Alluvioni in Toscana
Pagina 33
Polemica
con Nardella
per la tassa
di soggiomo
GLI ALLIEVI sottufficiali
carabinieri del 590 corso arrivati a
Firenze per le celebrazioni degli
Angeli del fango, polemizzano con
il Comune. Fanno riferimento
all'annuncio di Palazzo Vecchio
che per gli Angeli aveva previsto
l'esenzione dal pagamento della
tassa di soggiorno. Dicono di aver
chiesto «spiegazioni all'albergo
dove hanno alloggiato» ma si sono
sentiti rispondere che sarebbe
dovuta arrivare una
comunicazione scritta dal
Comune. Quindi hanno pagato i
3000 curo di tassa di soggiorno.
Perché l'esenzione era valida solo
per le prenotazioni fatte tramite
Firenze Convention Bureau che si
è fatto carico di pagare la tassa. I
carabinieri angeli del fango ora
pretendono il rimborso dal
Comune e chiedono che
«magistratura e consiglio
comunale intervengano per vedere
se ci sono responsabilità penali».
Il Comune spiega di non dovere
nessun rimborso. In quanto ha
predisposto un kit di benvenuto,
di cui gli ex allievi sottufficiali
hanno usufruito, che garantiva
l'entrata gratis ai musei e il
viaggio gratis sulle linee
Ataf&Linea. Quanto alla tassa di
soggiorno, era necessario
prenotare tramite portale Florence
Convention Bureau.
Alluvioni in Toscana
Pagina 34
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L 'assessore Fratoni `
LA PAURA è passata. Già ieri pomeriggio il codice arancione riguardava solo la foce dell'Arno a Pisa.
Ma la piena che correva sotto i ponti della città ha riacceso angosce e
polemiche. Davvero il pericolo è
scongiurato? I tecnici hanno ritenuto di prorogare al pomeriggio di
ieri la riapertura del ponte Vespucci, chiuso dalla sera prima per scongiurare ogni problema in vista
dell'ondata di piena. E anche lungarno Serristori era stato interdetto per permettere il recupero dei
mezzi dal cantiere in riva all'Arno.
«Una decisione motivata dalla necessità di attendere il ritorno dei livelli ordinari - si spiega da Palazzo
Vecchio - per permettere ai tecnici
di effettuare una verifica». Oggi invece è in programma un controllo
subacqueo con laser scanner.
ANCHE il sindaco è intervenuto
per rassicurare la popolazione: «La
situazione dell'Arno è sotto controllo - ha scritto su facebook - .
La seconda piena ha attraversato
Firenze e se non tornano forti temporali il peggio è passato». Ma non
tutti gli animi sono sereni. Proprio
all'indomani delle celebrazioni per
il 50° anniversario dell'alluvione,
non sono mancate le polemiche sulle tante falle ancora esistenti nel sistema idraulico del territorio. «Se
nel 2016 temiamo ancora l'Arno hanno detto i consiglieri regionali
M5s - la colpa è di chi ha ammini-
Alluvioni in Toscana
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alle accuse della deputata
strato finora la Toscana. I disastri
da maltempo sono disastri da mala
politica, incapace di investire seriamente in prevenzione del dissesto
idrogeologico. Dal post guerra ad
oggi lo Stato ha speso circa 62 miliardi di curo per risarcire i disastri
da maltempo. Quando la prevenzione, numeri alla mano, sarebbe costata un decimo».
INTANTO, all'indomani della
piena dell'Arno, Enel Produzione
spiega le procedure e le decisioni assunte sulle dighe di La Penna e Le-
Símoní
vane, i due invasi in provincia di
Arezzo lungo il corso del fiume e
utili alla sua regimazione: «Una
volte piene diventano trasparenti
rispetto al corso del fiume e lasciano transitare acqua senza alcuna
possibilità di trattenerla - si spiega
- Gli impianti, infatti, per le loro caratteristiche non sono determinanti per la laminazione, ovvero l'attenuazione di un evento di piena. Gli
invasi invece svolgono un'importante ruolo di sentinella del fiume,
informando le autorità competenti
ogni volta che le portate in transito
Salvataggio di mezzi utilizzati per i lavori sul lungarno Torrigiani
nella notte tra domenica e lunedì al Ponte alle Grazie
Pagina 35
dalle dighe superano determinate
soglie». Polemiche, infine, sulla gestione dell'emergenza. La deputata
Pd Elisa Simoni aveva lanciato pesanti accuse, dicendo che i sindaci
del Valdarmo non erano stati avvertiti tempestivamente dell'ondata di
piena.
RISPONDE piccata l'assessora regionale all'ambiente e alla protezione civile Federica Fratoni: «La comunicazione di allerta meteo arancione era stata diramata sabato alle
12.57 a tutti gli enti destinatari pre-
«Se nel 2016 abbiamo ancora
paura dell'Arno la colpa è
di chi ha amministrato finora»
visti dalla procedura di Protezione
civile (Province, Prefetture, Città
Metropolitana), i quali a loro volta
sono tenuti a informare gli ulteriori livelli istituzionali - spiega - La
struttura regionale ha presidiato e
tuttora monitora, l'evolversi della
situazione, garantendo massimo
supporto alle amministrazioni locali coinvolte». «Rispetto ai paventati
ritardi nella realizzazione delle opere - prosegue Fratoni - c'è piena disponibilità a verificarne le cause e a
rimuovere gli ostacoli. Tuttavia
non mi risulta che siano imputabili a lungaggini della Regione».
Alluvioni in Toscana
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NEL RACCOGLIERE il materiale in questi mesi di intenso lavoro, eravamo consapevoli di essere riusciti a mettere insieme tanti
elementi per illustrare le ore terribili dell'alluvione del 1966 e anche i momenti successivi, le difficoltà della città nel ricevere aiuti
dal mondo istituzionale mentre i
fiorentini si rimboccavano le maniche e giovani studenti da tutto
il globo si mobilitavano in una
straordinaria forma di solidarietà
che per la prima volta si stava palesando come sistema di mutuo soccorso.
CHE IL RISULTATO fosse
una grande mostra, pur nella consapevolezza di avere messo in
campo le forze e l'impegno migliori, lo abbiamo percepito subito.
Dal gradimento degli ospiti
all'inaugurazione. E una volta di
Alluvioni in Toscana
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più dal successo che nelle ore successive ha raccolto la nostra mostra `L'Arno straripa a Firenze'
che resterà aperta, nell'auditorium de La Nazione, con ingresso
gratuito (da via Paolieri 2), fino al
19 novembre con orario 9-12.30 e
15-18 (chiuso la domenica).
Solamente nella giornata di ieri ci
E' possibile visitare la mostra
tutti i giorni con orario 9-12.30
e 15-18, fino al 19 novembre
sono stati oltre 250 ingressi. Tanto che nelle ore del pomeriggio
per vedere il video sulle testimonianze di chi ha vissuto al giornale i momenti più drammatici
dell'alluvione, le persone sono state costrette a mettersi in fila per
avere un posto a sedere.
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Una mostra per ricordare e per
imparare. Per leggere le straordinarie testimonianze dei giornalisti dell'epoca e notare anche quanto sia cambiato, da quel tempo, lo
stile giornalistico, come si siano
trasformati i giornali.
QUELLI erano anni in cui il quotidiano era la principale fonte di
informazione. Ancora non tutti
possedevano un televisore e comunque anche i telegionali, nel
caso dell'alluvione di Firenze in
particolare, sono arivati con uno
straordinario ritardo a dare la notizia. Si parlava addirittura di acquazzoni in Toscana. Una Toscana invece che in quel novembre
di cinquant'anni fa, ha pagato un
prezzo altissimo sia per una natura matrigna, ma anche perché ancora non esisteva la protezione civile e non erano state messe in atto politiche di prevenzione.
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PIOVEVA che sembrava non volesse
smettere più. Su Firenze ormai da
giorni si era scatenata una tempesta
perfetta, l'Arno cresceva, ma nessuno
fece suonare l'allarme. Un pericolo
grande stava battendo alla porta e senza chiedere permesso rovesciò una
melma terrosa, un mix di acqua, fango e nafta che si portò via 34 persone,
lasciò 70mila famiglie senza casa, devastò 6.000 negozi e cancellò lo splendore della città più bella del mondo.
La Nazione c'era. C'erano i cronisti,
sulla notizia. C'era il direttore Enrico
Mattei, vicino alla gente, determinato
a vincere la battaglia di Firenze dimenticata dal mondo in mezzo al disastro, c'era l'impegno della proprietà,
con il cavaliere Attilio Monti che non
mollò mai in mezzo a mille difficoltà,
mandando sempre in edicola il giornale.
TUTTO QUESTO è nelle parole
dei testimoni del tempo, che abbiamo
intervistato, e che potrete ascoltare
nel video inedito che viene proietttato a nastro continuo alla mostra allestita a La Nazione `L'Arno straripa a
Firenze'. «Ero un giovane cronista di
Nazione Sera - racconta il giornalista
Sandro Picchi - Mi chiamarono dal
centralino chiedendomi di passare
dal Ponte Vecchio perché era giunta
la notizia che stesse crollando: passai
da lì con la mia macchinina e andai al
giornale rassicurando tutti che non
era crollato». Ma l'acqua stava arrivan-
Alluvioni in Toscana
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do, il fiume cominciava a rompere gli
argini. Il giovane cronista fu mandato
in giro per Firenze a controllare. «In
via Giampaolo Orsini vidi l'acqua,
l'Arno era tracimato, ma ancora non
si aveva cognizione della gravità della
situazione. Fino a che anche nel nuovo stabilimento della Nazione si vide
l'acqua arrivare e salire. Qualcuno si
mise a piangere».
Perché l'acqua invase lo stabilimento
di viale Giovine Italia che era stato
inaugurato l'anno prima. «L'acqua arrivò all'altezza di due, anche tre metri», racconta il capo manutentore
Giuseppe Finardi. E la melma bloccò la rotativa, un nuovissimo gigante
Giornalisti e personale
de La Nazione hanno vissuto
sul campo le ore più tragiche
tecnologico di 84 metri di lunghezza.
Il giornale era paralizzato. La mattina
del 4 novembre anche il sindaco Piero Bargellini si trattenne alla Nazione
per capire cosa stava succedendo, prima di andare in Palazzo Vecchio.
«Quando arrivai, vidi una bara girare
intorno al Cimitero degli Inglesi, scene allucinanti che davano la misura
della tragedia compiuta», ricorda l'ex
direttore de La Nazione Umberto
Cecchi. Eppure ancora la città era inconsapevole della tragedia, di più an-
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cora lo era il Paese. Ci vollero giorni,
la battaglia senza sosta de La Nazione, dei suoi giornalisti, del direttore
Mattei, perché il governo mandasse
gli aiuti richiesti a Firenze.
«I CRONISTI furono mandati a Bologna al Resto del carlino per permettere che La Nazione continuasse ad
andare in edicola - racconta Cecchi Mattei rimproverò in maniera dura il
governo: `state facendo morire la città', accusava». Fu un corpo a corpo politico. «Con Mattei che si mise i gambali di gomma per spalare», nelle parole del giornalista Enrico Bosi. «Mattei diventò l'uomo dei fiorentini, la loro voce - racconta l'ex direttore del
giornale Aurelio Scelba - La Nazione riuscì a muovere le istituzioni dal
torpore». Arrivarono gli Angeli del
fango, insieme alla solidarietà del
mondo. L'autista Sandro Ferrari ricorda minuto per minuto quella notte
in cui il giornale miracolosamente riuscì ad andare in stampa e in edicola
con la notizia che l'Arno era straripato che nessuno ancora aveva dato.
«Anni dopo il capo dello sport Giordano Goggioli propose Firenze come sede dei Giochi Olimpici - racconta il
giornalista Raffaello Paloscia - Una
richiesta finita nel dimenticatoio ma
che fu il sintomo che la città voleva ripartire». «Firenze ha avuto la fortuna
di avere il suo giornale, La Nazione»,
dice Scelba. E quel giornale c'è ancora, al fianco della città e dei fiorentini.
i. u.
Pagina 39
filatelia e dintorni
Il
di s astro deW
LE ACQUE dell'Arno il 4 Novembre 1966 uscirono prepotentemente dagli argini del fiume allagando la Città e si mischiarono alla nafta contenuta
nei serbatoi degli impianti di riscaldamento formando così un
«inchiostro nero» putrido e
oleoso che inondò gli edifici e
travolse molte opere d'arte lasciando i fiorentini increduli di
quella immane sciagura natura-
Alluvioni in Toscana
di STEFANO MORANDI
o visto a ®
le. Il mondo intero si mobilitò
per salvare Firenze e i suoi capolavori e fu così che arrivarono gli
angeli del fango. Il 4 novembre
2016 in occasione del50° anniversario dell'alluvione di Firenze il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato in Palazzo Vecchio gli «angeli del fango». Il Ministero dello Sviluppo Economico lo stesso giorno ha emesso un francobollo commemorativo da C.
0,95 dove si raffigura l'alluvione di Firenze del 1966 «interpretata« attraverso un disegno
dai bambini di una scolaresca.
Pagina 40
R ico rdi e scene
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Scandicci
V E I alle 21 al Teatro
Aurora, via San Bartolo in
Tuto, l'associazione San
Zanobi presenta uno
spettacolo dal titolo
«Scandicci e il Diluvio Ricordi e scene da
un'alluvione». La serata
prevede una raccolta fondi a
favore del Cui - Ragazzi del
Sole.
Alluvioni in Toscana
Pagina 41
San Mau ro sott'acqua
foto scattate
i cittadini l 1966
Signa
APERTA a Palazzo comunale
di Signa la mostra fotografica dell'Alluvione del 1966 a
San Mauro. L'assessore
Adriano Paoli, curatore
dell'esposizione con la
Polisportiva Sorms, ha
raccolto foto fatte dai
cittadini. Sarà visitabile fino
al21 novembre.
Alluvioni in Toscana
Pagina 42
Chí sono
«
e.
del fango»
ANCHE Rufina ha i propri
Angeli del fango. Nomi rimasti nella memoria di tante persone del posto e che il
comune ha voluto ringraziare a cinquant'anni dall'alluvione. Si tratta di Ugo Rossi, Carlo Dini, Narciso Vannini, Paolo Lavacchi, Amerigo Nebbiai, Ezio Sarti, Stefano Borselli, Giuliano Vincentini, Angelo Angelini,
Lido Panichi, Enza Francini, Carlo Rossi, Massimo
Dugini, Valerio Tanini,
Carlo Fossi, Livio Nebbiai,
Vasco Mazzi, Luciano Martelli, Nello Magherini, Andrea Boninsegni e Maurizio
Pinelli. Insieme a loro sono
stati consegnati riconoscimento anche agli eredi di
Ivo Magherini, Roberto Felicitini e don Romolo Battistini, anche loro all'epoca
protagonisti di un grande
impegno.
Alluvioni in Toscana
Pagina 43
Alluvione, oggi la terza foto in regalo. Stasera
LE IAGINI della città invasa da acqua
e fango, e poi del lento ritorno alla normalità
dopo l'alluvione del 4 novembre del 1966 sono un pezzo fondamentale della storia della
Maremma. Fino all'8 dicembre, i lettori riceveranno in regalo in edicola (in abbinamento con il quotidiano) dodici straordinarie fotografie dell'epoca e il contenitore per racco-
Alluvioni in Toscana
gliere questa nuova, emozionante collezione
che racconta la Maremma. Le foto sono distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni
giovedì - oggi verrà data la terza - e provengono da due archivi importanti: l'Archivio
Fratelli Gori (i cui eredi continuano a lavorare ad un imponente progetto di catalogazione, nonché ad altre particolari iniziative) e
ricor d o in omusica>>
l'Archivio Giacomo Aprili, oggi custode anche del grande patrimonio di ï
gini creato proprio per «La Nazione» dal padre Lio.
Da entrambi gli archivi, quindi, un contributo fondamentale per portare in edicola questo nuovo progetto che è stato poi possibile
realizzare grazie all'aiuto di Acquedotto del
Fiora, Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud, Comune di Grosseto e Assicurazioni Generali
(Agenzia di Maurizio Marraccini). Intanto
proseguono le iniziative legate al cinquantesimo anniversario. Oggi alle 21 sul palco di
Spazio 72, in via Ugo Bassi, si terrà lo spettacolo «L'Ombrone in musica» a cura dell'Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma, con Lisetta Luchini, Eleonora Tassinari, Luca Di Volo e Massimo Ciani.
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In tv R convegno
l Rotary
suLL'ALLuvíone
Rtv 38
ALLE 18.15 di oggi, perla
rubrica «Maremma Oggi» di
Giancarlo Capecchi, in onda
ogni martedì su Rtv 38, andrà
n onda lo speciale dedicato
al Convegno organizzato agli
ndustri dal Rotary Club per
ricordare i 50 anni
dall'alluvione del 4
novembre 1966 Replica
sabato alle 11.40.
Alluvioni in Toscana
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I RESIDENTI DELLA ZONA DEL CENTRO STORICO
SENTIRANNO SUONARE LE SIRENE DI ALLARME,
Si TRATTERA SOLTANTO DI UNA PROVA PERIODICA
NECESSARIA A VERIFICARE IL SISTEMA DI ALLERTA
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MALTEMPO: il Comune fa il
punto sugli interventi dello scorso weekend. E giovedì suoneranno le sirene lungo il Carrione, nel
centro storico, per controllare se
funzionano a dovere. Nel pomeriggio di venerdì sono state inviate le telefonate a tutta la popolazione per avvisare dell'imminente allerta e fornire tutte le informazioni utili, mentre dalle 7 di sabato a
palazzo civico, è stata aperta la sala operativa comunale, che ha seguito costantemente l'evolversi
della situazione fino al termine
dell'allerta, in coordinamento
con la sala operativa provinciale e
con gli aggiornamenti forniti
dall'associazione Meteoapuane e
dal consorzio Lamma. Sono state
attivate, come sempre in questi casi, le linee telefoniche di emergenza: la sala operativa comunale e la
polizia municipale hanno raccolto le richieste di intervento dei cittadini, che hanno riguardato soprattutto la presenza di rami pericolanti, subito rimossi per evitare
situazioni di pericolo. Il volontariato della protezione civile è stato inoltre interessato nella vigilanza ai punti più sensibili della città
e nella osservazione dei livelli di
piena dei torrenti e dei canali. Numerosi volontari sono rimasti insieme al personale comunale in allerta durante tutta la notte tra sabato e domenica. Particolarmente
attenzionata la frana lungo la strada per Noceto, monitorata dal settore Opere pubbliche. Sempre al
fine di garantire l'incolumità pub-
Alluvioni in Toscana
® pe r avve rti re lcittadini in caso
blica, nel pomeriggio di domenica è stato deciso di chiudere la passeggiata lungo il porto a Marina a
seguito dell'aumentare del vento
e del moto ondoso. Assieme al personale della protezione civile comunale la gestione dell'allerta ha
coinvolto i vigili urbani e i volontari delle associazioni che operano sul territorio: a loro il sindaco,
che ha seguito costantemente
l'evolversi della situazione, rivolge un particolare ringraziamento
per la consueta professionalità e
dedizione dimostrate.
INTANTO continua l'attività di
prevenzione da parte del Comune. La protezione civile avvisa i
cittadini che giovedì, alle 11, verranno effettuate delle prove tecniche per verificare il corretto funzionamento delle sirene collocate
lungo il corso del fiume Carrione.
L'impianto di allarme, che si attiva nel tratto in cui il torrente attraversa il centro storico cittadino
tra il ponte Baroncino e il ponte
della Bugia quando è necessario
segnalare un pericolo attuale e imminente in caso di piena, è stato
sostituito lo scorso anno con un
modello più funzionale, potenziandone anche i decibel.
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chiedono alla Reg ione un
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a Cinquale » dice la
presidente Orietta
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DISASTRO II Carrione esondato alla Doganella: giovedì saranno
messe in funzione le sirene per testarne il funzionamento
Alluvioni in Toscana
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Allerta per la Lima: «Seguiamo direttive regionali»
IL SINDACO DI SA N MARCELLO SPIEGA LE CHIAMATE Al CITTADIN I DI SABATO S ERA
LE FORTI piogge e l'allerta meteo del fine settimana scorso, nel
disagio creato, sono però servite
per il Comune di San Marcello come banco si prova per i nuovi parametri di allerta fissati di recente
per il livello di acqua nella diga
sul torrente Lima, situata in corrispondenza dell'omonimo paese.
Principale novità introdotta col
provvedimento, emesso dall'ufficio dighe di Firenze, riguarda l'innalzamento dei livelli di allerta,
fra cui la misura a cui corrisponde
l'evacuazione della popolazione
residente nelle zone prossime al
bacino d'acqua. «Già da tempo spiega il sindaco di San Marcello,
Silvia Cormio - erano stati eseguiti dei lavori di consolidamento
delle dighe situate lungo il torrente Lima che le rendono più solide
Alluvioni in Toscana
II sindaco
del comune
San Marcello
Pistoiese
Silvia Cormio
(Foto di archivio)
e capaci di sopportare una maggiore portata d'acqua. Però i parametri di allerta non erano mai stati
adeguati. Abbiamo trascorso anni
in questa situazione col rischio
che, in caso di piene appena supe-
riori a quella che si è verificata nella notte fra sabato e domenica
scorsi, col torrente che ha raggiunto la portata di 190 metri cubi al
secondo, di dover fare evacuare
circa 130 persone fra La Lima e
Mammiano, rischiando di incorrere davvero in un procurato allarme». Così, lo scorso 13 ottobre, a
seguito di alcuni colloqui preliminari, l'ufficio tecnico del Comune
di San Marcello, coordinato da
Federica Strufaldi, ha inviato
all'ufficio dighe della Regione
una lettera per richiedere l'allineamento dei parametri con le condizioni effettive della diga di La Lima. L'ufficio fiorentino ha risposto il 17 ottobre, comunicando alla società responsabile del bacino
i nuovi parametri. Il nuovo piano
prevede un innalzamento dei tre
step di allarme in corrispondenza
dei quali l'ente ha poi individuato, all'interno di un apposito protocollo di protezione civile, le
azioni da intraprendere a tutela
della pubblica incolumità. «Il pri-
Pagina 48
mo livello di allarme è fissato
adesso in 220 metri cubi al secondo - prosegue il sindaco Cormio a differenza dei 70 del precedente.
Al raggiungimento di questa portata, gli uffici comunali devono
riunirsi e iniziare a monitorare
l'andamento del livello dell'acqua
in contatto col guardiano della diga. Il secondo step è fissato in 350
metri cubi al secondo, contro i
precedenti 120, e prevede l'allertamento della popolazione , degli alberghi e mezzi di trasporto per
prepararsi alla possibile imminente evacuazione. In prossimità di
400 metri cubi al secondo, a differenza dei precedenti 270, dobbiamo far evacuare la popolazione.
Sabato scorso abbiamo ritenuto
comunque di diffondere un messaggio in Alertsystem per avvisare i cittadini dell'allerta meteo e
della eventualità di dover evacuare La Lima e Mammiano in caso
di livelli preoccupanti dell'acqua.
Meglio preparare le persone».
Elisa Valentina
Alluvioni in Toscana
Pagina 49
ANCORA ALLAGAMENTI NELLA PERIFERIA DI PISTOIA
LA PIOGGIA NON RISPARMIA CASE E NEGOZI
E OGNI VOLTA SCATTA LA CONTA DEI DANNI
I CITTADINI SONO ESASPERATI
azzan sott'acqua.
r noi. residenti . non c'è tregua»
Lìopo la Z
®l'esasperazione: « lavori non sono serviti a nulla»
STRADE ALLAGATE, fossi
esondati: la cronaca dei disagi era
già stata annunciata dall'allerta
meteo di venerdì. E anche se non
è la prima volta e i vecchi problemi si ripresentano, i cittadini
coinvolti, un po' arrabbiati e un
po' rassegnati, si lasciano andare
allo sfogo del giorno dopo. «Le
cause degli allagamenti sono molteplici - ammette Lorenzo Gori a
Chiazzano, una delle zone sempre
più colpite - di lavori ne sono stati fatti, ma non se ne vedono i benefici. Per esempio è stata rifatta
la strada e rialzato il ponticino,
ma così l'acqua non va nel fosso».
Anche altri residenti della zona si
lamentano per i lavori poco sensati: «I tombini adesso sgorgano
troppo in basso nel fosso - fanno
notare - appena l'acqua è salita un
po' ne ostruisce la bocca e non riescono più a sfogare».
A CHIAZZANO, a Badia a Pacciana, al Nespolo, è sempre la stessa musica: «Al «mulino», Da Canapale verso il Nespolo, dove abito io - dice rassegnata Vanessa
Spinetti - è sempre così, basta che
piova un po' e tutto si allaga. Addirittura è capitato una volta che
l'acqua abbia sollevato un cassonetto e lo abbia spinto dentro il
fosso». Succede di continuo, già
in settembre con la prima pioggia
importante l'acqua del Bollacchione era esondata, allagando le strade e costringendo i residenti a rimanere isolati. «La colpa è della
« I fossi si intasano di erba
Servirebbe più attenzione
parte di tutti»
manutenzione dei fossi - osserva
a Badia Dino Masi - tagliano l'erba con i macchinari, poi non viene raccolta del tutto, resta lì e «fa
tappo»». E sono molti che ricordano le pratiche dei contadini di
una volta che si prendevano cura
dei fossi che costeggiavano i loro
campi: «Un tempo d'estate ogni
contadino pensava alla manutenzione, e anche se l'acqua usciva,
«andava dove doveva andare» -
spiegano - dovrebbero mettere la
gente disoccupata a lavorare ai
mestieri di una volta». «Per esempio a fare gli «stradini», che gestivano il ciglio delle vie in modo da
tenerlo pulito» continua Masi.
E ANCORA, alcuni residenti della zona lamentano che «qui il Consorzio e le istituzioni si vedono di
rado, tranne che per mettere le
transenne quando la strada è inagibile a causa dell'acqua». Qualcuno fa notare che a Chiazzano per
un incidente è stata scaraventata
via l'inferriata di protezione del
Bollacchione e vi è stata messa
una transenna, che adesso è finita
dentro l'alveo pure quella. «Un
tempo lontano a Badia i Benedettini avevano fatto tante opere
idrauliche - spiega Giovanni Fedi - fecero le gore che deviavano e
l'acqua e non le permettevano di
invadere i campi per non far marcire il raccolto. Si è interrotto
adesso quell'equilibrio per tante
ragioni. Io una soluzione ce
l'avrei - suggerisce Fedi - fare un
nuovo fiume artificiale che da qui
arrivi fino all'Arno: sarebbe come
una lunghissima cassa d'espansione, dove convogliare tutte le acque e farle defluire prima che torrenti e fossi arrivino a essere troppo pieni».
Daniela Gori
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Alluvioni in Toscana
Pagina 50
Una delle strade di Chiazzano inondate dall'acqua dopo la pioggia di sabato (Foto Acerboni/Castellani)
Dino Masi
Alluvioni in Toscana
Pagina 51
IERI CI SONO STATE NUOVE PRECIPITAZIONI
MA NON HANNO PROVOCATO DISAGI
E' INIZIATA LA CONTA DEI DANNI DELL'ALLUVIONE
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o bilancio dell'alluvione di domenica
Alluvioni in Toscana
Pagina 52
di MARCO BR I
PASSATA la paura, il territorio
si lecca le ferite. i danni dell'alluvione sono gravi, ma un po' meno
rispetto a quelli provocati dalle
esondazioni precedenti. E comunque la piena presenta un conto salato. Soprattutto per l'agricoltura.
Particolarmente colpite Arbia,
nel comune di Asciano, e la Val di
Merse. E' andata meglio, o se vogliamo,meno peggio, a Buonconvento.
QUELLA di ieri per i sindaci, i
tecnici degli uffici comunali e della provincia e la protezione civile
e stata la giornata delle ricognizioni nelle zone dove si è abbattuta
la furia delle acque. Non ci sono
strade inagibili, la viabilità è gradualmente tornata alla normalità
ma il ponte della Sorra, nei pressi
di Ponte d'Arbia (comune di
Monteroni), anche se aperto al
traffico, è finito nuovamente
sott'acqua e si renderanno necessari dei controlli per verificare se
la struttura ha subito delle conseguenze.
«I danni maggiori sono stati ad
L'Arbia ha invaso le campagne nella frazione
di Asciano lasciandosi dietro una scia di melma e fango
Arbia, dove si sono allagati parecchi scantinati e garage - afferma il
sindaco di Asciano Paolo Bonari
- Si sono rilevati fondamentali, ai
fini della sicurezza, i lavori effettuati sull'Arbia e sull'Ombrone
dal Consorzio di Bonifica. Senza
questi interventi la situazione sarebbe stata criticissima. La piena
stavolta ha risparmiato il centro
del paese, dove la scorsa settimana l'acqua aveva invaso strade, case e aziende per 100mila euro di
C° vú'ß'r26 1
La viabilità è tornata
alla normalità ma il ponte
della Sorra , nei pressi
di Ponte d'Arbia, anche
se aperto al traffico, è finito
nuovamente sott'acqua
danni. Di conseguenza - aggiunge il primo cittadino di Asciano per quell'episodio chiederemo lo
stato di calamità naturale. Si tratta di una notizia che era passata
un po' in sordina perché nello
stesso giorno, purtroppo, c'è stato
il terremoto a Norcia».
Se a Monteroni e sul suo territorio, a questo giro, la piena si è rilevata quasi indolore, nel comune
di Sovicille l'esondazione del Merse ha lasciato il segno. «I danni
più gravi li ha subiti l'agricoltura.
Ma si registrano danni a privati
più che altro a Volte Basse, Rosia,
San Rocco, Padule - spiega il sindaco Giuseppe Gugliotti - Tutte
zone dove ci sono stati numerosi
allagamenti di seminterrati. Pochi, per fortuna, quelli nelle case.
Il maltempo ha causato il cedimento di brevi tratti di strada a
Carpineto e Padule e quindi bisognerà intervenire per sistemarli. I
I cam pi coltivati si sono
riem piti i acqua e di fan g o
e i danni sono elevati
lavori idrogeologici realizzati di
recente sono serviti a contenere i
danni».
L'esondazione del Merse
ha lasciato il segno
I danni più gravi li ha subiti
l'agricoltura. Problemi
a Volte Basse, Rosia
San Rocco, Padule
Alluvioni in Toscana
LA PIENA non ha interessato né
Murlo, né gli altri comuni vicini.
L'epicentro del maltempo è stato
Arbia e i territori di Sovicille e
Buonconvento e il prezzo più alto
dovranno pagarlo gli agricoltori. I
campi coltivati si sono riempiti di
acqua e di fango e i danni sono elevati, anche se per adesso è impossibile quantificarli.
Pagina 53
«Gli interventi fatti
sono stati essenziali»
«DELLE PICCOLE pecche
ci sono state, per esempio
nell'avvisare la cittadinanza
dell'arrivo della piena e nella
mancanza delle pompe idrovore, che non ci sono state ancora messe a disposizione, ma
Arbiaccia- s1-aria
in sicurezza e M mozione
dett®ar ine a Piana
per il resto ha funzionato tutto o quasi. Gli interventi idrogeologici realizzati di recente
a protezione del paese e del
territorio si sono dimostrati
essenziali».
Il sindaco di Buonconvento,
Paolo Montemerani, si è trovato a fare i conti con l'alluvione per l'ennesima volta. «Ma
in questa occasione è andata
abbastanza bene, aggiunge il
Alluvioni in Toscana
primo cittadino. Certo, l'agricoltura ha subito danni ingenti, ma per strade, ponti, case e
aziende non ci sono state conseguenze. Nelle prossime ore
faremo un summit con provincia e protezione civile per
capire come e dove intervenire per fare sempre meglio».
Gli interventi ultimati cui fa
riferimento il sindaco e che
hanno permesso di limitare i
danni sono due. Il primo è la
disconnessione fognaria: saracinesche all'interno delle fognature del paese che si chiudono in caso di emergenza,
impedendo all'acqua di sommergerlo. L'altro intervento è
quello realizzato al Ponte del
Guado per favorire il deflusso
del fiume. Opere costate in
tutto un milione e 300 mila euro. Ma mancano all'appello
ancora due interventi: la messa in sicurezza della zona
dell'Arbiaccia-Osteria e la rimozione dell'argine a Piana.
Saranno fatti entro fine estate.
Pagina 54
NONOSTANTE in alcuni
punti abbia piovuto con
abbondanza, soprattutto
nelle zone confinanti con
l'aretino, in Valdichiana la
situazione è sotto controllo.
Ieri è filato tutto liscio con
qualche leggera pioggia
sparsa nel territorio. La
domenica è stata invece
trascorsa all'insegna del
tempo incerto: vari rovesci
si sono registrati soprattutto
nel tardo pomeriggio (non
in tutti i paesi), ma, per
fortuna, non ci sono state
conseguenze tangibili se
non una certa
preoccupazione per i fatti
che stavano avvenendo a
Siena e dintorni. Un timore
causato anche dalla presenza
di tanti abitanti della
Valdichiana che, come
spesso accade, si trovavano
nel capoluogo , o comunque
nelle vicinanze, per
trascorrere il giorno di festa.
Molto probabilmente il
forte vento che aveva
iniziato a soffiare sin dal
mattino in Valdichiana ha
contribuito a tenere sotto
controllo la potenza delle
precipitazioni.
Luca Stefanucci
Alluvioni in Toscana
Pagina 55
SONO ATTESI GIORNI DI TEMPO SERENO
MA LE TEMPERATURE SCENDERANNO
I N MODO DRASTICO, PREVISTE GELATE
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LA LEGA NORD: «LO AVEVAMO PREVISTO
DOPO L'ELIMINAZIONE DELLA VEGETAZIONE
DI SPONDA DA FIU M I E TORRENTI»
corn;a ïtà
Studentato in sicurezza, solo
E' TORNATA alla normalità anche la situazione a Siena. Ieri pomeriggio ci sono state nuove piogge, ma senza i danni di domenica.
Grande attenzione sulla strada di
Terrensano Belcaro dove, a causa
delle piogge abbondanti è crollata
una parte della carreggiata. Non
c'è stato bisogno di chiudere la
strada, ha spiegato il sindaco Bruno Valentini, «perché è interdetta
al traffico da tempo, per via dello
smottamento della scarpata soprastante». I lavori di ripristino stanno comunque per partire e la nuova frana sarà sistemata assieme alla precedente e la strada riaprirà,
almeno questo è l'impegno del
sindaco, entro la prossima privamera.
PER QUANTO riguarda la residenza studentesca in via Piccolomini, l'azienda Dsu fa sapere che
«non c'è stata nessuna evacuazione a seguito del cedimento del
controsoffitto di una stanza. Il
problema - spiega il Dsu - è stato
causato delle enormi infiltrazioni
provenienti dagli appartamenti
adiacenti non di proprietà
dell'azienda, e interessati da una
ristrutturazione».
«A seguito dell'evento - prosegue
il Dsu - gli studenti presenti nella
struttura non sono stati fatti evacuare ma radunare nei punti di
Alluvioni in Toscana
raccolta previsti dal piano di
emergenza. Sono state contemporaneamente effettuate le opportune verifiche di stabilità dai tecnici del Global cervice che gestisce
la manutenzione insieme al gestore della residenza e ai vigili del
fuoco immediatamente allertati.
Questi ultimi hanno constatato
l'inagibilità di una sola camera resa, di conseguenza, inaccessibile e
hanno dichiarato fuori pericolo
tutto il resto dell'edificio. Il controllo ha permesso agli studenti
E crollata in p arte
la carreg giata ma i[ tra".Uo
era già chiuso al traiiico
cainera inag ìbì
di far rientro nelle loro stanze dopo poco tempo. Ai due alloggiati
nella camera dichiarata inagibile
è stata assegnata temporaneamente altra stanza in attesa del suo ripristino. Si conferma che non c'è
stato nessun ferito fra gli studenti
che dimorano nella residenza universitaria e nessun danno a cose o
persone».
Le forti perturbazioni hanno causato numerosi guasti alla rete cittadina e alla tv via cavo. I cittadini e il Comune hanno eseguito decine di segnalazioni al manutentore Telecom Italia, che sta intervenendo con più squadre per il ripristino del segnale, ed è in costante
contatto con l'amministrazione
per ogni opportuno aggiornamento.
PAURA Un 'auto bloccata in Massetana Romana
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2
L'acquedotto del Fiora
comunica che dalle 17,30
fino alla mezzanotte
sarà interrotta l'erogazione
idrica a Pianella,
Monteaperti , San Piero
II/A
Assenza segnate
Per segnalare la mancanza
del segnale tv della fibra
ottica chiamare il numero
verde 800 222 777 da lunedì
a venerdì ( 9-13), e il martedì
e giovedì anche ( 15-17)
A causa del guasto
a un trasformatore , le zone
adiacenti lo Stadio Comunale
resteranno prive di luce
anche durante la prossime
ore serali e notturne
Alluvioni in Toscana
Pagina 57
Tanta. apprensione
e qualche disagio
SONO state 24 ore di apprensione anche in Valdelsa, quelle vissute fra sabato e domenica, ma la bufera di acqua e vento è passata senza fare troppo
male. Grazie anche al fatto
che, nella mattinata di domeI
Sott'acqua te strade
detta zona di Fontibuona
Martiri di Monternaggío
nica, il maltempo ha concesso
una tregua di alcune ore che
si è rivelata preziosa per abbassare il livello dei corsi d'acqua
e per alleggerire la pressione
sugli scarichi fognari. Non sono mancati gli allagamenti di
strade e di qualche scantinato, che hanno richiesto l'intervento dei vigili del fuoco, ma
non si sono verificati danni
gravi, né è stato necessario
Alluvioni in Toscana
chiudere strade o deviare il
traffico. I problemi maggiori
si sono verificati a Colle bassa,
dove, nella notte di sabato,
l'acqua ha ricoperto per alcuni centimetri le strade della
zona di piazza Martiri di Montemaggio e Fontibuona, penetrando anche in alcuni garage, ma la tregua del mattino
successivo ha consentito di limitare i danni. Soprattutto
hanno retto le opere di regimazione sulla collina sovrastante, dalla quale, in più di
un'occasione, si era staccata la
marea di fango e acqua che
aveva invaso la città bassa. Sotto qualche centimetro d'acqua sono finite anche alcune
strade della periferia di Poggibonsi, soprattutto sulla 429 in
direzione nord, ma anche in
questo caso non è stato necessario chiudere il traffico, né
far
intervenire
squadre
d'emergenza. Qualche disagio, infine, a Badia a Elmi.
Determinante come sempre in queste
circostanze 'impegno della protezione civile
per andare incontro ai bisogni della popolazione
Pagina 58
IL DRAMMA DELL'ALLUVIONE RACCONTATO DALLA SCRITTRICE
quando il fango coprì l'oro di Firenze
La Fallaci scriveva: «Fate acquisti»
NE LLE prime ore di venerdì 4
novembre 1966 a seguito di
un'eccezionale ondata di maltempo, Firenze è colpita da uno
dei più gravi eventi alluvionali
accaduti in Italia. L'Arno straripa, la città e il suo inestimabile
patrimonio artistico sono sommersi. Oriana scrive a un'amica,
probabilmente Natalia Danesi
Murray, in quegli anni a capo
dell'ufficio Rizzoli di New York.
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Cara Natalia, (...) ricordi il Ponte
Vecchio, lo scintillio, la civiltà, la
bellezza, la ricchezza di quei negozi? Non esistono più. Spazzati via,
Natalia, polverizzati. Cammini sul
Ponte Vecchio e dalle parti vedi il
maledettissimo Arno e niente altro,
qua e là qualche buco con su il nome
di un gioielliere. Sono rimasti, chissà perché, solo due negozi: orrendamente distrutti ma ancora negozi.
Uno di argenteria e uno di cravatte.
Quello di argenteria è ripulito, con
qualche pezzo recuperato qua e là,
patetico, e sotto un fiore c'è un cartello che dice: «Sony, this is what we
have. Please buy it». In inglese.
Quello delle cravatte ha tutte le era-
Alluvioni in Toscana
gatte raggrinzite in vetrina, qualche
borsa in pelle lavata, e un altro cartello, anch'esso in inglese, dice:
«Please buy this flooded merchandise. Thank you».
Fanno tutti così. Anche in Por Santa Maria, nei tre o quattro negozi di
cui sono rimaste le mura. Hanno
messo su un tavolo, hanno lavato le
poche cose che sono riusciti a recuperare, e le vendono così, a prezzi irrisori, prima di chiudere.
Io, sconvolta, entro in quei buchi e
compro porcherie di cui non ho alcuno bisogno: giusto per lasciare dei
soldi. Un picchettino di dieci cravatte è finito subito dopo nel fiume.
Ma erano così contenti mentre le
compravo. Dicevano, tutti premurosi: «Le si posson portare, sa? Le son
sterilizzate e non puzzan mica tanto». Roba da rompere il cuore. Anche a scriverne mi viene da piangere. E ho pianto per tutto il tempo che
sono andata in giro per la città. Capisci? Non è solo il disastro, è la dignità con cui questa gente ha affrontato il disastro...
(tratto da «La paura è un peccato. Lettere da una vita straordinaria» di Oriana Fallaci, pubblicato da Rizzali a maggio 2016)
Oriana Fallaci in una foto dei 1463
Pagina 59
DOPO LA TROMBA D'ARIA A PISA, DISAGI ALLA STAZIONE. A SIENA AGRICOLTURA FLAGELLATA
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ub frag o
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MER FIRENZE
LA PRIMA perturbazione autunnale ha fatto tornare la paura alluvione con i corsi d'acqua oltre
i livelli di guardia in varie zone
della Toscana.
Ad Arezzo la frustata peggiore
del maltempo. Strade in tilt (soprattutto nella zona nord) con
una clinica sostanzialmente irraggiungiubile, sottopassi chiusi, un ponticello crollato isolando cinque famiglie, attività commerciali e industriali da ieri alle
prese con la stima dei danni.
Una stima da centinaia di migliaia di euro ma ancora del tutto prematura: il grosso degli interventi ha coinvolto i privati, ci
sono case e scantinati nei quali
ancora ieri i vigili del fuoco hanno continuato ad operare. I sindaci di Arezzo, San Giovanni
Valdarno e Bucine intendono
chiedere lo stato di calamità.
ancora incalcolabili
Specchio di un fenomeno che
ha attraversato soprattutto Arezzo e il Valdarno. Danni e allagamenti anche in Valdichiana, dove è esondato il torrente Esse
nella zona di Monte San Savino,
e in Valtiberina, con la chiusura
della provinciale della Libbia.
UNA BO M A d'acqua seguita da
una tromba d'aria ha flagellato
anche la provincia di Pisa, che si
traducono in 88millimetri caduti, di cui 60 solo su San Giuliano. Il Brennero resta chiusa fra
Ripafratta e Montuolo per permettere agli operai la rimozione
dei rami caduti anche sulla stazione ferroviaria: il vento, tra
l'altro, ha divelto la copertura.
Sorvegliati speciali i fiumi, tra
cui l'Arno: ieri mattina la corrente ha trasportato in centro a
Pisa, da un cantiere fiorentino,
un container. Sarà rimosso appe-
na passerà la piena.
A Siena corsi d'acqua sono usciti dagli argini, si sono verificate
frane e crepe in diverse strade.
E' soprattutto un duro colpo per
l'agricoltura. Il maltempo ha
provocato danni di una certa gravità anche in provincia, in particolare ad Asciano, Sovicille e
Buonconvento.
L'Ombrone,
l'Arbia, il Merse sono esondati.
In città si è allagata la residenza
universitaria è due studenti sono stati spostati altrove.
IMM
Alluvioni in Toscana
Pagina 60
TOSCANA : EMERGENZA CO N T I NUA
Ìanquïllï?Non prima dï 5 anni»
irenze, Grassi (Italia Sicura): «Da realizzare il 70% delle protezioni»
Lisa Ciardi
FIRENZE
«PERCH E la situazione dell'Arno sia a livelli di sicurezza accettabili bisognerà aspettare il 2021,
ma ogni anno miglioreremo».
Non usa mezzi termini Mauro
Grassi, direttore di Italia Sicura,
l'unità di missione voluta dal Governo per affrontare il tema del rischio idrogeologico.
Direttore ossibile che a 50
anni dal 'alluvione l'Arno
continui a fare pa ura? Come
mai?
«Perché non sono state fatte opere a sufficienza. Rispetto a una situazione accettabile, diciamo che
è stato realizzato il 25-30% di ciò
che era necessario, il restante 70%
manca e lo abbiamo messo in cantiere negli ultimi due anni, quando c'è stata un'accelerazione fortissima sul tema. Prima era stato
scavato il letto del fiume, erano
stati rafforzati gli argini e realizzato l'invaso di Bilancino. Adesso
abbiamo un piano completo, ma
ci sono dei tempi di realizzazione».
Quando i fiorentini e i toscani
potra nno sentirsi davvero sicuri?
«È bene chiarire che il rischio zero, quando si tratta di fiumi, non
esiste. E impossibile mettere in sicurezza un corso d'acqua al 100%.
Parliamo quindi, come dicevo, di
una situazione accettabile, che
nel nostro caso è la capacità di reggere senza problemi una piena
duecentennale, ovvero che torna,
statisticamente, una volta ogni
200 anni».
Alluvioni in Toscana
Cosa prevede il piano?
«Per mettere in sicurezza Firenze
e quindi migliorare anche la situazione a valle, ci sono una serie di
interventi fondamentali, divisi in
tre fasi e concentrati a monte della città. La prima, già in fase di
realizzazione, porterà alla nascita
delle quattro casse di espansione
di Figline (Fi), con la capacità di
contenere 25 milioni di metri cubi di acqua e dal costo di 90 milioni di euro. La prima cassa, quella
di Pizziconi è in fase di completamento, mentre le altre saranno
pronte entro il 2019. Il secondo
passaggio è l'innalzamento della
diga di Levane (Ar), dal costo di
25-26 milioni di euro, con una capacità di contenere 10 milioni di
metri cubi. Infine il sistema di laminazione della Sieve. Altre opere sono poi previste a valle della
città, come la cassa dei Renai e lo
scolmatore di Pisa».
A proposito di vane e di
Penna , anche stavolta sono
scattate polemiche sul fatto
che sia stata rilasciata acqua
in modo improprio. Come è
andata?
«Abbiamo chiesto informazioni
alla Regione che ci ha assicurato
che tutto si è svolto regolarmente.
Levane e La Penna attualmente
non hanno funzione idraulica e
servono per lo più come bacino
idrico e per produrre energia elettrica. L'importante è che non venga rilasciata acqua in maniera inadeguata in fase di piena».
«Dragare non è sempre una buona soluzione, anzi secondo vari
esperti può essere molto dannoso
in alcuni tratti perché aumenta la
velocità
dell'acqua.
Proprio
nell'ultimo Collegato Ambientale
è stato stabilito che le Autorità di
bacino facciano un Piano dei sedimenti che dirà come, dove e quanto dragare. In futuro quindi anche questo aspetto potrà quindi essere affrontato in modo corretto,
zona per zona e fiume per fiume».
La prim a opera a
P ìzziconi è in fase di
co m pletamento . Insie
alle altre tre saranno
pronte entro il 2019
«Previsto l' innalza mento
per a umentare la capacità
Costerà 25-26 tuoni»
«Secondo vari esperti
può essere dannoso: a umenta
la velocità dell'acqua»
Una delle domande ricorrenti
fra i cittadini è come mai non
sidraghino piu i fiumi.
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Passata la paura , l'Arno
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Alluvioni in Toscana
Pagina 62
i orari d'apertura at pubbLico
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datta matti na pomeriggio
primi studenti in
Visite guidate: ecco
La mostra de «La Nazione» è aperta dal lunedì
al sabato ( mattina 9 .30112. 30 e pomeriggio
15118). L'ingresso è gratuito e i visitatori possono
entrare dalla porta di via Paolieri 2
C'è la possibilità per le scuole di portare gli
studenti in visita. Per informazioni e prenotazioni
si può scrivere all'indirizzo mail
marketing.firenzeCamonrif.net
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Firenze, continua lles .
FIRENZE
« GRAZ IE» è la parola che ricorre
di più. Seguita dai complimenti
che sono espressi con frasi diverse.
Siamo solo all'inizio, ma il libro
d'onore, ovvero quello delle firme
di coloro che vengono a visitare la
mostra allestita all'interno de La
Nazione «L'Arno straripa a Firenze» presenta già molte pagine piene di nomi e frasi. Una conferma
della grande affluenza di visitatori
che già da sabato 5, primo giorno
di apertura, ha affollato l'auditorium «Attilio Monti» dove è in corso l'esposizione (visitata in anteprima il giorno 4 dal presidente della
Repubblica Sergio Mattarella). Ieri sono stati superati i 250 visitatori tra mattina e pomeriggio. La
mostra inoltre è l'occasione che
unisce i 50 anni dall'alluvione a Firenze con il ruolo de La Nazione,
colpita dall'acqua che straripò nel
1966, ma che nonostante le rotative e i locali fuori uso continuò a informare puntualmente i lettori sul
dramma che aveva colpito città e
molte zone della regione.
PARLAVAMO delle frasi sul libro della firme. Pagine che accomunano le aurorità e i personaggi
illustri giunti nella mattinata inaugurale a tante persone che nel pomeriggio hanno affolato i locali
dell'auditorium. Persone che vissero quei momenti in prima persona, i loro figli che 50 anni fa erano
piccoli e che rivedono in luce diversa i giorni del diluvio, e chi è nato dopo fino ai giovanissimi armati di smartphone e tablet per catturare le igini. «Questo posto
mi è piaciuto molto - scrive infatti
una bambina - e ho visto molta
carta» mentre un suo coetaneo si li-
Alluvioni in Toscana
ï
to a La Nazione. I ricordi nel libro d'onore
mita a dire «grazie per la mostra».
Poi dai giovanissimi di oggi si passa a quelli di ieri: «Mostra interessante, soprattutto per chi allora
era una bambina come me»,
«C'eravamo e ci siamo...», «Molte
grazie davvero! Allora avevo 22
anni», frase subito seguita da «Io
ne avevo 12» scritta con altra calligrafia.
Ma le testimonianze si intrecciano con le emozioni e i ringraziamenti: «Splendida la ricostruzione di quei giorni così angosciosi e
terribili», «Grazie di cuore: ho vissuto l'alluvione. Ho visto l'onda
gigantesca dietro le mie spalle. Ho
corso, sono arrivata in tempo al
primo scalino di casa», «Struggenti, laceranti ricordi di vita vissuta.
Ora non abito più a Firenze, ma
fiera e orgogliosa della mia stupenda, unica, insostituibile città»,
«La Nazione è Firenze!».
C'è tempo fino al 19 novembre
per vedere le pagine del giornale
su carta e evidenziate con il touch
screen, il filmato di Franco Zeffirelli, le fotografie in bianco e nero. Il
libro d'onore aspetta tante altre firme.
Michele Manzotti
1
Ieri l'esposizione ha visto
arrivare oltre 250 visitatori.
La mattina è giunta la prima
scolaresca con gli
insegnanti, proveniente
dell'istituto «Arrigo da
Settimello» di Calenzano.
Nel pomeriggio sono
arrivate molte persone che
avevano vissuto quei giorni
Le testímonìanze
Oltre alle firme, il libro
d'onore contiene tante
testimonianze che le
persone hanno voluto
lasciare. Hanno scritto i
protagonisti di quei giorni,
ma anche chi è nato dopo il
1966 tra cui tanti
giovanissimi che hanno
messo nero su bianco le
loro impressioni
Pagina 63
VIDEO Tra i momenti più apprezzati il documentario girato da
Franco Zeffirelli all'epoca dell'alluvione
1r,4 VF SITA Tante le persone che hanno affollato l'auditorium
«Attilio Monti» nel primo giorno d'apertura
Alluvioni in Toscana
Pagina 64
IL FILO DELL'ACQUA
Quanto il tema "alluvione" sia
sempre attuale, e non solo
occasione per solenni
celebrazioni, lo ha dimostrato la
cronaca toscana recentissima.
Un racconto in forma di
poema-installazione, e anche
rito collettivo che parla di
cinquant'anni fa come fosse
oggi, perché l'alluvione di
Firenze non fu la prima e non è
stata l'ultima, lo propone Arca
Azzurra teatro con "Il filo
dell'acqua", nuova produzione
teatro che dopo il debutto a
Pisa, arriva a Firenze, al teatro
Puccini. Lo spettacolo,
interpretato da Dimitri Frosali,
Massimo Salvianti e Lucia Socci
con le scene e video di Antonio
Panzuto, è anche un libro, che il
regista Francesco Niccolini
presenta nel pomeriggio. Teatro
Puccini, via delle Cascine 41, ore
18, spettacolo ore 21
Alluvioni in Toscana
Pagina 65
0
Sola con la madre il fratellino, i ricordo di Donatella
di Giovanna Mezzana
1 GROSSETO
Se arrivi alla piazzetta Monte
dei Paschi e ti dirigi verso Le
Clarisse, imbocchi un percorso che, pur essendo grossetano, non hai mai battuto. É la
strada - anzi, sono le strade della memoria: del ricordo vissuto, raccontato, documentato e custodito di quel 4 novembre del '66, quando acqua e
fango travolsero tutto - il lavoro di una vita, speranze e sogni
- e fecero temere, per giorni, a
tante famiglie, di un poter più
abbracciare i propri cari.
Si parte da via Montebello a
si procede su viaVinzaglio: per
ora, perché in futuro l'itinerario potrebbe allungarsi. Qui, alcuni commercianti hanno deciso di ricordare quell'apocalisse con l'iniziativa del Tirreno. Hanno emesso in vetrina le
foto - alcune tragicamente innpressionanti - di quel pandemonio tratte dall'Archivio
Alluvioni in Toscana
dell'Agenzia Bf. E accanto ad
esse hanno esposto brevi testimonianze di quei giorni, scritte di loro pugno. Come nei cassetti della memoria, qui tutto
trova il suo posto: a due passi
da questi negozi- "La Chiccheria", l'Agenzia di viaggi
"Jaball", per esempio - c'è il
Polo culturale delle Clarisse
dove si può visitare fino al 4 dicembre la straordinaria mostra fotografica dell'Agenzia Bf
sull' alluvione a Grosseto.
Donatella Merlini è una di
questi commercianti. Se entri
al panificio "5 marzo" di via
Montebello, la vedi dietro al
banco con la cuffietta bianca
in testa. Le chiediamo perché
abbia deciso di mettere in vetrina, tra bottiglie di buon vino
e leccornie, quelle foto. «Io
questo anniversario l'ho aspettato - ci dice - perché per me è
un ricordo indelebile, che ha
segnato la mia vita. Avevo sette anni». Fra bambina Donatella e per interminabili ore aveva temuto che babbo Silvano
fosse morto.
Allora abitava all'inizio della
Scansanese, vicino alla centrale del latte, ma, soprattutto, a
un centinaio di metri dall'Ombrone. «Quella mattina era festa - racconta - e non ero andata a scuola. Alzandomi da
letto, trovai una brutta sorpresa: la mia casa e quelle vicine
erano circondate da un mare
di acqua e strette nella morsa
del fango». E il 4 novembre
1966 e una giovane donna e i
suoi due figli piccoli sono a casa: sole. «Mia mamma era giovanissima - dice Donatella Aveva appena 23 anni e doveva
Ero avvolta
dal terrore,
temevo
che non l'avrei visto più
Quando entrò dalla porta,
gli saltai al collo e lo
abbracciai anche se era
tutto ricoperto di fango
naparte della città».
Il destino andò diversamente e quel babbo di 26 anni fece
ritorno dalla sua famiglia. «Dopo molte ore entrò in casa e io
gli corsi incontro - dice - Lo
abbracciai, nonostante fosse
tutto coperto di fango». Quel
fango babbo Silvana se l'era
portato dietro «nuotando in
un mare limaccioso - descrive
Donatella - trascinandosi e attaccandosi alle ringhiere dei
giardini e a qualunque cosa gli
permettesse di combattere la
forza della corrente».
Quanta fatica avrà fatto Silvano quel giorno: forse non
l'avrà neppure sentita, forse le
gambe non gli saranno mai tremate, o forse sì: «Lui sapeva
che lo stavamo aspettando»
conclude Donatella. E la porta
di casa si spalancò.
badare a me e a mio fratello di
quattro anni. Il mio pensiero
corse subito al babbo, che come ogni mattina era andato a
lavorare alla pasticceria Siracusa di via Matteotti».
«Il terrore mi avvolse - racconta ancora Donatella - Forse non l'avrei rivisto più, travolto dalle acque impetuose,
che ormai circondavano buo-
Pagina 66
In alto,
Donatella
Merlïni mostra
foto e racconto
esposti nella sua
vetrina (nella
foto sopra)
Alluvioni in Toscana
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La storia degl alunni dei terza elettrotecnica dei 1966
nel racconto del loro insegnante Giampiero La ucci
di Barbara Antoni
/ LUCCA
li 4 novembre 1966 Giampiero
Landucci stava svolgendo la sua
opera di volontario del soccorso
alpino a Orto di Donna, in Garfagnana: con un altro volontario
estrasse un uomo caduto in un
canalone. Lo salvarono: se la cavò con un braccio rotto. Al ritorno a Lucca - non c'era internet
allora - seppe dell'alluvione che
aveva travolto Firenze e minato
il suo patrimonio artistico e letterario.
L'indomani mattina era a
scuola, al tecnico Giorgi dove insegnava elettrotecnica. Aveva 29
anni ed era un docente particolarmente amato, per la sua professionalità ma anche per la sua
età così vicina a quella degli
alunni. A scuola Landucci parlò
ai suoi studenti sedici-diciassettenni della terza Et (elettrotecnica) del disastro compiuto dall'alluvione. Col suo spirito da volontario, travolse le loro coscienze,
le infiammò: il lunedì dopo il 4
novembre, racconta Landucci,
oggi 79 anni portati benissimo,
«eravamo tutti e venti sul treno
per Firenze, io e gli alunni della
terza Et. Ben equipaggiati perché li avevo istruiti secondo la
mia esperienza: panino, bottiglia d'acqua e stivaloni per entrare nel fango».
Arrivato alla stazione di Santa
Maria Novella a Firenze, il gruppo dei giovani lucchesi (nella foto, una parte degli studenti, i cognomi: Sanatori, Mazzoni, Battistoni, Cesari, Carboncini, Biagi, Bigongi i, Cardella, Nuti,
Cerri, Bianchi, Monconi) con il
prof di elettrotecnica fu fermato
dai volontari che erano là. «Cosa
siete venuti a fare?», domanda-
Alluvioni in Toscana
rono loro. «Rispondemmo - racconta Landucci - che eravamo
andati per dare una mano dove
serviva. 1 volontari non esitarono: ci mandarono dritti alla biblioteca Nazionale. Ma prima ci
offrirono una bevanda calda,
per rigenerarci con il freddo che
faceva».
Dalla stazione alla a Nazionale il gruppo lucchese camminò
spedito. «Non imrnaginavamo ricorda oggi l'insegnante - cosa
ci saremmo trovati davanti».
Trovarono il fango che aveva inghio ttito migliaia e migliaia di libri. E ci si tuffarono, si sistemarono a catena per estrarli, riportarli alla luce e consegnarli - passandoseli di mano in mano - a
chili avrebbe portati nelle cartiere a essiccare e poi a essere ripuliti. «So che molti di quei libri spiega Landucci - furono portati
anche in Lucchesia, nelle cartiere che avevano lo spanitoio».
«Durò una sola giornata, ma il
ricordo di quell'esperienza è indimenticabile», è Landucci che
ricorda. Nei decennali dell'alluvione, gli angeli del fango lucchesi sono stati sempre invitati
dal Comune di Firenze alle celebrazioni. L accaduto dieci anni
fa, per i quarant'anni, e anche
pochi giorni fa, per i cinquanta.
Il professor Landucci c'è sempre
andato, sempre in prima fila anche se il gruppo di quella fantastica terza Et col tempo si è un
po' sparpagliato: il 4 novembre
scorso con lui c'erano Adolfo
Monconi, Mauro Bianchi, Giancarlo Cerri.
PC'; Sanatori , Mazzoni, Battistoni , Cesa: i, Cae bancini, Biagi, r3igongìari, Cardeua, Nuti, terrì, Bianchi , Moriconi
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LE STORIE: PRIMA E DOPO
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LA CASA
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AL.
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CARRARA
Due anni fa il negozio distrutto. Phon, spazzole: tutto
sommerso dal fango, impianti elettrici saltati, porte da rifare. II salone "Non solo ricci" non esisteva più: l'interno
era completamente devastato.
«Non sapevamo da che parte
cominciare - ricorda la titolare
Laura Pezzica - In un paio di
giorni siamo riusciti a ripristinare tutto, domencia aperto e abbiami messo a disposizione i
nostri servizi gratuitamente per
gli alluvionati, le ragazze dello
staff hanno lavorato senza prendere un soldo». Avincere è stata
»
«
i
o
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. .
zero »
CARRARA
Il lampadario è rimasto. Ma non resta altro. Sembra una casa nuova, finita da poco e pronta per essere arredata. Ma in
questa casetta a piano terra di via Ciro Menotti Evo Bertuc-
la solidarietà, quella di chi in Lo staff di Plonsoloricci oggi
quei giorni ha aiutato Laura e le
celli e la famiglia ci abitano da
sempre. Due anni fa il Carrione
ci è entrato dentro. E si è portato
via mobili, materassi, piatti, forchette. Tutto. «In casa c'erano
quarantacinque centimetri d'acqua - racocnta Evo - le nostre
stanze non esistevano più. Io
quella mattina non ero a Marina, insieme a mio figlio massimo ero andato a Avenza a fare
dei lavori. Mi ha chiamato mia Evo e Massimo Bertuccelli oggi
moglie, era riuscita a salire al
sue ragazze a mettere tutto a posto. La conta dei danni è
statapesante:«Eperrinmetterciinpiedi abbiamnopagato di
tasca nostra, contributi ancora non se ne sono visti».
piano di sopra, dalla vicina. Era bloccata. Davanti a casanostra stavano portando via la gente con il gommone. Sono
stati momenti terribili».
Alluvioni in Toscana
Pagina 69
I I locale Ciccio completamente allagato
IL LeDTALE
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entrare»
CARRARA
È uno dei locali simbolo di Marina. Davanti al porto, apochi
passi dal semaforo centrale di viale da Verrazzano, da Liccio ci passano tutti: per un pranzo veloce, un aperitivo o
una cena. Due anni fa quel locale a due piani (e uno interrato) è
stato travolto dalla forza del Carrione in piena. Il pezzo di muro
del porto, abbattuto per far defluire l'acqua, lo si può ammirare, oggi, stando comodamente
in veranda a sorseggiare un caffè. Ciccio Marina come tante case, negozi, aziende, due anni fa
si è riempito di acqua e fango.
«Abbiamo avuto una marea di TommasoGailigani
danni - dice Tommaso Galliga-
ni, gestore del locale - non si riusciva neppure ad entrare
dentro, era tutto allagato. Abbiamo lavorato in 40, giorno e
notte e dopo tre settimane siamo riusciti ad aprire».
Alluvioni in Toscana
Pagina 70
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Giovedì prove tecniche dei nuovo impianto lungo il Caffione
Maltempo, rami pericolanti e passeggiata al porto chiusa
1 CARRARA
F, stato un fine settimana di allerta meteo anche per il l Comune di Carrara, interessato
dall'avviso di criticità emesso
dal Centro Funzionale della Regione Toscana. E giovedì prova
tecnica delle sirene d'allarme
in centor storico.
A fare il punto dei due giorni
di allerta è proprio palazzo civico con una nota. «Nel pomeriggio di venerdì sono state inviate le telefonate a tutta la popolazione per avvisare dell'inirninente allerta e fornire tutte le
informazioni utili, mentre dalle ore 7 di sabato a Palazzo Civico, è stata aperta la Sala Operativa Comunale, che ha seguito
costantemente l'evolversi della
situazione fino al termine dell'
allerta. Sono state attivate, come sempre in questi casi, le linee telefoniche di emergenza:
la Sala Operativa Comunale e il
centralino del Comando della
Polizia Municipale hanno raccolto le richieste di intervento
dei cittadini, che hanno riguardato soprattutto la presenza di
rami pericolanti, subito rimossi per evitare situazioni di pericolo - si legge nella nota - Il volontariato della protezione civile è stato inoltre interessato nella vigilanza ai punti più sensibili della città e nella osservazione dei livelli di piena dei torrenti e dei canali. Numerosi volontari sono rimasti insieme al personale comunale in allerta durante tutta la notte tra sabato e
domenica. Particolarmente attenzionata la frana lungo la
strada per Noceto, monitorata
dal Settore Opere pubbliche.
Sempre al fine di garantire
l'incolumità pubblica, nel pomeriggio di domenica è stato
Alluvioni in Toscana
deciso di chiudere la passeggiata lungo il Porto a Marina a seguito dell'aumentare del vento
e del moto ondoso».
Assieme al personale della
Protezione civile comunale la
gestione dell'allerta ha coinvolto gli agenti della Polizia Municipale e i volontari delle Associazioni che operano sul territorio.
Intanto continua l'attività di
prevenzione da parte del Comune. Nella giornata di giovedì
alle ore 11, verranno effettuate
delle prove tecniche per verificare il corretto funzionamento
delle sirene collocate lungo il
corso del fiume Carrione. L'impianto di allarme, che si attiva
nel tratto in cui il torrente attraversa il centro storico cittadino
tra il ponte Baroncino e il ponte
della Bugia quando è necessario segnalare un pericolo attuale e imminente in caso di piena, è stato sostituito lo scorso
anno con un modello più fìuizionale, potenziandone anche
i decibel.
La passeggiata
al porto
e il ponte
della Bugia
nel centro
storico
della città
Pagina 71
di Luca Centini
i CAMPO NELL'ELBA
Il salotto di casa Pertici è in
perfetto ordine. La tv in angolo, la finestra semi aperta, il tavolo in mezzo alla stanza. Libri, dvd e soprammobili appoggiati sul mobile basso attaccato alla parete, il pavimento in cotto ben curato.
Una piccola oasi di relax che,
esattamente cinque anni prima, era stata violata dal fango
e dalla devastazione.
Piero Pertici alle 17 dell'8
novembre 2016 è sorridente e
mostra il salotto al piano terreno del suo appartamento in
via Marconi, a Marina di Campo. Cinque anni prima ha ancora negli occhi il fiume di
fango del giorno precedente,
porta gli stivali, tiene una vanga in mano e cerca disperataTnente di mettere ordine in un
ambiente che di logico non ha
più niente. Prova in qualche
modo a cacciare fuori dalla
stanza i segni dell'alluvione,
presenti nel muro schizzato
di marrone fino a un metro e
mezzo di altezza, sul pavimento impiastrastato dal fango, nel mobile cosparso di oggetti trasformati brutalmente
dalla natura in rifiuti.
Oggi la casa di Piero, farmacista e in passato sindaco di
Campo nell'Elba, sembra
aver chiuso i conti una volta
per tutte con l'alluvione. Sembra, appunto.
«In alcuni punti della casaracconta - si sente ancora
l'odore del fango di quel giorno, non va via. Non c'è verso.
L'umidità è rimasta anche
dentro i fili del telefono e
dell'elettricità che continuano a distanza di anni a fare le
bizze, avrò chiamato cento
volte la Telecom, ormai sono
in confidenza con i centralinisti».
L'alluvione non se n'è ancora andata del tutto, nonostante le spese importanti che Pertici ha sostenuto per rifare la
casa danneggiata, per rivestire le pareti trattate con materiali anti umidità. «Quasi tutto
quello che c'era in questa
stanza e nel resto della casa racconta Pertici - l'ho dovuto
gettare nell'immondizia. Vestiti, televisore, soprammobili. Ancora oggi mi capita di
pensare a un paio di pantaloni che mi piace e voglio indossare, poi li ricordo trascinati
sulla strada dal fango di quei
giorni».
A Campo, quando piove, in
tanti si precipitano a parcheggiare le automobili in zone si-
Alluvioni in Toscana
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rialzarsi e che tempi per i rimborsi»
cure, a portare gli oggetti più
cari e preziosi ai piani alti delle abitazioni. «lo no - spiega il
farmacista di Campo nell'Elba - ok le precauzioni, ma
non cedo alla psicosi ogni volta che piove. Lo faccio anche
per mio figlio e la mia famiglia, abbiamo il diritto di vivere nella tranquillità. Quello
che è accaduto il 7 novembre
del 2011 è stato devastante,
un caso eccezionale. Sinceramente spero di aver già pagato il mio conto con lanatura».
Natura che, quel giorno,
non fu clemente con l'ex sindaco di Campo nell'Elba, che
oltre alla casa vide pesantemente danneggiata anche la
parafarmacia. «Non so, sinceramente, quanto ho speso per
riparare ai danni - racconta
Pertici- dico solo che finirò di
pagare il mutuo acceso con Fidi Toscana ad aprile, dopo
cinque anni esatti da quando
i soldi del prestito mi sono arrivati».
Solo pochi giorni fa sono
stati liquidati gli ultimi contributi peri danni ai beniimmobili riconosciuti ai cittadini,
vittime dell'alluvione del 7 novembre 2011. Dopo cinque
anni dall' evento.
«I contributi coprono sì e
no il 10% del danno subito racconta Piero Pertici - io sono stato pagato solo pochi
giorni fa, non so neanche più
se devo essere soddisfatto o
meno. Quel che è dispiace sono i tempi. Ad Aulla si è verifi-
cata un' alluvione simile solo
due settimane prima rispetto
a Marina di Campo. I cittadini
sono stati rimborsati due anni
fa, per noi ci sono voluti cinque anni. Non so se è colpa
delle istituzioni locali, di certo
la differenza di trattamento
c'è stata. E si è fatta sentire a
Marina di Campo».
CRIPRODIRIOINE RISERVATA
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C'è aoeari
odore di faszeon
Pagina 72
Piazza della littoria invasa dall'acqua e nelle foto a destra la casa di Pertici
Alluvioni in Toscana
Pagina 73
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1 CAMPO NELL'ELBA
Chiara ha ricevuto il risarcimento per i danni prima di
tutti i suoi compaesani. Solo
due giorni dopo l'alluvione
del 7 novembre 2011. Il rimborso pesava 3 chili e 450
grammi già il 9 novembre, si
chiama Ginevra e adesso ha
assunto le sembianze di una
bella bambina di 5 anni. Ginevra, appunto: il primo vero
raggio di sole che, nei giorni
grigi del disastro del 2011, illuminò e ridette speranza a un
paese scosso dalla distruzione e dai danni.
Chiara Batignani non dimenticherà mai quei giorni.
Quando, solo per poche ore,
sfuggì all'onda di fango che
non risparmiò la casa sua e
del suo compagno, l'auto
nuova di zecca, né le abitazioni dei genitori e del resto della
famiglia. Eppure Chiara ha ottenuto dall'alluvione più di
Cittadini puliscono il paese dal fango
quanto ha perso. «Iniziai ad
avere i dolori la sera del 6 novembre, entrai in ospedale alle 23,30, mi fecero il tracciato.
Intorno all'una fui ricoverata
- racconta - a notte fonda il
mio compagno andò a Cam-
po per prendere i vestiti e tutto l'occorrente». Ma proprio
in quelle ore, all'alba, l'alluvione strinse nella morsa Marina di Campo. «Non ebbi più
notizie per ore, provai a chiamare il mio compagno, ma il
telefono risultava staccato.
Solo la mattina seppi di quanto era accaduto. Mio babbo
riuscì, in qualche modo, a raggiungermi solo all'ora di pran zo del 7 novembre. Ero preoccupata, non capivo quanto
stava accadendo ma per fortuna il personale dell'ospedale mi coccolò e mi tenne su di
morale per quanto fosse possibile».
Due giorni dopo, alle 17,43
di mercoledì 9 novembre, la
piccola Ginevra restituì il sorriso alla mamma e al resto
della famiglia. «Beh, il mio saldo con l'alluvione è positivo
nonostante la macchina perduta e le case danneggiate,
per le quali siamo stati rimborsati solo in minima parteracconta la giovane madre Ginevra in qualche modo è figlia di quell'alluvione. Le ho
spiegato cosa accadde in quei
giorni, le ho fatto vedere le fotografie, i ritagli dei giornali.
Ma è ancora un po' piccola,
non ha ancora capito fino in
fondo quanto accadde a Marina di Campo. Le racconterò
tutto nei prossimi anni».
L'alluvione, in qualche modo, è rimasto dentro alla bambina. Anche troppo, scherza
Chiara: «Quando è troppo
movimentata le dico sempre:
ci credo sei agitata, sei nata
nei giorni dell'alluvione. Cosa mi sarei dovuta aspettare...».
TRIPRODLIZIONE RISERVATA
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Alluvioni in Toscana
Pagina 74
Rubano
l'elemosina
in chiesa
Tre arrestati
Elena Gaiardoni
Continuavano a diminuire le offerte dei fedeli nella
chiesa parrocchiale Regina
Pacis di via Lauro a Cusano
Milanino. Un calo che ha insospettito il parroco al punto
da allertare i carabinieri. Risultato? Tre uomini in manette, incensurati, arrestati in flagranza durante due diverse
operazioni.
Si tratta di un uomo di 41
anni con il suo complice di
48, entrambi residenti a Cinisello Balsamo e di un quaranteseienne pluripregiudicato
di Novara, preso sul fatto in
un secondo momento. Il capitano Cosimo Vizzino, comandante della compagnia di Sesto San Giovanni, specifica
che nessuno degli arrestati è
bisognoso. Tutti e tre vivono
in belle case con le loro famiglie.
Ingegnoso il sistema con
cui i primi due riuscivano a
prelevare monete e banconote dalle cassette delle offerte:
un metro avvolgibile infilato
nella fessura delle elemosine.
Sulla cima del metro era stato
applicato del nastro biadesivo
a cui il denaro rimaneva attaccato. Quando il ladro è stato
bloccato era in possesso di oltre 100 euro in moneta e banconote di piccolo taglio. Preso
anche il suo complice, che lo
attendeva in macchina.
Nonostante i due arresti, le
offerte della chiesa Regina Pacis continuavano a diminuire
Alluvioni in Toscana
e il parroco, che non ha mollato l'osso, si è rivolto un'altra
volta ai carabinieri. I militari
si sono appostati ancora, bloccando un terzo ladro, un novarese di 46 anni, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Nel momento in cui
sono scattate le manette il
malvivente aveva estratto dalla cassetta una banconota da
5 euro. Nelle tasche custodiva
invece un malloppo ben più
sostanzioso: 250 euro in monete e banconote di piccolo
taglio. Ora si spera che la Provvidenza continui a fare il suo
corso in pace senza più spiacevoli ingerenze.
Pagina 75
L'alluvione
diventa opera
al ritmo
delle emozioni
Tn una Fenice gremita e calità espansa con punte ansplendente di fiori e di che acrobatiche.
luci, Venezia ha celebraIl collegamento fra la natuto un momento della sua ra e l'uomo è dato dalle scene
storia recente con il battesi- di Paolo Fantin con le luci di
mo di un'opera nuova, Alessandro Carletti, costituiAquagranda, del giovane te per lo più da uno sfondo di
Filippo Perocco su testo immagini proiettate, docudi Roberto Bianchin e Lui- menti dal vero dell'inondaziogi Cerantola, centrata sul- ne, davanti al quale si muovola tragedia dell'alluvione no e si stringono i personaggi.
che assieme a Firenze col- Grande successo, premio al
pì Venezia cinquant'anni coraggio dell'Ente che apre
fa rischiando di spazzare così la sua stagione lirica.
via i borghi delle isole di
San Pietro in Volta e di
Pellestrina.
Tragedia non solo materiale, ma umana e morale
per la paura e il senso di
precarietà che si diffonde
come una malattia: così
l'hanno intesa gli autori e
" così l'ha realizzata la stringata e coinvolgente regìa di
Damiano Michieletto, che
assieme alla direzione di
Marco Angius e alla bravura
della compagnia vocale ha
allestito un bellissimo spettacolo: un'ora e mezza senza r°-O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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interruzione che si regge su Una scena di «Aquagranda» alla Fenice di Venezia: un successo
un ritmo di emozioni, dominato dalla vita dell'acqua,
che «la eresse, la cala» come
un oscuro mostro: questa realtà cosmica è rappresentata con evidenza dalla potente vitalità dei cori, istruiti alla perfezione da Claudio Marino Moretti, con le pagine
forse più riuscite dalla partitura, sulla linea di quella polifonia drammatica in cui il
Novecento italiano si è distinto, da Petrassi e Dallapiccola a Maderna e Nono.
Ma dentro la natura opprimente si muove anche un
quadretto famigliare, con un
gruppo di valenti solisti fra
cui spiccano Andrea Mastroni, Mirko Guadagnini e
in particolare il soprano
Giulia Bolcato, l'unica parte
a cui Perocco affida una vo-
Alluvioni in Toscana
AQ GRANDA
di Filippo Perocco su testo di Roberto
Bianchin e Luigi Cerantola
Regia di Damiano Michieletto
Direttore MarcoAngius
Venezia, Teatro La Fenice
Fino al 13 novembre
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Nel Belpaese delle alluvioni
si costruisce in zone a rischio
Ogni giorno vengono consumati per case e strade 35 ettari
ANTONFLLA MARIOTTI
odore di marcio, l'acqua
sotto i letti , porte e fineche non si aprono
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più. La paura e l'incubo dentro
casa tua, quel rifugio che diventa una trappola all'improvviso.
L'alluvione come il terremoto.
E da 50 anni l'Italia dei disastri,
da Firenze a oggi, ha imparato
troppo poco. Lo dicono i dossier
delle associazioni ambientaliste, ma prima ancora ce lo raccontano le alluvioni continue,
da quel 4 novembre 1966 tra i
tesori degli Uffizi: la prevenzione non è sempre una buona
pratica per le amministrazioni
comunali. «Al nostro questionario per il dossier "Ecosistema a rischio" una delle domande era: ci sono state edificazioni
in zone a rischio esondazione?
E non può immaginare quante
amministrazioni comunali han-
no risposto "sì"». Giorgio Zampetti è direttore scientifico di
Legambiente, e racconta il dossier sul territorio fragile italiano. «Abbiamo un paese ad elevato rischio idrogeologico - dice
- ma di fatto quello che è stato
fatto per metterlo in sicurezza
è inefficace, perché la tendenza
è di provare a imbrigliare i corsi
d'acqua. Prevedi che il fiume
sia sempre uguale, ma negli ultimi dieci anni sono cambiati
anche gli eventi diventando
estremi, e quindi anche i fiumi.
Inoltre si è spesso costruito su
territori a rischio: ancora oggi
non c'è consapevolezza. Sulle
Alluvioni in Toscana
sponde del fiume Pescara in
Abruzzo si vuole costruire un
centro commerciale, spendendo 74 milioni di euro per casse
di espansione più a monte: come dire deviamo il fiume ma costruiamo lo stesso».
Un territorio fragile e sfruttato è quello che racconta anche il dossier Wwf: «A 50 anni
da Firenze si consumano 35 ettari di territorio al giorno». Un
consumo che rende il terreno
impermeabile, così l'acqua dei
fiume che esonda su autostrade di cemento e asfalto diventa
una furia distruttrice. Francesco Napolitano è ingegnere
idraulico docente alla Sapienza e consulente ministeriale,
esperto in centri urbani a rischio inondazioni. «II terreno
è impermeabile - spiega
l'esperto - la reazione del suolo
alle alluvioni è ridotta per l'eccessiva urbanizzazione e il clima cambierà sempre in peggio. C'è in corso un cambiamento idrologico: l'acqua rifiutata scorre in superficie a
grande velocità, e questo provoca distruzione nei centri urbani». Secondo Napolitano, «si
deve pensare a investire di più
in prevenzione, il cambiamento climatico non può essere
un'alibi per le amministrazioni. Ma gli interventi di messa
in sicurezza sono investimenti
a lungo termine, e spesso non
piacciono alla politica perchè
non "rende". Va ripensata la
politica del territorio».
«Si stanno tentando tante
strade, molti i miglioramenti
sul fronte tecnico ma mancano
un'attenzione alle fase di raccolta e reperimento dei dati
che è fondamentale», spiega
Francesco Laio, del dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture al Politecnico di
Torino, che insieme ad altri ha
partecipato al seminario diffuso «L'alluvione, le alluvioni.
Venti città parlano di memoria
e azione». Per Laio, «è cambiata la manutenzione del territorio, che prima era curato da chi
ci viveva, e adesso è in parte rinaturalizzato e in parte fortemente antropizzato. Per fronteggiare il rischio alluvione bisogna affrontare tre questioni:
l'impermeabilizzazione del terreno, la velocità di scorrimento
superficiale, e la cementificazione degli alvei dei fiumi». Come il Bisagno a Genova.
In Italia - secondo i dati
Ispra - il 4% dei Comuni è in
uno scenario di «pericolosità
idraulica elevata», più del doppio in uno di «pericolosità media». Per Legambiente invece
le aree a rischio idrogeologico
sono molte di più, pari a 1.075
Comuni. «Abbiamo un piano
con 9.330 opere di messa in sicurezza, per ogni Regione: un
costo presunto di 27 miliardi»
Erasmo d'Angelis è responsabile della struttura di missione
contro il dissesto idrogeologico
e per lo sviluppo delle infrastrutture di Italia Sicura,
l'agenzia del governo: «Le prime risorse sono già investite, ci
sono fondi europei per 7 miliardi. Nell'arco di sette, dieci anni
potremo raggiungere un livello
di rischio accettabile». Sempre
se non ci si ostina a costruire:
«In Liguria - scrive ancora il
Wwf - un quarto del suolo entro
la fascia di 150 metri dagli alvei
dei fiumi è stato consumato tra
il 2012 e l'anno scorso».
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A tanto ammon-
ta il territorio
consumato in
Italia quotidianamente, secondo i
dati del dossier
realizzato dal
Wwf, per costruire edifici, strade
e infrastrutture
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In un terzo dei
Comuni del
nostro paese ci
sono case ed
edifici costruiti in
zone a rischio
esondazione. Nel
51% dei casi si
tratta di impianti
industriali
Novembre
1994
N 7 embre
Piemonte
Nei giorni tra
il 5 e il 6
novembre la
piena del
Tanaro
raggiunge
Cuneo, Asti,
Alessandria e
Torino: 70
morti e 2226
sfollati
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II 4 novembre
Firenze viene
travolta dalla
piena
dell 'Arno: 35 i
morti,
incalcolabili i
danni subiti
dal
patrimonio
artistico
Alluvioni in Toscana
milioni
Sono sette milioni i cittadini
italiani che si
trovano ogni
giorno a vivere,
lavorare o passare in aree esposte a concreto
pericolo di alluvioni e frane
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su un canotto per portare c bo centro»
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! PONSACCO
L'alluvione colpì nel '66 anche Ponsacco e il fiume Era
esondò nelle campagne dal
ponte verso via Maremmana, interessando anche via
Pinocchio, via Puntale, via
Chiavaccini, la casa di riposo
"Giampieri". Il ricordo è ancora vivo nei ponsacchini e
numerose sono le testimonianze di chi ha spalato quella valanga di acqua mista a
fango, che invase case, strade e le vite dei cittadini di cinquanta anni fa.
Silvana Granchi , classe
'46, ex sindaco del comune
di Ponsacco, allora era un
giovane che iniziava a muovere i primi passi in politica
nella file della sinistra e lavorava nel negozio di vernici di
famiglia.
«Sono passati 50 anni dall'
alluvione e io avevo appena
compiuto 20 amni, rna i ricordi sono sempre ben impressi. L'Era esondò nelle campagne dal ponte verso via Maremmana, via Puntale, verso
Valdicava, e furono colpite
anche case di contadini vici-
Alluvioni in Toscana
ne al fiume. Ma ricordo anche quello che accadde a
Pontedera, dove gli effetti
della rottura dell'argine alla
Montagnola furono devastanti per l'allagamento di
tutta la città. Decisi di partire
il 5 novembre, giorno successivo l'alluvione, per andare a
Pontedera con amici e portare aiuto. Dalla zona dei cimiteri salimmo su un canotto,
muniti di stivali di gomma
per arrivare in centro e portare pane, acqua e cibo. In città
l'acqua era arrivata fino a
quattro metri di altezza. I fornai di Ponsacco sfornarono
pane anche per i pontederesi. Le attività artigianali, industriali e commerciali andarono distrutte e l'ospedale
era difficile da raggiungere
perla forza della corrente del
fiume di fango».
«Alle 18 del pomeriggio continua Granchi - fu registrato il livello di 13 metri dal
livello stradale. Mancavano
acqua, energia elettrica, e mi
ritrovai a spalare il fango con
le mani e cori i badili, come
"gli angeli del fango". Ci ritro-
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vammo a aiutare la gente a
salvare quello che era rimasto nelle case, a mettere al sicuro gli anziani, i libri nelle
biblioteche. Inoltre operai,
dirigenti, semplici cittadini
si recarono nelle fabbriche
per salvare macchinari e difendere il lavoro. Questo accadde anche alla Piaggio,
completamente
allagata,
che poi con l'impegno di tut-
ti riuscì a ripartire. Nel novembre del ' 66la Piaggio aveva trasferito da poco l'attività
aeronautica a Genova, mentre i veicoli erano rimasti in
produzione a Pontedera. La
Piaggio quantificò i danni in
due miliardi di lire».
«A Ponsacco i danni furono localizzati nelle case nel
piano dell'Era, nel nucleo
detto "Casine Rosse" - ricor-
Pagina 79
da ancora l'ex sindaco - e nelle zone limitrofe, spesso interessate da alluvioni. A Ponsacco straripò l'Era, non l'Arno come a Pisa e Firenze. Le
case colpite furono quelle
delle famiglie Ciarla, dei Pacini e degli abitanti sul lato destro di via Maremmana, in
via del Conca. Ci furono danni a coltivazioni, animali.
L'acqua arrivò fino al ponte,
'r"i 'U) n<. Ii+.
La sesta fo%,o ?,, /,
dove si fermò e danneggiò
botteghe artigiane, negozi.
Ci fu un'assemblea pubblica
al teatro Odeon presieduta
dal sindaco Giuseppe Poinponi: fu sommerso dalle proteste della popolazione colpita. Solo negli anni '90 verrà
costruito un argine per rinforzare il precedente. Nel '66
non esisteva la Protezione Civile».
«Nel corso degli anni sono
stati realizzati numerosi interventi in Valdera, che rimane un territorio fragile e da
tutelare di continuo. Ponsacco ha avuto un'alluvione anche nel 2014 per la rottura
dell'argine dell'Era, che ha
causato più danni di quella
del ' 66».
Elena lacoponi
RIPRODUZIONE RISERVATA
,a üa:54í:."SC!'r 133Yi {; i•l 1.!%17,17,
,.1o co 27 Tirre.7, TA,13
Ben ventuno appuntamenti in
edicola, da mercoledì a sabato,
per una collezione importante e
accurata . Le foto delle due città
alluvionate - Pisa e Pontedera n questo caso arrivano da varie
fonti : dall'archivio Frassi di
proprietà della Fondazione Pïsa
(con la collaborazione di
Palazzo Blu) e dall'archivio
storico Sïlvï . Gli stessi luoghi
sono stati fotografati oggi a Pisa
da Fabio Muzzi e a Pontedera da
Franco Si Ivi . I testi sono stati
scritti da Andrea Lanini. La
sesta foto (a sinistra) è in regalo
oggi con l ' acquisto dei giornale e
nostri lettori potranno
nserirla nel raccoglitore che è
stato regalato con la prima
uscita.
Alluvioni in Toscana
L'ex sindaco Silvano Granchi
Pagina 80
Novembre 1966 : con un gommone si portano aiuti alla casa di riposo "Giampieri " a Ponsacco
F-111, . s .rli•
Sul ponte si controlla il livello del torrente Cascina a Ponsacco
Alluvioni in Toscana
Un'altra immagine di quel drammatico novembre 1966
Pagina 81
NELLA MOSTRA ALLESTITA ALA NAZIONE SI RACCONTA
L'ALLUVIONE ATTRAVERSO FOTOGRAFIE, PRIME PAGINE
DEL GIORNALE, FILMATI E TESTIMONIANZE
«Grazie, è stata un' emozione unica»
mostra c'è anche domenica
ssaggi dei visitatan". Sempre più boom: apertura straordinaria
«GRAZIE per averci fatto rivivere il senso
di solidarietà di quegli anni)), «siete
preziosissimi, il vostro lavoro è ' pagabile
e questo dono che ci fate è unico)). E
ancora «bellissima mostra, grazie per tutti
questi ricordi)), «bravi, orgogliosi de La
Nazione di allora e di quella di oggi»,
«grazie, grazie, grazie per avermi fatto
rivivere quei giorni)). Sono solo alcuni dei
messaggi lasciati dai visitatori sul libro
d'onore della nostra mostra sull'alluvione.
Questa settimana
Messaggi da cui traspare l'emozione di chi
ha vissuto il disastro sulla propria pelle ma
anche di chi, quel disastro, l'ha scoperto
soltanto oggi. Come gli alluni della terza C
della scuola media di Calenzano che
scrivono che «questa mostra ci ha aiutato a
capire emozioni, pensieri e paure di quelle
persone che hanno vissuto quella
catastrofe». Oppure i ragazzi
dell'alberghiero Saffi e quelli, giovanissimi,
che hanno visitato l'allestimento con i loro
genitori. «Una mostra eccezionale per le
immagini e per il messaggio che viene
lanciato» dicono i visitatori. Perchè, come
scrive una visitatrice, «questa mostra mi fa
capire la catastrofe, ma anche il grande
lavoro di solidarietà che fu svolto». Un
grande successo, insomma, sia per il
numero di visitatori che per l'entusiasmo
registrato. E per dare a tutti la possibilità di
accedervi, la mostra sarà eccezionalmente
visitabile anche domenica prossima.
anche it giorno 13
LA MOSTRA allestita
nell'auditorium de La
Nazione è visitabile
gratuitamente dal lunedì al
sabato con orario 9.30-12.30
e 15-18. Dato il grande
successo ottenuto, la mostra
sull'alluvione resterà
straordinariamente aperta
anche domenica 13
Alluvioni in Toscana
Pagina 82
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Alcuni dei
messaggi lasciati
dai tanti visitatori
che hanno visitato
la mostra in questi
primi giorni
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Alluvioni in Toscana
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di apertura
Nel tondo
il libro d'onore
de La Nazione
all'interno
dell'auditorium
dove è allestatita
l'esposizione
sull'alluvione
Pagina 83
Dalla festa al dramma
La storia del Ringo's Bar
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Tragica sorpresa all'inaugurazione dei Ringo's Bar
Alluvioni in Toscana
ERA il 1966 e il Ringo's Bar di Borgo San Jacopo
era pronto per essere inaugurato. Romano Puliti e
sua moglie avevano concluso i lavori ed allestito il
locale per l'apertura, fissata per il 4 novembre.
Quando quella mattina Romano, che abitava a Casellina, si avviava verso il centro per dare il via alla
sua nuova attività si accorse che era successo qualcosa: l'Arno era esondato. Del suo locale, a pochi metri dal fiume, non rimaneva nulla. I coniugi Puliti
non si scoraggiarono e qualche mese dopo il bar
aprì dopo essere stato ristrutturato nuovamente.
Quest'anno il Ringo's Bar compie 50 anni, gli stessi
appena passati da quell'indelebile 4 novembre.
Pagina 84
La gioielleria in
cinquant'anni è
stata presa di
mira da 4
rapine. Nella
foto quella del
1974: i
rapinatori,
30-40 milioni il
bottino, si
scusarono
dicendo che il
loro gesto era
«tutta colpa dei
Governo»
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POCHI giorni dopo l'Arno avrebbe rotto gli argini con il suo carico di distruzione e dolore ma per Giordano Toncelli e la sua famiglia il periodo tra fine ottobre e inizio novembre 1966 è comunque
un momento da ricordare anche per un motivo decisamente più
lieto. Proprio il 31 ottobre di 50 anni fa, con il Terzolle che rischiava di straripare apriva i battenti, in via Santo Stefano in Pane, zona
Rifredi, il nuovo negozio «Oreficeria orologeria Toncelli». Per
l'epoca la nuova oreficeria, con marmi, vetrine a vista ed un progetto realizzato da un designer svizzero, rappresentò una novità e fece
molto parlare di sé. Presto poi iniziarono i successi proseguiti poi
nel tempo: nel 1969, ad esempio, il negozio si aggiudicò il primo
premio nel concorso per la più bella vetrina indetto dal sindacato
commercianti orafi
Alluvioni in Toscana
Pagina 85
«FU UNA TELEFONATA DA LA NAZIONE A FARCI
INTERVENIRE ALL'ANCONELLA PERCHE' POTEVA
ESSERCI UN UOMO» RACCONTA MORANDINI
ROBERTO MORANDINI , 25 ANNI, VIGILE DEL FUOCO
FORZO' LA PORTA DELLA SALA MACCHINE E TROVO'
IL CORPO SENZA VITA DI CARLO MAGGIORELLI
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ROBERTO MO LADINI aveva 25 anni ed era un vigile del fuoco.
Fu lui a forzare la porta della sala
macchine dell'Anconella e a trovare il
corpo di Carlo Maggiorelli, il guardiano dell'acquedotto che fu la prima vittima dell'alluvione. «Quante volte ho
pensato a quel poveretto, aveva fatto
di tutto per salvarsi, aveva combattuto
contro l'acqua sino alla fine, tentò disperatamente di chiudere l'acqua fuori dalla porta, non ce la fece, allora prima salì su un tavolo, poi vi pose una
sedia sopra, probabilmente ci salì fino
a rimanere in piedi sulla punta delle
scarpe e alla fine dovette arrendersi.
Morì come morivano i marinai dei sottomarini colpiti e affondati in guerra.
Mentre l'acqua sale inesorabile
nell'abitacolo». «Fu una telefonata
che veniva dalla Nazione - prosegue
il vigile del fuoco oggi in pensione - a
farci intervenire».
«ERA DI pomeriggio, l'acqua aveva
cominciato a scendere e telefonarono
«I motori bassi sono già
tutti sommersi e l'acqua
arriva a vala ng a» disse
Magg iorelli al telefono
con il cronista Peruzzi de
La N azione. « Certo che
c'è pericolo, è un disastro,
qui s'affo g a » agg iunse
disperato
Alluvioni in Toscana
e
u»
vai via!»
Morandini, vi ile del fioco, rivive
di GIOVANNI
•
dal giornale al nostro centralino di via
Farini per dirci di andare all'Anconellaperché poteva esserci un uomo. Non
escludevano fosse ancora vivo, dissero
che era la guardia di turno nella notte
tra il 3 e il 4 novembre». A chiedere
l'intervento fu il cronista Giuseppe Peruzzi, che era stato tra i giornalisti presenti in redazione nella notte del disastro. Fu lui ad aver parlato per ultimo
con il guardiano dell'acquedotto. Si
chiamava Carlo Maggiorelli, aveva
52 anni, sposato con un figlio, era di
Pozzolatico. Sarà stato verso le 2 del
mattino quando Peruzzi telefonò
all'Antonella. Non era sicuro gli
avrebbero risposto, invece gli rispose
un uomo, il Maggiorelli, che con voce
concitata, gli disse: «Le gallerie sono
piene d'acqua, tutte bloccate». Cadde
subito la linea. Peruzzi rifece il numero e rispose di nuovo Maggiorelli. La
situazione era confusa, difficile capire. Chiese il cronista: «Si più scrivere
che verrà interrotta l'erogazione
dell'acqua?». Maggiorelli: «I motori
bassi sono già tutti sommersi e l'acqua
arriva a valanga, qui è tutto bloccato!». «Ma allora c'è pericolo!», fece
Peruzzi. «Certo che c'è - rispose l'altro -, è un disastro, qui s'affoga!». «Allora vada via, che cosa aspetta!», gridò il giornalista. «Non posso. Sono di
guardia, devo stare qui, sono io il responsabile delle macchine. Ma qui è il
finimondo, lo sente questo rumore al telefono? E' l'acqua che sale. E io non
vedo più nulla, c'è buio».
Prima che cadesse di nuovo la linea
Peruzzi ebbe il tempo di gridargli ancora: «Vai via, vai via!». Maggiorelli
ormai era prigioniero. Combattè a lungo contro l'acqua, forse per ore. La de-
e'alaall'Anconella
cisione di non lasciare il posto di lavoro gli fu fatale. Se n'accorse quando
ormai era tardi. Prima si chiuse dentro la centrale comandi, che era isolata, un'unica stanza di pochi metri vicino all'Arno, terratetto . Si chiuse dentro e puntellò la porta con un palo a
contrasto con il pavimento perché non
cedesse alla pressione della corrente.
Ma si rese conto che non bastava. Allora raccolse stracci, pezzi di stoffa, quel
che c'era e che poteva servire a tappare le infiltrazioni di acqua nella porta.
Quei rudimentali tamponifurono trovati dai vigili del fuoco, incastrati tra
la porta e il muro.
NO quelli bastarono,
MA NE
mentre fuori l'Arno rumoreggiava in
modo sempre più pauroso e l'acqua saliva. La partita era persa ma Maggiorelli nemmeno allora si arrese. Nella
stanza c'erano un tavolo e una sedia.
C'era anche una borsa con dentro una
bottiglietta con del vino e un thermos
in cui era si era portato da casa qualcosa da mangiare. L'acqua ormai era salita a mezzo metro e aumentava e non
gli restò che salire sul tavolo. Quanto
sia durata questa lotta è impossibile sa-
Pagina 86
perlo, sappiamo che il fiume in questa
zona straripò alle 3. L'operaio si trovò
in trappola, avrà tentato di chiedere
aiuto, ma c'è da dubitare l'abbiano
sentito dalle case che sono a diverse decine di metri. In ogni caso non avrebbero potuto chiamare i vigili perché i
telefoni non funzionavano più. Maggiorellifece ancora un tentativo. Prese
la sedia e la sistemò sul tavolo, poi ci
salì sopra, fin dove e fin quando gli fu
possibile, mentre inesorabilmente l'acqua si avvicinava sempre di più al soffitto. Poi fu la fine.
IL VIGILE Roberto Morandini dopo aver sfondato la porta trovò il corpo dell'operaio niverso sul tavolo, sopra c'era ancora la sedia e ovunque
fango. «Era un uomo corpulento, alto,
per quel che mi ricordo mi sembrò sulla cinquantina e che avesse i capelli
rossicci. Della squadra ero il più robusto e toccò a me portarlo via a spalla
Il cronista de La Nazione parla
con Maggioretti (che mori)
intrappolato in sala macchine
«flora vada via, cosa
aspetta » g ridò al telefono
il cronista Peruzzi a
Magg iorelli , intrappolato
nella sala m acchine
dell' nconella. « N on
posso , sono dì g uardia.
i è il fini m ondo , l'acqua
sale, non vedo più nulla»
rispose Magg iorelli
fino all'ambulanza che avevano richiesto per il trasporto . Fu l'unica vittima che vidi in quei giorni dell'alluvione, eravamo operativi dal pomeriggio
del 3, quando venimmo chiamati alle
Sieci. Quante volte ho pensato a quel
poveretto. Quanto deve aver combattuto lo sa Iddio. Ne fece di tutte per salvarsi, per salire il più in alto possibile,
per respirare l'ultimo alito di aria che
gli fu consentito. Alla fine dovette morire». Ucciso dal suo senso del dovere.
Alluvioni in Toscana
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UNA RICERCA STORICO-SCIENTIFICA TERMINATA CON
i
PRODUZIONE DI ALCUNI VIDEO
estunontanze e racconti m un progetto della media *
«4 NOVEMBRE 1966, 4 novembre 2016:
mezzo secolo di ricordi». Così gli alunni
della classe II E della scuola media Vico
hanno voluto intitolare il loro lavoro presentato nella saletta del Museo di Storia
Naturale di Grosseto la mattina del 4 novembre scorso, in occasione del 50esimo
anniversario dell'alluvione che interessò
Grosseto nelle prime ore di quel giorno di
festa. I ragazzi si sono interessati a questo
Alluvioni in Toscana
tragico evento cercando di ricostruire, attraverso testimonianze di nonni e conoscenti, il volto della propria città sommersa dall'acqua e dal fango . Si sono così documentati ricercando foto dell 'epoca sulle
vie e piazze del centro storico ed hanno poi
scattato foto di quegli stessi luoghi per un
confronto significativo tra ieri ed oggi. Tra
le testimonianze, quella `del bambino del
`66', come hanno voluto chiamare il papà
di una di loro, Dionisio Nucci, nato proprio quel giorno in una situazione di prevedibile difficoltà . Con un approccio scientifico hanno poi provato un esperimento relativo alla portata d'acqua che interessò il
fiume, cercando così una spiegazione all'
esondazione. Gli alunni, guidati dalle professoresse Martini, Cartocci, Peppetti e
Cambris, hanno prodotto anche vari video
su un evento che ormai , pensiamo, farà parte del loro patrimonio culturale.
Pagina 88
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Sinergia tra Questura,
ANCHE la Questura di Grosseto, insieme ad altri partner pubblici e privati, partecipa alle iniziative di commemorazione
per il 50esimo anniversario
dell'alluvione che nel 1966 colpì Grosseto, con l'esondazione
del fiume Ombrone. Questura
di Grosseto, Corpo Forestale
dello Stato e Croce Rossa Italiana sezione di Grosseto hanno
organizzato, per venerdì e sabato, dalle 9 alle 12 presso la caserma della Questura di Grosseto,
in piazza Giovanni Palatucci,
una mostra in cui saranno esposti i mezzi in uso durante le
emergenze di protezione civile
appartenenti alla Polizia di Stato, al Corpo Forestale dello Stato ed alla Croce Rossa Italiana.
Nel contempo, negli stessi giorni e negli stessi orari anche il
comando provinciale dei vigili
del fuoco, l'Arma dei Carabiarabi-
Alluvioni in Toscana
espos z
forestale
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Stato
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TESTI
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Z Una delle fotografie che saranno esposte
TESTIMONIANZE
per ricordare l'impegno delle Istituzioni durante l'alluvione
nieri e la Guardia di Finanza allestiranno una mostra presso la
caserma del comando dei vigili
del fuoco in cui verranno esposti i mezzi in uso durante le
emergenze di protezione civile
appartenenti alle proprie istituzioni. All'interno della Questura, invece, verranno allestiti
spazi espositivi con raccolte fotografiche, divise storiche ed altri reperti. Venerdì mattina
l'apertura di entrambe le mostre sarà dedicata alle scolaresche,mentre sabato sarà aperta
ai cittadini ed a tutti coloro che
saranno interessati.
A CAUSA dei tragici eventi
che nelle ultime settimane hanno interessato il Centro Italia
con terremoti anche di forte intensità, invece, il convegno di
studio e l'incontro formativo
previsti per oggi e domani presso il Palazzo del Governo, sede
i sono anche i cara inferi
La Guardia di finanza
e i vi ili del fuoco
della prefettura in piazza Rosselli, sono rinviate a data da destinarsi, così come le «giornate
del volontariato» previste per
l' 11 e il 12 novembre. Tutto il
resto è confermato. Saranno
poi comunicate nei prossimi
giorni le nuove date in cui saranno recuperate le iniziative
temporaneamente sospese.
Pagina 89
Pirvíz.%:;z:í
üomani torna
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Nuova cartolina
domani in regalo
NUOVO appuntamento con i ricordi
domani in edicola. In omaggio con il
nostro giornale potrete trovare una
nuova cartolina con una foto che racconta quelle giornate particolarmente
difficili. Immagini della città invasa
da acqua e fango, e poi del lento ritorno alla normalità. Immagini e memorie di un passato che ha segnato una
netta linea di demarcazione tra prima
e dopo. Che sono un pezzo di storia
della Maremma. Domani, quindi,
un'altra foto in regalo. L'iniziativa proseguirà fino all'8 dicembre, i lettori riceveranno in regalo in edicola (in abbinamento con il quotidiano) straordinarie fotografie dell'epoca. Le foto sono
distribuite gratuitamente ogni martedì e ogni giovedì e provengono da due
archivi importanti: l'Archivio Fratelli
Gori e l'Archivio Giacomo Aprili. A
Firenze, invece, nella sede de La Nazione prosegue la mostra fotografica
grazie alla quale è possibile rivivere
ogni momento.
Alluvioni in Toscana
Pagina 90
GIUSEPPE SARDU DI ACQUE SPA
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Tutela
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e nsorse per la prevenzione »
«
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AVVENIMENTO molto
sentito per chi gestisce ogni giorno emergenze e ricchezze del territorio. Come Acque spa, anche
grazie a questa azienda è stato
possibile realizzare l'iniziativa
de La Nazione. Molto apprezzata dallo stesso presidente Giuseppe Sardu. «Bene ha fatto La
Nazione a sviluppare questa iniziativa editoriale che ha il pregio di essere testimonianza storica e al contempo richiamo per le
nuove generazioni sull'importanza della prevenzione».
allo
cosa è c am biato?
«Sarebbe sbagliato dire che non
è stato fatto nulla: basti pensare
al completamento dello Scolmatore, alla costruzione dell'invaso
di Bilancino, all'innalzamento
di alcuni tratti d'argine, alla realizzazione di alcune casse
d'espansione. Ma il ripetersi di
situazioni meteorologiche e climatologiche come quelle del
1966 avrebbe effetti ugualmente
disastrosi».
La tecnologia , però, aiuta...
«Disponiamo di sistemi di previsione e monitoraggio enorme-
mente più potenti e di un sistema di protezione civile, allora
inesistente. Opera da tempo,
inoltre, l'Autorità di Bacino del
fiume Arno. Di recente il Comitato Istituzionale Integrato ha
adottato il Piano di gestione delle Acque (PGA) e il Piano di gestione del rischio da alluvioni
(PGRA) che integrano e aggiornano i precedenti atti di programmazione, divenendo i punti di riferimento per tutti gli atti
pianificatori».
Che cosa si può fa re anca'
«Un'organica politica di tutela
del territorio e di governo
dell'utilizzo delle risorse idriche. Acque SpA è particolarmente interessata a una gestione razionale, oculata e lungimirante
dell'acqua, che guardi in modo
unitario e organico alle diverse
problematiche: la tutela della risorsa, la regimazione e conservazione dell'acqua, la disciplina
del suo uso. Siamo disponibili a
mettere a disposizione di un'efficace politica di governo delle risorse idriche anche il patrimonio di tecnologie e di conoscenze acquisite in tanti anni di gestione del servizio idrico».
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Il presidente
Acque Spa
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Alluvioni in Toscana
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L'ALLUVIONE attraverso gli
occhi di una bambina. E' questa
la nuova foto che La Nazione regalerà domani. Un altro scatto, altri ricordi ed emozioni che tornano a farsi vive. Immagini che parlano a chi durante l'alluvione del
1966 c'era e ai più giovani che
l'hanno scoperta, appunto, soltanto attraverso gli scatti d'epoca e ai
racconti. Domani nuova foto - firmata dal fotoreporter Luciano
Frassi - dopo l'acqua che fuoriesce dalle paratie metalliche, l'Arno che comincia a uscire dal Ponte di Mezzo, la navigazione in pattino nel centro di Pontedera e la
famiglia in salvo dopo aver abbandonato la propria casa, è il momento del salvataggio di una bambina nel cui sguardo si legge la
paura.
UN'INIZIATIVA per ricordare i
50 anni da quel terribile evento.
Gli scatti provenienti dall'archivio di Luciano Frassi, oggi di proprietà della Fondazione Pisa e attualmente in mostra anche nelle
stanze di Palazzo Blu, hanno conquistato i nostri lettori. In tutto saranno dodici che il nostro quotidiano donerà due volte alla settimana, ogni martedì e giovedì.
Un'idea - quella di realizzare e do-
nare ai nostri lettori le foto dell'alluvione - resa possibile grazie alla
collaborazione di Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa, Collegio dei
Geometri e Pacini Editore - che
apre di fatto uno scrigno pieno di
tesori, volti e storie. Ecco come fare per avere gli scatti: basterà recarsi nelle edicole della città e
dell'area pisana (litorale compreso) fino a Pontedera per ricevere nei giorni di martedì e giovedì, come detto - una immagine di quei
momenti di fango e distruzione
(viste le numerose rischieste, è
consigliabile la prenotazione presso la propria edicola di fiducia).
Immagini da portare a casa e conservare.
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Alluvioni in Toscana
Pagina 92
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Duecento foto ri i li
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Poggibonsi
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a domenica è possibile
visitare «Ne è passata
d'acqua sotto i ponti», la
mostra (ingresso gratuito)
allestita nella Sala Quadri
per ricordare il 50°
anniversario del 4 novembre
del '66. In esposizione
duecento foto originali.
L'evento è organizzato
dall'Astop con il patrocinio
del Comune. La mostra è
visitabile tutti i giorni dalle
17 alle 20.
Alluvioni in Toscana
Pagina 93
LA FRUSTA
di LUIGI CAROPPO
Basta con i rinvii
Sì l'Arno fa ancora paura. E
tanta. Domenica il copione
della nostra debolezza di
fronte alle estreme carenze
degli annosi ritardi e alla
forza della natura si è
mostrato puntuale. Quasi
beffardo : quello che era
stato ricordato poche ore
prima (il 4 novembre, a 50
dalla grande alluvione)
mostrava nuovamente ciò
che potenzialmente
distruttivo poteva essere.
Tecnici ed esperti hanno
dato una data : Arno sicuro
solo nel 2021 . Mancano
cinque anni. E tanti lavori.
Alle casse d'espansione nel
Val
o, alla diga di
Levane e lungo gliaffluenti.
Proprio per ciò
Nazione
lancia una campagna per la
sicurezza del fiume. I soldi
ci sono. E ciò fa ben
sperare: sono stati messi a
disposizione dal governo
Renzi dopo decenni di
chiacchiere. I cantieri per
le casse sono partiti, Enel
ha già presentato il progetto
per la diga. Il nemico si
chiama burocrazia. Non c'è
perdere perché
tempo
troppo è già stato perso.
Urgono procedure rapide.
Anzi d'emergenza.
Alluvioni in Toscana
Pagina 94
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BATTAGLIA PER LA SICUREZZA
piene? Le dighe non cï salveranno
lo `sentinelle' in caso di allerta»
Valdamo, viaggio
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dall'inviata
STEFANO CECCHI
LEVANE E LA PENNA (Arezzo)
« MAGAR I potessimo contenere
le piene dell'Arno e salvare Firenze. Sarebbe una rivalsa contro le
denigrazioni del 1966. In realtà,
noi da qui possiamo fare poca cosa. Un po' come se con un secchio
si volesse fermare un torrente... ».
Giancarlo Roggi è il responsabile
delle dighe Enel di Levane e La
Penna, e mentre parla nel freddo
umido della campagna aretina,
hai l'impressione di trovarti in un
luogo da leggenda. La leggenda. o
bufala metropolitana, che vorrebbe la Grande Alluvione di Firenze provocata dalla malgestione di
queste due dighe gemelle costruite nel Valdarno a pochi chilometri di distanza l'una dall'altra.
Una leggenda che portò addirittura sotto processo l'allora responsabile degli invasi, poi assolto.
«C'era un clima terribile a quei
tempi - racconta Roggi - L'opinione pubblica cercava un responsabile. Ma pensare che i nostri impianti potessero e possano salvare
da un'alluvione e un'utopia più
che una leggenda, visto che sono
state progettate per fare altro».
Già, fare altro. Ovvero produrre
energia elettrica negli anni '50
per la Selt Valdarno ( mitica azienda dove lavorava anche Barrali) e
oggi per l'Enel, sfruttando il moto del fiume. Niente a che vedere
con quella che i tecnici chiamano
laminazione delle acque, ovvero
l'attenuazione di una piena.
Così, finché l'acqua corre con una
portata fino a 100 metri cubi al se-
Alluvioni in Toscana
Penna, i
i` ' er t^o rre energia
condo, questa finisce tutta nelle
turbine. Quando la portata
dell'Arno aumenta ( il che succede quasi sempre d'inverno), i tecnici non possono fare altro che
aprire le paratie e far passare l'acqua come se non ci fosse la diga.
«Noi possiamo fare solo da 'sentinelle', informando le autorità
ogni volta che le portate in transito superano determinate soglie»,
spiegano . Se facessero diversamente, ovvero se tenessero le paratie chiuse, il livello del fiume bloccato dallo sbarramento salirebbe
in poco tempo, scavalcando facilmente lo diga. Pensare di poter
salvare Firenze dall'alluvione attraverso l'azione le barriere del
Valdarno è ancora oggi un'utopia
come lo era la notte del 3 novembre del 1966, quando la portata
del fiume (che nella normalità e
di 50,170 metri cubi al secondo)
raggiunse il livello spaventoso di
2.250 metri cubi ( per capirci domenica scorsa la punta massima è
stata di 1000 metri cubi). «Roba
che capita una volta ogni 500 anni», spiegano i tecnici.
Insomma: se davvero si volessero
usare le due dighe per contenere
in qualche modo le piene, l'unica
soluzione sarebbe innalzarle e realizzare poi le successive opere di
contenimento delle acque. Per la
diga di Levane c'è già un progetto
di massima realizzato dall'Enel
per alzarla di 5 metri ma ancora
non ci sono i soldi (20 milioni)
che Regione e Stato devono trovare, mentre per La Penna l ' innalzamento è impossibile, pena
l'inondazione di Ponte a Buriano,
ovvero dell'area che fa da sfondo
alla Gioconda di Leonardo.
Così ancora oggi, ogni volta che
l'Arno si gonfia, ai tecnici Enel
non resta che fare le sentinelle, avvertendo le autorità della piena, e
sperare che il Cielo non rovesci
giù quella massa d'acqua fuori da
ogni norma (ovvero 150 milioni
di metri cubi) che segnò quell'inizio novembre del'66. La stessa cosa, in fondo, che da 50 anni fanno
anche i fiorentini.
Pagina 95
(
LA FENNA
tra i Comuni
di Civitella Vat di Chiana
e Laterina
l WASO
LEVANE
tra i Comuni di Montevarchi
di 9 milivni di metrì cubi
POTENZA
POTENZA
17 MW
25 MW
Alluvioni in Toscana
e Tarranuova Bracciolirti
INVASO
di 3 milioni di metri cubi
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di KWh produziorte
complessiva
degli impianti
pari al fabbisaStap
di 25 è%LA FAMtGIj£
Pagina 96
`L'ARNO STRA RIPA A FIRENZE' NEL
SEDE DE
IONE
aperta anche domen ca
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SUCCESSO ogni oltre aspettativa quello della nostra
iniziativa `L'Arno straripa a Firenze', per ricordare i 50
anni dall'alluvione. Alla luce delle tante richieste di visita
della mostra - che ripercorre i giorni del dramma di
novembre'66 attraverso le pagine de La Nazione
dell'epoca, filmati, foto dell'archivio del giornale e dei
nostri lettori - l'esposizione sarà eccezionalmente aperta
anche domenica prossima 13 novembre. La mostra, che
chiuderà il 19 novembre, è stata inaugurata il 4
novembre, anniversario dell'alluvione, alla presenza del
presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Alluvioni in Toscana
Pagina 97
Temporati venerdì in Toscana
fine settimana nuvotoso
TORNA la pioggia nel fine settimana in Toscana
mai temporali sono previsti soltanto per
venerdì, quando in serata ci saranno già
schiarite. Solo nuvoloso sabato e domenica
Arno, 55 milioni restano sulla c
«Il governo cï dia subito un aitïcïpo»
Firenze, l'appaio dell'assessore regionale. Ecco le opere ancora áájáre
Paola Fichera
ma, FIRENZE
DOPO molte chiacchiere, conve
gni, e allarmi di ogni tipo è stato
l'Arno, 50 anni dopo l'alluvione
che ha segnato Firenze e la Tosca
na, a far riassaggiare la sua ondata
minacciosa. E' bastato il Carenti
no inzuppato da 300 millimetri di
pioggia in poche ore per far scattare l'allarme solo due giorni fa. Soprattutto per far ricordare bene a
tutti che ad oggi solo il 30% delle
opere idrauliche necessarie per la
salvaguardia del territorio è stato
realizzato. Troppo poco. Anche
perché la `svolta' sul piano economico è arrivata solo nel 2015 con
lo stanziamento di una prima
Stanziata nel 2015 la prima
tranche: 65 i milioni di euro
destinati a tutta la Toscana
tranche di 650 milioni per tutta la
penisola: 65 destinati alla Toscana (10) e a Firenze (55).
«E' vero - ammette l'assessore re
gionale all'ambiente Federica Fra
toni - e noi lavoriamo per rispettare gli impegni presi. Ma stiamo
battagliando per avere dal governo almeno il 15% di quei 65 milioni che dovevano essere stanziati
nella primavera 2016, cioè 5 milioni di euro».
Ma quali sono le opere `mancanti'? In Toscana gli interventi in
cantiere riguardano le casse di
espansione sul fiume Era a Pontedera e Ponsacco (oltre 6 milioni
di euro), un paio di interventi a
Alluvioni in Toscana
Carrara sul Carrione (circa 2,7 milioni di euro), a Pisa con il potenziamento delle idrovore di Porta
a Lucca, ad Arezzo la cassa di
espansione del torrente Bicchiere
ia.
Fondamentali sono le casse di
espansione a monte di Firenze. Il
solo modo per stemperare la quantità e la forza dell'ondata di piena.
Per salvare la città ne sono previste quattro. Pizziconi (al Matassi
no di Figline) è la prima. Ha un
costo complessivo di 21 milioni
di euro. I lavori sono iniziati nel
2014 e, a oggi, solo il primo lotto è
stato completato. Può quindi essere messa solo parzialmente in funzione. A lavori conclusi (2018?)
invaserà circa 4,5 milioni di metri
cubi di acqua.
La cassa di espansione di Resto
ne, in sinistra idraulica prima
dell'abitato di Figline, invaserà
circa 5,5 milioni di inc: di acqua
ed ha un costo di circa 15 milioni
di euro (finanziato per circa il
50%). A fine 2016 l' opera sarà realizzata per il 16% del totale (progettazione e affidamento lavori),
la conclusione è prevista a fine
del 2018 . Fatte salve le indagini
per la bonifica dei terreni.
Le casse di espansione 3 e 4 di
Pruni e Leccio (a Reggello e Ri
gnano) sono più a valle e in destra
d'Arno. In entrambi i casi la Regione ha predisposto analisi chi
miche sulle terre. Pruni ha una superficie di 134 ettari, un volume
di 6,52 milioni di metri cubi e un
costo di circa 25 milioni.
Anche per il Leccio siamo solo alla gara d'appalto . Si tratta di 158
ettari, con un volume di 10,34 milioni di mc per 24 milioni di euro.
Dovrebbero essere pronte per la
metà del 2017.
Ancora più a sud c'è l'adeguamento e il rialzo della diga di Levane
dall'attuale quota di 169 metri a
174. Il volume di acqua invasabile
sarà pari a circa 16 milioni di metri cubi. Il costo è intorno a 25 mi lioni di euro. E i lavori dovrebbe ro essere completati a metà del
2018.
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4 casse d'espansione
Per rendere sicura Firenze
servirebbero 4 casse
d'espansione a monte della
città. A oggi è stato
completato solo il primo
lotto di quella di Pizziconi
Per l'Arno servirebbero
almeno 100 milioni, ma altre
opere sono necessarie per
l'Era (6 milioni), per il
Carrione a Carrara (2,7) a
Lucca e ad Arezzo
Alluvioni in Toscana
Federica Fratoni
Pagina 99
PR
Repubblica Caffè, viaggio dal greco al tennis
ANCHE quest'anno "Repubblica" torna protagonista del
Pisa Book Festival con "Repubblica Caffè", il ciclo di incontri
con gli autori, a cura di Fabio Galati, Gianluca Monastra e Laura
Montanari, che animerà i tre giorni del salone. Si parte venerdì a
mezzogiorno con Andrea Marcolongo e il suo "La lingua geniale. 9
ragioni p er amare il greco " (Laterza), accorato pamphlet in difesa
di quella che è considerata la "lingua morta" per eccellenza. Segue
alle 15 Giordano Meacci con `Il cinghiale che uccise Liberty Valance"
(minimum fax), caso letterario
del 2016 e finalista all'ultima edizione del premio Strega. Ancora,
alle 16.20, un tuffo nel grande teatro di Shakespeare con Nadia Fusini e "vivere nella tempesta" (Einaudi) mentre si parlerà dei cinquant'anni della grande alluvione
di Firenze alle 18 con Francesco
Niccolini e `Il filo dell'acqua"
(Scienza Express). Tre gli appuntamenti in programma sabato: ad
aprire la giornata sarà, alle 15, ilvicedirettore di Repubblica Dario
Cresto-Dina con "Sei chiodi storti"
(66thand2nd), storia della finale
di Davis del 1976 nella Santiago
del regime di Pinochet e del trionfo oscurato della squadra italiana.
Un giallo insolito, con un esperto
di biblioterapia negli improbabili
panni di detective, "La lettrice" di
Fabio Stassi (Sellerio ), che ne parlerà alle 16.30. Infine, alle 18, Se-
Alluvioni in Toscana
Anche
quest'anno lo
spazio e gli
appuntamenti
a cura della
nostra
redazione
bastiano Mondadori con 'Vanno
dello straniero" (Codice), sulla vicenda di un liceale milanese la cui
esistenza viene travolta dall'arrivo di un compagno ricco, bellissimo e misterioso. Gran finale in rosa domenica 13: si parte alle 12
con la scrittrice irlandese Catherine Dunne, ospite d'onore del festival, che presenterà al pubblico il
suo ultimo lavoro, "Un terribile
amore", tradotto in Italia da Guanda: un romanzo che mescola gli ingredienti delle grandi tragedie
classiche e la forza della verità di
ogni giorno, quelle di due donne indimenticabili, in guerra contro un
mondo al maschile. Alle 15 largo a
Chiara Rapaccini, illustratrice, artista, scrittrice anche per l'infanzia, oltre che storica compagna di
Mario Monicelli, pronta a parlare
del suo ultimo libro, "Baires" (Fazi), una via di mezzo fra un'autobiografia, un noir e una storia per
bambini. Alle 16.30 Simone Lenzi,
scrittore e musicista, parlerà con
Francesco Bruni, sceneggiatore e
regista, sul tema "Dal libro al
film ". Infine, alle 18, Valerio Aiolli
con una storia tutta fiorentina:
quella raccontata in "Lo stesso vento" (Voland), in cui un ventilatore
diventa il trait d'union fra le vicende di una serie di coppie che attraversano gli eventi più significativi
del '900, dalla Seconda guerra
mondiale alla caduta del Muro di
Berlino.
3 RICftO[JULONE NIíHNATA
Pagina 100
NON SUCCESSO NULLA
Rientra nel mese di spettacoli ed
iniziative della Fondazione Teatro
della Toscana dedicate
all'alluvione" Non è successo nulla
-appunti visivi di un laboratorio
teatrale", prodotto da Dinamo
Film, in collaborazione con
Caterina Poggesi / Fosca e Cesare
Torricelli, presentato oggi alla
Pergola. Una pellicola che narra
dell'iniziativa, datata 2006, di un
gruppo di ragazzi che rivisitò,
dopo una serie di studi al Teatro
della Pergola, il tema
dell'alluvione di Firenze: dieci anni
dopo quegli stessi ragazzi
diventati adulti, parteciperanno a
una nuova proiezione del l'opera,
proprio alla Pergola. Teatro della
Pergola, ore 18, ingresso libero
Alluvioni in Toscana
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OPIFICIO DELLE PIETRE DURE
Peri cinquant'anni dell'alluvione
l'Opificio delle pietre dure ha
organizzato un ciclo di incontri sui
restauri delle opere d'arte
coinvoltee danneggiate. In
particolare delle sculture si parla
oggi nell'incontro"Dalla passione
al mestiere. Il salvataggio delle
sculture e degli oggetti d'arte
minore. Dai laboratori di palazzo
Davanzati al laboratorio di
restauro delle sculture della
Vecchia Posta agli Uffizi"
incentrato sul ricordo dell'attività
di quei giovani che, fra il 1966 e il
1968, lavorarono nel centro di
restauro sculture e oggetti d'arte
minore di palazzo Davanzati.
Alcuni di loro proseguirono poi
l'attività nel nuovo laboratorio di
restauro sculture istituito nel 1969
alla Vecchia Posta degli Uffizi.
Opificio pietre dure, via Alfani 78,
ore 15-18
Alluvioni in Toscana
Pagina 102
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II ristoratore Romolo: «Nel negozio della zia
tutti volevano i vestiti sporchi. E vi dico perché»
di Giovanna Mezzana
GROSSETO
Quasi si vergogna ad ammetterlo rna- scongiurata la tragediai giorni che seguirono quell'apocalittico 4 novembre del '66 per
lui - allora diciassettenne - furono un gran divertimento. Lui è
Romolo. Romolo Domeniconi,
il guru dei piatti maremmani,
l'inventore per antonomasia
delle novità mangerecce, che
serve ai tavoli del suo locale di
via Vinzaglio. Romolo che noti
Alluvioni in Toscana
ha avuto timore a mettere al
bando TripAdvisor, il portale
web che pubblica le recensioni
di turisti, viaggiatori e aspiranti
gastronauti e su cui tutti i ristoratori vorrebbero comparire in signiti di tante stelline d'oro. Romolo che rilancia la vecchia lira
come titolo di pagamento alla
cassa della sua "locanda", che
celebra il funerale della sigaretta e apre a serate trasgressive
per chi ania "le bionde".
Un trasgressore-innovatore.
Un personaggio. Tra qualche
giorno anche lui, come alcuni
commercianti di via Montebello e di via Vinzaglio, ricorderà la
devastazione del'66 con l'iniziativa del Tirreno: e cioè esporrà
nella sua vinaria alcune foto tragicamente spettacolari di quei
giorni tratte dall'Archivio Bf.
In via San Martino il negozio
della zia, Angela Tomassoni,
c'è ancora. È "Torn", storicarnaglieria e boutique di abbigliamento. Se entri ora, ci trovi il figlio di Angela: Aldo Mattei, cugino di Romolo, che nel '66 aveva
16 anni.
Si siede a uno dei tavoli che
ha fuori della sua osteria. E racconta. «Nel'66 avevo diciassette
anni. Cosa ricordo? Il negozio
della zia, in via San Martino, con
l'acqua alta un metro e settanta».
Arriva anche Aldo: Romolo è
seduto, mentre lui sta in piedi.
Si assomigliano come il bianco
e il nero i due cugini (e non solo
fisicamente), ma tra loro c'è un
gran feeling: si vede. Il ricordo
adesso corre su un doppio bina-
Pagina 103
rio.
La famiglia Mattei nel '66 viveva in via Giulio Cesare. «Andammo a verificare le condizioni del negozio - dice Aldo - solo
due giorni dopo. E non sapevamo come l'avremmo trovato».
Ad un certo punto si fecero coraggio e da via Giulio Cesare si
recarono in via San Martino.
C'era da mettersi le mani nei capelli. «In quei giorni - racconta
Romolo - io andavo ad aiutare
al negozio della zia. E vendevamo da far paura. La roba spor-
ca». Cioè? La gente spendeva
soldi per acquistare vestiti hagnati e infangati?
«Sì, proprio così-ribatteAldo
- Metà magazzino era perso e
per riuscire a recuperare qualcosa, decidemmo di vendere tutto
a meno della metà del prezzo di
partenza dei capi. Cominciammo con il fare avanti-e-indietro
dal negozio alla lavanderia che
avevamo sotto casa: lavavamo i
vestiti pieni di fango per venderli puliti». Ma presto si accorgono che i grossetani vogliano ma-
Corso Carducci nei novembre dei 1966
A destra Aldo attei e Romolo Domeniconi (foto Bf)
Alluvioni in Toscana
glioni, pantaloni, e gonne sporche. «Volevano la "roba alluvionata" - riprende Romolo - perché non ci fossero speculazioni:
la gente comprava per necessità. Puliti non li volevano, sporchi andavano a ruba. E si facevano dei grandi affari, dei gran soldi. 0 meglio, lui (e indica il cugino) li faceva: la sera contava la
cassa, male mani non mele faceva mica mettere». Aldo ridacchia. E così il bucato non si fece
più, si cominciarono avendere i
panni sporchi «e si fecero milio-
nidi lire» dicono i cugini.
«Eh, alla fine ci si divertiva ricorda Romolo- Era quasi un
gioco. Avevo 17 anni, lui 16». Il
cugino annuisce e un velo di
malinconia gli scende sugli occhi. Poi un lampo, di nuovo, «Ci
si divertiva - aggiunge Aldo ridendo di nuovo - Eccome. Ti ricordi, Romolo, quelle due ragazze?».
Il ricordo dell'alluvione è anche questo: con gli occhi di due
cugini adolescenti, diversi ma simili, innamorati della vita.
Si spaiano fango e masserizie fuori dai negozi di via de ' Barberi (foto Bf)
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Le nuove foto di ieri e di oggi
Novembre 1966, via Ximenes vista dalle Mura (foto Agenzia BO
redicesima tappa del
viaggio con il Tirreno
__ nella Grosseto alluvionata, tra passato e presente.
Oggi in edicola con il quotidiano c'è in regalo la consueta
scheda: due foto dell'Agenzia
Bf, una scattata nel novembre
1966 e una scattata nel 2016,
nello stesso luogo della città
per rendere l'idea di quel che
accadde cinquant'anni fa.
Stavolta l'obiettivo è in via
Ximenes, vista dalle Mura: il
palazzo dove oggi c'è il bar
Alluvioni in Toscana
Dribbling (allora un magazzino di alimentari) ha l'intero
piano terra - quasi quattro metri d'altezza- sommerso da un
fiume di fango che scorre impetuoso. A corredo, i brevissimi racconti di chi c'era trascritti da LucaBonelli.
Domani la scheda numero
quattordici, che ci porterà in
via Senese, a osservare un'altra delle immagini simbolo
della piena del 66: l'allora caserma dei vigili del fuoco invasa dall'acqua.
Pagina 105
L' lí E Te.;
Il Requiem per Francïni
ha chiuso le iniziative
promosse dal Rotary
hi era presente dice che
raramente ha assistito a
un evento così partecipato e di così alta qualità. Il
"Requiem per Francini", celebrazione in Duomo che ha
chiuso idealmente ma anche
materialmente il ciclo di eventi
organizzati dal Rotary Club per
il cinquantesimo dell'alluvione, è stato il modo forse più
congeniale per ricordare il professor Guglielmo, scomparso
poco più di un anno fa.
Duomo strapieno e distribuzione del libretto per seguire la
celebrazione: in una delle ultime pagine c'è una bella foto di
Guglielmo Francini e del figlio
Valerio. E proprio da questa immagine ha preso spunto il vescovo Cetoloni per sottolineare
«un sorriso luminoso, lui accanto al figlio», ringraziando i
Alluvioni in Toscana
familiari per aver voluto questo
evento. In rappresentanza del
sindaco la consigliera comunale Olga Ciar
ella. E poi l'intervento del presidente del Rotary, LuigiMansi.
Poi l'esecuzione: impressionante la moltitudine di coristi
(oltre cento) tra grossetani e pisani, con l'orchestra Città di
Grosseto e i quattro solisti (Nardi, Bertoli, Mustaro e Marcello). Di grande precisione la direzione del maestro Francesco
Iannitti Piromallo, che ha dato una lettura rigorosa e al contempo romantica e spirituale
delle pagine più sublimi del Requiem, dalla fuga del "Kyrie" al
fragoroso "Dies irae" allo struggente "Lacrimosa". Un applauso interminabile ha concluso il
concerto obbligando gli esecutori albis del "Lacrimosa".
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Rualta: «Feci la spesa
per il mio condominio
ancora sott'acqua»
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uello ritratto in
questa foto sono
io, Corrado Rualta:
nel conúurrnio dove abitavo e
dove abito ancora, vicino alle
Quattro Strade, c'erano ancora
50 centimetri di acqua a qualche giorno dall'alluvione e io,
cacciatore, ero l'unico che aveva gli stivali da palude. Ero andato a fare la spesa per tutti».
Pane, latte, patate, carne da
brodo. Rualta - oggi 89enne - si
era riempito anche la giubba
da cacciatore per portare a casa gli alimenti. «La foto era stata scattata davanti al panificio
Banchi, si intravede a destra
nella foto, da uno dei dipendenti. Ero anche andato a prenotare una bombola di gas».
All'epoca Rualta era dipendente di Federcaccia. L'alluvione gli aveva risparmiato l'auto,
Alluvioni in Toscana
una Fiat 600. «Lo sa perché?
L'avevo lasciata in via Colombo, la sera del 3, perché aveva
piovuto troppo e l'acqua era arrivata al mozzo delle ruote. P,-i
aveva portato a casa un amico.
Lì, in via Colombo, l'alluvione
non arrivò: e io salvai l'auto.
Per diversi giorni io non andai
al lavoro, l'ufficio rimase chiuso».
Prima di andare a fare la spesa, le famiglie del palazzo di via
Micca erano state rifornite
dall'elicottero dell°,m. «Mi ricordo che il 4 l'auto con l'altoparlante passava gridando di
salire ai piani alti. Io ero al secondo. L'acqua arrivò fino a 50
centimetri dal primo piano.
Non potrò mai dimenticare lo
sbattere del portoncino mezzo
divelto dalla furia delle acque:
durn, duro, dura ... ».
(P.S.)
Secchie sguardi desolati di fronte ai danni della piena (foto Bf)
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Sì d i "sposa bagnata, sposa fortunata??
, i destíno esagerò
Ma nel novembre
di ANDREA LANINI
n colpo di fulmine prima. Poi, a tempo di record, la scelta di promettersi, col "sì" pronunciato
all'altare, amore eterno. Poi,
l'alluvione del 4 novembre
1966, piombata beffardamente sui dolci palpiti dei promessi
sposi, guastando a tutti la festa, che era fissata per il giorno
dopo. Poi «la voglia, l'irresistibile proposito di non darla vinta né alla piena, né ai fiumi in
rivolta, né a tutto quel fango.
S'era detto di maritarci, e, alluvione o no, ci si sarebbe maritati! E così fu. Domenica 6, a
Bientina, nella "chiesa degli indemoniati", come tutti, per via
dei molti esorcismi che vi si
praticavano, chiamavano quel
bel luogo sacro».
la nostra vita di coppia subito
dopo il viaggio di nozze e dove
abitiamo tutt'ora. Ah sì, è stata
un'unione felice, fortunata, la
nostra. Chissà, forse tutta
quell'acqua, alla fine, ha portato pure bene. "Sposa bagnata,
sposa fortunata", no si dice così? Alla faccia, però, altro che
bagnata." Sposa alluvionata" è
più consono, più aderente.
Credo fui l'unica in Toscana, in
quei giorni di tregenda. Capirai, dove li trovavi due altri
matti che con l'acqua alta andavano furiosamente in cerca
di un sacerdote che benedicesse lo scambio delle fedi?».
Bella e volitiva, Adriana. Oggi come allora. Figlia di Giovanni "Giannino " Giuntini, il
mitico melomane pontederese
che fu amico dei più grandi
cantanti e direttori del Novecento. Dal 1932 al 1987, anno
della sua scomparsa, Giannino
frequentò assiduamente i mag-
Ce lo racconta, ancora divertita dall'audacia dell'impresa,
Adriana Giuntini, pontederese di nascita e pisana d'adozione. «Da ragazza abitavo a Pontedera. Io e Giuseppe s'era già
comprato un appartamentino
a Pisa, dove avremmo iniziato
Alluvioni in Toscana
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Fissammo la data
per il "sl": il 5
novembre del '66. Doveva
essere di mattina, in
duomo: l'Era rovinò tutto,
c'era acqua ovunque
Caparbi ci si sposò uguale
il giorno dopo, a Bientina
giori teatri d'opera, collezionando, durante i suoi lunghi
tragitti di viaggiatore-loggionista, manifesti, locandine, programmi di sala, foto di scena,
incisioni discografiche, articoli
e recensioni: un patrimonio
unico nel suo genere che, per
diversi anni, è stato esposto all'
interno del teatro Verdi di Pisa,
in un'area appositamente creata per il "Fondo Giuntini".
Quel malefico 4 novembre di
cinquant'anni fa, però, Giannino era a casa, a Pontedera. Come anche Adriana, allora venticinquenne. Cinque anni di meno aveva il suo fidanzato, Giuseppe Ventura, siciliano. «Fu
un coup de foudre, come si dice», sorride lei. «Ci siamo visti,
scelti e acchiappati all'istante,
oggi si direbbe "in tempo reale", come si manda un fax, una
mail. Fissammo la data per il
"sì": il 5 novembre del'66. Doveva essere di mattina, in duomo, a Pontedera. Invece mac-
ché, l'Era rovinò tutto. Per ogni
dove, metri d'acqua alta e fango e disperazione. Un disastro.
Ma, caparbi, per niente scoraggiati - ah, l'entusiasmo della
gioventù! - io e Giuseppe ci si
sposò uguale. Il giorno dopo, a
Bientina. Dove ci accolsero come eroici reduci sopravvissuti
alla furia delle bombe. Le campane a festa, i baci e gli abbracci della gente: un momento indimenticabile».
L'Era ruppe l'argine della
Montagnola" alle 14.30 del 4
novembre. «14a già dalla mattina presto, con le brutte notizie
che arrivavano da Firenze, si
capì che non era aria. Poi, nel
pomeriggio, l'inondazione. Telefonai a Giuseppe, che era a
Pisa. "Giuseppe, l'acqua alta...
va tutto a monte...... Lui sbalordito: "Eh? Che dici? Che acqua
alta?". Non sapeva ancora nulla, non si capacitava. Gli raccontai di quel che stava accadendo da noi, a Pontedera. Fu
durante quella chiacchierata
concitata che approntammo il
piano d'emergenza». Salirono
tutti su una Fiat 500. Adriana e
Giuseppe dietro; davanti Silvia, sorella di Adriana, col fidanzato (oggi marito) Paolo.
«Non appena si poté metter
piede in strada, si raccattò i documenti e si raggiunse alla meglio questa macchinina; poi si
disse "Va bene, ora si cerca un
posto che non sia allagato. Il
primo che si trova è quello buono: ci si ferma e si sente se ci
sposano . Ero in pratica vestita
"da casa", il cappottino bianco
era intrappolato in casa della
sarta. E babbo non poté venire:
sulla 500 in cinque non ci s'entrava. Arrivammo in una Bientina deserta nel pomeriggio di
domenica 6 novembre. Si parlò con don Silvano Falaschi, celebre esorcista; gli si spiegò il
nostro strano caso . Lui neri fece discorsi : " Tranquilli, vi sposo io!!". Fece la messa serale apposta per noi: a quei tempi ancora non c'era. Grazie al richiamo delle campane, la "chiesa
degli indemoniati" si riempì in
un attimo. C'era gente anche
sui pulpiti: tutto pieno. Furnmo portati fuori in trionfo. Subito dopo, partimmo per Pisa,
sempre in 500 . Trovammo tutto il centro allagato, un disastro. Abitavamo in via delle Case Dipinte, e lì, per fortuna, si
riusciva ancora ad arrivare: anche se Paolo, che di strade ne
sapeva una più del diavolo, dovette inventarsi non so più che
tortuoso percorso. Dopo 25 anni da quel giorno , saremmo
tornati a Bientina, da don Falaschi, per salutare , con una nuova cerimonia, l'importante traguardo raggiunto dal nostro
matrimonio. A cui, in un modo
o nell'altro, l'acqua portò fortuna davvero».
CRIPRODL'ZIONE RISERVATA
un'immagine
di Giuseppe
Ventura
eAdriana
Giuntini oggi
La coppia
aveva deciso
di sposarsi il 5
novembre
1966 in Duomo
a Pontedera
mala città
quella mattina
era allagata
dall'acqua
fuoriuscita
dal fiume Era
Adriana
eGiuseppe
non si
scoraggiarono
e si giurarono
eterno amore
il giorno dopo
a Bientina
Alluvioni in Toscana
Pagina 109
Adriana e Giuseppe felici al taglio della torta nuziale
Alluvioni in Toscana
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Alluvioni in Toscana
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IL LIBRO
Mezzo secolo e ancora tanto da fare
"Pisa e l'Arno": la storia, le opere realizzate e i rischi attuali
unedì scorso la sede del
Dipartimento universitario di Civiltà e Forme del
Sapere ha ospitato la presentazione delvolume "Pisa e l'Arno.
A mezzo secolo dall'alluvione
del 1966", curato dal professor
Sergio Pinna, ordinario di Geografia presso l'ateneo pisano,
di fronte ad una platea assai nutrita che, alla fine degli interventi dei relatori, ha dato vita a
un'interessante discussione.
Il professor Pierluigi Barrotta, in qualità di direttore, ha
portato i saluti del Dipartimento, per poi esprimere una serie
di opinioni personali in merito
al significato di rischio nella nostra società. L'importanza di ricordare l'evento e la validità
non solo culturale, ma anche
pratica dell'iniziativa, sono state sottolineate in primis da Maria Luisa Chiofalo , assessore alla cultura del Comune di Pisa,
che ha fatto anche particolari riferimenti ai sistemi di allerta
già attivati dalla Protezione civile a Pisa.
Fra i relatori anche il deputato Paolo Fontanelli , già sinda-
Alluvioni in Toscana
II professor Sergio Pinna
co di Pisa, che ha riportato alcuni ricordi personali del giorno
dell'alluvione, per poi sottolineare l'importanza dell'attenzione che il mondo politico dovrebbe avere per la difesa del
territorio; attenzione che in
questi decenni, a suo giudizio,
non è stata ancora sufficiente a
far raggiungere gli obiettivi sperati.
Carlo Da Pozzo (ordinario di
Geografia a riposo) si è brevemente soffermato su certe pro-
blematiche inerenti la gestione
dell'alveo fluviale dell'Amo.
Il curatore dell'interessantissimo volume, Sergio Pinna, ha
spiegato alcune questioni relative al rischio idraulico, mettendo in evidenza come i ritardi
nel completamento delle opere per la riduzione del pericolo
di esond azioni non siano ancora concluse, nonostante i tempi ornai lunghissimi trascorsi
dal momento del loro progetto;
tale situazione è da lui ricondotta a tipiche difficoltà italiane nel saper affrontare in modo
razionale certi problemi di fondamentale utilità pubblica.
"Pisa e l'Arno" è costituito da
una serie di articoli tematici curati da accademici ma non solo, essendo l'opera di carattere
soprattutto divulgativo: Manuela Ballantini, Renzo Castelli , Carlo Da Pozzo, Paolo
Del Santo, Paolo Ghezzi, Massimiliano Grava, Paolo Macchia, Tiziana Nadalutti, Andrea Pini, Cristiana Torti e lo
stesso Sergio Pinna.
(a.sc.)
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auto in sosta vennero spazzate via dalla píena
A lungo, nel centro città, si videro le carcasse i veicoli
Quella zona di "Fuori porta"
sommersa da oltre 6 metri d'acqua
lo chiamavano "Fuori PorT n tempo
il bel quartiere di San France-
sco , e infatti si trovava all'esterno
deila cerchia muraria più antica della città.
Fu nel 1860 che assunse il nome attuale,
derivandolo dalla grande chiesa che ne
rappresenta il centro ideale.
Nella sera di venerdì 4 novembre 1966,
via San Francesco è completamente allagata dall'acqua dell'Arno. La piena raggiunge i 6.35 metri sopra lo zero idrometrico. Le auto parcheggiate lungo la strada
vengono spazzate via dalla piena. A lungo,
nel centro della città, si vedranno carcasse
di automobili che la furia dell'acqua di colpo rottama. Tristi relitti protagonisti di
molte foto che Luciano Frassi e gli altri reporter accorsi ad immortalare le varie fasi
del disastro provocato dall'Arno scattano
nei minuti, nelle ore, nei giorni successivi
alle 20 di venerdì 4 novembre, il momento
in cui le spallette dell'Arno perdono la propria battaglia con la corrente. Voluminose
familiari e macchine sportive, piccole utilitarie e lussuose vetture dalle lucide cromature, auto nuove e auto vecchie: per l'acqua che dirornpe dagli argini non fa alcuna
differenza. Gioca con loro come una palla
da bowling gioca coi birilli che deve colpire e radere al suolo.
È così a Pontedera, dove l'impatta dell'
acqua del fiume Era, dopo la rottura dell'
argine all'altezza della "Montagnola", mette in moto un triste corteo di mezzi di trasporto che prendono a fluttuare, carambolare, capovolgersi lungo le vie e le piazze,
cozzando nei muri, abbattendo pali della
luce e della segnaletica stradale, piegando
tralicci e semafori, imprigionandosi nei giganteschi grumi che la corrente compattava con la complicità di un'infinita, variegata poltiglia fatta di sporcizia e detriti.
E così anche a Pisa, dove, tuttavia, la situazione resta sempre sotto controllo. Poi,
a partire da sabato 5, l'acqua inizia a calare. Ma per Pisa "la miracolata" (nessun
morto, nessun ferito: solo danni materiali.
A Firenze, che di vittime ne avrà a decine,
va molto peggio) non è ancora finita. Dieci
giorni dopo, "con fragore", si legge sulle
pagine del "Diluvio sul pian di Pisa", crollava l'antico Ponte a Mare, edificato nel 1331
sotto la signoria di Bonifacio della Gherardesca. Fu dopo quella disastrosa piena
che, nel 1870, si iniziò a progettare un nuovo ponte sull'Arno: in omaggio agli eventi
risorgimentali, lo si chiamò Solferino: lo
stesso nome della piazza che lo fronteggiava».
Mettere in sicurezza l'Arno. E un irnpe-
Alluvioni in Toscana
rativo-mantra che nasce in quei giorni di
terrore. Mai più una tragedia simile: questo l'obiettivo a cui in tanti, a più riprese,
lavoreranno. Il governatore Enrico Rossi,
nel 2015, dichiara: «Per mettere in sicurezza il bacino dell'Arno la Regione sta lavorando a una serie di interventi strutturali, a
monte e avalle di Firenze. Accanto a questi
interventi, indispensabili per poter davvero alzare il livello di sicurezza e ridurre sensibilmente il rischio, abbiamo deciso anche di dotarci di un nuovo sistema per
fronteggiare l'emergenza e mettere in sicu-
Via San Francesco com'è oggi
rezza la città di Firenze nel caso, che speriamo non si verifichi mai, di un alluvione
tipo quello avvenuto nel 1966».
Gli interventi fatti o in corso: le opere fatte o in cantiere Rossi le elenca una per una.
«La settimana scorsa - ricorda - abbiamo
inaugurato a San Miniato il bacino di Roffia, mentre è in corso l'appalto per lo scolmatore, per altri 15 milioni. Ancora a valle
di Firenze Rossi ha ricordato gli interventi
a Empoli, le casse di espansione di Fibbiana per cui si sono da poco aggiudicati i lavori, quelle di Querciola, sull'Ombrone pistoiese e la gara in corso per il bacino dei
Renai a Lastra a Signa. A monte, gli interventi più rilevanti già avviati sono le casse
di espansione di Figline, dove i lavori sono
già partiti e l'avvio della progettazione da
parte di Enel per l'innalzamento della di
diga di Levane. La "battaglia" contro i pericoli dell'Arno continua anche in tempo di
pace.
(a. l.)
01 RIPRODUZIONE RISERVATA
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La foto storica in regalo oggi col Tirreno : uno scorcio di via San Francesco allagata
Alluvioni in Toscana
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Filorence fears it could happen again
FLORENCEJOURNAL
FLOREI CE, ITALY
50 y
ars after the flood,
city 's treasured artworks
seen as still vulnerable
BY GAIA PIANIGLkNI
It was hat Tuscans simply refer to as
"l'alluv one," or the flood, because most
everyo e here who is old enough remembe s the morning, 50 years ago this
month, when the Arno River spilled over
its banl s in Florence's most devastating
natural disaster of modern times.
Wate and sludge, fuel oil and debris,
carcass s and cars were carried along
by the floodwaters running up to 45
miles
hour through Florence's historic ce ter. The flooding killed 35 people and caused lasting damage to
homes, búildings and treasured artworks. ome 6,000 businesses were ruined, d 70,000 citizens were left without ele ricity'gas or heating for days.
Flore tines watched helplessly as the
water rose, and the government did little at f' st to respond, seemingly disregarding the flood, or in disbelief of it. A
handful of radio amateurs restored communica ions by jury-rigging phone lines
to help t e authorities coordinate rescue
efforts.
Local and foreigners in the city rolled
up the' sleeves in a show of stubborn
resilien e, and got to work salvaging
books, archments and scrolls from the
baseme t of the Uffizi Gallery, and later
from th National Library, both based
along t e Arno at its narrowest.
Amo g the foreigners were those a
joprnalit labeled the "mud angels" -
Alluvioni in Toscana
some of them college students from the
United tates. The city's debt to them
has bee lasting, and the mayor invited
them th s year to return to Florence and
celebrate.
"We orked so hard, in a human
chain, t get those manuscripts out of
the mu ," said Michael Pulman, who
was a t acher in the study-abroad program f or Florida State University in
Florenc , one of.the first American colleges to start such a program here.
Ernie rock, then a humanities major,
was am ng the 120 Americanstudents
who pit hed in. "We saw terrible damage, but e were so happy to do what we
could to help" he said,
Mr.
rock 'remembers, going to
Florenc 's baptistery ás sö:g,i : ,as he
could, s ogging through múd up to his
calves, o make sure that Donatello's
statue !o Mary Magdalene had resisted
the risin water.
"Ghib rti's `Doors of Paradise' had
buckled, and were stuck in the mud
against e parapet. It was devastating,"
Mr. Bro recalled. "But I could see it, in
the gló m, the Mary Magdalene was
still ther :'
But at was then. The question preoccup ,' g Florentines and.others on
this anniversary of the great flood is
whether the city has done enough to prevent a si ' ar catastrophe.
Italy as long grappled with lack of
funds, B zantine bureaucracy and legal
battles o er using privately owned land
to build ood-prevention infrastructure
along th Arno.
The
no has always been a quicktempere river, and the story of its
rages, I a d Italy's failure to deal with
In the years since, the authorities
have slowly built some flood-prevention
measures. But critics warn that Florence remains vulnerable.
If a similar flood were to occur today,
the damage to Florentine homes and
businesses could total 6 billion euros, or
about $6.6 billion, according to a report
by the Arno Basin Authority.
"Its impact would be much more devastating, because we have many more
constructions in and outside of the city,
by the river," said Severino Saccardi, editor of the Florentine magazine Testimonianze (Testimonies), which published
a 400-page special edition about the
flood this year.
In the years immediately after the
flood, the authorities raised the
parapets along the Arno, and increased
its depth under two central bridges
where it narrows, the iconic Ponte Vecchio and Ponte Santa Trinita, easing its
flow through Florence.
In the 1990s, they also built a dam on a
northern tributary to the river, and
started work on dozens of retention
basins on tributaries downstream in a
now densely populated area between
Florence and the Pisa coast, where the
river flows to the Tyrrhenian Sea.
A similar flood today could
cause $6.6 billion in damage.
them, is engraved on Florence's walls.
Since its first known flood in 1177, the
Arno has breached its banks and inundated •Florence 56 times. Marble markers note not only the variation of street
names over the centuries, but also the
river's destructive progress.
"The Arno reached this height on November 4,1966," says a black carving on
a white plaque in an area by the main
Florence railway station, about 10 feet
above street level.
Pagina 115
But many other prevention measures
have been bogged down for years.
"It's rather usual after the flood that
authorities try to restore the situation in
a haste, and then have troubles finding
money and consensus for water management," said Chris Zevenberger, a
professor of urban systems at Unesco's
Institute for Water Education. "It's not
sexy to invest in water management because no one sees the results:"
Indeed, a $117 million project in Figline
Valdarno, a hamlet about 20 miles
southeast of Florence, was fully given a
green light only last year. Tuscan officials there are constructing 26-foot-high
embankments around four artificial retention basins, capable of diverting water from the Arno if it floods.again.
Along with the eventual raising of a
power-producing dam farther south, the
project is intended to diminish the, impact of a major flood on Florence by 15
percent, engineers say.
`•`It looks like a peaceful stream now,"
said Dario Pratelli, the owner of the
company in charge of the construction.
"But when it's in full force, it's scary."
Many fear these measures will do little to protect Florence from another catastrophe. Given that,-the recollections
of residents and of the "mud angels" on
the flood's anniversary served as not
only a reminder of things past, but a potential warning of those to come.
Esta Tishgart, now a retired teacher,
was a history major at Florida State University who was in Florence and saw the
waters rise. She was among those who
returned to the city this year and was
honored by the mayor with a badge that
allowed her free access to civic museums and transportation:
"While Florentines were concerned
about getting their belongings together,
we were free to work," she recalled.
"That experience has stayed with me all
my life:'
But she was quick to add, "I hope it
won't happen again:'
ASS[)CIA
U PRESS
The square in frontofthe Basilica of Santa Croce on Nov 5,196 ;., nücrahc Arno River overflowed and flooded Florence, lsay . ! he floodkilled 35 people and ruined 6,000 businesses.
Alluvioni in Toscana
Pagina 116
GIORGIO LOTTI/MONUAOORI PORTFOLIO, VIA GEM IMAGES
Italian and foreign students saving books from the flood. The "mud angels," as they were called, were invited to return this year.
Alluvioni in Toscana
Pagina 117
Alluvione cli Firenze
Dopo 50 anni
ferite ancora aperte
Ascoltando un telegiornale sono
rimasto esterrefatto nel sentire
una dichiarazione, a proposito dell'alluvione di Firenze del 1966, e
cioè che da allora, e sono passati 50
anni, sono stati portati a termine
solo il 30 per cento dei lavori per rimarginare le ferite. Ma in questi 50
anni non è stata sempre la sinistra
ad amministrare-Firenze?
Sergio Alessandri
email
r .f
Alluvioni in Toscana
Pagina 118
Le 75 richieste per il risarcimento dei danni adesso saranno affrontate attraverso la strada delle carte bollate
di Luca Barbieri
CARRARA
Niente risarcimento danni in
via conciliativa, ovvero tramite procedura di mediazione,
perle famiglie colpite dall'alluvione del 5 novembre di due
anni fa.
Così, adesso, l'unica strada
percorribile rimasta per il risarcimento è quella della causa in sede civile davanti al Tri bunale delle Acque di Torino.
A confermarlo è l'avvocato
Ferdinando Genovesi, che assiste queste famiglie, messe in
ginocchio dall'esondazione
del Carrione, dopo la seduta
di ieri mattina alla Camera di
Commercio per il tentativo di
mediazione.
«La mediazione - commenta l'avvocato Genovesi - in
questo caso non era obbligatoria, ma abbiamo intrapreso
questa strada perché speravamo in questo accordo, ma a
causa dell'assenza della Regione e della Provincia il tentati vo di mediazione è fallito.
Adesso non resta che la causa,
di competenza del Tribunale
delle Acque di Torino».
Sono 75 circa le richieste
danni, ma a queste vanno aggiunte delle altre, puntualizza
lo stesso avvocato, che prova
poi a stimare, all'incirca,
quanti sono i soldi in ballo.
della mediazione, anche se
non obbligatoria per questo
caso. E così ecco convocati i
tre enti, ma la mancata presenza di due dei tre, ovvero Regione e Provincia (il Comune
era rappresentato dall'avvocato Sonia Fantoni e dal segretario generale Pietro Leoncini),
ha fatto sì che questo tentati vo andasse fallito lasciando
come unica opzione rimasta
quella della causa per il risarcimento danni, da non confondere con la questione dei contributi. Causa, quindi, che dovrebbe partire entro fine anno, come lo stesso Genovesi
dice. «Entro fine anno si dovrebbe partire con la causa
fornendo quindi il materiale
probatorio. Stiamo parlando
di risarcimento danni, perciò
si va dall'auto, ai mobili, ai
suppellettili, a chi ha perso
l'intera cucina, fino ai danni
morali».
La mediazione dunque non
ha funzionato, i cittadini adesso, per il risarcimento danni,
dovranno passare alla causa
che partirà, probabilmente,
entro la fine dell'anno. Dopodiché la parola passerà al Tribunale delle Acque di Torino.
«Si parla - osserva Genovesi
- di circa 2 milioni, oltre al
danno morale, per circa 80
unità». E sì, perché magari, tra
queste famiglie c'è chi ha perso "solo" l'auto, chi appena
sente un'allerta meteo non
dorme la notte perché rivive
quei drammatici momenti del
5 novembre 2014 in cui molte
famiglie hanno perso mobili,
oggetti più o meno preziosi,
intere stanze e magari tanti ri cordi della vita familiare.
«Abbiamo convocato - spiega l'iter seguito l'avvocato per la mediazione i tre enti
che ritenevamo responsabili,
cioè Comune di Carrara, Provincia di Massa-Carrara e Regione Toscana, ma questi ultimi due non si sono presentati.
E così il tentativo di mediazione è fallito». «Stiamo parlando
- precisa - di risarcimento
danni, al di là quindi dei vari
contributi. Noi poi ci siamo
occupati solo della questione
dell'argine crollato».
In sintesi, dunque, si è cercatala via conciliatoria, quella
Alluvioni in Toscana
Natanti per uscire di casa durante l'alluvione
L'avvocato Ferdinando Genovesi
II segretario Pietro Leoncini
Sonia Fantoni , avvocato del Comune
1a crosi6arinnc ra noi,
Pagina 119
L'esondazione del Carrione il 5 novembre di due anni fa
Cittadini e avvocati all'uscita della Camera di Commercio
Alluvioni in Toscana
Pagina 120
A fine mese al Tribunale delle Acque di Torino la parola al ctu: il conto presentato di 7 milioni
D CARRARA
Dal disastro dell'alluvione a
una guerra di perizie che arriverà al suo atto conclusivo, di
sintesi, a fine mese, il prossimo 30 novembre, davanti al
Tribunale delle acque di Torino.
È qui che hanno presentato
causa per il risarcimento danni tre elle aziende di via Argine
Destro messe in ginocchio il 5
novembre scorso dall'esondazione del Carrione: la Doganella graniti, la I.Van entrambe facenti capo all'imprenditore
Giorgio Vanelo, e La Fontanili
di Maurizio Fontanili.
Il conto presentato dalle ditte ammonta a 7 milioni in totale. C'è stata quindi la perizia
del ctu nominato dal tribunale, l'ingegner Andrea Gianasso
di Torino e in merito alle osservazioni avanzate dai titolari
delle aziende adesso dovrà essere depositata sul tavolo del
tribunale la perizia definitiva.
La vicenda. Nel giugno scorso
Alluvioni in Toscana
La segheria di Fontanili due anni fa dopo l'alluvione
l'udienza presso il Tribunale
delle acque di Torino, al quale
si sono rivolte tre aziende di
via Argine destro, per i danni
subiti nell'alluvione dopo il
crollo del muro d'argine destro adAvenza e l'inondazione
di Marina. Le tre aziende han-
no chiesto al tribunale un accertamento tecnico preventivo (Atp), -in prati ca un procedimento d'urgenza, irripetibile - avendo quantificato danni
complessivi per circa sette milioni di euro.
Una stima al momento solo
Pagina 121
Maurizio Fontanili nella sua segheria oggi
di massima. La notifica relativa alla richiesta di Atp è stata
inviata a più soggetti, Fra questi il Comune che agli inizi di
questo mese si è costituito, ed
è patrocinato dagli avvocati
Sonia Fantoni e Marina Vannucci. Le aziende che sono ri-
Alluvioni in Toscana
corse al Tribunale delle acque
sono la Doganella graniti, la
I.Van entrambe facenti capo
all'imprenditore Giorgio Vanelo, e La Fontanili di Maurizio
Fontanili.
Le notifiche sono stati inviate al Comune, alla Provincia,
alla Regione, al ministero
dell'economia e finanze, alla
Port Authority, a due ingegneri, al Consorzio di bonifica Toscana Nord, alla ditta che ebbe
l'appalto dell'argine e alla ditta sub appaltatrice. Le imprese
che hanno mosso questa azione legale, in sede civile, sono
assistite dagli studi degli avvocati Riccardo Diamanti e Massimo Santella.
Fontanili: dalle banche nessun
aiuto. In attesa dell'esito del
procedimento giudiziario davanti al Tribunale delle Acque
di Torino, Maurizio Fontanili
le conseguenze, drammatiche
dell'alluvione di due anni fa le
ha ancora sotto gli occhi, nella
sua segheria di via Argine Destro. «Ho avuto più di due milioni di danni, abbiamo portato via 35 camion di terra, e stiamo ancora lavando le lastre,
una a una. Gli uffici sono inagibili e dovranno essere demoliti. In tutto questo dalle banche
non ho avuto nessun aiuto».
«A due annidi distanza dalla
tragica alluvione - conclude c'è un aspetto che voglio rmarcare, voglio ringraziare un amico, Emilio Ricci, un vero amico. Un signore».
(a. v.)
©R IPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 122
SANTA
I
libro di Marchetti e Boschi
dedicato alle vittime dell'Arno
1 S. MARIAA MONTE
In occasione dell'inaugurazione della mostra fotografico-documentaria sull'alluvione del
1966 in provincia di Pisa, è stato presentato il libro "Il fragore
della memoria": Cronaca, ricordi, documenti e immagini
a cinquant'anni dall'alluvione
del 1966, sull'esondazione
dell'Arno nel territorio comunale, curato da Patrizia Marchetti, archivista, esperta di
storia locale, e da Mariano Boschi, storico dell'arte.
«La pubblicazione è dedicata a Giuseppe, Giorgia, Faustina ed Egidia Banchini, che rimasero vittime della tremenda ondata che spazzò via la loro abitazione sita a pochi metri dall'argine in cui si verificò
la rottura. Con questo opuscolo vogliamo ricordare quei tragici giorni di cinquant'anni fa,
quando quella distesa infinita
d'acqua invase tutta la pianu-
Alluvioni in Toscana
ra del Valdarno Inferiore, come fosse mare, fredda, melmosa, a tratti illuminata dal bagliore dei lampi che la rendevano ancora più minacciosa - dice la sindaca Ilaria P arrella - Il
lavoro ha tentato di ricostruire
quanto successe affrontando
la triste vicenda da cinque
punti di vista: la cronaca, con
l'elenco dei fatti dal venerdì 4
al martedì 8 novembre; la memoria, con la trascrizione del
diario di don Luigi Picinoli,
parroco di San Donato; i documenti d'archivio, con il consiglio comunale riunito in data
13 novembre 1966 sotto la presidenza del sindaco , Sisto Marinai, e la cronistoria degli atti
amministrativi sono al 1974; la
stampa, attraverso i giornali
dei giorni immediatamente
successivi alla tragedia; le immagini, "crude" testimonianze dell'alluvione vista con gli
occhi della gente».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 123
La docente fu tra í gíovaní che recuperarono
R PONSACCO
La professoressa di francese,
Nicla Mati , ponsacchina, 75
anni, è stata uno degli
"angeli del fango" nel novembre del 1966 alla Biblioteca Nazionale di Firenze. Studiava alla Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere all'Università di Pisa, e spesso veniva dalla famiglia nella città
del mobile.
Quel 4 novembre del '66,
quando si verificò la Grande
Alluvione che mise in ginocchio mezza Toscana, si trovava proprio a Ponsacco. Il
giorno prima era stata a Firenze con la madre e lo zio
Danilo, per prendere i libri
nuovi per la libreria della zia,
che abitava in paese. Nicla a
Firenze si recò a salutare
l'amica Rossana
ore, con
la quale aveva studiato alla
Sorbona a Parigi nell'estate
del '65, e per poco non rimase nel capoluogo fiorentino.
«Mi dispiaceva far tornare
a Ponsacco mia madre e mio
zio Danilo da soli con tutti
quei volumi da scaricare spiega la professoressa Mati
Alluvioni in Toscana
-per la libreria della mia zia
Diva De Santi . Spesso la zia
mi chiamava in negozio per
aiutare e non potevo studiare. Fu così che mi trasferii a
Pisa dove frequentavo la Facoltà di Lingue. Sono stata
un "angelo del fango", perché quando ritornai a Pisa
dopo l'alluvione alcuni giovani ci chiesero di andare a Firenze ad aiutare gli alluvionati. Partii con la mia compagna di studi di Perignano,
Giovanna Bendinelli, morta
purtroppo nel 2011. L'appuntamento fu in piazza dei Cavalieri la mattina molto presto, alla statua di Cosimo de'
Medici, con stivali di gomma. Arrivammo in piazza
Santa Croce e, a piedi, per
mano, piano piano, al centro
della strada per non scivolare, arrivammo alla Biblioteca
Nazionale, perché lì eravamo state destinate. Avevamo
panini e acqua per mangiare, e la sera cena gratuita pagata dall'Università».
«C'erano tanti giovani volontari da tutto il mondo, pieni di fango dai piedi fino ai
Pagina 124
Nlcla Matl
Gli angeli del fango a Firenze nel 1966
capelli - racconta ancora la
professoressa - L'opera volontaria durò per quindici
giorni, da pendolari con l'autobus Pisa-Firenze. Ci stancammo molto a recuperare
volumi molto pesanti per il
fango e l'acqua, che avevano
assorbito. Dovevamo lavarli
tutti, poi farli asciugare in
una stanza scaldata con stufe a gas. Inoltre appena arri-
vate a Firenze, prima di iniziare il lavoro di recupero dei
testi, alcuni medici ci ricevettero in una stanza e ci iniettarono antitifica e antitetanica».
«Nei sotterranei della Biblioteca Nazionale erano custoditi i libri più preziosi - ricorda Mati - e grazie alle catene umane recuperammo materiali importanti. Era fred-
Alluvioni in Toscana
do. In questi giorni ho risentito un altro "angelo del fango": Roberto Borghini di
Certaldo, che è stato compagno di volontariato in quelle
faticose giornate fiorentine.
Arrivavamo alla sera con le
braccia a pezzi, ma era una
gran soddisfazione aver dato
un aiuto».
Elena lacoponi
PIPRODNZIONE RISERVATA
Pagina 125
Castelfranco: mostra nei fondi sfitti per rr r quelle giornate
CASTELFRANCO . La memoria di
un paese e dell'evento che più lo
sconvolse in diciotto foto, anzi in
diciotto fondi. Questa la
scommessa che a Castelfranco di
Sotto, sull'alluvione, si è fatta
attraverso delle foto d 'epoca,
stampate su vetrofanie, apposte
sulle vetrine di alcuni fondi vuoti
nel centro storico , in vista di un
medesimo allestimento perla
rampa per disabili al Municipio.
Iniziativa nata dalla volontà del
comune in collaborazione con
l'Associazione Palio, questa
volta, sull'alluvione , ma che in
futuro, già dall'anno prossimo,
potrà essere dedicata anche ad
altri aspetti della memoria
storia del paese . ((La speranza è
quella di creare un fenomeno per
Alluvioni in Toscana
il quale ogni tanto , in paese, ci si
va anche per vedere che cosa
hanno messo di nuovo in questo
"museo a cielo aperto" spiega il
sindaco Gabriele Toti - La lucida
follia, nata quasi per gioco
qualche mese fa parlando con
Mauro Marinari, che oggi diviene
realtà e ci accompagnerà, in
questo primo esperimento,
almeno fino a Natale ». Progetto
che, come spiega l'assessore con
delega al centro storico Giulio
Nardinelli, non riguarderà
soltanto i le vetrine ed i fondi,
già allestite peraltro lungo le
strade del centro. ((Abbiamo in
progetto di fare qualcosa di
simile anche per le bacheche
politiche laterali al municipio, in
via Marconi , previo accordo con
le forze politiche - dice - ma
soprattutto, nel progetto sarà
coinvolta la discussa rampa per
disabili che da sempre è oggetto,
com'è noto, di polemiche. Un
oggetto che, per quanto brutto, è
stato ed è necessario a fornire un
servizio fondamentale: cosa,
questa, da non dimenticare. Ma
che adesso potremo rendere più
gradevole con questi pannelli
dedicati alla nostra storia,
qualcosa che forse sembrerà
banale a chi è un po' in su con
l'età, ma che non lo è affatto per
le giovani generazioni . Strade e
piazze del centro storico
parlano, quello che noi
proponiamo oggi è uno
strumento ulteriore per saperle
ascoltare». (ndm)
Pagina 126
TEATRO NICCOLINI
Via Ricasoli 3
Fincostassù.
ALLUVIONE. 50 ANNI DOPO
Di Alberto Severi. Regia Lorenzo
Degl'Innocenti. Con Marco Zannoni
Domani. Ore 21.
Alluvioni in Toscana
Pagina 127
TEATRO DI CESTELLO
Piazza del Cestello 4, tel. 055.29.46.09
4 Novembre 1966, aiuto l'alluvione.
Di Oreste Pelagatti. Regia Marco Predieri.
Con la Compagnia stabile Teatro di
Cestello.
Ore 20.45.
Alluvioni in Toscana
Pagina 128
La Lega A rd sottolinea: dopo lelindnazione della vegeta ione di sponda
"Torrenti esondali, come previsto"
MONTERONI D'ARBIA
Duro intervento della Lega
Nord Toscana sulle recenti
esondazioni. Afferma il consigliere regionale Marco Casucci: "Non ci voleva molto
per prevedere che alla prima
pioggia più intensa del normale, i corsi d'acqua del seriese sarebbero straripati. In
barba a qualsiasi normativa,
è stata, infatti, eliminata la
vegetazione di sponda con
una politica errata della Regione, attuata dal Consorzio
di Bonifica Toscana Sud,
che ha appaltato la rasatura
a zero degli alberi, i quali da
decenni coprivano il suolo
delle sponde dei corsi d'acqua intorno a Siena; un provvedimento che certamente
non fa bene al territorio e
non contrasta il dissesto idrogeologico, anzi ci accomuna
ai Paesi incivili del mondo,
dove purtroppo ancora oggi
si tagliano gli alberi per ottenere vantaggi immediati a
scapito dell'equilibrio millenario della natura". Sulla vicenda interviene anche il
commissario della Lega
Nord Siena, Marco Figura,
che osserva: "Oggi le sponde
di Tressa, Arbia, Riluogo e
Ornbrone sembra siano state attraversate dai vandali; in
effetti, la realtà non si discosta molto da questa immagine, e gli effetti sono visibili
nelle case, nelle cantine e nei
garage delle frazioni che ieri
Alluvioni in Toscana
hanno dovuto fare i conti
cari l'invasione dell'acqua
uscita dai letti dei fiumi. I cittadini danneggiati ieri (che temiamo non saranno gli ultimi, prima che alberi ad alto
fusto tornino a trattenere il
terreno e l'acqua sulle sponde torrentizie) dovrebbero
chiedere un congruo risarcimento alla Regione, senza
che vengano colpite economicamente le stesse vittime,
bensì gli appaltanti e appaltatori, responsabili di uno dei
più gravi scempi ambientali
avvenuti in Toscana negli ultimi anni".
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Pagina 129
IL PONTE SOTTO CAPANNOLE EROISO,LA STATALE 540
DELLA VALDAMBRA RIMASTA CHIUSA, IL PONTE A
RASO DI POGI E AL PONTE DI MONTOZZI. MA LE CASSE
DI ESPANSIONE HANNO COMUNQUE FUNZIONATO
«alvei lasciati in abbandono»
Consorzio bonifica, f uria del sindaco
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lasci at dopo i l
i
•
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•
in
di MARCO CORSI
BUCINE«NON CI POSSIAMO permettere di mantenere gli alvei dei fiumi
in questo stato disastroso. Chi effettua i lavori sugli alvei deve
provvedere a rimuovere anche il
materiale». Il sindaco di Bucine
Pietro Tanzini è un fiume in piena, tanto per rimanere in tema e
chiama in causa direttamente il
Consorzio di Bonifica, «invitato»,
in maniera molto esplicita, a seguire tutti i lavori che vengono
predisposti lungo i corsi d'acqua.
«Le problematiche che abbiamo
riscontrato in questi giorni sulla
stabilità dei ponti sono legate soprattutto al legname abbandonato molto spesso da chi fa la pulizia
degli alberi su commissione del
Consorzio - ha detto Tanzini -.
Questo è un danno incalcolabile.
Abbiamo verificato sia alla bocca
tarata di Badia a Ruoti sul Lusignana che alla bocca tarata di Ambra la presenza di materiale abbandonato. E' inconcepibile.
Chi fa i lavori - ha aggiunto - li
deve compiere fino in fondo, non
è così che si mantengono i torrenti e si evitano i danni. Per fortuna
questa volta è andata bene. Mi auguro però che non risucceda. Farò tutti i passi necessari per far si
che il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno si metta nelle condizioni di seguire bene tutti i lavori
che ci sono da fare».
Bucine è stato uno dei comuni
più colpiti dal maltempo che domenica scorsa si è abbattuto sulla
vallata. Presa di mira, in particolare, la Valdambra. Quattro i punti
critici.
«Abbiamo trovato alta bocca
di Badia a Ruoti e di Ambra
materiale a bbandonato»
IL PRIMO RIGUARDA il ponte che sotto Capannole attraversa
l'Ambra fino ad arrivare ad una località di campagna, Podere il Colle. Il torrente ha eroso le spallette
sia in riva destra che in riva sinistra, creando problemi di staticità. Il sindaco ha quindi emesso
un'ordinanza che vieta il transito
di mezzi motorizzati. Il ponte è
fruibile solo per i pedoni.
•
i
C
R
•
f
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cl •• così l dann crescono»
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dove la furia delle acque ha spazzato via sia conduttura del metano
che altri servizi . Criticità si sono
registrate anche al ponte di Moritozzi, dove la grande quantità di
legname e di alberi sradicati hanno ostruito la luce del ponte.
L'Ambra, infine, ha eroso in maniera notevole la pista ciclabile costruita all'interno della cassa di
espansione, dal ponte di Badia a
Ruoti fino al potabilizzatore.
«Alcuni cittadini mi hanno detto
che nemmeno nel'66 si era verificata una così grande irruenza delle acque», ha detto, amareggiato,
il sindaco Tanzini.
IL SECONDO PUNTO critico
riguarda la Statale 540 della Valdambra, in località Boccarina, dove l'esondazione, anche in questo
caso, ha provocato l'erosione delle spallette de ponte attraversato
anche dagli autotreni diretti sulla
superstrada Siena-Bettolle.
Sono in corso le verifiche sulla stabilità della struttura e non è escluso che venga deciso di limitare il
transito dei mezzi pesanti almeno
fino ad un certo tonnellaggio. Altri problemi sono stati riscontrati
nel ponte a raso in località Pogi,
L'I NONDAZ I ONE Gli interventi di domenica contro l'alluvione. La Valdambra una delle zone più colpite
Alluvioni in Toscana
Pagina 130
Tu,Ue te f t! per rí% ordare
il mezzo secoLo tt'att vi e
Empoli
C'è T EM PO fino al 13 novembre
per visitare (dalle 17 alle 19.30)
'Empoli. I giorni dell'Alluvione.
Cinquant'anni dal 1966', mostra
fotografica organizzata perla
ricorrenza dei 50 anni da quel
tragico 4 novembre 1966.
L'esposizione alla Vela Margherita
Hack di Avane, raccoglie immagini
e foto d'epoca di una città
martoriata: dai luoghi alluvionati al
lento ritorno alla normalità.
Alluvioni in Toscana
Pagina 131
PRESENTATA UNA STAGIONE DI PROSA E MUSICA Di G RANDE QUALITA'
`Margherita. ', spettacoli a km zero
UNA STAGIONE varia, che si
rivolge a molti, che guarda con
particolare interesse alle famiglie,
ma non dimentica di mettere in
carnet proposte di nicchia per appassionati di prosa e musica. Ecco
la rassegna 2016/2017 del Teatro
Comunale Regina Margherita di
Marcialla che da novembre ad
aprile mette in cartellone oltre
una ventina di appuntamenti tra
teatro ragazzi, popolare e vernacolo, teatro contemporaneo e di ricerca. Una stagione intensa, quella programmata dall'associazione
culturale certaldese, che strizza
l'occhio al teatro a km 0, al jazz
con degustazioni di vino e a concerti bandistici. A segnare il debutto è stato il teatro ragazzi con
«Ucci! Ucci! Pollicino e altre fiabe» di Michele Mori, un tuffo nel-
le fiabe della tradizione, da Collodi a Calvino passando dai ricordi
dei nostri nonni. Ma la magia prosegue il 26 novembre con il popolare toscano e «Viceversa Teatro»
che propone alle 21,30 «L'alluvio-
er saperne di più
consultare il sito internet
www.teatro marg herita.org
ne», ambientata nel novembre
1966 in un appartamento in San
Frediano a Firenze. L'8 dicembre
è tempo di teatro dei ragazzi con
«Nico cerca un amico» di Matthias Hoppe. E ancora popolare toscano il 10 del prossimo mese con
Gavena Dopocena che presenta
«L'hanno combinata». «La nuova
rassegna - spiega Sara Innocenti,
il presidente dell'associazione culturale Marcialla - ospita come
sempre un pieno di appuntamenti che fino ad aprile si distribuiscono in quattro sezioni diverse per
un totale di 23 date (comprese le
repliche).
La programmazione è sospesa tra
piacevoli novità, copioni comici e
proposte di grande fascino. Il teatro per grandi e piccini, il vernacolo, il jazz & wine saranno i cardini
di un calendario ricco e per tutti i
gusti. Che si rivolge con attenzione anche ai palati più esigenti». Info e prevendite: 055 8077024, 331
4048373.
Y.C.
`L'hanno combinata' di
Gavenadopocena il 10 dicembre
Alluvioni in Toscana
Pagina 132
NEI RACCONTI DEI COLLEGHI DI ALLORA EMERGE IL GRUPPO UNITO
E QUEL SENSO DI APPARTENZA ALLA CITTA' E AL GIORNALE CHE
SPINSE TUTTI A NON FARE MAI MANCARE LA NAZIONE IN EDICOLA
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«IL 4 NOVEMBRE ci fu l'alluvione, il 5 ci si presentò al giornale, poi si prese la Giulia del direttore del personale Omero Zaccherini e si andò a Bologna perché
`La Nazione' doveva uscire a ogni
costo. Ci sarei rimasto due mesi,
facendo un po' su e giù con il treno e un po' dormendo in un albergo».
Fabio Bianchi lavorava nella tipografia de «La Nazione» da un anno, quando sul nuovo stabilimento di viale Giovane Italia piombò
la furia dell'Arno. Aveva 23 anni,
negli anni successivi fino al 1994,
ne avrebbe vissuti di eventi e di
edizioni straordinarie, ma di quel
periodo - i giorni dell'alluvione ha un ricordo forte, emozionante,
come spesso accade quando si è
fatto parte di qualcosa che esula
dai canoni. Come «il» giornale di
Firenze che viene confezionato a
Bologna perché non si può fare altrimenti. «Quando arrivammo al
Resto del Carlino, fu il direttore
che era Giovanni Spadolini ad ac-
Alluvioni in Toscana
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li, i l racconto di un poligrafico
compagnarci in tipografia - racconta Fabio Bianchi -. Fu cortesissimo, probabilmente da fiorentino sentiva in modo particolare
la gravità dell'accaduto, ma devo
dire che anche fra i colleghi poligrafici sentimmo tanta solidarietà». «Ricordo gli articoli di Alberto Marcolin, di Taddei, di Laura
La storia
Due mesi a BoLogna
I POLIORAFICI fiorentini
andarono a Bolog na poche
ore dopo l'alluvione. «La
Nazione - racconta Fabio
Bianchi - doveva uscire a
ogni costo. Ci sarei rimasto
due mesi, facendo un p& su
e giù con il treno».
Griffo, di Bilenchi... Rimanemmo a Bologna due mesi per comporre la prima e la seconda pagina, che erano le ultime, le più fresche. Dovevamo andare veloci come il vento, perché alle 23,30 si
doveva andare in stampa. La distribuzione non era uno scherzo,
l'autostrada esisteva da due anni,
il resto era tutto su strade normali, curve, salite, discese».
ALTRI tempi, altro che internet
e social network. «'La Nazione',
con gli articoli di fondo del direttore Enrico Mattei, si fece carico
di dare la scossa, di smuovere le
acque per il dramma che stava vivendo Firenze - ricorda Bianchi
-. Ne siamo stati orgogliosi, lo siamo ancora. Che c'entra, il giornale non è mica tuo... Ma `La Nazione' non era solo il nostro pane
quotidiano. Sentivamo un senso
di appartenenza che muoveva tutti noi. Insieme all'orgoglio di fare
qualcosa per la nostra città».
laura gianni
Pagina 133
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Personale al lavoro nello stabilimento alluvionato de La Nazione
Nonostante i danni, il giornale non mancò mai in edicola
Alluvioni in Toscana
Pagina 134
questi cmquanta
non e stato fatto proprio niente»
«
LETTO avidamente il volumetto "Il Giorno della Piena"
di Luciano Bausi ed ho rivissuto quei giorni "maledetti": avevo 25 anni, ero sposata da un anno, con una bimba di neanche
10 mesi; abitavo nella zona di
piazza Puccini al terreno di un
edificio, non dico altro! Ora mi
chiedo: si sollecita la memoria a
ricordare senza che in questi 50
anni nessuno, abbia fatto niente, se non promesse su promesse, per migliorare le condizioni
dell'Arno. Anzi si sono lasciati
crescere alberi nell'alveo del fiume, le erbacce in più punti ne
hanno invaso il letto e si è fatta
Alluvioni in Toscana
la "la spiaggia" stile Senna a Parigi. Sembra anche che il nostro
sindaco abbia detto che si potrebbero fare addirittura camminamenti lungo le sponde (sempre sull'esempio della Senna
che forse è "leggermente" più
larga dell'Arno). Insomma abbiamo ristretto l'Arno! Di chi la
responsabilità? Sarà del Comune? No..sarà della Provincia?
No..sarà della Regione? Allora
ricordare quei momenti a che
serve? A rinnovare il dolore e la
paura poiché non possiamo, dopo 50 anni, dire non ricapiterà
più ... per fortuna .... Ora l'Arno è in sicurezza.
Marina Repetti
Pagina 135
E' POSSIBILE VEDERE IL FILM CAPOLAVORO
REALIZZATO DA FRANCO ZEFFIRELLI
E IL FILMATO REALIZZATO DA LA NAZIONE
IL SUCCESSO DELLA MOSTRA E' PROVOCATO
ANCHE DALL'INCESSANTE PASSAPAROLA
TRA PARENTI, AMICI E VICINI DI CASA
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Sabato e do
1~ -19
1.
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nica: orario continuato (9, 30-18)
UN «FIUME» di persone che
vuole ricordare, che vuole rivivere, che vuole tramandare, che vuole che anche la mostra sui 50 anni
dell'alluvione sia uno stimolo per
far presto e bene i lavori per mettere in sicurezza l'Arno. Non è esagerato davvero dire che l'iniziativa del nostro giornale è un grande
successo: nei primi tre giorni della settimana mille persone hanno
varcato l'ingresso di via Paolieri.
E proprio per dare possibilità a
più persone di visitare la mostra
sono state decise aperture straordinarie. Sabato e domenica l'ingresso sarà ad orario continuato
dalle 9,30 alle 18.
Venerdì scorso si è alzato il sipario sulla mostra «L'Armo straripa
Alluvioni in Toscana
MOLTE LE SCOLARESCE CHE
HANNO PRENOTATO LE VISITE
PER LE PROSSIME MATTINE
a Firenze» con l'inaugurazione
con Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante che attraverso documenti originali, filmati, cronache
dell'epoca e immagini inedite racconta l'alluvione del 1966. Il
dramma di quel giorno e di quelli
successivi, vissuti dai fiorentini.
E «LA NAZIONE» con questo allestimento ripropone quel 4 novembre, in un mix tra tradizione
e innovazione, messo nero su
bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il
giornale fu protagonista per informare in maniera capillare e per
far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari.
Pagina 136
Ecco alcuni dei bellissimi messaggi
che sono stati lasciati dai fiorentini
all'uscita della mostra
Oltre mille persone l'hanno
visitata nei primni tre giorni
della settimana
Alluvioni in Toscana
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Pagina 137
'- ,
I RESIDENTI HANNO EVIDENZIATO I DISAGI CHE SI CREANO IN QUESTA STRADAA CAUSA DEGLI ALLAGAMENTI
e anche la « 1
VIA DEI MILLE, arteria che
dal centro città porta verso
l'uscita di Grosseto sud, è diventata negli anni una strada
colma di problemi. Oltre al traffico, ma quello è normale, visto
come in via dei Mille confluiscono alcune strade tra le più
utilizzate dai grossetani, i problemi da un po' di tempo sono
relativi alla mancanza di illuminazione, ad un costante rischio
di allagamento ed al fenomeno
del parcheggio selvaggio. Martedì sera i cittadini della zona
hanno esposto tutto questo alla
Giunta nell'incontro avvenuto
al centro «Ciabatti» di via dei
Barberi. Il problema dell'illuminazione e quello degli allagamenti sono per certi versi colle-
Mílle pro
gati. Il nodo cruciale infatti, secondo i residenti, è dovuto ai
platani che si trovano ai lati della strada. Alberi che, capitozzati in passato, hanno visto
«esplodere» la propria vegetazione, con rami pericolanti e foglie che costantemente, oltre a
coprire l'illuminazione dei pali
della luce, quando cadono a terra vanno ad intasare i tombini.
La conseguenza è questa: l'acqua non scola, e quando arrivano le bombe d'acqua anche via
dei Mille, come altre strade cittadine, si allaga creando danni
agli esercizi commerciali, ma
anche alle abitazioni. I platani
quando sono verdi, ostacolano
la luce, quando arriva l'autunno e perdono le foglie invece di-
.
».
«Scarsa illuminazione
e parche gg io selva gg io
causano proteste»
ventano concausa degli allagamenti perché ostruiscono i tombini a causa delle foglie larghe.
«Quest'anno siamo riusciti a fare perla prima volta delle potature preventive a Principina e a
Marina - ha spiegato ai cittadini l'assessore ai Lavori pubblici, Riccardo Megale -. I platani
sono le piante che ci danno più
problemi con la pulizia dei tombini. Il nostro obiettivo è, durante il nostro mandato, girare
in tutta la città per delle potatu-
re preventive, e rinnovare l'illuminazione pubblica cittadina
almeno del 50%>.
Illuminazione e allagamenti,
ma anche parcheggio selvaggio. Visti i numerosi esercizi
commerciali ed i pochi parcheggi, la via è presa d'assalto
dalle auto che parcheggiano
ovunque. I cittadini hanno segnalato come, quotidianamente, tante persone restano impunite nonostante i parcheggi in
seconda fila, divieto di sosta,
oppure per aver lasciato le auto
in spazi destinati al carico e scarico, oppure al posto di quelli
per i portatori di handicap. In
merito a questa situazione la
Giunta ha promesso che onitorerà con la Polizia Municipale.
7 ;'ATT1T Sono stati molti i cittadini che hanno
presa parte all'iniziativa promossa dal Comune
Alluvioni in Toscana
Pagina 138
«Montagna d'acqua»
Domaní il libro
«curato» dal Fioca
IL LIBRO «Una montagna
d'acqua. Dall'Amiata a Grosseto l'acquedotto delle Arbure», edito da Effigi, sarà pre
sentato domani alle 18 nella
sala Friuli del Convento di
San Francesco . Saranno presenti: Cosimo Pacella, presidente del Consiglio comunale di Grosseto; Emilio Lande, presidente di Acquedotto
del Fiora; Aldo Stracqualursi, amministratore delegato
di Acquedotto del Fiora;
Maddalena Corti, direttrice
dell'Archivio di Stato di
Grosseto; oltre a Enzo Fazzi,
Elena Del Santi, Valerio Eptani, Andrea Ponticelli, Alvaro Giannelli, Carlo Vellutini,
autori del volume. L'iniziativa è a cura di Acquedotto del
Fiora con il patrocinio del
Comune di Grosseto e con la
partecipazione della Corale
Giacomo Puccini, che si esibirà. Coordina Francesca
Ciardiello. La presentazione
del libro è inserita nelle iniziative programmate nel cartellone di «Ombrone 2016»,
promosso dalla Prefettura insieme al Consorzio di Bonifica e al Comune per il50° anniversario dell'alluvione che
nel 1966 colpì la città.
Alluvioni in Toscana
Pagina 139
uvïone del '6
a ïn regalo
Prosegue l'iniziativa de
VERRÀ data in regalo oggi, insieme al quotidiano La Nazione, la
quarta
cartolina
rievocativa
dell'alluvione del 1966. Fino all'8
dicembre, i lettori riceveranno in
edicola dodici straordinarie fotografie dell'epoca e il contenitore
per raccogliere questa emozionante collezione che racconta la Maremma. Le foto sono distribuite
gratuitamente ogni martedì e
ogni giovedì e provengono da due
archivi importanti: l'Archivio
Fratelli Gori (i cui eredi continuano a lavorare a un imponente progetto di catalogazione, nonché ad
altre particolari iniziative) e l'Archivio Giacomo Aprili, custode
anche del grande patrimonio di
immagini creato proprio per «La
Nazione» dal padre Lio.
DA ENTRAMBI gli archivi,
quindi, un contributo fondamentale per portare in edicola questo
nuovo progetto che è stato poi possibile realizzare grazie all'aiuto di
Acquedotto del Fiora, Consorzio
Bonifica 6 Toscana Sud, Comune
di Grosseto e Assicurazioni Generali (Agenzia di Maurizio Marraccini). Intanto proseguono in città
e provincia gli eventi per ricordare quei tragici giorni, pensati anche come momenti di riflessione
e di studio per fare in modo che
ciò non accada mai più. Alla Steccaia lunedì prossimo alle 11 sarà
inaugurato il restauro della Pira
Alluvioni in Toscana
Nazione per ricordare il cinquantenario
Lunedì prossimo ci sarà
l'inaugurazione del restauro
della piramide di Ponte Tura
mide eretta da Leopoldo II di Lorena, la quale si trova alle spalle di
Ponte Tura, in fondo a un viale alberato, dove c'è anche una terrazza che si affaccia sull'ansa del fiume Ombrone. In particolare, sono state recuperate le targhe, datate rispettivamente 1830 e 1842, volute allora proprio dal Granduca
di Toscana, per celebrare la nascita di quello che in origine era un
parco monumentale.
E' IL VENTRE da cui è nata la
Maremma, l'origine della nostra
pianura. Ponte Tura, rimane ancora oggi un gioiello di archeologia industriale della bonifica.
Una delle opere idrauliche più significative d'Europa e che ha segnato un passaggio epocale per la
terra dei butteri.
Pagina 140
WCCA
DOPO LA GARA AGGIUDICATA DA UNA DITTA
SPECIALIZZATA FRA 2 0 3 GIORNI INIZIERA'
IL TRASFERIMENTO ALL'ARCHIVIO LUCCHESE
i<tímnw (Mibact): « Chiesto
CI SIAMO. Tra due o tre giorni i
libri inizieranno il loro viaggio
verso l'archivio di Stato di Lucca.
A confermarlo è la direttrice generale Biblioteche e istituti culturali
del Mibact, Rossana Rummo. La
Bup inizierà così a svuotarsi per questa la motivazione - poter iniziare «in sicurezza i lavori interni». E' stata fatta una «gara aggiudicata da una ditta specializzata
nel trasloco (in toto, ndr) e nella
movimentazione: i libri, una volta nell'archivio di Stato di Lucca,
saranno messi in scomparti ad
hoc, in luoghi idonei, non saranno lasciati nelle scatole». Sulla
consultazione, Rummo prende
tempo. «Sto aspettando dalla direttrice della Biblioteca universitaria la lista, un elenco di volumi
più richiesti». Il progra
. «Prevediamo di finire questa fase di
trasloco entro mese». Poi, il cantiere. «Servirà l'approvazione del
progetto da parte dei vigili del fuoco. Sperando di poter mantenere
la stessa ditta che è intervenuta in
Sapienza per non fare una gara e
individuare un'altra impresa».
SU QUESTO punto intervengono anche gli Amici della Bup, attraverso il segretario Andrea Bocche «Sono frequenti, in questi
giorni piovosi, le celebrazioni
dell'ultimo imponente sforzo collettivo per il salvataggio di una
grande biblioteca: insomma degli
angeli del fango del novembre
1966. In queste occasioni si apprende che non solo i ragazzi di
allora, ma anche molti dei più giovani laudatores avrebbero voluto,
potendo, darsi da fare in quel frangente. Ebbene, l'occasione c'è, vi-
Alluvioni in Toscana
«OGNI SPOSTAMENTO IN ANDATA0 IN RITORNO
DI GRANDE MASSE DI LIBRI COMPORTA
LA PERDITA DI UNA QUOTA DEL 5 0 10%»
elenco pe r
cina e urgente. Non sono infatti
esenti da pericoli i libri (mezzo
milione) della Biblioteca Universitaria di Pisa, che è chiusa da 4
anni e mezzo per le conseguenze,
come si dice, del terremoto
dell'Emilia». Nel frattempo. «In
questi quasi cinque anni i libri
non sono mai stati spolverati, hanno sopportato quattro inverni e
cinque estati senza riscaldamento
né condizionatore, ma in compenso sono stati esposti a ingressi
non autorizzati, lavori strutturali,
trattamenti contro l'amianto, spostamenti frettolosi e poche, pochissime consultazioni fuori sede. Ora però viene la prova più dif-
onsultazione »
c
ficile: lo spostamento a Lucca per
consentire ulteriori lavori, per cui
forse non basterà un anno». I dan-
Far spostare i volumi
nei locali vuoti
a volontari e volenterosi
ni. «E' noto che ogni spostamento
in andata o in ritorno di grandi
masse di libri comporta la perdita
(per danno meccanico, infiltrazioni, smarrimenti, errate ricollocazione) di una quota prevedibile
del 5% o 10%. Ecco, se qualcuno
di coloro che 50 anni fa spalava il
fango, o dei loro più giovani emuli, volesse tornare a quando non
era ancora sindaco o cantante o
parlamentare o perfino cardinale,
non deve neppure sporcarsi le mani: basta ricordare che giusto sotto la Biblioteca sono o saranno tra
poco pronti gli scaffali - vuoti - di
un'altra biblioteca, messi a posto
con milioni e milioni di fondi
pubblici. E si risparmierebbero
così centinaia di migliaia di euro
da destinare a nuovo personale,
nuovi arredi, nuovi servizi. Senza
uno schizzo di fango».
antonia casini
Pagina 141
CANTIE RE I lavorì a,,, ,„,-
1 tempi
trasferimento
E' stata la direttrice
generale Biblioteche e
istituti culturali del Mibact,
Rossana Rummo (foto) a
dire a metà ottobre che i libri
sarebbero andati a Lucca
Alluvioni in Toscana
Si tratta di «un
trasferimento momentaneo
nell'archivio di Lucca», la
precisazione che inizierà a
breve e si concluderà nel
mese di novembre
L'impegno
«La Bup resterà in Sapienza.
Eassurdo mettere in giro
altre voci. Mai nessuno ha
pensato di spostare
definitivamente la Biblioteca
universitaria»
Pagina 142
I
DOMENICA alle 18 appuntamento da Arnovivo (lungarno
Buozzi) con il cine-battello a cura dell'associazione
Acquario della Memoria: proiezioni sulle spallette e sui
palazzi dei lungarni e crociere sul fiume.
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ione
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a
to
e cosa
uomini, fango acqua raccontate
PISANO e geografo. Si definisce
così Sergio Pinna, professore ordinario di Geografia all'Università
di Pisa, nella prefazione al volume
«Pisa e l'Arno a mezzo secolo
dall'alluvione del 1966». E l'approccio a quelle drammatiche ore
(«un evento di grande rilievo per
la città di Pisa e per il suo territorio provinciale, nell'ambito delle
loro vicende nello scorso secolo»)
è non solo `storico-culturale', ma
anche di tipo scientifico, come base informativa per gli attuali programmi di pianificazione economica e territoriale.
E' PER QUESTO motivo che gli
articoli contenuti nel libro sono di
tipologie molto differenti tra loro.
Alcuni trattano dell'alluvione,
mettendone in evidenza gli aspetti
climatologici, i danni in città e le
gravissime conseguenze verificatesi in varie zone a monte di essa.
Due sono rivolti alla storia idraulica del basso corso dell'Arno, ricordando sia le piene più catastrofiche, sia gli interventi compiuti per
cercare di ridurne il pericolo. «Negli altri - spiega Pinna - il lettore
potrà trovare argomenti ancora diversi, come un quadro geografico
dell'area pisana negli anni Sessanta, un progetto di gestione partecipata del fiume e delle indicazioni
sui piani predisposti dalla Protezione Civile nel caso di episodi di
forti piene». Il volume - appena
pubblicato da Aracne editrice nella collana «Ambiente fisico e terri-
Alluvioni in Toscana
torio» (14 euro) - ospita contributi
di Manuela Ballantini («I piani
della Protezione Civile»), il giornalista de «La Nazione» Renzo Castelli («Acqua e fango: ricordando
quei giorni»), Carlo Da Pozzo
(«Le opere di difesa dalle alluvioni: una costante storica»), Paolo
Del Santo («Le maggiori piene storiche dell'Arno nella Città di Pisa»), Paolo Ghezzi («Un anniversario di grande significato»), Massimiliano Grava («I danni nel territorio pisano»), Paolo Macchia
(«La popolazione e il territoro urbano negli anni Sessanta»), Tiziana Nadalutti (Riconquistare l'Arno partecipando»), Andrea Pini
(«Le piogge che causarono l'alluvione») e Cristiana Torti («Pontedera e la Piaggio colpite dal disastro») oltre che dello stesso professor Sergio Pinna la cui attività
scientifica si orientata prevalentemente in questi anni verso questioni ambientali, rischi naturali, cambiamenti climatici recenti e bioclimatologia umana.
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Sero lo
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l.
PROFESSORE
Sergio Pinna
A ffronta l'alluvione
A
con un appoccio scientifico
e storico-culturale
nuela Ballantinì,
Renzo Castelli,
Paolo Macchia e tanti altri
Si definisce così Sergio
Pinna, professore
ordinario di Geografia
all'Università di Pisa,
nella prefazione al
volum e edito d a Aracne
Pagina 143
,
IN ABBINAMENTO CON
NAZIONE
Q uella bambina s alv ata
regalo la
dai mìhtarí
foto dì Luciano Fras si
APPUNTAMENTO oggi con
un'altra delle preziose e suggestive
foto - firmate dal fotoreporter Luciano Frassi - che La Nazione offre
in regalo ai propri lettori. Un'iniziativa per ricordare i 50 anni
dell'alluvione e documentare cosa
accadde sul nostro territorio. Dopo l'acqua che fuoriesce dalle paratie metalliche, l'Arno che comincia a uscire dal Ponte di Mezzo, la
navigazione in pattino nel centro
di Pontedera e la famiglia in salvo
dopo aver abbandonato la propria
casa, è il momento del salvataggio
di una bambina nel cui sguardo si
legge la paura. Gli scatti provenienti dall'imponente archivio Frassi,
oggi di proprietà della Fondazione
Pisa e attualmente in mostra anche nelle stanze di Palazzo Blu,
hanno davvero conquistato i no-
Alluvioni in Toscana
stri lettori. In tutto saranno dodici
le fotografie che il nostro quotidiano donerà due volte alla settimana,
ogni martedì e giovedì, a chi si recherà in edicola e acquistare una
copia dell'edizione del giorno.
Un'idea - quella di realizzare e donare ai nostri lettori le foto dell'alluvione - resa possibile grazie alla
collaborazione di Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa, Collegio dei
Geometri e Pacini Editore. Ecco
come fare: basterà recarsi nelle edicole della città e dell'area pisana (litorale compreso) fino a Pontedera
per ricevere - nei giorni di martedì
e giovedì, come detto - una immagine di quei momenti di fango e distruzione (viste le numerose rischiaste, è consigliabile la prenotazione presso la propria edicola di fiducia).
Pagina 144
L` vio i di o 9 gi e ffl lari
workshop a t Mu Linaccio
Yaiano
SABATO alla Villa del Mulinaccio,
«Bisenzio: le inondazioni di ieri, la
gestione del rischio oggi», verso il
dire e fare sulla protezione civile.
La comunicazione preventiva del
rischio e le responsabilità dei
sindaci e dei funzionari in
protezione civile. Workshop a cura
di Anci Toscana dalle 9.30 alle 14:
un approfondimento sui temi
dell'informazione preventiva ai
cittadini.
Alluvioni in Toscana
Pagina 145
BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA
-40 '9
Il cemento ha
iato il rischio
L'Arno vït a di condoni e rï
Firenze, Nar i(ex Auto 't' di bacíno): «Nel '99 c'era
progetto pronto»
Lisa dardi
FIRENZE
«DAL 1966 in poi non si è solo
fatto poco per la sicurezza dell'Arno: si sono cementificati territori
a rischio, raddoppiando il pericolo di allagamenti». Sono le parole
del professor Raffaello Nardi, prima ordinario di geologia applicata all'Università di Pisa e poi, dal
1990 al 2000, segretario dell'Autorità di bacino del fiume Amo.
Professore, cosa rende l'Arno così pericoloso?
«Ci sono ragioni che si perdono
nella storia e altre più recenti. Già
i romani, per bonificare la Valdichiana, crearono una rete che scola in Arno, aumentando la quantità naturale di acqua che il fiume
deve sopportare. Dal 1177 a oggi
Firenze è stata allagata 56 volte,
in 8 casi con portate simili al
1966. Questo capita quando la
pioggia cade contemporaneamente e in grande quantità su tutto il
Alluvioni in Toscana
RAFFAELLO
NARDI
Ordinario di geologia
applicata
all'Università di Pisa, è
stato segretario
dell'Autorità di bacino
dell'Arno dal '90 al
2000. In seguito ha
avuto un incarico per
il fiume Serchio
bacino: è successo e risuccederà».
Quanto puo' reggere il fiume?
«Nel 1966 arrivarono al Ponte
Vecchio 4.100 metri cubi di acqua
al secondo, mentre l'Arno poteva
reggerne 2.500. Successivamente
furono rialzate le spallette e abbas-
sate le platee: così adesso possono
passare 3.100 metri cubi, ma il beneficio riguarda solo la città e non
ha effetto a valle. In ogni caso non
basta, anzi siamo più a rischio di
prima».
Col
della ce entificzione.
«Esattamente. Un tempo c'era
Pagina 146
più buonsenso e si costruiva rispettando i fiumi. Lo si capisce
anche dalla toponomastica. Pensi
alle varie vie di Padule, via delle
Bocchette, via del Pantano, via
dei Bassi... Erano tutte zone in
cui le acque esondavano naturalmente, allagando campi con pochi danni. Adesso qui troviamo
case, strade e zone industriali. Un
disastro frutto della Legge Ponte
del 1967 e soprattutto dei condoni. Dopo l'alluvione si calcolò che
per mettere l'Arno in sicurezza
servissero casse di espansione e invasi in grado di contenere 200 milioni di metri cubidi acqua: oggi
ne vanno trattenuti 400 milioni».
Come funzionano le casse di
espa nsione?
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tov
«Prima si costruiva nel
rispetto del fiume. Poi case e
strade sono sorte ovunque»
«Sono bacini artificiali allagabili
dove l'acqua viene fatta entrare e
uscire attraverso opere di presa e
scarico. Così si alleggerisce la portata di fiumi e torrenti. Sull'Arno
ne abbiamo una piccola alla Roffia, verso Empoli, già attiva. In
funzione c'è poi lo scolmatore di
Pontedera che toglie all'Arno mille metri cubi di acqua al secondo,
portandoli fino al mare. Tutte le
altre casse e opere, che dovrebbero ridurre del 40-70% le aree di Firenze soggette ad allagamenti in
caso di piena duecentennale sono
in fase di realizzazione»
Come mai ta nti Mardì9
«Che posso dirle? Dopo l'Alluvione si ipotizzò di costruire 23 dighe sull'Arno. Nel 1999, da Segretario dell'Autorità di bacino, elaborai un piano da un miliardo e
mezzo degli attuali euro. Trovai
anche i finanziamenti, ma poi fui
mandato a seguire il Serchio. Da
allora quelle opere sono andate
avanti lentamente e si stanno realizzando adesso».
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Alluvioni in Toscana
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Torna
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Dal nostro viaggio alla
scoperta delle dighe del
Valdarno di Levane e La
Penna emerge che questi
impianti non possono evitare
le piene. Al massimo sono
'sentinelle' in caso di allerta
35
Domenica scorsa ore di
paura nella mattina e in
serata per l'Arno in piena. A
50 anni dall'alluvione molti
progetti ma poche opere
realizzate per mettere in
sicurezza il territorio
L'assessore regionale
all'ambiente Federica
Fratoni ha dichiarato che
serve subito un anticipo dal
governo (almeno 5 milioni)
per avviare le 4 necessarie
casse d'espansione
TranquRU4? Tra 5 anni
Mauro Grassi (Italia Sicura,
unità di missione del
governo) intervistato (foto)
risponde che il 70 % delle
opere per la sicurezza è
ancora da fare. Servono
soldi e almeno 5 anni
, %:.,;.»•%
%.; ,.,:••;s;
Alluvioni in Toscana
Pagina 148
SABATO E DOMEN ICA
Mrwre straordinafie
P'lij
APE RT UR E straordinarie sabato e domenica prossimi per
soddisfare il più possibile le richieste di visite alla mostra `L'Arno
straripa a Firenze', l'iniziativa realizzata nella propria sede da La
Nazione per ricordare i 50 anni dall'alluvione. L'esposizione - che
ripercorre i giorni del dramma di novembre '66 attraverso le
pagine de La Nazione dell'epoca, filmati, foto dell'archivio del
giornale e dei nostri lettori - sarà aperta con orario continuato
sabato 12 novembre (9.30-18) ed eccezionalmente sarà visitabile
anche domenica 13 novembre nel medesimo orario. La mostra
chiuderà il 19 novembre.
Alluvioni in Toscana
Pagina 149
e il r,/ .í- ioo gommone nel fango
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l 4 ove re '66 con i
dANTONIO
FULV
Livorno
FUMMO tra i protagonisti di una
tragedia storica, ma l'avremmo capito solo parecchio dopo. Allora, in
quei giorni d'inizio di novembre,
l'alluvione che stava seppellendo
Firenze e le sue campagne sotto
tonnellate d'acqua fangosa non era
che un gridare confuso delle radio
alla ricerca di aiuti. E di volontari.
Il "mio" giornale era sott'acqua
con le rotative da due giorni e mi
stavo scoprendo libero, con uno
dei pochi gommoni allora privati
in Toscana. Così mi presentai alla
caserma dei paracadutisti della Folgore a Livorno e sei ore dopo un camion militare caricò me e il mio
Callegari scaraventandomi senza
che ci capissi molto nella campagna di Santa Croce, tra Fucecchio e
Castelfranco. Il compito: raggiungere casolari di campagna isolati
dall'acqua fangosa e da intrichi di
ramaglie e tronchi divelti, dove gli
anfibi dei parà non arrivavano. Mi
aggregarono a una cucina da campo militare che eruttava continuamente minestroni e brodo bollenti
ed ebbi l'equipaggio: a rotazione
un pugno di incursori della Folgore e sei volontari del Circolo Cacciatori Sub livornesi, guidati da un
istruttore "anziano" che tutti chiamavano Yoghi. Di poche parole,
burbero, essenziale. Condivise con
i parà un principio: il mio gommone, essendo privato e "volontario",
era sacrificabile, quindi non c'erano scuse di filo spinato, di rischi di
strappi o altro. Non ero d'accordo,
ma ero volontario. Amen.
ri
squadra para nelle campagne i rti
centimetri d'acqua, dove i pesanti
anfibi militari affondavano nel fango. Raggiungemmo casolari isolati,
scivolando tra grovigli di cavi elettrici abbattuti, cespugli nascosti, alberi con scheletri di rami che appena uscivano dal nulla. Dai tetti, dalle alzaie, raccogliemmo contadini
stralunati, donne, bambini, qualche cane. Qualcuno cercò di portarsi dietro una pecora, un vitellino.
Era una lotta. Il peggio fu quando
ci mandarono nelle stalle sommer-
IL Callegari
«Mi presentai alla caserma
della Folgore a Livorno e
misi a disposizione il mio
gommone Callegari. Con i
parà intervenimmo nelle
campagne di Santa Croce»
roce
se dove le carogne delle vacche erano rimaste inchiodate alle mangiatoie dalle corde- già imputridivano.
SU s'immergevano alla cieca nel
fango, tagliavano i legaggi, spingevano attraverso i varchi le carogne
che venendo a galla scoppiavano
per i gas. Un fetore orribile, che ci
rimase addosso per molto tempo.
L'incubo di quei musi con gli occhi stralunati, le labbra rovesciate
nel ghigno della morte e l'orrido fetore, mi ha perseguitato per anni.
C'erano però i duri del Cicasub con
Yoghi che non ci dava tempo
d'aver paura, o schifo, o stanchezza. E i ragazzini della Folgore - io
avevo 28 anni, ero "quasi" grande capaci di scherzare anche nella tragedia. Mi nominarono il più grande rimorchiatore di vacche morte
della storia. Ho ancora, da qualche
parte, il diploma scritto su un fo
glio d'ordini.
IL momento peggiore
«Con il motore da 18 CV, il
gommone riusciva a
spingersi ovunque. R peggio
fu quando ci mandarono a
liberare le stalle dalle
carogne delle vacche»
ILGO MM O N E, assai più di me, si
rivelò prezioso. Con il fuoribordo
Camiti da 18 CV riusciva a spingersi quasi ovunque, anche su soli 30
Alluvioni in Toscana
Pagina 150
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INAUGURATO ieri a Firenze
R Salone dell'arte e del
restauro , con il convegno
anni dall'alluvione', con
le testimonianze di
mportanti restauri eseguiti
su opere d'arte alluvionate.
Oggi il Salone prosegue con
l'incontro intitolato
'Restaurare l'Arno'
Alluvioni in Toscana
Pagina 151
La fiera de lle
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Parte domanî la kermesse dedicata quest'anno all'irlan a
e la scrittrice Catherine Dunne farà da madrina
Oltre 200 eventi
in programma
fino a d
nica
al Palacongressi
Tra gli ospiti
e l'autore inglese
di romanzi storici
di Sharon Braithwaite
® PISA
Ultimi preparativi al Palazzo
dei Congressi per il Pisa Book
Festival. La terza manifestazione libraria nazionale, dopo il
Salone del Libro di Torino e la
fiera Più Libri Più Liberi di Roma, aprirà i battenti domani:
alle 10.30 il taglio del nastro
con l'ambasciatore irlandese
Bobby McDonagh e il sindaco
Marco Filippeschi. Alle 11 il discorso inaugurale di Catherine Dunne, madrina del festival e capofila della delegazione di autori irlandesi, ospiti
d'onore di questa quattordicesima edizione. Dunne è la
scrittrice irlandese più letta in
Italia e a Pisa presenterà il suo
ultimo romanzo "Un terribile
amore".
Alluvioni in Toscana
Centosessanta gli editori
presenti in fiera e oltre duecento gli eventi in programma: anteprime nazionali, focus sul
Paese ospite d'onore (l'Irlanda) e sugli scrittori toscani, incontri con gli autori del momento, convegni su grandi terni di attualità, seminari per gli
operatori del settore e la sezione dedicata agli under 18.
Novità editoriali. Domenica alle 17 Carmine Abate, lo scrittore premio Campiello 2012 con
"La Collina del Vento", presenterà "Il Banchetto di Nozze e
altri Sapori". Nello spazio
Book Club, la giornalista enogastronornica Eleonora Cozzella presenterà il suo ultimo
libro "Pasta Revolution. La pasta conquista l'alta cucina".
Domani alle 12 Marcello Fois
sarà al festival per presentare
in anteprima nazionale il suo
primo libro per ragazzi "La
Formula Segreta della Rivoluzione", scritto con Alberto Masala e con illustrazioni di Otto
Gabos. Domenica alle 18, il pisano Marco Malvaldi parlerà
dei suo ultimo libro "Sei Casi
al Barlume", mentre Gaetano
Savatteri illustrerà "La Fabbrica delle Stelle", in cima alle
classifiche. Per quanto riguarda la produzione culturale internazionale, Majgull Axelsson, giornalista, scrittrice e
drammaturga svedese, presenta il suo romanzo "Io non mi
chiamo Miriam". L'irlandese
Eimear McBride, invece, parlerà con il traduttore Riccardo
Duranti del suo romanzo cult
"Una Ragazza Lasciata a Metà" (domani alle 16). Ginevra
Bompiani presenta la sua autobiografia Mela Zeta in una conversazione con Carla Benedetti (sempre domani alle 16). Sumia Sukkar, la giovanissima
scrittrice britannica di padre
siriano, per la prima volta in
Italia, presenterà in anteprima
nazionale "Il Ragazzo di Aleppo che ha dipinto la Guerra",
(domenica alle 14). Lo scrittore inglese di romanzi storici Allan Massie torna in Italia per
presentare in anteprima nazio-
nale "Gli Stuart. Re, Regine,
Martiri", tradotto e pubblicato
da Della Porta Editori (sabato
alle 17).
Spazio all'attualità. Molto ricco
il calendario di incontri. Domani alle 18, reading di Renato Raimo attorno al libro
"Novemila giorni senza verità"
di Elisabetta Arrighi, dedicato
al Moby Prince. Alle 19 Maria
Cristina Mannocchi presenta
"La trama dell'invisibile", il
viaggio di una professoressa
nei luoghi di Antonio Tabucchi. L'alluvione di Firenze e
della Valdelsa saranno discussi domani alle 18 con Francesco Niccolini (1l filo dell'acqua. L'alluvione a Firenze") e
sabato alle 12 con Edoardo Antonini (Piovve sul bagnato - 4
novembre 1966 - le testimonianze dell'alluvione nell'empolese Valdelsa). Sabato alle
18 in sala Pacinotti Mauro Corona presenterà "La via del sole" con Bruno Manfeilotto, ex
direttore dell'Espresso; in sala
Fermi Sergio Staino, Laura
Montanari e Fabio Galati parleranno di "Io sono Bobo", in
cui l'umorista toscano racconta la sua vita e la nascita del
suo alter ego Bobo. Domenica
alle 12, in sala Pacinotti, Björn
Larsson presenta Majgull
Axelsson, autrice di "Io non mi
chiamo Miriam", un libro sul
Pagina 152
destino dei rom durante le persecuzioni naziste e negli anni
successivi. In sala Azzurra, invece, Francesco Tamburini
parlerà del suo libro "il Maghreb dalle indipendenza alle
rivolte Arabe" con la giornalista di Rai News 24 Lucia Goracci. Domenica alle 15, Roberto
Bernabò, ex direttore del Tirreno e direttore editoriale delle
testate Finegil, presenterà il volume "I segni della guerra. Pisa
1915-1918": saranno presenti
Cosimo Bracci Torsi e i curatori Antonio Gibelli, Gian Luca
Fruci e Carlo Stiaccini. Alle 16
in sala Pacinotti, Giancarlo Caselli e Mario Lancisi presenteranno il loro libro "Nient'altro
che la verità"; conduce Candida Virgone. Infine, alle 18 in sala Fermi, l'ex sindaco della Capitale Ignazio Marino presenta "Un marziano a Roma" con
Bruno Manfellotto.
A sinistra
la scrittrice
irlandese
Catherine
Dunne
che farà
da madrina
a questa
edizione
della fiera,
in alto
Sergio Stai no
che sarà
tra gli ospiti
e una passata
edizione
del Pisa
Book Festival
Informazioni utili. Il Palazzo dei
Congressi di via Matteotti è
aperto dalle 10 alle 20. Costo
del biglietto 5 euro (ridotto 4
euro); abbonamento per i due
giorni 7 euro. Domani ingresso gratuito per tutti. Sabato e
domenica ingresso gratuito
per gli under 18. Ingresso ridotto per chi viene in treno.
Alluvioni in Toscana
Pagina 153
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Alluvioni in Toscana
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Pagina 154
QUESTURA E VIG ILI DEL FUOCO
"Angeli" per mestiere
Mostre nelle caserme
Una delle fotografie esposte in Questura
er il 500 anniversario
dell'alluvione di Grosseto,
con l'esondazione del fiu-
me Ombrone, la Prefettura di
Grosseto, con altri partner pubblici e privati ha promosso un
cartellone di iniziative, in ricordo di quel drammatico 4 novembre, fra le quali figurano numerosi appuntamenti in città e
in altre località dellaMaremma.
La Questura di Grosseto, il
Corpo forestale dello Stato e la
Croce rossa italiana Sezione di
Grosseto, hanno aderito alla
commemorazione ed hanno organizzato per domani e sabato
12 novembre - dalle 9 alle 12 nella caserma della Questura in
piazza Giovanni Palatucci- una
mostra in cui saranno esposti i
mezzi in uso durante le emergenze di protezione civile appartenenti alla Polizia di Stato, al
Alluvioni in Toscana
Corpo forestale dello Stato e alla
Croce rossa italiana.
Nel contempo , stesse date e
stessi orari, anche il Comando
provinciale dei Vigili del fuoco,
l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di finanza allestiranno una
mostra -nella caserma del Comando dei Vigili del fuoco - in
cui verranno esposti i mezzi in
uso durante le emergenze di
protezione civile appartenenti
alle istituzioni citate.
All'interno della Questura, invece, verranno allestiti spazi
espositivi con raccolte fotografiche, divise storiche ed altri reperti.
L'apertura di entrambe le mostre per la giornata di domani sarà dedicata alle scolaresche,
mentre sabato 12 sarà aperta ai
cittadini e a tutti coloro che saranno interessati.
Pagina 155
Quel-49 le 10 ore sul tetto del pullman
it
Chìccaia racconta la sua all uvione: «Me la porto ancora dentro»
di Giovanna Mezzana
GROSSETO
Ci sono cose di quel giorno quel catastrofico 4 novembre
del '66 - che non ha mai raccontato a nessuno: che si è tenuta
dentro per cinquant'anni. Oggi
tira fuori quei ricordi, sepolti
nella memoria, ma ancora vivi.
E lo fa da dietro al bancone del
suo negozio, la più nota boutique grossetana di marmellate e
biscotti, cioccolato e caramelle,
olio e vino. Lei è Rita Boldrini,
la storica commerciante de La
Chiccala di via Vinzaglio. Anche lei, come altri commercianti della strada, ha deciso di recu-
Non ho
raccontato
cosa mi capitò neppure
a ch i
conosco d a anni
perare la memoria di quel giorno mettendo nella sua vetrina
gli scatti in bianco e nero della
città sconvolta e devastata tratti
dall'archivio dell'Agenzia Bf.
C'è anche un racconto scritto di
suo pugno. Le chiediamo il perché di questa scelta: «L'ho fatto
volentieri - dice -perché quanto mi successe quel giorno non
l'ho mai raccontato a nessuno,
neppure a chi mi conosce da
tanti anni».
Nel '66 Rita aveva vent'anni.
Era una giovane donna dinamica e, pur in sintonia coi valori
dell'epoca, era anche indipendente: lavorava - al bar
"Martinelli" di corso Carducci e aveva la patente. Quel giorno
era festa, la festa delle Forze armate, e Rita avrebbe dovuto
guidare la sua auto: «La prendevo tutte le domeniche e quando
era festa - dice - ma quella mattina mio padre non volle perché c'era brutto tempo da giorni. E allora ai genitori si dava
retta».
Alluvioni in Toscana
Cos! Rita per andare al lavoro
prese il pullman che da Marina
di Grosseto, dove abitava,
avrebbe dovuto portarla in centro. «Persi il primo - riprende il
racconto - E presi il secondo
che passava dalla Trappola. E
alla Trappola rimas».
La furia impetuosa dell'acqua travolse l'autobus e quasi
lo fece ribaltare. E via: il mezzo
pesante scivola veloce lungo la
carreggiata e termina la sua folle corsa contro un palo della luce. Solo con il senno di poi, Rita
potrà dire che quel palo rappresentò l'ancòra di salvezza per
lei e gli altri viaggiatori.
Cominciano ore drammatiche. «Alcuni uomini - ricorda
Rita - riuscirono a sfondare il
vetro posteriore dell'autobus.
Così salimmo tutti, eravamo
una decina, sulla scaletta che a
quel tempo era montata sul retro dei mezzi pubblici. Raggiungemino il tetto».
Erano salvi, in quel momento: ma dopo che sarebbe stato?
«Io persino scivolai - dice Rita Mi ero tolta gli stivali per la
pioggia perché ero convinta
che, se mi si fossero riempiti
d'acqua, sarei affogata».
Da questo momento in poi si
apre un cassetto della memoria
in cui Rita ancora oggi fatica a
mettere le mani.
«Dal tetto del pullman - continua-vedevamo la gente affacciata dalla fornace, che cercava
di farci tenere duro. Ricordo lo
zio di Giuseppe Chigiotti. Poi
andarono dentro... temevano
che il palo non avrebbe retto il
peso del mezzo pesante».
Un'attesa infinita: «Dalle 7
della mattina alle 17 - dice - rimasi sul tetto attaccata tutto il
tempo a delle sbarre mentre scivolavo di qua e di là. Poi, finalmente, da Livorno arrivò un eli cottero: venni imbragata e mi tirarono su».
Ebbe tanta paura Rita: «È stato molto brutto - ci dice mentre
suo marito, Lïo Sodi, ascolta il
suo racconto - Quando mi tirarono su, sbattei anche la testa
contro un angolo delll'elicottero e portai la ferita per tanto
tempo; e poi avevo i lividi delle
imbragature e dei colpi che avevo preso scivolando sul tetto
del pullman. Allora, nari avevo
tutta questa ciccia - sdrammatizza-Ero secca».
Siamo quasi alla fine: «Ricordo solo - dice - che quando mi
salvarono volevano portarmi
all'ospedale per la ferita alla
tempia. E invece no: io volevo
andare a Marina, a casa».
Il ricordo dell'alluvione accompagna ancora Rita, che tutti quanti descrivono come una
donna forte e volitiva: «Ancora
oggi quando piove e sono alla
guida della mia auto - confessa
- rni sale qualcosa... E allora sa
che faccio?Apro i finestrini».
Pagina 156
Rita Boldrini
davanti
allasuavetrina
dove ha
i
esposto
foto storiche
dell'alluvione
e una sua breve
testimonianza
(Foto Bf)
Quando anche i pompieri furono allaga.
In regalo coi Tirreno le nuove foto
oggi in edicola , con la copia del
Tirreno, in regalo la
quattordicesima delle ventuno
schede che raccontano
l'alluvione del 1966 tra passato e
presente. oggi lo sguardo
dell'Agenzia Bf si posa su via
Senese, dove nel novembre 1966
avevasede la caserma dei vigili
dei fuoco. Anch'essa finì
sott 'acqua e l'allora vigile dei
fuoco Franco De Angelis racconta
in poche righe l'odissea che gli
stessi pombieri vissero in quelle ore per adempiere alloro dovere.
Domani invece andremo in viaTelamonio , all'altezzadel Ponte dei
Macelli: una delle zone della città, nel 1966 come oggi , da sempre
più flagellate dall'acqua quando piove più forte dei solito.
Alluvioni in Toscana
Pagina 157
GLI ASSESSOR I INCONTRANO 1 CITTADINI
« •, . . .
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700
e molto altro stiamo facendo »
1 GROSSETO
Intanto martedì l'amministrazione comunale ha incontrato,
nella sala del Centro di Promozione Sociale Ciabatti in via De
Barberi, i cittadini delle zone di
Alberino, centro storico, Cittadella dello studente, Crespi,
Fornacione, Porta Nuova, Porta Vecchia e Sterpeto. Si è parlato anche di via Emilia; presente
anche l'associazione Grosseto
al Centro, che con Matteo Della Negra ha ascoltato le segnalazioni e le risposte comunali
raccogliendo il tutto in un documento. Per il Comune c'erano ilvicesindaco LucaAgresti e
gli assessori Riccardo Ginanneschi, Mirella Milli, Chiara Veltroni, Riccardo
Megale,
Fabrizio Rossi e Simona
facciano raccogliere un po' di
soldi e nuovi sistemi che funzionino meglio. Abbiamo sperimentato il pirodiserbo. Con
l'assessore ai bilancio cerchiamo di aumentare i soldi per la
cura del verde. Siamo sui
700.000 euro. Stiamo studiando la sponsorizzazione di aree
verdi». Si prosegue sulla strada
delle ptature («Non siamo nemmeno a un 20%. Quest'anno abbiamo fatto per la prima volta
potature preventive a Principina e a Marina».
I tombini: «Ne abbiamo già
ripuliti circa 700, una buona
parte di città. Stiamo pensando
di mettere i divieti di sosta per
migliorare la pulizia delle strade».
La sicurezza: «Assumeremo sei vigili
nuovi - dice
Agresti - Abbiamo potenziato alcuni
mezzi
della
polizia municipale. Vogliamo inserire di
notte una terza volante della Municipale».
Petrucci.
1 cittadini,
come ha spiegato Veltroni,
possono ususfruire del servizio "Il Comune a portata di m@no"
il centro sociale ciabatti
per inviare segnalazioni.
Un signore
Silvano Culicchi (incontri. quartierecentro @ anziano lamenta il cattivo stato
della tensostruttura del centro
gmail.com) è individuato come
referente comunale per il quar- sociale Ciabatti: «è deteriorato
e ci piove dentro. Avremmo bitiere centro. Tra i cittadini c'è
sogno di coprirlo o dovremo inchi ha puntato il dito sugli albeterrompere le attività: tutta
ri da potare e i platani che «crescono troppo in altezza», pro- l'estate balliamo e giochiamo a
tombola, cerchiamo di autofiblema già segnalato all'ex amministrazione. Poi la sicurezza: nanziarci ma facciamo fatica
ad an dare oltre le spese ordinaspaccio di droga, scambio di
merce contraffatta in centro; rie. Questa tensostruttura è la
nostra sopravvivenza. Del cenuna richiesta di maggiori controlli, via Rama e via Buozzi nel tro usufruiscono 280 persone».
degrado. In via Dei Mille «le fo- Megale ha risposto che «dal Cogne da pulire, l'illuminazione mune vi era stato promesso un
investimento che si aggira atcarente». I parcheggiatoci abusivi in piazza Caduti sul Lavoro torno a 60.000 euro» ma i soldi
e piazza del Mercato (proble- non ci sono stati e non ci sono:
«60.000 euro per una struttura
ma tra l'altro posto al centro
dell'ultima campagna elettora- che ha sì una funzione sociale,
rispetto a 300.000 euro per la
le).
Il Comune risponde. Agresti: manutenzione di tutte le strade
del territorio comunale, sono
«Vogliano essere ricordati coinsostenibili. E francamente
me l'amministrazione comunaquesto lavoro, con questa spele della riqualificazione», dice.
«Per le potature e la cura del sa, non può essere fatto». La
verde - continua Megale - stia- strada è comunque aperta ad
mo cercando soluzioni che ci altre possibili soluzioni.
Alluvioni in Toscana
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all- fil, pnNe nnn rM:i i me
Pagina 158
Via Enffia allagata, part
a petizione
Dopo i due nubifragi che a giugno e ottobre hanno danneggiatole attività, i commercianti chiedono interventi al Comune
di Elisabetta Giorgi
GROSSETO
Due allagamenti in quattro mesi, con danni e negozi paralizzati, sono decisamente troppi. Cesì 12 commercianti di via Emilia
hanno avviato una raccolta firme per dire basta e chiedere al
Comune di Grosseto interventi
e soluzioni definitive. La dozzina di piccoli imprenditori di via
Emilia, ben coesi e coordinati
da Erika Forchione , titolare
della pizzeria La Fenice, e Mauro Fagnoni (agente immobiliare, entrambi in via Emilia) vivono con ansia nuove ondate di
maltempo; perciò hanno stanipaio i moduli iniziato a distribuire i fogli per coprire un po' alla
volta tutta l'arteria. La raccolta
firme è partita ieri e durerà almeno 15 giorni, per poi essere
consegnata e fatta protocollare
in Comune all'attenzione del
sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
li problema è noto: perla seconda volta in quattro mesi (la
prima il 9 giugno, la seconda il
14 ottobre) via Emilia è stata
sommersa dalla pioggia. Un nubifragio che ha allagato la via e i
locali commerciali come accade ormai da troppo tempo, più
che altrove. Chi lavora qua e si è
trovato l'attività in tilt ha messo
sotto accusa tombini e condutture: l'agente immobiliare, la
proprietaria della lavanderia e
di un negozio d'arte, i proprietari di una pizzeria e altri come loro hanno lamentato danni e
perdita di clienti. La titolare della lavanderia L'oblò, esausta,
ha pure annunciato di andarsene entro fine anno, e non è la sola.
muoverla - dice Erika Forchione - anche per capirne di più e
chiedere al Comune un'assemblea pubblica perché dia conto
a tutti noi, pubblicamente,
dell'esito dei sopralluoghi e degli interventi che verranno fatti
(se verrà fatto qualcosa)».
Le attività commerciali che
hanno aderito sono per ora 12
ma potrebbero crescere a breve: la mobilitazione è in corso.
Chi vuole, intanto, può apporre
la firma nei moduli alla Fenice
in via Emilia 104 e all'agenzia
immobiliare in via Emilia 96,
dove saranno date tutte le informazioni del caso sugli altri partecipanti. «Piano piano - dice
Forchione - stiamo contattando un po' tutti...».
Cosa dice il testo? Considerando che il Comune «sta già facendo una pulizia straordinaria
di strade e tombini in diverse
zone della città, intervento ap-
prezzato e necessario», i promotori chiedono al sindaco di risolvere definitivamente il problema degli allagamenti e un sopralluogo di tecnici esperti. Sono lanciate proposte: il rifacimento del tratto fognario interessato, l'installazione di pompe di sollevamento, il miglioramento delle condizioni stradali, la pianificazione di una pulizia più frequente delle fogne
con sopralluoghi periodici.
Un argomento - quello di via
Emilia - toccato nel corso di un
incontro che c'è stato martedì
sera (v. articolo a fianco) tra cittadini e Comune in via De Barberi; l'assessore Riccardo Megale - su via Emilia - ha spiegato
che la pulizia delle strade qua
non è sufficiente e «bisogna
pensare a qualcosa di diverso,
ma ripensare un impianto non
è fattibile. Potremmo pensare
Iniziativa
alle
paratie...».
(quest'ultima) difatti ancora lasciata sulle spalle dei commercianti, come spiega Erika Forchione mostrandoci preventivi
da 800 euro proprio sull'installazione di barriere antipioggia.
Ma a che punto siamo oggi?
«Non vogliamo essere polemici
contro quest'amministrazione
che è pure intervenuta con alcuni operatori per verificare lo stato di fogne e tombini - precisano i titolari della pizzeria La Fenice - ma tutti noi vogliamo perlomeno capire cosa si sta muovendo e cos'è emerso da questi
sopralluoghi, perché finora
non abbiamo saputo nulla. Il
Comune ci può aggiornare?».
La petizione è partita per questo. «Abbiamo deciso di oro-
Alluvioni in Toscana
Pagina 159
La titolare della pizzeria di via Emilia mostra un preventivo per l'installazione di paratie a proprie spese
L'iniziativa
è stata lanciata
ieri mattina e proseguirà
per circa 15 giorni
in vari negozi della strada
Tra le varie
richieste all'ente,
un'assemblea pubblica
per capire l'esito
dei sopralluoghi tecnici
Via Emilia allagata dopo uno
degli ultimi acquazzoni (foto Bf)
Alluvioni in Toscana
Pagina 160
CONFERENZA/SALA
Grosseto e
ro e
"
ggialle 16 nella Sala Pegaso (palazzo della
Provincia) l'Associazione archeologica
Maremmana organizza la conferenza
1
'Uosseto e l'Ombrone: un patto antico. Documenti, memorie, immagini per una riflessione stori ca". Ne parla Elena Vellati, docente di Lettere e
storica dell'arte. Grosseto non è solcata dal fiume
nel tessuto delle sue vie
più antiche, ma dal fiume
è stata segnata per intero
la sua esistenza, sin dalla
origine. Dal legame stretto con l'acqua buona o cattiva, sgorga la sua stessa essenza e la sua identità che dà forma alle cose,
disegna i contorni dei paesaggio, forgia le vite delle generazioni che vi dimorano: un connubio da
indagare nelle sue radici profonde.
Grosseto e 1'0mbrone Sala Pegaso
Grosseto Ingresso libero
Alluvioni in Toscana
Piazza Dante
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Gli ambientalisti: «L'amministrazione una fabbrica del rischio alluvionale»
«Una grande opera di sistemazione dei bacino sarebbe volano per il lavoro»
D CARRARA
Due anni dopo l'alluvione le
dichiarazioni del sindaco Angelo Zubbani non hanno convinto Legambiente. In un intervento il sindaco ha passato
in rassegna gli interventi in
corso e quelli previsti dal Masterplan per affrontare il rischio idraulico.
Secondo gli ambientalisti,
omettendo alcuni interventi
prioritari da realizzare nel bacino montano. Con il timore
espresso che ci sia la volontà di
non portarli a termine.
«Lo studio Seminara, infatti,
non prevede solo le opere
idrauliche citate dal sindaco
(galleria di bypass urbano e invasi montani) - criticano da
Legambiente - ma raccomanda anche la sistemazione del
bacino montano attraverso un
piano di gestione sostenibile
delle cave che eviti gli apporti
di marmettola e di terre sui
versanti; la rimozione dei materiali fini dallo strato superficiale dei ravaneti (poiché tali
materiali rendono i ravaneti
suscettibili a colate detritiche
che riducono la capacità degli
alvei sottostanti) e la loro stabilizzazione; • il ripristino del reticolo idrografico montano, attraverso l'adeguamento delle
sezioni, lo spostamento delle
strade di fondo valle che hanno ristretto od occupato gli alvei, la demolizione di manufatti che ostacolano i deflussi e la
realizzazione di opere che intercettino l'eccesso di trasporto solido».
Il masterplan prevede inoltre il monitoraggio delle effettive portate di piena (installando misuratori di portata), la rivisitazione dello studio idrologico anche alla luce della rimozione dei materiali fini dai ravaneti e del ripristino della loro permeabilità, e uno studio
ad hoc per accertare il contributo che i ravaneti così ripuliti
potranno fornire all'attenuazione dei picchi di piena.
Legambiente si rifà allo studio Seminara, fonte di ispirazione del sindaco. Per gli ambientalisti «lo studio Seminara
avverte non solo che la realizzazione degli sbarramenti
montani è condizionata alla
preventiva attuazione di tali
raccomandazioni, ma che da
esse dipenderà anche la stabilità nel tempo degli interventi
proposti nel tratto da Carrara
alla foce. Escludiamo la possibilità che al sindaco possano
essere sfuggite queste raccomandazioni. Questa improbabile `dimenticanza' conferma
il giudizio da noi espresso dopo l'alluvione, quando definimmo l'amministrazione comunale una vera e propria
"fabbrica del rischio alluvionale", incrementato continuamente sia coni suoi interventi,
come la cementificazione dei
canali montani e conseguente
accelerazione dei deflussi, sia
con le sue omissioni: cave invase da fanghi, tolleranza verso lo scarico abusivo di milioni
di tonnellate di terre».
Le proposte di Legambiente, tenendo conto non solo del
rischio alluvionale, ma anche,
in una visione sistemica, del
piano regionale cave, dei piani
attuativi di bacino estrattivo e
degli obiettivi del piano paesaggistico, sono ancor più radicali di quelle dello studio Seminara. «Oltre alla revisione dello studio idraulico - sostengono da Legambiente - prevedo-
no infatti: lo smantellamento
integrale dei ravaneti, fino al
substrato roccioso, e la loro ricostruzione dopo aver eliminato completamente terre e
marmettola stabilizzand oli anche nei confronti di eventi
idrologici estremi. Tale intervento è finalizzato al loro sfruttamento come grandi spugne
che assorbono le precipitazioni e dunque attenuano i picchi
di piena; l'emanazione di una
prescrizione "cave pulite come uno specchio" (con la revoca dell'autorizzazione in caso
di inadempienza), per non vanificare l'intervento precedente e per proteggere le nostre
sorgenti dall'inquinamento da
marmettola; la rimozione di
tutte le strade di fondo valle
(da ricostruire a quote più elevate) e il ripristino degli alvei
preesistenti; la demolizione
dei canali montani cementificati».
I benefici, per Legambiente,
si rifletterebbero anche sul
mondo del lavoro e non solo
sull'ambiente. «È evidente che
questa grande opera di vera e
rispettosa sistemazione del bacino montano e il manteni-
LcreambicnLc: AN M-,
òiu dmL•ul ],amegdmm _
Alluvioni in Toscana
Pagina 162
Uno scorcio dei Carrione
mento di un'assoluta pulizia
nelle cave comporterebbero
anche un consistente e permanente incremento dell'occupazione. La nostra amministrazione comunale non è dunque
soltanto una fabbrica del rischio alluvionale, ma è anche
priva di un progetto di futuro
migliore per la nostra comunità. Crediamo che quando si vo-
Alluvioni in Toscana
terà per il rinnovo dell'amministrazione, anche le proposte
qui avanzate, che legano in
una visione coerente la sicurezza idraulica, l'occupazione,
la legalità e la tutela dell'arnbiente, dovranno costituire il
punto di discrimine per chi si
candiderà a governare Carrara
nei prossimi anni», concludono gli ambientalisti.
Pagina 163
Arch ivio aperto
er conoscere la storia
Fino adomani Campiglia
aderisce al progetto della
Regione "Archivi aperti" perla
valorizzazione e la promozione
dei patrimonio archivistico.
Tante le iniziative dedicate al
500 anniversario dell'alluvione
in Toscana. L'archivio di
Campigliaèvisitabile il
martedì, il mercoledì e il
venerdì, il primo e il terzo
sabato del mese dalle 10,1513,15; 14-18,30 (te 1. 0565
838470).
Alluvioni in Toscana
Pagina 164
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la "Casa del la
Penna"
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iglia
di ANDREA LANINI
n provincia di Firenze ci furono molti morti. Più di
trenta. Anche a Pisa, il 4 novembre 1966, il giorno della
piena poi diventata alluvione,
il pensiero di tutti si concentrava sull'incolumità delle persone, in città come fuori. In quelle ore di paura, si pregava perché la rabbia dell Uno non
provocasse vittime e, almeno
qui, le preghiere furono esaudite. Di perdite di vite umane,
nel pisano, non ce ne furono.
Di danni, invece, tantissimi.
Celo racconta il dottor Federico Tornar, allora presidente
della Camera di Commercio di
Pisa, in una sua testimonianza
del primo febbraio 1967, utilizzata come introduzione del vo-
Alluvioni in Toscana
lume "Diluvio sul Pian di Pisa",
pubblicato dalla Camera di
Commercio per commemorare i tragici fatti dell'anno precedente. «Una valutazione abbastanza prossima al vero - scrive
Tornar, riferendosi ai numeri
dell'intera provincia pisana ha stabilito globalmente in
quindici miliardi di lire i danni
verificatisi nei settori dell'industria, del commercio e dell'artigianato della zona colpita;
mentre nel settore agricolo la
stima dei danni si aggira sui
cinque miliardi di lire».
In città, furono tanti i negozi
piagati dall'acqua scura del fiume. Tra questi, la "Casa della
Penna" dei Daumiller, che
l'obiettivo di Luciano Frassi fotografa nelle ore immediatamente seguenti la ritirata dell'
inondazione dalle vie del centro. «Era un disastro. Sporco
ovunque. Da noi, come in tutti
gli altri esercizi di corso Italia»,
dice oggi Lorenzo Daumiller,
che col fratello Riccardo gestisce l'azienda di famiglia. «La
merce che tenevamo nelle scaffalature più basse fu buona per
la spazzatura. Ma non fu quello, per molti negozi, tra cui il
nostro, il primo duro colpo. Anni prima, anche nonno dovette
ricominciare dopo le bombe ...». Nel'66, Lorenzo Daumiller aveva due anni. «Quel che
so di quei giorni deriva interamente da ciò che mio padre e
mio nonno mi hanno raccontato». Framan Daumiller, suo
nonno, apri l'omonima cartoleria alle Logge di Banchi, nel
'34. «Poi il fondo crollò durante
i bombardamenti della seconda guerra. Decise di riaprire da
un'altra parte. Ovvero in corso
Italia, dove siamo tuttora. Si, fu
un duro colpo, l'alluvione. Per
noi come per tutti gli altri. Ma
la solidarietà dei pisani fu
splendida. In tanti, mi hanno
detto i miei, accorsero per dare
una mano ai commercianti.
Iniziò, praticamente subito,
non appena il defluire dell'ac-
qua lo permise, una corsa contro il tempo per salvare il salvabile. Fu una dura lotta, quella
contro il fango e la nafta, la
sporcizia e i detriti trascinati
dalla corrente . Un impasto nerastro, una poltiglia maleodorante che sembrava riaffiorare
di continuo, nonostante gli
sforzi che si facevano per ripulire i pavimenti, le pareti, la
mobilia, i ripiani. La merce ancora buona, ci diceva rnio padre Ennio, fu portata da tante
braccia fuori , all'esterno, sui
marciapiedi, in modo che
prendesse aria e luce e non
Pagina 165
marcisse assieme a tutto il resto. Per quella inghiottita e risputata dall'alluvione invece
niente, si dovette buttare. Eppure, qui in corso Italia, non è
che l'acqua raggiunse altezze
vertiginose. Non credo abbia
mai superato il mezzo metro; a
molti altri centri storici, vedi
Pontedera (non parliamo poi
di Firenze), andò molto peggio. Ma quel mezzo metro di
"fiume" che prese a scorrere
qui, in questa strada cruciale
per il commercio cittadino, in
mezzo alle vetrine dei negozi,
ai corridoi dei magazzini, ai ri-
piani degli espositori, bastò a
mettere in ginocchio tante attività commerciali, molte delle
quali non riuscirono a rialzarsi».
Anche Pisa non poté fare a
meno dei suoi "angeli del fango". Certo, la sfida ingaggiata
dagli "angeli" fiorentini per salvare gl'innumerevoli capolavori d'arte inghiottiti dalla melma fu altra cosa. Ma anche nella città della bella Torre, tanti
cittadini dovettero rimboccarsi le maniche e spalar via acqua
e terra, mota e sporcizia.
,ORIPRODLIZIONP P, ISPRVATA
Lc
ii negozio dei Daumiller dopo l'alluvione
Alluvioni in Toscana
La "Casa della Penna" oggi in corso Italia
Pagina 166
L'acqua come
risorsa, filo
conduttore di LabQ
Pisa si interroga sull'acqua,
come risorsa per la città ed
elemento di sviluppo
economico, culturale e di
valorizzazione del paesaggio
urbano. Sarà questo il filo
conduttore di LabQ 2017,
seconda edizione della
biennale di architettura di
Pisa ideata dall'associazione
culturale LP (Laboratorio
Permanente per la città);
questa la tematica al centro
del dibattito sul paesaggio,
tenutosi nei giorni scorsi al
Bastione sangallo, in
occasione della quarta
sessione del convegno
"Bellezza e civitas", proposto
in occasione della mostra
dedicata all'opera di Franco
Alluvioni in Toscana
Zagari (nella foto). La
conferenza ha dato memoria
dell'alluvione del '66, ha
portato la testimonianza di
Zagari come angelo dei fango a
Firenze, si è chiusa con la
premiazione dei lavori sul
fiume Arno e sul litorale,
realizzati dai 26 studenti del
Destec dell'Università di Pisa,
nei 10 giorni del workshop
organizzato al Giardino scotto
dall'associazione LP, con la
scuola di ingegneria edile.
Grande la partecipazione di
pubblico, studenti e addetti ai
lavori al convegno introdotto
dal sindaco Marco Filippeschi,
che ha ricordato la ricorrenza
del cinquantenario
dell'alluvione, dal neo rettore
dell'Università di Pisa Paolo
Mancarella, alla sua prima
uscita pubblica e dal professor
Marco Giorgio Bevilacqua
dell'università di Pisa. Ha
portato il suo saluto anche
l'assessora all'urbanistica
Ylenia Zambito. il dibattito
sull'intervento pubblico, le
politiche, gli indirizzi e le
strategie per il progetto di
paesaggio, ha avuto
l'importante contributo
culturale dei professor Franco
Purini, del sociologo Alberto
Abruzzese e dell'architetto
Fabio Di Carlo, docente
dell'università della sapienza
di Roma.
Pagina 167
.
.
.
Un Consiglio speciale per
•
t
•
ricordare
lallUVIone
del ' 91
CAMPI BISENZIO (tvt) Martedì 15 novembre alle 21 Consiglio comunale speciale
dedicato ai 25 anni dall'alluvione di Campi Bisenzio. Alla serata saranno presenti il
Alluvioni in Toscana
sindaco Emiliano Fossi, l'assessore alla
protezione civile Riccardo Nucciotti, il
presidente del consorzio di bonifica medio Valdarno Marco Bottino, l'assessore
regionale alla protezione civile Federica
Fratoni, le associazioni di protezione civile del territorio e i consiglieri comunali.
Pagina 168
Un'occasione per far conoscere
evento che non ha riguardato solo Firenze
Aperta la mostra dedicata all'alluvione
Tante fotografie storiche raccolte dall'assessore Adriano Paoli insieme alla Polisportiva Sorms di San Mauro
SOGNA (tvt) Il ricordo dell'alluvione del '66 rivive nelle immagini esposte presso il palazzo
comunale di Signa. Venerdì 4
novembre è stata infatti inaugurata nella sala dell'Affresco
una mostra fotografica dedicata
all'alluvione del 1966. L'assessore Adriano Paoli è il curatore
della mostra che con la Polisportiva Sorms di San Mauro
hanno voluto ricordare ai tanti
nuovi residenti arrivati in paese
dopo il tragico evento, cosa è
stata l'alluvione.
Le foto furono eseguite da comuni cittadini, con macchine
semplici e sviluppate in piccoli
formati, poi il tempo ha in parte
deteriorato tante foto.
Oggi grazie ai sistemi moderni
si è potuto recuperare una buona
immagine aumentandone la misura.
Nel tempo un lavoro certosino
dell'assessore Adriano Paoli, ha
consentito una fruttuosa ricerca
Alluvioni in Toscana
e un buona conservazione per
giungere ai giorni nostri.
La mostra resterà aperta fino al
21 novembre negli orari di apertura degli Uffici Comunali.
«Si ringraziano tutti coloro che
nel tempo hanno avuto fiducia
nel consegnare le foto - dice
Paoli -, a volte fatte duplicare,
sapendo che sarebbero state utilizzate senza scopo di lucro, ma
per arricchirne la memoria delle
giovani generazioni, e dei tanti
che per Alluvione hanno sempre
pensato a quella di Firenze, in
buona fede non considerando i
vari contadi fiorentini».
RIPRODUZIONE RISERVATA
iri soci e diigentì della Poisp - tiva, (il terzo da sinistra è il
presidente Mario
Rossini) insieme
agli Assessori
Adriano Paoli e
Giampiero Fossi
Pagina 169
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< 1
alluvione
>>
VAIANO (cnj) Storie inedite, foto
e documenti che ricordano non
solo quello che avvenne durante la tragedia dell'alluvione di
Firenze, ma anche cosa accadde nei territori limitrofi e non
solo. Cosa accadde per esempio
nel pratese? È una delle tante
domande a cui tenta di dare
risposte il libro «L'altra alluvione», Edizioni Medicea Firenze,
realizzato da Aurora Castellani.
"L'altra alluvione" racconta,
con materiale fotografico e documenti inediti, il 4 novembre
1966 fuori Firenze: Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata. Una calamità
quasi sconosciuta ma non meno dolorosa per chi subì la furia
improvvisa di Arno, Bisenzio,
Ombrone pistoiese e di molti
torrenti, in molti casi perdendo
tutto; di certo non lo spirito, il
coraggio e la generosità. Si reagisce e ci si rimboccano subito
le maniche per ripartire e aiutare parenti e amici, offrendo
quel che si ha per distribuirlo ai
meno fortunati. E i comuni,
Prato in testa, si fanno trovare
pronti ad accogliere questo
grande slancio, la mobilitazione
spontanea di una comunità intera che si riunisce per portare
aiuto ovunque ci sia bisogno.
L'appuntamento è per sabato
12 novembre alle 16 in Tinaia
alla villa del Mulinaccio, un
evento a corredo della mostra
sul Bisenzio ancora visitabile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alluvioni in Toscana
Pagina 170
D PONSACCO
«Cinquant'anni fa ci furono
due alluvioni. Una di acqua, e
una di polemiche per lo Scolmatore, da oltre 20 anni in attesa di essere ultimato». È uno
dei ricordi che il giornalista
ponsacchino Fausto Pettinelli lia inserito nella pubblicazione "Cinquant'anni fal'alluvione", edito da Nuovastampa
che sarà presentato oggi alle
15,30 all'Università dell'età libera nella sala Valli a Ponsacco. All'epoca Pettinelli lavorava a Verona, ma in quel novembre del'66 era aPonsacco.
I suoi genitori abitavano e lavoravano a Pontedera, città in
cui suo zio Orazio faceva il
giornalista perla Nazione.
«La stampa e la Rai furono
accusate di diffusione di notizie solo su Firenze, ignorando
la situazione di centri come
Empoli, Pontedera e Ponsacco
- racconta Fausto Pettinelli La prima notizia sulla criticità
dei fiumi a Pontedera e a Ponsacco, fu data nel notiziario regionale alle 12,50 di venerdì 4
novembre. Due ore e mezzo
prima dell'inondazione di
Pontedera. Mio zio segnalò la
notizia al telefono alla Rai di Firenze. L'Arno stava crescendo
di 20 centimetri all'ora, e la
campagna circostante, Ponsacco compreso, erano in pericolo. Poi nel giornale-radio nazionale delle 18,30 e alle 23
venne data la notizia che l'Era
aveva rotto gli argini da più di
9 ore. Giacomo Maccheroni,
sindaco di Pontedera, e Giuseppe Pompon, sindaco di
Ponsacco, protestarono nei
confronti della Rai che, a quel
punto, concesse più spazio
agli inviati. Ma le cronache
continuarono a essere incen-
trato su Firenze. Il radioamatore Osvaldo Tacchi, senza energia elettrica ma col vapore,
riattivò due vecchie batterie e
lanciò appelli che giunsero fino in Svezia».
«Anche Ponsacco subì l'alluvione - prosegue Pettinellicon danni alle aziende e alle
case della periferia a sud del
centro, al di là del ponte. Finirono sott'acqua la casa di riposo, il rione 17 Luglio e via Nazario Sauro». Questa è la cronaca, che il sindaco, Giuseppe
Pomponi, ricostruì e che Pettinelli ha inserito nella sua pubblicazione: «Alle 8 eravamo già
in allarme, e le notizie arrivavano dall'alba. Pioveva forte da
giorni, i fiumi Cascina e Era
gorgogliavano, il livello aumentava. Alle 9 l'Era tracimò
nella campagna di Puntale e
l'acqua avanzava verso il centro di Ponsacco. Il fiume era
senza argini. Chiedemmo l'in-
Alluvioni in Toscana
l'irenze al centro
delle cronache
Rabbia dei sM
*dac1*
II ricordo del giornalista Fausto Pettinelli
«Proteste da Ponsacco e Pontedera con la Rai»
tervento dell'esercito, con prefettura e i carabinieri». E ancora: «Mancava l'energia elettrica. A Pontedera l'Era aveva rotto gli argini al ponte della ferrovia».
«I ponsacchini furono i primi a recarsi a Pontedera- sotto-
linea Pettinelli- che dal pomeriggio divenne una città fantasma. Paracadutisti e volontari
arrivarono con trattori fino all'
ospedale con medicinali, coperte, compreso il pane in arrivo da Ponsacco. Numerosi
ponsacchini raggiunsero anche la Piaggio, per aiutare i dipendenti a liberare la fabbrica
dal fango». Molti dei ricordi di
Pettinelli sono legati al mondo
dell'informazione: «Un operatore della Rai, giunto a Pontedera, filmò gli attimi in cui
l'Era inondava la città e spedì il
materiale alla Rai di Milano. Alcune scene del documentario
di Franco Zeffirelli sull'alluvione di Firenze sono state
tratte da quella ripresa».
Ma il giornalista ha ancora
negli occhi un fatto personale,
legato a una bandiera: «Cercai
i miei genitori pensando si trovassero al cinema Italia. Invece erano stati investiti dalla
piena che aveva scaraventato
la loro auto al villaggio Piaggio.
Si salvarono, e mio padre Giovanni raccolse il tricolore, sul
palco dove il sindaco Maccheroni avrebbe pronunciato il discorso per l'Unità nazionale.
Fu redarguito dalla polizia e lo
riconsegnò. A capodanno Giacomo Maccheroni consegnò
la stessa bandiera a mio padre
in segno di stima».
Elena lacoponi
Gli effettI dell'alluvione In piana curtatone e Montanara a Pontedera
Pagina 171
Fausto Pettinelll
t 1
il radioamatore Osvaldo Tacchi
Cittadini e dipendenti della Piaggio alle prese col fango nella fabbrica
Alluvioni in Toscana
Pagina 172
Presentazione libro "L'altra
alluvione"
Storie inedite, foto e documenti che
ricordano non solo quello che avvenne
durante la tragedia dell'alluvione di Firenze, ma anche cosa accadde nei
territori limitrofi e non solo. Cosa accadde per esempio nel pratese? E'
una delle tante domande a cui tenta di
dare risposte il libro «L'altra alluvione»,
Edizioni Medicea Firenze, realizzato da
Aurora Castellani. L'altra alluvione'
racconta, con materiale fotografico e
documenti inediti, il 4 novembre 1966
fuori Firenze: Prato, Campi Bisenzio,
Signa, Lastra a Signa e Quarrata. Una
calamità quasi sconosciuta ma non
meno dolorosa per chi subì la furia
improvvisa di Arno, Bisenzio, Ombrone pistoiese e di molti torrenti, in molti
casi perdendo tutto; di certo non lo
spirito, il coraggio e la generosità. Si
reagisce e ci si rimboccano subito le
maniche per ripartire e aiutare parenti
e amici, offrendo quel che si ha per
distribuirlo ai meno fortunati. E i comuni, Prato in testa, si fanno trovare
pronti ad accogliere questo grande
slancio, la mobilitazione spontanea di
una comunità intera che si riunisce per
portare aiuto ovunque ci sia bisogno.
L'appuntamento è per sabato 12 novembre alle 16 in Tinaia alla villa del
Mulinaccio, un evento a corredo della
mostra sul Bisenzio ancora visitabile.
sabato 12 novembre alle 16:00
Alluvioni in Toscana
Pagina 173
L'ottava foto in r gaio c« IIrreh
Ben ventuno appuntamenti in
edicola, da mercoledì a sabato,
per una collezione importante e
accurata . Le foto delle due città
alluvionate - Pisa e Pontedera n questo caso arrivano da varie
fonti : dall'archivio Frassi di
proprietà della Fondazione Pïsa
(con la collaborazione di
Palazzo Blu) e dall ' archivio
storico silvï . Gli stessi luoghi
sono stati fotografati oggi a Pisa
da Fabio Muzzi e a Pontedera da
Franco siivi . I testi sono stati
scritti da Andrea Lanini. La
sesta foto (a sinistra) è in regalo
oggi con l ' acquisto dei giornale e
nostri lettori potranno
nserirla nel raccoglitore che è
stato regalato con la prima
uscita.
Alluvioni in Toscana
Pagina 174
Scatti in mostra e un incontro sul sistema di protezione civile
Nell'ambito delle attività
organizzate dalla Regione
Toscana in occasione dei 500
anniversario dell'alluvione
dell'Arno, anche il Comune di
Ponsacco ha organizzato una
serie di eventi, tra cui la mostra
fotografica e l'incontro sul
sistema di protezione civile
costituiscono le iniziative più
significative. Quest'ultimo si
svolgerà domanial teatro Odeon
e consisterà in un incontro
dibattito con i soggetti coinvolti
nella gestione dei servizio di
protezione civile. interverranno
la sindaca, Francesca Brogi, in
qualità di responsabile
comunale di protezione civile e il
comandante della polizia
municipale, Andrea Gambogi,
Alluvioni in Toscana
insieme alla preside Maura
Biasci che accompagnerà gli
alunni dell'istituto comprensivo.
Durante l'incontro ci sarà
l'occasione di ascoltare le
testimonianze di coloro che
hanno vissuto quei momenti e
dei volontari delle associazioni
di protezione civile che
racconteranno le loro esperienze
sul campo, mentre gli attori
dell'università dell'età libera
interpreteranno un racconto
dell'alluvione. Oltre alla mostra
fotografica allestita all'Odeon,
in piazza della Repubblica sarà
predisposta un'area
interamente dedicata ai mezzi e
alle attrezzature di protezione
civile, a disposizione degli
studenti e di coloro che vorranno
vedere da vicino gli strumenti
che permettono di affrontare le
emergenze e, molto spesso,
salvare vite. «Ripercorrere con
queste iniziative la storia delle
alluvioni significa non solo
rivivere alcuni momenti
fondamentali dei nostro passato
- si legge in una nota
dell'amministrazione comunale
• ma anche rimarcare
l'importanza dei sistema di
protezione civile e di chine fa
parte. il coinvolgimento della
cittadinanza e degli studenti in
queste iniziative va in questa
direzione e ci auguriamo che essi
possano ben comprendere che
cosa significhi il lavoro degli enti
locali e dei volontari nella
salvaguardia dei territorio».
Pagina 175
ALESSANDRO BASTAGLI OGGI E UN IMPRENDITORE DI SUCCESSO,
è TITOLARE DI "A. MODA" È IL PROPRIETARIO DI LINEA PIÙ ITALIA
AZIENDA LEADER NEL MERCATO MONDIALE DI FILATI PER MAGLIERIA
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di ROBERTO DAVIDE PAPINI
RAGAZZINO quindicenne
davanti a quello che resta del negozio di famiglia, sventrato, distrutto, devastato dall'alluvione
di Firenze del 4 novembre 1966.
La foto, in bianco e nero, ritrae
un giovanissimo Alessandro Bastagli: oggi è un imprenditore di
successo, è presidente di "A. Moda" (licenziataria del marchio
Everlast, di Dimensione Danza e
Virtus Palestre), e presidente di
Lineapiù Italia (azienda leader
nel mercato mondiale di filati per
maglieria), ma quella foto racconta un'altra cosa, uno dei tanti
drammi di quel novembre di 50
anni fa. «Avevamo perso tutto dice Bastagli - il negozio di orologi Cronos, in via della Vigna Nuova era distrutto, la merce rovinata, la cassaforte sventrata». Un negozio che Paola Bastagli (sorella
di Alessandro) aveva rilevato dopo la morte del padre avvenuta
nell'aprile del 1965.
Quella foto è di qualche giorno
dopo il4 novembre, perché il giorno dell'alluvione il giovane Basta-
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Ales andro,uastagli a eva
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Bastagli davanti al negozio
gli si trova bloccato dall'acqua
che invade le strade e ripara fortunosamente da amici.
«DOPO la morte di mio padre racconta Bastagli - ero andato ad
abitare da mia sorella alle Bagnese. Quella mattina del 4 novembre, era la festa delle Forze armate, sarei dovuto andare con una
delegazione della mia scuola,
l'Istituto Tecnico Galilei, in piazza dell'Unità Italiana per l'alza-
Doman i e
i: «
Che
G
»
bandiera. Al mattino ancora non
si avevano tante notizie di quello
che stava succedendo e, nonostante il parere contrario di mia sorella, presi la bicicletta per raggiungere la cerimonia».
Il viaggio di Bastagli, però, finisce
al ponte alla Vittoria: «Ricordo
che riuscii ad attraversare il ponte
in qualche modo, poi trovai tutto
sbarrato dall'acqua che saliva».
Bastagli deve così cercare riparo
da una famiglia di amici in via
Montebello, dove resta un paio di
giorni senza poter avvertire la sorella.
«POI ANDAMMO in via della
Vigna Nuova dove c'era il negozio e trovammo la saracinesca divelta e tutto distrutto. Avevamo
perso tutto, come tanti altri fiorentini. Ma c'è stato un grande spirito da parte di tutti, ci si aiutava a
vicenda, l'ironia fiorentina ci ha
salvato oltre al lavoro di tanti volontari, gli splendidi "angeli del
fango"». Uno spirito, aggiunge Bastagli «che emerge nella bella mostra della "Nazione" il giornale
che si identifica con Firenze e nel
quale si identificano i fiorentini».
'
LA MOSTRA allestita
nell'auditorium de La
Nazìone è visitabile
gratuitamente dal lunedì al
sabato con orario 9.30-12.30
e 15-18. Dato il grande
successo ottenuto, la
mostra resterà
straordinariamente aperta
anche domenica 13 con
orario 9.30-18. Stesso orario
continuato anche domani.
Alluvioni in Toscana
Pagina 176
or
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I visitatori nel nostro
auditorium . A sinistra il
libro d 'onore de La Nazione
con le firme dei fiorentini
Alluvioni in Toscana
Pagina 177
Alluvione,
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Tantissimi visitatori per l'esposizione organizzata da La Nazione
TANTI, tantissimi visitatori. Alcuni felici e commossi, altri addirittura con le lacrime agli occhi.
«Grazie, ci avete fatto rivivere
un'emozione», «grazie, siamo riusciti a tornare indietro nel tempo
e a rivivere quel senso di solidarietà che in quei mesi pervase tutta
la città di Firenze». E ancora,
«una mostra davvero meravigliosa», «un'emozione vera, anche per
chi non ha vissuto l'alluvione».
Sono tantissimi i visitatori e tantissimi i messaggi lasciati sul libro d'onore de La Nazione dai fiorentini che hanno visitato l'esposizione alelstita nell'auditorium del
nostro giornale. Un successo tanto clamoroso che domenica la mostra resterà eccezionalmente aperta con orario continuato dalle
9.30 alle 18.
bre del 1966, in un mix tra tradizione e innovazione, messo nero
su bianco dai nostri cronisti e dai
fotografi di quel periodo. Proprio
il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire
tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera
capillare e per far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari. I primi giorni infatti, sembrò
quasi che nessuno si fosse accorto
di quel che era accaduto a Firenze. Ci volle l'impegno di tutti i nostri colleghi di allora per portare
all'attenzione del mondo intero il
dramma che la nostra città stava
vivendo.
ANC HE ieri centinaia di persone
si sono messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro
del 1966. Un'esposizione semplice e al tempo stesso emozionante,
il dramma di quel giorno e di
quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si torvava in quelle ore in città.
E La Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novemfotografi di quel periodo. Proprio
il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire
tutti i giorni in edicola, fu protagonista per informare in maniera
capillare e per far pressione su Ro-
I'
Alluvioni in Toscana
! Xiapaca
NELLA MOSTRA si trovano
varie aree che raccontano
quei giorni drammatici. E'
possibile vedere il film
realizzato da Zeffirelli e il
filmato realizzato da La
Nazione con il racconto dei
lettori e dei giornalisti.
Pagina 178
e< ' ; 7-Fn dà i fc ri»
Serata Quínto Alto
Sesto Fiorentino
«L'ARN O dà di fori»: è il titolo del
libro di Luca Giannelli Scramasax
che sarà presentato, oggi alle 21,
alla Casa del popolo di Quinto Alto
con proiezioni di immagini
sull'alluvione, performance teatrali
e musicali.
Alluvioni in Toscana
Pagina 179
una mo stra
sul conciatori
e l ' alluvione
ANCHE le concerie del
distretto di Santa Croce
sono tra i soggetti
raccontati da «A come
Arno» il progetto artistico
che in occasione del
cinquantesimo anno
dall'alluvione del 1966 che
determinò lo
straripamento dell'Arno ne
ripercorre l'evoluzione.
Nell'ambito di "A come
Arno", fino al 19
novembre a Villa
Pacchiani a Santa Croce
sarà vistabile la relativa
mostra fotografica che è
parte integrante del
progetto, che si arricchisce
di ulteriori contributi
multimediali che hanno
saputo ripercorrere in
modo emozionante
l'evoluzione, lungo l'Arno,
di una intera Regione e del
suo tessuto
socio-economico . L'opera
ha partecipato ai festival
fotografici di Arles e
Cortona, e sarà completata
da una pubblicazione con
tutte le storie raccolte e
raccontate dagli autori.
Sono molte le storie di
"straordinaria solidarietà"
anche nel mondo conciario
che scandirono quei
giorni : dalle aziende
rimaste illese che
conciarono i pellami per
altri, all'officina Gozzini di
Santa Croce che permise di
asciugare nei propri forni i
motori delle concerie finiti
sott'acqua.
C. B.
Alluvioni in Toscana
Pagina 180
APERTU RA ANCHE DOMENICA. DOMANI ORARIO CONTINUATO
A grande richiesta la mostra raddoppia
ESTE
'aperta con orario eccezionalmente con
orario continuato domani, sabato, e domenica
(9.30-18) la nostra mostra sull'alluvione. `L'Arno
straripa a Firenze' racconta il dramma di una città
attraverso i giornali e le foto d'epoca de La
Nazione, filmati e interviste ai protagonisti di
quei giorni. In quel terribile del 4 novembre 1966
e in quelli successivi La Nazione compì un
piccolo-grande miracolo: giornalisti e poligrafici
riuscirono a fare andare lo stesso sempre il
quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse
coperta di acqua e fango e quindi del tutto
inservibile. Il giornale fu stampato nella sede del
Resto del Carlino. I poligrafici fiorentini
andarono a Bologna poche ore dopo l'alluvione.
117T
«Il 5 novembre - racconta Fabio Bianchi che
lavorava nella tipografia de La Nazione da poco
nel nuovissimo stabilimento di viale Giovane
Italia - ci si presentò al giornale, poi si prese la
Giulia del direttore del personale e si andò a
Bologna perché La Nazione doveva uscire a ogni
costo. A Bologna ci accolse il direttore del
Carlino, Giovanni Spadolini e ci accompagnò in
tipografia. Rimanemmo a Bologna due mesi per
comporre la prima e la seconda pagina che erano
le ultime, le più fresche. Dovevamo andare veloci
come il vento perché alle 23.30 si doveva andare
in stampa. La distribuzione non era uno scherzo,
l'autostrada esisteva da due anni, il resto era tutto
su strade normali, curve, salite, discese».
ESSE Tanti i visitatori
Alluvioni in Toscana
Pagina 181
'u il diluvio
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Grosseto, lafttn*a dell 'Ombrone invase la città e le campagne
di GUIDO
PARIGI
GROSSETO
FU «un'alluvione per la povera
gente». Così Luciano Bianciardi
battezzò l'uragano che il 4 novembre 1966 sconvolse la Maremma,
tutta la pianura che dall'Alberese
va verso Castiglione della Pescaia
e si spinge da Grosseto fino ai piedi di Giuncarico e Roccastrada.
Un'alluvione ignorata per giorni.
Firenze, tanto per dire, dovette
strepitare per far muovere il governo e l'opinione pubblica e far capire la tragedia provocata dall'esondazione dell'Arno. D'altra parte
quel 4 novembre significò lutti e
danni anche in altri parti della Toscana e in mezza pianura Padana.
E l'eco dell'alluvione di Grosseto
rimase nascosta, fra le tante notizie sul maltempo.
Pioveva da giorni, fra rovesci improvvisi e spicchi di sole come
Il capoluo g o ri mase
immobilizzato nella melma
senza telefono né luce
Alluvioni in Toscana
spesso avviene in Maremma. Diversi campi allagati ma succedeva
spesso. La sera del 3 novembre la
gente andò a letto tranquilla. L'indomani era giorno di festa con
scuole, uffici e negozi chiusi. Che
stesse per succedere il finimondo
lo capì all'alba il parroco di Istia
d'Ombrone che dalle finestre della canonica vedeva sotto di lui il
fiume sempre più incattivirsi, finché verso le sei l'onda di piena superò il ponte sulla statale per Scansano (tre arcate imponenti) e in pochi minuti lo sbriciolò. Non c'era
luce, i telefoni muti: non gli rimase che suonare disperatamente le
campane della chiesa per avvertire
in qualche modo la sua gente.
INTANTO a valle l'Ombrone si preparava a ripetere l'alluvione del
1944. L'irreparabile si concretizzò
alle 7,45 quando l'onda di piena, alta ben 12 metri, travolse gli argini
al nord della città, al Berrettino, e
a sud al Motel Agip. La città divenne un enorme lago perché l'acqua
carica di melma e di ogni ben di
dio non riusciva a defluire verso il
mare perché trovò tre ostacoli: verso il mare il rilevato della ferrovia,
alto sette metri e con tre soli sottopassi, a est quel che rimaneva
dell'argine dell'Ombrone e a ovest
il `Diversivo', uno scolmatore
dell'Ottocento, ormai abbandonato. Così l'acqua salì, diventò un miscuglio nauseabondo e martorizzò
la città fino ai primi piani delle case. Cancellati negozi e appartamen-
ti, dissipate le attività di una vita,
Grosseto era come paralizzata, rotta solo dai pianti e dalle urla della
gente. Per prendere coscienza della situazione ci vollero ore.
Lo stato era silente, andare a cercare aiuti neppure a parlarne: interrotte le strade, la ferrovia non esisteva più, e le auto carcasse informi. Così la gente si rimboccò le
maniche in una gara di solidarietà
di cui è capace solo la «povera gente» e cominciò a spalare, a cercare
di dare un senso alle cose. La situazione era tragica: senza luce, telefono e acqua, unico rifugio i piani alti delle case. Avevano perduto tutto, ma erano anche senza mangiare e bere. Il Comune si mosse con
tutto quanto poteva ma i primi aiuti pubblici si materializzarono solo due giorni dopo quando arrivò
da Civitavecchia un gruppo di soldati: erano senza stivali e ci vollero altri due giorni perché potessero affrontare la melma della città.
Ben più applaudito l'intervento di
un gruppo di portuali di Piombino che si misero all'opera con ruspe ed escavatori.
Altrettanto tragica, se non di più,
la situazione nelle campagne. La
pianura cinquant'anni fa era punteggiata solo dalle rare casette bianche dell'Ente Maremma e qualche
fattoria in una distesa di campi destinati a grano e allevamenti. In sequenza si sbriciolarono anche gli
argini della Bruna e della Sovata, e
tante famiglie rimasero isolate,
qualcuna rifugiata sul tetto dei poderi, mentre si consumava la carneficina di buoi, cavalli, pecore,
animali da cortile che galleggiarono per giorni. Ci fu una vittima, la
piena della Bruna travolse agli Acquisti Sante Gualandi, un buttero
che tentava di salvare un branco
Pagina 182
DEVASTAZI ON E
L'Ombrone esonda il 4
novembre di primo mattino
L'acqua sommerge le case
in campagna e travolge tutto
quello che incontra fino
al centro di Grosseto
di vitelli. Il corpo fu ritrovato nove giorni dopo. Nel porto di Castiglione la melma si consolidò in un
isolotto al centro del canale e bloccò per mesi 20 pescherecci.
SOLO a primavera la terra cominciò ad essere di nuovo solida. Dopo mesi fu possibile ricostruire ciò
che era successo: le piogge si erano concentrate non tanto nel grossetano (e perciò la gente fu sorpresa) quanto a monte, perché alla piena dell'Ombrone si aggiunsero
quelle di Orcia, Farina e Merse,
che crearono un mostro di 3.200
metri cubi di acqua al secondo.
Per cercare di evitare il ripetersi di
tali pericoli si decise di imbrigliare il Farina con un lago artificiale
che doveva allargarsi ai piedi di
San Galgano, come stava facendo
Firenze per domare la Sieve realizzando il lago di Bilancino. Sul Farma iniziarono i lavori della diga,
ma dopo aver speso 30 miliardi di
lire l'opera fu interrotta e non se
ne parlò più. Anche il Diversivo
doveva diventare un vero scolmatore, ma oggi è una strada. Speriamo che l'Ombrone non ci riprovi.
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Sono le 7.45 del 4 novembre
1966. L'Ombrone, a causa
delle forti piogge dei giorni
precedenti, rompe l'argine
destro in tre differenti punti.
L'acqua allaga prima la
piana per giungere in città
dove penetra da Porta
Vecchia nelle vie del centro
IL
d isastro
In alcune zone del capoluogo
l'acqua raggiunge tre metri
e mezzo d'altezza. Qualcuno
è costretto a trovare rifugio
sui tetti delle case. Senza
telefono né luce, Grosseto è
praticamente isoltata dal
mondo. Nelle campagne le
case sono tutte sommerse
I danni e Le vittime
Nei pressi della Fattoria
Acquisti, nelle campagne
di Braccagni a nord
del capoluogo, si conta
anche una vittima
Si tratta del buttero Sante
Gualandi, travolto dalla
piena mentre cerca di
mettere in salvo i suoi vitelli
Alluvioni in Toscana
Pagina 183
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Alluvioni in Toscana
Pagina 184
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Alluvioni in Toscana
Pagina 185
NKCOLINI
Nel'66 quel l'acqua arrivò al
massimodi 13 metri sul livello
stradale di Firenze. "Fincostassù",
produzione Fondazione Teatro
della Toscana scritto dal
giornalista e drammaturgo
Alberto Severi per Marco Zannoni
con la regia di Lorenzo
Degl'Innocenti, è uno spartito a
più voci per attore solo, un'unica
anima che di volta in volta dà vita
a un traghettatore beone, a un
eroe dell'acquedotto, ad un'acida
bottegaia e così via, per ascoltare
l'intera città nel mezzo della
catastrofe. Teatro Niccolini, via
dell'Oriuolo, ore 21, repliche fino a
domenica
Alluvioni in Toscana
Pagina 186
e Arbure in città, 2O
L'inaugurazione dell'acquedotto viene ricordata anche con
arà presentato oggi alle
18, alla sala Friuli della
1 ) Chiesa di San Francesco, il libro "Una montagna
d'acqua. Dall'Arniata a Grosseto, l'acquedotto delle Arbure".
Si tratta di una pubblicazione voluta da Acquedotto del
Fiora - il gestore del servizio
idrico integrato delle province di Grosseto e Siena - per
celebrare i 120 anni dalla realizzazione dell'infrastruttura
che servi a soddisfare il bisogno di acqua potabile e quindi lo sviluppo sociale ed economico del capoluogo maremmano.
Alla sala Friuli alle 18
p resentazion e d ei li bro
voluto dal Fora
concerto
dell'Archivio di Stato di Grosseto e gli autori del volume
Enzo Fazzi, Elena Del Santi,
Valerio Entani, Andrea Ponticelli, Alvaro Giannelli e
Carlo Vellutini . Coordina la
presentazione
Francesca
Ciardiello di Tv9.
L'appuntamento fa parte
del cartellone "Ombrone
2016", promosso dalla Prefettura di Grosseto insieme al
Consorzio di Bonifica e al Comune di Grosseto in occasione delle iniziative per il 50°
anniversario dell'alluvione
che il 4 novembre 1966 colpì
la città.
Per l'occasione, inoltre, sono stati predisposti uno speciale annullo filatelico che celebra i 120 anni dell'acquedotto delle Arbure e cartoline
a tiratura limitata sui "luoghi
dell'acqua" del territorio.
LaCorale
Puccini
canterà
Risorgimento,
composta
nel 1896
da Dante Pduti
e Fabio Fedi
per celebrare
la solenne
inaugurazione
dei nuovo
acquedotto
che d issetava
la città
Il volume è edito da C&P
Adver Effigi e ha il patrocinio
dell'Archivio di Stato di Grosseto e dei Comuni di Grosseto e Castel del Piano.
Alla presentazione, organizzata da Acquedotto del
Fiora con il patrocinio del Comune di Grosseto, interverrà
la Corale Puccini, che proporrà la cantata "Risorgimento",
composta nel 1896 da Dante
Nuti con testo di Fabio Fedi
proprio per la solenne inaugurazione
dell'acquedotto
delle Arbure. Saranno inoltre
presenti Cosimo Pacella, presidente del consiglio comunale di Grosseto, Emilio Landi e Aldo Stracqualursi, rispettivamente presidente e
amministratore delegato di
Acquedotto del Fiora, Maddalena
Corti ,
direttrice
Alluvioni in Toscana
Pagina 187
Via Telamonio e le uniformi di Alvaro
Foto e ricordi in regalo con il Tirreno
Via Telamonio e il ponte dei
Macelli, uno dei punti in cui la
piena dei novembre 1966 più
fece sentire la sua forza,
trascinando attraverso quella
strozzatura valanghe di carcasse
di animali, di auto, di masserizie
persino di pullman . f qui che
approda oggi il viaggio nella
grande alluvione fra passato e
presente promosso dal Tirreno:
in edicola, in regalo con la copia del quotidiano, la scheda con el foto
di ieri e oggi dell'Agenzia 8f e una breve testimonianza, raccolta e
trascritta dal poeta grossetano Luca sonetti che ritrova - proprio in
via Telamonlo in quel novembre di 50 anni fa - anche il mitico Alvaro
con le sue leggendarie uniformi . Domani la sedicesima tappa: via de'
Lavatoi, " navigata" da un gommone dei vigili dei fuoco...
Alluvioni in Toscana
Pagina 188
Domenica 13
ti "Cme-Battello"
lungo l'Arno
Saint-Gobain, industria
storicamente legata alla città
di Pisa dove 127 anni fa venne
inaugurato il secondo
stabilimento all'estero del
Gruppo e il primo in Italia,
partecipa alle iniziative
organizzate dal Comune per il
cinquantesimo anniversario
dell'alluvione dell'Arno.
Più in particolare
Saint-Gobain è sponsor del
progetto "Cine-Battello", a
cura dell'associazione
Acquario della Memoria, che
prevede nella sera di
domenica 13 novembre, data
in cui nel 1966 crollò il ponte
Solferino, tre crociere
Alluvioni in Toscana
sull'Arno della duratadi 60
minuti ciascuna, con
video-proiezioni a grande
scala sulle spallette e sulle
facciate del palazzi dei
Lungarni.
i filmati che verranno
proiettati sono stati resi
disponibili per gentile
concessione degli archivi
delle Teche Rai e Cinecittà
Luce con il contributo di
Fondazione Sistema Toscana
e grazie alla collaborazione
dei cittadini pisani che hanno
collaborato mettendo a
disposizione numerose
riprese amatoriali.
Si conferma così il legame tra
Saint-Gobain e Pisa, dove ha
tuttora sede un importante
sito produttivo de Gruppo,
che grazie al significativi
investimenti degli ultimi anni
è diventato un centro
tecnologico d'eccellenza in
Europa nella produzione di
vetro per edilizia ad alte
prestazioni.
Per quanto riguarda
l'iniziativa di domenica
prossima le tre mini crociere
avranno partenze alle ore 18,
19e 20 da Scalo ROncioni
(Lungarno Mediceo).
La partecipazione è gratuita,
mala prenotazioneè
obbligatoria, dal momento
che ci sono solamente
cinquanta posti a crociera.
Info e prenotazioni al numero
328-4764592.
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I domen í ca 13 novembre 1966 : Solfer ì no
Erano le .
crolla I sch í anto . Verrai r i costru i to I` prat ì co
di ANDREA LANIN I
ome un triste déjà vu.
Come una specie di maledizione. Come se, all'
altezza della Cittadella, l'Arno
pisano proprio non accettasse
l'idea d'esser scavalcato, e si
vendicasse buttando giù i primi
responsabili di quell'affronto: i
ponti. Nel novembre dei 1966,
tocca a ponte Solferino. II 13, di
domenica, alle 7.30, quando il
peggio, per la città, sembra essere passato, crolla di schianto.
Son trascorsi circa dieci giorni
dall'esondazione - l'acqua ha
saltato gli argini nella sera di venerdì 4. Ma non basta: nei mesi
successivi ci si inette anche lungarno Pacinotti, a completare
la beffa; frana giù, inghiottito
dal letto del fiume. Strutture
possenti, ma minate nelle fondamenta dal lavorio incessante
di una furibonda pressione.
Che, alla fine, presenta il conto.
Era già successo. Lo stesso copione, le stesse dinamiche. La
stessa vendetta consumata
fredda, la quiete che è già tempesta e, di botto, decide di getta-
Alluvioni in Toscana
re la maschera.
L il 10 dicembre 1869, quando Pisa, "alle ore quattro circa
pomeridiane" (così recita una
delle lapidi apposte per ricordare il livello spaventoso, 6.22 metri sullo zero idrometrico, raggiunto dall'acqua) deve fronteggiare una delle peggiori alluvioni di sempre. Ponte a Mare, uno
dei più antichi della città (oggi,
al suo posto, c'è il ponte della
Cittadella), sembra tenere bene. Sembra. lo realtà si sta sbriciolando. Nei momenti dell'
esondazione, un'arcata cede di
schianto. E, dieci giorni dopo, il
20 dicembre, viene giù anche il
resto. Nei giorni seguenti, col
fiume tornato alla calma, su ciò
che resta dei piloni si costruisce
una passerella in legno. Ma anche questa non è baciata dalla
sorte: crolla il giorno prima dell'
inaugurazione, a portarla via di
lì ci pensa una libecciata. E, nel
1869, il film è lo stesso anche
per lungarno Pacinotti. Sfiancato dalle piene, inizia a cedere, a
smottare. I lavori di ripristino,
lunghi, complessi, dureranno
anni. Nel 1871 vi si armeggia an-
cora.
Il 1871: l'anno di ponte Solferino, bello e sfortunato. L'architetto Vincenzo Michela inizia a
progettarlo. Viene completato
quattro anni dopo. Lo si è voluto in asse con via Solferino, da
cui deriva quel suo nome glorioso, lucente di vittoriose memorie risorgimentali. Per fargli posto, s'è smontato pezzo per pezzo quel gioiellino gotico della
Chiesa della Spina, per poi rimontarlo un po' più in là, in
modo che non intralciasse lo
slancio elegante del suo profilo
istoriato di candide sculture.
Avrà vita breve. I tedeschi in ritirata lo bombardano nel'44. Lo
si rattoppa in fretta e furia due
anni dopo: il restauro riesce, il
venusto Solferino è ancora lui.
Ma nel novembre '66 l'Arno
lo bombarda dinuovo, e questa
è la volta buona. «Nel primissimo mattino del 13 novembre
venni avvertito che il ponte Solferino cominciava a scricchiolare - Giovanbattista Longo, l'allora commissario prefettizio, lo
raccontò al giornalista del "Tirreno" Fabio Demi - Andai subito sul posto, appena in tempo
per assistere, con pochi altri, ad
un evento impressionante, anche se previsto. Infatti, uno o
due giorni prima, in seguito ad
un sopralluogo, avevo dato ordine di sospendere i lavori di
smantellamento delle sovrastrutture. Fu un provvedimento tempestivo, perché se si fosse tardato gli operai che lavoravano sul ponte avrebbero potuto essere travolti».
Addio a quelle finiture preziose, addio ai candidi fregi in marmo di Carrara. Finisce tutto
nell'acqua limacciosa e inquieta del fiume. Le date del destino, a cavallo dei secoli. Nel 1869
l'alluvione, strappando a Pisa
quel gran vegliardo del ponte a
Mare, decreta la nascita di ponte Solferino; e cent'anni dopo,
nel 1969, lo sventurato Solferino vede decidere la sua rinascita. L allora che s'indìce il concorso nazionale per ricostruirlo. Nel '72 lo s'inizia, due anni
dopo è pronto. Senza ornamenti marmorei, senza grosse pretese estetiche, senza sfarzose velleità: solo solido cemento armato. Pratico e robusto. Considerando il caratteraccio dell'Arno,
quel che ci vuole.
®P.IFRODIRIONERISERVATA
Pagina 190
La mattina del 13 novembre 1966 : il crollo di ponte Solferino
II ponte com'è oggi ( foto Fabio Muzzï)
oggi un'altra
con il Tirreno
Alle prime luci
dell'alba
Poi il.
Alluvioni in Toscana
Pagina 191
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STAMANI alle 11 alla Dogana incontro «Alluvione del
1966 - Tracce di memoria e rischio idrogeologico».
All'incontro parteciperà il Sindaco Galligani, l'assessore
Baldi e Galardini del Consorzio Basso Valdarno
1
0
A Montecatini t
ANCHE la Valdinievole cinquant'anni
fa fu colpita dall'alluvione. Se già per Pisa si parlò di «alluvione dimenticata», figuriamoci per la nostra zona. Ovviamente l'attenzione maggiore era data a Firenze. E fra l'altro in Valdinievole le acque
invasero paesi e campagne con un giorno e qualche ore di ritardo. Quando appunto uomini e mezzi erano tutti dirottati verso il capoluogo di regione. I soccorsi comunque funzionarono. Dove
non arrivarono quelli «ufficiali», ci pensarono i volontari. Da noi però gli angeli arrivarono... in barchino. Fu proprio
i
S
grazie alle tipiche imbarcazioni del Padule che anche le case più isolate riuscirono ad avere viveri e generi di conforto. A Montecatini tracimarono per le abbondanti piogge sia il Salsero che la Borra che invasero una settantina di ettari
di terreno. Furono evacuate quattro case. Le venticinque persone che vi abitavano furono alloggiate all'albergo «Paradiso» di Montecatini Alto finchè le acque non si ritirarono. La zona più colpita fu quella di Ponte Buggianese. A parte il paese, tutte le frazioni di campagna
vennero invase dall'acqua del Padule
case
evacuate
che non riusciva a scolmare nell'Arno
in piena e quindi cominciò a invadere i
terreni. L'unico modo per raggiungere
Ponte era la strada con Chiesina. Le altre vie erano tutte ridotte a torrenti. Ad
Anchione ci fu il crollo di una vecchia
casa. Molti i capi di bestiame che morirono. E per molte famiglie che vivevano
di agricoltura fu un duro colpo. Come
detto, sicuramente fu decisivo il fatto
che grazie ai tanti barchini dei «padulini», fu possibile mettere in salvo cose e
persone.
gabriele galligani
La distribuzione
del pane nelle
campagne e
dall'alto il sindaco
Galligani e il
wesidente Monaco
Alluvioni in Toscana
Pagina 192
ALLA DOGANA
Una mo stra di foto
per ricordare quei giomi
.ú sclú di oggi
NEL CINQUANTENARI O dell'alluvione
del'66 il comune di Ponte Buggianese ha
organizzato una mostra fotografica sul
drammatico evento dell'epoca. Domani
alle 10 alla Dogana del Capannone, in
località Anchione , è in programma
l'apertura della mostra fotografica, con le
immagini di ciò che avvenne nel territorio
di Ponte Buggianese il 6 novembre del
convegno
1966. Nell'occasione si terrà
sul tema «rischio idrogeologico - problema
attuale». Parteciperanno con il sindaco di
Ponte Buggianese Pier Luigi Galligani e
l'assessore alla cultura Maria Grazia Baldi,
anche Marco Monaco presidente del
consorzio 4 Basso Valdarno , Giorgio
Federici del dipartimento ingegneria civile
e ambientale dell'Università di Firenze,
l'ingegner Lorenzo Galardini tecnico del
consorzio 4 Basso Valdarno . Concluderà
Federica Fratoni assessore all'ambiente
della Regione Toscana . «Conservare la
memoria - spiega il sindaco Pier Luigi
Galligani - è importante per trasmettere, a
chi non l'ha vissuta in prima persona e a
chi in quei giorni non era ancora nato, tutta
la complessità di eventi e sentimenti - tra
dramma, solidarietà e voglia di
ricominciare - che emersero in quel
frangente. Le foto, reperite tramite l'Avis e
i cittadini del nostro Comune, sono le
tracce della memoria lasciata da questo
triste avvenimento».
Alluvioni in Toscana
Pagina 193
Il presidente di Avis Strada
AllUVione , il ricordo
Mariani: «In barca
su viale Giannotti »
GREVE IN CHIANTI (mty)
Nei giorni in cui Firenze e molti comuni
della Toscana ricordano l'alluvione del
1966, riaffiorano le testimonianze di tante
persone che si trovarono a fronteggiare la
drammatica situazione che si creò con la
piena dell'Arno. Il 4 novembre è rimasto
scolpito nella memoria anche di tanti chiantigiani, come Paolo Mariani, storico presidente dell'Avis di Strada in Chianti, che ha
affidato a Facebook il suo personale ricordo.
«Io c'ero - scrive Mariani. Sono entrato in
acqua alle 9,30 con mio cugino con una
barca artigianale fatta da noi. L'abbiamo
messa in acqua in via del Larione e abbiamo
"navigato" fino in fondo a via della Faggiola,
dove abitava mio fratello e durante il tragitto, abbiamo traslocate diverse persone
dalle case basse ai palazzi più alti, fino a
raggiungere all'incrocio con Via Erbosa e via
Villamagna».
L'immagine è quella di un viale Giannotti
diventato quasi un fiume («Lo abbiamo
attraversato attaccati al cavalcavia che c'era
davanti alle scuole perchè la forte corrente
ci portava verso l'Arno», ricorda), ed il
racconto prosegue con il salvataggio del
fratello di Mariani e della sua famiglia:
«Siamo tornati indietro con notevole difficoltà fino a via del Larione e da lì in via
Fortini dove avevamo lasciato il nostro
camion».
Il giorno successivo di nuovo in città ad
aiutare gli abitanti della zona, con la barca
«e un po' di pane e fiaschi d'acqua».
Alluvioni in Toscana
Pagina 194
A TavVarnu zz e o cchi puntati s ul fo ss o . Parati e davan ti ai nego zi
Allagarnenti, è tornata la
ra
«Lavori non se iie sono vip
IMPRUNETA (amz) Torna la stagione delle piogge e a Tavarnuzze riaffiora la paura.
Quell'acqua che viene giù e
scorre per le strade invadendo i
negozi è un quadro inquietante
impresso nelle menti. E non importa riandare molto indietro
nel tempo. E' lo scorso inverno
ad averci lasciato queste immagini. Eccola lì, la fotografia di
Giona Rovai, titolare dell'omonima pasticceria, che indica il
responsabile degli allagamenti.
«La colpa non è della Pescina ricorda - ma di un fosso qui a
monte in via dei Baruffi, vicino
alla centralina Enel, che anni
addietro è stato tombato e che
non regge piogge di forte entità.
Anche l'anno scorso l'acqua ha
imboccato la discesa ed è entrata in bottega, saltando lo scalino. Cosí tutto quello che si
trova a terra viene rovinato». Ma
qualcosa sarà cambiato dall'anno scorso o no? «Direi proprio
di no. Qui non si è visto nessuno. Vorrebbero mettere una
grata sul Pescina per favorire lo
scorrimento delle acque, ma il
problema rimane irrisolto, anche perché quel fosso, che è già
stretto prima di entrare sotto
terra, è del tutto otturato dalle
piante che lo hanno invaso e
che rendono ancora più difficile
lo scorrimento. Per questo abbiamo provveduto a installare le
paratie davanti alle entrate del
negozio. Non possiamo sempre
trovarci a svuotarlo dal fango.
Ma è diventato un incubo, perché ogni volta che piove si ha
paura delle esondazioni. L'altra
sera ero a casa, a vedere la partita della Fiorentina, quando
iniziò un forte temporale e non
riuscivo più a starmene tranquillo, così ho dovuto prendere
l'auto e venire a controllare.
Non si può andare avanti così».
Eppure Publiacqua si dice
pronta a investire sul territorio
Alluvioni in Toscana
Rovai indica il
fosso responsabile delle esondazioni
Davanti ai negozi spuntano paratie contro l'acqua
di Impruneta. Il programma degli interventi per i prossimi anni
individua le opere di manutenzione straordinaria e le nuove
opere da realizzare, compresi i
lavori di adeguamento di infrastrutture già esistenti, con i
relativi tempi di realizzazione.
«Nel triennio 2012-2015 - com-
menta il sindaco Calamandrei
- gli investimenti sul comune di
Impruneta sono stati di
1.069.805 euro, e manutenzioni
straordinarie su infrastrutture,
fognatura e depurazione per
1.787.568 euro. Per il Comune di
Impruneta una sfida importante è già partita l'estate scorsa,
con l'avvio dei lavori del depuratore, che termineranno
nella primavera del 2017». Tra le
opere importanti previste per
Tavarnuzze ci sono il potenziamento del depuratore (300.000
euro) e la sistemazione della
rete fognaria 250.000 euro.
Ma contro le inondazioni a
Pagina 195
Tavarnuzze? «Si sono evidenziati problemi legati al mancato
recepimento delle acque piovane e quindi a possibili allagamenti, soprattutto in alcuni
punti, dove si dovrà intervenire.
Come nell ' area fra il fosso di via
Cooperazione a Tavarnuzze e
l'immissione nel torrente Pesci-
Alluvioni in Toscana
na, causa dei continui allagamenti della strada ed edifici di
via Baruffi, e in alcune occasioni
fino in piazza don Chellini», accenna il sindaco. Ma si parla al
futuro, di certezze sui tempi per
ora non ce ne sono.
Maurizio Ab ti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 196
un libro di Giuseppe Meucci racconta la tragedia di quei giorni
A cinquant'anni dal trotto dei
Ponte Sotferino a Pisa. Si chiama
così l'evento che domani, netta
chiesa detta Spina , servirà per
presentare il libro "tt giorno
dell'alluvione", di Giuseppe
Meucci, giornalista pisano, edito
dalla Ets.
All'incontro oltre all'autore dei
libro, atta sua terza edizione,
saranno presenti anche Paolo
Ghezzi, vicesindaco del Comune
di Pisa e Isabella Bonamini,
autorità di Bacino dell'Arno. Il
volume, che giovedì sera è stato
presentato ai soci del tions Club
Pisa Host al Grand Hotel Duomo e
che sabato 19 novembre sarà
presentato atta libreria Roma a
Pontedera, racconta del4
novembre del 1966, giorno
Alluvioni in Toscana
dell'alluvione anche a Pisa e in
provincia (qui ci furono i danni
più gravi).
«Un libro - spiega Meticci - che
vuote ricordare a chi c'era
l'evento più drammatico subito
da Pisa dopo la fine delta guerra.
E anche per far sapere ai giovani
che cosa è davvero successo il 4
novembre 1966 e nel giorni
successivi. Dal mancato allarme,
alle opere di difesa tastiate
colpevolmente incompiute. Dalla
difficile ripresa dell'economia
netta zona detta provincia più
danneggiata (Pontedera, Santa
Croce sull'Arno e Castelfranco di
Sotto) fino alla cicatrice, mai
rimarginata, dei lungarni pisani
privati del ponte Sotferino, il più
bello della città».
tt libro è arricchito da una
documentazione fotografica in
gran parte inedita e, netta terza
edizione, ampliata anche con la
documentazione fotografica
dette piene che si sono verificate
nel Pisano nei 2014.
in appendice il Libro ospita un
intervento dett'ingegner Isabella
Bonamini, dirigente tecnico
dell'Autorità del Bacino
dell'Arno, sulle opere che fino a
oggi sono state compiute e su
quelle che rimangono da
realizzare.
A completare il volume scritto dal
giornalista c'è anche un testo del
vicesindacodi Pisa Paolo Ghezzi
che si occupa - grazie atta delega
che gli è stata affidata - dette
questioni della Protezione civile.
Pagina 197
A LL
LC1 E
Domar' spettacolo dì Dí Corcia
la dove l'' e del fiume si ruppe
1 S. MARIA A MONTE
L'evento "Se io fossi acqua",
ideato per commemorare i cinquant'anni dell'alluvione del 4
novembre 1966, si terrà domani, alle ore 16,30, in località Le
Colombaie, dove si verificò la
rottura dell'argine dell'Arno.
Con lo spettacolo, scritto e
diretto da Franco Di Corda jr,
si concludono gli appuntamenti che l'amministrazione comunale ha promosso in collaborazione con "I pensieri di Bo"' e la
Rete archivistica Bibliolandia
per la rassegna "Arno d'oro".
"Se io fossi acqua" nasce sulle
testimonianze e i ricordi che
hanno arricchito la crescita dello stesso autore, sandonatese.
E una favola nella quale i protagonisti sono le memorie di un
fiume amico che all'improvviso tradisce le promesse. Memorie che continuano a tornare
nella mente, come una cantilena.
Alluvioni in Toscana
«Uno spettacolo in cui si gioca molto sul vissuto e sulle
emozioni - dice Franco Di Corcia jr - Un ringraziamento va alle strutture che con entusiasmo hanno aderito all'invito di
dare il proprio contributo artistico all'evento, come la scuola
"Espressioni danza" di Marika
Torricelli, la Compagnia teatrale "L'anello" di Cascina e la
Compagnia teatrale "Dida'
sko" di Castelfranco di Sotto, affiancando gli allievi attori della
compagnia "I pensieri di Bo""' .
L'ingresso all'appuntamento, per il quale non sono previste repliche, è libero.
«L'evento chiude la rassegna
di iniziative messe in campo
dal nostro Comune per commemorare i tragici momenti
del 1966 - dice la sindaca Ilaria
Parrella - Un'iniziativa vasta e
che finora ha riscosso una buona partecipazione da parte del
pubblico».
®RI VRODIJZIONE RISERVATA
Pagina 198
D PONTEDERA
Una passeggiata per scoprire
lo Scolmatore, l'Arno e le opere idrauliche realizzate dopo
l'alluvione del 4 novembre
1966. È quella in programma
domani alle 9 con ritrovo agli
impianti sportivi della Stella
Azzurra, ai Villaggi, e che raggiungerà San Giovanni alla vena perla visita alle cateratte Ximeniane. Si tratta di una delle
numerose iniziative previste
tra novembre e gennaio, tra
cui anche la presentazione del
libro "«Era» il 4 novembre
1966", edito da Tagete edizioni.
L'iniziativa di domani è organizzata dal Club alpino italiano (Cai) e dalla sezione Valdera dei Soci Coop. Un'escursione che prevede il passaggio
tra lo Scolmatore e l'Arno per
vedere da vicino le cateratte a
Pontedera e poi via attraverso
il territorio di Calcinata dove,
anche in questo caso, sono
presenti alcune opere dell'uomo realizzate per contenere il
fiume anche alla luce delle
drammatiche scene che si verificarono cinquant'anni fa. Un
viaggio che raggiungerà il comune di Vicopisano col rientro a Pontedera previsto per le
16 e un buffet per i partecipanti nel bar del campo sportivo
della Stella Azzurra.
Il calendario delle iniziative
è stato presentato ieri nella sala del consiglio comunale di
Pontedera dal'assessore alla
cultura, Liviana Canovai, e dai
responsabili di Tagete, Michele Quirici e Valentina Filidei,
che hanno parlato a lungo del
volume da 400 pagine, sponsorizzato da Ecofor Service, con
600 foto, ricostruzioni di quella triste giornata, testimonianze e riflessioni sul rischio idrogeologico legato ai fiumi della
Valdera. Un libro dedicato al
geologo Luigi Bruni che ha studiato a fondo proprio le condizioni dell'Arno e dell'Era.
«Una pubblicazione destinata
a chi ha vissuto quei giorni - ha
spiegato Canovai - ma soprattutto a chi non c'era e che, attraverso queste opere, può
mantenere la memoria storica
del nostro territorio. Proprio
con gli studenti sarà fatto un
lavoro specifico attraverso
Alluvioni in Toscana
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Tanti eventi ricordano il 4 novembre 1966
Escono un volume con 600 immagini e un vide
questo libro e un docu-film, realizzato da Valdera che sarà
presentato a gennaio».
ne proseguirà poi dal primo al
23 dicembre alla biblioteca comunale.
Il volume di Tagete sarà presentato ufficialmente il 26 novembre alla biblioteca comunale Giovarmi tronchi, mentre il 22 sarà inaugurata al Museo Piaggio una mostra fotografica con immagini tratte dal
lavoro di ricerca della casa editrice pontederese. L'esposizio-
I128 novembre, invece, sarà
creato un'area all'interno del
palazzo comunale di Pontedera dovei responsabili di Valdera video accoglieranno cittadini che avranno voglia di raccontare i loro ricordi legati
all'alluvione del 1966. Traletestirnonianze e le immagini di
repertorio girate in formato
Super 8 nascerà quindi un docu-film che si preannuncia
particolarmente suggestivo.
Il 23 dicembre, poi, alla biblioteca comunale pontederese ci sarà l'inaugurazione della
mostra fotografica "L'alluvione del 1966 in provincia di Pisa" a cura della Rete archivistica provinciale di Pisa.
'SGRIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 199
II salvataggio di un'anziana
Alluvioni in Toscana
L'Arno ruppe nella zona delle Colombaie
Pagina 200
Una due giormi
per ricordare
l'alluAone
dí 50 anni fa
Il paese ricorda l'alluvione del
4 novembre 1966, nel suo 50°
anniversario. L'amministrazione comunale e il Consorzio di
bonifica del Basso Valdarno
hanno organizzato (per ieri e
oggi) una due giorni di iniziative alla Dogana del Capannone, porta ovest del Padule di
Fucecchio, in località Anchione. «Un disastro ambientale
che provocò drammi individuali e collettivi, che mise in ginocchio la città di Firenze e
tanti altri territori attraversati
dal corso del fiume Arno e aree
collegate, fra cui quasi tutto il
territorio di Ponte Buggianese», scrive il Comune.
Ieri era in programma un incontro educativo dal titolo !Alluvione del 1966: tracce di memoria e rischio idrogeologico", rivolto agli alunni delle
scuole del territorio, con la presenza del sindaco di Ponte
Pier Luigi Galligani, dell'assessore alla cultura Maria Grazia Baldi e di Lorenzo Galardini del Consorzio di bonifica.
Oggi, alle 10, si terrà un convegno sul tema "rischio idrogeologico - problema attuale". Relatori il sindaco e l'assessore alla cultura di Ponte, Marco Monaco, presidente del Consorzio Basso Valdarno, Giorgio
Federici del Dipartimento di
Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università di Firenze, e
Lorenzo Galardini. Concluderà i lavori Federica Fratoni, assessore all'ambiente della Regione Toscana.
In contemporanea verrà
inaugurata la mostra fotografica con le immagini di ciò che
avvenne nel territorio di Ponte
Buggianese il 6 novembre
1966, che fornisce un contributo alla conservazione e trasmissione della memoria storica locale. «Conservare la memoria è importante per trasmettere a chi non l'ha vissuta
in prima persona e a chi in
quei giorni non era ancora nato, tutta la complessità di eventi e sentimenti - tra dramma,
solidarietà e voglia di ricominciare - che emersero in quel
frangente», scrive il Comune.
Le foto sono state reperite tramite l'Avis e i cittadini: l'esposizione rimarrà aperta fino al
20 novembre tutti i giorni dalle
9,30 alle 12,30, sabato e domenica anche dalle 15 alle 17.
Alluvioni in Toscana
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Pagina 201
Lo
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Sarà restaurato il dipinto alluvionato della chiesa di San Jacopo Soprarno
Fu danneggiato pesantemente
dall'Alluvione e per 50 anni è
rimasto nei depositi della chiesa
di Santa Felicita . Adesso il dipinto
«Il miracolo dell ' indemoniata
guarita da Santo Vescovo» che si
trovava nella chiesa di San
Jacopo Soprarno sarà restaurato
Alluvioni in Toscana
grazie al 3 ° Premio Friends of
Florence Salone dell'Arte e del
Restauro assegnato ieri allo
Studio Ardiglione di Angela
Tascioni che riceverà 20 mila
euro . L'opera risale alla metà del
'600 e il suo autore dovrebbe
essere Mario Balassi. Alla
premiazione in Fortezza hanno
partecipato, tra gli altri, la
presidente di Friends of Florence
Simonetta Brandolini D'Adda,
Cristina Acidini, presidente del
comitato tecnico del Salone, il
presidente e direttore del Salone
Franco Sottani e Elena Amodei.
Pagina 202
TUTTO A POSTO AL MUSEO
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Ar e e
a riaprire i battenti
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IL NATALE chiama, il Museo di
San Giovanni Valdarno apre i battenti. E' tutto pronto per la sesta
Biennale d'Arte Presepiale, con un
ricordo dei 50 anni dall'alluvione
del Valdarno e Firenze. La XIII
edizione della grande rassegna
mondiale dei Presepi, si terrà dal 3
dicembre all'8 gennaio 2017 nella
Basilica di San Giovanni Valdar-
S OUT 1 Saranno
numerosi quelli presenti
Alluvioni in Toscana
no, Cappella del Pellegrino. L'organizzazione è curata dai due appassionati di arte presepiale, Giuseppe D'Orsi e Pino Polcaro, che hanno arricchito il Museo Mondiale
dei Presepi, di oltre 1.100 pezzi,
provenienti da tutti i continenti.
Un museo che è una meraviglia fra
le meraviglie nel suo genere. Lo dimostra anche il fatto che la XII rassegna dei Presepi, intitolata «Verso Rio 2016», ha fatto registrare
quest'anno un notevole successo
di pubblico, con ben 15.1423 visitatori, tra cui tanti turisti italiani e
stranieri.
In relazione al ricordo dei 50 anni
dall'alluvione del Valdarno e Firenze, ad ogni opera dei Presepi sarà abbinata una foto che ricorderà
quei drammatici giorni. All'inaugurazione di sabato 3 dicembre saranno presenti alcuni «Angeli del
fango» e autorità cittadine.
Giorgio Grassi
Pagina 203
il
LA MOSTRA ALA NAZIONE E' GIA' STATA VISITATA DA
CIRCA 2500 PERSONE. ANCHE TANTE SCUOLE HANNO
CHIAMATO PER PRENOTARE LE VISITE E FAR VIVERE
AGLI STUDENTI DI OGGI IL DRAMMA DI QUEI GIORNI
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di NICOLA COCCIA
ERANO quasi trecento i bambini
che la notte fra il 3 il 4 novembre
dormivano agli Innocenti. Ben
109 erano i lattanti dei quali solo
sei avevano accanto la mamma.
Gli altri erano divisi nelle sezioni
"Divezzi",
"Guidi",
"Nido",
Alunni" e "Asilo gestanti". In tutto 296. Il più grande aveva otto anni e insieme altri 41 coetanei frequentava già la "Torraccia" a San
Domenico, adibita provvisoriamente a scuola elementare. Uno
dopo l'altro furono messi in salvo
da don Attilio Piccini e da un piccolo nucleo di dipendenti, fra i
quali l'autista Giovanni Parigi, ex
alpino, che al pari del parroco di
Santa Maria degli Innocenti ha tenuto un diario di quelle drammatiche ore. «Verso le 10,30 e mancato improvvisamente tutto: l'acqua potabile, la luce, il telefono, il
riscaldamento, le "pezze" per il
cambio dei lattanti che hanno cominciato a piangere», racconta Parigi. Il sottosuolo, con i magazzini
alimentari e abbigliamento, era
già stato invaso dall'acqua, insieme all'archivio moderno dell'eco-
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furia
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acqua, l bu io,
urla
nomato. La prima telefonata di allarme era arrivata dal fattore di Figline alle 7 del mattino. Avvertiva
don Piccini che l'Arno aveva straripato, inghiottito il pollaio, distrutto il raccolto del vino.
curarli. Infermiere, suore, dipendenti rimasti svegli accanto ai
bambini si spostavano al buio, tenendosi per mano. A mezzanotte
e mezzo l'acqua si era ritirata, sparita. Rimaneva solo il fango.
ALLE 9 il fiume aveva invaso
Santa Croce e il Ponte Vecchio,
ma nessuno credeva che l'acqua
arrivasse in piazza Santissima Annunziata dove, come ogni anno,
era stato allestito un ospedale da
campo della Croce Rossa in attesa
della festa». Parigi, fuori a prendere il pane per i bambini, era riuscito a rientrare come Tarzan, aiutandosi con una fune lanciata
dall'Istituto. Allora è cominciata
l'evacuazione di bambini con
l'aiuto di alcune persone e un medico, rimasti intrappolati sotto il
loggiato. «Sui materassi, al piano
di sopra, erano "ammassati" 150
bambini, lattanti e scolaretti, tutti
insieme. Alle 14,30 la furia dell'acqua, che viaggiava a una velocità
impressionante, aveva sfondato
portoni e cancelli di via della Colonna e scaraventato alcune vetture nel cotile degli Innocenti. Il pasto, con quello che si era riusciti a
salvare, era stato assicurato e alle
15,30 c'era stato anche il tè caldo.
I clacson impazziti impaurivano i
bambini. Col buio si erano distribuiti fiammiferi e candele. E don
Piccini passava a benedirli e rassi-
AD AIUTARE i bambini degli
Innocenti era arrivato anche il
Duca D'Aosta che si era messo a
disposizione di don Piccini e Giovanni Parigi. La situazione rimase seria fino alla sera del 5 novembre. La mattina del 6 novembre
cominciò il trasloco di 111 bambini all'Istituto Santa Marta in via
Gabriele D'Annunzio a Settignano e altri 13 alla Principessa di
Piemonte al Poggio Imperiale.
per Lo Spedate
M olti sono stati gli "angeli" che
hanno lavorato per riportare
alla normalità lo SpedaLe degli
Innocenti: sei erano olandesi,
uno tedesco , uno del Ruanda,
34 fiorentini e 30 studenti del
Fuci di M ilano.
«Verso le 10 , 30 è mancato
tutto : l'acqua potabile , la luce, il
telefono , il riscaldamento, le
"pezze " per il cambio dei
lattanti che piangevano»
Alluvioni in Toscana
Pagina 204
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d i Magg i o re tti
att'An conetta
TRA LE TATE storie
tragiche, quella di Carlo
Maggiorelli, il guardiano
dell'acquedotto, che mori
travolto dalla piena
all'Anconella anche vittima
del proprio senso del dovere .
Non volle abbandonare
l'impianto in quelle ore
drammatiche perchè era lui
di guardia.
Giovanni Parigi, ex alpino, con don Attilio Piccini e i dipendenti dello
Spedale degli Innocenti si prodigò per salvare, uno a uno, tutti i bambini
Cotpíta Firenze
ma non L :
Le vitti
furono
Ferite terribili atte opere d'arte
L'ALLUVIO N E fece danni
gravissimi a Firenze ma non
solo. Colpì tutta la regione. Si
contarono 47 vittime.
L'acqua e il fango
provocarono ferite tragiche
anche al patrimonio artistico
della città, con il Cristo di
Cimabue opera simbolo dei
danni dell'alluvione
spo ta con Bo t ogna
Cosà
Nazione »
andò in edicoLa
Poligrafici e giornalisti
«I POLI
FIGI fiorentini
andarono a Bologna alla
sede del Resto del Carlino
(giornale dello stesso
gruppo) poche ore dopo
l'alluvione». «La Nazione ha raccontato Fabio Bianchi,
che lavorava in tipografia doveva uscire a ogni costo».
La spola con Bologna
consenti di uscire in edicola
anche in quei giorni
Alluvioni in Toscana
Pagina 205
ALLA MOSTRA DE LA NAZIONE E' POSSIBILE VEDERE
IL FILM CAPOLAVORO REALIZZATO DA FRANCO
ZEFFIRELLI E IL FILMATO DE «LA NAZIONE »
IL LIBRO ALL' INGRESSO DELLA MOSTRA
RACCOGLIE I MESSAGGI LASCIATI DAI FIORENTINI
CHE LA VISITANO, CARICHI DI EMOZIONI
NELLE VARIE AREE DELLA MOSTRA SI TROVANO
I RACCONTI DI QUEI GIORNI E LA REAZIONE
DELLA CITTA' ATTRAVERSO LE NOSTRE . AGINE
VIDEO, FOTO, PAGINE DEL'66.OGGI E DOMANI APERTURA STRAORDINARIA
e
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IL Ir i
r a quota 2500
UNA visita graditissima. Ieri Ferruccio Ferragamo, presidente di
Salvatore Ferragamo spa, è venuto con il figlio Francesco a trovarci
nella sede di via Paolieri per visitare la mostra "L'Arno straripa a
Firenze", dedicata all'Alluvione dei 1966. Accompagnato dal nostro
direttore Pierfrancesco De Robertis, e dal vice direttore Laura
Pacciani, Ferragamo ha visto le pagine storiche dei giornale
contenute nell'esposizione e si è soffermato sulle foto inedite
tratte dai nostri archivi e inviateci dai nostri lettori. «E una mostra
davvero interessante che racconta di una vicenda ancora nella
memoria di ogni fiorentino», il suo saluto. Intanto, visto il grande
successo di pubblico (sono già stati 2500 i visitatori), per facilitare
chi ancora la volesse visitare, la mostra resterà aperta in via
straordinaria anche oggi e domani (orario continuato dalle 9,30 alle
18. Si entra da via Paolieri e l'ingresso è libero.
I
49
ricordo
t ragico
d ì que ì gi om ì
Le storie di chi visse
quei tragici giorni, di
chi perse tutto, di chi
non esitò un attimo,
passato il peggio, a
rimboccarsi le
maniche per aiutare
Firenze a rialzarsi. La
mostra, con i suoi
ricordi, riscuote
un grande successo
le
ffi
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a
N
11 libro con le firme inaugurato
dal Presidente Mattarella
Ferruccio Ferragamo con il figlio e il direttore
de La Nazione De Robertis
Alluvioni in Toscana
Pagina 206
Mostra fotografica
l gruppo U. Grillo'
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aLL'Ex
Oggi 16,30 in piazza Tasso 7/8
MOSTRA fotografica
collettiva "L'Arno oggi,
per i fiorentini e la citta 50° Anniversario
dell'alluvione di Firenze
1966 - 2016". Esposizione
nelle Ex Leopoldine,
piazza T. Tasso 7/8 a
Firenze; inaugurazione
oggi alle 16,30. La Mostra
è organizzata dal Gruppo
Fotografico 'Il Grillo' con
il patrocinio del Comune
di Firenze, del Quartiere 1
e della Commissione
Cultura. Durata mostra
fino al 20 novembre, con
apertura anche la
domenica.
Alluvioni in Toscana
Pagina 207
Memoria e creatività contro le ferite dell 'Alluvione
Artigianato è Arte nella Basilica di San Lorenzo
Pittura e scultura protagoniste delle celebrazioni di Cna Firenze a 50 anni dal disastro
SI INTITOLA "Artigianato è Arte"
la mostra che vede protagonista
l'artigianato artistico, la pittura e
la scultura e che verra ospitata alla
Basilica di San Lorenzo a Firenze
oggi alle 10,30 e sarà visitabile fino
al 27 novembre. L' esposizione è
stata organizzata da Cna Pensionati
Firenze e curata da Renzo Del Lungo.
L'iniziativa rientra tra gli eventi che
si inseriscono nelle celebrazioni di
Cna Firenze in occasione dei 50
anni dall'Alluvione. Gli espositori
saranno sessantatré e ognuno di
loro metterà "in vetrina" non meno
di due creazioni artistiche. «Le
opere esposte sono una variegata
espressione di stile e genere,
nelle quali domina la passione per
il paesaggio, soprattutto quello
intorno a Firenze, con qualche
spaccato urbano, con nature morte
di grande eleganza - commenta il
curatore della mostra Renzo Del
Lungo -. Nella rappresentazione
delle figure si aprono richiami
classici, accanto alla vivacità di
stile moderno. Alcune opere fanno
diretto riferimento all'Alluvione,
con interpretazioni originali di
tecniche che vanno dall'informale al
figurativo più estremo. Nella nostra
esposizione ospitiamo anche opere
fatte interamente con materiale
di riciclo». «Con l'Alluvione non
scomparvero solo singole botteghe,
ma andò persa quella trama che
le teneva unite in un sistema di
relazioni continue, sociali e culturali
- spiega il presidente di Cna Firenze
; '. ////T/ ! //G :',/.4 % í ï < < : ;
Massimiliano Luschi, Ponte Vecchio
(dopo il ritiro delle acque),
olio su tela, 50x70
Augusto Ranfagni, Eva,
Scultura in legno
Andrea Calistri -. L'anniversario
dell'Alluvione è l'occasione per
far riemergere uno straordinario
insieme di ricordi, emozioni , dolori
e speranze , una cultura profonda
che c'era, che divenne consapevole
e che si sedimentò di nuovo come
risorsa orgogliosa di fiducia. Anche
Cna Firenze torna al '66 con i
piedi nella contemporaneità e con
gli occhi rivolti al futuro, sulla
base delle esperienze del passato.
memoria
Recuperare
la
oggi
significa per la nostra associazione
ricostituire quel tessuto disperso,
tanto prezioso per la nostra città,
con progetti come per esempio
"Oltrarno 2.0", ma anche non
sprecare occasioni per comunicare
l'artigianato ,
come fa questa
mostra» .
Faranno
parte della
esposizione anche alcuni documenti
Veronica Balzani, miniatura, omaggio
al Villani alluvione ore 6.50
Alluvioni in Toscana
unici, inerenti l'Alluvione, come per
esempio foto e reperti di botteghe
storiche; e poi, ancora, si potranno
ammirare
sculture
marmoree,
opere in bronzo e ottone, ceramiche
e terracotta, intagli e intarsi in
legno di noce e cirmolo. Fra i
manufatti ci saranno anche i ricami
e gli abiti da bambini, i costumi
storici
rinascimentali
fiorentini,
i cuscini artistici e le lavorazioni
orafe, insieme alla manifattura di
altissimo livello della pelletteria.
L'esposizione è patrocinata dal
Comune di Firenze, Artigiancassa,
Opera Medicea Laurenziana e dal
Centro Guide Turismo. L'orario
delle visite ad "Artigianato è Arte"
è 10-12.30 e 15- 17.
Info: www.firenze.cna.it
Pagina 208
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most ra i ricordi dei 4 novembre
Imugurata epos
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SARA visitabile anche oggi,
dalle 9 alle 12, alla questura di
Grosseto, in piazza Giovanni
Palatucci, una mostra in cui sono esposti i mezzi in uso durante le emergenze di protezione
civile appartenenti alla Polizia
di Stato, al Corpo Forestale dello Stato ed alla Croce rossa italiana con particolare riguardo a
quelli impiegati nell'alluvione
del 1966. La mostra è stata inugurata ieri dal prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco, e dal questore della città, Massimo Zanni, alla presenza di tutte le altre
autorità cittadine. Comune di
Grosseto rappresentato dall'assessore alla sicurezza urbana
Fausto Turbanti. Ospiti speciali come primi visitatori alcuni
alunni delle scuole elementari,
rimasti letteralmente affascinati dai ricordi dei poliziotti e dei
vigli del fuoco, ma anche delle
crocerossine che vissero quel
tragico 4 novembre 1966 quando l'Ombrone ruppe gli argini
Alluvioni in Toscana
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he n corda l mpegno s t
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Jeep ealcune moto dell'epoca.
All'interno le divise degli agenti. Guardarle e ascoltare i ricordi di chi ha vissuto quei momenti, come Nicola Tirabassi è
emozionante. «La gente era preoccupata - ricorda Tirabassi venivano sotto il distaccamento di Arcidosso a chiedere noti-
GTTùii ifs LLESThV a , 'ff' ; Due agenti di Polizia accanto a un
mezzo che fu usato per i soccorsi durante l 'alluvione del 1966
travolgendo tutto cò che lo separava dalla città e anche oltre.
«QUANDO avvenne l'alluvione più o meno ero piccino come voi - ha detto il questore
Zanni rivolgendosi agli alunni
ospiti - Allora si parlava soprattutto di ciò che accadde a Firenze con l'Arno, solo un po' più
tardi ho scoperto quanto tragico fosse stato quel giorno anche per la comunità di Grosseto. Il senso dell'inaugurazione
di questa mostra risiede proprio nel ricordare i gesti eroici
degli uomini e delle donne protagonisti dei soccorsi di quei
giorni». Sul piazzale della questura sono in esposzione due
li alunni
delle scuole elementari
ospiti di riguardo
zie dei parenti a Grosseto. Allora ci attivammo; accesi la moto
con l'altoparlante, chiedevamo
informazioni a Grosseto e poi
li riferivamo ai cittadini preoccupati». Analoga mostra è stata
inaugurata al comando provinciale dei vigili del fuoco con la
collaborazione dei carabinieri
e della Guardia di Finanza.
Pagina 209
M E MO RIA Un ' Immagine
dell'alluvione che nel ' 66 colpi Grosseto
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MARTEDÌ in edicola, gratis con il nostro giornale, sarà disponibile la quinta foto d'epoca che immortala una delle tante scene ancora impresse nella
memoria relative all'esondazione del
fiume Ombrone del 4 novembre 1966.
Un immagine che fa parte della raccolta che il nostro giornale mette a disposizione dei lettori, in abbinamento
con il quotidiano, ogni martedì e giovedì fino al prossimo 8 dicembre. Nelle foto viene fissata la città invasa da
acqua e fango; ma viene anche raccontato il lento ritorno alla normalità. Immagini e memorie di un passato che
ha segnato una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo. Che sono
un pezzo di storia della Maremma. Sono tratte da due archivi importanti:
l'Archivio Fratelli Gori e l'Archivio
Giacomo Aprili. A Firenze, invece,
nella sede de La Nazione prosegue la
mostra fotografica grazie alla quale è
possibile rivivere ogni momento di
quei drammatici giorni.
Alluvioni in Toscana
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RESTAURO CU RATO DAL CONSORZIO DI BONIFICA 6 TOSCANA SUD
-1 1
La Piramide torna a1 suo splendore: lunedì l'inaugurazione
LUNEDÌ mattina alle 11 alla Steccaia sarà
inaugurato il recupero della Piramide.
Inaugurazione inserita nel programma generale delle iniziative in ricordo della grande alluvione del 1966. Al taglio del nastro
della ritrovata Piramide parteciperà il presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud al quale si deve il recupero, Fabio
Bellacchi. Insieme a lui ci saranno ovviamente le massime autorità cittadine. Gros-
Alluvioni in Toscana
seto si riappropria così di una parte della
sua identità. Eretta da Leopoldo II di Lorena, la Piramide si trova alle spalle di Ponte
Tura, sulla diga della Steccaia, in fondo a
un viale alberato, ove si trova anche una
terrazza che si affaccia sull'ansa del fiume
Ombrone. Grazie al Consorzio di bonifica
6 Toscana Sud che l'ha restaurata con grande impegno e determinazione, torna finalmente nel patrimonio storico e culturale
della città. In particolare, sono state recuperate le targhe, datate rispettivamente, 1830
e 1842, volute allora proprio dal Granduca
di Toscana, per celebrare la nascita di quello che in origine era un parco monumentale. E' il ventre da cui è nata la Maremma,
l'origine della nostra pianura. Ponte Tura,
rimane ancora oggi un gioiello di archeologia industriale della bonifica. Una delle
opere idrauliche più significative d'Europa.
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BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA
anc no enonrie
che non b asta d
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la díga pu ò ali,
dall'inviato
STEFANO CECCHI
LAGO DI BILANCINO (Firenze)
LA' DOVE c'era l'erba ora c'è una
città d'acqua. Un enorme lago artificiale di quasi 70 milioni di metri
cubi di acqua, che ha cambiato per
sempre quest'angolo di Mugello, risolvendo il problema secolare della
sete della piana fiorentina. «E anche a salvare Firenze dalle alluvioni?», chiedo. «Beh, essere visti come potenziali salvatori di Firenze
mi pare troppo. Diciamo che potremmo contribuire ad attenuare
una piena, ma se non vengono fatte
le altre opere previste dopo il diluvio del '66, noi potremmo ben poco per salvare Firenze».
Uianluigi Pompei è il responsabile
della diga di Bilancino, ovvero di
quest'enorme invaso realizzato alle
porte di Barberino che regima la
L'invaso rei a la Sieve
e altri sette torrenti. Può
arrivare a 84 milioni di mc
Sieve e altri sette torrenti che vi
confluiscono.
UN GIGANTE di terra, pietre e acqua con una storia secolare alle
spalle. Risalgono infatti all'800 i
primi documenti che testimoniano
della volontà di realizzare un invaso per trattenere le acque della Sieve e farle diventare una riserva idrica per l'area fiorentina. Solo che,
con l'alluvione del 1966 Firenze,
mise a nudo la pericolosità del suo
sistema fluviale, e il progetto venne
modificato: non più solo una riserva idrica ma un bacino più grande
che potesse contenere fino a 84 milioni di metri cubi di acqua, per poter laminare le piene, come dicono i
tecnici. Ovvero poter trattenere in
caso di maltempo una massa consistente di acqua per ridurre i rischi
di alluvione. Bene.
Alluvioni in Toscana
l
'
no
Ar
ssirno ridurre (di poco) le piene
LAVORI iniziarono nel 1984 e terminarono nel 1995. Quindici anni
per realizzare una diga-colosso di
terra, pietre e sassi lunga 710 metri,
alta 42 e con un basamento largo
250 metri che ha imprigionato la
Sieve dopo 10 km del suo corso.
Un gigante indistruttibile: «Per
buttarlo giù - scherza Pompei - ci
vorrebbe una scossa del 10° grado
della scala Riechter, ma in quel caso sarebbe l'unica costruzione a restare in piedi nella zona».
Oggi la diga di Bilancino, gestita
da Publiacqua, ha risolto dunque il
problema della sete della piana che
va da Pistoia a Firenze (se smettesse di piovere l'acqua contenuta ne
soddisferebbe il fabbisogno per
due anni), ma non quello delle alluvioni. Lo spiegano bene le cifre.
IL LAGO normalmente contiene 69
milioni di metri cubi di acqua. In
emergenza si può arrivare a un limite di 84. La differenza, ovvero 15
milioni di metri cubi, è la cosiddetta laminazione, ovvero l'acqua trattenuta per limitare la piena della
Sieve e, di conseguenza, dell'Arno.
Se uno considera che nel 1966 la
massa d'acqua che si rovesciò su Firenze fu di 150 milioni di metri cubi, si capisce come l'impatto di Bilancino su una potenziale nuova alluvione sia pari al 10% di ciò che
servirebbe per evitarla. Per capirci:
se la diga ci fosse stata già nel 1966,
l'acqua in piazza Santa Croce invece di arrivare a 3 metri si sarebbe
fermata a 2 metri e 70. Sai la consolazione. Per trattenere più acqua sarebbe stato necessario costruire la
diga più a valle, verso Pontassieve.
Ma le condizione geografiche non
avrebbero mai reso possibile la cosa. Così, per salvare Firenze in caso
di piogge clamorose ci vorrebbero
altre opere: casse di espansione,
sbarramenti. Ma molto di ciò oggi
è ancora in fase di progetto. Il che
spiega perché ogni volta che il maltempo fa la faccia feroce, ai fiorentini non resti che rivolgersi al cielo e
fare voti perché smetta di piovere.
50 anni dopo l'alluvione non è
granché come stato delle cose.
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Vi confluiscono la Sieve
+7affLuerati
Mffioni Mc
IL
PE RCORSO
Nel grafico a
sinistra è
indicatala
Sieve, il
principale degli
8 affluenti che
si riversano
nel lago di
Bilancino, per
poi proseguire,
attraverso
l'opera di
scarico, un
tubo
sotterraneo,
verso l'Arno
Mauro Grassi (a capo di Italia
Sicura, l'unità di missione
del governo) intervistato sul
tema del rischio idraulico del
bacino dell'Arno ha risposto
che il 70 % delle opere per la
sicurezza è ancora da fare.
Servono molti soldi e almeno
5 anni di tempo
L'assessore regionale
all'ambiente Federica
Fratoni ha dichiarato che
serve subito un anticipo dal
governo (almeno 5 milioni di
giuro) sui 55 stanziati nel
2015 per avviare le 4
necessarie casse
d'espansione.
Livelli di
'L.óAi"E UN PGE
guardia domenica scorsa in città
Alluvioni in Toscana
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FON DAZIONE FRIENDS OF FLORENCE
`L'indemoniata' da salvare
UN PREMIO in denaro per restaurare un'opera d'arte fiorentina,
danneggiata dall'alluvione. Angela Tascioni si aggiudica il III
`Premio Friends of Florence', assegnato dall'omonima
Fondazione, per finanziare un intervento di restauro su un bene
culturale presente in città. Il riconoscimento, dell'importo di
20mila euro, è stato assegnato ieri, in occasione della giornata
conclusiva della V edizione del Salone dell'Arte e del Restauro
di Firenze. Il progetto vincitore prevede il restauro e la
diagnostica non invasiva del dipinto `Il miracolo
dell'indemoniata guarita da Santo Vescovo', proveniente dalla
chiesa di San Jacopo Soprano di Firenze e attualmente
sistemato nei depositi della chiesa di Santa Felicita.
Alluvioni in Toscana
Pagina 214
m
-2 -2
A grande richiesta la mostra raddoppia
APERTURA OGGI E DOMANI CON ORIO CONTI N UATO
ESTE
' aperta eccezionalmente con orario
continuato oggi e domani dalle 9.30 alle 18 la
mostra sull'alluvione organizzata da La Nazione.
«L'Arno straripa a Firenze» racconta il dramma
di una città attraverso i giornali e le foto d'epoca
del quotidiano dell'epoca, ma anche con filmati
inediti e nostre interviste ai protagonisti di quei
giorni. In quel terribile del 4 novembre 1966 e in
quelli successivi «La Nazione» compì infatti un
piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici
riuscirono a fare andare lo stesso sempre il
quotidiano in edicola, nonostante la rotativa fosse
coperta di acqua e fango e quindi inutilizzabile.
Il giornale fu stampato nella sede del «Resto del
Carlino», con i poligrafici fiorentini che andarono
a Bologna poche ore dopo l'alluvione.
La mostra ha riscosso un grande interesse nei
fiorentini che hanno affollato in questa settimana
l'auditorium Attilio Monti dove è allestita
l'esposizione. Dal mattino al tardo pomeriggio
con la presenza massiccia delle scuole che
possono approfittare ancora per prenotarsi e
venire a visitare la mostra, chiamando alla
segreteria di redazione (tel. 055.2495870). Anche
nella giornata di ieri, tantissime le presenze.
Ospite d'eccezione Ferruccio Ferragamo,
accompagnato dal figlio. giunto nella sede de «La
Nazione» nel pomeriggio. Poi, hanno avuto modo
di salutare il direttore Pier Francesco De
Robertis, anche i vertici regionali e fiorentini di
Confesercenti e gli associati del Gruppo
Fotografico Quintozoom.
Tantissimi visitatori anche ieri
Alluvioni in Toscana
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Dagli Uffizí
alla Biblioteca
nazionale
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rivisitando
II disastro anni dopo negli scatti di Lorenzo Concas
il dramma
i ponti che resistettero alla piena e i luoghi della rinascita
in chiave si m lica
Lorenzo
Concas
che questa
settimana
ha guidato
la nuova
versione
di#BeTuscan
realizzato in
collaborazione
con la
communitydi
instagramers
Toscana
instagram.com
ligerstoscana
di Paola Taddeucci
I lungarni di Firenze distrutti e
i ponti rimasti in piedi. Le hotteghe orafe spazzate via dalla
furia del fiume. La biblioteca
seppellita dal fango. E gli Uffizi, devastati da acqua e melma. A pochi giorni dal cinquantesimo anniversario dell'
alluvione di Firenze, l'emozione del ricordo continua grazie
a Instagrain ed a #BeTuscan,
l'iniziativa de Il Tirreno che da
questa settimana inaugura
una nuova veste. Protagoniste
sono ancora le comunità degli
instagramer, non più soltanto
come fotografi di bei luoghi toscani, ma narratori di fatti, storie, leggende, personaggi, iniziative e curiosità che riguardano la regione.
Come sempre gli igers si avvicenderanno di settimana in
settimana a gestire il profilo Instagram de Il Tirreno, dove posteranno il loro racconto fotografico, con testi e immagini.
Ad esordire in questa nuova
veste è Lorenzo Concas, di
@igers±irenze, architetto di
professione, che dal4 al 10 novembre ha ricordato il disastro
di cinquant'anni fa con alcune
immagini-simbolo. La prima
non poteva essere che la Biblioteca nazionale. «Simbolo
dell'alluvione - sottolinea Concas - ma anche della rinascita
di Firenze». Della quale lui, come la sua famiglia originaria
della Sardegna, ha ascoltato e
visto racconti, testimonianze e
filmati con l'attenzione di chi,
arrivando da fuori, vuole sapere tutto della sua nuovapatria.
E la rinascita, per Concas,
ha anche le fattezze delle botteghe orafe di Ponte Vecchio,
risistemate dopo la distruzione, e del Lungarno Acciaiuoli,
di cui è ben visibile la parte ricostruita. Ci sono, poi, i ponti
che si sono salvati. Quello di
SantaTrinita per Concas è tra i
più belli di Firenze. «Distrutto
più volte dalla furia dell'Arno e
dai tedeschi nel 1944 - spiega -
Alluvioni in Toscana
fu ricostruito nel 1958 secondo i disegni originari di Michelangelo e ha resistito alla piena
del 1966». Ancora più possente il Ponte alle Grazie: indenne
a tutte le grandi alluvioni, compresa quella di cinquant'anni
fa, non ce la fece, però, contro
la furia della guerra; venne rifatto nel 1957.
Infine gli Uffizi, altro luogo
simbolico del disastro e del ritorno alla vita.
Il ricordo continua sabato
12 novembre con l'instameet
organizzato dagli igers fiorentini e dall'Ordine degli architetti: a partire dalle 10 (partenza
da piazza Strozzi) una passeggiata lungo il fiume tra i luoghi
dell'alluvione.
Il Palazzo degli EiU l w R acciaio sa i'Arno a Firenze
Pagina 216
II Ponte Santa Trinita e il Ponte alle Grazie che resistettero alla piena
dell'Arno che provocò l'alluvione di Firenze del 1966
e al centro la Biblioteca nazionale che fu invasa da acqua e fango
Alluvioni in Toscana
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In salvo per una scala a pioli marcia
Enzo Bernabíni racconta l'alluvione: «Mi rifugiai dai Barbetti e rimanemmo stipati per ore in soffitta»
di GIOVANNA MEZZANA
scoltando il suo racconto sembra che quanto di
spaventosamente straordinario gli successe quel 4 novembre del '66 abbia influenzato tutta la sua vita successiva:
quella professionale, soprattutto. Enzo Bemabini ha trascorso
40 anni nel corpo dei vigili del
fuoco e, pur in pensione, continua a prestare servizio come volontario nel nucleo sommozzatori.
Scopriamo la sua storia grazie
a sua nipote: Arianna Bemabini, che ha esposto nella vetrina
dell'agenzia di viaggi labalì di
via Vinzaglio - di cui è una dei titolari-foto che l'Agenzia Rf scattò in quei giorni consegnando alla storia e alla memoria un archivio preziosissimo. Le chiediamo
il perché: «Perché nella mia famiglia - risponde Arianna - ha
sempre circolato la storia di zio
Enzo, fratello di mio padre, rimasto disperso per quattro giorni.
Tutti lo credevano morto. E invece no, zio Enzo si era salvato».
Enzo Bemabini oggi ha settant'anni (e ne dimostra assai
mena, nel fisico e nello spirito):
nel '66 ne aveva venti. «Ero militare - inizia il racconto - e quel
giorno ero in licenza. Presi la
macchina per andare a trovare
la mia fidanzata». Cioè Roberta,
che poi diventerà sua moglie e
che allora abitava a Marina di
Grosseto. «Guidavo verso il podere Querciolo - riprende - e
pioveva, pioveva.... Al Pianetto
mi si ferma la macchina».
Pareva che avessero aperto le
cateratte: «Montai sul cofano dice - Poi cercai di asciugare lo
spinterogeno, ma l'auto non ripartiva. Ad un certo punto vedo
un uomo che gesticola dalla fine-
Alluvioni in Toscana
stra di un casale. Urlava: "Ma sei
pazzo? Cosa fai? Vieni qui". A
quel punto mi decisi e andai verso dilui».
Cominciala tregenda. «Per arrivare alla soglia del casale - descrive - c'era in mezzo un ponticello, ma pioveva talmente forte
che non si vedeva niente. E così
dalle finestre urlavano: "Un po'
più a destra, no, un po' più a sinistra.Va di qua, vai di 1à"».
Alla fine Enzo riesce a guadagnare l'uscio. E salvo. Per il momento. E ospite della famiglia
Barbetti. Ad un certo punto però
la paura comincia a salire, così
come il livello dell'acqua lungo
le pareti della casa di campagna.
«Non avevamo scampo - dice
Enzo - L'unica via di salvezza
era quella di riuscire ad acchiappare la scaletta a pioli, mezza
marcia, e di salire in soffitta».
Ce la faranno: Enzo e tutta la
famiglia Barbetti, che per altro
aveva una figlia di pochi mesi.
«Salimmo in soffitta alle 11 della
mattina e si stette lì ore e ore».
Quando l'emergenza finisce,
Enzo scende giù e cerca la via di
casa: «Passai da dietro Villa Pizzetti, dal sanatorio, e sbucai in
Campo della Fiera. Arrivai a casa
e non trovai nessuno». Tutta la
famiglia era fuori a cercarlo: anche suo fratello, il babbo di
Arianna, che aveva 14 anni. Si
erano fatti zattere di fortuna e
scivolavano sull'acqua cercando notizie di Enzo. Ormai disperati - erano passati quattro giorni- tornarono a casa: «E quando
mio padre spalancò la porta di
casa - ride Enzo - Io ero in bagno: davanti allo specchio, a farmi la barba. E poi, forse non mi
bastava, entrai nei somnmozzatori». E lì, Enzo, è ancora adesso: i
destini della vita.
Pagina 218
L'INIZIATIVA
IL 500 ANN IVERSAR IO
In mostra i* mezzi cii soccorso
L'esposizione è aperta fino alle 12 nella sede della Questura
er il 50° anniversario
dell'alluvione che il 4 novembre 1966 colpii Gros-
seto con l'esondazione del fiume Ombrone, la prefettura di
Grosseto, con altri partner pubblici e privati, ha promosso un
cartellone di iniziative, in ricordo di quel drammatico giorno,
fra le quali ci sono numerosi appuntamenti in città e in Maremma.
La Questura, il Corpo forestale dello Stato e la Croce rossa
hanno aderito alla commemorazione organizzando per oggi
- dalle 9 alle 12, negli spazi della
Questura di Grosseto, in piazza
Giovanni Palatucci 1- una mostra in cui saranno esposti i
mezzi in uso durante le emer-
luvione (che è anche sul sito del
Tirreno).
Una foto dell'epoca
genze di protezione civile appartenenti alla polizia di Stato,
al corpo forestale dello Stato e
alla Croce rossa.
La polizia di Stato ha realizzato un video con le immagini
dell'apocalittico giorno dell'al-
Contemporaneamente anche il comando provinciale dei
vigili del fuoco, l'arma dei carabinieri e la guardia di finanza allestiranno una mostra alla caserma del comando dei vigili
del fuoco in cui verranno esposti i mezzi in uso durante le
emergenze di protezione civile.
All'interno della questura, invece, verranno allestiti spazi
espositivi con raccolte fotografiche, divise storiche ed altri reperti.
Ieri l'apertura di entrambe le
mostre è stata dedicata alle scolaresche, mentre oggi sarà aperta ai cittadini ed a tutti coloro
che saranno interessati.
via dei Lavatai e il racconto : «Quellu saio %st
via dei Lavatoi (nella foto sopra):
il viaggio nella grande alluvione,
promosso dal Tirreno , oggi fa
tappa qui ; in edicola, in regalo con
la copia dei quotidiano , c'è la foto
che l'Agenzia Bf scattò alla strada
dove un tempo c'erano vasche e
cannelle pubbliche per le donne al
bucato . E con la foto c'è anche un
racconto di Franco De Angelis,
Alluvioni in Toscana
uno degli occupanti dei gommone
che vedete nella foto sopra:
«Allora: io sono quello in mutande
che rema» comincia il racconto di
questo cittadino, da cui traspare
tutta la drammaticità di quei
giorni.
Con oggi siamo alla sedicesima
tappa di questo lungo viaggio, che
riprenderà da lunedì.
Pagina 219
immagini della Cittadella, arroccata nord dell'Arno
i' i r
ió
i
i pìsane venívano varate
isa" "miracolata"
Tanti erano
convinti
che
avrebbe finito
rs
er erla
di ANDREA LANIN I
ra Pisa e l'Amo è l'inizio
di una nuova pace. Dopo aver fissato sulla pellicola, nelle giornate nere del 4 e 5
novembre 1966, le agghiaccianti fasi della piena, dell'esondazione, della deturpazione del
centro storico, le cui vie, piazze
e borghi sono tuttora sotto il
fango, la macchina fotografica
di Luciano Frassi immortala il
lento ritorno alla normalità. Appassionato vespista (è con lo
scooter della Piaggio che, di preferenza, il fotoreporter si sposta
da una parte all'altra della città
peri suoi servizi), può finalmente salire di nuovo in sella, ora
che le strade sono di nuovo libere - o quasi - dall'acqua. L'attrezzatura sul portapacchi, i "ferri
del mestiere" appesi al collo, il
ronzio di un piccolo motore
scoppiettante: è in questi pruni
giorni di quiete che il suo obiettivo cattura l'immagine che vi
proponiamo oggi. Siamo nella
zona della Cittadella. Sullo sfondo, svetta la sommità della Torre Guelfa, testimone fiera di antichi splendori, simbolo caro ai
pisani, in gran parte ricostruito
Alluvioni in Toscana
nel '56 dopo i pesanti danni provocati dalle bombe del '44. Il
manto stradale è ancora allagato, mala grande paura è passata: lo dimostra, a modo suo, la
gaia baldanza con cui questo signore già avanti con gli anni sfida, assieme alla sua Vespa, lo
specchio di fiume che, tenacemente, ancora assedia l'asfalto.
L'occhio del fotografo deve aver
guardato con simpatia, con allegra solidarietà, quest'ignoto
centauro i cui piedi, grazie alla
carenatura del velocipede, sembrano solcare la pozza lirnacciosa della Cittadella con la grazia
con cui gli appassionati di sci
nautico sfidano la resistenza dei
flutti. Magari riconoscendo,
nell'involontario protagonista
dello scatto, qualcosa di se stesso. Questo signore in Vespa, ad
esempio. Le due piccole ruote
dello scooter sono quasi cornpletamente coperte dalla poltiglia fangosa lasciata dal fiume,
mailmotore tiene, e lui, saldo in
sella, tira dritto, nonostante la
strada sia in discesa e la situazione rischi di peggiorare di lì a pochi metri. Una tenacia che, forse, servi anche ad esorcizzare la
paura, a salutare la salvezza della città col brivido di un tragitto
ardito. Pisa fu "miracolata", raccontano le cronache di quei
giorni del novembre 1966. In
tanti erano convinti che l'ondata di piena che nel pomeriggio
del 4 novembre inghiottì Pontedera avrebbe finito per sommergere anche Pisa. Le cose, per fortuna, andarono diversamente.
Orgogliosamente arroccata a
nord dell'Arno, nella parte di
tramontana, la Cittadella, le cui
origini risalgono al Duecento,
ospitò gli arsenali repubblicani
e medicei. Era da qui che le navi
pisane venivano varate. Pesantemente bombardata nel 1944,
la Cittadella uscì con le ossa rotte dalla guerra. Ma, anche quella volta, seppe rimettersi in piedi ben presto. D'altra parte la
storia l'ha ben temprata, abituandola ai fasti come alle sventure. Una delle peggiori fu la
scorribanda saracena del 1004
(altre fonti parlano del 1005, come anche del 1015 o addirittura
del 1024), quando schiere di
sgherri, arrivati a bordo dei navigli del tremendissimo re Museiio, assaltarono le sponde delfiume per poi riversarsi in città,
saccheggiando, incendiando,
appestando Pisa con esecrabili
gesta. Nacque in questo periodo la leggenda della coraggiosa
Cinzica (o Kinzica) de' Sismondi, leggiadra pulzella destinata a
diventare, grazie alla propria romanzesca biografia, una sorta
di Giovanna d'Arco benedetta
dalle spume dell'Arno. L'epica
giovinetta avrebbe, nei primi attimi in cui si spandeva in Pisa la
devastazione saracina, attraversato l'unico ponte romano allo-
ra esistente a cavallo del fiume
per correre al palazzo del Parlascio e avvertire i consoli del pericolo incombente; e questi, facendo suonare le campane a
stormo, avrebbero radunato i
pochi armati rimasti in città - il
grosso dell'esercito impegnato
in lontane prodezze - per scacciare vittoriosamente l'invasore. E così andò, secondo alcune
fonti. Secondo altre, l'assalto fu
un completo successo per i pirati: vecchi e bambini trucidati, le
donne vendute come schiave.
Nel dubbio, piace pensare siano
vere le prime.
Pagina 220
La zona della Cittadella immortalata da Luciano Frassi qualche giorno dopo gli allagamenti della città per l'alluvione del 4 novembre 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 221
li libro di Meticci
raccontato domani
alla "Spina"
A cinquant'anni dal crollo dei
Ponte SoIferino. Si chiama così
l'evento che domani, nella
chiesa della Spina, servirà per
presentare il libro "il giorno
dell'alluvione", di Giuseppe
Meticci, giornalista pisano,
edito dalla Ets. All'incontro
oltre all'autore del libro, alla
sua terza edizione, saranno
presenti anche Paolo Ghezzi,
vicesindaco dei Comune di
Pisa e Isabella Bonamini,
autorità di Bacino dell'Arno. il
volume, presentato giovedì al
Lions Club Pisa Host , racconta
dei 4 novembre dei 1966,
giorno dell'alluvione anche a
Pisa e in Provincia. «un libro dice Meticci - che vuole
Alluvioni in Toscana
ricordare a chi c'era l'evento
più drammatico subito da Pisa
dopo la fine della guerra. E
anche per far sapere ai giovani
che cosa è davvero successo il
4 novembre 1966 e nei giorni
successivi. Dal mancato
allarme, alle opere di difesa
lasciate colpevolmente
incompiute . Dalla difficile
ripresa dell'economia nella
zona della provincia più
danneggiara (Pontedera,
Santa Croce e Castelfranco)
fino alla cicatrice, mai
rimarginata, dei lungarni
pisani privati del ponte
Solferino, il più bello della
città». il libro è arricchito da
una documentazione
fotografica in gran parte
inedita e, nella terza edizione,
ampliata anche con la
documentazione fotografica
delle piene che si sono
verificate nel Pisano nel 2014.
In appendice il libro ospita un
intervento dell'ingegner
Isabella Bonamini , dirigente
tecnico dell'Autorità dei
Bacino dell'Arno, sulle opere
che fino a oggi sono state
compiute e su quelle che
rimangono da realizzare. A
completare il volume scritto
dal giornalista c'è anche un
testo del vicesindaco di Pisa,
Paolo Ghezzi che si occupa grazie alla delega che gli è
stata affidata - delle questioni
della Protezione civile.
Pagina 222
Lido M atteoni, ex vigile
urbano ricorda l 'alluvione
AllaDogana
mostra di foto
e convegno
NEL cinquantenario dell'alluvione di Firenze del '66,
che colpì anche Ponte Buggianese, l'amministrazione
comunale in collaborazione
con il Consorzio 4 Basso
Valdarno, ieri ha organizzato alla Dogana del Capannone di Anchione, un incontro educativo dal titolo «Alluvione del 1966 - Tracce di
memoria e rischio idrogeologico», rivolto agli alunni
delle scuole del territorio ed
alla popolazione . All'incontro hanno partecipato il sindaco Pier Luigi Galligani,
l'assessore alla Cultura Maria Grazia Baldi e l'ingegner Lorenzo Galardini del
Consorzio 4 Basso Valdarno. Hanno inoltre reso testimonianza di quei giorni
agli alunni : Giuseppe Cortesi, Mazzei Remo, Lido Matteoni e Nannini Antonio,
quest'ultimo autore di un
filmato dell'epoca. Inoltre
la pubblica assistenza Croce
oro in qualità di protezione
civile ha esposto strumenti
per fronteggiare casi di alluvione. Oggi, calle 10, sempre alla Dogana, è in programma l'apertura di una
mostra fotografica, con le
immagini di ciò che avvenne 50 anni fa e un convegno
sul rischio idrogeologico
con l'assessore regionale
all'ambiente Federica Fratoni.
Alluvioni in Toscana
Pagina 223
Alluvioni, città storiche
ancora a rischio
50 anni dopo Firenze
Sono passati 50 anni, e certamente molto è
stato fatto, ma molto resta da fare. Di certo,
a restare è la paura. A mezzo secolo di
distanza dalla tragica alluvione dell'Arno che
deturpò Firenze, la minaccia di una tragedia
non è poi tanto lontana, come dimostrano gli
effetti del meteo di questi giorni. Proprio per
ricordare l'alluvione di Firenze, e di mezza
Toscana, del 1966, l'Ordine dei Geologi della
Toscana e il Consiglio Nazionale dei Geologi
hanno organizzato il convegno «Città storiche
ed alluvioni. La Geologia e la Gestione del
rischio». Il convegno si svolge a partire dalle
9,30 di venerdì 11 novembre all'auditorium
Cosimo Ridolfi della Banca Cassa di
Risparmio a Firenze (via Carlo Magno 7).
Come sottolinea la presidente dei Geologi
della Toscana, Maria Teresa Fagioli «il
convegno vuole ricordare l'evento disastroso
del 1966 in modo costruttivo con una
giornata che con un'analisi tecnico-politica,
sottolinei in una "visione geologica" i
differenti risultati che si potrebbero
conseguire nella gestione del rischio
applicando la pianificazione e la
progettazione multidisciplinare/geologica,
dinamica ed ad ampio spettro, rispetto a
quella invece prevalentemente puntuale,
statica e riferita solo alle opere». Il presidente
del Consiglio Nazionale dei Geologi
Francesco Peduto sottolinea che ««e vogliamo
finalmente mettere in atto delle azioni serie di
contrasto dei georischi, un ruolo centrale, sia
dal punto di vista scientifico che da quello
professionale, lo gioca il geologo, ma il punto
è che siamo ancora lontani da politiche
efficaci di salvaguardia del territorio e delle
vite umane. Queste sono prevalentemente
ancora incentrate sulla riparazione dei danni
e sull'erogazione di provvidenze ad evento
accaduto, dimostrando la lontananza da una
cultura di previsione e prevenzione, basata
sull'individuazione delle condizioni di
rischio e volta all'adozione di interventi
finalizzati alla minimizzazione dell'impatto
degli eventi, per le quali sarebbe necessaria
anche una nuova cornice legislativa: una
moderna legge quadro sulla difesa del suolo
attraverso il riordino e il rafforzamento della
filiera istituzionale e normativa, che dovrebbe
puntare a dare concreta effettività agli
obblighi di legge vigenti, sostenendo, anche
finanziariamente, gli enti territoriali a questo
titolo coinvolti ed a mettere a sistema gli
interventi di risanamento con le azioni non
strutturali».
La giornata, sottoliea la presidente Fagioli,
sarà anche un modo per confrontarsi anche
con altre «realtà europee dove sono presenti
città che sono o sono state afflitte da
problematiche di rischio alluvionale simili.
Un confronto fra differenti approcci e
tecniche di intervento e diverse politiche di
gestione del rischio». Il convegno vedrà la
presenza del dipartimento nazionale della
protezione civile, Mauro Grassi responsabile
della struttura missione contro il dissesto
idrogeologico, Gaia Checcucci Direttore
Generale della Direzione «Salvaguardia del
Territorio e delle Acque» del Ministero
Ambiente e Riccardo Nencini, vice ministro
alle Infrastrutture e Trasporti.
Alluvioni in Toscana
e, iz ,e o , armentar¡»
Pagina 224
Catastrofi senza colpevoli
in cui rinasce il meglio di noi
DI ANTONIO LovAsclo
Sa che Madre
Natura non scende a patti
con l'uomo. Giovanni
Morandi
(nella foto) ne
ha raccontate e
commentate di
tragedie in più
di 40 anni di
professione,
prima da
cronista, poi da
inviato,
successivamente
da direttore ed
ora da
editorialista. Ha
visto il mondo
cambiare,
curarsi le ferite; popoli lottare
per la libertà, regimi politici
mutare pelle. Ora vorrebbe
veder salvato il cuore
dell'Italia, lacerata dalle scosse
sismiche che dal 24 agosto si
sono abbattute con
drammatica intensità e
violenza sulla dorsale
appenninica, cancellando
interi borghi con chiese di alto
valore artistico, devastando il
patrimonio e attività
produttive. Quindi ci sono case
(più di 40 mila sfollati!),
servizi ed identità da ricreare.
Ne parliamo con Morandi
mentre da Bompiani è da poco
uscito il suo libro
sull'Alluvione toscana di 50
anni fa: senza indulgere nei
dettagli tragici, offre una
cronaca accurata di quei
momenti, ma soprattutto un
preciso ritratto di un'Italia
ormai perduta fatta di
solidarietà e voglia di
ricostruire. In una stagione
letteraria per lui fertile,
quest'anno il giomalistascrittore fiorentino ha pure
riproposto con Polistampa
tutta la vicenda della «beffa di
Modigliani», dando la parola
anche ai falsari, quelli che venti
anni fa erano tre ragazzi
burloni e che adesso
raccontano come quella beffa
ha cambiato la loro vita.
Giovanni Morandi, l'Italia
passa da un'emergenza
Alluvioni in Toscana
all'altra . Si susseguono
terremoti devastanti
intervallati da alluvioni senza
colpevoli . Che impressione ti
fa questo Paese così fragile
che si va sgretolando?
«Che non ci siano colpevoli o
che non si trovino penso sia un
bene. Perché trovare colpevoli
di terremoti o di sciagure
imponderabili? Esistono anche
quelle, non si può tutto
prevedere e programmare.
Dunque mi compiaccio che
non ci siano capri espiatori,
perché in caso contrario sarei
assalito dal dubbio sulle
somiglianze tra i presunti
colpevoli di oggi e quelli di ieri
che seminavano la peste e
venivano detti untori. Sulle
sciagure in genere constato
l'efficienza che stanno
rivelando o, prudentemente,
che sembrano dimostrare le
operazioni di soccorso e di
ricostruzione e le misure
preventive che devono pur
avere avuto un peso nel
contenimento nel numero di
vittime, che al momento per
fortuna, anche se è molto
grave, è lontano dai bilanci di
terremoti precedenti come
quello dell'Irpinia o del Friuli
o del Belice.
Contemporaneamente
aggiungo però - e lo dico da
semplice osservatore che ha
seguito come giornalista alcuni
terremoti, dunque lo dico non
da esperto o sismologo, ma da
profano - che sono
preoccupato dall'accelerazione
che sembra abbiano avuto
questi fenomeni sismici. Il che
non può che sollevare
inquietudine sul futuro e
timore per la sicurezza delle
persone e per la conservazione
del nostro patrimonio
architettonico e artistico».
Che impressione ti fa l'Italia?
«Nelle sciagure dà il meglio di
sé. Rivela capacità, generosità,
solidarietà. Sarebbe meglio
però esibire queste virtù in
circostanze diverse».
Mi parli di questo slancio
come lo vedesti 50 anni fa
nell'alluvione e come lo hai
descritto nell'ultimo libro
«Poi il fiume diventò nero»?
«L'alluvione di Firenze fu il
primo caso di catastrofe che
innescò un effetto mediatico
planetario. Quando la nostra
vecchia cara Rai stava ancora
sonnecchiando, Radio Londra
lanciò un Sos: "Stiamo
perdendo la culla della nostra
civiltà". E da lì partì l'allarme
internazionale con le tv
americane che cominciarono a
sfornare news sul disastro a
getto continuo. Migliaia di
ragazzi da tutto il mondo
accorsero in aiuto, tanti
scappando da casa. E da lì
nacque una nuova gioventù,
che chiamarono angeli del
fango poi capelloni, poi
pacifisti, poi contestatori, poi
sessantottini. Certamente
giovani che non erano più
disposti ad accettare in modo
passivo un mondo di
conformismi».
Eri un ragazzo di periferia,
abitavi a Gavinana, il rione a
cui hai dedicato il tuo nuovo
libro e dove abitavano Gino
Bartali e Gastone Nencini.
Singolare, no?
«Gavinana era un mix di
popolo e di nomi famosi,
ricordo che sulle colline
attorno al quartiere abitava
Giovanni Spadolini, il maggior
critico d'arte Roberto Longhi,
la scrittrice Anna Banti, il
mecenate Loeser amico di
Barenson, o Eckart Peterich il
cui salotto era frequentato da
Giorgio de Chirico, Carlo
Emilio Gadda, Ezra Pound,
Eugenio Montale, Carmelo
Bene. E poi c era il popolo con
frotte di ragazzini nati nel
dopoguerra che riempivano le
strade sterrate. Ora quelle
strade sono piene di auto, di
anziani e di badanti».
Tu hai scritto anche un libro
sulla beffa di Modigliani, lo
scherzo fatto nel luglio 1984
da alcuni ragazzi di Livorno
che imitarono delle sculture
facendole passare per
autentiche. Ma c'è ancora
voglia di scherzare in Italia?
«Sì, c'è ma mancano i motivi
per ridere. E con certi comici
che ci sono e certi guardiani di
frontiera che vorrebbero
buttare a mare i disperati che
arrivano con i barconi a volte
ridiamo per non piangere».
Pagina 225
«Poi il fiume diventò
nero» è il libro
che il giornalista
Giovanni Morandi
ha dedicato
all'alluvione di 50
anni fa. Le sue
riflessioni sulle
emergenze vissute
dal nostro paese,
fino al terremoto
di questi giorni
Nella sua carriera anche
l'ammainabandiera dell'Urss
Iercntine-rlec, (;ievanni Merandi ha messe i suei
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2004 I ancheautoreelci Iihri .AIpiniiInllc,AIpi
all;Af;lunli tan e Italia mrntionuano. Nel 2'003 ha vinto
il Premio (;iernalista dell'Anno dell'iAna
Alluvioni in Toscana
Pagina 226
La depositerà la lista Cresce San Giovanni durante il consiglio comunale del29 novembre
Allagamenti: verso la richiesta, di istituire
una commissione speciale d'inchiesta,
di Michele Bossini
SAN GIOVANNI VALDARNO - A una settimana
dall'ondata di maltempo che
ha colpito il Valdarno - e buona parte della provincia aretina - con il quartiere Bani di
San Giovanni Valdarno che è
finito sott'acqua, si è corsi ai
ripari ed è attesa per i prossimi
giorni la conclusione delle attività di manutenzione dell'impianto di scolmo di Lungarno
Risorgimento, indicato come
il principale artefice di quanto
successo. Intanto l'amministrazione comunale, che ha chiesto
lo stato di calamità naturalee,
con Publiacqua ha predisposto un piano di emergenza utile a fronteggiare eventuali
emergenze che dovessero manifestarsi in un prossimo futuro,
con due nuove idrovore, posizionate vicino all'impianto di risalita di Publiacqua nella zona
della pista di pattinaggio posta
dinanzi al distretto sanitario
ed è stato definito un protocollo utile ad allertare preventivamente tutte le strutture utili a
fronteggiare lo stato di pericolosità e a preservare il quartiere
Bani da ulteriori allagamenti.
Il coordinamento civico della
Lista Per un'altra San Giovanni-Forza Italia ora però chiede
alla Giunta e al sindaco Maritizio Viligiardi di fare piena luce
su quanto accaduto in modo
da verificare innanzitutto le re-
sponsabilità tecniche delle conseguenze di questa alluvione,
indicando ciò come condizione assolutamente necessaria
per ogni successiva azione a sostegno dei sangiovannesi colpiti dall'evento e per evitare in futuro nuovi episodi simili anche
in altri quartieri cittadini. "Crediamo che questo debba essere
fatto riferendo al consiglio comunale con assoluta celerità,
anche prima della prossima seduta già calendarizzata per il
29 novembre. Quello che temiamo, come spesso accade
nel nostro Paese quando le responsabilità sono di più soggetti - afferma il coordinamento
civico della Lista Per un'altra
San Giovanni-Forza Italia- è
che alla fine nessuno paghi e
rimangano solo i danni sulle
spalle dei nostri concittadini e,
nel frattempo, nei luoghi decisionali della politica, tutti rimangono al proprio posto senza alcuna assunzione di responsabilità di fronte a chili ha eletti o peggio nominati".
Intanto, la lista Cresce San
Giovanni ha preparato una
mozione che sarà presentata
nel corso della prossima seduta dell'assise cittadina con la
quale si vuole impegnare il consiglio comunale ad istituire
una commissione speciale d'inchiesta che possa far piena luce su quanto accaduto ed individuare le responsabilità sulle
quali far confluire le richieste
di rimborso danni.
A wh: settimana dal maltempo
si tira un bilancio sui lavori
di ripristino nel quartiere R—, n i
Allagamenti a San Giovanni Valdarno Così era ridotta via Lavagnini
Alluvioni in Toscana
Pagina 227
C10
Tanti cittadini in piazz
er l'ultimo saluto al sindaco Mas
successore
l
Z® «
IERI pomeriggio in piazza Boccaccio c'era tanta gente per dare l'ultimo saluto all'ex sindaco Marcello
Masini, con un ricordo affidato alla testimonianza di vari rappresentanti di istituzioni e associazioni,
con tutti i sindaci che dopo di lui
si sono succeduti nell'incarico. La
cerimonia si è svolta di fronte al
Comune, alla presenza dei figli di
Masini, Caterina Enzo e Laura.
Nel suo intervento il sindaco di
Certaldo Giacomo Cucini ha voluto ricordare: «I tanti lati, le tante
attitudini dell'uomo Marcello Masini: partigiano della lotta armata
di liberazione, sindacalista impegnato senza timori, marito e padre
di famiglia affettuoso, uomo delle
istituzioni, e soprattutto negli ultimi anni uomo della memoria.
Ma non solo del ricordo pur importante di quanto accaduto in
quegli anni, bensì portatore di una
memoria con l'intento di incidere
nel cambiamento della realtà, per
migliorare la nostra società e renderla più libera e più giusta, portando avanti quegli insegnamenti
alla base della nostra Costituzione.
Anche per questo, ora che lui non
c'è più, noi che abbiamo avuto la
fortuna di conoscerlo e ascoltarlo
ci impegneremo a far sì che la sua
persona, i suoi insegnamenti, i
suoi valori che anche noi condivi-
Faremo conoscere i suoí i
diamo siano fatti conoscere a chi
verrà dopo di noi».
La cerimonia si è aperta e chiusa
con la canzone partigiana Bella
Ciao cantata dai presenti. Tra loro
anche la sindaca Sandra Becucci
di Monticiano, nel senese, terra in
cui combattè durante la Resistenza.
MARCELLO Masini, partigiano,
è stato sindaco di Certaldo dal
1956 al '75. Ai cittadini assiepati
in piazza non è sfuggito che Marcello ha raggiunto dopo pochi giorni l'amata moglie Miretta Busia,
staffetta partigiana, scomparsa appena pochi giorni prima, il 31 ottobre. E' il Comune da lui amministrato nel dopoguerra a tracciare il
ritratto del politico di razza. Masini, dopo esseres tato partigiano
con il nome di battaglia di Catullo,
fu, nell'immediato dopoguerra il
primo segretario della Camera del
Lavoro, allora unitaria, e membro
del direttivo del Pci. Divenne sindaco di Certaldo nel 1956 e rimase
in carica fino al 1975. Sono gli anni del boom economico italiano,
della espansione urbanistica locale
e dei piani di edilizia della Legge
167, della crescente industrializzazione, dell'arrivo dei primi flussi
migratori dal Sud. Durantre l'alluvione del '66 coordinò la macchina dei soccorsi.
®»
Dopo aver lasciato la massima carica cittadina, Masini fu presidente
del Comitato di controllo sugli atti
degli enti locali di Firenze. Ricoprì poi il ruolo di presidente della
Casa di riposo "Egiziano Giglioli"
di Certaldo dal 1986 al 1989, di capogruppo e consigliere comunale
per Rifondazione Comunista dal
1995 al 1999 e, fino ai nostri giorni, presidente locale di Anpi e
Aned.
Tante gente in piazza per l'ultimo
saluto all 'ex sindaco Masini
«Ai ragazzi nelle scuole dico - Della mia squadra
partigiana sono rimasto solo io - Allora diventano ancora
più interessati». Così 'Catullo' Masini nel libro edito da
Einaudi Io sono l'ultimo', con i ricordi di tanti partigiani
Alluvioni in Toscana
Pagina 228
PER EVITARE NUOVE ALLUVIONI , SPIEGA
ALESSANDRO MAZZEI, BISOGNA AVER CURA
DEI FIUMI ANCHE QUANDO NON STRARIPANO
bgne e fiumi, toppe critici
vestire Nella manutenzione»
®
.
ione piano da 385 m l on per l Amo p ù
7.
G,
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IL 4 NOVEMBRE 2016 è stata
una data importante per il servizio idrico della Toscana : ci ha ricordato i drammatici eventi che
hanno colpito molte parti della nostra regione 50 anni fa e ci ha restituito il lungarno Torrigiani. Le alluvioni del `66 hanno insegnato
che molto può essere fatto per prevenire tali disastri e limitare le loro conseguenze ; ma ci hanno anche insegnato che bisogna aver cura dei nostri fiumi anche quando
non straripano e quindi bisogna
depurare le acque di scarico che
versiamo nei fiumi e nel mare.
HA RAGIONE Vannoni a dire
che bisogna investire in questi settori: è per questo che come Autorità idrica toscana, appena un mese
fa, abbiamo approvato i nuovi piani degli investimenti per il periodo 2016-19 dei gestori toscani del
servizio idrico integrato . Nei piani sono previsti investimenti per
quasi 600 milioni di euro in quattro anni per la fognatura e depurazione di tutta la Toscana, di cui
385 milioni riguardano l'asta
dell'Arno. Sono stati individuati
136 interventi per collettare e depurare circa 550 scarichi fognari
che attualmente vanno a finire
Alluvioni in Toscana
i i
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'
.
i
nell'Arno o nei suoi affluenti senza alcun trattamento. Tutte queste opere ci consentiranno di evitare le pesanti sanzioni europee, ma
soprattutto ci consentiranno di
avere un fiume e un ambiente più
puliti. Il crollo del lungarno Torrigiani ha messo a nudo la fragilità
del nostro sistema di approvvigionamento e di distribuzione dell'acqua potabile, fragilità che peraltro
come Ait denunciamo da anni: le
nostre reti sono vecchie e investiamo troppo poco per la loro sostituzione e manutenzione straordinaria. La sola tariffa del servizio idrico non basta a superare il ritardo
che ci portiamo dietro. Ma il crollo del Lungarno ha anche evidenziato un'altra criticità: lo scarso livello di monitoraggio delle reti e
del loro funzionamento idraulico.
Anche su questo fronte il quadriennio 2016-2019 potrà rappresentare una svolta: insieme al Comune abbiamo chiesto e ottenuto
che Publiacqua inserisse nei suoi
programmi di investimento un
piano di distrettualizzazione e monitoraggio dell'intera rete fiorentina di distribuzione dell'acqua.
Alessandro Mazzei
direttore generale Autorità
idrica toscana
Pagina 229
ii fi ume d íventò nero
Venen fi presentaz í one
IL LI B RO di Giovanni Morandi
"Poi il fiume diventò nero ", edito
da Bompiani sarà presentato in
occasione dell'incontro sul tema
"Gavinana prima e dopo quel
giorno". L'incontro si terrà venerdì
alle 17,30 al circolo Vie Nuove,
viale Giannotti 13. Parteciperanno
Alfredo Esposito presidente del
Quartiere 3, Pieraldo Gori, Franco
Pieraccioni e Giovanni Morandi.
Anche Pontassieve
non dímentíca
I
OCCASIONE dei 50
anni dall'alluvione a
Pontassieve si è tenuto il
convegno «Com'era
l'acqua. Scuola e
territorio», dedicato a
Idana Pescioli. A fine
mattinata sono stati
consegnati i riconoscimenti
all'ex sindaco Enso
Boscherini e al generale dei
carabinieri Lamberto
D isibio, che nel'66 era in
comando a Pontassieve.
*M
Sono stati i nd ivi d uati 136 int erventi
per dep urare 550 scarichi fog nari
che vanno a finire nei corsi d 'acq ua
TANTISSIMI I FIORENTINI CHE OGNI GIORNO
CONTINUANO AVISITARE LA MOSTRA
SULL'ALLUVIONE ALLESTITA DA LA NAZIONE
L'OCCASIONE
CHI NON E ' ANCORA RIUSCITO A VISITARE
LA MOSTRA PUO' FARLO OGGI DALLE 9.30
ALLE 18 PER L'APERTURA STRAORDINARIA
M
PRIME PAGINE, FILMATI ORIGINALI E SUPPORTI
M ULTIMEDIALI PERMETTONO DI RIVIVERE
L'ALLUVIONE CHE COLPI' LA CITTA' NEL 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 230
Tantissimi ospiti
Ieri ilsottosegretario
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Gabnele
TANTE persone comuni, ma
anche tanti ospiti di riguardo.
Ieri è stata la volta del
sottosegretario all'Istruzione
Gabriele Toccafonrli, che ha
visitato la mostra
sull'alluvione allestita nel
nostro auditorium insieme al
direttore de La N azione, Pier
Francesco D e Robertís.
Fra le prime pagine di
giornale e i dispositivi
multimedialï che fanno
rivivere il disastro del 1966,
anche Alberto Zanobini,
direttore generale
dell'azienda ospedaliera
M eyer
Alberto Zanobini, direttore generale
dell'azienda ospedaliero universitaria Meyer
Alluvioni in Toscana
L'ingresso del nostro
auditorium con la grande
riproduzione della prima pagina
che annunciava il disastro
Pagina 231
ACCESSO GRATUITO ALL' ESPOSIZI ONE DALLE 9.30 ALLE 18
Boom dí visite in audítoiríum. E oggi apertura straordínan* a
«GRAZIE, ci avete fatto rivivere un'emozione», «grazie, siamo riusciti a tornare indietro nel tempo e a rivivere quel senso di
solidarietà che in quei mesi pervase tutta
la città di Firenze». E ancora, «una mostra davvero meravigliosa », «un'emozione vera, anche per chi non ha vissuto l'alluvione». Sono tantissimi i visitatori e tantissimi i messaggi lasciati sul libro d'onore de La Nazione dai fiorentini che hanno visitato l'esposizione alelstita nell'auditorium del nostro giornale . Un successo
Alluvioni in Toscana
tanto clamoroso che oggi la mostra resterà eccezionalmente aperta con orario continuato dalle 9.30 alle 18. Anche ieri centinaia di persone si sono messe in fila per
ammirare i filmati, le prime pagine e le fotografie che raccontano il disastro del
1966. Un'esposizione semplice e al tempo
stesso emozionante, il dramma di quel
giorno e di quelli successivi, vissuti dai
fiorentini e da chi si torvava in quelle ore
in città. E La Nazione con questo allestimento ripropone quel 4 novembre del
1966, in un mix tra tradizione e innovazio-
ne, messo nero su bianco dai nostri cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio
il giornale, che nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in
edicola, fu protagonista per informare in
maniera capillare e per far pressione su
Roma per far arrivare gli aiuti necessari. I
primi giorni infatti, sembrò quasi che nessuno si fosse accorto di quel che era accaduto a Firenze. Ci volle l'impegno di tutti
i nostri colleghi di allora per portare all'attenzione del mondo intero il dramma che
la nostra città stava vivendo.
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Camm inata
di DANIELA GOVANNETfI
CON LE iniziative in program
ma oggi al circolo Murri di Ellera, si chiude il ricco calenda
rio di eventi promossi dall'asso
ciazionismo della valle dell'Ar
no e il Comune di Fiesole per
ricordare il 50° anniversario
dell'alluvione . Titolo della gior
nata «L'Arno: ieri, oggi e domani». In programma video, mo
stre ma anche rievocazioni sto
riche con lo scopo di far cono
scere i vari aspetti della vita del
fiume e l'evolversi delle opere
di risanamento nel dopo allu
vione, così come lo stato di salu
te dell'acqua. Non mancherà
uno sguardo agli interventi previsti per tutelare l'Arno da
eventuali rischi di esondazioni
future. Da metà settembre nei
fine settimana Compiobbi, Gi
rone ed Ellera ospitano mostre,
incontri a tema e escursione,
che a piedi o in barca, hanno ri
chiamato centinaia di curiosi
s
lungo le sponde dell'Arno. Particolarmente apprezzata è stata
la rievocazione del «canapo»
fra le sponde dell'Arno lungo
un antico passo di nave. Tutto
esaurito per la presentazione
del libro «Là dove Fiesole si
specchia in Arno», scritto da
Berglinghiero Buonarroti con
Marco Masìni. Commercianti
e artigiani hanno esposto sulla
facciate di negozi e case un chilometro di bandierine azzurre
lungo via Aretina, a indicare il
livello raggiunto dall'Arno.
La giornata di oggi prende il
via alle 14. 30, con la camminata lungo le rive del fiume che
porterà a scoprire i punti più
colpiti dall'esondazione dell'ac-
convegno
sulla sicurezza
qua. Alle 15 presso l'antico mulino di Ellera ci sarà una rievocazione della macinatura del
granturco . Un tempo questa
coltivazione era infatti diffusa
nella valle dell'Arno e tramite i
barconi dei renaioli veniva trasportata qui per la lavorazione.
Seguiranno filmati e testimo-
no à
Mostre, libri, incontri
e un chilometro di bandiere
lungo via Aretina
nianze. Quindi il convegno
«Opere idrauliche realizzate
lungo il fiume», con proiezioni
del video «La ritrovata bellezza
dell'Arno». Intervengono Marco Bottini del Consorzio di bonifica, Marcello Brugioni di Arpat e Alessandro Braschi, responsabile protezione civile di
Fiesole.
L'Arno invade Compiobbi nel novembre 1466, immagine tratta
dal libro di Berlinhiero Buonarroti e Marco Masíni
Alluvioni in Toscana
Pagina 233
Crollo del ponte, iïcordate le vi une
farnifiari chiedono giustizia
Persero la vita Paolo Barde l i, Mautizio Stella e Antonella Vann i
IL RICORDO delle tre vite ingoiate dal crollo del ponte di Marsiliana, quattro anni fa. Il sindaco
di Magliano, Diego Cinelli, e quello di Orbetello, Andrea Casamenti, hanno partecipato alla commemorazione, che si è svolta sul posto ieri mattina . Quattro anni fa
Paolo Bardelloni, Maurizio Stella
e Antonella Vanni, tre dipendenti
dell'Enel che erano di ritorno da
un viaggio a Roma , presero quel
ponte maledetto, la cui struttura
era stata logorata dalla piena del
fiume. La strada era chiusa, ma
sulla presenza della segnaletica e
gli altri aspetti la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa e chi assiste i familiari delle vittime non
ha intenzione di cedere un passo.
Ieri però era il giorno del ricordo.
Insieme ai primi cittadini, anche
il presidente provinciale della Uisp, Sergio Stefanelli, che è stato accompagnato da un gruppo di ciclisti amatoriali, Free Bikers Pedale
Follonichese, di cui Maurizio
Stella era il presidente . Per questo, come tutti gli anni da quando
è avvenuta la disgrazia, la società
ciclistica amatoriale ha voluto essere presente con un gruppo di ciclisti per ricordare Maurizio come lui avrebbe voluto, pedalando.
Presenti alla ceri monia
i sindaci Casa menti e Cinelli
e i ciclisti del «Fregi ikers»
Paolo Bardelloni . (( Finalmente,
dopo appena quattro anni - ha
detto con amara ironia - il processo penale è iniziato . Finora è stata
«SAREMO ogni anno su questo
ponte - ha detto l'amico Aldo Pacini - almeno fin quando non sarà fatta chiarezza, non sarà fatta
giustizia». Giustizia che è stata
chiesta a gran voce dal figlio di
Alluvioni in Toscana
data la colpa a loro, che sarebbero
morti per aver rimosso una transenna . E' giusto che finalmente
venga fatta giustizia . Noi la aspettiamo».
«' UN LORO sacrosanto diritto
- afferma il sindaco di Magliano
in Toscana, Diego Cinelli - non
parlo dell'inchiesta perché ci penserà la Magistratura, ma è giusto
che venga posta la parola fine su
questa vicenda così drammatica,
anche per dare un po' di sollievo a
chi ha sofferto tanto».
«Le associazioni locali hanno
spinto e continuano a spingere gli fa eco il sindaco di Orbetello,
Andrea Casamenti - perché si
continui a lavorare per la sicurezza sulle strade. Oggi è il momento
del ricordo, per questa terribile
tragedia, ed era giusto stare vicini
alle famiglie delle vittime».
Pagina 234
giorni della grande paura
Vïdeocrocïera ïn battello sull'Amo
Il `cor
l crollo del Ponte Soffietto avvenuto il 13 novembre '66
di FRANCESCO PALETTI
IL CROLLO del Ponte Solferino
ovviamente. E più i fatti accaduti
a Pisa e dintorni dal 3 novembre,
il giorno precedente all'alluvione,
fino al febbraio del `67. Una vera e
propria crociera nel tempo e nello
spazio, tornando indietro a cinquanta anni fa e anche oltre mettendo in collegamento gli eventi
della città della Torre con quelli
di Firenze, Santa Croce sull'Arno
e Pontedera «perché tutto si tiene
e si collega dato che se il fiume
non avesse esondato nel capoluogo, se l'Era avesse fatto lo stesso e
se qualcuno non avesse deciso di
far saltare gli argini a Ponticelli,
anche qui da noi le conseguenze
sarebbero state ben più pesanti»
racconta Lorenzo Garzella, regista pisano e principale animatore
dell'«Acquario della Memoria»,
l'associazione che lavora alla ricostruzione partecipata di eventi
della storia recente attraverso la
tecnica del «MemorySharing» e
l'utilizzo di materiale fotografico
e filmati d'epoca. Sono loro gli
Alluvioni in Toscana
ideatori del «cinebattello» che alzerà gli ormeggi domenica pomeriggio, cinquantesimo anniversario del crollo del Ponte Solferino,
dallo Scalo Roncioni per un viaggio in quattro tappe lungo il tratto cittadino dell'Arno proiettando video e immagini sui palazzi
dei lungarni: la prima sosta sarà
all'altezza del Giardino Scotto, la
seconda di fronte al museo di San
Matteo,
quindi
il
Palazzo
dell'Orologio e la Chiesa della Spina.
L'INIZIATIVA è patrocinata
dall'amministrazione comunale
(il sindaco Filippeschi sarà a bordo) ed è stata realizzata grazie alla
collaborazione e al sostegno di Teche Rai e Cinecittà Luce, Toscana Film Commission, Toscana
Energia e Saint Gobain. «All'andata racconteremo l'alluvione del
`66 mentre al ritorno - racconta
Garzella - andremo ancora più a
ritroso nel tempo cercando di approfondire il rapporto fra Pisa e il
suo fiume». In scaletta, al riguardo, anche alcune «chicche» imper-
dibili e l'omaggio a Mario Benvenuti, pioniere del cinema a Pisa e
maestro dei fratelli Taviani, scomparso pochi fa, all'età di 94 anni.
Il figlio Paolo, infatti, ha messo a
disposizione un video inedito degli anni `40, girato dal padre, che
documenta una gara di nuoto in
Arno, dal Ponte della Fortezza a
quello di Mezzo che sarà proiettato durante la serata. Tre le crociere programmate: la prima alle 18
e le altre due, rispettivamente, alle 19 e alle 20. Si può assistere dal
battello (ma i posti sono tutti esauriti) oppure dalle spallette.
«A 50 anni dal crollo del
Ponte Solferino»: è il
titolo dell'evento in
pro g ra mm a questo
po m eri gg io alle 16.30
nella Chiesa della Spina
per la presentazione del
libro «Il giorno del
diluvio» di G iuseppe
M euccí , edito dalla Ets.
Inte rverranno anche il
vicesindaco Paolo G hezzí
e Isabella B on am ini,
Autorità di Bacino
dell'Arno.
Pagina 235
UEDITORIALE
di PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
L'ARNO
CHE VORREI
9 I DEA ce l'ha data
giorni fa una signora
che come migliaia di
fiorentini e di toscani
stanno affollando
l'auditorium de La Nazione
per la mostra «L'Arno
straripa a Firenze», che con
ieri ha ampiamente passato
il traguardo delle tremila
presenze in pochissimni
giorni di esposizione.
«Direttore, inventate
qualcosa per l'Arno. Perché
i nostri governanti se ne
stanno dimenticando, non
fanno niente e prima o poi il
grande fiume ci
sommergerà di nuovo.
Come Enrico Mattei sferzi
un po'ilPalazzo». Fare
come Enrico Mattei sarà
difficile, vista la statura del
personaggio, ma certo La
Nazione ha raccolto il
testimone di quel grande
direttore e da giorni sta
sollevando un problema che
da anni era rimasto un po'
troppo sotto silenzio: si è
fatto troppo poco per la
sicurezza dell'Arno e di
conseguenza delle città che
popolano le sue valli. Non
solo Firenze, ma l'aretino,
l'empolese, tutto il corso del
fiume fino a Pisa.
[Segue a pagina 2]
Alluvioni in Toscana
Pagina 236
U ED I TOR IALE
di PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
L'ARNO
CHE VORT-bR EI
SEGUE DALLA PRIMA
TANT'È che alla fatidica
domanda sorta in questi giorni
di ricordo, «se ci fosse adesso
un'altra alluvione come quella
del '66 che cosa accadrebbe?»,
la risposta più comune dei
politici interpellati è stata «ma
un'alluvione così capita ogni
cinquecento anni». Risposta
evasiva, visto che con il
cambiamento del clima qli
eventi alluvionali sono destinati
a ripersi con una cadenza
diversa rispetto al passato.
Ciò che stiamo documentando
con i nostri servizi, è purtroppo
una situazione di sostanziale
immobilismo. Le casse di
espansione del Valdarno aretino
dovevano essere f nite tutte nel
2009, e invece ne è stata
iniziata una sola (quella di
Ei line, termine lavori, forse,
2018) mentre le altre sono solo
in progetto. Successivi
interventi sono allo stato
liquido. Con la beffa del solito
balletto di responsabilità
all'italiana: il governo dice che i
soldi ci sono ma non si risce a
Alluvioni in Toscana
spenaeraa (a na spie ato ieri su
questo giornale il direttore
generale del ministero
dell'Ambiente, Gaia Checcucci)
accusando in sostanza gli
organi territoriali (leggasi:
Regione) di colpevole inerzia. La
Regione ha ribattuto nei giorni
scorsi che i fondi ci sono ma non
sono utilizzabili perché bloccati,
quindi è come non ci fossero.
IL RISULTATO di tutto questo
rimpallo di responsabilità è che
quando domenica scorsa l'Arno
ha cominciato a salire, i
fiorentini e i toscani hanno
iniziato a sudare freddo. Era
l'anniversario dell'alluvione,
fuori pioveva che Dio la
mandava e i brutti ricordi non
riuscivano ad andar via.
Non vorremmo che per la messa
in sicurezza dell'Arno si ripeta
la solita storia del tunnel della
tav, dell'aeroporto di Peretola o
del termovalorizzatore della
piana fiorentina, bloccati da
anni prima da liti, rimpalli di
responsabilità e infine per non
farsi mancare niente dal tardi
turno. Chiacchere su chiacchere,
e niente di concreto. Ammesso
che per le altre opere si possa
aspettare (e non è così), sul
grande fiume non si scherza. Le
lacrime versate dai fiorentini e
di toscani, come ricordano le
migliaia di migliaia di persone
che vengono a La Nazione e ci
lasciano il loro ricordo, non
hanno possibilità di ripetersi.
[email protected]
@pierderobertis
pagina facebook:
pierfrancesco de robertis
Pagina 237
A GRANDE RICHIESTA OGGI APERTURA STRAORDINARIA
Mostra da record, visitatori in aumento
R ESTE RA' aperta eccezionalmente e con orario
continuato anche oggi dalle 9.30 alle 18 la mostra
sull'alluvione organizzata da La Nazione. «L'Arno
straripa a Firenze» racconta il dramma di una città
attraverso i giornali e le foto d'epoca ma anche con
filmati inediti e nostre interviste ai protagonisti di
quei giorni. In quel terribile 4 novembre 1966 e
nei giorni successivi «La Nazione» compì un
piccolo grande miracolo: giornalisti e poligrafici
riuscirono a fare andare il quotidiano in edicola,
nonostante la rotativa fosse inutilizzabile.
AFFr//..LA
Alluvioni in Toscana
La mostra allestita nell'auditorium Attilio Monti
ha suscitato un grande interesse. Dal mattino al
tardo pomeriggio massiccia anche la presenza
delle scuole che possono approfittare ancora per
prenotarsi e venire a visitare l'esposizione,
telefonando alla segreteria di redazione
(055.2495870). La mostra chiuderà il 19
novembre. Nei giorni feriali l'orario di apertura è
il seguente: mattina 9.30/12.30 e pomeriggio
15118. L'ingresso è gratuito e i visitatori possono
entrare da via Paolieri 2.
Molti visitatori nella sala allestita a «La Nazione»
Pagina 238
'BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA
altro `casse' per d 1
a ßc12019
non le avre
Le opere lungo il fiume principale e la Sieve terranno 25 milioni di metri cubi
Lisa Ciar i
,FIRENZE
UNA VOLTA completate conterranno 25 milioni di metri cubi di
acqua. Un quantitativo pari a quello di 10mila piscine olimpioniche.
Ma per vedere finite le quattro casse di espansione di Figline (Firenze), lungo il fiume Arno, c'è ancora da aspettare. La brutta notizia è
che l'ultimo lotto sarà finito non
prima del 2019. La buona che, nel
frattempo, anno dopo anno, nuovi
pezzi del puzzle andranno a regime e il quantitativo di acqua che
potrà essere trattenuto continuerà
ad aumentare. Già oggi si può parzialmente utilizzare (ma solo in caso di vera emergenza) una porzione della Pizziconi 1, cassa che sarà
inaugurata a marzo prossimo e potrà contenere da subito 3,5 milioni
di metri cubi di acqua, arrivando
poi a 4,2. Seguirà, entro il 2018, la
Pizziconi 2, termine che non indica una nuova cassa, ma un'ottimizzazione della prima, inclusa una
più funzionale «opera di presa»
per far entrare l'acqua dell'Arno
nel grande bacino artificiale.
PARALLE LO , i lavori dovrebbero iniziare nelle altre tre casse: la
Restone (15,9 milioni di euro per
un'area di 115 ettari in grado di
contenere 5,5 milioni di metri cubi di acqua) collocata proprio di
fronte alla Pizziconi, sulla sponda
opposta dell'Arno, e le Leccio e
Prulli, più a valle (50,2 milioni di
euro di costo complessivo per invasare 13,5 milioni di metri cubi di
acqua in 292 ettari di terreno), entrambe in destra idraulica (ovvero
guardando il fiume con le spalle al-
la sorgente).
mPER AVERE un termine di paragone - spiega l'ingegnere Francesco Gabellini, funzionario della
Difesa del Suolo della Regione per un evento simile al 1966 arriverebbero oggi a Firenze 3.700 metri
cubi di acqua al secondo. Con le
casse di Figline scenderemo del
10% arrivando a 3.400 metri cubi
al secondo». Va detto però che dal
1966 a oggi c'è stato un enorme
boom urbanistico, con edificazioni selvagge anche in zone a rischio, perché molto «basse». È
quindi fondamentale riuscire a
trattenere più acqua possibile do-
ve non faccia danni. In questa direzione vanno l'innalzamento della
diga di Levane (9 milioni di inc) e
le casse di espansione sulla Sieve
(altri 9 milioni), che però finiranno fra il 2020 e il 2022. Tempi previsti sulla carta, al netto dei possibili ritardi che in passato sono stati grandissimi. «Purtroppo si tratta di opere complesse su aree enormi - continua l'ingegnere Gabellini - e dobbiamo spesso fare i conti
con espropri, linee elettriche, cavi
e interferenze con tutte le infrastrutture che si trovano in aree abitate». Gli intoppi sono in agguato.
Ma l'Arno non aspetta.
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Alluvioni in Toscana
Pagina 239
2017 e 201 8
Il primo lotto della cassa di
espansione Pizziconi, costo
18 milioni di euro, sarà
inaugurato nel marzo del
prossimo anno. Nel 2019
sarà ottimizzata e alla fine
delle opere avrà una
capacità di 4,2 milioni di mc
2019
Per realizzare le casse di
espansione Leccio e Prulli
(capacità complessiva di 13,5
milioni di mc, costo 50
milioni) e la Restone
(capacità 5,5 milioni di mc,
costo 16 milioni) la fine dei
lavori è prevista per il 2019
2020 e 2022
Nel 1966 a Firenze
arrivarono 3. 700 metri
cu b i d i acq ua al seco nd o.
Con le casse d i Fi line si
scenderebbe del 1 0%
Si tratta di opere
complesse su aree
enorm i e p erciò si d evono
s p esso farei conti con
espropri e imprevisti
L'innalzamento della diga di
Levane di 5 metri, che
consentirà di contenere 9
milioni di mc (costo 25
milioni), sarà terminato nel
2020. Altri 9 milioni saranno
contenuti dalle casse sulla
Sieve: fine lavori il 2022
DIRIMPETTAI D'ARNO
Gli ingegneri Francesco
Gabellini e Oreste Tavanti,
dall'area della Pizziconi
mostrano l 'altra sponda del
fiume, dove sarà realizzata
la cassa d'espansione
Restone
La diga di Levane
L'Arno in una recente piena
sotto Ponte Vecchio
Alluvioni in Toscana
Pagina 240
Angeli dei fingo pendolari in treno
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Il disastro visto da Bologna, con gli occhi dì un bambino aegli anni '60
ON ESTAMENTE, di questa storia
dell'alluvione, all'inizio non si parlava granché. In casa commentammo l'evento con i miei perché con
Firenze la famiglia si era sfiorata
un paio di volte, molto da vicino. Il
babbo e la mamma c'erano venuti
in viaggio di nozze nella primavera
del `41. Erano arrivati al mattino e
ripartiti verso le quattro di pomeriggio perché alla sera il babbo doveva tornare in caserma. C'era la
guerra. Poi ci aveva trascinato una
domenica il professor Scaglietti
che stava per fondare l'Istituto ortopedico e voleva che mio padre lasciasse il Rizzoli di Bologna e andasse con lui. Fu una specie di sopralluogo, piazzale Michelangelo,
via dei Colli, la villetta che avremmo avuto a disposizione. Ma la
mamma disse no, non voleva spostarsi, e spostare i bambini, e non
se ne fece nulla. Poi l'alluvione. La
mia scuola, il liceo Galvani, si mobilitò come tutte le scuole di tutta
Italia. Non so cosa fecero le altre,
ma noi ci "specializzammo" nella
raccolta dei medicinali. Tutti ne
portammo, e alla fine avevamo quasi riempito il piccolo teatro dell'isti-
Alluvioni in Toscana
tuto. Ma bisognava dividerli. E della cosa si occupò una docente di
scienze, la professoressa Bernardi,
nota a me come la "zietta" perché
così la chiamava il mio compagno
di classe e amico del cuore, nonché
suo nipote, Federico. Così accadde
che nella squadra di liceali incaricati del lavoro di selezione, ci finissero casualmente anche due del ginnasio: Federico ed io. Molto grati
alla zietta di averci scelto, liberandoci dalle lezioni quotidiane e gratificandoci di un compito importante. E pure difficile, visto che nessuno di noi si intendeva ovviamente di farmaci. Così cominciò la lettura delle indicazioni scatola per
scatola (non ricordo se ci fossero
« Ma la sua veste tutta bianca
non sembrava infangata
Dunque la città era già pulita»
già i bugiardini) e la sistemazione
in cartoni ben chiusi e identificati.
MA QUELLO che facevamo noi capivamo che era una goccia nel mare dei bisogni dei fiorentini. Perché giorno dopo giorno incominciavamo a scoprire dal giornale e
dalla tv come stavano le cose. Una
tragedia. Incominciammo anche a
sentir parlare dei volontari che andavano a scavare nel fango. E un
gruppo del nostro liceo ci andò sul
serio. Partivano in treno da Bologna al mattino presto e tornavano a
fine pomeriggio. Uno di quei ragazzi stava vicino a casa mia, e ogni
tanto lo incrociavo. Sporco di fango, certo, ma soprattutto con addosso una gran puzza di benzina o
qualcosa del genere. Glielo dissi, e
lui mi gelò. "Credi che sia uscita
l'acqua di una piscina?". Già, facevano paura le foto che pubblicava
il Carlino. La mamma trovava conforto nella sua scelta di non abitare
a Firenze, il babbo annuiva (ovviamente), e io e mio fratello evitavamo di obiettare che dove ci aveva
portato Scaglietti, al Piazzale, l'Arno non era arrivato.
FIN DOVE si fosse spinto gonfio di
pioggia, lo capii solo a giugno del
1988 quando venni alla Nazione.
Quando vidi ben sopra la mia testa
sul muro del palazzo di viale Giovine Italia quell'onda simbolica che
segnava il livello che il fiume raggiunse a novembre del `66. Quando mio suocero mi raccontò che
tornava a casa in canotto a due passi da Piazza Beccaria. Quando capii che per i fiorentini il prima e il
dopo erano proprio legati a quel
giorno, a quell'onda killer. Cinquant'anni prima, dopo aver diviso
i medicinali al caldo del teatro della scuola, invidiavo quei compagni
di scuola più grandi, coperti di fango, che andavano e venivano da Firenze. Cinquant'anni prima vedevo al tg che il Papa era andato a dire la messa di Natale in Santa Maria del Fiore, ma che la sua veste
bianca non sembrava infangata, e
dunque la città forse era già più o
meno pulita. Cinquant'anni prima
mi indispettivo per il fatto che Firenze avesse sorpassato Bologna
nelle targhe d'auto, dopo essere stata quasi sempre alla pari, grazie ai
super sconti della Fiat per alluvionati veri o di complemento. Abito
a Firenze da trent'anni, e dunque
ho solo un dopo. Ma il fiume lo tengo d'occhio. Perché chi vive qui sa
bene, ogni volta che piove, che c'è
stato un prima.
Pagina 241
IL
&/
1966 Furono soprattutto i più giovani ad accorrere
per aiutare la popolazione fiorentina dopo l'alluvione
Alluvioni in Toscana
Pagina 242
Oggi pomeriggio a Pisa il
«cinebattello», per il
50esimo anniversario del
crollo del Ponte Solferino.
Dallo Scalo Roncioni un
viaggio in quattro tappe
lungo il tratto cittadino
dell'Arno proiettando video
sui palazzi dei lungarni.
Alluvioni in Toscana
Pagina 243
IL pericoto i sposta ìn periferia
r' R programma FuorìTg
Nella puntata di FuoriTg su Rai3, domani alle
13,40, si parlerà di come il pericolo di uno
straripamento non riguardi più il centro di
Firenze, ma anche la sua periferia.
Alluvioni in Toscana
Pagina 244
Dalla devastazione alla rinascita
i uno speciale
c
Raidue trasmette
Stanotte alle ore 00.40 su Rai2 e, in replica,
domani (stessa ora, stesso canale) uno speciale
sull'alluvione del 1966 andrà in onda da Firenze
nella trasmissione «Sorgente di vita».
Alluvioni in Toscana
Pagina 245
,inu questo ponte chieffianio giustizíw,
A Marsilïana la commemorazione delle vittime dell'alluvione del 2012. Polemica per l'assenza del Comune di Manciano
di ivanaAgostini
MARSILIANA
Sul ponte della Marsiliana
(Manciano), dove quattro anni
fa persero la vita i tre tecnici
dell'Enel, ieri mattina hanno
riecheggiato le note del
"Silenzio". Un minuto di silenzio colmo di commozione per
tre morti il cui dolore è ancora
forte e vivo nei familiari e nella
comunità.
L'alluvione del 2012 è una tragedia difficile da dimenticare e
cancellare dalla memoria. E per
mantenere la memoria, Diego
Cinelli, sindaco di Magliano, ha
organizzato la commemorazione. Alla cerimonia erano presenti anche il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti, il familiari delle vittime, i comitati
degli alluvionati, il Presidio di
Marsiliana, Il Ponte e l'associazione Vita, i Free bikers di Follonica, arrivati come sempre in
sella alle loro biciclette, e il presidente della Uisp, Sergio Stefanelli. Assente il sindaco di Manciano Marco Galli, il cui Comune non è stato rappresentato da
alcuno.
Cinelli, davanti alla targa che
fu scopertalo scorso anno, sulla
quale sono incisi i nomi di Paolo Bardelloni, Maurizio Stella
e Antonella Vanni, ha fatto il
punto sui lavori di messa in sicurezza idraulica arrivati a
buon punto grazie soprattutto
al lavoro dei comitati che, ha
detto, «hanno saputo fare da
pungolo non solo alle istituzioni locali ma soprattutto alla Regione Toscana».
Il primo cittadino maglianese ha ricordato quei tragici momenti del 2012 che sono ancora
impressi nella mente di tutti i
cittadini intervenuti alla commemorazione. «Fino a quando
sarà sindaco - ha ribadito - sarà
fatta ogni anno, per non dimenticare. Non entro nel merito delle questioni processuali, dato
che c'è un processo in atto, ma
è comprensibile che le famiglie
chiedano chiarezza e giustizia».
Sulla morte dei tre tecnici
che furono inghiottiti da una
voragine che si era aperta sul
ponte in seguito allo straripamento del fiume Albegna, è in
atto un processo. Della ricerca
della verità, di cosa sia successo
in quegli istanti in cui suo padre
è morto, ha parlato il figlio di
Bardelloni, Riccardo Bardelloni.
«Finalmente - ha detto - dopo due richieste di archiviazione si è aperto il processo penale. Dobbiamo tutto ai nostri le- unmo
gali che stanno facendo l'impossibile per cercare laverità».
Parole dure Bardelloni le ha
riservate al sindaco di Manciano e al Comune non rappresentato da nessun esponente. «Mi
dispiace dell'assenza di Galli.
Evidentemente la sensibilità
non è da tutti», ha detto BardelIoni.
Dal Comune di Mandano
spiegano che il sindaco è fuori
sede e che aveva fatto presente
al momento dell'invito di Cinelli che nessuno lo avrebbe potuto rappresentare per precedenti impegni. Parole di vicinanza
alle famiglie delle vittime le
hanno espresse il sindaco di Orbetello e il presidente Uisp. «Le
associazioni locali hanno spinto e continuano a spingere - ha
ricordato Casamenti-perché si
continui a lavorare per la sicurezza sulle strade. Oggi è il momento del ricordo, per questa
terribile tragedia, ed era giusto
stare vicini alle famiglie delle
vittime». «Il fatto che tante persone siano qui - ha concluso
Stefanelli -fa capire come queste persone hanno lasciato un
bel ricordo. La cerimonia deve
avere un significato di affetto
ma soprattutto di elevare le coscienze affinché sulle strade ci
sia sempre maggiore sicurezza».
I Free bikers arrivati ieri da Follonica perla cerimonia ( foto Enzo Russo)
La voragine sul ponte dove sprofondò l'auto dei tre tecnici Enel (foto Bf)
C,.,PROGOZIOi\iP RISERVATA
«Su questo ponte noi verremo ogni anno - ha detto Aldo
Pacini, un amico delle vittime almeno fino a quando non avremo avuto giustizia».
Alluvioni in Toscana
Pagina 246
I
w
IN CONCOMITANZA con la mostra fotografica
i sull'alluvione fino a sabato l'associazione culturale «La
Dogana» ripropone la rassegna «Metamorfosi» con cui
Claudio Minghi interpreta dettagli significativi del Padule.
D
liallag enti. Si, potevano evitare
Padule pieno per il taglio dell'ari -ree
Si cercò di salvare Pisa e c e
RIEVOCAZIO NE nel cinquantenario dell'alluvione del '66, che colpì anche Ponte Buggianese e prevenzione nell'attualità rispetto al
rischio idrogeologico. Ieri, alla
Dogana del Capannone, a cura
dell'amministrazione comunale,
l'incontro dal titolo: «Rischio
idrogeologico - problema attuale». Vi hanno preso parte: il sindaco Pier Luigi Galligani, l'assessore alla cultura Maria Grazia Baldi, l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni, per il
Consorzio 4 Basso Valdarno il presidente Marco Monaco e l'ingegner Lorenzo Galardini, Giorgio
Federici del dipartimento ingegneria
civile
e ambientale
dell'Università di Firenze e segretario del comitato dell'alluvione
Firenze e Toscana 1966. Il convegno è stato preceduto dall'inaugurazione della mostra fotografica
con le immagini dell'alluvione a
Ponte. «La tracimazione in una
terra come la nostra, di bonifica ricorda il sindaco - non era un fatto episodico. Ponte ed il Padule
raccolgono tutte le acque della
Valdinievole e delle colline a
defluire l'Amo nel cratere palustre
Nord. Nel'66,l'acqua proveniente da Firenze che stava andando
verso Pisa attraverso l'Arno rischiava di sommergere la città della Torre. Fu presa la decisione di
far saltare l'argine nord, per convogliare ed attenuare il flusso d'acqua, che defluì in Padule, naturale bacino di espansione del territorio. L'acqua tracimò e allagò il nostro territorio. Nel `66, avevo 12
anni, in casa mia entrarono due
metri d'acqua. Quei giorni furono
drammatici». Rispetto all'attualità del rischio idrogeologico, Marco Monaco, presidente Consorzio
4 Basso Valdarno, ha ricordato:
«Il rischio idrogeologico nel nostro territorio esiste come ovunque, perché ormai tutto il territorio nazionale è artificiale: se si costruisce ed impermeabilizza, l'acqua, da qualche parte, deve defluire. E' quindi fondamentale la manutenzione». L'ingegner Lorenzo Galardini ha aggiunto: «La
Valdinievole e Ponte sono la fine
di un percorso idraulico di molti
corsi d'acqua (Pescia, Pescia di
Collodi, Nievole, Cessana) sui
quali si deve intervenire quotidianamente. Si tutela il territorio
con la prevenzione: la manutenzione del corso d'acqua si fa da dove nasce, in montagna, fino a dove arriva. Anche il semplice taglio
d'erba serve alla sicurezza idraulica del corso d'acqua». L'assessore
regionale all'ambiente Fratoni ha
sottolineato: «Ponte è un'importante realtà nelle politiche idrauliche di area comprensoriale, quantomeno per la Valdinievole. Dal
1177 ad oggi, ci sono stati ben 56
eventi critici importanti dell'Arno. Abbiamo intercettato e pianificato insieme all'unità `Italia sicura' alla presidenza del consiglio,
le risorse per le opere per la messa
in sicurezza. E' in corso di realizzazione il programma delle 4 casse di espansione a Figline Valdarno ed di altre opere. Tutto questo
è essenziale anche per questi territori. Fondamentale poi il documento operativo con il quale la
Regione finanzia gli interventi
per aumentare il grado di sicurezza idraulica».
Valentina Spisa
La mostra alla Dogana sull'alluvione rimarrà aperta fino a domenica
prossima. Tutti i giorni: 9,30-12,30. Sabato e domenica anche 15-17
Alluvioni in Toscana
Pagina 247
«Quel giorno
l'acqua del fiume
' iva a monte»
«RICORDO ancora quando
dalla finestra del municipio
ho visto la Pescia correre verso la montagna». Giuseppe
Cortesi (foto), ex dipendente
comunale ha vissuto l 'alluvione del '66. «Avevo messo in
salvo - ricorda - mia moglie
e mia figlia di sei mesi portandole a casa di alcuni parenti
con il barchino . Poi, come gli
altri dipendenti del Comune,
carabinieri e tanti volontari
abbiamo cercato di aiutare la
popolazione». Cortesi ricorda un altro aneddoto significativo: «Il mio cane non voleva mai salire al primo piano
in casa. Lo aveva fatto solo
per la nascita di mia figlia. Il
giorno dell'alluvione il cane
salì di nuovo al primo piano».
Alluvioni in Toscana
Pagina 248
L'alluvione del 1966
sulle pagine de «La Domenica»
Di ALEXANDER Di BARTOLO
Riproponiamo per questo
numero del giornale
diocesano alcuni articoli
usciti sulla "Domenica" nei
giorni immediatamente successivi
l'alluvione di novembre. Ci pare un
degno modo per ricordare quei
tragici momenti con le parole di
chi li ha vissuti e descritti. La
prossima settimana proseguiremo
con le parole del vescovo di quel
tempo, Felice Beccaro, e una
testimonianza inedita di alcun
«angeli del fango» tra Santa Croce
e San Miniato.
A SANTA CROCE SULL'ARNO
Rimarrà tristemente
memorabile questo 4 novembre
1966, il giorno dell'ansia
tremenda per l'Arno che saliva,
saliva... fino in cima al muro di
protezione, da cui già filtrava
l'acqua come dalla strada di
Lungarno Tripoli, facendo
temere che da un momento
all'altro travolgesse col muro, le
case del centro della nostra
cittadina. Sarebbe stato un
disastro irreparabile! In quelle
ore di grande trepidazione
furono fatte ferventi preghiere
dinanzi all'Immagine di Santa
Cristina e il pericolo più grande
fu scongiurato, ma nella notte,
in seguito ad una falla
prodottasi nell'argine all'altezza
di S. Donato, masse di acqua
limacciosa invasero tutta la
pianura, portando lo sgomento
in tre quarti della Parrocchia.
Tante famiglie sorprese nel
sonno dalla piena improvvisa
fecero a tempo appena a
rifugiarsi ai piani superiori e sui
tetti, mentre la maggior parte
del bestiame affogava e la zona
Alluvioni in Toscana
industriale con due metri
d'acqua subiva danni
incalcolabili nei magazzini di
pelli, già pronte per la
spedizione, nei grandi depositi
di pelli secche, di prodotti
chimici, nelle concerie. In
questo vero disastro di cose,
meno male non ci sono state
vittime umane.... E il centro
abitato è rimasto all'asciutto,
così è stato facile organizzare i
soccorsi.
La contemporaneità
dell'alluvione in tante parti
d'Italia, specialmente in
Toscana, Firenze, Grosseto, ha
ritardato l'invio di mezzi anfibi,
elicotteri fino alla domenica 6.
Solo allora è stato possibile
arrivare in certe zone e
trasportare persone, stremate
«LA VENTESIMA ORA
DI SAN DONATO»
È certamente la frazione di S.
Maria a Monte più
completamente,
disastrosamente e lungamente
alluvionata del comune, e una
delle più colpite in tutto il
Valdarno. Scriviamo questo
dalla paura, dalla sete e dalla
fame. Sabato 5 era stata la
giornata di coraggiosi interventi
di giovani, che con piccoli
canotti di gomma e con natanti
di fortuna, ricavati con tavole
legate insieme a bussoli vuoti o
tronchi d'albero .... Eppure con
questa specie di zattere furono
tratte in salvo tante persone e fu
possibile provvedere ai casi di
particolare urgenza e se non
altro mantenere un contatto
umano con chi aveva bisogno
di sentirsi aiutato. Le autorità
hanno fatto tutto quello che era
nelle loro possibilità per venire
incontro alla popolazione, così
duramente provata. In tutta
Santa Croce è nata ua gara di
solidarietà e di fraternità
nell'accogliere nelle proprie
abitazioni i sinistrati e nel fare
in modo di alleviare il più
possibile il disagio di tante
famiglie, rimaste con i panni in
dosso.
E' da augurarsi che questa
solidarietà umana e cristiana
serva a favorire la fratellanze e
lo scambievole aiuto per una
sollecita ripresa di Santa Croce.
Pagina 249
Don Nello
Micheletti,
all'epoca
direttore de
«La Domenica».
Sopra, la frazione
di San Donato
sommersa
dall'acqua
articolo dal primo piano della
canonica di S. Donato , perché
al pian terreno c'è sempre un
mezzo metro d'acqua dopo
cinque giorni, dacchè l'Arno
travolse violentemente gli argini
nella zona di Ponticelli. Già dal
mattino del ferale 4 Novembre
qualcuno, che sapeva, era molto
preoccupato . Infatti, dalle due
di notte alle sette del mattino il
fiume era cresciuto
paurosamente di sette metri:
paurosamente e
inspiegabilmente ! Corse la voce
che era giunta una telefonata,
avvertendo chi di dovere che, in
alta Valdarno erano stati
costretti a scaricare nel fiume le
acque di una diga che era
pericolante . Con tutto questo a
San Donato la popolazione era
abbastanza tranquilla, anche
perché, stando alle
testimonianze delle persone che
avevano vissuto e passata
alluvioni, non c'era da temere
quello che purtroppo abbiamo
vissuto e che stiamo vivendo.
Circa le nove e quaranta, se ben
ricordo, venne a mancare la
luce elettrica. Intanto, stando
alle notizie alla Radio, della
TV., con animo fraterno,
eravamo addolorati per le sorti
di Firenze. Un po più tardi
sapemmo state chiuse le
cateratte alla confluenza
dell'Usciana. A San Donato, col
telefono, non si poteva più
chiamate, ma soltanto
rispondere alla chiamate. Alle
diciotto circa venne il Preposto
di S. Maria a Monte a
informarsi della situazione e a
invitarmi a lasciare la
Parrocchia . Gli risposi
naturalmente che non ci
pensavo neppure, anzi che
volevo celebrare alle 20.30 la
Messa vespertina del primo
Alluvioni in Toscana
Venerdì del mese. Ricevetti
ancora una telefonata dal
sindaco, il quale, anche lui,
chiedeva notizie, erano le
18.30: gli risposi che avevo il
transistor in mano in attesa di
sentire che si diceva ... A sera
inoltrata del sabato 5, con gioia
immensa, ci accorgemmo che
l'acqua s'era fermata. Al mattino
della domenica, con due
parrocchiani: il Sig. Marconcini
Vasco e Melai Corrado, che
erano riusciti prodigiosamente
a pescare una barca, con l'aiuto
di due lunghe stanghe, come
remi ci avventurammo verso
Montecalvoli per vedere se
esisteva ancora qualcuno nel
mondo .... di là, e per far
provviste, perché mancavamo
di tutto, specialmente di acqua
potabile, latte per i bambini e
pane per tutti. Trovammo un
sacco di gente che ci guardava
trasognata come per dire: «Siete
ancora vivi?»... Danni?
Incalcolabili! Il patrimonio
zootecnico completamente
distrutto, compresi i foraggi
ammassati sulle aie e spazzati
via dalla furia delle acque. Non
si era ancora seminato un
chicco di grano e chissà se sarà
possibile ancora farlo, per cui il
futuro si presenta con tinte
molto nere. Qualcuno si
domanderà: «Perché i
Sandonatesi non sono fuggiti e
non hanno messi al sicuro il
loro bestiame nella giornata di
venerdì 4 novembre, quando le
cose precipitavano, ma erano
ancora in tempo?» Molte
saranno le cause, ma
personalmente penso che la
causa principale sia questa: è
mancata una voce competente
ed autorevole a dirci la realtà
nuda e cruda.
(continua)
Pagina 250
S. GIOVANNI
0
r
Alluvioni in Toscana
enerdì, 4 novembre, nella Basilica e
Santuario di Maria SS. delle Grazie di
S. Giovanni Valdarno, è stata celebrata la
Messa prevista nel programma annuale
della Festa dell'Unità Nazionale e delle
Forze Armate, presente il vicesindaco,
Sandra Romei, accompagnata da altri
rappresentanti istituzionali e degli ex
militari dell'Arma speciale dell'esercito,
Bersaglieri e dei Carabinieri in congedo,
con i loro stendardi e divise. Una festa,
istituita nel 1919 per commemorare la
vittoria dell'Italia nella prima guerra
mondiale e festeggiata il 4 novembre, data
dell'entrata in vigore dell'Armistizio di
Villa Giusti, dove venne firmato con
l'Austria-Ungheria, il 3 novembre 1918.
Dalla guerra alla pace, un cammino che i
giovani devono conoscere ed approfondire,
un'eredità da preservare per non cadere in
tentazioni che non giovano al bene
dell'umanità e non solo a quello del nostro
Paese. La storia non si studia a pezzi,
occorre esercitarsi a mantenere uno
sguardo d'insieme che fa stabilire con
maggiore consapevolezza e responsabilità i
traguardi da raggiungere. Importante la
partecipazione dei giovani a queste
commemorazioni, che sono mancati; il
ricordo dei morti deve creare un legame
stretto fra ciò che loro hanno contribuito a
creare e la vita da spendere per migliorarlo.
Lo studio non in termine classico, può
avvenire ovunque, non solo a scuola,
specialmente se è la Scuola stessa ad
orientare il giovane nel discernere le
opportunità che la vita può offrire per
approfondire le proprie conoscenze,
appropriandosi delle esperienze degli altri.
Le parole del parroco, Mons. Luigi Torniai,
a commento della meravigliosa pagina
evangelica delle «Beatitudini», hanno
stimolato ad un pensiero di pace, pace
purtroppo smentita dalle guerre in atto, la
cui causa deriva più palesemente o
guardando più in profondità dalla
mancanza di giustizia. Tutti quanti
secondo Don Luigi hanno il dovere di
approfondire il desiderio di pace, «un
comandamento ineludibile per i cristiani»,
«beati gli operatori di pace perché saranno
chiamati figli di Dio». La guerra, ha
ricordato, non risolve nulla ma se continua
ad essere sempre nella nostra mente il
desiderio di pace, saremo capaci di creare
una mentalità nuova, tale che la pace si farà
giustizia e prevarrà sul male. Ha martellato:
la cultura di pace prenda il sopravvento
sulla cultura di violenza che tanta
sofferenza ha creato al nostro popolo,
mentre la prima, ricordando l'alluvione di
Firenze ad esempio, si è caricata delle
sofferenze degli altri. La preghiera ha
concluso sia in comunione per tutto quello
che va e andrà in questo senso. Non si
tratta di vivere un'utopia, il cammino della
pace è un percorso non facile ma possibile.
«E arrivato, il Principe della pace che ha
messo nell'uomo non solo il desiderio ma
la possibilità di raggiungerla. Davanti a
Maria, sua Madre la preghiera si fa più
intensa per il dono che ci ha fatto,
permettendoci di conoscerLo e di seguirLo,
sostenuti dalla Sua forza e dal Suo amore».
Paola Conti
V
Pagina 251
UNA MOSTRA
A MONTEVARCHI
DI LINDA LosI
Sotto il cartello con la scritta «Sali e Tabacchi.
Valori bollati» il paesaggio mostra i segni della
devastazione. Le acque si sono ritirate e con la luce del
giorno emerge la situazione di Montevarchi in tutta la
sua drammaticità: fango ovunque, strade e ponti
invasi da detriti di ogni genere, segnali stradali divelti
e accatastati sui marciapiedi insieme a tronchi
d'albero trascinati dalla piena. E ancora: abitazioni,
scantinati, fabbriche e negozi allagati; auto
intrappolate nella fanghiglia. E intorno un brulicare
di gente che spala melma e cerca di salvare il possibile.
Era la notte tra il 3 e il 4 novembre 1966 quando
Montevarchi fu colpita dall'alluvione che causerà
nelle stesse ore rovine e morti in Valdarno, a Firenze e
in tutta la Toscana. Diversamente dal capoluogo
toscano (dove l'Arno fu protagonista) a Montevarchi
furono i torrenti Giglio, Dogana, Ambra e Caposelvi
che, a seguito delle abbondanti
piogge, esondarono invadendo il
centro cittadino e la frazione di
Levane. Un fiume di acqua e fango
che procurò danni ingenti a case,
attività commerciali e artigiane,
fabbriche e opere pubbliche.
L'Autostrada e la ferrovia rimasero
interrotte per molto tempo. Oltre al
grande spavento vissuto dalla
popolazione. Sono trascorsi 50 anni
dall'alluvione e in molti cittadini è
ancora vivo il ricordo della disastrosa
inondazione del 19 6 6. La
desolazione di quei giorni è
documentata nelle immagini della
mostra fotografica «Montevarchi Lalluvione del 3-4 novembre 1966»
allestita al Chiostro di Cennano fino
al 4 dicembre. La mostra, curata da
Massimo Anselmi e Enzo Righeschi,
è composta da foto d'epoca scattate
dai montevarchini Gastone Rotesi
(adesso comprese nell'archivio
fotografico del Comune di
Montevarchi) e Leonello Picchioni,
socio dell'associazione Fotoamatori
E Mochi (conservate nell'archivio digitale di Massimo
Anselmi).
C
Alluvioni in Toscana
i vi-1111).
L'allestimento ripercorre attraverso fotografie, pagine
di giornali e documenti vari, i primi momenti in cui la
città e Levane vennero colpite dalla furia delle acque e
i giorni successivi dedicati agli interventi di stima e
ripristino danni e alla ricostruzione. Via Roma, piazza
Varchi, via Isidoro del Lungo, via Cennano sono
immortalate sotto un fiume di acqua e fango, che in
alcuni punti (come nella zona centrale detta «il
Lavacchio») sfiorò i primi piani delle abitazioni. E
ancora: la situazione disastrosa dei torrenti nei
quartieri Pestello e Giglio, con gli argini semi-crollati e
i ponti ostruiti dai detriti; il cappellificio «La
Familiare» alluvionato; pelifici, calzaturifici, piccole
botteghe artigiane invase dal fango; la frazione di
Levane allagata. E insieme alle immagini in bianco e
nero riaffiorano i ricordi ancora nitidi di chi quei
giorni l'ha vissuti in prima persona. «Avevo 21 anni,
abitavo in via Piave ma il mio babbo aveva il negozio
nel centro, in via Isidoro del Lungo: faceva il
verniciatore. Nella bottega c'era quasi un metro
d'acqua - ricorda Massimo Anselmi -. La mia
fidanzata, oggi moglie, lavorava a Pontassieve e la sera
del 3 novembre rimase bloccata con il treno a Incisa
perché la ferrovia fu interrotta. Tornò alle prime luci
dell'alba. I binari a Montevarchi, invasi dall'acqua del
torrente Dogana, erano diventati canali».
Ma la città e i suoi abitanti seppero reagire con
tempestività. «La mattina presto, appena l'acqua
iniziava a defluire, i montevarchini erano già al lavoro
per ripulire strade e negozi». E, nonostante i
problemi, non venne meno lo spirito di solidarietà.
«Ci si preoccupò subito di organizzare un centro di
raccolta in via Cennano per inviare aiuti agli
alluvionati di Firenze, colpiti più duramente di noi»,
continua Anselmi. E aggiunge: «Con l'impegno di
tutti nel giro di pochi giorni la città riuscì a
risollevarsi». Ed è così che, come recita la didascalia
dell' immagine che conclude la mostra, dopo
l'alluvione «Montevarchi riparte».
Pagina 252
Quandoó la piena arrivò
anche in Valdarno
DI PAOLA CONTI
i
ha celebrato il ricordo del 4 novembre 1966,
V-W irenze
F
quando il fiume Arno straripò cambiando i
connotati della città, oltre alle numerose vittime,
lasciando lutto e segno profondo di sofferenza nella
sua popolazione. Il dramma fece scaturire una solidarietà
mondiale che altrettanto incise nel cuore della
cittadinanza, rendendo tangibile il valore del suo
patrimonio artistico e la sua identità morale e culturale,
riferimento per tutta l'umanità. Ma Firenze è stata ed è tale
anche per il suo territorio che da sempre ha vissuto le
vicende storiche ed ambientali del capoluogo. Borghi,
paesi, comuni non colonizzati ma contaminati dalla sua
civiltà, liberamente assimilati da cultura, tradizioni, regole
e costumi di questa città che ha saputo creare bellezza
mantenendo dimensione umana. L'alluvione di Firenze
ebbe ripercussione anche nelle altre zone circostanti, in
particolare Valdarno fiorentino e aretino, nel primo con
conseguenti e ingenti danni materiali e strutturali, nel
secondo soprattutto di carattere psicologico. Immagini,
mai cancellate, sono tornate a rivivere nelle persone, che
furono protagoniste di quel momento storico. La fatica,
l'impegno degli «angeli del fango», la loro eroica
resistenza, fece parte di una quotidianità straordinaria,
dove tutti si prestarono ad atti di servizio e accoglienza,
dando inizio ad una gara di umanità. Personaggi
importanti accorsero e si occuparono di Firenze,
testimoniando il loro amore per questa città, i loro
interventi sono rimasti nella memoria storica collettiva. Il
racconto di alcune persone del Valdarno, intervistate in
gruppo, possono aiutare a capire il sentire comune e a
ricreare il clima da apocalisse che si venne a creare in
alcuni luoghi. A S. Giovanni Valdarno, passò voce che la
diga di Levanella avrebbe ceduto, si diffuse non paura ma
panico vero e proprio. Santa, giovane imprenditrice con
due figli, esce a precipizio da casa, affidando la figlia alla
prima persona, capitata, in motorino, perchè la porti
lontano da S. Cipriano (frazione di Cavriglia) verso
l'altura, mentre lei accompagnava a piedi. Ada, residente
del centro, va a cercare in modo irrazionale i suoi figli
verso l'Arno, dove l'acqua alta del fiume è in grave rischio
di straripamento, quasi lei stessa fosse diga, protezione
degli stessi. «Tanta era la gente che scappava». Una folla
impazzita per le strade cittadine, le auto, dove potevano
(non c'era ZTL), cercavano di uscire dal centro senza
seguire regole, creando caos e scontri. Chi dal negozio di
parrucchiere con i bigodini in testa, chi in pigiama, chi
anziano senza reggersi autonomamente sulle gambe, con
bastone, tutti si dirigevano verso il «Poggio della Ciulla»,
dietro la stazione ferroviaria, scavalcando non si sa come, il
muro alto che segnava barriera e confine fra colle e piano.
Rosanna, casalinga, rivive la sua paura iniziata proprio
venerdì, quando facendo la spesa si diffonde la notizia che
il «Bani», zona sud di S. Giovanni è allagato. Sola, il marito
meccanico fuori per lavoro, le figlie di cui la più piccola
non sa dove si trovi. Verso le due di notte può ricompattare
la famiglia, che dà ospitalità, intanto, ad un cliente, il
medico di Faella con la famiglia, per evitare loro rischi di
rientro. La cosa bella: la piena fiducia del marito nella
Madonna della Basilica di SS. Maria delle Grazie, che
«avrebbe protetto S. Giovanni da ogni pericolo». Grazia,
residente nel Borro della Madonna, subisce paura per
contaminazione, quando comincia a veder arrivare dal
centro cittadino, «persone ben vestite» che scappano per
andare verso luoghi vicini in posizione alta. Lina,
Alluvioni in Toscana
dipendente di un'azienda di confezioni, ha un racconto
più da osservatrice: fresca sposa, partendo in treno da
Firenze per il viaggio di nozze a Genova, vede «tanto buio,
persone con stivali immerse fino alle ginocchia nella
mota». Fina, cuoca all'asilo nido, assiste al ritiro dei
bambini da parte dei genitori, mentre tutto il cibo
preparato sarebbe stato sprecato. Altri racconti, uniti da
una comune sensazione, la paura, che non si dissiperà fino
a quando, finalmente, risuonerà la voce di cessato allarme.
Nel gruppo di donne, la testimonianza di don Luigi,
parroco di S. Lorenzo e della Basilica, tratteggia un
adolescente, giovane seminarista che insieme ai suoi
compagni ha notizia dei metri d'acqua che ricoprono
Firenze. In Via del Proconsolo, la parrocchia di
appartenenza alla diocesi di Fiesole è sommersa da tre
metri d'acqua. Da quell'istante la missione di andare,
appena possibile, a spalare e pulire, oltre che portare pane
e acqua a chi manca. Un'altra situazione, vissuta da
Giuseppina ad Incisa Valdarno, allora giovane ragazza,
abitante con la sua famiglia, composta di sei persone,
compresa una zia ottantenne di grande fede che prega per
tutti loro, nel viale della stazione. Il reddito familiare
dipende dall'attività del negozio di tabaccheria e
drogheria, situato proprio in stretta vicinanza al ponte
sull'Arno. Il suo scenario: le case delle vicinanze allagate, il
negozio annientato da 4 metri d'acqua alta, di cui il babbo
insieme ad un fratello sono riusciti solo in parte a salvare
la roba; le persone della zona sui tetti. Nell'appartamento,
sopra il davanzale delle finestre accendono candele per «far
lume alle case dei Piani». La fuga delle persone, rivolta
verso i prati, sopra Loppiano. Ciò che vede è
impressionante e pericoloso: «bomboloni» del gasolio
galleggianti, che rischiano di schiantarsi sulle mura delle
case. Successivamente, dopo il fine pericolo assicurato dal
questore di Pontassieve, arrivato a Incisa in elicottero, «ci
sono 4 giorni di lavaggio nel fiumiciattolo vicino, di
biancheria e quanto altro ricoperto di fango». Giuseppina
ha ricordato, infine, con orgoglio il comportamento del
babbo e del fratello: la distribuzione gratuita di generi
alimentari di prima necessità, e non da meno la
condivisione di ospitare cinque famiglie nella loro casa.
Pagina 253
I ricordi e le testimonianze di chi ha vissuto il 4 novembre 1966
Alluvioni in Toscana
Pagina 254
Tante le iniziative
per ricordare
quel 4 novembre
del '66, quando
l'Ombrone
«invase»
Grosseto.
Due giorni
di convegno
del Rotary
agli Industri,
mentre
il Vescovo
ha celebrato
la Messa
ip,
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w rq
9
in Cattedrale
accolti nella fede,
vogliamo
commemorare i 50
anni dall'alluvione
che colpì Grosseto. Quel
momento, accanto a tanta
distruzione, a perdite
economiche grandi e anche al
sacrificio di una vita, creò
anche un sussulto di fraternità,
di solidarietà, di aiuto
reciproco e di scoperta di tanta
carità, tra le persone, nella
società Grosseto, nella stessa
curia e nella Cattedrale con le
tante iniziative di cui la Chiesa
si fece carico». Così il vescovo
Cetoloni, domenica scorsa
nella Messa celebrata nel
ricordo della «alluvione per la
povera gente», che colpì
Grosseto. La Messa ha
arricchito le tante iniziative
promosse per commemorare
quel tragico momento (ne
diamo conto anche con altri
servizi in pagina) e che sono
iniziate il 4 novembre al teatro
degli Industri con la 2 giorni
promossa dal Rotary club con
la Fondazione rotariana «Carlo
Berliri Zoppi», entrambi
presieduti da Luigi Mansi.
Sono intervenuti tanti ospiti,
con l'obiettivo, sì, di ricordare,
ma anche di analizzare lo stato
dell'arte, per capire se siano
Alluvioni in Toscana
state messe in atto tutte le
misure necessarie a far sì che
l'Ombrone non rappresenti
più una minaccia. Il Vescovo
ha sottolineto l'impegno della
Chiesa in quei tragici giorni
«dai sacerdoti al vescovo
Gasbarri, a tanti volontari, che
dettero vita a tante iniziative
per aiutare chi era stato colpito
da quel dramma». «Emerse - ha
proseguito - quell'anima bella
e quell'umanità che è in tutti
noi e che talvolta si assopisce,
mentre si risveglia e diventa
creativa nei momenti di
difficoltà». In occasione della 2
giorni agli Industri c'è stata
anche la consegna del
riconoscimento «Paul Harris
Fellow» a Felice Caldora, che
nel '66 fece parte
dell'equipaggio
dell'aeronautica militare che
intervenne nei soccorsi in
modo significativo. A
concludere in bellezza il
«Requiem» di Mozart eseguito
in duomo dalla Corale Puccini
con il coro polifonico san
Nicola e quello dell'università
di Pisa e con l'orchestra
sinfonica città di Grosseto.
Pagina 255
6_ I
., M RICORD
La sindaca e l'alluvione del '66
«Fuggii portando via il gatto»
1 CALCINAIA
I14 novembre 1966 l'Amo faceva paura anche a Calcinaia. A
raccontarlo è la sindaca Lucia
pi (nella foto): «Ricordo
Ci
benissimo di aver preso in braccio il mio gatto bian co, Briciola, e di aver
seguito mia madre e
mio padre fuori casa, con in mano lo
stretto indispensabile per passare la notte. Allora avevo appena 16 anni - racconta la prima cittadina di Calcinaia -.
Io e i miei genitori
abitavamo di fronte
al Lungarno Mazzini e dalla nostra abitazione si vedevano le
acque dell'Arno che superavano senza troppa difficoltà il muro di cinta, opportunamente
Alluvioni in Toscana
rinforzato laddove ce n'era stata la necessità, scivolando fino
a terra. Il corso principale e tutte le traverse che afferivano ad
esso si erano trasformati in fiumiciattoli, in cui l'acqua scorreva indisturbata, arrivando fin
sopra le caviglie di
chi si trovava ad attraversarli».
«A scopo cautelativo - prosegue
Ciampi -, quella notte la passammo a casa di mia sorella che
viveva in via Vittorio
Emanuele. La piena
incuteva
timore.
Preferimmo
per
questo motivo allon-
tanarci. La situazione a Calcinaia rimase di forte apprensione
per lunghe ore, ma gli argini ressero».
ORI PRODUZIONE RISERVATA
Pagina 256
SANTA CR
: L' EVE NTO
Mostra dedíc ta al dramma
fa nel Valdarno
/ SANTA CROCE
L'Associazione Conciatori per il
progetto "A come Amo": nei
giorni scorsi è stata inaugurata
la mostra fotografica in ricordo
dell'alluvione del 1966.
Anche le concerie del distretto toscano sono tra i soggetti raccontati da "A come Arno", il progetto artistico che, in occasione
del cinquantesimo anno dall'alluvione del 1966, che determinò
lo straripamento dell'Arno ne ripercorre l'evoluzione.
Nell'ambito di "A come Arno", fino al 19 novembre a Villa
Pacchiani a Santa Croce sull'Arno, si tiene la relativa mostra fotografica, parte integrante del
Alluvioni in Toscana
progetto, che si arricchisce di ulteriori contributi multimediali.
Contributi che hanno saputo ripercorrere in modo emozionante l'evoluzione, lungo l'Arno, di
una intera regione e del suo tessuto socio-economico.
L'opera ha partecipato ai festival fotografici di Arles e Cortona,
e sarà completata da una pubblicazione con tutte le storie raccolte e raccontate dagli autori.
Il ricordo della Grande Alluvione è ancora vivo nella memoria degli abitanti della zona del
Cuoio a causa dei gravissimi
danni provocati dall'Arno che
ruppe alle Colombaie nel comune di Santa Maria a Monte.
©RI PRODUZIONE RISERVATA
Pagina 257
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DATO IL GRANDE SUCCESSO L'APERTURA
DELLA NOSTRA MOSTRA SULL'ALLUVIONE
E' STATA PROROGATA FINO AL 27 NOVEMBRE
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Tutti in coda. a La N
LE IMMAGINI, le pagine ingiallite ma
ancora stampate nella memoria di ognuno,
l'amore per la città e per il suo giornale. Sono passati cinquant'anni, ma l'Alluvione è
ancora lì, nella testa dei fiorentini che anche ieri, hanno fatto persino la coda per la
mostra de La Nazione.
C'È CHI C'ERA, quella mattina del 4 Novembre 1966, c'è chi sarebbe nato di lì a poco, c'è chi scopre per la prima volta la portata del dramma che colpì Firenze.
Nonni, genitori, figli. Tutti apprezzano la
cronaca, cruda ma reale, che in quei giorni
•
one, la mostra sarà prorogata
fu fondamentale per far sapere prima al re- di noi, un'immensa distesa d'acqua, che
sto d'Italia, poi al mondo intero, cosa fosse aveva coperto anche i ponti».
realmente accaduto alla nostra Firenze.
L'ABBIAMO intitolata « L'Arno straripa a
PRIMA degli Angeli del Fango , insomma, Firenze» ma è un'alluvione di partecipazioci furono i fiorentini a rimboccarsi le mani- ne non solo emotiva quella che ha investito
che e a spalare, e La Nazione, ricorda chi in la sede del nostro giornale . Per questo, viquesti giorni ha varcato la soglia del nostro sto il successo, La Nazione ha deciso di proauditorium, aperto gratuitamente al pubbli- rogare la mostra fino al 27 novembre. Perco, ebbe un ruolo fondamentale : pungolo ché chi non ha potuto visitarla abbia il temdelle istituzioni e voce di chi non aveva più po di farlo, e perché chi ha voglia di tornare, possa farlo.
fiato.
Stefano brogioni
E POI LA MOSTRA sull'Alluvione, scatena una scarica di ricordi intimi, dettagli
che riafforano alla vista di un frammento
di quei giorni . Tutto ritorna vivo, attuale.
Occhi lucidi, emozioni vere, ricordi personali e familiari . Di vita.
«ABITAVAMO a Gavinana, al pian terreno - racconta una visitatrice - il mio babbo
fece in tempo a salvare la macchina e farci
salire tutti sopra, me, mio fratello, la mamma e la nonna. Avevo undici anni , ero con
il pigiama e gli stivali, perché erano le sei,
le sei e mezzo di mattina . Al Piazzale Michelangelo, appena fatto giorno, ci rendemmo conto di quello che era successo: sotto
Alluvioni in Toscana
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La foto in regato
DOMAN I in edicola in
abbina mento gratuito con
«La Nazione» sarà
distribuita la quinta delle
dodici foto che compongono
la straordinaria collezione
di i m magini che
«raccontano » l'alluvione del
1966. Le foto, molte delle
quali inedite , provengono
dall'Archivio F.lli Gori e
dall'Archivio Giacomo Apriti
e saranno distribuite
gratuitamente ogni martedì
e ogni giovedì fino all'8
dicembre.
Alluvioni in Toscana
Pagina 259
sa non per a sua memona
iaggio ne storia dell'alluv
0
Ricordato a Palazzo Blu il crollo di 50 anni fa del Ponte Solferino
IL SINDACO Filippeschi e le autorità cittadine certamente. Ma soprattuto tanti pisani che ieri si sono messi in fila pazientemente davanti a Palazzo Blu: auditorium
«sold out» praticamente già dieci
minuti dopo l'apertura. Perché è
quei che ieri pomeriggio ha «attraccato» il «cinebattello» dell'Acquario della Memoria, una crociera indietro nel tempo, fino al crollo del Ponte Solferino, il più bello
della città, avvenuto il 13 novembre di 50 anni fa e che è stato un
vero e proprio viaggio nel rapporto fra la città e il suo fiume. Con
anche il ricordo della ben più tragica (almeno per Pisa) alluvione
del `49, che costò la vita anche a
due persone, e un omaggio al regista Mario Benvenuti, pioniere del
cinema a Pisa e maestro dei fratelli Taviani, scomparso pochi fa,
all'età di 94 anni: il figlio Paolo,
infatti, ha messo a disposizione
un video inedito degli anni `40, girato dal padre, che documenta
una gara di nuoto in Arno, dal
Ponte della Fortezza a quello di
Mezzo.
sociazione guidata dal regista pisano Lorenzo Garzella era stata programma in Arno, con filmati e immagini d'epoca proiettate dal battello verso le spallette e i palazzi.
Ma il fiume ha detto «no»: troppa
corrente e detriti per navigare in
sicurezza e, così, il «cinebattello»
ha fatto scalo a Palazzo Blu per
quella che rimane una delle iniziative più originali fra le molte promosse in città per ricordare l'allu-
LA CROCIERA pensata dall'as-
vione del `66, un evento patrocinato dall'amministrazione comunale e realizzato grazie alla collaborazione e al sostegno di Teche Rai e
Cinecittà Luce, Toscana Film
Commission, Toscana Energia e
Saint Gobain.
CHI IERI ha affollato l'auditorium ha anche avuto modo di visitare la mostra «4 novembre 1966 a
Pisa» dedicata alluvione di cinquanta anni fa e con le immagini
dell'archivio Frassi, curata dal
giornalista Giuseppe Meucci e
dallo storico dell'arte Stefano Renzoni. Domani, invece, torna l'appuntamento con La Nazione: con
il nostro quotidiano, infatti, sarà
in distribuzione un'altra delle dodici fotografie pisane (stampate
da Pacini) dell'alluvione del `66,
scatti provenienti dall'archivio anch'essi dall'archivio Frassi, oggi
di proprietà della Fondazione Pisa. Due uscite la settimana (martedi e giovedi) rese possibili grazie
alla collaborazione di una «squadra di sponsor» (Banca di Lajatico, Marbella Pellami, Confcommercio, Acque spa e Collegio dei
Geometri).
Francesco Paletti
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II Ponte Solferino crollato il 13 novembre 1966
Alluvioni in Toscana
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FRA MEMOR I A E FUT U RO
Firenze, i ® oltre 2500 visitatoti. Restera '
Stefano r ioni
FIRENZE
L 4 NOVEMBRE del 1966 straripò l'Arno a Firenze, ma cinquanta anni dopo è dilagante l'affetto,
non soltanto dei fiorentini, per
quell'evento che fu sì catastrofe,
ma anche il simbolo della tenacia
di una comunità e dell'amore che
tutto il mondo nutriva per questa
città. È lo stesso affetto che si respira in questi giorni, nella sede
del nostro giornale, quando - come nel week end appena trascorso
con punte di oltre 2500 presenze
solo nella giornata di ieri - i visitatori si sono addirittura messi in coda pur di rivivere, attraverso filmati, immagini e giornali dell'epoca,
quella pagina di storia che fu pubblica e al tempo stesso privata. Per
questo, per soddisfare la grande richiesta, la mostra L'Arno straripa a
Firenze - il titolo con cui quel 4 novembre La Nazione raccontò il
dramma in corso - sarà prorogata
fino a domenica 27 novembre.
Anche ieri in oltre 2500
hanno atteso con pazienza
d i visitare La rasseg na
PERCHé è un rapporto indissolubile quello tra il giornale di Firenze e della Toscana e i suoi lettori.
Che non s'interruppe neppure in
quei giorni, quando la nuovissima
sede di viale Giovine Italia venne
sommersa dall'acqua. Nonostante
la tragedia e le innumerevoli difficoltà, ogni componente de La Nazione mantenne il suo compito e
permise di far uscire il giornale in
edicola e di raccontare quale fosse
la drammatica situazione di Firenze in quei giorni. Ed oggi, questa
grande partecipazione alla mostra
ripaga e appaga per quel lavoro immane svolto da chi c'era e non si
fece annichilire dalla distruzione.
Alluvioni in Toscana
UN GRAZIE che si materializza negli occhi lucidi di chi s'incanta davanti a pagine ingiallite o, immergendosi nel racconto di chi visse
quei momenti nei fimati e nelle interviste, ricomponendo frammenti indelebili della propria eistenza.
Drammi, gioia, emozioni. Basta
scorrere il libro sul quale i visitatori lasciano un loro commento per
comprendere cosa abbia significato quel 4 novembre di 50 anni fa,
per fiorentini e non, ma anche
quanto importante e insostituibile sia il ruolo di custode della memoria collettiva del giornale.
Con i pensieri di chi è passato da
qui, sembra di sentire il rumore
della pala carica di fango che raschiava l'asfalto, o di avvertire
i
razi
suoi familiari l'alluvione è «un ricordo che ti prende il cuore e lo
stomaco». Oppure, per un visitatore che all'epoca aveva nove anni,
il 4 novembre è quel pomeriggio
«trascorso alla finestra» della sua
casa di via della Colonna.
Non ci sono soltanto fiorentini:
Francesco Mati, presidente del distretto vivaistico pistoiese, ricorda che allora anche i vivaisti parteciparono alla ricostruzione inviando alberi e piante per far rifiorire
parchi e giardini fiorentini. Messaggi in tedesco, inglese, francese,
testimoniano infine l'internazionalità di quel dramma che colpì
Firenze. Ma anche quanto è importante esserci, allora ed oggi.
enti
e comm enti anche d i vi p
arricchiscono La mostra
l'odore pungente della nafta dei
serbatoi di case e fabbriche portata ovunque dale ondate di acqua
nera e oleosa.
«S P LEND I DA informazione per i
giovani. Un ricordo triste, ma di
grande aiuto per chi era presente», scrive Rossella sul libro d'onore della rassegna. Per Wilma e i
Visite guidate
per te scotaresche
Le scuole interessate a far
vedere la mostra «L'Arno
straripa a Firenze » ai propri
studenti possono prenotare
una visita guidata mattutina
chiamando allo 055 .2495870
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LA SALA Decine di vistatori ieri assiepati davanti ai touch screen che contengono foto e pagine storiche
Le immagini
I
ringraziamenti
Sui quattro touch screen al
centro dell'auditorium Monti
è possibile osservare le foto
tratte dai nostri archivi e
anche quelle che sono state
inviate dai lettori al giornale
Decine anche i messaggi
lasciati sul libro della
mostra in tedesco, inglese,
francese, a testimoniare
l'internazionalità di quel
dramma che colpì Firenze
Tre le proiezioni visibili alla
mostra. Una dell'istituto
Luce, l'altra girata dal
maestro Franco Zeffirelli e
l'ultima, inedita, è prodotta
e realizzata da La Nazione
Alluvioni in Toscana
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1 GROSSETO
Riprende, dopo la pausa domenicale, il viaggio del Tirreno
nella grande alluvione del '66:
fra passato e presente. In edicola, con la copia del quoti diano, c'è in regalo la scheda con
le foto di ieri e oggi dell'Agenzia Bf : oggi siamo in piazza Lamarmora, devastata nel '66 da
acqua e fango; le foto sono state scattate dando le spalle al rilevato ferroviario, all'altezza
del sottopasso. Ecco com'era e
com'è. Accompagna gli scatti
fotografici una breve testimonianza - " Trappola ferrovia" dai racconti di Eligio Macelloni e DiloPiani.
L'Italia del boom si motorizzava con le piccole Fiat, 500 e
600. Sono queste vetture che
puntellano le drammatiche fotocronache dell'alluvione del
1966 a Grosseto: eccone tre, distrutte o a un passo dal baratro, in piazza Lamarmora, letteralmente sventrata dalla furia delle acque trascinate
nell'imbuto del sottopasso ferroviario.
La caserma dei carabinieri,
ristrutturata, è ancora lì, sede
del comando provinciale. E ancora lì è il sottopasso, in origine tunnel pedonale detto "del
Lazzeretto" poi aperto al traffico veicolare. C'è qualcosa che
ci avvicina al passato: come il
gemello al Ponte dei Macelli,
ancora nel 2016 quando piove
un po' più del solito, si trasforma in una trappola per automobilisti incauti.
E leggiamo stralci dei rac-
Alluvioni in Toscana
Piazza Lamarmora devastata dall'alluvione di cinquanta anni fa (foto Bf)
conti di Eligio Macelloni e Danilo Piani.
Novembre 1066. «La ferrovia - descrivono - aveva fatto
da argine perché i ponti erano
tappati da tutte le cose trascinate dalla corrente. E così piazza Lamarmora era diventata
una specie di lago, finché la
ferrovia è crollata».
Trappola ferrovia, appunto:
riprende il loro racconto: «L'allora comandante dei vigili urbani, attrezzato con un gom-
mone - descrivono- provò a
passare di là perché voleva salvare della gente, ma non ci riuscì e dovettero tirarlo su dall'altra parte dalla parte sinistra di
viale Sonnino».
Il peggio forse ancora si doveva vedere: «Quando l'acqua
si è ritirata - raccontano : è rimasto un disastro: gli animali
morti, i maiali, le macchine rovesciate».
E quei ricordi, tutt'oggi, rimangono vivi nella memoria.
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ma la gente dí Pontedera seppe reagíre
D PONTEDERA
L'acqua alta, il fango appiccicoso, il silenzio irreale. E la distruzione. Quel 4 novembre del
1966 fu simile per tutti a Pontedera e nelle zone inondate dai
fiumi in piena. Un giorno impossibile da dimenticare e che
è stato raccontato a chi non
c'era o era troppo piccolo per
avere scene nitide. Come per
Andrea Niccolaioni, ex commerciante di primo piano della
città della Vespa, che ricordala
vicenda di suo padre Remo, rimasto fuori casa per tre giorni
perché sorpreso dall'alluvione
dopo essere stato in Comune
per rifornire gli operatori di stivali di gomma e altre attrezzature per far fronte all'emergenza. «Senza contare i danni al negozio di famiglia», aggiunge
Niccolaioni.
In quel periodo i Niccolaioni
erano proprietari della Casa
della gomma, un negozio in via
della Misericordia non lontano
da quello storico di articoli
sportivi, chiuso pochi anni fa.
In vendita c'erano casalinghi,
materassi e giocattoli. Giochi in
Alluvioni in Toscana
latta e metallo, tipici del tempo. Semplici, visti a cinquant'anni di distanza, ma anche affascinanti e soprattutto
luccicanti e splendenti per i
bambini dell'epoca. «Tutto perduto - replica Andrea Niccolaioni - perché l'acqua entrò
nel negozio e lasciò la più completa desolazione».
Ma la conta venne fatta dopo. Prima c'era da mettersi in
salvo e da tornare a casa. «Che
al mio babbo non riuscì - dice
ancora l'ex commerciante - Fu
costretto a rimanere fuori di casa per tre giorni».
Quando la situazione sembrava volgere al peggio, molti
commercianti di Pontedera misero a disposizione delle squadre di soccorso quello che potevano. E Remo Niccolaioni consegnò stivali di gomma in Comune.
«Venne
sorpreso
dall'ondata di piena che invase
la città - dice ancora il figlio Andrea - Non sapendo dove andare si rifugiò in casa di amici nelle vicinanze. E lì rimase per tre
giorni. Ma erano altri tempi in
una situazione assolutamente
eccezionale che, per fortuna, finora non si è più ripetuta. For-
se oggi quella solidarietà e l'aiuto reciproco che seppero darsi
le persone non sarebbe possibile».
Meglio non verificare, anche
se in effetti c'è verità in questa
tesi. Nei giorni dell'alluvione
molti commercianti sostennero le famiglie più in difficoltà e
misero a disposizione dell'amministrazione comunale quello che potevano per riuscire a
superare le enormi difficoltà
create
dalla
fuoriuscita
dell'Era. Un evento che lasciò
la città in condizioni disastrate,
molti simili alle conseguenze
della guerra. Ma il senso di solidarietà e di appartenenza a un
luogo come Pontedera riuscirono a far fronte a un disastro
inatteso e devastante perle ripercussioni che ebbe sui beni
materiali e sul morale delle per-
sone.
La ricorrenza del 4 novembre 1966 a cinquant'anni da
quel tragico evento, che anche
nelle prossime settimane sarà
ricordato, tocca da vicino anche i commercianti storici,
quelli ormai in via d'estinzione. Ma che seppero dare una
mano per far ripartire la città.
Andreas Quirici
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Un'altra immagine dei danni causati dall'inondazione a Pontedera
Alluvioni in Toscana
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IL RICORDO I BALDACCI9
VICESINDACO
« Riman e mmo is olati in c a s a
freddo e con pochi viveri»
1 PONSACCO
«Nella mia vita ho vissuto varie alluvioni - spiega Floriano
Baldacci, ex vicesindaco di
Ponsacco - La prima è stata
quella del '66, quando avevo
17 anni, e abitavo con la famiglia in via Puntale, al piano
terreno.
l'acqua
Arrivò
dell'Era il 4 novembre del '66:
si spinse fino al ponte, colpendo abitazioni, negozi e laboratori artigiani, lungo via
Valdera C., e arrivando fino alle campagne di Valdicava lungo via Chiavaccini, via Maremmana, via Pinocchio.
L'Era non aveva argini e fu facile la tracimazione. In quel
periodo ero studente dell'istituto d'arte a Cascina e fui costretto a rimanere a casa alcuni giorni».
Floriano Baldacci, classe
'49, exvicesindaco nella giunta Cicarelli, ha vissuto la prima alluvione nel '66, quando
era iscritto ai Giovani Comunisti. Oggi è pensionato, sposato, con due figli, è attivo nelle file del Pd. E membro attivo
della Protezione Civile, ha vissuto come amministratore
l'alluvione del 2014 a Ponsacco, calzando gli stivali con
l'acqua fino alla pancia, per
aiutare i cittadini. E stato lui
stesso alluvionato nel '92 e
nel '93, ha prestato servizio ai
terremotati a L'Aquila e a Reggio Emilia, ha guidato anche
la ruspa durante le nevicate
per spalare neve.
«Nel'66 nella mia casa l'acqua fangosa riempì il garage
fino a mezzo metro - racconta Baldacci - mentre in strada
arrivò a un metro e mezzo.
Eravamo senza telefono e la
luce andava e veniva. Quando ci informarono che l'Era
aveva allagato a Pontedera,
rompendo l'argine alla Montagnola, tirammo un respiro
di sollievo, altrimenti i danni
per Ponsacco sarebbero stati
maggiori. Il fiume Cascina
era tenuto sotto controllo, sul
Alluvioni in Toscana
Floriano Baldacci
ponte molta gente stava a sorvegliare, perché mancavano
davvero pochi centimetri alla
tracimazione. Rimanemmo
isolati in casa con i soli viveri
della dispensa. Si segnava sul
muro il livello dell'acqua fangosa, e pian piano scendeva.
Alcuni ponsacchini avevano
le barche e si improvvisarono
traghettatori: salvarono diverse persone. Era freddo, e non
ci si poteva scaldare. Ricordo
di aver spalato tanto fango,
nonostante lo spavento dell'
alluvione, anche con i secchi».
«La città più danneggiata fu
Pontedera, la solidarietà fu
immediata - prosegue l'ex vicesindaco - verso amici e parenti. In un primo momento
si poteva arrivare fino al cimitero di Pontedera, ma quando l'acqua si ritirò, corremmo
subito alla fabbrica di vestiti
da bambini ' Marli", che era
di nostri parenti. Tra i primi
ponsacchini, che entrarono
nella Pontedera alluvionata,
ci fu il geometra Lovanio
Lombardi, ormai scomparso,
padre dell'ingegner Giovanni, che entrò in città con un
gommone e i volontari».
Elenalacoponi
CRI PRODUZIONE RISERVATA
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In
iùúst
ra la fo/ to C/ AIIa /Aone
Fino adomanica il museo di Fucecchio ospita la
mostra fotografica " Fucecchio novembre 1966.1
giorni dei l'alluvione ". Apertura sabato , domenica e
festivi 16 - 19 e dal martedì al venerdì 10-13.
Info tel. 0571268262/229 - museo comune.
fucecchio.fLit oggi alle 17 laboratorio per ragazzi
(età 9-13) dal titolo " 1I salvataggio della memoria. La
storia dei libri feriti". L'incontro vuole spiegare ai
ragazzi di che materiale sono fatti i libri e come sono
conservati, cosa succede a un libro e alle carte
quando subiscono dei danni e le conseguenze che ne
derivano. Saranno utilizzate immagini del recupero
dei volumi della Biblioteca Nazionale di Firenze e
verrà raccontato cosa è stato fatto per salvare i
volumi alluvionati.
Alluvioni in Toscana
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"ACQUA PASSATA"
AD OFFICINA GIOVANI
Domani alle 21,30 ad
Officina Giovani andrà in scena
lo spettacolo dal titolo "Acqua
passata" dell'associazione "la
Cloche". L'iniziativa fa parte
della rassegna On Stage Teatro.
L'ingresso è gratuito.
Maledetti toscani che anche con
l'alluvione non perdono lavoglia
di scherzare, di canzonare e di
dissacrareí Ë questo lo spirito
della serata-evento dal titolo
"Acqua Passata", ideata e
organizzata dal l'Associazione
Culturale "La Cloche Teatro" di
Campi Bisenzio, chevedrà Sul
palco attori e attrici della
Compagnia che leggeranno
diversi racconti selezionati da
importanti pubblicazioni
"celebrative." SU I l'argomento,
nonché alcuni testi originali
scritti appositamente da Paolo
Spannocchi per questi due
importanti anniversari:25 anni
dall'Alluvione di Campi Bisenzio
dei 1991 e 50 anni dall'Alluvione
di Firenze e Provincia del 1966.
Per info: Officina Giovan i, Piazza
dei Macelli, 4, tel. 0574.1836753,
e-mail staff [email protected],
sito web
www.portalegiovan i.prato.it,
f.b.: Officina Giovani.
Alluvioni in Toscana
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Recensíone Teatro
Tutte le maschere
dell'Alluvione
sul volto di Zannoni
d i Gherardo Vitali Rosati
Per farci rivivere i giorni
dell'alluvione, Alberto Severi
tratteggia una carrellata di
personaggi - veri odi fantasia che prendono vita al Niccolini,
grazie alla magistrale
interpretazione di Marco
Zannoni. «Fincostassù»,
prodotto dal teatro della Toscana
e diretto da Lorenzo Degli
Marco Zannoni al Niccolini
In scena anche stasera e domani
Alluvioni in Toscana
Innocenti, si apre con la diga di
Levane e ci presenterà poi gli
orefici del Ponte Vecchio o il noto
guardiano dell'acquedotto
dell'Anconella, ucciso dalla piena
durante un'intervista telefonica.
In un attimo Zannoni cambia
voce e movenze, senza mai
scadere nel caricaturale. Non
mancano giochi di parole e
battute scoppiettanti, in un
fiorentino verace e ricco di
neologismi, un pó alla Maria
Cassi. Manca un legame più
forte tra i vari capitoli, che
manterrebbe più viva
l'attenzione. Bella la scenografia
evocativa di Emiliano Gisolfi,
meno risolte le luci, con
innumerevoli e stancanti bui.
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restauro
dei li ' antichi
laboratorio
SCATTA oggi alle 17 al museo civico di Fucecchio l'appuntamento con «Il salvataggio della memoria. La storia
dei libri feriti». Nello specifico si tratta di un'iniziativa
davvero interessante organizzata dalla biblioteca comunale «Indro Montanelli», un laboratorio per ragazzi dai 9 ai
13 anni che potranno così
scoprire cosa succede a un testo e alle carte quando subiscono dei danni. L'appuntamento
sarà
condotto
dall'esperta di restauro e conservazione del libro Nunzia
Morosini. Nell'occasione saranno diffuse immagini dei
volumi recuperati dalla biblioteca nazionale di Firenze
e verrà raccontato ai giovani
presenti come si è agito per
salvare i libri cinquant'anni
fa, ai tempi della terrificante
alluvione. Esperienze pratiche e racconti di cui i giovani
bibliofili potranno far tesoro.
G.C.
Alluvioni in Toscana
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Laboratori, incontri e letture nelle biblioteche
IL 50° ANNIVERSARIO dell'alluvione di Firenze è stato ricordato lo
scorso 4 novembre anche a Empoli,
ma il percorso di raccolta e recupero della memoria, dal quale possano
prendere forma riflessioni attuali
per promuovere la cultura dell'acqua e della condivisione del ricordo, va avanti. E accompagnerà adulti e bambini fino all'inizio del nuovo anno. Si chiama «Un fiume di libri: la lettura legata al fiume Arno,
alla memoria, al ricordo» il progetto
promosso dalla Rete documentaria
REA.net in collaborazione con la
Rete Bibliolandia di Pisa e finanziato dalla Regione Toscana. Il gruppo
che raccoglie anche le biblioteche
dell'Empolese Valdelsa ha organizzato un'iniziativa comune di promo-
zione della lettura legata al tema del
fiume Arno contribuendo a diffondere la conoscenza di ciò che avvenne nel `66. Una serie di eventi mirati a tenere alto il livello dell'attenzione e della prevenzione sul rischio
idraulico e ambientale.
Oggi al Mmab di Montelupo alle 17
sarà organizzato «Il fiume dipinto:
lo scorrere del fiume nelle opere
d'arte». Il laboratorio per ragazzi
(6-10 anni) prevede un viaggio nelle opere di grandi artisti che nel
tempo hanno raccontato il paesaggio abitato da un fiume. A Fucecchio c'è tempo fino a domenica per
visitare «4 e 5 novembre 1966: i
giorni dell'alluvione», la mostra delle fotografie realizzate tra Fucecchio e Ponte a Cappiano mentre fino al 24 al Ridotto del Teatro del
Popolo di Castelfiorentino c'è
«L'Elsa da vivere, non da temere:
Castelfiorentino 1966- 2016», immagini e storie di fango, paura e solidarietà. Si intitola «La guerra grande
dell'Arno. Letture, musiche e voci
dal fiume» l'iniziativa organizzata
per le 17 di giovedì alla biblioteca
comunale «Renato Fucini» di Empoli. Previste letture a cura di Anna
Dimaggio accompagnate dalle musiche di Gabriele Bochicchio. Sabato alle 17,30 invece il Cenacolo degli Agostinani ospiterà la presentazione del libro «Lungo l'Arno. Paesaggi, storia e cultura» con l'autrice
Saida Grifoni. Il MuMeLoc di Cerreto Guidi, infine, farà da cornice, a
partire da sabato, alla mostra «L'alluvione, cinquant'anni dopo».
Ylenia Cecchetti
Oggi at Mmab
di Montetupo
poi te mostre a
Castetfiorentino e Fucecchio
e dopodomani
atta Fucini.
Sabato at
MuMeLoc
Alluvioni in Toscana
Pagina 271
L"
CHI NON E' ANCORA RIUSCITO A VISITARE
LA MOSTRA POTRA°FARLO FINO AL 27 NOVEMBRE
LA MOSTRA E' STATA VISITATA IERI DA AN DREA
CECCHERINI , PRESIDENTE DELL' OSSERVATORIO
PERMANENTE GIOVANI EDITORI
HANNO VISITATO LA NOSTRA ESPOSIZIONE
ANCHE CARLO CONTI, LEONARDO
PIERACCIONI E GIORGIO PANARIELLO
ANCHE IERI COME ACCADUTO DOMENICA
MOLTE PERSONE HANNO ATTESO IN FILA
IL PROPRIO TURNO PER LA MOSTRA
//.
Migliaia iWsi
; anche i` grande successo i
E' STATA prorogata fino al 27 di novembre la mostra
sull'alluvione di Firenze allestita nell'auditorium dei nostro
giornale. Dopo il grande successo ottenuto dal giorno
dell'inaugurazione e nei due giorni di apertura straordinaria,
abbiamo deciso di dare la possibilità di visitare l'esposizione
anche a chi nei giorni scorsi non è riuscito ad entrare a causa
della grande affluenza. Anche ieri centinaia di persone si sono
messe in fila per ammirare i filmati, le prime pagine e le
fotografie che raccontano il disastro del 1966. Un'esposizione
semplice e al tempo stesso emozionante, il dramma di quel
pub lico
giorno e di quelli successivi, vissuti dai fiorentini e da chi si
torvava in quelle ore in città. E La Nazione con questo
allestimento ripropone quel 4 novembre del 1966, in un mix tra
tradizione e innovazione, messo nero su bianco dai nostri
cronisti e dai fotografi di quel periodo. Proprio il giornale, che
nonostante il disastro riuscì comunque ad uscire tutti i giorni in
edicola, fu protagonista per informare in maniera capillare e per
far pressione su Roma per far arrivare gli aiuti necessari.
La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato con
orario 9.30-12.30 e 15-18.
II direttore De Robertis con Franco Vichi e Andrea
Calistri, direttore e presidente di Cna Firenze
Viska della Regione
con l'assessore
Vincenzo Ceccarelli
G///G/
ANCH E la Regione ieri ha
reso omaggio, con la visita
dell'assessore ai trsporti
Vincenzo Ceccarelli, alla
mostra sull'alluvione allestita
da «La Nazíone» che
proseguirà fino ai 27
novembre
La delegazione
dell'Enel
LA N OSTRA mostra è
stata visitata ieri anche
da una delegazione
dell'Enel. 1 dirigenti
intervenuti in
auditorium sono stati
accompagnati dal
direttore Pier Francesco
De Robertis e hanno
osservato con interesse
le prime pagine e le
fotografie che
raccontano l'alluilivione.
Alluvioni in Toscana
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SONO tantissimi i
visitatori e tantissimi i
messaggi lasciati sul
libro d'onore de La
Nazione dai fiorentini
che hanno visitato
l'esposizione. Anche
ieri centinaia di persone
si sono messe in fila per
ammirare i filmati, le
prime pagine e le
fotografie che
raccontano il disastro
del 1966.
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II tavolo con i supporti multimediali
Uno dei filmati che è possibile vedere
pagine
Fotografi e
La storia a portata di mare
N ELLA MOSTRA che abbiamo
allestito nel nostro auditorium si
trovano varie aree che raccontano
quei giorni drammatici. E' possibile
vedere il film capolavoro girato dal
grande regista Franco Ze irelli e il
filmato realizzato da La Nazione
con il racconto dei lettori e dei
giornalisti che vissero in prima
persona il dramma dell'alluvione. E
ancora, le prime pagine dei nostro
giornale, le fotografie inedite, i
contributi multimediali e i giornali
dell'epoca salvati dal fango.
L'ingresso è gratuito, la mostra
resterà aperta fino al 27 novembre.
Alluvioni in Toscana
Le prime pagine dei nostro giornale
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Conti, Panariello
ANDREA Ceccherini, presidente dell'Osservatorio Permanente
Giovani Editori, ha visitato ieri la
mostra sull'alluvione allestita nel
nostro auditorium. Accompagnato dal direttore de La Nazione,
Pier Francesco De Robertis, il
presidente Ceccherini si è soffermato sulle immagini e ha osservato con interesse le prime pagine
del nostro giornale.
Più tardi è stata la volta di Carlo
Conti, Leonardo Pieraccioni,
Giorgio Panariello: il paradiso
all'improvviso per i tantissimi visitatori della nostra bella mostra
sull'alluvione che ieri si sono trovati davanti i tre famosi artisti, recordmen di incassi col loro spettacolo, già sold out le prime sei date
de «Il tour>.
1a
l
Cl
molto importante per l'identità
non solo di una città ma anche di
un Paese ricordare i momenti più
tristi». «Non avrei pensato di vedere una mostra così - ha ammesso Giorgio Panariello -. E' bello
che si possa leggere in queste fotografie e in queste pagine di giornale un racconto che ha toccato tutti. E che ha unito la gente». «Eravamo tutti più piccoli, ma il ricor-
l
a La Nazione
do dell'alluvione è vivo in tutti i
racconti di una generazione - ha
ricordato Leonardo Pieraccioni vedere in queste fotografie cosa è
riuscito a fare l'Arno è veramente
un documento incredibile. Capisco che venga tanta gente». E anche ieri pienone, e file in via Paolieri di persone che sono rimaste
ore in fila per vedere quel che accadde quel famoso 4 novembre
1966.
ANCHE da noi il trio di amici da
sempre ha raccolto applausi e richiesta di foto e proprio ieri hanno comunicato che si aggiungeranno due nuovi appuntamenti:
il 6 e il 7 gennaio. «Una mostra
bellissima - ha detto Carlo Conti
- che tutti dovrebbero vedere. E'
7,,- i,,7!w,n
per gti studenti
Le scuote che sono
interessate a far
vedere la mostra «L'Arno
straripa a Firenze» ai propri
studenti possono prenotare
una visita guidata mattutina
chiamando allo 055 . 2495870
d ' onore
Decine e decine anche i
messaggi lasciati sul libro
d'onore della mostra in
tedesco , inglese, francese, a
testimoniare
l'internazionalità di quel
dramma che colpì Firenze
I
In alto e sopra Andrea Ceccherini con il direttore De FF.ohertis
Alluvioni in Toscana
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14
Leonardo Pieraccioni , Carlo Conti e Giorgio Panariello durante la visita alla mostra insieme al direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis
Alluvioni in Toscana
Pagina 275
VALORI
IONE D EL PATRIMONIO ARCHIVISTICO D ELLA TOSCANA
Arte e memoria, l'esempio di Prunai
CI SONO eroi che non fanno rumore: passano sulla vita leggeri anche
quando portano grandi pesi. Giulio
Prunai è stato uno di questi. Nato a
Siena nel 1906, soprintendente archivistico per la Toscana dal 1954 al
1971, si trovò a fronteggiare quasi da
solo l'alluvione del 1966, che travolse
non solo i grandi istituti di conservazione ma anche i moltissimi archivi
disseminati nella città e nella Regione. E' stato grazie all'anniversario
Alluvioni in Toscana
dell'alluvione che questa figura è riemersa dall'oblio. Ed è riemersa anche
una parte della sua storia personale,
quella della tragica esperienza vissuta
durante la guerra quando, tenente di
vascello, venne catturato dai tedeschi
e trascorse due anni nei lager nazisti.
Durante questi due anni scrisse un
diario che riuscì a salvare da tutte le
perquisizioni e a riportare a casa.
Oggi, alle ore 16, in Palazzo Neroni,
sede della Soprintendenza Archivistica della Toscana (via de' Ginori, 7) si
terrà un evento dedicato a Prunai: per
la prima volta sarà data lettura di una
selezione di brani dal suo diario e sarà
intitolata a lui la Biblioteca della Soprintendenza. Poi verrà presentato
l'accordo per la valorizzazione del patrimonio archivistico che è stato sottoscritto tra Regione e Soprintendenza
Archivistica, con la promozione di
azioni di censimento, di conoscenza e
apertura al grande pubblico del patrimonio di memoria conservato nella
nostra Regione.
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PRESSO la Biblioteca di Scandicci, fino
a venerdì 2 dicembre e in orario di
apertura, è visitabile il percorso
espositivo 50 anni dall'Alluvione.
La mostra è 'Scandicci dal fango alla
rinascita' ed è stata realizzata con
documenti e immagini dell'Archivio
Storico comunale di Scandicci
Alluvioni in Toscana
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NEL 1991 L'ALLUVIONE PROVOCO' UNA VITTIMA E TANTI DANNI. UN ANNIVERSARIO INTONO MINORE
Quando la piena della M
di M. SERENA QUERCIOLI
ERA la notte fra il 15 e 16 novembre
1991 quando le acque del torrente Marina sfondarono l'argine a Fornello e invasero la zona nord di Campi Bisenzio.
Questa sera, per ricordare, alle 21 ci sarà un consiglio comunale aperto ed è
stata allestita una mostra fotografica
nel foyer del teatro Dante. Le cronache
de La Nazione in particolare, raccontarono quella tragica notte durante la quale morì anche un'anziana, imprigionata
dalle acque nella sua casa di via Limite.
E' però un 25° anniversario senza grandi eventi e soprattutto senza il contributo del Comitato alluvionati di Campi:
«Mentre i cinquant'anni dall'alluvione
di Firenze sono stati ricordati con iniziative prestigiose, la nostra alluvione
non ha visto altrettanta attenzione commenta Antonio Esposito, presidente del Comitato - Ho ancora vivi nel
cuore quei terribili giorni e la situazione di estrema difficoltà nella quale si
trovarono 2000 famiglie e attività produttive. Quell'esperienza ha segnato
per anni la mia vita. Il Comitato attraverso un duro lavoro per il ripristino
delle abitazioni e dei beni e con altrettanto grosso impegno nell'azione svolta
per anni, dimostrò la massima volontà
a fece più paura dell'
e la più grande tenacia per far valere i
propri diritti. Fu una lunga e difficile
battaglia che, forse per la prima volta
nella storia delle ricorrenti calamità, vide riconosciuto e sancito con un decreto il diritto al risarcimento dei danni anche `ai beni e le cose dei privati cittadini'. Non tutte le istituzioni, a partire da
quelle a noi più vicine, rispettarono
quell'impegno e le cause legali (che ho
avuto l'onere e l'onore di seguire per
tutto il loro iter, peraltro vittorioso) furono la diretta conseguenza di comportamenti non del tutto rispettosi di una
legge che parlava in modo chiarissimo
e inequivocabile. A distanza di 25 anni
reputo doveroso rivolgere a quanti hanno vissuto con me quei momenti un
sentito ringraziamento. Un ricordo affettuoso alla signora Dina Nistri che
purtroppo perse la vita».
IL 1991 segnò il punto di svolta nella
sicurezza idraulica a Campi: da allora il
Consorzio di Bonifica ha investito oltre
50 milioni di euro in casse di espansione, impianti idrovori (da Crucignano alle paratie sul fosso Reale) rifacimento
argini di fiumi (Bisenzio), torrenti (Marina, Marinella, Garille) e fossi (Macinante, Reale, Vingone Lupo e altri).
Fra gli ultimi investimenti i 2 milioni
di euro per la Marina.
Stasera M arco B ott ino
(Consorzio di B onifica)
illustrerà i lavori
effettuati e quello
che c'è ancora da fare
Via dei Gelsomino
alluvionata nel 1991 (foto
dal libro " Campi Bisenzio giorni dell'alluvione
1966-1991 " di F. Nucci)
Alluvioni in Toscana
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Riconoscimenti
per l'ex sindaco
di Pontassieve,
Enzo Boscherinì,
e per il Generale
Lamberto
Disibio
AJ.%,a.vi
, riconoscimento per il generate Disibio
Pontassieve
I N OCCAS I ONE dei cinquant'anni dall'alluvione di Firenze, che
colpì anche i suoi dintorni, Pontassieve ha celebrato alcuni
importanti protagonisti di quei giorni. L'occasione è stata il
convegno dall'Associazione culturale Fotografi del Levante
Fiorentino ed intitolato «Com'era l'acqua. Scuola e territorio»,
dedicato al lavoro della professoressa Idana Pescioli. Alla cui
memoria verrà assegnato il Ponte mediceo, massimo
riconoscimento del Comune di Pontassieve. Lo spunto per
ricordare i 50 anni dell'alluvione è nata dal libro della
professoressa Idana Pescioli che, a poca distanza dall'alluvione
del'66, già nel febbraio del 1967 diede alle stampe il volume
«Com'era l'acqua. I bambini di Firenze raccontano». Nel corso
della cerimonia sono stati consegnati riconoscimenti anche
all'ex sindaco di Pontassieve, Enzo Boscherini, e al Generale
Lamberto Disibio, che nel 1966 era Tenente a Pontassieve.
Alluvioni in Toscana
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ACCADEMIA
DELLE ARTI
E DEL DISEGNO
Fino al 28 dicembre
LA SALA delle esposizioni
in Via Ricasoli 68 prende in
esame l'inedito rapporto tra
alluvione del 4 novembre
1966 e la produzione
artistica, prendendo le mosse
proprio dall'Accademia delle
Arti del Disegno, l'istituto
che dal 1563 riunisce a
Firenze i più famosi pittori,
scultori e architetti.
Alluvioni in Toscana
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In breve
Vivere il fi ume
come una opportun ità
Mostra ancora aperta
Via Ginori
I
al prossimo 30
novembre, presso il Polo
universitario grossetano è
possibile visitare la mostra
«La percezione del fiume
Ombrone come
opportunità». Una
esposizione curata
dall'Ordine degli ingegneri,
architetti e dal Collegio dei
geometri della provincia.
1125 novembre
li Industri
al Teatro
»
«Su[ fit
tt' c
Via Mazzini
«IL FILO dell'acqua». Si
intitola così lo spettacolo di
Francesco Niccoliniin
programma il 25 novembre,
alle 10 per le scuole e alle 21
per tutti i grossetani, al
Teatro degli Industri. Si
tratta di uno degli eventi
inseriti nel cartellone
ufficiale «Ombrone
1966/2016 » peri 50 anni
dall'alluvione.
Alluvioni in Toscana
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IL SINDACO E IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI BONIFICA HANNO INAUGU RATO IL RESTAURO DEL MONUMENTO
m
«Qui ve
CI SI BUTTAVA giù con un sacchetto di nailon fino a tuffarsi nell'Ombrone. Ieri mattina Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud ne ha raccontati diversi di «episodi di gioventù» relativi alla Piramide
della Steccaia. Era raggiante il presidente. Ed emozionato. Perché da amministratore di un ente molto importante
per la città e per la Maremma restituiva
al patrimonio della sua Grosseto un monumento simbolo della storia locale,
ma anche della storia personale sua e di
tantissimi grossetani. Sì, ieri mattina,
con un vento freddo che tagliava i volti
degli intervenuti, è stato inaugurato
con tanto di taglio del nastro il restauro
della Piramide della Steccaia. Un monumento eretto nel 1830 da Leopoldo
II di Lorena per ricordare ai posteri
l'importanza di quel canale «diversivo»
*
futuro
W-
*
realizzato per portare acqua nel padule
e quindi per bonificare la piana grossetana sulla quale si è poi sviluppata la città. Missione riuscita. «Le opere di bonifica idrauilica avvenute sotto Leopoldo
II - è stato ricordato - sono state le più
importanti e imponenti di tutta l'Europa dell'Ottocento». Ecco anche il perché della solennità e dell'emozione per
un restauro che di fatto è consistito nel-
ide lo ricorda»
la ripulitura delle lapidi dai segni di
anonimi graffitari e nel riaggancio di alcune parti di marmo che erano state
staccate. All'inaugurazione ha preso
parte anche il sindaco Antonfrancesco
Vivarelli Colonna che ha preso spunto
sia dalla sapiente opera di restauro della Piramide realizzata dal Consorzio di
bonifica 6 Toscana Sud, sia dall'imponenza del luogo per spingere sul tema
identitario della città. «Come nel passato illuminati governatori realizzarono
le importanti opere di bonifica idraulica e come il Consorzio ha riportato
all'antico splendore la Piramide, così
tutta la città di Grosseto - ha detto il primo cittadino - deve aver contezza di essere all'altezza di ogni genere di sfida».
Ma quello di ieri mattina è stato anche
un momento educativo per le giovani
generazioni. Al taglio del nastro del restauro della Piramide hanno partecipato numerosi studenti delle scuole superiori ai quali Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di bonifica, ha lanciato
un messaggio. «Non sarebbe male - ha
detto Bellacchi - se dopo la cerimonia
di oggi tornaste qui anche nei prossimi
giorni, mesi, anni per vivere il fiume come facevamo noi da giovani perché è
parte fondamentale dell'identità della
nostra città».
Andrea Fabbri
L NASTRO
TAGLI O
Da sinistra il presidente
dell'Ordine degli Architetti,
Pietro Pettini, il presidente
del Consorzio di bonifica 6
Toscana Sud, Fabio
Bellacchì e infine il sindaco
di Grosseto, Anton
Francesco Vivarelli Colonna
mentre inaugurano la
Piramide della Steccaia,
eretta nel 1830 da Leopoldo
II di Lorena
dé lrvarelli
Colonna
«La nostra città è
all'altezza di superare
con slancio , capacità e
risultati , og ni genere di
sfida le si ponga davanti»
Alluvioni in Toscana
Pagina 282
i
oca» pr egue
ggi in omaggio 1a quinta carta
5
La «col, zione d
,
Grande successo per le iniziative pro
OGGI è in edicola, in abbinamento gratuito al nostro giornale la
quinta cartolina d'epoca che racconta uno dei significativi momenti dell'alluvione del 1966.
Uno scatto di quel drammatico 4
novembre quando il fiume ruppe
gli argini portando in città acqua,
fango e tanta paura. Un'immagine che fa parte della raccolta che
il nostro giornale mette a disposizione dei lettori, in abbinamento
con il quotidiano, ogni martedì e
giovedì fino al prossimo 8 dicembre. Nelle foto viene fissata la città invasa da acqua e fango; ma
f4
ORIA
Oggi insieme al
nostro quotidiano
esce la quinta fato
della collezione che
ricorda attraverso
immagini
emblematiche
l'alluvione di Grosseto
Alluvioni in Toscana
sse dal nostro gio
vengono anche raccontati i momenti che precedettero il lento ritorno alla normalità.
VENGONO immortalati i protagonisti di gesti eroici; viene raccontata la grande forza d'animo
che dimostrarono i grossetani del
tempo nell'affrontare una simile,
importante emergenza. Immagini e memorie di un passato che ha
segnato una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo. Che
sono un pezzo di storia della Maremma. Sono sequenze in bianco
e nero tratte da due archivi importanti: l'Archivio Fratelli Gori e
l'Archivio Giacomo Aprili. A Firenze, invece, nella sede de La Nazione prosegue la mostra fotografica grazie alla quale è possibile rivivere ogni momento di quei drammatici giorni. Un'esposizione che
sta conoscendo un grandissimo
successo di pubblico, tanto che si
è deciso per una sua proroga. Sarà
possibile visitarla fino al 27 di questo mese, così da dare la possibilità a tutti o di rivedersi in qualcuna delle tante fotografie esposte, o
di prendere coscienza per la prima volta di un evento storico che
ha segnato comunque il volto di
tutta la regione Toscana.
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Allagamenti
via Aldo Moro
Petizione
dei residenti
QUANDO piove, e negli ultimi tempi sta avvenendo assai
frequentemente con vere e proprie bombe d'acqua, lo spazio
verde a fianco di via Aldo Moro, che nelle iniziali previsioni
avrebbe dovuto ospitare un parco giochi per ragazzi, si trasforma in un autentico lago artificiale. Il tutto per la rabbia dei
residenti preoccupati delle conseguenze che la permanenza
per diversi giorni dell'acqua
stagnante ha sulla stabilità delle fondamenta delle loro abitazioni immediatamente confinanti. Una protesta che si allarga ogni giorno dì più, coinvolgendo un po' tutti gli abitanti
della Camilletta già sul piede
di guerra nei confronti del Comune , su tutti per le precarie
condizioni del fondo stradale
sconnesso e per la presenza di
buche e avvallamenti che mettono a rischio la stessa incolumità dei mezzi in transito.
IN UNA petizione da inviare
all'amministrazione comunale
i residenti di via Aldo Moro
chiedono che vengano adottati
provvedimenti tali da evitare
ogni volta che piove la formazione del solito « lago» e che
vengano sistemate le strade interne che si snodano lungo
l'area della Camilletta . « Finora
- sostengono - siamo stati considerati di serie B nei confronti
di quanti risiedono nelle zone
centrali anche se paghiamo le
tasse nell'identica misura.
D'ora in poi vogliamo un trattamento migliore e non siamo
più disposti ad accettare discriminazioni di sorta».
G.F.B.
Alluvioni in Toscana
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14
f
Ua li-:
te domande
per i contributi
Pubblicato all'albo pretorio
del Comune l'elenco
definitiva delle domande per
la concessione i contributi
a soggetti privati peri danni
riguardanti gli eventi
calamitosi del 517 novembre
2014 e del 5 marzo 2015.
L'elenco è visitabile sul sito
i piazza II Giugno.
Alluvioni in Toscana
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A ffici
i v i
t
uno spettacoLo
suLL'aLLuvíone deV66
Piazza Macelli
SUL PALCO di Officina
Giovani domani alle
21.30 va in scena lo
spettacolo «Acqua
passata»
dell'associazione «La
Cloche». L'idea da cui
nasce il progetto è quella
di non perdere la voglia
di scherzare nemmeno
di fronte a una tragedia
come quella
dell'alluvione del 1966 a
Firenze. Gli attori della
Compagnia leggeranno
racconti scelti dalle
pubblicazioni sul tema e
alcuni testi originali
scritti da Paolo
Spannocchi.
Alluvioni in Toscana
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ANCHE IERI FOLLA NELL'AUDITORIUM DE LA NAZIONE, LA VISITA DEL PRESIDENTE DELL'OSSERVATORIO GIOVANI
Cecch r n
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ci
à e p suo
SUCCESSO che non si arresta. Anche ieri, come domenica apertura straordinaria - e nei giorni precedenti, la mostra intitolata
`L'Arno straripa a Firenze' ha richiamato centinaia di persone
nell'auditorium Attilio Monti della sede centrale de La Nazione, in
via Paolieri a Firenze. Una giornata quella di ieri per molti versi
straordinaria: sia per la vera e propria folla che ha visitato l'esposizione dedicata all'alluvione, sia
per l'eccezionalità degli ospiti.
Nel pomeriggio Andrea Ceccherini, presidente dell'Osservatorio
Permanente Giovani Editori, è
stato accompagnato nell'audito-
Bi`%G
g nal
ior
* aff
e non si
rium dal direttore de La Nazione,
Pier Francesco De Robertis. Il
presidente Ceccherini si è soffermato con interesse tra le tantissime immagini dei filmati e sui touch screen e le prime pagine del nostro giornale, che in quei giorni rimase l'unica voce a raccontare il
dramma di Firenze e dei fiorentini.
Quindi è stata la volta del trio formato da Carlo Conti, Leonardo
'L' Arno straripa a Firenze'
è visitabile dal lunedì al
sabato (9,30-12,30 e 15-1 8)
P
es@a✓.8..o
Pieraccioni e Giorgio Panariello,
che tra una battuta e l'altra ha visitato la mostra. La presenza dei tre
mattatori dell'intrattenimento ha
`scatenato' il pubblico dei fan, e i
selfie sono scattati a ripetizione.
LA MOST RA `L'Arno straripa a
Firenze', visto il grandissimo successo che sta riscuotendo, è stata
prorogata fino al 27 novembre.
La si può visitare gratuitamente
dal lunedì al sabato con orario
9,30-12,30 e nel pomeriggio dalle
15 alle 18. Le scuole che sono interessate a far vedere la mostra de
La Nazione ai propri studenti,
possono prenotare una visita guidata mattutina chiamando al numero 055 2495870.
Di FO LLA Tantissimi i visitatori anche nella ,giorna>a. di ie :
.®
Alluvioni in Toscana
RO 11 direttore Lue ë obertis con Andrea Ceccherini
Pagina 287
u-\ BATTAGL I A PER LA S I CUREZZA
.
.
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.
. .
gonfi abïli
assenza ï opere strutturali e questa l'ï otesi della Regìone dal 2013
FIRENZE
PER D IFE NDER E Firenze dalla furia dell'Arno la Regione ha pensato anche a degli argini gonfiabili.
O, per meglio dire, a «sistemi mobili di protezione temporanea di
pronto intervento» da affidare alla
protezione civile. Roba che nel
nord Europa, per il Danubio, e negli Stati Uniti, in particolare sul
Mississippi, nello stato della Louisiana, e nello stato di Washington,
è già stata utilizzata per contenere
le esondazioni.
Nel novembre 2013 gli argini gonfiabili sono stati ufficialmente presentati dal governatore Enrico Rossi. Per proteggere il centro storico
di Firenze, secondo i calcoli tecnici servono 3,5 km complessivi (in
sponda destra e sinistra d'Arno) di
argini gonfiabili e 2,2 km di paratie, quest'ultime da montare solo
in sponda destra.
L COSTO a base di gara di argini e
paratie (montaggio e manutenzione ordinaria compresi) è di 5 milioni di euro da pagare in cinque anni. Cifra alta, ma non altissima se
davvero mettesse il centro storico
al riparo da danni calcolati, da uno
studio dell'Università di Firenze e
dell'Autorità di bacino, in 2,7 miliardi di euro soltanto per le attività produttive. Senza considerare
naturalmente quelli, incalcolabili,
al patrimonio artistico.
Due anni dopo, nel febbraio 2015
la Regione ha comunque voluto
un'esercitazione pubblica per dimostrare la rapidità del montaggio
e l'efficacia del sistema. La simulazione coprì un tratto di argine
dell'Arno di 100 metri sul lungarno in riva destra all'ingresso sud
della città. E l'esperimento (con-
Alluvioni in Toscana
dotto peraltro in una splendida
giornata di sole) fu considerato perfettamente riuscito. Del resto lo
scopo dell'esercitazione era dimostrare che, per montare 3,5 km di
argini gonfiabili, servivano 16 uomini in un tempo massimo di 4
ore (dal magazzino alla spalletta
del fiume) più 10 fra camion e furgoni. E che per montare 2,2 km di
paratie bastavano 16 uomini, 4 ore
e 5 camion. E questo, al netto delle
condizioni atmosferiche, fu considerato un risultato raggiunto. Anche perché per ottenere lo stesso
obiettivo (in lunghezza e altezza)
utilizzando i `vecchi' sacchi di sabbia servirebbero, in un'ipotesi di
cato il Piano stralcio Rischio idraulico (Dpcm del 511111999).
Nel1966l'Arno si abbattè sulla città con una potenza d'acqua di 4mila metri cubi al secondo; sotto il
Ponte Vecchio il letto del fiume
non poteva contenerne più di
2500. Grazie ai lavori eseguiti ora
nello stesso punto la capacità è di
circa 3400 mc/sec. Agli argini gonfiabili, in attesa che altre opere
strutturali più efficaci come le casse d'espansione, spetterebbe quindi il compito di contenere, o quanto meno ridurre, la massa d'acqua
eccedente.
Paola Fichera
E stata scelta l'opzione
del nolegg io: il costo
è paria 200 ila euro
pura irrealtà, 7mila uomini e 200
camion. Esercitazione pratica a
parte, la Regione si è comunque
presa del tempo per verificare tutti
gli aspetti tecnici e, alla fine, dalla
primavera 2015 all'estate 2016 è
stata scelta l'opzione del semplice
noleggio del materiale per un costo pari a 200mila euro.
Al momento gli uffici stanno mettendo nero su bianco un bando di
gara che, seguendo le norme del
nuovo codice degli appalti, risponda alle esigenze del territorio toscano, con qualche modifica quindi al
materiale finora preso in esame.
L'Arno fa ancora paura come per
la piena di domenica 6 novembre
AD OGGI, grazie allo sbassamento
delle platee di Ponte Vecchio (di
fatto l'unico vero intervento eseguito come opera di prevenzione
negli ultimi cinquant'anni) nel
centro di Firenze esonderebbe in
caso di alluvione, qualcosa come
5-6 milioni di metri cubi di acqua.
Nel1966,l'Amo riversò nelle strade fiorentine circa 70 milioni di
metri cubi. Così almeno ha certifi-
Pagina 288
L' SE C
Zls' í f, S- Allerta massima: la prova sul campo voluta dalla Regione nel febbraio 2015
r ym ,,veA 1 e /7,/A
eri%'n l
PER METTERE in sicurezza
l'Arno ed evitare che si
ripeta la tragedia del 4
novembre '66 serve una
serie di interventi strutturali
a cominciare dalle casse di
espansione. Ad oggi a monte
di Firenze soltanto un
impianto dovrebbe essere
portato a termine entro il
prossimo anni: il primo lotto
di Pizziconi a Figline
Valdarno. Ne sono previste
altri tre entro il 2019 sempre
nella stessa area tra Figline
e Incisa e interventi sulla
Sieve antro il 2022.
Alluvioni in Toscana
Pagina 289
i
Grosseto, rest alta l'attenzione suipume che devastò città e campagne
11k
GROSSETO
L'0
E resta un sorvegliato
speciale. Non sembra più il mostro che cinquanta anni fa ingoiò
gran parte della città e ventimila ettari di terreno (con la complicità
di torrenti e affluenti, anche loro
fatti impazzire dalle piogge torrenziali dei giorni che precedettero il
disastro del 4 novembre 1966), ma
nessuno si sente di dire che possa
considerarsi concluso il regime di
`libertà vigilata' di cui sta godendo. «Certo - dice Fabio Bellacchi,
presidente del Consorzio Bonifica
6 Toscana Sud -, la situazione intorno al centro abitato oggi è molto più tranquilla rispetto alla metà
degli anni Sessanta, ma restano comunque situazioni potenzialmente a rischio che richiedono costante attenzione e anche interventi.
Ad esempio, penso ai cumuli di
breccia e detriti che si possono incontrare lungo il corso del fiume,
sia nel tratto senese che in quello
grossetano, sia alla presenza di alberi vecchi che un'ondata di piena
potrebbe sradicare. Andrebbero
sostituiti con piante giovani, quin
di flessibili, in grado di piegarsi
senza spezzarsi».
L'
RO E, nel 1966, scaricò un
secondo fiume di acqua e fango
per le strade della città dopo aver
rotto gli argini in tre diversi punti,
uno dei quali a poche centinaia di
metri dalle prime abitazioni. I lavori di messa in sicurezza iniziarono non appena le acque si ritirarono e uno degli interventi più significativi - oltre, ovviamente, all'innalzamento e al rafforzamento delle sponde - è stato quello per l'impermeabilizzazione dell'argine a
protezione della città. Si è fatto
molto, insomma, ma non è sufficiente. Il perché lo spiega Angelo
Gentili, della segreteria nazionale
di Legambiente: «Il fiume continua a rappresentare una minaccia
almeno per tre diversi ordini di fattori. Il primo - sostiene Gentili arriva da scelte urbanistiche sbagliate che hanno permesso di costruire in zone dove il rischio
idraulico resta altissimo. Secondo,
manca un Piano di bacino complessivo che consenta di programmare manutenzione e interventi
in maniera organica e costante.
Terzo, spesso i lavori effettuati rischiano di creare problemi invece
di risolverli, e mi riferisco al taglio
degli alberi fatto nell'errata convinzione che aumentando la velocità del deflusso delle acque si limiti il rischio alluvione. Inoltre, non
è ancora stato attuato il Contratto
di fiume, ovvero un tavolo dove portare Comuni, associazioni, imprenditori ed esperti dove iniziare un
confronto diretto e continuo per
studiare, in maniera organica, gli
interventi da attuare».
Luca Mantìgtioní
per salvare i vite[Li
Alle 7,45 del 4 novembre
'66, l' mbrone rompe
l'argine destro in tre punti.
L'acqua allaga la piana,
quindi irrompe nel cuore di
Grosseto da Porta Vecchia.
In alcune zone raggiunge tre
metri e mezzo d 'altezza: la
città è isolata, te case in
campagna sono sommerse.
Si conta anche una vittima, it
buttero Sante Guatandi,
travolto dalla piena nelle
campagne di Braccagnì
mentre tenta di mettere in
salvo i suoi vitelli
PREVENZI ONE Ruspe al lavoro sugli argini dei corsi d'acqua
maremmani Nella foto in bianco e nero, l'alluvione del '66 a Grosseto
„0;1,11 -1h,,
Alluvioni in Toscana
Pagina 290
To scana
1C
FIRENZE
Ci sono eroi che non fanno rumore: passano sulla vita leggeri
anche quando portano grandi
pesi. Giulio Prunai è stato uno
di questi. A luì oggi (ore 16) sarà
intitolata la biblioteca della Soprintendenza archivistica della
Toscana, che ha sede in via de'
Ginori a Firenze, nel corso di un
evento dal titolo "Salvare la me-
Alluvioni in Toscana
®
Prunaí
moria: dalla guerra all'alluvione". Nato a Siena nel 1906, soprintendente archivistico perla
Toscana dal 1954 al 1971, Prunai si trovò a fronteggiare quasi
da solo il disastro del 1966, riuscendo a portare in salvo preziosissimi documenti in inoltissime sedi della regione. P stato
grazie all'anniversario che questa figura singolare e dimenticata è riemersa dall'oblio.
(p. t.)
Pagina 291
QU I MARINA
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/J.
1-1
! CECINA
A che punto si trova il progetto
di realizzazione di un nuovo
collettore fognario a piazza
Sant'Andrea a Marina, e quale
grado di priorità è stato assegnato al progetto stesso? Domande che il capogruppo di
Per Cecina, Fabio Stefanini, rivolge al sindaco e all'assessore
alla Sicurezza del territorio Caterina Barzi. Tutte messe nero
su bianco in un interrogazione
ad hoc.
Stefanini ripercorre le criticità che, nel corso degli anni ed
in coincidenza di determinati
eventi climatici, si sono riscontrate in piazza Sant'Andrea, e le
successive dichiarazioni del
sindaco Lippi, con le quali aveva annunciato la volontà di realizzare un nuovo collettore fognario nel tratto che porta al
fiume. Dichiarazioni successive al 25 agosto 2015, «quando
un acquazzone allagò sia piazza Sant'Andrea che molte altre
strade adiacenti. Il sindaco dichiarò - si legge nell'interrogazione - su Il Tirreno che piazza
Sant'Andrea è il punto più basso di Marina, lì è necessario realizzare un collettore fognario. Il
progetto c'è e nei prossimi gior-
Alluvioni in Toscana
,,
,, - ... %. i .% . %.. .
ni farò il punto con Asa».
Nel ripercorrere i vari interventi e le diverse posizioni sulla
questione allagamenti, il consi gliere ricorda che, a distanza di
sei mesi, a gennaio 2016 l'assessore Barzi «aveva dichiarato
che, riguardo alla Protezione civile, il punto di raccolta individuato in piazza Sant'Andrea
non esclude i casi di allagamento o alluvione e, per questo motivo - continua Stefanini - era
in fase di controllo una diversa
ubicazione per il punto di raccolta previsto a piazza Sant'Andrea». Fino al 24 aprile scorso,
quando «a seguito di una pioggia intensa, ma non eccezionale, piazza Sant'Andrea e dintorni sono nuovamente allagati
ma dei lavori annunciati a ridosso dell'agosto scorso per
adesso non c'è traccia». Interventi che Stefanini ritiene necessari alla luce del fatto che
piazza Sant'Andrea è una delle
zone di Marina più frequentate
e che ospita la chiesa, l'ufficio
postale e quello turistico.
Due i quesiti messi nero su
bianco, domande a cui il capogruppo chiede risposta scritta
al sindaco e all'assessore Barzi
nel prossimo consiglio comunale.
(l. rn.,)
Pagina 292
CONSIGLIO COMUNALE
Oggi le benemerenze
ai vigili e alla memoria
di Santi Quadalti
1 cinquantesimo anniversario della grande piena
viene ricordato anche in
consiglio comunale, con tre cerimonie " per la memoria" in
programma nella seduta di oggi.
infatti all'ordine del giorno dell'assemblea il conferimento delle civiche benemerenze ai vigili urbani in servizio nell' alluvione del 1966, al
Corpo di Polizia municipale e
alla memoria di Santi Quadalti, il buttero che morì - unica
vittima umana dell'alluvione a
Grosseto - nel tentativo di salvare alcuni animali.
Alluvioni in Toscana
Pagina 293
.
a a sDien
E uno dei simboli della
r
: dimenticata
di STEFANO FABBRONI
a ieri il patrimonio storico di Grosseto è tornato
a impreziosirsi di una
sua gemma a lungo dimenticata: è la piramide di Ponte Tura
- che si affaccia sul fiume Ombrone sopra la diga della Steccaia e che costeggiala strada in
direzione di Istia d'Ombrone finalmente tornata alla luce dopo anni di buio grazie agli interventi di ristrutturazione effettuati dagli operai del Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud
di Grosseto.
Proprio grazie a questi lavori
-voluti in occasione del 500 an-
II r styli
realizzato
dal Consorzi o Bon ifica
ne l 500 de ll'all uvi one
niversario della grande piena
del 1966- sono state cancellate
le insulse scritte a colpi di bombolette spray frutto di atti vandalici di ignoti; e sono state restaurate con nuovi materiali le
due targhe poste sulla piramide del 1830 e 1842, celebrative
dell'era della bonifica della palude. Restituendo così alla piramide il tono e lo splendore di
un tempo.
Considerata dagli storici come la radice della Maremma, a
erigerla fu Leopoldo II di Lorena, artefice della bonifica grossetana mentre, sempre nella
prima metà dell'Ottocento, a
progettarne la realizzazione fu
l'ingegnere grossetano Alessandro Manetti.
«La piramide - spiega l'architetto e storico Pietro Pettini, da
molti anni tra i promotori del
recupero complessivo della
bellissima area di Ponte Tura era il simbolo di un'opera tecnica di grande perizia per il deflusso delle acque che giunte
sporche dall'Ombrone venivano fatte defluire in un bacino
attraverso una diga chiamata
Steccaia, così denominata per-
Alluvioni in Toscana
li
, oggi rinasce
ché costruita inizialmente in legno e solo dopo molti anni in
pietra; e poi, grazie all'azione
delle macchine idrauliche di
Ponte Tura, erano indirizzate
verso l'area paludosa e malsana di Castiglione della Pescaia.
Questi interventi di ingegneria
idraulica ci fecero conoscere
come "Piccola Olanda"».
Per l'epoca uno'opera decisamente innovativa, che permetteva alle acque, una volta
giunte nella palude castiglionese da altri canali fluviali, di
sfruttare l'innalzamento del livello del terreno presente nella
zona, di arginare i detriti e
quindi, negli anni, di portare alla definitiva bonifica e al recupero di quei terreni non deteriorati dalla palude.
Oggi Ponte Tura resta come
testimonianza di una delle più
belle opere di ingegneria idraulica mai realizzate da tramandare ai giovani e a chi non ha
mai (o quasi) avuto modo di visitarla e di conoscerne il significato storico.
«È il vero simbolo della nascita della Maremma», ribadisce il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Alcune scuole medie cittadine, con i rispettivi insegnanti,
erano presenti al taglio del nastro officiato dal sindaco e dal
presidente del Consorzio Bonifica, Fabio Bellacchi. «Per noi è
un luogo sacro- dice Bellacchi
- perchè rievocai tragici giorni
dell'alluvione ma è anche un
luogo suggestivo dove da piccoli trascorrevamo interi pomeriggi a osservare l'Ombrone
giocando in questi prati».
Pagina 294
I
REGALO
IL TIRRENO
E via Pietro Mdl
apparve come il mare
Novembre 1966 : via Pietro Aldi, alle porte di Grosseto
i avvia a conclusione il
lungo viaggio con il Tirreno nella "grande alluvione", trapassato e presente.
Oggi in edicola, con la copia
del quotidiano, c'è infatti la diciottesima delle ventuno schede che compongono il viaggio. Come sempre due foto una del novembre 1966 e una
del 2016 - a comporre in un
unico colpo d'occhio lavastità
del disastro, le sue proporzioni. A corredo delle immagini,
entrambe firmate dall'Agenzia Bf di Grosseto, i cui fondatori cinquant'anni fa furono
in prima linea a documentare
l'incredibile, un breve testo,
firmato a sua volta dal poeta e
scrittore grossetano Luca Bonelli.
Fin qui, nelle diciassette tappe precedenti, Bonelli ha dato
voce ai testimoni di quei giorni attraverso piccoli frammenti distillati dalla memoria. Stavolta invece regala al Tirreno e
Alluvioni in Toscana
ai suoi lettori un brevissimo testo personale riferito a via Pietro Aldi. Il 4 novembre del
1966 quella strada, che dalla
città avvia al mare, il mare
sembrò portarlo essa stessa ai
piedi della linea ferroviaria.
Uno spettacolo "da stropicciarsi gli occhi", che ancora
oggi - rivivisto grazie all'Archivio Bf -lascia senza parole.
Domani invece la scheda
numero 19 ci condurrà di nuovo in centro storico, zona Porta Vecchia.
Le schede del Tirreno sono
state realizzate grazie al sostegno di Consorzio di Bonifica,
Comune di Grosseto, Cna,
Elettromare, Fratelli Massai.
L'ultima sarà in edicola con il
giornale di venerdì, tutte andranno custodite nel raccoglitore distribuito all'inizio del
viaggio. Chiunque avesse perso qualche scheda o il raccoglitore, può farne richiesta al proprio edicolante.
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A sinistra
la piramide
del la Steccaia
com'è apparsa
ieri mattina
dopo
il restyling
messo
in opera
dal Consorzio
Bonifica
A destra
il monumento
un anno fa,
deturpato
dall'incuria
e dalle
bombolette
spray
(foto Bf)
Alluvioni in Toscana
Pagina 296
D ALBINIA
Per la Copaim c'è una proposta irrevocabile di acquisto. A
renderlo noto sono il commissario giudiziale e il liquidatore
giudiziale della procedura di
concordato preventivo della
Copaim srl per la quale si è
aperta una procedura di liquidazione. Commissario giudiziale e liquidatore ritengono
opportuno specificare dopo il
diffondersi della notizia che la
Copaim era in liquidazione
che «è già stata acquisita una
proposta irrevocabile di acquisto del ramo d'azienda da par-
te della società affittuaria Sgi
srl». La società milanese Sapori e Gusto Italiani è la stessa
che ha in affitto il ramo di
azienda, oggetto della vendita,
con un contratto siglato lo
scorso maggio e che scadrà fra
sei anni, a novembre del 2021
a un canone annuo di 480.000
euro. Il prezzo di vendita della
Copaim che opera nel settore
alimentare producendo nello
stabilimento delle Topaie prodotti enogastronomici vegetali e ittici è di 3 milioni e mezzo
di euro. Lo stabilimento ha in
forza 140 dipendenti. Il salvataggio dell'azienda potrebbe
quindi arrivare da chi l'azienda già l'ha in mano e che ha
sempre mostrato la volontà di
investire e mantenere viva e
produttiva un'industria locale
fiore all'occhiello del territorio
e non solo. La pubblicazione
della "manifestazione di interesse" avvenuta lo scorso 13
novembre ha lo scopo di verificare l'esistenza di eventuali altri soggetti interessati all'acquisto del ramo d'azienda. Il
bando pubblico per la ricerca
di un acquirente, normale conseguenza del concordato preventivo, non è certo arrivato
come qualcosa di inatteso, anzi. La liquidazione serve a verificare l'esistenza di altri eventuali investitori che vogliano
prendersi in carico l'azienda,
mantenendo il rapporto di lavoro con 140 dipendenti e il
contratto di affitto di ramo di
azienda. Nel caso in cui pervenissero altre manifestazioni di
interesse, oltre a quella presentata dalla Sgi, nelle forme e con
le modalità richieste, si aprirebbe la fase della procedura
competitiva per l'assegnazio-
ne definitiva del ramo d'azienda Copaim. Le difficoltà della
Copaim erano iniziate con
una crisi congiunturale nel
2010. Lo stabilimento era stato
messo in ginocchio dall'alluvione del 12 novembre 2012
che aveva fermato la produzione e provocato la messa in cassa integrazione dei dipendenti. Notevoli i danni provocati
dal fango che aveva devastato i
locali della produzione e del
magazzino dov'erano stoccati
i prodotti pronti per il mercato. La fabbrica era ripartita a
tempo record ma non è stato
facile. Le manifestazioni di interesse
per
l'acquisto
dell'azienda dovranno arrivare entro il prossimo 12 dicembre. La liquidazione riguarda
anche i capannoni di Massa e
Cozzile (Pistoia) dove si produce pasta fresca.
(i.a.)
Lo stabilimento della Copaim di Albinia
Alluvioni in Toscana
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IL PROGRAMMA
lo
.
la Svolta presenta le pn*orítá'
0 CARRARA
La Svolta nasce dopo la tragica
vicenda dell'alluvione del novembre 2014, durante il periodo dell'occupazione della Sala
di Rappresentanza del Comune «quando donne e uomini,
che prima non si conoscevano- si legge nella nota di presentazione della associazione hanno cominciato a discutere
e riflettere sullo stato di degrado in cui versa la nostra città.
Incontro dopo incontro ci siamo resi conto che cambiare
l'attuale stato di cose era non
solo necessario ma anche possibile attraverso la costruzione
di un'alternativa valida, dal
basso, a partire dalla società civile e uscire così una volta per
tutte dal marcio in cui la nostra
città è sprofondata, proprio attraverso una rifondazione della partecipazione popolare oggi delegata ad un agglomerato
di politicanti lontano dai cittadini». «L'idea - prosegue la nota - fu quella di distanziarci dai
partiti politici, facenti parte
della maggioranza ma anche
da quelli che in tutti questi anni hanno fatto una finta opposizione; altro elemento che abbiamo condiviso fu la distanza
dal movimento 5 Stelle. Per tali
considerazioni ci siamo posti
la ricerca di un'alternativa valida, costruendo assieme ad altre liste civiche, una possibile
coalizione che ponga le basi
per governare questa città alle
prossime amministrative». E
giù l'elenco degli elementi primari della associazione che
comprendono, fra gli altri: «La
reale e concreta pubblicizzazione dei Servizi primo fra tutti
l'acqua (anche nel rispetto del
Alluvioni in Toscana
referendum), ma anche i trasporti, la raccolta rifiuti, le farmacie. E ancora: la rivisitazione di tutto il comparto marmo,
dove si andrà a definire nell'immediato (per parafrasare nei
primi 100 giorni) un nuovo regolamento degli agri marmiferi - prosegue la nota - Una nuova gestione del sociale che parta da uno studio serio del disagio, perché Carrara ha un tessuto sociale disomogeneo e
tante sono le criticità. Smettere
una buona volta di utilizzare
questo settore solo come un
"contentino" dato agli amici o
come voto di scambio, in barba alle reali necessità dei cittadini. Il turismo attraverso una
riqualificazione dei luoghi caratteristici e unici del nostro
territorio, dai monti al mare
con al centro la città che invece
oggi risulta essere diventata un
agglomerato di case al servizio
dell'area mineraria. Le cave
non vanno chiuse ma razionalizzate con un piano estrattivo
che faccia da volano a tutta
una serie di attività come i laboratori di scultura e di artigianato del marmo oppure con la
creazione di percorsi storico-naturalistici nel Parco delle
Alpi Apuane. Ormai a Carrara
il commercio è stato azzerato,
sono molti più i negozi chiusi
che quelli aperti, invece potrebbero essere una concreta
possibilità di investimento e di
legame di tutta la comunità».E
infine: «Il turismo attraverso
una riqualificazione dei luoghi
caratteristici e unici del nostro
territorio, dai monti al mare
con al centro la città che invece
oggi risulta essere diventata un
agglomerato di case al servizio
dell'area mineraria».
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