Laboratorio mobile per produrre succo

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Laboratorio mobile per produrre succo
Laboratorio mobile
per produrre succo
PATRIZIA TODESCO
Un laboratorio mobile, un «succhificio» con le ruote, che può arrivare direttamente in campagna, nei piazzali
delle case degli agricoltori o dei proprietari di agritur o ancora vicino ai
magazzini di frutta. Un laboratorio mobile in grado di trasformare mele in
succo nel giro di pochissimi minuti. La
«succomobile» è un'idea unica nel suo
genere in Trentino e in Italia. Ad importarla dall'Austria e dal Nord della
Germania è stato Italo Casotti, figlio di
agricoltori, un passato nel commercio
edile, ma una passione innata per l'agricoltura sostenibile. Originario di Zambana, oggi residente a Cortesano, quest'uomo ha deciso di investire in
un'idea decisamente nuova per il nostro territorio. Chiunque sia in possesso di un certo quantitativo di mele può
prenotare il laboratorio mobile grazie
al quale le mele vengono spremute sul
posto, il succo pastorizzato e imbottigliato o inserito in box. Per lavorare
Casotti ha bisogno solo di un allaccio
all'acqua potabile e di uno spazio dove aprire e posizionare il suo carrello
mobile. Il resto lo fa tutto la macchina.
«In pratica - spiega - le mele posizionate nei cassoni vengono alzate e messe
in una vasca dove vengono lavate e selezionate in quanto devono essere utilizzati frutti integri. Attraverso un vortice le mele risalgono poi su un nastro
c h e J e t r a s o o r t a i n u n a m a c i n a che le
sminuzze. Infine il composto cade in
una pressa a nastro che separa il succo (75% del prodotto) dallo scarto».
Attraverso questo procedimento con
cento chili di mele si ottengono 70-75
litri di succo. Anche lo scarto può essere però utilizzato, ad esempio come
alimento per maiali o mucche.
Dopo l'uscita dalla pressa il succo viene pastorizzato. Immesso in tubi, il prodotto arriva a circa 80 gradi, temperatura che consente la conservazione
per almeno 12 mesi del prodotti senza alterare il gusto o principi nutritivi.
Una volta aperto il prodotto si conserva per tre mesi.
«Essendo che ognuno ottiene il succo
dalle proprie mele - aggiunge poi Casotti - il contadino o chi decide di produrre il succo è anche certo del prodotto che inserisce perché può assistere a tutto il procedimento». Nel giro di mezz'ora si possono trasformare 200 chili di mele.
«L'idea di realizzare il succo di mela a
domicilio mi è venuta innanzitutto perché ritengono questo prodotto interessante. Le mele sono un prodotto
che in Trentino non mancano e quelle di secondo hanno un bassissimo valore, si parla in alcuni casi di pochi centesimo al chilo. Jn pratica non hanno
mercato. In questo modo si ottiene invece un prodotto di qualità che ha un
certo valore. Un prodotto poi assolutamente naturale perché non si aggiunge niente e il prodotto viene poi con-
fezionato con tutte le fibre», spiega Casotti che in queste settimane sta cercando di far conoscere la sua offerta
ai potenziali clienti. È evidente che con
l'inizio della raccolta delle mele dovrebbe iniziare anche per lui il periodo di maggior lavoro, ma la lavorazione e trasformazione del prodotto può
avvenire anche con prodotti conservati in cella.
Un'idea che potrebbe piacere anche
ai gruppi solidali d'acquisto considerato che, trovate le mele di seconda a
basso prezzo, è poi possibile trasformarle con un prezzo decisamente inferiore dall'acquisto del prodotto finito. Ma l'idea può essere interessante
anche per i magazzini di frutta, per gli
asili, per chi organizza feste campestri
o semplicemente per chi ha campagna
e vuole far «fruttare» al meglio i suoi
prodotti. I prezzi che al momento Italo Casotti ha indicato sul suo sito internet www.succomobile.it o sui suoi
volantini sono indicativi. Si parla comunque, fino a 100 litri di prodotto, di
un costo di 5 euro per un box contenente 5 litri. Il prezzo scende fino a 4,70
se la produzione oscilla tra i 500 e i
1000 litri.
«Il punto forte dell'impianto è il pastorizzatore automatico che pur garantendo l'eliminazione dei microorganismi patogeni termosensibili non altera le caratteristiche chimiche ed organolettriche del prodotto», conclude
l'imprenditore-agricoltore.