casa sicura - Informatore Agrario

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casa sicura - Informatore Agrario
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Proteggere le mani
Pulizie di casa, riparazioni,
interventi di manutenzione
e lavori fai da te: sono tanti
i casi in cui è necessario
proteggere le nostre mani
da prodotti chimici
o da rischi di abrasione,
tagli ecc. Ma i guanti
non sono tutti uguali.
Vediamo come riconoscere
quelli adatti al tipo di rischio
NATI per il mondo del lavoro
in risposta a una specifica legge che fornisce le situazioni che ne richiedono
l’impiego e stabilisce le regole di scelta
e utilizzo, i Dispositivi di protezione individuale (DPI) sono alleati indispensabili della nostra salute e sicurezza anche
durante i lavori domestici, dalla manu-
durante i lavori di casa
è importante.
Scegliamo
guanti adeguati
tenzione ordinaria della casa e del giardino alle svariate attività del fai da te.
Spesso non ci rendiamo conto che anche
a casa siamo esposti al rischio di farci
male per l’impiego di utensili (tagli, abrasioni, schegge, schizzi ecc.) o di subire
gli effetti, a lungo termine, dell’esposizione a prodotti chimici, polveri, rumori o vibrazioni. Basti pensare all’utilizzo
di detergenti, levigatrici, vernici, decespugliatori, per fare semplici esempi.
c
b
a
Per i lavori
dentro e fuori casa
spesso utilizziamo
i guanti
per proteggere
le nostre mani,
ma non tutti
sono dispositivi
di protezione
individuale.
Vediamone alcuni:
DPI (Dispositivi
di protezione
individuale)
per rischio
chimico e meccanico [a]; DPI per rischio
meccanico in maglina con rivestimento
in gomma di varie tipologie [ b-c-d-e-f];
DPI per rischio meccanico in pelle [g];
DPI per rischio meccanico in crosta
(cioè in cuoio grezzo) [ h];
guanto non DPI “da piatti”
in lattice naturale [ i]; guanto DPI monouso
in lattice naturale [ l]
g
Che cosa sono i DPI
(Dispositivi di protezione
individuale)
I DPI sono dispositivi di protezione appositamente realizzati per proteggere mani,
occhi, udito, apparato respiratorio, cute
e tutto il corpo in generale qualora:
– non sia possibile eliminare il rischio
alla fonte (per esempio eliminando le
polveri di levigatura con un potente
aspiratore sul banco di lavoro o sosti-
d
h
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e
i
f
l
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tuendo un prodotto chimico aggressivo
con uno che non lo è);
– gli interventi atti a eliminare il rischio
alla fonte non siano sufficienti a salvaguardare la nostra salute e incolumità
fisica e pertanto si renda necessaria
l’azione combinata di un intervento
esterno (l’aspiratore del nostro esempio) e di DPI quali una mascherina e
un paio di occhiali protettivi.
a
b
Fabbricante
Modello - Taglia
c
d
CAT. I-II-III
g
EN nnnn
Le nostre mani sono esposte
a pericoli anche nei lavori
più semplici: proteggiamole
EN nnnn
XYZ
NNNN
e
In questo articolo prendiamo in esame i DPI per le mani che, per le nostre
attività manutentive casalinghe, sono
sicuramente i più importanti e di frequente utilizzo. Le nostre mani infatti
sono in prima linea esposte al rischio di
tagli, abrasioni, scottature e soggette a
sporcarsi con prodotti chimici di varia
natura (detergenti, colle, vernici, solventi, colori ecc.). Alcuni rischi sono
immediati, come un taglio o un agente
corrosivo, altri possono agire a lungo
termine, come l’esposizione ad allergeni
che può portare a dermatiti.
È fondamentale trovare il paio di guanti che le protegga adeguatamente pur
permettendoci di lavorare in modo
confortevole. Il mercato ci mette a disposizione una vasta gamma di guanti
e tra questi è essenziale comprendere
la differenza tra uno “normale” e uno
che invece è un DPI.
I fattori da tenere
in considerazione
nella scelta
di guanti DPI
NNNN
f
– la norma tecnica di riferimento utilizzata per fabbricarlo;
– i pittogrammi (immagini) dei rischi
per i quali è collaudato.
Tali indicazioni, obbligatoriamente
riportate dalla nota informativa presente nella confezione (1), devono
anche essere impresse sul dorso del
guanto, sia destro sia sinistro (2).
Per scegliere quello più adatto alle
nostre esigenze e soprattutto per non
correre il rischio di considerarci protetti ma non esserlo, impariamo a leggere la nota informativa presente sulla
confezione e a comprendere i simboli
impressi su confezione e prodotto. Consideriamo le due categorie di rischio
presente comunemente nelle nostre
attività domestiche: il rischio chimico
e il rischio meccanico.
Come proteggere le mani
dal rischio chimico
Un DPI per legge deve essere conforme alla normativa europea e riportare:
– la marcatura CE;
– il nome del fabbricante;
e
EN nnnn
I prodotti chimici ci circondano perché
quotidianamente utilizzati per la pulizia
della casa: saponi, detergenti, lubrificanti, sgrassanti, a volte anche corrosivi
d
b
a
f
c
1 Schema generale dei dati che devono
essere riportati per legge sui DPI per le mani.
Sono riportati: il nome o il marchio
del fabbricante [a]; il modello o la taglia [ b];
la marcatura CE che indica che il guanto
è conforme alle normative europee (EN)
relative ai guanti di protezione [c]; la categoria
(CAT) [d] che si riferisce alla classe di rischio,
I bassa, II media, III alta (non ne parliamo
nell’articolo perché è un riferimento legato
all’ambiente lavorativo); i pittogrammi (simboli)
dei rischi per i quali i guanti sono stati testati
e sono adeguati all’impiego [e]; l’indicazione
del grado di protezione (presente
su alcuni) [f]; la norma europea
di riferimento [g] relativa al rischio
indicato dal pittogramma
(acidi come gli anticalcare, basici come
la soda caustica, per esempio).
Sono prodotti che possono essere “pericolosi” e per un corretto uso è importante leggere la loro etichetta. Su
di essa è indicato di che cosa si tratta e
sono presenti simboli di pericolo, frasi
di rischio e consigli di prudenza o anche
solo semplici indicazioni: tutte informazioni essenziali da rispettare per il
nostro bene.
Ecco un breve elenco di quelle relative alla protezione della pelle da agenti
chimici.
Frasi di rischio (indicate dalla lettera R, mentre il numero si riferisce
alla posizione della frase di rischio
in elenco)
– R 21 Nocivo a contatto con la pelle.
– R 24 Tossico a contatto con la pelle.
– R 27 Molto tossico a contatto con la
pelle.
– R 34 Provoca ustioni.
– R 35 Provoca gravi ustioni.
– R 38 Irritante per la pelle.
– R 43 Può provocare sensibilizzazione
2 Alcune delle informazioni
sopra indicate devono essere riportate
anche sul dorso dei guanti.
In questo esempio sono indicati:
il produttore [a],
l’articolo (cioè il codice alfanumerico
che identifica un particolare
prodotto all’interno del catalogo
di produzione) [ b], la taglia [c],
la marcatura CE [d],
la categoria [e],
il pittogramma (simbolo)
con indici di resistenza [f].
Manca il riferimento alla norma tecnica
utilizzata per i test da rischio
meccanico EN388
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3 Pittogramma
(simbolo) del rischio
chimico: una beuta
fumante. Al di sotto
dello scudo sono
riportate le lettere
che si riferiscono alle sostanze
chimiche più pericolose
per le quali i guanti garantiscono
protezione (vedi Tab. 1 e 4)
4 Un guanto DPI a protezione del rischio
chimico, in gomma nitrilica. Nell’ingrandimento
si leggono le informazioni stampate sullo stesso:
vi si riconoscono, da sinistra a destra, i pittogrammi
del rischio meccanico [a], del rischio biologico (che
non abbiamo considerato
nel presente articolo perché difficilmente
riconducibile a una situazione domestica) [ b],
del rischio chimico con le tre lettere AKL
(che si riferiscono alle sostanze chimiche
per le quali i guanti garantiscono protezione,
vedi Tab. 1) [c] e quello delle note informative [d],
cioè note informative
specifiche
sull’utilizzo
del DPI,
che si trovano
c
a
nella confezione
e che si invita
a leggere
d
b
con attenzione
per contatto con la pelle.
– R 48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
– R 66 L’esposizione ripetuta può provocare secchezza e screpolature della
pelle.
Consigli di prudenza (indicati dalla
lettera S di sicurezza, mentre il numero si riferisce alla posizione della
frase di rischio in elenco)
– S 24 Evitare il contatto con la pelle.
– S 28 In caso di contatto con la pelle
lavarsi immediatamente ed abbondantemente con…. (prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante).
– S 37 Usare guanti adatti.
I guanti adeguati
per il rischio chimico
Tra i consigli di prudenza è indicata la
necessità di utilizzare guanti idonei.
La norma tecnica di riferimento per
questi ultimi è la EN 374-1/2/3 “Guanti
di protezione contro i prodotti chimici
e i microrganismi”.
Questa norma stabilisce i requisiti di
resistenza chimica che i guanti devono
possedere (1).
Come si riconoscono i guanti adeguati al rischio chimico
Il pittogramma (simbolo) relativo al rischio chimico è uno scudo con all’interno una beuta fumante (il flacone in vetro usato nei laboratori chimici) (3).
Al di sotto di questo scudo ci sono le
lettere maiuscole (4) che identificano
gli agenti chimici per i quali i guanti
sono idonei (vedi Tab. 1 a lato).
I guanti DPI da rischio chimico sono
lunghi fino a metà avambraccio o anche
di più per una maggiore protezione e
vanno indossati sopra a un capo a maniche lunghe.
Sono impermeabili e, oltre alla protezione dalle sostanze chimiche, possono
avere un grado protettivo anche per
il rischio meccanico opportunamente segnalato dal relativo pittogramma
(simbolo).
si combina il maneggiamento di cose
sporche di oli lubrificanti, è importante
considerare anche il materiale di rivestimento (vinile, nitrile, neoprene) e
l’estensione della copertura (solo il palmo e le dita fino a tutta la mano).
Come proteggere le mani
dal rischio meccanico
L’utilizzo di martello, cacciavite, pinza,
tenaglia, seghetto manuale, cutter ci
espone al rischio di abrasione e taglio
delle mani per proteggere le quali vi
sono varie tipologie di guanti, apparentemente molto simili tra loro, ma in
realtà con caratteristiche tecniche che li
differenziano. Se all’uso di attrezzature
I guanti adeguati
per il rischio meccanico
Come si riconoscono i guanti adeguati al rischio meccanico
Il pittogramma (simbolo) indicante il rischio meccanico è uno scudo contenente l’immagine di un martello accompagnato sempre dalla norma EN 388
“Guanti di protezione contro i rischi
meccanici” e da un numero a quattro
TAB. 1 - SOSTANZE CHIMICHE CONSIDERATE PER IL
COLLAUDO DI UN GUANTO DPI PER RISCHIO CHIMICO
A
B
C
D
Prodotto chimico
di prova (2)
Metanolo
Acetone
Acetonitrile
Diclorometano
E
Disolfuro di carbonio
F
G
H
I
J
K
L
Toluene
Dietilamina
Tetraidrofurano etere
Acetato etile
N-eptano
Idrossido di sodio 40%
Acido solforico 96%
( 1)
In quali prodotti (per pulizie, lavori fai da te,
manutenzioni) può trovarsi (3)
Solventi, lucidanti
Solventi, vernici, svernicianti
Siliconi acetici
Solventi, vernici
Sostanza altamente tossica impiegata nell’industria
tessile (non presente in prodotti a uso domestico)
Solventi, vernici
Coloranti, anticorrosivi, resine
Solvente di utilizzo in laboratorio chimico
Solvente per vernici, resine, colle
Sostanza pericolosa utilizzata in laboratori chimici
Disincrostanti, svernicianti
Batterie al piombo
(1) Lettere di riferimento.
(2) È la sostanza sulla quale sono state effettuate prove di laboratorio specifiche.
(3) L’elenco non vuole essere esaustivo, ma solo indicativo (ci sono ad esempio prodotti
spray che possono contenere una o più di queste sostanze).
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TAB. 2 - ALCUNI DEI PRODOTTI CHIMICI DI COMUNE UTILIZZO IN CASA
E I GUANTI PER I QUALI GARANTISCONO PROTEZIONE (1)
Sostanza
Acido acetico
Acetone
Benzina - kerosene
Utilizzo
Gomma naturale
(lattice)
Nitrile
Vinile
(Pvc)
Neoprene
Anticalcare, sgessante
Scarsa
Buona
Buona
Media
Solvente
Buona
Scarsa
Scarsa
Media
Solvente, sgrassante
Scarsa
Buona
Scarsa
Media
Acido cloridrico
Anticalcare, detergente per metalli
Buona
Buona
Buona
Buona
Grasso minerale
Lubrificanti per catene, motori
Scarsa
Buona
Scarsa
Media
Olii minerali
Solventi
Soda caustica 30%
Ipoclorito di sodio (candeggina)
Lubrificanti per catene, motori
Scarsa
Scarsa
Media
Media
Vernici, colori, diluenti, sgrassanti
Scarsa
Buona
Buona
Buona
Sgrassante per forni e fornelli, disgorganti
Media
Buona
Media
Media
Detergenti per la casa, sbiancante
Media
Media
Media
Media
(1) Fonte di riferimento: AAVV, Dispositivi di protezione individuale, Elementi formativi N. 7, Collana “Cultura della Sicurezza”; Università degli studi di Roma “La Sapienza”.
cifre (nell’esempio 3121) (5).
I quattro numeri, da un valore minimo
di 1 a un valore massimo di 4 o 5, indicano i livelli di resistenza che rappresentano nell’ordine da sinistra a destra:
– resistenza all’abrasione (da 1 a 4);
– resistenza al taglio da lama (da 1 a 5);
– resistenza allo strappo (da 1 a 4);
– resistenza alla perforazione (da 1 a 4).
Se, al posto di uno di questi numeri,
comparisse la cifra 0 o la lettera X, vorrebbe dire che il guanto non è stato
provato o che non ha raggiunto i requisiti minimi della prova: in entrambi
i casi che non è idoneo per l’abrasione,
il taglio da lama, lo strappo o la perforazione a seconda della posizione in cui
si trovano lo 0 o la X.
5 Pittogramma
(simbolo) del rischio
meccanico:
un martello
all’interno
di uno scudo.
La “i” all’interno
dello scudo indica le note
informative. Al di sotto
dello scudo sono riportati la norma
tecnica di riferimento (EN388)
e un numero di quattro cifre
che indica i livelli di resistenza
all’abrasione (3 in questo caso),
al taglio da lama (1 in questo caso),
allo strappo (2 in questo caso),
alla perforazione (1 in questo caso)
Altri fattori da considerare
nella scelta dei guanti per
la protezione meccanica
Oltre ai valori sopra riportati,
per la scelta del guanto è utile
conoscere altre caratteristi-
6 Un importante fattore
da considerare per la scelta
dei guanti per il rischio meccanico
è il materiale con cui sono
realizzati. Questi guanti DPI
in pelle, per esempio, sono ideali
per maneggiare legname
(proteggono dalle schegge)
o metalli dove può essere elevato
il rischio di taglio e abrasione
per presenza di bave, purché
rimangano puliti (cioè non vengano
a contatto con olii ad esempio)
in quanto non hanno gomme
di rivestimento. Non sono idonei
in presenza di sostanze chimiche
che, in primo piano il materiale con
cui il guanto è fabbricato e l’estensione
del rivestimento (6). Si trovano infatti
guanti apparentemente molto simili e
magari anche con gli stessi valori di resistenza meccanica che però differiscono
per avere la copertura solo del palmo e
della punta delle dita (2) oppure di tutta
la mano, compreso il dorso, in particolare se si prevedono spruzzi (7).
Facciamo un esempio: i guanti da lavoro
in maglina con rivestimento in gomma,
considerati in genere DPI delle mani per
rischio meccanico, generalmente non
sono impermeabili. Se la lavorazione
richiede l’immersione delle dita in liquidi è essenziale la scelta del guanto
da protezione chimica (che è più lungo,
è completamente in “gomma” con una struttura
costruttiva differente
e garantisce la protezione in caso di
contatto prolungato con sostanze
chimiche anche in
immersione delle
mani in liquidi) e, tra
questi, quello con la
protezione meccanica
più indicata per l’attività da svolgere.
Altri, invece, possono
differire perché il rivestimento è realizzato in
gomma nitrilica o vinilica
o poliuretanica e quindi
valgono le considerazioni
fatte in precedenza per i
guanti da protezione chimica: ad esempio bisogna
preferire guanti da lavoro
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con rivestimento in nitrile se si devono
maneggiare oggetti sporchi di olii e grassi lubrificanti.
Accorgimenti da seguire
nella scelta e nell’uso
dei guanti DPI
I DPI non sono infallibili, il loro impiego non elimina il rischio di infortunio
o di contrarre una malattia. Lo riduce
se e solo se a essi si accompagna un
atteggiamento corretto e responsabile nello svolgimento delle attività
pericolose. In modo particolare vanno
rispettate queste semplici regole:
scegliere il DPI corretto per l’uso che
se ne deve fare. In caso di dubbi, non
esitare a chiedere al personale di un
negozio specializzato in antinfortunistica. In ogni caso, dovendo scegliere, dare precedenza al rischio maggiore (meccanico o chimico, a seconda dei casi);
acquistare preferibilmente guanti
DPI dove sia possibile provare la taglia:
per lavorare confortevolmente il guanto non deve essere né troppo stretto né
troppo grande;
leggere la nota informativa riportata
sulla confezione del DPI stesso e, se si
utilizzano sostanze chimiche, anche
sull’etichetta di queste ultime e attenersi a esse;
utilizzare solo guanti in buone condizioni, non usurati, danneggiati, consunti (8);
togliere i guanti ogni volta che si
devono utilizzare apparecchiature non
di lavoro, per esempio il telefono: si
evita di sporcarle e venire poi a contatto con polveri e agenti chimici che hanno imbrattato il guanto;
lavare accuratamente le mani quando si tolgono i guanti e sempre prima
di bere o mangiare;
non riutilizzare guanti monouso, che
vanno tolti rovesciandoli dalla mano;
seguire le istruzioni di uso e manutenzione del guanto DPI, in particolare
quelle relative alla pulizia e conservazione. Ricordare che, come tutte le plastiche, temono i raggi diretti del sole e
pertanto vanno riposti al chiuso, ade-
a
b
7 Guanti per la protezione meccanica apparentemente simili
possono differire per l’estensione del rivestimento: guanto in maglina
di cotone e nylon con palmo e punta delle dita ricoperti di gomma nitrilica [a];
guanto in maglina di cotone, nylon e lycra con palmo, dita e dorso
della mano ricoperti in gomma nitrilica [ b]
guatamente puliti dopo l’utilizzo. Più si
ha cura del DPI e maggiore ne sarà la
durata.
Altre tipologie
di guanti spesso
utili in casa
I guanti monouso
I guanti monouso (9) sono comunissimi e molto comodi; il loro spessore sottilissimo, la morbidezza e la calzabilità
li rendono spesso favoriti ad altri più
8 I guanti DPI possono offrire
protezione contro gli infortuni se sono
mantenuti in buone condizioni; se sono
danneggiati è opportuno sostituirli.
Qui vediamo un guanto usurato
in prossimità dell’incavo del pollice.
Si intravede la trama della maglia
sottostante: la protezione da sostanze
chimiche non è più garantita
spessi e apparentemente poco pratici,
ma è evidente che non possono andar
bene per tutte le attività.
Richiedono attenzione nella scelta di
impiego e al momento dell’acquisto è
importantissimo leggere bene le informazioni sulla confezione. Infatti, per
le caratteristiche costruttive che li contraddistinguono, non riportano alcun
marchio sul guanto ma solo sulla scatola e in questa vanno sempre conservati
sino al momento dell’uso.
Le due categorie più diffuse sono:
– in lattice naturale, più
economici;
– in nitrile, indicati per
tutti quei soggetti che
manifestano allergia al
lattice, per lavori a contatto con olii minerali
e solventi; hanno una
maggior resistenza allo
strappo.
La differenza di materiale implica diverse finalità d’uso (per lavorare
con vernici e solventi o
con olii minerali il lattice non va bene, si veda
Tab. 2 a pag. 22).
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9 I guanti monouso
(qui in lattice) sono molto pratici,
ma non sono adatti a tutte
le attività. Controllate
sulla confezione gli usi consentiti
pavimenti in legno, pulire i vetri.
Insomma, ordinarie pulizie domestiche.
Purtroppo però molto spesso nelle nostre case si utilizzano prodotti
sgrassanti, anticalcare, disincrostanti, lubrificanti che ben si discostano dal blando potere detergente di
un sapone per stoviglie ed ecco che i
guanti “da piatti” non ci
proteggono adeguatamente.
Non rientrando nella categoria dei DPI,
non sono soggetti ai
test specifici per le sostanze chimiche viste nei paragrafi
precedenti; la loro fabbricazione
richiede in ogni caso controlli soggetti
alle normative europee (marchio CE) e
sulla confezione devono essere riportati
consigli d’uso e di non uso.
10 I sottoguanti in cotone
sono usati sotto ai guanti DPI
da chi è allergico alle gomme
o per assorbire il sudore
I sottoguanti
in cotone
(1) Tale prestazione è determinata
da 3 fattori: penetrazione,
degradazione e permeazione.
Penetrazione: la possibilità
che la sostanza chimica oltrepassi
la barriera del guanto attraverso
le cuciture, la porosità
del materiale, le imperfezioni
dello stesso. Degradazione:
il deterioramento
delle caratteristiche
del guanto, per usura
e contatto con sostanze
chimiche, con conseguente
perdita del potere protettivo.
Permeazione: processo
di assorbimento, diffusione
ed espulsione della sostanza
chimica da parte
del materiale di cui
il guanto è composto.
L’indice di permeazione
misura il passaggio
della sostanza chimica
nel corso del tempo attraverso
il materiale del guanto.
Per i soggetti allergici alle gomme naturali e/o sintetiche un
valido ausilio per le mani sono
i sottoguanti in cotone (10), facilmente reperibili, lavabili in
lavatrice, riutilizzabili.
Sono inoltre utili per assorbire
il sudore delle mani e prolungare l’utilizzo del guanto da
lavoro. Chi avesse necessità
di indossarli deve ricordarsi
di scegliere una taglia in più
del guanto DPI o, meglio ancora, acquistare il guanto DPI
provandolo già con indosso il
sottoguanto in cotone.
Non sono DPI, ma un ausilio
all’utilizzo dei DPI qualora
necessario.
Il comunissimo
guanto da cucina
Comunemente noto come guanto per “lavare i piatti” (11), in lattice naturale con o senza
rivestimento interno in cotone, non
manca mai nelle nostre case ed è buona norma utilizzarlo sempre e solo per
svolgere quei lavori per i quali effettivamente è nato: lavare i piatti, spolverare, passare la cera d’api su mobilio e
Marianna Baldo
Consulente ambiente e sicurezza
nei luoghi di lavoro
11 I guanti da cucina in lattice
naturale (qui senza rivestimento
interno) possono essere usati
con prodotti che hanno un blando
potere detergente. Leggete
sulla confezione i consigli d’uso
e seguiteli scrupolosamente
(2) Il resto del guanto è generalmente
una maglia/maglina elastica,
da molto sottile a spessa, di solito
in cotone, nylon, lycra o in fibre miste.
Foto dell’autrice
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