Una Tassa Contro l`Obesità

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Una Tassa Contro l`Obesità
LETTI PER VOI:
" Una Tassa Contro l’Obesità"
a cura di
Cinzia Di Novi∗
Università del Piemonte Orientale,
Dipartimento di Politiche Pubbliche e Scelte Collettive
Con il termine “malnutrizione” si intende uno squilibrio di nutrienti all’interno
dell’organismo tale da comportare un peggioramento della qualità di vita. Esistono due tipologie di
“malnutrizione”: la denutrizione, ovvero malnutrizione per difetto, e la sovralimentazione,
malnutrizione per eccesso. Il fenomeno, dai più visto come tratto saliente dei Paesi del Sud del
mondo, è invece molto diffuso anche nei paesi più sviluppati, infatti, secondo stime
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la metà degli esseri umani, circa 3 miliardi di persone,
soffre di un qualche genere di malnutrizione.
Ogni anno problemi quali sovrappeso, obesità e patologie correlate comportano milioni di
dollari in costi diretti (ospedalizzazione e cure mediche), e di costi indiretti, altrettanto onerosi,
relativi alla qualità della vita, alla riduzione della capacità lavorativa e al danno biologico.
L’obesità, in particolare costituisce un problema di notevole rilevanza medica e sociale nei paesi
occidentali dove si registrano dati allarmanti soprattutto tra le nuove generazioni: secondo i dati
dell’OMS, attualmente la prevalenza di obesità giovanile nel mondo occidentale è di 10 volte
superiore rispetto agli anni Settanta. In Italia il “popolo degli obesi” cresce di circa l’8% ogni anno;
allarmante non è solo l'entità del fenomeno, in continua crescita, quanto soprattutto le proiezioni per
il futuro: il trend vede un aumento dell'obesità in senso assoluto e sia in termini di precocità
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d'esordio: è sempre più alto il numero di bambini che soffrono di sovrappeso e in crescita anche il
numero di bambini obesi. Spetta proprio al nostro Paese il “triste” primato in Europa per l’obesità
infantile: un bambino su tre, con picchi nelle regioni del Sud Italia, ha problemi di sovrappeso.
Inoltre, circa 5 milioni di italiani adulti soffre di obesità: alla regione Campania la maglia nera con
una persona su tre tra i 35 e i 74 anni in grave sovrappeso.
Quando si parla di sovrappeso e obesità, si ricordano i dati USA dove il fenomeno è arrivato
a interessare quasi il 35 per cento della popolazione adulta e dove l’obesità, oggi, è considerata un
vero e proprio problema di sanità pubblica. Negli USA, oltre agli adulti, l’obesità riguarda anche
circa 9 milioni di giovani. L’alimentazione degli Americani non solo tende ad essere eccessiva ma
anche di cattiva qualità: il ricorso smodato ai cibi ad alta densità calorica, cioè ricchi di grassi e di
zuccheri spesso proposti nei fast food e il consumo di bevande zuccherine e gassate sono pratiche
molto diffuse negli Stati Uniti.
Il consumo di bibite zuccherate è drasticamente aumentato negli ultimi anni. I dati recenti
(2005-2006) sono allarmanti: le calorie giornaliere derivate da bevande zuccherate apportate nella
dieta dei bambini e degli adulti Americani si aggirano intorno alle 172 e 175 Kcal. Il grafico qui di
seguito il grafico mostra il trend di calorie giornaliere associate al consumo di bevande zuccherate
(latte, bibite, succhi di frutta) negli ultimi quarant’anni:
Le bevande zuccherate sono ipercaloriche: le calorie in eccesso derivano da saccarosio,
sciroppo di mais (corn-syrup - altamente impiegato dai colossi che producono bibite) ad alto
contenuto di fruttosio, concentrati di succhi di frutta. Il consumo di bibite zuccherate apporta calorie
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enso di sazietà, e pertanto si presenta come un nemico insidioso per il rischio di obesità,
e non dà senso
oltre che a contribuire ad aumentare il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari. Negli USA è
emersa la necessità di un intervento di politica pubblica
pubblic per ridurre il consumo di bibite: la battaglia
contro l’obesità ha coinvolto l’American
l’
Beverage Association (l’associazione,
l’associazione, che raccoglie
colossi come Coca Cola e Pepsista,
Pepsi
sta tentando di limitare la diffusione di prodotti calorici in
vendita nei distributori automatici in favore di acqua e succhi di frutta ipocalorici)
ipocalorici e ha previsto
l’introduzione di tasse sulle
le bevande zuccherate .
Correntemente 33 stati hanno introdotto una tassa sulle “soft drinks” con un tasso medio del
5.2%. Tuttavia, le tasse sono ancora troppo basse e forse mal strutturate per scoraggiare il consumo
di bevande zuccherate.
K.D. Brownell et al. (2009) "The Public Health and Economic Benefits of Taxing SugarSugar
Sweetened Beverages", The New England Journal of Medicine,
Medicine 361:1599-605.
605.
La rivista New England Journal of Medicine ha recentemente pubblicato un articolo in cui
gli autori propongono di introdurre
urre una tassa sulle vendite pari ad un centesimo per ogni oncia di
edulcorante calorico che venga aggiunto alle bevande. In alternativa, si potrebbero tassare le
bevande che superano una soglia di grammi di edulcorante calorico aggiunto o di kcal per ogni
oncia. Questi interventi aumenterebbero il prezzo di vendita di una bibita da mezzo litro di circa il
15-20% scoraggiandone
ne il consumo e aiutando a promuovere il consumo di bevande ipocaloriche e
il consumo di acqua. Inoltre, la tassazione “soglia” potrebbe incoraggiare i produttori a riformulare i
loro prodotti riducendo drasticamente il contenuto di zuccheri.
zuccheri Le entrate generate
g
dalle imposte
sulle bevande zuccherate sarebbero notevoli e potrebbero
potrebbero essere utilizzate per creare programmi
nutrizionali di supporto all’infanzia, programmi di educazione alla prevenzione dell'obesità o
assistenza sanitaria per i non assicurati o per soddisfare bisogni in generale.
Le imposte introdotte oggi che prevedono una tassa aggiunta come percentuale del prezzo di
vendita avrebbero tre svantaggi: potrebbero
trebbero indurre il consumatore a sostituire la bevanda
consumata abitualmente con altre bevande di marche a basso prezzo o addirittura si potrebbero
acquistare confezione più grandi che generalmente costano meno con nessun miglioramento dal
punto di vista della riduzione dell’apporto calorico giornaliero;
giornaliero i consumatori verrebbero a
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conoscenza dell’imposta aggiunta solo dopo aver acquistato la bevanda; inoltre, gli sciroppi
utilizzati nelle “soda
da fountain drink”
drink” per le bibite alla spina non verrebbero tassati.
tassa
Una questione controversa che resta è se tassare anche le bevande che sono dolcificate con
dolcificanti non calorici. Non sono stati dimostrati,
dimostrati, per il momento, effetti nocivi alla salute degli
edulcoranti non calorici ottenuti industrialmente (acesulfame
(
me k, aspartame, saccarina, ecc.)
ecc . La
loro principale caratteristica è costituita dall’elevato potere dolcificante che potrebbe comunque
continuare a promuovere una preferenza per il gusto dolce, anche se a fronte di un potere calorico
molto ridotto rispetto
spetto ai comuni dolcificanti come glucosio e saccarosio. Al momento, le bevande
con edulcoranti artificiali ipocalorici non sono tassate ma sarebbe desiderabile effettuare degli studi
per determinare se la tassazione potrebbe essere giustificata in futuro.
futur
Bibliografia
1. K.D. Brownell et al. (2009) "The Public Health and Economic Benefits of Taxing SugarSugar
Sweetened Beverages", The New England Journal of Medicine,
Medicine, 361:1599-605.
361:1599
2. Rozin, P., Fischler, C., Imada, S., Sarubin, A., & Wrzesniewski, A. (1999). “Attitudes to
food and the role of food in life in the USA, Japan, Flemish Belgium and France: possible
implications for the Diet-Health
Health Debate”. Appetite, 33, 163–180.
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