Presentazione_Tirelli_convegno_14maggio2015
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Presentazione_Tirelli_convegno_14maggio2015
Galileo 2001 Associazione per la libertà e la dignità della Scienza Prof. Renato Angelo Ricci Presidente Presidente onorario della Società Italiana di Fisica 2001 Prof. Galileo Carlo Bernardini Vice-Presidente, Università di Roma Sapienza AssociazioneFisico, per la libertà e la dignità dellaLa Scienza Prof. Ezio Bussoletti Vice-Presidente Vicario, Fisico, Università Partenope di Napoli Prof.ssa Cinzia Caporale Vice-Presidente, Bioeticista, CNR Roma Prof. Giovanni Vittorio Pallottino Vice-Presidente, Fisico, Università di Roma La Sapienza Prof. Umberto Tirelli Vice-Presidente, Oncologo, CRO Aviano AMBIENTE E SALUTE UMBERTO TIRELLI Direttore del Dipartimento di Oncologia Istituto Nazionale dei Tumori - Aviano www.umbertotirelli.it 3 Ambiente e salute PRINCIPALI PARAMETRI ASSOLUTAMENTE DA VALUTARE Rischio-beneficio (…es. cavallo vs. macchina…) Autorevolezza delle agenzie che diffondono i dati (es. IARC, WHO, etc.) Sopravvivenza della popolazione “a rischio” (es.: Nel 1880 la spettanza di vita alla nascita era di 35 anni, 42 nel 1900, 54 nel 1930, 65 nel 1959, vicino ai 100 oggi; Inoltre Italia vs. Africa) U. Tirelli, 2010 CAUSE A SICURO, PROBABILE, POSSIBILE EFFETTO CANCEROGENO (secondo l’Agenzia del Cancro di Lione – IARC) 78 CAUSE A SICURO EFFETTO CANCEROGENO Tra le altre il fumo di tabacco, aflotossine, amianto, benzene, radon, radiazioni ionizzanti, radiazioni solari, estrogeni, vari virus, polvere di legno, cloruro di vinile ecc. 63 CAUSE A PROBABILE EFFETTO CANCEROGENO Tra le altre gas di scarico diesel, lampade solari, ecc. e non includono le onde elettromagnetiche. ?# CAUSE A POSSIBILE EFFETTO CANCEROGENO? Caffè, tutto il resto, comprese le onde elettromagnetiche RAPPORTO CAUSA-EFFETTO TRA VARI TIPI DI SOSTANZE E UN’AUMENTATA INCIDENZA DI TUMORI UMANI SOSTANZE E TIPO DI ESPOSIZIONE SEDI DELLA NEOPLASIA carbone fossile, catrame e petrolio minerali di ferro asbesto asbesto + fumo sigaretta nichel, cadmio, cromo arsenico benzene b-naftilamina, benzidina cloruro di vinile pelle, scroto, polmone polmone pleura, peritoneo pleura, peritoneo, polmone polmone pelle, fegato sistema linfatico vescica fegato Da G. Bonadonna et al., Medicina Oncologica AMBIENTE E SALUTE INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE (aria, acqua e suolo) INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI RADIAZIONI IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI AMBIENTALI DA OGM INCENERITORI CAMBIAMENTI CLIMATICI INQUINAMENTO AMBIENTALE Rischio: Tumori toracici e linfomi Fumo di sigaretta Radon Amianto Polveri pesanti e sottili Ossidi di Azoto Benzene RISCHIO ATTRIBUIBILE PER IL TUMORE DEL POLMONE NELLA POPOLAZIONE AMERICANA: 90% al fumo di sigaretta Esposizione a carcinogeni ambientali: 9-15% Radon: 10% Inquinamento ambientale:1-2% Alberg JA et al. DIAGNOSIS AND MANAGEMENT OF LUNG CANCER: ACCP GUIDELINES (2ND EDITION):Epidemiology of Lung Cancer: ACCP EvidenceBased Clinical Practice Guidelines (2nd Edition) Chest, Sep 2007; 132: 29S - 55S. ENVIROMENTAL TABACCO SMOKE (ETS) Per la prima volta considerato fattore di rischio per il tumore del polmone nel 1981 (Hirayama T, BMJ 1981) Mogli di mariti fumatori IN casa hanno un maggiore rischio di ammalarsi di tumore del polmone circa del 30% superiore EFFETTI SANITARI DOPO LA LEGGE SIRCHIA Dopo 3 anni di legge Sirchia 600.00 fumatori in meno nel 2007 rispetto al 2004 (22,7% della popolazione vs il 24% della popolazione fumatrice). I fumatori sono passati da un pacchetto al giorno a 14 sigarette in media al giorno. I ricoveri sono diminuiti all’11% nella fascia di età tra i 35 ed i 64 anni e meno dell’8% tra i 65 e 74 anni. BENZENE E TUMORI IL BENZENE È UN NOTO CANCEROGENO È PRESENTE NELL’AMBIENTE INQUINATO E NEL FUMO DI SIGARETTE È CORRELATO CON LO SVILUPPO DI LEUCEMIE E DI LINFOMI NON-HODGKIN E DEI TUMORI DEL POLMONE IL 70% DELL’ESPOSIZIONE AL BENZENE NELL’AMBIENTE DERIVA DALLE EMISSIONI DELLE AUTOMOBILI, IL CUI AUMENTO È PARALLELO ALL’AUMENTO DI LINFOMI NONHODGKIN DEGLI ULTIMI DECENNI RADON-222 Gas inerte prodotto dal radio-226, a sua volta prodotto di decadimento dell’uranio-238 Emette particelle α che danneggiano l’epitelio respiratorio Esposizione interna alle case (50-100 volte meno intensa che nelle miniere di uranio), specie al piano terra Curva dose-risposta (rischio se > 200Bq/m3) Aree più a rischio (es. Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige,Lombardia, Lazio, Campania) Sinergia con il fumo di sigaretta Aumenta il rischio di tumore del polmone dello 0,7% AIR POLLUTION AND DAILY MORTALITY IN LONDON: 1987-92 Daily variations in air pollution within the range occurring in london may have an adverse effect on daily mortality: The effects were greater in the warm season and were independent of the effects of other pollutants. The increase was 3.5%, 3.6% and 5.4% in all cause, cardiovascular, and respiratory mortality respectively. H. Ross Anderson et al. BMJ: 312, 1996 INQUINAMENTO OSSIDI DI AZOTO In particolare il biossido di azoto, un gas prodotto soprattutto dal traffico, ma anche all’interno delle abitazioni viene prodotto da fornelli da cucina, stufe, impianti di riscaldamento. Provoca problemi soprattutto sul polmone e sull’emoglobina. PARTICOLATO ATMOSFERICO (POLVERI DI PM2,5-PM10) È una complessa miscela di sostanze organiche ed inorganiche presenti in aria. Il particolato grossolano racchiude particelle con diametro aereodinamico superiore a 2,5 micron, il particolato fine è costituito da particelle di diametro aereodinamico inferiore a 2,5 micron (nanoparticelle che provengono per esempio da incendi, pioggia rossa del deserto, cementifici, fonderie, inceneritori e termovalorizzatori, in particolare di vecchia generazione, stampanti ecc.). INQUINAMENTO IDROCARBURI POLICLICLICI AROMATICI Circa 500 composti organici che sono prodotti dalla combustione di combustibili fossili nei processi industriali, dalla combustione di carburanti per trazione ed il trasporto di combustibili. Sono cancerogeni. PESTICIDI Sono una classe di composti utilizzati per l’eliminazione di animali, funghi, batteri o virus, particolarmente utilizzati in agricoltura, ma spesso sono presenti sia nelle abitazioni che negli uffici. Sono cancerogeni. INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI – 2a AMIANTO Termine generico che racchiude un gruppo di silicati (minerali contenenti silicio) che si presentano in forma fibrosa che si possono separare in filamenti. È stato diffusamente impiegato nell’industria edile nei materiali di costruzione come isolante termico. Vi sono 3 tipi di esposizione: professionale, ambientale e domestica. 20 INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI – 2b POLVERI SOTTILI Stampanti laser e fotocopiatrici possono emettere piccole quantità di polvere, composti organici volatili (COV) e ozono. Grazie al progresso tecnico, in molti dispositivi moderni (tecnica a transfer roller) oggi l’ozono praticamente non è più presente. INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI – 2c Although the physical office environment has traditionally been considered safe, a few previous studies have linked some office exposures to symptoms of sick building syndrome, such as eye, nose, throat, and skin symptoms, cough, and fatigue. Environ Health Perspect 115:1007 115:1007– –1011 (2007). INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI – 2d Office Work Exposures and Adult-Onset Asthma Maritta S. Jaakkola,1,2 and Jouni J.K. Jaakkola1,3 1Institute of Occupational and Environmental Medicine, University of Birmingham, Birmingham, United Kingdom; 2Finnish Institute of Occupational Health, Helsinki, Finland; 3Environmental Epidemiology Unit, Department of Public Health, University of Helsinki, Helsinki, Finland. BACKGROUND: Office exposures have been linked to symptoms of sick building syndrome, but their relation to the development of asthma has not been studied previously. These exposures have increasing importance because an increasing proportion of the workforce is working in office environments. OBJECTIVES: The aim of this study was to assess the relations of exposure to carbonless copy paper (CCP), paper dust, and fumes from photocopiers and printers to adult-onset asthma. METHODS: We conducted a population-based incident case–control study of adults 21–63 years of age living in the Pirkanmaa District in South Finland. All new clinically diagnosed cases (n = 521) of asthma were recruited during a 3-year study period. A random sample of the source population formed the controls (n = 1,016). This part focused on 133 cases and 316 controls who were office workers according to their current occupation classified by the 1988 International Standard Classification of Occupations. All participants answered a questionnaire on health, smoking, occupation, and exposures at work and home. Subjects with previous asthma were excluded. RESULTS: Exposures to paper dust [adjusted odds ratio (OR) = 1.97; 95% confidence interval (CI), 1.25–3.10] and CCP (OR = 1.66; 95% CI, 1.03–2.66) were related to significantly increased risk of adult-onset asthma. An exposure–response relation was observed between exposure to paper dust and risk of asthma. CONCLUSIONS: This study provides new evidence that exposures to paper dust and CCP in office work are related to increased risk of adult-onset asthma. Reduction of these exposures could prevent asthma in office workers. Clinicians seeing asthma patients should be aware of this link to office exposures. KEY WORDS: asthma, carbonless copy paper, case–control study, paper dust, photocopiers, population-based. Environ Health Perspect 115:1007 115:1007– –1011 (2007). INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI – 2e PAC©, Printer Air Cleaner AMBIENTE E SALUTE INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE (aria, acqua e suolo) INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI RADIAZIONI IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI AMBIENTALI DA OGM INCENERITORI CAMBIAMENTI CLIMATICI La radioattività naturale - 1 Occorre anzitutto ricordare che la Terra è un pianeta naturalmente radioattivo, in quanto costituito da sostanze radioattive e continuamente investito dalla radioattività che proviene dallo spazio. La radiazioni ionizzanti fanno normalmente parte dell’ambiente in cui viviamo e hanno accompagnato lo sviluppo dell’eco-sistema terrestre e del genere umano. La radioattività naturale - 2 Il campo di radiazioni dovuto alle sorgenti naturali, presente ovunque e perciò indicato come radiazione di fondo, comprende tre componenti fondamentali: • I raggi cosmici, costituiti da radiazioni primarie di origine extraterrestre, emesse da corpi stellari e in minor misura dal Sole, accompagnate dalle radiazioni secondarie da esse prodotte dalla stessa atmosfera; • I radioisotopi cosmogenici, isotopi radioattivi molto diffusi, come l’idrogeno-3 (trizio), il carbonio-14, il silicio-32, il sodio22 e molti altri, che si producono per effetto dell’interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera e con la superficie terrestre; • I radioisotopi primordiali, isotopi radioattivi altrettanto diffusi, come il potassio, l’uranio, il radio, il radon, il torio e molti atri, presenti fin dall’epoca di formazione del sistema solare e non ancora decaduti in forme stabili. La radioattività naturale - 3 Il fondo naturale fornisce tuttora il contributo di gran lunga più importante all’esposizione totale degli individui alla radioattività e determina in Italia una dose efficace media per ciascun individuo pari a circa 3.12 milli-sievert all’anno (mSv/anno). Questa dose media caria ampiamente con l’altitudine, la composizione del suolo, i materiali utilizzati per costruire le abitazioni, le abitudini alimentari e molti altri fattori. In Italia questa variazione porta a dosi efficaci che variano da 1 mSv/anno fino a 8 mSv/anno e oltre, a seconda della località di residenza. Livelli di radioattività naturale particolarmente elevati si registrano nei territori vulcanici, come ad esempio le aree di Napoli, Viterbo e Catania. Variazioni ancora più significative si registrano in particolari aree del mondo, soprattutto a causa delle caratteristiche morfologiche del territorio, come ad esempio le foci del Nilo, del Gange ed alcune aree del Kenia, dell’Iran e della Svezia. La radioattività naturale - 4 La radioattività fa dunque parte dell’ambiente e con essa il genere umano e tutti gli organismi biologici convivono da sempre. Ha quindi poco senso chiederci se dosi efficaci fino a qualche decina di mSv/anno (ovvero entro i limiti di variazione della radioattività naturale sulla superficie terrestre) abbiano o no effetti sanitari: è evidente che gli organismi biologici, e tra essi il corpo umano, sono geneticamente adattati per vivere normalmente e senza conseguenze negative in un ambiente caratterizzato da questi livelli di radioattività. Da questa consapevolezza dovrebbe discendere la convinzione che l’esposizione del corpo umano a livelli di radioattività confrontabili con le variazioni del fondo naturale non ha alcun significato sanitario. Il carbone è un materiale naturalmente radioattivo Il basalto (pietra lavica) comunemente utilizzato per le pavimentazioni stradali è un materiale naturalmente radioattivo. RADIAZIONI IONIZZANTI Caso Chernobyl Centrali nucleari Caso uranio impoverito Quando si parla di Chernobyl, si dimentica di precisare che l’incidente non si è verificato per un deficit di carattere tecnico della struttura, pur fatiscente e degna di miglior manutenzione e considerazione, ma per un drammatico atto criminale basato su un azzardato test di sicurezza che ha portato a superare ben quattro allarmi rossi, tutti ignorati. Il direttore dello stabilimento di Chernobyl era il figlio del segretario del partito comunista dello stato dell’Ucraina ed è stato condannato per omicidio volontario. CASO CHERNOBYL - 1 - 18 anni dopo l’incidente di Chernobyl un Forum, comprendente 8 organizzazioni delle Nazioni Unite, si è riunito a Vienna il 10-11 marzo 2004. Mentre erano state previste decine di migliaia di morti in associazione a tumori o ad altre malattie, “soltanto” 4000 persone sono morte di tumori attribuibili all’esposizione con radiazioni, e ciò rappresenta circa il 3% del numero di morti correlate al cancro tra le 600.000 persone che erano state identificate a rischio perché lavoratori o evacuati o residenti di aree contaminate. Una delle principali preoccupazioni al tempo dell’incidente, il cancro della tiroide, è stato molto meno importante di quanto aspettato. Sebbene 4000 bambini hanno contratto un tumore della tiroide, soltanto 9 sono morti. Report of the Chernobyl Forum CASO CHERNOBYL - 2 - La principale tragedia di Chernobyl è stato l’impatto sulla salute mentale di milioni di persone alle quali era stato detto che erano a rischio. La causa di morte che più è aumentata in questi 20 anni è stata il suicidio. Sebbene molte persone abbiano ricevuto dosi di radiazioni non superiori a quelle che si ricevono in vacanza in un posto come Denver, dove l’altitudine aumenta l’esposizione ai raggi cosmici, hanno comunque passato la loro vita pensando a malattie e a morte, pensiero che hanno trasmesso anche ai loro figli, e sono passati spesso all’abuso di farmaci e di alcol. Report of the Chernobyl Forum PRINCIPALI SCOPERTE DELLO STUDIO – 1 • Il primo giorno dell’incidente, circa 1000 membri del personale del reattore che si trovavano sul posto e dei componenti delle squadre di intervento sono stati esposti ad alti livelli di radiazione; tra gli oltre 200.000 lavoratori delle squadre di emergenza e recupero che sono rimasti esposti nel periodo 19861987, ci si aspetta una stima di 2200 potenziali casi mortali dovuti a radiazioni; Report of the Chernobyl Forum PRINCIPALI SCOPERTE DELLO STUDIO – 2 • La maggior parte dei membri delle squadre di emergenza e delle persone residenti nelle zone contaminate ha ricevuto livelli relativamente bassi di radiazione sull’intero corpo, comparabili con quelle dovute alla radioattività naturale. Di conseguenza, non si è riscontrata traccia o probabilità di diminuzione della fertilità tra le popolazioni colpite, né si è osservato un aumento delle malformazioni congenite attribuibile all’esposizione a radiazioni; • La povertà, le malattie legate allo “stile di vita”, evidenti nell’ex Unione Sovietica, e le malattie mentali rappresentano, per le comunità locali, un problema molto più grave dell’esposizione a radiazioni; • Il trasferimento si è dimostrato un’esperienza profondamente traumatica per le circa 350.000 persone fatte evacuare dalle zone colpite. Anche se 116.000 sono state trasferite dalle aree più gravemente colpite subito dopo l’incidente, successivi trasferimenti hanno contribuito poco alla riduzione dell’esposizione alle radiazioni; Report of the Chernobyl Forum PRINCIPALI SCOPERTE DELLO STUDIO – 3 • Miti persistenti e false percezioni riguardo la minaccia delle radiazioni sono confluiti in un atteggiamento di “fatalismo paralizzante” diffuso tra i residenti delle aree contaminate; • Programmi ambiziosi di riabilitazione e assistenza sociale, cominciati dall’ex Unione Sovietica e continuati dai governi di Bielorussia, Russia e Ucraina, hanno bisogno di essere rivisitati alla luce dei cambiamenti riscontrati nei livelli di radioattività, ma anche perché sono stati male indirizzati e supportati da risorse insufficienti; Report of the Chernobyl Forum Il Dr. Burton BENNETT, chairman del Chernobyl Forum, ha spiegato che: “Questo è stato un incidente molto serio con gravi conseguenze sulla salute, specialmente per le migliaia di lavoratori esposti nei primi giorni che hanno ricevuto alte dosi di radiazioni, e per le molte altre migliaia colpite da cancro alla tiroide. In linea di massima, comunque, non abbiamo trovato alcun evidente impatto negativo sulla salute delle popolazioni che vivono nelle vicinanze, nè una contaminazione diffusa che potrebbe continuare a sollevare un sostanziale pericolo per la salute umana, se non per poche aree eccezionalmente ristrette.” Report of the Chernobyl Forum Il presidente degli Stati Uniti Obama ha ribadito che la miglior lotta contro il buco dell’ozono e i problemi del riscaldamento globale è proprio l’utilizzo massiccio del nucleare. Il presidente Obama, da tutti ritenuto al di sopra delle parti anche su questo argomento, non solo ha finanziato 4 nuove centrali nucleari che si aggiungono alle 100 già esistenti negli USA, ma ha ribadito che il nucleare è la maggior fonte di energia pulita molto meno inquinante del carbone e del petrolio. Una sola centrale nucleare, afferma infatti Obama, toglie dalla strada 3 milioni e mezzo di macchine. Come autorevolmente certificato anche dal prof. Umberto Veronesi, dovrebbe essere chiaro che, sia dal punto di vista ambientale che da quello sanitario, l’energia nucleare è notevolmente più sicura di quella proveniente dai combustibili fossili in generale, molto diffusa nel nostro paese. Basti guardare quanto sta succedendo nel Golfo del Messico per l’estrazione del petrolio, i danni immensi che questo ha provocato per un errore fatale della tecnologia. Per quanto riguarda i governatori che seguono il concetto del NIMBY (not in my backyard), si dovrebbe spiegare loro che il giardino non è quello della regione italiana che governano ma quello del continente europeo dove tutti viviamo e dove esistono già centinaia di centrali nucleari, molte delle quali proprio ai confini del nostro paese in Francia, Svizzera e Slovenia. Leucemie nei bambini vicino alle centrali nucleari? - 1 - Più di 50 studi sul tema della relazione tra leucemie ed impianti nucleari sono stati pubblicati in Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone, Svezia e Israele: tutti questi studi epidemiologici (a eccezione dello studio tedesco KiKK) mostrano che non c’è incremento del tasso di leucemie. Leucemie nei bambini vicino alle centrali nucleari? - 2 - Il caso della Germania (KiKK Study) merita un discorso a parte. Infatti, un primo studio del 1992 – nato peraltro in un clima di tensioni politiche – ha confrontato i tassi di leucemia infantile vicino a tutte le centrali nucleari tedesche con quelli delle regioni tedesche che possiedono di popolazione simili, rilevando 1.610 casi di malattia in 20 zone con centrali nucleari. I risultati sono, però, apparsi contraddittori. Alla luce di tali risultati contraddittori e di uno studio pubblicato in Germania nel 2007 (Rapporto KiKK), che rilevava un aumento dei casi di leucemia infantile nelle vicinanze degli impianti nucleari, il Ministero federale tedesco dell’Ambiente, della Protezione della Natura e della Sicurezza Nucleare ha così commissionato una nuova indagine, pubblicata nel 2008. Assessment of the Epidemiological Study on Childhood Cancer in the Vicinity of Nuclear Power Plants (KiKK Study) Statement of the Commission on Radiological Protection (SSK) The members of the working group were as follows: • Prof. Dr. Sarah Darby, University of Oxford, epidemiologist (corresponding member; led an independent check of the data) • Dr. Peter Jacob, German Research Center for Environmental Health, Munich, risk analyst • Prof. Dr. Rolf Michel, University of Hanover, radioecologist, Chairman of the SSK • Prof. Dr. Wolfgang-Ulrich Müller, University of Essen, radiobiologist, Chairman of the Working Group • Dr. Martin Röösli, University of Bern, epidemiologist • Prof. Dr. Brigitte Stöver, Charité Berlin, children's radiologist • Dr. Margot Tirmarche, IRSN; (Institute for Radiation Protection and Nuclear Safety), Paris, epidemiologist • Prof. Dr. Dr. Heinz-Erich Wichmann, German Research Center for Environmental Health, Munich, epidemiologist. Nelle conclusioni di questa commissione veniva evidenziato che i casi di leucemia non potevano essere messi in relazione con radiazioni originate dalle centrali, i cui contributi erano risultati inferiori alle stesse fluttuazioni statistiche delle radiazioni naturali sul territorio tedesco. Dal 1975 al 2003 uno studio promosso dal Consiglio di Sicurezza Nucleare (CSN) e dall’Istituto di Sanità Carlos III ha valutato 8 milioni di persone che vivevano in più di 1000 comuni situati nel raggio di 30 km dalle 9 centrali nucleari della Spagna. Lo studio non ha rilevato alcun aumento della mortalità per cancro associato al funzionamento degli impianti. Le radiazioni emesse dalle centrali sono trascurabili e non costituiscono un pericolo per la salute. Il problema delle scorie Al 1998, vi erano 60 depositi superficiali diffusi in tutto il mondo, 4 depositi nelle cavità sotterranee o minerarie e 2 depositi geologici. Il sistema oggi universalmente raccomandato dalla comunità scientifica è il seppellimento a grande profondità (300-500 metri) in gallerie artificiali appositamente progettate in località adatte, ad imitazione dei depositi naturali di uranio esistenti in natura. Va ricordato che ci può essere un riprocessamento ed un riutilizzo delle scorie. Localizzazione siti dei Reattori Nucleari Localizzazione siti dei Reattori Nucleari in Europa CENTRALI NUCLEARI IN EUROPA (estate 2004) Percentuale energia atomica sul totale energia Francia Regno Unito Germania Ucraina Svezia Spagna Belgio Rep. Ceca Svizzera ecc. ecc. n. 59 n. 27 n. 18 n. 13 n. 11 n. 9 n. 7 n. 6 n. 5 77% 23% 28% 45% 50% 23% 55% 31% 40% Con più nucleare, si diminuisce l’utilizzo dei combustibili fossili, noti cancerogeni. Uranio impoverito e veterani della guerra del Golfo BMJ 2003; 327:1373 51721 veterani inglesi della guerra del Golfo del 1991, confrontati con 50755 militari inglesi, aggiustati e ben bilanciati per età, sesso, grado, livello di addestramento, mai impiegati nel Golfo Valutazione dell’incidenza delle neoplasie Risultati: nessuna differenza di incidenza tra le due popolazioni McDiarmid MA, Health Phisiol, 2007 Analisi di soldati con schegge di uranio impoverito (controllate dalla concentrazione di uranio nelle urine) dalla guerra del golfo del 1991: coorte di 74 militari. Nessun effetto clinico finora rilevato (up-date nel 2007) Le condizioni cliniche delle coorti militari sono comunque “sporcate” da altre esposizioni a rischio da tenere in considerazione: multivaccinazioni, esposizioni a carcinogeni ambientali delle sedi delle missioni, fumo di sigaretta. AMBIENTE E SALUTE INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE (aria, acqua e suolo) INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI RADIAZIONI IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI AMBIENTALI DA OGM INCENERITORI CAMBIAMENTI CLIMATICI CAMPI ELETTRICI, MAGNETICI ED ELETTROMAGNETICI (CEM) E SALUTE 1. Nessuno studio ha dimostrato che l’esposizione ai CEM al di sotto dei limiti indicati nelle linee guida internazionali dell’ICNIRP 1998 abbia generato conseguenze sanitarie negative. 2. Gli studi epidemiologici non hanno mostrato evidenze che l’utilizzo dei telefoni cellulari aumenti il rischio di cancro. Commissione Internazionale Valutazione per l’Indagine sui Rischi Sanitari dell’Esposizione ai CEM (2001) The use of cellular telephones in a case-control study of brain tumors was conducted between 1994 and 1998 in several US hospitals. 382 patients were compared with 799 controls admitted at the same hospitals. There was no evidence that the risks were higher among persons who used the cellular telephones for 60 or more minutes per day regularly for 5 or more years. Tumors did not occur disproportionately on the same side of head on which the telephone was typically used. TELEFONINI E NEURINOMA DELL’ACUSTICO L’evidenza di un aumentato rischio di neurinoma dell’acustico (un tumore benigno dell’orecchio) in svedesi con dieci o più anni di uso del telefonino pubblicata (Hardell L et al, Occup Environ Med 2007, 64:626-32) da parte di ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma, viene contrastata da un altro studio con risultati diametralmente opposti che è stato condotto dall’Istituto di Ricerca sul Cancro di Londra e recentemente pubblicato sul British Journal of Cancer (Kundi et al, 2004) nel quale si dimostra che dopo dieci anni di utilizzo del telefonino non c’è nessuna variazione nell’incidenza dei tumori del cervello ed in particolare del neuroma del nervo acustico. CELLULARI Hours M et al. Rev Epidemiol Sante Publique. 2007 Oct;55(5):321-332. Cell Phones and Risk of brain and acoustic nerve tumours: the French INTERPHONE case-control study. Studio commissionato dallo IARC, caso-controllo, in 16 paesi europei. Questa è l’analisi del gruppo francese, popolazione tra i 30 e i 60 anni, residenti a Parigi o Lione. Non c’è un rischio aumentato per il neurinoma, glioma, meningioma, anche se l’analisi è statisticamente debole per numerosità del campione. C’è un trend di maggiore rischio negli utenti con maggiore esposizione per durata nel tempo e frequenza oraria giornaliera TAKE HOME MESSAGE Problematiche metodologiche di questi studi: durata troppo corta dell’esposizione ai cellulari! Difficile determinare in maniera rigorosa l’esposizione. Non c’è chiara evidenza di rischio di cancro aumentato associato all’esposizione alle radiofrequenze ….anche se….tale rischio non può essere escluso! AMBIENTE E SALUTE INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE (aria, acqua e suolo) INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI RADIAZIONI IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI AMBIENTALI DA OGM INCENERITORI CAMBIAMENTI CLIMATICI “Io mangio cibi naturali perchè sono sicuri”: due errori in una frase. Primo errore: Tutte le piante coltivate dall’uomo per produre cibo, mangimi per animali e prodotti di interesse industriale, non sono “naturali”. Il pomodoro, il frumento, il riso, il mais sono il risultato di incroci, mutazioni e selezioni operate negli ultimi millenni e soprattutto, nel secolo appena concluso. Secondo errore: La correlazione “cibo naturale/assenza di rischi” è scientificamente infondata. La maggior parte delle piante produce veleni, tossine e sostanze cancerogene. Ciò ha un significato biologico ed evolutivo: la pianta produce questi composti per difendersi dai suoi parassiti (insetti, virus, animali che se ne cibano). L’uomo ha selezionato piante che, apparentemente, non gli sono tossiche o ha imparato a renderle commestibili. Oggi la scienza ci aiuta in questa selezione. Ad esempio, si è di recente scoperto che le giovani piantine di basilico usate per il “pesto alla genovese” contengono metil-eugenolo, una sostanza che può provocare tumori. Ma la scienza ha anche chiarito che la concentrazione di questa sostanza scende al di sotto del livello di guardia nelle foglie di piante adulte: basta preparare il pesto con piante più alte di 10 centimetri. Un altro esempio del fatto che i rischi accompagnano anche l’alimentazione, sia tradizionale che biologica: nel novembre 2003 la Regione Lombardia dovette ordinare la distruzione del 20% del latte ivi prodotto perché contaminato da aflatossine. Si tratta di molecole che causano diverse gravi patologie, tra cui i tumori. Il fatto è stato circoscritto alla Lombardia perché questa è stata l’unica regione che abbia effettuato appropriati controlli, ma non vi è ragione di escludere che anche il resto dell’Italia sia a rischio. Perché le aflatossine nel latte? Perché un componente importante nella dieta degli animali da latte è il mais. Su quest’ultimo spesso cresce un fungo parassita che produce micotossine, tra cui le aflatossine stesse. Queste, assorbite dall’animale, vengono accumulate nel latte. È dimostrato che il rischio aflatossine è molto più alto nelle coltivazioni biologiche ove il controllo del fungo è più problematico rispetto al mais tradizionale e, soprattutto al mais Bt, una pianta transgenica che ha acquistato un gene che conferisce resistenza alla piralide, un insetto parassita. Ma cosa c’entra l’insetto con i funghi che producono aflatossine? I dati sperimentali mostrano che un mais che cresca sano, perché non attaccato dalla piralide, il suo principale parassita nei nostri campi, riesce a resistere meglio alle infezioni fungine. In esso le aflatossine risultano dunque assenti o ridotte a tracce. Bluff OGM: arrivano a tonnellate, però è vietato coltivarli Il fatto quotidiano 24 aprile 2015 Il fatto quotidiano 24 aprile 2015 SENZA CONTROLLI Per la scienziata Cattaneo “non ci sono rischi per la salute”. Ma sulla tavola arrivano carni di animali alimentati con mais e soia geneticamente modificati e non c’è obbligo di etichetta. Il fatto quotidiano 24 aprile 2015 OGM Da anni utilizzati di routine in USA, Canada, Australia, Argentina, dove vaste superfici agricole sono coltivate con coltivazioni OGM. Gli animali, gli uccelli mangiando soia (che rappresenta il 57% di tutte le piante OGM coltivate nel mondo) fanno sì che gli OGM possono essere presenti, anche se a bassa concentrazione, in vari mangimi/alimenti tradizionali DISTRIBUZIONE DELLA COLTIVAZIONE DI VEGETALI TRANSGENICI NEL MONDO (SOURCE: JAMES C: 2006 ISAAA BRIEFS N° 35) Canada 6% Sud Altri Cina Africa Stati 1% 1% 3% India 4% Brasile 11% Argentina 18% Stati Uniti 54% Paraguay 2% RISCHI AMBIENTALI DA OGM LA SCIENZA NON NE SA ABBASTANZA? Negli ultimi 15 anni la Comunità Europea ha speso 70 milioni di euro per progetti di ricerca dedicati esclusivamente alla analisi dei rischi possibilmente associati alle piante GM (GMO, Genetically Modified Organism or GEO, Genetically Engineered Organism). Questi fondi sono stati utilizzati per sviluppare 81 progetti di ricerca che hanno coinvolto più di 400 gruppi di ricerca di tutti i paesi della comunità. RISCHI AMBIENTALI DA OGM LA SCIENZA NON NE SA ABBASTANZA? “Research on the GM plants and derived products so far developed and marketed, following usual risk assessment procedures, has not shown any new risk to human health or the environment, beyond the usual uncertainties of conventional plant breeding. Commissione Europea 2001 AMBIENTE E SALUTE INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE (aria, acqua e suolo) INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI RADIAZIONI IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI AMBIENTALI DA OGM INCENERITORI CAMBIAMENTI CLIMATICI CONCLUSIONI La maggior parte degli studi riguardano vecchi impianti di incenerimento spesso associati ad altre fonti di inquinamento Le emissioni dei moderni inceneritori sono più contenute, tuttavia vi sono ancora sostanze tossiche che vengono liberate nell’atmosfera CONCLUSIONI I risultati degli studi sono spesso non confrontabili e questo rende le conclusioni inconsistenti, sebbene alcuni risultati importanti siano stati ottenuti Inoltre in molti lavori, gli effetti sulla salute associati alle emissioni degli inceneritori non possono essere ricondotti ad un particolare inquinante; risulta difficile quindi poter stabilire un ruolo causale Due studi recenti hanno evidenziato un rischio di incidenza lievemente aumentato per soggetti con lunga esposizione alle concentrazioni più elevate di diossina in vicinanza di inceneritori (3,3 volte superiore per il sarcoma nel lavoro italiano; 1,27 nel lavoro francese; 1,44 per il NHL nel lavoro francese). Viel JF, Arveux P, Baverel J, Cahn JY: Soft tissue sarcoma and Non Hodgkin's lymphoma clusters around a municipal solid waste incinerator with high dioxin emission levels. Am J Epidemiol 2000, 152:13-19 Zambon P, Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a population-based case-control study (Italy). Environ Health. 2007 Jul 16;6:19. TERMOVALORIZZATORE DI VIENNA Il primo, l’impianto di Spittelau - nel cuore di Vienna - è in funzione da 15 anni, ed è stato decorato dal famoso architetto Hundertwasser. Ve ne sono altri tre nella città e tutti prevedono il recupero energetico sotto forma di calore ed energia: l’acqua utilizzata per il lavaggio delle emissioni viene depurata ed incanalata nel sistema di riscaldamento delle case e del vicino ospedale 52 TERMOVALORIZZATORI IN ITALIA -1- • 13 in Lombardia (l'unica regione che ne possiede due sopra i 100 Megawatt: a Brescia e a Milano) • 9 in Emilia Romagna • 4 in Veneto • 2 in Piemonte • 1 in Friuli e in Trentino • 9 in Toscana • 3 nel Lazio • 1 in Umbria e nelle Marche • 3 in Calabria • 2 in Puglia e in Sardegna • 1 in Sicilia I dati si riferiscono alla fine del 2005 e sono tratti dall'ultimo rapporto di Enea e Federambiente 52 TERMOVALORIZZATORI IN ITALIA - 2 - L’energia prodotta con i termovalorizzatori (elettrica, riscaldamento) non deve essere perciò prodotta con altri mezzi con relative sostanze inquinanti. SCENARI CORRENTI E FUTURI - 1 - RISCHIO TUMORALE • Casi di tumore che emergono adesso riguardano potenzialmente esposizioni a carcinogeni come diossine, IPA, PM fine, ecc. avvenute almeno 10-20 anni fa • Ciò non vuol dire che queste situazioni storiche non suscitino l’interesse della popolazione e non debbano essere studiati Barbone F e Talamini R, 2002 SCENARI CORRENTI E FUTURI - 2 - La situazione regionale, nazionale, continentale, etc., deve essere valutata per dare risposte più appropriate a seconda delle esigenze locali: la raccolta differenziata, le discariche (controllate accuratamente nel tempo) e gli inceneritori (possibilmente termovalorizzatori) possono essere tra loro interdipendenti e non necessariamente escludentesi a vicenda. La raccolta differenziata (alluminio, vetro, plastica, carta) deve essere ovviamente privilegiata ma non è sempre fattibile nel 100% dei casi. Comunque l’Italia, nel suo complesso, è ai primi posti Europei come raccolta differenziata (ovviamente la Campania non lo è anche se la provincia di Salerno è ai primi posti). AMBIENTE E SALUTE INQUINAMENTO DELL’AMBIENTE (aria, acqua e suolo) INQUINAMENTO NEGLI AMBIENTI CONFINATI RADIAZIONI IONIZZANTI CAMPI ELETTROMAGNETICI RISCHI AMBIENTALI DA OGM INCENERITORI CAMBIAMENTI CLIMATICI GROENLANDIA La Groenlandia fu scoperta dai Vichinghi Islandesi intorno al 980. Le terre della Groenlandia a quel tempo erano talmente verdi, grazie al periodo caldo medioevale, che alcuni coloni vi praticavano forme di economia agricola. Gli scienziati che hanno perforato la calotta di ghiaccio della Groenlandia hanno dimostrato che il periodo caldo medioevale provocò un clima relativamente mite in Groenlandia che durò approssimativamente dall’800 al 1200. Nel 1300 il clima iniziò gradualmente a raffreddarsi e la piccola era glaciale raggiunse il picco massimo in Groenlandia attorno al 1420. Cosa centra l’uomo in tutto ciò?! 93 Dipinto di anonimo che rappresenta la laguna di Venezia ghiacciata durante l’ondata di freddo dell'inverno 1709 94 95 96 INQUINAMENTO INDUSTRIALE E TUMORE DEL POLMONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA Dr DIEGO SERRAINO S.O.C. EPIDEMIOLOGIA E BIOSTATISTICA REGISTRO TUMORI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA IRCCS CENTRO DI RIFERIMENTO ONCOLOGICO AVIANO TUMORE DEL POLMONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA: Dati dal registro tumori di popolazione: 1995-2009 NUMERO NUOVI CASI PER ANNO Anno 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Maschi 737 703 667 696 657 619 612 640 625 640 625 607 560 610 618 Femmine 195 239 218 254 208 185 202 233 234 243 249 247 283 276 269 TUMORE DEL POLMONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA: Dati dal registro tumori di popolazione: 1995-2009 TASSI DI INCIDENZA PER ANNO E PER SESSO Tasso di incidenza std pop. Europea (x 100.000 ab) 120,0 100,0 1999-2007, Uomini: -2.8% per anno 80,0 60,0 Maschi 40,0 Femmine 20,0 1999-2007, Donne: +3.7% per anno 0,0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Anno incidenza The Lancet Oncology Vol 14 December 2013 OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO AMBIENTALE Risultati ANALISI SU EFFETTI DI LUNGO PERIODO – TUMORI Lo studio ha valutato la relazione tra l'inquinamento atmosferico e l’incidenza dei tumori in relazione a: CEMENTIFICIO DI FANNA-TRAVESIO (PN) ACCIAIERIA ABS, ZONA IND. UDINESE (UD) FERRIERA SERVOLA (TS) Cementificio di Fanna e Travesio OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO AMBIENTALE Ricerche e risultati Il territorio è stato diviso in 8 aree omogenee: Fanna (Area 1) 11% Non noto Travesio (Area 2) 33% Tabacco Maniago, Vajont, Vivaro, Arba Cavasso Nuovo e Meduno (Area 3) Sequals, Castelnuovo Tagliamento (Area 4) del Friuli, Pinzano al Spilimbergo, San Giorgio della Richinvelda, Dignano, Flaibano, San Martino al Tagliamento, Arzene, Sedegliano (Area 5) Aviano, Montereale Valcellina, Cordenons e Zoppola (Area 6) San Quirino, Clauzetto, Vito d'Asio, Forgaria del Friuli, San Daniele del Friuli, Rive d'Arcano, Coseano, San Vito di Fagagna, Mereto di Tomba (Area 7) Barcis, Andreis, Frisanco, Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra (Area 8) 30% Dieta, Peso, esercizio fisico, INCIDENZA DEL CA. POLMONARE NELLE AREE CIRCOSTANTI IL CEMENTIFICIO DI FANNA-TRAVESIO Dati dal RT FVG, 1995-2007 Area Maschi Femmine Area 6 Riferimento 74/105 17/105 Fanna (area 1) (n=13) 104/105 Travesio (area 2) (n=9) 70/105 12/105 Area 3 82/105 15/105 Area 4 93/105 17/105 Area 5 83/105 19/105 Area 7 74/105 13/105 Area 8 124/105 21/105 (+40%) 10/105 ZIU udinese; Acciaieria ABS di Pozzuolo del Friuli OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO AMBIENTALE Ricerche e risultati 11% Non noto 33% Tabacco 30% Dieta, Peso, esercizio fisico, OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO AMBIENTALE Ricerche e risultati L’incidenza di tumori nella zona analizzata risulta sovrapponibile a quanto registrato nell’intera regione Friuli Venezia Giulia, o nella provincia di Udine nel suo complesso. In particolare, va sottolineata l’assenza di aumento del carcinoma polmonare, la patologia tumorale per la quale la letteratura riporta una associazione con inquinanti atmosferici a cui si può essere esposti per via inalatoria nell’ambiente. CONCLUSIONI