Febbraio

Transcript

Febbraio
Free Press di cultura attività e sport - anno zero n. 1
Politica
pg 4
Foto by Roberto Fichera
la
parola
ai
giovani
pg 8
la
cultura
Medicina
è
e
apertura Sport
pg 10
pg 15
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3
L’editoriale
La proba Scommessa
L’EDITORIALE
È
un informatore periodico che la
redazione di “Paternò news” ha
deciso di pubblicare con il duplice scopo di approfondire i fatti che
accadono nella nostra città e quello di
denunciare i disagi, con i quali i cittadini
giornalmente convivono, con la pretesa
di mantenere un occhio imparziale su
tutti gli avvenimenti che coinvolgono la
città di Paternò. È da intendersi come
una proposta concepita nel rispetto
del significato più ampio del concetto
di democrazia e con la prerogativa che
chiunque se ne può servire per divulgare le proprie convinzioni. Strutturalmente, il gruppo ha pensato di dedicare
un angolo, all’esposizione di pareri che
tutte le forze politiche e sociali presenti
nel territorio della nostra città possano
tranquillamente proporre. Sicuramente
tutto ciò contribuirà a chiarire tante
cause e concause che spesso confondono quei cittadini amanti della chiarezza e della trasparenza che in questi
ultimi tempi, ahimè, manca nella politica
della nostra bella Italia. È, perciò, prerogativa di questo informatore periodico
collaborare per migliorare l’informazione nella speranza che anche i più
scettici si convincano della bontà di
questa faticosa iniziativa nell’auspicio
che non si venga accusati di strumentalizzazione. Si potrebbe tutt’al più parlare dell’esigenza di divulgare la voce di
un’intera comunità che in questi momenti delicati deve aprire gli occhi per
meglio conoscere fatti e avvenimenti
che determinano la politica degli amministratori del nostro comune. Compito arduo, ce ne rendiamo conto! ma
si tratta di un preciso dovere che ci
sentiamo di compiere per i nostri concittadini e per amore della nostra città.
Questa è la motivazione principale per
cui chiunque può chiederci di pubblicare le proprie opinioni e se poniamo la
clausola concernente lo spazio e l’uso
di un linguaggio appropriato, è perché
ci affidiamo al nostro senso etico-professionale che ci impone un profondo
rispetto del prossimo. Chiarire e approfondire un fatto è dovere nostro e
vostro. Prerogativa dei cittadini è quella
di rimanere liberi di criticare i fatti nella
convinzione che ogni vostro punto di
vista contribuirà a formare una nuova
coscienza più omogenea allo scopo di
determinare e migliorare la vita sociale,
culturale e politica che sono il volano
delle attività imprenditoriali che certo
non mancano nel territorio paternese.
I sordi di Paternò
si fanno “ sentire”
Impariamo a
vivere insieme
di Grazia Amas
di Giuseppe Ciraudo
G
Editore: Borzì Lucia
Direttore Responsabile: Giuseppe Ciraudo
DTP: dacomunicare “ADV” +39 0958361187 - Stampa: Grafiche Cosentino
Contatti: [email protected] - 389 9022335
In attesa di essere registrato presso il Tribunale di Catania.
In questo numero hanno collaborato:
Alecci Maria Giovanna, Amas Grazia, Arcoria Domenico, Asero Giuseppe,
Bahrini Mary, Chisari Mimmo, Coluccio Francesca, Condorelli Giuseppe,
Iuculano Serena, Mola Andrea, Russo Rosario, Tomasello Nino.
La città che vorrei
di Nino Tomasello
Paternò, la più popolosa città della
Valle del Simeto, ha una sua centralità
geografica e non solo. Un numero zero,
ancora un giornale: “Paternò News”. E
i giornali non sono mai troppi! In una
società bombardata dall’informazione,
la pubblicazione di un giornale locale è
cosa fortemente positiva nella misura in
cui mette a giorno problemi, istanze, risorse, talenti umani che mettano a fuoco
il territorio. La città vive una sua continuità storica da oltre cinquemila anni; lo
provano le testimonianze archeologiche
che da S. Marco, a Pietralunga, per non
parlare della Collina Gangea raccontano la laboriosità dei suoi abitanti. Essa è
“città” fluviale, e il Simeto la caratterizza
perché nel nostro tempo rende possibile la coltivazione degli agrumi. Non
credo sia questa la sede per elencare le
ricchezze culturali e naturali della città;
esse sono straordinarie ma, purtroppo,
fisicamente non collegate con iniziative
economiche adeguate, né con efficaci e
qualificate iniziative promozionali.
Di esempi ne potremmo fare tanti.
Scontato il problema dell’arancia rossa,
potremmo parlare del dolce miele di Ibla
come anche dell’itticoltura come anche
della fruizione del patrimonio culturale.
La città, da oltre un ventennio, registra forte crisi di identità e non solo:
essa è economica, culturale e politica.
Il tema dello Sviluppo complessivo affrontato dalla sua classe dirigente appare discontinuo e, non penso che basti
una generica cultura della legalità senza
una visione strategica dello sviluppo
dinamico della città. Affrontare senza pregiudizi di sorta questi problemi,
come anche stimolare, tallonare la classe dirigente, intesa nel suo significato
più ampio, è il compito di un giornale
locale. È questo, secondo chi scrive, il
compito primario del giornali locali.
Roccacannuccia è una piccola frazione di un comune pugliese….
Con tutto il rispetto per questa località,
abbiamo il dovere di ricordare a tutti e
ad ognuno che Paternò non è Roccacannuccia ….
Buon lavoro!
Un momento conviviale del gruppo territoriale ENS Paternò
I
l gruppo dei Sordi di Paternò nasce il 25 Settembre 1966, e inaugura la sede, in via Leonardo da
Vinci n 6/A, a Paternò, fatta costruire
e messa a disposizione, gratuitamente,
per i sordi di Paternò, dal Commendatore Michelangelo Virgillito, molto
sensibile alle problematiche dei sordi,
e finchè ci saranno i sordi a Paternò,
questi locali li accoglieranno pe svolgere le loro attività. Il responsabile
pro-temporee dell’ENS, il signor Giuseppe Palumbo, ha coperto con alterne vicende questo ruolo dal 1973 fino
ad oggi. “al suo interno, il centro –
spiega il signor Palumbo - ha un gruppo formato da 5 persone Maria Butto’, Maria Luisa Prezzavento, Giovanni
Borzi e Tony Meli, eletti da circa centoventi soci, che organizza le attivita’
di cui io sono il responsabile”. Il signor
Palumbo ha messo a disposizione dell’
ente tutto il suo impegno ed insieme
ai soci ha portato a buon fine parecchi
progetti ed iniziative. “I festeggiamenti
di S. Francesco di Sales, protettore dei
sordi, le gite organizzate in molte Regioni come quella gita in Puglia, dove
abbiamo visitato i luoghi calcati da Pa-
dre Pio. – dice il signor Palumbo - A
livello sportivo abbiamo organizzzato
tornei sia di calcio, di ping pong e di
freccette, con la collaborazione di altri
sordi provenienti da altre realtà locali.
Nel periodo Natalizio è stata messa
su la “Tombolata ENS Paternò“. Nel
corso di quest’anno sono in preparazione altre iniziative “il Giovedì grasso – continua il signor Palumbo - si
farà la “ Salsicciata con i Coriandoli”,
mentre nel periodo Pasquale abbiamo pensato di realizzare “U Ciciliu
D’oru”, per ricordare le nostre tradizioni ed altre iniziative che coinvolgeranno il calcio ed altri sport”.
“Purtroppo - conclude il signor Palumbo - esistono pesanti barriere sociali e burocratiche, che non permettono al sordo di considerarsi al pari
dei cittadini udenti soprattutto, nelle
strutture pubbliche dove non esiste
personale capace di comprendere la
lingua dei segni. I sordi hanno bisogno di integrazione, di essere tutelati
e aiutati a superare tutte le barriere,
per primo quelle che nascono dalla
mancata volontà di “ascoltare” il nostro SILENZIO”.
iorno 27 Dicembre 2012, si è
costituita l’Associazione “Paternò Senza Frontiere Onlus”
allo scopo di offrire ai cittadini stranieri
assistenza nell’espletamento delle pratiche burocratiche. “Difendere e tutelare
la promozione culturale e sociale degli
immigrati extracomunitari - spiega Maria
Rita Peci – e rafforzare i legami tra la popolazione degli immigrati extraeuropei e
gli abitanti locali è l’obiettivo che ci siamo
proposti di rggiungere attraverso l’organizzazione di attività volte all’integrazione
culturale”. “Hounsi Houda – continua la
dottoressa Peci - è un componente extracomunitario del direttivo che funge
da anello di congiunzione tra le due culture”. Per il 2013 l’associazione di volontariato, ha molte iniziative in cantiere per
raggiungere i suoi obiettivi e conta anche
nell’aiuto delle Istituzioni, affinché contribuiscano, per concretizzare l’inserimento
degli extracomunitari nel territorio paternese. “Chiediamo all’amministrazione di
Paternò la concessione di un locale per
l’apertura di uno sportello Immigrati – fa
sapere la dottoressa Peci”.Al giorno d’oggi, l’istinto xenofobo, rende intollerante
la gente, nei confronti delle “diversità” di
qualsiasi genere, come l’appartenenza a
ceti diversi sociali, alla religione, alla cultura,
alle condizioni economiche, alla fede politica. Ma soprattutto la diversità che esiste
tra le varie razze, che sfocia nel fanatismo
quando la “differenza” risiede nella diversa
pigmentazione della cute. “È nostro dovere abituare le persone, a considerare il
colore della pelle con la stessa naturalezza con cui osservano il colore dei capelli
spiegala dottoressa”.“Penso non sia il razzismo, cioè odio incondizionato verso una
razza, ciò che impedisce il rapporto tra
neri e bianchi, quanto il timore che una
simile situazione, possa incontrare infinite
difficoltà in una società che ideologicamente è ancora molta retrograda”. “Se si
incomincia a rendere possibile una convivenza con gli extracomunitri residenti nel
nostro territorio, avremo fatto un passo,
molto lungo, in avanti - suggerisce orgoglioso il Presidente Maria Rita Peci”.
4
5
La pagina dell’amministrazione
Appunti di lavoro
di Mauro Mangano
Il Sindaco di Paternò Mauro Mangano
L
a giunta è stata impegnata
su due versanti: la soluzione
di piccoli e grandi problemi
trascurati da anni riguardanti la
vita quotidiana dei cittadini; la pre-
disposizione di atti che mettano le
basi per svolte storiche della città.
Nel primo capitolo vanno inseriti gli interventi per chiudere i lavori
al primo circolo, che rischiavano di
compromettere l’intero anno scolastico di decine di classi, il completamento di opere di urbanizzazione in viale Alcide de Gasperi o
via Milano, la pulizia straordinaria
dei parchi, la sistemazione di tutte
le aree a verde dentro le scuole.
Scuole ed impianti sportivi hanno
avuto una cura senza precedenti,
basta andare oggi al campo Totuccio Bottino e vedere la differenza.
Abbiamo ripreso una collaborazione proficua con il corpo vivo
della città che ci ha permesso di
far vivere alla città una fiera di settembre, arte natale, e tante piccole
iniziative che hanno reso animate
piazze e quartieri. In pochi mesi
tante iniziative culturali, dalla Settimana della Musica alla proiezione del film con Nino Frassica, alla
presenza dell’attore. In queste
settimane è in corso una rassegna
teatrale al Piccolo Teatro, cosa che
non era mai accaduta nella storia
della nostra città. Ora è stato possibile grazie alla direzione artistica
di Giovanni Calcagno, ed all’impegno di associazioni come Stratanova, Pro Loco, Leo Club.
Sul piano degli interventi di lungo periodo abbiamo iniziato delle
vere e proprie rivoluzioni per il
Intervista all’Assessore ai Servizi Sociali Lombardo
C
on questa intervista inauguriamo una serie di appuntamenti che ci vedranno incontrare, di volta in volta, i
membri della Giunta comunale di
Paternò. Dopo la consultazione
elettorale della scorsa primavera
il neo eletto Mauro Mangano, sindaco della città, ha varato la sua
squadra di collaboratori. Si tratta
di una Giunta tecnica, eccezion
fatta per il vice-sindaco Carmelo
Palumbo, composta, nella sua quasi totalità, da esperti dei diversi
settori. Oggi iniziamo a conoscere
l’assessore ai Servizi Sociali, Filippo Antonio Lombardo, da decenni
attivamente impegnato nel volontariato cittadino.
Assessore Lombardo lei è un odontotecnico, da pochi mesi assessore comunale. Vorrei sapere se, dopo il nuovo
incarico di amministratore, continua
ancora la sua attività professionale?
“È evidente che l’attività amministrativa assorbe buona parte
della mia giornata, ma è altrettanto
chiaro che non voglio e non posso
rinunciare alla mia attività professionale. L’impegno al servizio della
città mi impone, piuttosto, una diversificazione degli orari dedicati al mio lavoro di odontotecnico.
Spesso sono, infatti, impegnato in
nostro comune. Per la prima volta
in assoluto la struttura del comune
è stata ridotta, da una ventina di
unità organizzative a sole 13, quindi un’organizzazione più funzionale
e meno dirigenti. È comprensibile
che l’introduzione di nuove regole,
anzi l’introduzione di regole, dove
non ce n’erano mai state tante, provochi delle resistenze ed anche dei
timori, ma li supereremo e dimostreremo che un comune efficiente
giova prima di tutti agli stessi dipendenti. Abbiamo definitivamente chiuso la delegazione comunale
che si trovava nella zona Coniglio,
era un costo che non dava nessun
reale servizio ai cittadini. Sempre
per il lungo periodo, abbiamo siglato l’adesione al patto dei sindaci
per lanciare l nostro comune sulla
strada del risparmio energetico, e
già quest’anno dovremmo vedere
i primi impianti fotovoltaici sugli
edifici pubblici.
Mentre lavoriamo per dare servizi e vivibilità a questa città dobbiamo confrontarci con una crisi economica che indebolisce la
struttura sociale, causando ancora
perdita di posti di lavoro, povertà,
disagio, perciò cerchiamo di fronteggiare l’emergenza quotidiano,
sbloccando finalmente i fondi per
l’aiuto delle famiglie sfrattate, e
assegnando perfino un aiuto materiale con un pacco-spesa per più di
200 famiglie in difficoltà.
di Francesca Coluccio
laboratorio nelle giornate di sabato
o di domenica, piuttosto che a tarda sera nei giorni feriali. Interpreto, però, il mio ruolo di assessore
come un servizio reso alla città e gli
inevitabili sacrifici fatti per proseguire il mio lavoro, debbo dire, che
li affronto con una certa serenità.”
Il sindaco di Paternò, Mauro Mangano, ha voluto al suo fianco una Giunta tecnica, ossia ha deciso di portare a
capo degli assessorati dei tecnici esperti del settore e non dei politici. Volevo
chiederle per prima cosa se ha avuto
esperienze politiche precedenti?
“No, è la prima volta che affronto un’esperienza amministrativa.
Ringrazio il sindaco Mauro Mangano che ha ritenuto di coinvolgermi
nel suo “progetto per la città” e
penso di essere stato delegato a occuparmi di un assessorato particolarmente complesso come quello ai
Servizi Sociali in considerazione del
fatto che, da scout, mi sono sempre interessato di questioni legate
al volontariato, alla formazione dei
giovani e alla cittadinanza attiva.”
Ci sono state problematiche legate
al fatto di essere un assessore tecnico
e non politico?
“Il mio impegno, da molti anni a
questa parte, è sempre stato di tipo
politico, se con questo termine intendiamo una partecipazione attiva
nel territorio. È chiaro che con il
mio ingresso in Giunta ho dovuto
affrontare piccole e grandi difficoltà
legate all’approccio con le dinamiche della macchina amministrativa
e con la necessità di applicare leggi
e regolamenti. Solo dopo un’attenta
comprensione di tali meccanismi è
stato possibile dare maggiore forza
ed efficacia all’azione politica intrapresa dal mio assessorato e dall’intera Giunta.”
All’interno del suo assessorato come
ha trovato l’organizzazione interna?
Quali cambiamenti ha apportato?
“In tutte le unità operative esistono degli aspetti che possono
essere migliorati, ma devo dire che
grazie alla disponibilità dell’intero
ufficio Servizi Sociali stiamo lavorando per ottimizzare e migliorare
la qualità dei servizi resi ai nostri
concittadini, in particolar modo
alle famiglie e alle persone più bisognose. Più in generale la nostra
ambizione è quella di consentire un
salto di qualità al modo di intendere i Servizi Sociali, che non possono
limitarsi a dare un aiuto materiale agli indigenti, ma devono ridare
centralità all’uomo in quanto tale.
In queste settimane ho avuto modo
di raccogliere gli sfoghi di tanti padri di famiglia che dopo aver perso
il lavoro perdono anche la loro autostima. Credo che il compito della
nostra amministrazione, ma più in
generale di tutta la politica, sia quello di ridare fiducia a queste persone, creando in primo luogo i presupposti per un loro reinserimento
nel mondo del lavoro.”
Nei primi sette mesi della sua espe-
rienza amministrativa, quale iniziative
sono state attivate dall’unità operativa
Servizi Sociali?
“Concretamente ci siamo attivati per riavviare il servizio rivolto ai
giovani che frequentano il “Centro
di aggregazione minori”, trovando
loro una temporanea collocazione nei locali della chiesa Spirito
Santo, grazie alla sensibilità e alla
preziosa collaborazione del parroco, Don Tony Milazzo. Contemporaneamente, però, stiamo creando
le condizioni per ristrutturare il
“Centro minori” di viale Kennedy,
per il quale a breve si terrà la gara
d’appalto che consentirà la definitiva riqualificazione della struttura.
Inoltre, sfruttando una premialità
della Regione, stiamo avviando per
la prima volta a Paternò il cosiddetto “Servizio civico”, che consentirà
a 52 persone di poter beneficiare
di un sussidio come corrispettivo
di vari servizi resi alla collettività.
Abbiamo anche erogato 30 mila
euro di “Assistenza straordinaria” e
stipulato una convenzione con una
fondazione caritatevole che ci consente di distribuire per tutto l’anno,
a fronte di una spesa minima a carico del Comune, pacchi alimentari
a 240 famiglie paternesi tra le più
bisognose.”
Quali sono i suoi rapporti con il
Consiglio Comunale?
“Il confronto con i consiglieri comunali di tutte le forze politiche, sia
di maggioranza che di opposizione,
è stato fin qui sempre costruttivo,
pur nel rispetto delle posizioni che
ciascuno rappresenta. Proprio per
questo intendo ringraziare tutti i
consiglieri comunali, e in particolar
modo i componenti della Commissione Servizi Sociali, che riconoscendo la criticità socio-economica attraversata dalla nostra città,
si sono mostrati sempre attenti e
propositivi.”
Abbiamo parlato di tante cose,
trattato vari argomenti. Vuole dire
qualcosa ai nostri concittadini, lettori
di “Paternò News”. Un pensiero, un
messaggio, con il quale chiudere questo nostro incontro?
“La Giunta comunale sta lavorando perché Paternò cambi e migliori,
ma questo sentimento deve essere
fortemente condiviso da tutti i nostri concittadini. Non basta più la-
mentarsi. Nessuno può far finta che
ciò che accade intorno a lui non lo
riguardi, che sia un problema di chi
amministra. Il cambiamento parte
dal basso, dai nostri comportamenti quotidiani: tutti dobbiamo sentirci
protagonisti di questo cambiamento e le Istituzioni, ovviamente, sono
chiamate a fare la loro parte. Solo
così potremo tentare, insieme, di migliorare e accrescere la qualità della
vita a Paternò.
È questo il modo più adeguato ed
esaustivo per concludere il nostro
incontro. Salutiamo e ringraziamo
l’assessore Lombardo, per la disponibilità e il tempo che ci ha concesso,
augurandogli un proficuo lavoro.”
L’Assessore ai Servizi Sociali
Antoniono Filippo Lombardo
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7
La parola al consiglio
di Francesca Coluccio
Come prima esperienza amministrativa,
quali sono le sue considerazioni politiche in
questi primi mesi del
suo mandato?
?
Quali problemi politico-amministrativi
ha notato espletando
il suo ruolo di Consigliere?
?
Qual è stato il suo
impegno
all’interno
del Consiglio e nelle
Commissioni di cui fa
parte?
?
Quali
proposte
propone all’Amministrazione per migliorare le condizioni di
Paternò?
?
La voce di Ciatto
La voce di Comis
In effetti, pur essendo alla mia prima
esperienza istituzionale, faccio politica da
diverso tempo. Essendo stato per diversi
anni il Segretario della Sinistra Giovanile
di Paternò. Chiaramente viviamo un momento di difficoltà economiche e di sofferenze sociali nella nostra Città. Questi
primi mesi sono serviti sia al Consiglio
che all’amministrazione, diciamo così,
per prendere le “misure”. Il 2013 deve
essere l’anno del rilancio amministrativo.
Il consigliere comunale è responsabile, in prima
persona della gestione e dell’amministrazione della
città, ma nell’immaginario collettivo, spesso rappresenta la persona a cui chiedere qualcosa che è lontana dalle reali competenze per cui è stato eletto. A
Palazzo Alessi io “valgo” un voto e anche volendo
dare di più, mi trovo spesso ostacolato sia da intoppi
burocratici che da colleghi che si perdono in chiacchiere. La gente si aspetta delle risposte che tardano
ad arrivare perchè c’è ancora tanto individualismo e,
in questo clima, non è facile fidarsi di qualcuno.
Di problemi particolari, nessuno. Sicuramente vi sono, per certi
aspetti, alcune resistenze al cambiamento all’interno della Burocrazia
degli uffici. Resistenze che possono essere superate con una buona
programmazione e con una visione
di lungo periodo. Per fare questo,
però, la Politica deve tornare a svolgere il suo ruolo di guida, all’interno
e all’esterno delle istituzioni.
Vorrei più fatti e meno discorsi, tanto più se questi
sono l’ennesimo tentativo di mettersi in mostra. Mi
aspettavo di contribuire concretamente a migliorare la
città in cui vivo per dare un messaggio di speranza a giovani e meno giovani che attraversano un momento di
grave crisi e che elemosinano il lavoro, come se non fosse
un diritto, tra l’altro garantito dalla nostra Costituzione e
invece si parla sempre di altro. La maggioranza dovrebbe
coinvolgere , per il bene della città, tutte le forze presenti,
siano esse di destra o di sinistra per tentare di dare delle
risposte a chi, attraverso il voto, ci ha dato fiducia.
Il consiglio in pochi mesi è riuscito a produrre diverse cose
importanti: bilancio, regolamento
dei chioschi, regolamento per il
rimborso dei farmaci alle famiglie
più povere ecc. Il mio impegno
è stato profuso, spero al meglio,
sia all’interno del consiglio, sia
all’interno della commissione di
cui faccio parte (Affari generali).
Commissione dove abbiamo affrontato e affronteremo alcune
importanti questioni: riforma del
personale, regolamento dei lavori
del consiglio ecc.
Partecipo attivamente ai Consigli Comunali; inoltre faccio
parte della seconda Commissione (Servizi Sociali) e della quinta (Sport, Turismo e Spettacolo). Nelle Commissioni onestamente si lavora bene, il clima di collaborazione ci ha permesso di intraprendere delle iniziative importanti a favore delle
famiglie indigenti, che nel nostro territorio purtroppo non
mancano. A tal proposito, da qualche mese è stata approvata
una delibera che consente alle famiglie che hanno i requisiti
di accedere ad un fondo per l’acquisto di farmaci. Per quanto
riguarda invece il lavoro svolto in Commissione Sportiva, già
dall’inizio del nostro mandato ci siamo prodigati per effettuare una ricognizione dei luoghi d’interesse, presentando delle
mozioni di indirizzo al fine di attrezzare alcune aree, per dare
la possibilità ai ragazzi dei vari quartieri (zona Pitrè,Via Fonte
Maimonide) di poter usufruire degli spazi a disposizione.
Bisogna che l’amministrazione agisca subito sulla repressione del fenomeno delle microdiscariche, coinvolgendo anche le
forze dell’ordine. Non è possibile che una parte minoritaria di
cittadini vanifichi gli sforzi fatti
dalla maggioranza dei cittadini
con la raccolta differenziata; bisogna intervenire sul corpo dei
Vigili urbani per far si che questi ultimi siano più presenti nel
controllo del territorio e nella
viabilità; ultimo, ma non per ultimo, bisogna lavorare con tutta la Città per la revisione del
Piano Regolatore, strumento
fondamentale per lo sviluppo
economico di Paternò e per la
rinascita del Centro storico.
Inutile dire che a Paternò , allo stato attuale, ci sono
molti problemi da risolvere. La priorità spetta certamente alla risoluzione del problema della disoccupazione, che
non dipende dall’ Amministrazione Comunale. Tuttavia ,
penso che abbiamo l’obbligo di dare un segnale concreto,
creando opportunità lavorative, favorendo gli investimenti e agevolando gli imprenditori che vogliono investire nel
nostro territorio. Per quanto concerne invece il problema
della raccolta differenziata il mio progetto è quello di coinvolgere le associazioni di volontariato, istituendo la Guardia
Ambientale, organo di controllo riconosciuto, che avrebbe
il compito di sorvegliare le strade segnalando i trasgressori. In questo modo, si avrebbe anche l’opportunità di dare
un contributo economico a persone che concretamente
svolgono un servizio di pubblica utilità. Istallare telecamere
o multare i trasgressori non penso risolva il problema. È
necessario inoltre che a pagare la tassa sui rifiuti siano tutti
i cittadini e non solo il 40% di essi; questo può avvenire solo
se si abbassano le tariffe, troppo gravose per i cittadini già
provati da un sistema di tassazione spesso non equo.
Ciatto Giancarlo PD
Comis Salvatore Lista Galvagno
La voce di Ciatto
La voce di Comis
Come definisce i
suoi rapporti con i
consiglieri di maggioranza?
I miei rapporti con gli altri consiglieri
sono ottimi e improntati alla cooperazione. Credo che la Maggioranza debba coinvolgere di più e meglio l’opposizione. Sono
fermamente convinto che i problemi complessi che attanagliano la Città non possono
essere affrontati da una sola “parte” politica.
In questo senso c’è bisogno che la Maggioranza dia dei concreti segnali di apertura.
All’inizio del mio mandato ero fiducioso; confidavo nel buon senso e nella correttezza dei colleghi.A distanza di qualche mese posso affermare
che ,pur mantenendo con gli altri consiglieri rapporti civili e di collaborazione , sono molto deluso perchè non ho avuto percezione di un vero
cambiamento. Questo non mi ha impedito però
di continuare a lavorare per la mia città, facendomi promotore di iniziative importanti.
Quali iniziative ha
proposto nel territorio nei suoi primi sette
mesi da Consigliere?
Vi sono diverse iniziative che
ho proposto (interrogazione
sulle fontane, sull’acqua ecc.). In
commissione ho lavorato,insieme ai miei colleghi, alla stesura della Mozione sulla riforma
del personale dalla quale l’amministrazione sta prendendo
spunto per la riorganizzazione
degli uffici; ho contribuito alla
stesura del regolamento sul
rimborso dei farmaci; mi sono
fatto portavoce della necessita’
di regolamentare meglio i lavori del consiglio. Essendo, infine,
un consigliere di maggioranza
mi assumo anche la responsabilità diretta di diverse scelte
amministrative. Non solo, ma in
questo momento sto cercando,
insieme all’amministrazione, di
intercettare alcuni finanziamenti e alcuni progetti per far si che
alcune opere importanti e rivoluzionarie per la vita di alcuni
quartieri vengano realizzate.
?
?
Vuole mandare un
messaggio a qualcuno?
?
Nel periodo natalizio, insieme alle persone che mi stanno
accanto e a tutte quelle che hanno voglia di dare un contributo
concreto, ho addobbato con luci decorative tutta la Via Fiume.
L’obiettivo era quello di valorizzare le periferie ma per motivi logistici abbiamo focalizzato la nostra attenzione in questa
zona. Il mio augurio è che anche nelle altre zone, soprattutto
quelle periferiche, si avvii una programmazione di iniziative in
grado di coinvolgere tutta la cittadinanza, e nella quale sarò
lieto di dare il mio contributo. Sempre in Via Fiume il giorno
dell’Epifania , è stato realizzato un evento al quale hanno partecipato centinaia di persone, coinvolti in attività che hanno
intrattenuto e divertito i partecipanti. Proprio in questi giorni,
inoltre, insieme ai componenti della V Commissione stiamo
organizzando un torneo di calcio a 5 , per offrire un momento
di incontro e di svago a tutti i bambini che vivono nel quartiere
della zona Pitrè e non solo. Considerata la mancanza di fondi
che non consente all’amministrazione di organizzare il Carnevale, sostenuto dall’entusiasmo e dalla collaborazione di tanti
amici, mi sto attivando per realizzare il 7 Febbraio, sempre in
zona Via Fiume delle attività in occasione di una festa tanto
sentita, che vanta tradizioni centenarie.Sono piccoli gesti che
però coinvolgono la gente e la fa sentire vicina alle Istituzioni.
In questa fase, non spetta a me fare delle valutazioni di
merito sul mio operato e onestamente mi sembra prematuro;
alla fine del mio mandato sarà la gente a giudicare, e spero lo
faccia valutando i fatti e non le parole.
Si, voglio mandare due messaggi: uno all’intera Città.
C’è bisogno che tutti i cittadini partecipino attivamente alla vita della propria Comunità. Solo con l’apporto
di tutti, Paternò potrà rinascere; bisogna sapersi indignare, è fondamentale! Ma poi bisogna partecipare,
vigilare e proporre! L’altro messaggio voglio mandarlo
alle “Elìte” di questa Città. A tutte le “Elìte”, economiche ed intellettuali, troppo spesso riluttanti, “eclissate”
e rivolte soltanto al proprio “particulare”. C’è bisogno
di una Classe dirigente che sappia guardare all’interesse generale, che sappia guidare la Città.
Vorrei inviare un messaggio al Sindaco, che non è solo il Sindaco della
maggioranza ma di tutta la città affinchè si attivi concretamente ad avviare
una programmazione che coinvolga
tutte le forze presenti nel territorio
e non solo quelle di maggioranza. Il
lavoro di squadra è fondamentale;
è impensabile sperare di risolvere i
problemi della città senza la collaborazione di tutti.
8
9
Alla politica..Sosteneteci!
“Due parole” per Paternò
di Mary Bahrini
di Serena Iuculano
A
rriva il 2013.. Come tutti possono testimoniare, da qualche
anno in Italia, ma non meno
nel resto dell’Europa, si sta vivendo una
situazione di grave crisi finanziaria ed
economica. La situazione, con l’arrivo
del nuovo ministro Mario Monti, nominato nel novembre 2011, non risulta
essere migliorata, anzi si può notare una
sorta d’inversione di tendenza, le cui
cause sono da ricercarsi in una cattiva
gestione dell’economia e, soprattutto, della politica. Malgrado il professor
Monti, presidente dell’Università Bocconi di Milano e commissario dell’Unione
Europea, sia stato capace di arricchire le
tasse dello Stato e far diminuire lo spread, il boom di tasse ha ridotto la popolazione ad un’estenuante situazione di
disagio economico. Fra i cittadini è notevole l’amarezza nei confronti del “governo tecnico” che, forse proprio per la sua
natura priva di un orientamento politico,
nell’attuare le varie riforme ha poco tenuto conto della situazione in cui poteva venire a trovarsi l’indifesa fascia degli
studenti, dei lavoratori e dei pensionati. In questo clima le famiglie faticano a
mandare i propri figli a scuola; si vedono
sempre più ragazzi che, privi ormai di
stimoli dall’esterno, invece di studiare
per il loro futuro sono in giro in cerca
di un lavoro, un lavoro che non c’è! La
gente fatica a trovare lavoro per portare
qualcosa a casa, fatica a vivere. Quando
si è fortunati, si trova un lavoro in nero,
che spesso è sottopagato o retribuito
quando capita. I pensionati poi, come si
legge tra gli articoli di vari giornali, sono
coloro che soffrono maggiormente per
una condizione che continua solo a peg-
giorare. Oltre ad essere stati
spogliati da un’appropriata
protezione socio-sanitaria,
hanno ricevuto notevoli tagli
sulle loro già insoddisfacenti
pensioni. E nostro malgrado
questo non è tutto: tagli all’istruzione; alla sanità; tasse
sempre in continuo aumento! Dopo varie prese di coscienza, a noi cittadini non
resta che credere e sperare
in un futuro migliore, dove la
politica e tutte le personalità
che ne fanno parte riescano
a dare coraggio al popolo,
sostenendolo nei momenti
di maggiore debolezza come
lo è questo. Molte parole
dei nostri politici sembrano abbastanza convincenti,
ma purtroppo le loro azioni in campo pratico non ci
aiutano! Questo problema
è principalmente dovuto al
fatto che in Italia vige un sistema politico che sostiene
i partiti e non il cittadino. La
crisi probabilmente si risolverà solo quando si riuscirà
a creare una collaborazione
vera e propria tra lo Stato e
i cittadini, il primo rispettando la grave situazione in cui
si trovano le “fasce deboli”
della società e i secondi rispettando le regole che lo
Stato pone, per una migliore gestione dei servizi e una
progressiva riduzione delle
tasse.
La scalinata della chiesa madre
N
on è facile parlare di Paternò, è un’impresa molto
ardua lo devo ammettere.
Le parole che mi vengono in mente
su Paternò sono: educazione e fiducia.
Partiamo dall’educazione. Parola sulla
bocca di tutti, ma di cui pochi comprendono il significato.
Girando per le strade di Paternò
non facciamo altro che imbatterci
sempre nelle solite scene: rifiuti ovunque; verde poco o per nulla curato;
cartacce per terra; buste di plastica
svolazzanti; murales e graffiti che imbrattano edifici e monumenti. Perché
tutto questo? Perché non avere rispetto della propria città? Non possiamo
lamentarci con l’amministrazione della
sporcizia che noi stessi creiamo! Non possiamo buttare la spazzatura alle salinelle
o sul ciglio della strada per
poi lamentarci del fatto che
il paese sta per essere sommerso dai rifiuti!
Come possono i cittadini
lamentarsi di qualcosa di cui
si sono resi complici? Con
questo non voglio giustificare l’amministrazione, ma sicuramente se tutti avessimo
un po’ più di rispetto per le
strade del nostro paese, ci
sarebbe meno immondizia
da raccogliere e meno problemi per tutti. È necessario
dunque che noi paternesi
veniamo educati al rispetto della nostra città, delle
nostre strade che sono un
bene di tutti e, in quanto tali,
vanno rispettate.
Non ci deve essere differenza fra l’interno delle nostre case e l’esterno: Paternò è casa di tutti i paternesi
e per tale motivo deve brillare! Noi cittadini dobbiamo
farla brillare anche per gli
ospiti che vengono a visitarci! gli amici del nord Itallia
che vengono a trovarci li
sentiamo spesso ripetere la
stessa identica frase: “Lì sopra al Nord, non ti sogneresti mai di vedere carte in
giro o aiuole non curate.
Quelli del Nord sono
molto più civili!”. Perché
farci dire che siamo “incivili”
e maleducati? E la “ rieducazione” la possiamo compiere noi tutti,
con piccoli gesti che possono sembrare insignificanti, ma che in realtà valgono oro. Quello che tutti dobbiamo
fare è di “richiamare” il tizio che accanto a noi getta il mozzicone di sigaretta per terra o il nostro vicino che
butta, con molta noncuranza, il suo bel
sacchetto di spazzatura nel giardino
davanti casa.
Deve esserci, dunque, una sensibilizzazione ad amare il posto in cui si
vive. La seconda parola magica è fiducia. Probabilmente ciò che manca
è un po’ di fiducia verso noi stessi e
verso le nostre capacità di valorizzare
Paternò. In particolare questa fiducia
deve provenire dai giovani paternesi. E
a questo proposito sono stata felice di
sapere che durante il consiglio comunale tenutosi lo scorso 20 dicembre
sia stato approvato un emendamento
avanzato dal consigliere Giuseppe di
Benedetto sul regolamento comunale
di chioschi e dehors, in base al quale
nella formulazione della graduatoria
nella gestione d’appalto si daranno
maggiori punti ai residenti di Paternò
e agli under 35. Questo fatto è doppiamente positivo: non solo c’è la volontà di rendere più attraente il paese
con eventuali chioschi, ma, per di più,
si spera che questo piccolo, ma grande
gesto possa incoraggiare l’imprenditoria giovanile. L’espressione“ investire”
sul proprio paese, tuttavia, può avere un ulteriore significato rispetto a
quello puramente economico.
Si può investire sul proprio paese
anche “moralmente”. Mi spiego meglio con un esempio: il sabato sera,
anziché fare la passeggiata al centro
commerciale, perché non passeggiare
in Piazza indipendenza o in Via Vittorio
Emanuele?
Capisco che il centro commerciale esercita una particolare attrazione
da cui difficilmente ci si può sottrarre,
ma dobbiamo fare un piccolo sforzo di
volontà, imporci, almeno per qualche
sera, di uscire per le strade di Paternò
e girare per negozi, dando così speranza ai commercianti e all’economia
dell’intero paese. In questo senso, dico
che si può investire “moralmente” sul
proprio paese: da un piccolo gesto,
da un piccolo sforzo da parte di tutti
noi possiamo dare fiducia a Paternò;
possiamo far ripartire l’economia con
investimenti non soltanto di “capitali”
ma anche “morali”. E questo invito è
rivolto in particolare ai giovani.
Capisco benissimo che ciò potrebbe sembrare un’assurdità. Mi si potrebbe dire: “ Ma cosa fare a Paternò,
se non c’è niente da fare?”. Il punto è
proprio questo! Dobbiamo creare noi
“il da fare”; se non s’inizia in qualche
modo, se non si dà FIDUCIA al paese,
questo è chiaro che non ha niente da
offrirci. Se non do fiducia a un amico,
come posso pretendere che lui mi dia
altrettanta fiducia?
Ecco, queste sono le “due parole” per Paternò, validi strumenti per
ritrovare la strada maestra e, in un
periodo “buio” come questo, riuscire
di nuovo ad accendere la luce.
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11
Arte da salvare: un impegno civile che deve
coinvolgere tutti i cittadini.
Vincenzo Pirrotta o del Teatro Necessario
di Mimmo Chisari
di Giuseppe Condorelli
tare lo scempio del nostro
patrimonio archeologico
bisogna abituare i cittadini
al rispetto dei Beni culturali convincendoli che
un reperto non trafugato può, a lungo termine,
costituire una ricchezza
per tutto il territorio non
solo sotto l’aspetto storico e scientifico ma anche
ai fini di un turismo culturale. Di tutto ciò si è reso
Il prof. Chisari con i suoi alunni del “De Sanctis” in visita al museo conto il Ministero della
Pubblica Istruzione che
l museo archeologico di Paternò, ha individuato, in tutti gli Istituti scolastici,
sito nell’ex carcere borbonico, ben un referente ai Beni culturali istituendo
strutturato dal punto di vista scien- una didattica a tal proposito. I docenti,
tifico con didascalie e schede di carattere attraverso dei corsi e progetti finalizzati
storico-divulgativo sul periodo neolitico al recupero di monumenti e particolae cartine topografiche molto esplicative ri ambienti paesaggistici e con l’utilizzo
riguardo ai siti preistorici, grazie ai mo- di alcuni testi base, integrativi dei libri di
derni supporti informatici e multimediali, Educazione Civica, devono diffondere tra
di cui è dotato, ci dà, pure, un’idea, abba- i giovani l’amore e il rispetto per i nostri
stanza precisa, della ricchezza dei reperti tesori. A tal proposito si possono consirinvenuti, nel passato, nel territorio della gliare le seguenti opere: Francesca Botnostra cittadina. In parte frutto di scavi tari e Fabio Pizzicanella, L’Italia dei tesori,
occasionali, molti capolavori dell’arte legislazione del Beni culturali, museologia,
antica sono, oggi, custoditi nel museo catalogazione e tutela del patrimonio
“Paolo Orsi” di Siracusa, nel museo Ar- artistico, De Agostini editore e AA. VV, Il
cheologico di Adrano, nei depositi della Bene culturale, dal rischio alla salvaguarSoprintendenza di Catania.Alcuni reperti dia: proposte e strategie, Biblioteca della
sono ancora in fase di catalogazione, di- provincia regionale di Catania, 2002. Anmenticati in angoli semibui dei saloni del che il Ministero degli Esteri, seguendo in
Castello Ursino di Catania, altri ancora modo particolare la tematica relativa ai
sono in possesso di collezionisti privati o Beni Culturali, attraverso l’operazione
di musei di altri Stati come gli argenti di definita Nostoi, capolavori ritrovati, ha
Paternò, adesso proprietà del Museo di ottenuto, qualche anno fa, il rientro in
Berlino, e una preziosa ceramica esposta Italia di alcuni capolavori del periodo arnel museo di Sidney, in Australia. Per evi- caico e classico che, poi, sono stati espo-
I
sti presso le sale del Quirinale. In particolare sono state presentate al pubblico
68 opere d’arte (che vanno dal 700 a.C.
al 200 d.C.) ritrovate da scavatori clandestini, vendute a mercanti d’archeologia
e finite poi in grandi musei internazionali
(Getty Museum di Los Angeles, Metropolitan Museum of Art di New Work,
Museum of Fine Arts di Boston e Princeton University Art Museum). Nel marzo
del 2011 c’è stato, finalmente, il ritorno
dagli Stati Uniti della Dea di Morgantina,
esposta al Museo Archeologico di Aidone. Nella provincia di Catania, inoltre, è
stato fatto tanto per il recupero di opere
d’arte trafugate. Il 15 dicembre del 2006
a Catania, nella chiesa di San Francesco
Borgia, si è svolta una mostra “Flavae
flammae custodes antiquitatis” in cui
sono stati esposti i tantissimi oggetti di
antichità recuperati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza nelle loro
varie operazioni di tutela e salvaguardia
del patrimonio culturale e ambientale.
Possa l’Italia continuare a essere considerata un museo a cielo aperto da custodire gelosamente in tutti i suoi aspetti, dalle
grotte preistoriche alle belle spiagge, dai
vasi neolitici alle svettanti torri medievali!
È tempo, ormai, che gli intellettuali, lungi
dal restare chiusi nelle loro impenetrabili
torri del sapere, devono uscire dal loro
grande silenzio e prendere apertamente
una chiara posizione riguardo alla salvaguardia dei Beni monumentali e paesaggistici soprattutto ora che, in mancanza
di valori etici a cui riferirsi, tutto sembra
essere subordinato alla politica del profitto e dell’economia, dove all’Essere si
preferisce sempre l’Avere.
“N
on si dovrebbe debuttare mai” mi ricorda
Vincenzo Pirrotta, tra
le voci più espressive del nuovo teatro italiano.. Lui, attore e regista nato
e cresciuto a Partinico, esordiva allora sui legni del Verga con “U ciclopu,
l’alba dei satiri” di Euripide, nella traduzione in siciliano di Pirandello e in
questi giorni è stato impegnato proprio a Paternò con un o spettacolo di
cui è autore e interprete:” All’ombra
della collina”, poderoso affresco della
pre-adolescenza e inserito nella rassegna teatrale “Per una casa dei Cantastorie” nel prestigioso Piccolo Teatro
di via Monastero.
Seppur giovanissimo Pirrotta è già una
star: non a caso, nel 2005 l’Associazione Nazionale Critici di Teatro gli aveva assegnato
il premio della critica come miglior autore,
attore e regista emergente. E Vincenzo Pirrotta, da Partinico, strada ne ha fatta davvero
tanta: dal teatro di narrazione al “cuntu”, dal
dramma antico fino alla drammaturgia “civile”: un percorso che lui, oggi trentottenne, ha
intrapreso giovanissimo. Pirrotta è nato per
il teatro, per la parola: da ragazzino infatti gli
piaceva raccontare vicende eccezionali,sapeva
di affascinare chiunque lo ascoltasse:in seguito
quelle storie si sono naturalmente condensate nello spazio per eccellenza che è il teatro.
Poi il diploma all’INDA (Istituto Nazionale del
Dramma Antico) di Siracusa e l’apprendistato
con Mimmo Cuticchio. “Si – precisa lui - ho
seguito un percorso inverso rispetto a tanti
altri miei colleghi: loro partivano per Roma,
io tornavo invece a Palermo. Il tirocinio con
Cuticchio, il dialetto e il cunto, sono al centro
della mia formazione drammaturgica. Con-
sidero Cuticchio uno dei grandi maestri del
Novecento, alla stregua di Grotowski, di Malina,di Barba”.Ma la formazione di Pirrotta non
è solo isolana: da sottolineare è l’esperienza
con Mario Martone per “Noi credevamo” la
pellicola sul Risorgimento. In realtà anche “U
ciclopu” si inscriveva all’interno di un “teatro
di guerra” di stampo pirrottiano: il senso di
quella messa in scena era quello di ripensare
non una Sicilia mitica,astorica,ma un’isola nella
quale il ciclope si fa metafora di una condizione feroce, “figura” della mafia, dell’illegalità, di
una oppressione che proprio Odisseo colora
di speranza. In questo senso, quel “Teatro del
Mediterraneo” che Pirandello aveva pensato
traducendo in dialetto girgentino il testo di
Euripide si arricchisce di una linfa impegnata
e modernissima marcata Pirrotta. Il significato
profondo del suo teatro di sperimentazione è
in questa rilettura civile ed impegnata e nell’utilizzazione di un linguaggio ancestrale che è
quello che proviene dalla nostra terra. In questo senso agisce fortissima la metafora “civile”
della drammaturgia di Vincenzo Pirrotta. L’utopia sottesa è allora possibile perché pensata
e costruita dalle mani di uomini pur contro
una forza resa “orba” (come il “mafioso” Polifemo) dal coraggio e dalla passione.
L’attenzione ai testi degli autori siciliani
è una costante del lavoro di Pirrotta, così
come quella nei confronti del dialetto che
anzi è diventato cifra ideologica, lingua-madre di questa visione eccentrica che spesso
parte dalla storia “minore”. Si colloca infatti
su questa linea la lettura-drammatizzazione
di “Terra matta”, il diario diVincenzo Rabito,
il bracciante-minatore di Chiaramonte Gulfi - riscoperto dalla scrittrice siciliana Evelina Santangelo e pubblicato da Einaudi - in
cui Pirrotta è stato capace di restituire sulla
Vincenzo Pirrotta durante una conferenza
scena la complessità di quella vertiginosa
scrittura popolare, di una esistenza raccontata attraverso un linguaggio fortemente e
straordinariamente orale. Nel solco di questa ricerca linguistica Pirrotta ha pure intenzione di imbracciare la cinepresa. “Si tratta
– ci conferma – di un docufilm da regista
in collaborazione con la Film Commission
Sicilia incentrato su “Ninnarò”, il celeberrimo spettacolo diVito Parrinello e Rosa Mistretta che ripercorre il viaggio di Giuseppe
e Maria, attraverso brani musicali, recitazione e teatro delle ombre, fino alla nascita di
Gesù.“Ciò che mi interessa sottolineare è
lo smarrimento, in senso lato, della spiritualità odierna”. E l’interesse suscitato per questa ricerca è fortissimo: non a caso il Teatro
National di Bruxelles ha chiamatoVincenzo
Pirrotta al Festival des Libertes per mettere
in scena i suoi spettacoli. Anzi pare l’inizio
di una collaborazione internazionale su cui
Pirrotta non si sbottona.
Un uomo fatto per il teatro, Vincenzo
Pirrotta,“quel teatro - precisa lui – che deve
creare una rivoluzione dentro le coscienze.
Per questo è il mio teatro necessario. È una
grande utopia, ma l’utopia è necessaria.
salvomassara
p a r r u c c h i e r e
Paternò
Via delle Nazioni Unite, 19 - Tel. 095 852706
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Scuola
La guerra dei poveri
C
“Scelta Giovane” Una nuova politica
di Giuseppe Asero
ome è noto a tutti, nell’ultimo
ventennio la scuola pubblica
ha perso molta della centralità
che le compete nella vita socio-politica
della nostra società. Senza volerne ricercare i colpevoli, abbandonata a se stessa
dalla politica (di destra e di sinistra), dalla
società alla rincorsa affannosa di posizioni di potere, ci si ritrova in questi anni di
crisi profonda, (economica, sociale, d’identità e valori) con un sistema d’istruzione
pubblica ridotto in macerie. Dal punto di
vista strutturale, con edifici vecchi di almeno mezzo secolo, che, malgrado gli ultimi
interventi, non si riesce a rendere sicuri,
vivibili e adatti ad un normale svolgimento
della didattica. Lo stato ha abbandonato il
sistema scolastico pubblico, a favore dei
privati, con continui tagli di personale, di
risorse finanziarie e di una seria programmazione, che rendono oltremodo difficile
garantire, da parte dei Dirigenti Scolastici
e dei Direttori Amministrativi, il diritto,
costituzionalmente garantito, allo studio
e all’istruzione pubblica e gratuita. Gli Enti
locali, a cui è demandata la fornitura di
beni e servizi alla scuola pubblica, sempre
a causa dell’assottigliarsi dei trasferimenti
statali e regionali di risorse certe e, non ultima, la scarsa lungimiranza politica, non riescono a garantire la fornitura degli stessi,
rendendo oltremodo precaria lo svolgimento della vita scolastica. Piccola manutenzione, riscaldamento, acqua potabile a
singhiozzo, ritiri rifiuti, sicurezza e vigilanza
delle vie adiacenti e altri servizi essenziali. Le Istituzioni Scolastiche Statali, specie
delle regioni del sud, che nell’ultimo decennio hanno avuto la possibilità di accedere ai Fondi Strutturali Europei (P.O.N.)
si trovano nella paradossale situazione di
avere a disposizione materiale tecnologico all’avanguardia (laboratori tecnici e
multimediali, L.I.M. in ogni classe, in sostituzione delle antidiluviane lavagne in ardesia,
computer e tablet di ultima generazione)
e magari non poter sostituire i vetri rotti, garantire un soggiorno confortevole a
causa di riscaldamenti difettosi e climatizzazioni mancanti, non poter rinnovare gli
abbonamenti per i software didattici o per
la banda larga e, non ultimo, proteggere
con adeguate misure di sicurezza attive e
passive, i beni tecnologici di cui sopra, che
permetterebbero ai nostri figli di studiare
con degli ausili all’avanguardia.
Quali Scenari?
di Enrica Santagati
G
li annunciati provvedimenti sulla
scuola contenuti nella famigerata legge di stabilità varata dal
governo dei tecnici, soprattutto l’aumento
dell’orario di servizio da 18 a 24 ore, hanno avuto il merito di portare all’attenzione
di tutto il personale della scuola e dell’opinione pubblica la drammatica condizione
nella quale versa la scuola italiana. La scuola pubblica italiana è infatti stravolta da una
politica di tagli i cui effetti sono sotto gli
occhi di tutti: riduzione del tempo pieno,
riduzione dei servizi ai disabili, riduzione
di orari e di discipline, di sperimentazioni
nelle scuole superiori, carenza di fondi per
l’ordinario funzionamento delle scuole e
per qualsiasi progetto didattico, riduzione
del personale della scuola (150.000 tra
docenti e ATA in meno in tre anni). Ma c’è
di più: i tagli proposti dal MIUR per attuare
la spending review non sono ancora sufficienti a raggiungere i 157 milioni previsti:
ammontano infatti a 74,6. Perdura quindi
il rischio di aumento dell’orario dei docenti o di tagli lineari. È quanto emerso in
Commissione Bilancio della Camera che
esamina la legge di stabilità i cui provvedimenti e soprattutto l’aumento dell’orario
di lavoro dei docenti comporterebbero,
oltre ad un notevole decremento dell’offerta formativa, la definitiva scomparsa dei
di Maria Giovanna Alecci
precari della scuola. I tagli non hanno risparmiato neanche le categorie più deboli.
Per gli alunni diversamente abili, dal 2007 si
assiste ad un susseguirsi di provvedimenti
che hanno progressivamente smantellato
quanto realizzato, fino a giungere alle drastiche riduzioni addirittura a quattro ore e
mezza a settimana.
Ma non basta: ancora un’altra scure si
sta abbattendo sulla scuola. La sforbiciata,
che si stima intorno al 35% in meno, è questa volta sul Fondo per l’istituzione scolastica, il FIS. Sono i fondi che servono per
pagare le ore aggiuntive degli insegnanti
per progetti didattici extracurriculari, recupero, laboratori pomeridiani, sostegno
a chi è in difficoltà. Fondi che andranno a
pagare gli scatti di anzianità degli insegnanti.A partire da gennaio 2013 il problema si
aggrava dal momento che il taglio diventa
definitivo ed ammonta a 350 milioni di
euro. E a perderci sono i nostri ragazzi! Il
messaggio è rovinoso: gli insegnanti continueranno a fare scuola e gli alunni ad
andarci, non cambia nulla. Ma nelle piazze
è esplosa la rabbia: la protesta di questi
mesi ha coinvolto migliaia di istituti scolastici che sono stati occupati in tutta Italia.
Una sollevazione di voci proveniente dagli
studenti, dai professori di ruolo e precari, contro i tagli previsti che mortificano
l’istruzione e l’offerta formativa. Per non
dire delle condizioni degli edifici, sempre più fatiscenti. Insomma contro tutte
le riduzioni di risorse alla scuola e per il
rifinanziamento massiccio dell’istruzione
pubblica, che consenta l’assunzione stabile
dei precari e il ripristino di una didattica di
qualità. Come non chiudere ricordando le
parole del dimissionario ministro: “l’istruzione è una priorità: i problemi sono grandi e interverremo perché la scuola è il miglior investimento sul futuro per costruire
un Paese più moderno”. Ci si domanda
come, alla luce di quanto sopra esposto.
Forse con l’approvazione del ddl 953 (ex
Aprea) sulla riforma degli organi collegiali
che permetterebbe l’ingresso ai privati e
agli sponsor nei Consigli di Autonomia?
Speriamo di no...
I
n un clima di caos politico nazionale,
dove il popolo italiano si trova destabilizzato dai continui cambiamenti,
i cittadini si chiedono “ma cambierà qualcosa o ci ritroveremo sempre allo stesso
punto di partenza?”.A tutt’oggi in prossimità delle “politiche” non possiamo dare
nessuna risposta a livello nazionale. Ma
in una situazione più circoscritta come
al cittadino mottese che si chiede dove
siano finite le istituzioni locali, visto il totale declino politico sociale e culturale
in cui versa il paese, risponde un gruppo di buona volontà che sembra voglia
risollevarne le sorti. Si costituisce in un
movimento libero dai soprusi clientelari
politici e si dichiarano “Scelta Giovane”
un movimento rivoluzionario oltre ad
un’associazione culturale e politica. Si
può pensare a pura demagogia, cioè una
sorta di strana utopia, invece non è così
e lo dimostrano i fatti. Interventi di forti
azioni umanitarie nei vari comuni della provincia di Catania, come a Motta la
raccolta alimentare il cui ricavato è stato
devoluto interamente alla Caritas; all’Associazione Talità Kum di Librino alla quale
è stato consegnato materiale didattico e
giocattoli per i bambini; i comuni di Randazzo, Mascali e Trecastagni hanno istituito un gazebo per raccogliere proposte e
segnalazioni dei cittadini; a Fiumefreddo
vari eventi culturali e sociali e... E poi?...
Qualcuno si domanderà!!! E poi, in pentola bolle, per quanto riguarda gli interventi sul territorio di Motta, un’altra idea che
si terrà a breve e investirà il mondo agricolo oggi fortemente penalizzato; e non
si parla solo di Motta! Paternò scende in
campo con la comunicazione, filone importante per instaurare le basi del cambiamento, una svolta al futuro. Ma l’avventura
non finisce qui. Giovani e ancora giovani
che, finalmente!!! si riuniscono e parlano
non della solita e noiosa politica, ma di fatti,
azioni concrete, cultura, società, sport, disoccupazione, scuola, divertimento, puro
e sano divertimento come quello di riu-
nirsi e confrontarsi. Tutto questo nasce
dall’arte del fare e non del parlare. Partendo da Motta si aggregano molti comuni e a
macchia d’olio “Scelta Giovane” si espande come una boccata d’aria pulita. Nessun
nome, nessuna velleità personale, ma un
gruppo. Uomini e donne che lottano per
un futuro migliore. Uomini e donne di
tutte le età che si proiettano nel ruolo
di rinnovamento. Uomini e donne solo
per il diritto di essere se stessi, di non
oltrepassare quella soglia sottile che ne
crea figure astratte e non esseri umani.
Leggendo queste righe si potrebbe pensare ad una propaganda politica, ma sono
riflessioni che vengono dettate dai fatti,
da ciò che vediamo e constatiamo. Non è
la politica dello sparlarsi a vicenda per poi
ritrovarsi, purtroppo è una amara realtà
non essere lineari con le proprie idee ma
accondiscendenti con chi offre meglio. Insomma la politica è diventata una specie
di asta, pubblica o privata a seconda le
circostanze, si vende al miglior offerente.
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Attivita’ fisica e diabete
Sport sociale
Ass. Sportiva “Le Racchette”:
“Ass. S. Biagio” una realtà sportiva a Paternò
DOTT. Domenico Arcoria Diabetologo
di Rosario Russo
I
n questo mio articolo cercherò
di tracciare per grandi linee la
situazione dei rapporti fra attività fisica e diabete mellito dal punto di vista metabolico. Nel Diabete
tipo 1 l’attività fisica non è essenziale, con i mezzi terapeutici attuali, per il raggiungimento di un buon
compenso glicemico. In soggetti con
residuo pancreatico, invece, l’attività
aerobica di endurance, purché regolare, può migliorare il compenso
aumentando la sensibilità all’insulina
e riducendone il fabbisogno. L’attività fisica regolare è fondamentale
nel migliorare la performance cardio-respiratoria, la capillarizzazione
muscolare e, quindi, l’ossigenazione
tissutale. Nella valutazione del rapporto rischio-beneficio ciò va tenuto
in debito conto specie considerando
il rischio di micro-macroangiopatia
insito nella malattia stessa. Va ricordato, però, che alcuni importanti studi hanno evidenziato come il
rischio di mortalità è inversamente
proporzionale ai quintili di attività
fisica settimanale e che un regolare
esercizio è parte integrante del programma terapeutico di ogni gruppo
in terapia intensiva i cui favorevoli risultati sullo sviluppo di complicanze
sono ben noti.
Nel Diabete tipo 2 l’esercizio fisico regolare, aerobico assieme alla
dieta è un perno fondamentale del
programma terapeutico.Gli effetti
benefici sul metabolismo glucidico e lipidico, la capacità dimagrante, l’effetto “allenante” sul cuore, la
possibilità di prevenire alterazioni
degenerative sull’apparato osteo-articolare e i risultati positivi sullo
stato psichico trovano concorde la
comunità dei diabetologi nel “prescrivere” l’esercizio fisico (più che
lo sport) a diabetici non insulino dipendenti, relativamente giovani,
senza complicanze cardiovascolari. È
oramai noto come gli effetti metabo-
lici positivi derivano, più che dall’intensità dell’esercizio, dalla sua durata e continuità nel tempo. Recenti,
convincenti, studi hanno inoltre dimostrato che una regolare attività
può prevenire il diabete mellito tipo
2 in soggetti predisposti ed impedire
l’evoluzione da ridotta tolleranza ai
carboidrati a diabete manifesto. Uno
studio fondamentale su oltre 70000
infermiere americane durato 5 anni
ha mostrato che quelle abituate a regolari passeggiate avevano un rischio
relativo di diabete ridotto del 50% e,
se la velocità del passo era superiore
a 4,2 Km/h, il rischio si riduceva del
70% rispetto alle sedentarie.
Per anni noi diabetologi abbiamo considerato il livello di 250-300
mg/dl come il limite oltre il quale la
seduta di attività fisica non andava
intrapresa. Questa convinzione si
basava su uno studio di Berger dell’inizio anni ’80 che mostrava come in
diabetici scompensati cronicamente
(“Ketotic diabetics”) l’Attività Fisica
fosse controproducente e pericolosa per chetoacidosi.
Molti progressi sono stati fatti
da allora. Chi fa sport è trattato
con 3-4 iniezioni al dì e assai difficilmente raggiunge quel grado di
sotto insulinizzazione che rende
l’esercizio pericoloso. Recenti dati
della letteratura e mie osservazioni
personali dimostrano che pur con
glicemie più alte di 300, l’esercizio
può essere intrapreso con successo
a patto che il paziente sia sufficientemente insulinizzato, in accettabile
compenso metabolico e senza corpi chetonici nelle urine. Spesso poi
una glicemia molto elevata esprime
un valore postprandiale dovuto ad
una colazione molto più ricca in
carboidrati come avviene in occasione di maratone. Pertanto riteniamo che l’unico vero limite per
intraprendere la seduta di attività
fisica in diabetici con accettabile
compenso non sia il tasso glicemico ma la presenza di chetonuria.
Ma quale esercizio fisico scegliere
? A parte la boxe e gli sport di pilotaggio, tutti gli altri possono essere consentiti ai diabetici con le
opportune precauzioni. Gli sport di
endurance sono aerobici, consentono un attivo allenamento cardiovascolare, contribuiscono al controllo
glicemico in quanto consentono un
graduale e prevedibile utilizzo del
glucosio senza dar luogo a brusche
ipoglicemie e possono essere proseguiti anche nell’età adulta e nella maturità. Tutti noi consideriamo
ormai l’attività fisica un’ eccellente
sistema per mettere alla provala
capacità di autogestione della malattia. La pratica sportiva consapevolmente intrapresa infatti “costringe” all’autocontrollo, insegna come
adattare alternativamente insulina
e apporto di carboidrati al dispendio energetico (è quindi una valida
palestra di autogestione), favorisce
la socializzazione, migliora l’autostima, allena ad una disciplina di vita,
contribuisce dunque a quel saper
essere diabetici che è il più alto
gradino del processo educativo. In
questo senso l’attività del diabetologo è fondamentale ed è complementare a quella degli insegnanti di
educazione fisica affinchè si possano impegnare sempre di più a diffondere la filosofia dell’esercizio
fisico, ripeto ancora, intrapreso con
prudenza e preceduto dall’opportuno supporto educativo.
Gruppo Nordic Trekking DiabEtna
I
n questa stagione giocano, tra alti e
bassi, le squadri
giovanili dell’Associazione San
Biagio.
Gli esordienti di Mister Paternò figurano
bene nel campionato di appartenenza giocando un buon calcio e portando a casa 3 partite su sei. Giovanissimi ancora a secco, i ragazzi di
Russo e Sambataro non trovano la
giusta dimensione, 0 punti in classifica ma primi nella Coppa Disciplina, pochissime infrazioni e tanta
la voglia di riscatto. Mister Pennisi
sfortunato con i suoi Allievi, tante partite al cardiopalma ma soli 6
punti portati a casa. L’Associazione
Socio Culturale San Biagio utilizza
il calcio come mezzo per avvicinare i giovani nell’attività sociale e di
volontariato. I ragazzi, infatti, sono
impegnati nelle varie attività promosse dalla società per migliorare
il senso civico del quartiere. Dopo
il Presepe vivente l’Associazione si
appresta a preparare per domenica
10 febbraio “A cursa da villetta” e
la festa di Carnevale. Grandi e piccini sono tutti invitati a partecipare
per ricominciare a dare lustro alla
nostra città
di Andrea Mola
G
rande successo a Paternò
della Polisportiva “Le Racchette” che con 2 squadre
ha vinto, giorno 19 Gennaio 2013, gli
incontri del Campionato di Badminton di serie B e di serie C, in una palestra piena di spettatori, tanti giovanissimi e ragazzi che seguono questo
sport da alcuni anni. Nonostante sia
stato introdotto alle Olimpiadi solo
recentemente, il Badminton ha radici
antichissime ed è unanimemente considerato il primo sport di racchetta
mai praticato. Si gioca con delle racchette simili a quelle del tennis ma più
piccole, ed una pallina a forma di paracadute, chiamata volano, contornato di piume d’oca. Una rete al centro
alta circa un metro e mezzo. Le prime
tracce del gioco sono state trovate
su vasi cinesi risalenti al 500 a.C., con
la raffigurazione di giovani intende a
divertirsi con delle racchette in legno
con le quali colpivano palline con infilate ad un’estremità delle piume, anche se pare che inizialmente il gioco
consistesse nel colpire il volano con
i piedi. Circa 2000 anni fa il gioco di
racchetta e volano era praticato, oltre
che in Cina, anche in India e in Grecia. Il gioco del volano arriva in Europa
attorno al 1870, sbarca in Inghilterra
importato dai soldati Inglesi impegnati
in India, sulle navi i marinai di sua maestà la Regina d’Inghilterra, giocavano
sui ponti, il volano se cadeva in mare,
essendo leggero, rimaneva sulla superficie dell’acqua ed era facilmente recuperabile. Sempre in Inghilterra, pochi
anni dopo, il Badminton ha acquisito
l’attuale nome. Il duca di Beufort era
solito praticarlo con i suoi ospiti e le
sue figlie nella sua residenza di Badminton, nel Gloucestersh. A Paternò
il Badminton arriva nel 1991, portato
dal Prof. Lorenzo Arcoria, Docente di
Educazione Fisica, che inizia ad insegnarlo nella Scuola ai suoi ragazzi.
Successivamente organizza l’attività pomeridiana preso il Palazzetto
dello Sport di Paternò, nasce un gruppo ed una squadra, la “Free-Time Paternò”, che arriva presto in serie “B”,
Nazionale.
Organizza anche Tornei di livello
Internazionale, e tra i suoi diversi successi, ha avuto un Campione Italiano
Over 40, Enzo Pappalardo, oggi allenatore della Polisportiva “Le Racchette”.
Questa società oggi vanta più di 30
praticanti e due squadre, che stanno
onorando il nome della Citta’ di Paternò con i loro successi. Da sottolineare tra tutti i praticanti le due giovani
promesse che hanno scalato le classifiche nazionali giungendo quest’anno
nella serie “A” individuale. Sono Nicola Di Giovanni e Giulia Fiorio. Hanno
già più volte vinto Tornei Nazionali e
Campionati Regionali, Giulia Fiorito
ha anche vestito la maglia della Nazionale Under.
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CROSSFIT: la nuova frontiera della forma fisica...
Come recuperare la forma fisica prima della prova costume.
L
a conclusione delle vacanze
natalizie, è risaputo, segna inesorabilmente l’inizio di un pensiero costante: l’esigenza di rimettersi
in linea in attesa che l’arrivo della bella
stagione non ci colga impreparati per
il grande evento, la prova costume.
Il desiderio è la scintilla della motivazione, ma sono tempo e pazienza
che trasformano la motivazione in
qualcosa di concreto.
E allora, per gli amanti delle sfide,
per chi intende misurare la propria
potenza ma soprattutto per chi vuole
un metodo di allenamento veramente
efficace con risultati garantiti è tempo di...Crossfit, una disciplina ad alto
dispendio energetico in grado di aumentare il metabolismo e di tonificare
il nostro corpo.
Il Crossfit si basa su una gamma
infinita di movimenti funzionali pensati e strutturati per essere applicati in
modo universale, modulabili e adattabili
a qualsiasi livello di abilità, a prescindere dalle esperienze personali e dall’età.
Un allenamento completo, insomma, in
grado di attivare tutti e tre i percorsi
metabolici (aerobico, anaerobico lattacido e anaerobico alattacido) avvalendosi sia dell’utilizzo di attrezzi specifici
come il TRX , il kettlebell, la power bag
e la soft board ( tavola propriocettiva),
che degli esercizi volti a migliorare l’attività cardiovascolare.
Gli esercizi, infatti, sono tratti da
diversi sport e tecniche di fitness, da
cui il nome cross, che significa, appunto, combinare, rivisitati in un’ ottica di
potenziamento della muscolatura, che
ne risulterà tonica e scolpita.
Il Crossfit non è solo una moda perchè fonda le sue radici su solidi principi scientifici. Gli stimoli che questa
disciplina offre, essendo diversificati e
continui sottopongono il nostro organismo a continui sollecitazioni che
assicurano un miglioramento globale
della nostra forma fisica. È il principio
sostenuto da Selye e universalmente
riconosciuto: in qualsiasi attività sportiva si hanno risultati quando il nostro
organismo è sottoposto a uno stress,
dato dall’allenamento, cui segue una
risposta, intesa come reazione a questo stress, per concludersi con l’adattamento che sancisce il miglioramento
delle prestazioni e pone le basi per i
successivi allenamenti.
Chi pratica il Crossfit sa che oltre ad
una diminuzione della massa grassa, con
di Francesco Coluccio
conseguente perdita di peso , il corpo
assume una postura più corretta e un
aumento della forza e della resistenza,
per non considerare le ricadute sul piano della sicurezza e dell’autostima.
A Carmen Di Dio, personal trainer,
chiediamo quali sono i rischi connessi a questo genere di allenamento
:<<Nel Crossfit, il trainer ha l’obbligo
di seguire tutto il gruppo senza sottoporre i partecipanti a rischi per la
salute; naturalmente, per evitare traumi o incidenti, occorre avere consapevolezza dei propri limiti e della resistenza del proprio corpo.Il Crossfit,
tuttavia, è sconsigliato per chi soffre di
problemi cardiaci, articolari, respiratori e muscolari>>. I luoghi idonei per
praticare questa disciplina possono
variare dai centri fitness attrezzati ai
parchi che, seppur esigui, sono presenti nel nostro territorio.