Febbraio
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Free Press di cultura attività e sport - anno zero n. 1 Politica pg 4 Foto by Roberto Fichera la parola ai giovani pg 8 la cultura Medicina è e apertura Sport pg 10 pg 15 2 3 L’editoriale La proba Scommessa L’EDITORIALE È un informatore periodico che la redazione di “Paternò news” ha deciso di pubblicare con il duplice scopo di approfondire i fatti che accadono nella nostra città e quello di denunciare i disagi, con i quali i cittadini giornalmente convivono, con la pretesa di mantenere un occhio imparziale su tutti gli avvenimenti che coinvolgono la città di Paternò. È da intendersi come una proposta concepita nel rispetto del significato più ampio del concetto di democrazia e con la prerogativa che chiunque se ne può servire per divulgare le proprie convinzioni. Strutturalmente, il gruppo ha pensato di dedicare un angolo, all’esposizione di pareri che tutte le forze politiche e sociali presenti nel territorio della nostra città possano tranquillamente proporre. Sicuramente tutto ciò contribuirà a chiarire tante cause e concause che spesso confondono quei cittadini amanti della chiarezza e della trasparenza che in questi ultimi tempi, ahimè, manca nella politica della nostra bella Italia. È, perciò, prerogativa di questo informatore periodico collaborare per migliorare l’informazione nella speranza che anche i più scettici si convincano della bontà di questa faticosa iniziativa nell’auspicio che non si venga accusati di strumentalizzazione. Si potrebbe tutt’al più parlare dell’esigenza di divulgare la voce di un’intera comunità che in questi momenti delicati deve aprire gli occhi per meglio conoscere fatti e avvenimenti che determinano la politica degli amministratori del nostro comune. Compito arduo, ce ne rendiamo conto! ma si tratta di un preciso dovere che ci sentiamo di compiere per i nostri concittadini e per amore della nostra città. Questa è la motivazione principale per cui chiunque può chiederci di pubblicare le proprie opinioni e se poniamo la clausola concernente lo spazio e l’uso di un linguaggio appropriato, è perché ci affidiamo al nostro senso etico-professionale che ci impone un profondo rispetto del prossimo. Chiarire e approfondire un fatto è dovere nostro e vostro. Prerogativa dei cittadini è quella di rimanere liberi di criticare i fatti nella convinzione che ogni vostro punto di vista contribuirà a formare una nuova coscienza più omogenea allo scopo di determinare e migliorare la vita sociale, culturale e politica che sono il volano delle attività imprenditoriali che certo non mancano nel territorio paternese. I sordi di Paternò si fanno “ sentire” Impariamo a vivere insieme di Grazia Amas di Giuseppe Ciraudo G Editore: Borzì Lucia Direttore Responsabile: Giuseppe Ciraudo DTP: dacomunicare “ADV” +39 0958361187 - Stampa: Grafiche Cosentino Contatti: [email protected] - 389 9022335 In attesa di essere registrato presso il Tribunale di Catania. In questo numero hanno collaborato: Alecci Maria Giovanna, Amas Grazia, Arcoria Domenico, Asero Giuseppe, Bahrini Mary, Chisari Mimmo, Coluccio Francesca, Condorelli Giuseppe, Iuculano Serena, Mola Andrea, Russo Rosario, Tomasello Nino. La città che vorrei di Nino Tomasello Paternò, la più popolosa città della Valle del Simeto, ha una sua centralità geografica e non solo. Un numero zero, ancora un giornale: “Paternò News”. E i giornali non sono mai troppi! In una società bombardata dall’informazione, la pubblicazione di un giornale locale è cosa fortemente positiva nella misura in cui mette a giorno problemi, istanze, risorse, talenti umani che mettano a fuoco il territorio. La città vive una sua continuità storica da oltre cinquemila anni; lo provano le testimonianze archeologiche che da S. Marco, a Pietralunga, per non parlare della Collina Gangea raccontano la laboriosità dei suoi abitanti. Essa è “città” fluviale, e il Simeto la caratterizza perché nel nostro tempo rende possibile la coltivazione degli agrumi. Non credo sia questa la sede per elencare le ricchezze culturali e naturali della città; esse sono straordinarie ma, purtroppo, fisicamente non collegate con iniziative economiche adeguate, né con efficaci e qualificate iniziative promozionali. Di esempi ne potremmo fare tanti. Scontato il problema dell’arancia rossa, potremmo parlare del dolce miele di Ibla come anche dell’itticoltura come anche della fruizione del patrimonio culturale. La città, da oltre un ventennio, registra forte crisi di identità e non solo: essa è economica, culturale e politica. Il tema dello Sviluppo complessivo affrontato dalla sua classe dirigente appare discontinuo e, non penso che basti una generica cultura della legalità senza una visione strategica dello sviluppo dinamico della città. Affrontare senza pregiudizi di sorta questi problemi, come anche stimolare, tallonare la classe dirigente, intesa nel suo significato più ampio, è il compito di un giornale locale. È questo, secondo chi scrive, il compito primario del giornali locali. Roccacannuccia è una piccola frazione di un comune pugliese…. Con tutto il rispetto per questa località, abbiamo il dovere di ricordare a tutti e ad ognuno che Paternò non è Roccacannuccia …. Buon lavoro! Un momento conviviale del gruppo territoriale ENS Paternò I l gruppo dei Sordi di Paternò nasce il 25 Settembre 1966, e inaugura la sede, in via Leonardo da Vinci n 6/A, a Paternò, fatta costruire e messa a disposizione, gratuitamente, per i sordi di Paternò, dal Commendatore Michelangelo Virgillito, molto sensibile alle problematiche dei sordi, e finchè ci saranno i sordi a Paternò, questi locali li accoglieranno pe svolgere le loro attività. Il responsabile pro-temporee dell’ENS, il signor Giuseppe Palumbo, ha coperto con alterne vicende questo ruolo dal 1973 fino ad oggi. “al suo interno, il centro – spiega il signor Palumbo - ha un gruppo formato da 5 persone Maria Butto’, Maria Luisa Prezzavento, Giovanni Borzi e Tony Meli, eletti da circa centoventi soci, che organizza le attivita’ di cui io sono il responsabile”. Il signor Palumbo ha messo a disposizione dell’ ente tutto il suo impegno ed insieme ai soci ha portato a buon fine parecchi progetti ed iniziative. “I festeggiamenti di S. Francesco di Sales, protettore dei sordi, le gite organizzate in molte Regioni come quella gita in Puglia, dove abbiamo visitato i luoghi calcati da Pa- dre Pio. – dice il signor Palumbo - A livello sportivo abbiamo organizzzato tornei sia di calcio, di ping pong e di freccette, con la collaborazione di altri sordi provenienti da altre realtà locali. Nel periodo Natalizio è stata messa su la “Tombolata ENS Paternò“. Nel corso di quest’anno sono in preparazione altre iniziative “il Giovedì grasso – continua il signor Palumbo - si farà la “ Salsicciata con i Coriandoli”, mentre nel periodo Pasquale abbiamo pensato di realizzare “U Ciciliu D’oru”, per ricordare le nostre tradizioni ed altre iniziative che coinvolgeranno il calcio ed altri sport”. “Purtroppo - conclude il signor Palumbo - esistono pesanti barriere sociali e burocratiche, che non permettono al sordo di considerarsi al pari dei cittadini udenti soprattutto, nelle strutture pubbliche dove non esiste personale capace di comprendere la lingua dei segni. I sordi hanno bisogno di integrazione, di essere tutelati e aiutati a superare tutte le barriere, per primo quelle che nascono dalla mancata volontà di “ascoltare” il nostro SILENZIO”. iorno 27 Dicembre 2012, si è costituita l’Associazione “Paternò Senza Frontiere Onlus” allo scopo di offrire ai cittadini stranieri assistenza nell’espletamento delle pratiche burocratiche. “Difendere e tutelare la promozione culturale e sociale degli immigrati extracomunitari - spiega Maria Rita Peci – e rafforzare i legami tra la popolazione degli immigrati extraeuropei e gli abitanti locali è l’obiettivo che ci siamo proposti di rggiungere attraverso l’organizzazione di attività volte all’integrazione culturale”. “Hounsi Houda – continua la dottoressa Peci - è un componente extracomunitario del direttivo che funge da anello di congiunzione tra le due culture”. Per il 2013 l’associazione di volontariato, ha molte iniziative in cantiere per raggiungere i suoi obiettivi e conta anche nell’aiuto delle Istituzioni, affinché contribuiscano, per concretizzare l’inserimento degli extracomunitari nel territorio paternese. “Chiediamo all’amministrazione di Paternò la concessione di un locale per l’apertura di uno sportello Immigrati – fa sapere la dottoressa Peci”.Al giorno d’oggi, l’istinto xenofobo, rende intollerante la gente, nei confronti delle “diversità” di qualsiasi genere, come l’appartenenza a ceti diversi sociali, alla religione, alla cultura, alle condizioni economiche, alla fede politica. Ma soprattutto la diversità che esiste tra le varie razze, che sfocia nel fanatismo quando la “differenza” risiede nella diversa pigmentazione della cute. “È nostro dovere abituare le persone, a considerare il colore della pelle con la stessa naturalezza con cui osservano il colore dei capelli spiegala dottoressa”.“Penso non sia il razzismo, cioè odio incondizionato verso una razza, ciò che impedisce il rapporto tra neri e bianchi, quanto il timore che una simile situazione, possa incontrare infinite difficoltà in una società che ideologicamente è ancora molta retrograda”. “Se si incomincia a rendere possibile una convivenza con gli extracomunitri residenti nel nostro territorio, avremo fatto un passo, molto lungo, in avanti - suggerisce orgoglioso il Presidente Maria Rita Peci”. 4 5 La pagina dell’amministrazione Appunti di lavoro di Mauro Mangano Il Sindaco di Paternò Mauro Mangano L a giunta è stata impegnata su due versanti: la soluzione di piccoli e grandi problemi trascurati da anni riguardanti la vita quotidiana dei cittadini; la pre- disposizione di atti che mettano le basi per svolte storiche della città. Nel primo capitolo vanno inseriti gli interventi per chiudere i lavori al primo circolo, che rischiavano di compromettere l’intero anno scolastico di decine di classi, il completamento di opere di urbanizzazione in viale Alcide de Gasperi o via Milano, la pulizia straordinaria dei parchi, la sistemazione di tutte le aree a verde dentro le scuole. Scuole ed impianti sportivi hanno avuto una cura senza precedenti, basta andare oggi al campo Totuccio Bottino e vedere la differenza. Abbiamo ripreso una collaborazione proficua con il corpo vivo della città che ci ha permesso di far vivere alla città una fiera di settembre, arte natale, e tante piccole iniziative che hanno reso animate piazze e quartieri. In pochi mesi tante iniziative culturali, dalla Settimana della Musica alla proiezione del film con Nino Frassica, alla presenza dell’attore. In queste settimane è in corso una rassegna teatrale al Piccolo Teatro, cosa che non era mai accaduta nella storia della nostra città. Ora è stato possibile grazie alla direzione artistica di Giovanni Calcagno, ed all’impegno di associazioni come Stratanova, Pro Loco, Leo Club. Sul piano degli interventi di lungo periodo abbiamo iniziato delle vere e proprie rivoluzioni per il Intervista all’Assessore ai Servizi Sociali Lombardo C on questa intervista inauguriamo una serie di appuntamenti che ci vedranno incontrare, di volta in volta, i membri della Giunta comunale di Paternò. Dopo la consultazione elettorale della scorsa primavera il neo eletto Mauro Mangano, sindaco della città, ha varato la sua squadra di collaboratori. Si tratta di una Giunta tecnica, eccezion fatta per il vice-sindaco Carmelo Palumbo, composta, nella sua quasi totalità, da esperti dei diversi settori. Oggi iniziamo a conoscere l’assessore ai Servizi Sociali, Filippo Antonio Lombardo, da decenni attivamente impegnato nel volontariato cittadino. Assessore Lombardo lei è un odontotecnico, da pochi mesi assessore comunale. Vorrei sapere se, dopo il nuovo incarico di amministratore, continua ancora la sua attività professionale? “È evidente che l’attività amministrativa assorbe buona parte della mia giornata, ma è altrettanto chiaro che non voglio e non posso rinunciare alla mia attività professionale. L’impegno al servizio della città mi impone, piuttosto, una diversificazione degli orari dedicati al mio lavoro di odontotecnico. Spesso sono, infatti, impegnato in nostro comune. Per la prima volta in assoluto la struttura del comune è stata ridotta, da una ventina di unità organizzative a sole 13, quindi un’organizzazione più funzionale e meno dirigenti. È comprensibile che l’introduzione di nuove regole, anzi l’introduzione di regole, dove non ce n’erano mai state tante, provochi delle resistenze ed anche dei timori, ma li supereremo e dimostreremo che un comune efficiente giova prima di tutti agli stessi dipendenti. Abbiamo definitivamente chiuso la delegazione comunale che si trovava nella zona Coniglio, era un costo che non dava nessun reale servizio ai cittadini. Sempre per il lungo periodo, abbiamo siglato l’adesione al patto dei sindaci per lanciare l nostro comune sulla strada del risparmio energetico, e già quest’anno dovremmo vedere i primi impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici. Mentre lavoriamo per dare servizi e vivibilità a questa città dobbiamo confrontarci con una crisi economica che indebolisce la struttura sociale, causando ancora perdita di posti di lavoro, povertà, disagio, perciò cerchiamo di fronteggiare l’emergenza quotidiano, sbloccando finalmente i fondi per l’aiuto delle famiglie sfrattate, e assegnando perfino un aiuto materiale con un pacco-spesa per più di 200 famiglie in difficoltà. di Francesca Coluccio laboratorio nelle giornate di sabato o di domenica, piuttosto che a tarda sera nei giorni feriali. Interpreto, però, il mio ruolo di assessore come un servizio reso alla città e gli inevitabili sacrifici fatti per proseguire il mio lavoro, debbo dire, che li affronto con una certa serenità.” Il sindaco di Paternò, Mauro Mangano, ha voluto al suo fianco una Giunta tecnica, ossia ha deciso di portare a capo degli assessorati dei tecnici esperti del settore e non dei politici. Volevo chiederle per prima cosa se ha avuto esperienze politiche precedenti? “No, è la prima volta che affronto un’esperienza amministrativa. Ringrazio il sindaco Mauro Mangano che ha ritenuto di coinvolgermi nel suo “progetto per la città” e penso di essere stato delegato a occuparmi di un assessorato particolarmente complesso come quello ai Servizi Sociali in considerazione del fatto che, da scout, mi sono sempre interessato di questioni legate al volontariato, alla formazione dei giovani e alla cittadinanza attiva.” Ci sono state problematiche legate al fatto di essere un assessore tecnico e non politico? “Il mio impegno, da molti anni a questa parte, è sempre stato di tipo politico, se con questo termine intendiamo una partecipazione attiva nel territorio. È chiaro che con il mio ingresso in Giunta ho dovuto affrontare piccole e grandi difficoltà legate all’approccio con le dinamiche della macchina amministrativa e con la necessità di applicare leggi e regolamenti. Solo dopo un’attenta comprensione di tali meccanismi è stato possibile dare maggiore forza ed efficacia all’azione politica intrapresa dal mio assessorato e dall’intera Giunta.” All’interno del suo assessorato come ha trovato l’organizzazione interna? Quali cambiamenti ha apportato? “In tutte le unità operative esistono degli aspetti che possono essere migliorati, ma devo dire che grazie alla disponibilità dell’intero ufficio Servizi Sociali stiamo lavorando per ottimizzare e migliorare la qualità dei servizi resi ai nostri concittadini, in particolar modo alle famiglie e alle persone più bisognose. Più in generale la nostra ambizione è quella di consentire un salto di qualità al modo di intendere i Servizi Sociali, che non possono limitarsi a dare un aiuto materiale agli indigenti, ma devono ridare centralità all’uomo in quanto tale. In queste settimane ho avuto modo di raccogliere gli sfoghi di tanti padri di famiglia che dopo aver perso il lavoro perdono anche la loro autostima. Credo che il compito della nostra amministrazione, ma più in generale di tutta la politica, sia quello di ridare fiducia a queste persone, creando in primo luogo i presupposti per un loro reinserimento nel mondo del lavoro.” Nei primi sette mesi della sua espe- rienza amministrativa, quale iniziative sono state attivate dall’unità operativa Servizi Sociali? “Concretamente ci siamo attivati per riavviare il servizio rivolto ai giovani che frequentano il “Centro di aggregazione minori”, trovando loro una temporanea collocazione nei locali della chiesa Spirito Santo, grazie alla sensibilità e alla preziosa collaborazione del parroco, Don Tony Milazzo. Contemporaneamente, però, stiamo creando le condizioni per ristrutturare il “Centro minori” di viale Kennedy, per il quale a breve si terrà la gara d’appalto che consentirà la definitiva riqualificazione della struttura. Inoltre, sfruttando una premialità della Regione, stiamo avviando per la prima volta a Paternò il cosiddetto “Servizio civico”, che consentirà a 52 persone di poter beneficiare di un sussidio come corrispettivo di vari servizi resi alla collettività. Abbiamo anche erogato 30 mila euro di “Assistenza straordinaria” e stipulato una convenzione con una fondazione caritatevole che ci consente di distribuire per tutto l’anno, a fronte di una spesa minima a carico del Comune, pacchi alimentari a 240 famiglie paternesi tra le più bisognose.” Quali sono i suoi rapporti con il Consiglio Comunale? “Il confronto con i consiglieri comunali di tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, è stato fin qui sempre costruttivo, pur nel rispetto delle posizioni che ciascuno rappresenta. Proprio per questo intendo ringraziare tutti i consiglieri comunali, e in particolar modo i componenti della Commissione Servizi Sociali, che riconoscendo la criticità socio-economica attraversata dalla nostra città, si sono mostrati sempre attenti e propositivi.” Abbiamo parlato di tante cose, trattato vari argomenti. Vuole dire qualcosa ai nostri concittadini, lettori di “Paternò News”. Un pensiero, un messaggio, con il quale chiudere questo nostro incontro? “La Giunta comunale sta lavorando perché Paternò cambi e migliori, ma questo sentimento deve essere fortemente condiviso da tutti i nostri concittadini. Non basta più la- mentarsi. Nessuno può far finta che ciò che accade intorno a lui non lo riguardi, che sia un problema di chi amministra. Il cambiamento parte dal basso, dai nostri comportamenti quotidiani: tutti dobbiamo sentirci protagonisti di questo cambiamento e le Istituzioni, ovviamente, sono chiamate a fare la loro parte. Solo così potremo tentare, insieme, di migliorare e accrescere la qualità della vita a Paternò. È questo il modo più adeguato ed esaustivo per concludere il nostro incontro. Salutiamo e ringraziamo l’assessore Lombardo, per la disponibilità e il tempo che ci ha concesso, augurandogli un proficuo lavoro.” L’Assessore ai Servizi Sociali Antoniono Filippo Lombardo 6 7 La parola al consiglio di Francesca Coluccio Come prima esperienza amministrativa, quali sono le sue considerazioni politiche in questi primi mesi del suo mandato? ? Quali problemi politico-amministrativi ha notato espletando il suo ruolo di Consigliere? ? Qual è stato il suo impegno all’interno del Consiglio e nelle Commissioni di cui fa parte? ? Quali proposte propone all’Amministrazione per migliorare le condizioni di Paternò? ? La voce di Ciatto La voce di Comis In effetti, pur essendo alla mia prima esperienza istituzionale, faccio politica da diverso tempo. Essendo stato per diversi anni il Segretario della Sinistra Giovanile di Paternò. Chiaramente viviamo un momento di difficoltà economiche e di sofferenze sociali nella nostra Città. Questi primi mesi sono serviti sia al Consiglio che all’amministrazione, diciamo così, per prendere le “misure”. Il 2013 deve essere l’anno del rilancio amministrativo. Il consigliere comunale è responsabile, in prima persona della gestione e dell’amministrazione della città, ma nell’immaginario collettivo, spesso rappresenta la persona a cui chiedere qualcosa che è lontana dalle reali competenze per cui è stato eletto. A Palazzo Alessi io “valgo” un voto e anche volendo dare di più, mi trovo spesso ostacolato sia da intoppi burocratici che da colleghi che si perdono in chiacchiere. La gente si aspetta delle risposte che tardano ad arrivare perchè c’è ancora tanto individualismo e, in questo clima, non è facile fidarsi di qualcuno. Di problemi particolari, nessuno. Sicuramente vi sono, per certi aspetti, alcune resistenze al cambiamento all’interno della Burocrazia degli uffici. Resistenze che possono essere superate con una buona programmazione e con una visione di lungo periodo. Per fare questo, però, la Politica deve tornare a svolgere il suo ruolo di guida, all’interno e all’esterno delle istituzioni. Vorrei più fatti e meno discorsi, tanto più se questi sono l’ennesimo tentativo di mettersi in mostra. Mi aspettavo di contribuire concretamente a migliorare la città in cui vivo per dare un messaggio di speranza a giovani e meno giovani che attraversano un momento di grave crisi e che elemosinano il lavoro, come se non fosse un diritto, tra l’altro garantito dalla nostra Costituzione e invece si parla sempre di altro. La maggioranza dovrebbe coinvolgere , per il bene della città, tutte le forze presenti, siano esse di destra o di sinistra per tentare di dare delle risposte a chi, attraverso il voto, ci ha dato fiducia. Il consiglio in pochi mesi è riuscito a produrre diverse cose importanti: bilancio, regolamento dei chioschi, regolamento per il rimborso dei farmaci alle famiglie più povere ecc. Il mio impegno è stato profuso, spero al meglio, sia all’interno del consiglio, sia all’interno della commissione di cui faccio parte (Affari generali). Commissione dove abbiamo affrontato e affronteremo alcune importanti questioni: riforma del personale, regolamento dei lavori del consiglio ecc. Partecipo attivamente ai Consigli Comunali; inoltre faccio parte della seconda Commissione (Servizi Sociali) e della quinta (Sport, Turismo e Spettacolo). Nelle Commissioni onestamente si lavora bene, il clima di collaborazione ci ha permesso di intraprendere delle iniziative importanti a favore delle famiglie indigenti, che nel nostro territorio purtroppo non mancano. A tal proposito, da qualche mese è stata approvata una delibera che consente alle famiglie che hanno i requisiti di accedere ad un fondo per l’acquisto di farmaci. Per quanto riguarda invece il lavoro svolto in Commissione Sportiva, già dall’inizio del nostro mandato ci siamo prodigati per effettuare una ricognizione dei luoghi d’interesse, presentando delle mozioni di indirizzo al fine di attrezzare alcune aree, per dare la possibilità ai ragazzi dei vari quartieri (zona Pitrè,Via Fonte Maimonide) di poter usufruire degli spazi a disposizione. Bisogna che l’amministrazione agisca subito sulla repressione del fenomeno delle microdiscariche, coinvolgendo anche le forze dell’ordine. Non è possibile che una parte minoritaria di cittadini vanifichi gli sforzi fatti dalla maggioranza dei cittadini con la raccolta differenziata; bisogna intervenire sul corpo dei Vigili urbani per far si che questi ultimi siano più presenti nel controllo del territorio e nella viabilità; ultimo, ma non per ultimo, bisogna lavorare con tutta la Città per la revisione del Piano Regolatore, strumento fondamentale per lo sviluppo economico di Paternò e per la rinascita del Centro storico. Inutile dire che a Paternò , allo stato attuale, ci sono molti problemi da risolvere. La priorità spetta certamente alla risoluzione del problema della disoccupazione, che non dipende dall’ Amministrazione Comunale. Tuttavia , penso che abbiamo l’obbligo di dare un segnale concreto, creando opportunità lavorative, favorendo gli investimenti e agevolando gli imprenditori che vogliono investire nel nostro territorio. Per quanto concerne invece il problema della raccolta differenziata il mio progetto è quello di coinvolgere le associazioni di volontariato, istituendo la Guardia Ambientale, organo di controllo riconosciuto, che avrebbe il compito di sorvegliare le strade segnalando i trasgressori. In questo modo, si avrebbe anche l’opportunità di dare un contributo economico a persone che concretamente svolgono un servizio di pubblica utilità. Istallare telecamere o multare i trasgressori non penso risolva il problema. È necessario inoltre che a pagare la tassa sui rifiuti siano tutti i cittadini e non solo il 40% di essi; questo può avvenire solo se si abbassano le tariffe, troppo gravose per i cittadini già provati da un sistema di tassazione spesso non equo. Ciatto Giancarlo PD Comis Salvatore Lista Galvagno La voce di Ciatto La voce di Comis Come definisce i suoi rapporti con i consiglieri di maggioranza? I miei rapporti con gli altri consiglieri sono ottimi e improntati alla cooperazione. Credo che la Maggioranza debba coinvolgere di più e meglio l’opposizione. Sono fermamente convinto che i problemi complessi che attanagliano la Città non possono essere affrontati da una sola “parte” politica. In questo senso c’è bisogno che la Maggioranza dia dei concreti segnali di apertura. All’inizio del mio mandato ero fiducioso; confidavo nel buon senso e nella correttezza dei colleghi.A distanza di qualche mese posso affermare che ,pur mantenendo con gli altri consiglieri rapporti civili e di collaborazione , sono molto deluso perchè non ho avuto percezione di un vero cambiamento. Questo non mi ha impedito però di continuare a lavorare per la mia città, facendomi promotore di iniziative importanti. Quali iniziative ha proposto nel territorio nei suoi primi sette mesi da Consigliere? Vi sono diverse iniziative che ho proposto (interrogazione sulle fontane, sull’acqua ecc.). In commissione ho lavorato,insieme ai miei colleghi, alla stesura della Mozione sulla riforma del personale dalla quale l’amministrazione sta prendendo spunto per la riorganizzazione degli uffici; ho contribuito alla stesura del regolamento sul rimborso dei farmaci; mi sono fatto portavoce della necessita’ di regolamentare meglio i lavori del consiglio. Essendo, infine, un consigliere di maggioranza mi assumo anche la responsabilità diretta di diverse scelte amministrative. Non solo, ma in questo momento sto cercando, insieme all’amministrazione, di intercettare alcuni finanziamenti e alcuni progetti per far si che alcune opere importanti e rivoluzionarie per la vita di alcuni quartieri vengano realizzate. ? ? Vuole mandare un messaggio a qualcuno? ? Nel periodo natalizio, insieme alle persone che mi stanno accanto e a tutte quelle che hanno voglia di dare un contributo concreto, ho addobbato con luci decorative tutta la Via Fiume. L’obiettivo era quello di valorizzare le periferie ma per motivi logistici abbiamo focalizzato la nostra attenzione in questa zona. Il mio augurio è che anche nelle altre zone, soprattutto quelle periferiche, si avvii una programmazione di iniziative in grado di coinvolgere tutta la cittadinanza, e nella quale sarò lieto di dare il mio contributo. Sempre in Via Fiume il giorno dell’Epifania , è stato realizzato un evento al quale hanno partecipato centinaia di persone, coinvolti in attività che hanno intrattenuto e divertito i partecipanti. Proprio in questi giorni, inoltre, insieme ai componenti della V Commissione stiamo organizzando un torneo di calcio a 5 , per offrire un momento di incontro e di svago a tutti i bambini che vivono nel quartiere della zona Pitrè e non solo. Considerata la mancanza di fondi che non consente all’amministrazione di organizzare il Carnevale, sostenuto dall’entusiasmo e dalla collaborazione di tanti amici, mi sto attivando per realizzare il 7 Febbraio, sempre in zona Via Fiume delle attività in occasione di una festa tanto sentita, che vanta tradizioni centenarie.Sono piccoli gesti che però coinvolgono la gente e la fa sentire vicina alle Istituzioni. In questa fase, non spetta a me fare delle valutazioni di merito sul mio operato e onestamente mi sembra prematuro; alla fine del mio mandato sarà la gente a giudicare, e spero lo faccia valutando i fatti e non le parole. Si, voglio mandare due messaggi: uno all’intera Città. C’è bisogno che tutti i cittadini partecipino attivamente alla vita della propria Comunità. Solo con l’apporto di tutti, Paternò potrà rinascere; bisogna sapersi indignare, è fondamentale! Ma poi bisogna partecipare, vigilare e proporre! L’altro messaggio voglio mandarlo alle “Elìte” di questa Città. A tutte le “Elìte”, economiche ed intellettuali, troppo spesso riluttanti, “eclissate” e rivolte soltanto al proprio “particulare”. C’è bisogno di una Classe dirigente che sappia guardare all’interesse generale, che sappia guidare la Città. Vorrei inviare un messaggio al Sindaco, che non è solo il Sindaco della maggioranza ma di tutta la città affinchè si attivi concretamente ad avviare una programmazione che coinvolga tutte le forze presenti nel territorio e non solo quelle di maggioranza. Il lavoro di squadra è fondamentale; è impensabile sperare di risolvere i problemi della città senza la collaborazione di tutti. 8 9 Alla politica..Sosteneteci! “Due parole” per Paternò di Mary Bahrini di Serena Iuculano A rriva il 2013.. Come tutti possono testimoniare, da qualche anno in Italia, ma non meno nel resto dell’Europa, si sta vivendo una situazione di grave crisi finanziaria ed economica. La situazione, con l’arrivo del nuovo ministro Mario Monti, nominato nel novembre 2011, non risulta essere migliorata, anzi si può notare una sorta d’inversione di tendenza, le cui cause sono da ricercarsi in una cattiva gestione dell’economia e, soprattutto, della politica. Malgrado il professor Monti, presidente dell’Università Bocconi di Milano e commissario dell’Unione Europea, sia stato capace di arricchire le tasse dello Stato e far diminuire lo spread, il boom di tasse ha ridotto la popolazione ad un’estenuante situazione di disagio economico. Fra i cittadini è notevole l’amarezza nei confronti del “governo tecnico” che, forse proprio per la sua natura priva di un orientamento politico, nell’attuare le varie riforme ha poco tenuto conto della situazione in cui poteva venire a trovarsi l’indifesa fascia degli studenti, dei lavoratori e dei pensionati. In questo clima le famiglie faticano a mandare i propri figli a scuola; si vedono sempre più ragazzi che, privi ormai di stimoli dall’esterno, invece di studiare per il loro futuro sono in giro in cerca di un lavoro, un lavoro che non c’è! La gente fatica a trovare lavoro per portare qualcosa a casa, fatica a vivere. Quando si è fortunati, si trova un lavoro in nero, che spesso è sottopagato o retribuito quando capita. I pensionati poi, come si legge tra gli articoli di vari giornali, sono coloro che soffrono maggiormente per una condizione che continua solo a peg- giorare. Oltre ad essere stati spogliati da un’appropriata protezione socio-sanitaria, hanno ricevuto notevoli tagli sulle loro già insoddisfacenti pensioni. E nostro malgrado questo non è tutto: tagli all’istruzione; alla sanità; tasse sempre in continuo aumento! Dopo varie prese di coscienza, a noi cittadini non resta che credere e sperare in un futuro migliore, dove la politica e tutte le personalità che ne fanno parte riescano a dare coraggio al popolo, sostenendolo nei momenti di maggiore debolezza come lo è questo. Molte parole dei nostri politici sembrano abbastanza convincenti, ma purtroppo le loro azioni in campo pratico non ci aiutano! Questo problema è principalmente dovuto al fatto che in Italia vige un sistema politico che sostiene i partiti e non il cittadino. La crisi probabilmente si risolverà solo quando si riuscirà a creare una collaborazione vera e propria tra lo Stato e i cittadini, il primo rispettando la grave situazione in cui si trovano le “fasce deboli” della società e i secondi rispettando le regole che lo Stato pone, per una migliore gestione dei servizi e una progressiva riduzione delle tasse. La scalinata della chiesa madre N on è facile parlare di Paternò, è un’impresa molto ardua lo devo ammettere. Le parole che mi vengono in mente su Paternò sono: educazione e fiducia. Partiamo dall’educazione. Parola sulla bocca di tutti, ma di cui pochi comprendono il significato. Girando per le strade di Paternò non facciamo altro che imbatterci sempre nelle solite scene: rifiuti ovunque; verde poco o per nulla curato; cartacce per terra; buste di plastica svolazzanti; murales e graffiti che imbrattano edifici e monumenti. Perché tutto questo? Perché non avere rispetto della propria città? Non possiamo lamentarci con l’amministrazione della sporcizia che noi stessi creiamo! Non possiamo buttare la spazzatura alle salinelle o sul ciglio della strada per poi lamentarci del fatto che il paese sta per essere sommerso dai rifiuti! Come possono i cittadini lamentarsi di qualcosa di cui si sono resi complici? Con questo non voglio giustificare l’amministrazione, ma sicuramente se tutti avessimo un po’ più di rispetto per le strade del nostro paese, ci sarebbe meno immondizia da raccogliere e meno problemi per tutti. È necessario dunque che noi paternesi veniamo educati al rispetto della nostra città, delle nostre strade che sono un bene di tutti e, in quanto tali, vanno rispettate. Non ci deve essere differenza fra l’interno delle nostre case e l’esterno: Paternò è casa di tutti i paternesi e per tale motivo deve brillare! Noi cittadini dobbiamo farla brillare anche per gli ospiti che vengono a visitarci! gli amici del nord Itallia che vengono a trovarci li sentiamo spesso ripetere la stessa identica frase: “Lì sopra al Nord, non ti sogneresti mai di vedere carte in giro o aiuole non curate. Quelli del Nord sono molto più civili!”. Perché farci dire che siamo “incivili” e maleducati? E la “ rieducazione” la possiamo compiere noi tutti, con piccoli gesti che possono sembrare insignificanti, ma che in realtà valgono oro. Quello che tutti dobbiamo fare è di “richiamare” il tizio che accanto a noi getta il mozzicone di sigaretta per terra o il nostro vicino che butta, con molta noncuranza, il suo bel sacchetto di spazzatura nel giardino davanti casa. Deve esserci, dunque, una sensibilizzazione ad amare il posto in cui si vive. La seconda parola magica è fiducia. Probabilmente ciò che manca è un po’ di fiducia verso noi stessi e verso le nostre capacità di valorizzare Paternò. In particolare questa fiducia deve provenire dai giovani paternesi. E a questo proposito sono stata felice di sapere che durante il consiglio comunale tenutosi lo scorso 20 dicembre sia stato approvato un emendamento avanzato dal consigliere Giuseppe di Benedetto sul regolamento comunale di chioschi e dehors, in base al quale nella formulazione della graduatoria nella gestione d’appalto si daranno maggiori punti ai residenti di Paternò e agli under 35. Questo fatto è doppiamente positivo: non solo c’è la volontà di rendere più attraente il paese con eventuali chioschi, ma, per di più, si spera che questo piccolo, ma grande gesto possa incoraggiare l’imprenditoria giovanile. L’espressione“ investire” sul proprio paese, tuttavia, può avere un ulteriore significato rispetto a quello puramente economico. Si può investire sul proprio paese anche “moralmente”. Mi spiego meglio con un esempio: il sabato sera, anziché fare la passeggiata al centro commerciale, perché non passeggiare in Piazza indipendenza o in Via Vittorio Emanuele? Capisco che il centro commerciale esercita una particolare attrazione da cui difficilmente ci si può sottrarre, ma dobbiamo fare un piccolo sforzo di volontà, imporci, almeno per qualche sera, di uscire per le strade di Paternò e girare per negozi, dando così speranza ai commercianti e all’economia dell’intero paese. In questo senso, dico che si può investire “moralmente” sul proprio paese: da un piccolo gesto, da un piccolo sforzo da parte di tutti noi possiamo dare fiducia a Paternò; possiamo far ripartire l’economia con investimenti non soltanto di “capitali” ma anche “morali”. E questo invito è rivolto in particolare ai giovani. Capisco benissimo che ciò potrebbe sembrare un’assurdità. Mi si potrebbe dire: “ Ma cosa fare a Paternò, se non c’è niente da fare?”. Il punto è proprio questo! Dobbiamo creare noi “il da fare”; se non s’inizia in qualche modo, se non si dà FIDUCIA al paese, questo è chiaro che non ha niente da offrirci. Se non do fiducia a un amico, come posso pretendere che lui mi dia altrettanta fiducia? Ecco, queste sono le “due parole” per Paternò, validi strumenti per ritrovare la strada maestra e, in un periodo “buio” come questo, riuscire di nuovo ad accendere la luce. 10 11 Arte da salvare: un impegno civile che deve coinvolgere tutti i cittadini. Vincenzo Pirrotta o del Teatro Necessario di Mimmo Chisari di Giuseppe Condorelli tare lo scempio del nostro patrimonio archeologico bisogna abituare i cittadini al rispetto dei Beni culturali convincendoli che un reperto non trafugato può, a lungo termine, costituire una ricchezza per tutto il territorio non solo sotto l’aspetto storico e scientifico ma anche ai fini di un turismo culturale. Di tutto ciò si è reso Il prof. Chisari con i suoi alunni del “De Sanctis” in visita al museo conto il Ministero della Pubblica Istruzione che l museo archeologico di Paternò, ha individuato, in tutti gli Istituti scolastici, sito nell’ex carcere borbonico, ben un referente ai Beni culturali istituendo strutturato dal punto di vista scien- una didattica a tal proposito. I docenti, tifico con didascalie e schede di carattere attraverso dei corsi e progetti finalizzati storico-divulgativo sul periodo neolitico al recupero di monumenti e particolae cartine topografiche molto esplicative ri ambienti paesaggistici e con l’utilizzo riguardo ai siti preistorici, grazie ai mo- di alcuni testi base, integrativi dei libri di derni supporti informatici e multimediali, Educazione Civica, devono diffondere tra di cui è dotato, ci dà, pure, un’idea, abba- i giovani l’amore e il rispetto per i nostri stanza precisa, della ricchezza dei reperti tesori. A tal proposito si possono consirinvenuti, nel passato, nel territorio della gliare le seguenti opere: Francesca Botnostra cittadina. In parte frutto di scavi tari e Fabio Pizzicanella, L’Italia dei tesori, occasionali, molti capolavori dell’arte legislazione del Beni culturali, museologia, antica sono, oggi, custoditi nel museo catalogazione e tutela del patrimonio “Paolo Orsi” di Siracusa, nel museo Ar- artistico, De Agostini editore e AA. VV, Il cheologico di Adrano, nei depositi della Bene culturale, dal rischio alla salvaguarSoprintendenza di Catania.Alcuni reperti dia: proposte e strategie, Biblioteca della sono ancora in fase di catalogazione, di- provincia regionale di Catania, 2002. Anmenticati in angoli semibui dei saloni del che il Ministero degli Esteri, seguendo in Castello Ursino di Catania, altri ancora modo particolare la tematica relativa ai sono in possesso di collezionisti privati o Beni Culturali, attraverso l’operazione di musei di altri Stati come gli argenti di definita Nostoi, capolavori ritrovati, ha Paternò, adesso proprietà del Museo di ottenuto, qualche anno fa, il rientro in Berlino, e una preziosa ceramica esposta Italia di alcuni capolavori del periodo arnel museo di Sidney, in Australia. Per evi- caico e classico che, poi, sono stati espo- I sti presso le sale del Quirinale. In particolare sono state presentate al pubblico 68 opere d’arte (che vanno dal 700 a.C. al 200 d.C.) ritrovate da scavatori clandestini, vendute a mercanti d’archeologia e finite poi in grandi musei internazionali (Getty Museum di Los Angeles, Metropolitan Museum of Art di New Work, Museum of Fine Arts di Boston e Princeton University Art Museum). Nel marzo del 2011 c’è stato, finalmente, il ritorno dagli Stati Uniti della Dea di Morgantina, esposta al Museo Archeologico di Aidone. Nella provincia di Catania, inoltre, è stato fatto tanto per il recupero di opere d’arte trafugate. Il 15 dicembre del 2006 a Catania, nella chiesa di San Francesco Borgia, si è svolta una mostra “Flavae flammae custodes antiquitatis” in cui sono stati esposti i tantissimi oggetti di antichità recuperati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza nelle loro varie operazioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale. Possa l’Italia continuare a essere considerata un museo a cielo aperto da custodire gelosamente in tutti i suoi aspetti, dalle grotte preistoriche alle belle spiagge, dai vasi neolitici alle svettanti torri medievali! È tempo, ormai, che gli intellettuali, lungi dal restare chiusi nelle loro impenetrabili torri del sapere, devono uscire dal loro grande silenzio e prendere apertamente una chiara posizione riguardo alla salvaguardia dei Beni monumentali e paesaggistici soprattutto ora che, in mancanza di valori etici a cui riferirsi, tutto sembra essere subordinato alla politica del profitto e dell’economia, dove all’Essere si preferisce sempre l’Avere. “N on si dovrebbe debuttare mai” mi ricorda Vincenzo Pirrotta, tra le voci più espressive del nuovo teatro italiano.. Lui, attore e regista nato e cresciuto a Partinico, esordiva allora sui legni del Verga con “U ciclopu, l’alba dei satiri” di Euripide, nella traduzione in siciliano di Pirandello e in questi giorni è stato impegnato proprio a Paternò con un o spettacolo di cui è autore e interprete:” All’ombra della collina”, poderoso affresco della pre-adolescenza e inserito nella rassegna teatrale “Per una casa dei Cantastorie” nel prestigioso Piccolo Teatro di via Monastero. Seppur giovanissimo Pirrotta è già una star: non a caso, nel 2005 l’Associazione Nazionale Critici di Teatro gli aveva assegnato il premio della critica come miglior autore, attore e regista emergente. E Vincenzo Pirrotta, da Partinico, strada ne ha fatta davvero tanta: dal teatro di narrazione al “cuntu”, dal dramma antico fino alla drammaturgia “civile”: un percorso che lui, oggi trentottenne, ha intrapreso giovanissimo. Pirrotta è nato per il teatro, per la parola: da ragazzino infatti gli piaceva raccontare vicende eccezionali,sapeva di affascinare chiunque lo ascoltasse:in seguito quelle storie si sono naturalmente condensate nello spazio per eccellenza che è il teatro. Poi il diploma all’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) di Siracusa e l’apprendistato con Mimmo Cuticchio. “Si – precisa lui - ho seguito un percorso inverso rispetto a tanti altri miei colleghi: loro partivano per Roma, io tornavo invece a Palermo. Il tirocinio con Cuticchio, il dialetto e il cunto, sono al centro della mia formazione drammaturgica. Con- sidero Cuticchio uno dei grandi maestri del Novecento, alla stregua di Grotowski, di Malina,di Barba”.Ma la formazione di Pirrotta non è solo isolana: da sottolineare è l’esperienza con Mario Martone per “Noi credevamo” la pellicola sul Risorgimento. In realtà anche “U ciclopu” si inscriveva all’interno di un “teatro di guerra” di stampo pirrottiano: il senso di quella messa in scena era quello di ripensare non una Sicilia mitica,astorica,ma un’isola nella quale il ciclope si fa metafora di una condizione feroce, “figura” della mafia, dell’illegalità, di una oppressione che proprio Odisseo colora di speranza. In questo senso, quel “Teatro del Mediterraneo” che Pirandello aveva pensato traducendo in dialetto girgentino il testo di Euripide si arricchisce di una linfa impegnata e modernissima marcata Pirrotta. Il significato profondo del suo teatro di sperimentazione è in questa rilettura civile ed impegnata e nell’utilizzazione di un linguaggio ancestrale che è quello che proviene dalla nostra terra. In questo senso agisce fortissima la metafora “civile” della drammaturgia di Vincenzo Pirrotta. L’utopia sottesa è allora possibile perché pensata e costruita dalle mani di uomini pur contro una forza resa “orba” (come il “mafioso” Polifemo) dal coraggio e dalla passione. L’attenzione ai testi degli autori siciliani è una costante del lavoro di Pirrotta, così come quella nei confronti del dialetto che anzi è diventato cifra ideologica, lingua-madre di questa visione eccentrica che spesso parte dalla storia “minore”. Si colloca infatti su questa linea la lettura-drammatizzazione di “Terra matta”, il diario diVincenzo Rabito, il bracciante-minatore di Chiaramonte Gulfi - riscoperto dalla scrittrice siciliana Evelina Santangelo e pubblicato da Einaudi - in cui Pirrotta è stato capace di restituire sulla Vincenzo Pirrotta durante una conferenza scena la complessità di quella vertiginosa scrittura popolare, di una esistenza raccontata attraverso un linguaggio fortemente e straordinariamente orale. Nel solco di questa ricerca linguistica Pirrotta ha pure intenzione di imbracciare la cinepresa. “Si tratta – ci conferma – di un docufilm da regista in collaborazione con la Film Commission Sicilia incentrato su “Ninnarò”, il celeberrimo spettacolo diVito Parrinello e Rosa Mistretta che ripercorre il viaggio di Giuseppe e Maria, attraverso brani musicali, recitazione e teatro delle ombre, fino alla nascita di Gesù.“Ciò che mi interessa sottolineare è lo smarrimento, in senso lato, della spiritualità odierna”. E l’interesse suscitato per questa ricerca è fortissimo: non a caso il Teatro National di Bruxelles ha chiamatoVincenzo Pirrotta al Festival des Libertes per mettere in scena i suoi spettacoli. Anzi pare l’inizio di una collaborazione internazionale su cui Pirrotta non si sbottona. Un uomo fatto per il teatro, Vincenzo Pirrotta,“quel teatro - precisa lui – che deve creare una rivoluzione dentro le coscienze. Per questo è il mio teatro necessario. È una grande utopia, ma l’utopia è necessaria. salvomassara p a r r u c c h i e r e Paternò Via delle Nazioni Unite, 19 - Tel. 095 852706 12 13 Scuola La guerra dei poveri C “Scelta Giovane” Una nuova politica di Giuseppe Asero ome è noto a tutti, nell’ultimo ventennio la scuola pubblica ha perso molta della centralità che le compete nella vita socio-politica della nostra società. Senza volerne ricercare i colpevoli, abbandonata a se stessa dalla politica (di destra e di sinistra), dalla società alla rincorsa affannosa di posizioni di potere, ci si ritrova in questi anni di crisi profonda, (economica, sociale, d’identità e valori) con un sistema d’istruzione pubblica ridotto in macerie. Dal punto di vista strutturale, con edifici vecchi di almeno mezzo secolo, che, malgrado gli ultimi interventi, non si riesce a rendere sicuri, vivibili e adatti ad un normale svolgimento della didattica. Lo stato ha abbandonato il sistema scolastico pubblico, a favore dei privati, con continui tagli di personale, di risorse finanziarie e di una seria programmazione, che rendono oltremodo difficile garantire, da parte dei Dirigenti Scolastici e dei Direttori Amministrativi, il diritto, costituzionalmente garantito, allo studio e all’istruzione pubblica e gratuita. Gli Enti locali, a cui è demandata la fornitura di beni e servizi alla scuola pubblica, sempre a causa dell’assottigliarsi dei trasferimenti statali e regionali di risorse certe e, non ultima, la scarsa lungimiranza politica, non riescono a garantire la fornitura degli stessi, rendendo oltremodo precaria lo svolgimento della vita scolastica. Piccola manutenzione, riscaldamento, acqua potabile a singhiozzo, ritiri rifiuti, sicurezza e vigilanza delle vie adiacenti e altri servizi essenziali. Le Istituzioni Scolastiche Statali, specie delle regioni del sud, che nell’ultimo decennio hanno avuto la possibilità di accedere ai Fondi Strutturali Europei (P.O.N.) si trovano nella paradossale situazione di avere a disposizione materiale tecnologico all’avanguardia (laboratori tecnici e multimediali, L.I.M. in ogni classe, in sostituzione delle antidiluviane lavagne in ardesia, computer e tablet di ultima generazione) e magari non poter sostituire i vetri rotti, garantire un soggiorno confortevole a causa di riscaldamenti difettosi e climatizzazioni mancanti, non poter rinnovare gli abbonamenti per i software didattici o per la banda larga e, non ultimo, proteggere con adeguate misure di sicurezza attive e passive, i beni tecnologici di cui sopra, che permetterebbero ai nostri figli di studiare con degli ausili all’avanguardia. Quali Scenari? di Enrica Santagati G li annunciati provvedimenti sulla scuola contenuti nella famigerata legge di stabilità varata dal governo dei tecnici, soprattutto l’aumento dell’orario di servizio da 18 a 24 ore, hanno avuto il merito di portare all’attenzione di tutto il personale della scuola e dell’opinione pubblica la drammatica condizione nella quale versa la scuola italiana. La scuola pubblica italiana è infatti stravolta da una politica di tagli i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti: riduzione del tempo pieno, riduzione dei servizi ai disabili, riduzione di orari e di discipline, di sperimentazioni nelle scuole superiori, carenza di fondi per l’ordinario funzionamento delle scuole e per qualsiasi progetto didattico, riduzione del personale della scuola (150.000 tra docenti e ATA in meno in tre anni). Ma c’è di più: i tagli proposti dal MIUR per attuare la spending review non sono ancora sufficienti a raggiungere i 157 milioni previsti: ammontano infatti a 74,6. Perdura quindi il rischio di aumento dell’orario dei docenti o di tagli lineari. È quanto emerso in Commissione Bilancio della Camera che esamina la legge di stabilità i cui provvedimenti e soprattutto l’aumento dell’orario di lavoro dei docenti comporterebbero, oltre ad un notevole decremento dell’offerta formativa, la definitiva scomparsa dei di Maria Giovanna Alecci precari della scuola. I tagli non hanno risparmiato neanche le categorie più deboli. Per gli alunni diversamente abili, dal 2007 si assiste ad un susseguirsi di provvedimenti che hanno progressivamente smantellato quanto realizzato, fino a giungere alle drastiche riduzioni addirittura a quattro ore e mezza a settimana. Ma non basta: ancora un’altra scure si sta abbattendo sulla scuola. La sforbiciata, che si stima intorno al 35% in meno, è questa volta sul Fondo per l’istituzione scolastica, il FIS. Sono i fondi che servono per pagare le ore aggiuntive degli insegnanti per progetti didattici extracurriculari, recupero, laboratori pomeridiani, sostegno a chi è in difficoltà. Fondi che andranno a pagare gli scatti di anzianità degli insegnanti.A partire da gennaio 2013 il problema si aggrava dal momento che il taglio diventa definitivo ed ammonta a 350 milioni di euro. E a perderci sono i nostri ragazzi! Il messaggio è rovinoso: gli insegnanti continueranno a fare scuola e gli alunni ad andarci, non cambia nulla. Ma nelle piazze è esplosa la rabbia: la protesta di questi mesi ha coinvolto migliaia di istituti scolastici che sono stati occupati in tutta Italia. Una sollevazione di voci proveniente dagli studenti, dai professori di ruolo e precari, contro i tagli previsti che mortificano l’istruzione e l’offerta formativa. Per non dire delle condizioni degli edifici, sempre più fatiscenti. Insomma contro tutte le riduzioni di risorse alla scuola e per il rifinanziamento massiccio dell’istruzione pubblica, che consenta l’assunzione stabile dei precari e il ripristino di una didattica di qualità. Come non chiudere ricordando le parole del dimissionario ministro: “l’istruzione è una priorità: i problemi sono grandi e interverremo perché la scuola è il miglior investimento sul futuro per costruire un Paese più moderno”. Ci si domanda come, alla luce di quanto sopra esposto. Forse con l’approvazione del ddl 953 (ex Aprea) sulla riforma degli organi collegiali che permetterebbe l’ingresso ai privati e agli sponsor nei Consigli di Autonomia? Speriamo di no... I n un clima di caos politico nazionale, dove il popolo italiano si trova destabilizzato dai continui cambiamenti, i cittadini si chiedono “ma cambierà qualcosa o ci ritroveremo sempre allo stesso punto di partenza?”.A tutt’oggi in prossimità delle “politiche” non possiamo dare nessuna risposta a livello nazionale. Ma in una situazione più circoscritta come al cittadino mottese che si chiede dove siano finite le istituzioni locali, visto il totale declino politico sociale e culturale in cui versa il paese, risponde un gruppo di buona volontà che sembra voglia risollevarne le sorti. Si costituisce in un movimento libero dai soprusi clientelari politici e si dichiarano “Scelta Giovane” un movimento rivoluzionario oltre ad un’associazione culturale e politica. Si può pensare a pura demagogia, cioè una sorta di strana utopia, invece non è così e lo dimostrano i fatti. Interventi di forti azioni umanitarie nei vari comuni della provincia di Catania, come a Motta la raccolta alimentare il cui ricavato è stato devoluto interamente alla Caritas; all’Associazione Talità Kum di Librino alla quale è stato consegnato materiale didattico e giocattoli per i bambini; i comuni di Randazzo, Mascali e Trecastagni hanno istituito un gazebo per raccogliere proposte e segnalazioni dei cittadini; a Fiumefreddo vari eventi culturali e sociali e... E poi?... Qualcuno si domanderà!!! E poi, in pentola bolle, per quanto riguarda gli interventi sul territorio di Motta, un’altra idea che si terrà a breve e investirà il mondo agricolo oggi fortemente penalizzato; e non si parla solo di Motta! Paternò scende in campo con la comunicazione, filone importante per instaurare le basi del cambiamento, una svolta al futuro. Ma l’avventura non finisce qui. Giovani e ancora giovani che, finalmente!!! si riuniscono e parlano non della solita e noiosa politica, ma di fatti, azioni concrete, cultura, società, sport, disoccupazione, scuola, divertimento, puro e sano divertimento come quello di riu- nirsi e confrontarsi. Tutto questo nasce dall’arte del fare e non del parlare. Partendo da Motta si aggregano molti comuni e a macchia d’olio “Scelta Giovane” si espande come una boccata d’aria pulita. Nessun nome, nessuna velleità personale, ma un gruppo. Uomini e donne che lottano per un futuro migliore. Uomini e donne di tutte le età che si proiettano nel ruolo di rinnovamento. Uomini e donne solo per il diritto di essere se stessi, di non oltrepassare quella soglia sottile che ne crea figure astratte e non esseri umani. Leggendo queste righe si potrebbe pensare ad una propaganda politica, ma sono riflessioni che vengono dettate dai fatti, da ciò che vediamo e constatiamo. Non è la politica dello sparlarsi a vicenda per poi ritrovarsi, purtroppo è una amara realtà non essere lineari con le proprie idee ma accondiscendenti con chi offre meglio. Insomma la politica è diventata una specie di asta, pubblica o privata a seconda le circostanze, si vende al miglior offerente. 14 15 Attivita’ fisica e diabete Sport sociale Ass. Sportiva “Le Racchette”: “Ass. S. Biagio” una realtà sportiva a Paternò DOTT. Domenico Arcoria Diabetologo di Rosario Russo I n questo mio articolo cercherò di tracciare per grandi linee la situazione dei rapporti fra attività fisica e diabete mellito dal punto di vista metabolico. Nel Diabete tipo 1 l’attività fisica non è essenziale, con i mezzi terapeutici attuali, per il raggiungimento di un buon compenso glicemico. In soggetti con residuo pancreatico, invece, l’attività aerobica di endurance, purché regolare, può migliorare il compenso aumentando la sensibilità all’insulina e riducendone il fabbisogno. L’attività fisica regolare è fondamentale nel migliorare la performance cardio-respiratoria, la capillarizzazione muscolare e, quindi, l’ossigenazione tissutale. Nella valutazione del rapporto rischio-beneficio ciò va tenuto in debito conto specie considerando il rischio di micro-macroangiopatia insito nella malattia stessa. Va ricordato, però, che alcuni importanti studi hanno evidenziato come il rischio di mortalità è inversamente proporzionale ai quintili di attività fisica settimanale e che un regolare esercizio è parte integrante del programma terapeutico di ogni gruppo in terapia intensiva i cui favorevoli risultati sullo sviluppo di complicanze sono ben noti. Nel Diabete tipo 2 l’esercizio fisico regolare, aerobico assieme alla dieta è un perno fondamentale del programma terapeutico.Gli effetti benefici sul metabolismo glucidico e lipidico, la capacità dimagrante, l’effetto “allenante” sul cuore, la possibilità di prevenire alterazioni degenerative sull’apparato osteo-articolare e i risultati positivi sullo stato psichico trovano concorde la comunità dei diabetologi nel “prescrivere” l’esercizio fisico (più che lo sport) a diabetici non insulino dipendenti, relativamente giovani, senza complicanze cardiovascolari. È oramai noto come gli effetti metabo- lici positivi derivano, più che dall’intensità dell’esercizio, dalla sua durata e continuità nel tempo. Recenti, convincenti, studi hanno inoltre dimostrato che una regolare attività può prevenire il diabete mellito tipo 2 in soggetti predisposti ed impedire l’evoluzione da ridotta tolleranza ai carboidrati a diabete manifesto. Uno studio fondamentale su oltre 70000 infermiere americane durato 5 anni ha mostrato che quelle abituate a regolari passeggiate avevano un rischio relativo di diabete ridotto del 50% e, se la velocità del passo era superiore a 4,2 Km/h, il rischio si riduceva del 70% rispetto alle sedentarie. Per anni noi diabetologi abbiamo considerato il livello di 250-300 mg/dl come il limite oltre il quale la seduta di attività fisica non andava intrapresa. Questa convinzione si basava su uno studio di Berger dell’inizio anni ’80 che mostrava come in diabetici scompensati cronicamente (“Ketotic diabetics”) l’Attività Fisica fosse controproducente e pericolosa per chetoacidosi. Molti progressi sono stati fatti da allora. Chi fa sport è trattato con 3-4 iniezioni al dì e assai difficilmente raggiunge quel grado di sotto insulinizzazione che rende l’esercizio pericoloso. Recenti dati della letteratura e mie osservazioni personali dimostrano che pur con glicemie più alte di 300, l’esercizio può essere intrapreso con successo a patto che il paziente sia sufficientemente insulinizzato, in accettabile compenso metabolico e senza corpi chetonici nelle urine. Spesso poi una glicemia molto elevata esprime un valore postprandiale dovuto ad una colazione molto più ricca in carboidrati come avviene in occasione di maratone. Pertanto riteniamo che l’unico vero limite per intraprendere la seduta di attività fisica in diabetici con accettabile compenso non sia il tasso glicemico ma la presenza di chetonuria. Ma quale esercizio fisico scegliere ? A parte la boxe e gli sport di pilotaggio, tutti gli altri possono essere consentiti ai diabetici con le opportune precauzioni. Gli sport di endurance sono aerobici, consentono un attivo allenamento cardiovascolare, contribuiscono al controllo glicemico in quanto consentono un graduale e prevedibile utilizzo del glucosio senza dar luogo a brusche ipoglicemie e possono essere proseguiti anche nell’età adulta e nella maturità. Tutti noi consideriamo ormai l’attività fisica un’ eccellente sistema per mettere alla provala capacità di autogestione della malattia. La pratica sportiva consapevolmente intrapresa infatti “costringe” all’autocontrollo, insegna come adattare alternativamente insulina e apporto di carboidrati al dispendio energetico (è quindi una valida palestra di autogestione), favorisce la socializzazione, migliora l’autostima, allena ad una disciplina di vita, contribuisce dunque a quel saper essere diabetici che è il più alto gradino del processo educativo. In questo senso l’attività del diabetologo è fondamentale ed è complementare a quella degli insegnanti di educazione fisica affinchè si possano impegnare sempre di più a diffondere la filosofia dell’esercizio fisico, ripeto ancora, intrapreso con prudenza e preceduto dall’opportuno supporto educativo. Gruppo Nordic Trekking DiabEtna I n questa stagione giocano, tra alti e bassi, le squadri giovanili dell’Associazione San Biagio. Gli esordienti di Mister Paternò figurano bene nel campionato di appartenenza giocando un buon calcio e portando a casa 3 partite su sei. Giovanissimi ancora a secco, i ragazzi di Russo e Sambataro non trovano la giusta dimensione, 0 punti in classifica ma primi nella Coppa Disciplina, pochissime infrazioni e tanta la voglia di riscatto. Mister Pennisi sfortunato con i suoi Allievi, tante partite al cardiopalma ma soli 6 punti portati a casa. L’Associazione Socio Culturale San Biagio utilizza il calcio come mezzo per avvicinare i giovani nell’attività sociale e di volontariato. I ragazzi, infatti, sono impegnati nelle varie attività promosse dalla società per migliorare il senso civico del quartiere. Dopo il Presepe vivente l’Associazione si appresta a preparare per domenica 10 febbraio “A cursa da villetta” e la festa di Carnevale. Grandi e piccini sono tutti invitati a partecipare per ricominciare a dare lustro alla nostra città di Andrea Mola G rande successo a Paternò della Polisportiva “Le Racchette” che con 2 squadre ha vinto, giorno 19 Gennaio 2013, gli incontri del Campionato di Badminton di serie B e di serie C, in una palestra piena di spettatori, tanti giovanissimi e ragazzi che seguono questo sport da alcuni anni. Nonostante sia stato introdotto alle Olimpiadi solo recentemente, il Badminton ha radici antichissime ed è unanimemente considerato il primo sport di racchetta mai praticato. Si gioca con delle racchette simili a quelle del tennis ma più piccole, ed una pallina a forma di paracadute, chiamata volano, contornato di piume d’oca. Una rete al centro alta circa un metro e mezzo. Le prime tracce del gioco sono state trovate su vasi cinesi risalenti al 500 a.C., con la raffigurazione di giovani intende a divertirsi con delle racchette in legno con le quali colpivano palline con infilate ad un’estremità delle piume, anche se pare che inizialmente il gioco consistesse nel colpire il volano con i piedi. Circa 2000 anni fa il gioco di racchetta e volano era praticato, oltre che in Cina, anche in India e in Grecia. Il gioco del volano arriva in Europa attorno al 1870, sbarca in Inghilterra importato dai soldati Inglesi impegnati in India, sulle navi i marinai di sua maestà la Regina d’Inghilterra, giocavano sui ponti, il volano se cadeva in mare, essendo leggero, rimaneva sulla superficie dell’acqua ed era facilmente recuperabile. Sempre in Inghilterra, pochi anni dopo, il Badminton ha acquisito l’attuale nome. Il duca di Beufort era solito praticarlo con i suoi ospiti e le sue figlie nella sua residenza di Badminton, nel Gloucestersh. A Paternò il Badminton arriva nel 1991, portato dal Prof. Lorenzo Arcoria, Docente di Educazione Fisica, che inizia ad insegnarlo nella Scuola ai suoi ragazzi. Successivamente organizza l’attività pomeridiana preso il Palazzetto dello Sport di Paternò, nasce un gruppo ed una squadra, la “Free-Time Paternò”, che arriva presto in serie “B”, Nazionale. Organizza anche Tornei di livello Internazionale, e tra i suoi diversi successi, ha avuto un Campione Italiano Over 40, Enzo Pappalardo, oggi allenatore della Polisportiva “Le Racchette”. Questa società oggi vanta più di 30 praticanti e due squadre, che stanno onorando il nome della Citta’ di Paternò con i loro successi. Da sottolineare tra tutti i praticanti le due giovani promesse che hanno scalato le classifiche nazionali giungendo quest’anno nella serie “A” individuale. Sono Nicola Di Giovanni e Giulia Fiorio. Hanno già più volte vinto Tornei Nazionali e Campionati Regionali, Giulia Fiorito ha anche vestito la maglia della Nazionale Under. 16 CROSSFIT: la nuova frontiera della forma fisica... Come recuperare la forma fisica prima della prova costume. L a conclusione delle vacanze natalizie, è risaputo, segna inesorabilmente l’inizio di un pensiero costante: l’esigenza di rimettersi in linea in attesa che l’arrivo della bella stagione non ci colga impreparati per il grande evento, la prova costume. Il desiderio è la scintilla della motivazione, ma sono tempo e pazienza che trasformano la motivazione in qualcosa di concreto. E allora, per gli amanti delle sfide, per chi intende misurare la propria potenza ma soprattutto per chi vuole un metodo di allenamento veramente efficace con risultati garantiti è tempo di...Crossfit, una disciplina ad alto dispendio energetico in grado di aumentare il metabolismo e di tonificare il nostro corpo. Il Crossfit si basa su una gamma infinita di movimenti funzionali pensati e strutturati per essere applicati in modo universale, modulabili e adattabili a qualsiasi livello di abilità, a prescindere dalle esperienze personali e dall’età. Un allenamento completo, insomma, in grado di attivare tutti e tre i percorsi metabolici (aerobico, anaerobico lattacido e anaerobico alattacido) avvalendosi sia dell’utilizzo di attrezzi specifici come il TRX , il kettlebell, la power bag e la soft board ( tavola propriocettiva), che degli esercizi volti a migliorare l’attività cardiovascolare. Gli esercizi, infatti, sono tratti da diversi sport e tecniche di fitness, da cui il nome cross, che significa, appunto, combinare, rivisitati in un’ ottica di potenziamento della muscolatura, che ne risulterà tonica e scolpita. Il Crossfit non è solo una moda perchè fonda le sue radici su solidi principi scientifici. Gli stimoli che questa disciplina offre, essendo diversificati e continui sottopongono il nostro organismo a continui sollecitazioni che assicurano un miglioramento globale della nostra forma fisica. È il principio sostenuto da Selye e universalmente riconosciuto: in qualsiasi attività sportiva si hanno risultati quando il nostro organismo è sottoposto a uno stress, dato dall’allenamento, cui segue una risposta, intesa come reazione a questo stress, per concludersi con l’adattamento che sancisce il miglioramento delle prestazioni e pone le basi per i successivi allenamenti. Chi pratica il Crossfit sa che oltre ad una diminuzione della massa grassa, con di Francesco Coluccio conseguente perdita di peso , il corpo assume una postura più corretta e un aumento della forza e della resistenza, per non considerare le ricadute sul piano della sicurezza e dell’autostima. A Carmen Di Dio, personal trainer, chiediamo quali sono i rischi connessi a questo genere di allenamento :<<Nel Crossfit, il trainer ha l’obbligo di seguire tutto il gruppo senza sottoporre i partecipanti a rischi per la salute; naturalmente, per evitare traumi o incidenti, occorre avere consapevolezza dei propri limiti e della resistenza del proprio corpo.Il Crossfit, tuttavia, è sconsigliato per chi soffre di problemi cardiaci, articolari, respiratori e muscolari>>. I luoghi idonei per praticare questa disciplina possono variare dai centri fitness attrezzati ai parchi che, seppur esigui, sono presenti nel nostro territorio.