Stili di vita salutari
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Stili di vita salutari
Stili di vita salutari Educazione, Informazione e Comunicazione Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana 3 - 4 settembre 2003 Palazzo Marino Milano, Italia INDICE 1. Gli stili di vita e la comunicazione Pag. 1 2. Gli stili di vita come determinanti della salute “ 2 3. Il ruolo della comunicazione “ 6 4. Le strategie mondiali ed europee “ 9 5. L’esperienza italiana “ 11 6. L’allargamento europeo e la salute “ 14 7. Le strategie dei paesi membri e candidati “ 15 8. Verso linee operative comuni “ 17 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana 1. Gli stili di vita e la comunicazione La Presidenza italiana del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha assunto tra i propri obiettivi nel campo della salute quello della individuazione di iniziative più efficaci e cost-effective per la promozione di stili di vita salutari da parte dei cittadini e dei consumatori europei. Tra le strategie possibili, una più adeguata e mirata politica di comunicazione sulla salute e gli stili di vita salutari, nelle diverse forme dell’informazione, dell’educazione e della comunicazione pubblica, risulta importante per favorire il benessere della popolazione, ridurre in maniera significativa i costi economici e sociali delle patologie, contrastare i comportamenti a rischio. E’ per questo motivo che la Conferenza di Milano del 3-4 settembre 2003 su “stili di vita salutari: informazione, educazione e comunicazione” intende porre all’attenzione dei paesi membri e candidati dell’Unione alcuni fondamentali punti di riflessione, su cui elaborare specifiche proposte: - l’importanza dei danni provocati dal fumo di tabacco e dall’abuso di alcol e di altre sostanze nocive; - i benefici insiti nella adozione di corretti stili alimentari e di moto fisico, e la carenza di studi di impatto; - le differenze tra i modelli di consumo alimentare e di moto fisico in Europa; - l’importanza della comunicazione sugli stili di vita e la salute, da condurre attraverso strumenti adeguati ed innovativi a seconda dei livelli di applicazione; - la necessità di adottare strumenti ed indicatori atti a monitorare l’efficacia della comunicazione sulla salute e gli stili di vita; - il peso della mediazione dei soggetti sociali ed economici, che operano nei diversi contesti al di fuori del mondo della sanità; 1 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana - 2. l’opportunità di concordare nel quadro del Programma di Azione Comunitaria 2003-2008, le linee operative comuni e gli obiettivi da raggiungere per la promozione della salute e degli stili di vita salutari attraverso azioni mirate. Gli stili di vita come determinanti della salute Esistono ormai prove scientifiche convincenti che un’alimentazione sbagliata, il fumo, l’abuso di alcol ed un’insufficiente attività fisica costituiscano fattori di rischio causali per numerose malattie quali, ad esempio, la malattia coronarica, gli accidenti cerebrovascolari, varie forme di cancro, il diabete di tipo 2, l’ipertensione, l’obesità, l’osteoporosi, le carie dentali, e per molte altre patologie. Il numero di decessi e di anni di vita perduti ed il numero di anni vissuti in condizioni di disabilità per patologie croniche attribuibili a stili di vita errati e dannosi per la salute è enorme nel mondo ed in Europa. In particolare, l’obesità appare in aumento nell’insieme della popolazione e nei giovani, i ragazzi e le donne mostrano andamenti in crescita per il fumo di tabacco e le classi economiche più disagiate continuano ad essere quelle che più si espongono al fumo, all’alcol, alla sedentarietà, ad una alimentazione errata. Complessivamente l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che gli stili di vita non salutari spieghino quasi il 50% delle malattie negli uomini e quasi il 25% nelle donne, nei paesi europei più sviluppati. In tabella 1 si riportano tali percentuali stimate per la Sub-regione Euro-A dell’OMS, composta da tutti i paesi dell’attuale Unione Europea, da alcuni dei paesi che vi faranno parte e da altri paesi che condividono con i precedenti le condizioni dello stato socio-sanitario. 2 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana Tab. 1 - Percentuale del DALY1 attribuibile ad alcuni dei determinanti di salute nella sub-regione europea EURO-A2 dell’OMS. Determinante di salute % del DALY totale Uomini Donne Fumo di tabacco Consumo di alcool Soprappeso Sottopeso Basso consumo di frutta e verdura Inattività fisica 17,1 14,0 6,9 0,4 4,3 3,3 1 2 6,2 3,3 8,1 0,4 3,4 3,2 Disabilities Adjusted Life-Years, misura del peso di una malattia su una popolazione definita. Euro-A: Andorra, Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Malta, Monaco, Olanda, Norvegia, Portogallo, San Marino, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera. Fonte: WHO. The World Health Report 2002 Nell’Unione Europea il fumo provoca circa il 90% dei tumori del polmone, l’80% delle broncopneumopatie croniche ostruttive e il 25% delle morti per malattie di cuore. Il fumo dei genitori e dei conviventi costituisce la maggiore fonte di esposizione dei bambini a rischi per la salute. Il fumo influenza la fertilità di donne e uomini, ed è inoltre correlato a talune patologie del feto. Nonostante che il numero di fumatori nella Unione sia in diminuzione da alcuni decenni, tale andamento ha subito un rallentamento nel corso degli ultimi anni. Sebbene sia accertato che un consumo moderato di alcol, tra 10 e 30 grammi al giorno, riduca la mortalità per malattie del sistema circolatorio, specialmente la malattia coronaria e gli accidenti cerebrovascolari di origine ischemica, l’OMS stima che l’alcol causi il 3,2% (1,8 milioni) dei decessi nel mondo ed il 4,0% dei DALY (58,3 milioni). Il consumo eccessivo e inappropriato di alcol è pericoloso non soltanto per il singolo individuo ma anche per chi lo circonda, e circa l’8-9% delle malattie nell’Unione Europea può essere attribuito al consumo di alcol, con frazioni che variano dall’11,7% della Francia al 3,5% della Svezia. 3 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana Alimentazione e nutrizione hanno una grande rilevanza nella prevenzione delle malattie e nella promozione della salute, e una dieta mal bilanciata può avere seri effetti sulla salute, specialmente per quanto riguarda le malattie cardiovascolari ischemiche, i tumori, il diabete mellito di tipo II. Problemi di salute pubblica, quali la carie dentaria e l’osteoporosi, sono associati alla deficienza di alcuni micronutrienti, mentre l’introito energetico eccessivo produce soprappeso e obesità, a loro volta correlati a numerose patologie. A livello mondiale, l’OMS stima che circa il 58% del diabete mellito, il 21% della malattia coronaria e quote tra l’8 ed il 42% di certi tipi di cancro sono attribuibili ad un indice di massa corporea superiore a 21. In EURO-A al sovrappeso vengono attribuiti negli uomini il 9,6% della mortalità ed il 6,9% dei DALY, nelle donne l’11,5% della mortalità e l’8,1% del DALY. In particolare, un basso consumo di frutta e verdura è la causa del 19% del tumore gastro intestinale, del 31% della malattia ischemica e dell’11% dell’infarto. Globalmente il 4,9% delle morti (2,7 milioni) e l’1,8% del DALY (26,7 milioni) vengono attribuiti ad un basso consumo di frutta e verdura, ed in EURO-A il basso consumo è associato al 7,6% dei decessi ed al 4,3% del DALY negli uomini, nonché al 7,4% dei decessi ed al 3,4% del DALY nelle donne. L’attività fisica, per contro, aiuta a controllare il peso, riduce lo stress, il senso di depressione ed il rischio di malattie cerebro e cardiovascolari, aumentando il livello della frazione HDL del colesterolo e riducendo il livello dei trigliceridi e la predisposizione alla trombosi. Un’attività moderata, come camminare con andatura spedita per 30-60 minuti al giorno per più giorni nella settimana, è associata ad una significativa riduzione dell’incidenza di mortalità per malattie cardiovascolari. L’OMS stima che l’inattività fisica causi 1,9 milioni di decessi e 19 milioni di DALY nel mondo. Essa causa in particolare il 10-16% dei casi di tumore del seno, del colon-retto e del diabete mellito di tipo II, e circa il 22% della malattia ischemica. In EURO-A, all’inattività fisica si può attribuire negli uomini il 6% dei decessi ed il 3,3% dei DALY, nelle donne il 6,7% dei decessi ed il 3,2% dei DALY. La sedenterarietà raddoppia il rischio di malattie cardiache, di diabete mellito di tipo II, di obesità e mortalità per cause cardiovascolari e ictus, facendo aumentare del 30% il rischio di ipertensione e di cancro. Secondo 4 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana l’OMS, le patologie legate allo stile di vita sedentario rientrano tra le prime dieci cause di morte e di inabilità nel mondo. La maggior parte della popolazione mondiale (60%-85%), ed in particolare le ragazze e le donne sia dei paesi sviluppati sia del mondo in via di sviluppo, non è fisicamente attiva a sufficienza, e circa 2/3 dei ragazzi non sono sufficientemente attivi. L’attività fisica diminuisce significativamente con l’età durante l’adolescenza. Se quelle indicate sono le tendenze di carattere generale, va ricordato inoltre che esistono significative differenze negli stili di vita rispetto alla salute tra paesi, regioni, livelli socio-economici differenti e target sociali diversi per età e sesso, che creano importanti sinergie ed associazioni tra fattori causali. La povertà costituisce una tipica condizione di rischio per la salute della popolazione, e tra i paesi poveri si osserva una chiara relazione tra il reddito medio individuale e la speranza di vita. Ma questa relazione è evidente anche per i paesi sviluppati: in quelli europei, dove le principali cause di malattia e di morte sono le malattie non trasmissibili, vi è oggi una forte evidenza che queste malattie sono associate all’ambiente sociale e alle disuguaglianze socio-economiche, e che il miglioramento del contesto sociale e la riduzione delle differenze economiche rendono più efficaci le iniziative di salute pubblica e di politica sociale. Ad esempio, le persone con maggiore livello di scolarità e maggior reddito tendono a fumare di meno, mentre le persone a basso reddito spendono somme sproporzionate in tabacco. La partecipazione all’attività fisica è influenzata dalla scolarità: soltanto il 22% di persone con diploma o laurea non svolge alcun tipo di attività fisica, mentre la percentuale sale a valori tra il 29% ed il 40% in coloro che hanno frequentato soltanto le scuole elementari o primarie. Le donne, i giovani e gli anziani rappresentano gruppi di popolazione con problemi specifici. Ad esempio, per quanto riguarda il fumo, la quota di donne fumatrici tende ad aumentare in molti paesi, soprattutto per quanto riguarda le donne giovani. 5 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana Il sovrappeso e l’obesità sono particolarmente diffusi nei giovani di particolari aree geografiche, mentre l’inattività è particolarmente accentuata tra le ragazze adolescenti in tutti gli stati membri della Unione Europea. Per quanto riguarda gli anziani, le indagini mostrano come siano frequenti apporti insufficienti di calcio, di vitamina A, di ferro nonché di proteine (25% degli anziani studiati) e di vitamine idrosolubili (25% per la tiamina, 20% per riboflavina, 15% per la vitamina C e 14% per l’acido folico), e questo rischio carenziale aumenta con l’età. Un gruppo particolarmente a rischio è costituito dai “grandi anziani”, nei quali il brusco declino nell’apporto energetico è frequentemente collegato a disabilità e malattie degenerative e comporta problemi di deficienze nutrizionali, la più frequente delle quali è quella proteica. Infine, gli immigrati extracomunitari hanno un profilo di salute e malattia ancora relativamente poco studiato, ma con problemi particolari già oggi evidenti in molti campi, dalle malattie cardiovascolari alla salute riproduttiva, alle malattie infettive, alla salute mentale. 3. Il ruolo della comunicazione Nell’Health Promotion Glossary, l’OMS definisce la promozione della salute come: ”The process of enabling people to increase control over, and to improve their Health”. Il cambiamento epistemologico del concetto di salute, da assenza statica di malattia a concetto dinamico di promozione e crescita, e la stretta connessione fra stili di vita, ambiente e salute, hanno contribuito ad investire di un ruolo sempre più importante i processi di promozione della salute e quelli di analisi del bisogno di salute e dei fattori di rischio. L’educazione, la formazione e l’informazione sono strumenti-principe per incoraggiare la pratica e l’acquisizione di abilità e per stimolare la responsabilità rispetto alla propria salute. Il sapere condiviso, e non delegato ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori, oltre a favorire la promozione della salute, favorisce anche la trasparenza dei progetti e la condivisione dei medesimi; risponde inoltre ai principi di multisettorialità e interdipendenza, considerati punti focali nella produzione di salute, tali da mettere in grado 6 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana ciascun individuo e comunità di sviluppare al massimo il proprio potenziale di salute. Nella letteratura internazionale più recente, si possono distinguere sette ambiti di promozione della salute a livello socio-culturale: 1. Programmi di educazione alla salute veri e propri, che offrono al soggetto informazioni volte a promuovere la modifica volontaria dei comportamenti. Includono aree cognitive, valoriali e decisionali e hanno come obiettivo quello di sviluppare l’empowerment, inteso come consapevolezza e capacità di autoregolazione. 2. Azioni sanitarie di tipo preventivo (preventive health services), come l’immunizzazione, i programmi di diagnosi precoce e screening e tutte quelle attività sanitarie che mirano alla prevenzione dalle malattie. 3. Lavoro all’interno della comunità (community-based work), con coinvolgimento degli individui nell’identificazione dei problemi e dei bisogni di salute, nonché delle strade da percorrere, come per i gruppi di Auto-Aiuto. 4. Sviluppo organizzativo (organizational development), come attività che mira all’implementazione di azioni di promozione della salute all’interno delle organizzazioni e dei gruppi dallo sviluppo delle pari opportunità, alla sicurezza alimentare, al coordinamento con le attività commerciali. 5. Politiche pubbliche sane (healthy public policies), cioè le attività di salute pubblica che coinvolgono i professionisti, le associazioni, la scuola, e in genere le istituzioni impegnate nelle politiche sociali. 6. Misure di salute ambientale (environmental health measures), come il controllo dell’inquinamento, la regolamentazione del fumo nei luoghi pubblici e l’uso di prodotti chimici. 7. Attività economiche e regolatorie, che mirano a favorire cambiamenti legislativi e finanziari per il miglioramento dello stato di salute e la riduzione dei rischi. Tutti e sette gli ambiti indicati sono fortemente collegati al tema della comunicazione sulla salute. Nel passato il rapporto tra salute e comunicazione è stato un rapporto stretto ma problematico, che ha dato vita 7 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana di volta in volta a fenomeni di ignoranza reciproca, di “inflazione comunicativa” su specifici problemi di salute amplificati e drammatizzati dalla comunicazione, e di “riduzione informativa” su problemi ritenuti da nascondere. E’ ormai da diversi anni che a livello internazionale è stata dichiarata esplicitamente l’importanza di un corretto rapporto tra comunicazione e salute, non solo e non tanto per ciò che attiene all’informazione sanitaria in senso stretto, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la comunicazione in senso ampio, dalla comunicazione di massa, alla comunicazione sistemica, alla comunicazione interpersonale: - la comunicazione di massa come strumento di diffusione, ad ampio raggio e attraverso i mass-media, di messaggi e di informazioni sulle cause delle malattie, sull’offerta di prodotti e sui relativi consumi e su loro portato in termini di salute; - la comunicazione sistemica come strumento di collaborazione con settori della società e delle istituzioni solitamente estranei alle tematiche sanitarie (i sottosistemi del sistema sociale), dall’economia alla produzione industriale e agricola, al mondo dei servizi, a quello del commercio, alla politica, ai mass-media; - la comunicazione interpersonale come strumento di approccio personalizzato al tema degli stili di vita salutari, attraverso interventi condotti nei luoghi della socialità (la scuola, il posto di lavoro, la palestra, l’associazione, ecc.) e presso i mediatori e moltiplicatori sociali (insegnanti, gestori, venditori, professionisti di settore, ecc.). Dal punto di vista degli obiettivi di salute, una corretta strategia di comunicazione pubblica dovrebbe svilupparsi nella direzione di due funzioni importanti e differenti tra loro. Da un lato, occorre puntare ad un “controbilanciamento” comunicativo degli obiettivi e dei messaggi diversi, e spesso contrari, a quelli della salute individuale e collettiva, che vengono diffusi attraverso i canali comunicativi commerciali e mass-mediali consueti. Ciò deve spingere il mondo della sanità ed i responsabili della salute collettiva ad affiancare alla consueta e specialistica funzione di prevenzione sanitaria, attraverso screening e informazione sanitaria, una modalità di intervento a più ampia ed incisiva 8 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana penetrazione, finalizzata a contrastare le cattive abitudini ed i consumi nocivi attraverso il contrasto della comunicazione scorretta. Una buona politica di controbilanciamento comunicativo e di empowerment degli individui e della società rispetto ai determinanti sociali della salute deve contribuire, in secondo luogo, a rafforzare la autoregolazione negli stili di vita e nei consumi da parte degli individui e delle famiglie, che a sua volta permette di produrre enormi benefici per la sanità come per la qualità della vita ed il benessere dei singoli. Non è un caso che in Europa molti Stati e la stessa Commissione della UE abbiano legato le politiche del consumo a quelle della sanità, come settori legati tra loro all’interno di un unico sistema socio-economico. E se non si modifica il modo di intendere e collegare tra loro la realtà della produzione e del consumo e quella della salute non sarà possibile produrre cambiamenti rilevanti. La complessità insita in campagne di promozione della salute presuppone che l’intervento agisca sempre e parallelamente su tutti gli ambiti coinvolti nella problematica. Il cittadino non può che sentirsi impotente (e quindi non motivato) se sente solo su di sé il peso delle soluzioni, che sono, invece, il risultato di diverse componenti, di politica locale, nazionale e internazionale, e che necessitano di strategie di intervento più complesse. 4. Le strategie mondiali ed europee Attori principali, a livello internazionale, delle strategie in tema di comunicazione preventiva sulla salute e gli stili di vita sono l’OMS e lo IUHPE (International Union for Health Promotion and Education). La quinta Conferenza globale dell’OMS sulla promozione della salute si è tenuta a Città del Messico il 5-9 giugno 2000, ed è stata un’occasione per rivisitare i traguardi, stabilire le nuove priorità e analizzare criticamente i motivi degli insuccessi. Il titolo della conferenza: “Health promotion: Bridging the equity gap”, indica una delle urgenze e degli ostacoli più grandi alla promozione della salute e cioè il problema dell’equità, presupposto fondativo di qualsiasi politica pubblica della salute e di una giusta allocazione delle risorse. 9 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana A livello mondiale lo IUHPE è impegnato in maniera particolare in una campagna svolta in collaborazione con l’OMS contro la dipendenza dal tabacco e nella organizzazione della Conferenza mondiale di promozione ed educazione alla salute che si terrà nell’aprile 2004 in Australia, e che offrirà un’opportunità di scambio e di apertura a tutte le dimensioni culturali della salute. Uno dei progetti più interessanti tra quelli promossi dall’OMS nel campo della promozione della salute è il Progetto “Città Sane” (Healthy Cities), con il quale si è tentato di collegare i principi della salute ai programmi di sanità pubblica e di pianificazione urbana, e che costituisce una delle prime occasioni in cui l’OMS ha avuto come interlocutori diretti le amministrazioni locali, invece che i governi nazionali. Altro progetto importante a livello internazionale è quello denominato “Ospedali della promozione della salute” (Health Promoting Hospitals, HPH), nato nel 1988 per iniziativa dell’ufficio europeo dell’OMS ed il cui ambizioso obiettivo è quello di attivare un processo strategico di sviluppo degli ospedali europei, che associ una cultura della salute di tipo nuovo alla tradizionale cultura curativa propria dell’ospedale, supportando lo sviluppo di un ambiente sociale favorevole e di un’ottica di “riorientamento” dei servizi sanitari. Un interessante progetto sul fumo è stato avviato dalla Comunità Europea, che ha lanciato il 31 maggio del 2002 a Parigi, in occasione della “Giornata internazionale senza tabacco”, una campagna informativa paneuropea per prevenire l’abitudine al fumo nei giovanissimi. Contemporaneamente si sono svolte manifestazioni inaugurali e conferenze stampa a livello nazionale in svariati Paesi dell’UE. In seguito, nel corso dell’anno, si sono aggiunte manifestazioni introduttive negli altri Paesi dell’UE. Con lo slogan “Feel free to say no”, la Commissione Europea si rivolge in primo luogo agli adolescenti tra i 12 e i 18 anni, considerando che più dell’80% dei fumatori ha iniziato a fumare prima dei 18 anni. I messaggi della campagna devono tuttavia essere altrettanto riconoscibili anche a un pubblico più vasto. Per quanto attiene altre possibili azioni, oltre alla comunicazione, da condividere con le istituzioni, la famiglia, la scuola, le aziende, gli enti governativi e non profit, l’Unione Europea sta compiendo grandi sforzi, fin dal 1987, in tema di mortalità causata dal fumo in Europa. Rientrano in 10 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana questo quadro sia i provvedimenti presi in materia di prevenzione delle dipendenze sia le iniziative legislative perseguite nel quadro delle direttive europee. È scopo dichiarato della Commissione quello di eliminare, nel lungo periodo, le sovvenzioni alla coltivazione del tabacco e di sviluppare forme di reddito alternative per gli attuali occupati nel settore. 5. L’esperienza italiana La necessità di incrementare gli sforzi nella direzione della prevenzione sanitaria nelle sue varie forme, dalla prevenzione primaria, alla diagnosi prococe, all’igiene, è emersa con particolare evidenza in Italia a seguito della pubblicazione della Relazione sullo stato sanitario del Paese 20012002, curata dal Ministero della Salute e presentata al Parlamento e al Governo nella primavera 2003. Il dato statistico più rilevante in essa contenuto riguarda il tasso di invecchiamento degli italiani: la popolazione anziana ha guadagnato quasi un anno di speranza di vita dal 1999 al 2002 passando da 75,8 anni a 76,7 anni per gli uomini e da 82 a 82,9 per le donne, e si è soprattutto ridotta la mortalità nella fascia di età tra i 75 e gli 84 anni. È evidente che si tratta di un cambiamento demografico e epidemiologico rilevante, dovuto al miglioramento generale della qualità della vita, ma determinato anche dalla sempre maggiore attenzione rivolta alla prevenzione ed all’efficienza delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. Altri dati interessanti sono emersi dalla pubblicazione dell’Atlante della Sanità italiana 2001, realizzato dall’Università di Tor Vergata e dall’Istat, e finalizzato alla analisi della qualità dei servizi sanitari e della mortalità evitabile. La mortalità evitabile attraverso interventi di prevenzione primaria è stata stimata dallo studio essere pari a 1,1 per 1.000 maschi e 3 per 10.000 femmine per anno nella media italiana, con importanti variazioni regionali, soprattutto per i maschi, che risultano più penalizzati dalla carenza di prevenzione primaria nel nord del Paese. I valori di mortalità evitabile per prevenzione primaria risultano secondo lo studio molto superiori a quelli della mortalità evitabile per diagnosi precoce e terapia (2,4 per 100.000 maschi e 2,1 per 10.000 femmine) e per igiene e assistenza sanitaria (5,5 per 11 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana 10.000 maschi e 1,9 per 10.000 femmine), il che fa sì che la prevenzione primaria, di cui fa parte anche la comunicazione sugli stili di vita, contribuisca in maniera preponderante al valore complessivo della mortalità evitabile stimata(1,7 per 1.000 maschi e 7 per 10.000 femmine) (tab. 2). Tab. 2 - Mortalità evitabile standardizzata per grandi gruppi di cause e per sesso Cause Maschi Prevenzione primaria Diagnosi precoce e terapia Igiene e assistenza sanitaria Tutte le cause evitabile Mortalità evitabile (a) Femmine 113,5 2,4 55,0 170,9 30,0 21,1 18,9 70,0 (a) Tassi standardizzati (per 100.000 ab.); morti 5-69 anni; popolazione tipo = popolazione standard internazionale Fonte: elaborazione Prometeo su dati Istat. Anni 1996, 1997 e 1998 Nel periodo più recente, sono state avviate in Italia numerose iniziative per la promozione della salute attraverso la comunicazione e l’informazione, sia a livello privato che pubblico, sia a livello locale che nazionale. L’attenzione in merito è cresciuta soprattutto dopo l’approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, che prevede, tra i 10 obiettivi strategici di Piano, un Progetto specificamente dedicato alla promozione di stili di vita salutari. Per dare concreta attuazione al Piano il Ministero della Salute ha dato vita ad un corposo programma di comunicazione istituzionale sugli stili di vita e la salute, che si è svolto nel corso del 2002 e 2003. In particolare, a partire dal mese di gennaio 2003, il Ministero della Salute ha promosso una importante Campagna nazionale sugli stili di vita e la salute attraverso le principali emittenti televisive nazionali, nella quale sono stati investiti circa 15 milioni di Euro. La Campagna è rivolta alla dissuasione dal fumo ed alla corretta alimentazione, con particolare riguardo ai giovani e alle donne e ai danni causati dal fumo passivo e ha dato vita a spot pubblicitari, messaggi 12 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana redazionali, telepromozioni e testimonianze di sponsor del mondo dello spettacolo, della scienza e dello sport, e ad approfondimenti su Internet. Una seconda fase di comunicazione pubblica è in corso di programmazione attraverso la stampa nazionale e locale e la televisione a livello locale, ed avrà luogo nella seconda metà del 2003 e nel 2004. Sulle campagne televisive è in corso una valutazione di qualità e di impatto sui destinatari, che sta mostrando dai primi risultati raccolti interessanti impatti sulle attitudini ed i comportamenti degli italiani. Per quanto attiene alle modalità di realizzazione si è privilegiata una comunicazione “integrata” attraverso differenti mass media. Per la trasmissione degli spot sono stati acquistati sulle reti private più di 1000 passaggi complessivi, mentre per la televisione pubblica si è privilegiato l’acquisto di spazi redazionali all’interno dei singoli programmi (più di 600 interventi della durata minima di un minuto). Accanto alle campagne sugli stili di vita il Ministero della Salute sta inoltre conducendo più specifiche campagne sulla salute del bambino, sulla corretta utilizzazione dei farmaci, sulla donazione del sangue, sulla salute mentale, sulla donazione di organi, sulla prevenzione cardiovascolare e sulla prevenzione dell’Aids. Infine, la politica del Ministero della Salute sugli stili di vita prevede una collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica, volta alla corretta informazione dei ragazzi di 14 e 15 anni su temi quali le droghe, l’alcol, il tabacco, il doping, l’Aids e la alimentazione, ed una collaborazione con la FIPE-Confcommercio, associazione di categoria dei commercianti, relativa ad una iniziativa denominata ”Bollino blu della ristorazione”, che consiste in un programma di sensibilizzazione degli operatori di ristoranti ed altri esercizi del settore alimentare sull’igiene, la sicurezza, la qualità e la quantità del cibo, ivi comprese le caratteristiche della dieta mediterranea e le dimensioni delle porzioni, nonchè per il rispetto di divieto della vendita di alcolici ai minorenni. Per quanto riguarda la situazione italiana vanno inoltre ricordate le iniziative di molte Regioni e Comuni per la corretta alimentazione nelle scuole e contro gli abusi di tabacco e alcol e quelle di vari enti non profit e di rappresentanza dei consumatori. 13 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana 6. L’allargamento europeo e la salute In tema di stili di vita l’Europa è caratterizzata da livelli di benessere economico molto elevati e dalla presenza di una quota molto rilevante di produzione agricola e industriale mondiale. Due fattori che comportano da un lato rischi di sovraconsumo e sedentarietà, e dall’altro rischi di conflitto tra obiettivi di salute e obiettivi economici. Oltre a ciò occorre ricordare che tra pochi mesi l’Europa dei 15 diventerà l’Europa dei 25, con l’ingresso di paesi dell’Europa centrale ed orientale caratterizzati da livelli di vita, stili di consumo, disponibilità economiche e produttive diversi da quelli del nucleo dei 15. Le compatibilità generali in ambito europeo pertanto si faranno a breve più complesse di quanto non siano già oggi. Ed anche le strategie comunicative, nelle forme sopra indicate, dovranno essere studiate con maggiore attenzione nell’ambito delle politiche sanitarie e sociali europee. Dal 1993, entrata in vigore del Trattato di Maastricht, le politiche sanitarie sono diventate parte delle politiche dell’Unione Europea. Dal primo maggio 1999, data di entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, per la prima volta la sanità compare esplicitamente in un trattato dell'Unione pur ribadendo l’opportunità di non interferire con i sistemi sanitari nazionali. Da quella data molte iniziative ufficiali sono state intraprese dall’Unione Europea per la diffusione di stili di vita salutari, dalle Direttive e Raccomandazioni sul fumo, ai progetti di monitoraggio dei consumi alimentari (Efconsum, Dafne), alle Raccomandazioni sull’alcol. Anche il recente Programma di Azione Comunitaria 2003-2008 nel campo della sanità pubblica (Community Action Plan in the field of Public Health 2003-2008. Decision of the Eu Parliament and the Council n. 1786/2002/EC) prevede interessanti obiettivi strategici nel campo del monitoraggio della salute e degli stili di vita, dello scambio tra paesi, della formazione e della valutazione, che debbono essere concretizzati nel più breve tempo possibile. 14 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana 7. Le strategie dei paesi membri e candidati Per quanto riguarda la situazione della comunicazione sugli stili di vita e la salute nei paesi europei, in preparazione della Conferenza di Milano, il Ministero della Salute ha realizzato una rilevazione tramite questionario presso i referenti ufficiali dei paesi membri e candidati, volta a verificare lo stato dell’arte delle politiche nazionali di promozione degli stili di vita sani e quelle di informazione, comunicazione e formazione per la salute. Dai questionari raccolti e di cui si dà conto in uno specifico Dossier, emergono un atteggiamento generalizzato di interesse ed un clima di forte attenzione attorno al tema dei determinanti della salute, ed in particolare a quello degli stili di vita salutari. All’informazione ed all’educazione sulla salute e per la salute viene attribuito un elevato livello di priorità nell’ambito delle politiche pubbliche nazionali, con una particolare attenzione dei paesi candidati che hanno partecipato alla rilevazione per le iniziative di tipo educativo (grafico 1). Quasi tutti i paesi coinvolti dichiarano di aver posto in essere programmi di informazione e sensibilizzazione miranti all’orientamento nel campo degli stili di vita, come fattori cruciali di promozione della salute ed hanno tra i propri programmi quello del monitoraggio delle iniziative. Tra i profili di intervento perseguiti fino ad oggi, fumo, alcol e abuso di droghe risultano ricorrenti a livello di aree affrontate, e la stragrande maggioranza dei paesi coinvolti ha adottato o sta adottando set di indicatori standardizzati per la valutazione dell’impatto delle iniziative realizzate, indicatori ciascuno con diversa capacità di cogliere i cambiamenti. Interrogati rispetto alle prospettive future dell’azione nel campo analizzato, i referenti hanno indicato tra gli obiettivi strategici per l’Europa ancora la riduzione del fumo di tabacco, del consumo eccedentario di alcol, e del consumo di droghe, ma al primo posto vengono citati il tema dell’attività fisica e quello della corretta alimentazione, sia a livello di paesi membri che di paesi candidati. Soprattutto, dall’analisi condotta emergono l’esigenza della diffusione delle Buone Pratiche, quella del monitoraggio comparativo dei risultati e quella del coinvolgimento dei mediatori sociali non sanitari. 15 Grafico 1 - Livello di priorità attribuita alle differenti azioni di politica sanitaria dei Paesi intervistati (val. % per ciascuna colonna sul totale dei Paesi) Information Healthcare EU Members Candidates EU Members Total Candidates 67 50 42 33 39 42 Total 67 50 44 44 33 17 17 17 17 17 6 0 High Medium Low High Fiscal, agricultural, com m ercial and technological policies Education Candidates Total EU Members 58 50 42 Candidates Total 58 50 44 Low M e dium : A , E , E L, P , c y , m t, lv, tr Low : s k M e dium : E , IR L , FIN , N L , U K , cy, s i, s k Low : B , lv, S EU Members Medium 50 44 33 25 17 Medium Low High: A, B , D K , IR L , S , m t, s i, s k M e dium : D , E , E L , FIN , P , N L , U K , cy, lv Low : tr * 28 17 17 6 0 High 17 22 High Medium Low High: DK , F IN, S , s i M e dium : A , D, E , E L, IRL, NL, P , c y , s k Low : B , P , m t, lv, tr The charts show the percentages of Countries in the whole group and in the sub-groups of Member States and Candidate ones, in relation to the expressed level of priority among the three proposed (high, medium, low). A minority of Countries specified the response modality 'Other' as further way to act and indicated in relation to it actions and their levels of priority, as: promotion of the availability of health choices (FIN, high); legal measures, self-regulation, enforcement (high, medium, low levels priorities for NL); prevention, treatment and control policies (S, high priority for tobacco); sensibilisation (B, high). Fonte: indagine Ministero della Salute, 2003 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana 8. Verso linee operative comuni Lo scenario sopra delineato spinge a considerare con coerenza e determinazione la necessità di cooperare più strettamente a livello europeo per una comunicazione di massa, sistemica ed interpersonale sugli stili di vita e la salute, che punti al controbilanciamento ed alla autoregolazione nel senso detto (par. 3). E’ quanto, peraltro, già il nuovo Programma di Azione Comunitario nel campo della salute a livello europeo auspica. I risultati non saranno adeguati alla sfida se non si porrà mano con maggiore impegno al miglioramento della qualità della comunicazione, da un lato, ed alla misurazione e verifica del suo impatto, dall’altro. La qualità della comunicazione attiene ai contenuti ma anche agli strumenti utilizzati. Essa ha che fare con la dimensione delle alleanze strategiche con gli altri soggetti portatori di interessi nel settore e con il coinvolgimento attivo e sistemico di tutto il contesto di riferimento, e innanzitutto dei cittadini stessi e delle loro associazioni. La misurazione e la verifica dell’efficacia e dell’impatto hanno a che vedere con la progettazione degli interventi comunicativi e con l’adozione di metodologie scientifiche di valutazione, che comprendano strumenti qualitativi e quantitativi, verifiche a breve, a medio ed a lungo termine, focalizzazione della verifica su specifici target come sulle dimensioni della cultura collettiva. Anche in questo caso i risultati si avranno nella misura in cui si destineranno risorse professionali e strutturali adeguate. Soprattutto, appare necessario individuare le vie operative più opportune attraverso le quali dare concretezza agli obiettivi strategici del Programma di Azione Comunitaria 2003-2008. Vie operative da puntualizzare con specifici accordi tra Paesi, membri e candidati, e da cominciare a realizzare per specifici punti nel semestre di Presidenza Italiana dell’Unione. A tale scopo l’Italia propone con la Conferenza di Milano l’approvazione dei principi del controbilanciamento comunicativo e della autoregolazione dei consumi e degli stili di vita, come principi guida per la prima fase di attuazione del Programma di Azione Comunitaria, nonché la messa a punto di un Piano attuativo europeo a breve termine nel campo della 17 STILI DI VITA SALUTARI: EDUCAZIONE, INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE IN EUROPA Sintesi del Rapporto predisposto dalla Task Force del Ministero della Salute in preparazione del Semestre di Presidenza italiana comunicazione (di massa, di sistema ed interpersonale) sulla salute e gli stili di vita. Il Piano attuativo dovrebbe contenere concrete azioni su: - la misurazione dell’impatto delle Buone Pratiche comunicative sugli stili di vita e la salute, attraverso specifiche metodologie valutative; - la stipula di accordi a livello europeo e di singoli stati con i referenti più significativi nei settori contigui a quello della salute, da quello della produzione alimentare, a quello della ristorazione e del commercio, a quello della regolamentazione della viabilità stradale, a quello dei servizi per il tempo libero, a quello dell’associazionismo sociale; - la definizione di specifiche proposte da inserire negli accordi da stipulare con i referenti dei settori di cui sopra (dalla produzione di specifici prodotti alimentari, alla definizione degli ingredienti dei piatti, ecc.); - lo sviluppo della educazione scolastica sui temi della salute e degli stili di vita, attraverso la definizione di concreti moduli didattici di informazione e formazione; - l’avvio di programmi di formazione e aggiornamento per gli operatori (moltiplicatori sociali ed intermediari) che svolgono la propria opera a contatto diretto con i cittadini (insegnanti, gestori di locali, operatori sanitari, operatori di volontariato e di associazionismo, cuochi, gestori di discoteche, palestre, ecc.); - l’avvio di un programma di sviluppo del counseling sugli stili di vita e la salute; - la definizione di alcuni primi interventi fiscali miranti a favorire la produzione ed il consumo di prodotti adeguati rispetto a una corretta alimentazione. 18