IL CONIGLIO DA COMPAGNIA Dott.Mattia Bielli Il coniglio da

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IL CONIGLIO DA COMPAGNIA Dott.Mattia Bielli Il coniglio da
IL CONIGLIO DA COMPAGNIA
Dott.Mattia Bielli
Il coniglio da compagnia ha conosciuto negli ultimi 20 anni una grande popolarità e a tutt’oggi
rappresenta dopo il cane e il gatto il terzo animale da compagnia più diffuso.
Attraverso incroci tra diverse razze precedentemente selezionate per fini alimentari sono state create
numerose varianti “nane”, spesso denominate con nomi di fantasia.
Così i conigli incrociati con l’angora vengono spesso detti “testa di leone” o quelli incrociati con
razze come il belier vengono chiamati “ariete”.
Indipendentemente dal tipo di incrocio, il coniglio nano conserva tutte le caratteristiche del coniglio
domestico (allevato già in epoca romana) e del proprio vero antenato: il coniglio selvatico.
Proprio la lunga storia di allevamento e selezione per fini zootecnici ha dato luogo ad alcuni
equivoci e credenze popolari presenti ancora oggi nella considerazione e nell’alimentazione
dell’animale da compagnia.
Ad esempio un comune pensiero è il ritenere il coniglio un roditore; in realtà appartiene all’ordine
dei Lagomorfi e, per quanto sottile, la differenza è che, rispetto ai primi, lepri e conigli presentano
un paio di incisivi accessori situati posteriormente ai principali e hanno un pene privo di osso.
Un altro luogo comune da sfatare è il fatto che se un coniglio mangia dell’erba bagnata va incontro
a morte certa.
Dal punto di vista dietetico il coniglio è invece un erbivoro stretto e il suo lungo e complicato
intestino si è evoluto per sfruttare al meglio tale risorsa di cibo.
In natura si nutre di erbe, foglie, radici, germogli, corteccia e, occasionalmente, di frutta, bacche e
semi e l’attività di foraggiamento è svolta prevalentemente alle prime ore dell’alba e dopo il
tramonto quando l’erba è coperta di rugiada.
Una dieta di questo tipo assicura un notevole apporto di fibra necessario per promuovere una
prolungata masticazione e di conseguenza il necessario consumo della dentatura. La dentatura del
coniglio (in questo simile a quella di alcuni roditori) è detta ipsodonte, termine che sta ad indicare la
presenza di radici dentarie aperte che permettono la crescita continua dei denti nel corso di tutta la
vita che, per gli incisivi è di circa un centimetro al mese.
Un alto contenuto di fibra nella dieta favorisce inoltre la motilità intestinale e il buon
funzionamento di tutto l’apparato digerente; per questi motivi è consigliabile lasciare per uno o due
giorni alla settimana solo fieno in abbondanza come unico cibo a disposizione.
Un problema frequente del coniglio è rappresentato dall’ ostruzione (spesso parziale) del tratto
gastro enterico da parte del pelo ingerito durante le normali operazioni di pulizia (il coniglio è un
animale estremamente pulito!), soprattutto nei periodi di muta.
La particolare conformazione delle prime vie digestive rende al coniglio impossibile il vomito e il
rigurgito pertanto tutto il pelo ingerito deve obbligatoriamente essere eliminato con le feci
attraversando tutto il tratto digerente. Anche piccoli ammassi di pelo possono ostruire lo sbocco
dello stomaco o l’intestino causando costipazione con diarree, mancata assunzione di cibo e
produzione di feci e manifestazioni coliche.
Questa condizione è estremamente pericolosa e, dal momento che mette a rischio la sopravivenza
stessa dell’animale, richiede un tempestivo intervento veterinario. A questo proposito è importante
la prevenzione provvedendo a spazzolare frequentemente il coniglio e incrementando l’apporto di
fibra ingerita specie nei periodi di cambio del pelo e per le razze a pelo lungo.
Le vaccinazioni a cui normalmente vengono sottoposti i conigli riguardano essenzialmente due
malattie virali, la mixomatosi e la malattia emorragica virale. Per entrambi esistono diversi vaccini
di derivazione zootecnica in grado di fornire un’adeguata protezione secondo il protocollo
consigliato dal veterinario.
Oltre a ciò è bene verificare che il coniglio, generalmente dopo l’acquisto, non sia affetto da forme
parassitarie quali coccidi intestinali o epatici, acari del pelo o delle orecchie e da una forma di
encefalite sostenuta da un altro particolare coccidio: Encephalitozoon cuniculi.
Quest’ultima malattia è particolarmente insidiosa in quanto spesso ha un decorso lento con segni
clinici assenti o vaghi che spesso passano inosservati ma nel momento in cui la forma clinica risulta
evidente l’evoluzione è rapida e fatale.
I conigli generalmente contraggono la malattia dalla mamma durante la gravidanza o nelle prime
settimane di vita ma possono ammalarsi anche in età adulta attraverso il contatto diretto o indiretto
con altri conigli malati.
Il coniglio matura sessualmente ad un’età compresa tra i 5 e i 7 mesi e a questa età si sviluppano gli
istinti che portano, soprattutto i maschi, alla marcatura del territorio con le urine e ad atteggiamenti
di aggressività. Per evitare tali comportamenti ma, soprattutto per prevenire l’insorgenza di tumori
uterini nella femmina, è consigliato ricorrere alla castrazione e alla sterilizzazione.
Al coniglio in ambiente domestico deve poi esser dato modo di muoversi su superfici morbide sulle
quali non sia possibile scivolare (tappeti di fibre vegetali, zerbini in cocco…) e va realizzato come
le alte temperature e un’eccessiva secchezza dell’aria siano mal sopportate.
Alimenti consigliati come
alimentazione di base
Alimenti da offrire
occasionalmente
Alimenti VIETATI
o TOSSICI
Fieno (sempre a disposizione)
Bietole
Cicorie (catalogna, belga,
grumolo, cicorino..)
Insalata romana
Indivia
Spinaci
Pane, grissini, biscotti, fette
biscottate
Mangime fioccato e pellettato
Prezzemolo (piccole quantità)
Rametti di nocciolo, salice,
pero, melo
Mela
Rapanello
Lattuga (gentile, iceberg...)
Songino
Patate
Frutta secca (noci, pinoli,
arachidi…) e disidratata
Dolci vari
Geranio
Giglio
Azalea
Sedano
Radicchi rossi
Finocchio
Rucola
Basilico
Menta
Cavolo (broccolo, cima di rapa,
cavolfiore…)
Maggiorana
Carota
Malva, piantaggine
Timo