“L`amore molesto”. Dalle Olimpiadi di Sochi al rapporto di

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“L`amore molesto”. Dalle Olimpiadi di Sochi al rapporto di
“L’amore molesto”. Dalle Olimpiadi di Sochi al rapporto di Save The Children, passando per il Vaticano
di LAURA FANO
Le porte della Russia sono aperte ai gay, ma giù le mani dai bambini. Parola di Vladimir Putin,
che - a tre settimane dai Giochi di Sochi -
sul terreno scivoloso dei rapporti fra persone dello stesso sesso passa all'attacco dei tanti critici
americani. La Russia, afferma, punisce la propaganda gay tra i minori, non le relazioni
omosessuali. Poi, la provocazione: venite pure "tranquilli" da noi, dice in sostanza il leader del
Cremlino, "ma lasciate stare i bambini".
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Di quella cosa orrenda che sono i bambini usurpati dagli adulti ne parla purtroppo molto spesso
la cronaca. Allora, la domanda sorge spontanea: Che la pedofilia sia un fenomeno prodotto da
questa società, che ha verso i bambini un' attenzione morbosa in generale? I bambini di oggi
hanno un ruolo centrale nelle famiglie e nella collettività; quando parla un bambino gli adulti si
zittiscono; il che, apparentemente sembrerebbe una conquista. In realtà è un' attenzione
malata, che nasce dall' impotenza da parte degli adulti, dal non aver più niente da insegnare ai
bambini. Ecco perché i grandi restano muti. E di questa società malsana la pedofilia non è che
la punta di un iceberg.
Il bambino oggetto delle contese fra genitori separati, delle passerelle e dello spettacolo, che
alla fine diventa anche oggetto del desiderio sessuale.
La vera morbosità non è solo quella sessuale, ma quella generale dell’uso e consumo che si fa
dei bambini, fino a casi estremi come, purtroppo, quello che ormai da anni ha visto come
protagonisti delle cronache anche gli “orchi in tunica” accusati, nel silenzio della politica
cattolica, di abusi e violenze sessuali sulle piccole anime affidate alle loro cure. Uno tsunami di
accuse durissime, quello condensato nelle 16 pagine di osservazioni finali del Rapporto del
Comitato Onu per i Diritti del fanciullo, abbattutosi sul Vaticano e diffuso dall’ufficio delle Nazioni
Unite di Ginevra. Sono “decine di migliaia” nel mondo, secondo il Comitato Onu, le vittime degli
abusi perpetrati dai preti pedofili per i quali si chiede la immediata rimozione e la consegna alle
autorità civili.
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Certo, qualche malizioso benpensante potrebbe obiettare che la pedofilia era un’ “arte” già
largamente diffusa tra i romani che praticavano sesso in maniera brutale con i propri schiavi
giovinetti, o nell’antica Grecia dove gli adulti maschi, come ci insegnano Socrate e Platone,
instauravano con gli adolescenti una sorta di “relazione pedagogica” che includeva anche il
rapporto fisico, spesso all'interno di un'esperienza spirituale attraverso la quale l'amante adulto
trasmetteva le virtù del cittadino.
Questo tipo di “amore”, però, nella sua ampia accezione, mal si concilia con il nostro attuale
modo di intenderlo. Oggi è diffusa la convinzione che l'ordine ed il progresso morale di un
popolo, la pratica fedele e costante della giustizia, la rettitudine e l'onestà nelle vicendevoli
relazioni sociali, dipendono in gran parte dal giusto concetto della persona umana e dal
riconoscimento dei suoi diritti.
Esiste un confine sottilissimo tra le intenzioni delle persone e i loro comportamenti. Attenzioni,
che in apparenza sembrano dettate da amore e dedizione, possono in realtà mascherare
un'inquietante perversione come quella emersa dall'ultima indagine Ipsos per Save the
Children, realizzata in occasione del Safer Internet Day 2014, la giornata dedicata dalla
Commissione Europea alla sensibilizzazione dei più giovani ad un uso corretto e consapevole
della rete.
Uno scenario, definito "molto inquietante", da cui emerge che l'incontro sessuale tra un minore
e un adulto è ritenuto «accettabile» da oltre un italiano su tre. Il 28% degli adulti ha tra i propri
contatti adolescenti che non conosce personalmente e l'81% pensa che le interazioni sessuali
tra adulti e adolescenti siano diffuse e trovino il loro input su Internet. Un italiano su dieci
attribuisce la responsabilità dell'iniziativa di contatto agli adolescenti.
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Tra gli over 45, sono molti coloro che si affacciano alla rete per colmare un importante vuoto
relazionale e affettivo della vita reale: il 37% degli italiani infatti afferma di utilizzare i social
network per conoscere persone disponibili a fare amicizia o a intrattenere un rapporto di affetto
o amore.
Un universo volatile quello del web, abile a nascondersi e a nascondere, in costante evoluzione
tecnologica, infinitamente più veloce dei sistemi di repressione e legislativi dei singoli Stati. Si
calcola che attualmente ci siano in rete 70 mila siti contenenti materiale pedo-pornografico, il
50% dei quali realizzati negli Usa, il 20% in Giappone e il 13% in Europa. Uno bambino su
quattro ha visitato almeno una volta un sito pornografico, mentre uno su cinque ha ricevuto
proposte sessuali. Oltre il 70% delle molestie sessuali sono avvenute nelle chat-room e il 25%
dei bambini interpellati ha detto di aver ricevuto almeno una volta immagini a sfondo sessuale
da parte dei molestatori.
E in Italia? Secondo la procura di Roma, sono state finora scoperte oltre 89 mila foto a
contenuto pedopornografico. La pedo-pornografia considera i bambini come oggetti e li umilia e,
ancor peggio, è un business stimato in cinque miliardi di dollari. Una fotografia viene venduta a
un prezzo che varia dai 30 ai 100 dollari, mentre un film costa dai 250 ai 300 dollari. In Russia
un sito che vende questo tipo di materiale può arrivare a guadagnare 30 mila euro al mese.
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E chi pensa poi che il pedofilo sia una persona disadattata che cerca di adescare con le
caramelle i bambini nei giardini pubblici si deve ricredere: le violenze sui minori, dato Censis,
avvengono nel 90 per cento dei casi in famiglia, per non parlare degli ambienti scolastici e di
tempo libero.
È quasi fisiologico perciò che il disprezzo della persona umana e gli attentati ai suoi valori,
specie quando si tratta di bambini, producano squilibri e sconvolgimenti nella compagine
sociale tanto da spingere all’adozione di provvedimenti fortemente restrittivi e all’inasprimento
delle pene, come è accaduto in Macedonia dove, per i pedofili, è stata introdotta la castrazione
chimica, già ammessa in altri Paesi quali Corea del sud, Danimarca, Repubblica ceca, Polonia,
Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e Moldova.
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Può sembrare sconcertatamente banale, ma insieme ai rimedi dissuasivi, bisognerebbe
pensare di rifondare la nostra stessa società attraverso il recupero dei valori della nostra
esistenza.
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